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1 Argomentario lungo Votazione del 25 settembre 2016 Iniziativa dei Verdi «Per un’economia sostenibile ed efficiente in ma- teria di gestione delle risorse (economia verde)»

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Argomentario lungo

Votazione del 25 settembre 2016

Iniziativa dei Verdi

«Per un’economia sostenibile ed efficiente in ma-teria di gestione delle risorse (economia verde)»

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L’essenziale in breve La Svizzera è già «verde». Il nostro paese si situa tra i migliori al mondo in materia di gestione delle risor-se, di protezione dell’ambiente e di riciclaggio dei rifiuti. Le poste in gioco sono globali, ma il nostro paese ha già preso un largo anticipo in molti settori, come ad esempio in materia di efficienza energetica: le gra-duatorie mondiali lo dimostrano. Sono ovviamente possibili altri miglioramenti e le diverse misure prese volontariamente mostrano la costante preoccupazione degli Svizzeri in materia. Ma questo non basta ai Verdi. La loro iniziativa «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)» vuole inserire nella Costituzione federale il principio di un’«economia circolare» estremamente vincolante. Entro il 2050, la Svizzera dovrebbe così diminuire il suo consumo di risorse di almeno il 65%. La Confederazione, i cantoni e i comuni sono tenuti ad adottare misure – che l’iniziativa si guarda bene dal precisare – allo scopo di raggiungere questo obiettivo radicale. Se gli effetti benefici per la protezione dell’ambiente fossero vicini allo zero, le ripercussioni negative sulla vita dei cittadini e delle imprese sarebbero estremamente serie.

Il Consiglio federale invita a votare NO all’iniziativa dei Verdi Nel suo messaggio, il Consiglio federale lancia l’allarme: «a breve termine, invece, le economie domesti-che e le imprese dovrebbero sopportare costi supplementari derivanti dall’introduzione di tasse ambientali e prescrizioni»1. Esso precisa inoltre che «i prezzi per i beni e servizi che causano esternalità negative aumenterebbero fortemente». Il Consiglio federale ritiene che, per tentare di raggiungere gli obiettivi dell’iniziativa, occorrano misure drastiche sia dal lato dell’offerta sia da quello della domanda; obiettivi che sconvolgerebbero radicalmente il nostro sistema e qualità di vita e metterebbero direttamente in pericolo molte imprese e impieghi.

Secondo i calcoli del Consiglio federale, una diminuzione del consumo di un massimo del 40% è possibile, ma solo attuando misure drastiche, sforzi e sacrifici molto importanti. Esso ritiene per contro che la ridu-zione del 65% pretesa dall’iniziativa sia «irraggiungibile» e che pertanto l’iniziativa non possa «essere applicata»2. Il governo, nonché il Parlamento, raccomandano dunque di respingere questa iniziativa dal titolo seducente ma dalle conseguenze drammatiche per la Svizzera.

Il Parlamento respinge nettamente le proposte dell’iniziativa Durante il voto finale in Parlamento, il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa dei Verdi con 128 no con-tro 62 sì e 2 astensioni. Anche il Consiglio degli Stati ha chiaramente rifiutato questo testo con 31 voti con-tro 13.

Una vasta alleanza dice NO al diktat dei Verdi Il Consiglio federale e il Parlamento rifiutano risolutamente questa iniziativa estrema. I rappresentanti del PPD, PLR, dell’UDC e del PBD dicono chiaramente NO. Anche gli ambienti economici, il commercio, gli ambienti agricoli, i proprietari di alloggi, gli ambienti automobilistici, l’industria alberghiera, la ristorazione e il turismo si pronunciano contro questa iniziativa.

Privazioni massicce per tutti Le conseguenze dell’iniziativa comporterebbero un cambiamento radicale per la società svizzera e questo senza un reale miglioramento della salvaguardia del nostro ambiente. Un’applicazione dell’iniziativa in Svizzera avrebbe unicamente degli effetti molto concreti sui posti d’impiego nel nostro paese e sulle scelte individuali dei cittadini elvetici. Essa provocherebbe un’accelerazione della deindustrializzazione dell’economia – già sottoposta a forti turbolenze a seguito della fine del tasso minimo di cambio e alla ri-messa in discussione degli accordi bilaterali con l’Unione europea – e una diminuzione generale dei posti di impiego. Ma l’iniziativa genererebbe anche un cambiamento di paradigma della nostra società: le scelte individuali odierne sarebbero molto limitate domani. Di fatto, i Verdi vogliono trasferire queste scelte relati-ve al consumo allo Stato, che direbbe ad ogni persona cosa si può o non si può fare. Una simile rivoluzio-ne del rapporto Stato-cittadini, con il pretesto della buona coscienza ecologica, dev’essere combattuta.

1 Messaggio del Consiglio federale del 12 febbraio 2014 relativo all’iniziativa popolare «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)» 2 Ibidem

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I principali argomenti del campo dei NO

No a un’iniziativa estrema Ridurre il consumo di risorse di almeno due terzi (65%) per raggiungere lo scopo stabilito dall’iniziativa dei Verdi è una misura estremamente radicale. Nessun altro paese si è imposto tali vincoli. Le conseguenze sulla vita quotidiana degli svizzeri, sui posti d’impiego e sull’economia sarebbero drammatiche. Bisogne-rebbe così diminuire fortemente, per non dire sopprimere il consumo di prodotti animali o rinunciare total-mente all’utilizzo di combustibili fossili.

No a una vita pilotata dallo Stato L’iniziativa dei Verdi priverebbe i cittadini della loro libertà di scelta del loro stile di vita. Essa trasferirebbe questa scelta allo Stato, che determinerebbe quali cose si possono fare e quali no. Ogni svizzero dovrebbe modificare radicalmente il proprio stile di vita: bisognerebbe cambiare l’alimentazione, limitare la mobilità e abitare con molti meno comfort.

No a un aumento massiccio dei prezzi Lo Stato dovrebbe introdurre forti vincoli per invogliare il consumatore a cambiare comportamento. Nuove tasse ambientali causerebbero l’aumento del costo degli spostamenti, delle derrate alimentari e degli al-loggi. L’isola dai prezzi elevati svizzera sarebbe rafforzata e il potere d’acquisto degli svizzeri diminuirebbe. Prodotti come il caffè o i kiwi, le vacanze al mare o appartamenti spaziosi sarebbero così proibitivi da di-ventare un lusso per la classe media.

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Indice

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3 8

4 10

5 11

6 13

7 14

8 17

9 18

10 18

11 23

Cosa propone l’iniziativa?

L’impronta ecologica: una nozione molto contestata

La Svizzera ben posizionata in materia di utilizzo delle risorse

NO a un’iniziativa estrema

NO ad una vita pilotata e controllata dallo Stato

NO a un massiccio aumento dei prezzi e delle tasse

NO alla decrescita dell’economia e degli impieghi

NO alla Svizzera come unico attore internazionale

Allegato 1 - Le principali misure da attuare

Allegato 2 – Scheda informativa sull’alimentazione: Addio alla carne nei nostri piatti!

Salutiamo il rincaro dei prezzi degli alimentari…

Allegato 3 – Scheda informativa sui trasporti: Viaggi più costosi e forti restrizioni della

mobilità

12 Allegato 4 – Scheda informativa alloggi: in alto gli affitti e in basso il comfort 27

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1 Cosa propone l’iniziativa?

L’iniziativa popolare dei Verdi «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risor-se (economia verde)» propone di iscrivere un nuovo articolo 94a nella Costituzione federale. Lo scopo è quello di orientarsi ad un’economia più compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, come indicano i principi generali fissati dall’iniziativa:

• Mettere in atto un’economia sostenibile basata su una gestione efficiente delle risorse• Promuovere la chiusura dei cicli di vita dei materiali• Fare in modo che l’attività economica non pregiudichi le risorse naturali, non minacci l’ambiente o cau-

si dei danni

Nel loro testo, gli iniziativisti lasciano intendere che i consumatori facciano già la loro parte e che sono le imprese che dovrebbero attuare degli sforzi per utilizzare più efficacemente le risorse. Ora, la realtà mostra che le imprese svizzere sono esemplari nei settori presi di mira dall’iniziativa (vedi capitolo 3).

Diminuzione del 65% del consumo di risorse Il perno dell’iniziativa è l’obiettivo che essa fissa nelle disposizioni transitorie della Costituzione (art.197 cap. 8). Entro il 2050, la Svizzera deve ridurre la sua impronta ecologica all’ «equivalente di un pianeta», mentre attualmente è di circa tre pianeti3. Secondo lo studio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente4, questo richiede di dividere il consumo di risorse in Svizzera – come ad esempio delle risor-se energetiche, del terreno edificabile o agricolo, o ancora dei metalli utilizzati nell’industria – di almeno due terzi (-65%) entro il 2050.

