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Progetto di fattibilità tecnico - economica | Riutilizzo acque reflue a scopi antincendio nel SIC Difesa Grande Ing. Mario Toriello – Ing. Giuseppe Parisi – Arch. Milena Grillo 1 | Pag. 1. PREMESSA Nell’ambito del POR Puglia 2014-2020, Azione 6.4.3. “Infrastrutture per il Pretrattamento, Stoccaggio e Riutilizzo delle Acque Reflue Depurate”, la Giunta Regionale Pugliese con deliberazione n. 388/2016 ha approvato la circolare riguardante l’invito a presentare manifestazioni di interesse preliminare, per il finanziamento di interventi rivolti all’attivazione ed all’esercizio dei sistemi di recupero e riutilizzo, in agricoltura e nei sistemi naturali, delle acque reflue urbane depurate. A tal fine il Comune di Gravina in Puglia in data 04/09/2017 ha presentato la propria manifestazione di interesse al fine di avviare nel proprio territorio un sistema innovativo di utilizzo delle acque reflue depurate quale strumento di lotta attiva agli incendi boschivi. La presente relazione è finalizzata ad illustrare le motivazioni che hanno condotto alla manifestazione di interesse preliminare relativa al “Progetto di utilizzo dei reflui trattati affinati per le operazioni di antincendio boschivo e riuso ambientale nel Bosco “Difesa Grande” in Gravina in Puglia”, nonché alla descrizione degli interventi previsti e del piano di gestione dell’intervento. 2. L’IMPIANTO DEPURATIVO DI GRAVINA IN PUGLIA L’impianto depurativo di Gravina in Puglia è ubicato lungo la SP 53 Gravina – Matera, all’altezza dell’innesto del Torrente Pentecchia di Chimienti nel Torrente Gravina, che costituisce il corpo idrico recettore del refluo depurato, per il quale attualmente viene garantito il rispetto dei valori limite allo scarico previsti dalla tab 1 del D.Lgs 152/06. Sul depuratore di Gravina è attualmente in corso un intervento di potenziamento per adeguarlo alla pressione antropica prevista dal Piano di Tutela delle Acque in 59.964 AE, (v. tab. 1), con i seguenti dati previsionali di afflusso al depuratore: Portata media giornaliera Q m = 8.659 m 3 /d = 361 m 3 /h Portata max. di trattamento del comparto biologico Q max = 394 m 3 /h Tab 1: previsioni Piano Tutela delle Acque I dati sopra riportati evidenziano una rilevante disponibilità di risorsa idrica che può ben mettersi a disposizione per usi irrigui ma anche di tutela ambientale.

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Page 1: 1. PREMESSA Nell’ambito del POR Puglia 2014-2020, Azione 6 ... · - L. R. Puglia n. 11/2001 e n.17 del 14/06/2007 e s. m. e i (norme sull’impatto ambientale) - Norme Tecniche

Progetto di fattibilità tecnico - economica | Riutilizzo acque reflue a scopi antincendio nel SIC Difesa Grande

Ing. Mario Toriello – Ing. Giuseppe Parisi – Arch. Milena Grillo 1 | P a g .

1. PREMESSA Nell’ambito del POR Puglia 2014-2020, Azione 6.4.3. “Infrastrutture per il Pretrattamento, Stoccaggio e Riutilizzo delle Acque Reflue Depurate”, la Giunta Regionale Pugliese con deliberazione n. 388/2016 ha approvato la circolare riguardante l’invito a presentare manifestazioni di interesse preliminare, per il finanziamento di interventi rivolti all’attivazione ed all’esercizio dei sistemi di recupero e riutilizzo, in agricoltura e nei sistemi naturali, delle acque reflue urbane depurate. A tal fine il Comune di Gravina in Puglia in data 04/09/2017 ha presentato la propria manifestazione di

interesse al fine di avviare nel proprio territorio un sistema innovativo di utilizzo delle acque reflue

depurate quale strumento di lotta attiva agli incendi boschivi.

La presente relazione è finalizzata ad illustrare le motivazioni che hanno condotto alla manifestazione di interesse preliminare relativa al “Progetto di utilizzo dei reflui trattati affinati per le operazioni di antincendio boschivo e riuso ambientale nel Bosco “Difesa Grande” in Gravina in Puglia”, nonché alla descrizione degli interventi previsti e del piano di gestione dell’intervento.

2. L’IMPIANTO DEPURATIVO DI GRAVINA IN PUGLIA L’impianto depurativo di Gravina in Puglia è ubicato lungo la SP 53 Gravina – Matera, all’altezza dell’innesto del Torrente Pentecchia di Chimienti nel Torrente Gravina, che costituisce il corpo idrico recettore del refluo depurato, per il quale attualmente viene garantito il rispetto dei valori limite allo scarico previsti dalla tab 1 del D.Lgs 152/06. Sul depuratore di Gravina è attualmente in corso un intervento di potenziamento per adeguarlo alla pressione antropica prevista dal Piano di Tutela delle Acque in 59.964 AE, (v. tab. 1), con i seguenti dati previsionali di afflusso al depuratore:

• Portata media giornaliera Qm = 8.659 m3/d = 361 m3/h

• Portata max. di trattamento del comparto biologico Qmax = 394 m3/h

Tab 1: previsioni Piano Tutela delle Acque

I dati sopra riportati evidenziano una rilevante disponibilità di risorsa idrica che può ben mettersi a disposizione per usi irrigui ma anche di tutela ambientale.

Page 2: 1. PREMESSA Nell’ambito del POR Puglia 2014-2020, Azione 6 ... · - L. R. Puglia n. 11/2001 e n.17 del 14/06/2007 e s. m. e i (norme sull’impatto ambientale) - Norme Tecniche

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3. LE MOTIVAZIONI DELL’INTERVENTO La vicinanza dell’impianto depurativo di Gravina in Puglia all’area del Bosco “Difesa Grande”, oltre che ad una ampia area di aziende agricole lungo tutto lo sviluppo della SP 53 Gravina verso Matera, ha suggerito l’opportunità di promuovere il riutilizzo delle acque reflue, opportunamente trattate per allinearne le caratteristiche ai minimi di Norma come da Tab. IV D.Lgs. 152/2006. L’area del Bosco “Difesa Grande”, rientra in zona SIC – ZPS IT 9120008 per un’estensione complessiva di

5268 Ha di cui oltre 1800 Ha di proprietà Comunale, è soggetta periodicamente a incendi boschivi di

dimensioni drammatiche che ne stanno minando alla base l’estensione, rischiando di compromettere

definitivamente le possibilità di sopravvivenza.

L’ultimo incendio di vastissime proporzioni si è sviluppato, per cause con tutta probabilità dolose, a

partire dall’11 agosto 2017, e le operazioni di spegnimento si sono concluse il 17 agosto, con l’impiego

pressoché continuativo di mezzi aerei Canadair e Fire Boss, oltre che di squadre di intervento a terra di

personale del Comune, Vigili del Fuoco, ARIF e associazioni di volontariato.

Il grande spiegamento di energie profuso non è comunque stato sufficiente a contenere il danno inferto

in termini accettabili tanto per la Comunità Gravinese quanto per quella dell’intera Regione Puglia.

L’entità complessiva dell’area danneggiata dall’ultimo incendio è ancora in fase di valutazione da parte

degli Enti competenti, ma comunque è possibile affermare che il danno è di proporzioni rilevanti.

