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Glossario ABILITA’ L’abilità indica l’applicazione di una capacità a seguito di esercizio ALFABETIZZAZIONE CULTURALE Il concetto di alfabetizzazione culturale, inteso come acquisizione e padronanza del sapere, sottolinea la necessità di distinguere tra il possesso degli strumenti e la capacità di saperli utilizzare, ossia tra il nozionismo puro e semplice e la cultura che l'alunno progressivamente matura in termini di abilità, di padronanza e di competenza operativa .Non si può fare cultura senza gli strumenti, ma il solo possesso degli strumenti non fa cultura, quando ciò è fine a se stesso. Essenziale alla promozione dell'alfabetizzazione culturale è la creazione di un clima sociale positivo nella vita quotidiana della scuola, mediante l'organizzazione di forme di lavoro di gruppo e di aiuto reciproco, capaci di favorire l'iniziativa, l'autodecisione, la responsabilità personale degli alunni. ANGOLI GIOCO Sono spazi dell’aula dove i bambini possono muoversi liberamente, rispettando le regole della condivisione e della convivenza. Il modo in cui vengono suddivisi gli spazi, la disposizione degli arredi, la collocazione dei giochi e dei materiali costituisce una delle componenti dell’apprendimento. L’ambiente deve essere ricco di oggetti da esplorare, che permetta aggregazioni articolate e diversificate ( piccolo gruppo, grande gruppo, ma anche sperimentazioni individuali). L’organizzazione degli spazi è entità complessa. Il suo significato educativo è quello di accogliere, valorizzare e dare significato alle molteplici attività del bambino. Lo spazio vissuto e abitato è luogo capace di sostenere i suoi processi di crescita APPRENDIMENTO COOPERATIVO (Cooperative learning) E un metodo didattico-educativo di apprendimento costituito dalla cooperazione fra gli studenti, ciascuno dei quali mette a disposizione del gruppo il suo sapere e le sue competenze. Apprendere in gruppo si rivela molto efficace non solo sul piano cognitivo, ma anche per

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Glossario

ABILITA’

L’abilità indica l’applicazione di una capacità a seguito di esercizio

ALFABETIZZAZIONE CULTURALEIl concetto di alfabetizzazione culturale, inteso come acquisizione e padronanza del sapere, sottolinea la necessità di distinguere tra il possesso degli strumenti e la capacità di saperli utilizzare, ossia tra il nozionismo puro e semplice e la cultura che l'alunno progressivamente matura in termini di abilità, di padronanza e di competenza operativa .Non si può fare cultura senza gli strumenti, ma il solo possesso degli strumenti non fa cultura, quando ciò è fine a se stesso. Essenziale alla promozione dell'alfabetizzazione culturale è la creazione di un clima sociale positivo nella vita quotidiana della scuola, mediante l'organizzazione di forme di lavoro di gruppo e di aiuto reciproco, capaci di favorire l'iniziativa, l'autodecisione, la responsabilità personale degli alunni.

ANGOLI GIOCOSono spazi dell’aula dove i bambini possono muoversi liberamente, rispettando le regole della condivisione e della convivenza.Il modo in cui vengono suddivisi gli spazi, la disposizione degli arredi, la collocazione dei giochi e dei materiali costituisce una delle componenti dell’apprendimento. L’ambiente deve essere riccodi oggetti da esplorare, che permetta aggregazioni articolate e diversificate ( piccolo gruppo, grande gruppo, ma anche sperimentazioni individuali).L’organizzazione degli spazi è entità complessa. Il suo significato educativo è quello di accogliere, valorizzare e dare significato alle molteplici attività del bambino. Lo spazio vissuto e abitato è luogocapace di sostenere i suoi processi di crescita

APPRENDIMENTO COOPERATIVO(Cooperative learning) E un metodo didattico-educativo di apprendimento costituito dalla cooperazione fra gli studenti, ciascuno dei quali mette a disposizione del gruppo il suo sapere e le sue competenze. Apprendere in gruppo si rivela molto efficace non solo sul piano cognitivo, ma anche per quanto riguarda l’attivazione dei positivi processi socio-relazionali; ciascun componente, infatti, accresce la propria autostima, si responsabilizza nei processi di apprendimento, cresce nelle abilità sociali, imparando a cooperare per il conseguimento di un obiettivo comune.

APPRENDIMENTO PER PROGETTI

L’apprendimento per progetti (in inglese Project-based Learning) ha come finalità la realizzazione di un prodotto, generalmente da parte di gruppi di studenti; per questo motivo tale tecnica viene collocata nel vasto ambito dell’apprendimento collaborativo

ATTITUDINI

È quel che viene prima di una capacità, ossia il suo substrato, la potenzialità che la fa essere.

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Giova tener presente che le possibilità di una persona coprono un ventaglio assai più ampio

delle poche capacità che ciascuno riesce ad attivare nel corso dell’esistenza. Per questa ragione

la parola attitudine viene riferita a quelle potenzialità che urgono di più, che più sono spinte e

che più facilmente possono diventare - una volta sollecitate ed educate - capacità effettive e

manifeste

AUSUBEL e l’ APPRENDIMENTO SIGNFICATIVO

Il caposaldo della teoria di Ausubel è la nozione di apprendimento significativo, contrapposta a quello di apprendimento meccanico. Per imparare in modo significativo, gli individui devono poter collegare la nuova informazione a concetti e proposizioni rilevanti già posseduti. La conoscenza avviene mediante elaborazione del significato: l’allievo attribuisce al materiale di apprendimento un significato psicologico, cioè suo personale. L’apprendimento significativo consente di dare un senso alle conoscenze, permettendo l'integrazione delle nuove informazioni con quelle già possedute e l'utilizzo delle stesse in contesti e situazioni differenti, sviluppando la capacità di problem solving, di pensiero critico, di metariflessione e trasformando le conoscenze in vere e proprie competenze. Si oppone all'apprendimento meccanico dove la ricezione delle informazioni è veicolata dal docente . Le informazioni nell'apprendimento meccanico, sono definitive, astratte e generiche e non possono essere modificate dal discente per integrarle ad informazioni precedenti o per negoziarne socialmente il significato.

BAMBINO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

Ogni bambino è, in sé, diverso ed unico e riflette anche la diversità degli ambienti di provenienza che oggi conoscono una straordinaria differenziazione di modelli antropologici ed educativi --I bambini sono attivi, amano costruire, giocare, comunicare--Giungono con una storia--Le loro potenzialità e disponibilità possono essere sviluppate o inibite, in ragione-- dell’impegno professionale degli insegnanti, --della collaborazione con le famiglie, --dell’organizzazione e delle risorse assegnate

Albert Bandura ha formulato la teoria dell’apprendimento sociale, di stampo comportamentista. Mediante una serie di esperimenti, Bandura stabilisce che un modello aggressivo tende ad essere giustificato e imitato dai bambini quando questi si trovano in uno stato di irritazione. Questi risultati aprono le porte al concetto di apprendimento osservativo (o apprendimento vicario), un tipo di apprendimento che si discosta dal paradigma stimolo-risposta-rinforzo e avviene tramite l’osservazione di un modello di comportamento.

Bateson

I LIVELLI DI APPRENDIMENTO L’apprendimento, in linea generale, consiste in un processo che consente una modificazione durevole del comportamento, per effetto dell’esperienza. Con questa definizione si escludono tutte le modificazioni di breve durata dovute a condizioni temporanee, episodi isolati, eventi

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occasionali, fatti traumatici, mentre il riferimento all’esperienza esclude modificazioni determinate da fatti innati o dal processo biologico di apprendimento. Nelle classificazioni dei livelli di apprendimento proposta da Bateson, si distinguono tre differenti livelli di apprendimento (cfr: G. Bateson, “Verso un’ecologia della mente” – Adelphi): Livello zero Si tratta dell’apprendimento associativo, detto anche semplice o meccanico, fondato principalmente sulla reazione stimolo – risposta, che dà origine alla formazione di abitudini. Livello uno Con questo livello di apprendimento Bateson fa specifico riferimento all’apprendimento di tipo istituzionale classico, quello delle funzioni scolastiche. In questo contesto è l’insegnante a stabilire che cosa deve imparare l’allievo ed è lui a definire i ritmi e la qualità dell’insegnamento da erogare. Questo tipo di apprendimento – detto anche complesso – coinvolge funzioni superiori dell’apparato psichico come la percezione, l’intelligenza e, in generale, i processi cognitivi propri dell’uomo. Livello due Con questo livello Bateson si riferisce a funzioni di valutazione complesse e sofisticate, quali, ad esempio, la consapevolezza di esistere il senso dell’esistenza, la capacità di provare sentimenti sui propri sentimenti. Si tratta di una forma di apprendimento continuo e sistematico in cui il soggetto “impara ad imparare”, facendo esperienza e modificando le risposte in relazione alle esigenze del contesto in cui avviene la relazione. Si tratta pertanto di una forma di apprendimento cognitivo superiore, basato sulla capacità di fornire risposte adeguate agli stimoli ricevuti. Esso rappresenta “la differenza che fa la differenza” nella qualità delle risposte comportamentali messe in atto da una persona. Livello 0: Stimolo risposta Livello 1: Insegnamento istituzionale Livello 2: Imparare ad imparare

BES (domande frequenti) (22-4)

CHE COSA SONO I DSA?I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono un gruppo di disturbi (Dislessia, Disortografia,Discalculia, Disgrafia) che interessano una particolare settore di competenze (lettura, scrittura, calcolo) in presenza di normale funzionamento intellettivo e adeguata esposizione agli apprendimenti. Inoltre, non devono essere presenti alterazioni neurosensoriali in grado di spiegare le difficoltà di apprendimento.COME SI RICONOSCONO?Premesso che per poter effettivamente parlare di DSA è necessaria una diagnosi, si possono notare una serie di indicatori che ne possono far sospettare la presenza. Questi “campanelli d’allarme” solitamente riguardano diverse aree come, per esempio, quelle relative al linguaggio, memoria, apprendimento, coordinazione motoria, organizzazione e orientamento. ne abbiamo qui riportato un elenco sintetico. Inoltre è possibile effettuare degli screening che consentono sapere rapidamente se sia opportuno procedere a una valutazione diagnostica.QUAL È LA DIFFERENZA TRA DSA E BES?Potremmo dire che a livello concettuale DSA è una sigla che indica una categoria diagnostica, mentre BES indica una categoria “scolastica”..DA CHI POSSONO ESSERE DIAGNOSTICATI I DSA?La diagnosi può essere effettuata da uno psicologo o da un neuropsichiatra infantile ma, a seconda della regione, può essere richiesta la compresenza di più professionisti (di solito logopedista, psicologo, neuropsichiatra).Ci si può rivolgere alla propria ASL di appartenenza o a specialisti che svolgono privatamente la libera professione. Affinché la diagnosi sia riconosciuta valida dalla scuola, in alcune regioni, è necessario che il professionista o la struttura privata siano accreditati; in altre, tra cui l’Emilia Romagna e il Piemonte, le diagnosi possono essere effettuate da qualunque psicologo o neuropsichiatra privato (successivamente andranno convalidate presso la propria ASL di riferimento).QUANDO POSSONO ESSERE DIAGNOSTICATI?La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia non può essere effettuata prima della fine della II classe di scuola primaria, mentre la diagnosi di discalculia non prima della fine della III classe di scuola primaria.COME AVVIENE LA DIAGNOSI?

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Il percorso diagnostico è composto da diverse parti:– Il colloquio anamnestico– La valutazione tramite specifiche prove (ad esempio, test cognitivi e di linguaggio)– Il colloquio di restituzione in cui viene spiegato quanto emerso dalla diagnosi.PER QUANTO TEMPO È VALIDA LA DIAGNOSI?La legge non prevede una scadenza della diagnosi, tuttavia si è soliti consigliare di rinnovarla ogni 3 anni e/o a ogni cambio di ciclo scolastico.COSA FARE DOPO LA DIAGNOSI?La famiglia dello studente deve consegnare la diagnosi in segreteria, farla protocollare e dare il proprio consenso alle insegnanti per la consultazione. Nell’ultimo anno di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi all’esame di Stato, le certificazioni dovranno essere presentate entro il 31 marzo.CHE COS'È IL PDP?Il Piano Didattico Personalizzato è un documento in cui vengono riportate le modifiche didattiche relative a uno studente. Di solito contiene le cosiddette misure compensative e dispensative. È redatto dal team docenti o dal consiglio di classe sulla base delle caratteristiche individuali (difficoltà e punti di forza) della persona a cui è rivolto.CHE COS'È IL PDP?Il Piano Didattico Personalizzato è un documento in cui vengono riportate le modifiche didattiche relative a uno studente. Di solito contiene le cosiddette misure compensative e dispensative. È redatto dal team docenti o dal consiglio di classe sulla base delle caratteristiche individuali (difficoltà e punti di forza) della persona a cui è rivolto.ENTRO QUANDO VA FATTO IL PDP?Nel caso in cui la diagnosi sia stata consegnata prima dell’inizio dell’anno scolastico, la scuola ha l’obbligo di redigere il PDP entro il primo trimestre , altrimenti subito dopo la consegna della diagnosi.IL PDP PUÒ ESSERE MODIFICATO NEL CORSO DELL'ANNO?Sì, il PDP non è un documento statico, per cui può essere modificato ogni volta appaia necessario (sulla base di nuove informazioni provenienti da insegnanti o specialisti). Va, infatti, ricordato che l’alunno col tempo può cambiare le proprie strategie di approccio al compito e possono rendersi quindi opportuni nuovi accorgimenti didattici.I DSA POSSONO USUFRUIRE DELLA LEGGE 104?La legge 170/2010 non prevede la figura dell’insegnante di sostegno ma, come riporta il sito dell’AID, i casi in cui il disturbo è molto severo, in genere vengono certificati con la legge 104/92 che regolamenta e tutela le situazioni di minorazione fisica e/o sensoriale e/o psichica tali da costituire un handicap. La legge 104/92 prevede, a differenza della legge 170/2010, il sostegno scolastico. Tuttavia, la normativa è applicata in modo diverso nelle diverse Regioni e Province in base agli Accordi di Programma locali ed attualmente tende ad essere sempre più restrittiva.

BYOD (22.4)Bring Your Own Device (BYOD), in italiano “porta il tuo dispositivoIl ricorso a politiche attive per il BYOD in ambito educativo viene espressamente previsto, attraverso una specifica azione, dal Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), il documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca “per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale”. L’obiettivo è quello di “alleggerire” le classi da strumentazioni informatiche costose ed ingombranti, per promuovere una didattica digitale basata sull’integrazione dei dispositivi elettronici personali degli studenti e degli insegnanti (smartphone, tablet e PC portatili) con le dotazioni tecnologiche degli spazi scolastici. Si tratta senza dubbio di una irrinunciabile occasione che permetterà ai docenti di puntare al raggiungimento delle competenze attraverso la mediazione di linguaggi moderni e accattivanti, capaci di proporre i contenuti in chiave interattiva e multimediale, pronti a rispondere alle esigenze individuali degli alunni e in grado di incoraggiare modalità di apprendimento di tipo cooperativo.

BISOGNI FORMATIVI

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Sono i vuoti, le insufficienze, le lacune, riscontrati dal docente nel bagaglio di conoscenze e abilità posseduto dall'alunno e da cui è contraddistinto. Vuoti che vanno assolutamente colmati perchè egli proceda autonomamente nell'acquisizione delle competenze indicate Essi in pratica possono essere rappresentati dalla mancanza e/o carenza di conoscenze e abilità ,anche di tipo strumentale, dalla presenza di atteggiamenti mentali e comportamenti passivi e distorti, di pregiudizi fuorvianti, di convinzioni personali erronee, di prerequisiti conoscitivi e comportamentali specifici e necessari per la maturazione di competenze, ecc.

BloomBenjamin S.Bloom: tassonomia della conoscenza

statunitense, è un autore che si è occupato in modo particolare dell'apprendimento per la padronanza o mastery learning e della tassonomia degli obiettivi educativi

Le basi del mastery learning

Le sue ricerche partono dalla considerazione che esistono tra le persone numerose differenze sul piano cognitivo che derivano dal processo di insegnamento/apprendimento che, di conseguenza, deve essere ottimizzato al fine di garantire a tutti gli alunni condizioni favorevoli di apprendimento. Ne consegue, per la scuola, la necessità di attrezzarsi sul piano didattico per offrire strategie di individualizzazione dell'insegnamento che tengano conto delle caratteristiche cognitive dei diversi soggetti e che perciò si strutturino in base a tre elementi principali:

· i comportamenti cognitivi d’ingresso: per essere efficace un processo di insegnamento deve partire da ciò che l'alunno già sa, in modo tale da strutturare un percorso di sequenze progressive che si organizzano sulle conoscenze precedenti e si legano a quelle successive.

· le caratteristiche affettive d’ingresso: ogni alunno possiede una certa idea di sé come scolaro e questa rappresenta un potente predittore del profitto che. unitamente alla motivazione, agli interessi, alla voglia di misurarsi con la scuola. determina la disponibilità ad apprendere.

· la conseguenza dell’insegnamento: la qualità dell'istruzione si misura nel rispetto che pone a salvaguardare le caratteristiche di ogni singolo alunno per muovere da quelle al fine di garantire l’equivalenza dei risultati attraverso percorsi diseguali di insegnamento.

Il lavoro didattico è attentamente studiato nelle sue variabili. Per questo indica:

- le precondizioni

-definizione degli obiettivi

-definizione dei contenuti

-definizione delle modalità di valutazione

- le procedure operative

-la valutazione formativa (interna al processo di apprendimento che controlla con test diagnostici e di sviluppo proponendo eventuali correzioni);

Bowlby 1969

L’attaccamento si sviluppa nella prima infanzia attraversando alcune fasi ed evolvendo in attaccamento sicuro o insicuro. La possibilità di avere un attaccamento sicuro fornisce al bambino una “base sicura”. Questo concetto è stato rielaborato da Bowlby sul finire degli anni ’60 e

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si riferisce ad un ambiente caratterizzato da una madre, che permette al bambino di sentirsi pienamente protetto ed accettato; il bambino si sente sostenuto dalla base sicura e questo gli permette di rimanere solo con se stesso e di esplorare il mondo circostante senza timore.È stato ipotizzato che i bambini che esperiscono un attaccamento sicuro sviluppano un modello degli altri come affidabili e disponibili, e un modello di se stessi come degni delle cure che ricevono; viceversa i bambini che non ricevono cure adeguate possono sviluppare sentimenti di rabbia e di angoscia nei confronti degli altri,Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/tag/attaccamento/

BRAIN STORMINGLetteralmente tempesta di cervelli . Dato un problema da affrontare, ciascuno dei partecipanti, entro prefissati limiti di tempo, è libero di esprimere la propria idea senza che l’insegnante esprima giudizi sulle idee emerse. Alla fine tutte le idee sono raccolte ed opportunamente analizzate per giungere alla soluzione del problema

BRUNERLo psicologo statunitense Jerome Bruner si è interessato in particolare di problematiche educative per le quali ha formulato una serie di principi per una vera e propria "teoria dell'istruzione".

La sua riflessione prende avvio dalla considerazione che l'attività del pensiero è un processo costruttivo che produce non abilità nozionistiche, bensì stili e strutture di conoscenza (capacità di comprensione della realtà) che si sviluppano attraverso tre fasi:

'fase attiva: il bambino apprende attraverso l'azione diretta perciò l'esperienza viene rappresentata sul piano motorio;

'fase iconica: il bambino apprende attraverso l'immagine; ne consegue una rappresentazione visiva dell'esperienza;

'fase simbolica: il bambino apprende attraverso il linguaggio, sistema simbolico per eccellenza per esprimere concetti e categorizzazioni.

Queste fasi non sono rigidamente collegate all'età cronologica: le loro modalità di rappresentazione rimangono attive per tutta la vita, anche se, durante l'età della prima e seconda infanzia sono maggiormente utilizzate le modalità di rappresentazione delle esperienze legate alla motricità ed alla percezione sensoriale.