Lo Stato otterrebbe pieni poteri per guidare il comportamento delle imprese e dei cittadini Per raggiungere l’obiettivo dell’iniziativa, i poteri pubblici ricevono maggiori competenze al fine di dettare il comportamento dei cittadini e delle imprese. L’iniziativa prevede che la Confederazione fissi degli obiettivi a medio e lungo termine. Essa si vede attribuire ampie competenze per agire in questo senso. Essa può in particolare: • prendere delle misure fiscali o budgetarie, in particolare tasse d’incentivazione• elaborare prescrizioni applicabili ai processi di produzione, ai prodotti e ai rifiuti• promuovere la ricerca e la commercializzazione di beni e serviziAnche i cantoni e i comuni sono invitati ad agire nel limite delle loro competenze

I tre principali difetti di questa iniziativa Oltre all’obiettivo estremo che essa impone, l’iniziativa comporta tre importanti difetti: • La divisione per tre del consumo delle risorse è solo un minimo, poiché non tiene conto della crescita

della popolazione e dell’economia, sia svizzera sia mondiale. Secondo i calcoli dell’impronta ecologica, questa crescita diminuisce le risorse a disposizione per individuo e aumenta ulteriormente gli sforzi da realizzare in Svizzera per rispettare l’obiettivo iscritto nella Costituzione.

• Secondo il Consiglio federale, oltre la metà dell’impatto ambientale della Svizzera avviene all’estero,poiché la Svizzera importa molto. Non abbiamo nessun mezzo per influenzare le condizioni di produ-zione all’estero. In altre parole, bisognerà attuare ancora più sforzi in Svizzera per «compensare» l’impatto ambientale che ha luogo al di fuori delle nostre frontiere, se si vuole realmente rispettare la volontà dei promotori dell’iniziativa.

• L’impronta ecologica è oggetto di serie critiche scientifiche rispetto ai metodi utilizzati per calcolarla ealla validità dei risultati ottenuti. Alcuni la considerano come un ottimo gadget di marketing, ma in nes-sun caso, come un elemento che permetta di misurare l’impatto ambientale di un ecosistema. L’impronta ecologica non può pertanto, in nessun caso, servire da riferimento ed essere iscritta nella nostra Carta fondamentale, la Costituzione federale5.

3 p. 7 4 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 5 p. 6

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Testo dell’iniziativa

La Costituzione è modificata come segue:

Art. 94a (nuovo) Economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse 1 La Confederazione, i cantoni e i comuni operano a favore di un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse. Promuovono la chiusura del ciclo della materia e provvedono affinché le attività economiche non pregiudichino il potenziale delle risorse naturali, evitando il più possibile i pericoli e i danni all’ambiente. 2 Per attuare i principi di cui al capoverso 1, la Confederazione fissa obiettivi a medio e lungo termine. All’inizio di ogni legislatura redige un rapporto sul grado di raggiungimento di tali obiettivi. Nel caso in cui essi non vengano raggiunti, nell’ambito delle loro competenze la Confederazione, i cantoni e i comuni adottano misure supplementari o rafforzano quelle esistenti. 3 Per promuovere un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse, la Confedera-zione può segnatamente: a promuovere la ricerca, l’innovazione e la commercializzazione di beni e servizi, nonché le sinergie fra attività economiche; b emanare prescrizioni sui processi di produzione, sui prodotti e sui rifiuti, nonché sugli acquisti pubblici; c adottare misure di natura fiscale o budgetaria; in particolare può istituire incentivi fiscali positivi e preleva-re sul consumo delle risorse naturali un’imposta di incentivazione a destinazione vincolata o senza inci-denza sul bilancio.

II Le disposizioni transitorie della Costituzione sono modificate come segue: Art. 197, n. 8 (nuovo) 8. Disposizione transitoria dell’articolo 94a (Economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione dellerisorse) Entro il 2050 l’«impronta ecologica» della Svizzera viene ridotta in modo tale che, rapportata alla popo-lazione mondiale, non superi l’equivalente di un pianeta Terra.

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2 L’impronta ecologica: una nozione molto contestata

L’impronta ecologica è chiaramente criticata da un punto di vista scientifico. È tuttavia il criterio utilizzato dai Verdi per stabilire nella Costituzione federale l’obiettivo da raggiungere per la Svizzera, in materia di consumo delle risorse.

L’impronta ecologica resta una misura molto approssimativa. La qualità dei dati utilizzati per calcolarla è eterogenea. La loro conversione è un’unità comune (l’ettaro globale) che solleva gran-di incertezze, considerato che i metodi utilizzati restano poco trasparenti. Le emissioni di CO2 rap-presentano una parte molto importante dell’impronta dei paesi. Il modo di calcolarle è molto conte-stato negli ambienti scientifici. Se si considerano le terre coltivate, le foreste, le zone di pesca, i pascoli e le zone edificate, l’umanità dispone di risorse sufficienti6.

L’impronta ecologica non rispecchia il vero impatto ambientale. Un paese la cui impronta è debole può avere una politica ecologica disastrosa. Al contrario, un paese con una forte impronta ecologica può essere fortemente rispettoso dell’ambiente. Ad esempio, l’Algeria ha un’impronta ecologica di «1 pianeta», ma occupa l’83esimo rango della classifica di riferimento in materia di am-biente7 (Yale environmental performance index). Il Perù ha un’impronta ecologica inferiore a un pianeta, ma 73esimo della classifica. La differenza è ancora più sorprendente per l’Etiopia, ampia-mente inferiore a un pianeta e 163esima della classifica.

«A seguito dell’interconnessione globale delle catene di creazione di valore, è assolutamente prioritario definire una procedura coordinata a livello internazionale per la stabilità ecologica del sistema. In questo

contesto non è opportuno sancire tassativamente nella Costituzione federale l’obiettivo quantitativo di un’impronta ecologica pari a un pianeta Terra entro il 2050».

Messaggio del Consiglio federale

Informazioni complementari: • L’empreinte écologique, un indicateur ambigu. Articolo di un gruppo di ricercatori dell’Università di

Losanna https://www.futuribles.com/fr/revue/334/lempreinte-ecologique-un-indicateur-ambigu/

• L’impronta ecologica: rivista di letteratura e analisi critica. Istituto di statistica delQuébec. http://www.stat.gouv.qc.ca/statistiques/environnement/empreinte-ecologique.pdf

6 Living Planet Report, p. 32 https://issuu.com/globalfootprintnetwork/docs/lpr2014_low_res/0 7 http://epi.yale.edu/country-rankings?order=title&sort=asc

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3 La Svizzera ben posizionata in materia di utilizzo delle risorse

Tra i paesi sviluppati, la Svizzera si trova in vantaggio. Essa gode di un alto livello di benessere, pur limitando il consumo di risorse e riciclando una gran parte dei propri rifiuti. In questo ambito gli svizzeri dimostrano un impegno volontario notevole. Senza particolari obblighi legali, il tasso di riciclaggio del vetro raggiunge il 96%, quello della carta il 91%, mentre quello delle lattine di alluminio il 92%. Un’economia e una società più “verdi” sono dunque già una realtà in Svizzera. A lungo termine, è opportuno cercare di utilizzare meglio le risorse. La Svizzera vi ha tutto l’interesse dal momento che non dispone di risorse naturali in abbondanza. Ulteriori progressi sono possibili e l’economia si sta già impegnando volontariamente, senza inutili obblighi burocratici. Non è dunque necessario cadere nell’estremismo e nell’esagerazione dell’iniziativa dei Verdi sull’”economia verde”. La Svizzera è già un modello esemplare in materia di rispetto dell’ambiente e di utilizzo delle risorse naturali.

Separazione tra la crescita economica e l’utilizzo delle risorse Secondo l’Ufficio federale di statistica, la Svizzera consuma sempre meno materie prime per produrre un franco di ricchezza. Mentre il prodotto interno lordo è progredito del 26% tra il 2000 e il 2013, il consumo interno di materie prime è aumentato solo del 9%. La Svizzera figura del resto regolarmente nel gruppo di testa delle graduatorie internazionali relative allo sviluppo sostenibile. Essa è dunque il paese europeo che utilizza più efficacemente le risorse, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente8. Varie imprese svizzere fanno parte dei leader dell’indice di sostenibilità stabilito dal Dow Jones9. Essa è anche il paese campione in materia di produzione di energia, secondo il Consiglio mondiale dell’energia10. Queste graduatorie mostrano chiaramente gli sforzi profusi volontariamente dalla Svizzera in materia di economia verde. Tuttavia, tutto ciò non è sufficiente per i Verdi che ritengono che la Svizzera dovrebbe andare ben oltre. Lo «Swiss finish» dei Verdi è totalmente inadeguato, poiché anche se la Svizzera adottasse delle misure drastiche per consumare di meno, gli effetti sul riscaldamento del clima sarebbero nulli, considerato come le problematiche globali richiedano in realtà un’azione coordinata che possa realizzarsi in maniera collaborativa a livello mondiale.