I numerosi incendi di natura dolosa succedutisi negli ultimi anni hanno compromesso gran parte della

biodiversità legata a questi ambienti; inoltre i numerosi focolai di incendio e gli incendi sviluppatisi

hanno più volte generato addirittura situazioni di pericolo per i tantissimi fruitori della risorsa Bosco

“Difesa Grande”.

Pertanto il Comune di Gravina in Puglia, in riferimento al POR Puglia 2014-2020, Azione 6.4.3. “Infrastrutture per il Pretrattamento, Stoccaggio e Riutilizzo delle Acque Reflue Depurate”, con nota del 04/09/2017 ha promosso una manifestazione di interesse preliminare ai sensi della D.G.R. 388/2016 per il finanziamento di interventi rivolti all’attivazione ed all’esercizio dei sistemi di recupero e riutilizzo, in agricoltura e nei sistemi naturali, delle acque reflue urbane depurate. In particolare la manifestazione di interesse è stata promossa al fine di avviare nel territorio di Gravina in

Puglia un sistema innovativo di riutilizzo delle acque reflue depurate quale strumento di prevenzione e

lotta attiva agli incendi boschivi.

Si tratta, evidentemente, di un Progetto fortemente innovativo, particolarmente in riferimento alla

rilevante estensione delle aree interessate, che solo per la parte pubblica ammonta ad oltre 1800 ha.

La considerazione appena svolta ha suggerito l’attivazione, già nella fase di predisposizione del Progetto

di Fattibilità Tecnica ed Economica, di una intensa interlocuzione con i soggetti che attualmente

ricoprono funzioni istituzionali ed operative sia ai fini della prevenzione che dello spegnimento degli

incendi, al fine della individuazione dei reali fabbisogni e della ottimizzazione del Progetto.

4. IL BOSCO “DIFESA GRANDE” La vocazione di questo bosco è racchiusa nel suo nome. Originariamente con il termine difesa si indicava un luogo bandito, sottoposto a tutela, dove le attività erano regolamentate, come ad esempio la raccolta della legna e ghiande. Quando nel XVII sec. Il Comune di Gravina in Puglia (allora Università) lo acquisì dal Regio Demanio, il bosco era già noto come “Difesa Grande”. La parola “difesa” riferita a un bosco è quanto mai

attuale e opportuna. Il percorso, già tracciato e custodito nel toponimo, indica la direzione da seguire per

preservare questo “grande” bene comune.

Il SIC BOSCO DIFESA GRANDE di Gravina in P. è uno dei siti naturalistici più importanti della regione e rappresenta per la provincia di Bari, l’area boscata di maggiore estensione e di maggior rilievo ecologico. I querceti spontanei, eredi della rigogliosa foresta mesofica che ricopriva gran parte della Fossa pre-murgiana, costituiscono gran parte degli ettari di copertura arborea. Il SIC è situato interamente nel Comune di Gravina in Puglia e si estende nel medio bacino idrografico del fiume Bradano, tra il torrente

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Gravina e il torrente Basentello, a confine tra la Puglia e la Basilicata. Le condizioni edafiche e climatiche, insieme alla particolare posizione geografica, determinano l’incontro tra la flora a carattere mediterraneo dell’altopiano murgiano e quella proveniente dal vicino Appennino Lucano. Questa confluenza favorisce la presenza di numerosi habitat e genera una notevole biodiversità, che si esprime con un elevato numero di specie vegetali e animali. La varietà del paesaggio è tale che durante uno stesso percorso è possibile attraversare una cerreta d’alto fusto, salire sui pascoli di Stipa e ridiscendere verso le sponde di una sorgente perenne.

Figura 1: inquadramento SIC

5. NORME DI TUTELA AMBIENTALE APPLICATE ALL’INTERVENTO 5.1 Normative comunitarie

- Direttiva EU 70/409 CEE (Direttiva Uccelli) - Direttiva EU 92/43 CEE (Direttiva Habitat) - Decisione CE del 7 dicembre 2004 (elenco dei Siti di Importanza Comunitaria per la regione biogeografica Continentale)

5.2 Normative nazionali

- D.lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali) e s. m. e i. - L. 109/2005 (verifica preventiva interesse archeologico) - D.lgs. 152/2006 e s. m. e i. (Codice dell’Ambiente) - DM 19.06.2009 (Verifica preventiva di Interesse Archeologico)

5.3 Normative regionali

- Norme di Salvaguardia PPTR Puglia (Piano Paesaggistico territoriale Regionale approvato con Delibera di Giunta n. 176 del 16/02/2015;

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- L.R. Puglia n. 24/2005 (Misure di conservazione relative a specie prioritarie di importanza comunitaria di uccelli selvatici nidificanti nei centri edificati ricadenti in proposti Siti di importanza Comunitaria e in Zone di Protezione Speciale) - L. R. Puglia n. 11/2001 e n.17 del 14/06/2007 e s. m. e i (norme sull’impatto ambientale) - Norme Tecniche di Attuazione del Piano per la Difesa dal Rischio Idrogeologico-Basilicata, approvato dall’Autorità di Bacino-Basilicata il 19/12/2012

5.4 Normative comunali

- PRGC Gravina in Puglia, approvato con delibera G.R. n. 250 del 10/03/93 - Piano di Gestione del Sito di Importanza Comunitaria “Bosco Difesa Grande” IT9120008 – Misure regolamentari di conservazione

6. VINCOLI AMBIENTALI Dall’esame della cartografia tematica riportata di seguito si evince che gli interventi proposti ricadono nelle seguenti aree perimetrate negli strumenti di pianificazione territoriale:

6.1 Siti di interesse comunitario: SIC, ZPS e siti Rete Natura 2000

Figura 2 – Inquadramento dell’area di progetto nelle perimetrazioni dei SIC

L’intervento ricade nell’area del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT 9120008, Bosco Difesa Grande, introdotte dalla direttiva EU 92/43 CEE (Direttiva Habitat) e censite negli elenchi del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare a partire dal 2007. L’intervento non contrasta in alcun modo con le normative su richiamate, né tantomeno con le disposizioni previste nel Piano di Gestione del SIC Bosco Difesa Grande. Difatti: - non è previsto il taglio di alberi, né l’uso di sostanza erbicide (art.9);

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- non è prevista la raccolta, l’eliminazione o la distruzione di specie vegetali protette; non è altresì previsto l’impianto di specie ed ecotipi estranei a quelli dell’area (art. 10);

6.2 PPTR

La presente analisi è finalizzata allo studio del sistema vincolistico a carattere prescrittivo connesso al sistema dei beni paesaggistici come definito nel Titolo VI – Disciplina dei Beni Paesaggistici e degli Ulteriori Contesti delle NTA del PPTR Puglia. Non si terranno presente, in questa fase, le misure di salvaguardia previste per gli ulteriori contesti, di seguito elencati: - componenti geomorfologiche: versanti, lame e gravine, doline, grotte, geositi, inghiottitoi, cordoni dunari; - componenti idrologiche: sorgenti, reticolo idrografico di connessione della R.E.R., vincolo idrogeologico; - componenti botanico-vegetazionali: aree umide, prati e pascoli naturali, formazioni arbustive in evoluzione, aree di rispetto dei boschi; - componenti delle ree protette e dei siti naturalistici: siti di rilevanza naturalistica, aree di rispetto dei parchi e riserve regionali; - componenti culturali e insediative: città consolidata, siti storico-culturali e aree di rispetto, rete tratturi, paesaggi rurali; - componenti dei valori percettivi: strade a valenza paesaggistica, strade panoramiche, luoghi panoramici, coni visuali. 6.2.1 Ambiti Paesaggistici (Titolo V)

