verona è - luglio 2012

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Anno III - n. 7 - Luglio 2012 Progettazione e realizzazione web Realizzazione software aziendali Web mail - Account di posta Via Leida, 8 37135 - Verona - Tel. 045 8213 434 www.ewakesolutions.it edito da Associazione Culturale www.quintaparete.it Un particolare del campo di grano con corvi di Van Gogh

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Il nuovo numero del nostro mensile on-line

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Page 1: Verona è - Luglio 2012

Anno III - n. 7 - Luglio 2012

Progettazione e realizzazione webRealizzazione software aziendaliWeb mail - Account di posta

Via Leida, 8 37135 - Verona - Tel. 045 8213 434 www.ewakesolutions.it

edito daAssociazione Culturale

www.quintaparete.it

Un particolare del campo di grano con corvi di Van Gogh

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Edito daAssociazione CulturaleQuinta Parete - Verona

Via Vasco de Gama 1337024 Arbizzano di Negrar, Verona

Direttore responsabileFederico Martinelli

Assistente di redazioneStefano Campostrini

Hanno collaborato

Daniele Adami

Stefano Campostrini

Lorenzo Magnabosco

Jessica Mariani

Federico Martinelli

Ernesto Pavan

Alice Perini

Michela Saggioro

Silvano Tommasoli

Realizzazione graficaStefano Campostrini

Autorizzazione del Tribunale di Veronadel 26 novembre 2008

Registro stampa n° 1821

I titoli delle rubriche sono desunti, con ironia, da battute di celebri film

contatti

[email protected]

Federico MartinelliCell.: 349 61 71 250

www.quintaparete.it

Anno III - n. 7 - Luglio 2012

Musica/Eventi pag. 2

Teatro/Agenda pag. 8

pag. 14Libri/Giochi di ruolo

pag. 16Società

pag. 18Viaggi/Animali

pag. 24Sport

www.quintaparete.it

in questo numero

Numero chiuso il 7 luglio 2012

Page 4: Verona è - Luglio 2012

In alto Roberto Bolle,qui a fianco Iggy Pop

Luglio 20122 Musica

Continuano sui palchi di città e provincia le esibizioni degli artisti nazionali e internazionali selezio-nati da EventiVerona per proporre al pubblico sempre il miglior intrat-tenimento. A seguito dei primi con-certi del mese, i Negrita il 7 luglio e Antonello Venditti il 9, il program-ma ha ancora tanto da proporre.

Paolo Nutini sarà ospite al Castello di Villafranca il 20 luglio. Il giova-ne cantautore scozzese si è fatto no-tare negli ultimi anni grazie al suo stile pacato e ricercato, essenziale pop rock ma con influenze soul, folk e blues. Due album vincitori di diversi premi in patria e la scalata delle classifiche lo hanno decretato come un artista di sicuro interesse e dalla promettente carriera. Con una numerosa band al suo seguito, composta tra l’altro da sassofoni, trombe e tromboni, il musicista è ora in tour e sta lavorando a nuovo materiale inedito.

Sempre tra le mura del castello è atteso il giorno seguente Goran Bregovic, per un consueto spet-tacolo frizzante, come il titolo del suo nuovo album “Champagne for gypsies” uscito in primavera e frutto della collaborazione con di-versi artisti gitani e non solo. Una musica e un’orchestra, le sue, che coinvolgono al primo ascolto, con-ducendo a balli irresistibili, come nella migliore delle tradizioni bal-caniche.

Il 23 luglio giunge in Arena la se-rata evento “Roberto Bolle & frien-ds”. Un gala di grande danza con uno dei ballerini più celebri del mondo, acclamato protagonista delle scene internazionali. Appas-sionati e neofiti potranno apprezza-

re le sue coreografie insieme ai più rinomati colleghi da lui chiamati, insieme per la prima volta sul palco del nostro anfiteatro.

Nuovamente al Castello Scaligero di Villafranca per assistere al rock puro e ruvido di Iggy and The Sto-oges. Formatisi alla fine degli anni ‘60 hanno attraversato epoche e stili, diventando band di culto, pro-tagonisti di concerti provocatori e

aggressivi. Il frontman Iggy Pop ha poi attraversato una carriera solista fatta di alti e bassi ma sem-pre contraddistinguendosi per il suo carisma unico. Con una forma-zione rinnovata si sono riuniti nel 2003 e tornano ora a calcare le sce-ne anche con nuova musica inedita.

Segnaliamo anche lo show dei Pla-cebo il 3 agosto sempre al Castel-lo di Villafranca. Il gruppo rock inglese, dopo 15 anni di attività ha iniziato con la pubblicazione dell’ultimo album nel 2009 una nuova fase della loro carriera. Ter-minato nel 2010 un tour mondiale di grande successo hanno ripreso quest’anno i loro appuntamenti in-ternazionali.

Grandi ospiti in città e dintorni

Eventi (a) Verona, un’estate da sentire

Verso l’infinito e oltredi Stefano Campostrini

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Luglio 2012 3Musica

In regione altrettante proposte del panorama musicale

Uno e più festival, in VenetoMerito di questo festival va all’asso-ciazione culturale omonima, nata nel 1988 con sede in provincia di Trevi-so. Ha ottenuto da subito rilevanza internazionale, riuscendo nel tempo ad organizzare eventi con ospiti di primissimo piano. Miles Davis, Ge-orge Benson, Michel Petrucciani, John McLaughlin, Jack Dejonet-te, Tuck & Patty, Gil Evans, Diana Krall, Billy Cobham sono solo alcu-ni dei nomi di cui può vantare.

L’edizione del festival di quest’anno non è da meno e include nel suo pro-gramma il Venezia Jazz Festival e il Nu Fest, dedicato alla musica con-temporanea e in particolare elettro-nica.

In numerosi luoghi della pianura ve-neta vi sarà quindi l’occasione di as-sistere alle esibizioni jazz di autentici “big” e artisti più emergenti, il tutto con diverse opportunità di ingressi gratuiti. Segnaliamo questo mese:

- 11/7 Pat Metheny Unity Band all’Area Sherwood di Padova;

- 13/7 Sarah Jane Morris alla Rocca dei Tempesta di Noale (VE);

- 14/7 Saba + Niccolo Fabi, parco Villa Bolasco, Castelfranco Veneto (TV);

- 20/7 Marco Tamburini “tribute to Jimi Hendrix” al Palazzo Municipa-le di Fiesso d’Artico (VE);

- 20/7 Grupo Compay Segundo da Buena Vista Social Club al Teatro Goldoni di Venezia;

- 21/7 Vinicio Capossela + Rebetikos Gymnastas sulla Piazza degli Scac-chi di Marostica (VI);

- 26/7 Tolo Marton + Brian Auger & The Trinity alla Rocca dei Tempesta di Noale (VE);

- 29/7 Gilberto Gil al Teatro La Fenice di Venezia;

- 31/7 Cesare Picco Piano Solo alla Collezione Peggy Guggenheim a Venezia;

- 2/8 Hiromi + Tord Gu-stavsen Ensemble, Teatro Goldoni a Venezia.

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Notevole è anche il cartellone orga-nizzato da Zed Live, che opera in particolare nel contesto di Padova, che include al suo interno l’Hydro-gen Festival a Piazzola sul Brenta (PD) con grandi artisti che si al-terneranno prossimamente. Ecco in rassegna gli eventi di luglio:

- 11/7 Wolfmother (rock)

- 13/7 The Cult (rock)

- 14/7 Chemical Brothers (elettroni-ca) al Kartodromo Pista Azzurra di Jesolo

- 14/7 Giuseppe Giacobazzi (cabaret)

- 16/7 Duran Duran all’Arena di Ve-rona

- 17/7 Alanis Morissette (pop-rock)

- 19/7 Franco Battiato con l’Orche-stra Toscanini

- 20/7 Ben Harper (rock-folk-blues)

- 21/7 Massimo Ranieri

Verso l’infinito e oltredi Stefano Campostrini

In questa pagina, dal centro in senso orario:il chitarrista Tolo Marton, i Wolfmother

durante un concerto, la pianista giapponese Hiromi e la cantante italo-etiope Saba

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In alto un momento del conturbante show, qui sopra un’ immagine promo del nuovo album uscito quest’anno

Trent’anni di carriera sono mol-ti, ma certamente non troppi per ritornare sulla scena e stupire an-cora. La signora Ciccone si ripre-senta dopo quattro anni dallo “Sti-cky & Sweet Tour” con il poderoso “MDNA Tour” il cui intento sem-bra essere quello di “chiedere per-dono” e di mostrare i trucchi dell’e-lisir di lunga vita. Ma perché mai una Pop-star del calibro di Madon-na dovrebbe chiedere l’assoluzione dei suoi peccati, se la chiave del suo successo sta proprio nel desta-re scandalo e giocare sulla propria sessualità?