Imprese al vertice Senza fare troppo rumore, numerose imprese svizzere escogitano quotidianamente soluzioni per diminuire il loro utilizzo di risorse. E ne hanno tutto l’interesse poiché ciò permette loro di ridurre i costi. Ad esempio, nel 2015, il gruppo Nestlé ha diminuito il proprio utilizzo di imballaggi di quasi 60'000 tonnella-te e ridotto, dal 2005, del 41% il consumo di acqua per tonnellata prodotta11. Swisscom utilizza unicamente elettricità di origine rinnovabile e si impegna entro il 2020 a dimezzare le emissioni di CO2 che essa e i suoi fornitori emettono. Presso ABB, l’introduzione di sistemi di regolazione per i motori elettrici permette di risparmiare a livello mondiale l’equivalente del consumo di 100 milioni di economie domestiche europee. Anche le PMI si impegnano. Con il sostegno dell’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC), più di 3000

8 www.eea.europa.eu/soer-2015/countries-comparison/resource-efficiency 9 http://www.sustainability-indices.com/review/industry-group-leaders-2015.jsp 10 http://www.worldenergy.org/wp-content/uploads/2015/11/F2-2015-Energy-Trilemma-Index-Top-10-performers1.jpg 11 http://storage.nestle.com/nestle-society-full-2015/index.html#3/z

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aziende industriali o di servizi hanno diminuito le emissioni di CO2 di 1,4 milioni di tonnellate, ciò che rap-presenta un quarto in meno rispetto al 199012.

Abbigliamento di cotone: l’utilizzo pesa più della produzione Gli iniziativisti affermano che i consumatori fanno già la loro parte e che spetta alle imprese attuare degli sforzi per utilizzare più efficacemente le risorse. L’esempio di un vestito di cotone mostra quanto questo punto di vista sia arbitrario. Se si considera l’energia utilizzata durante la vita di una t-shirt, dal 50 al 75% lo è durante l’utilizzo, a seguito del lavaggio, asciugatura e stiratura dell’indumento. Bisognerà in futuro rinunciare a queste operazioni per rispettare l’obiettivo estremo dell’iniziativa? Inoltre, l’industria tessile svizzera ricicla tra il 90 e il 100% dei suoi rifiuti, ciò che è nettamente superiore al tasso di riciclaggio dei consumatori.

12 http://www.aenec.ch/fr/dans-les-faits

3%

11%

2%

84%

produzione di fibre

tessitura

confezionamento vestiti

utilizzo

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4 NO a un’iniziativa estrema

Per raggiungere l’obiettivo sproporzionato dell’iniziativa dei Verdi, che corrisponde a una diminuzione di almeno il 65% del nostro consumo di risorse, non sarà sufficiente spegnere la luce uscendo dal bagno oppure non gettare più le bottiglie di PET nella spazzatura. Sarà necessario modificare radicalmente il nostro stile di vita e cambiare profondamente l’economia e ciò non promette nulla di buono.

Secondo lo studio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente, il potenziale massimo di diminuzione del consumo è del 40%, sempre che si mettano in atto misure «estremamente drastiche»13. La semplice applicazione delle tecniche più avanzate o la lotta contro gli sprechi non basteranno. Saranno necessarie privazioni severe per andare nella direzione voluta dall’iniziativa.

Contrariamente a quanto affermano i promotori dell’iniziativa, sono i cittadini che dovrebbero attuare la maggior parte degli sforzi. Oltre due terzi dei danni all’ambiente sono dovuti a tre settori: l’alimentazione, l’alloggio e la mobilità privata14. È qui che lo Stato dovrebbe agire più efficacemente per diminuire il consumo dei cittadini.

«…l’introduzione di tasse ambientali e di prescrizioni si tradurrebbe in costi supplementari per le economie domestiche e le imprese. Ne consegue una riduzione delle possibilità di consumo delle economie domesti-

che e dei margini di manovra delle imprese».

Messaggio del Consiglio federale

Non mancano esempi per mostrare a quali sacrifici bisognerebbe sottostare per rispettare l’iniziativa.

Addio a carne, caffè e frutta importata Il consumo di prodotti di origine animale sarebbe fortemente ridotto, o perfino soppresso. La carne, il latte o le uova necessitano infatti di importanti risorse, in particolare in acqua, energia e terreno. Lo stu-dio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente espone nero su bianco la necessità di rinunciare alla carne15. Tenuto conto del loro impatto ambientale, le importazioni di frutta e verdura dall’estero, o di caffè, dovrebbero essere limitate e perfino escluse per alcuni di questi.

Alloggi più piccoli e meno riscaldati L’alloggio è un grande consumatore di risorse, sia al momento della costruzione sia a causa del riscalda-mento. La ricetta per far diminuire il suo impatto è semplice: diminuire la superficie abitabile per perso-na ed abituarsi a riscaldare di meno. Per dare un’anteprima di quanto ci attende, il WWF consiglia ad esempio di mantenere la cucina a 18 gradi e le camere da letto a 1516. Quanto alla superficie abitabile, essa è passata in media da 34 a 45m2 per persona dopo il 1980; ciò che va chiaramente contro gli obiettivi dell’iniziativa.

Fine dell’utilizzo di benzina, diesel, gas o olio combustibile L’iniziativa implicherebbe di rinunciare ai combustibili fossili, sia per alimentare i veicoli sia per riscaldare le nostre case. Dal momento che essi garantiscono i due terzi dei bisogni energetici della Svizzera, è molto difficile sostituirli in un futuro prossimo. Alcuni paesi, come la Svezia o l’Islanda, hanno già limitato il loro uso di prodotti petroliferi. Ma, contrariamente ad essi, la Svizzera dispone di risorse alternative – come quelle derivanti dalla biomassa o dalla geotermia – molto più limitate.

13 Messaggio del Consiglio federale 14 Studio dell’Ufficio federale dell’ambiente (2011) Impatto ambientale del consumo e della produzione svizzera 15 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 16 http://www.wwf.ch/fr/agir/vivre_mieux/eco_conseils/

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5 NO ad una vita pilotata e controllata dallo Stato

Senza una modifica profonda del comportamento dei cittadini e delle imprese, non sarebbe immaginabile mettere in vigore l’iniziativa. Lo Stato dovrebbe dettare sempre più le nostre scelte. Il Consiglio federale lo conferma a più riprese nel suo messaggio relativo all’iniziativa dei Verdi:

«Per questo motivo, l’obiettivo di un’ «impronta ecologica pari a un pianeta Terra entro il 2050» richiederebbe misure attuabili rapidamente e che dovrebbero incidere profondamente nella vita

economica, nonché limitazioni dei consumi17».

«…la Confederazione dovrebbe intervenire nel sistema economico con misure incisive, senza poter tenere in debita considerazione la proporzionalità dei singoli provvedimenti18».

Messaggio del Consiglio federale

In realtà, l’iniziativa attribuisce al governo tutti gli strumenti necessari per pilotare l’utilizzo delle risorse, attraverso interventi sui processi di produzione, i prodotti e i rifiuti (art. 94a cpv. 3 b dell’iniziativa). Esso potrebbe ad esempio influenzare l’assortimento dei commerci, in particolare nel campo alimentare19. Riassumendo, la libera scelta di ciascuno diventerà un lontano ricordo. La Svizzera prenderà la dire-zione di un’economia pianificata, il cui fallimento non è più da dimostrare.

I buoni consigli degli iniziativisti20 Le organizzazioni che sostengono l’iniziativa suggeriscono dei comportamenti che permettono di rispar-miare le risorse. Libertà a ciascuno di applicarli su una base volontaria. Ma con l’iniziativa, questi buoni consigli si trasformeranno in ordini. Ed è proprio questo il problema.

Ottimizza il bilancio termico della tua casa

A casa tua, mantieni una temperatura adeguata: è consigliabile regolare la temperatura a 20 °C in sog-giorno e in salotto, a 18 °C in cucina e a 15 °C in camera da letto e nelle altre stanze. Installa regolatori di temperatura “intelligenti”, dotati di un termostato, e fai attenzione a lasciare libere le fonti di calore. Regola la temperatura del boiler a 60 °C e usa l’acqua calda con consapevolezza. Isola le condutture dell’acqua calda e fredda, i serramenti di porte e finestre nonché la cantina, il sottotetto e le pareti esterne. Converti il sistema di riscaldamento e di produzione dell’acqua calda e passa ai collettori solari, ai pellet, al teleriscaldamen-to o alla pompa di calore.

Se è possibile, evita di viaggiare in aereo

Volare è estremamente dannoso per il clima, quindi per le vacanze scegli una destinazione raggiungibile con il treno o il bus.

17 Messaggio del Consiglio federale 18 Messaggio del Consiglio federale 19 Messaggio del Consiglio federale 20 http://www.wwf.ch/fr/agir/vivre_mieux/eco_conseils/

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Consuma caffè e bevande alcoliche con consa-pevolezza

La produzione di caffè e bevande alcoliche richiede una notevole superficie di terra, molta energia e prodotti fitosanitari dannosi per l’ambiente. Pertanto, concediti questi prodotti con consapevolezza e mo-derazione.