Il territorio oggetto di intervento ricade in Ambito Paesaggistico (NTA PPTR art. 7 punto 4) 5.6, Alta Murgia. 6.2.2 Beni Paesaggistici (Titolo VI)

Il PPTR Puglia individua e descrive i seguenti beni paesaggistici: - Struttura idro-geomorfologica: territori costieri, territori contermini ai laghi, acque pubbliche; - Struttura ecosistemica e ambientale: boschi, zone umide Ramsar, parchi e riserve - Struttura antropica e storico-culturale: immobili e aree di notevole interesse pubblico, zone gravate da usi civici, zone di interesse archeologico. Dall’analisi della cartografia è emerso che il territorio oggetto di intervento è interessato dalla presenza di un sistema vincolistico connesso a elementi appartenenti alla struttura idro-

geomorfologica (PAI – frane e alluvioni).

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Figura 3 – PAI Frane e Alluvioni

L’intervento in progetto non contrasta con le prescrizioni imposte dall’art. 46 comma 2 delle NTA per “Fiumi, torrenti e corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche”. Difatti, non include: - realizzazione di recinzioni che riducano l’accessibilità del corso d’acqua e la possibilità di spostamento della fauna, nonché trasformazioni del suolo che comportino l’aumento della superficie impermeabile (a4); - rimozione della vegetazione arborea od arbustiva con esclusione degli interventi colturali atti ad assicurare la conservazione e l’integrazione dei complessi vegetazionali naturali esistenti e delle cure previste dalle prescrizioni di polizia forestale (a5); - trasformazione profonda dei suoli, dissodamento o movimento di terre, e qualsiasi intervento che turbi gli equilibri idrogeologici o alteri il profilo del terreno (a6); - sversamento dei reflui non trattati a norma di legge, realizzazione e ampliamento di impianti per la depurazione delle acque reflue, per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti, fatta eccezione per quanto previsto nel comma 3 (a7); Al contrario, il progetto è ascrivibile alle seguenti categorie di opere, ammissibili e auspicabili (art. 46 comma 3): - sistemazioni idrauliche e opere di difesa inserite in un organico progetto esteso all’intera unità idrografica che utilizzino materiali e tecnologie della ingegneria naturalistica, che siano volti alla riqualificazione degli assetti ecologici e paesaggistici dei luoghi (b3); - realizzazione di opere infrastrutturali a rete interrate pubbliche e/o di interesse pubblico, a condizione che siano di dimostrata assoluta necessità e non siano localizzabili altrove (b4); - realizzazione di sistemi di affinamento delle acque reflue attraverso tecniche di lagunaggio e fitodepurazione anche ai fini del loro riciclo o del recapito nei corsi d’acqua episodici (b5); - realizzazione di strutture facilmente rimovibili di piccole dimensioni per attività connesse al tempo libero, realizzate in materiali ecocompatibili, che non compromettano i caratteri dei luoghi, non comportino la frammentazione dei corridoi di connessione ecologica e l’aumento di superficie impermeabile, prevedendo idonee opere di mitigazione degli impatti (b6);

PAI - ALLUVIONI

PAI - FRANE

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6.3 PRGC di Gravina in Puglia

L’intervento in progetto ricade in Zona Agricola e non interferisce con il PRGC vigente.

6.4 Piano di Gestione Sito di Importanza Comunitaria “Bosco Difesa Grande” IT9120008

Il Regolamento del Piano di Gestione contiene prescrizioni dirette a garantire, sull’intera area del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Bosco Difesa Grande” (IT9120008), il mantenimento e il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e seminaturali e delle specie di fauna e flora selvatica di interesse comunitario presenti nel territorio del SIC. Gli interventi previsti all’interno del presente progetto di fattibilità tecnica ed economica, risultano compatibili con le prescrizioni del regolamento ed in particolare: • Art. 14 - Interventi su immobili di interesse storico-culturale: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, consolidamento, risanamento e ristrutturazione di immobili rurali di interesse storico-culturale, quali masserie, pagliai, jazzi, ecc., presenti nel SIC dovranno rispettare le tipologie edilizie e le tecniche costruttive della tradizione storica locale (relativamente al recupero della ex Caserma Guardia Bosco Comunale); • Art. 16 - Reti e impianti tecnologici: realizzati sulle coperture degli edifici o fabbricati agricoli, civili, industriali o sulle aree pertinenziali ad essi adiacenti (a servizio della ex Caserma Guardia Bosco Comunale); • Art. 17 - Interventi e opere di carattere viario: realizzazione di strati superficiali di materiale inerte lapideo tipo “macadam” e di materiale preferibilmente derivato da attività di recupero, riciclo e/o in terra costipata (per la sistemazione delle piste tagliafuoco esistenti – strade ad uso forestale); • Art. 21 – Gestione forestale: l’impiego di mezzi meccanici gommati a lavorazione andante è ammesso esclusivamente per operazioni di esbosco (per la sistemazione delle piste forestali/viali parafuoco); nella realizzazione di piste forestali e/o viali parafuoco è da evitare la frammentazione delle superfici boscate e l’eccessiva riduzione del bosco (per le quali si prevede una semplice manutenzione, oltre all’inserimento della rete antincendio lungo il margine della pista). Dall’Analisi SWOT presente all’interno del Piano di Gestione (v. tab. 3.1), appare evidente come le

principali debolezze siano legate al Rischio Incendio (Cod. 180), con il rischio di impoverimento

dell’ambiente e del capitale naturalistico esistente e di innesco successioni secondarie a causa di

incendi.

Il passaggio del fuoco, oltre a distruggere le formazioni vegetali, determina anche un incremento dei processi di mineralizzazione e di erosione idrica incanalata. Questi processi tendono ad innescare fenomeni di degradazione del suolo. La conseguenza più visibile è rappresentata dalle formazioni arbustive giovanili e dai vasti cisteti che lentamente riescono a ricolonizzare i territori percorsi dal fuoco. In generale, la vegetazione mediterranea mostra un’elevata resilienza al fuoco, ricostituendo gli elementi preesistenti in tempi brevi. Tuttavia, incendi ripetuti possono impoverire e alterare il suolo fino a determinarne la degradazione irreversibile e il conseguente mantenimento della vegetazione negli stadi pionieri. Il passaggio del fuoco minaccia direttamente gli animali, soprattutto le specie con scarsa capacità di fuga (rettili terricoli, anfibi, piccoli mammiferi, invertebrati) e gli individui giovani (nidiacei non involati). La mortalità causata dagli incendi è tuttavia limitata, mentre più importante è l’effetto del fuoco sul successo riproduttivo della stagione in cui si verifica l’evento. In ambiente mediterraneo, infatti, gli incendi hanno luogo principalmente nel periodo estivo, che coincide con il periodo post-riproduttivo della gran parte delle specie selvatiche, e conseguentemente con la presenza di individui giovani e particolarmente vulnerabili. Inoltre, in questa stagione si ha, per alcune specie ornitiche, una percentuale non trascurabile di deposizioni tardive o seconde deposizioni. Oltre ad effetti diretti e immediati, gli incendi hanno conseguenze indirette sulla fauna selvatica, che si manifestano nel medio periodo. Si tratta di effetti notevoli e complessi, legati alla modificazione del microclima dellʹarea

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attraverso lʹazione del fumo, lʹalterazione della quantità di radiazione solare che raggiunge il suolo, lʹinnalzamento dellʹescursione termica per periodi anche prolungati, lʹaumento del vento, la modificazione del tasso medio di umidità.

