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COMUNICATO Viva TOSI! È con un misto di soddisfazione, compiacimento e, oserei spingermi oltre, anche commozione, che accogliamo la possibilità che ci viene offerta di poterci per una volta schierare al fianco del nostro Sindaco e di sottoscrivere le sue dichiarazioni come segno incontrovertibile dello spirito profondamente democratico che siamo sempre stati certi di ciò rappresenta una delle sue principali e profonde prerogative…. Comitato di Cittadini contro il collegamento autostradale delle Torricelle Il Dirigente Ortolani pittore e ingegnere di Mario Spezia, 3 marzo 2014 Una grande passione per le opere pubbliche testimoniata sia dalla sua partecipazione ad alcune mostre di pittura sia dal suo coinvolgimento in alcune recenti vicende giudiziarie. Cristina Stevanoni 5 marzo 2014 at 10:18 L‟Ortolani dipinge qualcosa che somiglia all‟iconografia Rateriana, e questo gli fa onore, perché, così facendo, dimostra di conoscere bene la storia della sua città, e di volersi collocare nel suo solco, forse con la speranza di varcare i secoli. Per rimanere ai varchi da lui dipinti qui e ora, osservo come il cosiddetto Traforo prenda addirittura il posto dell‟antico ponte romano, il Postumio, che dicono esistesse a fianco del superstite Pons marmoreus. E anche sotto questo profilo, l‟Ortolani rende omaggio alla verità storica, perché interpreta correttamente l‟essenza della mega opera, che altro non è, se non un‟autostrada in città. Merita inoltre qualche lode anche l‟intuizione profetica, che consiste nell‟avere l‟Ortolani posto il Traforo sulla scia dei quattro sassi dell‟antichità, recentemente promossi di grado. Nell‟urbe veneta amministrata da Tosi, infatti, è stata riscoperta, come valore aggiunto, l‟archeologia (anche quella “più scopri e più rimuovi”, attualmente praticata nel „parco‟ di Passalacqua). Merita infine un encomio, sempre con riguardo alla

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COMUNICATO

Viva TOSI!

È con un misto di soddisfazione, compiacimento e, oserei spingermi oltre, anche commozione, che accogliamo la possibilità che ci viene offerta di poterci per una volta schierare al fianco del nostro Sindaco e di sottoscrivere le sue dichiarazioni come segno incontrovertibile dello spirito profondamente democratico che – siamo sempre stati certi di ciò – rappresenta una delle sue principali e profonde prerogative…. Comitato di Cittadini contro il collegamento autostradale delle Torricelle

Il Dirigente Ortolani pittore e ingegnere

di Mario Spezia, 3 marzo 2014

Una grande passione per le opere pubbliche testimoniata

sia dalla sua partecipazione ad alcune mostre di pittura sia

dal suo coinvolgimento in alcune recenti vicende

giudiziarie.

Cristina Stevanoni 5 marzo 2014 at 10:18

L‟Ortolani dipinge qualcosa che somiglia all‟iconografia Rateriana, e questo gli fa onore, perché, così facendo, dimostra di conoscere bene la storia della sua città, e di volersi collocare nel suo solco, forse con la speranza di varcare i secoli. Per rimanere ai varchi da lui dipinti qui e ora, osservo come il cosiddetto Traforo prenda addirittura il posto dell‟antico ponte romano, il Postumio, che dicono esistesse a fianco del superstite Pons marmoreus. E anche sotto questo profilo, l‟Ortolani rende omaggio alla verità storica, perché interpreta correttamente l‟essenza della mega opera, che altro non

è, se non un‟autostrada in città. Merita inoltre qualche lode anche l‟intuizione profetica, che consiste nell‟avere l‟Ortolani posto il Traforo sulla scia dei quattro sassi dell‟antichità, recentemente promossi di grado. Nell‟urbe veneta amministrata da Tosi, infatti, è stata riscoperta, come valore aggiunto, l‟archeologia (anche quella “più scopri e più rimuovi”, attualmente praticata nel „parco‟ di Passalacqua). Merita infine un encomio, sempre con riguardo alla

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linea visionaria del Traforo, lo sforzo di penetrazione portato in

primo piano, come freudianamente neanche Freud avrebbe saputo fare.

Marcello Toffalini 5 marzo 2014 at 18:19

Sulla stessa linea di anticipazione dei tempi, di mussoliniana memoria, appare la cupola di un santuario forse dedicato alla dea Maria, una litografica gru forse in movimento ed un “carro veloce” forse dedito al movimento delle truppe imperiali. Un altro encomio all‟insieme

8 marzo 2014: Giornata

Internazionale della Donna

Ecco come le Donne dell’autobiografia di Verona si raccontano in una lunga lettera-manifesto indirizzata a tutte le donne di ieri e di oggi. Una corsa attraverso il tempo, i ricordi, le emozioni che vi proponiamo in occasione della Giornata internazionale della donna.

Omosessualità: tra diritto d’amore e famiglia tradizionale

La Gran Guardia gremita da giovani per affrontare il tema dell‟omosessualità e dei matrimoni gay con Vattimo, Amato, Coltro e...

Informazione giudiziaria, politica e sparate

controproducenti

Le vecchie osterie di Verona secondo Hans Barth

EVENTI con http://www.verona-in.it/

05/03 – Poesie in osteria: Carol Ann Duffy al Carroarmato

06/03 – Università: tecnologia per interpretazione del genoma umano

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06/03 – Tre incontri: Come si esce dalla crisi?

06/03 – Col WWF 7 incontri al Busatello, area umida da vedere

07/03 – Teatro Filarmonico, quinto concerto della Stagione sinfonica

Est veronese, è allarme per acque cancerogene

Visibilità sul web alle Reti dell'economia buona

È online da quasi un mese La Rete del Buon Vivere, il sito internet promosso da Mag e Naturalmente Verona…

Intesa Alitalia-Etihad Dallo Stato 210 milioni Ma ministro Lupi nega

Regione Lombardia "2.529 euro per pranzo Formigoni-architetti"

Debito Pubblico, la Ue retrocede l'Italia

E spiana la strada alla patrimoniale Renzi: "Numeri duri, cambiamo verso"

Inchiesta P3, la giunta del Senato dà l'ok

per l'uso delle intercettazioni di Verdini

Antitrust, multa da 180 milioni di euro

a Roche e Novartis: "Accordi illeciti"

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Tasse sulle rendite finanziarie, come

infrangere il tabù

Marcello Esposito Il regime fiscale di favore concesso alle rendite finanziarie non fa che accentuare la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi: è giunto il momento che la politica spezzi questo tabù. Un articolo e un dossier sul tema.

«Dobbiamo combattere l’enorme diseguaglianza che

si è formata fra quanti hanno accumulato ricchezza e

quanti hanno perso reddito».

Quando il Paese è andato così a destra che perfino

Innocenzo Cipolletta si ritrova a dire qualcosa di

sinistra

L'Italia ha già fatto i compiti a casa

Innocenzo Cipolletta

Chissà perché, in un’operazione di trasparenza, la

maggioranza dovrebbe avere diritto di imporre un

nome preciso, peraltro privo di garanzie di terzietà,

mentre l’opposizione dovrebbe presentare una terna.

Misteri tosiani! Ma è già qualcosa, visto che Tosi è

abituato a non concedere nulla. Basta che non sia

una trappola: per esprimere soddisfazione bisognerà

attendere di conoscere i paletti che verranno posti ai

revisori.

POLITICA E GIUSTIZIA. Il sindaco apre all'opposizione che

ha chiesto una commissione speciale per le questioni urbanistiche

Progetti e inchieste, svolta in Comune

Enrico Giardini

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Tosi: «La minoranza ci indichi professionisti da

affiancare al nostro per fare luce sui casi contestati»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 9

Un consulente indicato dall'opposizione, da scegliere su una terna di tre, da affiancare a quello scelto dalla maggioranza per fare piena luce sui progetti urbanistici oggetto dell'indagine nei confronti dell'ex vicesindaco e assessore all'urbanistica e all'edilizia privata, Vito Giacino. Ora in carcere con l'accusa di corruzione e di nuova concussione (la moglie Alessandra Lodi, coinvolta nell'inchiesta, è invece agli arresti domiciliari).

Con questa proposta il sindaco Flavio Tosi apre alla minoranza, in questo caso al Partito democratico che ha chiesto formalmente in aula di aprire una commissione d'inchiesta amministrativa sull'urbanistica. Con l'obiettivo di valutare, caso per caso, se ci sono stati favoritisimi per alcuni progetti presentati. DOPO CONTESTAZIONI e lanci di manette in Consiglio comunale, la Giunta comunale — riunitasi a Parona, nella sala civica, nel mezzo della festa carnevalesca della Renga — ha deciso di proporre ai consiglieri di minoranza di presentare una terna di professionisti di chiara fama. Tra questi, come ha fatto sapere il sindaco, sarà scelto il nome da affiancare al consulente incaricato dall'Amministrazione comunale di verificare la regolarità delle procedure amministrative relative agli interventi oggetto dell'indagine che riguarda Giacino e alcune aree soggette ad intervento urbanistico. LA GIUNTA di Palazzo Barbieri, lo ricordiamo, proprio nel giorno della seduta di Consiglio comunale con i duri attacchi agli amministratori, («ladri», «a casa», avevano detto fra l'altro gli esponenti di Forza Nuova dal loggione), aveva annunciato di voler procedere a queste verifiche. E di avere quindi chiesto all'avvocato Giovanni Sala, autore di numerose consulenze legali per il Comune, di coordinare lo

svolgimento di questi lavori. Non è detto però che Sala accetti. In ogni caso, l'Amministrazione procede comunque e se Sala non dovesse accettare, essa nominerà un altro consulente. A questo piano si aggiunge ora la proposta del sindaco Tosi. USCENDO dalla Giunta, presa la decisione di chiedere all'opposizione di proporre tre nomi di professionisti da cui sceglierne uno, Tosi ha detto che «si tratta di una soluzione che garantisce la massima trasparenza ai rappresentanti delle

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minoranze, in quanto i consulenti prescelti avranno assoluta

pariteticità di accesso alle carte e di valutazione». SECONDO il sindaco «istituire una commissione d'inchiesta non avrebbe alcun senso», dice, riferendosi alla soluzione proposta dal capogruppo del Partito democratico Michele Bertucco, «visto che il lavoro di indagine e di verifica su eventuali aspetti penali attinenti a queste procedure amministrative lo sta già svolgendo la Procura».

CORRUZIONE. Avviati anche i procedimenti disciplinari contro Tartaglia e gli altri due dirigenti

Ricusazione Agec, slitta di 4 giorni il processo

Il 14 marzo, il tribunale si dirà incompetente e trasferirà gli atti al collegio con udienza già fissata per la settimana successiva

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 13

Potrebbe slittare solo di quattro giorni il processo a carico dei tre dirigenti dell'Agec Sandro Tartaglia, Francesca Tagliaferro e Stefano Campedelli e l'imprenditore altoatesino, coinvolti nell'inchiesta suigli illeciti commessi a palazzo Diamanti. Ieri è emerso, infatti, che il 14 marzo alla ripresa del dibattimento, il presidente Marzio Bruno Guidorizzi dichiarerà la propria incompetenza alla luce della ricusazione, decisa dalla corte d'appello di Venezia due giorni fa e

contemporaneamente disporrà il trasferimento degli atti ai componenti del collegio immediatamente successivo al suo. E dovrebbe toccare con ogni probabilità al tribunale, presieduto da Paola Vacca, gestire il dibattimento sulla vicenda Agec con accuse che vanno dalla corruzione alla turbativa d'asta, alla rivelazione di segreti d'ufficio fino al falso in atto pubblico. Ora non si può prevedere in che tempi potrà riprendere il processo anche perchè si tratta di studiare una decina di fascicoli tra intercettazioni, atti contabili, verbali delle commissioni e quant'altro. In realtà, i grattacapi per l'ex direttore Sandro Tartaglia, dimessosi solo dalla carica ma non dall'Agec e quindi ancora beneficiario dello stipendio da dirigente come stabilisce la legge, e i dirigenti Francesca Tagliaferro e Stefano Campedelli non si limitano al processo in tribunale. L'Agec ha avviato anche a loro carico un procedimento disciplinare per il cui esito bisognerà attendere la fine del processo. All'ex direttore Tartaglia la contestazione dell'addebito è stato firmato dal nuovo massimo dirigente dell'ente di via Noris, l'ex pm Maria

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Cristina Motta. Il procedimento disciplinare a carico di Tartaglia

ricalca in gran parte le accuse formulate dal pm Gennaro Ottaviano sulla base dell'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Verona. Tra le contestazioni disciplinari, figura l'omissione dell'annullamento della gara Agec per la vendita del 70% di Fondo Frugose alla «Seeste Bau Veneto srl», destinata alla costruzione di appartamenti. Il riferimento è all'impianto geotermico da realizzare nelle case da costruire. Questo sistema fu eliminato dopo l'assegnazione dell'appalto nonostante avesse costituito, a parere dell'accusa, un parametro cruciale con tanto di punteggio per l'aggiudicazione della gara alla società di Martin Klapfer. A Tartaglia viene contestato dai nuovi vertici Agec tra l'altro l'assegnazione di

punteggio arbitrari nella valutazione delle offerte per gli appalti dei servizi mense scolastiche.G.CH.

