1 lezione 6 monopolio ultimo aggiornamento 6 aprile 2011

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1 Lezione 6 Monopolio ultimo aggiornamento 6 aprile 2011

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Lezione 6MonopolioLezione 6Monopolio

ultimo aggiornamento 6 aprile 2011

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SommarioSommario

Indice della lezione

monopolio

perdita di benessere sociale

discriminazione di prezzo

monopolio naturale

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Le caratteristiche del monopolio Il monopolio è una struttura di mercato

caratterizzata da unico venditore esistenza di barriere insormontabili all’entrata frammentazione della domanda prodotto omogeneo e poco sostituibile

Anche questa è una struttura di mercato non molto diffusa come nel caso della concorrenza perfetta serve

come punto di riferimento

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Le caratteristiche del monopolio Il produttore è unico, la sua domanda è quindi

quella dell’intero mercato il monopolista è libero di scegliere il prezzo di

vendita, ma una volta scelto il prezzo la curva di domanda di mercato individua la quantità vendibile

le scelte di quanto produrre e a quale prezzo sono collegate, la funzione di domanda individua il prezzo una volta decisa la quantità prodotta

Poiché il prezzo dipende dalla quantità prodotta, il ricavo totale, P Q, non ha più un andamento lineare come nel caso della concorrenza perfetta

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Il ricavo totale Abbiamo già visto che, al variare della quantità

prodotta, il ricavo totale prima cresce e poi si riduce

E’ l’elasticità della domanda che determina la relazione tra ricavo e quantità prodotta nel tratto elastico della curva di domanda una

riduzione del prezzo provoca un incremento della quantità domandata più che proporzionale e quindi il ricavo aumenta

nel tratto inelastico della curva di domanda una riduzione del prezzo provoca un incremento della quantità domandata meno che proporzionale e quindi il ricavo si riduce

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Il ricavo totale

< - 1

0 < < - 1

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Il ricavo marginale Il ricavo marginale è l’inclinazione della curva di

ricavo totale il ricavo marginale è quindi inizialmente positivo si annulla in corrispondenza dell’elasticità unitaria diventa negativo quando l’elasticità è inferiore a uno

in valore assoluto per la prima unità prodotta il ricavo marginale è pari

al prezzo di vendita della prima unità per le unità successive alla prima il ricavo marginale

è sempre inferiore al prezzo

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Il ricavo marginale Se il monopolista vende unità aggiuntive, il

ricavo totale riceve una variazione

TR = P1·Q1 – P0·Q0 = P1·Q + Q0·P positiva per le vendite aggiuntive, P1·Q

negativa, perché per vendere le unità addizionali il prezzo delle unità già vendute deve essere ridotto Q0·P

Quindi il ricavo marginale

TR / Q = P1+ Q0·(P / Q ) è sempre inferiore a P tranne quando Q è nullo

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Il ricavo marginale

TR = P1·Q + Q0·P = B- A

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Il ricavo marginale

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Il ricavo marginale

domanda lineare: P = a – b Q

ricavo marginale: RM = a – 2bQ

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Il ricavo marginale Il monopolista non ridurrà mai il prezzo oltre il

punto in cui il ricavo marginale diventa negativo il monopolista opera unicamente nel tratto elastico

della curva di domanda

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La massimizzazione del profitto Anche per il monopolista il problema della

massimizzazione del profitto si risolve, in termini grafici, individuando il punto nel quale risulta massima la distanza tra due curve del ricavo totale e del costo totale in tale punto le pendenze delle rette tangenti alle due

curve sono identiche

Condizione di ottimo per il monopolista

costo marginale = ricavo marginale la condizione di ottimo in concorrenza perfetta è un

caso particolare della precedente in concorrenza ricavo marginale = prezzo

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La massimizzazione del profitto

Q1 Q2Q

TR

TC

TR1

TC1

1= TR1 – TC1 = P1 Q1 – AC1 Q1 = (P1 – AC1) Q1

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La massimizzazione del profitto Come in concorrenza perfetta, l’uguaglianza tra

costo marginale e ricavo marginale non garantisce la massimizzazione del profitto è una condizione necessaria ma non sufficiente nel punto in cui MC = MR potrebbe essere

minimizzata la perdita e non massimizzato il profitto

Il monopolista deve anche verificare che nel breve periodo il prezzo sia superiore al costo

medio variabile P > SAVC nel lungo periodo il prezzo sia superiore al costo

medio totale P > LAC in caso contrario la produzione viene cessata

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La massimizzazione del profitto Il monopolista può godere di profitti economici

positivi, cioè di extraprofitti, anche nel lungo periodo non esiste alcun meccanismo che garantisce

l’annullamento dei profitti come in concorrenza perfetta

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L’inesistenza della curva di offerta In monopolio non esiste una curva di offerta

come in concorrenza perfetta non è possibile trovare una relazione tra prezzo e

quantità offerta la quantità offerta dipende dalla curva di domanda e

dalla sua elasticità un aumento della quantità domandata provoca un

aumento della produzione ma non necessariamente del prezzo

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L’inesistenza della curva di offerta