Piano di Gestione - Tabella 2.1 - Analisi SWOT

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Piano di Gestione - Tabella 3.1 - Sintesi delle criticità specifiche per gli habitat di importanza comunitaria del SIC

“BoscoDifesa Grande” con relative magnitudo e livello di priorità

In base agli obiettivi ed alle strategie di gestione vengono individuati gli interventi da mettere in atto per una corretta gestione naturalistica del SIC “Bosco Difesa Grande”. Ogni intervento viene classificato secondo 5 tipologie:

• Intervento attivo (IA); • Regolamentazione (RE); • Incentivazione (IN); • Programma di monitoraggio e/o ricerca (MR); • Programma di educazione e di informazione (PD)

Tra gli interventi pe la sorveglianza e la manutenzione, vengono individuati le seguenti attività: • la corretta regolamentazione delle attività presenti nelle immediate vicinanze del SIC;

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• il controllo per evitare la raccolta o il danneggiamento delle specie vegetali di rilievo conservazionistico;

• un efficace controllo antincendio; • la manutenzione periodica delle infrastrutture leggere previste dal Piano di Gestione

(pannelli didattici e segnaletici, sentieristica); • le misure per garantire la tutela degli habitat e le migliori condizioni estetiche per la

fruizione (vigilanza contro l’abbandono di rifiuti). È in quest’ottica che sono stati previsti i seguenti interventi:

Piano di gestione - Stralcio Tabella 7.3 - Sintesi degli interventi specifici dal Piano di Gestione per il SIC “Bosco

DifesaGrande” (IT9120008)

Pertanto, gli interventi che si intende realizzare con il presente studio di fattibilità tecnica –

economica, non sono in contrasto con il Piano di Gestione del SIC, anzi, rappresentano l’attuazione

di alcuni interventi attivi che lo stesso piano prevedeva e caratterizzava come interventi di alta

priorità, e nel dettaglio:

• IA3 – Piano antincendio ed interventi per la lotta agli incendi

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• IA14 – Attivazione della struttura di gestione del SIC e del servizio di sorveglianza e

manutenzione

• IA15 – formazione dei tecnici locali

• IA17 – Restauro degli edifici rurali)

Figura 4 –Piano di gestione - Tavola 10, Interventi

7. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI Come detto nelle premesse, l’area boschiva “Difesa Grande” presenta un’estensione che già per la

sola parte di proprietà pubblica ammonta ad oltre 1800 Ha. L’osservazione diretta delle modalità di propagazione degli incendi succedutisi negli ultimi anni, ed

in particolare dell’ultimo dell’agosto 2017, ha evidenziato che il reticolo esistente di strade e piste con funzione tagliafuoco non è risultato sufficiente ad evitare la rapida propagazione del fuoco; ciò anche per effetto delle condizioni meteorologiche estreme (ma purtroppo sempre più frequenti alla luce dei cambiamenti climatici in corso) verificatesi, in concomitanza di un lungo periodo di siccità unitamente ad un forte vento maestrale costantemente spirato per diversi giorni.

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Lo stesso reticolo, inoltre, non ha una ramificazione tale da consentire l’agevole raggiungimento della maggior parte delle aree interne da parte dei mezzi di spegnimento di terra.

Tanto premesso, sorge l’esigenza di pervenire ad una vera e propria “compartimentazione” ai fini antincendio dell’area boschiva, mediante la suddivisione in “quadranti” a loro volta suddivisi in “settori” delimitati da strade principali (attualmente Provinciali) e piste interne tagliafuoco.

Lungo il perimetro di ciascun settore verrà eseguita una rete di “sentieri freddi”, alimentata con il flusso di acque affinate provenienti dall’impianto di depurazione, che realizzerà un sistema di fasce umide in grado di migliorare sensibilmente l’efficienza delle piste tagliafuoco, realizzando di fatto una compartimentazione in grado di scongiurare la propagazione dell’incendio da un settore all’altro.

Inoltre, lungo la rete idrica alimentata dalle acque reflue, verrà disposta una rete di idranti antincendio sottosuolo, protetti dalle manomissioni e dagli atti vandalici e con impatto visivo nullo, che consentirà sia l’attacco di manichette per l’irrorazione delle aree più interne che l’agevole ed immediato rifornimento dei mezzi fuoristrada con tanichette da 300 – 500 litri in dotazione sia al Comune di Gravina in Puglia che ai mezzi dell’ARIF e dei Vigili del Fuoco di tanto in fase di prevenzione che di spegnimento.

Tanto premesso, il presente Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica denominato “Progetto di

utilizzo dei reflui trattati affinati per le operazioni di antincendio boschivo e riuso ambientale nel Bosco

“Difesa Grande” in Gravina in Puglia” predisposto dal Comune di Gravina in Puglia prevede la realizzazione delle seguenti opere come evidenziate negli allegati grafici:

- adeguamento dell’impianto depurativo di Gravina in Puglia; - impianto di sollevamento delle acque affinate; - condotta principale di adduzione; - suddivisione dell’area boschiva in 4 quadranti principali, a loro volta suddivisi in settori, per la

compartimentazione del sito ai fini antincendio - condotte secondarie di distribuzione delle acque affinate alle reti di “sentieri freddi” ed al sistema

di idranti antincendio, una per ciascun distretto in cui è stato suddiviso il Bosco “Difesa Grande” - creazione di un Centro Operativo di Coordinamento delle azioni di prevenzione e spegnimento

incendi, che verrà realizzato sia mediante la ristrutturazione e rifunzionalizzazione del complesso Caserma Guardie Bosco Comunale che la implementazione di un sistema operativo per la prevenzione dei pericoli d’incendio

a. ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO DEPURATIVO (NON COMPRESO NEL QUADRO

ECONOMICO DELL’INTERVENTO)

Come detto in premessa, l’impianto di Gravina in Puglia, in corso di potenziamento, è dimensionato per un trattamento in conformità alla tabella 1 del D.Lgs 152/06, che prevede limiti allo scarico meno restrittivi di quelli stabiliti per il riutilizzo in agricoltura dal “REGOLAMENTO REGIONALE 18 aprile 2012, n. 8 - Norme e misure per il riutilizzo delle acque reflue depurate D.lgs. n.152/2006, art. 99,comma 2. Legge Regione Puglia n. 27 del 21/2008, art.1, comma 1, lettera b)”. Pertanto, si rende necessario un adeguamento dell’impianto con l’aggiunta di un comparto di affinamento, la cui realizzazione non è compresa nel quadro economico dell’intervento, essendo questo demandata al gestore del servizio idrico integrato.

b. SOLLEVAMENTO DELLE ACQUE AFFINATE

Per il sollevamento alle delle acque affinate vasche di accumulo è previsto un impianto attrezzato con n. 3 elettropompe sommergibili (2+1R) che sarà ubicato all’interno dell’impianto depurativo, in una area libera (v. fig 5) di circa 15,00 * 15,00 ml, posta all’estremità sud - est dell’impianto stesso, in prossimità dell’edificio servizi e del pozzetto di scarico post trattamento, da cui l’impianto di sollevamento si dovrà alimentare. Le prevalenza delle elettropompe è stata determinata con un dimensionamento preliminare delle condotte di adduzione sulla base dello schema di distribuzione delle portate riportato nell’allegato 3.