Agec. Sfratti per troppe spese Venti famiglie di inquilini occupano la sede

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 13

Tutto quello che vogliono è un tetto sulla testa. Per questo, ieri mattina, oltre una ventina di famiglie sfrattate, o a rischio sfratto, si sono riversate nell'atrio dell'Agec, riuscendo a strappare un incontro con il presidente Massimo Galli Righi che si terrà domani alle 9.30. L'obiettivo è discutere il blocco degli sfratti per morosità incolpevole e una revisione delle spese condominiali che superano l'affitto persino del doppio, e che rappresentano quindi la vera causa delle morosità. La battaglia, oggi, entra nel vivo, e la Rete Sociale per la Casa, con al fianco lo Sportello casa ADL Cobas Verona, ancora una volta è determinata a stringersi vicino a chi è a rischio sgombero. «Faremo di tutto per impedire che l'inquilino italiano di 53 anni che vive in un locale dell'Agec in via Scuderlando, dopo il lavoro perda anche la casa», annunciano gli attivisti. Il provvedimento era già in programma il 30 gennaio, ma l'ufficiale giudiziario, lo ha rinviato a

questa mattina. «Se lo sfratto verrà eseguito ci faremo sentire in Comune». L'8 febbraio una delegazione di rappresentanti della Rete era stata ricevuta in Prefettura, dove ha consegnato un documento per chiedere di applicare subito il concetto di morosità incolpevole già elaborato dal Governo e in attesa di decreto attuativo. Dopo quel giorno, un'altra richiesta di incontro è stata inoltrata al presidente

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del tribunale di Verona, mentre l'assessore ai servizi sociali Anna

Leso e il presidente dell'Agec sono stati raggiunti da una lettera in cui si domanda di «concordare con il Prefetto la graduazione dilatoria degli sfratti», evitando la forza pubblica nei casi di morosità incolpevole, «ossia in tutte quelle situazioni in cui la morosità sia dovuta a fattori oggettivi riguardanti la sfera personale e giuridica dell'inquilino, come disoccupazione, mancata assistenza dei servizi o reddito insufficiente». Condizioni che, in tempo di crisi, sono inevitabilmente sempre più numerose e critiche.C.BAZ.

TANGENTI. Sarà interrogato dal pm e dai difensori del vicesindaco

Caso Giacino, l'accusatore Leardini oggi dal giudice

Giampaolo Chavan

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 9

Alessandro Leardini dovrà rassegnarsi a trascorrere diverse ore nell'ufficio del gip Guido Taramelli a partire da oggi. Il pm Maria Beatrice Zanotti ha chiesto per l'imprenditore, il grande accusatore di Giacino e moglie, l'interrogatorio con la formula dell'incidente probatorio che inizierà oggi alle 10 e si protrarrà forse anche nei prossimi giorni. D'altro canto, Leardini dovrà ripercorrere i rapporti con l'ex vicesindaco di Verona e la moglie Alessandra Lodi, iniziati

nel 2007. Si dovrà sviscerare «l'illecito guadagno di 700mila euro» incassati dalla coppia, riporta l'ordinanza di custodia cautelare, e «l'ulteriore impegno del dichiarante (Leardini ndr) per il versamento di oltre un milione di euro». C'è da scommettere che i due difensori della coppia, gli avvocati Filippo Vicentini e Apollinare Nicodemo (per la sola Lodi), daranno battaglia e faranno di tutto per far cadere in contraddizione il testimone «principe» dell'inchiesta di polizia giudiziaria e Squadra mobile. Oltre ai difensori, non si sa se sarà presente anche Giacino: fino a ieri non aveva presentato richiesta di traduzione in tribunale alle autorità carcerarie. È esclusa, invece, la partecipazione della Lodi. I rapporti tra politico e imprenditore presentano, a parere del gip, alcune anomalie. «Da giugno 2011 ad oggi», scrive il giudice Taramelli, «non si è registrato nessun contatto telefonico tra Giacino e Leardini nonostante gli appuntamenti ufficiali rilevati sull'agenda dell'ex assessore». L'obiettivo di Leardini, indagato con l'accusa di corruzione nella nuova formula e difeso da Nicola Avanzi e Marco Pezzotti, sarà quello di evidenziare il ruolo di vittima del

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loro assisistito. In uno dei suoi interrogatori, Leardini aveva

ricordato che in un caso di ritardato pagamento di una mazzetta «Giacino si era mostrato ancora più arrogante e determinato.. e lo aveva rimbrottato dicendogli che non era quello il modo di comportarsi che bisognava essere puntuali negli impegni presi». In un altro caso, poi l'ex vicesindaco aveva invitato a «studiare e a fare i compiti a casa per inventare metodi apparentamente leciti per coprire le dazioni di danaro», evidenzia ancora il provvedimento del gip Taramelli.

Pd e M5S: «Un sistema che infanga la città, occorre fare chiarezza»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 9

«Il rinvio a giudizio dei vertici delle maggiori aziende pubbliche veronesi conferma l'esistenza di un sistema di gestione poco chiaro delle risorse pubbliche». A sostenerlo è Michele Bertucco, capogruppo del Pd in Comune, rivendicando che il suo partito lo denuncia da tempo ma, dice, «il sindaco e la sua amministrazione continuano a tenere entrambi gli occhi chiusi quando non si avventurano in messaggi di vicinanza e solidarietà agli inquisiti». Bertucco aggiunge: «Non ci interessa speculare sulle miserie altrui,

ci interessa solo cambiare un sistema che ha fallito, danneggiando Verona e i veronesi, ma che tuttavia non è ancora finito. L'indagine della magistratura rappresenta infatti soltanto una parte di questo sistema, quella che si presume essere illecita, ma ve n'è un'altra parte, perfettamente lecita ma inopportuna sotto il profilo etico, morale e politico che il Pd denuncia con altrettanta forza, perché nega ai cittadini giustizia e parità di trattamento di fronte alle istituzioni». Bertucco, insieme alla collega Elisa La Paglia, conclude: «Finché questa resterà la città dei favori e non quella del merito e dei diritti, finché la fedeltà al politico di turno verrà prima della valutazione delle capacità personali, Verona continuerà a scivolare

verso l'isolamento. La strenua difesa che Tosi continua a fare di questo sistema, dei suoi uomini e del loro operato ricorda una brutta copia dell'ultimo craxismo. E fatte le debite proporzioni, la corte dei miracoli è la stessa». FANTINATI. Su «Parentopoli» interviene anche il deputato M5S, Mattia Fantinati che dice: «L'accelerata che Schinaia ha dato alle indagini su testimonia non solo la convinzione del procuratore di avere prove sufficienti per sostenere un processo, ma anche la

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volontà di fare chiarezza su un sistema che sta infangando la città.

Anzi, che l'ha già infangata. Questi 11 indagati sembrerebbero dimostrare che le aziende del Comune altro non sono state, in questi ultimi anni, che una raccolta di poltrone più o meno grandi, di contratti e posti di lavoro destinati a coloro che erano più vicini a certe figure politiche». E conclude: «Questi 11 indagati, si guardino i cognomi, arrivano da aree politiche ben precise, sempre le stesse. E negli ultimi anni il loro lavoro è stato quello di avere sempre una poltrona su cui sedere, facendosi trascinare da un ente all'altro in un balletto poco aggraziato. Direi, molto pasticciato. Perché la brutta (benché comoda) abitudine di farsi piazzare si sarebbe, secondo le accuse, allargata parecchio, andando a coinvolgere

anche amici e parenti. Insomma, lui piazza me, io piazzo te». CAMPAGNARI. Il capogruppo Sel-FdS in Provincia, Giuseppe Campagnari interviene invece su una azienda partecipata in particolare e chiede di «sospendere il bando di concorso per direttore Atv». Il consigliere sostiene ciò prendendo in considerazione la «meraviglia e lo scandalo nell'opinione pubblica che tale ruolo apicale (con compensi intorno ai 200mila euro all'anno) in una delle più importanti aziende veronesi, possa venire ricoperto da persona non laureata e quindi priva dei requisiti per l'accesso alla dirigenza negli enti pubblici».

La lettera, scritta palesemente di proprio pugno da

Flavio Tosi, non cancella la sensazione che la

denuncia preventiva sulla base dell’art. 56 del Codice

Penale costituisca una forzatura

REPORT

Un atto inqualificabile

giovedì 06 marzo 2014 LETTERE, pagina 21

In relazione alla lettera al direttore su Report apparsa su «L'Arena» di ieri intendo precisare quanto segue. La gentile lettrice è evidentemente ignara del fatto che il nostro ordinamento assai

opportunamente non si limita a sanzionare penalmente i soli reati consumati ma anche quelli tentati (articolo 56 c.p.) quando siano stati posti in essere atti diretti in modo non equivoco alla commissione dei delitti (tra cui la diffamazione aggravata); nel caso in questione, come emerge chiaramente dalla visione del filmato- forse la gentile lettrice non lo ha visto nella sua inquietante completezza- che costituisce la base della sacrosanta denuncia presentata dal sottoscritto (peraltro i fatti diffamatori- come risulta

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dal video- sono avvenuti in presenza di più persone e quindi la

consumazione del reato di diffamazione è a mio parere sussistente), è in atto un'inqualificabile azione di diffamazione della mia persona, con un confessato dispiegamento di denari pubblici e relazioni oscure che dovrebbero in sé indignare chiunque valuti la questione con animo sereno. Cosa avrebbe fatto la gentile lettrice se avesse assistito ad un video in cui un noto giornalista di una notissima trasmissione della televisione di Stato avesse implorato l'interlocutore di vendergli- offrendo denaro di Stato- un (altro) video compromettente- pur insistente- che riguardava la gentile signora stessa, rassicurando il proprio interlocutore con propri agganci con giudici, servizi segreti

al dichiarato fine di rovinarle la vita? Io, non avendo nulla da nascondere, senza esitazioni e senza bisogno di consultarmi con chicchessia, ho deciso di denunciare la cosa alla Procura della Repubblica. L'acutissima lettrice mi avrebbe consigliato di non far nulla e attendere la consumazione del più grave reato a mio carico senza fiatare e finire infangato da una macchinazione che la sorte mi aveva consentito di smascherare in tempo? Francamente di questo genere di consigli credo proprio di non aver bisogno. E se vuole un consiglio spassionato, gentile signora, eviti di darne di simili a se stessa e a i suoi amici (se li considera tali). In quale considerazione, infatti, può essere tenuto il consiglio di chi è così

cieco da non cogliere la gravità dell'azione di diffamazione che è stata costruita a mio danno e giunge persino a criticare, dimostrando ben poco discernimento, il comportamento di chi si rivolge all'autorità per veder tutelare la propria onorabilità? Flavio Tosi VERONA

ENTI NELLA BUFERA. La Giunta incarica gli uffici di valutare l'impatto

Il Comune pensa di abbandonare Acque Veronesi

Enrico Giardini Tosi: «Investimenti inadeguati rispetto a quanto paghiamo» Mariotti: «Le richieste di Verona saranno prese in considerazione»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 10

Acque Veronesi... agitate. Il Comune medita di uscire dalla società consortile (75 Comuni affiliati) per la gestione del ciclo dell'acqua. Il