Quando puoi, mangia vegetariano

Considera la carne una prelibatezza occasionale. Se puoi scegliere, opta per la variante vegetaria-na del menù. Gioverà sia al tuo portafoglio sia all’ambiente.

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6 NO a un massiccio aumento dei prezzi e delle tasse

L’iniziativa apre la porta ad un aumento massiccio dei prezzi per i cittadini e dei costi di produzione per le imprese. Le tasse diventeranno di fatto lo strumento più utilizzato per pilotare il consumo e l’utilizzo delle risorse. Il principio è semplice: il prezzo di tutti i prodotti che pongono un problema in termini di risorse dovrà aumentare, allo scopo di dissuadere i consumatori dall’utilizzarli. Il testo dell’iniziativa propone le direttive alla Confederazione per mettere in atto simili strumenti. Si tratta ad esempio di tassare dei prodotti alimentari o l’impermeabilizzazione dei suoli21.

«...l’introduzione di tasse ambientali e di prescrizioni si tradurrebbe in costi supplementari per le economie domestiche e le imprese… I prezzi per i beni e servizi che causano esternalità negative aumenterebbero

fortemente22».

Messaggio del Consiglio federale

Inoltre, la Confederazione dovrà mettere in atto o rafforzare numerose regolamentazioni, ad esempio in materia di costruzione o sui processi di produzione. Esse aumenteranno ulteriormente i costi in questi settori.

Forti aumenti di prezzo per la mobilità e il riscaldamento L’abbandono dei carburanti e dei combustibili fossili23 sarà incoraggiato da un forte aumento del loro prezzo mediante le tasse d’incentivazione. I prezzi degli spostamenti privati e del trasporto di merci esploderanno. Ciascuno di noi dovrà diminuire i propri spostamenti. Questo concernerebbe in particolare le persone che hanno bisogno di spostarsi per lavoro, in particolare nelle regioni in cui l’auto è indispensa-bile. Sarà così necessario ridurre gli spostamenti legati al tempo libero. I prezzi maggiori della mobilità toccheranno in primo luogo la classe media e le famiglie. I trasporti aerei ridiventeranno un lusso. L’iniziativa è dunque la migliore garanzia per costruire una società svizzera a due velocità dove solo i ricchi potranno beneficiare di una vita confortevole.

L’alloggio, ben presto un lusso? Gli affitti e i prezzi immobiliari salirebbero vertiginosamente a seguito dell’adozione di misure molto vincolanti. Delle tasse farebbero aumentare il prezzo dell’olio combustibile e del gas, per diminuirne il consumo ed eliminarli a termine. Il riscaldamento diventerebbe nettamente più caro. Gli inquilini e i proprie-tari passerebbero alla cassa. La loro fattura aumenterebbe ulteriormente a seguito della necessità di acce-lerare il risanamento energetico del parco immobiliare esistente. L’esperienza mostra che i costi di simili operazioni sono molto elevati e portano generalmente ad un aumento degli affitti.

Banane e carne a prezzi salatissimi? L’alimentazione è un settore che influenza fortemente l’impatto ambientale della Svizzera. Si tratta in primo luogo dei prodotti di origine animale, ma anche dei beni importati. Tutti questi beni sarebbero soggetti a una tassa d’incentivazione, allo scopo di far diminuire il loro consumo. Questa tassa aiuterebbe anche a combattere gli sprechi alimentari. Di conseguenza, il prezzo delle derrate alimentari prenderebbe il volo24. L’iniziativa peserebbe in particolare sul budget delle famiglie con redditi modesti e sulla classe media. Bisognerà prevedere dei sussidi per aiutarli a riempire la loro borsa della spesa?

21 Messaggio del Consiglio federale 22 Messaggio del Consiglio federale 23 Messaggio del Consiglio federale 24 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime

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7 NO alla decrescita dell’economia e dei posti d’impiego

La riduzione di due terzi del consumo entro il 2050 provocherebbe un sisma economico. Non basterebbe migliorare l’efficienza di utilizzo delle risorse e diminuire il volume dei rifiuti, come affermano in modo leg-gero gli iniziativisti. Dovremmo veramente attuare dei tagli, accettando di produrre e guadagnare molto meno.

L’iniziativa è un vero programma di decrescita La Svizzera diventerebbe il solo paese al mondo a scegliere volontariamente di impoverirsi. Le imprese sarebbero inoltre messe fortemente sotto pressione, in particolare l’industria. A seguito di un forte aumento dei costi dovuto all’applicazione dell’iniziativa, essa perderebbe competitività e alcuni settori non potrebbe-ro più svilupparsi in Svizzera. Risultato? Perdita di numerosi posti di lavoro.

Il Consiglio federale è molto chiaro sulle conseguenze economiche disastrose di questa proposta25.

«Se l’iniziativa popolare fosse accettata, la Confederazione dovrebbe intervenire nel sistema economico con misure incisive, senza poter tenere in debita considerazione la proporzionalità dei singoli provvedi-menti. Le conseguenze sarebbero una limitazione dei consumi, un brusco cambiamento strutturale con

effetti negativi sull’occupazione e conseguenti costi elevati per l’economia nazionale».

«…il necessario processo di trasformazione è un compito che interesserà più generazioni».

«…con conseguenti costi elevati per l’economia nazionale».

Messaggio del Consiglio federale

L’applicazione dell’iniziativa svolgerebbe una doppia pressione recessionistica sull’economia svizzera. I prezzi dei beni e dei servizi aumenterebbero fortemente per i consumatori, a causa dell’introduzione di forti tasse e nuove regolamentazioni molto restrittive. La domanda diminuirebbe in maniera duratura, ed è que-sto lo scopo mirato dalla proposta dei Verdi. Dal lato delle imprese, i costi di produzione aumenterebbero fortemente, quando la Svizzera è già uno dei paesi più cari al mondo. Inoltre, le autorità dovrebbero adot-tare delle misure protezionistiche, limitando o vietando ad esempio l’importazione di alcuni prodotti come il caffè. Questo porrebbe la Svizzera in difficoltà nei confronti delle regole del commercio internazionale, mentre oggi essa beneficia ampiamente degli scambi internazionali.

Le imprese svizzere attuano sforzi considerevoli per diminuire il loro utilizzo di risorse e per evitare sprechi. In questo modo esse risparmiano sui costi di produzione. L’iniziativa costringerebbe lo Stato ad adottare delle misure volontaristiche, senza preoccuparsi delle loro conseguenze sulla redditività per le imprese. L’innalzamento dei costi che ne risulterebbe metterebbe in pericolo numerosi settori e provocherebbe delle forti e durature perdite di impieghi. Gli altri paesi approfitterebbero della produttività persa dalla Svizzera, e ciò senza nessun miglioramento tangibile dell’ambiente.

Pesante handicap per l’industria A seguito dell’aumento dei costi provocato dall’iniziativa, l’industria svizzera sarebbe particolarmente colpi-ta poiché ha bisogno di molte risorse e di molta energia. Interi settori non potrebbero più produrre nel no-stro paese. Inoltre, essa sarebbe costretta a lavorare in un contesto rigido fissato dallo Stato, che avrà la possibilità di dettare prescrizioni sui processi di produzione, di autorizzare o di rifiutare l’utilizzo di alcune materie prime e di fare lo stesso per i prodotti. In queste condizioni, chi investirà ancora in Svizzera, che sarebbe il solo paese ad imporre limiti così radicali?

Industria agroalimentare svizzera sotto pressione L’applicazione dell’iniziativa comporterebbe anche una trasformazione profonda dell’industria agroalimen-tare. Nuove prescrizioni limiterebbero fortemente l’utilizzo e l’importazione di alcune materie prime. Inoltre,

25 Messaggio del Consiglio federale

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sarebbero dettate nuove regolamentazioni in materia di tracciabilità (ad esempio la provenienza), di imbal-laggi e di riciclaggio26. L’insieme di queste misure renderebbe più cara la produzione. L’industria alimenta-re svizzera sarebbe fortemente penalizzata rispetto ai concorrenti, in particolare quando esporta dei pro-dotti. E infine, è il consumatore che pagherebbe i prodotti svizzeri molto più cari.

Una manna per le stazioni di servizio e i negozi dei paesi vicini Se la benzina e il diesel dovessero aumentare fortemente in Svizzera, i veicoli svizzeri passerebbero la frontiera in massa per andare a fare il pieno a qualche chilometro dalle nostre frontiere. E l’aumento del prezzo dei prodotti mediante nuove tasse diminuirebbe ulteriormente l’attrattività dei commerci in Svizzera. Per contro, essa stimolerebbe gli acquisti dall’altro lato della frontiera, con conseguenze severe per gli impieghi in questi settori in Svizzera. Gli spostamenti più numerosi aumenteranno l’inquinamento e gli in-gorghi, ossia esattamente il contrario dell’effetto ricercato dall’iniziativa. Lo si vede chiaramente: una simile politica messa in atto soltanto a livello nazionale è destinata a fallire. Per non parlare delle tasse perse dalla Confederazione, di cui una parte sostanziale finanzia i trasporti pubblici.