Le caratteristiche idrauliche del gruppo di sollevamento (2+1R) sono le seguenti: - Portata gruppo: 300 m3/h ≈ 85,0 l/s;

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- Prevalenza gruppo: 300,0 m; - Pompe gemellate – servizio assistito - Pressione d’esercizio ammissibile 40 bar Ciascuna elettropompa, del tipo a centrifuga a girante aperta bipalare su diffusore scanalato antintasamento, dovrà essere completa di piede d’accoppiamento automatico, catena per il sollevamento in acciaio zincato con paranco, piping, saracinesche di intercettazione, valvole di ritegno, strumentazione di controllo delle portate e delle pressioni.

Figura 5 – Impianto depurativo di Gravina - Ubicazione impianto di sollevamento acque reflue

Per l’alimentazione elettrica dell’impianto dovrà prevedersi un allacciamento ENEL da 250 KW, che potrà essere collocato, compatibilmente con gli spazi disponibili e previo assenso dell’AQP, all’interno dell’edificio cabina di trasformazione presente a lato dell’ingresso principale dell’impianto di depurazione; inoltre, ai fini del contenimento dei consumi energetici verrà realizzato un impianto fotovoltaico da 50 KW (vedi successivo punto c.). Considerato che l’impianto, per la sua natura di prevenzione ed estinzione di incendi, potrà essere attivato prevalentemente nei mesi estivi e nei periodi siccitosi (in particolare nel periodo AIB Anti Incendio Boschivi dal 15 giugno al 15 settembre), esso sarà dotato di un by-pass per lo scarico nell’attuale recapito costituito dal Torrente Gravina. La rilevante disponibilità di acqua depurata affinata, inoltre, si presta ad ulteriori utilizzi quali lavaggio delle strade ed innaffiamento del verde pubblico, con un rilevante risparmio di acqua potabile; a tal fine verrà predisposto un attacco per i mezzi comunali, posto direttamente sulla recinzione esterna dell’impianto di depurazione, in modo da evitare l’ingresso degli stessi mezzi in area AQP. Inoltre, in previsione di un possibile ed auspicabile utilizzo delle stesse acque per l’irrigazione dei terreni agricoli presenti nel territorio Comunale lungo la SP53 Gravina verso Matera, sarà prevista anche una condotta in uscita dall’impianto a servizio di una eventuale rete futura di irrigazione.

c. IMPIANTO FOTOVOLTAICO A SERVIZIO SOLLEVAMENTO

In considerazione dell’elevato assorbimento di potenza a servizio dell’impianto di sollevamento, si prevede la realizzazione sulle superfici piane di copertura dei locali tecnici presenti nel depuratore di un impianto fotovoltaico della potenzialità di 50 KW in rapporto alla superficie disponibile cumulativamente pari a circa 500 mq.

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L’impianto, destinato all’autoconsumo, sarà costituito da un generatore fotovoltaico e da un gruppo di conversione con collegamento al distributore di energia locale. Il generatore fotovoltaico dell'impianto è costituito da un insieme di moduli fotovoltaici, collegati in serie/parallelo per ottenere la tensione/corrente desiderata: la potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) del generatore fotovoltaico è la potenza determinata dalla somma delle singole potenze nominali di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico, misurate nelle condizioni standard di riferimento il generatore fotovoltaico, misurate nelle condizioni standard di riferimento. Il gruppo di conversione è l'apparecchiatura elettrica che converte la corrente continua (fornita dal generatore fotovoltaico) in corrente alternata per la connessione alla rete. L’impianto sarà così costituto: a) Moduli fotovoltaici al silicio monocristallino, comprensivi di diodi di by-pass inseriti, celle con trattamento TOPS TM per una più alta efficienza, aventi le seguenti caratteristiche: -potenza massima 250W, corrente massima 8,00A, tensione massima 30,00V, dimensioni h x 1 x p – 164x99,2x4cm. Progettati, fabbricati e verificati in conformità alla CEI EN 61215, dotati delle seguenti certificazioni: ISO 9001:2008, ISO 14001:2004 OHSAS 18001, TUV, IEC 61215, IEC 61730, marcatura CE, con garanzia 25 anni. Numero 200 moduli in serie stringa PV) per complessivi 333 mq. di superficie captante. b) Fornitura e posa in opera di Inverter per la connessione in parallelo alla rete elettrica dell'energia prodotta dai moduli fotovoltaici, rispondente alle prescrizioni CEI 0-21, avente le seguenti caratteristiche generali: -potenza nominale DC di ingresso: 3120W, massima tensione assoluta DC in ingresso: 600V, grado di protezione IP 65, tensione di uscita:230Vca, frequenza di uscita 50Hz/60Hz, corrente massima di ingresso:20A/10A, efficienza max 93%. c) Fornitura e posa in opera di carpenteria in alluminio per il montaggio sul tetto dei moduli d) Opere di completamento edili, meccaniche ed elettriche compresa la fornitura e l'installazione del 2° contatore.

d. CONDOTTE DI ADDUZIONE

Per le condotte di adduzione si è utilizzato lo schema distributivo riportato in allegato 3 con un tracciato che, partendo dall’impianto di sollevamento, attraverserà la SP 53 Gravina verso Matera, il Torrente Gravina, e correrà nella fascia di rispetto del canale di bonifica Pentecchia sino alla SP 158 che costituisce attualmente la principale strada di accesso al Bosco Difesa Grande. La condotta partirà (tronco 1) dal depuratore, posto a 265,00 m. s.l.m., proseguendo per circa 5 km lungo la citata SP 158 di penetrazione nell’area Bosco Difesa Grande, sino all’incrocio per la SP 193 “Damarosa” in corrispondenza dell’area Ex Campo Missili, posto a quota 460 m s.l.m. A partire dall’incrocio SP 158 – SP 193 si sono inoltre considerate 6 diramazioni secondarie, di modo che la rete risulta così schematicamente costituita:

• Tronco 1: da Depuratore – canale Pentecchia – SP 158 sino all’incrocio con la SP 193

• Tronco 2: si sviluppa in destra (direzione Ex Campo Missili) per 2,0 km sulla SP 193;

• Tronco 3: sul prolungamento della SP 158 verso il Vivaio San Nicola La Macchia per 1,5 km

• Tronco 4: sul lato sinistro dell’incrocio lungo la pista in terra battuta in direzione Caserma Guardie Bosco – Serra Orsale, per 5,5 km

• Tronco 5: lungo la pista in terra battuta che a partire dall’area Caserma Guardie Bosco in direzione Iazzo Finocchio per km. 4,6

• Tronco 7: lungo SP 193 “Damarosa” verso località “Rifezza” per km. 3,4

Per il tratto n° 1, in considerazione della portata da sollevare (85 l/s) e delle pressioni in gioco (già 20 bar per vincere il dislivello geodetico) si è optato per tubazioni in ghisa sferoidale per reti di distribuzione di acqua potabile ed altre reti idriche con le seguenti caratteristiche (rif. art. F.001.007.f listino prezzi Regione Puglia 2017):

• Classe di pressione: C40 secondo EN 545 ed ISO 2531.

