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PERSONE, LUOGHI, ATTIVITÀ PER L’INNOVAZIONE NEL SETTORE AGRICOLO ...100 ANNI DI STORIE... ...100 ANNI DI STORIE...

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Persone, luoghi, attività Per l’innovazione nel settore agricolo

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Bononia University Press

Nel momento in cui la Società Produttori Sementi taglia il traguardo del secolo di vita, questa raccolta di fotografie vuole testimoniare l’intelligente operosità da sempre dispiegata dalla Società, perché coloro che in essa lavorano traggano motivo di orgoglio e di incitamento alla creatività per il futuro e coloro che si avvantaggiano della sua opera possano comprendere i benefici che si ottengono da istituzioni come questa, impegnate a coniugare ricerca, mercato e sostenibilità dell’ambiente.È anche per merito della Società Produttori Sementi, se Bologna sarà capace anche in futuro, di combinare tradizione e innovazione.

Società Produttori Sementi S.p.A.Impresa strumentale della

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Persone, luoghi, attività Per l’innovazione nel settore agricolo

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Catalogo della Mostra “…100 anni di storia…”Casa SaraceniVia Farini, 15Inaugurazione 6 giugno 2011

Le fotografie contenute nel volume sono di proprietà della Società Produttori Sementi spaVia Macero, 1 - 40050 Argelato (Bologna)www.prosementi.com

Bononia University PressVia Farini 37 – 40124 Bolognatel. (+39) 051 232 882fax (+39) 051 221 019

www.buponline.come-mail: [email protected]

© 2011 Bononia University Press

ISBN: 978-88-7395-641-9

Progetto grafico e impaginazione: Lucia BottegaroAllestimento mostra e realizzazione pannelli: Publierre, San Lazzaro di Savena, BolognaStampa: Officine Grafiche Litosei (Rastignano, Bologna)

Prima edizione: giugno 2011

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Sommario

Presentazioni 5Fabio Roversi -MonacoMauro Checcoli 7

Cerere per sempre 9Beatrice Buscaroli

La storia della Società Produttori Sementi spa 11Ercole Borasio

I fondatori 13

Le origini: spighe e incroci 19

Villa Angeletti 35

I luoghi e le dotazioni 47

Le mostre 62

Il periodo del fascismo e la “Battaglia del grano” 71

Il grani dell‘Impero 78

Le persone 90

In cammino verso i tempi moderni 97

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Dopo la crisi agraria di fine Ottocento si registra a Bologna una particolare vivacità di iniziative nel campo della scienza e della tecnica in agricoltura. In questo contesto, nel 1911, nacque, con l’appoggio della Cassa di Risparmio in Bologna, la Società Produttori Sementi.Nel settembre 1999 la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha acquistato la Società Produttori Sementi spa dalla Cassa di Risparmio in Bologna, riportandola alla missione originaria e attribuendole il compito di intervenire nel Settore rilevante della tutela ambientale e della ricerca scientifica in campo agro-alimentare.Dunque il nome della Società corrisponde ancora, dopo cento anni, agli scopi per i quali fu fondata.Proprio per questi motivi è sembrato importante rendere nota la storia della Produttori Sementi a cento anni dalla sua istituzione, per segnalare, ad un tempo, il ruolo che la Cassa di Risparmio in Bologna ha avuto nello sviluppo economico di un settore portante per l’economia italiana e la coerenza e la forza con la quale ancora oggi, la Fondazione, che dalla Cassa è nata, continua ad alimentare gli scopi statutari delle antiche origini.

Fabio Roversi-MonacoPresidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

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Nel 1911, Cesare Zucchini, Presidente della Cassa di Risparmio in Bologna e della Società Agraria, oggi Accademia Nazionale di Agricoltura, diede concreta realizzazione all’idea del professor Francesco Todaro di costituire una struttura permanente per la ricerca e diffusione di sementi migliorate e delle piante erbacee. Tale iniziativa non aveva ancora conosciuto precedenti in Italia per la ricerca nel campo del miglioramento genetico dei vegetali.Come narrano le immagini di questo catalogo, che percorrono cento anni di storia, la Società si è sempre impegnata nei campi della selezione e della ricerca genetica vegetale vivendo nei decenni le fortune e le tragedie del nostro paese, periodo coloniale e guerre comprese. Come italiani si può essere orgogliosi perché, nonostante la modesta dimensione economica, il valore scientifico e sociale di questa attività è molto grande e costituisce un caso, unico, nel panorama nazionale. Oggi la Produttori Sementi è in grado di affrontare la competizione scientifica globalizzata che ne riconosce il ruolo e l’importanza dell’innovazione, prodotta soprattutto alla luce delle esigenze di sostenibilità ambientale della produzione agro-alimentare.