La proposta pedagogica conseguente consiste nella considerazione che si può insegnare tutto a tutti: per farlo basta rendere la natura del sapere adeguata alla capacità di elaborazione e rappresentazione della mente di colui che apprende. Si tratta, in sostanza, di rendere "compatibile" lo sviluppo mentale con la struttura delle discipline di studio: ogni disciplina possiede una sua struttura logica e un insieme di proposizioni generative che, incontrandosi con la struttura psicologica dell'alunno, determinano la conoscenza.

Bruner non condivide lo sviluppo mentale piagettiano, inteso come maturazione naturale degli stadi in rapporto all'età cronologica, poiché lo sviluppo mentale e quindi il succedersi degli stadi, sono a suo dire, notevolmente condizionati nella loro evoluzione e maturazione dalla

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natura delle relazioni interpersonali vissute dal soggetto e dalle stimolazioni dei mass-media presenti nell'ambiente in cui egli vive, per cui la maturazione dei processi mentali, nelle sue fasi, non è deterministicamente legata all'età cronologica, ma presenta caratteri estremamente dinamici, tanto che alcuni stadi possono essere saltati o anticipati. In sostanza Bruner, con questa sua tesi, sostiene la cosiddetta anticipazione cognitiva in base alla quale, organizzando funzionalmente l'ambiente di apprendimento, si può anticipare il determinarsi di alcuni stadi, accelerando lo sviluppo mentale e superando alcuni caratteri ostativi propri di La continuità allora, non può essere più spontanea e naturale, bensì dinamica e funzionale nel senso che non riviene dal rispetto della maturazione naturale, legata all'età cronologica, ma va costruita dinamicamente di volta in volta sul piano didattico attraverso la messa a punto di strategie apprenditive che rispettino le regole e le procedure di acquisizione delle conoscenze proprie della fase operativa, iconica o simbolica che caratterizza lo sviluppo mentale attuale del soggetto.

CAMPI DI ESPERIENZA

sono luoghi del fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione consapevole degli insegnanti e introducono ai sistemi simbolico-culturali. Ogni campo di esperienza offre un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti progressivamente più sicuriIL SE’ E L’ALTROLe grandi domande, il senso morale, il vivere insieme.I molti perché rappresentano per i bambini la loro spinta a capire il significato della vita che li circonda e il valore morale delle loro azioniQuesto campo rappresenta l’ambito elettivo in cui i temi dei diritti e dei doveri, del funzionamento della vita sociale, della cittadinanza e delle istituzioni trovano una prima “palestra” per essere guardati e affrontati concretamente

IL CORPO E IL MOVIMENTOIdentità, autonomia, saluteMuoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico.La scuola dell’infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere e interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, rispettandolo e avendone curaIMMAGINI, SUONI, COLORIGestualità, arte, musica, multimedialitàI linguaggi a disposizione dei bambini, come la voce, il gesto, la drammatizzazione, i suoni, la musica, la manipolazione dei materiali, le esperienze grafico-pittoriche, i mass-media, vanno scoperti ed educati perché sviluppino nei piccoli il senso del bello, la conoscenza di se stessi, degli altri e della realtà.I DISCORSI E LE PAROLEComunicazione, lingua, cultura.La scuola dell’infanzia ha la responsabilità di promuovere in tutti i bambini la padronanza della lingua italiana, rispettando l’uso della lingua di origine. La vita di sezione offre la possibilità di sperimentare una varietà di situazioni comunicative ricche di senso, in cui ogni bambino diventa capace di usare la lingua nei suoi diversi aspetti, acquista fiducia nelle proprie capacità espressive, comunica, descrive, racconta, immagina. LA CONOSCENZA DEL MONDOOggetti, fenomeni, viventi,numero e spazio

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I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri. Pongono così le basi per la successiva elaborazione di concetti scientifici e matematici che verranno proposti nella scuola primaria

Se la scuola dell'infanzia è il luogo dove consentire al bambino interagire con la realtà per dare (scoprire ) significato alla propria attività trasformandola in esperienza, scoprendo i simboli e sistemi simbolici culturali con cui essa viene rappresentata e partecipata allora è necessario predisporre scientificamente e pedagogicamente tale ambiente, perché tali interazioni e operazioni vengano favorite e moltiplicateCome = attraverso i campi di esperienza, cioè specifici contesti di vita , cioè di esperienze progettate attraverso specifici percorsi metodologicifondati sul gioco, l'esplorazione, la ricerca, la vita di relazione, propri della psicologia del bambino

CAPACITÀLe capacità, punto di partenza dell'Educazione sono pure potenzialità dell’essere umano (p.e. la capacità di camminare è una potenzialità dell’essere umano ma non dei pesci) Si differenzia, si specializza e si manifesta ad opera dell’ambiente e dell’educazione.

Le attitudini poi, sono disposizioni, inclinazioni naturali per un'attività fisica o mentale: avere attitudine per la musica

CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZEViene rilasciata al termine dell'anno conclusivo:> della scuola primaria;> della scuola secondaria di primo grado;> dell'adempimento dell'obbligo di istruzione (fine del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado: art. 1, c. 622, L. n. 296/2006)> del secondo ciclo dell'istruzione.La certificazione descrive i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno al fine di sostenere i processi di apprendimento, di favorire l'orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventuali passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l'inserimento nel mondo del lavoro (art. 8 D.P.R. n. 122/2009).

CHOMSKY Noam

Autore della linguistica generativa che si oppone al principio empirista. Per gli empiristi la mente è una tabula rasa, mentre per Chomsky la mente è geneticamente dotata di un patrimonio di strutture per la ricezione, l'interpretazione e l'uso delle informazioni ricevute dai sensi. L’ acquisizione del linguaggio, dunque, secondo Chomsky non avviene per imitazione del linguaggio adulto, ma è un processo attivo che parte da un pacchetto di conoscenze innate utilizzate dalla persona per apprendere delle regole grammaticali, verificate successivamente con la pratica.

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Quindi, ogni individuo possiede un bagaglio all’interno del quale sono presenti un insieme di regole logiche e grammaticali generali che permettono non solo l’ acquisizione, ma anche la produzione del linguaggio, inteso come frasi e poi come discorsi strutturati.Quindi occorre porre l’alunno di fronte a situazioni problematiche perché egli si sforzi di produrre nuove espressioni linguistiche funzionali alla comunicazione anziché fargli apprendere mnemonicamente nuovi vocaboli

CIRCLE TIMELetteralmente tempo del cerchio . E considerato una delle metodologie più

efficaci nell’ educazione socio-affettiva. I partecipanti si dispongono in cerchio con un conduttore che ha il ruolo di sollecitare e coordinare il dibattito entro un termine temporale prefissato. La successione degli interventi secondo l’ ordine del cerchio va rigorosamente rispettata. Il conduttore assume il ruolo di interlocutore privilegiato nel porre domande o nel fornire risposte. Il circe time facilita e sviluppa la comunicazione circolare, favorisce la conoscenza di sé, promuove la libera e attiva espressione delle idee, delle opinioni, dei sentimenti e dei vissuti personali e , infine, crea un clima di serenità e di condivisione facilitante la costituzione di qualsiasi nuovo gruppo di lavoro o preliminare a qualunque successiva attività

CITTADINANZA ATTIVA

Consiste nella costruzione del senso di legalità e di un'etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole e che implicano l'impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita . Viene promossa attraverso esperienze significative che consentono di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell'ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e solidarietà

CLASSFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE ICFÈ lo strumento dell'OMS per classificare salute e disabilità L'ICF in un codice standard crea un completo profilo della salute degli individui e della disabilità in tutte le aree della vita. Elenca, inoltre, i fattori ambientali, caratteri del mondo, che possono influire sulla vita delle persone. L ICF ha determinato una vera rivoluzione un cambio culturale poichè stabilisce che qualunque persona in qualunque momento della vita può avere una condizione di salute che in un ambiente sfavorevole diventa "disabilità", al contrario un processo favorevole attivato determinerà un'interazione tra condizione di salute e fattori ambientali. Non si userà più la parola Handicap

CLASSE /AULA VIRTUALEL'aula virtuale è un luogo non fisico dove avviene l'incontro di due o più persone in maniera simultanea. In questo "spazio" lo scambio di informazioni e idee permette l'apprendimento e l'acquisizione di notizie e lo scambio di materiali, come se ci si trovasse in una vera aula, anche se i partecipanti si trovano in luoghi diversi e lontani. In aula virtuale è presente un moderatore o un tutor che aiuta a gestire la lezione e i problemi che possono insorgere. L'aula virtuale si caratterizza per due funzionalità specifiche:

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1. di servizio: non si riferisce direttamente alle attività di apprendimento collaborativo fra i partecipanti, ma sicuramente contribuisce a favorirle e a renderle più efficaci. Ad esempio: internet forum, informazioni e riferimenti su coordinatori e iscritti, caffè, biblioteca, seminari, altre aule, domande e risposte...

2. di interazione e collaborazione: si riferisce alle attività di discussione e di collaborazione tra i partecipanti. Hanno maggior importanza, rispetto alla prima funzionalità, in un'ottica di processo di apprendimento collaborativo. Ad esempio: gruppi di discussione e gruppi di produzione 

L'aula virtuale, inoltre, annovera una figura inedita rispetto a quella concepita tradizionalmente: il tutor deputato all'aiuto e alla gestione delle attività, o alla risoluzione dei problemi che insorgono.

CLIL

Il termine CLIL (Content and Language Integrated Learning), è una metodologia di apprendimento della lingua dove l'aumento dell'input linguistico è attuato attraverso l'insegnamento di una o più discipline in L2 con modalità didattiche innovative. Queste metodologie prevedono che lo studente sia attore protagonista della costruzione del proprio sapere: l'apprendimento del contenuto (inter) disciplinare diventa l'obiettivo principale e l'acquisizione di maggiori competenze comunicative in L2 una conseguenza. Gli studenti, sulla base di uno specifico progetto educativo vengono quindi "immersi" nella L2 e la utilizzano sia per apprendere le scienze, la storia, la geografia e/o altre discipline che per seguire percorsi educativi anche interdisciplinari.

COGNITIVISMO

La psicologia cognitiva  ha come obiettivo lo studio dei processi mentali mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, elaborate, memorizzate e recuperate.e ritiene che l’apprendimento avvenga quando lo studente elabora informazione.L’istruzione non è semplicemente qualcosa che viene fatta agli allievi, ma li coinvolge e rafforza i loro processi mentaliIl cognitivismo di seconda generazione articola il suo impianto teorico attorno al concetto di persona legata inscindibilmente alla sua dimensione biologica, alla sua storia evolutiva, al suo contesto sociale, a quello culturale e a quello tecnologico.A livello educativo le ricadute sono molteplici. In particolare quelle della corrente cognitivista che va sotto il nome di costruttivismo, che affonda le sue radici nell’opera di studiosi come Dewey, Vygotsky, Piaget

CODING (20.4)

Con il termine coding s’intende, in informatica, la stesura di un programma, cioè di una sequenza d’istruzioni che, eseguita da un calcolatore, dà vita alla maggior parte delle meraviglie digitali che usiamo quotidianamente.

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COMMISSIONE EUROPEA Le principali priorità per il nuovo decennioNel marzo 2010 la Commissione Europea ha diffuso una Comunicazione in cui si delineano le strategie dell’Unione per il secondo decennio del XXI secolo. Nel Documento si afferma che il vecchio continente sta vivendo una fase di grande trasformazione e che la crisi finanziaria del 2009 ha vanificato anni di progresso sociale ed economico. Per affrontare le nuove sfide e rilanciare la crescita di indicano tre priorità:- crescita intelligente, ossia sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sulla innovazione.- crescita sostenibile, ossia promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitiva.- crescita inclusiva, ossia promuovere un’economia con un alto tasso si occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.Per giungere ai cambiamenti necessari in vista del conseguimento degli obiettivi indicati, la Strategia Europa 2020 si prefigge di investire in istruzione, innovazione, società digitale, energia, mobilità, competitività e lotta all’esclusione sociale

COMMUNITY OF LEARNERSla classe si costituisce come una vera e propria comunità che apprende, che interagisce attivamente e partecipa alla costruzione del proprio apprendimento. La finalità dei curricoli, in questo caso, è lo sviluppo dell'imparare a imparare, si enfatizza un apprendimento consapevole e il concetto del Discovery learning. Si sviluppano abilità autoregolative, autovalutative e di conoscenza dei propri metodi e stili apprenditivi.

COMUNITÀ VIRTUALE

Gruppo di utenti online che si aggregano in Rete per discutere e scambiare idee su argomentidi interesse comune. Le Virtual Community sono state determinanti nello sviluppo delcommercio elettronico e delle transazioni che avvengono in Rete.

COMPETENZA

La competenza è l’agire personale di ciascuno, basato sulle conoscenze e abilità acquisite, adeguato, in un determinato contesto, in modo soddisfacente e socialmente riconosciuto, a rispondere ad un bisogno, a risolvere un problema, a eseguire un compito, a realizzare un progetto. Non è mai un agire semplice, atomizzato, astratto, ma è sempre un agire complesso che coinvolge tutta la persona e che connette in maniera unitaria e inseparabile i saperi (conoscenze) e i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le motivazioni e i fini

COMPETENZE CHIAVE Le competenze chiave sono una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini che permettono di adattarsi ai costanti cambiamenti della società. (La Raccomandazione sulle competenze chiave definisce la competenza come la “combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare”. Attraverso l'acquisizione di esse gli individui saranno in grado di analizzare, ragionare e comunicare in modo efficiente nel momento in cui propongono e interpretano i problemi nei diversi ambiti. Allo stesso tempo le key competences sono quelle di cui tutti gli individui hanno bisogno per la realizzazione, lo sviluppo personale[1], la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e l'occupazione. Esse serviranno

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come base per un apprendimento permanente e perciò dovranno essere acquisite durante il periodo obbligatorio di istruzione e formazione.

Si riporta di seguito la definizione ufficiale delle otto competenze-chiave (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE)).La comunicazione nella madrelingua è la capacità di esprìmere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scrìtta (comprensione orale, espressione orale, comprensione scrìtta ed espressione scrìtta) e di interagire adeguatamentee in modo creativo sul piano linguistico in un 'intera gamma di contesti culturali e sociali, quali istruzione e formazione, lavoro, vita domestica e tempo libero.La comunicazione nelle lingue straniere condivide essenzialmente le principali abilità richieste per la comunicazione nella madrelingua.La comunicazione nelle lingue straniere richiede anche abilità quali la mediazione e la comprensione interculturale. Il livello di padronanza di un individuo varia inevitabilmente tra le quattro dimensioni (comprensione orale, espressione orale, comprensionescritta ed espressione scritta) e tra le diverse lingue e a seconda del suo retroterra sociale e culturale, del suo ambiente e delle sue esigenze ed interessi.La competenza matematica è l'abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. Partendo da una solida padronanza delle competenze aritmetico-matematiche, l'accento è posto sugli aspetti del processo e dell 'attività oltre che su quelli della conoscenza. La competenza matematica comporta, in misura variabile, la capacità ela disponibilità a usare modelli matematici di pensiero (pensiero logico e spaziale) e di presentazione (formule, modelli, schemi, grafici, rappresentazioni). La competenza in campo scientifico si riferisce alla capacità e alla disponibilità a usare l'insieme delle conoscenze e delle metodologie possedute per spiegare il mondo che ci circonda sapendo identificare le problematiche e traendo le conclusioni che siano basate su fatti comprovati. La competenza in campo tecnologico è considerata l'applicazione di tale conoscenza e metodologia per dare risposta ai desideri o bisogni avvertiti dagli esseri umani. La competenza in campo scientifico e tecnologico comporta la comprensione dei cambiamenti determinati dall'attività umana e la consapevolezza della responsabilità di ciascuncittadino.La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell 'informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie dell 'informazione e della comunicazione (TIC): l'uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioninonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.Lmparare a imparare è l'abilità di perseverare nell 'apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo. Questa competenza comprende la consapevolezzadel proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni, l'identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace. Questa competenza comporta l'acquisizione, l'elaborazione e l'assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l'uso delle opportunità di orientamento. Il fatto di imparare aimparare fa sì che i discenti prendano le mosse da quanto hanno appreso in precedenza e dalle loro esperienze di vita per usare e applicare conoscenze e abilità in tutta una serie di contesti: a casa, sul lavoro, nell'istruzione e nella formazione. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una persona possa acquisire tale competenza.Le competenze sociali e civiche includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più

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diversificate, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario. La competenza civica dota lepersone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitici e all'impegno a una partecipazione attiva e democratica.LI senso di iniziativa e l'imprenditorialità concernono la capacità di una persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientrano la creatività, l'innovazione e l'assunzione di rìschi, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. E una competenza che aiuta gli individui, non solo nella loro vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, ma anche nelposto di lavoro, ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza perle abilità e le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno coloro che avviano o contribuiscono ad un 'attività sociale o commerciale. Essa dovrebbe includere la consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon governo.Consapevolezza ed espressione culturale riguarda l'importanza dell'espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un 'ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive

COMPITO UNITARIO O DI REALTA’

E’ la consegna, il compito, il problema in situazione che l’alunno deve assolvere o risolvere attraverso un percorso didattico condiviso per conseguire determinate competenze

Comportamentismo

"Dottrina secondo cui l'oggetto della psicologia è esclusivamente limitato ai dati osservabili del comportamento esteriore, motorio, verbale, ghiandolare, con eliminazione totale della coscienza, senza alcun richiamo all'introspezione nè ai processi fisiologici interni".

La dimensione è chiaramente positivistica: la psicologia aspira ad essere scientifica ed oggettiva, ad avvicinarsi il più possibile alle scienze naturali, abbandonando inconscio e sentimenti. Ciò che merita di essere indagato è la sfera dell'azione manifesta, ciò che si vede realmente.

Il comportamentismo ha una data di nascita ufficiale: 1913, anno in cui lo psicologo sta-tunitense J. Watson nell'articolo "La psicologia dal punto di vista comportamentistico" ne formulò i principi teorici e metodologici.

.I concetti base

Il comportamento reale concreto, visibile dell'individuo garantisce scientificità e rigore perchè esclude qualsiasi elemento di soggettività, è l'oggetto di studio interpretato nei termini di una risposta dell'organismo ad un dato stimolo.

Lo schema interpretativo del comportamento è costituito dal legame unidirezionale causa-effetto:

S ---> R ( stimolo ---> risposta)

Il condizionamento ambientale diventa pertanto una categoria fondamentale: è possibile ottenere i comportamenti desiderati (R) in base agli stimoli procurati (S).

Questa teoria, legata allo schema pavloniano (condizionamento classico), non riesce a dare conto di comportamenti complessi e non elabora una teoria compiuta dell'apprendimento che a

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livello neurofisiologico consiste in una formazione di abitudini condizionate di tipo associativo, di connessione tra uno stimolo ed una risposta

CONDIZIONAMENTO OPERANTE

Skinner propose un superamento della rigida meccanicità del condizionamento classico, introducendo tra la risposta (R) e l'azione dell'ambiente (S): il rinforzo (condizionamento operante). È attraverso la valutazione degli effetti e delle conseguenze, positivi e negativi, del proprio comportamento, della propria risposta che l'individuo apprende, imparando ad agire guidato dalla ricerca di rinforzi: ricompense, lodi, vantaggi, premi.Da questa impostazione derivano sul piano più direttamente educativo alcuni corollari di tipo metodologico, quali --> un' attenzione privilegiata all'organizzazione dell' ambiente e del comportamento insegnante;--> il consolidamento sistematico delle risposte degli alunni tramite il rinforzo positivo e la conseguente estinzione di comportamenti indesiderabili;

CONTROVERSIA (20.4)

Si tratta di un approccio metodologico proposto da Johnson e Johonson, che discende dal concetto elaborato da Jean Piaget secondo cui il vero apprendimento è il prodotto di unconflitto socio-cognitivo.In altri termini la teoria sostiene che gli studenti, bambini o ragazzi che siano, apprendono (informazioni, opinioni, contenuti…) quando si misurano in una situazione di disaccordoLa controversia, il disaccordo provocano motivazione al decentramento e capacità di assumere prospettive diverse dalla propria.Fondamentale, pertanto, è l’interazione fra gruppi di pari che porta al superamento di posizioni egocentriche non solo sul piano socio-affettivo, ma anche logico-cognitivo● Proprio con la controversia, stimolata e guidata dall’insegnante, avviene anche la composizione, il superamento e la gestione costruttiva dei conflitti.● Insomma, la difficile gestione dei conflitti sociali all’interno del gruppo classe può partire dalla gestione di proposte in/formative, contenutistiche che creano una mentalità ed un modus vivendi in grado di essere applicata alle più svariate occasioni o situazioni di vita.Metodologia e tecnica della controversia● Formare gruppi di 4 alunni suddivisi in due ‘coppie’● Si sceglie un argomento, una tematica di attualità. Ogni coppia difende una tesi con argomentazioni o a favore o contro.● Inizia la ricerca delle argomentazioni (libri, giornali, internet, etc)● Si organizzano i contenuti scegliendo una modalità di comunicazione (cartello, ppt, lim, mappe, movie maker, filmatiu, interviste, etc)● Si prevedono e si ipotizzzano le tesi degli ‘avversari’● Ogni coppia presenta il proprio lavoro, prima quelle di una tesi e poi quelle dell’antitesi. Tutti devono ascoltare, prendere appunti, annotare dubbi, comprendere le ragioni della tesi opposta● Si apre la discussione ed il confronto, ed ognuno difende la propria tesi con ulteriori informazioni o rimodulando la propria informazioneColpo di scena● Le coppie si scambiano le tesi e difendono con altrettanta convinzione la nuova tesi● Le coppie si riuniscono, trovano una mediazione e rielaborano una relazione di sintesi delle conclusioni finali che vengono riesposte ed implementate in una unica relazione finale.