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Il potere monopolistico In monopolio il prezzo è sempre superiore al

costo marginale, e di regola anche al costo medio lo scostamento tra costo marginale e prezzo è un

indicatore di potere monopolistico

IPM = ( P – MC) / P

Si può dimostrare che tanto meno elastica è la domanda nel punto di equilibrio, tanto maggiore è il potere monopolistico

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Il confronto tra concorrenza e monopolio Si supponga che un settore in concorrenza

perfetta venga monopolizzato il monopolista acquista e controlla tutte le imprese

prima in concorrenza tra loro, continuando a produrre lo stesso bene in tanti impianti diversi

supponiamo non si verifichino incrementi dei costi di produzione all’aumentare della quantità prodotta

la curva di offerta di lungo periodo è quindi orizzontale in corrispondenza del costo medio minimo di lungo periodo

In concorrenza, nel lungo periodo il prezzo è pari al costo medio minimo

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Il confronto tra concorrenza e monopolio Nel punto di equilibrio concorrenziale di lungo

periodo passa anche la curva di offerta di breve periodo ottenuta sommando orizzontalmente le curva di

costo marginale delle imprese presenti nel mercato nel lungo periodo

L’ingresso del monopolista produce una riduzione della quantità prodotta e un aumento del prezzo nel lungo periodo la quantità prodotta è ulteriormente

ridotta e il prezzo sale ancora

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Il confronto tra concorrenza e monopolio

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La perdita di benessere sociale in monopolio In un mercato in concorrenza perfetta

si realizzano tutti gli scambi vantaggiosi il valore dell’ultima unità prodotta è esattamente pari

al suo costo marginale e anche al suo costo opportunità sociale

per tutte le unità prodotte precedenti il beneficio per i consumatori è maggiore del costo per i produttori

non è possibile aumentare il benessere di qualcuno senza danneggiare qualche altro producendo di più o di meno

In un mercato monopolistico non viene raggiunta la condizione di efficienza paretiana

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La perdita di benessere sociale in monopolio in equilibrio il valore per il consumatore dell’ultima

unità prodotta è maggiore del suo costo si creerebbe un benessere aggiuntivo se si

producesse di più

La perdita di benessere può essere misurata tramite i surplus del consumatore e del produttore ci limitiamo al surplus del consumatore prendendo

una curva dei costi marginali orizzontale e coincidente con il costo medio

il monopolio riduce il surplus del consumatore, perché aumenta il prezzo e contrae la produzione

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La perdita di benessere sociale in monopolio

surplus del consumatore in concorrenza

surplus del consumatore in monopolio

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La perdita di benessere sociale in monopolio Il minor surplus del consumatore in monopolio è

suddiviso in due parti il profitto del monopolista la perdita secca di surplus

Il profitto del monopolista non può essere considerato una perdita di benessere sociale si tratta di un trasferimento di benessere dai

consumatori al monopolista

La perdita netta di benessere è rappresentata dal triangolo ABC misura il costo sociale del monopolio

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La perdita di benessere sociale in monopolio Se il monopolista producesse una quantità

maggiore di QM ad un prezzo inferiore a PM, aumenterebbe il benessere sociale, ma trasformerebbe anche il suo profitto in surplus dei consumatori l’efficienza del mercato monopolistico è impedita dal

conflitto distributivo

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La discriminazione di prezzo Finora si è ipotizzato che il monopolista venda

tutta la produzione ad un unico prezzo, ovvero che non avvenga la discriminazione di prezzo la discriminazione di prezzo è possibile quando il

monopolista riesce a identificare acquirenti disposti a pagare prezzi diversi

inoltre, il monopolista deve essere in grado di impedire lo scambio dei suoi prodotti tra gli acquirenti, ovvero operazioni di arbitraggio

Se la discriminazione di prezzo è possibile, i prezzi sono aumentati per i consumatori con elasticità minore e diminuiti per gli altri

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La discriminazione di prezzo

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La discriminazione di prezzo In presenza di perfetta discriminazione di

prezzo il monopolista riesce a far pagare ad ogni consumatore l’ammontare massimo che questo è disposto a esborsare la curva di domanda di mercato diventa anche la

curva di ricavo marginale del monopolista massimo profitto quando domanda uguale MC il monopolista si appropria completamente del

surplus del consumatore

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La discriminazione di prezzo

equilibrio nel monopolio senza discriminazione

equilibrio nel monopolio con perfetta discriminazione

surplus del consumatore trasformato in profitto

aumento netto di benessere sociale sotto forma di ulteriore profitto del monopolista