Turismo a mezz’asta Degli spostamenti più costosi condizionerebbero tutti gli operatori di attività turistiche (stazioni sciistiche, festival musicali, parchi divertimento e centri sportivi). L’industria alberghiera e della ristorazione svizzera sarebbe pienamente colpita. In caso d’accettazione dell’iniziativa, la Svizzera diventerebbe di fatto molto più cara per i turisti stranieri, tanto più che l’offerta sarebbe ridotta allo scopo di gestire le risorse. In altre parole, le vacanze nei paesi vicini guadagnerebbero ulteriore attrattività. E il nostro turismo ne subirebbe le conseguenze.

Una sfida per l’agricoltura svizzera Infine, il settore agricolo svizzero subirebbe profondi riforme e dovrebbe nuovamente orientarsi verso una produzione estensiva, occupando grandi superfici relativamente poco produttive. Ci si può attendere l’introduzione di esigenze per l’importazione di concimi e prodotti che sono fonte di impatto ambientale elevato nel paese d’origine (ad esempio la soia). In concreto, ciò significa che vi sarebbero aumenti di costi per le aziende agricole, che già pongono problemi a parecchi contadini. L’iniziativa dei Verdi darà loro il colpo di grazia. Per non parlare del fatto che le derrate alimentari rincarererebbero di conseguenza.

26 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime

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Il Consiglio federale ha presentato un riassunto con le conseguenze dirigiste dell’iniziativa per alcuni setto-ri:

• Industriao Diminuzione del consumo di energia e sostituzione dei combustibili fossilio Introduzione nella legislazione di un obbligo di «ecoconcezione» e delle prescrizioni per i pro-

dottio Rafforzamento delle norme d’emissione e di consumoo Adozione di processi più efficienti per ridurre le emissioni

• Industria chimicao Utilizzo di materie prime riciclabili invece di prodotti derivanti dal petrolio (senza che si sappia

se esistono e se sono adeguati)o Divieto o limitazione di utilizzo di alcune componentio Forte riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO2

• Utilizzo di metallio Riduzione degli attacchi all’ambiente all’estero dovuti all’estrazione dei metallio Utilizzo di prodotti alternativi per i metalli a forte impatto ambientale

• Risorse in generaleo Dare allo Stato la base costituzionale per gestire l’utilizzo delle risorseo Norme e standard orientati sulla protezione dell’ambiente

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8 NO alla Svizzera come unico attore internazionale

La Svizzera, come altri paesi, auspica giustamente di diminuire la propria pressione sull’ambiente e preservare maggiormente le risorse. Ma se accettasse l’iniziativa dei Verdi, essa sarebbe il solo paese ad adottare misure così radicali. Ancora una volta, la Svizzera giocherebbe al primo della classe, senza diminuire significativamente la pressione sulle risorse naturali. Si tratta di un problema globale, che può essere affrontato solo attraverso una collaborazione internazionale.

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ì estreme. Ancora una 9 Allegato 1 - Le principali misure da attuare

Lo studio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente sull’efficienza di utilizzo delle risorse presenta più in dettaglio le misure necessarie per rispettare l’iniziativa. Il Consiglio federale ritiene che esse saranno assai «drastiche». È importante notare che esse permetterebbero di raggiungere solo una riduzione del 40% del consumo di risorse, ritenuto possibile dallo studio. L’accettazione dell’iniziativa richiederebbe dunque di andare molto più lontano.

Alcune misure da introdurre imperativamente nel settore dell’alimentazione

Misure — Rincaro delle derrate alimentari per evitare sprechi — Diminuzione del consumo individuale di derrate alimentari fonte di elevato

impatto all’ambiente — Introduzione di metodi di coltivazione e di produzione che gestiscano le

risorse nell’agricoltura (“ecologizzazione”)

Nuovi strumenti

— Strategia globale per ridurre gli sprechi alimentari (produzione, vendita, con-sumo)

— Programma di formazione sul tema dello spreco alimentare — Tasse d’incentivazione sulle derrate alimentari fonte di impatto ambientale

elevato

Sviluppo di strumenti esistenti

— Promuovere le derrate alimentari coltivate in maniera biologica, regionale e stagionale

— Informazione sull’impatto ambientale dei prodotti (ad esempio prescrizioni relative alle etichette)

Misure da introdurre nel settore della mobilità privata

Misure — Ridurre le distanze percorse — Sostituire i carburanti fossili — Alleggerire i veicoli motorizzati e ridurne il numero — Ecc.

Nuovi strumenti

— Rendere la mobilità privata più costosa — Prelevare delle tasse sui carburanti — Limitare la mobilità mediante nuove strutture (forme di lavoro, attività

durante il tempo libero) — Introdurre un sistema di bonus-malus per le tasse legate alla mobilità (ad

esempio imposte cantonali sui veicoli). — Ecc.

Sviluppo di strumenti esistenti

— Rafforzare l’obbligo fatto agli importatori di carburante di compensare le emissioni di CO2

— Adottare prescrizioni sull’emissione di inquinanti atmosferici — Adattare i valori limite per il CO2 allo stato della tecnologia attuale (esten-

sione dei limiti imposti ai veicoli privati ad altre categorie di veicoli)

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Misure da introdurre nel settore dell’alloggio Misure — Diminuzione del consumo di energia grazie a cambiamenti comportamentali

(riscaldamento, elettricità) — Diminuzione della superficie abitabile, adattata a ogni fase della vita — Diminuzione delle superfici utilizzate / riduzione delle costruzioni in piena natura — Riduzione e sostituzione delle fonti energetiche di origine fossile — Ecc.

Nuovi strumenti

— Incentivi agli impianti di riscaldamento efficienti — Ecc.

Sviluppo di strumenti esistenti

— Prescrizioni nell’edilizia, inasprimento delle norme per la costruzione e la ristrut-turazione

— Promozione delle energie rinnovabili — Programma Edifici

Fonte: Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF, Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime, Ufficio federale dell’ambiente, 2013, pagina 46, 48

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10 Allegato 2 – Scheda informativa sull’alimentazione: Addio alla carne nei no-stri piatti! Salutiamo il rincaro dei prezzi degli alimentari...

L’iniziativa popolare27 dei Verdi «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di ge-stione delle risorse (economia verde)» sarà sottoposta al voto del popolo e dei cantoni il 25 settembre 2016. Essa vuole fissare nella Costituzione un obiettivo di diminuzione del consu-mo delle risorse. Concretamente, dovremmo dividere i nostri consumi di almeno tre volte entro il 2050 (-65%). La Confederazione, i Cantoni e i comuni dovrebbero prendere delle misure straordinarie per raggiungere questo obiettivo estremo. L’iniziativa non definisce pre-cisamente quali debbano essere tali misure. Il Consiglio federale e il Parlamento giudicano questo obiettivo irrealizzabile e raccomandano pertanto di respingere l’iniziativa28.

L’alimentazione genera fino a un terzo dell’impatto ambientale Le abitudini alimentari influenzano il consumo svizzero delle risorse naturali. Un rapporto29 commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) stima che l’alimentazione è all’origine del 28% dell’impatto ambientale totale in Svizzera. Il WWF stima che tale impatto sia persino del 31%. In caso di accettazione dell’iniziativa dei Verdi l’alimentazione sarebbe pertanto, insieme agli alloggi e alla mobilità, uno dei tre ambiti più toccati. È necessario ricordare che i prodotti di origine animale come la carne, il pe-sce, il latte e le uova, hanno un’importanza centrale sull’impatto ambientale (circa il 44%), in quanto la loro produzione necessita di molte energie e risorse. Anche le bevande come il vino, il caffè o la birra, hanno un impatto importante.

La carne rischia di sparire dai nostri piatti L’iniziativa non precisa le misure concrete da mettere in atto. Il rapporto realizzato su richiesta dell’Ufficio federale dell’ambiente però, rende bene l’idea. Oltre all’introduzione di nuove tasse sugli alimenti a forte impatto ambientale, lo studio evoca la necessità di abbandonare completamente il consumo di carne30 per poter rispettare le esigenze dell’iniziativa. Le derrate importate come la frutta o il caffè saranno toccate da restrizioni o addirittura divieti per i prodotti più problematici.

Principali misure da attuare nel settore dell’alimentazione

Misure — Rincaro delle derrate alimentari per evitare gli sprechi— Calo del consumo individuale di derrate alimentari, che sono fonte di elevato

impatto ambientale — Introduzione di metodi di coltivazione e di produzione che gestiscano le

risorse nell’agricoltura (ecologizzazione) Nuovi strumenti — Strategie per ridurre lo spreco alimentare (produzione, vendita, consumo)

— Programma di formazione costante sul tema dello spreco alimentare — Tasse sulle derrate alimentari che sono fonte di impatto ambientale elevato

Sviluppo di strumenti esistenti

— Promuovere le derrate alimentari coltivate in maniera biologica, regionale e stagionale

— Informazione sull’impatto ambientale dei prodotti (prescrizioni relative alle etichette, ad esempio)

Fonte: Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF, Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime, Ufficio federale dell’ambiente, 2013.

