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IL QUOTIDIANO IN CLASSE https://www.osservatorionline.it/page/242718/superare-il- cyberbullismo#content https://www.osservatorionline.it/page/244094/schede-didattiche#content link per scaricare e stampare le schede All'interno della scheda che potete scaricare e stampare cliccando sul link sono argomentati cinque diversi stimoli che possono aiutare il docente nel corso della sua lezione: scheda 1 - Che uso facciamo della rete? scheda 2 - Benefici e rischi dei diversi usi della rete scheda 3 - Comunicazione e comunicazione on-line scheda 4 - Cyberbullismo e approfondimento sulle tipologie di cyberbullismo scheda 5 - Costruiamo uno spot anti - cyberbullismo e Spot per l'uso sicuro della rete A seguito quelle relative ai fenomeni bullismo/cyberbullismo 2017-2018 All'interno della scheda che potete scaricare e stampare cliccando sul link sono argomentati cinque diversi stimoli che possono aiutare il docente nel corso della sua lezione: scheda 1 - Il Web scheda 2 - Buon uso e cattivo uso di Internet scheda 3 - Definizione e conoscenza del bullismo e del cyberbullismo scheda 4 - Chi è la vittima? scheda 5 - Cosa posso fare? SCHEDA 1 IL WEB

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IL QUOTIDIANO IN CLASSE

https://www.osservatorionline.it/page/242718/superare-il-cyberbullismo#content

https://www.osservatorionline.it/page/244094/schede-didattiche#content link per scaricare e stampare le schede

All'interno della scheda che potete scaricare e stampare cliccando sul link sono argomentati cinque diversi stimoli che possono aiutare il docente nel corso della sua lezione: scheda 1 - Che uso facciamo della rete?scheda 2 - Benefici e rischi dei diversi usi della retescheda 3 - Comunicazione e comunicazione on-linescheda 4 - Cyberbullismo e approfondimento sulle tipologie di cyberbullismoscheda 5 - Costruiamo uno spot anti - cyberbullismo e Spot per l'uso sicuro della rete

A seguito quelle relative ai fenomeni bullismo/cyberbullismo

2017-2018

All'interno della scheda che potete scaricare e stampare cliccando sul link sono argomentati cinque diversi stimoli che possono aiutare il docente nel corso della sua lezione: scheda 1 - Il Webscheda 2 - Buon uso e cattivo uso di Internetscheda 3 - Definizione e conoscenza del bullismo e del cyberbullismoscheda 4 - Chi è la vittima?scheda 5 - Cosa posso fare?

SCHEDA 1IL WEB

STIMOLI1- Andranno preparate delle carte con dei termini come: internet, web 2.0, social network, chat, blog,

snapchat, like, taggare etc., dove saranno anche specificate le parole tabù che non potranno essere usate dai ragazzi per far indovinare la parola della carta. Ad esempio per la carta “Social Network” le parole tabù potranno essere: facebook, istragram, ask, rete, sociale.

2- Andrà preparata una presentazione con le affermazioni da proiettare usando la LIM, ad esempio: Mi piace condividere foto personali su internet

Su internet non ci sono regole Su internet c’è qualche regola, ma tanto non ti beccano mai Le cose scritte su internet fanno meno male di quelle dette in faccia Internet ti permette di mantenere i contatti con persone lontane Su internet (Facebook, etc) ho il controllo delle mie immagini Ci si può iscrivere a Instagram a 12 anni Uso internet per conoscere nuove persone Capisco se chi mi scrive su internet, e non conosco, sta mentendo sulla sua identità Su snapchat i contenuti scompaiono

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:Inizierà a “giocare” con i termini che riguardano il mondo virtuale. Attraverso il confronto sociale, rifletterà sulle sue credenze e opinioni riguardo al mondo online. Questa scheda consentirà di iniziare il percorso raccogliendo quelle che sono le idee dei ragazzi circa internet e farà capire loro che ci interessa la loro opinione.

COME PROCEDERE: L’attività può essere fatta disponendo tutta la classe in cerchio oppure dividendo i ragazzi in piccoli

gruppi (6 ragazzi per gruppo). Consegniamo le carte con le parole ad alcuni ragazzi che si impegneranno quindi a spiegare e a far indovinare la parola al resto della classe o al resto del piccolo gruppo, facendo attenzione a non usare le parole tabù.

Proiettiamo delle affermazioni e chiediamo ai ragazzi di porsi da un lato o dall’altro di una linea immaginaria a seconda del loro grado di accordo o meno con quella affermazione. Il conduttore raccoglierà le idee usando l’essere in accordo o in disaccordo dei ragazzi con le affermazioni per riflettere e raccogliere le idee su usi, potenzialità, benefici e rischi legati all’uso delle nuove tecnologie su un cartellone o sulla LIM.

SCHEDA 2BUON USO E CATTIVO USO DI INTERNET

STIMOLIGenerazioni connesse: i super-errori http://www.generazioniconnesse.it/site/it/i-super-errori/Generazioni connesse: "Susy" - Ep.2 - Se Mi Posti Ti Cancellohttps://www.youtube.com/watch?v=Kox-8mKZXSo

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:Potrà riflettere sui rischi in rete e sull’uso consapevole delle nuove tecnologie.

ATTIVITÀ FINALEStorie di utilizzatori consapevoli e di utilizzatori irresponsabili.

COME PROCEDERE: Facciamo vedere i video relativi ai super-errori. Dopo ogni video è possibile fare un Brainstorming

con tutta la classe sullo specifico comportamento che ci mette a rischio online e raccogliamo i pensieri e le possibili esperienze dei ragazzi.

Pensiamo a diversi dispositivi, esempio smartphone, computer, console di videogiochi connessa a internet o anche a specifici ambiti di internet, come i social network, giochi online, motori di ricerca. I ragazzi divisi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi) costruiscono delle storie contenenti sia

personaggi che utilizzano correttamente i dispositivi o l’ambito assegnato al gruppo, sia utilizzatori non consapevoli dei rischi e quindi poco attenti. Se l’istituto ha al suo interno un giornalino, le storie più belle potranno essere pubblicate.

MATERIALE UTILE per l’insegnante

CONTENUTO CONTATTI COMPORTAMENTO

OPP

ORT

UN

ITÀ

Educazione e cultura digitale Risorse educative

Contatto con gli altri che condividono gli

stessi interessi

Processo di apprendimento

autonomo e collaborativo

Partecipazione e impegno civico Informazione Globale Scambio tra gruppi Forme concrete

d’impegno civico

Creatività ed espressione Varietà di risorse Essere invitato/ispirato

a partecipare e creareCreazione di contenuti

Identità e connessione sociale

Consigli (personali/salute/sessu

ali)

Relazioni sociali/condividere esperienze con altri

Espressione d’identità

RISC

HI

Commerciali Pubblicità, spam, sponsorizzazione

Monitoraggio/raccolta dati personali

Gioco D’azzardo, download illegale,

pirateria

Aggressività Violenza, contenuto nocivo Vittima di bullismo,

molestie o stalkingAtti di bullismo o

molestie verso gli altri

Sessualità Pornografico/ nocivo contenuto sessuale

Incontrare sconosciuti Creare/caricare materiale

pornografico

Valori Razzismo/ informazioni distorte

Autolesionismo, plagio

Fornire consigli (es. suicidio, pro anoressia)

Tabella: A classification of online opportunities and risks for children “Sintesi della UE Kids Online: Relazione finale Sonia Livingstone and Leslie Haddon Coordinator, EU Kids Online London School of Economics and Political Science”

SCHEDA 3DEFINIZIONE E CONOSCENZA DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO

STIMOLI

ARTICOLO BREVE DI CRONACA

La Stampa - pubblicato il 19/04/2017

Stresa, studente vittima di bullismo: identificati i quattro aggressori.Le angherie si verificavano sul treno nel tragitto di andata e ritorno da casa a scuolaLa denuncia contro ignoti ai carabinieri di Stresa ha avuto il coraggio di sporgerla a febbraio. Aveva appena

ricevuto la prima pagella e il suo rendimento scolastico non era un granché. Ai genitori sembrava una scusa

per giustificarsi delle insufficienze e invece sul suo scarso profitto incidevano davvero le vessazioni che ogni

giorno doveva subire da un gruppo di quattro compagni di scuola che gli uomini dell’Arma hanno

identificato. La vittima di bullismo ha 15 anni e abita fuori provincia, frequenta una delle prime classi

dell’istituto alberghiero Maggia e così pure i quattro coetanei che negli scorsi mesi gli hanno reso la vita

impossibile. Le angherie si consumavano soprattutto nel tragitto da casa a scuola e viceversa: tutti e cinque

prendono il treno e il bersaglio di offese e pesanti dispetti si è ritrovato più di una volta lo zaino nascosto

nei servizi igienici tra gli scompartimenti e in quelli della stazione. Da ultimo la borsa con tutti i libri gli è

sparita e non l’ha più trovata, come del resto il telefonino. Ai carabinieri il quindicenne ha anche riportato

gli epiteti sgradevoli che di continuo gli venivano rivolti e di quella volta che l’abbonamento del treno gli è

stato preso e strappato in faccia. Ad appurare che la vittima dei quattro - tre italiani e uno di origini

albanesi, tutti residenti nelle province di Novara e Varese - non si fosse inventata niente ma dicesse la verità

sono state le indagini condotte ascoltando oltre trenta persone tra insegnanti e studenti di una scuola - il

Maggia - molto rigorosa sul piano educativo e che ancora prima dell’autorità giudiziaria interverrà con

provvedimenti disciplinari nei confronti dei quattro identificati come autori di atti di bullismo. I carabinieri

per procedere nei loro confronti attendono disposizioni dalla Procura del tribunale dei minori di Torino, che

ha chiesto di completare l’indagine con approfondimenti tecnici.

VIDEO:Generazioni connesse: Gaetano Ep.1 Se mi posti ti cancellohttps://www.youtube.com/watch?v=Dm1ADDs7AjQ&t=6s

ESTRATTO DELL’ARTICOLO DIVULGATIVO

Osservatorio Permanente Giovani Editori“Rischi in rete e cyberbullismo: percorsi di intervento”Ersilia Menesini, Giovanna Tambasco, Benedetta Emanuela Palladino, Annalaura Nocentini.

Novara, Maggio 2013. “Pensavano di essere spiritosi, non si rendevano conto che umiliandola su Facebook

la stavano uccidendo. Carolina Picchio, 14 anni, la sera del 5 gennaio scorso ha deciso di lasciarsi cadere dal

terzo piano di casa perché stanca di essere derisa dal gruppo di amici che qualche settimana prima aveva

postato un filmato che la ritraeva ubriaca e in loro totale balìa. (Repubblica, 25 Maggio 2013)”.

Genova, Novembre, 2015. “Due ragazzini di 16 e 17 anni sono stati denunciati dalla polizia postale per

avere ingiuriato, calunniato e molestato una compagna di scuola su una chat di una piattaforma digitale.

Nel mirino un'amichetta presa in giro per settimane perché sovrappeso. Alla fine la vittima dei due

cyberbulli non aveva più il coraggio di uscire di casa per paura di essere derisa dai compagni iscritti al social

network (Repubblica, 24 Novembre 2015)”.

Quelli citati sono solo alcuni esempi di come il mondo virtuale, pur rappresentando un’enorme opportunità

di sviluppo e di crescita culturale e sociale, possa nascondere una serie di insidie e pericoli. Oggi è sempre

più alto il livello di attenzione, sul piano nazionale e internazionale, rivolto all’uso delle nuove tecnologie,

come gli smartphone e internet.

Da indagini recenti sappiamo che anche nel nostro paese c’è una forte disponibilità di tutte le nuove

tecnologie tra i giovanissimi. Da una ricerca condotta su un campione di giovani italiani emerge che il 97%

dei ragazzi possiede uno smartphone, il 56% lo usa per connettersi a internet e il 25% dei ragazzi si collega

dalle tre alle cinque ore al giorno (Skuola.net, 2014). Anche secondo le agenzie di osservazione europea

(Net Children Go Mobile, 2014), il numero di bambini italiani che va online dal proprio telefono utilizzando

piani di internet mobile, è superiore alla media europea (24%). Il fatto che i ragazzi utilizzino

frequentemente le ICT (Information and Communication Technology), o altrimenti dette TIC (Tecnologie

dell’informazione e della comunicazione), non ci deve far pensare che necessariamente essi siano

consapevoli di tutti i rischi che questo ambiente può comportare, né tantomeno che essi siano consapevoli

delle migliori strategie da adottare per far sì che la loro “esperienza online” sia il più possibile sicura

(Palladino et al, 2012.). I rischi che i ragazzi corrono online sono numerosi e spesso, gli adulti stessi, ne

hanno solo una vaga percezione.

Tali pericoli possono essere classificati a partire dal ruolo assunto dall’utente nel web. Quando il

bambino/ragazzo è destinatario di contenuti inappropriati si parla di rischio da contenuto (pornografia,

razzismo, violenza); quando l’utente partecipa ad azioni pericolose iniziate da un adulto, di rischio da

contatto (adescamento online, persuasione ideologica); infine, nel momento in cui il bambino/ragazzo è

attore dell’azione nociva, sia perché è il perpetratore dell’azione sia perché ne è la vittima, di rischio da

condotta (EU Kids Online, 2014; Net Children Go Mobile, 2014). Ed è proprio in quest’ultima categoria che

ricade una delle più gravi manifestazioni negative della rete: l’uso della tecnologia per compiere atti di

bullismo (Campbell, 2005), il cosiddetto cyberbullismo.

