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Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse prioritario II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura” PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE “CULTURA e SVILUPPO” FESR 2014-2020 Maggio 2016

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Valutazione Ex-Ante degli Strumenti

finanziari dell’Asse prioritario II

“Attivazione dei potenziali territoriali di

sviluppo legati alla cultura”

PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE

“CULTURA e SVILUPPO”

FESR 2014-2020

Maggio 2016

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

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Sommario

Introduzione ...................................................................................................................................................... 4

1.1 Gli strumenti finanziari del PON Cultura e Sviluppo .......................................................................... 5

1.2 Alcune caratteristiche del Settore Cultura rilevanti per l’analisi ....................................................... 8

1.3 Struttura del Rapporto .................................................................................................................... 10

2 Analisi dei fallimenti di mercato, condizioni di investimento non ottimali e fabbisogno finanziario ..... 12

2.1 Analisi del contesto economico ....................................................................................................... 12

2.2 Analisi dei fallimenti di mercato ...................................................................................................... 18

2.3 Analisi del fabbisogno finanziario .................................................................................................... 24

3 Valore aggiunto degli strumenti finanziari del PON Cultura e Sviluppo .................................................. 34

3.1 Analisi quantitativa e qualitativa del valore aggiunto degli strumenti finanziari ............................ 34

3.2 Coerenza con altre forme di intervento pubblico indirizzate allo stesso mercato ......................... 45

3.3 Implicazioni in materia di aiuti di stato ........................................................................................... 57

4 Risorse pubbliche e private che potenzialmente possono confluire in strumenti finanziari .................. 59

4.1 Le risorse pubbliche e private aggiuntive ........................................................................................ 59

4.2 L’effetto moltiplicatore del contributo europeo ............................................................................. 62

4.3 Attrazione risorse private aggiuntive .............................................................................................. 63

5 Valutazione degli insegnamenti passati e implementazioni future ........................................................ 64

5.1 Identificazione dei fattori di successo e di rischio derivanti da esperienze passate ....................... 67

5.2 Insegnamenti passati e implicazioni future ..................................................................................... 69

6 Strategia di investimento ........................................................................................................................ 71

7 Risultati attesi e indicatori ....................................................................................................................... 76

8 Misure proposte per il sistema di monitoraggio ..................................................................................... 80

9 Disposizioni per eventuali aggiornamenti ............................................................................................... 82

10 Appendice ............................................................................................................................................ 83

10.1 Statistiche descrittive sulla struttura delle imprese per classe dimensionale ................................ 83

10.2 Classificazioni adottate .................................................................................................................... 87

10.3 Indice tabelle-grafici ........................................................................................................................ 91

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Acronimi AdP: Accordo di Partenariato

AdG: Autorità di Gestione

AT: Assistenza Tecnica (alla redazione del programma)

CSR: Raccomandazione/i specifica/he del Paese da parte del Consiglio Europeo

FESR: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

FSE: Fondo Sociale Europeo

ICC: Imprese Culturali e Creative

OS: Obiettivo/i Specifico/i

OT: Obiettivo/i Tematico/i

PA: Pubblica amministrazione

PI: Priorità di Investimento

MPMI: Micro e Piccole e Medie Imprese

PMI: Piccole e Medie Imprese

PO: Programma Operativo

POR: Programma Operativo Regionale

RA: Risultato Atteso

SIF: Strumenti di Ingegneria Finanziaria

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Introduzione La programmazione europea per il periodo 2014-2020 pone particolare attenzione sull’utilizzo degli strumenti finanziari come elemento utile per integrare le tradizionali tipologie di finanziamento a supporto agli investimenti nelle politiche di sviluppo. Il Titolo IV (artt. da 37 a 46) del Regolamento generale 1303/2013 indica che “gli strumenti finanziari sono attuati per sostenere investimenti che si prevede siano finanziariamente sostenibili e non diano luogo a un finanziamento sufficiente da fonti di mercato”. Per questo la stessa programmazione richiede specificatamente, con l’art. 37 del Regolamento citato, che la progettazione di tali strumenti sia preceduta da una valutazione ex-ante che ne analizzi e per certi versi ne giustifichi l’utilizzo. Il Programma Operativo Nazionale Cultura e Sviluppo 2014-2020 ha introdotto l’uso programmato di strumenti finanziari in esito alla riunione del Comitato di Sorveglianza del 23 febbraio 2016 che approvato la proposta di modifica del testo del PO con riferimento alla previsione dell’utilizzo di strumenti finanziari per l’attuazione delle Priorità di investimento 3.a e 3.b nell’ambito dell’Asse II, come più avanti dettagliato. Il presente documento riporta i risultati e le conclusioni della valutazione ex ante degli strumenti finanziari da attivare nel PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 dell’Asse prioritario II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”. Tenuto conto della struttura e articolazione del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020, è previsto che gli strumenti finanziari vadano a supportare e finanziare le linee di intervento afferenti l’Obiettivo Tematico n.3 “Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese” del reg. 1303/2013, guardando in particolare ai risultati attesi dell’AdP:

3.5. – Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie imprese; 3.3. – Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali.