COOPERATIVE LEARNING (20.4)

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Il "Cooperative Learning" si presenta come "un metodo di apprendimento-insegnamento in cui la variabile significativa è la cooperazione tra gli studenti……impegnati in piccoli gruppi su un compito che realizza e implicaun'interdipendenza positiva tra i membri del gruppo In questa strategia di apprendimento, centrata-sullo-studente, l'insegnante assume la funzione di “facilitatore dell'apprendimento”; Le fasi in cui si scandisce il CL permettono di trasmettere il proprio sapere agli altri -->in un rapporto di interdipendenza, -->di individuare ed assegnare i compiti prestabiliti, -->di affidare, da parte dell’insegnante, ruoli prestabiliti all’interno dei gruppi quali:- il leader,- il facilitatore,- il cercatore,- l’elaboratore,Jig saw ( la tecnica più diffusa)

Ecco come lavorare in una classe – 1. Dividere gli studenti in gruppi di 5 o 6 persone. I gruppi-casa dovrebbero essere eterogenei in termini di genere, appartenenza etnica, razza e abilità.2. Nominare uno studente per ogni gruppo come leader. All’inizio il leader dovrebbe essere lo studente più maturo del gruppo.3. Suddividere l’unità di apprendimento del giorno in 5-6 segmenti da assegnare ad ogni studente come argomento da approfondire attraverso la ricerca, oppure come segmento da imparare nel caso in cui il materiale sia fornito dall’insegnante.4. Assicurarsi che ciascun studente del gruppo abbia un compito diverso.

COSTRUTTIVISMO ( 15.4) Piaget, Vygotskij e Bruner sono considerati i padri e i precursori del costruttivismo, in quanto hanno messo in evidenza l’adattamento dell’individuo all’ambiente come forma di conoscenzaIl costruttivismo è considerato il punto di arrivo delle precedenti teorie dell’apprendimento, come il comportamentismo e il cognitivismo. Esso ipotizza una serie di strutture psichiche che permettono di costruire un modo personale di interpretare la realtà. Ciascun individuo, mediante la propria visione personale della realtà, riesce a decodificarla e a darle un senso, apprendendo, quindi, dall’interazione con l’ambiente. Quest’ultima avviene mediante uno scambio continuo di informazioni che permettono all’individuo di ordinare la realtà nella maniera che gli sembra più funzionale Di qui il ruolo di docente come "facilitatore di processo", l’attenzione all’apprendimento attivo, alla collaborazione, all’apprendimento in contesto (situated learning).. Conseguenze didatticheL’apprendimento per competenze: nella didattica costruttivista, l’obbiettivo principale è quello di sviluppare competenze, e solamente in secondo luogo trasmettere informazioni.La sperimentazione attiva relativa al modello dell’apprendimento situato, il quale “non si occupa dell’acquisizione del sapere, ma delle dinamiche attraverso cui le persone costruiscono un significato attraverso le azioni svolte

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Una volta appurato che la didattica costruttivista mira a sviluppare competenze,cercando di incoraggiare la partecipazione attiva dello studente, è naturale chiedersi qualeforma debba prendere questa “partecipazione”. E’ evidente che, all’interno delle struttureeducative, lo strumento più semplice, efficace e di facile applicazione è la discussione.La discussione costringe il singolo individuo a rimodellare i propri costruttimentali, e inoltre gli permette di contestualizzare le conoscenze all’interno dell’ambientesociale. La discussione in classe può avvenire in vari modi, ma possiamo individuare due modiestremi ed opposti di proporre una discussione:La discussione tra pari: utile perché permette agli studenti di confrontare i propricostrutti mentali tra pari, senza dover sempre tener conto di “quello che l’insegnante siaspetta che venga detto La discussione collettiva: utile perché, anche se limita o condiziona le espressionidegli studenti, permette di sfruttare a pieno l’esperienza del docente. Per mezzo della discussione le persone collaborano tra loro per realizzare la costruzionedel mondo intersoggettivo. Un modo efficace per ottenere questo risultato è l’apprendimentocooperativo: esso incoraggia gli studenti a discutere le nozioni acquisite, e quindi a ripeterle inmodo da ricostruire le proprie conoscenze alla luce di un risultato condiviso. La didattica transdisciplinare, che risolve i problemi della didattica interdisciplinare (dove occorre sincronizzare i programmi delle varie discipline ed escludere quelle discipline che non abbracciano il tema in questione).Nella didattica transdisciplinare le aree disciplinari non vengono più unificate da un tema comune, ma dalle competenze che consentono di sviluppare. Ciò può essere ottenuto anche se le materie affrontano temi diversi, e in tempi diversi Esempio: vogliamo promuovere la competenza della progettazione. Questa potrebbeessere discussa sin dall’inizio dell’anno dal punto di vista storico o letterario, imparando adimpostare e sviluppare una tesina o una serie di relazioni scritte. Durante l’anno le disciplinetecniche e scientifiche potrebbero proporre degli esperimenti in laboratorio, come ad esempioprogettare una radio a transistor, un sito web, una collezione di abiti o quant’altro.Parallelamente l’insegnante di Educazione Fisica potrebbe illustrare i principi e leapplicazioni delle arti marziali orientali interne, che si fondano proprio sull’armonia tra lapianificazione e l’improvvisazione.

DEBRIEFING Il debriefing consiste in una riflessione autocritica di ciò che si è fatto ed appreso relativamente ad un determinato argomento Si rivolgono agli alunni le seguenti domande: Cosa hai imparato Come hai imparato? Quando hai imparato? Che voto daresti a questa attività? E perché? (Valutazione da 1 a 10) La risposta alla prima domanda manifesta il sapere acquisito in senso di concetti. La seconda comunica la qualità delle competenze raggiunte. Dalla terza domanda emergono, invece, risposte rivelatrici dei differenti stili di apprendimento presenti fra gli alunni, in quanto ciascuno di essi indica normalmente diversi momenti e attività: ciò risulta assai utile all’ insegnante per mettere in gioco ogni volta differenti tipologie di lavoro, in modo da coinvolgere sempre l’ intera classe. L’ ultima domanda, infine, manifesta l’ indice di gradimento verso l attività svolta e le sue motivazioni.

DESCRITTORI

Definiscono dei comportamenti osservabili e, quindi, valutabili Descrivono singoli comportamenti rappresentativi che gli alunni mostrano quando raggiungono un traguardo formativoNella scuola dell’infanzia rappresentano gli obiettivi, vincolanti solo per il docente, che sostanziano la progettazione didattica

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DEWEY

La nuova pedagogia, secondo Dewey, deve mirare al metodo e abbandonare le nozioni fini a se stesse; ciò che realmente conta è la ricerca e lo sviluppo delle capacità critiche.

L'indagine tramite l'esperienza diretta è la sintesi di questo nuovo metodo. Il principio fondamentale è quindi che si apprende facendo e che il bambino è il protagonista attivo del processo educativo e non ricevente passivo dell'azione dell'adulto.

Una concezione attiva dell'educazione in cui il fulcro è il bambino, l'insegnante è la guida nel processo di scoperta del fanciullo e personalizza il suo insegnamento a seconda degli interessi e dei bisogni del bambino e, infine, in cui l'apprendimento passa attraverso l'esperienza pratica, la comprensione dei concetti avviene attraverso l'azione e la percezione del mondo.

DIDATTICA ATTIVA

Insieme articolato di metodologie di insegnamento che pongono l’utente come soggetto attivoe non passivo del proprio processo di apprendimento. Ci si riferisce ad un ampio repertorio dimetodologie didattiche che tenta di superare quelle modalità tradizionali basate sull’ascolto(per esempio la lezione frontale) o sull'osservazione ed imitazione (per esempiol’affiancamento addestrativo). Alcuni esempi di didattica attiva: la simulazione operativa;l’analisi e la risoluzione di casi/problemi, il lavoro di progetto i lavori e le esercitazioni digruppo; il gioco psico-pedagogico.

DIDATTICA DELLA RICERCAE’la didattica legata all’apprendimento per scoperta in cui l’alunno è protagonista del proprio apprendimento

Fasi:

--prendere consapevolezza della situazione culturale  degli alunni e/o costituire i prerequisiti

--individuare determinate espressioni della cultura ambientale-. che in qualche modo siano contrastive con le conoscenze di cui l’alunno è siano significative =problema

--sollecitare gli alunni ad avanzare delle ipotesi per la sua risoluzione

--organizzare gruppi eterogenei (per capacità), che discutano, si confrontino, ricerchino insieme(È proprio questa la fase in cui si collocano i contenuti )

-- Verifica fattuale delle ipotesi = laboratorio

-- scoperta del concetto di fondo 

1. manipolazione concreta (non bastano i codici linguistici verbali o simbolici); 2. operazioni cruciali, nel senso che devono essere presenti i passi principali di una procedura; 3. varie soluzioni (deve dare all’alunno la possibilità di scegliere e di decidere) 4. “spiazzamento” cognitivo (si scopre qualcosa di nuovo, si mettono in crisi vecchie conoscenze); 5. “giusta distanza” (il nuovo non deve essere né troppo vicino al conosciuto né troppo distante); 6. diversi livelli d’interpretazione (pluralità dei punti di vista); 7. valenze metaforiche (deve richiamare esperienze lontane ed eterogenee); 8. rapporto dello studente con il sapere (nel laboratorio il sapere è conoscenza in azione

DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO

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Particolari condizioni che ostacolano il processo di apprendimento della persona. Esse possonoriferirsi a caratteristiche didattico-formative (percorso, metodologia didattica, relazioni),oppure orientative (progetto personale e suoi aspetti). Tali condizioni richiedono la necessità didelineare il quadro di riferimento tra cui si collocano gli aspetti personali (motivazione,prerequisiti, integrità psico-fisica), del contesto di vita (famiglia, ambiente, gruppo) e sociali(tipo di “capitale sociale” di cui la persona è portatrice).

DIGITAL COMPETENCEconsiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie

DIRITTI DEI BAMBINI COSI COME SONO ESPLICITATI NELLE CARTE INTERNAZIONALI.DICHIARAZIONE 1959 (non vincolante)Deve godere di tutti i diritto, deve beneficiare di speciale protezione, ha diritto a nome e nazionalità, a sicurezza sociale, ad edu e cure speciali se in condizioni di disagio, ad amore e comprensione, ad edu elementare obbligatoria e gratuita, soccorso e protezione, protetto da crudeltà, sfruttamento e discriminazioni. Ha ricadute su Ordinamenti ‘69CONVENZIONE 1989Finalizzata alla protezione dei minori e a garantire la loro promozione nella prospettiva di un pieno ed armonico sviluppo della personalità. Mira a consentire esercizio libertà positive che necessitano dell’impegno della comunità. Con Orientamenti ’91 revisione a livello educativo e organizzativo dell’intero impianto scuola inf. e prim. anche su base del riconoscimento diritti dei bambini e tutela persona

DIDABILITA’ 22.4

Disabilità: incapacità di svolgere attività della vita quotidiana a seguito di una menomazione. La disabilità può essere sensoriale, motoria o psichica.

DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTOSi identificano come difficoltà nelle abilità specifiche messe in atto dal processo di apprendimento, pur non compromettendo le capacità intellettive del soggetto. Tali disturbi assumono conformazioni peculiari alle aree che vengono coinvolte come: dislessia (abilità di lettura), disgrafia e disortografia (scrittura) e discalculia (calcolo).

DISCIPLINA DI STUDIOIl termine “disciplina di studio” deriva dal verbo latino “discere” In campo scolastico il termine “disciplina di studio” ingloba nel suo significato -->sia la natura del conoscere e del processo di acquisizione delle conoscenze,-->sia la natura di chi è impegnato ad acquisire conoscenze. Ai fini dell’apprendimento l’ordine logico di una serie di costrutti scientifici deve coincidere con l’ordine psicologico di chi apprende e l’oggetto di apprendimento deve essere autenticamente “significativo” per chi apprende. ((Strutturalismo di Bruner)

ITALIANOCondizione indispensabile per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali - specifiche attenzioni da parte di tutti i docenti

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----> La lettura va praticata su una grande varietà di testi, per scopi diversi e con strategie funzionali al compito, ----> grande importanza ha lo sviluppo del linguaggio orale = predisposizione di ambienti sociali di apprendimento idonei allo scambio linguistico, (= cooperative learning) ----> la scrittura di un testo si presenta come un processo complesso nel quale si riconoscono fasi, dall’ideazione agli abbozzi di pianificazione, alla prima stesura, alla revisione ecc.. Ogni fase richiede strategie di apprendimento e pratica----> Per l’apprendimento del lessico è fondamentale che gli allievi imparino, a consultare dizionari e repertori tradizionali e onlineNUCLEI TEMATICI = - Ascolto e parlato - Lettura- Scrittura- Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo- Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

LINGUA INGLESE E 2° LINGUA COMUNITARIAL’apprendimento di almeno due lingue europee, permette di esercitare la cittadinanza attiva oltre i confini del territorio nazionale ----> Canzoni, filastrocche, la risposta corporea a indicazioni verbali ed il gioco storie e tradizioni di altri paesi, l’interazione in forma di corrispondenza epistolare o virtuale con coetanei stranieri, la partecipazione a progetti con scuole di altri paesi ,uso di tecnologie informatiche, -----> venga assicurata sia trasversalità in “orizzontale”, sia continuità in “verticale”. Attraverso la progettazione concordata degli insegnamenti d’italiano, delle due lingue straniere e di altre discipline si realizza la trasversalità in orizzontale CLIL

STORIA

Obiettivo

- comprendere il passato dell'uomo, partendo dallo studio delle testimonianze e dei resti -capire come si sono formati la memoria storica e il patrimonio nazionali, la formazione di un “abito critico”, fondato sulla capacità di interpretare le fonti ragionamento critico sui fatti essenziali, relativi alla storia italiana ed europea - i docenti cureranno la formazione dei concetti di base del ragionamento storico, e si soffermeranno su aspetti di storia locale, esperibili da vicino, ma anche su fatti e racconti di storie lontane nel tempo e nello spazio, dalla preistoria ai giorni nostri, - è importante sottolineare l’importanza, a partire dalla scuola primaria, dell’apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi della vita umana sul pianetaNUCLEI TEMATICI: Uso delle fonti - Organizzazione delle informazioni -- Strumenti concettuali -Produzione scritta e orale

GEOGRAFIA-consente di mettere in relazione temi economici, giuridici, antropologici, scientifici e ambientali - studia l'umanizzazione del nostro pianeta partire, nei primi anni di scuola primaria, dall'approccio senso-percettivo all'ambiente circostante, - possono avvicinarsi alla dimensione sistematica della disciplina gradualmente, dagli ultimi due anni della Primaria fino al terzo anno della Secondaria di primo grado.-Il rispetto del patrimonio culturale ereditato conduce agli stretti legami della geografia con la storia e con le scienze sociali essenziale il raccordo con altre discipline scientifiche e tecniche convergenza con l’educazione all'ambienteNUCLEI TEMATICI Orientamento - Linguaggio della geo-graficità- Paesaggi-Regione e sistema territoriale

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MATEMATICAdà strumenti per per affrontare problemi utili nella vita quotidiana- caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi, che devono essere intesi come questioni autentiche e significative, legate spesso alla vita quotidiana, e non solo esercizi a carattere ripetitivo Una attenzione particolare andrà dedicata allo sviluppo della capacità di esporre e di discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti. L’uso consapevole e motivato di calcolatrici e del computer deve essere incoraggiato opportunamente fin dal primo ciclo elemento fondamentale il laboratorio, inteso sia come luogo fisico (aula, o altro spazio specificamente attrezzato) sia come momento in cui l'alunno è attivo, formula le proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, NUCLEI TEMATICI Numeri -Spazio e figure-Relazioni, dati e previsioni

SCIENZE

interazione diretta degli alunni con gli oggetti e le idee coinvolti nell’osservazione e nello studio, che ha bisogno sia di spazi fisici adatti alle esperienze concrete e alle sperimentazioni,sia di tempi e modalità di lavoro che diano ampio spazio alla discussione e al confronto- Al tempo stesso, in questo modo si stimola e sostiene la riflessione metacognitiva. -di linguaggi e strumenti appropriati, funzionali - è opportuno selezionare alcuni temi sui quali lavorare a scuola in modo diretto e progressivamente approfondito, in continuità attraverso gli anni della scuola.- Pertanto i contenuti specifici intesi come esempi di scelte possibili,

NUCLEI TEMATICI Esplorare e descrivere oggetti e materiali - Osservare e sperimentare sul campo- L’uomo i viventi e l’ambiente - Oggetti, materiali e trasformazioni -Fisica e chimica- -Astronomia e Scienze della Terra - Biologia

MUSICAdue livelli esperenziali: a) il livello della produzione, mediante l’azione diretta con e sui materiali sonori, b) quello della fruizione relativamente a fatti, eventi, opere del presente e del passato specifiche funzioni formativecognitivo-culturale -emotivo-affettiva identitaria e interculturale relazionale critico-estetica EDUCAZIONE FISICA

conoscenza di sé, dell’ambiente e delle proprie possibilità di movimento - necessità di prendersi cura della propria persona e del proprio benesserestili di vita corretti e salutari, una corretta condotta alimentare , Deve realizzarsi come un’attività che non discrimina, non annoia, non seleziona, permettendo a tutti i bambini la più ampia partecipazione nel rispetto delle molteplici diversità. NUCLEI TEMATICI Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo -- Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva--Il gioco, lo sport, le regole e il fair play- - Salute e benessere, prevenzione e sicurezza

TECNOLOGIA

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Siano compiute scelte di metodo e contenuto che facciano parte di progetti didattici e culturali ampi e a lungo termine, Per esempio, progettazione, costruzione e utilizzazione di oggetti e procedimenti operativi, sottoposti a vincoli via via più stringenti di efficacia e funzionalitàgraduale competenza nell’uso di specifici strumenti informatici e di comunicazione - Lo sviluppo di capacità di critica e di valutazione, anche rispetto alle informazioni disponibili nella rete, NUCLEI TEMATICI Vedere e osservare - Prevedere e immaginare -Intervenire e trasformare

DIVERSAMENTE ABILE22.4

Diversamente abile: definizione che sposta il problema su un altro punto di vista che permette di analizzare non la mancanza di abilità, ma le abilità presenti, anche se con modalità differenti.