Madonna non lascia nulla al caso e osa senza pesi nè misure: San Siro non sarà più uno stadio, né uno spa-zio concerti. San Siro sarà il punto di raccolta di un bagno di “fedeli” in attesa del loro guru spirituale. “Le vie di Madonna sono infinite” recita il motivetto religioso e nono-stante le diffuse anticipazioni sulle chicche del tour, il senso di sorpre-sa e di stupore si nasconde dietro le quinte nell’attesa di ipnotizzare la folla.

Dopo l’esordio nella capitale, l’MDNA Tour 2012 attraversa lo stivale per approdare nella Fashion caput mundi italiana il 14 giugno. Gli 80.000 pop-devoti si accingono a raggiungere la propria postazio-ne. Gli anelli di San Siro strabor-dano di fan e a parte qualche spazio vuoto nel prato dei “coraggiosi”, lo stadio è gremito di giovani e meno giovani, di bambini in braccio alle madri, di coppie etero e meno etero. Un mito da sfatare quello del pub-blico omosessuale come unico se-guace della Pop-star; la folla è mol-to varia ed eterogenea, di genera-

zioni ce n’è sicuramente piu d’una.

Il noto e prestigioso dj france-se Martin Solveig apre le danze, a sirene spiegate, con “Girl Gone Wild” dando un tocco “house” al poderoso mix pre-concerto dei più famosi brani classici e moderni del-la Ciccone, tra cui spiccano “I’m Addicted” , il nuovo singolo “Turn up the Radio” e “I don’t give a….” in cui Madonna duetta con la scop-piettante Nicki Minaj.

Veronica si fa attendere più del dovuto, solo quarantacin-que minuti di ritardo rispetto all’ora e mezza toccata ai pa-zienti fan della capitale. Ma l’attesa non importa, escluso qualche fischio meritato, per-ché l’apertura è talmente so-lenne e colossale che il danno viene ridotto al minimo.

Un turibolo in sospensione di dimensioni gigantesche inizia a oscillare riempiendo San Siro di incenso e solen-

nità, un’intro sacrale e inquietante accompagna l’entrata di preti in to-naca rossa e nera con le mani giun-te in segno di preghiera. La croce cristiana è in bella vista e dopo un’attesa quasi snervante si cala il confessionale della peccatrice di cui si intravede la sagoma. Invoca perdono la star pentita, annuncia l’osannato pentimento e dichiara di voler essere buona ma di riuscirci a stento. Poi il boato, la chiesa crol-la e si frantuma in mille pezzi (in segno di cambiamento?) e la pecca-trice ritorna selvaggia con il brano di apertura “Girl Gone Wild”. La cattedrale prende vita, i preti si ri-bellano in una danza scatenata se-guita dall’altrettanto movimentata “Revolver” in cui l’amore e il sesso uccidono “a colpi di pistola” come in un film poliziesco. “Gang Bang” è il terzo brano inedito tratto dal nuovo album in cui la sfida a mano armata diviene violenta. Madonna si arrampica sulla scena del delitto come una ladra furtiva, con movi-menti leggiadri e atletici da vera professionista. La scena si alterna

Luglio 20124 Musica

I concerti della cantante americana sono sempre degli eventi

San Siro 2012: Habemus Madonna!

di Jessica MarianiVerso l’infinito e oltre

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Verso l’infinito e oltre

Luglio 2012 5Musica

fra passato e presente, così la stori-ca “Papa don’t preach” irrompe pre-potente con il sound anni ’80 in cui la star ha finalmente l’opportunità di rivolgersi ai grandi nomi della Chiesa, desiderosa di mandare il suo messaggio di critica e sdegno.

Il ritmo “dance” di “Hung up” ri-vivacizza il pubblico ricordando, come nello stesso video del brano, i passi atletici e acrobatici del mu-sical “ Flash Dance”. I cinquanta-quattro anni della Ciccone sem-brano scomparire; il feeling con il corpo di ballo è unico e raro, tanti corpi che si muovono simultanea-mente come fossero un tutt’uno.

Si ritorna ai successi del momento

mento raggiunge il culmine quando Madonna celebra la sua accusa con la frase: “She’s not me”.

La danza prosegue con il divertente motivetto “L u v Madonna! Y o u you wanna!” tratto dal brano “Give me all your luvin” seguito dal brand new track “Turn up the Radio” che lascia intravedere l’impeccabile tocco house di Martin Solveig.

E’ il momento di aprire il cuore ai propri fan con il brano “Oper your heart” portando l’euforia ai massi-mi i livelli con percussioni e ritmi tipici di una danza popolare e qual-che mano concessa ai fan scatenati.

Madonna conosce bene il suo pub-blico e ne prevede anche i momen-ti di stanchezza. Lo show concede un attimo di tregua con la suadente melodia di “Masterpiece”, premiata con il Golden Globe come miglior colonna sonora del film “W.E” di cui la Ciccone è anche regista.

“Dopo la quiete la tempesta”: luci e flash fotografici illuminano a inter-mittenza San Siro sulle note di “Vo-gue”. Il palco si trasforma in una passerella molto “minimal”sulle tinte del bianco e del nero. Madon-na sfila con determinazione nel suo abito firmato Jean Paul Gautier as-sieme al corpo di ballo e alimenta l’entusiasmo degli over ’40.

con il duetto fra Madonna e Nicki Minaj sul brano “I don’t give a..”, ritmato a colpi di hip-hop e R&B. La scena cambia come pure la co-reografia. Un gruppo di majorette avanza verso il pubblico e musicisti in uniforme bianca e rossa rullano i tamburi in sospensione appesi a un filo. Il rullo di tamburi annun-cia in realtà la seconda “freccia-tina” di Veronica. Sulle note del classico “Express yourself” che la portò al successo nell’89, si erge la provocazione alla giovane rivale Lady Gaga, il cui brano di successo “Born this way” pare avrebbe no-tevoli somiglianze con quello del-la Ciccone. La dimostrazione del plagio è netta e udibile anche per l’orecchio più inesperto il cui sgo-

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Si prosegue poi con “Candy shop”, brano cult del precedente album “Hard Candy” per poi fare un sal-to nel 1995 con “Human nature”. Uno specchio di dimensioni enormi

scorre sul palcoscenico su cui l’im-magine della star si riflette con stile narcisista e provocatorio.

Il momento più sensuale del con-certo arriva con il celebre “Like a Virgin” che lanciò l’artista nel 1984 e che si muove su note lente in una nuova versione melodica, a tinte new age, in cui Madonna interpre-ta assieme a uno dei suoi ballerini il ruolo della vergine sedotta e abban-donata. Un momento emozionante, seguito dai colori e dal ritmo di “I’m addicted” e poi di “I’m a sinner” che confermano l’indole irrefrenabi-

le dell’artista di essere una pecca-trice. Si rimane in tema religioso con “Like a prayer” intervallata dai gorgheggi di un coro gospel in stile “Sister Act”e di una Madonna che si abbandona “down on her knees” ai piedi del palcoscenico in segno di devozione.

Dopo la devozione si conclude con la trasgressione del palpitante cre-scendo dance di “Celebration”: Madonna, i suoi ballerini e il figlio Rocco si abbandonano a danze sca-tenate su cubi colorati che si alzano e si abbassano sul palcoscenico. L’e-picentro di energie si concentra in un unico punto del palco ed è pro-prio lì che Madonna e il corpo di ballo porgono il loro saluto al pub-blico stanco ma ancora euforico e pieno di soddisfazione.

Peccato, redenzio-ne e assoluzione: i tre momenti cardi-ne di uno spettaco-lo senza paragoni. La signora Ciccone è quindi degna del tan-to osannato perdono? Le regole dello show business lo hanno sem-pre confermato: non si nega mai l’assoluzione alle icone della musica pop. Le provocazioni, i passi falsi e gli scanda-li fanno tutti parte di

quel circo mediatico che ne alimen-ta la fama. Solo una cosa però non è concessa loro: dar l’impressione che il tempo scorra inesorabile. Nono-stante Madonna sia l’interminabile pietra di paragone che viene sca-gliata contro ogni giovane collega con migliori doti canore, il merito di aver inventato uno stile le viene riconfermato puntualmente dopo trent’ anni dagli esordi. I segni di stanchezza sono quasi invisibili e quell’elisir segreto di lunga vita ga-rantisce l’efficacia. Il trono è suo: di Regina del Pop ce n’è una sola.

Luglio 20126 Musica

di Jessica MarianiVerso l’infinito e oltre

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Verso l’infinito e oltre

Luglio 2012 7Musica

Giunge quest’anno alla sua sedice-sima edizione la rassegna di musica internazionale “Concerti Scaligeri”, promossa dall’Assessorato al Decen-tramento del Comune di Verona in collaborazione con il LAMS (La-boratorio delle Arti Musica e Spet-tacolo), dell’Associazione Due Valli (per il Castello di Montorio) e della Compagnia di Enzo Rapisarda (Corte Molon).