Risultato Atteso

Priorità d’Investimento Obiettivo Specifico

3.5. – Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie imprese

3a - Promuovere l'imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatrici di imprese

3a.1 – Nascita e Consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese

3.3. – Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

3b - Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per l'internazionalizzazione

3b.1 - Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

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Il servizio in oggetto è finalizzato a compiere la valutazione degli strumenti finanziari da attivare ai sensi dell’articolo 37 del sopra citato Regolamento UE n. 1303/2013 e dà conto dei risultati dell’attività valutativa con riferimento ai seguenti aspetti cosi come previsti dal sopra citato regolamento:

a) Analisi dei fallimenti di mercato, delle condizioni di investimento subottimali e delle esigenze di investimento per settori strategici e obiettivi tematici o delle priorità di investimento da affrontare al fine di contribuire al raggiungimento di obiettivi specifici definiti nell'ambito di una priorità e da sostenere mediante strumenti finanziari. Tale analisi si basa sulla metodologia delle migliori prassi disponibili;

b) Valutazione del valore aggiunto degli strumenti finanziari che si ritiene saranno sostenuti dai fondi SIE, della coerenza con altri interventi pubblici che si rivolgono allo stesso mercato, delle eventuali implicazioni in materia di aiuti di Stato, della proporzionalità dell’intervento previsto e delle misure intese a ridurre al minimo le distorsioni del mercato;

c) Stima delle risorse pubbliche e private aggiuntive che lo strumento finanziario ha la possibilità di raccogliere, fino al livello del destinatario finale, effetto moltiplicatore previsto, compresa, eventualmente, una valutazione della necessità di remunerazione preferenziale e del relativo livello, intesa ad attrarre risorse della controparte da investitori privati e/o una descrizione del meccanismo che sarà impiegato per stabilire la necessità e l’entità di tale remunerazione preferenziale, quale una procedura di valutazione competitiva o adeguatamente indipendente;

d) Valutazione degli insegnamenti tratti dall’utilizzo di analoghi strumenti e valutazioni ex ante condotte nel passato e le modalità con cui tali insegnamenti saranno utilizzati in futuro;

e) Analisi e valutazione della strategia di investimento proposta, compreso un esame delle opzioni per quanto riguarda le modalità di attuazione ai sensi dell'articolo 38, i prodotti finanziari da offrire, i destinatari finali e, se del caso, la combinazione prevista con il sostegno sotto forma di sovvenzioni;

f) Valutazione dei risultati attesi e del modo in cui si prevede che lo strumento finanziario considerato contribuisca al conseguimento degli obiettivi specifici della pertinente priorità, compresi gli indicatori per tale contributo;

g) Disposizioni per eventuali aggiornamenti della valutazione ex ante durante l'attuazione di qualsiasi strumento finanziario attuato in base a tale valutazione, se durante la fase di attuazione l'AdG ritiene che la valutazione ex ante non possa più rappresentare con precisione le condizioni di mercato esistenti al momento dell'attuazione.

1.1 Gli strumenti finanziari del PON Cultura e Sviluppo Gli interventi dell’Asse Prioritario II saranno attuati attraverso regimi di aiuto per sostenere la

filiera culturale e creativa e rafforzare la competitività delle micro, piccole e medie imprese,

finalizzati allo sviluppo ed al consolidamento del settore produttivo collegato al patrimonio culturale italiano. I regimi di aiuto, nel rispetto dei massimali previsti dal Regolamento de minimis,

avranno le seguenti finalità:

a. creazione di nuove imprese nell'industria culturale

b. sviluppo delle imprese dell'industria culturale, turistica e manifatturiera

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c. sostegno ai soggetti del terzo settore che operano nell'industria culturale, .

La Priorità d’Investimento 3a) – “Promuovere l'imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatrici di imprese” sarà attuata, nei limiti del regolamento de minimis, attraverso aiuti concessi congiuntamente nella forma di:

- finanziamento agevolato a tasso zero in misura pari al massimo al 40% elevabile al 45% della spesa ammessa

- contributo a fondo perduto in misura pari al massimo al 40% elevabile al 45% della spesa ammessa

In tutti i casi in cui i suddetti massimali non siano raggiungibili, il contributo totale concesso avrà comunque la seguente composizione:

- fondo perduto pari al 50% del totale dei contributi concessi; - finanziamento agevolato pari al 50% del totale dei contributi concessi.

La somma del finanziamento agevolato a tasso zero e del contributo a fondo perduto è pari all'80% della spesa ammissibile. L'importo massimo potrà essere incrementato al 90% in alcuni casi specifici. La Priorità d’Investimento 3b – “Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per l'internazionalizzazione” sarà attuata, nei limiti del regolamento de minimis, attraverso aiuti concessi congiuntamente nella forma di:

- finanziamento agevolato a tasso zero in misura pari al massimo al 60% elevabile al 65% della spesa ammessa

- contributo a fondo perduto in misura pari al massimo al 20% elevabile al 25% della spesa ammessa

In tutti i casi in cui i suddetti massimali non siano raggiungibili, il contributo totale concesso avrà comunque la seguente composizione:

- fondo perduto pari al 25% del totale dei contributi concessi; - finanziamento agevolato pari al 75% del totale dei contributi concessi.