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La discriminazione di prezzo La differenziazione del prezzo crea due effetti

il surplus del consumatore viene trasformato in profitto del monopolista

il monopolista offre il bene a consumatori che sarebbero altrimenti esclusi, riduce l’inefficienza

allo stesso tempo incrementa il suo profitto su tutte le unità addizionali di prodotto offerte sul mercato

La differenziazione perfetta elimina l’inefficienza ma aggrava il conflitto distributivo tra consumatori e monopolista

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La discriminazione di prezzo La differenziazione perfetta del prezzo è una

ipotesi estrema, utile concettualmente ma irrilevante concretamente presuppone la conoscenza della curva di domanda

di ogni singolo consumatore

Molto diffusi schemi tariffari a scaglioni il prezzo unitario del bene si riduce all’aumentare

della quantità venduta essendo il numero di scaglioni finito, il monopolista

riesce a estrarre solo parte del surplus

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La discriminazione di prezzo

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La discriminazione di prezzo Altre forme di discriminazione di prezzo si

basano sull’autoidentificazione dei consumatori vengono offerti sconti condizionati le condizioni sono congegnate in modo da renderle

più attraenti a chi è più sensibile al prezzo, ovvero a chi ha una maggiore elasticità al prezzo

se il meccanismo è ben congegnato fa entrare nel mercato chi ne sarebbe rimasto escluso, e al contempo estrae surplus da coloro che hanno minore elasticità al prezzo

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Non desiderabilità della competizione La concorrenza perfetta determina un beneficio

sociale perché è efficiente in senso di Pareto Tuttavia, in alcune situazioni la condizione di

monopolio è socialmente desiderabile monopolio che garantisce il prezzo unico di fornitura

di un servizio in presenza di costi differenziati di produzione

monopolio naturale

Un esempio del primo caso è il monopolio postale il monopolista fronteggia costi differenziati di fornitura

del servizio

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Scrematura di mercato la fornitura del servizio in aree urbane ha costi ridotti

rispetto alla fornitura in aree rurali il monopolista, compensando i due costi, riesce ad

offrire il servizio allo stesso prezzo implicitamente viene effettuato un trasferimento di

risorse a favore delle zone rurali

Un potenziale concorrente nei servizi postali concentrerebbe la fornitura del suo servizio solo nelle zone urbane, a minore costo il concorrente screma la clientela più profittevole la fornitura del servizio a prezzo uniforme viene

messa a rischio

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Monopolio naturale Il monopolio naturale è tipico di un settore

caratterizzato da elevate economie di scala la scala minima efficiente è molto ampia rispetto alla

domanda di mercato

Lo smembramento dell’impresa e il frazionamento dell’offerta provocherebbe un incremento dei costi di produzione le imprese in competizione opererebbero ad una

scala inferiore alla scala minima efficiente il prezzo di vendita aumenterebbe e il benessere

sociale si ridurrebbe

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Monopolio naturale In caso di monopolio naturale le uniche

alternative praticabili sono la nazionalizzazione la regolamentazione

La perdita di benessere sociale in caso di monopolio corrisponde all’area EAE d’altra parte l’autorità politica non può imporre al

monopolista di produrre la quantità di massimo benessere sociale, in cui P = MC

infatti, in corrispondenza di Q’ il monopolista subirebbe una perdita

il costo medio sarebbe maggiore del prezzo

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Monopolio naturale

perdita di benessere sociale massima

perdita coperta da sussidio governativo

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Monopolio naturale Una prima soluzione consiste nella

nazionalizzazione del settore, cioè nella gestione diretta dell’impresa da parte del governo il prezzo viene fissato al costo marginale e la perdita

corrispondente viene coperta con un sussidio governativo

Il settore può rimanere privato, ma in questo caso viene introdotta una autorità di regolamentazione che fissa il prezzo

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Monopolio naturale Esistono varie regole di fissazione del prezzo

si fissa il prezzo pari al costo medio, in modo che il profitto economico del monopolista sia nullo

si fissa una tariffa a scaglioni, con una quota fissa che copre i costi fissi medi e una quota variabile pari al costo marginale

In ogni caso, la presenza di monopoli naturali pone problemi non facilmente risolvibili imperfetta informazione dell’autorità che regolamenta cattura dell’autorità di regolamentazione scarsa credibilità degli impegni dell’autorità minore efficienza nelle imprese nazionalizzate