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motivo? Investimenti «del tutto inadeguati», anche a fronte di

quanto sempre versato alla società presieduta da Massimo Mariotti, esponente della Lista Tosi indicato dal Comune di Verona che, attraverso Agsm, è socio di maggioranza. Lo fa sapere il sindaco Flavio Tosi all'uscita della Giunta che, dopo aver visionato l'ultima bozza di piano degli investimenti di Acque Veronesi, ha dato mandato agli uffici di verificare la possibilità di uscita del Comune dalla società. Secondo Tosi «gli investimenti previsti nella bozza del piano operativo redatta da Acque Veronesi sono assolutamente inadeguati, non solo rispetto alla percentuale di partecipazione nella società consortile del Comune di Verona, che pesa per il 40 per

cento, ma anche rispetto al numero di abitanti della città». Per questo «abbiamo deciso di verificare la possibilità di uscita dalla società e di esprimere voto contrario al piano, quando verrà sottoposto all'assemblea dell'Aato per l'approvazione». Come spiega il primo cittadino, «il documento prevede un aumento tariffario legato a un incremento degli investimenti, che, pur essendo contenuto, per Verona non è però assolutamente giustificabile, vista la sproporzione fra quanto versato dai cittadini veronesi e quanto investito realmente sul nostro territorio. Con quello che versa attualmente ad Acque Veronesi, il Comune di Verona sarebbe infatti in grado di fare investimenti superiori di

cinque volte rispetto a quelli proposti nel documento». Secondo il sindaco in passato Verona era, sul territorio, «il Comune con il migliore equilibrio finanziario tra tariffe e investimenti, con un ottimo stato di salute degli impianti nonché dei costi di gestione, eravamo entrati in Acque Veronesi anche con spirito di comunità, facendo uno sforzo rispetto ai Comuni della provincia e accettando un aumento tariffario proprio per cercare di rendere equa la gestione su tutto il territorio. Tuttavia, se questi sono i termini del servizio, potremmo anche decidere, qualora risulti fattibile, di uscire da Acque Veronesi». Mariotti, interpellato, spiega che «Acque Veronesi ha predisposto

una bozza di progetti per lavori già sottoposta al comitato territoriale — un organismo previsto dallo statuto che da da tramite fra soci, cioè i Comuni, e Consiglio d'amministrazione — composto da 16 membri di cui sei in rappresentanza dei Consorzi confluiti in Acque Veronesi e sette per i Comuni non consorziati, più tre in quota ad Agsm. Questa bozza è in fase di discussione da due riunioni e stiamo valutando tutte le proposte. E quelle di Verona, il

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socio più rappresentativo, verranno prese in considerazione».

MATERNE

Genitori ignorati

giovedì 06 marzo 2014 LETTERE, pagina 21

Sappiamo che in commissione V il 5 febbraio l'assessore ha dichiarato di non aver mai ricevuto segnalazioni in merito a criticità legate alle Scuole dell'Infanzia comunali e questo non può che sorprenderci, visti i tentativi fatti dai genitori attraverso Chiedo Asilo da mesi. Dopo la nostra missiva inviata anche all'assessore al personale e al

sindaco del 10 gennaio e alla sua risposta che per problemi familiari non avrebbe potuto essere presente a un incontro e che avrebbe preferito incontrare una persona di Chiedo Asilo individuata dall'assessore in un precedente confronto nell'ambito di un Coordinamento di Nido, come Chiedo Asilo Verona abbiamo proseguito nella ricerca di un incontro pubblico appellandoci direttamente al sindaco in quanto garante del rapporto tra cittadini e amministrazione, senza avere ad oggi alcuna risposta. Troviamo scandaloso che si continui ad ignorare i genitori, che ancora non hanno avuto alcuna risposta nel merito dell'organizzazione e delle criticità relative alle Scuole dell'Infanzia, che hanno lanciato una petizione a difesa della qualità dei servizi pubblici all'infanzia di Verona con specificità richieste di merito all'amministrazione. I genitori sono basiti a sentire dire che nessuno in questi mesi abbia sollevato questioni quando attraverso Chiedo Asilo hanno più volte manifestato di essere molto interessati al problema della riorganizzazione del Servizio delle Scuole dell'Infanzia, come le nostre uscite sulla stampa locale e il nostro sito internet testimoniano. Le recentissime vicende giudiziarie che hanno visto contrapposti Comune e maestre delle scuole meterne, e le successive bellicose

dichiarazioni dell'Amministrazione, per bocca del sindaco e dell'assessore Toffali, in seguito alla senteza che ha visto il Comune soccombente, hanno messo in grave allarme quanti, tra noi genitori, hanno a cuore il buon funzionamento del Servizio e la serenità dei piccoli che ne usufruiscono. I genitori di Chiedo Asilo VERONA

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Bitume e marciapiede

in via Scuderlando,

nuovi negozi [centro commerciale] a Palazzina

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 14

Sottoservizi pronti e asfaltatura imminente nella strada interna all'ex mercato ortofrutticolo che collega viale Agricoltura con viale dell'Industria. Dopo la bitumatura, anche dei vicoletti che sbucano su via Scuderlando, a giugno verranno realizzati marciapiedi e illuminazione su entrambi i lati della strada, verso le case e al bordo del futuro parco di 45mila metri quadri i cui lavori partiranno a settembre. Sembra invece evanescente l'ipotesi di veder sbarcare la nota catena alimentare Eataly nelle due storiche gallerie interne all'area. Riferisce il presidente del parlamentino di Borgo Roma, Fabio Venturi: «Insieme ai marciapiedi verrà abbattuto il muro tra via Scuderlando e viale Agricoltura, per mettere una rete che dia maggiore visibilità all'area recintata. Sul lato opposto, invece, verrà fatta una piccola rotonda tra viale Industria e via Malfer e abbiamo chiesto la bitumatura dei tratti di via Scuderlando più danneggiati». Nell'area di fronte alla fiera, come è ormai noto, si allocherà il nuovo supermercato Esselunga, mentre pare che il colosso dei cibi

tipici e di alta qualità, Eataly, potrebbe sì assestarsi a Verona Sud, ma non più nei padiglioni dell'ex mercato come finora ipotizzato. In questo caso le due gallerie andrebbero in vendita, e la Fondazione Cariverona potrebbe trasformarle in spazi culturali. Inizia invece a concretizzarsi il centro commerciale a Palazzina, tanto contestato dai residenti della zona. Lunedì mattina partiranno infatti i lavori per la costruzione dell'opera di compensazione, ossia la rotonda tra via del Pestrino e via San Giovanni Lupatoto che dovrà essere ultimata entro settembre. «Non ci sarà alcun intralcio per la viabilità», assicura Venturi, «e verrà completato in estate, con una piccola deviazione».

Insieme alla rotonda prenderanno il via anche i lavori per parco e area cani, e i percorsi ciclopedonali di collegamento con strada santa Caterina, richiesti dalla circoscrizione. C. B.

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SANITÀ E QUARTIERI. Illustrato in circoscrizione il

megaprogetto

Policlinico Rossi, rivoluzione al via

Rione perplesso

Chiara Bazzanella

Primi interventi per il cantiere che partirà a luglio di una nuova costruzione da 20mila metri quadri Residenti preoccupati per viabilità e sostenibilità

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 14

Una nuova costruzione di 20mila metri quadri, e la ristrutturazione

dello storico monoblocco degli anni Sessanta. Il tutto collegato in una struttura ad anello dotata di una lente didattica verso piazzale Scuro. La rivoluzione del Policlinico è già iniziata, con il via, in questi giorni, dei primi interventi propedeutici al cantiere. I lavori partiranno a luglio, per disturbare il meno possibile gli studenti dell'Università integrata. Da quel momento, gli operai inizieranno a dare vita al nuovo complesso che dovrà essere pronto entro 45 mesi, con una spesa pari a circa la metà dei 119 milioni di euro previsti per la trasformazione anche di Borgo Trento. «Quello di Borgo Roma, con 510 posti letto tra ordinari e adibiti al day hospital, e ulteriori 110 letti tecnici sarà il quinto ospedale nel Veneto per ampiezza», ha sottolineato il direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Sandro Caffi, nell'incontro con il Consiglio della quinta circoscrizione. «Avrà aree chirurgiche e mediche, e l'intento è di spostarvi anche una delle unità geriatriche di Borgo Trento». Una novità, quest'ultima, che rafforza l'ipotesi annunciata dal rettore dell'Università, Nicola Sartor, di trasferire la Facoltà di Scienze Motorie negli impianti sportivi dell'ex base americana incastonata tra il Policlinico e la tangenziale in via Forte Tomba, utilizzati per ora dai soli militari e loro famigliari. «Scienze motorie ha stretti contatti con neurologia del movimento quindi, a Borgo

Roma, sarebbe più facilitata nell'interazione con la ricerca», spiega il rettore. «Inoltre contribuisce a migliorare la qualità di vita degli anziani, e il trasferimento della geriatria al Policlinico darebbe occasione di sviluppo alla parte universitaria». Il trasferimento della Facoltà è ancora però un'aspirazione. Intanto, l'attuale blocco fra il Pronto Soccorso e l'ingresso, ossia quello che si sviluppa sopra l'edicola, con i suoi 800 metri quadri per piano (in tutto 6), si prepara a ospitare attività di tipo

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formativo, mentre la didattica si allocherà nella struttura a lente

che disterà 14 metri dai piani inferiori dell'ospedale e sarà dotata di un'aula magna di 500 posti e di una serie di altre aule. Se cura, formazione e ricerca godranno di un reciproco arricchimento, i consiglieri di opposizione della quinta circoscrizione temono per la viabilità e per la sparizione della maternità, concentrata a Borgo Trento. C'è poi la questione della fetta di 57 milioni di euro che saranno sborsati da un gruppo di privati per realizzare i nuovi poli in project financing. «Quale sarà la contropartita?», chiede la capogruppo del Pd, Camilla Mariotto. Risponde Caffi: «Il project sarà finanziato con un canone integrativo di 1milione e 820mila euro all'anno, più 2 milioni calcolati sui

servizi, visto che i privati avranno in concessione le attività commerciali nei due ospedali e la gestione di mense e pulizia per 19 anni». Sulla viabilità è il presidente Fabio Venturi a dare i primi suggerimenti: «Il Policlinico necessita di un nuovo parcheggio, magari con ingresso da via Golino, e c'è chi si sta facendo avanti per un parck interrato in project financing. Nella zona universitaria sono già stati fatti interventi per ciclabili e marciapiedi ma la viabilità va rivista. Possiamo mettere a disposizione di Scienze Motorie il nuovo palazzetto che verrà realizzato vicino alle piscine Le Grazie, con annesso parcheggio».

Verona Sud, via libera a quattro nuovi caselli al posto del ribaltamento

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 10

Non più il ribaltamento del casello attuale, ma costruire altri mini caselli con differenti uscite per chi proviene da Milano o da Venezia. La Giunta comunale, riunitasi ieri mattina, ha dato il via libera definitiva alla nuova ipotesi — già emersa diversi mesi fa rispetto a quella originale prevista dalla società dell'Autostrada A4 — per

modificare il casello autostradale di Verona sud dell'autostrada Brescia-Verona-Padova. Ciò anche in previsione del parcheggio scambiatore della Genovesa e dei futuri capolinea e deposito del filobus. Come spiega l'assessore alla mobilità e alle infrastrutture, Enrico Corsi, al posto del casello attuale e con l'obiettivo di intercettare il traffico proveniente da Milano, cioè il 75 per cento di quello transitante per Verona sud, «verranno costruiti quattro nuovi caselli dalla parte del futuro parcheggio della Genovesa, quindi per

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favorirvi l'accesso».

Per chi arriva da Venezia, invece, «una parte dei caselli esistenti verranno modificati, anche in questo caso per favorire l'accesso al futuro parcheggio». La Giunta quindi ha definitivamente ribadito la scelta già espressa nelle scorse settimana nella conferenza di servizi sul progetto del filobus. In pratica, con questo progetto, sarà trasferito il traffico diretto sulla Transpolesana e proveniente da Milano su una barriera a sud dell'autostrada, direttamentre collegata con la tangenziale sud. Ciò anche in considerazione del fatto che il traffico proveniente da Venezia e diretto sulla Transpolesana esce al casello di Verona est.E.G.