DOCENTE NELLA SC. DELL’INFANZIALo stile educativo del docente si ispira a criteri: - di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del bambino, di presa in carico del suo “mondo”, di lettura delle sue scoperte, di sostegno e incoraggiamento all’evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoliLa progettualità si esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità all’intreccio di spazi, tempi, routine e attività, promuovendo un coerente contesto educativo, attraverso un’appropriata regia pedagogica.La professionalità docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo, la formazione continua in servizio, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto adulto con i saperi e la cultura

DOCUMENTAZIONEE’ l’insieme dei materiali che testimoniano un determinato percorso di apprendimento sia a scopo di verifica e valutazione degli esiti finali sia per consentire ad altri di attingere ogni utile elemento per l’elaborazione di sempre nuovi progetti educativi. Dal lato dell’alunno, la sua capacità di documentare le attività svolte e di documentarsi garantisce la piena acquisizione dei contenuti appresi.

DSA (Quali sono ) (20.4)

a) Disturbi generalizzati dello sviluppo, ritardo mentale, ADHD, psicosi, depressione, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, carenze degli stimoli educativi e culturali della famiglia e dell’ambiente di appartenenza;b) Dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia, diprassia, disturbo specifico della compitazione;c) Deficit di linguaggio, deficit delle abilità non verbali, alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.

ECECEarly Childhood Education and Care

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Sono sempre più noti gli ampi benefici dell’educazione e cura della prima infanzia (ECEC), che vanno da vantaggi economici per la società nel suo insieme a migliori risultati scolastici. I risultati delle indagini internazionali sulle competenze (PISA 2012 (OECD) e PIRLS 2011 (IEA)) documentano che i bambini e gli adolescenti riescono meglio nella lettura e nella matematica se hanno frequentato l’ECEC.  Early Childhood Education and Care (ECEC), programma europeo finalizzato alla promozione dei servizi erogati dalla nascita fino all’istruzione obbligatoria. A tal proposito, al fine di migliorare la qualità dei sistemi educativi e assistenziali per la prima infanzia, la Commissione Europea ha stabilito delle priorità che consistono nel: pianificare orientamenti strategici, raccogliere dati e promuovere la ricerca a livello europeo e favorire un corretto ed efficiente utilizzo dei finanziamenti europei.

Con questa premessa, nell'ambito del Quadro strategico per l'istruzione e la formazione 2020, almeno il 95% dei bambini in età prescolare dovrebbe frequentare la scuola primaria: i progressi registrati nei vari paesi europei vengono monitorati su base annuale. Infine, i paesi dell’UE stanno mettendo a punto strategie finalizzate alla verifica della qualità dell’insegnamento e dell’assistenza nella prima infanzia.

EFFICACIA

Insieme all'efficienza e all'economicità è considerata una delle tre E costitutive della scuoladell'autonomia. Mentre il significato dell'economicità è facilmente comprensibile in termini dirisparmio, quello di efficacia può essere spesso scambiato con quello di efficienza. A scanso diequivoci, è bene chiarire che il potenziale maggiormente innovativo per la scuola è proprioquello dell'efficacia, che introduce un parametro nuovo nel controllo di gestione e nellavalutazione dei processi. Si tratta infatti di prestare attenzione ai risultati prodotti dal sistemascuola, costruendo un indice di efficacia che è dato dal rapporto tra obiettivi realizzati edobiettivi attesi o programmati.

EFFICIENZA

L'efficienza di un sistema è data dal rapporto tra le risorse impiegate e gli obiettivi realizzati.Nel sistema scolastico l'efficienza può essere misurata per esempio dal numero degli studentiche hanno raggiunto gli obiettivi di apprendimento in relazione agli investimenti effettuati(costo del lavoro, numero degli insegnanti, ore di lezione, ecc.). In termini più qualitativi lamedesima efficienza può essere misurata dal livello di apprendimento raggiunto dagli studentiin relazione agli accorgimenti metodologici o organizzativi messi in atto

EPISTEMOLOGIA

“Epistemologia è un termine coniato sulle parole greche episteme (scienza) e logos (discorso), con cui si indica quella branca della teoria generale della conoscenza che si occupa di problemi quali--> i fondamenti, -->la natura,--> i limiti e--> le condizioni di validità del sapere scientifico,

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tanto delle scienze cosiddette esatte (logica e matematica), quanto delle scienze cosiddette empiriche (fisica,chimica, biologia ecc; psigologia, sociologia, storiografia ecc.). L’epistemologia è quindi lo studio dei criteri generali che permettono di distinguere i giudizi di tipo scientifico da quelli di opinione tipici delle costruzioni metafisiche e religiose, delle valutazioni etiche ecc il suo compito primario è quello di definire le condizioni per cui una data asserzione o modello o esperimento può essere definito “scientifico”.

EQF - QEQ

Il quadro europeo delle qualifiche, in inglese "European Qualifications Framework" (generalmente abbreviato in EQF) è un sistema che permette di confrontare le qualifiche professionali dei cittadini dei paesi europei. Per "qualifica" si intende una certificazione formale rilasciata da un'autorità competente a conclusione di un percorso di formazione come attestazione di aver acquisito delle competenze compatibili agli standard stabiliti dal sistema educativo nazionale.A partire dal 14 febbraio 2008 per ogni qualifica rilasciata in Europa può essere identificato il corrispondente livello di EQF e questo permette di confrontare qualifiche acquisite in diversi paesi.L'EQF adotta un sistema basato sui risultati di apprendimento ottenuti alla fine del percorso di formazione.I risultati di apprendimento sono definiti in termini di Conoscenze, Abilità e Competenze. Il risultato complessivo è un indice, compreso tra 1 ed 8, detto QEQ, che si propone di identificare in modo veloce ed univoco il livello di approfondimento raggiunto in un certo ambito.

ERASMUS+

Attraverso il Programma Erasmus+ gli studenti possono trascorrere un periodo di studio presso un'università europea.Il Programma Erasmus+ permette agli studenti degli Istituti di istruzione superiore titolari di una ECHE (Erasmus Charter for higher Education) di trascorrere un periodo di studi presso un’università europea che abbia stipulato un accordo bilaterale con l‘Università IULM.Lo studente Erasmus percepisce un importo comunitario mensile e forfetario come contributo alle spese di mobilità; scopo della mobilità è quello di seguire corsi, sostenere esami, svolgere ricerca tesi nonchè un eventuale periodo di tirocinio (purchè complementare al periodo di studio) presso l'Università di destinazione senza dover versare tasse di iscrizione allo stesso e con la garanzia del riconoscimento delle attività svolte all'estero all'interno della propria carriera in sede tramite trasferimento di crediti.

H. Erikson (1902-1994) è uno dei maggiori psicoanalisti contemporanei. Le sue ricerche si concentrano nel rapporto tra psichico e sociale ed evidenziano come non sia solo la famiglia, ma tutto il contesto sociale, economico e culturale a dover essere preso in esame in quanto corresponsabile dello sviluppo della personalità infantile.

ETWINNINGeTwinning è un progetto della Commissione europea, facente parte del Progetto Erasmus + il cui obiettivo è incoraggiare le scuole europee a creare progetti collaborativi basati sull'impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), fornendo le infrastrutture necessarie

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(strumenti online, servizi di supporto) alla creazione di progetti didattici a distanza. In tal modo, gli insegnanti registrati in eTwinning possono formare partenariati e sviluppare collaborazioni con altri docenti iscritti di altri paesi europei (sono necessari almeno due docenti di due paesi stranieri tra quelli aderenti al progetto), attivando progetti pedagogici in qualsiasi materia o area tematica.L'area di lavoro è accessibile registrandosi dal portale europeo eTwinning, disponibile in venticinque lingue.

FAD 4.5

Per formazione a distanza FAD s'intendono tutte le azioni formative in cui i momenti dell'insegnamento e del l'apprendimento sono spazialmente e/o temporalmente separati ed in cui il processo formativo prevede servizi di supporto all'apprendimento. Per l’erogazione di corsi di Formazione a Distanza ci si avvale di piattaforme interattive per la gestione delle lezioni tra docente e discente. Discente e docente possono trovarsi in spazi fisici diversi e l’attività formativa avviene anche in spazi temporali diversi. .; oggi la FAD di terza generazione punta sull'uso delle tecnologie telematiche. La tendenza a far ricorso a questo tipo di modalità si sta espandendo anche nelle pubbliche amministrazioni,

FAMIGLIAE’ sempre portatrice di risorse che possono essere valorizzate, sostenute e condivise nella scuola, per consentire di creare una rete solida di scambi e di responsabilità comuni.

FATTORI ED INDICATORI DI QUALITA' 20.4

I fattori di qualità fanno riferimento alle risorse da garantire al docente per rendere qualitativamente migliore l'insegnamento e cioè : spazi, attrezzature, sussidi, fondi, ecc. che gli consentiranno di mettere in atto le sue scelte professionali. La qualità dell'apprendimento invece va valutata in rapporto ai contenuti disciplinari e alla misura in cui questi incidono sulla formazione di competenze e sulla maturazione della condotta. Ecco allora la necessità di far riferimento ai cd. indicatori di qualità, cioè i risultati preventivati e verificabili in termini di comportamento, o di dati misurabili, in modo da poter rendersi conto livello qualitativo-formativo degli apprendimenti realizzati e/o dei processi realizzati con l'individuazione delle possibili cause in caso di esiti negativi o comunque insoddisfacenti I fattori e gli indicatori di qualità valgono anche per i servizi amministrativi in riferimento ai quali ogni scuola si attrezzerà per innalzare la qualità degli standard che specificherà e renderà pubblici. Così sarà possibile verificare la celerità delle procedure, la trasparenza, l'informatizzazione dei servizi di segreteria , la flessibilità degli orari per meglio soddisfare le esigenze dell'utenza ecc.I fattori di qualità riferibili alle condizioni ambientali attengono a una lunga serie di elementi come il numero e la dimensione delle aule, dei laboratori, la disponibilità di attrezzature e di sussidi, di dotazioni librarie, l'esistenza di barriere architettoniche, del piano di evacuazione dell'edificio, ecc.Sia i fattori che gli indicatori di qualità sono elementi determinanti nella compilazione del RAV.

FINALITA' soggetto delle finalità è l'istituzione, rappresentano ciò che la scuola, il CdC, l'insegnante vogliono e pongono come scopo dell'istruzione e formazione. Le finalità generali di una disciplina fanno parte del suo statuto epistemologico e vanno esplicitate all'allievo perché sappia a che scopo studiano una scienza sperimentale o una lingua, ecc.

FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI

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Scuola infanzia = necessità di progettare e organizzare il curricolo implicito e quindi necessità di adattare gli SPAZI alle esigenze del bambino e alla progettazione dei percorsi didattici : quali spazi . aula, angoli gioco, laboratorio , mensa, spazi comuni, bani accoglienza, salone ecc.Scuola primaria : lo spazio come strumento per attuale le nuove metodologie : cooperative learning, didattica laboratoriale e della ricerca, circle time, tic esempio: scuola senza zaino

FLIPPED CLASSROOM  24.4

Flipped classroom è un modello pedagogico nel quale le classiche lezioni e l’assegnazione del lavoro da svolgere a casa, vengono capovolti. L’insegnante assegna per casa ai propri studenti alcuni video da seguire su un dato argomento, prima di trattarlo in classe. In questo modo, poiché gli studenti hanno già un’infarinatura generale dei contenuti da affrontare, si può dedicare il tempo a disposizione a scuola per dare chiarimenti, effettuare delle esercitazioni e qualsiasi altra attività funzionale ad una migliore comprensione. Gli studenti possono inoltre collaborare e in classe si possono avviare diverse discussioni tra loro, che permetteranno di chiarire meglio determinati concetti importanti appresi autonomamente. Il docente potrebbe anche suddividere gli studenti in piccoli gruppi e attribuire loro alcune specifiche situazioni problematiche da trattare.

FLOW CHART

Il flow chart o diagramma di flusso è la rappresentazione sinottica di un processo.

Froebel Froebel è un pedagogista tedesco vissuto tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800.Questo autore ha dato grande importanza al gioco da lui considerato come una spontanea attività creatrice e pratica fondamentale per lo sviluppo e non come puro divertimento.Proprio per questo suo interesse al gioco come pratica fondamentale per lo sviluppo dei bambini, si occupò della trasformazione degli asili infantili in strutture educative; a tale proposito vengono idealizzati i giardini d'infanzia, spazi attrezzati per il gioco e il lavoro infantile e per le attività di gruppo.Per assecondare il processo educativo del bambino Foebel aveva deciso di far giocare i bambini con dei determinati strumenti che lui chiama "doni"; questi sono la palla , il cilinro, il cubo scomponibili in vari pezzi. Giocando con questi doni il bambino acquisiva il senso del rapporto tra le parti e il tutto e le prime abilità costruttive.Per Froebel il gioco era così importante da dover essere ritenuto un vero e proprio diritto dell'infanzia. Secondo lui il gioco era per i bambini l'equivalente del lavoro per gli adulti, dunque fondamentale per crescere; attraverso il gioco il bambino sviluppa il linguaggio, il disegno, l'attività logica, la cratività ed inoltre, sosteneva questo autore, era fondamentale per stabilire rapporti con sè, con gli altri e con la realtà esterna.

GARDNERH. Gardner è un ricercatore che ha studiato, con particolare interesse, come si strutturano i processi cognitivi in individui diversi, arrivando alla felice conclusione delle intelligenze multiple, delle diverse formae mentis.

La sua ricerca mette in discussione la concezione classica dell'intelligenza, struttura unica e compatta, singola ed inviolabile, a favore dell'idea di più intelligenze che cooperano in modo

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armonico, che sono "relativamente indipendenti l'una dall'altra e che possono essere plasmate e combinate tra individui e culture in una varietà di modi “adattivi".

Le diverse intelligenze individuate da Gardner possono essere definite predisposizioni

neurobiologiche naturali ad elaborare forme diverse di conoscenza. Esse sono:

· intelligenza linguistica

· intelligenza logico-matematica

· intelligenza spaziale

· intelligenza corporea

· intelligenza sociale

· intelligenza musicale.

Le implicazioni pedagogiche della teoria delle formae mentis sostengono la necessità di identificare il profilo intellettivo del bambino in età precoce per poter migliorare le sue opportunità formative e per promuovere diverse competenze culturali.

GIOCO DI RUOLOAttività didattica il cui obiettivo è quello di far emergere la persona con la sua creatività all'interno di regole comportamentali che si articola in quattro fasi:-Warming up: attraverso tecniche specifiche (sketch e scenette, interviste, discussioni,ecc..), si crea un clima sereno e proficuo.-Azione: i corsisti sono chiamati ad immedesimarsi in ruoli diversi e ad ipotizzare soluzioni-Cooling off: si esce dai ruoli e dal gioco, per riprendere le distanze.-Analisi: si analizza, commenta e discute ciò che è avvenuto

Goleman

Daniel Goleman, psicologo cognitivista, professore di psicologia ad Harvard, scrittore ed autore di numerosi libri, ha un grosso merito: quello di aver contribuito a sviluppare un atteggiamento culturale più rispettoso e favorevole alle emozioni

Per Goleman non solo occorre impegnarsi a collegare l’intelligenza alle emozioni, ma – di più – occorre cominciare a considerare le emozioni stesse come intelligenti, capaci di registrare informazioni di grande importanza, informazioni di cui è indispensabile tener conto, che è indispensabile registrare ed elaborare.

Le emozioni sono componenti fondamentali dell’esistenza individuale e collettiva, risorse da conoscere ed utilizzare per un miglior rendimento nella vita sociale, relazionale, affettiva, scolastica e sociale.

Attraverso l’intelligenza emotiva tutti i sentimenti del soggetto inserito vengono ad acquistare importanza e significato

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Laddove in un gruppo si creano condizioni di rispetto reciproco, è fondamentale dare cittadinanza e legittimare tutte le emozioni, insegnando ai soggetti a riconoscerle, esprimerle e rispettarle reciprocamente negli altri.

Prima di autori come Gardner e come Goleman la Psicologia scientifica concentrava i suoi studi su un tipo d’intelligenza limitata, quella rappresentata dal quoziente d’intelligenza tradizionale (Q.I.) , in base al quale le persone possono venire classificate in intelligenti e non intelligenti, in base ad un dato genetico immodificabile dall’esperienza.

L’intelligenza emotiva al contrario dell’intelligenza misurata con il Q.I. si può apprendere, perfezionare ed insegnare. Può essere l’oggetto di un impegno generalizzato di sensibilizzazione e di formazione rivolto a tutti i ruoli sociali e professionali, specie quelli connessi a funzioni di aiuto, di cura, di tutela, di educazione, di assistenza.

L’intelligenza emotiva consente di governare le emozioni e guidarle nelle direzioni più opportune; spinge alla ricerca di benefici duraturi piuttosto che al soddisfacimento degli appetiti più immediati; si può apprendere, perfezionare e insegnare ai bambini, rimuovendo alla radice le cause di molti e gravi squilibri caratteriali. Un saggio appassionante che ci mostra le potenzialità enormi dell’intelligenza umana.

Griglie di valutazione rubriche

HANDICAP

Handicap: “E’ persona handicappata colui che presenta una menomazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione” (legge 104\92). Perché si determini la situazione di handicap risulta pertanto necessario che si verificano tre condizioni:

1. la minorazione fisica, psichica o sensoriale; 2. che la minorazione sia causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa;3. che la minorazione sia tale (per specificità, qualità, entità e gravità) da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

Ne consegue che non è possibile definire una persona “handicappata” in assenza anche soltanto di una delle tre condizioni indicate: in particolare ai fini dell’integrazione scolastica non è sufficiente il dato delle difficoltà di apprendimento o di relazione in assenza di un minorazione accertata e di un processo di svantaggio o di emarginazione sociale.

HUMAN INFORMATION PROCESSING

Human Information Processing, in sigla HIP, si può tradurre in italiano come “Elaborazione dell’Informazione nell’Uomo”. Si tratta di una corrente psicologica che studia la mente umana e i processi che la riguardano, seguendo una stretta analogia con i computer

IDENTITÀ

in sintesi, il sistema di rappresentazioni in base al quale l’individuo sentedi esistere come persona, si sente accettato e riconosciuto dagli altri, ovvero dal suo gruppo e dalla sua cultura di appartenenza

INCLUSIONE

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Con questo termine si intende l’azione finalizzata ad accogliere, integrare la persona diversamente abile all’interno della realtà scolastica, riconoscendone ed accettandone i limiti, ma anche cercando e valorizzando le sue potenzialità. L’inclusione pertanto si realizza mediante costruzione di luoghi di senso nei quali il bambino disabile sostare nella scuola dell’Infanzia può scoprire mezzi ed elementi per costruire la propria identità e raggiungere una propria autonomia. Se si vuole dare al termine inclusione il senso originario di integrazione occorre fare riferimento non solo all’accezione psicologica, ma anche recuperare il valore biunivoco di reciproco influsso fra singola persona con disabilità e società. Infatti l’inclusione sociale non è un atto di generosità ma di rispetto dei diritti umani universali riconosciuti. Quanto sopracitato si traduce in un’azione educativa e didattica finalizzata a porre le basi di un progetto di vita persona diversamente abile. L’inclusione può essere realizzata mediante azioni finalizzate ad attuare una presa in carico del bambino “diverso” attraverso la compartecipazione fra famiglia, scuola e i servizi socio-sanitari, in modo che ciascuno operi, responsabilmente per costruire il progetto di vita del bambino iscritto nella scuola.

Inclusione e integrazione

L’inclusione deve essere intesa come un’estensione del concetto di integrazione che coinvolge non solo gli alunni con disabilità, formalmente certificati, ma tutti i compagni, con le loro difficoltà e diversità. Oggi, nella scuola italiana, si presta particolare attenzione agli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ossia in generale a coloro che per vari motivi, anche temporanei, non rispondono in maniera attesa alla programmazione della classe e richiedono, quindi, una forma di aiuto aggiuntivo.

INDICATORI DI QUALITÀ 22.4

". L'indicatore è rappresentato da  elementi concreti percepibili e/o  misurabili che rivelano la presenza  o meno di un dato fenomeno o caratteristiche dello stesso. Per esempio indicatore della presenza di gas in un casa può essere il suo odore caratteristico.  Gli indicatori di qualità  di un sistema scolastico  si rivelano fonti informative sul livello di qualità di funzionamento  di un sistema educativo in funzione delle decisioni che continuamente al riguardo devono essere assunte per innalzare  continuamente  tale livello.