La somma del finanziamento agevolato a tasso zero e del contributo a fondo perduto è pari all'80% della spesa ammissibile. L'importo massimo potrà essere incrementato al 90% in alcuni casi specifici. La Priorità d’Investimento 3c - “Sostenere la creazione e l'ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi” sarà attuata, nei limiti del regolamento de minimis, esclusivamente con un contributo a fondo perduto fino al 80% elevabile a 90%, della spesa ammessa, per investimenti materiali e investimenti immateriali concessi con procedura valutativa, svolte in coerenza con gli obiettivi e le specifiche operative che saranno indicate nei singoli avvisi. Non sono quindi previsti strumenti finanziari per tale priorità. Il collegamento tra Risultati attesi, priorità di investimento, azioni e strumenti finanziari è evidenziato nel prospetto seguente.

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Tabella 0-1 Prospetto: Strumenti Finanziari per azione

Risultato Atteso

Priorità d’Investimento

Obiettivo Specifico Strumento Finanziario

3.5. – Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie imprese

3a - Promuovere l'imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatrici di imprese

3a1 – Nascita e Consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese

Previsto un Fondo Rotativo ed una quota non rotativa in conto capitale (fondo perduto). La durata prevista del singolo finanziamento è di 8 anni oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento. Il limite massimo di intensità agevolativa è di € 200.000,00 in termini di ESL, secondo quanto previsto dal Regolamento de minimis.

3.3. – Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

3b - Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per l'internazionalizzazione

3b.1 - Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

Previsto un Fondo Rotativo ed

una quota non rotativa in conto

capitale (fondo perduto). La

durata prevista del singolo

finanziamento è di 8 anni oltre ad

un preammortamento di un anno

per il periodo di realizzazione

dell’intervento. Il limite massimo

di intensità agevolativa è di €

200.000,00 in termini di ESL,

secondo quanto previsto dal

Regolamento de minimis.

3.7- Diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale.

3c - Sostenere la creazione e l'ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi

3c.1 - Diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale

Non Previsto

Anche la dotazione finanziaria ipotizzata è differente per azione, come si rileva dal prospetto seguente. La determinazione della dotazione finanziaria per azione tiene conto della possibilità di utilizzare la “riserva di efficacia” che potrà concretizzarsi nell’incremento della dotazione assegnata alle singole linee in funzione del loro effettivo “tiraggio”.

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Tabella 0-2 Prospetto: Dotazione Finanziaria per azione

Obiettivo Tematico

Risultati Attesi

Priorità d’investimento

Obiettivi specifici

Dotazione finanziaria del fondo rotativo Azioni del PON

“Cultura e Sviluppo”

Dotazione finanziaria

AZIONE

% Fondo Rotativo

Dotazione Fondo Rotativo

OT3

RA 3.5

3.a – Promuovere l’imprenditorialità in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatrici di imprese

Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese

41.704.000,00 50 20.852.000,00

3.5.1 Interventi di supporto alla nascita di nuove imprese sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l’offerta di servizi, sia attraverso interventi di micro-finanza

RA 3.3

3.b - Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività le pe PMI, in particolare per l’internazionalizzazione

Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

37.807.000,00 75 28.355.250,00

3.3.2 Supporto di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio, anche attraverso l’integrazione tra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo, e delle filiere dei prodotti tradizionali e tipici

Totale 49.207.250,00

1.2 Alcune caratteristiche del Settore Cultura rilevanti per l’analisi L’interesse delle politiche di sviluppo europee per gli aspetti culturali si è accentuato negli ultimi anni. Il Trattato di Lisbona del 2010 ha accresciuto la rilevanza della cultura affermando la libertà dell’arte e della ricerca scientifica e il rispetto della diversità culturale, religiosa e linguistica, promuovendo così le politiche UE in materia culturale, integrative di quelle nazionali. Sono stati rafforzati gli obiettivi dell’Agenda Europea per la cultura del 2007, riconoscendo la cultura non solo come fattore essenziale di crescita, solidarietà, sicurezza e presenza internazionale, ma anche il suo valore duale intrinseco ed economico. Con il libro verde sulle ICC, inoltre, si è definito e ampliato il perimetro dei settori culturali e creativi, che oggi includono architettura, archivi, biblioteche e musei, artigianato artistico, patrimonio culturale tangibile e intangibile, design, festivals, musica, letteratura, performing arts, editoria, radio, arti visive e audiovisivo. Tuttavia, queste premesse non sono state seguite da una esplicita inclusione della cultura - come fattore strategico per la crescita - nei 10 punti programmatici dell’agenda Juncker.

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Con riferimento alle politiche culturali, il Parlamento Europeo nell’attuale programmazione si è posto l’obiettivo di difendere e promuovere gli investimenti in cultura e creatività, nella convinzione che il sostegno a questi settori porti crescita sostenibile e occupazione di qualità ai territori, nel rispetto del modello sociale europeo. Titolo L’interesse per questo settore negli ultimi anni è cresciuto proporzionalmente all’attenzione della politica e all’incremento del loro valore economico. Un recente lavoro1 stima in 558 mld di euro (4,4% Pil) il valore di questo sistema in Europa, valore che cresce a 860 mld se consideriamo un’accezione più ampia (6,9% PIL europeo). Tuttavia, ad oggi ancora non è ben definito il perimetro delle industrie culturali e creative e appare difficile la stima del loro peso nell’economia. A livello internazionale non esiste un’interpretazione condivisa delle attività da considerare nell’ambito di questa industria e dei criteri di classificazione. Tra le varie proposte, appare particolarmente interessante la scelta di Symbola e Unioncamere di non adottare un sistema di organizzazione gerarchico tra i vari ambiti che compongono le ICC. Il Sistema Produttivo Culturale proposto da Unioncamere-Fondazione Symbola2 si articola in cinque ambiti produttivi. Metodologicamente, si tratta di individuare, partendo da una approfondita conoscenza dei codici Ateco 2007 (la classificazione dei settori economici attualmente in vigore nel nostro Paese) che rappresentano la specificazione italiana del codice europeo NACE, le diverse attività economiche del settore creativo e culturale, che vengono poi ricompattate in 5 ambiti di analisi, che di seguito si riportano:

performing arts e arti visive. Include le attività che, per la loro natura, non si prestano a un modello di organizzazione di tipo industriale, o perché hanno a che fare con beni intenzionalmente non riproducibili (le arti visive), o perché hanno a che fare con eventi dal vivo che possono essere fruiti soltanto attraverso una partecipazione diretta;

gestione del patrimonio storico-artistico. Comprende le attività imprenditoriali aventi a che fare con la conservazione, la fruizione e la messa a valore del patrimonio storico e artistico antico e contemporaneo (musei, biblioteche, archivi, gestione di luoghi o monumenti);

industrie culturali. Include le attività collegate alla produzione di beni riproducibili, connessi alle principali attività artistiche a elevato contenuto creativo, in cui le imprese operano secondo logiche industriali (cinematografia, la televisione, l’editoria e l’industria musicale, industria dei videogame);

industrie creative. Comprende tutte quelle attività del mondo dei servizi che traggono linfa creativa dalla cultura e che contribuiscono a veicolare significati e valori nelle produzioni di beni e servizi (design, architettura e comunicazione);

produzione di beni e servizi creative-driven. Sono comprese tutte le attività economiche fortemente connotate da un driver creativo. È un ambito di difficile quantificazione e in continua evoluzione perché, come vedremo, le attività economiche anche tradizionali

1 Tera Consultants - The economic contribution of the creative industries to the EU GDP and employment – Forum

d’Avignon - Settembre 2014. 2 Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2014

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creative- driven sono in continua crescita, prime tra tutte nel nostro Paese, le filiere del made in Italy.

Le industrie creative rappresentano l’ambito di maggiore attenzione del settore culturale per la capacità di generare valore economico, soprattutto in un momento in cui il tema prioritario è l’uscita dalla crisi. Indicativo è il lavoro della piattaforma European Creative Industries Alliance, volto a promuovere queste industrie come motore della competitività. Dal quadro sopra descritto il confine tra sfera culturale e non culturale è complesso e sfumato, anche se convenzionalmente nelle misurazioni del valore aggiunto culturale e creativo si considerano soltanto i primi quattro ambiti, tenendo conto delle oggettive difficoltà di misurazione del valore aggiunto della quota di “culturalizzazione” di settori extra culturali. Pur tuttavia, la non adeguata percezione della trasversalità del settore cultura del suo valore implica che sia necessario ancora prendere atto della legittimazione economica che il settore ha acquisito, e considerare il tema del suo valore non solo “immateriale” ma anche “materiale”, nell’economia come nella finanza, nella classificazione come nella costruzione delle informazioni statistiche ad esso riferenti. Queste considerazioni portano a identificare i problemi maggiori che si incontrano nell’analisi economica e finanziaria del settore culturale. In questa sede ne nominiamo principalmente due: la difficoltà di delimitare l’ambito del settore nelle classificazioni statistiche e la difficoltà di quantificare il “valore” degli asset materiali e immateriali delle attività culturali. Il primo problema si riflette in questo lavoro per la difficoltà di trovare un’informazione statistica coerente e specifica del settore per gli indicatori necessari all’analisi. Questo spiega perché molti degli indicatori adottati e presentati sono solo proxy degli indicatori necessari ma non disponibili. Il secondo problema giustifica, insieme ad altri motivi, la necessità di strumenti finanziari che aiutano il settore ad investire in presenza di notevoli difficoltà nell’accesso al mercato del credito. Infatti la mancanza spesso di capitale materiale, essendo spesso le abilità e quindi il capitale utilizzato di tipo immateriale, impediscono la formazione di collaterali adeguati, ovvero di garanzie necessarie spesso per ottenere i finanziamenti per investire. Gli strumenti finanziari qui delineati hanno lo scopo di aiutare le imprese creative e culturali a superare tali problemi e quindi a contribuire alla crescita economica e sociale delle aree dove sono localizzate.

1.3 Struttura del Rapporto La struttura del rapporto si compone dei capitoli cosi come sono stati previsti e declinati all’art. 37 punti (a) (b) (c) (d) (e) (f) e (g) del Regolamento (UE) 1303/2013. La struttura del Rapporto si compone di nove capitoli, di cui il primo di introduzione, più un appendice,. Nel secondo capitolo viene presentata l’analisi del contesto economico sia nazionale che regionale nel quale opera il settore cultura e introduce l’analisi dei fallimenti di mercato, delle condizioni di investimento non ottimali e dei fabbisogni finanziari, cosi come previsto dal punto a) del Regolamento citato.