La manifestazione è uno degli appuntamenti più longevi nel panorama della programma-zione estiva veronese, avendo debuttato nel 1996 nella cor-nice del Cortile del Mercato Vecchio, ad inaugurarne l’uti-lizzo continuativo come luogo di spettacolo. Quella dell’indi-viduazione di siti nuovi per la musica è stata una delle cifre caratteristiche dei Concerti Scaligeri dei primi anni (oltre nel già citato Cortile del Mer-cato Vecchio, concerti si sono tenuti al Forte della Gisella, nella cripta del Duomo, a Corte Mo-lon e al Castello Scaligero di Mon-torio), portando all’attenzione del pubblico decine e decine di artisti provenienti da vari angoli del mon-do. La logica che lega l’Assessorato al Decentramento ai Concerti Sca-ligeri risiede nell’idea di estendere manifestazioni culturali al di fuori dei luoghi comunemente adibiti agli spettacoli, veicolando occasioni di divertimento e approfondimento culturale nei quartieri, normalmen-te trascurati dalla programmazione estiva veronese, con uno sguardo alle tradizioni popolari da un lato e alla musica acustica dall’altro.

L’11 luglio, a Corte Molon, andrà in

scena uno dei più interessanti duo chitarristici nel panorama italia-no, i Bruskers, che ci offriranno un raffinato e coinvolgente spettacolo, in cui si fondono ironia e virtuosità strumentale, in una formula apprez-zatissima dal pubblico e dalle tante riviste specializzate che ne descrivo-no l’originalità e la maestria.

Infine, come da tradizione, al Castello di Montorio un appuntamento di grande impatto, adatto a trasci-nare il nutrito pubblico. Come lo scorso anno fece-ro i musicisti della Original Kocani Orkestar, venerdì 13 luglio la band celtica dei Beltaine, con il suo sound moderno e con la sua tra-scinante presenza scenica, offrirà uno spettacolo energico e coinvolgente. Tra i più interessanti gruppi folk- rock europei, i Beltaine sono stati vincitori dell’Irish Music Awards nella categoria Top Celtic Rock, avendo costruito un proprio e unico sound, grazie alla capacità

di mischiare i suoni della tradizione celtica con la musica moderna. I con-certi dei Beltaine sono performances travolgenti, ricche di virtuosismo e passione, realizzati con una grande varietà di strumenti, tradizionali e non, fra i quali il bouzuki, il man-dolino, whistles, bodhran, bombar-da, fisarmonica, tabla, cajon djembe,

chitarre, e molti altri. Dal 2002 sono impegnati in concerti nell’est Europa e poi in molte parti del mondo, dal Messico alla Malesia ai paesi europei.

Gli spettacoli hanno inizio alle ore 21.15 e sono ad ingresso li-bero. Servizio gastronomico e di ristoro.

www.concertiscaligeri.info

Alcuni appuntamenti per chi ama una musica un po’ meno commerciale

Concerti scaligeri

a cura di Stefano Campostrini

A centro pagina i Bruskers, qui sopra due componenti della band Beltaine

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Con luglio la rassegna provinciale entra nel vivo e prendono il via anche altre manifestazioni, che si aggiun-gono al già ricco programma sin qui proposto. Questo mese segnaliamo:

- Estate musicale maffeiana: dal 2 al 30 luglio presso il Museo Lapida-rio serate all’insegna di musica clas-sica. Ingresso libero fino ad esauri-mento posti.

- SanGiò Artfestival: di giorno e di sera parchi e piazze fanno da scena-rio ad appuntamenti musicali, tea-trali. www.culturalupatotina.it

- Villa Blues Nogara: dal 14 al 17 luglio a Villa Raimondi, quattro se-rate dedicate alla calda e avvolgente corrente musicale.

- Voci e luci in Lessinia: sui prati tra le valli musicisti costruiscono con il pubblico un percorso di ascolto e di sguardi immerso nei paesaggi anti-chi di milioni di anni.

- Storie a pancia piena: a Malga Valbella di Passo Fittanze una se-rie di rappresentazioni teatrali con pane, salame e vino gratuiti.www.teatroimpiria.net

- Italian Body Painting Festival: il 14 luglio a Bardolino torna per la settima edizione il campionato uffi-ciale italiano dei corpi dipinti. Mo-stre e live music. Ingresso gratuito.

- Estate Zeviana: danza, cabaret, teatro, musica e non solo saranno protagonisti al Castello di Zevio e

dintorni. www.comune.zevio.vr.it

- Salizzole Estate 2012: la cittadi-na della bassa veronese ospiterà nei mesi estivi spettacoli teatrali e sera-te musicali, sempre all’insegna della cultura.

- Culturalmente a Legnago: tra piazze e cortili della città musica, te-atro e soprattutto cinema, per tutti luglio e agosto, ingresso libero.

www.provinciainfestival.it

Luglio 20128 Agenda

Prosegue il grande contenitore di eventi: musica, teatro, spettacoli e tanto altro

Provincia in festival 2012, si continua

di Stefano CampostriniAppuntamenti

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Luglio 2012 9Teatro

Appuntamenti

E siamo al novantanovesimo anno di stagione lirica in Arena. Già ci si prepara al prossimo centenario ma quest’estate non è sicuramente da meno. Aida, Carmen, Turandot, Don Giovanni, Tosca e Romeo et Juliette sono le opere in cartellone, dal debutto il 22 giugno fino al 2 set-tembre.

Tutto in realtà è iniziato poco più di un mese fa con la cerimonia di gala ripresa in televisione e condotta, come di consueto, da Antonella Cle-rici. Un’anteprima unica per godere della grande emozione che ogni reci-ta suscita nello spettatore e in chi è presente sul palco (tra i quali il sot-toscritto). Una serata di lirica e non solo, con ospiti italiani e stranieri, a celebrare la loro musica e l’evento stagionale che da quasi un secolo si ripete. In ordine di debutto:

Don Giovanni (di Mozart) apre la stagione come nuovo allestimento della Fondazione Arena, dedicata

emozione. Arie celebri, personaggi e scenografie unici, una storia strug-gente e ammaliante.

Tosca (di Giacomo Puccini) torna in Arena con la regia e le scene sempre innovative di Hugo de Ana. Nella Roma del 1800 una storia d’amore e di intrighi pronta a farvi innamorare dell’opera.

Per chi non avesse l’opportunità di entrare nel magico anfiteatro ad as-sistere ad uno spettacolo, è sicura-mente invitato a “Villa in canto”. A Palazzo Camozzini, pochi passi dal centro in via S. Salvatore Vecchio 6, si può provare l’emozione di un’O-pera in poco più di un’ora e ad un prezzo interessante. Ecco le prossi-me date:

- Carmen, 16 luglio

- Madama Butterfly, 23 luglio

- Cavalleria Rusticana, 30 luglio

- Pagliacci, 6 agosto

- Il Barbiere di Siviglia, 13 agosto

Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 20.45. www.villaincanto.eu

Oltre al 99° festival lirico, da provare anche le serate di “Villa in canto”

Opera, in Arena e non soloagli amanti del compositore austria-co e agli amatori nella vita come il protagonista.

Aida (di Giuseppe Verdi) è da sem-pre la regina delle rappresentazioni, la prima, la più famosa, immancabile e ineguagliabile. Per tutti i mesi esti-vi accompagnerà il pubblico da tutto il mondo a seguirla.

Carmen (di Georges Bizet) è celebre per la sua movimentazione in scena e la verve musicale che sostengono il ritmo e rallegrano la serata. Nu-merose le rappresentazioni, da fine giugno a fine agosto.

Roméo et Juliette (di Charles Gou-nod) torna quest’anno nella sua nuo-va veste moderna, giovane, accatti-vante e coinvolgente. Un dramma e un lieto fine senza tempo, nella città dove tutto nacque.

Turandot (di Giacomo Puccini) me-rita anche solo per il “Nessun dor-ma”; è sempre un brivido, una forte

di Stefano Campostrini

Page 12: Verona è - Luglio 2012

Luglio 201210 Teatro

A Badia Calavena dal 4 all’8 luglio il primo appuntamento della Rete dei teatri di paglia

Teatro eco-sostenibile

Non vado mai al cinema, la vita è troppo brevedi Michela Saggioro

Prende spunto da esperienza simili e già radicate in varie località d’Italia la manifestazione della Rete dei tea-tri di paglia intitolata Festa delle terre di sopra - Estate tra le balle, che il Co-mune di Badia Calavena (Vr) ospita dal prossimo mercoledì 4 a domenica 8 luglio.