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• Giunto: elastico automatico AJ (conforme alla norma UNI 9163) con guarnizione in elastomero EPDM (conforme al DM174) e concorde alla norma EN 681-1.

• Rivestimento interno: Poliuretano conforme a EN15655

• Rivestimento esterno: 400 g/m2 di lega di zinco-alluminio (Zn 85% + Al 15%) applicato per metallizzazione con finitura di vernice sintetica blu secondo EN 545 e conforme al contatto con acqua destinata ad uso potabile.

• Rivestimento zone di giunzione: il rivestimento dell’estremo liscio e dell’interno bicchiere sono in vernice epossidica blu secondo EN 14901.

• Scabrezza poliuretano: ε = 0,01 mm

• Lunghezza normalizzata: 5,5 m o 6 m. In particolare la bassissima scabrezza del rivestimento poliuretanico (ɛ = 0,01 mm) consente una sensibile riduzione delle perdite di carico rispetto alle tubazioni in ghisa tradizionali per acqua con rivestimento cementizio. Sui restanti tratti si opterà per tubazioni in PEAD polietilene ad alta densità PE 100 sigma 80 classe, con resistenza SCG > 8670 ore, classe di pressione PN 25 SDR 7,4, prodotte in stabilimento certificato a norma EN ISO 9001 e conformi alle norme EN 12201-1 e EN 12201-2, rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Decreto 6 Aprile 2004, n. 174, del Ministero della Salute (rif. Art. F.001.049 listino prezzi Regione Puglia). RIEPILOGO

Tronco n. 1 DN 300 Ghisa Sferoidale C40 L= 5.100,00 m Q = 85 l/s Tronco n. 2 DN 140 PEAD PN 25 L = 1.900,00 m Q = 10 l/s Tronco n. 3 DN 140 PEAD PN 25 L = 1.350,00 m Q = 10 l/s Tronco n. 4 DN 140 PEAD PN 25 L = 900,00 m Q = 35 l/s Tronco n. 5 DN 140 PEAD PN 25 L = 4.600,00 m Q = 10 l/s Tronco n. 6 DN 140 PEAD PN 25 L = 4.600,00 m Q = 10 l/s Tronco n. 7 DN 140 PEAD PN 25 L = 3.400,00 m Q = 10 l/s L = 21.850,00 m Tutta la nuova rete sarà dotata di organi di sezionamento e regolazione mediante valvole motorizzate poste nelle vicinanze dei punti di consegna di energia elettrica già presenti nell’area, per evitare di doverne attivare di ulteriori, ed in particolare in corrispondenza dell’incrocio tra la SP 158 e la SP 193, nodo della rete nel quale si verifica l’arrivo della condotta DN300 in ghisa di adduzione principale e la distribuzione verso i rami in PE DN140 a più bassa pressione di esercizio.

e. RETE DI “SENTIERI FREDDI”

Le modalità con le quali si sono sviluppati gli incendi succedutisi negli ultimi anni hanno evidenziato la insufficienza della rete di piste tagliafuoco esistenti nell’opporre una azione di compartimentazione delle varie parti del Bosco “Difesa Grande”, atta a contenere la propagazione delle fiamme. In particolare l’ultimo incendio dell’agosto 2017 ha confermato quanto sopra rilevato, anche a causa delle condizioni particolarmente sfavorevoli verificatesi in relazione al prolungarsi del periodo di siccità ed alla presenza di venti particolarmente tesi. Circostanze queste che peraltro ragionevolmente, considerati i cambiamenti climatici in corso, potranno replicarsi anche nelle prossime stagioni, generando così le condizioni per il ripetersi di incendi di dimensioni catastrofiche per durata ed estensione. E’ pertanto indispensabile prevenire il ripetersi di eventi del genere, ragion per cui nell’ambito del presente Progetto di Fattibilità Tecnica Economica si propone una serie di interventi consistenti ne:

• Regolarizzazione preliminare delle piste tagliafuoco esistenti, per uno sviluppo lineare di 24 km

• Creazione di un “reticolo” di ulteriori piste con la funzione di “compartimentazione” delle aree in

settori, per uno sviluppo lineare di 6 km

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Figura 6 – Tipologia dei sentieri esistenti

A tal fine si è suddivisa l’intera area del Bosco “Difesa Grande” in 4 quadranti a loro volta suddivisi in settori

In aggiunta a questi interventi si propone altresì la creazione, ai margini delle piste di cui sopra, di una vera e propria rete di “sentieri freddi” con duplice funzione sia di irrigazione che di prevenzione ai fini

antincendio. L’impianto proposto è del tipo con irrigazione a pioggia, composto da una condotta secondaria in polietilene PE80 pressione esercizio PN16, derivata dalla condotta primaria, di diametro adeguato alla dimensione dell’impianto stesso, con irrigatori a scomparsa dinamici o statici.

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Gli irrigatori del tipo pop-up saranno in gruppi di non oltre 12 – 14, con raggio di irrigazione pari a circa 10 ml; il sistema sarà gestito da sistema PLC (programmatore elettronico) che detterà sequenza e durata di attivazione mediante elettrovalvole a 24 V in ragione di una per ciascun singolo gruppo di irrigatori, in modo da garantire la rotazione ed ottimizzazione dell’azione “irrigua”. L’alimentazione elettrica di ciascun gruppo di irrigatori verrà derivata da punti di consegna già presenti nell’area (area ex stazione Ippica, incrocio SP 158 – SP193, area visite – vivaio San Nicola La Macchia); nei punti eccessivamente distanti, si potrà supplire con piccoli pannelli fotovoltaici. Il sistema, ampiamente collaudato, complessivamente richiede minimi oneri di manutenzione e bassi costi di gestione, che consisteranno sostanzialmente in un controllo della funzionalità all’inizio di ogni “stagione” ed al ripristino delle eventuali disfunzioni rilevate.

f. RETE IDRANTI ANTINCENDIO

La rete idrica di nuova realizzazione consentirà la creazione di un diffuso sistema di prevenzione e spegnimento incendi, grazie alla posa in opera di idranti del tipo UNI70 sottosuolo, in ragione di uno per km di condotta idrica. La presenza di detti idranti consentirà ai mezzi di terra (fuoristrada con taniche da 300 – 500 l) di disporre in loco di un approvvigionamento idrico agevole e rapidissimo, sia per la effettuazione in fase preventiva di un ciclo di irrigazione programmata delle aree più interne non direttamente ricadenti nella rete di “sentieri freddi” di cui al punto precedente, che durante la fase di emergenza / spegnimento incendi.

g. CENTRO OPERATIVO DI COORDINAMENTO DELLE AZIONI DI PREVENZIONE E

SPEGNIMENTO INCENDI

Ristrutturazione e rifunzionalizzazione “Caserma Guardie Bosco Comunale”

Per la gestione ed il coordinamento delle attività di prevenzione e spegnimento incendi si prevede la ristrutturazione e rifunzionalizzazione della “Caserma Guardie Bosco Comunale”, complesso di proprietà Comunale, ubicato in località Serra Orsale (vedi foto).