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Nel terzo capitolo, secondo le disposizioni del punto b), viene esposta una valutazione degli strumenti finanziari che saranno sostenuti dal programma operativo nell’Asse Prioritario II e le eventuali implicazioni in materia di aiuti di Stato. Il quarto capitolo risponde alle richieste di cui al punto c): in esso si stimano le risorse pubbliche private e aggiuntive che lo strumento ha la possibilità di raccogliere, con particolare attenzione alle risorse pubbliche di cofinanziamento ai fondi europei, e l’effetto moltiplicatore previsto. Nel quinto capitolo si focalizza l’attenzione sugli insegnamenti del passato che derivano dall’utilizzo di analoghi strumenti finanziari, ponendo attenzione alle implicazioni future, secondo quanto previsto dal punto d). Il sesto capitolo evidenzia i principali elementi di definizione della strategia di investimento, volti a specificare l’ambito di applicazione e focalizzazione degli strumenti finanziari, punto e). Nel settimo capitolo si presenta una valutazione dei risultati attesi e del modo in cui si prevede che lo strumento finanziario considerato contribuisca al conseguimento degli obiettivi specifici della pertinente priorità, compresi gli indicatori per tale contributo, punto f). Nell’ottavo capitolo si definiscono le misure proposte per il sistema di monitoraggio. Infine, nell’ultimo capitolo, si suggeriscono le disposizioni per eventuali aggiornamenti della valutazione ex ante durante l'attuazione dello strumento finanziario attuato in base a tale valutazione, punto g).

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2 Analisi dei fallimenti di mercato, condizioni di investimento non ottimali e fabbisogno finanziario

La presente valutazione ex-ante, in ottemperanza all’articolo 37 (2) (a) del Regolamento UE n. 1303/2013, si pone l’obiettivo di identificare le situazioni di fallimento di mercato o di subottimalità degli investimenti e di definire il fabbisogno economico e finanziario degli interventi previsti nell’ambito dei programmi e la relativa tipologia di strumenti finanziari da supportare. Al fine di rendere più nitidi i riferimenti territoriali utili alla valutazione circa l’adozione di strumenti finanziari per l’attuazione del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020, la trattazione degli elementi obbligatori viene integrata da una analisi di contesto, diretta ad inquadrare il tema rispetto alla situazione nazionale ed in particolare alle Regioni interessate dal programma, e da una ricostruzione del quadro programmatorio specifico europeo, nazionale e regionale3 (di settore).

2.1 Analisi del contesto economico La struttura imprenditoriale del Sistema Produttivo Culturale4 L’analisi delle imprese del settore privato nel sistema produttivo culturale, particolarmente rilevanti in Italia, è resa possibile dalla disponibilità degli archivi camerali del Registro Imprese. In base ai dati aggiornati al 2014, il numero di imprese che compongono il sistema produttivo culturale italiano si attesta a 443.208, che corrisponde al 7,3% delle imprese complessivamente registrate nell’economia italiana. Di queste, il 69% (305.682) operano nelle industrie creative, soprattutto nel segmento dell’architettura (152.846, il 34,5% del totale) e della produzione di beni e servizi creative-driven (105.399 imprese, pari al 23,8% dell’intera filiera). Altre 109.089, ovverosia il 24,6% dell’intero settore produttivo culturale, sono da associare alle industrie culturali, con un ruolo incisivo dell’industria editoriale (11%) e informatica (10,3%). Le performing arts e le attività di intrattenimento rappresentano appena il 6,2% delle imprese private che compongono la filiera, con una quota residuale di appena lo 0,2% (952 imprese) attiva nella gestione e conservazione del patrimonio storico ed artistico (in massima parte gestito da imprese di natura pubblica). Si veda il seguente prospetto:

3 L’analisi regionale si concentra sulle cinque Regioni interessate dal PON Cultura e Sviluppo 2014-2020: Basilicata;

Calabria; Campania; Puglia e Sicilia. 4 Fonte Rapporto “Io sono cultura 2015” dati 2014

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Tabella 2-1 Imprese registrate del Sistema Produttivo Culturale in Italia, per settore Anno 2014 (valori assoluti e composizioni percentuali)

Fonte: elaborazioni “Io Sono Cultura 2015”su dati Unioncamere InfoCamere

Guardando alla dinamica dell’ultimo triennio, sia la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico (+4,3%), sia le performing arts (+5,5%) mostrano una crescita del numero di imprese registrate, in controtendenza con l’andamento generale dell’economia (-1,1%) mentre, per contro, diminuisce il numero di imprese nelle industrie culturali (-1,4%) e quelle creative (-1,4%). Dal punto di vista geografico, il Nord Ovest (29%), con il contributo fondamentale della Lombardia (84mila aziende), e il Mezzogiorno (26,9%), principalmente con la Campania (quasi 33mila unità), emergono come le aree con la consistenza maggiore di imprese culturali. Seguono il Centro, dove operano il 24,4% delle imprese della filiera, e il Nord Est, con il 19,7%. La composizione regionale è presentata nel prospetto seguente:

Imprese registrate

Settori Valori

assoluti Composizioni

%

Industrie creative 305.682 69 Architettura 152.846 34,5 Comunicazione e branding 32.452 7,3 Design 14.985 3,4 Produzione di beni e servizi creative-driven 105.399 23,8

Industrie culturali 109.089 24,6

Film, video, radio-tv 12.132 2,7 Videogiochi e software 45.809 10,3 Musica 2.328 0,5 Libri e stampa 48.820 11

Patrimonio storico-artistico 952 0,2 Musei, biblioteche, archivi e gestione di luoghi e monumenti storici 952 0,2