27 Testo dell’iniziativa: https://www.admin.ch/ch/i/pore/vi/vis402t.html 28 Messaggio del Consiglio federale: https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf 29 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 30 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime

Fig. 1: Impronta ecologica secondo il WWF

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Nuovi obblighi e nuove privazioni in materia di alimentazione sono nel menu dell’iniziativa dei Ver-di In caso di accettazione dell’iniziativa, ai consumatori, alle aziende agricole e alle imprese non rimarrà altra scelta che modificare profondamente le loro abitudini e la loro quotidianità. Il prezzo delle derrate alimen-tari crescerebbe esponenzialmente31 e ciò con l’obiettivo di combattere lo spreco alimentare («food wa-ste»). Inoltre, il consumo di prodotti d’origine animale sarebbe fortemente ridotto, se non soppres-so. A tal fine delle nuove tasse accrescerebbero il prezzo delle derrate alimentari a forte impatto ambienta-le, come la carne o il latte. Lo stesso accadrebbe anche per i prodotti importati, quali i frutti esotici o gli agrumi.

L’industria agroalimentare svizzera sarebbe messa sotto pressione L’attuazione dell’iniziativa implicherebbe una trasformazione profonda dell’industria agroalimentare. Nuove prescrizioni restringerebbero fortemente l’utilizzo e l’importazione di certe materie prime. Inoltre, delle nuo-ve regolamentazioni sarebbero sviluppate in materia di tracciabilità (la provenienza ad esempio), d’imballaggio e di riciclaggio32. L’insieme di queste misure innalzerebbe massicciamente il costo di produ-zione e dunque il prezzo delle derrate alimentari. L’industria alimentare svizzera sarebbe fortemente pena-lizzata in rapporto ai suoi concorrenti, in particolare nell’esportazione dei suoi prodotti. Per il consumatore i prodotti svizzeri saranno più cari.

L’iniziativa indebolirebbe la posizione del commercio al dettaglio e la ristorazione locale Oltre a prezzi più alti per le derrate alimentari, il commercio al dettaglio svizzero, i ristoranti e gli hotel, avranno nuovi obblighi. Secondo il Consiglio federale33, ci saranno nuovi obblighi sulla composizione degli assortimenti e sulla raccolta rifiuti. Ci si può anche aspettare un’estensione delle informazioni da fornire sui prodotti (tracciabilità sulle etichette e sui menu) per le derrate alimentari, che rappresentano una fonte di importante impatto ambientale. Inoltre il rincaro dei trasporti contribuirà a spingere verso l’alto i costi. Que-ste misure creeranno dei nuovi ostacoli al commercio e causeranno un calo generalizzato della competiti-vità dovuto a una crescita dei prezzi, i quali essendo già elevati, diventeranno meno attrattivi per i clienti stranieri.

Il turismo d’acquisto sarà stimolato dall’iniziativa In caso di accettazione dell’iniziativa, i prezzi dell’alimentazione aumenterebbero in Svizzera. Dovremmo attenderci una nuova fuga del turismo d’acquisto verso le zone d’oltre frontiera. Ciò avrebbe delle conse-guenze importanti per il commercio locale in Svizzera. Le attività tradizionali come le panetterie o gli empo-ri di paese, sarebbero gravemente minacciate nella loro esistenza. Anche la grande distribuzione ne soffri-rebbe, insieme ai suoi molti partner e fornitori. Ciò senza contare i numerosi posti d’impiego che si perde-rebbero nel commercio in Svizzera.

Nuove penalizzazioni per l’agricoltura Il settore agricolo svizzero subirebbe delle profonde riforme e dovrebbe riorientarsi verso una produzione estensiva, occupando così delle grandi superfici relativamente poco produttive. Oltre alle esistenti regola-mentazioni svizzere, che sono molto più severe di quelle dei paesi vicini, i contadini vedrebbero imporsi anche delle restrizioni severe sull’utilizzo di pesticidi, dei prodotti fitosanitari e del concime34. Ci si può anche aspettare l’introduzione di nuove esigenze restrittive per l’importazione di foraggio e di prodotti che sono fonte di un impatto ambientale elevato nel paese d’origine (la soia ad esempio). Concretamente ciò significa che ci saranno dei cambiamenti strutturali nell’agricoltura svizzera, con un innalzamento dei costi per le aziende agricole, allorquando conosciamo le difficoltà incontrate già da un buon numero di contadini. L’iniziativa dei Verdi sarebbe un grave colpo per molti di loro. Per non parlare del fatto che le derrate ali-mentari diventeranno conseguentemente più costose.

31 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 32 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 33 Messaggio del Consiglio federale: https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf 34 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime

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Conclusione Un calo del consumo svizzero delle risorse naturali di più del 65% è estremo. Le conseguenze sarebbero disastrose: rincaro massiccio delle materie prime e dei prodotti alimentari, oltre che una trasformazione onerosa del settore agricolo. Alcuni contadini dovranno cambiare mestiere. Cambiamenti radicali minac-ciano non solo le imprese e gli impieghi nel settore agroalimentare, ma anche il commercio al dettaglio e la ristorazione. I costi economici sarebbero enormi e le conseguenze sociali importanti (instaurazione di una società a due velocità). L’iniziativa attacca frontalmente il nostro portafogli e la nostra libertà di scelta per-sonale.

Un chiaro NO il 25 settembre 2016 è molto importante per l’industria agroalimentare, la ristorazio-ne e per il turismo, il commercio, l’agricoltura e i consumatori.

Per maggiori informazioni

www.verde-estremo-no.ch / [email protected]

L’iniziativa richiederà uno sforzo più grande di quanto previsto

L’obiettivo dell’iniziativa è di ridurre l’impronta ecologica della Svizzera a «un pianeta». Per fare ciò la Svizzera dovrà ridurre i suoi consumi di risorse naturali di almeno il 65%:

• Secondo il Consiglio federale, anche prendendo delle misure drastiche (in particolare nella politicaenergetica, in quella di pianificazione del territorio o in quella forestale), la riduzione possibile sareb-be al massimo del 40%

• Inoltre una diminuzione del 65% non tiene debito conto della prevedibile crescita economica e dellapopolazione. Questa crescita diminuisce ulteriormente le risorse disponibili su scala mondiale e ren-derà ancora più difficile per la Svizzera, applicare questa iniziativa. Come conseguenza, se essa ve-nisse accettata, il consumo di risorse in Svizzera dovrebbe diminuire di più del 65% per rispettarel’obiettivo fissato

• Un altro aspetto non preso in considerazione: il fatto che più del 50% dei consumi elvetici di risorseavviene all’estero. Ciò limita ulteriormente lo spazio di manovra in Svizzera. Come conseguenza, lemisure che dovrebbero essere prese in Svizzera dovrebbero essere ancora più radicali

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11 Allegato 3 – Scheda informativa sui trasporti: Viaggi più costosi e forti restrizioni della mobilità

L’iniziativa popolare35 dei Verdi «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)» sarà sottoposta al voto del popolo e dei cantoni il 25 settembre 2016. Essa vuole fissare nella Costituzione un obiettivo di diminuzione del consumo delle risorse. Concretamente, dovrem-mo dividere i nostri consumi di almeno tre volte entro il 2050 (-65%). La Confederazione, i Cantoni e i comuni dovrebbero prendere delle misure straor-dinarie per raggiungere questo obiettivo estremo. L’iniziativa non definisce pre-cisamente quali debbano essere tali misure. Il Consiglio federale e il Parlamento giudicano questo obiettivo irrealizzabile e raccomandano pertanto di respingere l’iniziativa36.

La mobilità e le attività nel tempo libero generano fino a un terzo dell’impatto ambientale Secondo un rapporto commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM)37, la «mobilità privata» è responsabile di circa il 12% dell’impatto ambientale in Svizzera. Per il WWF, questa cifra sale fino al 33%, se si tiene conto degli spostamenti nel tempo libero. In caso di approvazione dell’iniziativa dei Verdi, la mobilità sarebbe, insieme all’alimentazione e agli alloggi, uno degli ambiti più toccati. Il grosso dell’impatto ambientale è dovuto al traffico individuale in macchina. I viaggi in aereo si situano solo al secondo posto.

Conseguenze importanti per i cittadini e per le imprese La messa in pratica di questa iniziativa comporterebbe delle restrizioni importanti sia per i privati, sia per le imprese. Essa implicherebbe l’abbandono dei carburanti fossili38. Per fare ciò, sarebbe necessario au-mentarne il prezzo tramite una tassa, che modifichi di conseguenza i comportamenti della mobilità. Il prez-zo degli spostamenti e del trasporto delle merci aumenterebbe. Il comportamento degli individui du-rante il loro tempo libero cambierebbe, con conseguenze negative per il settore alberghiero e del turismo in Svizzera.