INDIVIDUALIZZAZIONEConsiste nel garantire a tutti gli alunni , attraverso strategie didattiche mirate, il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo attraverso la diversificazione degli itinerari di apprendimento. Gli obiettivi restano fermi per tutti, mentre si diversificano i percorsi, la gradualità dei contenuti e le modalità di apprendimento.

INFORMATION OVERLOAD (eccesso di informazione). Tale effetto può essere neutralizzato o evitato se si possiedono le abilità richieste per l’utilizzo delle nuove tecnologie (‘information literacy’)

INFORMATION LITERACYpossesso delle abilità che consentono: di cercare in modo proficuo, imparando ad impostare i criteri di ricerca imparare a discernere tra le informazioni e i percorsi possibili.

INTEGRAZIONEIntegrazione: termine usato per indicare la nuova modalità di educazione dei soggetti in “situazione di handicap” mediante il loro inserimento nelle classi scolastiche comuni, L’obiettivo

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dell’integrazione diventa lo sviluppo delle potenzialità della persona disabile nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. In questa prospettiva viene sottolineata la responsabilità del corpo docente nel processo di integrazione attraverso il concetto di con-titolarità dell’insegnante di sostegno.

INTERAZIONEEffetto o influenza reciproca tra elementi e/o gruppi di elementi, in cui il comportamentodell'uno funge da stimolo del comportamento dell'altro e viceversa. Nella mediazione didattical’interazione tra insegnante e studenti è un elemento decisivo poiché grazie ad essa è possibilerilevare le preconoscenze e i requisiti cognitivi degli studenti, motivarli, guidarli nel processo diapprendimento e di costruzione della conoscenza, rilevare le difficoltà mediante procedure divalutazione formativa, provvedere al recupero e al sostegno, guidare all'uso delle conoscenze

INTERDISCIPLINARIETAE una metodologia didattica che consiste nell’ esaminare la realtà nelle interrelazioni di tutti i suoi elementi, superando in tal modo la tradizionale visione settorializzata delle discipline. Ad esempio, l’analisi di un ambiente storico-sociale viene effettuata coinvolgendo in modo interattivo e dinamico più discipline, come la storia, la geografia e gli studi sociali in modo tale da favorire nell’ alunno una conoscenza globale più ampia e profonda e, perciò, più significativa. Essa come metodologia richiama espressamente la didattica per competenze. Infatti l’alunno per realizzare un apprendimento significativo e unitario, che dia senso a quanto viene facendo, è stimolato, naturalmente, a collegare logicamente dati e conoscenze appartenenti a discipline diverse pervenendo, per scoperta, ad una nuova sintesi conoscitiva che rappresenta la base per ulteriori percorsi e approfondimenti

ISTITUTO COMPRENSIVO

L’Istituto Comprensivo aggrega in un solo organismo le Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado di uno stesso territorio. Nell’Istituto Comprensivo si costituiscono una sola Presidenza, un solo Consiglio di Istituto, un Collegio dei Docenti unitario. Deve avere non meno di 900 alunni

JIGSAW(20.4)

Il JIGSAW è una tecnica cooperativa. Come funziona:1. agli studenti divisi in piccoli gruppi (4-6 studenti l’uno) viene assegnato un compito2. a ogni membro viene assegnato lo studio di una parte del compito totale.3. ogni studente dovrà presentare una relazione ben organizzata al gruppo. La situazione è strutturata in modo tale che l’unico modo di accedere al contenuto delle altre cinque parti di materiale è di ascoltare con attenzione la relazione del compagno.4. per aumentare il grado di accuratezza della presentazione, prima di tornare nei gruppi di partenza, i membri di ogni gruppo che hanno studiato lo stesso contenuto si confrontano tra loro formando dei “gruppi esperti”. Questa parte è particolarmente utile agli studenti che presentano una difficoltà iniziale nello studio o nell’organizzazione del proprio compito, in quanto hanno l’opportunità di fare le prove con altri compagni “esperti”.5. una volta tornati nei gruppi eterogenei dell’inizio, ognuno insegnerà agli altri la propria parte.6. in seguito viene condotta una verifica per la classe sul materiale acquisito dai compagni di gruppo.I benefici del JigsawOltre ad essere un modo efficace di imparare , la struttura jigsaw incoraggia l’ascolto, l’impegno e l’empatia dando ad ogni membro del gruppo un ruolo essenziale nell’attività. I membri del gruppo devono lavorare assieme per raggiungere un obiettivo comune; ogni persona dipende dagli altri. Il solo modo in cui uno studente può avere successo è che tutti lavorino bene in equipe.

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Questo cooperare secondo una struttura facilita l’interazione tra tutti gli studenti della classe, attribuendo a tutti un valore poichécontribuiscono a un compito comune.Rispetto ai metodi di insegnamento tradizionali, per molti insegnanti la tecnica Jigsaw:Þ è facile da imparareÞ è divertente da applicareÞ si combina con altre strategie di insegnamentoÞ funziona anche se impiegata solo per un’ora al giorno

LABORATORIOChe cos'è un laboratorio?Sicuramente un luogo fisico, un'aula ad esempio, dotato di adeguati strumenti tecnici, ma, soprattutto, è un modo di lavorare insieme, per conseguire determinati risultati.Quali sono gli scopi di un laboratorioRisvegliare un interesseApprendere e progettare insiemeScambiare competenze e ideProdurre qualcosa di concreto

Lan =connessione con un cavo etheret wirless=connessione senza fili tramite un ruter che permette la connessione al posto del vecchio modem(grande raggio d'azione) bluetooth=tecnologia di connessione senza fili meno potente del wireless usata per lo scambio di file da una o più fonti(raggio di copertura intorno ai10-15metri)

LAVAGNA INTERATTIVA MULTIMEDIALEAmbiente di apprendimento nella scuola italiana di recente acquisizione che apre la possibilità di incidere sulla qualità della formazione e di rivedere le coordinate di ruolo nell'apprendimento. E' uno strumento innovativo che proietta la formazione in un nuovo scenario di intersezione tra discipline, contesti, saperi, speciali socialità, risorse e strumenti del Web 2.0. I vantaggi riguardano soprattutto:

- La visualizzazione in grande;

- L'utilizzo delle tecnologie a favore di tutta la classe;

- La semplificazione dei concetti;

- L'interattività, l'aggregazione di risorse multimediali.

Un maggior beneficio dall'uso della lavagne interattive si riscontra con bambini e ragazzi con problemi attentivi e di apprendimento.

LAVORO DI GRUPPOE’una metodologia organizzativa fondamentale per la crescita umana e la socializzazione degli alunni. A seconda dell’attività da svolgere, il docente può formare lui stesso i gruppi che

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potranno essere di livello , di compito, elettivi, misti, oppure lasciare liberi i ragazzi di unirsi liberamente in gruppo

LEARNING OBJECT 4.5

il Learning Object è pensato per l’autoapprendimento, in un contesto di e-learning e di formazione a distanza, piuttosto che inteso come oggetto alla base di una didattica collaborativa. La situazione tipica in cui viene usato un Learning Object è quella di un singolo utente, impegnato su di un computer che interagisce con il Learning Object, in un contesto fisico che non necessariamente è un’aula, dove vi sono altri utenti che lavorano con altri computer. Più precisamente, il Learning Object risponde a una logica di autoistruzione o di istruzione basata sul computer (CBT Computer Based Training), piuttosto che a una logica di didattica collaborativa. Inoltre, il Learning Object non è sempre pensato per completare un libro di testo cartaceo o digitale.

Giovanni Biondi, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’INDIRE, propone per il Learning Object la metafora dei “mattoncini LEGO”, sottolineando come distinti Learning Object possano essere combinati tra di loro, per via delle caratteristiche di modularità, a formare percorsi di apprendimento che sono molteplici e diversi l’uno dall’altro. Per tale motivo, tali contenuti digitali sono spesso organizzati su piattaforme di e-learning che permettono di ricombinarli secondo una visione di costruzione della conoscenza, in base a piccoli contenuti molecolari che possono essere combinati tra loro, ma che hanno forme rigide e predefinite di interazione con l’utente.

LIFE WIDE LEARNING

Apprendimento che abbraccia tutti gli aspetti della vita e che può essere di tre tipi:• apprendimento formale: si svolge negli istituti di formazione e porta all’ottenimento didiplomi e di qualifiche riconosciute;• apprendimento non formale: si svolge al di fuori delle principali strutture di formazione eistruzione e può attivarsi sul luogo di lavoro, presso organizzazioni culturali o sportive,associazioni ecc.;• apprendimento informale: tutto ciò che viene dalla vita quotidiana e che spesso non èriconosciuto come tale neppure dall’individuo interessato.

LISBONA 2000 ( obiettivi)-sviluppare la dimensione europea dell'istruzione, la diffusione delle lingue degli Stati Membri;• favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti, • promuovere la cooperazione tra gli istituti scolastici;• sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze • favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socioeducative;• incoraggiare lo sviluppo dell'istruzione a distanza (e-learning & e-teaching). E successivamente L.L.L.- concentrare gli sforzi sui gruppi svantaggiati;- la declinazione delle competenze di base;- l’enunciazione dei principi di base per garantire la qualità ai processi di mobilità.

LONG LIFE LEARNING

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Imparare ad apprendere per tutto l’arco della vita = educazione permanenteEsercitare la cittadinanza attivaEsercitare le competenze comprende tutte le modalità di apprendimento intenzionale, formale, non formale e informalesperimentate nel corso della vita dell’individuo persegue l’obiettivo di far acquisire alla persona competenze, abilità, saperi in una prospettiva di crescita personale, civile, sociale, lavorativa.L’autorealizzazione, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale, l’occupabilità, l’adattabilità professionale, in un contesto economico e sociale in continuo e rapido mutamento, sono le finalità cui tendono le politiche educative del L.L.L.

MAPPE CONCETTUALI (15.4)

La tecnica delle mappe concettuali è stata sviluppata da Novak negli anni '60. Essa si basa sulle teorie di Ausubel, il quale ha evidenziato l'importanza delle pre-conoscenze possedute dalle persone per l'apprendimento di nuovi concetti. Partendo dal presupposto che "l'apprendimento significativo implica l'assimilazione dei nuovi concetti nelle strutture cognitive esistenti", nacque l'ipotesi della costruzione delle mappe concettuali per poter formalizzare la conoscenza strutturata, ovvero il modo in cui i vari concetti posseduti sono interconnessi tra di loro all'interno di un determinato dominio conoscitivo. Le mappe sono un modello di come noi organizziamo e applichiamo le conoscenze. Possono essere categorizzate, connettive, associative, specificative o divise in categorie, ad esempio di tipo causale o temporale.

MaslowComunemente il termine motivazione è utilizzato per indicare i bisogni, le ragioni e i desideri legati al comportamento umano. La motivazione è, dunque, considerabile come l’insieme dei bisogni che sono alla base del comportamento che rappresenta l’esito dell’agire.

Ogni persona è un insieme di diversi elementi, tendenze, credenze, idee, etc. unificate in un’unica struttura di personalità, nella quale la motivazione risulta essere un elemento centrale. La motivazione è determinata da due elementi: le competenze, che rappresentano ciò che l’individuo è in grado di fare, e i valori personali, che rappresentano il nucleo di idee che guidano l’individuo nelle cose che comunemente svolge. Questi due elementi fungono da tramite per determinare la spinta motivazionale in un processo d’azione. Secondo Maslow l’uomo è considerato come una totalità dinamica e integrata, per cui un bisogno si riverbera sull’individuo nella sua globalità. Non esiste cioè un bisogno, come per esempio la fame, ma esiste un bisogno della persona nel suo complesso.

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Se in un individuo non trova soddisfazione di nessun bisogno, sentirà la pressione dei bisogni fisiologici come unica e prioritaria. Solo nel momento in cui i bisogni fisiologici sono soddisfatti con regolarità, allora ci sarà lo spazio per prendere in considerazione le altre necessità, quelle di livello più alto.Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2015/03/motivazione-piramide-maslow/

MASTERY LEARNING ( vedi Boom)E un insegnamento individualizzato, che basa il suo nucleo concettuale sulla teoria di Bloom e Carrol: se si offre a ciascuno il tempo di apprendimento che gli è necessario, sarà possibile per ogni alunno raggiungere la padronanza negli obiettivi proposti.

MEDIAZIONE

In questo ambito la mediazione è riferita al particolare ruolo dell’educatore nei confronti deldiscente. L’educatore, infatti, attraverso l’azione didattica rende fruibili e comprensibili aldiscente i vari significati della realtà. In senso figurato possiamo immaginare la mediazionedell’educatore come il lavoro di un traduttore che filtra e traduce, con un linguaggio idoneo achi l’ascolta, i complessi linguaggi del mondo conoscitivo, i vari codici che si esprimono nellacultura contemporanea con l’obiettivo di rendere disponibile all’educando gli strumenti idoneiper affrontare la realtà

MEDIUM TECNOLOGICI

Sono da intendersi con questi termini gli strumenti tecnologici usati nella didattica. Dallalavagna luminosa al computer tali supporti strumentali sono scelti in base alle necessitàdidattiche. I medium tecnologici non si identificano con le tecnologie didattiche che, invece,comprendono non solo gli strumenti ma anche le metodologie di insegnamento basate sullenuove tecnologie.

MENOMAZIONEdanno biologico che una persona riporta a seguito di una malattia (congenita o meno) o da un incidente

METACOGNIZIONEconoscenza della propria capacità cognitiva e dell’attitudine a modificare il proprio modo di apprendimentoSi può affermare che la Metacognizione è uno strumento di apprendimento mediante il quale si rendono le persone consapevoli del modo in cui affrontano i compiti cognitivi e, si insegna a gestire in modo efficace i processi che mettono in atto; si può affermare che chi usa bene la Metacognizione è un allievo che ha “tirato fuori” il PROPRIO PERSONALE ED UNICO METODO DI STUDIO ed è consapevole di quello che fa e di come lo fa.

Un soggetto che “usa” bene la metacognizione è una persona che riesce a porsi almeno tre domande fondamentali durante l’esecuzione di qualsiasi attività di problem solving:Cosa sto facendo?Perché lo sto facendo? Qual è lo scopo per cui sto facendo questa determinata cosa?Come posso agire per fare in modo che tale processo sia massimamente efficace?PROCESSI METACOGNITIVI •PIANIFICAZIONE; ad es. immaginare come procedere per risolvere un problema, elaborare delle strategie; •PREVISIONE; per es. stimare il risultato di un'attività cognitiva specifica; •PROCEDURE; per es. testare, rivedere, rimaneggiare le strategie;

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•CONTROLLO DEI RISULTATI OTTENUTI; per es. valutare il risultato di una azione in funzione dello scopo previsto; •TRANSFER e GENERALIZZAZIONE di una strategia di risoluzione da un problema dato ad altri problemi o contesti nozionali

METODO DIDATTICOE’ l’organizzazione delle tecniche, delle procedure e degli strumenti ritenuti idonei a far conseguire gli obiettivi formativi programmati in relazione alle concrete situazioni formative ed alle particolari caratteristiche degli alunni

METODOLOGIAE’ lo studio dei metodi della ricerca pedagogica ed anche lo studio delle modalità dei processi di insegnamento-apprendimento.

METODOLOGIE

SENZA ZAINOCooperative learningLa ricercaCodingIl ClIl Circle timLa didattica laboratoriale

1.LEARNING BY DOING

2. ROLE PLAYING

3. BRAIN STORMING

4. PROBLEM SOLVING

5. E- LEARNING

6 Mastery learning

7 Mappe concettuali

8 Lo studio di caso

9 L'incident

10 I labirinti

METODO EURISTICOL’ euristica è l’ arte della ricerca, cioè quella parte della scienza che si occupa di

scoprire i fatti, ciò che succede. In pedagogia il metodo euristico è anche conosciuto come il metodo della scoperta e consiste nel condurre gradualmente l’alunno a scoprire da solo ciò che si desidera egli conosca mediante un costante ed attivo suo coinvolgimento nei percorsi di ricerca e d’interpretazione. Così operando, l’alunno padroneggia le conoscenze acquisite ed è in grado di utilizzarle per le successive fasi di apprendimento.

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METODO SPERIMENTALE SCIENTIFICO.

Il punto di partenza di un’indagine scientifica è sempre l’osservazione: si osserva che una data parte del mondo della natura si comporta in un certo modo.

All’osservazione segue una domanda (proposta del problema) che, a grandi linee può vertere sul “che cosa”, sul “perché” o sul “come”. Ecco per esempio alcune domande che ci possiamo porre “ Perché le foglie e sono verdi”. A che cosa servono i frutti? Com’è fatto un fiore?

Alla domanda che lo scienziato si pone segue la formulazione di una o più ipotesi, cioè di una o più possibili spiegazioni di quanto si è osservato in precedenza.

Successivamente devono essere eseguiti esperimenti o raccolte nuove informazioni che possano suffragare o no l’ipotesi di partenza;

Se l’ipotesi viene confermata sarà possibile determinare un risultato o legge o teoria che regola i fenomeni osservati, altrimenti si provvederà a formularne una nuova

MISURE DISPENSATIVESono misure che consentono all'alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano difficoltose (interrogazioni programmate, uso del vocabolario, tempi più lunghi per le verifiche)

• l’esonero dalla lettura ad alta voce in classe, dalla lettura autonoma di brani la cui lunghezza non sia compatibile con il livello di abilità dello studente, dalle attività in cui la lettura viene valutata;

• la semplificazione del testo da studiare, attraverso la riduzione della complessità lessicale e sintattica (l’alunno è dispensato dallo studiare un testo complesso);

• il dispensare dal leggere i quesiti dei test, le consegne dei compiti, le tracce dei temi o i questionari con risposta a scelta multipla (l’alunno viene dispensato dalla lettura). In tal caso vi può essere la presenza di una persona che legga allo studente con DSA le tracce dei test e dei compiti, oppure il docente può fornire una registrazione audio della lettura delle tracce;

• la concessione di un tempo maggiore nella realizzazione di compiti scritti (l’alunno viene dispensato dall’esecuzione nei tempi previsti del compito). Nelle Linee Guida si parla di un tempo che ragionevolmente può essere valutato intorno a un 30% in più di quello dato ai compagni di classe (ad esempio, per gli alunni con DSA, spesso è necessaria una doppia lettura del testo scritto in un compito, in quanto la prima serve per l’autocorrezione degli errori ortografici e la seconda affronta la correzione degli aspetti sintattici e di organizzazione complessiva del testo);

• in alternativa al punto precedente, vi può essere la somministrazione di una prova su di un contenuto ridotto ma disciplinarmente significativo, per limitare il carico di lavoro relativo alla decodifica di items della prova, facendo restare l’alunno nei tempi di consegna previsti per il resto della classe.

MODELING (20.4)

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Per parlare di MODELING bisogna rifarsi alla teoria dell'apprendimento sociale, una delle prime di Albert Bandura:

● l'apprendimento non implica esclusivamente il contatto diretto con gli oggetti, ma avviene anche attraverso esperienze indirette, sviluppate attraverso l'osservazione di altre persone.● Bandura adopera il termine modellamento (modeling) per identificare questo processo di apprendimento che si attiva quando il comportamento di un individuo che osserva si modifica in funzione del comportamento di un altro individuo che ha la funzione di modello.Una volta avviato il processo di Modellamento o Modeling, è necessario passare alla fase di Modellaggio o Shaping

Essa si basa essenzialmente sul rinforzo di comportamenti dell'allievo che progressivamente si avvicinano a quello ricercato (comportamento meta).Attraverso tale tecnica possono essere insegnati diversi tipi di abilità (motorie, cognitive, linguistiche, ecc.), anche a soggetti con problematiche consistenti

MONITORAGGIO

Letteralmente significa controllare mediante l'osservazione l'andamento di una certa situazioneche cambia nel tempo. Nell'ambito della valutazione educativa, spesso si parla di monitoraggioma la più importante differenza fra monitoraggio e valutazione è data dal fatto che ilmonitoraggio comporta una raccolta sistematica e continua delle informazioni necessarie aiDecisori per promuovere il mutamento del sistema di riferimento. I dati raccolti dal sistema dimonitoraggio riguardano sia gli imput (risorse impiegate e costi sostenuti) che gli output (datidi "attività" e/o di "efficacia" rispetto ad un dato obiettivo) che analizzi in modo regolare esistematico: Confrontando misure di output e misure di input si possono anche ricavareindicatori di efficienza e di efficacia

M. MONTESSORI

Maria Montessori critica il fatto che, nella scuola tradizionale tutto l'ambiente sia pensato a misura di adulto. In un ambiente così concepito, il bambino non si trova a suo agio e quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente.La Montessori definisce il bambino come un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità.Nella prima fase dello sviluppo da 0 a 3 anni, la mente del bambino si configura come mente assorbente, che assimila inconsciamente, ma in modo selettivo, i dati coi quali viene in rapporto nel suo ambiente. È la fase originaria dello sviluppo, ed è quella più creativa, nel senso che è in questi primi tre anni di vita che l'embrione spirituale giunge alla propria incarnazione, e dunque costruisce le strutture fondamentali della personalità. L'apprendimento, in questo periodo, si identifica col vivere stesso, è una sorta di processo vitale durante il quale il bambino realizza le sue prime forme di adattamento all'ambiente. 