Mauro CheccoliPresidente della Società Produttori Sementi spa

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La cinquecentesca Iconologia di Cesare Ripa, il repertorio di allegorie, simboli e miti che scendevano da secoli di storia dell’arte e che per altrettanti secoli avrebbero dettato ai pittori, agli scultori e agli architetti le regole per la raffigurazione delle immagini astratte, reca, come è naturale, una descrizione dell’Agricoltura. Essa è «donna vestita di verde, con una ghirlanda di spighe di grano in capo, nella sinistra mano tenga il circolo dei dodici segni celesti, abbracciando con la destra un arbuscello, che fiorisca, mirandolo fisso, a piedi vi sarà un aratro. […] La corona di spighe si dipinge per lo principal fine di quest’arte, ch’è di far moltiplicar le biade, che son necessarie a mantener la vita dell’homo».Così, traendola esattamente dal repertorio che per secoli interi fu la bibbia degli artisti, il pittore Roberto Franzoni la raffigurò sul soffitto del salone dell’an-tica Casa Saraceni, in via Farini a Bologna, divenuta nel 1934 sede del Credito Fondiario della Cassa di Risparmio di Bologna.Incoronata di spighe, la Cerere di Franzoni, ultimo interprete bolognese di un nostalgico e coltissimo eclettismo, reca in mano uno smisurato fascio di spighe.La decorazione degli interni dell’edificio di origine quattrocentesca terminò nel 1933. Franzoni guardava al rinascimento, alla gloria della pittura bolo-gnese, alla nobiltà indiscussa del passato. Depone spighe tra i putti, incammina un Seminatore nella volta a botte della superba pittura a grottesche che accompagna lo scalone fino al primo piano: gesto umbratile di un epigono cui tutti gli stili e i modi della pittura sembrano offrirsi, senza stridere, per un’ultima celebrazione corale. È nato nello stesso anno di Umberto Romagnoli e di Alfredo Protti, ma anche di Umberto Boccioni e di Edward Hopper. Il suo tempo sta tramontando, ma un altro, emozionante e nuovissimo, sta nascendo accanto a lui.Sono questi gli anni in cui la Società Produttori Sementi, fondata da oltre due decenni, lavora alacremente alla modernizzazione della produzione agricola emiliana, i tempi delle prime grandi mostre, dell’inizio dell’avventura africana.Sfogliare gli album di fotografie di questa azienda che quest’anno celebra il centenario, è un gesto emozionante. Tante le foto, tutte anonime, di piccole dimensioni, uniche, ripetute, ufficiali, tante facce, persone, edifici, spighe e spighe, piantate, selezionate, abbassate, migliorate, diffuse.Le spighe dipinte diventano grano, il grano cresce, in ogni senso, adattandosi ai climi e alle necessità, e continua a dare a questa nostra regione l’eccel-lenza di un primato che fu dei romani. È una storia che riempie di orgoglio chi la racconta e chi la ascolta, umile e unica insieme. Antichissima e contemporanea. Soprattutto oggi, in un paese che ha rare occasioni di vanto. Una storia di ricchezza e di povertà, di speranza e di amore che, come avrebbe detto l’antico scrittore perugino, «son necessarie a mantenere la vita dell’uomo».

Beatrice BuscaroliResponsabile Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Cerere per sempre

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Nel Manifesto di fondazione della Società Produttori Sementi, nel giugno 1911, Cesare Zucchini, Presidente della Cassa di Risparmio in Bologna e con-temporaneamente della Società Agraria di Bologna, scriveva che «il problema della maggiore e migliore produzione agraria è, senza dubbio, tra i più importanti e più urgenti della nostra economia pubblica, come quello sul quale riposano, per massima parte, le prosperità e quindi la pace sociale…». Per dare risposte a queste aspettative nasce la Società Produttori Sementi, la cui missione è rimasta pressoché immutata nel tempo.I successi furono rapidi, basti pensare che, con riferimento al frumento, la produzione media in Emilia-Romagna, nel 1911, era di soli 14,6 quintali per ettaro e per effetto dell’attività di selezione varietale e delle nuove tecniche agronomiche conseguenti alle nuove varietà, in soli vent’anni, nel 1932, la produzione media raggiungeva 28,4 quintali per ettaro.L’adozione della selezione della variabilità esistente, suggerita dal professor Francesco Todaro, e poi l’introduzione della selezione da variabilità indotta a mezzo incrocio artificiale, eseguita dal suo successore alla carica di direttore della società, dottor Cesare Orlandi, diedero sostanza e concretezza alla ini-ziativa pioneristica intrapresa. Seguirono l’interessante raccolta di materiale genetico sull’altopiano etiopico (uno dei centri di speciazione del frumento) e l’introduzione di nuova variabilità da razze giapponesi, precorrendo di trent‘anni l’attività condotta dal dottor Norman Borlaug, padre della “rivoluzione verde” e Premio Nobel per la Pace; tutto questo per iniziativa del dottor Giuseppe Venturoli, direttore della Società dal 1933 sino al 1946. Dopo le di-struzioni arrecate dalla seconda guerra mondiale, il dottor Umberto De Beni, nuovo direttore della Società, si occupò della ricostituzione del patrimonio genetico perseguendo costantemente e con successo l’obiettivo dell’incremento della potenzialità produttiva.Nel 1974 venni chiamato alla direzione della Società. Nel lungo periodo che è intercorso sino ad oggi, è stato attuato un profondo processo di riorga-nizzazione interna e una rinnovata impostazione dell’attività di ricerca che è diventata sempre più multidisciplinare. In collaborazione con la Società Barilla viene strutturata la prima filiera produttiva grano duro-pasta in Italia e così anche la ricerca si sviluppa in un‘ottica di filiera; in tal modo il ruolo del miglioramento genetico diventa sempre più rilevante, rappresentando la cerniera fra il produttore agricolo e l’industria di trasformazione al servizio del consumatore.A conclusione di questo sintetico excursus storico mi preme far emergere l’importante contributo allo sviluppo del settore agrario offerto, tempo per tempo, dall’attività sviluppata dalla Società Produttori Sementi.Le immagini di questo catalogo raccontano l’impegno profuso da generazioni di uomini, scienziati, ricercatori, tecnici, operai e delle motivazioni che li hanno sostenuti e sospinti a ricercare il progresso in questo percorso lungo cento anni.In questo periodo storico la Produttori Sementi è molto cresciuta, trovando, fin dall’inizio, il lungimirante sostegno della Cassa di Risparmio in Bologna e poi, a partire dal 1999, della Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna; la costante crescita di questa impresa è stata possibile grazie al sostegno ed alla legittimazione della comunità locale prima, nazionale e internazionale in un prosieguo di tempo.