L’evento ad impatto ambientale zero è unico nel suo genere e nasce dall’i-dea di Associazione culturale Con-fluenze, Casa di Tano, Rotte locali, Zebra e Uqbarteatro, inserita nel cartellone di Provincia in Festival e Basso opera estate festival, di lavo-rare materiali poveri come paglia e fieno per dare loro dignità: ed esem-pio creando una struttura semiper-

manete da ridestinare, terminata la sua funzione, all’uso originario. Attraverso la costruzione di uno spazio sostenibile, con una tecnica che prende spunto dall’Arte pove-ra e dall’Arte ecologica, integrato nell’ambiente naturale e umano, Confluenze mira a far avvicinare i

partecipanti ai temi dell’ecologia e della valorizzazione del territorio, in maniera ludica e creativa.

Festa delle terre di sopra ed Estate tra le balle sarà un generatore di “incontri magici” a 360 gradi con la natura: il pubblico di ogni età potrà avvicinarsi liberamente alla costruzione del tea-tro scenico, ai laboratori e alle improvvisazioni spontanee. Gli appunta-menti dell’Associazione vengono ospitati nella magnifica cornice della frazione di Santissima Trinità di Badia Calave-na e si sviluppano in tre

momenti: la costruzione degli spazi scenici; l’animazione notturna con laboratori artistici a tema ecologi-co, letture nei boschi, spettacoli ed intrattenimento per i più piccoli, ol-tre alle escursioni naturalistiche e al mercatino di prodotti eco solidali e biologici; infine gli eventi serali con

spettacoli di danza, musica e gioco-leria.

In particolare tra le novità troviamo la creazione delle sculture di paglia e degli oggetti di Land Art. Il primo work shop è dedicato La realizzazione

di sculture col fieno, un intrattenimen-to artistico coordinato dal pittore e scultore Nikola Faller di formazio-ne tedesca, slovena e sud-est asiati-ca: l’evento si terrà dal mercoledì al sabato ed è possibile aderirvi con-tattando il 347 7744700. A seguire anche la suggestiva installazione di Land Art partecipata Armeless Army, l’esercito inoffensivo di spaventapasseri, che si terrà per tutta la durata del-la manifestazione. Essa prevede la costruzione di spauracchi che “abi-tino” lo spazio in maniera inoffensi-va, come giochi ed elementi ironici del paesaggio rurale. Tutti possono partecipare ad Armless Army invian-do un personalissimo fantoccio re-alizzato in materiali naturali alla sede dell’Associazione o portandolo al luogo dell’evento il giorno 4 luglio alle ore 10.

Il programma aggiornato di Festa delle terre di sopra ed Estate tra le balle si trova all’indirizzo www.estatetra-leballe.it.

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Luglio 2012 11Teatro

Ne hanno viste di cose questi occhi

Sarà anche vero che l’abito non fa il monaco, ma siamo sicuri che la dimora non faccia l’inquilino? In-somma, un conto è accogliere un ospite importante in uno squallido seminterrato, un conto è farlo in un lussuoso piano attico. Se poi c’è di mezzo un prestigioso incarico di la-voro, la differenza c’è eccome. Spe-cialmente per due artisti squattrina-ti in cerca dell’occasione della vita. Il luogo dell’incontro? Ma a casa Benetti, no? Che tanto quelli se ne stanno sempre in giro. Ma con il de-stino sarebbe meglio non scherzare, specie quando è lui in vena di scher-zi. Già, perché a volte gli ospiti si assomigliano, e a prendere fischi per fiaschi ci vuole un attimo. E se i pa-droni di casa rientrano furtivi, alla

spicciolata, e in dolce compagnia, diventa proprio un bel guaio, anche per chi già immaginava di dare una bella “ripulitina” alla casa. C’è infine quel tizio sempre tra i piedi, che nes-suno si fila, ma che forse è l’unico a non aver sbagliato posto.

Situazione confusa? Tranquilli, per fortuna a dirigere il traffico ci sono gli zelanti portieri dello stabile. Ma sarà poi davvero una fortuna? Non è facile raccontare in poco spazio l’in-tricata trama di Scusi, lei è di casa?,

ti recitano per ottenere uno scopo: “tutti quanti commedianti e la vita è una commedia”. Molto buona la prova del numeroso cast, spigliato e sempre a tempo. Una nuova confer-ma per questo gruppo, che, partito dalla valorizzare della tradizione popolare, ha allargato gli orizzonti, divenendo una compagnia di prosa in costante crescita.

ultima fatica teatrale del Gruppo Popolare Contrade, una commedia brillante di Paolo Corsi, dove si in-trecciano tante vicende incalzandosi a ritmo serrato in un elaborato gio-co ad incastro. Nel passaggio dalla carta alla scena la regia di Delio Ri-ghetti è riuscita a conciliare il ritmo con i numerosi e complessi movimen-ti scenici, facendo funzionare senza incepparsi un meccanismo sempre in movimento. In certi momenti il rit-mo è così elevato da stordire quasi lo spettatore, al punto da fargli te-mere di aver perso il bandolo della matassa. Ma è questione di poco, perché presto tutto si combina, ed a rimanere storditi, stavolta, sono solo i personaggi, con il pubblico che se la ride.

Vicina alla pochade per contenuto, la commedia strizza l’occhio anche al vaudeville, per l’in-nesto di alcune canzoni (con musiche originali di Giannantonio Mutto) eseguite dal vivo, a rias-sumere e commentare gli eventi. Non manca infine un omaggio alla Com-media (è un Pulcinella a cantare le canzoni), per dire che in fondo tut-

Il Gruppo Popolare Contrade riparte con una nuova esilarante commedia

Scusi, lei è di casa?

di Federico Martinelli

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Luglio 201212 Teatro

a cura di Silvano TommasoliNon vado mai al cinema, la vita è troppo breve

L’idea è quella di mettere insieme, anche per sinergie associativa e col-laborativa, un cartellone di varie iniziative culturali e spettacolari da proporre in Estate all’interno del cortile su cui s’affacciano gli uffici della Fondazione Maffei, come quel-li delle altre associazioni presenti: Anziani, Malati di Alzheimer, As-sociazione Il Caffè etc. Il cartellone tuttavia sarà sotto sovrintendenza tecnica e artistica della Fondazione, cui saranno devoluti gli introiti deri-vanti dall’ingresso libero con libera

offerta.

10 luglio, ore 21,15 LiberArt L’INVENTAFAVOLE Spettacolo per bambini e famiglie Di Silvio Truccano, Claudio Pallottini e Andrea de Manincor Con Silvio Truccano e Andrea de Manincor

A partire dall’omonimo gioco di car-te per bambini ideato da Claudio Pallottini e illustrato da Mauro De Luca, i due attori improvviseranno e drammatizzeranno al momento fiabe per tutti i gusti: i protagonisti, i luoghi, gli oggetti tipici della fiaba tradizionale saranno una continua sorpresa, ad ogni giro di carta. In scena sarà chiamato a partecipare anche il pubblico, rappresentato da genitori e bambini

24 Luglio, ore 21,15 de-Ze-de UNA GIORNATA ITALIANA Concerto di letture per musica, attori e una ballerina Per i 150 anni della nostra Italia Serata dedicata ai nostri anziani Testi tratti da Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, Giuseppe Cesare Abba,

Edmondo De Amicis, Goffredo Mameli, Massimo D’Azeglio, Damiano Chiesa e altri Con Sabrina Modenini, Andrea de Manincor, Anna Perbellini Ricerca storica: Andrea de Manincor, Francesca Zerman, Sabrina Modenini Coreografie: Barbara de’ Nucci

Bene o male l’Italia c’è, e bene o male essa, madre patria o matrigna ter-ra d’origine, rimane un patrimonio straordinario di risorse e di splendi-de possibilità, lo sappiamo tutti, ma anche un agglomerato di indecorosa povertà intellettuale, di rifiuto di quello stesso patrimonio, nel nome e per conto di un’arroganza che i nostri padri – spesso giovanissimi padri – e madri fondatori e fondatrici avreb-bero bollato, respinto, allontanato con vergogna. Quelli che morirono o scrissero o pensarono l’Italia unita furono alcuni giovanissimi che, nel nome dell’Unità, rinunciarono alla gioventù, affrontarono il pericolo, scelsero spesso la morte…

23 Agosto, ore 20,45 Progetto Attori & Attori IL PONTE DEI COLORI Spettacolo per bambini (6 – 10 anni) Scritto e musicato da Luca Roncoletta Con Sabrina Modenini e Andrea de Manincor

Gigi è un bambino dislessico, ma la sua dislessia fa il pari con l’in-capacità da parte di Anna, la sua compagnuccia di classe, la secchio-na, di distinguere i colori. Gigi in-vece in quello è bravissimo, i co-lori li sente, li annusa, li avverte. Ma Gigi vorrebbe essere bravo quan-to Anna… e Anna vorrebbe saper fare disegni e colorare alla pari di Gigi. Così, un bel giorno di un giorno qua-

lunque, su un prato e dentro un bau-le, per magia i bambini si ritrovano in un mondo parallelo dove l’una ora non sa più leggere e scrivere, l’altro non sa più disegnare…