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La seconda fase occupa i tre anni successivi, quelli che coincidono con l'educazione prescolastica. Alla mente assorbente, che continua a mantenere vive le proprie energia di assimilazione, si accosta la mente cosciente che ubbidisce al bisogno del bambino di mettere ordine nell'enorme cumulo di impressioni assorbite nel periodo precedente  La Montessori introduce a questo punto la nozione di mente matematica , mentre definisce i materiali didattici costruiti sulla base dell'isolamento di singole qualità sensoriali, che adempiono alla funzione di mediare i rapporti conoscitivi del bambino con il suo ambiente. L'educazione prescolastica assume così, le forme di una vera e propria scuola dell'infanzia , con contenuti e metodi suoi propri, fondati su una serie di esercizi sensoriali di sviluppo, condotti per via analitica, ed esercizi di vita pratica .

All'immagine tradizionale del bambino che è tutto gioco e immaginazione , si va sostituendo sotto i suoi occhi l'idea di un bambino concentrato, disciplinato, calmo, severamente impegnato nel suo lavoro, capace di giungere alla conquista esplosiva della scrittura e della lettura già in età prescolastica. È la scoperta che il bambino non richiede la semplice custodia dell'asilo tradizionale, ma invoca spazio per liberare le proprie potenzialità creative nella costruzione della propria personalità. Gli elementi che caratterizzano il metodo della Montessori quindi sono : l'ambiente speciale della casa, costruita a misura del bambino, la maestra umile e il materiale scientifico . 

Montessori classifica come forme di deviazione il gioco, il gusto per le favole, l'immaginazione, le tendenze al possesso e al potere, la pigrizia, la paura, tutte espressioni patologiche del mancato soddisfacimento dei bisogni naturali del soggetto.

Sotto questo aspetto la scuola montessoriana si configura come "clinica didattica" piuttosto che come scuola dell'infanzia. Altro punto focale della metodologia della Montessori è l'ambiente che comprende la struttura, il materiale della scuola, il materiale scientifico, l'insieme delle attività di vita pratica della casa, e, infine, l'educatrice. La Montessori insiste sull'importanza che l'intero arredamento sia proporzionato all'età del bambino. 

Infine all'educatrice viene richiesto un atteggiamento di grande umiltà e di rispetto per il progressivo dispiegarsi dello sviluppo infantile. Ad essa spetta il compito di organizzare l'ambiente e di mostrare ai bambini l'uso corretto del materiale: quindi deve attenderne la normalizzazione (la comparsa della concentrazione su un determinato materiale),per poi dedicarsi all'osservazione dei comportamenti individuali. I suoi compiti sono di aiuto finalizzato ad uno sviluppo che deve potersi compiere secondo i ritmi della natura, e nella direzione originale di ciascuna individualità.

L’ambiente che è come una bella tavola apparecchiata per un pranzo in piedi, dove ognuno consuma ciò che preferisce

Morin EdgardLa riforma dell'insegnamento, proposta da Morin, significa riforma del soggetto che insegna e del soggetto che apprende; mentre riforma del pensiero significa riforma del soggetto che pensa e del pensiero rivolto ad un oggetto pensato. Ciò è diventato cogente perché sia l'uomo sia la conoscenza hanno subito profonde trasformazioni, tanto da rendere indispensabile la costruzione di una nuova

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antropologia ed una nuova epistemologia. La riforma proposta da Morin è, appunto, paradigmatica proprio perché offre un nuovo paradigma, che nel nostro caso non può che essere epistemologico ed antropologico ed è individuato nella complessità  "La riforma di pensiero è non programmatica, ma paradigmatica, poiché concerne la nostra attitudine a organizzare la conoscenza. E' tale riforma che permetterebbe di conformarsi alla finalità della "testa ben fatta", che favorirebbe il pieno impiego dell'intelligenza. Si deve comprendere che la nostra lucidità dipende dalla complessità del modo di organizzazione delle nostre idee" (p. 100).Inoltre, la metafora della testa ben fatta è lo specchio nel quale si riflette la risposta a queste trasformazioni: è piú importante formare piuttosto che in-formare: "La prima finalità dell'insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena". In questo mondo in continua trasformazione le conoscenze sono destinate ad essere consumate. Pertanto è indispensabile formare le menti che possano disporre "di un'attitudine generale a porre e trattare i problemi e di principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso"

MOTIVAZIONEDal latino "motivus", ciò che muove la volontà o il giudizio a qualche cosa. Nel nostro caso, lamigliore definizione è quella data da B. Vertecchi: "E' compito perciò della scuola preoccuparsidi suscitare l'interesse per il contenuto dell'apprendimento e di motivare all'impegno".

NEWSGROUP (DETTO ANCHE FORUM DI DISCUSSIONE)

Spazio di discussione online su un argomento prestabilito. Funziona in modalità asincrona,come una casella postale pubblica, in cui ogni partecipante può leggere i contributi degli altri einserire il proprio. Spesso è gestito da un moderatore, il cui compito consiste nell'animare ildibattito e nell'eliminare i messaggi non conformi al tema trattato

Norme di sicurezza in caso di terremoto, vetro rotto in aula, piano di evacuazione

La salute e la sicurezza sul lavoro sono state regolamentate mediante legge delega del 3 agosto 2007, n.123 e dal successivo decreto attuativo del 9 aprile 2008 n. 81. (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro), entrato in vigore il 15 maggio 2008, successivamente modificato dal d.lgs. 3 agosto 2009 n. 106, attualmente in vigore

NUCLEI FONDANTI O TEMATICI

Per nuclei fondanti si intendono concetti fondamentali che ricorrono in vari luoghi di una disciplina e hanno perciò valore strutturante e generativo di conoscenze, orientano cioè, dal punto di vista della disciplina, la scelta dei contenuti prioritari dell'insegnamento e dell'apprendimento.

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NUOVO SCENARIO della società secondo le II.NN.

- ambienti più ricchi di stimoli culturali, ma più contraddittori- l’apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione - La scuola è investita da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e “il saper stare al mondo”- interazione con culture diverse senza tuttavia avere strumenti adatti per comprenderle e metterle in relazione con la propria- analfabetismi di ritorno- diffusione delle tecnologie d’ informazione e di comunicazione rivoluzione epocaleLa scuola non ha più il monopolio delle informazioni e dei modi di apprendere. - necessità di reinventare i propri saperi e le proprie competenze che diventano obsolete nel volgere di pochi anni

NUOVO UMANESIMOEssere consapevoli della relazione biunivoca esistente fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante informazioni in vari campi ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti disciplinari e, contemporaneamente, con l’elaborazione delle loro molteplici connessioni.alcuni obiettivi, oggi prioritari superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d’insieme promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo: -->la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi; -->la capacità di comprendere le implicazioni, per la condizione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie;--> la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; -->la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento.stretta collaborazione non solo fra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le cultureTutti questi obiettivi possono essere realizzati sin dalle prime fasi della formazione degli alunni

NUOVA CITTADINANZAformazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita;necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogoInsegnare ad essere oltre che ad apprendereNon basta riconoscere e conservare le diversità preesistenti, bisogna, invece, sostenere attivamente la loro interazione e la loro integrazione attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture- deve formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo.

OBIETTIVO FORMATIVO

Risultato di apprendimento perseguito dai formatori, mirante ad un cambiamento attesonell’allievo, coerente con il Profilo educativo, culturale e professionale. Rappresenta, quindil’esito di un percorso formativo intenzionale, mirato sulle specifiche capacità dell’allievo,definito tenendo conto dei diversi ambiti in cui si esprime la sua personalità: intellettuale,morale, estetico-espressivo, relazionale, affettivo, operativo. Sulla base di tali obiettivi sielaborano le Unità di apprendimento che conducono gli allievi ad acquisire competenze nei variambiti dell’agire umano

OBIETTIVO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO

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Conoscenza e abilità connessa all’unità di apprendimento (di cui costituisce un ingredienteindispensabile ma non sufficiente), che rappresenta una risorsa messa a disposizionedell’allievo al fine di affrontare adeguatamente il compito richiesto in modo da acquisire una opiù competenze. Essi nel documento delle II.NN. sono allocati presso i nuclei fondanti delle discipline

PAI

Con la Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013 il Miur fornisce indicazioni sul Piano Annuale per l’InclusivitàLa scuola ha l’onere di proporre il Piano Annuale per l’Inclusività, relazionando proprio sul processo di inclusività agito, sullo stato dell’arte in merito agli interventi inclusivi attivati in itinere e ancor di più presentare una proiezione globale di miglioramento che essa intende realizzare Il PAI è deliberato dal Collegio dei docenti esattamente entro il mese di giugno. Il dirigente scolastico ha il compito di individuare le figure strategiche che opereranno all’interno del GLI (Gruppo di lavoro per inclusione), sia per la rilevazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali sia per tutto quanto possa rilevarsi utile ed inclusivo per la scuola. Nella sua stesura si procederà, come evidenziato, alla “raccolta delle migliori pratiche in ordine alla definizione dei Piani in parola”. La regia e il montaggio del PAI richiedono dunque una attenta analisi poiché il documento attestante il grado di inclusività esperito dalla scuola e la progettualità pensata per l’anno scolastico a venire dovranno essere restituiti ai competenti Uffici Scolastici Regionali nei tempi stabiliti dagli stessi. Il PAI non è un documento dissociato dal PTOF, anzi è parte integrate di esso e il Collegio dei docenti, attraverso il PTOF, non potrà fare a meno di chiarire che il processo di inclusione è esso stesso insito in quella visione antropologica di riferimento che la comunità educante ha scelto come cardine essenziale dell’azione didattico-educativa. Alla base del PAI, il concetto inclusivo da prediligere è quello di Education for all, eliminando ogni automatismo tendente a relegare i soggetti con bisogni educativi speciali entro uno specifico ambito. Ciascuno ha bisogno di essere incluso. L’inclusività è un processo di emergenza, pieno di contingenze che guidano quotidianamente il fare inclusivo della scuola.Il PAI non può essere definito un volta per tutte

PEDAGOGIA O PENSIERO NARRATIVO ( v. anche sfondo integratore)

Il ricorso alla programmazione per sfondo integratore è supportata da una particolare modalità cognitiva di organizzare l’esperienza da parte del bambino, dal suo particolare modo per rappresentare gli eventi e trasformarli in oggetto di analisi e di riflessione definita il pensiero narrativo che è una forma di pensiero diversa dal pensiero razionale o logico-scientifico. Il pensiero narrativo riguarda la realtà psichica e si basa su una logica intrinseca alle -->azioni umane (desideri, emozioni, affetti) e alle--> interazioni tra individui (regole e motivazioni sociali)

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e il suo sviluppo viene agevolato attraverso l’organizzazione dell’ambiente come sfondo metaforico, cioè predisponendo lo sfondo come trama narrativa in una continua simulazione di contesti. "Il pensiero narrativo comporta il collegamento delle vicende e delle azioni dei protagonisti alle loro intenzioni, ai loro desideri e alle credenze. Ora le ricerche della psicologia dello sviluppo che si rifanno al modello della teoria della mente, (Bruner Vygotskij ) hanno evidenziato come il bambino sia capace di comprendere l'origine dei comportamenti propri e altrui attraverso la rappresentazione della mente propria e di quella dell'altro, cioè sia in grado di comprendere le intenzioni, i desideri, e le credenze proprie e altrui attraverso il pensiero narrativo, cioè ascoltando un racconto e raccontando egli stesso

PENSIERO COMPUTAZIONALE (20.4)

il pensiero computazionale è un processo mentale per la risoluzione di problemi costituito dalla combinazione di metodi caratteristici e di strumenti intellettuali, entrambi di valore generale.E’ lo sforzo che un individuo deve mettere in atto per fornire a un altro individuo o macchina tutte e sole le “istruzioni” necessarie affinché questi eseguendole sia in grado di portare a termine il compito dato.Se l’obiettivo che devo raggiungere è la costruzione di un tavolino a partire dalle quattro gambe e dal piano d’appoggio, dovrò innanzitutto individuare un linguaggio (per esempio verbale o visuale) attraverso cui comunicare le istruzioni a chi dovrà operativamente realizzare il tavolo e poi tradurre i singoli step necessari alla costruzione in istruzioni precise e inequivocabilicosì come leggere, scrivere e contare sono abilità che è importante imparare fin da bambini anche il pensiero computazionale deve essere appreso ed esercitato fin dai primi anni di scuola

PERNSIERO DEL BAMBINO (caratteristiche) 20.4

le caratteristiche (della personalità i infantile) che contraddistinguono lo sviluppo della sua personalità durante il periodo di frequenza della scuola dell’infanzia :il realismo ( primato dei dati percettivi su quelli rappresentativi la realtà Es. scambia la voce col pensiero l'irreversibilità del pensiero, il b. è capace di rappresentarsi mentalmente solo un'operazione per volta : quella svoltasi davanti ai suoi occhi, ma è incapace rappresentarsi la situazione di quantità maggiore partenza e quella di arrivo es. pallina di plastilina che si trasforma in salsicciotto l'egocentrismo tutto è centrato sul proprio io, la propria esperienza è uguale per sé e per gli altricon tutto ciò che esso comporta sul piano dell'interpretazione della realtà e cioè l'animismo generalizzazione dei propri sentimenti ed emozioni a tutti gli altri esseri animati e nonl'artificialismo, ogni cosa è costruita direttamente dagli uomini la magia, o dalla divinità = esigenza di attribuire una causa ad ogni fenomeno osservabileil finalismo, tutto ha un fine: la strada è lunga per andare a casail moralismo, generalizzazione del concetto di bene e di male ma soprattutto le forme di tali caratteristiche che si manifestano in rapporto all'intera personalità del bambino.

PERSONALIZZAZIONEConsiste nell’ assicurare ad ogni alunno una propria eccellenza cognitiva attraverso attività elettive che consentono di coltivare un proprio talento e sviluppare le proprie attitudini. Gli obiettivi, in questo caso , sono calibrati sull’ alunno e vengono negoziati (contratto formativo) con il suo consapevole coinvolgimento.

PERCORSO DIDATTICO ( O UNITA’ DI APPRENDIMENTO)

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L’Unità di apprendimento è un’occasione didattica significativa per gli allievi, è un percorso che

essi devono fare che tiene conto della unitarietà del sapere e non si limita alla sola trasmissione

di conoscenze e abilità disciplinari, ma tende allo sviluppo delle competenze (trasversali e

disciplinari) attraverso l’utilizzo di una didattica laboratoriale.

L’UA pone l’alunno al centro dell’azione didattica e, richiedendo la sua partecipazione attiva, in

modo individuale o in gruppo, favorisce la costruzione personale delle conoscenze; inoltre,

ricorrendo ad attività e strumenti diversificati, anche innovativi e tecnologici, consente

la personalizzazione dell’apprendimento.

Struttura dell’UA

Ogni Unità di apprendimento è costituita dalle seguenti sezioni:

Titolo. 

Compito unitario. Indica il prodotto e il percorso, cioè che cosa i ragazzi devono realizzare

concretamente durante e/o al termine dell’UA e quali sono le operazioni chiave che sono

sollecitati a compiere durante il processo didattico.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze (o apprendimento unitario) preventivati

Obiettivi di apprendimento interessati tratti dalle Indicazioni, 

Contestualizzazione degli stessi in rapporto al CU formulati in modo da essere verificabili.

Metodologie interessate e attività laboratoriali. Al centro di questa sezione c’è

l’operatività degli alunni: si illustrano le modalità di svolgimento delle attività, i passaggi

operativi che i ragazzi devono compiere

verifica del livello di acquisizione delle conoscenze e delle abilità previste per gli obiettivi

formativi mediante osservazioni, prove, test,

 monitoraggio o valutazione formativa in itinere

valutazione,autentica che prevede anche l’utilizzo di  rubriche valutative che, attraverso

una serie di indicatori, contribuiscono ad evidenziare il livello raggiunto nello sviluppo delle

competenze

PIAGETNella sua teoria dello sviluppo, Piaget parte da azioni concrete e visibili che il bambino svolge e con le quali impara e si esercita; queste azioni vengono poi interiorizzate con rappresentazioni mentali. Dalle azioni interiorizzate nascono le operazioni mentali, che caratterizzano le fasi evolutive successive (operazioni concrete e formali), identificandosi con il pensiero del bambino/adolescente. Pertanto la teoria psicologica da lui elaborata dovrebbe aiutare l’educatore a proporre al bambino attività che siano per lui significative in base allo sviluppo biologico e intellettivo raggiunto. Secondo Piaget il bambino perviene al pensiero adulto attraverso quattro tappe, o stadi fondamentali· lo stadio dell'intelligenza senso-motoria che occupa, all'incirca, i primi due anni di vita e vede la progressiva trasformazione in schemi senso-motori dei riflessi primitivi· lo stadio dell 'intelligenza pre-operatoria o pre-logica, (2 - 7 anni) in cui si struttura un pensiero

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ASSIMILAZIONEAcquisizione di stimoli esterni che costituiscono il materiale di costruzione delle mappe cognitive. Fissazione di schemi comportamentali

ACCOMODAMENTOModificazione della struttura cognitiva in base alla acquisizione di schemi nuovi.

EQUILIBRAZIONENuovo equilibrio che permette alla mente di continuare il processo di trasformazione.

ancora incapace di seguire i principi di causa-effetto e di reversibilità. Infatti fino a 7 anni il pensiero infantile è caratterizzato dall'egocentrismo, dall'incapacità di assumere un punto di vista diverso dal proprio, dalla dimensione magica che attribuisce vita e pensiero ai diversi oggetti della realtà. Si sviluppano in questo arco di tempo il linguaggio verbale e l'attività simbolica, ma non ancora la capacità di rappresentare mentalmente le attività;· lo stadio delle azioni mentali concrete (7 - 11 anni); stadio nel quale si evidenzia la capacità di compiere operazioni mentali, dapprima manipolando concretamente cose ed oggetti, poi via via allontanandosi da questi· lo stadio delle operazioni formali o pensiero astratto, caratterizzato dalla capacità di ragionare, grazie al pensiero ipotetico-deduttivo che può sganciarsi dall'esperienza immediata e riflettere su e di situazioni non necessariamente realiLa successione degli stadi proposti da Piaget è rigida, perchè predisposta biologicamente e prevede lo sviluppo del pensiero da uno stadio a quello successivo solo dopo che quello p L'organismo ha bisogno di mantenersi in equilibrio con l'ambiente, per adattarsi al quale sviluppa la propria intelligenza che ha una base genetica, ma si evolve per adattarvisi all’ambiente attraverso due processi:

- l'assimilazione, cioè la tendenza del soggetto ad incorporare i dati nuovi all' interno degli schemi già posseduti;

- l 'accomodamento, cioè la necessaria modifica cui questi sono sottoposti per poter accogliere le nuove realtà.I risultati delle ricerche di Piaget hanno avuto notevoli applicazioni in campo didattico inrelazione all’insegnamento delle scienze naturali, della storia, della geografia, ma soprattuttodell’aritmetica e della geometria. La vera causa degli insuccessi dell’educazione formale dipende dunque essenzialmente dal fatto che si incomincia con il linguaggio (accompagnato da disegni, da azioni fittizie o raccontate, ecc.), invece di cominciare con l’azione reale e materiale, legata alle esperienze personali, in un processo graduale di ricerca di soluzioni. Principio della gradualità, dunque, ma anche ricerca come metodo, appello all’attività, alle attività concrete nell’insegnamento di primo grado e alle esperienze personali sono le indicazioni didattiche operative che emergono dalla psicologia piagetiana. Nella teoria di Piaget, il linguaggio occupa una posizione decisiva, in quanto strumento ideale delle strutture mentali e in quanto accompagna lo sviluppo del pensiero operatorio. Tuttavia non è l’acquisizione del linguaggio che determina il passaggio al pensiero operatorio perché esso può venire recepito ed utilizzato pienamente solo quando lo sviluppo delle strutture mentali ha raggiunto un certo stadio.