Ercole BorasioConsigliere Delegato della Società Produttori Sementi spa

La storia della Società Produttori Sementi spa

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I fondatoriFrancesco Todaro, fondatore della Società e primo cattedratico di Agricoltura presso la Re-gia Scuola Superiore di Agraria, oggi Facoltà di Agraria, era convinto che per migliorare la pro-duttività del grano si dovesse stimolare la sele-zione e la diffusione di varietà di piante elette, con qualità e rese più elevate: visione d’avan-guardia, che mirava a superare la coltivazione casuale di varietà locali, introducendo, con la selezione della variabilità esistente, il metodo scientifico nelle coltivazioni agricole.Todaro aveva idee imprenditoriali, puntava a creare un’azienda che svolgesse sia le attività di ricerca sia quelle di diffusione dei risultati.Dopo alcuni anni di sperimentazione voluti dal-la Società Agraria di Bologna, oggi Accademia Nazionale di Agricoltura, il 29 luglio 1911 nasce la “Società Anonima Cooperativa Bolognese per la produzione di sementi della grande cultura”, oggi Società Produttori Sementi, con un capita-le sociale di 10.700 lire.

L’idea del Todaro viene accolta e finanziata dagli imprenditori agricoli del bolognese e in particolare da Cesare Zucchini, Presidente della Cassa di Risparmio in Bologna e Presidente della Società Agraria bolognese, che nel giugno del 1911 pubblica il manifesto di fondazione della Produttori Sementi in cui evidenzia: «il problema della maggiore e migliore produzione agraria è, senza dubbio, tra i più importanti e più urgenti della nostra economia pubblica, come quello sul quale riposano, per massima parte, la pro-sperità e quindi la pace sociale». E ancora: «Ma perché il lavoro fin qui eseguito riesca di utilità pratica alla nostra economia agraria, conviene che l’opera iniziata sia intensificata ed estesa. Si presenta quindi la convenienza che sorga una Società cooperativa che dia vita ad un’impresa di produzione di semi, la quale abbia come cen-tro di azione un podere, nelle vicinanze di Bolo-gna, in cui siano fatte le colture di allevamento e quelle di prima moltiplicazione».

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Francesco Todaro.

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Cesare Zucchini.

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Consiglio di amministrazione e soci cooperatori.

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Soci cooperatori in visita ai campi dimostrativi.

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Manifesto di fondazione della Società Produttori Sementi.

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Le origini: spighe e incrociNel primo decennio di vita della Società Pro-duttori Sementi, sotto la guida del professor Francesco Todaro, viene introdotto il metodo scientifico nelle coltivazioni agricole. Si effettua infatti la selezione della variabilità esistente, adottando il metodo Nilsson sviluppato con successo presso la stazione fitotecnica di Svalof in Svezia (semplice selezione delle razze elette) che si sostituisce alla coltivazione casuale di va-rietà locali. In questo modo vengono selezionate e poi dif-fuse varietà come GentilRosso 48, Cologna 12, Marzuolo 87 e l’Inallettabile 95 e 96.

Con Cesare Orlandi, che succede a Francesco Todaro alla guida della Società, alla sempli-ce selezione delle razze elette si aggiunge la selezione da variabilità indotta a mezzo di ibridazione artificiale (incrocio artificiale), seguendo le leggi della genetica scoperte nella seconda metà dell’Ottocento dall’abate Gregor Johann Mendel. Sfruttando in questo modo la segregazione dei caratteri, si otten-gono nuove varietà che contribuiscono a mi-gliorare la granicoltura di quel periodo.

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Incrocio artificiale tra le varietà Aka-gomughi e GentilRosso 48, segrega-zione dei caratteri della spiga.

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Incrocio artificiale tra le varietà Akagomughi e GentilRosso 48, segregazione dei caratteri per taglia.

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Incrocio artificiale tra le varietà Aka-gomughi e Cologna 12, segregazione dei caratteri della spiga.