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SINISTRA. Domani in Sala Lucchi l'avvio della raccolta delle firme

Europee, la lista Tsipras

debutta: «Basta austerità»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 10

Prima uscita pubblica del comitato «Verona per Tsipras», nato per sostenere la lista «L'altra Europa» alle elezioni europee che avrà come candidato a Commissario europeo il leader della sinistra greca Alexis Tsipras. Alla presentazione del comitato scaligero, al Liston 12 di piazza Bra, c'erano Paolo Piva, Paola Lorenzetti del comitato Acqua bene comune, Enrico Bertelli, Simonetta Venturini, Mattia Da Re e Paola Libanti dell'associazione Monastero del bene comune. In sala erano presenti anche esponenti della sinistra veronese come Fiorenzo Fasoli di Rifondazione comunista e Paolo Ferrari di Sel. «Ma le adesioni al nuovo progetto politico», affermano, «sono strettamente individuali». Nel logo della lista non ci saranno quindi

simboli di partiti. «Quella che si presenterà alle elezioni europee», sottolinea Bertelli, «sarà una lista di cittadinanza che nasce da un appello di sei intellettuali: Andrea Camilleri, Barbara Spinelli, Marco Revelli, Paolo Flores D'Arcais, Luciano Gallino e Guido Viale». Domani alle 20,40 in sala Lucchi, in zona Stadio, un'assemblea pubblica aprirà la raccolta di firme in città e provincia per la presentazione della lista. Interverranno il giornalista greco e attivista di Syriza, Argiris Panagopoulos e l'economista Riccardo Petrella, animatore delle campagne per i beni comuni e fra i candidati de «L'altra Europa» nel collegio elettorale della circoscrizione Nord-est, che comprende anche il Veneto. Tema della

serata sarà «Con Tsipras per cambiare l'Europa: porre fine all'austerità e alla crisi, avviare la trasformazione ecologica della produzione, riformare le politiche europee dell'immigrazione». Gli altri candidati della lista per Tsipras nel collegio che interessa anche il Veneto, nella quale non figurano veronesi, sono Paola Morandin, operaia dell'Electrolux di Treviso, lo storico Adriano Prosperi, il giuslavorista Giovanni Alleva, l'ambientalista altoatesina

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Oktavia Brugger, Isabella Cirelli del comitato Referendum scuola

pubblica di Bologna, la pacifista udinese Annalisa Comuzzi, Stefano Lugli del comitato terremotati di Modena, l'attore bolognese Ivan Marescotti, Cristina Quintavalla del comitato Audit bilancio comune di Parma, l'insegnante padovano Carlo Salmaso, l'urbanista veneziano Edoardo Salzano, la veneziana Camilla Seibezzi, attivista per i diritti civili e la psichiatra basagliana triestina Assunta Signorelli. Al primo punto del programma di Tsipras c'è «l'immediata fine dell'austerità». «Siamo critici ma non antieuperisti e non vogliamo l'uscita dall'euro» sottolineano i promotori veronesei, «chiediamo un cambiamento democratico dell'Unione europea».E.S.

CONSIGLIO REGIONALE. Il presidente all'avvio delle sedute sul bilancio. Dialogo con il Pd, che attacca: «Non guardi al futuro»

«Sanità, paghiamo tutti i debiti»

Zaia: «Ma lo Stato è usuraio: ci tiene fermi 1,5 miliardi con il Patto di stabilità e ce ne presta altrettanti al tasso del 3.5%»

giovedì 06 marzo 2014 REGIONE, pagina 8

Piero Erle VENEZIA

La “vision” per guidare il Veneto verso il futuro? Il presidente Luca Zaia, tornato ieri mattina dopo tanto in Consiglio regionale per assistere al via alla maratona sul bilancio 2014 della Regione - l'ultimo vero della legislatura - è stato accusato di non avere indicato una prospettiva. Non solo dai banchi della minoranza, ma anche da quelli della maggioranza, sempre più in ordine sparso in vista delle varie elezioni dei prossimi 14 mesi. LA RISPOSTA. Ma nel suo intervento lui la sua risposta l'ha data. Ed è di fatto in linea con quanto sempre più spesso ha ripetuto in questi ultimi tempi. Nel marasma della crisi, dei soldi che sono

sempre meno, delle altre Regioni (e di altri enti) travolti da bufere giudiziarie e scandali di ogni tipo, Zaia punta a rafforzare nei veneti l'idea che in Regione si difende con le unghie la “buona amministrazione”. Vale a dire? Niente tasse in più, niente spese folli («abbiamo tagliato del 96% le consulenze e di 8 milioni il costo del personale», ha rivendicato), grande dedizione di fronte ad emergenze come la crisi delle imprese o le batoste del maltempo,

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battaglie continue con Roma per ottenere qualche risorsa in più.

LA SANITÀ E L'USURA. Ieri in aula, nell'intervento fatto come al solito a braccio e quindi non lineare ma “a pennellate”, ha citato la priorità ovvia: la sanità, che con 8,3 miliardi si prende la fretta più grande del bilancio veneto. «Rispetto a un anno fa siamo praticamente in grado di azzerare l'intera partita dei debiti della sanità veneta. Vale a dire che paghiamo circa 7mila imprese». Ma è sul “come” di questa operazione che Zaia punta ancora una volta il dito contro Roma. Dal Governo infatti arrivano altri 848 milioni di mutuo sblocca-debiti, che si aggiungono ai 770 dell'anno scorso. «Significa che sblocchiamo i pagamenti, ma anche che dovremo pagare allo Stato circa 20 milioni più del previsto di interessi

(rispetto a rate di restituzione del mutuo che graveranno per 78-80 milioni l'anno sul bilancio della Regione). In pratica, da una parte con il Patto di stabilità il Governo ci tiene fermi a inizio anno in tesoreria 1,5 miliardi che sono nostri, del Veneto, e dall'altra ci dà 1,6 miliardi al tasso di interesse del 3,5 per cento. Vedete bene - è l'affondo di Zaia - che è lo Stato il primo usuraio». Ma nonostante questo è proprio sulla sanità, sulla speranza di vita media e di qualità di oltre 83 anni dei veneti, spiega Zaia, che si concentra la “vision” della Regione: anche con i primi soldi per il nuovo policlinico di Padova, anche con le visite di notte o con gli steward che andranno nei Pronto soccorso ad assistere che è in attesa.

«NO ALLA FUGA DI CERVELLI». Il tutto senza dimenticare, aggiunge Zaia, tanti altri impegni: l'occupazione, la difesa del suolo, la potatura delle società della Regione, il sostegno ai Comuni veneti che sono virtuosi ma allo stremo. E con un'apertura che il presidente fa in diretta al contro-relatore dell'opposizione Piero Ruzzante, facendogli capire che c'è la porta aperta per un emendamento-base al bilancio su cui il Pd punta deciso: un fondo specifico «per tenere i cervelli qui in Veneto. Siamo la seconda regione d'Italia - sottolinea Ruzzante - per il numero di giovani diplomati che scappano all'estero». «SIETE VOLTATI VERSO IL PASSATO». Sulla strategia “buona

amministrazione prima di tutto” di Zaia ieri, nella prima giornata di interventi al microfono, va registrata una critica pesante del vicecapogruppo Pd, il vicentino Stefano Fracasso: «Su welfare, mobilità, innovazione, questo bilancio guarda al Veneto del passato e non getta nessun seme per il futuro. Nel Rapporto europeo sull'innovazione nelle regioni il Veneto è tristemente fermo in bassa classifica. Il settore pubblico deve affiancare il privato ed essere

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motore d'innovazione, dare sostegno alla ricerca e alla formazione

post-universitaria. Per il futuro della nuova manifattura servono investimenti adeguati». SANITÀ. Il documento inviato a Venezia contiene un lungo elenco di «criticità» addebitate al direttore generale Dall'Ora che «ha sottratto 12 milioni di risorse ai servizi» «La Regione mandi gli ispettori all'Ulss 22»

Camilla Ferro

Il sindacato nazionale dei primari ospedalieri chiede al presidente Zaia di «chiarire i troppi punti oscuri nella gestione dell'azienda»

giovedì 06 marzo 2014 PROVINCIA, pagina 24

Dall'Ora, direttore generale dell'Ulss 22, «bravo» a chiudere il bilancio 2012 con 12 milioni di attivo? Per il sindacato nazionale dei primari ospedalieri (Anpo) non lo è per niente. Tanto che, attraverso la presidente regionale Donatella Noventa e il segretario nazionale Marco Pradella, ha chiesto «con urgenza» al governatore Zaia, al suo assessore alla sanità Coletto e al presidente della quinta commissione Padrin, «l'attivazione del servizio ispettivo per chiarire i troppi punti oscuri nella gestione dell'azienda di Bussolengo». Vogliono sapere tante cose, i portavoce dei primari, prima tra tutte

se «al bilancio attivo il direttore Alessandro Dall'Ora c'è arrivato sottraendo rilevanti risorse (almeno 12 milioni) ai servizi per i cittadini e alla sicurezza dei pazienti e degli operatori». Da qui, il «sospetto» di irregolarità e di scelte amministrative contra legem per le quali Anpo ritiene opportuno che la Regione mandi gli ispettori a Bussolengo. L'elenco è lungo, articolato in una trentina di punti corripondenti ad altrettante «criticità» frutto della gestione Dall'Ora per le quali il sindacato pretende verifiche urgenti. Ecco le più delicate estrapolate dal documento inviato ai vertici di Venezia. 1) «Vorremmo sapere se nell'Ulss 22 sia stato convocato il Collegio

di Direzione, se siano stati sentiti i direttori nelle scelte strategiche, se siano fondate le voci di atteggiamento intimidatorio e aggressivo della direzione». 2) «Va chiarito se il ruolo di dirigente del servizio infermieristico (professione sanitaria) dichiarato dallo stesso direttore generale Dall'Ora sia compatibile con la normativa vigente che prevede separazione tra indirizzo e gestione, tra direzione strategica e unità

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operative. Se sia inoltre compatibile con i titoli di studio e

professionali del direttore che lo esercita». 3) «Vorremmo sapere se l'acquisto della risonanza (quella comperata di seconda mano da Borgo Trento, ndr) sia stato a carico di fondi Ulss o di una Fondazione e va chiarito se sia stata concessa la necessaria formazione del personale. Dovremmo inoltre sapere se sono stati acquisiti i monitor amagnetici necessari per non dirottare altrove i bambini da sottoporre all'esame diagnostico». 4) «Va approfondita la situazione della Medicina a Villafranca, un reparto per acuti già operativo e a corto di personale, che non può attendere l'apertura del Magalini».

5) «Vorremmo sapere se risponde al vero che sia stato fermato il monitoraggio della terapia anticoagulante per i pazienti ambulatoriali, se sia stato o meno ridotto il menù degli esami di laboratorio, quanti ne siano stati esternalizzati e di quanto siano stati allungati i tempi di risposta». 6) «Va appurato se sia stata sostituita la seconda colonna laparoscopica, guastatasi più di un anno fa». 7) «Vanno raccolte le motivazioni delle dimissioni anticipate del primario di gastroenterologia, che da anni chiedeva che venissero sostituiti gli endoscopi, obsoleti e non performanti». 8) «Chiediamo di confermare che da tempo mancano gli apicali di

Ortopedia, Geriatria, Riabilitazione, Pneumologia, coperti con incarichi a scavalco non retribuiti». 9) «Va appurato se non sono obsoleti gli ecografi in dotazione». 10) «Va chiesto se sia possibile nelle strutture pubbliche della Ulss la partoanalgesia (parto indolore, ndr)». 11) «Si dovrebbero conoscere l'entità e le motivazioni del recente esodo di almeno 22 dirigenti di 1° e 2° livello, tra Medicina, Pneumologia, Gastroenterologia, Radiologia, Laboratorio, Neurologia, Chirurgia, Ginecologia, Pediatria, Malattie infettive». 12) «Vorremmo sapere se è vero che concorsi autorizzati dalla Regione non vengono espletati e per quale motivo».

13)«Vorremmo conoscere l'adeguatezza della dotazione organica per la reperibilità dell'endoscopia d'urgenza». 14)«Si dovrebbe verificare lo stato del servizio di pulizia e sanificazione ed il parere del Comitato per le infezioni ospedaliere sulle eventuali ripercussioni sanitarie della riduzione». 15)«Va verificato se le chiusure di Ortopedia di Malcesine e del Punto medico di Caprino siano conformi alle modifiche dell'atto

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aziendale e se queste siano state approvate con le modalità

stabilite dalla Regione». 16)«Va chiesto cosa è rimasto del gruppo senologico "rosa" finalizzato algli interventi per neoplasia della mammella». 17)«Si dovrebbe verificare il vero stato di benessere organizzativo del personale e le modalità adottate dalla direzione per rispondere alle segnalazioni». 18) «Va appurato se le cancellazioni delle apicalità di Laboratorio, Oculistica, Gastroenterologia, Anatomia Patologica, Oncologia abbiano o meno preceduto l'approvazione dell'atto aziendale». 19) «Vanno esposte le motivazioni dell'eventuale taglio dei servizi per disabili».