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATORappresenta lo strumento più efficace per impostare percorsi personalizzati di studio elaborati in base a specifiche esigenze di alunni con DSA (nota MIUR 5744 del 28 maggio 2009). La

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scuola può elaborare un documento di tal tipo per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali (BES)

PIANO ANNUALE INCLUSIVITÀDocumento redatto dal GLI entro il mese di giugno. Esso tiene conto delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell'anno appena trascorso e deve contenere la formulazione di un'ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell'anno successivo. Il Piano deve essere quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza.Le azioni per l'inclusione possono essere favorite dai seguenti soggetti:GLI - Gruppo di Lavoro per l'InclusioneCTI - Centri Territoriali per l'InclusionCTS - Centri Territoriali di Supporto degli uffici scolastici regionali.

PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVAPrevisto dalla legge 107/2015, ha sostituito il POF.Si tratta del Piano Triennale dell'Offerta formativa, redatto dalla scuola con possibilità di rivederlo, annualmente, entro il mese di OttobreCon tale documento la scuola s'impegna a rendere nota:La programmazione curricolare ed extracurricolareLa programmazione educativaLa programmazione organizzativa.

P.I.S.A.

Programma per la valutazione internazionale dell'allievo (Programme for International Student Assessment, meglio noto con l'acronimo PISA), è una indagine internazionale promossa dall'OCSE nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti dei principali paesi industrializzati su italiano (comprensione del testo ) matematica e scienze

PNSD ( piano nazionale per la scuola digitale)

ll Piano si articola in 4 passaggi: strumenti, competenze, contenuti, formazione, accompagnamento. Per ognuno di essi sono stati identificati obiettivi e azioni specifiche. Non si guarda solo all’elemento tecnologico, ma si propone una visione di innovazione che coinvolge in prima persona studenti e personale.

Obiettivi

Fornire a tutte le scuole le condizioni per l’accesso alla società dell’informazione Fare in modo che il “Diritto a Internet” diventi una realtà, a partire dalla scuola Coprire l’intera filiera dell’accesso digitale della scuola, per abilitare la didattica digitale Potenziare l’infrastrutturazione digitale della scuola con soluzioni “leggere”, sostenibili e inclusive Trasformare i laboratori scolastici in luoghi per l’incontro tra sapere e saper fare, ponendo al centro l’innovazione Passare da didattica unicamente “trasmissiva” a didattica attiva, promuovendo ambienti digitali flessibili Allineare l’edilizia scolastica con l’evoluzione della didattica

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I fondi Il PNSD, con valenza pluriennale, sarà realizzato attraverso l’impiego di più fonti di risorse a favore dell’innovazione digitale tra cui i Fondi Strutturali Europei (PON Istruzione 2014-2020) e della legge 107/2015 (La Buona Scuola)

PREREQUISITI

I prerequisiti sono le conoscenze che gli allievi devono possedere per svolgere l’attività che si

intende intraprendere.

È fondamentale prima di iniziare lo svolgimento dell’attività verificare con una prova

diagnostica, meglio se strutturata in forma di test oggettivo, se gli alunni possiedono i prerequisiti

richiesti.

Se l’accertamento risulta negativo occorrerà dedicare tempo al recupero delle conoscenze ed abilità non possedute per evitare di dover interrompere la trattazione dell’argomento nuovo quando ci si accorge che gli alunni non sono in grado di seguire quanto si va spiegando

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ riguarda i rapporti tra i diversi livelli territoriali di potere e comporta che, di regola, lo svolgimento delle funzioni pubbliche debba essere svolto al livello più vicino ai cittadini. Il livello territorialmente superiore "attrae" tali funzioni solo se è in grado di svolgerle meglio di quello di livello inferiore (in altre parole: se l'ente inferiore è capace di fare bene qualcosa, l'ente superiore deve lasciargli questo compito, sostenendone anche l'azione) 

PROBLEMCon la denominazione complessiva di problem si definiscono alcuni strumenti e tecniche finalizzati a lavorare per problemi, vale a dire a guidare gli alunni sulla strada della ricerca, ponendosi nei confronti di ciò che si fa a scuola con la mentalità del ricercatore che coopera con altri ricercatori, con la chiarezza degli scopi che si intendono raggiungere in termini di dichiarate competenze.

PROBLEM POSING La strategia del problem posing si attua quando, dopo aver specificato la priorità di un oggetto, si procede a negarle una alla volta, utilizzando, e se che cosa succederebbe? Attraverso la negazione di un dato certo si instaura un processo di rielaborazione creativa di soluzione a problemi.

PROBLEM SETTING O PROBLEM FINDINGTecnica che ci permette di far fronte a una situazione problematica confusa, di definire

qual è il problema da affrontare, rispondendo alla domanda :- Che cosa mi si chiede di fare?- In pratica si tratta di ragionare sulle priorità in cui vanno inseriti i dati del problema. Si tratta di saper scegliere i dati da utilizzare e quelli da scartare. Le fasi di questa analisi sonoidentificazione di tutti i problemiraccolta di informazioni sui problemiscelta del problema:

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PROBLEM SOLVINGE una tecnica didattica che intende l apprendimento come il risultato di un attività di

scoperta e per soluzione di problemi. Il problem solving è sempre preceduto dalla fase di problem posing, quella cioè in cui l alunno è chiamato a individuare chiaramente i termini della situazione problematica per poi passare all attuazione di una strategia risolutiva. Il problem solving è , quindi, una metodologia di analisi utilizzata per individuare, pianificare ed attuare le azioni necessarie alla risoluzione di un problemaLe fasi dell ‘ analisi sonodefinizione del problema;raccolta delle informazioniidentificazione delle cause più probabili;formulazioni di cause possibili sviluppo operativo dell’ analisicontrollo dei risultati.

PROBLEM NETWORKING O SCHIUMAGGIOQuesta tecnicaconsiste nell’ individuare i dati utili per l impostazione del problema scartando quelli sovrabbondanti.

PROFILO DELLO STUDENTEIl profilo descrive, in forma essenziale, le competenze riferite alle discipline di insegnamento e al pieno esercizio della cittadinanza, che un ragazzo deve mostrare di possedere al termine del primo ciclo di istruzione. Il conseguimento delle competenze delineate nel profilo costituisce l'obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano

PROFILO DINAMICO FUNZIONALEDocumento redatto da un gruppo di lavoro misto formato da medici dell'ASL, da

docenti curricolari, da docenti di sostegno e dai genitori dell'alunno. Questo deve ipotizzare, sulla base della D.F., il prevedibile livello di sviluppo dell'alunno portatore di handicap nei tempi brevi (6 mesi) e nei tempi medi (2 anni). Il P.D.F. è soggetto a verifica ogni 2 anni, ma va comunque aggiornato alla fine di ogni grado scolastico

PSICOLOGIA DELLA FORMA

S --> O --> R

Stimolo --> Organismo --> Risposta

Ciò che il soggetto percepisce non è un insieme di elementi singoli, bensì una totalità strutturata dall'intervento della mente. (O) per cui M. Wertheimer maggiore rappresentante di questa corrente, riteneva che il tutto precede le parti per cui risultano importanti le modalità di presentazione dell'esperienza apprenditiva in quanto devono consentire una chiara e veloce lettura di tutte le variabili rilevanti. Contenuti interessanti, infatti, stimolano ed attivano più efficaci processi di pensiero, processi intuitivi che generano una reale comprensione del problema

PROGETTAZIONE(20.4

• è espressione di un modello reticolare, che tiene conto della complessità senza pretendere di determinare totalmente gli esiti• si fonda sui criteri della imprevedibilità

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• si concretizza in una ridefìnizione continua dei percorsi in base all'interpretazione della situazione.

PROGRAMMAZIONE(20.4

è espressione di un modello lineare che tende a chiudere i problemi mediante la riduzione della molteplicità delle variabili in gioco,• concepisce l'elaborazione, l’attuazione e la valutazione di un progetto didattico, come un processo prevedibile e governabile a priori,• considera la valutazione come uno strumento per regolare initinere i processi e ricondurli alla normalità.

PTOF

 Va elaborato entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento e, pur essendo triennale, può essere rivisto annualmente, sempre entro ottobre.Dovrà contenere la programmazione triennale dell’offerta formativa per il potenziamento dei saperi e delle competenze delle studentesse e degli studenti per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati e per l’apertura della comunità scolastica al territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà locali. Il Piano indicherà gli insegnamenti e le discipline tali da coprire:a) il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente;b) il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa.“Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d'istituto”. Quindi non è più il consiglio di istituto a definire gli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione, ma questo compito è in capo al Dirigente Scolastico

QCER (20.4)

Si intende per quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue quel sistema descrittivo impiegato per valutare le abilità conseguite da chi studia una lingua straniera europea;

RICERCA-AZIONEE un metodo per costruire la conoscenza partendo da un problema. La caratteristica

della R/A sta nel fatto che tutti sono in ricerca, ossia i docenti ed i discenti. Il sapere nasce dalla ricerca, non c’ è prima un sapere e poi una sua applicazione, ma si agisce, si riflette sull’azione e si formalizzaLe fasi della ricerca-azione sonocondizioni (azzeramento delle difficoltà di contenuto, formulazione della consegna, non inquinamento della prova)socializzazione

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organizzazione della conoscenza ( grafi e tabelle)sistemazione delle conoscenze (tabelle)costruzione delle conoscenze (testo scritto);

RITARDO NELLO SVILUPPO

Ritardo dello sviluppo: rallentamento dei parameri normali di crescita dell’organismo umano, dovuto sia a fattori patologici endogeni (predisposizione , malattie…) sia a fattori esogeni (mancanza di stimoli adeguati , difetto di cure…) . Il ritardo nello sviluppo può avere ripercussioni sulle capacità intellettive e sul comportamento

ROGERS (CARL )

C. Rogers (1902-1947) è uno degli esponenti più rappresentativi di questo settore di ricerca che considera al centro dei propri interessi la persona, unità di istanze biologiche, psichiche, valoriali, condizionata e favorita nel suo sviluppo dalle relazioni con l'ambiente sociale esterno e l'ambiente psichico interno. Ne consegue, sul piano pedagogico, l'esigenza di un intervento non direttivo, cioè vissuto come relazione di aiuto nei confronti dell'alunno che deve essere stimolato all'autonomia attraverso lo sviluppo delle sue energie interiori. L'empatia, cioè l'assoluta accettazione del vissuto dei bambini, il calore relazionale, cioè l'autenticità dei sentimenti, la sicurezza, cioè la fiducia in sè e negli altri, devono caratterizzare il rapporto educativo, processo che evolve verso situazioni di arrivo sempre di segno positivo.

La qualità della relazione caratterizza l'impegno della psicologia umanistica che riconosce negli atteggiamenti e nei sentimenti il primato sulle tecniche e le informazioni.

Solo gli atteggiamenti di fiducia nell'uomo determinano la fiducia nella conoscenza e quindi nei valori che questa veicola.

Infatti "l'unico uomo che possa considerarsi educato è colui che ha imparato ad imparare; che ha imparato ad adattarsi e mutare; che sa che nessuna conoscenza è certa, e che solo il processo di ricerca della conoscenza costituisce una base di certezza. La disponibilità al mutamento, la fiducia nel processo piuttosto che nella conoscenza statica, costituisce l'unica meta sensata dell'educazione nel mondo moderno"

ROLE PLAYINGSignifica gioco di ruolo ( si può applicare a conclusione di Un’attività o di una U.A.). Gli alunni dovranno mettersi nei panni di uno dei personaggi ed essere capaci di cambiare ruolo, perché l’ aspetto più importante è dimostrare di possedere punti di vista diversi.

(Le) routine costituiscono una serie di momenti che si ripresentano nell'arco della giornata in maniera costante e ricorrente, caratterizzati da cura, benessere, intimità, relazione affettiva

Soddisfano bisogni fondamentali dei bambini (usare il bagno, essere puliti, mangiare, dormire…) ma possiedono una valenza importante di orientamento rispetto ai tempi e al succedersi delle diverse situazioni nella giornata a scuola; inoltre, potenziano molte competenze di tipo personale, comunicativo, espressivo, cognitivo

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È importante che riflettiamo attentamente su come intendiamo e gestiamo le routine, mettendo al centro il bambino, evitando di agire per consuetudine e in modo rigido, per raccogliere tutta la ricchezza educativa che ci offrono.

Le routine facilitano la memorizzazione degli script, vale a dire di semplici sequenze di azioni comuni e rendono i bambini partecipi a livello cosciente di gesti e comportamenti che spesso noi adulti eseguiamo e facciamo eseguire in modo meccanico, senza prestare grande attenzione

I bambini le vivono con piacere, in un clima di condivisione, con la sicurezza che proviene dai gesti abituali, dal rispetto di orari consueti; sanno cosa aspettarsi e partecipano attivamente, attratti sia dalla riproposizione di azioni conosciute che da piccole novità e cambiamenti che introduciamo al momento giusto o che loro stessi suggeriscono.

Nelle attività di routine, ben presto i bambini si sentono capaci e responsabili e possono assumere una funzione di tutor nei confronti di compagni che hanno bisogno di aiuto. Anche i bambini disabili e con difficoltà trovano in questi momenti uno spazio di partecipazione significativo.

Ogni routine può essere connotata in modo accogliente ed evolvere nel corso dell’anno, in relazione alle conquiste dei bambini, per consentire nuovi apprendimenti e autonomie.

Nella quotidianità una routine attesa e prevista costituisce sicuramente una cornice rassicurante che sollecita alla scoperta. Questi eventi significativi ripetuti costituiscono per il bambino/a i primi quadri concettuali di riferimento. Sono come dei copioni, sulla base dei quali i bambini/e progressivamente costruiscono il loro mondo e inseriscono le loro scoperte

C’è quindi una valenza specificatamente cognitiva Infatti l’apprendimento non avviene per piccoli frammenti di conoscenze ma come esperienza globale, di ripetizione di copioni detti anche scripts. Gli scripts sono sequenze di attività ed eventi complessi dai quali i bambini/e riescono a cogliere, attraverso il ripetersi degli stessi, le variabili interne che li regolano. Dal ripetersi di questi copioni (prima mi sveglio, poi mi alzo, poi faccio colazione) i bambini/e riescono a cogliere il senso del prima e del dopo e un po’ alla volta, imparando ad anticipare gli eventi, riescono a “disegnare” in un’ottica di tempo la propria vita.

RUBRICA VALUTATIVA ( vedi immagine)E uno strumento per la valutazione delle prestazioni in un’ ottica di apprendimento

autentico. Uno strumento per identificare e chiarire le aspettative specifiche relative ad una prestazione e indicare il grado di raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.

SCAFFOLDING Il concetto di scaffolding è stato introdotto da Bruner e letteralmente significa "impalcatura"; si tratta del supporto che un adulto o un coetaneo più competente danno ad un soggetto, affinchè egli riesca a svolgere delle attività in autonomia. in un primo momento, il "tutor" offre il suo supporto, attraverso suggerimenti, aiuti, esempi, indicazioni in modo da portare il soggetto ad apprendere in piena autonomia. man mano che si va avanti con l'apprendimento, l'impalcatura viene via via tolta, fino a scomparire del tutto, quando il soggetto (nel nostro caso il bambino) è in grado di agire da solo e raggiungere la piena autonomia

SCRATCH( 20.4)

L'ambiente al momento più maturo e più robusto per lo sviluppo del pensiero computazionale è quello offerto dal tool Scratch (http://scratch.mit.edu) . Scratch permette agli studenti di

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creare giochi o animazioni multimediali ed interattive usando immagini, musica e suoni. Scratch, grazie al suo design, è disponibile in italiano e permette anche ai docenti di imparare in maniera semplice ed intuitiva a sviluppare supporti multimediali ed interattivi per le loro lezioni, per qualunque disciplina.

SCUOLA SENZA ZAINO è un progetto basato sulla scuola come comunità di ricerca dove viene favorita la responsabilità degli alunni e l’acquisizione delle competenze. La gestione della classe e la progettazione delle attività avvengono secondo il metodo dell’approccio globale al curricolo, un modello metodologico di innovazione in cui tutto diventa funzionale al percorso educativo e tutto diventa ambiente formativo Un sistema complesso le cui parti hardware e software sono connesse e retroagiscono tra di loro   PRIMO GESTO SIMBOLICO: TOGLIERE LO ZAINOLe bambine e i bambini trovano a scuola tutto ciò di cui hanno bisogno: matite, colori, penne, quaderni, libri… A casa, per i compiti, devono portare con sé solo qualche quaderno o un libro, LE AULELe Scuole Senza Zaino sono arredate in modo funzionale alle attività da realizzare e attrezzate con materiali didattici avanzati. L’aula non è organizzata in modo tradizionale, con la cattedra di fronte ai banchi, ma esistono alcune aree di lavoro: la zona tavoli, dove si conducono attività a coppia, a piccolo gruppo o individuali; l’agorà, dove si dà inizio alla giornata, ci si confronta, si ascolta, si discute; diverse postazioni laboratoriali dove si lavora in coppia o ndividualmente.

I VALORIIl metodo del curricolo globale si fonda su tre valori: l’ospitalità, la responsabilità, la scuola come comunità di ricerca.

L’ospitalità: nelle aule Senza Zaino si trova tutto ciò che occorre per affrontare una giornata scolastica: dai materiali comuni di cancelleria, a arredi colorati e funzionali, a spazi adatti per accogliere sia il gruppo che la persona, per riconoscere e stimolare la pluralità delle intelligenze, per accompagnare e sostenere gli apprendimenti. La responsabilità: nelle aule Senza Zaino le bambine e i bambini costruiscono, insieme ai propri insegnanti, le regole della convivenza: decidono insieme come muoversi all’interno dell’edificio e negli spazi dell’aula, come gestire i materiali comuni e individuali, come utilizzare gli strumenti didattici costruiti dagli insegnanti per supportare i loro apprendimenti, come rapportarsi nel lavoro in coppia o nel piccolo gruppo, come comportarsi durante le spiegazioni, come svolgere i compiti a casa…; decidono, insieme ai propri insegnanti, come impegnarsi di fronte al mondo della conoscenza, quali porzioni del sapere affrontare nell’ottica della riscoperta; riflettono sul processo che li coinvolge. La comunità: le classi Senza Zaino sono comunità di ricerca, luoghi dove si indaga e si esplora; dove il clima dominante è l’interesse, la curiosità, l’operosità, dove ciascuno sta facendo tante cose diverse tese ad obiettivi comuni, riconducibili ad un significato condiviso da tutti.Nelle scuole Senza Zaino il lavoro d’aula è supportato da adeguate condizioni istituzionali ed amministrative, “forze” fondamentali che si connettono: il Dirigente Scolastico e la Direzione, la collegialità dei docenti, la collaborazione con i genitori, l’apporto del personale ausiliario, i rapporti con il territorio…

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SFONDO INTEGRATORE ( v. anche pedagogia narrativa)la metodologia dello sfondo rappresenta il risultato dell’integrazione di un certo numero di teorie ericerche, accomunate dallo sforzo di recuperare l’unitarietà e l’attribuzione di senso in reazione alframmentario, al molecolare, al parcellare, al dispersivo;la didattica per sfondi rende l’esperienza scolastica coerente con il normale modo di percepire larealtà da parte del bambino/a e consente di sviluppare importanti processi motivazionali;lo sfondo integratore è l'involucro, il contenitore che determina l'unità del percorso educativo, lapercezione dei nessi, il senso della continuità che collega le molte attività didattiche che altrimentiresterebbero frantumateSi può scegliere come sfondo fantastico: una fiaba che ci accompagnerà per l’intero annoscolastico. Si possono prendere in considerazione varie fiabe, analizzarle esceglierne una perché in essa si si parla :dell'amore filiale, della paura, del diverso che c'è in noidell'amore che fa superare i pregiudizi, del superamento degli stereotipi sessuali, della diversità, dell'accettazione del diverso e dell'altro ecc. come per esempio nella fiaba “ La bella e la bestia”Allo sfondo integratore si può abbinare una progettazione per nuclei o mappe concettuali per esempio Nuclei progettuali1- Belle ha paura della Bestia…e i bambini che cosa temono?2- La Bestia … il diverso che c’è in noi …3- La Bestia si sforza per mitigare i suoi istinti… e i bambini fanno altrettanto? 4 - Belle ama imparare e conoscere … e i bambini 5 - Belle si sacrifica per amore del padre e i bambini sono disposti a sacrificarsi per amore ?