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Incrocio artificiale tra le varietà Akagomughi e Cologna 12, segregazione dei caratteri per taglia.

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Incrocio artificiale tra le varietà Aka-gomughi e Inallettabile 95, segrega-zione dei caratteri della spiga.

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Incrocio artificiale tra le varietà Akagomughi e Inallettabile 95, segregazione dei caratteri per taglia.

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Incrocio artificiale tra le varietà Flo-rence 193 e Cologna 12, segregazione dei caratteri della spiga.

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Incrocio artificiale tra le varietà Florence 193 e Cologna 12, segregazione dei caratteri per taglia.

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Spiga della varietà Florence 193. Spiga della varietà Inallettabile Todaro.

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Spiga della varietà Inallettabile 96. Spiga della varietà Cologna 12.

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Spiga della varietà Mentana. Spiga della varietà Rieti 11.

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Spiga della varietà GentilRosso 48. Spiga della varietà San Giorgio.

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1915, covone della varietà GentilRosso 48.

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1983, covone della varietà Centauro.

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Albero genealogico delle varietà di frumento tenero Pieve e Riale.

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All’inizio degli anni Trenta la Cassa di Rispar-mio in Bologna affida alla Società Produttori Sementi alcuni terreni di sua proprietà situati fuori Porta Lame (podere Lame), con annessa Villa Angeletti e altri fabbricati. È in questa sede che la Società sviluppa l’attività di ricerca e di sperimentazione, oltre a quella di divulgazione e rappresentanza.Il complesso di Villa Angeletti comprendeva anche il Laboratorio centrale analisi e campio-namento delle sementi, al cui interno vi erano diversi laboratori, mentre all’esterno era annes-sa la “limonaia” utilizzata come serra.

Nel 1944, Villa Angeletti – situata in via Carracci – vista la vicinanza con la stazione di Bologna, subisce gravi danni a causa dei bombardamenti che la distruggono quasi totalmente. La Società pertanto decide di trasferire le attività di ricerca nella tenuta di Argelato, in un’azienda agricola che complessivamente si estendeva per poco più di 33 ettari.In periodi successivi la proprietà dei terreni di Villa Angeletti passa dalla Cassa di Risparmio al Comune di Bologna. Oggi l’area è diventata un parco pubblico denominato “Parco di Villa Angeletti”.

Villa Angeletti

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Villa Angeletti, via Carracci, fuori Porta Lame, Bologna, 1931.

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Veduta aerea del Campo Centrale selettivo di Villa Angeletti, 1938.

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Laboratorio centrale analisi e campionamento sementi annesso a Villa Angeletti.

Laboratorio analisi e prove di selezione meccanica del seme.

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Laboratorio di micro-biologia.

Laboratorio analisi qualità tecnologiche delle farine.

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Semina di parcelle sperimentali con trazione umana delle piccole seminatrici, Villa Angeletti, 1936.

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Semina di campi sperimentali con trazione animale delle seminatrici, Villa Angeletti, 1936.

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Campi speri-mentali: semina manuale degli allevamenti, Villa Angeletti, 1936.

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Raccolta a falce degli allevamenti.

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Trebbiatura dei campi sperimentali, Villa Angeletti, 1936.

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Trebbiatura dei campi sperimentali, Villa Angeletti, 1936.

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Trebbiatura dei cam-pi sperimentali, Villa Angeletti, 1936.

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I luoghi e le dotazioniNegli anni Trenta le attività della Società Pro-duttori Sementi erano dislocate su tutto il ter-ritorio bolognese.La sede centrale era al numero 2 di via Indi-pendenza, nel pieno centro di Bologna, mentre gli stabilimenti di proprietà con gli impianti di selezione meccanica del grano erano situati a Budrio, a San Giorgio di Piano e a Bologna, a cui si aggiungevano cinque magazzini per gli am-massi granari localizzati a Budrio, San Giorgio di Piano, Castel San Pietro, Pieve di Cento e Riale di Zola Predosa, un magazzino di deposito a Cor-

ticella e un magazzino a Castel d’Aiano adibito all’immagazzinamento del grano e delle patate da seme, oltre alla Tenuta di Argelato.Ad essi andavano aggiunti aziende e fabbricati presi in affitto: ventisette magazzini per la ge-stione degli ammassi granari dislocati in tutta la provincia (i principali dei quali erano a Bologna, Altedo, San Martino in Argine, Ozzano e Dozza), le aziende agricole di Bentivoglio, di Bologna (fuori Porta Lame) e della Castiglia (podere Bel Poggio), oltre ai circa 3.300 ettari ottenuti in concessione in Africa Orientale.

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via indipendenza

Sede centrale della Società Produttori Sementi a Bologna, Palazzo Vignoli, via Indipendenza 2, 1937.

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Interni della sede centrale di via Indipendenza: la direzione, 1937.

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Interni della sede centrale di via Indipendenza: gli uffici commerciali, 1937.

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Stabilimento di San Giorgio di Piano (Bologna), selezione sementi e silos.

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Stabilimento di San Giorgio di Piano (Bologna), sala macchine per la selezione meccanica delle sementi.