A livello internazionale, in una delle prime definizioni condivise, il cyberbullismo viene descritto come

“un’azione aggressiva, intenzionale, agita da un individuo o da un gruppo di persone, usando mezzi

elettronici, nei confronti di una vittima che non può difendersi facilmente” (Smith et al., 2008). Questa

definizione riprende la definizione di “bullismo tradizionale” di Olweus (1993) dalla quale è possibile

delineare i tre criteri essenziali per definire un comportamento aggressivo come bullismo, e per

distinguerlo da altri episodi di aggressione: l’intenzionalità, la ripetizione nel tempo e lo squilibrio di

potere. La definizione di cyberbullismo amplia la definizione del bullismo tradizionale aggiungendo il

riferimento alle nuove tecnologie come veicolo delle aggressioni. Tuttavia, per comprendere la trama

assunta dalle nuove forme di prevaricazione dobbiamo riflettere sui cambiamenti apportati dalle nuove

tecnologie e sulle caratteristiche peculiari dei nuovi contesti comunicativi (Menesini, Nocentini, Palladino et

al., 2012). Infatti, nonostante il cyberbullismo presenti elementi di continuità rispetto al bullismo

tradizionale, esso mostra altrettanti elementi di novità che caratterizzano in maniera specifica il fenomeno

e che derivano propriamente dalle modalità interattive mediate dalle nuove tecnologie. Gli elementi

distintivi del cyberbullismo sono:

l’anonimato, la vittima può non conoscere l'identità del suo persecutore;

la riproducibilità e la grande diffusione pubblica delle informazioni (Slonje & Smith, 2008), spesso

si verifica il coinvolgimento di un vasto pubblico e l'incapacità di rimuovere i contenuti dopo che

questi sono stati condivisi online (Dooley, Pyżalski, & Cross 2009; Menesini et al., 2012; Nocentini et

al., 2010);

la distanza esistente tra il bullo e la vittima che ha come importante conseguenza l’assenza di quel

feedback espressivo tipico invece delle interazioni faccia a faccia. L’assenza di segnali visivi

combinata con la comunicazione scritta può alterare e rendere meno consapevoli di ciò che si fa

(Nicoletti & Gallingani, 2009);

l’essere senza confini di spazio e di tempo, la vittima può subire l’attacco del cyberbullo in ogni

luogo e in ogni momento della sua giornata. Alcuni contributi italiani sul tema (Pisano & Saturno,

2008) hanno evidenziato il carattere continuativo e invasivo del cyberbullismo che può perseguitare

la vittima 24 ore su 24 anche in contesti più protetti come la propria casa e la famiglia.

Dal momento che, dal mondo reale, ci spostiamo nella realtà virtuale i criteri sopra descritti come rilevanti

per definire il bullismo “tradizionale” possono assumere un significato diverso. Infatti, analizzando quali

criteri caratterizzassero la definizione di cyberbullismo (Menesini et al., 2012; Nocentini et al., 2010), è

emerso che due elementi propri della definizione di bullismo sono particolarmente importanti anche in

quella di cyberbullismo: il criterio d’intenzionalità, sapere se l'azione è fatta intenzionalmente per

danneggiare la vittima, e il criterio dello squilibrio di potere, declinato nella relazione tipica del contesto

elettronico, quindi non determinato dalla forza fisica o dall’intimidazione psicologica, ma determinato

dall’effetto devastante che l’azione ha sulla vittima che non riesce a difendersi. Al contrario, il criterio di

ripetizione, fondamentale nella definizione di bullismo tradizionale, sembra non essere altrettanto

importante nel definire un atto di cyberbullismo. Infatti, non è necessario che l’atto offensivo sia ripetuto

dallo stesso aggressore nel tempo: una vasta platea di spettatori può amplificare l’effetto “valanga”

dell’aggressione, con conseguenze ugualmente devastanti per la vittima (Menesini et al., 2012).

I risultati di una meta analisi (Garaigordobil, 2011) mostrano un’elevata diffusione del fenomeno in molti

paesi occidentali: circa il 40-50% dei ragazzi è coinvolto nel ruolo di vittima o di perpetratore. I risultati

emersi dalle ricerche che si sono interessate alle stime di prevalenza e incidenza di questo fenomeno

evidenziano come la situazione italiana sia in linea con il panorama internazionale, mostrando come nelle

scuole secondarie di primo e secondo grado il cyberbullismo sia un fenomeno presente e già piuttosto

diffuso: il 6% dei ragazzi ha sperimentato qualche forma di cyberbullismo (EU Kids Online, 2014; Net

Children Go Mobile, 2014). In una ricerca condotta su un campione di adolescenti italiani, il 19,1 % dei

ragazzi dichiara di esser stato vittima di episodi di cyberbullismo con riferimento agli ultimi tre mesi: di

questi, ben l’8,9% sembra sperimentare forme gravi e durature di cybervittimizzazione (Palladino,

Menesini, & Nocentini, 2015).

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà conoscere la definizione di bullismo e di cyberbullismo, conoscerne le caratteristiche e così distinguere questi fenomeni da altri fenomeni connessi all’uso della rete e delle nuove tecnologie.

ATTIVITÀ FINALEImmaginiamo di intervistare un esperto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo: scriviamo l’ intervista e mettiamola in scena.

COME PROCEDERE: Leggere insieme ai ragazzi l’articolo breve di cronaca e far vedere il video indicato. Proporre ai ragazzi un brainstorming utile a raccogliere idee e pensieri che possono nascere a

seguito della lettura degli articoli. Useremo questo flusso di pensieri per iniziare insieme una riflessione che ci condurrà alla definizione di bullismo e di cyberbullismo.Le domande a cui cercheremo di rispondere per poter definire i due fenomeni potranno essere: “Quando si parla di bullismo? Quando di cyberbullismo? Quali sono i comportamenti messi in atto nell’uno e nell’altro caso? Chi è coinvolto? Quali sono le differenze e le somiglianze tra i fenomeni?”.

Dopo questo brainstorming, leggere insieme ai ragazzi l’articolo divulgativo. I ragazzi avranno così tutte le informazioni necessarie per poter procedere alla realizzazione dell’intervista.

I ragazzi possono essere divisi in piccoli gruppi. Compito: immaginate di dover intervistare un esperto, scrivete l’intervista, le domande che fareste e le risposte dell’intervistato avendo in mente che l’obiettivo è poter fornire, al pubblico dell’intervista, l’occasione per conoscere il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.

Infine, mettete in scena le interviste.

MATERIALE UTILE

DEFINIZIONI SCIENTIFICHE BULLISMODiciamo che un ragazzo/a subisce prepotenze quando un altro ragazzo/a o un gruppo di ragazzi/e:

gli/le dicono cose cattive e spiacevoli o lo/la prendono in giro o lo/la chiamano con nomi offensivi; lo/la ignorano o escludono completamente dal loro gruppo o non lo/la coinvolgono di proposito; gli/le danno colpi, calci, spinte o lo/la minacciano; dicono bugie o mettono in giro storie sul suo conto o inviano bigliettini con offese e parolacce; nessuno gli/le rivolge mai la parola e altre cose di questo genere.

Questi fatti possono accadere spesso ed è difficile per chi subisce prepotenze riuscire a difendersi. Si tratta sempre di prepotenze anche quando un ragazzo/a viene preso/a in giro ripetutamente e con cattiveria. Non si tratta di prepotenze quando due ragazzi/e, all'incirca della stessa forza, litigano tra loro o fanno la lotta.Gli elementi distintivi del bullismo sono:

1. intenzionalità 2. ripetizione nel tempo 3. squilibrio di potere tra il bullo e la vittima

CYBERBULLISMODiciamo che un ragazzo/a subisce prepotenze quando un altro ragazzo/a o un gruppo di ragazzi/e:

lo/la offendono e lo insultano tramite messaggi di testo, e-mails, pubblicati su siti, social networks o tramite telefono (es. telefonate mute) (SCRITTO – VERBALE);

diffondono foto o video che lo/la ritraggono situazioni intime, violente o spiacevoli tramite cellulare, siti web e social networks (VISIVO);

lo/la escludono dalla comunicazione online, dai gruppi (ESCLUSIONE); si appropria delle sue informazioni personali come le credenziali d’accesso all’account e-mail, ai

social networks, e le usa o rivela ad altri (IMPERSONIFICAZIONE).Gli elementi distintivi che possono caratterizzare il cyberbullismo sono:

1. l’anonimato. La vittima può non conoscere l'identità del suo persecutore; 2. la riproducibilità e la grande diffusione pubblica delle informazioni (Slonje & Smith, 2008). Spesso si

verifica il coinvolgimento di un vasto pubblico e l'incapacità di rimuovere i contenuti dopo che questi sono stati condivisi online (Dooley, Pyżalski, & Cross 2009; Menesini et al., 2012; Nocentini et al., 2010);

3. la distanza esistente tra il bullo e la vittima. I comportamenti sono indiretti, mediati da un mezzo elettronico. Ne consegue che viene meno quel feedback espressivo tipico invece delle interazioni faccia a faccia (il cyberbullo non vede la reazione della cybervittima). L’assenza di segnali visivi combinata con la comunicazione scritta può alterare e rendere meno consapevoli di ciò che si fa (Nicoletti & Gallingani, 2009);

4. L’assenza di confini di spazio e di tempo . La vittima può subire l’attacco del cyberbullo in ogni luogo e in ogni momento della sua giornata.

SCHEDA 4CHI È LA VITTIMA?

STIMOLI

ARTICOLOCorriere della sera – pubblicato il 19 Gennaio 2016

«Io stavo soffrendo e morendo dentro di me», ha scritto ai genitori. «Per alcuni di voi sarà certo una notizia bellissima» ai compagni.Salva grazie a una tapparelladi Giusi Fasano

Una ragazzina sola e in lacrime seduta nella sua cameretta davanti a un foglio di carta. Vuole scrivere il suo addio al mondo perché fra un minuto spalancherà la finestra e butterà via i suoi 12 anni.Le sembra di avere più coraggio per morire che per continuare a vivere. Scrive una prima riga, un’altra, un’altra ancora. Immagina mamma e papà che leggeranno quando tutto sarà finito. Devono sapere che «io stavo soffrendo e morendo dentro di me», che certe parole ferivano più di coltelli e «mi facevano piangere».Ma anche loro, quelli che «mi facevano piangere» devono sapere. «Per alcuni di voi sarà certo una notizia bellissima» scrive lei in un altro messaggio, stavolta per i suoi compagni di classe, una seconda media di una scuola pubblica nel centro di Pordenone. Sono loro il tormento delle sue giornate, i bulli. Lei si sente sopraffatta dalle loro cattiverie. Agli altri, a chi vuole bene, augura felicità.Ecco, ha finito di scrivere. Adesso è pronta a morire. Ma immaginare la morte non è la stessa cosa che spalancare la finestra e lanciarsi nel vuoto. Così quella sera — quella delle lettere d’addio — non fu l’ultima.Era il 10 gennaio e la ragazzina scelse di vivere. Nascose le lettere e si diede malata. Niente scuola per tutta la settimana, quindi niente bulli. Ieri però sarebbe stata dura saltare le lezioni. Era di nuovo tempo di tornare in classe, un pensiero insopportabile. Tanto insopportabile da farle trovare il coraggio che le era mancato dieci giorni fa. È salita sul davanzale della finestra e si è buttata giù pochi minuti prima che sua madre andasse in camera a svegliarla.Disperata e con il cuore che batteva oltre ogni limite la donna l’ha raggiunta, abbracciata, rassicurata mentre aspettava i soccorsi. «Sta’ tranquilla, tesoro. Sono qui con te, andrà tutto bene». Sua figlia era viva e cosciente, solo questo contava. La tapparella aperta al piano di sotto ha attutito il colpo, la ragazzina ha fratture varie e lesioni alla colonna vertebrale che all’inizio hanno fatto temere conseguenze gravissime, ma già in serata i medici hanno sciolto la prognosi escludendo il peggio. Ci metterà un bel po’ ma guarirà.Giuseppe, vicino di casa che l’ha soccorsa assieme a sua madre, è rimasto colpito dalle parole di quella ragazzetta ferita per terra: «Diceva: “Volevo urlare quello che avevo dentro e non ci riuscivo. Non trovavo il coraggio di dirlo…”». Quello che aveva dentro: la stessa convinzione ripetuta tante volte alle amichette più care: e cioè di «vivere in un mondo di persone cattive» e di subire quelle cattiverie e di non sopportarlo più perché «stufa di critiche».Con i soccorritori del 118 la ragazzina è andata anche oltre. «A scuola me lo dicevano: perché non ti uccidi? Ucciditi» ha raccontato. Nessuno sa dire chi, quando e perché l’avrebbe istigata al suicidio.La Procura dei minori di Trieste sentirà con audizioni protette sia lei sia i suoi compagni di scuola, cercherà di capire dov’è il confine fra il vero e il percepito in una scuola dove nessuno, secondo la preside dell’istituto, ha colto nemmeno un minimo segnale di allarme.

Per entrare nel mondo di quella ragazzina e per capire il suo dramma serviranno tempo, pazienza e dolcezza. Prima ancora di lei, qualcosa potrebbero raccontare i messaggini via WhatsApp, lo scambio di foto e di sms sul suo telefonino oppure i file del suo computer, quelle parole digitate dalle adolescenti come lei per comunicare emozioni o rabbia, delusioni o gioie all’amica del cuore o ai compagni di classe adorati.Qualcuno si è ricordato ieri di messaggi ricevuti tempo fa proprio da lei.Eccoli riemergere dalla memoria elettronica: è l’espressione «vittima di bullismo» ripetuta mille volte, sono propositi suicidi che nessuno ha mai preso sul serio.E invece lei ci pensava davvero, nel silenzio e nel buio della sua cameretta. Con gli occhi gonfi di lacrime e il foglio di carta davanti. «A quest’ora saprete già che sono morta…».

ARTICOLOTestimonianza di una vittima: http://osservatorio-cyberbullismo.blogautore.repubblica.it/2016/12/21/io-vittima-dei-bulli-per-anni-la-scuola-non-mi-ha-aiutato/

VIDEO:Cyberbullismo – https://www.youtube.com/watch?v=d7tikUtHT_w

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà approfondire il ruolo della vittima, il suo vissuto, le sue difficoltà e i suoi comportamenti.