20) «Va chiesto se esiste un piano annuale per l'urgenza emergenza». Insomma, la «lista delle spesa» con pesanti addebiti alla gestione Dall'Ora è lunga quanto chiara. Dopo la Conferenza dei sindaci della 22 e dopo che da anni i medici denunciano la mancanza di rispetto dei ruoli e della normativa, ora c'è la richiesta ufficiale di Anpo alla Regione di fare una verifica urgente sul risparmio milionario del 2012. «L'esigenza di avere gli ispettori a Bussolengo», chiosano i bene informati del sindacato, «stavolta deve essere ascoltata: a Venezia non possono più difendere l'indifendibile».

TREVISO. Il Gip

Per la «Polisia veneta»

in otto vanno a processo

giovedì 06 marzo 2014 REGIONE, pagina 8

TREVISO Il giudice per l'udienza preliminare Angelo Mascolo ha disposto il rinvio a giudizio per 8 persone accusate di aver collaborato alla fondazione di “Polisia veneta”, un'associazione paramilitare riconducibile al Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto. Si tratta della seconda parte di un'inchiesta che ha già portato ad analogo provvedimento per altri 8 componenti, mentre rispetto ad altri due la magistratura non ha individuato elementi di accusa sufficienti. L'avvio delle indagini risale al 2009: le forze dell'ordine eseguirono

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una serie di perquisizioni nelle abitazioni e in locali nella

disponibilità degli indagati. Furono ritrovati giubbotti e berretti con la sigla del movimento, indumenti e tessere plastificate di riconoscimento rassomiglianti a quelle usate dalla polizia italiana. Gli investigatori sequestrarono un centinaio di sfollagente e coltelli da combattimento, 4 pistole semiautomatiche. Fra i principali organizzatori anche un comandante di polizia locale ed una guardia giurata a un centro commerciale. Il processo inizierà a giugno.

I NOSTRI SOLDI. La Cgia con una stima prudenziale sulla tassa sui servizi individisibili dice che supererà il costo dell'Imu

«Arriva la Tasi e peserà di più su Verona, Padova e Vicenza»

Gli Artigiani di Mestre calcolano che se i sindaci alzeranno l'aliquota, per i capannoni sarà un autentico salasso

giovedì 06 marzo 2014 REGIONE, pagina 8

VENEZIA La Tasi “colpirà” soprattutto i proprietari di immobili di Padova, di Verona e di Vicenza. I padovani saranno chiamati a versare 73 milioni, i veronesi 67 milioni e i vicentini 63 milioni di euro. E complessivamente nelle casse dei Comuni veneti dovrebbero arrivare 354 milioni di euro. È una simulazione diffusa ieri

dall'Ufficio studi della Cgia, ipotizzando per la tassa sui servizi comunali l'applicazione dell'aliquota base all'uno per mille. E se si tiene conto che la stessa Cgia ha calcolato ieri, con un'analisi più generale, che il peso nazionale della Tasi sarà soprattutto su Veneto, Lombardia e Lazio, significa che le province venete saranno tra quelle chiamate a pagare più dell'intera Italia. «Questa stima - segnala il segretario della Cgia, il consigliere regionale Giuseppe Bortolussi - è molto prudenziale, in virtù del fatto che i sindaci avranno la possibilità di aumentare ulteriormente l'aliquota. Pertanto, è molto probabile che alla fine il gettito complessivo sarà superiore ai 354 milioni da noi preventivati». Che diventano 3,8 miliardi sempre come stima prudenziale di Cgia - a livello nazionale. Le province venete, invece, dove la Tasi peserà di meno sono Venezia (59 milioni di euro), Belluno (17 milioni di euro) e Rovigo (14 milioni di euro). Nello studio la Cgia ha inserito anche i dati delle province del Friuli Venezia Giulia. A Udine il gettito dovrebbe essere di 33 milioni di euro, a Pordenone 21 milioni, a Trieste 19 e

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a Gorizia 8.

È chiaro - fa notare la Cgia - che «in questa stima il carico fiscale più importante è in capo nei territori dove è maggiore il numero degli immobili ad uso abitativo e quelli riconducibili alle attività commerciali/produttive». Attenzione: se sulle prime abitazioni la Tasi, di fatto, sostituirà l'Imu, sulle seconde/terze case e sulle costruzioni ad uso produttivo, il tributo sui servizi indivisibili andrà ad aggiungersi all'Imu. Pertanto - rimarca la Cgia - è certo che su queste tipologie immobiliari il carico fiscale è destinato ad aumentare. «La nostra preoccupazione - prosegue Bortolussi - è rivolta soprattutto agli effetti che l'Imu e la Tasi avranno sui capannoni.

Ricordo che, su queste tipologie di immobili, viene attribuito allo Stato il gettito calcolato con l'aliquota base del 7,6 per mille, mentre solo la parte eccedente questa soglia, fino al livello massimo del 10,6 per mille, finisce nelle casse dei Comuni. L'aliquota media Imu applicata sui capannoni è stata del 9,33 per mille». Ma potrebbe andare molto peggio. Infatti «i sindaci hanno la possibilità di applicare in via aggiuntiva la Tasi fino a raggiungere la soglia dell'11,4 per mille. Se dovessero applicare l'aliquota base del nuovo tributo, ovvero l'uno per mille, gli imprenditori si troverebbero a pagare un miliardo in più. Una cosa inaccettabile».

E non è finita qui. La Cgia solleva un altro grave problema: «Dopo sei anni di crisi - conclude Bortolussi - molti imprenditori hanno chiuso l'attività e sono sommersi dai debiti. Nella stragrande maggioranza dei casi, visto il crollo del mercato immobiliare, non sono riusciti né ad affittare né a vendere il capannone. Come faranno a pagare l'Imu su un immobile che non genera nessun reddito? Forse è giunto il momento che la politica intervenga ed esoneri il pagamento per i proprietari che si trovano in questa situazione».

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EDILIZIA. Confusione imputabile all'impugnazione di alcuni

articoli della legge regionale decisa dal governo Letta[\FIRMA]

Il piano casa della discordia «Bisogna superare lo stallo»

Valeria Zanetti Bassi della Regione: «Modifiche? Basta inserire poche parole chiarificatrici che, per il governo, necessitano di una precisazione inequivocabile»

giovedì 06 marzo 2014 ECONOMIA, pagina 43

Imprese spaesate, professionisti alla ricerca di chiarimenti normativi, pratiche in stallo.

I primi tre mesi di vita del piano casa veneto, alla terza edizione, non si sono dimostrati il «volano» economico per l'edilizia che professionisti ed operatori di settore si attendevano. La confusione è imputabile all'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale di alcuni articoli della legge regionale, decisa dal Governo Letta. E alle pressioni esercitate dal fronte dei sindaci spaccato in due: da una parte l'Anci veneto, più dialogante, dall'altra i primi cittadini di cinque dei sette capoluoghi di provincia (escluse Verona e Rovigo), più radicali. Tutti al lavoro per formulare proposte che saranno oggetto di «approfondimento tecnico». Dopo aver promosso il ricorso, infatti, il Governo ha incontrato

l'assessore all'urbanistica e vicepresidente veneto, Marino Zorzato. Obiettivo, ridurre i motivi di contenzioso. La Regione si è impegnata a modificare il testo in vigore, riconoscendo ai Comuni la possibilità, attraverso le procedure di variante semplificata dei piani urbanistici (che potranno essere anche successive all'entrata in vigore del piano casa), di apporre limiti alla legge, in particolare per edifici oggetto di specifiche tutele. La Regione ha anche assicurato la revisione dell'art. 3 comma 3, dove si prevede la possibilità di ampliamento a distanza non superiore a 200 metri dal lotto di pertinenza. Restano impugnati l'art. 7 e l'art.10, comma 6, che estende gli interventi edilizi anche alle aree a rischio idrogeologico e

l'art.11, comma 1 e 2, che elimina l'obbligo per le ristrutturazioni edilizie di rispettare la sagoma esistente. Gli impegni devono essere formalizzati con modifiche normative. «Si tratta di inserire poche parole chiarificatrici che, secondo il Governo, necessitano di una precisazione inequivocabile» commenta Andrea Bassi, presidente della seconda commissione urbanistica del consiglio. «Sempre l'Esecutivo ha chiesto di

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prendere in considerazione le richieste che arrivano dai sindaci».

Ritocchi al piano casa e ulteriori proposte degli amministratori locali torneranno quindi all'esame di commissione e consiglio, probabilmente inserite nel provvedimento pianificatorio sul consumo di suolo. «Intanto vale la pena di sottolineare, per fugare i dubbi di professionisti ed imprese, che il piano è legge vigente, si applica in tutto. Anche nel caso in cui la Corte Costituzionale desse torto alla Regione, sarebbero previste modalità di sanatoria. L'immobilismo attuale non si giustifica». Parere condiviso da Fortunato Serpelloni, presidente di Ance Verona. «Bisogna superare lo stallo ed utilizzare la legge, per ridare linfa all'edilizia, che sconta ancora gli effetti della crisi».

L'EVENTO. Alla Gran Guardia lectio magistralis del professor Vittorino Andreoli per l'incontro organizzato dalla questura nell'ambito della manifestazioni per l'8 marzo

«Violenza alla donna, sfregio alla società»

Alessandra Galetto

Lo psichiatra: «Intervenire prima che ci sia la "prova" necessaria alla legge, rispondendo al grido muto delle vittime»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 12

Saper rispondere al silenzio assordante, al grido muto che arriva

dal fondo del dolore di chi ha subito violenza. Prima che, di quella violenza, arrivi la «prova», cioè l'evidenza materiale di cui la legge ha bisogno per stabilire una colpa, per intervenire con provvedimenti: perchè troppo spesso allora, quando la prova sono le ferite su un corpo di donna straziato dalle mani di un uomo che è talvolta (spesso) il suo compagno di vita, è già troppo tardi. E allora, «trovate, inventate qualcosa perchè la prova non sia quella della legge: è necessario poter intervenire prima della violenza, perchè la violenza contro le donne è qualcosa di insopportabile, uno sfregio all'intera società civile in quanto viola la sacralità della figura femminile che vive dentro ciascuno di noi come immagine della

madre». È questo l'invito che il professor Vittorino Andreoli, psichiatra, ha rivolto ieri nella sua Lectio magistralis alla fittissima platea della Gran Guardia, composta da centinaia di agenti di polizia. In occasione della settimana dedicata alla festa della donna, la questura, su impulso dello stesso questore Danilo Gagliardi, ha infatti voluto organizzare un evento sul tema della violenza di

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genere, che dolorosamente ha assunto oggi proporzioni tanto

rilevanti. L'invito è andato al professor Andreoli, che con la polizia collabora da lungo tempo per la sua attività di psichiatra: a lui è stata chiesta una riflessione per tutti gli uomini e le donne che operano nelle forze dell'ordine e che affrontano i casi di violenza. «Se parlando di donna parlo di mia e vostra madre, di mia e vostra moglie, di mia e vostra figlia, la violenza contro le donne diventa davvero insopportabile», ha spiegato Andreoli. «Voi siete uomini di legge, ma non potete dimenticare i principi: la civiltà si basa infatti su di essi, le leggi sono solo lo strumento temporaneo per far rispettare i principi. Certo noi viviamo in un tempo difficile, che non mi piace: nell'era dell'homo sapiens sapiens ricompare l'uomo

pulsionale, siamo in una fase di regressione antropologica in cui la razionalità non serve a frenare le pulsioni e gli istinti, che sembrano bisognosi di trovare immediata realizzazione, in un "tutto qui e ora" in cui anche il sesso diventa la via biologica per liberare l'aggressività. L'amore non è una ginnastica, ma qualcosa che cresce e si alimenta nell'attesa e nella condivisione di un progetto». «Mi fa piacere sentire che a Verona c'è un centro per gli uomini che commettono violenza, si tratta di realtà necessarie», ha concluso Andreoli. «Solo accettando la propria fragilità, il senso del limite, l'uomo può avvertire il bisogno della donna come ciò che lo completa, qualcosa di sacro. Se la fragilità è mancanza e dolore,

due fragilità insieme ci danno il coraggio di vivere».