Fig. 2: Danni ambientali in miliardi di “ecopunti” per abitante, nel settore della mobilità privata, divisi per mezzo di trasporto (Jungbluth et al. 2012)

35 Testo dell’iniziativa: https://www.admin.ch/ch/i/pore/vi/vis402t.html 36 Messaggio del Consiglio federale: https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf 37 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 38 Messaggio del Consiglio federale: https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf

Fig. 1: Impronta ecologica secondo il WWF

Danni ambientali legati al settore della mobilità

Bilancio ecologico

Veicoli privati Treni regionali Automobili

Veicoli commerciali Tram Bus

Moto/bici elettriche Tragitti di lunga distanza in treno

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La fine di diesel e benzina L’UFAM ha fatto realizzare uno studio intitolato «Efficacia delle risorse in Svizzera EFFRS»39, che stabili-sce una lista di misure necessarie e imperative da adempiere per cercare di raggiungere gli obiettivi fissati dai Verdi nella loro iniziativa.

Misure da attuare nel settore della mobilità privata

Misure — Ridurre le distanze percorse — Sostituire i carburanti fossili — Alleggerire i veicoli privati e ridurne il numero — Ecc.

Nouvi strumenti — Rendere la mobilità privata più costosa — Prelevare delle tasse sui carburanti — Restringere la mobilità con delle nuove misure — Introdurre un sistema di bonus-malus per le tasse legate alla mobilità

(imposte cantonali sui veicoli, ad esempio) — Ecc.

Sviluppo di strumenti esistenti

— Rafforzare l’obbligo per gli importatori di carburante di compensare le emissioni di CO2

— Adattare le prescrizioni sull’emissione di inquinanti nell’atmosfera — Adattare i valori limite per le emissioni di CO2 allo stato della tecnologia

attuale (estensione dei limiti imposti ai veicoli privati e ad altre categorie di veicoli)

Fonte: Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF, Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime, Ufficio federale dell’ambiente, 2013.

Nel suo messaggio40, il Consiglio federale mette in particolare in risalto il fatto che: «nell’ambito della mobi-lità, abbandonare i carburanti fossili sarà una necessità e presupporrà di rinforzare la politica climatica e la strategia energetica 2050 e quindi di introdurre rapidamente una riforma ecologica».

Contrazione degli spostamenti e aumento dei prezzi Ognuno dovrebbe diminuire i propri spostamenti e pagare dei prezzi più alti per i propri viaggi. L’attuazione dell’iniziativa implicherebbe la rinuncia da parte della popolazione di una parte della sua qualità di vita e del suo comfort. Ciò toccherebbe in particolare le persone che hanno bisogno dell’automobile e che percorrono delle distanze importanti per andare al lavoro oppure che si spostano molto nel loro tempo libero. I prezzi accresciuti della mobilità, dei prodotti e dei servizi si ripercuoterebbero soprattutto sulla classe media e sulle famiglie. I viaggi in aereo diventerebbero un lusso. In sostanza, l’iniziativa contribui-rebbe a creare una società a due velocità.

Gli acquisti all’estero verrebbero favoriti I prezzi elevati si tradurrebbero in un importante spostamento del turismo verso i paesi vicini, cosa che

39 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 40 Messaggio del Consiglio federale: https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf

In quale misura verrebbero toccati gli automobilisti?

Gli automobilisti sarebbero presi di mira. L’iniziativa sostiene l’introduzione di tasse d’incentivazione considerevoli sul carburante, che renderebbero sensibilmente più cari diesel e benzina. A medio ter-mine, solo i veicoli nuovi, equipaggiati d’un motore elettrico o di altri sistemi privi di combustibili fossili, potranno essere venduti (restrizione della libertà di scelta). In generale, lo Stato si imporrebbe a colpi di tasse e divieti, per restringere il traffico individuale e rafforzare i trasporti pubblici.

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accrescerebbe l’inquinamento, il traffico alle frontiere e che incentiverebbe il turismo d’acquisto. Le attività commerciali in Svizzera ne soffrirebbero enormemente.

Il settore dei trasporti messo sotto pressione Le conseguenze per le società di trasporti sarebbero ugualmente importanti. Si renderebbe indispensabile un cambiamento strutturale radicale di tale settore. Il miglioramento della rete stradale verrebbe rimesso in discussione, così come l’utilizzo di alcuni tipi di veicoli o di motori. Il settore dei trasporti non sarebbe più competitivo in una serie di ambiti. Il settore automobilistico dovrebbe far fronte a un drastico taglio di volu-me. Esso dovrebbe aspettarsi delle norme di produzione estremamente rigide, delle tasse sui carburanti proibitive e delle restrizioni all’importazione.

Il turismo al tappeto Il rincaro dei viaggi concerne tutti gli operatori di servizi ricreativi (stazioni sciistiche, l’Opera, i festival mu-sicali, i parchi divertimento e i centri sportivi). Il settore alberghiero e della ristorazione svizzeri sarebbero violentemente colpiti. In caso di approvazione dell’iniziativa, la Svizzera diverrebbe molto più cara per i turisti stranieri, tanto più che l’offerta sarebbe fortemente ridotta, con l’intento di risparmiare sulle risorse. In altre parole, le vacanze nei paesi a noi vicini diverrebbero molto più attrattive.

Conclusione Una diminuzione del consumo delle risorse del 65% è estremo. Le conseguenze sarebbero disastrose: restrizioni considerevoli della mobilità e delle attività nel tempo libero, a fronte di nuove prescrizioni e di tasse d’incentivazione elevate. I radicali cambiamenti strutturali sono una minaccia per le imprese e per i posti di lavoro. I costi economici sarebbero enormi e le conseguenze sociali importanti (instaurazione di una società a due velocità). L’iniziativa è un attacco frontale al nostro portafogli e alla nostra libertà di scel-ta personale.

Informazioni supplementari sul sito www.verde-estremo-no.ch e all’indirizzo [email protected]

Un fermo NO il 25 settembre 2016, è d’importanza vitale per gli automobilisti, per il settore dei trasporti e per il turismo.

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L’iniziativa richiederà uno sforzo più grande di quanto previsto7

L’obiettivo dell’iniziativa è di ridurre l’impronta ecologica della Svizzera a «un pianeta». Per fare ciò la

Svizzera dovrà ridurre i suoi consumi di risorse naturali di almeno il 65%:

• Secondo il Consiglio federale, anche prendendo delle misure drastiche (in particolare nella politi-ca energetica, in quella di pianificazione del territorio o in quella forestale), la riduzione possibilesarebbe al massimo del 40%

• Inoltre una diminuzione del 65% non tiene debito conto della prevedibile crescita economica edella popolazione. Questa crescita diminuisce ulteriormente le risorse disponibili su scala mon-diale e renderà ancora più difficile per la Svizzera, applicare questa iniziativa. Come conseguen-za, se essa venisse accettata, il consumo di risorse in Svizzera dovrebbe diminuire di più del65% per rispettare l’obiettivo fissato

• Un altro aspetto non preso in considerazione: il fatto che più del 50% dei consumi elvetici di risor-se avviene all’estero. Ciò limita ulteriormente lo spazio di manovra in Svizzera. Come conse-guenza, le misure che dovrebbero essere prese in Svizzera dovrebbero essere ancora più radi-cali

7 L’impronta ecologica dipende dalla biocapacità della terra. Essa diminuisce con l’aumentare della crescita economica e della popo-lazione a livello mondiale. Allo stesso tempo, l’impronta ecologica per abitante ammessa in Svizzera si indebolisce automaticamente. Messaggio del Consiglio federale, https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf

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12 Allegato 4 – Scheda informativa alloggi: in alto gli affitti e in basso il comfort

L’iniziativa popolare41 dei Verdi «Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)» sarà sottoposta al voto del popolo e dei cantoni il 25 settembre 2016. Essa vuole fissare nella Costituzione un obiettivo di diminuzione del consumo delle risorse. Concretamente, dovremmo dividere i nostri consumi di almeno tre volte entro il 2050 (-65%). La Confederazione, i Cantoni e i comuni dovrebbero prendere delle misure straordinarie per raggiungere questo obiettivo estremo. L’iniziativa non definisce precisamente quali debbano essere tali misure. Il Consiglio federale e il Parlamento giudicano questo obiettivo irrealizzabile

e raccomandano pertanto di respingere l’iniziativa42.

Il settore degli alloggi e delle costruzioni generano fino a un terzo dell’impatto ambientale Guidare, cucinare, lavare, guardare la televisione, ascoltare la musica o illuminare sono delle attività ad alto consumo energetico. Gli alloggi rappresentano il 19% dell’impatto ambientale in Svizzera, secondo l’Ufficio federale dell’ambiente43. Il consumo di elettricità e di olio combustibile destinato al riscaldamento pesano fortemente nel calcolo. Se si aggiunge ciò all’effetto delle costruzioni e del materiale utilizzato, questi settori rappresenterebbero almeno il 27% dell’impronta ecologica svizzera secondo il WWF. Insieme all’alimentazione e alla mobilità, gli alloggi fanno parte dei tre settori più toccati dall’iniziativa.