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Si tratta di un edificio a due livelli fuori terra con dimensioni in pianta 14,50 * 18,20 in muratura portante, attualmente accatastato Fg. 151 p.lla 9 sub. 1; è presente una superficie pertinenziale recintata di ml 52,00 * 75,00, attualmente destinata a verde ed a servizio dei mezzi Comunali. L’edificio, pur risultando la struttura portante in buono stato, necessita di una complessiva ristrutturazione che dovrà interessare opere murarie, impianti e finiture. In considerazione della sua posizione all’interno del complesso boschivo, con quota 457 m. s.l.m. e buona visuale su una buona parte del Bosco, al suo interno è collocata altresì la torretta di avvistamento con rampa di salita a struttura metallica in buono stato, mentre le parti con struttura in c.a. risultano bisognose di un radicale intervento di ricostruzione. Tanto premesso, si intende procedere alla ristrutturazione e rifunzionalizzazione del complesso Caserma

Guardie Bosco Comunale per destinarlo a Centro Operativo di Gestione e Coordinamento, all’interno del quale dovranno trovare collocazione tutte le strumentazioni ed attività finalizzate alla gestione e controllo del sistema di antincendio realizzato con la presente proposta progettuale, sia ai fini della prevenzione che dello spegnimento degli incendi (v. paragrafo seguente). Pertanto si prevede la completa ristrutturazione del complesso, che in sintesi dovrà essere articolata nelle seguenti attività:

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• Demolizione e rimozione delle parti ammalorate (intonaci, parti murarie pericolanti, vecchie coperture lignee in precarie condizioni, ecc.)

• Ricostruzione delle coperture a falda, rifacimento dei sistemi di impermeabilizzazione delle coperture e pavimentazioni

• Redistribuzione degli ambienti interni finalizzata alle nuove funzionalità da prevedersi (sala operativa, foresteria per il personale Comunale, ARIF, Vigili del Fuoco, deposito, ecc.)

• Rifacimento degli impianti a fluido, elettrici e speciali; in particolare il complesso sarà dotato di un sistema di videosorveglianza, in connessione con il locale Comando VV.UU., per la prevenzione da atti vandalici, oltre che di Sala di Controllo del sistema operativo descritto al successivo paragrafo

• Lavori di finitura (serramenti interni ed esterni, intonaci, pitturazioni, ecc.)

• Realizzazione di cavidotto per l’alimentazione elettrica del Complesso, a partire dal punto di consegna ENEL posto all’incrocio tra SP 158 ed SP 913, con uno sviluppo lineare di circa 900 ml

• Demolizione e ricostruzione della torretta di avvistamento in precarie condizioni di conservazione

Implementazione di un sistema operativo per la prevenzione dei pericoli d’incendio

All’interno del Centro Operativo di Coordinamento delle azioni di prevenzione e spegnimento degli incendi troverà collocazione un sistema operativo di prevenzione dei pericoli di incendio mediante azioni di più

efficace perlustramento e monitoraggio ambientale.

In tale quadro sarà valutata anche l’adesione a progetti internazionali attualmente in fase di sviluppo, che a partire dalle fasi su indicate procedono alla costruzione di modelli climatici, alla previsione dei pericoli d’incendio e alla condivisione automatica ai dati storici collegati. Le componenti che costituiscono il sistema operativo includono:

• L’installazione e messa in opera di attrezzature hardware per il monitoraggio ambientale automatico e il perlustramento forestale (termocamere in postazione fissa e/o su drone); in particolare è prevista anche la installazione di un sistema di videosorveglianza con collegamento al Nucleo Operativo della Polizia Municipale, per la prevenzione e repressione degli atti vandalici.

• L’installazione e messa in opera di una sala di controllo per il coordinamento operativo della prevenzione e della lotta agli incendi boschivi

Per la gestione del sistema operativo implementato dovrà prevedersi una adeguata formazione professionale di personale tecnico da reperirsi nell’ambito di quello già destinato dall’Amministrazione alle funzioni di sorveglianza dell’area boschiva.

8. CRONOPROGRAMMA Il cronoprogramma dell’intervento, a partire dalla data di eventuale ammissione a finanziamento sino alla funzionalità, prevede una durata complessiva di 36 mesi, così distinta: FASE DI PROGETTAZIONE

• Gara per affidamento servizi di ingegneria 4 mesi

• Aggiudicazione definitiva e firma del contratto - servizi di ingegneria 2 mesi

• Progettazione definitiva ed approvazione progetto definitivo 2 mesi

• Ottenimento autorizzazioni 3 mesi

• Progettazione esecutiva ed approvazione progetto esecutivo 1 mesi Totale fase di progettazione 12 mesi FASE DI ESECUZIONE E COLLAUDAZIONE

• Gara per affidamento lavori 3 mesi

• Aggiudicazione definitiva e firma del contratto - lavori 3 mesi

• Esecuzione lavori 12 mesi

• Collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera 6 mesi Totale fase di esecuzione e collaudazione 24 mesi

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TOTALE CRONOPROGRAMMA 36 mesi

9. STIMA DEI COSTI DI GESTIONE DELL’OPERA L’opera proposta richiede costi di gestione estremamente contenuti ed in buona parte già sostenuti dall’Amministrazione Comunale, come di seguito argomentato. Il maggiore costo aggiuntivo è costituito dal consumo dell’energia elettrica, che peraltro verrà bilanciato grazie all’energia prodotta in autoconsumo dall’impianto fotovoltaico.

a. COSTO DELL'ENERGIA ELETTRICA

La potenza assorbita dal gruppo di pompaggio è data dalla formula:

Pm [kW] = Q [l/s] x H [m]

ƞ x 102 dove:

• Pm [kW] = potenza meccanica;

• H [m] è la prevalenza, pari a 300,00 m per l’impianto di spinta alla rete idrica;

• ƞ è il rendimento del sistema di pompaggio assunto cautelativamente pari a 0.70;

• Q [l/s] è la portata del gruppo. Per l’alimentazione dell’impianto ai fini antincendio è da prevedersi un utilizzo per 4 mesi (giugno / settembre) per 4 ore / giorno = 480 h, pertanto il volume idrico da sollevare sarà dunque pari a V = 480 h * 300 mc/h = 144.000,00 mc Il consumo annuo di energia elettrica sarà pertanto pari a: N x Pm = V [mc] x H [m] = 144.000,00 mc * 300,00 ml = 168.000,00 KWh

ƞ x 102 x 3,6 0,70 * 102 * 3,6 Grazie alla installazione dell’impianto fotovoltaico, tenuto conto della radiazione solare nella Provincia di Bari che in media genera una produzione annua di circa 1500 kWh per kilowatt picco (kWh/1kWp), e prevedendo una produzione dell’impianto di 50 kWp, è presumibile che in un anno si riescano a produrre circa 75.000 kWh. Considerando la produzione effettiva dei mesi di attività dell’impianto, Giugno Settembre, è possibile estrarre 30.000 kWh.

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Ed: Average daily electricity production from the given system (kWh) Em: Average monthly electricity production from the given system (kWh) Hd: Average daily sum of global irradiation per square meter received by the modules of the given

system kWh/m2) Hm: Average sum of global irradiation per square meter received by the modules of the given system

(kWh/m2) Il costo unitario dell’energia elettrica comprensivo delle spese fisse di allaccio alla rete elettrica è complessivamente valutabile in 0,17 €/kWh, di conseguenza la spesa complessiva annuale ammonta a: (168.000,00-30.000) kWh x 0,17 €/kWh = 23.460,00 € nei quattro mesi di funzionamento

b. COSTI DEL PERSONALE, MANUTENZIONI, SPESE GENERALI

Si può affermare che la realizzazione degli interventi in oggetto non comporterà aggravio di costi per la pubblica Amministrazione, ma una complessiva razionalizzazione ed ottimale utilizzo di quelli già sostenuti ordinariamente per i servizi di sorveglianza e manutenzione dell’area boschiva. Infatti la gestione del sistema antincendio implementato con il presente intervento richiede esclusivamente per il periodo giugno / settembre l’utilizzo di n° 2 figure tecniche opportunamente formate allo scopo, che potranno essere direttamente selezionate nell’organico già in forze al Comune. Parimenti le manutenzioni ordinarie potranno essere condotte con l’utilizzo di personale qualificato già in forza al Comune ed utilizzato per le ordinarie attività di sorveglianza e manutenzione.