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Stabilimento di Budrio, Bologna, selezione sementi e silos, 1928.

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Impianti dello stabilimento di Budrio, Bologna, per la selezione meccanica delle sementi, 1928.

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Silos granario dello stabilimento di Riale (Zola Predosa, Bologna), 1933.

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Elevatori e nastro di caricamento dei silos di Riale (Zola Predosa, Bologna), 1933.

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Silos granari di Castel San Pietro (in alto) e Pieve di Cento, Bologna.

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Azienda agricola di Argelato, Bologna.

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Magazzino di deposito per ammasso granario, Corticella, Bologna, 1939.

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Stivaggio del grano in sacchi, Corticella, Bologna.

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Le mostreL‘attenzione della Società Produttori Sementi, sin dai primi anni della sua fondazione, è stata rivolta non solo alla conduzione di attività di ricerca scientifica, ma anche ad attività di dif-fusione delle innovazioni raggiunte. Certamente, tra le azioni svolte per diffondere i risultati della Società, l‘iniziativa di maggior ri-lievo fu quella, promossa per la prima volta nel 1918, di dare il via a mostre campionarie di ce-reali da seme. Nel 1919 come sede dell’esposi-zione fu scelto non a caso il cortile di Palazzo Re Enzo: luogo tra i più belli e tra i più importanti nel cuore di Bologna. Grazie a queste moderne scelte di marketing ante litteram, proseguite negli anni successivi con sempre maggiore impegno, la fama della Società Produttori Sementi si è estesa ben oltre i confini provinciali prima e quelli regionali poi.

Le mostre campionarie si tenevano annual-mente e, nel contempo, dall’autunno del 1923, venne organizzata, sempre a Bologna, la prima manifestazione a carattere nazionale.Dal 1927 si registra una ulteriore espansione delle attività di divulgazione sul piano naziona-le: la Produttori Sementi inizia a prender parte regolarmente − insieme all’Istituto di cereali-coltura − alla Fiera campionaria di Milano, oltre che alle nuove Esposizioni riunite del Littoriale di Bologna. Iniziative in cui la Società continua a riscuotere entusiastici apprezzamenti, tanto che già nel 1929 partecipa alla Fiera campionaria di Verona «in seguito alle insistenze del Comitato organizzativo», e questa volta − a differenza che nella fiera milanese − senza «alcun onere per la Società».

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Mostra campionaria, 1918.

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Mostra campionaria, 1926.

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Fiera campionaria di Milano, 1927.

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Fiera campionaria di Milano, 1927.

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Esposizione del 1934.

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Esposizione del 1934.

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Mostra Littoriale, 1936.

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Mostra agricola di Lendinara (Rovigo), 5-12 settembre 1937.

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Il periodo del fascismo e la “Battaglia del grano”Durante il fascismo, la Produttori Sementi, che rappresentava la principale organizzazione dei cerealicoltori bolognesi, seppe porsi al centro della politica agraria nazionale e in particolare della “Battaglia del grano” lanciata durante il regime fascista da Benito Mussolini allo scopo di perseguire l’autosufficienza produttiva di frumento dell’Italia. La “Battaglia”, che proprio nel bolognese vide uno dei momenti di mas-sima intensità, aveva due obiettivi principali: da un lato rinnovare l’attrezzatura tecnica e la dotazione delle aziende agricole, dall’altro aumentare la produzione granaria attraverso l’incremento della resa per ettaro. In questo se-condo aspetto, l’utilizzo di sementi selezionate ricopriva un ruolo centrale. Non è un caso che in questo periodo la società bo-lognese sia riuscita ad estendere la propria rete di diffusione delle sementi a quasi tutto il territorio nazionale, e in piccola parte anche quello estero.La Società è inoltre il primo ente in Italia ad in-

traprendere la gestione degli ammassi: già sul finire degli anni Venti è in grado di offrire strut-ture per l‘immagazzinamento del frumento a tutti gli agricoltori sprovvisti di granai propri, così da stabilizzare i prezzi evitando la vendita sottocosto. Gli ammassi, dopo un breve periodo a carattere volontario, furono resi obbligatori e affidati alla Società Produttori Sementi per l’in-tera provincia di Bologna. In questo campo, sul finire degli anni Trenta, la Società veniva ormai considerata un modello di riferimento a livello nazionale; la sua centralità è rappresentata anche simbolicamente da due visite di Benito Mussolini, la prima alla mostra dei cereali a Bologna nel 1926, la seconda nel 1936, indirizzata espressamente ai campi e alle coltivazioni della Società. Negli stessi anni, inoltre, alcuni dirigenti della Pro-duttori Sementi assurgono a importanti incarichi a livello nazionale: fra gli altri, nel 1934 Francesco Todaro viene nominato senatore del Regno.

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Visita di Benito Mussolini allo stabilimento della Produttori Sementi di Budrio, 25 ottobre 1936.

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San Giorgio di Piano, visita del Segretario Federale, 6 agosto 1933.

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Mostra dei cereali allestita a Bologna nei laboratori della Società, 1938.

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Mostra dei cereali allestita a Bologna nei laboratori della Società, 1938.

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Mostra “Amate il pane”, 1937.