ATTIVITÀ FINALEStesura di una lettera indirizzata alla vittima.

COME PROCEDERE: Fare leggere ai ragazzi l’articolo e far vedere loro il video selezionato. I ragazzi con l’aiuto dell’insegnante conducono una riflessione sulla vittima in termini di:

1. VISSUTO DELLA VITTIMA, le sue reazioni emotive, come si sente.2. COMPORTAMENTI DELLA VITTIMA, le sue reazioni comportamentali, cosa fa/cosa potrebbe

fare.3. CONSEGUENZE, gli effetti che il suo vissuto e i suoi comportamenti provocano negli altri.

Dopo poco che si sarà avviata la riflessione proponiamo il materiale che avremo già preparato: un cartellone con un viso-sagoma che sarà il viso della vittima e tante “nuvole di pensiero”, o “nuvole di dialogo” tipiche del fumetto per scrivere pensieri, sentimenti, parole della vittima che saranno emerse dall’inizio della riflessione. L’insegnante potrà aiutare i ragazzi in modo da fare emergere:

1. come la vittima si possa sentire umiliata, come essa provi vergogna, rabbia, paura, tristezza per ciò che subisce e per la sua incapacità di reagire, come questo possa comportare un conseguente senso di impotenza e di solitudine (VISSUTO EMOTIVO DELLA VITTIMA);

2. quali comportamenti, anche per il suo vissuto emotivo, la vittima mette in atto. Come essa si chiuda in se stessa, non reagisca, non riesca a chiedere aiuto, anzi come essa si isoli, acconsentendo a fare tutto ciò che le viene chiesto, come inizi a cambiare (non vuole andare a scuola, peggiora il suo rendimento scolastico, risponde male, non vuole parlare con nessuno, a casa si chiude nella sua stanza etc.) (COMPORTANTI DELLA VITTIMA);

3. quali conseguenze il comportamento e l’atteggiamento della vittima ha sugli altri, gli altri ad esempio non saranno particolarmente amichevoli, e non saranno quindi portati a offrirgli aiuto e a difenderla (CONSEGUENZE).

Una volta delineato insieme il quadro della vittima ci spostiamo a lavorare individualmente. La consegna sarà: focalizzatevi sul punto di vista della vittima, immaginate che sia un/una vostro/a amica e scrivete una lettera indirizzata a lei per darle sostegno emotivo e supporto. Cosa le direste?.

SCHEDA 5 COSA POSSO FARE?

STIMOLI

1- Spezzone tratto dal film: “Nientr’altro che noi” - Dal minuto 7.20 al minuto 8.13 https://www.youtube.com/watch?v=CjUBUavU4N0

2- Video utili a stimolare una riflessione:Potere della parola: https://www.youtube.com/watch?v=LqjnnqlavhU

Uso solo del 2° spot sull’aiuto dell’adulto https://www.youtube.com/watch?v=EBcftGbB8I4

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà approfondire il ruolo della vittima, degli spettatori, degli adulti e individuare delle strategie “sicure” per intervenire in modo da cercare di difendersi se si è vittima o di aiutare la vittima di bullismo e cyberbullismo.

ATTIVITÀ FINALEVideo inchieste. Personificando diversi punti di vista: vittima, spettatori, genitore, insegnante, amico/a della vittima realizzare dei video dove far emergere pensieri e strategie per aiutare la vittima.

COME PROCEDERE Far vedere il primo video proposto e aiutare i ragazzi ad aprire lo sguardo sul ruolo che possono

assumere gli altri ragazzi durante un episodio di bullismo/cyberbullismo: cosa fanno quando vedono una situazione di bullismo/cyberbullismo? Ridono (es. online scrivono commenti su un post)? Incitano (es. online mettono “mi piace”)? Si uniscono alle prepotenze (es. online condividono il contenuto)? Aiutano la vittima (es. online scrivono di non essere d’accordo, segnalano)? Guardano?. Far emergere i seguenti ruoli: difensore della vittima e spettatori passivi.

Invitare i ragazzi a fare un brainstorming su: “Chi sono gli spettatori? Come si comportano e cosa fanno durante episodi di bullismo e/o di cyberbullismo? Perché non intervengo durante queste situazioni?”. Raccogliere le idee che emergono scrivendole sulla lavagna o su un cartellone. Aiutare i ragazzi a fare una sintesi dei pensieri raccolti. Sottolineare come essere uno spettatore voglia dire guardare uno “spettacolo” senza fare nulla. Riflettere su come con il suo comportamento in qualche modo rinforzi il bullo che si sente incontrastato e potente perché al centro dell’attenzione. Riflettere anche su cosa prova lo spettatore, su come si sente, su quali dilemmi vive e sul perché non interviene.

Far vedere gli altri due video stimolo, pensando anche ad altre figure che potrebbero entrare in gioco in una situazione di bullismo/cyberbullismo come ad esempio amico/a della vittima o gli adulti, genitori e insegnanti, dare il compito di fare dei brevi video – inchieste dove i ragazzi secondo i diversi punti di vista (spettatore, genitore, vittima, insegnante, amico/a della vittima) parlano di cosa si potrebbe fare in una situazione di bullismo o di cyberbullismo con l’obiettivo da un lato di aiutare la vittima, dall’altro di interrompere le azioni di prevaricazione. I ragazzi divisi in piccoli gruppi per arrivare all’elaborazione dei brevi video – inchieste dovranno prima pensare a seconda del punto di vista assunto quelli che sono gli eventuali pensieri riguardo la situazione, i sentimenti e le azioni, strategie che potrebbe mettere in atto in una situazione di bullismo o cyberbullismo.

MATERIALE UTILETeniamo bene a mente che il bullismo è un fenomeno sociale, di gruppo. Si sviluppa in un gruppo di pari in cui ogni membro gioca uno specifico ruolo: bullo, vittima, aiutante del bullo, difensore della vittima e

spettatore passivo. Particolarmente importante, anche dal punto di vista dell’intervento, è il ruolo assunto dai cosiddetti spettatori. La dinamica di gruppo ci mostra come questi ultimi abbiano potenzialmente la possibilità di influenzare la situazione in diversi modi: rinforzare il comportamento del bullo, sostenendolo o accettandolo passivamente, o, al contrario, prendere le distanze dai bulli e difendere la vittima.I motivi che i ragazzi possono dare al perché non intervengono in aiuto della vittima possono riferirsi alle seguenti macro-aree:

-NON ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ (es. di risposte: non mi riguarda, non è un mio problema…)-TEMERE LE CONSEGUENZE (es.: ho paura, verrei poi isolato da tutti, verrei poi picchiato, diventerei io quello preso di mira…)-EFFICACIA DELL’INTERVENTO (es.: non serve a niente, non penso che il mio intervento possa essere utile…)-PRO-BULLO/COMPLICE DEL BULLO (es.: mi diverto a guardare, rido, se lo merita…)

ESEMPIO DI STRATEGIE: “COSA POTREI FARE PER NON ESSERE SOLO UNO SPETTATORE”1- PRENDERMI CURA DELLA VITTIMA:

ascoltarla; darle un sostegno emotivo; consolarla con parole confortanti per farle sentire di non essere sola e di essere capita; cercare di difenderla come meglio si può fare.

2- ADOTTARE COMPORTAMENTI PRO-VITTIMA in modo assertivo dire al cyberbullo di smetterla; coinvolgere la vittima nella propria rete sociale.

3- ADOTTARE COMPORTAMENTI ANTI-BULLO non diventare complice del bullo; non restare a guardare senza fare niente; non ridere, mostrare disapprovazione per quello che sta accadendo, non condividere, non mettere

mi piace etc. contrastarlo in modo assertivo.

4- CERCARE AIUTO chiedere agli amici; chiedere ad un adulto (genitori, insegnanti, allenatore ecc.); segnalare.

2016-2017

scheda 1 - Che uso facciamo della rete?scheda 2 - Benefici e rischi dei diversi usi della retescheda 3 - Comunicazione e comunicazione on-linescheda 4 - Cyberbullismo e approfondimento sulle tipologie di cyberbullismoscheda 5 - Costruiamo uno spot anti - cyberbullismo e Spot per l'uso sicuro della rete

SCHEDA 1CHE USO FACCIAMO DELLA RETE?

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà iniziare una riflessione sul possesso delle nuove tecnologie, sui diversi usi che ne fa e sul tempo passato in rete.

ATTIVITÀ FINALEPredisponiamo un questionario per condurre un’indagine statistica all’interno della classe e scriviamo un report sull’uso delle nuove tecnologie tra i ragazzi della classe.

STIMOLI http://www.azzurro.it/sites/default/files/Materiali/InfoConsigli/Ricerche%20e%20indagini/SintesiIndagineConoscitivaInfanziaAdolescenza2012.pdf

http://www.savethechildren.it/informati/comunicati/minori_e_internet_save_the_children__on-line__e__disconnessi__i_due_volti_dei_nativi_digitali_da_un_lato_i_giovanissimi_quasi_sempre_connessi_con_gli_smartphone_dall_altro_452mila_adolescenti_che_non_hanno_mai_avuto_accesso_a_internet

http://www.mommsen.gov.it/wordpress/listat-entra-in-classe/ “L’ISTAT entra in classe – sul sito, in basso, allegato esempio del questionario usato per l’indagine sull’uso di internet e dei social network”.

VIDEOhttps://www.youtube.com/watch?v=hPEr93ILksA – “Indagine conoscitiva Condizione Infanzia: Nuove tecnologie”.

COME PROCEDERE: Dividere i ragazzi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo) e consegnare gli articoli proposti o

individuarne altri. Se è possibile fare vedere anche il video indicato. Proporre ai ragazzi un brainstorming utile a raccogliere idee e pensieri che possono nascere a

seguito della lettura degli articoli e della visione del video. Useremo questo flusso di pensieri per iniziare insieme una riflessione che ci condurrà a pensare alle domande che comporranno il questionario per l’indagine sull’uso delle nuove tecnologie.La riflessione ci potrà aiutare a individuare le aree che vogliamo indagare con il questionario: es. “Possesso delle nuove tecnologie”, “Uso per connettersi a internet”, “Tempo speso online”, “Cosa faccio in rete” etc .

A partire da questa riflessione, chiedere a ciascun gruppo di pensare a delle domande che inserirebbero nel questionario (3/5 domande per gruppo).

Infine, partendo dalle proposte di ciascun gruppo giungere alla creazione del questionario nella sua versione definitiva.

Far fare il questionario ai ragazzi, ricavare i dati e far fare il report finale (si possono anche fare cartelloni con i grafici da appendere in classe).

MATERIALE UTILE

ESEMPIO DI DOMANDE per il questionario:

SEZIONE: “POSSESSO DELLE TECNOLOGIE”“Quali di questi dispositivi possiedi?:-Pc portatile/ Pc fisso-Smartphone/ cellulare-Tablet-Console per videogiochi-Lettore Mp3

SEZIONE “LA CONNETTIVITÀ”“Ti connetti a internet?”.“Cosa usi per connetterti a internet?”.

SEZIONE “IL TEMPO ONLINE”“In media quanto tempo trascorri connesso a internet?”.

SEZIONE “GLI USI/ATTIVITÀ SVOLTE ONLINE:”“Quali attività svolgi online?”. Possiamo prevedere diverse categorie di risposta: giocare, informarsi, comunicare (chattare, commentare post degli amici su facebook o twitter, aggiornare il proprio stato su twitter, facebook etc.), creare contenuti (gestire un blog o un sito, scrivere in un forum o in una community, pubblicare materiale creato personalmente come musica, video, disegni, scrivere testi su argomenti conosciuti es. wikipedia, recensioni, yahoo answer).

SEZIONE “APPROFONDIMENTO USO DI FACEBOOK:”“Hai almeno un profilo su Facebook?”.“Quanti profili hai?”.“Per cosa usi facebook?” (prevediamo diverse categorie di risposta).

SCHEDA 2BENEFICI E RISCHI DEI DIVERSI USI DELLA RETE.

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà riflettere e discutere circa i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie e dalla rete, e conoscere e approfondire i rischi connessi al loro uso.

ATTIVITÀ FINALEPresentazioni dei singoli gruppi all’intero gruppo classe sul rischio approfondito nel lavoro di gruppo e costruzione del cartellone di sintesi sui rischi legati all’uso delle nuove tecnologie.

STIMOLIhttp://www.lse.ac.uk/media@lse/research/EUKidsOnline/EU%20Kids%20I%20(2006-9)/EU%20Kids%20Online%20I%20Reports/it_summary.pdf “Sintesi della UE Kids Online: Relazione finale. Sonia Livingstone and Leslie Haddon Coordinator”.

http://www.generazioniconnesse.it/index.php?s=3 “Generazioni Connesse sezione ragazzi”.

http://www.generazioniconnesse.it/index.php?s=42 “Generazioni Connesse: i Super Errori”.

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=cJzgIGGV-hE “Skuola.net. I rischi della rete per una vita da social”

https://www.youtube.com/watch?v=beKgH_36m3A “Spot Polizia Postale- Social Network e web chat: attenzione!”.

https://www.youtube.com/watch?v=kXhZ1DZBW6g “Spot Polizia Postale - Il cyberbullismo è un reato”.

COME PROCEDERE: Pensando all’indagine fatta in classe e in particolare alle domande che hanno fatto riferimento alla

sezione “Usi e attività in rete”, e dopo la visione degli stimoli proposti, proporre ai ragazzi un brainstorming utile a raccogliere idee e pensieri sulle potenzialità, benefici e rischi legati all’uso delle nuove tecnologie. Le domande a cui cercheremo di rispondere potranno essere: “In che senso le nuove tecnologie “facilitano la vita?”. “Quali vantaggi ottengo dall’uso che faccio di internet?”. “Ho pensato a quali rischi posso correre con certi comportamenti online? Quali?”. “Quali comportamenti online mi mettono a rischio?”.