Lavoratrici e filosofe

I molteplici aspetti dell'universo femminile

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 12

Oggi, dalle 14.30, alla Casa Comune Mag in via Cristofoli 31/A la tavola rotonda intitolata «L'ambivalenza del lavoro di cura: faccenda di donne o nodi sociali irrisolti? Qual è il ruolo che assume il lavoro di cura rispetto ai bisogni delle persone e alle difficoltà di

farvi fronte nell'attuale sistema di Welfare?» con Daniela Liberati, assistente sociale del Comune, Wanda Tommasi, dell'Università di Verona, comunità filosofica femminile Diotima e Francesca Vianello dell'Università di Padova. Domani, a Corte Stella, in via Stella 16, alle 21, una recita dedicata a «Ipazia», filosofa, matematica, araldo del libero pensiero e, alla fine, vittima dell'intolleranza religiosa. Laura Ferrin sarà Ipazia e Felice Pilon la voce narrante.

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L'associazione Dba Italia onlus, che si batte per la ricerca e la cura

relativa ad una rara malattia gentica, l'anemia Diamond Blackfan, organizza un aperitivo solidale con mimosa per tutte le donne sabato 8 marzo, alle 18, nella sede dell'associazione in via Pindemonte 15. Per il ciclo «Eventi di arricchimento culturale», sempre sabato, alle 18.30 nella sede dell'associazione Sarsi «Sebastiano Satta», in via Bionde 61 (Forte Chievo), in sala «Efisio Maxia», Benito Roveran presenta «Le donne e il mondo usi e costumi tradizionali». Ingresso libero. Per chi volese c'è la cena sarda con prenotazione obbligatoria entro oggi alle 19, via e-mail assvr83mail.com o chiamando 339.7223778. Ancora sabato, l'Associazione Demetra, Un nido per le mamme e non solo, dalle

8.30 alle 13 organizza il convegno dal titolo «Prima l'intimità… poi… lasciarsi”, alla Loggia di Fra' Giocondo in Piazza dei Signori. L'evento tratterà le tematiche della relazione di coppia e della separazione nei loro aspetti psicologici e giuridici; verranno inoltre affrontati temi come stalking, violenza domestica e femminicidio.

VOLONTARIATO. Troppi ostacoli al piano per restaurare l'edificio e ricavarvi un punto di distribuzione gratuita di viveri

Stop della Soprintendenza all'Emporio della solidarietà

Enrico Giardini Rinvenute tombe sotto la chiesa di Santa Maria Rocca Maggiore La Gaudini: «Chiediamo altri studi e così i tempi si allungano»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 15

La chiesetta di Santa Maria Rocca Maggiore, a Veronetta

Spuntano tombe antiche sotto la chiesa di Santa Maria Rocca Maggiore, a Veronetta, nell'omonima via, e dopo la richiesta di approfondimenti presentata dalla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici sfuma di fatto il progetto di ricavarvi all'interno l'Emporio della solidarietà. Vale a dire, il supermercato — già attivo in varie città a cominciare da Roma — dove poveri e persone in difficoltà, con una tessera a punti, possono reperire

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viveri gratis.

Il progetto di riconversione della chiesa, lo ricordiamo, era stato elaborato dall'architetto Giorgio Forti e il restauro dell'edificio di culto (che rientra nella giurisdizione della parrocchia di San Tomaso) verrebbe finanziato, con un contributo di circa mezzo milione, dalla Fondazione Cariverona. La gestione dell'Emporio invece spetterebbe al coordinamento Talenti. Formato da Caritas, Acli, Ronda della Carità, Centro servizi volontariato, Banco Alimentare, San Vincenzo e altre associazioni ed enti pubblici e del privato sociale impegnati nel contrastare il disagio. La Soprintendente Gianna Gaudini spiega la ragione della richiesta di approfondimenti una volta compiuti gli scavi. «Abbiamo

rinvenuto reperti importanti in varie parte del sito», dice. «In particolare una tomba medievale nella zona dell'abside della chiesa e altre tombe del Settecento, con lapidi e altre iscrizioni, sotto la navata. Sono manufatti per noi di grande interesse. Abbiamo quindi inviato una lettera ai titolari del progetto chiedendo un ulteriore studio, perché è chiaro che si dovrebbe conciliare la presenza di questi reperti con le funzioni che si vorrebbero introdurre in quel luogo». Ma che cosa comporterà tutto questo? La Gaudini chiarisce: «L'Emporio sarebbe stato dentro la chiesa, mentre il magazzino-deposito sarebbe stato ricavato in cortiletto interno, adiacente. Noi apprezziamo le finalità di queste associazioni e il progetto

dell'Emporio solidale, ma è chiaro che questi ritrovamenti sotto la chiesa rendono necessari degli approfondimenti e per questo inevitabilmente i tempi si allungheranno». Il nostro giornale aveva dedicato vari articoli al progetto dell'Emporio della solidarietà, l'ultimo dei quali il 4 ottobre scorso, quindi cinque mesi fa. I lavori erano partiti in quei giorni ed è chiaro che cinque mesi già passati e la prospettiva, evidenziata dalla Soprintendente Gaudini, di tempi che si allungano, pongono di fatto uno stop. Che cosa farà, dunque, il Tavolo di coordinamento Talenti? Da noi contattato, un responsabile si limita a dire che il Tavolo Talenti, alla luce della richiesta di approfondimenti, sta

valutando la situazione e il da farsi. Ciò lascia supporre che si stiano prendendo in considerazione altre ipotesi, in altri luoghi.

SAN MASSIMO. La spending review si abbatte sulla struttura attesa in via Brigata Aosta

Il Palazzetto in legno per tagliare un milione

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La spesa prevista era di tre. L'assessore Casali: «Sarà come

quello di Quinto». Il presidente Paci: «Spenderemo i soldi per le strade»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 20

La spending review si abbatte sul palazzetto dello sport di San Massimo. La struttura da costruire in via Brigata Aosta accanto al campo di calcio, dovrà essere fatta più in economia: il budget, fissato inizialmente in tre milioni di euro, viene tagliato di oltre un milione. La decisione è stata presa di comune accordo fra il vincesindaco e assessore ai lavori pubblici, Stefano Casali, e il presidente della terza circoscrizione, Massimo Paci. Ora l'ultima parola spetta alla

giunta comunale e infine al consiglio di Palazzo Barbieri. Si risponde, in questo modo, alle molte critiche che da mesi si levano non solo in circoscrizione, fra gli esponenti dalla stessa maggioranza (Lega), ma pure in Comune: la prima cifra per il palasport di San Massimo, pur derivante dal Piano degli interventi e quindi da privati, era giudicata spropositata da più parti. Soprattutto in un periodo in cui, anche nell'ovest cittadino, su alcune strade si è dovuto imporre il limite dei trenta chilometri orari, perché mancano i soldi per tappare le buche. L'annuncio della riduzione dell'investimento è stato fatto da Paci all'inizio dell'ultimo consiglio di circoscrizione. La Lega, attraverso il

capogruppo Vito Comencini, aveva tra l'altro presentato un'interrogazione su questo argomento. «Siamo sensibili al momento di difficoltà che ci obbliga a basare le nostre scelte di amministratori sulle poche risorse disponibili», ha commentato Paci, «però non dimentichiamoci nemmeno che le opere, quando possibile, vanno fatte». Da Casali è arrivata dunque questa proposta, subito accolta da Paci: costruire un palazzetto in legno lamellare, sulla falsariga di quello nuovo di Quinto, con un risparmio stimato di circa un terzo rispetto allo stanziamento iniziale. Ancora l'anno scorso - ricordiamo - il consiglio della Terza aveva

votato positivamente la proposta della Lega di ridurre il budget per il palazzetto di almeno 500mila euro. Le aspettative vengono dunque doppiamente soddisfatte. Paci, però, ha tenuto a precisare davanti ai consiglieri che «quel milione sottratto al palasport di San Massimo non è detto venga investito nelle manutenzioni della nostra circoscrizione, nonostante io l'abbia richiesto».

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In ogni caso, la lista dei lavori da fare con quelle risorse è già

pronta, e Paci l'ha rievocata al consiglio: il rifacimento dei marciapiedi di via Cabianca (allo Stadio); la bitumatura del piazzale davanti alla chiesa di San Domenico Savio (Borgo Milano), con il completamento di un marciapiede e il potenziamento dell'illuminazione; la tinteggiatura del Centro d'incontro di Borgo Nuovo. Ma questo elenco ha suscitato la piccata replica del Pd, attraverso il capogruppo Federico Benini: «A maggio si era votato per la destinazione di parte di quei fondi alla rotatoria tra via Galvani e via Archimede, al confine tra Borgo Milano e Borgo Nuovo». E Matteo Dalai (Pd) ha infine concluso: «Era falso, quindi, che lo

stanziamento per il palazzetto non si poteva assolutamente ridurre, come Paci aveva asserito. Si poteva modificare il progetto già mesi fa, senza perdere questo tempo». L.CO.

COMFOTER. D'Arienzo ai colleghi parlamentari

«Tutta la città si unisca contro il trasloco»

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 10

Ricomincia la battaglia del deputato veronese Vincenzo D'Arienzo, membro della commissione Difesa, per scongiurare il trasloco da Verona, entro il 31 dicembre 2018, del Comfoter, il Comando delle forze operative terrestri che ora ha sede a Palazzo Carli in via

Roma. L'arrivo al ministero della difesa di Roberta Pinotti al posto di Mario Mauro, che aveva dato il via libera al trasferimento, potrebbe infatti, riaprire la partita. Con l'obiettivo di presentare una risoluzione in Commissione Difesa firmata da tutti, D'Arienzo ha inviato una lettera a tutti i colleghi parlamentari di Verona. «Il ruolo internazionale del "nostro" Comando», scrive il deputato del Pd, «conferisce alla città un prestigio ineguagliabile». E aggiunge: «La città non può restare a guardare. Non è consentito nessun silenzio su un fatto che declassa Verona. Serve unità d'intenti affinché questa importante opportunità non venga meno e continui ad offrire a Verona il prestigio che in questi anni ha

certamente garantito». E.S.

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TEATRO ROMANO. Il manufatto sarà rimosso stasera: il

senso unico alternato in regaste Redentore

Reperto archeologico, si chiude la via

Servirà una gru per levare la pietra da 1,5 tonnellate che risale al primo secolo avanti Cristo

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 11

Un reperto di grandi dimensioni e di stimato valore storico è venuto alla luce duranti lavori di riqualificazione del museo archeologico del Teatro Romano. Si tratta di una parte del rivestimento di uno dei due corridoi di accesso alla parte bassa della cavea del Teatro Romano, quello che cioè permetteva ai coristi di entrare in scena. La sua presenza non permette però di completare i lavori per l'installazione dell'ascensore e inoltre, così come si trova non è possibile valorizzarlo, e quindi dovrà essere rimosso. Una operazione complessa che sarà fatta stasera, a partire dalle 21, quando verrà istituito il senso unico alternato di circolazione in regaste Redentore, in prossimità dell'intersezione con via Redentore e con lungadige Re Teodorico. Il provvedimento viabilistico è necessario per consentire alla ditta specializzata di rimuovere in sicurezza il reperto archeologico dal cantiere di Palazzetto Fontana. Si tratta, infatti, di un elemento lapideo di grosse dimensioni, che pesa circa circa una tonnellata e mezza, e che probabilmente appartiene alla fase iniziale della struttura teatrale e quindi databile

all'età augustea ( ultimi decenni del I secolo a.C.). «In seguito ad accurate valutazioni si è ritenuto necessario rimuovere il reperto archeologico per mezzo di una autogru semovente, posizionata sulla sede stradale ( via Regaste Redentore) esterna al cantiere», spiega il vicesindaco Stefano Casali, «in questo modo il manufatto avrà la possibilità di essere ricollocato a lato di palazzo Fontana e valorizzato all'interno dell'area archeologica». L'operazione avverrà alla presenza dell'archeologo Dario Gallina. I lavori al teatro Romano proseguono comunque in modo regolare: i fianchi a nord-ovest e nord-est del palazzetto Fontana sono già

stati consolidati e si sta lavorando alla copertura. Entro un mese saranno rimossi i ponteggi per permettere la posa delle strutture dell'Estate teatrale e si proseguirà con le opere interne fino alla conclusione entro la fine dell'anno. G.COZ.