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Mostra dei cereali, 1939.

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I grani dell’ImperoLa Società Bolognese “Produttori Sementi” co-minciò nell’aprile 1936 a interessarsi della pos-sibilità della cerealicoltura in AOI, inviando in quei territori alcuni primi quantitativi di semen-ti di grano e di granoturco da sperimentare in colture di orientamento. Contemporaneamente fu iniziata la raccolta del maggiore quantitativo possibile di tipi differenti di grano e altri cereali esistenti nei vari territori eritrei ed etiopici, e tale raccolta, curata nel 1936 e 1937 dal dottor Julo Fornaciari, consigliere d’amministrazione della Società, è stata poi proseguita sistema-ticamente. A Bologna, presso il laboratorio e nei campi selettivi della Produttori Sementi, fu subito iniziato lo studio genetico dei cereali eritrei e così fin dall’autunno del 1936 furono seminati i primi sedici allevamenti e nel mag-gio-giugno 1937 furono fatti i primi incroci ar-tificiali. Nell’anno agrario successivo, essendosi ormai la collezione cerealicola arricchita con provenienze dai territori dell’Impero, furono

già seminati in Italia 1072 allevamenti, con otto prime moltiplicazioni ed eseguiti diciassette incroci artificiali. Le difficoltà d’individuare nei grani etiopici le diverse specie attraverso la sola osservazione esteriore morfologica, appunto, perché l’ambiente etiopico agisce notoriamente come potente modificatore dei caratteri morfo-logici stessi, hanno reso necessario un lavoro enorme di studio e di classificazione.La Società ha ottenuto in AOI, e più precisa-mente a Doscià negli Arussi e a Gafarsà nello Scioa, due importanti concessioni agricole, ove trasferire a scopo sperimentale e produttivo le differenti varietà di grani, originari degli altipia-ni eritreo ed etiopico, a caratteri già sufficien-temente fissati, e gli studi selettivi continuati in tali concessioni mirano all’individuazione in luogo delle varietà migliori da moltiplicare e da porre al più presto a disposizione della nuova cerealizzazione dell’Impero.L’opera che svolge la Produttori Sementi, au-

spice la Cassa di Risparmio in Bologna, è in definitiva più che benemerita, in quanto potrà giovare largamente anche alla sperimentazione agraria ufficiale, la quale avrà mercè sua non solo il materiale cerealicolo, ma tutta un’orga-nizzazione aziendale e tecnica di prim’ordine, di cui potrà servirsi ai propri fini sperimentali.

(dal catalogo Mostra triennale delle Terre Italiane d‘Oltremare, Napoli, 1940)

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Africa Orientale Italiana.

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Altopiano etiopico, prima concessione governativa, 1938.

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Altopiano etiopico, rilievi su coltivazioni di grano della varietà Riale.

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Concessione governativa a Dessié: coltura di grano Quaderna.

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Giuseppe Venturoli, ultimo a destra, con Beniamino Pergher e altri collaboratori nell’attività di raccolta delle spighe sull’altopiano etiopico, centro di speciazione del frumento.

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Viaggio Asmara-Axum-Gondar-Dessié. Missione di raccolta spighe sull’Al-topiano etiopico, Castello di Gondar.

Obelisco di Axum.

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Viaggio Asmara-Axum-Gondar-Dessié. Missione di raccolta spighe sull’Al-topiano etiopico.

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Viaggio Asmara-Axum-Gondar-Dessié. Missione di raccolta spighe sull’Altopiano etiopico.

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Visita di autorità locali alla Concessione Agricola del Doscià.

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Visita di autorità alla Concessione Agricola del Doscià, il Ministro Attilio Teruzzi.

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S.E. Pirzio Biroli, Governatore della Anmara, visita le selezioni destinate alla cerealicoltura dell’impero nel campo centrale selettivo di Villa Angeletti, Bologna.

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Le personeI protagonisti della Produttori Sementi sono stati e sono scienziati, agricoltori e imprenditori, inseriti nel contesto economico e sociale della loro regione, quell’Emilia-Romagna che era e rimane all’avanguardia nel settore dell’agrico-tura e dell’industria alimentare.Le persone che si sono susseguite alla guida della Società hanno certamente avuto un ruolo primario, garantendo nel tempo il suo sviluppo. Dopo il professor Francesco Todaro, che guida la Società nel periodo che va dal 1911 al 1923, sono stati chiamati a dirigere la Produttori Se-menti:

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… 100 anni di storie … | 91Cesare Orlandi (direttore dall'aprile 1925 al marzo 1934)Introduce il metodo della selezione da variabilità indotta a mezzo dell’ibridazione artificiale, seguendo le leggi della genetica scoperte nella seconda metà dell’Ottocento dall’abate Gregor Johann Mendel, poi messe in pratica da Nazareno Strampelli all’inizio del Novecento. Con questo metodo vengono selezionate e diffuse varietà come il San Giorgio, che primeggiò nella cerealicoltura padana per più di quindici anni, il Pieve e il Riale.In questo periodo l’Orlandi potenziò tutte le attività, ma diede soprattutto impulso ad una importante e autonoma attività di ricerca, assicurando in tal modo il futuro della Società.