Scegliere, prima di iniziare il lavoro con i ragazzi, su quali rischi vorrò farli lavorare in base alla tabella sui rischi che potrete trovare nella “Sintesi della UE Kids Online” e che viene riportata, sotto, nel “Materiale utile”. Stampare le tabelle in base al numero di gruppi e evidenziare per ciascuna tabella il rischio che il gruppo dovrà approfondire (es. sexting, grooming, pedopornografia etc).

Dividere i ragazzi in gruppi (4/5 per gruppo), fornire a ogni gruppo la tabella sui rischi che abbiamo preventivamente predisposto. Ogni gruppo si dovrà concentrare sul rischio evidenziato seguendo la consegna: “In base al rischio evidenziato nella tabella, approfondite l’argomento discutendone prima insieme e (se la scuola è dotata di connessione online) trovando informazioni su internet o leggendo il materiale (in questo caso dovrò predisporre e fornire il materiale in base ai rischi scelti). Pensate anche a quali comportamenti messi in atto online aumentano la possibilità di incorrere in quel rischio (questo aspetto tornerà utile per il lavoro previsto nella scheda didattica n°5).

Ogni gruppo farà una breve presentazione al resto della classe sul rischio approfondito. La classe potrà lavorare su un cartellone finale dove riportare i rischi analizzati.

MATERIALE UTILE

CONTENUTO CONTATTI COMPORTAMENTO

OPP

ORT

UN

ITÀ

Educazione e cultura digitale Risorse educative

Contatto con gli altri che condividono gli

stessi interessi

Processo di apprendimento

autonomo e collaborativo

Partecipazione e impegno civico Informazione Globale Scambio tra gruppi Forme concrete

d’impegno civico

Creatività ed Varietà di risorse

Essere invitato/ispirato Creazione di contenuti

espressione a partecipare e creare

Identità e connessione sociale

Consigli (personali/salute/sessu

ali)

Relazioni sociali/condividere esperienze con altri

Espressione d’identità

RISC

HI

Commerciali

Pubblicità, spam, sponsorizzazione Monitoraggio/raccolta

dati personaliGioco D’azzardo,

download illegale, pirateria

Aggressività Violenza, contenuto nocivo Vittima di bullismo,

molestie o stalkingAtti di bullismo o

molestie verso gli altri

Sessualità

Pornografico/ nocivo contenuto sessuale Incontrare sconosciuti Creare/caricare

materiale pornografico

Valori Razzismo/ informazioni distorte

Autolesionismo, plagio

Fornire consigli (es. suicidio, pro anoressia)

Tabella: A classification of online opportunities and risks for children “Sintesi della UE Kids Online: Relazione finale Sonia Livingstone and Leslie Haddon Coordinator, EU Kids Online London School of Economics and Political Science”

SCHEDA 3COMUNICAZIONE E COMUNICAZIONE ON-LINE.

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà riflettere circa le differenze tra la comunicazione “faccia a faccia” e la comunicazione on-line.

ATTIVITÀ FINALERole play di alcuni dialoghi faccia a faccia e online costruiti dai ragazzi nel lavoro di gruppo.

STIMOLIVideohttps://www.youtube.com/watch?v=xv-vKYEGHHQ Fino al minuto 9’ “Ragazzi online: (con)divisi nella Rete [versione ridotta ]”.

COME PROCEDERE: Dopo la visione del video, proporre ai ragazzi un brainstorming utile a raccogliere idee e pensieri

sulle caratteristiche della comunicazione “faccia a faccia” e della comunicazione online. Nel condurre la riflessione, pensiamo ad esempio a queste caratteristiche della comunicazione nelle chat online: ISTANTANEITÀ, INTERATTIVITÀ, USO DELLE EMOTICONS, USO DI PAROLE SPECIFICHE.

Un focus di approfondimento può riguardare il tema dell’ascolto: “faccia a faccia” e online. “Come dimostro un ascolto reale e attivo quando sono online e non ho davanti a me il mio interlocutore?”.Attenzione, apertura, empatia e facilitazione sono aspetti fondamentali per dimostrare ascolto durante un’interazione “faccia a faccia” e online.

Dividiamo i ragazzi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo), diamogli la consegna di pensare a delle situazioni e ai dialoghi corrispondenti che avverrebbero faccia a faccia e online. Possono pensare, se abbiamo fatto il focus sull’ascolto, anche a diversi tipi di dialoghi, cioè quelli rappresentativi di un buon ascolto e quelli di un cattivo ascolto.

Role play dei dialoghi pensati.

MATERIALE UTILE

COMUNICAZIONE FACCIA A FACCIA I messaggi essendo vocali si perdono.Conosciamo il contesto.Usiamo vari canali comunicativi (canale visivo, uditivo).Essendoci una contiguità spazio-temporale, riceviamo un feed-back immediato.Accediamo al linguaggio non verbale e paraverbale (pause, tono di voce, mimica facciale, gesti del corpo).

COMUNICAZIONE MEDIATA DAI MEDIAI messaggi essendo scritti permangono.Il contesto è sconosciuto.Usiamo solo il canale visivo.Non abbiamo un feed-back immediato.Non abbiamo accesso al linguaggio non verbale e paraverbale (per questo invenzione di stratagemmi surrogato del linguaggio paraverbale)

In chat comunichiamo con il testo, unico canale in cui fare transitare gli elementi tipici della comunicazione orale in presenza. Si sono sviluppati quindi accorgimenti e convenzioni per sostituire gli elementi tipici della comunicazione faccia a faccia e assenti in quella online: ad esempio le EMOTICONS, le allocuzioni e vocalizzazioni scritte che diventano un surrogato dell’aspetto paraverbale della conversazione (“!!??!!”. “Nooooooooo”. “COME NON VIENI!!??”. Con l’uso del maiuscolo indico sto urlando. “Per l’interrogazione di domani devi fare *Ungaretti*”. Mettendo gli asterischi evidenzio la parola.) ASCOLTOAscoltare l’altra persona significa dimostrare rispetto, coinvolgimento e affetto e costituisce la base per stabilire una relazione positiva. Sul piano del linguaggio non-verbale, nella relazione “faccia a faccia”, ciò si realizza guardando il partner in faccia, mantenendo il contatto oculare, assumendo una posizione protesa verso il partner e una posizione di apertura, adottando una postura e un’espressione rilassate. Per un buon ascolto on-line è necessario mostrare attenzione, apertura, empatia e facilitazione nei confronti di chi è dall’altra parte dello schermo su cui stiamo digitando.

ESEMPI DI TEMI PER IMPOSTARE I DIALOGHI ONLINE

Laura sta raccontando in una chat che ha litigato con la sua migliore amica e vorrebbe dei consigli su come fare. Marco, un altro utente della chat, le fa finire il racconto e poi le chiede alcune informazioni, poi le dice: “Certo, capisco che sei triste, si può essere molto tristi quando si hanno delle incomprensioni con una persona a cui teniamo molto.”. Dimostrando quindi interesse, cercano di trovare poi insieme una soluzione.

Matteo sta raccontando nel suo blog l’ultimo viaggio che ha fatto, dando consigli su come prepararsi per un weekend a Londra. Luca, leggendo il blog, vorrebbe avere qualche informazione e qualche consiglio su dove

alloggiare. Matteo non risponde a Luca e continua a rispondere a un altro utente che lo stava criticando per alcuni aspetti del suo blog.

SCHEDA 4 CYBERBULLISMO E APPROFONDIMENTO SULLE TIPOLOGIE DI CYBERBULLISMO

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà riprendere la definizione di bullismo e di cyberbullismo, riflettere sulle caratteristiche e approfondire i diversi comportamenti che rientrano nella categoria di cyberbullismo.

ATTIVITÀ FINALEScriviamo un articolo per far conoscere il fenomeno del cyberbullismo focalizzandoci sulle tipologie di comportamenti che, messi in atto online, possono rientrare nella definizione di cyberbullismo.

STIMOLIhttp://www.istat.it/it/files/2015/12/Bullismo.pdf?title=Bullismo++tra+i+giovanissimi+-5%2Fdic%2F2015+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf “Report Istat”.

http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/11/24/news/e_sovrappeso_finisce_vittima_dei_cyberbulli-128082161/?ref=search

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/04/29/news/selfie_con_la_compagna_in_crisi_epilettica_tre_giorni_di_sospensione_nel_torinese-138703861/?ref=search

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=hUIwW2gpw6c “Storie di ordinario cyberbullismo – Gaetano”

https://www.youtube.com/watch?v=RFtk7ybMw0A “2012 - Indagine conoscitiva. Condizione Infanzia: cyberbullismo e sexting”

COME PROCEDERE: Consegnare ai ragazzi gli articoli scelti tra quelli proposti o individuarne altri. Leggiamoli ad alta

voce in classe, se è possibile facciamo vedere anche i video selezionati. Proporre ai ragazzi un brainstorming utile a raccogliere idee e pensieri che possono nascere a

seguito della lettura degli articoli e della visione dei video. Useremo questo flusso di pensieri per iniziare insieme una riflessione che ci condurrà a riflettere sulla definizione di bullismo e di cyberbullismo.Le domande a cui cercheremo di rispondere per poter definire i due fenomeni potranno essere: “Quando si parla di bullismo? Quando di cyberbullismo? Quali sono le differenze e le somiglianze tra i fenomeni?”. Chi è coinvolto?. Focalizziamoci sulla domanda “Quali sono i comportamenti messi in atto nell’uno e nell’altro caso?”

A partire da quest’ultimo stimolo chiedere a ciascun ragazzo di scrivere un articolo con l’obiettivo di far conoscere il cyberbullismo e i comportamenti di cyberbullismo.

Infine può essere utile anche fare un cartellone finale o un giornalino che raccolga tutti gli articoli prodotti dai ragazzi.

MATERIALE UTILE

DEFINIZIONI SCIENTIFICHE BULLISMODiciamo che un ragazzo/a subisce prepotenze quando un altro ragazzo/a o un gruppo di ragazzi/e:

gli/le dicono cose cattive e spiacevoli o lo/la prendono in giro o lo/la chiamano con nomi offensivi; lo/la ignorano o escludono completamente dal loro gruppo o non lo/la coinvolgono di proposito; gli/le danno colpi, calci, spinte o lo/la minacciano; dicono bugie o mettono in giro storie sul suo conto o inviano bigliettini con offese e parolacce; nessuno gli/le rivolge mai la parola e altre cose di questo genere.

Questi fatti possono accadere spesso ed è difficile per chi subisce prepotenze riuscire a difendersi. Si tratta sempre di prepotenze anche quando un ragazzo/a viene preso/a in giro ripetutamente e con cattiveria. Non si tratta di prepotenze quando due ragazzi/e, all'incirca della stessa forza, litigano tra loro o fanno la lotta.Gli elementi distintivi del bullismo sono:

4. intenzionalità 5. ripetizione nel tempo 6. squilibrio di potere tra il bullo e la vittima

CYBERBULLISMODiciamo che un ragazzo/a subisce prepotenze quando un altro ragazzo/a o un gruppo di ragazzi/e:

lo/la offendono e lo insultano tramite messaggi di testo, e-mails, pubblicati su siti, social networks o tramite telefono (es. telefonate mute) (SCRITTO – VERBALE);

diffondono foto o video che lo/la ritraggono situazioni intime, violente o spiacevoli tramite cellulare, siti web e social networks (VISIVO);

lo/la escludono dalla comunicazione online, dai gruppi (ESCLUSIONE); si appropria delle sue informazioni personali come le credenziali d’accesso all’account e-mail, ai

social networks, e le usa o rivela ad altri (IMPERSONIFICAZIONE).

Tabella sintesi dei possibili comportamenti di cyberbullismo (Smith, 2007):

FLAMING

Messaggi elettronici, violenti e volgari, mirati a suscitare “battaglie” verbali online, tra due o più contendenti, per una durata temporale determinata dall’attività on line condivisa.

HARASSMENT

Dall’inglese “molestia”, consiste in messaggi scortesi, offensivi, insultanti, disturbanti, che vengono inviati attraverso e-mail, SMS, MMS, telefonate sgradite o talvolta mute.

CYBERSTALKING

Quando l’harassment diviene particolarmente insistente ed intimidatorio e la vittima comincia a temere per la propria sicurezza fisica, il comportamento offensivo assume la denominazione di cyber-persecuzione.

DENIGRATION

In questo caso l’intento è quello di danneggiare la reputazione o le amicizie di un coetaneo, diffondendo pettegolezzi e/o altro materiale offensivo.

IMPERSONATION Se uno studente viola l’account di qualcuno può farsi passare per questa persona e inviare messaggi

con l’obiettivo di dare una cattiva immagine della stessa, crearle problemi o metterla in pericolo, danneggiarne la reputazione o le amicizie.

OUTING AND TRICKERY

Con il termine “outing” si intende una forma di cyberbullismo attraverso la quale, il cyberbullo, dopo aver “salvato” le confidenze spontanee (outing) di un coetaneo (SMS, Chat, etc), o immagini riservate ed intime, decide, in un secondo momento, di pubblicarle su un Blog e/o diffonderle attraverso E-mail.

EXCLUSION

Il Cyberbullo decide di escludere intenzionalmente un coetaneo da un gruppo online, da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password.

YBERBASHING O HAPPY SLAPPING

Si riprende l’aggressione fisica ai danni di un ragazzo/a e si pubblica online il video o le foto di tale aggressione. Le immagini pubblicate su internet vengono visualizzate da utenti ai quali la rete offre occasione di condivisione on line (possono commentare, aprire discussioni, votare il video, consigliarne la visione ad altri…).

SCHEDA 5 COSTRUIAMO UNO SPOT ANTI - CYBERBULLISMO E

SPOT PER L'USO SICURO DELLA RETE

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà riflettere su come proteggersi dal rischio di trovarsi in situazioni di cyberbullismo adottando delle regole di “uso sicuro” della rete e potrà pensare a strategie da adottare per prevenire il rischio online.