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OSPEDALE MAGGIORE

Viabilità

e nuovi orari per il cantiere

giovedì 06 marzo 2014 CRONACA, pagina 14

Proseguendo i lavori di demolizione dell' ex Maternità e i lavori di sistemazione del parcheggio P3, che hanno richiesto l'interruzione del transito veicolare fra l'ingresso di piazzale Stefani e il Geriatrico e ritorno, sono stati modificati gli orari di accesso all'area ospedaliera e la viabilità interna all'ospedale. L'ingresso di piazzale Stefani è aperto tutti giorni 24 ore su 24 per

consentire l'accesso a veicoli e pedoni ai Pronto soccorso pediatrico (Padiglione 13) e ostetrico-Ginecologico (Padiglione 12), nonché al Polo Confortini e a tutti i padiglioni prospicienti piazzale Stefani. Il Geriatrico (Padiglione 40) e la Farmacia (Padiglione 41) sono invece raggiungibili dall'ingresso carraio di via Mameli, che rimane aperto in entrata dalle 7 alle 21 dal lunedì al sabato, mentre è possibile l'uscita senza limiti di orario. L'ingresso pedonale di via Mameli, sia in entrata che in uscita, è accessibile dalle 5,30 alle 22,30 di tutti i giorni. Infine, è possibile il solo transito pedonale tra il Geriatrico e il Polo Confortini, attraverso un percorso protetto del Parcheggio P3 in

manutenzione. VILLAFRANCA. È stato animatore dei comitati ma ora ha rinunciato. Invita i cittadini a pretendere il benessere in città

Battaglie anti traffico, l'ultimo attivista ha gettato la spugna

Maria Vittoria Adami Elia Di Giovine ha inondato di lettere di protesta presidenti di enti, consiglieri, sindaci e Comune Dopo vent'anni è rimasto solo: «Sono stanco»

giovedì 06 marzo 2014 PROVINCIA, pagina 32

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Una delle ultime uscite di Di Giovine sulla Grezzanella FOTO

PECORA| Strada Grezzanella per Alpo

Il guerriero è stanco e non vuole più battagliare da solo per Villafranca, così si appella ai cittadini, perché colgano il suo testimone e pretendano una città vivibile, a cominciare dal centro senza traffico pesante di attraversamento. Obiettivo primario: l'ultimazione della Grezzanella. Questo devono chiedere i villafranchesi alla politica, secondo Elia Di Giovine, promotore di innumerevoli comitati cittadini, che da vent'anni si batte contro ogni ostacolo che si frapponga tra la città e il suo benessere: ora per l'ambiente e il verde pubblico ora contro il traffico di attraversamento e l'inquinamento acustico aereo ora a

difesa dell'ospedale e degli alberi di via Nino Bixio. «Mi auguro che subentrino a me altre persone. Io sono ormai vecchio e demoralizzato. E non voglio più andare avanti da solo. C'è poco interesse per i problemi della città e ci si muove solo a cose fatte», spiega. «In questa città non cambia niente. Non c'è un parco, il castello è vuoto, Villafranca ha grandi possibilità, ma resta al palo. E anche la gente deve darsi da fare contro un provincialismo deleterio di abbandono: gli altri vanno avanti e qui resta tutto fermo». Di Giovine, ora, punta tutto sulla Grezzanella, sulla quale ha nutrito dubbi ma che «è ciò che abbiamo», dice, «e dobbiamo portarla a

casa». La variante alla regionale 62, una volta conclusa nei suoi due stralci, porrebbe fine ai problemi di inquinamento e traffico pesante che vivono il centro città e soprattutto le vie Bixio e Angelo Messedaglia. «Sui tavoli della Regione questa strada deve essere al primo posto», spiega, «e l'assessore Renato Chisso deve rivedere le priorità viarie, altrimenti il secondo stralcio della Grezzanella non andrà in gara d'appalto neppure quest'anno». Il timore di Di Giovine è che si vogliano invertire le priorità delle opere viarie nel piano triennale regionale: nell'autunno del 2012, la Provincia aveva segnalato a Venezia l'elenco delle opere prioritarie da finanziare a cura della Regione, ma il secondo lotto della

Grezzanella compariva solo dopo la provinciale 6 dei Lessini e la 10 della Val d'Illasi, mentre nel piano regionale triennale 2009-2011, la variante alla 62 era prima di questi due interventi. «La Grezzanella è slittata dopo la Sp 6 del Lessini per Grezzana», continua, «e se nessuno da qui fa pressioni in Regione prevarrà chi ha più potere. Sindaci ed enti devono assumersi la propria responsabilità, solo continuando a pungolare si può ottenere il risultato. Nel frattempo,

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per la lentezza del procedimento, il costo dell'opera in pochi anni è

aumentato del cinquanta percento. Se prima occorrevano 18 milioni,domani ne serviranno 28». Altro monito è per il consigliere provinciale Niko Cordioli che proponeva di agganciare il finanziamento del secondo stralcio alla Tibre, cercando l'appoggio di Autocisa: «Tentare questa strada ci farà perdere ulteriore tempo». La copertura economica dell'opera è, tra l'altro, un problema che, una volta conclusosi l'iter progettuale, si dovrà affrontare: il timore è che non ci sia denaro. Un anno fa, convocato in consiglio provinciale, il presidente di Veneto Strade Roberto Turri aveva spiegato che il progetto poteva essere messo in gara nei primi mesi

del 2014. «Il problema», aveva concluso, «rimane il finanziamento». Su questo, proprio qualche settimana fa, è intervenuto il sindaco Mario Faccioli, spiegando che il progetto del secondo lotto deve ancora finire l'iter procedurale. Solo alla fine di questo, pertanto, sarà possibile calcolare la spesa necessaria e, quindi, predisporre il finanziamento. VERTENZA. In campo la cordata veronese rappresentata dagli avvocati Cinti e Moratti e la piacentina Sitav [\FIRMA]

Presentate due offerte per le Ofv

Francesca Lorandi Il 18 marzo si deciderà se avviare il fallimento o l'amministrazione straordinaria dell'azienda

giovedì 06 marzo 2014 ECONOMIA, pagina 41

Si intravede una luce in fondo al tunnel, nella vicenda delle Officine Ferroviarie Veronesi. Si sono chiusi ieri i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse all'acquisto dell'azienda di via Campo Marzio, e sul tavolo del commissario giudiziario Giovanni Bertoni sono arrivate due proposte. Una proviene dalla cordata di imprenditori veronesi rappresentati dagli avvocati Riccardo Cinti e Sergio Moratti: un interesse già noto

questo, dal momento che i legali si erano esposti a gennaio con il giudice del tribunale di Verona Fernando Platania, lo stesso che il prossimo 18 marzo dovrà decidere se le Ofv andranno verso il fallimento o, nell'ipotesi migliore, verso l'amministrazione straordinaria. La novità è la manifestazione d'interessa da parte di un'importante azienda del settore, la Sitav di Calendasco, in provincia di Piacenza. Una realtà da 650 dipendenti e tre sedi

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sparse in Italia (oltre alla principale, ha stabilimenti anche a Savona

e a Napoli), specializzata in costruzione, riparazione e manutenzione di carrozze ferroviarie. E, elemento fondamentale, è un'impresa ben nota a Trenitalia e ad AnsaldoBreda, ossia i committenti che, in caso di riavvio della produzione, garantirebbero alle Ofv 450mila ore di commesse (18 mesi di lavoro). «Le premesse sembrano buone, si tratta tuttavia di capire il contenuto della manifestazione di interesse», commenta Stefano Zantedeschi della Fiom Cgil. «Se questa proposta dovesse andare a buon fine», aggiunge, «per Sitav si tratterebbe di allargare la base produttiva. Il nostro obiettivo ovviamente è quello di far ripartire l'azienda, dando delle garanzie a livello occupazionale». I

rappresentanti sindacali, a questo proposito, si sono già mossi con il Ministero del Lavoro allo scopo di ottenere una proroga della cassa integrazione straordinaria, in scadenza a maggio. «È difficile commentare prima di conoscere le proposte dei due soggetti», aggiunge Massimiliano Nobis della Fim Cisl, «il commissario Bertoni ha tempo fino all'11 marzo per valutarne la consistenza e preparare quindi una relazione da presentare al Mise e al Tribunale di Verona. Il giorno dopo lo incontreremo, e ci illustrerà il quadro della situazione che a quel punto sarà sicuramente più chiaro». Ma il futuro delle Ofv si conoscerà solo il 18 marzo, quando il giudice Platania emetterà la sentenza, sulla base dei documenti preparati

da Bertoni. «Ci auguriamo che anche gli esponenti del mondo politico ora facciano la loro parte affinché, nel momento in cui dovesse ripartire, l'attività resti a Verona nel tempo e non solo per i primi 18 mesi di commesse garantite», conclude Antonio Veneri della Uilm Uil

RICERCA. Studio di Eurisko mette in rilievo il ruolo sociale dei giornali

L'autorevolezza prima qualità

di un quotidiano

Maurizio Corte

«Favorisce la crescita personale e l'autonomia», osserva Siliprandi. «È uno strumento di relazione, di modernità e di presenza efficace sul mercato»

giovedì 06 marzo 2014 NAZIONALE, pagina 7

Relazioni sociali, modernità, efficacia sul mercato. Il giornale quotidiano, stampato su carta o in formato digitale, è la risposta

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all'età della crisi e dell'incertezza. Secondo l'Istat, il 49,4% delle

persone di 6 anni e più legge quotidiani almeno una volta alla settimana. Le persone che leggono i quotidiani 5 o più volte la settimana sono il 36,2% del totale dei lettori. Nonostante il calo nelle vendite, anche a seguito della crisi economica, il giornale quotidiano - grazie alla sua autorevolezza - resta un motore di sviluppo economico, sociale, civile e politico. Alla flessione della lettura dei giornali di carta, risponde l'aumento della lettura dei giornali digitali. Secondo Sergio Maistrello, giornalista e studioso dei nuovi media, «editori e giornalisti sopravvivranno se sapranno produrre il migliore giornalismo possibile, quello che serve alla società, eleva

gli standard, esalta i talenti e stimola l'intero ecosistema a dare il meglio di sé» (nel libro Giornalismo e nuovi media, 2010). L'AUTOREVOLEZZA. «Gli individui sono sempre più in cerca di segnali, risposte, sintesi e orientamenti», sottolinea Silvio Siliprandi, Ceo di Gfk Eurisko, nel presentare lo studio La nuova era del quotidiano. «Il quotidiano accompagna questo percorso di ricerca, in un rapporto con il fruitore che si basa su uno scambio di autorevolezza fra fonte e ricevente; aumenta la capacità di avere e dare risposte esperte, di partecipare attivamente; aiuta a costruire relazioni e percorsi personali, di idee e di vita, forti e ben delineati, contro il rischio di eccessiva fluidità e relativismo; sintetizza ed

elabora la molteplicità di stimoli, aiutando ad orientarsi». IL VALORE DEL QUOTIDIANO. Per Siliprandi il quotidiano «favorisce la crescita personale e autonoma». Come rilevano gli studiosi americani Kovach e Rosenstiel nel libro The elements of journalism (2007), «il giornalismo è la cartografia d'oggi. Crea una mappa grazie alla quale i cittadini possono navigare nella società. È questa la sua utilità e la sua ragion d'essere economica». «Le notizie locali sono la via per scoprire cosa succede nella nostra comunità o regione. E i giornalisti sono gli occhi e le orecchie del pubblico», fanno notare gli studiosi britannici Hansen e Machin, nel libro Media and communication research methods (2013).

Il giornale quotidiano ha un valore di «modernità» e si dimostra indispensabile nei mutamenti della fruizione multimediale. Secondo Eurisko è aumentato del 29% il tempo dedicato alla lettura dei quotidiani, considerati a total audience (carta e digitale) da parte del pubblico. La copertura viene incrementata dalla parte digitale, con la la moltiplicazione dei supporti (su carta, sul mobile, al computer), che favoriscono l'accesso dappertutto e in ogni

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momento.