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In alto: Giuseppe Venturoli, al centro con il cappello scuro, accompagna Nazareno Strampelli, al centro con il cappello chiaro, in visita ai campi di grano della Società Produttori Sementi.

Giuseppe Venturoli (direttore dal marzo 1934 all‘aprile 1946)Con Giuseppe Venturoli, negli anni Trenta, le attività di sperimentazione si sviluppano alle porte della città, presso Villa Angeletti (podere Lame). Viene ampliata la ricerca soprattutto con l’introduzione dei geni di bassa taglia attraverso la varietà giapponese Saitama 27 e con l’introduzione di nuovo germoplasma raccolto sugli altopiani etiopici, uno dei centri di diversificazione del grano.L’attività di Venturoli anticipa di trent’anni la Rivoluzione Verde del Premio Nobel Norman Borlaug.In questo periodo vengono selezionate le varietà Produttore, Orlandi, R37, S1, O14 e O9.

In basso : Giuseppe Venturoli, con il cappello bianco, accompagna il S.E. Tassinari, alla destra di Venturoli, Mini-stro dell’Agricoltura, al Campo centrale selettivo di Villa Angeletti.

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In alto: Umberto De Beni (quinto da sinistra), durante una visita di produt-tori agricoli nei campi di selezione in Argelato, 1967.

Umberto De Beni (direttore dall‘agosto 1946 al maggio 1973)Nell’attività di miglioramento gene-tico, Umberto De Beni venne assistito da Silvano Selleri. In questo periodo ci si preoccupò di risanare i danni causati dagli eventi bellici e ci si impegnò per la ricostituzione del patrimonio genetico, perseguendo costantemente l’obiettivo dell’incremento della potenzialità pro-duttiva.Le varietà costitute in questi anni ac-quisirono grande rilevanza nello svilup-po della granicoltura nazionale: le più importanti furono l’Argelato e l’Irnerio. Quest’ultima varietà consentì agli agri-coltori di raggiungere vette di produ-zione mai registrate prima, spingendosi ad una diffusione veramente notevole, fino a coprire, negli anni Settanta, oltre il 20% della superficie nazionale a gra-no tenero.

In basso: Silvano Selleri (breeder della Società) riceve dal prof. Luigi Cavazza, Presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura e dal prof. Enzo Di Cocco (a fianco), Presidente della Società, il “Premio Todaro”, 1986.

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In alto: il Senatore Giovanni Bersani (secondo da destra) e il Presidente Angelo Senin (secondo da sinistra), insieme a Ercole Borasio (al centro) nel giorno dell‘inaugurazione dello stabilimento di selezione sementi ad Argelato, maggio 1980.

Ercole Borasio(direttore dall‘aprile 1974) Questo periodo coincide con un profondo processo di riorganizzazione interna e con una rinnovata impostazione delle attività di ricerca, riunite in un unico centro sementiero ad Argelato. Nel 1980 viene chiamato a rafforzare la ricerca il dottor Enzo De Ambrogio e con lui prende corpo un nucleo di giovani ricercatori che acquisiscono elevata professionalità sia in Italia sia all’estero. L’obiettivo principale è l’incremento dell’efficienza della selezione e l’adozione di nuove metodologie per il miglioramento delle piante, con il ricorso alle moderne biotecnologie non OGM.Prende inoltre avvio un’attività di ricerca nel settore del grano duro: in collaborazione con Barilla, si sviluppa la filiera produttiva, dapprima in Italia e poi all’estero, cosicché la ricerca inizia ad essere declinata in un‘ottica di filiera. In questo periodo vengono diffuse importanti varietà di grano tenero tra cui: Gemini, Centauro, Esperia, che a metà degli anni Novanta rappresentano il 45% del totale del seme nazionale certificato. Nel grano duro vengono diffuse le varietà Zenit, Iride, Svevo, Normanno, Levante, Saragolla, Aureo, alcune a sviluppo esclusivo di Barilla. L’impiego di queste varietà di grano duro rappresenta un esempio di innovazione con forte ricaduta applicativa nella produzione della pasta, prodotto simbolo del ”Made in Italy”, che nel 2010 sono diffuse in tutto il mondo e rappresentano il 31% del totale seme nazionale certificato.

In basso: Ercole Borasio (a destra) insieme a Dino Bignardi Castelvetri (a sinistra), Presidente della Produttori Sementi da settembre 1991 ad aprile 1998 e al Vice-Presidente Giorgio Stupazzoni.

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Ercole Borasio (a destra) insieme a Roberto Ranieri, responsabile Ricerca Barilla spa, nel giorno dei festeggia-menti del 21° anno di collaborazione, Argelato maggio 2010.

Norman Borlaug, Premio Nobel per la Pace, padre della “green revolution”, ospite della Produttori Sementi, insieme ad Enzo De Ambrogio, responsabile della Divisione Ricerca della Società, 2003.

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Da destra: Fabio Roversi Monaco, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Mauro Checcoli, Presidente della Società Produttori Semen-ti impresa strumentale della Fondazione, e Nicola Ghelfi (Dirigente Barilla spa), nel corso della giornata inaugurale del Simposio internazionale “From Seed to Pasta: The Durum Wheat Chain”, Bologna, 30 giugno 2008.