ATTIVITÀ FINALEBrevi spot per promuovere un uso sicuro di internet (chat, social networks, instant messaging, posta elettronica, giochi, blog ecc).

STIMOLIhttp://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/safer-internet-day-2016-67d534f4-51b8-49a3-b765-8a8a93bbe16d.html “Safer Internet Day, riflettori sui pericoli della rete”

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=BqtnYcfgLbM “Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!”https://www.youtube.com/watch?v=hWIXotxK6Jo “Posta con la testa”

https://www.youtube.com/watch?v=fCtLMGod0Ok “Usare internet in sicurezza”

http://www.generazioniconnesse.it/?s=80 “Super errori – Generazioni Connesse”

COME PROCEDERE

In classe riprendiamo la riflessione fatta (scheda di lavoro n° 3) sui possibili comportamenti che ci mettono a rischio quando navighiamo in rete (lasciare aperta la nostra pagina facebook, lasciare incustodito il nostro smartphone, dare la propria password al proprio amico/a o al/alla proprio/a fidanzato/a, accettare l’amicizia da persone sconosciute, iscriversi a un social senza leggere il suo regolamento, non conoscere e non impostare i criteri per difendere la propria privacy, etc).

Dopo questa riflessione, invitare i ragazzi a cercare risorse online che indichino come prevenire queste situazioni. Se vogliono, possono anche dedicarsi a un social network in particolare o a un sito web in particolare. In questo modo approfondiranno gli aspetti del suo funzionamento, potranno essere così più consapevoli del suo uso, delle impostazioni che si possono impostare a tutela della privacy e dei passi da fare per segnalare ad esempio contenuti inappropriati. Se fosse possibile connettersi ad internet da scuola, dividere i ragazzi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo) e dare loro il compito di trovare consigli utili per un uso corretto della rete. Se non ci fosse questa possibilità, la consegna sarà di fare questa ricerca online a casa, continuando in una giornata successiva l’attività in classe. Possibili fonti da cui trarre informazioni utili riguardo alla sicurezza in rete che possiamo consigliare ai ragazzi per la loro ricerca sono:http://www.generazioniconnesse.it/http://www.poliziadistato.it/articolo/31696/

Una volta raccolto il materiale, i ragazzi divisi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo) si devono confrontare e scrivere un cartellone con quelle che per loro sono le 5 regole importanti da seguire (possono riferirsi alla navigazione in generale, oppure all’uso delle chat, dei social networks, dell’instant messaging, all’uso della posta elettronica ecc).

Successivamente, ogni gruppo dovrà pensare a degli spot, slogan, per promuovere l’uso consapevole e sicuro delle nuove tecnologie. Tali spot potranno essere anche tema di cartelloni da esporre in classe e nella scuola.

MATERIALE UTILE

Esempi di regole per le linee guida da stilare: Usare le regole di netiquette quando si va online. Usare la tecnologia per un uso positivo. Chiedere aiuto a compagni e adulti se succede qualcosa di negativo. Potenziare le proprie abilità per navigare in modo sicuro. Riportare alle autorità se subisci o se osservi attacchi contro altri ragazzi. Usare una password a prova di intrusione e non condividerla. Ricordati sempre quando chiudi facebook (o un altro social network) di fare logout. Impostare la privacy: solo gli amici devono poter avere accesso al tuo profilo!. Non dare informazioni personali (indirizzo, scuola frequentata ecc): i tuoi amici sanno dove trovarti. Non inviare messaggi offensivi o di minaccia. Non rispondere a messaggi molesti o offensivi, a chi insulta o prende in giro. Segnalalo o bloccalo!. Se qualcuno ti mette a disagio, ti disturba, ti dice cose che ti imbarazzano o ti spaventano, ti

propone azioni che i tuoi genitori ti hanno detto di non compiere, o che per te non è giusto compiere, bloccalo immediatamente interrompendo i contatti; se è necessario denuncialo alla polizia postale.

Se ti succede qualcosa che ti mette a disagio parlane con una persona fidata. Pensa prima di condividere o pubblicare informazioni, non puoi sapere come potrebbero essere

utilizzate. Non pubblicare foto dove sono presenti altre persone senza la loro autorizzazione. Non accettare l’amicizia di persone che non conosci: alcune persone possono fingere di essere tuoi

coetanei…è facile fingere on-line!! Incontrare qualcuno che si è conosciuto solo tramite la rete non è una buona idea, anche se questa

persona ti ha inviato foto o se tu l’hai vista tramite la webcam. Se decidi di farlo porta con te degli amici e fallo sapere ad un adulto.

Le regole del buon comportamento non cambiano soltanto perché sei collegato al pc.

Possibili strategie se uno viene attaccato: Non rispondere, blocca il mittente! Cambia numero di telefono, indirizzo e-mail, username, account, profilo. Informa i gestori/proprietari del sito internet. Chiedi aiuto ad un amico. Chiedi aiuto ad un adulto. Denuncia gli episodi alle autorità. Tieni traccia del messaggio; conservalo come prova delle molestie. È indispensabile avere una prova

dell'accaduto quando cerchi aiuto o vuoi segnalare l'episodio.

NETIQUETTE:

MAI: - Rispondere a un messaggio quando sei arrabbiato. - Inoltrare il messaggio di qualcuno senza il suo permesso. - Dire delle cose online che non diresti faccia a faccia. - Dare la tua password a qualcuno (nemmeno al tuo migliore amico).

RICORDA - Che le persone online non necessariamente sono chi dichiarano di essere. - Che le cose che hai messo in rete (foto e informazioni personali) sono visibili da un

pubblico più ampio di quello della tua cerchia di amici. - Che è vietato copiare, pubblicare o diffondere le foto di altri senza il loro permesso.

PER I SOCIAL:

- “Studiamo i social”. Chiediamoci: “Come funziona questo social?, Quali sono i comportamenti da evitare? “Che tipo di rapporto stabilisco con gli altri attraverso questo social?.

- “Decidiamo cosa condividere”.- “Facciamo attenzione alle foto e ai dati geografici”.- “Pensiamo al futuro”. Ogni foto e ogni commento può essere memorizzato e copiato anche se lo

abbiamo cancellato dal nostro profilo.

2015-2016

scheda 1 - Definizione e conoscenza del bullismo e cyberbullismoscheda 2 - Chi è il cyberbullo?scheda 3 - Chi è la vittima?scheda 4 - Chi sono gli spettatori?scheda 5 - Usare internet in sicurezza

SCHEDA 1DEFINIZIONE E CONOSCENZA DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà conoscere la definizione di bullismo e di cyberbullismo, conoscerne le caratteristiche e così distinguere questi fenomeni da altri fenomeni connessi all’uso della rete e delle nuove tecnologie.

ATTIVITÀ FINALE

Scriviamo un articolo per far conoscere il fenomeno del cyberbullismo.

STIMOLIArticolihttp://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_09/pedopornografia-cyber-bullismo-sfide-un-internet-sicuro-70491cc6-b077-11e4-8615-d0fd07eabd28.shtml

http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-applicazioni-e-i-social-che-aiutano-i-cyber-bulli/

http://www.corriere.it/salute/pediatria/14_novembre_19/cyberbullismo-sempre-piu-diffuso-subito-31-cento-13enni-b708943e-6fd1-11e4-921c-2aaad98d1bf7.shtml

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=hUIwW2gpw6c “Storie di ordinariocyberbullismo – Gaetano”

https://www.youtube.com/watch?v=RFtk7ybMw0A “2012 - Indagine conoscitiva Condizione Infanzia: cyberbullismo e sexting”

https://www.youtube.com/watch?v=2aNEO0HN114&index=4&list=PL68A5FD05C2574063 “Stop al Cyberbullismo. Cyberbullismo: uno scherzo che fa male!”

COME PROCEDERE: Consegnare ai ragazzi gli articoli scelti tra quelli proposti o individuarne altri. Leggiamoli ad alta

voce in classe, se è possibile facendo vedere anche i video selezionati. Proporre ai ragazzi un brainstorming utile a raccogliere idee e pensieri che possono nascere a

seguito della lettura degli articoli e della visione dei video. Useremo questo flusso di pensieri per iniziare insieme una riflessione che ci condurrà alla definizione di bullismo e di cyberbullismo.Le domande a cui cercheremo di rispondere per poter definire i due fenomeni potranno essere: “Quando si parla di bullismo? Quando di cyberbullismo? Quali sono i comportamenti messi in atto nell’uno e nell’altro caso? Chi è coinvolto? Quali sono le differenze e le somiglianze tra i fenomeni?” .

A partire da queste informazioni e dalla discussione in classe chiedere a ciascun ragazzo di scrivere un articolo con l’obiettivo di far conoscere il cyberbullismo.

Infine può essere utile anche fare un cartellone finale o un giornalino che raccolga tutti gli articoli prodotti dai ragazzi.

MATERIALE UTILE

DEFINIZIONI SCIENTIFICHE BULLISMODiciamo che un ragazzo/a subisce prepotenze quando un altro ragazzo/a o un gruppo di ragazzi/e:

gli/le dicono cose cattive e spiacevoli o lo/la prendono in giro o lo/la chiamano con nomi offensivi; lo/la ignorano o escludono completamente dal loro gruppo o non lo/la coinvolgono di proposito; gli/le danno colpi, calci, spinte o lo/la minacciano; dicono bugie o mettono in giro storie sul suo conto o inviano bigliettini con offese e parolacce; nessuno gli/le rivolge mai la parola e altre cose di questo genere.

Questi fatti possono accadere spesso ed è difficile per chi subisce prepotenze riuscire a difendersi. Si tratta sempre di prepotenze anche quando un ragazzo/a viene preso/a in giro ripetutamente e con cattiveria. Non si tratta di prepotenze quando due ragazzi/e, all'incirca della stessa forza, litigano tra loro o fanno la lotta.Gli elementi distintivi del bullismo sono:

7. intenzionalità

8. ripetizione nel tempo 9. squilibrio di potere tra il bullo e la vittima

CYBERBULLISMODiciamo che un ragazzo/a subisce prepotenze quando un altro ragazzo/a o un gruppo di ragazzi/e:

lo/la offendono e lo insultano tramite messaggi di testo, e-mails, pubblicati su siti, social networks o tramite telefono (es. telefonate mute) (SCRITTO – VERBALE);

diffondono foto o video che lo/la ritraggono situazioni intime, violente o spiacevoli tramite cellulare, siti web e social networks (VISIVO);

lo/la escludono dalla comunicazione online, dai gruppi (ESCLUSIONE); si appropria delle sue informazioni personali come le credenziali d’accesso all’account e-mail, ai

social networks, e le usa o rivela ad altri (IMPERSONIFICAZIONE).Gli elementi distintivi che possono caratterizzare il cyberbullismo sono:

5. l’anonimato. La vittima può non conoscere l'identità del suo persecutore; 6. la riproducibilità e la grande diffusione pubblica delle informazioni (Slonje & Smith, 2008). Spesso si

verifica il coinvolgimento di un vasto pubblico e l'incapacità di rimuovere i contenuti dopo che questi sono stati condivisi online (Dooley, Pyżalski, & Cross 2009; Menesini et al., 2012; Nocentini et al., 2010);

7. la distanza esistente tra il bullo e la vittima. I comportamenti sono indiretti, mediati da un mezzo elettronico. Ne consegue che viene meno quel feedback espressivo tipico invece delle interazioni faccia a faccia (il cyberbullo non vede la reazione della cybervittima). L’assenza di segnali visivi combinata con la comunicazione scritta può alterare e rendere meno consapevoli di ciò che si fa (Nicoletti & Gallingani, 2009);

8. L’assenza di confini di spazio e di tempo . La vittima può subire l’attacco del cyberbullo in ogni luogo e in ogni momento della sua giornata.

DATII risultati emersi dalle ricerche che si sono interessate alle stime di prevalenza e incidenza di questo fenomeno evidenziano come la situazione italiana sia in linea con il panorama internazionale, mostrando come nelle scuole secondarie di primo e secondo grado il cyberbullismo sia un fenomeno presente e già piuttosto diffuso: il 6% dei ragazzi ha sperimentato qualche forma di cyberbullismo (EU Kids Online, 2014; Net Children Go Mobile, 2014). Altri report interni al nostro paese parlano di uno studente su 4 coinvolto nel fenomeno (Doxa Kids e Telefono Azzurro, 2014). In una ricerca condotta su un campione di adolescenti italiani, il 19,1 % dei ragazzi dichiara di esser stato vittima di episodi di cyberbullismo con riferimento agli ultimi tre mesi: di questi, ben l’8,9% sembra sperimentare forme gravi e durature di cybervittimizzazione (Palladino, Menesini, & Nocentini, 2015).Recentemente (Menesini, Nocentini, et al., 2012) è stata indagata l'incidenza del fenomeno “cyberbullismo” in sei diversi paesi europei: Spagna, Germania, Svezia, Estonia, Francia e Italia. Per quanto riguarda i dati italiani, tra le pratiche di cyberbullismo più diffuse, emerge l'invio di messaggi violenti o volgari (flamming), commesso dal 17,8% dei maschi e l'8,7% di femmine; la denigrazione (denigration) coinvolge il 10,2% dei ragazzi e il 6,9% delle ragazze; il furto di identità (impersonification) il 6,2% dei ragazzi e 4,1% delle ragazze; mentre l'8,4% dei cyberbulli e il 3,8% delle cyberbulle, esclude la vittima (exclusion) dai gruppi di amici online come mezzo per farle del male. Rispetto alle tecnologie utilizzate, emerge la presenza di diversi canali (sms, chiamate, chat, instant messaging , blog, social networks) utilizzati per compiere atti di cyberbullismo: tutto ciò evidenzia la complessità e le numerose sfaccettature di questo fenomeno.