29 Agosto, ore 20,45 Progetto Attori & Attori IL TITOLO NON C’ENTRA Spettacolo tra improvvisazione e teatro brillante per famiglie Di e con Roberto Vandelli e Andrea de Manincor

Ma voi ce l’avete presente un po’ quanto sia faticoso il mestie-re dell’attore? L’ansia per i pro-vini, mettersi in gioco continua-mente, essere convinti che il più delle volte… non ti prenderanno! E quando gli attori poi si mettono a produrre spettacoli, è proprio lì che li colpisce la legge di Murphy del te-atro: se qualcosa andrà male, lo farà! In attesa del prossimo “Grazie, le faremo sapere” che aspetta al varco ogni buon attore che tale si definisca, abbiamo deciso di toglierci qualche sassolino dalla scarpa, sparlando anche un po’ di quello che circonda il nostro mondo, in maniera diver-tita e pungente… Ed allora eccoci a voi con l’intenzione di regalarvi qualche risata e di “punirvi” intera-gendo con il pubblico, alla ricerca, chissà?, anche dei talenti di domani! Ma attenzione: la strada verso il suc-cesso è piena di buone intenzioni, ma lastricata di cocci di vetro e bucce di banana!

Cortile della Casa di Quartiere

Via Polveriera Vecchia 6 37134 Verona VR - Italia

tel/fax +39 045 [email protected]

Spettacoli per famiglie, ragazzi e bambini offerti dalla Fondazione Scipione Maffei

“E vegnar con le careghe”

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Luglio 2012 13Teatro

Non vado mai al cinema, la vita è troppo breve

Dopo le circa 26.500 presenze del-la scorsa edizione anche quest’anno, nonostante le ristrettezze di bilancio, torna la rassegna teatrale nei cortili con le compagnie amatoriali verone-si, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona.

Verona, come noto, è una delle città italiane con maggiore sviluppo del teatro amatoriale. Il fenomeno assu-me particolare evidenza non solo per l’alto numero di compagnie presenti, ma anche per l’elevato livello quali-tativo raggiunto da diversi gruppi che hanno ottenuto molti riconosci-menti nei vari festival.

L’attenzione dell’Ammi-nistrazione Comunale nei confronti del teatro ama-toriale è molto viva e si è concretizzata con la messa a disposizione di spazi at-trezzati per la realizzazione di questa rassegna da circa ventotto anni, con l’isti-tuzione del Premio Totola dedicato all’autore italiano contemporaneo, nonché con la scelta di introdurre una nutrita presenza di compagnie nel cartellone del Teatro Camploy.

La rassegna vede un calendario ric-chissimo di appuntamenti con ben 198 serate di spettacolo presentate da 25 compagnie. Particolarmente interessante il cartellone, molto ete-rogeneo, comprendente sia opere di autore italiano che straniero, con svariati liberi adattamenti. Emerge una chiara preferenza verso testi contemporanei italiani e stranieri (per lo più di area anglosassone), an-che se alcune compagnie hanno scel-to dei classici.

Pur in una generale atmosfera di leggerezza gli spettacoli presentano diversi orizzonti di impegno con il trattamento di tematiche attuali e controverse, dalla critica a malco-stumi e vizi della società, al mondo intricato degli affetti e della dimen-sione esistenziale.

CHIOSTRO S. EUFEMIA

Prosegue la rassegna la compagnia Micromega dall’8 al 15 luglio con “E deve essere un maschio” di Giuseppe Achille. Commedia coinvolgente per i suoi innumerevoli colpi di scena e avventurosi equivoci.

Dal 17 al 25 luglio continua la com-pagnia Gli Insoliti Noti con “Pallot-tole e cornetti (C’è un ostaggio nel palazzo?}” adattamento di Donato de Silvestri da un testo di A. Reynaud-Fourton. Commedia inedita in Italia che ha ottenuto all’estero un grande successo di pubblico e di critica.

La Maschera è in scena, dal 26 lu-glio al 3 agosto con “Favolescion” fir-mato da Paolo Quattrocchi e Mauro Cattivelli. Testo solo apparentemen-te creato per i più piccoli offre invece luoghi comuni, tormentoni, raffica di battute demenziali, situazioni comi-che che rendono il copione teatrale

fresco, esplosivo e sempre originale.

CHIOSTRO S. M. IN ORGANO

Dal 10 al 20 luglio la Compagnia Giorgio Totola propone “Attento alla cioccolata, ispettore Callaghan!” di Paolo Quattrocchi e Mauro Catti-velli. Commedia brillante che pren-de giocosamente di mira i luoghi co-muni del romanzo giallo.

Il G.A.D. Renato Simoni porta in scena, dal 21 al 28 luglio,”I pette-golezzi delle donne” di Goldoni. Un campiello dove imperversa un mec-canismo maligno, ma non mancherà

il lieto fine a coronare i so-gni della coppia di innamo-rati.

Dal 31 luglio al 7 agosto è la volta di C.M.T. Musi-cal Theatre Company con “R+J Story (A modern ro-mance)” adattamento di Pia Sheridan liberamente ispi-rato a “West Side Story” di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein. La regia utilizza la platea come palcoscenico, gli attori inte-

ragiscono col pubblico che si trova così immerso nella vicenda.

CORTILE ARSENALE

Dall’ll al 29 luglio è in scena La Bar-caccia con “Il Feudatario” di Carlo Goldoni. E’ il prezioso recupero di un testo goldoniano dimenticato, nato peraltro proprio nel Veronese in seguito all’occasionale passaggio di Goldoni nel feudo di Sanguinetto. Lo spettacolo è impreziosito dalla puntuale ricostruzione del linguag-gio dei “villani” e da una trama di trascinante divertimento.

Il programma di luglio della popolare rassegna

Teatro? Nei cortili

a cura di Stefano Campostrini

Page 16: Verona è - Luglio 2012

Luglio 201214 Libri

Scritto da un maestro sceneggiato-re di fumetti, Scrivere fumetti e graphic novel è un manuale utilissimo anche per gli scrittori di romanzi e racconti. In queste 127 pagine (stampate, pur-troppo, con caratteri molto piccoli) sono contenuti centinaia di consigli, suggerimenti tecnici e osservazio-ni relativi alla stesura di una storia: come creare personaggi affascinanti, come strutturare la trama, come im-postare un conflitto, tutto il neces-sario, insomma, per muovere i primi passi nel mondo della scrittura. Il manuale propone numerosi esempi e, per ciascun argomento, alcuni eser-cizi molto semplici e utili per mette-re subito in pratica i principi appena appresi.

Se al contenuto del libro non possono

essere mosse critiche, diverse vanno fatte all’edizione italiana, che presen-ta alcuni difetti sostanziali: tanto per cominciare, i fumetti esemplificativi sono in inglese (forse per problemi legati ai diritti?) e le tavole sono sta-te ridimensionate male, col risultato che i margini sono tagliati e parecchi baloon risultano illeggibili. Inoltre, le traduzioni di alcuni nomi dei perso-naggi citati lasciano molto a discu-tere, dato che non corrispondono a quelle ufficiali. Dettagli, questi, che non inficiano la lettura, ma sicura-mente risultano sgraditi agli appas-sionati di fumetti e a quelli della buo-na traduzione.

Scrivere fumetti e graphic novel è un testo semplice, piacevole da leggere e molto interessante. Noi ve lo consigliamo.

Peter David, Scrivere fumetti e graphic novel, Dino Audino Editore, pp. 127, € 15

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Tutti i segreti del mondo del fumetto

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Page 17: Verona è - Luglio 2012

Luglio 2012 15Giochi di ruolo

Ravendeath (di Iacopo Frigerio, Coyote Press, 20 €) è un gioco a epi-sodi sulla vendetta. In ciascuna ses-sione di gioco, uno dei partecipanti interpreterà il ruolo del Protagoni-sta, un personaggio tormentato alla ricerca di coloro che gli hanno fat-to un torto; uno degli altri giocatori sarà l’Antagonista di turno, obietti-vo della sua vendetta; i giocatori re-stanti interpreteranno i personaggi secondari (o i propri Antagonisti, nel caso appaiano anch’essi) e colla-boreranno alla creazione collettiva della storia.

Il sistema di gioco è molto particola-re: per risolvere i conflitti fra perso-naggi si usano dei dadi, che però non determinano il vincitore, ma quale giocatore è in grado di narrare quale aspetto delle vicende. Ci sono sette Temi: Segreto, Vendetta, Morte, Di-sperazione, Violenza, Odio e Follia. Chi assegna il dado più alto relativo a un dato Tema ha il controllo su di esso e può decidere, ad esempio, chi muore, oppure se viene usata violen-za o meno, o se avvengono manife-stazioni di follia. Non sempre il gio-co è così cupo: esiste la possibilità di portare in gioco Temi positivi come Perdono, Speranza e Amore, ma far-lo richiede circostanze particolari ed è alla base di una strategia creata da meccaniche semplici, ma affascinan-ti.