Performing arts e arti visive 27.485 6,2 Rappresentazioni artistiche, divertimento e convegni e fiere 27.485 6,2

TOTALE 443.208 100

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Tabella 2-2 Imprese registrate del Sistema Produttivo Culturale nelle regioni italiane

Regioni Valori assoluti

Distribuzione % sul totale

Italia

Piemonte 31.657 7,1 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 1.000 0,2 Lombardia 84.440 19,1 Trentino-Alto Adige 7.726 1,7 Veneto 38.272 8,6 Friuli Venezia Giulia 8.541 1,9 Liguria 11.472 2,6

Emilia-Romagna 32.595 7,4 Toscana 34.746 7,8 Umbria 6.754 1,5 Marche 12.781 2,9 Lazio 53.786 12,1 Abruzzo 10.549 2,4 Molise 2.028 0,5 Campania 32.982 7,4 Puglia 22.817 5,1 Basilicata 3.628 0,8 Calabria 10.639 2,4 Sicilia 26.447 6

Sardegna 10.349 2,3

Nord-Ovest 128.568 29,0 Nord-Est 87.134 19,7 Centro 108.067 24,4 Mezzogiorno 119.440 26,9 Regioni PON 96.513 21,7

ITALIA 443.208 100

Fonte: elaborazioni “Io Sono Cultura 2015”su dati Unioncamere-InfoCamere

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Il Sistema Produttivo Culturale: valore aggiunto e occupazione Il peso del settore creativo e culturale in Italia può essere identificato in termini di prodotto e occupazione. Complessivamente, il Sistema Produttivo Culturale ha generato nel 2014 78,6 miliardi di valore aggiunto, pari al 5,4% dell’economia nazionale, e 1,4 milioni di occupati, il 5,9% dell’occupazione totale, fornendo così un contributo rilevante alla ricchezza del paese. Disaggregando i dati per settore si nota come la maggior parte della ricchezza prodotta provenga dalle industrie creative (46,5%) e da quelle culturali (46,8%), mentre un ruolo molto più modesto è da associare alle performing arts e arti visive (5,3%), così come al patrimonio storico-artistico (1,5%). Una distribuzione interna come quella appena evidenziata è del tutto comprensibile. Le performing arts e il patrimonio storico artistico, infatti, pur mostrando un limitato contributo alla produzione di ricchezza, hanno una importante funzione di produzione e rinnovamento dei contenuti culturali. Tali contenuti sono di ispirazione per le attività più vicine ai mercati finali (industrie culturali e creative) che, grazie alle iterazioni continuative tra consumatori e società, hanno la capacità di tradurre in valore ciò che la cultura propone. Tabella 2-3 Valore aggiunto e occupazione del Sistema Produttivo Culturale italiano per settore Anno 2014 (valori assoluti, composizioni e incidenze percentuali sul totale economia)

Valore aggiunto Occupazione Settori v.a. % v.a. %

Industrie creative 36.509,00 46,

5 751 52,

7 Architettura 13.176,30 16,8 229 16,1 Comunicazione e branding 4.122,30 5,2 82 5,8

Design 2.351,60 3 50,6 3,6 Produzione di beni e servizi creative-driven 16.858,90 21,5 389,4 27,3

Industrie culturali 36.744,10 46,

8 561 39,

4 Film, video, radio-tv 8.556,50 10,9 76,1 5,3 Videogiochi e software 13.039,60 16,6 239,2 16,8 Musica 428 0,5 5,1 0,4 Libri e stampa 14.720,00 18,7 240,6 16,9

Patrimonio storico-artistico 1.167,90 1,5 23,7 1,7 Musei, biblioteche, archivi e gestione di luoghi e monumenti storici 1.167,90 1,5 23,7 1,7

Performing arts e arti visive 4.148,60 5,3 88,3 6,2 Rappresentazioni artistiche, divertimento e convegni e

fiere 4.148,60 5,3 88,3 6,2

TOTALE 78.569,70 100 1.424,10 100

TOTALE ECONOMIA 1.450.836,60 5,4 24.343,2

0 5,9

Fonte: elaborazioni “Io Sono Cultura 2015”su dati: Unioncamere, Fondazione Symbola, 2015

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All’interno delle industrie creative, il comparto a maggior valore aggiunto (21,5% del totale culturale) è quello delle produzioni relative ai beni e servizi creative-driven, cuore del made in Italy. Un ruolo importante è ricoperto anche dall’architettura (16,8%), mentre relativamente inferiori sono le quote che interessano la comunicazione e il branding (5,2%) così come il design (3,0%). Ad alimentare la ricchezza prodotta dalle industrie culturali sono il comparto dei libri e della stampa (che producono il 18,7% del valore aggiunto del sistema produttivo culturale) e quello dei videogiochi e software (16,6%). Questi due comparti insieme fruttano quasi 28 miliardi di euro all’economia italiana. Osservando i dati riferiti alle performance occupazionali, si deduce come i comparti più inclini alla produzione di ricchezza siano anche quelli che presentino le maggiori opportunità in termini di posti di lavoro. L’industria creativa, infatti, impiega oltre 750mila persone, il 52,7% dell’occupazione culturale italiana, di cui oltre metà (il 27,3% del totale) deriva dalla produzione di beni e servizi creative-driven. Leggermente sbilanciato, invece, risulta il contributo delle industrie culturali che, pur apportando un notevole impulso alla creazione di posti di lavoro (oltre 560mila di impiegati complessivi), gioca un ruolo meno importante ma comunque centrale nella produzione di ricchezza. La quota sul totale culturale, infatti, risulta pari al 39,4% con riferimento all’occupazione, a fronte del 46,8% relativo al valore aggiunto. Da un’analisi più dettagliata emerge come il gap sia principalmente imputabile al comparto Film, video, radio-tv, ovvero quello che, anche storicamente, rappresenta il nucleo dell’industria culturale italiana, in grado di produrre quasi l’11% della ricchezza culturale, impiegando appena il 5,3% degli occupati. Tabella 2-4 Valore aggiunto e occupazione del Sistema Produttivo Culturale nelle regioni italiane Anno 2014 (valori assoluti, composizioni e incidenze percentuali sul totale economia)