«Le due offerte di quotidiani (su carta e digitale, ndr.) si completano intercettando due profili di alto livello. I lettori dei quotidiani di carta rappresentano una componente progredita e affermata, di età centrale, stabile e impegnata. Hanno elevate disponibilità di spesa e un forte orientamento alla marca top», fa notare lo studio di Eurisko sulla nuova era del quotidiano. «I lettori dei quotidiani digitali costituiscono un segmento più giovanile e femminile, con buon reddito, molto dotato in termini culturali, dinamico, curioso e dalla mentalità aperta. In ambito di consumo, è un segmento molto interessante, è smart, brillante, curioso, attento alle nuove tendenze, alle mode e molto esplorativo».

Quanto al valore sul mercato, secondo Eurisko, il giornale quotidiano copre (carta più digitale) il 65% del target dei prodotti toiletries (per l'igiene personale). Per i clienti della grande distribuzione - caratterizzati da elevata propensione alla spesa e orientamento a prodotti di qualità - il quotidiano copre (carta più digitale) il 59% del target. Se poi ci spostiamo sul target dell'energia, con spesa medio-alta in bolletta, il quotidiano copre (carta più digitale) il 70% del carta del target; il quotidiano di carta da solo copre il 53% del target; il quotidiano digitale da solo copre il 36% del target.

BUSSOLENGO. Domani in biblioteca la presentazione del libro gratuito

La storia del canale Biffis un volume «lungo» 47 km

L'autore Claudio Malini: «Distribuirò la mia opera ad associazioni culturali enti pubblici e scuole»

giovedì 06 marzo 2014 PROVINCIA, pagina 24

Sarà presentata domani nella sala civica della biblioteca comunale di piazzale Vittorio Veneto 101, la prima monografia sistematica «Il canale Biffis», curata da Claudio Malini e pubblicata, con il sostegno di Hydro Dolomiti Enel, da Redaprint di Cavaion.

Dopo il saluto del sindaco di Bussolengo, Paola Boscaini, seguirà la presentazione del libro a cura di Angelo Brusco, presidente del gruppo culturale El Casteleto di Dolcè, dove l'autore Claudio Malini ha pubblicato i primi contributi sul canale. È previsto, inoltre, l'intervento dell'ingegner Lorenzo Cattani, amministratore delegato di Hydro Dolomiti Enel. Chiusura con una proiezione di immagini della storia della costruzione del canale Biffis, a cura dell'autore.

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Alle 18 visita guidata agli impianti della centrale idroelettrica di

Bussolengo con rinfresco e brindisi finale con vini selezionati della Terra dei Forti. «L'idea di pubblicare questo lavoro», spiega Claudio Malini, «è nata dalla curiosità e dalla sollecitazione di molti amici e appassionati di storia locale che non conoscevano nulla del canale Biffis. I miei primi articoli sono stati pubblicati sulla rivista La Valdadige nel cuore, edita dal Centro culturale El Casteleto fondato e presieduto da Angelo Brusco. La vicenda della costruzione del canale Biffis si snoda tra la fine degli anni 20' e l'inizio degli anni '40, ed ha coinvolto migliaia di scariolanti, che a mano preparavano la costa destra del fiume per il rivestimento, e di scavatori che hanno

compiuto questa fatica straordinaria. Il tratto di Adige interessato va da Pilcante di Ala al Chievo per un totale di 47 chilometri: l'acqua del fiume viene derivata e impiegata per la produzione di energia elettrica con le centrali di Bussolengo e Chievo, ora gestite da Hydro Dolomiti Enel, la società che ha messo a disposizione gli archi per questa ricerca. Un lavoro, quello della costruzione del canale, durato anni che ha segnato e segna profondamente la vita delle comunità atesine, contribuendo, inoltre, a risolvere il problema dell'irrigazione dei campi». Originale anche la distribuzione del volume: non sarà in vendita nelle librerie, ma regalato a chi desideri averlo per la propria

raccolta di storia locale. Verrà distribuito a tutte le realtà culturali ed enti dei paesi interessati, quali biblioteche, associazioni culturali, archivi comunali, enti pubblici, scuole di ogni grado, per poter essere consultato in ogni momento. Conclude l'autore Claudio Malini: «Provvederò personalmente alla sua distribuzione. A chi interverrà alla presentazione di venerdì verrà regalato un estratto di 20 pagine. Lasciando il proprio nominativo con mail ed indirizzo, si riceverà il volume gratuitamente con consegna in tempi brevissimi. Anche per gli addetti ai lavori, stesse modalità».L.C.

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RISTORI. Questa sera il concerto, alle 18,30 appuntamento

col pubblico

Viola, fisarmonica e incontro per gli Amici della musica

Chiara Zocca

giovedì 06 marzo 2014 SPETTACOLI, pagina 54

Una viola, questa sera al teatro Ristori, nel nuovo appuntamento degli Amici della musica, quella di Christophe Desjardins, musicista eclettico la cui attività spazia fra l'interpretazione del repertorio antico (il suo strumento, fra l'altro, è una prestigiosa viola costruita da Francesco Goffriller a Venezia nel 1730) e la partecipazione in prima persona alla diffusione del repertorio contemporaneo con

collaborazioni di eccellenza fra cui il celebre Ensemble Intercontemporain. Ma l'elemento davvero inconsueto del concerto, che si terrà alle 20.30, è la presenza di una fisarmonica, quella di Teodoro Anzellotti, strumentista di chiara fama, conosciuto forse più all'estero che in Italia, anch'egli impegnato, come il collega, nella presentazione e diffusione della musica d'oggi. Il terzo nome di cartello è quello del compositore Marco Stroppa, veronese ma da molti anni attivo all'estero in importanti istituzioni quali il Mit e l'Ircam di Parigi solo per citare i più famosi. Queste tre personalità incontreranno il pubblico alle 18.30, sempre

al Ristori, per una conferenza che naturalmente sarà uno straordinario momento di conoscenza e rapporto con gli artisti, per chi lo desidera. Il programma del concerto, oltre a Nous sommes l'air, pas la terre... di Stroppa, accoglie brani storici, rivisitati per l'insolito ensemble, da Dowland (Flow my tears) a Britten (Lacrymae, ispirato al brano di Dowland), Johann Sebastian Bach (Sonata BWV 1029 per viola da gamba), Schubert (scelta di brani dal ciclo Die Winterreise) e Wil-helm Friedemann Bach di cui sarà eseguita la Sonata in Do minore.

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SOCIETÀ LETTERARIA

«Inquietudini dell'animo femminile»:

primo incontro

giovedì 06 marzo 2014 SPETTACOLI, pagina 54

Alla Società Letteraria, oggi alle 17, si inaugurano le conferenze su «Inquietudini dell'animo femminile: Le poetesse del primo Novecento musicale». Il tema di oggi è «L'Apollinea Fiera: tra Annie Vivanti e Giosuè Carducci» e sarà sviluppato da Paola Azzolini, giornalista e critica letteraria, Luisa Zecchinelli, docente di pianoforte e psicologa della musica, che effettuerà anche le esecuzioni musicali live al pianoforte accompagnando il soprano Annunziata Lia Lantieri. Le liriche sono musicate da Adolfo Gandino,

Francesco Paolo Frontini, Ottorino Respighi, Renato Brogi, Guido Alberto Fano. I saluti introduttivi saranno curati da Federico Gianello, presidente della Steinway Society. Quattro le conferenze-concerto (le successive si terranno il 2 aprile, il 7 maggio e il 4 giugno), incentrate sulle figure letterarie e musicali di alcune importanti poetesse e compositrici che hanno pervaso - anche se poco conosciute dal vasto pubblico - cultura e costumi del mondo salottiero aristocratico e borghese tra fine Ottocento e primo Novecento. Il programma analizza l'intreccio tra parola e musica, la sensibilità e l'inquietudine femminile, l'aspetto sociale delle relazioni intellettuali, la nuova i- dentità e

indipendenza economica femminile, anche attraverso i riflessi «musicali» captati dai compositori alle poetesse contemporanei. L'incontro sarà trasmesso in diretta streaming G.V. GRANDE TEATRO. Al Nuovo, fino a domenica, La «Ballata» ispirata a tre racconti di Jack London

Marco Paolini e il suo cane

sospesi tra il cielo e la terra

Simone Azzoni Viaggio sulle strade che portano l'istinto alla ragione e la solitudine al silenzio. La voce narrante, in questo spettacolo, è la musica

giovedì 06 marzo 2014 SPETTACOLI, pagina 55

Le storie restano, le parole cambiano. Marco Paolini questa volta le appoggia sulla musica. Forse anche per questo lo spettacolo al Nuovo (repliche fino a sabato alle 20,45 domenica alle 16) s'intitola Ballata per uomini e cani. Le storie sono tre racconti di Jack

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London: Macchia, Bastardo, Preparare un fuoco. La musica quella

che da un po' accompagna l'attore bellunese: Lorenzo Monguzzi (chitarra e meravigliosa voce), Angelo Baselli (clarinetto) e Gianluca Casadei (fisarmonica). Con la musica in scena Paolini già ha costruito spettacoli come Miserabili o La macchina del capo e il recente Song 14. Qui però l'operazione è più complessa. E non perché c'è pure un timido tentativo di interagire con i video di Simone Massi. Non si tratta neppure di disquisire per l'ennesima volta se sia teatro-canzone, narrazione, monologo o racconto. L'IMPORTANTE è la consapevolezza: Paolini è attore, quindi corpo e convenzioni. Il suo racconto è un racconto musicale perché

l'affabulazione si tesse nelle note, ha i tempi, il ritmo dello spartito. Ma mai come questa volta la parola danza sulla musica solo e grazie al corpo, fisico, concreto vorremmo dire, come una giullarata. La musica, quell'atmosfera alla Woody Guthrie, rimane voce narrante. Paolini sostituisce la lingua di London su quella musica. Una Ballata coccola l'udito, ma il teatro è anche visione, così l'attore impasta la materia sonora e mentre tiene con sicurezza le parole su un tempo, gioca con l'artificio che separa personaggio da narratore. Paolini è sul suo palco da patibolo, da commedia dell'arte, da quel giullare a cui l'attore solista attinge e ha attinto. È oltre la quarta parete che attraversa per rivolgersi alla platea. È

nell'immagine che sta raccontando. Là dentro si perde, comodamente. È nei paesaggi lontani che diventano vicini, il grande Nord che diventa spazio presente. È nel racconto e nella scena su cui fa pure muovere i musicisti. È in un bidone che diventa slitta. MANCANO le parentesi venete, le divagazioni localistiche, qualche spillo politico qua e là ma poca cosa. E anche le consuete incertezze nel recitato, gli inciampi della memoria questa volta diventano riverberi onomatopeici. Servono per tenere la rotta sulla strada che dopo London percorrerà pure Kerouac e Celine. Un viaggio senza passi all'indietro, che va non al termine della notte ma sulle strade che portano l'istinto alla ragione, la solitudine al silenzio, il cane

all'uomo, le nostre miserie nella letteratura. Di viaggio sempre si tratta, da quello del Milione a quello del povero emigrante. Di uomini e animali si tratta, di fedeltà di uomini e cani, di fatica di uomini e cani, o forse della stessa terra, della stessa natura degli amati Mazzacurati, Zanzotto, Meneghello e Stern. La stessa immensità che separa terra e cielo, e un uomo in mezzo che cammina, con il suo cane.

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CAMPLOY. Alle 20,45

Improvisation parte 2

Il «sogno» dell'attore

giovedì 06 marzo 2014 SPETTACOLI, pagina 55

Nell'ambito dell'Altro teatro, la rassegna organizzata dal Comune in collaborazione con Arteven, questa sera al Camploy alle 20.45 va in scena in prima assoluta Improvisation parte 2. Il "sogno" dell'attore. Lo propone Punto in Movimento / Shiftingpoint con la regia, la ricerca musicale e il disegno luci di Roberto Totola. Assistente alla regia è Marina Furlani, le immagini di scena sono di

Alessandro Capuano Lo spettacolo, nato in questi mesi dall'improvvisazione di una decina di attori sotto la guida di Totola, intende mettere in evidenza l'uomo-attore, il suo universo e la sua vita attraverso una performance teatrale. Lo interpretano Marina Furlani, Franca Zanetti, Giulia Gurzoni, Massimo Foladori, David Boso, Pietro Fraccaroli, Edoardo Brugnara, Jacopo Totola, Enrico Totola e lo stesso Totola. Inprovisation 2, in «prima» nazionale, è fuori abbonamento (biglietti a 12 e 10 euro)