Fig. 2: L’impatto ambientale annuale in “ecopunti” pro capite nel settore delle abitazioni (energia, acqua ed eliminazione dei rifiuti), divisi per fonte energetica e per servizio (Jungbluth et al. 2012).

Calo sensibile della qualità di vita Il testo dell’iniziativa non precisa quali sarebbero le misure da intraprendere per rispettare le esigenze imposte. L’UFAM ha fatto realizzare uno studio intitolato «Efficacia delle risorse in Svizzera EFRES»44, che precisa quali sarebbero i provvedimenti da prendere per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel settore degli alloggi le misure più drastiche sarebbero una diminuzione della superficie abitabile pro capite, un abbandono dei combustibili fossili per il riscaldamento e una revisione accelerata degli standard energetici delle abitazioni.

41 Testo dell’iniziativa: https://www.admin.ch/ch/i/pore/vi/vis402t.html 42 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 43 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime 44 Ibidem

Elettricità Gasolio (leggero) Termovalorizzazione Acqua Rifiuti

Legna Pannelli solari Gas naturale Acqua utilizzata Tempo libero

Ecobilan-cio 2015 CH

Carico ambientale delle abitazioni

Fig. 1: Impronta ecologica se-condo il WWF

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Misure da attuare nel settore delle abitazioni Misure — Diminuzione del consumo d’energia grazie a un cambiamento di comportamento

(riscaldamento, elettricità) — Diminuzione delle superfici abitabili — Diminuzione delle superfici utilizzate/riduzione delle costruzioni nella natura incon-

taminata — Riduzione e sostituzione delle fonti energetiche d’origine fossile — Ecc.

Nuovi strumenti — Incentivi ai sistemi di riscaldamento efficienti— Ecc.

Sviluppo di strumenti esistenti

— Prescrizioni per le abitazioni, inasprimento delle norme per la costruzione e il risa-namento

— Incentivi alle energie rinnovabili — Programma di edificazione

Fonte: Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF, Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime, Ufficio federale dell’ambiente, 2013.

Nel suo messaggio45, il Consiglio federale precisa l’ampiezza delle misure da intraprendere: «nel settore dell’immobiliare e degli edifici, sarebbe necessario prendere delle misure volte a ridurre lo sfruttamen-to dei terreni, con l’intento di preservarne il loro valore agricolo ed ecologico (cosa che supporrebbe un rafforzamento della politica di gestione del territorio, della politica fondiaria e della politica della biodiversi-tà). Gli individui toccati saranno i proprietari d’immobili (comprese le casse pensioni e le autorità pubbli-che). Nel settore delle abitazioni sarebbe necessario imporre un risanamento energetico accelerato degli edifici e ridurre l’impatto ambientale cosiddetto «grigio», ricorrendo a metodi di costruzione che ri-sparmino risorse. Secondo la concezione del progetto sarà necessario consumare meno materiali, indiriz-zare la scelta dei materiali da costruzione verso quelli più efficienti nell’utilizzo di risorse (come ad esempio il legno, i materiali riciclati e i cementi che utilizzano le risorse naturali in modo più efficiente) e preoccu-parsi della loro capacità di essere riciclati; quanto ai materiali di scavo, dovranno essere riutilizzati in modo più sistematico».

Conseguenze molto costose per la popolazione, per gli immobili e per l’edilizia Date le sue esigenze estreme, se l’iniziativa dovesse essere approvata ci sarebbero delle conseguenze molto serie per privati e imprese. Le nuove prescrizioni applicabili alle costruzioni e al risanamento degli edifici, farebbero innalzare gli affitti e i prezzi degli immobili46. Le misure d’incentivazione sarebbero inevitabili, per esempio in forma di tasse ambientali su riscaldamenti e sul consumo di acqua calda. Alcuni apparecchi elettromagnetici dovranno essere rimpiazzati, mentre la superficie abitabile pro capite dovrà diminuire. Innalzamento della pressione fiscale, misure restrittive, messa sotto tutela dei cittadini: ecco cosa promette l’iniziativa dei Verdi.

45 Messaggio del Consiglio federale: https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2014/1627.pdf 7 Ufficio dell’ambiente tedesco, https://www.umweltbundesamt.de/themen/abfall-ressourcen/oekonomische-rechtliche-aspekte-der/rebound-effekte 46 Studio RessourcenEFFizienz Schweiz REFF: Studio di base sull’efficacia delle risorse e sull’utilizzo di materie prime

La moltiplicazione degli apparecchi elettrici frena l’efficacia energetica

Presi individualmente, gli apparecchi elettrici consumano sempre meno energia. Purtroppo questi progressi sono spesso cancellati dal moltiplicarsi del numero di tali apparecchi. Alla fine il consumo d’energia aumen-ta (effetto rebound)7. Ogni famiglia possiede ad esempio numerosi apparecchi che permettono di ascoltare musica: smartphone, radio, computer portatile, tablet, computer fisso, ecc. Per rispondere alle esigenze dell’iniziativa, non sarebbe sufficiente comprare nuovi apparecchi più performanti, bensì si dovrebbe rinun-ciare a molti di questi e cambiare profondamente le proprie abitudini di consumo.

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Diminuzione della superficie abitabile Il comfort delle nostre abitazioni, così come la superficie abitabile diminuiranno. Dal 1980 la superficie abitabile media per persona è aumentata di 11 metri quadrati, ovvero un aumento di un terzo. Questo aumento della qualità di vita si scontra con l’iniziativa, che vorrebbe riportarci al secolo scorso e ci obbligherebbe a vivere in alloggi più piccoli e meno confortevoli. Conseguenze inevitabili: nuove prescrizioni in materia di alloggi e affitti molto più cari. Gli alloggi spaziosi sarebbero fuori portata per la classe media e per le famiglie. Per i nuovi edifici gli standard dovrebbero essere rivisti al ribasso. La densificazione della superficie abitabile sarà inevitabile. L’iniziativa dei Verdi condurrebbe inesorabilmente a una società a due velocità e a una diminu-zione sensibile della qualità di vita.

Moltiplicazione delle prescrizioni e innalzamento dei costi per le costruzioni Le norme e le prescrizioni in vigore sarebbero moltiplicate e inasprite al fine di accrescere l’utilizzo efficace di risorse nella costruzione, la manutenzione e l’utilizzo degli edifici. L’utilizzo di materiali da costruzione sarà inoltre controllato. Questa evoluzione comporterà dei costi amministrativi supplementari, inoltre delle misure di controllo dovranno essere prese per assicurare il rispetto dei nuovi standard. Il divieto o la limita-zione dell’utilizzo di materiali da costruzione particolari, che assorbono una grande quantità di risorse è una misura grave che frena il progresso tecnologico. Se l’iniziativa venisse accettata, la costruzione e i risanamenti dei vecchi edifici costerebbero molto cari e dovrebbero essere effettuati in un quadro legale più restrittivo.

Conclusioni Ridurre il consumo di risorse in Svizzera del 65% è un obiettivo estremo. Le conseguenze sarebbero drammatiche: introduzione di nuove prescrizioni per gli edifici (nuovi e vecchi), innalzamento degli affitti e dei prezzi degli immobili, diminuzione della superficie abitabile per persona. Queste ristrutturazioni colpi-rebbero le imprese e i posti di lavoro. Esse avrebbero un costo economico immenso e un enorme impatto sulla società (società a due velocità). L’iniziativa è un attacco frontale verso la nostra prosperità, la nostra libertà e la nostra vita quotidiana.

Informazioni supplementari sul sito www.verde-estremo-no.ch o all’indirizzo [email protected]

Un chiaro NO il 25 settembre 2016 è molto importante per gli inquilini, per i proprietari fondia-ri, per i proprietari d’immobili e per tutto il settore delle costruzioni e dell’immobiliare.

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L’iniziativa richiederà uno sforzo più grande di quanto previsto

L’obiettivo dell’iniziativa è di ridurre l’impronta ecologica della Svizzera a «un pianeta». Per fare ciò la Svizzera dovrà ridurre i suoi consumi di risorse naturali di almeno il 65%:

• Secondo il Consiglio federale, anche prendendo delle misure drastiche (in particolare nella politi-ca energetica, in quella di pianificazione del territorio o in quella forestale), la riduzione possibilesarebbe al massimo del 40%

• Inoltre una diminuzione del 65% non tiene debito conto della prevedibile crescita economica edella popolazione. Questa crescita diminuisce ulteriormente le risorse disponibili su scala mon-diale e renderà ancora più difficile per la Svizzera, applicare questa iniziativa. Come conseguen-za, se essa venisse accettata, il consumo di risorse in Svizzera dovrebbe diminuire di più del65% per rispettare l’obiettivo fissato

• Un altro aspetto non preso in considerazione: il fatto che più del 50% dei consumi elvetici di risor-se avviene all’estero. Ciò limita ulteriormente lo spazio di manovra in Svizzera. Come conse-guenza, le misure che dovrebbero essere prese in Svizzera dovrebbero essere ancora più radi-cali