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Per la manutenzione straordinaria di tutte le componenti impiantistiche ed edili può prevedersi un costo annuo stimabile nel 2 per mille del valore delle apparecchiature installate, con un costo annuo pari a 5.000,00 €. Le spese generali, che comprendono i costi di locazione e mantenimento degli uffici del personale, di acquisto e mantenimento dei piccoli mezzi ed attrezzature necessarie agli addetti alla rete ed altre piccole spese straordinarie possono essere forfetizzate in un 15% dei costi di gestione complessivi per un totale di circa 5.000 €/anno.

10. QUADRO ECONOMICO Il quadro economico prevede: A)- somme per lavori e forniture; B)- somme a disposizione dell’Amministrazione in cui sono state considerate:

- le spese tecniche per la progettazione esecutiva, la direzione lavori, misura e contabilità, assistenza giornaliera, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione;

- gli oneri per il collaudo tecnico amministrativo e collaudo statico; - incentivo per funzioni tecniche ex art.113, comma 2, D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50; - le spese per le indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche; - le indennità espropriative e gli oneri per l’espletamento di tutte le procedure espropriative a

partire dalle note avvio del procedimento sino alla voltura catastale con registrazione dei decreti presso l’Agenzia delle Entrate e trascrizione dei decreti presso la Conservatoria dei RR.II;

- gli oneri per gli allacciamenti dei nuovi impianti alla rete ENEL; - l’accantonamento per imprevisti calcolati nella percentuale del 7% circa; - Oneri previdenziali cassa II.AA - IVA al 10% su totale lavori e forniture; - IVA al 22% sulle spese tecniche

A)- Lavori e forniture Impianto sollevamento = 320.000,00 € Impianto fotovoltaico 50 KWp = 90.000,00 € Tronco DN 300 Ghisa Sferoidale C40 L= 5.100,00 ml * 180,00 €/ml = 918.000,00 € Tronchi DN 140 PEAD PN 25 L = 16.750,00 ml * 40,00 €/ml = 670.000,00 € Rete di “sentieri freddi” DN 32 PEAD PN16 L = 32.000,00 ml * 40,00 €/ml = 1.280.000,00 € Idranti antincendio = 40.000,00 € Ristrutturazione Caserma Bosco - fabbricato S = 530,00 mq * 600,00 €/mq = 318.000,00 € Ristrutturazione C. Bosco – pertinenze S = 3.600,00 mq * 20,00 €/mq = 72.000,00 € Sistema operativo per prevenzione incendi = 250.000,00 € IMPORTO LAVORI E FORNITURE SOGGETTO A RIBASSO D’ASTA = 3.958.000,00 € Oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza = 118.000,00 € IMPORTO TOTALE APPALTO in c.t. 4.076.000,00 €

B)- Somme a disposizione dell’Amministrazione B1 Spese tecniche = 295.000,00 € B2 Verifica della progettazione = 38.500,00 € B3 Collaudo tecnico amministrativo = 12.500,00 € B4 Incentivo per funzioni tecniche ex art.113, comma 2, D.Lgs. 50/2016 = 35.000,00 € B5 Indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche = 15.000,00 € B6 Indennità di occupazione ed esproprio = 10.000,00 € B7 Oneri per allacciamenti ENEL n 2 * 20.000,00 = 42.000,00 € B8 Imprevisti = 285.000,00 € B9 Spese per gara e pubblicità = 8.000,00 € B10 IVA 10% x A = 407.600,00 € B11 IVA 22% x (B1+B2+B3+B5+B7+B9) = 90.420,00 € Totale somme a disposizione dell'Amm.ne 1.239.020,00 €

IMPORTO TOTALE DEL PROGETTO 5.315.020,00 €

Ed in c.t. 5.315.000,00 €

Page 23: 1. PREMESSA Nell’ambito del POR Puglia 2014-2020, Azione 6 ... · - L. R. Puglia n. 11/2001 e n.17 del 14/06/2007 e s. m. e i (norme sull’impatto ambientale) - Norme Tecniche

Progetto di fattibilità tecnico - economica | Riutilizzo acque reflue a scopi antincendio nel SIC Difesa Grande

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Sommario 1. PREMESSA .............................................................................................................................................. 1

2. L’IMPIANTO DEPURATIVO DI GRAVINA IN PUGLIA ............................................................................... 1

3. LE MOTIVAZIONI DELL’INTERVENTO ..................................................................................................... 2

4. IL BOSCO “DIFESA GRANDE” .................................................................................................................. 2

5. NORME DI TUTELA AMBIENTALE APPLICATE ALL’INTERVENTO ............................................................ 3

5.1 Normative comunitarie ....................................................................................................................... 3

5.2 Normative nazionali ............................................................................................................................. 3

5.3 Normative regionali ............................................................................................................................. 3

5.4 Normative comunali ............................................................................................................................ 4

6. VINCOLI AMBIENTALI............................................................................................................................. 4

6.1 Siti di interesse comunitario: SIC, ZPS e siti Rete Natura 2000 ........................................................... 4

6.2 PPTR ..................................................................................................................................................... 5

6.3 PRGC di Gravina in Puglia .................................................................................................................... 7

6.4 Piano di Gestione Sito di Importanza Comunitaria “Bosco Difesa Grande” IT9120008 ...................... 7

7. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI ......................................................................................................... 11

a. ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO DEPURATIVO (NON COMPRESO NEL QUADRO ECONOMICO

DELL’INTERVENTO) .................................................................................................................................. 12

b. SOLLEVAMENTO DELLE ACQUE AFFINATE ...................................................................................... 12

c. IMPIANTO FOTOVOLTAICO A SERVIZIO SOLLEVAMENTO ............................................................... 13

d. CONDOTTE DI ADDUZIONE .............................................................................................................. 14

e. RETE DI “SENTIERI FREDDI” ............................................................................................................. 15

f. RETE IDRANTI ANTINCENDIO ........................................................................................................... 17

g. CENTRO OPERATIVO DI COORDINAMENTO DELLE AZIONI DI PREVENZIONE E SPEGNIMENTO

INCENDI ................................................................................................................................................... 17

8. CRONOPROGRAMMA .......................................................................................................................... 19

9. STIMA DEI COSTI DI GESTIONE DELL’OPERA ....................................................................................... 20

a. COSTO DELL'ENERGIA ELETTRICA .................................................................................................... 20

b. COSTI DEL PERSONALE, MANUTENZIONI, SPESE GENERALI ............................................................ 21

10. QUADRO ECONOMICO .................................................................................................................... 22

A)- Lavori e forniture ............................................................................................................................... 22

B)- Somme a disposizione dell’Amministrazione .................................................................................... 22

Elenco allegati

Allegato 1 Inquadramento

Allegato 2 Schema quadranti e settori

Allegato 3 Rete antincendio – Sentieri freddi