Pur avendo il difetto di essere un gioco pensato per numerose sessio-ni di gioco (in un gruppo di cinque giocatori, se ciascuno vuole inter-pretare un Protagonista, si parla di venticinque giocate), Ravendeath è un gioco godibilissimo anche come one-shot ed è un prodotto che consiglia-mo caldamente.

Ravendeath: un prodotto italiano di alta qualità

La vendetta è un gioco che richiede i suoi tempi

di Ernesto PavanNessun uomo è un fallito se ha degli amici

www.quintaparete.it

Stefano Campostrinigraphicdesigner_photoeditor

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Luglio 201216 Società

Ho conosciuto Elisa grazie a un’ami-ca comune, Laura, che si era stufata di sentirmi rispondere “Rimango in casa” tutte le volte che mi chiede-va “Cosa fai stasera?” Ho cercato di spiegarle che ci era abituato e che, in fondo, non mi dispiaceva neanche tanto, ma voi non avete idea di come sia cercare di convincere Laura: a volte, come in quel caso, ti vengono meno le forze e non puoi far altro che lasciarsi trasportare dalla corrente. Così accettai un’uscita a quattro con lei, il suo ragazzo e una sua amica che non avevo mai visto nemmeno su Fa-cebook.

“Cosa andiamo a vedere?” chiesi ras-segnato.

“Ve avengers” rispose Laura con l’ac-cento di un minatore gallese ubriaco.

“Ma va. Niente commedia ro-mantica?”

“No, Elisa vuole vedere quello.” Mentalmente, spuntai “oca” dal-la lista che mi ero fatto dei pos-sibili difetti di quella misteriosa amica. Laura è la persona mi-gliore del mondo, ma temevo che questa Elisa le somigliasse un po’ troppo. “Va bene. A che ora?”

Ci mettemmo d’accordo per andare allo spettacolo delle 20:30, trovan-doci al ristorante cinese alle 19 per mangiare un boccone. Individuare Laura e compagnia non fu difficile: mi bastò cercare la più alta concen-trazione di bianco, pesca e tessuti vaporosi della zona. Giovanni mi guardò come al solito storto, come se potessi essere una minaccia per la sua relazione ormai decennale. Un bel giorno gli spiegherò che, sì, vo-glio bene a Laura, ma ho anche un limite di sopportazione settimanale di quella cara fanciulla. E poi, a lei sono sempre piaciuti i tipi muscolosi.

Mentre mi avvicinavo, Elisa si staccò dal gruppetto e venne a stringermi la mano. Indossava calzoni grigiove-di a tre quarti e una maglietta nera

con la scritta “Distanza di sicurezza: 20 m”, di almeno due taglie più gran-de. Mi aspettavo una bellona come le altre amiche di Laura, invece Eli-sa aveva i capelli color carota e qual-che lentiggine di troppo, nonché, alle dita, la collezione di anelli più brutti dell’universo. Anelli? Diedi una ra-pida controllata all’anulare: occupa-to. Cosa diavolo era venuto in mente a Laura?

Elisa aveva una bella voce squillante e, quando un colpo di vento le fece aderire la maglietta al corpo, riuscii a intravedere forme discretamente generose. Lanciai un’occhiata a Lau-ra e lei mi rispose con un’espressione di intesa assolutamente indiscreta. “Non potevi chiedere alla tua amica se era impegnata prima di invitarci

entrambi a questo appuntamen-to?” avrei voluto chiederle; na-turalmente, non lo feci. Se non altro amo il cibo cinese e volevo vedere da un pezzo The avengers, quindi la serata non sarebbe stata completamente da buttare.

Nel ristorante, ordinammo quat-tro cene self-service, un tè alla pesca per Laura e una coca cola per Giovanni. Io presi una birra e mi stavo già rassegnando a es-

Un racconto a puntate

Non capita tutti i giorni

di Ernesto PavanStorie di ordinaria follia

FINO ALLE ORE

24:00

DAL MERCOLEDÌ ALLA DOMENICA San Marco

Antica Pasticceria

Page 19: Verona è - Luglio 2012

L’ immagine del braccio nella pagina a fianco è in licenza CC, tratta da Hacklock.

In alto in questa pagina la birra cinese Tsingtao

Luglio 2012 17Società

sere l’alcolista della situazione quando Elisa mi imitò. “Il bello della birra ci-nese è che fa schifo come quella ita-liana, ma te ne danno di più e costa meno.” Elisa sottolineò le sue parole bevendo un lungo sorso.

“Voi due restate qui a guardare la roba mentre io e Giovanni andiamo a pren-dere da mangiare.” Avrei voluto dire a Laura di fare alla svelta. ma non pote-vo, così mi rassegnai a trascorrere un po’ di tempo da solo con una ragazza che non conoscevo e che, essendo lei impegnata, non avevo grande interes-se a conoscere.

Mi aspettavo il silenzio imbarazzato che cala di solito quando nessuno dei due sa come iniziare una conversazio-ne, ma ci volle solo un attimo prima che Elisa mi chiedesse: “Allora studi giornalismo?”

“No, mi sono laureato sei mesi fa. Adesso faccio il disoccupato.”

“Oh. Laura mi aveva detto che studia-vi ancora.”

“Laura ha la memoria molto corta.” Come ho già sperimentato questa sera. “Dev’essere per questo che lei e Giovanni stanno assieme da dieci anni: sarebbe un tormento per quella poveretta imparare il nome di un nuo-vo ragazzo.”

Elisa scoppiò in una risata soffocata. “È vero. Oggi pomeriggio mi ha chie-sto tre volte a che ora dovevamo tro-varci. Però è tanto buona.”

Dovetti annuire. “Sì. Con tutte le sue buone intenzioni ci potrebbero lastri-care la strada per l’inferno e ne avan-zerebbero per rifare la pavimentazio-ne un paio di volte.”

Elisa alzò gli occhi al cielo. “Me lo aveva detto che sei un brontolone.”

“Con una come lei in giro, ci vuole qualcuno che si lamenti per riequilibra-re un po’ tutta quella zuccherosità.” Era uno di quei momenti in cui mi sa-rei preso volentieri a schiaffi, ma tan-to, cosa importava? Non avevo certo la possibilità di fare colpo su Elisa, quindi tanto valeva parlare a ruota libera. “E tu, invece? Studi? Lavori?”

Elisa svuotò un buon quinto della bottiglia di birra prima di rispondere. “Ho studiato storia moderna e adesso frequento un corso di scrittura crea-tiva, ma non mi piace molto: sembra tutto un ripasso dei manuali che ho letto.”

Mi si drizzarono le orecchie. “Atten-zione: non solo consideri la scrittura qualcosa da studiare e non un talento, ma leggi addirittura i manuali,” escla-mai con stupore non del tutto simula-to. “Attenta a non dirlo in giro.” Que-sta volta fui io ad aver bisogno di un bel sorso di birra.

Elisa fece una smorfia con l’aria di chi la sapeva lunga sull’argomento. “Lau-ra mi ha detto che scrivi anche tu, ma naturalmente non si ricordava bene cosa.”

“Una volta scrivevo fantasy; poi mi sono reso conto di fare schifo e ho smesso. Ogni tanto faccio un riassun-to dei manuali che ho letto e lo trasfor-mo in un articolo sul mio blog.”

“Che genere di fantasy? Heroic, high, medieval...?” chiese Elisa, pronuncian-do le parole inglesi in modo impec-cabile. Maledetta Laura: mi presenti una così ben sapendo che non posso averla? Come se i miei pensieri l’aves-sero evocata, Laura tornò a sedersi accanto a me, mentre Giovanni ripre-se il suo posto a fianco di Elisa.

“Ehi, le hai detto del tuo lavoro?” Lau-ra, se il tuo ragazzo non avesse dieci centimetri e almeno quindici chili di muscoli più di me, saresti morta. In quel frangente, non potei fare altro che cercare di tenere nascosta la mia angoscia.

“Ma non eri disoccupato?” mi doman-dò Elisa.

“Infatti: faccio qualche traduzione a tempo perso, un po’ di scrittura per la pubblicità, niente di che. Non sono veri lavori.”

Laura si allungò sopra il tavolo e fece cenno a Elisa di avvicinarsi per mor-morarle nell’orecchio: “Iui traduce i libri gay!”

Laura, ti concedo la semi-infermità mentale, ma questa me la paghi co-munque.

(Continua...)

Storie di ordinaria follia

Page 20: Verona è - Luglio 2012

Luglio 201218 Viaggi

Geniale questo humour nordico. Es-senziale. Glaciale.