SCHEDA 2CHI È IL CYBERBULLO?

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:

potrà approfondire il ruolo del cyberbullo, immaginare le sue caratteristiche, i suoi comportamenti e il motivo che lo spinge a fare il prepotente con gli altri.

ATTIVITÀ FINALECostruire un’ intervista al cyberbullo e role playing dell’intervista.

STIMOLIVideohttps://www.youtube.com/watch?v=WaNI7rMgt7E “L’anonimato della tecnologia può ferire”

https://www.youtube.com/watch?v=kXhZ1DZBW6g “Spot Polizia Postale - Il cyberbullismo è un reato”

COME PROCEDERE: Far vedere il video ai ragazzi. Dividere i ragazzi in gruppi di 4/5. A ogni gruppo dare la seguente consegna: “Avendo in mente gli

articoli letti nella prima scheda didattica (ndr possiamo fornire a ogni gruppo una copia degli articoli usati nella prima scheda didattica) e i video visti oggi, immaginate di dover organizzare un’intervista a un cyberbullo. Pensate alle domande che gli/le fareste, pensate a cosa gli/le vorreste chiedere per capire cosa gli/le passa per la testa mentre fa il prepotente. Scrivete tutte le domande che vi vengono in mente e poi sceglietene tre. Una volta decise le tre domande, immaginate anche come potrebbe rispondere il cyberbullo. Scrivete tutto, in modo da avere una sorta di copione da poter recitare”.

Finita questa prima fase, chiedere ai singoli gruppi di provare a mettere in scena l’intervista: i ragazzi dovranno decidere tra di loro chi farà il giornalista e chi il cyberbullo intervistato, provando a mettere in scena (role playing) l’intervista così come l’hanno pensata.

Terminato il lavoro nei piccoli gruppi, si torna al gruppo classe. Ogni gruppo metterà in scena la sua intervista, mostrando ai compagni il lavoro fatto. Mentre viene fatta l’intervista si riportano su un cartellone le domande e le relative risposte in modo da poter eventualmente condurre una riflessione finale rintracciando delle macrocategorie nelle risposte date dal cyberbullo. Alcuni esempi di categorie in cui poter raggruppare le risposte:

- MANCANZA DI EMPATIA (Perché fai così? Perché non me ne importa nulla dell’altro, di quello che prova, non mi preoccupa quello che prova e non me ne frega niente se sta male)- SODDISFAZIONE, PIACERE E INTENZIONALITÀ (Perché fai così? Ma ti diverti a comportarti così? Prendere in giro uno che non sa nemmeno difendersi è divertente, che poi quelli non dicono nulla, non sono mai aiutati e così ti diverti, ti senti potente)- DISEQUILIBRIO DI POTERE (Perché te la prendi proprio con lui/lei? É così facile prendere di mira proprio lui/lei, è un/a debole ed è facile prenderla in giro, farle fare quello che vuoi. Io sono più forte e potente, ho chi mi sostiene, chi si diverte con me per quello che faccio).

SCHEDA 3CHI È LA VITTIMA?

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà approfondire il ruolo della vittima, il suo vissuto, le sue difficoltà e i suoi comportamenti.

ATTIVITÀ FINALEStesura della richiesta di aiuto di una vittima che ha trovato il coraggio di scrivere alla rubrica del giornale e scrittura della possibile risposta.

STIMOLIArticolohttp://archiviostorico.corriere.it/2015/luglio/15/Sara_imparato_cantare_per_essere_co_0_20150715_9b4e849a-2ab3-11e5-9cc9-469a7cb66832.shtml

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=A4MHDoqWvlE “Condividi l'amicizia....No al Cyberbullismo”

https://www.youtube.com/watch?v=AX7noLn4AXA&list=PL68A5FD05C2574063&index=6 “Stop al Cyberbullismo: Videoconfessione di una vittima”

https://www.youtube.com/watch?v=wbJ7V6iKurE “Storie di ordinario Cyberbullismo 2 – Gaetano”

COME PROCEDERE: Fare leggere ai ragazzi l’articolo e far vedere loro i video selezionati. I ragazzi, divisi in piccoli gruppi, conducono una riflessione sulla vittima in termini di:

4. VISSUTO DELLA VITTIMA, le sue reazioni emotive, come si sente.5. COMPORTAMENTI DELLA VITTIMA, le sue reazioni comportamentali, cosa fa/cosa potrebbe

fare.6. CONSEGUENZE, gli effetti che il suo vissuto e i suoi comportamenti provocano negli altri.

Dopo questa riflessione iniziale condotta in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo), condividiamo insieme nel gruppo classe le idee e pensieri emersi. L’insegnante potrà aiutare i ragazzi in modo da fare emergere:

4. come la vittima si possa sentire umiliata, come essa provi vergogna, rabbia, paura, tristezza per ciò che subisce e per la sua incapacità di reagire, come questo possa comportare un conseguente senso di impotenza e di solitudine (VISSUTO EMOTIVO DELLA VITTIMA);

5. quali comportamenti, anche per il suo vissuto emotivo, la vittima mette in atto. Come essa si chiuda in se stessa, non reagisca, non riesca a chiedere aiuto, anzi come essa si isoli, acconsentendo a fare tutto ciò che le viene chiesto, come inizi a cambiare (non vuole andare a scuola, peggiora il suo rendimento scolastico, risponde male, non vuole parlare con nessuno, a casa si chiude nella sua stanza etc.) (COMPORTANTI DELLA VITTIMA);

6. quali conseguenze il comportamento e l’atteggiamento della vittima ha sugli altri, gli altri ad esempio non saranno particolarmente amichevoli, e non saranno quindi portati a offrirgli aiuto e a difenderla (CONSEGUENZE).

Fare un cartellone sul vissuto della vittima e sulle sue reazioni, mettendo insieme tutte le risposte date dai ragazzi.

Una volta delineato insieme il quadro della vittima ci spostiamo nuovamente a lavorare in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo). La consegna sarà: “Immaginate una situazione di cyberbullismo. Focalizzatevi sul punto di vista della vittima. Immaginate che voglia provare ad uscire da questa situazione, dare una svolta alla sua situazione. Ora provate a scrivere una sua possibile richiesta di aiuto da inviare alla rubrica di un giornale”.

Una volta che tutti avranno finito, date la seguente consegna: “Adesso spostatevi e focalizzatevi sul punto di vista del giornalista responsabile della rubrica. Provate a pensare a come potreste rispondere affinché la vittima non cada ancora di più in una condizione di disperazione. Provate a confortarla e a darle qualche consiglio”.

SCHEDA 4 CHI SONO GLI SPETTATORI?

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà approfondire il ruolo degli spettatori, capire le loro responsabilità morali e individuare delle strategie “sicure” per intervenire in difesa della vittima.

ATTIVITÀ FINALERole playing: “Cosa posso fare per non essere solo uno spettatore passivo”.

STIMOLIVideo1- https://www.youtube.com/watch?v=NwIb22Ydguk “Storie di ordinario Cyberbullismo 1 - L'amica”

2- https://www.youtube.com/watch?v=ZRuB0x1pHDA “Corto Cyberbullismo” (in un primo momento lo faremo vedere solo fino al minuto 5.17, il finale lo faremo vedere ai ragazzi solo dopo che sarà conclusa l’attività).

COME PROCEDERE Far vedere il primo video proposto. Ripercorrendo le precedenti schede didattiche, fare un piccolo

ripasso sui ruoli che fino ad ora avete individuato in un episodio di bullismo/cyberbullismo (bullo, vittima).

Aprire lo sguardo sul ruolo che possono assumere gli altri ragazzi durante un episodio di bullismo/cyberbullismo: cosa fanno quando vedono una situazione di bullismo/cyberbullismo? Ridono (es. online scrivono commenti su un post)? Incitano (es. online mettono “mi piace”)? Si uniscono alle prepotenze (es. online condividono il contenuto)? Aiutano la vittima (es. online scrivono di non essere d’accordo, segnalano)? Guardano?. Far emergere i seguenti ruoli: aiutante del bullo, difensore della vittima e spettatori passivi.

Ci concentreremo ora solo sugli spettatori passivi. Invitare i ragazzi a fare un brainstorming su: “Chi sono gli spettatori? Come si comportano e cosa fanno durante episodi di bullismo e/o di cyberbullismo? Perché non intervengo durante queste situazioni?”. Raccogliere le idee che emergono scrivendole sulla lavagna o su un cartellone.

Aiutare i ragazzi a fare una sintesi dei pensieri raccolti. Sottolineare come essere uno spettatore voglia dire guardare uno “spettacolo” senza fare nulla. Riflettere su come con il suo comportamento in qualche modo rinforzi il bullo che si sente incontrastato e potente perché al centro dell’attenzione. Riflettere anche su cosa prova lo spettatore, su come si sente e su quali dilemmi vive.

Fare vedere il secondo video (fermandolo al minuto 5.17). Dividere i ragazzi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo). Dare la seguente consegna: “Ripensate

al video che abbiamo visto. Cosa potrebbe fare la ragazza per non essere solo una spettatrice passiva di ciò che sta accadendo all’amica? Come potrebbe aiutarla? Di ogni possibile comportamento, cercate di evidenziare i possibili aspetti positivi, per lei e la vittima, ma anche quelli negativi. Ogni gruppo compila la tabella (ndr fornire ad ogni gruppo la tabella).

COSA PUÒ FARE? PRO-ASPETTI POSITIVIdella soluzione

CONTRO-ASPETTI NEGATIVI della soluzione

1-

2-

3-

Una volta che tutti hanno finito, chiedere ai ragazzi, rimasti divisi in piccoli gruppi, di costruire un copione per mettere in scena una situazione in cui gli spettatori decidono di non essere più passivi ma di fare qualcosa scegliendo tra le opzioni (nella tabella il “cosa fare?”) la soluzione che ritengono migliore (role playing).

MATERIALE UTILETeniamo bene a mente che il bullismo è un fenomeno sociale, di gruppo. Si sviluppa in un gruppo di pari in cui ogni membro gioca uno specifico ruolo: bullo, vittima, aiutante del bullo, difensore della vittima e spettatore passivo. Particolarmente importante, anche dal punto di vista dell’intervento, è il ruolo assunto dai cosiddetti spettatori. La dinamica di gruppo ci mostra come questi ultimi abbiano potenzialmente la possibilità di influenzare la situazione in diversi modi: rinforzare il comportamento del bullo, sostenendolo o accettandolo passivamente, o, al contrario, prendere le distanze dai bulli e difendere la vittima.I motivi che i ragazzi possono dare al perché non intervengono in aiuto della vittima possono riferirsi alle seguenti macro-aree:

-NON ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ (es. di risposte: non mi riguarda, non è un mio problema…)-TEMERE LE CONSEGUENZE (es.: ho paura, verrei poi isolato da tutti, verrei poi picchiato, diventerei io quello preso di mira…)-EFFICACIA DELL’INTERVENTO (es.: non serve a niente, non penso che il mio intervento possa essere utile…)-PRO-BULLO/COMPLICE DEL BULLO (es.: mi diverto a guardare, rido, se lo merita…)

ESEMPIO DI STRATEGIE: “COSA POTREI FARE PER NON ESSERE SOLO UNO SPETTATORE”1- PRENDERMI CURA DELLA VITTIMA:

ascoltarla; darle un sostegno emotivo; consolarla con parole confortanti per farle sentire di non essere sola e di essere capita; cercare di difenderla come meglio si può fare.

2- ADOTTARE COMPORTAMENTI PRO-VITTIMA in modo assertivo dire al cyberbullo di smetterla; coinvolgere la vittima nella propria rete sociale.

3- ADOTTARE COMPORTAMENTI ANTI-BULLO non diventare complice del bullo; non restare a guardare senza fare niente; non ridere, mostrare disapprovazione per quello che sta accadendo, non condividere, non mettere

mi piace etc. contrastarlo in modo assertivo.

4- CERCARE AIUTO chiedere agli amici; chiedere ad un adulto (genitori, insegnanti, allenatore ecc.); segnalare.

SCHEDA 5 USARE INTERNET IN SICUREZZA

CON QUESTA SCHEDA DIDATTICA IL RAGAZZO:potrà riflettere su come proteggersi dal rischio di trovarsi in situazioni di cyberbullismo adottando delle regole di “uso sicuro” della rete e costruendo lui stesso delle linee guida per l’uso corretto.

ATTIVITÀ FINALERegolamento per un uso più sicuro di internet (chat, social networks, instant messaging, posta elettronica, giochi, blog ecc).

STIMOLIViene dato ai ragazzi il compito di analizzare quali sono i pericoli della rete e come è possibile usare internet in modo sicuro.

Articolihttp://www.corriere.it/tecnologia/15_febbraio_10/safer-internet-day-italia-rischi-sicurezza-c36bc20e-b113-11e4-9c01-b887ba5f55e9.shtml

http://27esimaora.corriere.it/articolo/cyberworld-e-il-cyberbullismo2dove-si-nascondono-le-insidie-e-i-rischi/ (online c’è anche un video che precede l’articolo, e in fondo, un link (http://27esimaora.corriere.it/wp-content/uploads/2012/11/cyber_baldry_41.pdf) che rimanda a uno schema riassuntivo dei rischi legati alle varie tecnologie).

Videohttps://www.youtube.com/watch?v=fCtLMGod0Ok “Usare internet in sicurezza”

COME PROCEDERE In classe riflettere insieme su quali siano i possibili comportamenti che ci mettono a rischio quando

navighiamo e usiamo internet (lasciare aperta la nostra pagina facebook, lasciare incustodito il nostro smartphone, dare la propria password al proprio amico/a o al/alla proprio/a fidanzato/a, accettare l’amicizia da persone sconosciute, etc).