Valore aggiunto Occupazione

Regioni Milioni

In % sul totale Italia

In % su totale

economia Migliaia

In % sul totale

Italia

In % su totale

economia

Piemonte 6.461,90 8,2 5,7 119,9 8,4 6,1 Valle d'Aosta 154 0,2 3,8 3,6 0,3 5,9 Lombardia 20.161,90 25,7 6,2 308 21,6 6,5 Trentino-Alto Adige 1.689,00 2,1 4,5 28,9 2 5,2

Veneto 8.358,40 10,6 6,3 157,5 11,1 7,1 Friuli Venezia Giulia 1.800,10 2,3 5,7 34,8 2,4 6,5 Liguria 1.428,20 1,8 3,3 29,6 2,1 4,2 Emilia-Romagna 5.771,50 7,3 4,4 106,7 7,5 5,1 Toscana 5.298,10 6,7 5,5 109,9 7,7 6,7 Umbria 936,8 1,2 4,8 20,3 1,4 5,3

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Marche 2.284,20 2,9 6,6 48,5 3,4 7,2 Lazio 11.474,70 14,6 7 172,4 12,1 6,7 Abruzzo 1.226,70 1,6 4,5 25,3 1,8 5,1 Molise 230,4 0,3 4,4 5,6 0,4 5,3 Campania 3.934,50 5 4,5 77 5,4 4,6 Puglia 2.369,70 3 4 55,3 3,9 4,7 Basilicata 441,8 0,6 4,6 11,1 0,8 5,7 Calabria 1.020,00 1,3 3,8 24,3 1,7 4,4 Sicilia 2.498,10 3,2 3,4 60,4 4,2 4,3 Sardegna 1.029,80 1,3 3,7 25,1 1,8 4,5

Nord-Ovest 28.206,00 35,9 5,8 461,1 32,4 6,2 Nord-Est 17.619,00 22,4 5,3 327,8 23 6 Centro 19.993,70 25,4 6,3 351 24,6 6,7

Mezzogiorno 12.750,90 16,2 4 284,1 20 4,6

Regioni PON 10.264,10 13,1 4,1 228,10 16,0 4,7 ITALIA 78.569,70 100 5,4 1.424,10 100 5,9 Fonte: elaborazioni “Io Sono Cultura 2015”su dati: Unioncamere, Fondazione Symbola, 2015

Sul territorio nazionale, la distribuzione del valore aggiunto e dell’occupazione risulta, come prevedibile, estremamente variegata. Un ruolo importante riguarda il Nord Ovest e il Centro, principalmente grazie alla presenza di regioni quali la Lombardia e il Lazio, in grado di generare, rispettivamente, il 25,7% e il 14,6% del valore aggiunto nazionale e il 21,6% e il 12,1% dell’occupazione. Se il Mezzogiorno risulta ancora indietro, dimostrando di sfruttare meno delle altre aree le opportunità offerte dall’immenso patrimonio storico-artistico presente, il Nord Est si colloca strettamente vicino alle performance dell’Italia Centrale (soprattutto grazie al contributo del Veneto), testimoniando la predisposizione al ruolo di collegamento tra cultura e creatività manifatturiera. Il valore aggiunto culturale è prodotto per oltre un terzo nel Nord Ovest (35,9%), per un quarto dal Centro (25,4%), per il 22,4% dal Nord Est e per il restante 16,2% dal Mezzogiorno. Dal punto di vista occupazionale si applicano le stesse considerazioni generali, con la maggior parte dei posti di lavoro collocati nel Nord Ovest (32,4%). Il Mezzogiorno, in questo caso, recupera leggermente, con una quota di occupati pari ad un quinto del totale nazionale (284mila occupati circa). I diversi contributi apportati dalle distinte aree geografiche del nostro Paese riflettono anche peculiarità territoriali che si concretizzano nella vocazione per uno specifico dei comparti culturali. Così, a farla da padrone sono le aree metropolitane per quanto riguarda le attività core della filiera (di qui il ruolo della Lombardia e del Lazio, dove la cultura incide, rispettivamente, per il 6,2% e per il 7% sul valore aggiunto complessivamente prodotto), mentre è nelle aree periferiche della terza Italia manifatturiera che trova radici la generazione culturale della Produzione di beni e servizi creative- driven, come visibile dai risultati registrati dal Veneto (6,3%) e dalle Marche (6,6%).