È il governo delle Svalbard che vi parla, in accordo con il locale ufficio del turismo. Un decalogo elementare solo in apparenza, perché se qual-cuno s’è preso la briga di mettere nero su bianco le Svalbard Rules vuol dire che non tutti siamo previsti del modello base “intuito-buon senso-rispetto”. Una massima fra tutte vi raccomanda di evitare di disturbare gli orsi polari e di non dar loro cibo. Chiaro, per chi è abituato a sfamare i piccioni cittadini lo slancio nutri-tivo verso questo mammifero si fa sentire; cercate di trattenervi: l’or-

so bianco è conosciuto certo per la sua bellezza - fategli una foto -, forse per una pubblicità con Licia Colò - indovinate quale -, forse per la sua indole tutt’altro che mansueta. Non facciamo dunque gli spacconi, ché con circa 4 mila esemplari di orsi che soggiornano da queste parti, a fronte di 3 mila persone che abitano l’arcipelago, c’è poco da scherzare.

Quale dei due numeri vi ha colpito, i tanti animali o i pochi umani? Mah,

vecchia di 400 anni, mentre per le spedizioni invernali di caccia e cat-tura di animali da pelliccia bisogna aspettare il 1800. Immagino il sollie-vo delle bestiole quando nel 1906 il signor John M. Longyear inaugura la sua miniera…qui a soffrire sono gli uomini.

Carbone = foreste? Certo, ma di mi-lioni e milioni di anni fa, perché qui la vegetazione attuale non contempla alberi ma muschi, licheni e cespugli sparsi qua e là, come volessero riem-pire lo spazio vuoto, mentre il legno dei pali e delle poche capanne arriva dalla Siberia, per mare, trasportato dalle correnti. Un viaggio apprez-zabile quello dei tronchi, ma se vo-gliamo metterla sul piano dei chilo-metri è nulla in confronto a quello intrapreso dalle Svalbard, che 600 milioni di anni fa si trovavano vicine all’Antartide, 350 milioni di anni fa a metà strada, nei pressi dell’Equa-tore, e ora sono entrate nella calotta polare artica.

Di traversate ne sappiamo qualcosa anche noi italiani: è da Ny-Ålesund, piccolo insediamento di 200 abitanti (in estate) e 30 (in inverno) che de-colla, nel 1925, l’avventura di Um-berto Nobile, progettista di aeronavi ed esploratore conosciuto soprattut-to per il tragico epilogo della spedi-zione del dirigibile Italia.

E sulla delicata terra di ghiaccio solo le vostre orme: inimmaginabile viaggio artico

Arcipelago Svalbard: stop! Più a Nord solo il Polo

«Impossibile essere un turista invisibile, ma si apprezza lo sforzo»

di Alice PeriniGiro giro tondo, io giro intorno al mondo

sapendo in che razza di posto siamo finiti stavolta, confinati nel mar Gla-ciale Artico tra i 74 e gli 81 gradi di latitudine Nord e a un migliaio di chilometri dal Polo Nord, mi sor-prendono queste 3 mila anime, di cui più di 2 mila vivono a Longyearbyen, il principale centro amministrativo della Norvegia sulle Svalbard.

Già, la Norvegia, lo stato che dal 1925 ha sovranità su questa “costa fredda”, perché Svalbard significa proprio questo e nient’altro, anche se, come spesso acca-de, la natura riserva qual-che sorpresa. E vuoi vedere allora che qui, tra la pulci-nella di mare e il beluga, c’è posto anche per le miniere di carbone, meta, in passa-

to, di ondate di lavoratori provenien-ti perlopiù dall’ex Unione Sovietica e poi dalla Russia? “Merito” del Trattato delle Svalbard del 1920, in base al quale le potenze firmatarie (tra cui l’Italia) hanno il diritto di sfruttare le risorse dell’arci-pelago.

Non che in passato ci si sia fatti scappare qualcosa! La caccia alle balene è cosa

Page 21: Verona è - Luglio 2012

Nella pagina precedente, in alto, la posizione geografica dell’arcipelago e in basso la stazione

Dirigibile Italia.

In questa pagina, dall’alto, Longyearbyen,una pulcinella di mare

e la meravigliosa aurora boreale

Luglio 2012 19Viaggi

Di Italia alle Svalbard c’è dell’altro oltre al ricordo di un sogno precipi-tato su una banchina di ghiaccio. È aperta anche d’inverno e a maggio ha festeggiato i primi 15 anni d’atti-vità: è la base voluta dal Cnr (Con-siglio Nazionale delle Ricerche) per accogliere ricercatori esperti nei set-tori dell’oceanografia, biologia ma-rina, chimica e fisica dell’atmosfera. Ah, si chiama Dirigibile Italia.

Qualcuno di voi sarà for-se alla ricerca di un valido motivo per mettere piede da queste parti, dove, qual-cuno dice, è tutto ghiaccio. Forse, però, un viaggiatore non dovrebbe mai chieder-si il perché di una meta: la ricerca di una risposta vi terrebbe così impegnati da oscurare tutto l’inimma-

ginabile che il viaggio porta con sé. Perché qui esiste, solo per fare un esempio, un settimanale, lo Sval-bardposten che ha raggiunto quota 3224 abbonati nel 2003, più del nu-mero gli abitanti, oppure perché, ol-tre al bianco del pelo dell’orso, il co-lore prevalente è il biondo dei capelli dei giovani studiosi che sbarcano ai confini del mondo con l’ambizione di salvarlo, questo mondo. Inimmagina-bile, vero?

Straordinario, quasi quanto voi, che avete dovuto faticare non poco per essere “turisti invisibili” in questa terra lontana. Nordica. Essenziale. Glaciale. E questo non è humour.

Giro giro tondo, io giro intorno al mondo

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Page 22: Verona è - Luglio 2012

Luglio 201220 Viaggi

Contestualizziamo la vicenda. Do-menica 10 giugno 2012, le 13.45 cir-ca, un importante telegiornale na-zionale. I servizi scorrono, passando da come gli sfollati e i terremotati guarderanno la sfida degli Europei fra Italia e Spagna alle ultime indi-screzioni sulle formazioni che scenderanno in campo, per proseguire con alcune notizie che riguardano la si-tuazione economica interna-zionale e le misure che i vari governi stanno cercando di mettere in atto. Poi l’atten-zione ritorna al tema del terremoto, con l’obiettivo di capire (o almeno tentare di capire) lo stato d’animo dei bambini che stanno vivendo e affrontando questa diffici-le circostanza.

Prima di entrare nell’argo-mento del nostro articolo, una breve digressione. Fare giornalismo, di qualsiasi tipologia esso sia, non è semplice. Come ogni altro mestiere. Vi sono segreti, tecniche, momenti di spen-sieratezza ed episodi intrisi di diffi-coltà e tensione. Reperire le fonti, ve-

rificarle, confrontarle con altre. Ar-rabbiarsi quando la notizia è priva di quel quid utile per fare la differenza e gioire per essersi resi conto di aver fornito un servizio per la gente. E il contatto con la gente, con le persone, si concretizza nelle domande.

Dalla domanda del giornalista alla risposta di chi viene interpellato. Un quesito per ottenere una spiegazione a qualcosa che già si conosce, o per stimolare una discussione. Un quesi-

to mirato, a volte pungente. Un que-sito adeguato e responsabile.

“Qualcuno di voi è contento che sta scuola non c’è più, dite la verità?”. I bambini che vivono nel paese di Alberone rispondono dicendo no.

Il giornalista, convinto delle sue idee, incalza: “Così non c’andate più, state a casa, giocate”. Ancora una volta le pa-role dei più piccoli sono a sostegno della loro scuo-la.

Cosa aggiungere? Nul-la. Udito l’inizio di que-sto servizio il pezzo di

pane che avevo in mano è rimasto per due minuti a due

centimetri dalle labbra, senza muoversi. Le orecchie non vo-levano credere alle parole (o meglio, alle domande) appena ascoltate.

Uno dei tratti fondamentali delle professioni legate all’informazione è capire la persona che ti sta di fron-te, inquadrarla in un contesto, per-ché solo in tal modo si dimostrerà di aver colto il senso dell’argomento. Pensare e riflettere prima di parlare, in quanto ciò che verrà detto, scritto e infine pubblicato non potrà poi es-sere cancellato.

E la conversazione fra l’inviato ad Alberone e i bambini non verrà can-cellata. Quei bambini che, dopo aver pensato, hanno messo in crisi le do-mande del giornalista.

Pensare prima di parlare, un’abitudine da non perdere mai di vista

Quello che le domande ci dicono

Nelle immagini due particolari ormai noti del dramma che ha colpito l’Emilia-Romagna

poco più di un mese fa

di Daniele AdamiHouston, abbiamo un problema

Page 23: Verona è - Luglio 2012

Luglio 2012 29Ambiente

Houston, abbiamo un problema

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Vicolo Pomo d’oro 10Verona

Tel./Fax 045.8031248

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Luglio 201222 Animali

Liber IV, Georgiche: l’avete letto? Io, a meno di due mesi dal mio 26° com-pleanno, non ancora.