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In cammino verso i tempi moderniInizia a metà degli anni Settanta un profondo processo di riorganizzazione interna, segnato dall’acquisizione di nuove dotazioni tecnolo-giche per la moderna selezione delle sementi e da una rinnovata impostazione dell’attività di ricerca con nuove e avanzate attrezzature scientifiche raccolte in un unico Centro Semen-tiero in Argelato, ove viene concentrata tutta l’attività.La ricerca diventa sempre di più multidiscipli-nare dovendosi occupare non solo di migliorare la produzione, ma anche la qualità tecnologica delle farine, la qualità nutrizionale, la salubrità delle produzioni alimentari, la sostenibilità eco-nomica e ambientale.La ricerca, declinata in un‘ottica di filiera, con-dotta in stretto contatto con l’industria di tra-sformazione, è volta a fornire risposte concrete

alle esigenze dei diversi player della filiera, dal produttore agricolo allo stoccatore, dal mu-gnaio al trasformatore. Le varietà costituite dalla Società continuano ad avere il merito di contribuire allo sviluppo agricolo nazionale dif-fondendosi anche in altri paesi del bacino del Mediterraneo e nel mondo intero.Anche dopo il passaggio dalla Cassa di Rispar-mio in Bologna alla Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna – che per effetto della intercorsa riforma legislativa sulle fondazioni bancarie (D.lgs. n. 153/99), fa divenire la So-cietà Produttori Sementi una impresa strumen-tale – non cambiano gli indirizzi principali della Società. Rimane portante lo svolgimento di at-tività di ricerca scientifica e di innovazione tec-nologica, in collaborazione anche con altri enti, nel campo del miglioramento genetico delle

piante di più diffusa coltivazione, finalizzato alla costituzione varietale, alla moltiplicazione e al trasferimento dell’innovazione attraverso la diffusione delle sementi di piante migliorate.Oggi, in un mondo globalizzato, la Società Produttori Sementi è divenuta azienda di rife-rimento nel settore cerealicolo non solo italiano ma anche internazionale.

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1980, Centro sementiero di Argelato, Bologna.

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Impianti per la selezione del seme: tavola densimetrica, nastri trasportatori, tarare. Centro sementiero di Argelato, Bologna, 1980.

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2008, vista aerea del Centro sementiero di Argelato (Bologna), dopo gli ampliamenti effettuati nel 1998 e nel 2005.

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Impianti per la selezione dei semi minuti: cilindri alveolati e tarara prepulitrice.

Impianti per la selezione dei semi minuti: tavola densimetrica.

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2011, vista aerea del Centro sementiero di Argelato (Bologna), con il nuovo impianto di selezione sementi costruito nel 2010-2011.

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Nuovo impianto di selezione delle sementi.

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Campi sperimentali dell’Azienda di Argelato, Bologna. Nella pagina a fianco: Rilievi in campo su “allevamenti” di grano.

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Semina di parcelle e/o filette di grano. Trebbiatura delle parcelle di grano.

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Campi di confronto varietale.

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Gabbia di protezione delle prime generazioni dopo l’incrocio artificiale.

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Serre presso il Centro sementiero di Argelato.

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Preparazione della spiga per l’incrocio artificiale.

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Interno di una serra per incroci.

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Interno di una serra per studi di patologia vegetale.

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Celle di vernalizzazione.

Fitotrone: ambiente con il controllo programmato di luce, tem-peratura e acqua per la crescita accelerata delle piante di grano.

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Laboratori della Divisione Ricerca: apparecchiature per l’elettroforesi delle proteine, robot per l’estrazione automatizzata del DNA, valutazione delle caratteristiche reologiche delle farine: alveografo di Chopin, fase di rigonfiamento dell’impasto.

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La varietà di grano duro Svevo diviene protagonista nelle pubblicità dell’industria alimentare Barilla.

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Spiga della varietà Irnerio. Spighe della varietà Centauro.

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Spiga della varietà Iride. Spiga della varietà Normanno.

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Dea Cerere, 2004, opera di Girolamo Ciulla. Centro sementiero di Argelato, Bologna.

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Finito di stampare nel mese di giugno 2011dalle Officine Grafiche Litosei (Rastignano, Bologna)

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Persone, luoghi, attività Per l’innovazione nel settore agricolo

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Bononia University Press

Nel momento in cui la Società Produttori Sementi taglia il traguardo del secolo di vita, questa raccolta di fotografie vuole testimoniare l’intelligente operosità da sempre dispiegata dalla Società, perché coloro che in essa lavorano traggano motivo di orgoglio e di incitamento alla creatività per il futuro e coloro che si avvantaggiano della sua opera possano comprendere i benefici che si ottengono da istituzioni come questa, impegnate a coniugare ricerca, mercato e sostenibilità dell’ambiente.È anche per merito della Società Produttori Sementi, se Bologna sarà capace anche in futuro, di combinare tradizione e innovazione.

Società Produttori Sementi S.p.A.Impresa strumentale della