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SINDROME

Sindrome: complesso di sintomi caratteristici che formano il quadro di una malattia.

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE

SISTEMI SIMBOLICI CULTURALI

ogni rappresentazione della realtà è un simbolo e più simboli, coerentemente uniti da una rete di relazioni, costituiscono un sistema simbolico culturale. Es.: la parola "penna" è il simbolo dell'oggetto con cui scriviamo. Un sistema simbolico invece è la lingua italiana costituita, appunto da un insieme di simboli (nomi, verbi, avverbi, aggettivi, ...) coerentemente rapportati fra loro. I bambini non possiedono tali sistemi, perchè non sono innati, ma costruiti convenzionalmente dagli uomini nel corso della storia di una determinata società, per cui devono essere appresi attraverso il "fare e il rappresentare"

B.F Skinner

Un interessante contributo di ricerca venne da B.F Skinner che, tra gli anni Cinquanta e Settanta, propose un superamento della rigida meccanicità del condizionamento classico, introducendo una considerazione più articolata e dinamica tra le risposte dell'individuo (R) e l'azione dell'ambiente (S): il rinforzo (condizionamento operante).

È attraverso la valutazione degli effetti e delle conseguenze, positivi e negativi, del proprio comportamento che l'individuo apprende, imparando ad agire guidato dalla ricerca di rinforzi: ricompense, lodi, vantaggi, premi

SPECIALE NORMALITA’

La speciale normalità si potrebbe definire come «le aspettative, gli obiettivi, le prassi, le attività rivolte a tutti gli alunni, nessuno escluso, nell’ordinaria offerta formativa, che però si arricchiscono di una specificità tecnica non comune, fondata sui dati scientifici e richiesta dalle nuove complessità dei bisogni educativi speciali» (Ianes, 2001).

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La speciale normalità riesce a rispondere a due fondamentali bisogni dell’alunno in difficoltà: un bisogno di normalità, di fare le stesse cose degli altri, nelle normali attività didattiche, un bisogno cioè di appartenenza, di identità, di conformità in senso positivo, di accoglienza, accanto però a un bisogno di specialità, di poter fare le cose che la sua specifica condizione, anche molto complessa, chiede per poter funzionare al meglio delle sue possibilità in senso educativo-apprenditivo.

Si potrebbe dire che nella speciale normalità alcuni aspetti tecnici, quasi dei principi attivi, sperimentati empiricamente nella loro capacità di rispondere ai bisogni educativi speciali, entrano a modificare le normali prassi educative e didattiche, rendendole più speciali, più efficaci, più rispondenti alle qualità speciali di alcuni bisogni educativi. In questo senso la specialità si dissolve, si mimetizza all’interno delle normali prassi, rendendole però diverse; in questo senso si può parlare di una normalizzazione delle varie tecniche di educazione speciale

STRUMENTI COMPENSATIVIStrumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell'abilità deficitaria ( calcolatrice, registratore, programmi videoscrittura etc etc)

i computer multimediali (dotati di casse, cuffie e microfoni) su cui sono installati software di sintesi vocale; si tratta di programmi che acquisendo testi scritti digitalmente, riescono a “leggerli” e restituirli mediante un output sonoro all’utente. In questo modo si trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;

gli audiolibri o le risorse audio contenute nei libri digitali, che sostituiscono la lettura dei caratteri stampati o elettronici;

il vocabolario multimediale, che esprime le voci in esso presenti non solo tramite il canale testuale, ma anche attraverso filmati, immagini e registrazioni audio. In tal modo può sostituire il vocabolario cartaceo;

il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;

i programmi di videoscrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori. In tal caso, se il computer su cui è installato il programma di videoscrittura è anche collegato a una stampante è possibile produrre il compito dello studente anche in forma cartacea;

la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo; in alternativa i calcoli possono essere fatti anche mediante un computer su cui è installato un programma di foglio elettronico;

la tabella delle misure e delle formule geometriche, che evita di dover richiamare le formule e riduce la possibilità di errore nella loro applicazione;

l’uso di altri strumenti non propriamente tecnologici, come formulari, sintesi, schemi e diagrammi, mappe concettuali delle unità di apprendimento. Tutti questi mediatori didattici possono facilitare la comprensione dei contenuti e supportare la memorizzazione e/o il recupero delle informazioni;

l’utilizzo di altri software didattici specifici per lo svolgimento di compiti dove sono utilizzate le abilità compromesse.

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STRUMENTI FORMATIVICon l espressione strumenti formativi si intende indicare una serie di mediatori didattici finalizzati alla visualizzazione grafica e alla formalizzazione di operazioni logico-mentali. Si definiscono formativi perchè da un lato la scuola pone al centro dell’ azione didattica la formazione della persona e dall’ altro, perché tale formazione non proviene dai contenuti disciplinari, ma da come questi vengono organizzati per la maturazione di competenze significative, attraverso l’ uso consapevole degli strumenti. Questi strumenti formativi diventano poi strumenti logici o logico- formativi quando riportano gli indicatori per analizzare un contesto, cioè quando una volta applicati ad un contesto, rappresentano una conoscenza organizzata.

STRUMENTI FORMATIVI possono essere articolati in tre categoriesistemazione dei dati in contesti spaziali ( grafo ad albero, diagramma di Venn, relazioni per analogia e differenze, tabella a due colonne, organigramma, tabella a più colonne sistemazione dei dati in contesti temporali ( tabella a più colonne, rappresentazioni statistiche, diagramma di flusso a blocchi decisionali, diagrammi di flusso lineari, sistemazione dei dati in contesti di relazioni semplici e complesse ( tabella a doppia entrata, diagramma a lisca di pesce )

STRUTTURALISMOLe discipline non sono summae di contenuti conoscitivi, ma modi di indagare la realtà. Ogni disciplina è caratterizzata da idee fondamentali: strutture ( nuclei fondanti) che consentono di concettualizzare ed organizzare l’esperienza per cui non ha senso concepire l’apprendimento come sommatoria di nozioni: ciò che conta è l’apprendimento di strutture, soprattutto perché le nozioni possono invecchiare con ritmo sempre più rapido, mentre quel che resta e conta è la capacità di saper analizzare un argomento complesso cogliendone i nessi strutturali (esercizio proprio dell’intelligenza).La scuola deve guidare alla concettualizzazione dell’esperienza attraverso l’acquisizione delle strutture concettuali delle discipline.(nuclei fondanti) La didattica non guarda ai contenuti ma alle strutture del pensiero, alle capacità operatorie del soggetto che apprendeBruner parla di sviluppo “a spirale” nel senso che le conoscenze acquisite operativamente saranno riproposte appena possibile secondo la modalità iconica e, infine, secondo quella simbolica non rigidamente collegate all’età cronologica. La crescita del pensiero non è un processo naturale che avviene al di fuori della storia; esso consiste nella acquisizione del patrimonio cognitivo (saperi, valori, ecc..),proprio della cultura di appartenenza. Lo sviluppo delle capacità cognitive di rielaborazione delle esperienze avviene attraverso la costruzione da parte del soggetto di modi o fasi via via più complessi ed elaborati di “rappresentazione delle esperienze e di organizzazione del pensiero” prassico-manipolativa iconico-rappresentativa simbolica verbale e numerica

SVANTAGGIO

Svantaggio: particolari difficoltà incontrate da alcuni alunni nel conseguimento degli obiettivi di maturazione personale e di apprendimento che la scuola propone ai coetanei (traguardi di

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sviluppo). Le cause risalgono, oltre a situazioni psico-affettive e individuali a condizioni socio-culturali derivanti dall’ambiente di provenienza.

TIC

Il problema che si pone oggi alla scuola è quello di valutare che tipo di competenze sono necessarie nel 21esimo secolo e come poterle sviluppare attraverso l’esperienza quotidiana. A tale proposito, la Commissione Europea mette a punto una lista di competenze che l’evoluzione della società richiede, tra cui digital competence, che consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologieOggi si parla allora di digital literacy, definita come l’abilità di capire e usare l’informazione i molteplici format, la conoscenza delle logiche e i funzionamenti di base degli strumenti e dei servizi a disposizione, il pensiero critico per saper discernere il senso dei contenuti cui si accedealla base delle moderne teorie ell'apprendimento- apprendimento per scopert- community of learner- costruttivism-apprendimento significativyc'è il principio è l'alunno l'artefice del proprio apprendimento: egli interagendo attivamente con la realtà sociale e materiale che lo circonda viene a contato con nuove conoscenze che diventano significative per lui nel momento in cui attribuisce loro un senso collegandole autonomamente a quelle già possedute Ora il carattere di trasversalità delle ICT risponde pienamente a queste esigenze, mettendo l’allievo nella condizione di integrare le conoscenze di diverse discipline e di approfondirle secondo la propria curiosità. Inoltre, i personal media permettono di acquisire abilità secondo una tempistica personale e attraverso la costruzione di procedimenti individuali di apprendimento

TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZESono riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere per far conseguire agli alunni le competenze e costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi.Nel documento delle II.NN. si trovano abbinati ad ogni disciplina e campo di esperienza

TEAM TEACHINGSignifica letteralmente insegnamento di gruppo ed è una metodologia in cui gli insegnanti non lavorano più isolatamente, ciascuno nella sua classe, ma cooperano con pari dignità e responsabilità professionale per l’ educazione di un gruppo di alunni. Ciascun docente del team si occupa di uno specifico ambito disciplinare. I tempi della programmazione comune servono per ogni opportuna verifica e valutazione e per flessibilizzare il curricolo in itinere.

UNITÀ DI APPRENDIMENTO (UDA) vedi percorso di apprendimento

A decorrere dal 1° settembre 2000, il Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, emanato con il D.P.R. 275/1999, ha attribuito la completa autonomia delle scuole anche in merito alla regolamentazione delle gite scolastiche e visite guidate.

Ne deriva che la previgente normativa in materia (per esempio la C.M. n. 291 del 14 ottobre 1992, la C.M. n. 623 del 2 ottobre 1996, la C.M. n. 181 del 17 marzo 1997; D.P.C.M. n. 349 del 23 luglio 1999), costituisce opportuno riferimento per orientamenti e suggerimenti operativi, ma non riveste

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più carattere prescrittivo. Naturalmente la regolamentazione delle modalità di svolgimento delle gite e viaggi di istruzione deve essere adottata da apposita specifica delibera del Consiglio di circolo/istituto.

Per quanto riguarda la responsabilità della sorveglianza degli alunni questa ricade certamente sul docente accompagnatore. Se, quindi, il numero degli alunni coinvolti è superiore a 15 non sembra opportuno che vi sia un solo docente accompagnatore: un genitore, infatti, non può svolgere il ruolo istituzionale che compete al docente e gli si potrebbe imputare, quindi, soltanto una responsabilità generica, fermo restando che, ove la sua presenza fosse prevista dal regolamento di istituto, anche il genitore dovrebbe svolgere compiti di vigilanza.

Tuttavia l'affidamento degli alunni all'istituzione scolastica implica necessariamente che al docente che la rappresenta competa una responsabilità specifica che non sarebbe certamente attenuata dalla presenza del genitore. Inoltre per il genitore dovrebbe essere prevista un'idonea copertura assicurativa, e questo comporterebbe costi aggiuntivi che dovrebbero essere giustificati dalla delibera di cui abbiamo parlato. 

Uscite degli alunni

A decorrere dal 1° settembre 2000, il Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, emanato con il D.P.R. 275/1999, ha attribuito la completa autonomia delle scuole anche in merito alla regolamentazione delle gite scolastiche e visite guidate.Ne deriva che la previgente normativa in materia non riveste più carattere prescrittivo. Naturalmente la regolamentazione delle modalità di svolgimento delle gite e viaggi di istruzione deve essere adottata da apposita specifica delibera del Consiglio di circolo/istituto.Per quanto riguarda la responsabilità della sorveglianza degli alunni questa ricade certamente sul docente accompagnatore. Se, quindi, il numero degli alunni coinvolti è superiore a 15 non sembra opportuno che vi sia un solo docente accompagnatore: un genitore, infatti, non può svolgere il ruolo istituzionale che compete al docente e gli si potrebbe imputare, quindi, soltanto una responsabilità generica, fermo restando che, ove la sua presenza fosse prevista dal regolamento di istituto, anche il genitore dovrebbe svolgere compiti di vigilanza.

VALUTAZIONE AUTENTICA (20.4)

La valutazione autentica è quella che si fonda sulla convinzione per cui l’apprendimento scolastico non è solamente un accumulo di nozioni, ma si dimostra con le capacità di generalizzare, trasferire e utilizzare la conoscenza acquisita nei contesti reali;

VALUTAZIONE DIAGNOSTICALa valutazione diagnostica, è mirata alla rilevazione dell’adeguatezza della preparazione deglialunni in relazione alla programmazione di nuove attività didattiche. In questo tipo di valutazionerientrano quelle prove che vengono chiamate a scuola “ test di ingresso” e che di solito vengonoproposte nella classi che iniziano un nuovo ordine di scuola

VALUTAZIONE FORMATIVA

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La valutazione formativa, si compie in itinere per rilevare come gli alunni recepiscono le nuoveconoscenze. Questa tipologia di valutazione deve rispondere, più che ai criteri della validità e dellaattendibilità, al criterio dell’utilità. Cioè, la valutazione formativa deve essere utile ad aggiustare iltiro, ad adeguare l’attività didattica alle diverse esigenze e caratteristiche degli alunni. Quindi sipossono utilizzare diversi tipi di prove che consentano di valutare on-line come gli alunni stannoacquisendo le nuove conoscenze. Molto utili a questo scopo sono la conversazione orientata; breviinterrogazioni orali; il pensiero ad alta voce: in cui l’alunno esplicita il proprio modo di ragionare,le strategie che utilizza; le prove oggettive (soprattutto a scelta multipla); il sistematico controllodelle attività effettuate a scuola e dei compiti a casa. La tipologia delle prove di valutazioneformativa varia, naturalmente, anche in rapporto alla struttura epistemologica delle discipline eall’approccio psicopedagogico di riferimento.

VALUTAZIONE ORIENTATIVA

La valutazione orientativa, ha la funzione di acquisire elementi utili ad indirizzare gli alunni versoscelte successive adeguate alle loro potenzialità. La valutazione orientativa deve andare oltre alcriterio della riuscita scolastica, essa deve rilevare altri fattori che possono essere determinati nellariuscita nei successivi indirizzi scolastici. Tali fattori sono rappresentati dalle caratteristiche relativealla personalità dell’alunno e al suo contesto ambientale: stili cognitivi; tipo di intelligenza; trattitemperamentali; interessi e valori dominati; abilità extrascolastiche; atteggiamenti verso sé e glialtri, lo studio e il lavoro; rapporti famigliari e sociali. Questo tipo di valutazione comporta anchel’uso di strumenti come i questionari e le interviste. Di solito tale valutazione è implementataattraverso progetti di orientamento che prevedono anche l’intervento di personale esperto cheaffianca i docenti.

VALUTAZIONE PROATTIVA

La valutazione PROATTIVA riconosce ed evidenzia i progressi, anche piccoli, compiuti dall’alunno nel suo cammino, gratifica i passi effettuati, cerca di far crescere in lui le emozioni di riuscita che rappresentano il presupposto per le azioni successive.

VALUTAZIONE SOMMATIVALa valutazione sommativa, si effettua per rilevare le conoscenze e le competenze alla fine delleunità di apprendimento. Tale valutazione ha anche una funzione formativa perchè consente di averel’ultimo dato sull’apprendimento degli allievi e di fornirgli dei feed-back sul livello delle loroprestazioni; permette di correggere eventuali errori, di effettuare gli ultimi interventi didattici primadi passare ad un altro ambito di contenuti. Le ricerche docimologiche hanno evidenziato che più ilfeed-back che forniamo all’alunno, relativamente alla propria prestazione, è immediato,maggiormente esso risulta efficace. Quindi le verifiche sommative vanno corrette e “restituite”il più velocemente possibile agli alunni (nello spazio di una settimana, massimo dieci giorni), irisultati devono essere tempestivamente comunicati ai genitori.

VERIFICALa verifica costituisce la fase di accertamento. È il momento funzionale alla raccolta dei datida analizzare. Attraverso di essa si valuta il raggiungimento di determinati obiettivi. Ha dunque loscopo di comprovare nel discente l’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze.La verifica si pone come momento sostanzialmente oggettivo. Rispetto alla valutazione, essasvolge quindi una funzione conoscitiva e non interpretativa.

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VLE (20.4)

Virtual learning environment, cioè l’ambiente virtuale di apprendimento in cui vengono erogati corsi di formazione individuali a distanza cui gli allievi accedono attraverso un’interfaccia dedicata

VYGOTSKIJIl ricercatore russo Leo S. Vygotskij (1896 - 1930) approfondì in modo particolare gli studi sul linguaggio e la sua influenza sullo sviluppo psichico e mentale del bambino.evidenzia lo stretto rapporto tra pensiero e linguaggio.Infatti pensiero e linguaggio, che hanno radici genetiche differenti e si sviluppano lungo direttrici diverse, si incontrano a circa 2 anni quando il linguaggio diventa uno strumento del pensiero, serve cioè per capire il mondo (che cos'è questo?) e il pensiero si fa via via verbalizzazione di nomi e di concetti (come si dice?).L'interazione sociale diventa allora l'elemento qualificante lo sviluppo del pensiero nella misura in cui provoca continuamente la comunicazione verbale. Per questo si dice che per Vygotskij, lo sviluppo è un meccanismo interpsicologico che si costruisce attraverso pratiche sociali di discorso.La zona prossimale di sviluppo, altro concetto importante introdotto da Vygotskij, nasce dalle considerazioni fin qui esposte.Infatti, egli distingue due livelli di competenza nel soggetto: quello relativo alle possibilità di apprendimento spontaneo in cui il bambino si trova in un dato momento e quello che, determinato da un aiuto esterno, non è ancora stato raggiunto.Lo scarto tra i due livelli rappresenta la zona di sviluppo potenziale. Ne consegue che "l'unico buon insegnamento è quello che precorre lo sviluppo", dal momento che la competenza cognitiva appare essere il punto di arrivo di una più ampia competenza comunicativa. Come dire: lo sviluppo cognitivo si costruisce su quello della relazione linguistica tra il bambino, i suoi pari, gli adulti.L'istruzione assume pertanto un'importanza centrale nel processo di promozione dell'apprendimento che non è considerato solamente conseguenza del raggiungimento di determinate tappe di sviluppo, "bensì funzione necessaria a promuovere, anticipare attivare le potenzialità evolutive del bambino"

WEBQUEST - Attività di ricerca guidata, in cui gli allievi, organizzati in gruppo, applicando una WEB 2.0Questa locuzione, coniata nel 2003, definisce l’evoluzione del Web avvenuta negli ultimi anni, caratterizzata dal trionfo di un’architettura partecipativa, dalla dinamicità, dalla condivisione e dall’interazione: il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0 è stato scandito dal successo di Google e dalla proliferazione di social network, blog e wiki che si sono sostituiti ai vecchi siti statici.