Dopo questa riflessione, invitare i ragazzi a cercare risorse online che indichino come prevenire queste situazioni. Se fosse possibile connettersi ad internet da scuola, dividere i ragazzi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo) e dare loro il compito di trovare consigli utili per un uso corretto della rete. Se non ci fosse questa possibilità, la consegna sarà di fare questa ricerca online a casa, continuando in una giornata successiva l’attività in classe. Possibili fonti da cui trarre informazioni utili riguardo alla sicurezza in rete che possiamo consigliare ai ragazzi per la loro ricerca sono:http://www.generazioniconnesse.it/http://www.poliziadistato.it/articolo/31696/

Una volta raccolto il materiale, i ragazzi divisi in piccoli gruppi (4/5 ragazzi per gruppo) si devono confrontare e scrivere un cartellone con quelle che per loro sono le 5 regole importanti da seguire (ndr possono riferirsi alla navigazione in generale, oppure all’uso delle chat, dei social networks, dell’instant messaging, all’uso della posta elettronica ecc).

Successivamente, ogni gruppo esporrà il suo cartellone alla classe. Raccogliamo un paio di regole da ogni gruppo (in modo da rendere tutti ugualmente partecipi) per fare il cartellone finale con le regole da appendere in classe.

MATERIALE UTILELa competenza digitale presuppone le competenze necessarie per utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione in modo responsabile e sicuro. Include lo sviluppo personale, sociale e metodologico del bambino e dell’adolescente che possiamo definire anche in termini di responsabilità e autonomia. L'acquisizione delle competenze digitali dovrebbe essere promossa con l'educazione e la formazione iniziale.

Esempi di regole per le linee guida da stilare: Usare le regole di netiquette quando si va online. Usare la tecnologia per un uso positivo. Chiedere aiuto a compagni e adulti se succede qualcosa di negativo. Potenziare le proprie abilità per navigare in modo sicuro. Riportare alle autorità se subisci o se osservi attacchi contro altri ragazzi. Usare una password a prova di intrusione e non condividerla. Ricordati sempre quando chiudi facebook (o un altro social network) di fare logout. Impostare la privacy: solo gli amici devono poter avere accesso al tuo profilo!. Non dare informazioni personali (indirizzo, scuola frequentata ecc): i tuoi amici sanno dove trovarti. Non inviare messaggi offensivi o di minaccia. Non rispondere a messaggi molesti o offensivi, a chi insulta o prende in giro. Segnalalo o bloccalo!. Se qualcuno ti mette a disagio, ti disturba, ti dice cose che ti imbarazzano o ti spaventano, ti

propone azioni che i tuoi genitori ti hanno detto di non compiere, o che per te non è giusto compiere, bloccalo immediatamente interrompendo i contatti; se è necessario denuncialo alla polizia postale.

Se ti succede qualcosa che ti mette a disagio parlane con una persona fidata. Pensa prima di condividere o pubblicare informazioni, non puoi sapere come potrebbero essere

utilizzate. Non pubblicare foto dove sono presenti altre persone senza la loro autorizzazione. Non accettare l’amicizia di persone che non conosci: alcune persone possono fingere di essere tuoi

coetanei…è facile fingere on-line!! Incontrare qualcuno che si è conosciuto solo tramite la rete non è una buona idea, anche se questa

persona ti ha inviato foto o se tu l’hai vista tramite la webcam. Se decidi di farlo porta con te degli amici e fallo sapere ad un adulto.

Le regole del buon comportamento non cambiano soltanto perché sei collegato al pc.

Possibili strategie se uno viene attaccato: Non rispondere, blocca il mittente! Cambia numero di telefono, indirizzo e-mail, username, account, profilo. Informa i gestori/proprietari del sito internet. Chiedi aiuto ad un amico. Chiedi aiuto ad un adulto. Denuncia gli episodi alle autorità. Tieni traccia del messaggio; conservalo come prova delle molestie. È indispensabile avere una prova

dell'accaduto quando cerchi aiuto o vuoi segnalare l'episodio.

NETIQUETTE:

MAI: - Rispondere a un messaggio quando sei arrabbiato. - Inoltrare il messaggio di qualcuno senza il suo permesso. - Dire delle cose online che non diresti faccia a faccia. - Dare la tua password a qualcuno (nemmeno al tuo migliore amico).

RICORDA - Che le persone online non necessariamente sono chi dichiarano di essere. - Che le cose che hai messo in rete (foto e informazioni personali) sono visibili da un

pubblico più ampio di quello della tua cerchia di amici. - Che è vietato copiare, pubblicare o diffondere le foto di altri senza il loro permesso.

Possibili fonti che offrono materiale utile:

http://www.generazioniconnesse.it/https://www.commissariatodips.it/approfondimenti/cyberbullismo.htmlhttp://www.poliziadistato.it/articolo/31696/

2014-2015

UDA

Cyberbullismo: unità di apprendimentoScheda a cura di Piero CattaneoIl rispetto delle regole come condizione fondamentale per garantire la convivenza civileLegittimazione della propostaLa prevenzione e il contrasto al bullismo vengono promossi e si consolidano nella scuola e nella vita di tutti i giorni attraverso esperienze che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente di vita, favorendo forme di cooperazione e di solidarietà.Il bullismo, nelle varie forme e nei diversi luoghi in cui si manifesta, è la negazione di questi valori che stanno alla base della convivenza civile.Quindi realizzare una Unità di Apprendimento a scuola sul rispetto delle regole della convivenza civile risponde a scelte educative fondate sulla Costituzione della Repubblica Italiana. In particolare l’esperienza è basata sulla prevenzione ed anche sul contrasto al bullismo in quanto contribuisce:− alla formazione della persona (uomo o donna che sta costruendo la sua identità, sulla base della sua autonomia e senso di responsabilità);− alla formazione del cittadino/a in quanto aiuta i giovani a rendersi consapevoli delle situazioni a rischio in cui può venirsi a trovare e a saperle affrontare con fermezza, responsabilità e comportamenti preventivi e/o di contrasto verso ogni forma di violenza e sopraffazione;− all’acquisizione di conoscenze e di competenze che stanno alla base della cultura del rispetto, della cooperazione e collaborazione con gli altri (coetanei o adulti).

Unità di Apprendimento

Il rispetto delle regole come condizione fondamentale per garantire la convivenza civile

1. Legittimazione della proposta

La prevenzione e il contrasto al bullismo vengono promossi e si consolidano nella scuola e nella vita di tutti i giorni attraverso esperienze che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente di vita, favorendo forme di cooperazione e di solidarietà.Il bullismo, nelle varie forme e nei diversi luoghi in cui si manifesta, è la negazione di questi valori che stanno alla base della convivenza civile.Quindi realizzare una Unità di Apprendimento a scuola sul rispetto delle regole della convivenza civile risponde a scelte educative fondate sulla Costituzione della Repubblica Italiana. In particolare l’esperienza è basata sulla prevenzione ed anche sul contrasto al bullismo in quanto contribuisce:− alla formazione della persona (uomo o donna che sta costruendo la sua identità, sulla base della sua

autonomia e senso di responsabilità);− alla formazione del cittadino/a in quanto aiuta i giovani a rendersi consapevoli delle situazioni a rischio

in cui può venirsi a trovare e a saperle affrontare con fermezza, responsabilità e comportamenti preventivi e/o di contrasto verso ogni forma di violenza e sopraffazione;

− all’acquisizione di conoscenze e di competenze che stanno alla base della cultura del rispetto, della cooperazione e collaborazione con gli altri (coetanei o adulti).

2. Un inventario di possibili itinerari educativi e didattici da proporre agli allievi di scuole secondarie di secondo grado, fondati su Aree di Responsabilità e su “compiti di realtà”, aventi valenze formative di prevenzione delle situazioni a rischio di bullismo e di contrasto nelle situazioni più critiche

La proposta ha il solo scopo di orientare i docenti a scegliere e ad adottare le iniziative educative e didattiche in relazione ai destinatari e al contesto.

Aree di responsabilità Nucleo tematico Compiti di realtà

Cultura e tempo libero

Attività sportiva

• organizzare tornei o incontri sportivi a scuola o tra scuole con chiare regole di comportamento;

• partecipare alle lezioni di scienze motorie con disponibilità verso tutti;

• rivedere le registrazioni di partite e/o incontri sportivi degenerate in risse e scontri e rilevare i comportamenti scorretti e riflettere sulle cause di tali comportamenti;

• promuovere in classe una discussione sulle esperienze personali di situazioni critiche vissute direttamente dentro e fuori delle aule scolastiche;

• indicare su un tabellone le forme e le modalità di bullismo rilevate nella scuola anche con riferimento alle differenze di genere;

• riportare, eventualmente in forma diretta, le frasi, le minacce, gli insulti, gli atti di violenza fisica e psicologica, gli sms e/o le frasi postate su Facebook dopo eventi sportivi a livello nazionale, internazionale e locale. Ovviamente la lettura e il commento delle espressioni (presentate con prudenza e massimo rispetto per le persone che le hanno ricevute) vanno fatte con lo scopo di riflettere sul senso e non senso di simili comportamenti.

Attività culturali

• organizzare e/o partecipare a eventi culturali artistici, musicali, teatrali per facilitare la comunicazione tra i giovani e stimolare comportamenti di collaborazione e di condivisione;Progettare-lavorare insieme su un compito comune, valorizzando il contributo di tutti è un modo per prevenire forme di bullismo

• promuovere e/o recuperare beni culturali abbandonati e utilizzati per scritte offensive o frasi allusive volgari e oscene verso persone;

• provvedere a rimuovere, graffiti, scritte e disegni offensivi sulle pareti della scuola (all’interno o all’esterno) e riflettere sui disagi, non solo materiali, di tali scritte o figure;

• progettare e realizzare spettacoli teatrali su temi legati alla prevenzione di forme di violenza tra giovani o organizzare dei cineforum per assistere a film su tematiche collegate a forme di bullismo e poi discutere con i giovani studenti sui comportamenti scorretti da prevenire e da contrastare.

Hobbies e viaggi costituire gruppi di giovani studenti per la

progettazione di viaggi (reali e/o virtuali) quali occasioni per conoscere nuovi mondi, nuovi ambienti, per ampliare le conoscenze su usi, costumi, modi di vita, relazioni tra coetanei, modi comunicare e di scambiarsi informazioni;

documentare le esperienze di viaggio segnalando le regole di vita, i modi di aggregazione giovanile, i sistemi di comunicazione più praticati;

scegliere e organizzare i propri hobbies con la condivisione e la collaborazione dei compagni di classe; ad esempio scegliere un libro, un film, una musica, un concerto, un’attività di volontariato, una serata da trascorrere insieme, ecc.;

recuperare, ripristinare oggetti di uso quotidiano, organizzare un mercatino dell’usato a scopo benefico; promuovere e partecipare al banco alimentare per aiutare persone indigenti, promuovere raccolte di abiti e indumenti per la Caritas o altre Associazioni di volontariato.

Responsabilità sociale

Vita sociale

• aderenza a iniziative sociali (campagna contro il bullismo);• assumere impegni organizzativi per la promozione di

iniziative informative e formative per i giovani contro le forme di violenza;

• collaborare con organi di stampa e social network per la divulgazione di informazioni su fatti e eventi riconducibili ad atti di bullismo e per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Iniziative per la qualità della vita

assumere e/o promuovere iniziative per l’affermazione di diritti o per campagne di opinione (contro la violenza, contro le sopraffazioni, contro il bullismo) nell’ambiente di vita allo scopo di sensibilizzare le persone e di responsabilizzarle in chiave di prevenzione e di contrasto verso comportamenti scorretti.

3. La scelta di un “compito di realtà” e la sua rappresentazione operativa e progettuale

Ad esempio, un compito potrebbe essere:

Progettare e realizzare un pieghevole sulle manifestazioni interne alla scuola sul bullismo, da destinare agli allievi, ai loro genitori e ai cittadini di un quartiere.

La proposta potrebbe essere rivolta tanto agli allievi di un primo biennio di scuola secondaria di secondo grado o al secondo biennio o al quinto anno.La scelta ovviamente sarà effettuata dopo un’attenta lettura della situazione interna alla scuola, con uno sguardo attento anche al contesto sociale, culturale e ambientale in cui la scuola agisce.La realizzazione del pieghevole informativo prevede alcune operazioni essenziali.

1. Analisi della situazione della scuola circa atti e/o forme di bullismo riscontrate o comunque evidenziate informalmente dagli allievi. Una lettura attenta e fondata dei bisogni aiuta a dare impulso all’iniziativa e a coinvolgere responsabilmente i giovani studenti.La rilevazione dei “bisogni” permette, in alcuni casi, di conoscere episodi e situazioni critiche tra studenti a causa di forme latenti e non dichiarate di bullismo.

Dalla lettura della situazione scolastica derivano criteri circa le iniziative da prendere e le forme di coinvolgimento da attuare verso gli allievi, i docenti, i familiari e altri interlocutori.

2. L’approfondimento delle informazioni raccolte in merito a eventi di bullismo realizzati nella scuola o fuori delle pareti scolastiche.Possedere alcuni dati oggettivi sulla situazione effettivamente presente nella propria scuola è di fondamentale importanza all’inizio di un qualsiasi percorso di intervento, in quanto consente di:− accertare in modo puntuale dove e in che modo si manifestano situazioni di prepotenza,

sopraffazione, violenza;− rendere il personale della scuola (dirigente, docenti, personale ATA), gli alunni e i genitori più

consapevoli del problema e della sua gravità nel contesto esaminato;− motivare il dirigente scolastico, i docenti, i genitori e gli allievi stessi ad agire in chiave di prevenzione

e/o di contrasto al bullismo;− definire, se è il caso, un livello iniziale di presenza del fenomeno con cui confrontarsi dopo aver

realizzato l’intervento (nel caso specifico il pieghevole informativo).