Agricoltura: ecco ciò che riesco a ricavare spremendo le mie meningi. Sbalordita da cotanta amnesia sco-lastica, riprendo gli appunti del liceo e li scorro fino a incontrare lui, Vir-gilio, un mio vicino di casa, se non ci separassero 22 Km e più di 2000 anni.

Georgiche, dal greco gheorghiká, poe-sie contadine, è il poema “agricolo”

che celebra la semplicità della natu-ra e innalza l’agricoltura ad attività etica portatrice di alti valori mora-li. Perché leggerlo di questi tempi? Non per innescare un’inversione di marcia nella società instillando nei più l’idea che coltivando un campo si acquisiscano di diritto le quali-tà dell’uomo retto e coscienzioso. Senz’altro per curiosità, perché im-magino che, per molti di noi, cereali, piante, bestia-me e api (nell’ordine, i temi trattati nei libri dell’opera) non siano la nostra prima preoccupazione. Chissà, forse in futuro…

Curiosità, la stessa molla che mi ha portato a inda-gare sul mondo delle api, insetti appartenenti all’or-dine degli Imenotteri, famiglia degli

Apidi, genere Apis, specie Apis mellifera. Bestioline che hanno suscitato grande interesse fin dall’antichità, ancora prima che Virgilio dedicasse loro un libro.

Sembra che il genere Apis si sia sviluppato in un’a-rea geografica corrispon-dente all’attuale penisola

indiana, all’Asia, al Medio Oriente e all’Europa: da ritrovamenti di api fossili, scoperti nella pesciera di Bol-ca, località dei monti Lessini a circa 40 Km da Verona, e nelle pietre di Göttingen, in Germania, si è stabi-lito che questo insetto risale almeno all’Eocene e, per dirlo in numeri, in quel periodo compreso tra 58 e 27 milioni di anni fa.

Testimonianze del rapporto uomo-ape? Sì, in un graffito, datato tra il 7000 e il 5000 a.C., rinvenuto a Va-lencia, mentre per parlare di “alleva-mento di api” bisogna attendere gli Egizi, che praticano un’apicoltura nomade spostandosi lungo il Nilo e seguendo le fioriture dopo le pie-ne del fiume. Ai Greci il compito di ricamare sull’insetto giallo-nero il vestito della mitologia, con Aristeo, figlio di Apollo e primo apicoltore, e

Api: aggraziati personaggi illustriI giallo-neri alla perenne investigazione floreale e qualche curiosità da Nobel

Amici mieidi Alice Perini

«Ora racconterò quale natura ha dato alle api Giove stesso, e a quale prezzo […] nutrirono il re del cielo sotto la grotta Dittea»Virgilio

Laguna Bluegelateria bar caffetteria

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e specialità sicilianedi Cutino Antonio

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Luglio 2012 23Animali

Amici miei

Melissa, colei che insegna agli uomi-ni ad allevarle e che viene trasforma-ta in ape dopo aver nutrito Zeus.

Platone, Plinio il Vecchio, Giustinia-no e persino Carlo Magno hanno, a vario titolo, detto o scritto qualcosa su di loro. Se l’imperatore del Sacro Romano Impero stabilì che ogni fat-toria dovesse avere un uomo esper-to addetto alla cura delle api, nella Russia intorno all’anno 1000 erano previste pene severissime per i furti di arnie. E chi lo avrebbe mai detto che le nutrici di Giove potessero por-tare addirittura a un Nobel? Tranne Karl Ritter von Frisch, il biologo au-striaco che nel 1973 vinse il Nobel in Fisiologia e Medicina per gli studi rivoluzionari sul volo dell’ape, chi

avrebbe scommesso su di loro?

Ora, i casi sono due: o le scoperte di questo signore hanno del sensazio-nale o l’insetto nasconde(va) sorpre-se inaspettate. Entrambe le cose, in realtà, perché se von Frisch è stato in grado di ampliare i suoi studi con osservazioni innovative rispetto al sapere precedente, è anche lecito chiedersi se lo studioso sarebbe arri-vato al Nobel, senz’ape…

Difficile riassumere anni di osser-vazioni in poche righe, sapendo che sono stati scritti interi volumi sulla danza delle api, le evoluzioni che costituiscono il linguaggio di questi insetti.

Le forze magnetiche non c’entrano: piuttosto, la direzione del sole e la capacità di quantificare con esat-tezza la distanza della fonte di cibo rispetto al punto di partenza sono le basi della loro comunicazione. Dan-za circolare per un “bottino” entro i 35 metri, ondulante per una scorpac-ciata poco più distante ma entro i 100 metri, “danza della coda” per fonti di approvvigionamento a più di 100

metri da casa. E non è tutto, perché se il raggio di volo delle api si esten-de per 2-3 Km, l’informazione “100 metri” può non essere sufficiente. La faccenda si complica: basti pensare che recenti ricerche sul metodo di comunicazione dello sciame hanno portato addirittura all’elaborazione di algoritmi matematici.

Conoscendo il caratterino di Zeus, sfamarlo, per quelle api, dev’essere stata un’impresa divina.

Per me, l’impresa sta nell’osservare un’ape e nel pensare che per capire il suo mondo non solo ho bisogno di un ripasso di latino, ma anche di geometria, ottica e dinamica. Sarà questione di curiosità, ma con il nome e il cognome che mi ritrovo, A-Pe, diventa quasi una sfida. Uma-na, per Giove!

Nelle pagine alcuni “ritratti” delle api,tra cui uno fossile trovato a Bolca.

L’altro ritratto è quello del biologo von Frisch

Via Trieste, 56/5837135 Verona

Tel. 045 585197

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Luglio 201224 Sport

Il tennis, uno sport che ha toccato la mia infanzia solo leggermente. Il motivo? Assuefazione da calcio. Se negli anni quest’ultima si è concre-tizzata nell’appartenenza a varie so-cietà sportive, la racchetta e le pal-line hanno vissuto, in prevalenza, nell’ambiente domestico.

Dentro casa un piccolo mobile di legno si trasformava nella rete e le linee del campo coincidevano con i muri interni. E al termine della gara, la vittoria, purtroppo, era quasi sempre del fratello maggiore. Fuori casa, invece, l’avversario da battere era il muro. A volte vinceva lui, ma l’autore di queste righe iniziali ritie-ne che tali “sfide” fossero, più che al-tro, un modo per allenare il dritto e il rovescio.

In alcune occasioni, infine, ci si muo-veva verso un vero e proprio campo da tennis, in terra rossa o in cemen-to, dove diventava necessario dimo-strare l’abilità e le tecniche acquisite.

Giocando una partita su un terreno adatto e regolamentare ci si accor-geva di quanto fossero impegnativi i movimenti delle gambe e gli spo-stamenti dei piedi a destra e a sini-stra. Non parliamo della frequenza con cui il colpo oltrepassava la rete.

Decisamente bassa. Ma non impor-tava. Tra amici, anche se un velo di competizione era presente, bastava il divertimento. Tuttavia, molte donne e molti uomini hanno abbracciato il tennis come passione e lavoro, dedi-candogli allenamenti, sacrifici, vitto-rie e delusioni.

Vorrei concentrare l’attenzione su

due giocatori professionisti: Sara Errani e Tommy Haas. Un’italiana e un tedesco. La prima ha sfiorato l’impresa nella storica arena del Ro-land Garros di Parigi. Il secondo ha sconfitto Roger Federer nella fina-le del “Gerry Weber Open”, torneo sull’erba che si è svolto ad Halle, in Germania.

Due sorprese. La Errani ha percor-so le varie tappe del tabellone del torneo francese mostrando un gioco potente e preciso, fatto di resistenza fisica e solidità tattica. Haas, nono-stante i 34 anni sulle spalle e una carriera segnata da diversi infortu-ni, ha portato sul campo una voglia di giocare che non si vedeva da pa-recchio tempo. Una luce negli occhi, ma che proveniva dal cuore, nel mo-mento in cui ha sollevato il trofeo in aria.

Due esempi di come lo sport possa portare (o riportare) alla ribalta dei volti già presenti sulla scena, poco conosciuti o lontani dalle cime del-la classifica. Il segreto è non darsi per vinti, proseguire se si sente una forma di talento, in modo da manda-re la pallina nel campo avversario. All’interno, chiaramente. Io, per il momento, sfido ancora il muro di casa.

In casa, contro un muro o sul campo: lo sport, dove c’è, è passione

Gli ingredienti di una sorpresa

di Daniele AdamiQuando il gioco si fa duro

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Luglio 2012 33Sport

Quando il gioco si fa duro

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di Daniele Adami

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