Per questo motivo un modo per iniziare questa fase di conoscenza del problema può essere quello di costruire personalmente un questionario a partire dalle specifiche esigenze e priorità della propria scuola. Questa operazione risulta utile soprattutto ai livelli scolastici più alti, quando vi è la possibilità di coinvolgere gli studenti stessi in maniera attiva nel processo di lettura/conoscenza del fenomeno.Occorre inoltre prestare particolare attenzione ad alcuni indicatori diretti o indiretti del problema.

Indicatori di fenomeni di vittimizzazione da approfondire in collaborazione con le famiglie:• difficoltà ad andare a scuola;• richiesta frequente di soldi o oggetti;• danni a cose o vestiti;• segni di percosse o di violenza fisica;• disturbi notturni del sonno, paure poco giustificate, forte ansia;• altri sintomi o segnali di disagio: insicurezza, bassa autostima e sentimenti di depressione;• chiusura e isolamento sociale;• vulnerabilità;• rendimento scolastico basso o discontinuo.

Indicatori di possibile coinvolgimento in comportamenti prepotenti:• apparente spavalderia e tracotanza;• apparente elevata autostima;• mancanza di empatia per agli altri e per la vittima in particolare;• scarsa cooperazione;• atteggiamento favorevole alla violenza;• forte bisogno di dominare e di affermarsi nel gruppo;• scarso rendimento scolastico.

Indicatori di un possibile coinvolgimento nel ruolo di bullo-vittima:• forte emotività ed irritabilità;• difficoltà di controllo e regolazione delle emozioni, rabbia e/o pianto frequenti;• difficoltà di attenzione;• iperattività;• comportamenti provocatori e conflittuali.(da Linee Guida sul bullismo per la scuola toscana)

3. Il coinvolgimento degli allievi (di una classe o di un gruppo rappresentativo degli studenti di più classi) per la selezione delle informazioni da presentare sul pieghevole, la scelta del modo con cui presentarle, e dei requisiti grafico-estetici del dépliant.Ad esempio, si potrebbe utilizzare il seguente schema di sintesi per selezionare le informazioni ritenute necessarie:

CHE COS’È IL BULLISMOLa definizione scientificaIl bullismo è un abuso di potere. Secondo gli studi che per primi hanno affrontato questo problema 1, perché una relazione tra soggetti possa prendere questo nome devono essere soddisfatte tre condizioni:1. si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta;2. queste azioni sono reiterate nel tempo;3. sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni più deboli e incapaci di difendersi (vittime).

Le manifestazioni del bullismoLa letteratura2 ci dice che il bullismo può esprimersi attraverso forme diverse:- psicologica (esclusione, maldicenza), prevalentemente femminile;- verbale (prese in giro, minacce, insulti), sia maschile che femminile;- fisica (aggressioni, tormenti) prevalentemente maschile.In questa terza categoria vengono generalmente compresi anche il danneggiamento degli oggetti personali, i furti e le estorsioni.Restano esclusi, ma di volta in volta riconducibili ad una delle categorie appena enunciate, gli scherzi pesanti che spesso sono tra le forme di umiliazioni più pesanti per ragazzi di questa età.

I protagonisti del bullismoAd una prima osservazione i ruoli in gioco si direbbero “il bullo e la vittima”, ma è già abbastanza chiaro che le cose non sono così semplici.Tra gli attori di prepotenze si distingue3:- il bullo leader, ideatore delle prepotenze (non sempre perpetratore);- i gregari, che partecipano alle prepotenze sotto la sua guida;- i sostenitori, coloro che assistono senza prendere parte all’azione ma sostenendola attivamente con incitamenti, risolini e via di seguito. Il fatto che gli studi sul bullismo li includano tra gli autori di prepotenza dà un’indicazione chiara di quanta responsabilità si voglia restituire a chi guarda, cioè a chi in buona misura contribuisce a determinare il fenomeno aggravando la situazione della vittima e costruendo aspettative di ruolo verso i bulli che si espongono maggiormente.

Tra le vittime si parla di:- vittima passiva, che subisce le prepotenze senza riuscire a reagire;- vittima provocatrice, che ingaggia duelli serrati con il bullo, stuzzicandolo, fino a che questo non risponde con un’azione di prepotenza.

Infine gli astanti:- gli spettatori neutrali che non prendono una posizione di fronte alle prepotenze o che non sono mai presenti agli episodi;- i difensori della vittima, gli unici ad assumersi il rischio di andare contro corrente di fronte all’autorità del più forte e a vivere la scuola in modo non schizofrenico, con una coerenza di fondo tra ciò che si mostra nel rapporto con gli adulti e ciò che si incarna nella relazione con i compagni.(da Buccoliero-Maggi, Bullismo, bullismi, FrancoAngeli, Milano, 2005).

1 In italiano vedi D. Olweus, Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono, Firenze, Giunti, 1996, e S. Sharp, P. Smith, Bulli e prepotenti nella scuola, Trento, Erikson, 19852 Le modalità assunte dal bullismo sono illustrate un po’ in tutti i testi sull’argomento. Vedi ad esempio in S. Sharp, P. Smith, op. cit. o, più recentemente, E. Menesini (a cura di), Bullismo: le azioni efficaci della scuola, Trento, Erikson, 2003.3 Salmivalli C., et al., Bullying as a group process: Participant roles and their relations to social status within a group , “Aggressive Behavior”, vol. 22, anno 1996, pagg. 1-15.

Ma oggi la scuola, e non solo, ha a che fare con un “bullismo virale”: un fenomeno in continua ascesa in tutto il mondo che è alimentato e aumentato dalla diffusione delle nuove tecnologie che hanno allargato a dismisura mezzi e manifestazioni.Dal bullismo “analogico”, cioè legato a forme di comunicazione via cavo (es. telefono, video, manifesti e/o rappresentazioni tramite radio e TV locali) al “cyberbullismo”: oggi i social network sono diventati gli strumenti chiave per “fare del male” attraverso la diffusione di foto/immagini denigratorie, la creazione di gruppi “contro” persone, ma anche “postando” profili offensivi e non veritieri su Facebook o su skipe, inviare messaggi privati poi resi pubblici o sms/mms/e-mail aggressivi e minacciosi.

Alcuni autori distinguono tre tipologie principali di bulli:

1. il BULLO DOMINANTE – Questi sono ragazzi per lo più maschi, più forti fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni. Presentano un’elevata autostima e sono caratterizzati da un atteggiamento favorevole verso la violenza. Dal punto di vista delle credenze e della rappresentazione del problema, ritengono che l’aggressività possa essere positiva poiché aiuta ad ottenere ciò che si vuole e sono sempre pronti a giustificare il proprio comportamento assumendo atteggiamenti di indifferenza e scarsa empatia verso la vittima. Si caratterizzano per comportamenti aggressivi sia verso i compagni che verso gli adulti. Oltre a prendere l’iniziativa nell’aggredire la vittima sono anche capaci di istigare altri compagni a farlo. Si ritiene che i bulli abbiano un’elevata conoscenza sociale e notevoli abilità nella comprensione della mente dell’altro, che utilizzano però al fine di manipolare la situazione a proprio vantaggio.

2. il BULLO GREGARIO – Sono ragazzi più ansiosi dei primi, spesso con difficoltà a livello di rendimento scolastico, sono poco popolari nel gruppo ed insicuri. In genere tendono a farsi trascinare nel ruolo di aiutante o sostenitore del bullo poiché questo comportamento può dar loro un’identità di affermazione all’interno del gruppo.

3. il BULLO-VITTIMA – Sono definiti anche vittime aggressive o provocatrici, pur subendo le prepotenze dei compagni, mostrano uno stile di interazione di tipo reattivo e aggressivo (Olweus, 1993). Spesso sono bambini emotivi, irritabili e con difficoltà di controllo delle emozioni; hanno atteggiamenti provocatori e iper-reattivi di fronte agli attacchi dei compagni. Il loro comportamento agitato, accompagnato sovente da difficoltà sul piano cognitivo e dell’attenzione e da modalità provocatorie verso gli altri, innesca facilmente un circolo vizioso di elevata conflittualità. Sono molto impopolari tra i compagni e provengono da contesti familiari altamente conflittuali e coercitivi.

E le vittime, quali caratteristiche ricorrenti o comuni hanno?La letteratura distingue 2 tipologie principali:

1. LA VITTIMA PASSIVA – Sono ragazzi tendenzialmente passivi che non sembrano provocare in alcun modo le prepotenze subite: sono soggetti calmi, sensibili e contrari all’uso della violenza, e, se maschi, più deboli fisicamente rispetto alla media dei compagni. Sono caratterizzati da un “modello reattivo ansioso o sottomesso” che segnala ai bulli la loro insicurezza, la passività e la difficoltà a reagire di fronte alle prepotenze subite (Olweus, 1993).

2. LA VITTIMA PROVOCATRICE – Sono ragazzi che col loro comportamento irrequieto, iper-reattivo ed irritante, provocano gli attacchi subiti e spesso contrattaccano le azioni dell’altro. Questa categoria di vittime è sovrapponibile a quella dei “bulli-vittima”, ossia di quei soggetti che, sottoposti a un test diagnostico, ottengono punteggi sopra la norma sia di vittimizzazione che di bullismo, in quanto, oltre ad mettere in atto le prepotenze, le subiscono pure.

A questo punto si rende necessaria una riflessione sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (i cosiddetti social network) quale mezzo e strumento diffuso per forme di “bullismo”. È il cosiddetto “cyberbullismo”, rispetto al quale è necessario ed urgente approntare strategie formative dei docenti e degli allievi per prevenire e contrastare questo dilagare di forme di violenza e di aggressione tramite i mezzi tecnologici sempre più sofisticati.

4. L’uso “distorto” delle tecnologie: i social network e il bullismo

Il dibattito sulle valenze formative e/o sui danni provocati dai social network nei processi di formazione dei giovani è ancora molto acceso.Le innovazioni nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno sicuramente dato un contributo innegabile allo sviluppo delle Reti a livello mondiale, rendendo sempre più brevi le distanze tra le varie parti del mondo.L’era della globalizzazione del pianeta nasce con il diffondersi delle tecnologie dell’informazione che accorciano molto le distanze tra i vari Stati sul piano delle comunicazioni.Ma ogni medaglia ha il suo rovescio: se da un lato è incontrovertibile il beneficio dei social network al progresso dell’umanità, dall’altro l’uso distorto di questi mezzi spesso produce danni irreparabili sia nel rapporto tra Stati, sia nei rapporti privati che diventano spesso di dominio pubblico.Chi si occupa di educazione e di formazione da alcuni anni si preoccupa di mettere a punto una nuova pedagogia e una nuova didattica capaci di aiutare i giovani allievi a capire, a riconoscere le potenzialità degli strumenti tecnologici (social network attraverso PC, telefonini, iPad, iPhone, smartphone, ecc.) anche nella manifestazione dei sentimenti personali, delle emozioni, delle dimensioni e degli stati affettivi delle persone.Le tecnologie più avanzate possono diventare motivo, mezzo e occasioni per “fare del male” là dove si usa violenza verso le persone, superando i confini della privacy proprio nel mondo degli affetti e delle emozioni, degli stati d’animo, delle relazioni interpersonali, dei progetti di vita. In sintesi, della propria identità.Da più parti si sostiene che occorre oggi promuovere un’alfabetizzazione morale ed emozionale “reale” nei giovani che valga nella vita di tutti i giorni, a scuola, fuori della scuola, in Rete, ovunque.E allora occorrono piccole attenzioni perché le tecnologie possano essere utilizzate in modo corretto e coerente con le funzioni per cui sono state progettate e prodotte.Sarebbe sufficiente aiutare i giovani a riconoscere che costituisce una risorsa per la prevenzione tutto ciò che migliora:• la conoscenza reciproca tra gli allievi;• l’autostima;• l’apertura verso la diversità;• l’affermazione che ogni persona ha il diritto di essere rispettata;• l’empatia, ovvero la capacità di sentire le emozioni degli altri;• il senso di partecipazione e responsabilità per la vita scolastica e di classe;• l’affermazione di regole di convivenza condivise e riconosciute;• la possibilità di affrontare i conflitti invece di negarli;• la riduzione del pregiudizio;• l’uso delle tecnologie nel processo di conoscenza e di relazione tra gli allievi, tra questi e i loro docenti,

tra i giovani e altri giovani con cui interagiscono nel mondo reale e in quello virtuale.

In particolare nella scuola, di fronte ad un caso di bullismo, è importante intervenire tempestivamente da parte dei docenti:• attivando e coinvolgendo i colleghi del Consiglio di classe;• lavorando con il gruppo-classe;• attivando un supporto individuale per chi subisce e per chi mette in atto prepotenze;• prevedendo sanzioni misurate agli episodi;• informando e coinvolgendo le famiglie;• quando necessario, chiedendo una consulenza ad esperti;• facendo riferimento alle Forze dell’Ordine nel caso in cui si verifichino reati.(da Linee Guida su Bullismo per la scuola toscana)

5. La programmazione della situazione formativa collegata con il compito di realtà

L’iniziativa, promossa a livello di Consiglio di classe, prevede l’accordo tra i docenti circa le operazioni da compiere con gli allievi della classe o delle classi interessate e la selezione dei contributi specifici delle discipline coinvolte per la realizzazione del compito di realtà.Nel caso specifico:- Italiano- Scienze e Matematica- Tecnologia- Arte- Psicologia e Pedagogia- Filosofia e storia

Ciascun docente, in relazione alla specifica disciplina di insegnamento, aiuta gli allievi a selezionare i saperi, le conoscenze ritenute più utili per la redazione del pieghevole e li aiuta a cogliere le valenze formative per prevenire forme di prepotenza, di sopraffazione, di bullismo.La realizzazione del pieghevole, la sua presentazione agli allievi, ai genitori, al personale della scuola rappresentano momenti informativi e formativi importanti per prendere consapevolezza delle potenzialità delle tecnologie e degli “effetti” devastanti se usate in maniera scorretta nei confronti di persone a cui si vuol “fare del male”.