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Tale analisi mostra, d’altronde, come nelle regioni dove interviene il PON le industrie creative e culturali siano sottorappresentate: contano solo il 4,1% in termini di prodotto, rispetto alla media nazionale del 5,1%, e il 4,7% in termini di occupazione, mentre la quota nazionale è il 5,9%. L’azione di sostegno a queste imprese del PON è volta quindi a ridurre il gap territoriale, favorendo in questo modo la crescita economica e sociale delle regioni meno sviluppate in Italia.

2.2 Analisi dei fallimenti di mercato Nell’articolo 37 (1) e (2) del Regolamento UE n. 1303/2013, l’adozione di strumenti finanziari attraverso contributi dei fondi strutturali mira a supportare tipologie di imprese caratterizzate da difficoltà nel reperimento nel mercato di risorse finanziarie sufficienti. Questa condizione può dipendere o da una scarsa disponibilità di fondi o da un alto costo associato al finanziamento e a cui gli strumenti finanziari possono far fronte fornendo liquidità e requisiti collaterali. Il punto (2) (a) dell’articolo 37 richiede, al fine di motivare l’utilizzo degli SF, l’analisi preliminare dei fallimenti di mercato, dell’esistenza di una condizione di subottimalità degli investimenti e della quantificazione del fabbisogno finanziario necessario al conseguimento degli obiettivi programmatici.

L’analisi delle condizioni di investimento subottimali, coerentemente con quanto stabilito all’articolo 37, si pone l’obiettivo di individuare il gap esistente tra la domanda e l’offerta nel campo degli interventi definiti nella strategia comunitaria. Nello specifico, si tratta di identificare le situazioni di non ottimalità in cui interventi caratterizzati da un notevole ritorno economico trovino barriere nell’attuazione derivanti da una scarsa sostenibilità finanziaria per gli agenti privati. Nel contesto nazionale, condizioni di subottimalità si sono verificate negli ultimi anni principalmente a causa della crisi economica che ha portato, da un lato, ad una riduzione delle risorse pubbliche disponibili assegnate agli interventi sulla cultura, dall’altra, ad una restrizione dell’offerta di credito, dovuta all’aumento del rischio percepito da parte di banche e istituti finanziari. Al fine di individuare le tipologie di strumenti finanziari utili a supportare gli investimenti nel settore della Cultura, nei successivi paragrafi si presenta una valutazione dei fallimenti di mercato e quindi delle subottimalità esistenti nel settore delle imprese creative e culturali. Tale statistiche sono basate sulle informazioni presenti nelle “Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese” (dall’anno 2008) dell’Istat. 5 Nel lavoro si riporta quindi una classificazione del settore a livello più aggregato (tre digit), che appare comunque sufficiente a cogliere le dinamiche di interesse del settore stesso. In appendice riportiamo la classificazione settoriale adottata nel lavoro.

5 Rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull'esercizio di arti e professioni (PMI) e Rilevazione sul sistema dei conti

delle imprese, Istat.

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Le caratteristiche delle imprese creative e culturali di rilievo, che impattano sulla loro domanda di credito ma anche sulla loro capacità di acquisire il fabbisogno finanziario necessario agli investimenti, sono di tre tipi:

1. dimensione ridotta, che implica una maggiore difficoltà di accesso nel mercato del credito per la mancanza di adeguate garanzie reali;

2. minore profittabilità, che implica una minore capacità di autofinanziamento e quindi una maggiore necessità di accesso a strumenti di credito e finanziamento sul mercato;

3. peggioramento delle loro performances durante la crisi, che amplificano le necessità di credito aggiuntivo.

Tali statistiche verranno descritte mediante grafici riguardanti l’andamento delle piccole e medie imprese del settore cultura e per il totale economia per il periodo 2008-2013. Le tabelle relative a tali informazioni vengono raggruppate alla fine del capitolo.

La minore dimensione media delle PMI nel settore culturale si misura sia in termini di occupati per impresa sia di fatturato per impresa. In particolare nei grafici seguenti si osserva come il gap in termini di addetti per impresa si sia ridotto durante gli anni della crisi mentre è rimasto pressoché costante in termini di fatturato. Le imprese culturali quindi hanno meno ricavi e conseguentemente affrontano maggiori difficoltà di finanziamento.

Grafico 2-1 Dimensione delle PMI in termini di addetti: settore cultura e totali settori non agricoli.

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

2,8

2,9

2,9

3,0

3,0

3,1

3,1

3,2

3,2

2008 2009 2010 2011 2012 2013

occupati/numeroimprese

totale economia settori culturali

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Grafico 2-2 Dimensione delle PMI in termini di fatturato: settore cultura e totali settori non agricoli.

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

La minore profittabilità viene analizzata utilizzando come indicatore il Margine operativo lordo rapportato al valore aggiunto. Tale indicatore esprime approssimativamente la quota dei profitti sui redditi d’impresa. Il grafico seguente mostra non solo come tale rapporto sia stato sempre negli ultimi anni inferiore a quello medio del resto delle piccole e medie imprese, ma anche come questo divario sia cresciuto negli ultimi anni, fino ad arrivare a quasi 3 punti percentuali nel 2013. Un minore margine significa minori profitti e quindi minori capacità di autofinanziare i propri investimenti. Questo aumenta la propensione delle imprese culturali a rivolgersi al mercato finanziario, ma amplifica i problemi già elencati di accessibilità del credito.

0

100

200

300

400

500

600

2008 2009 2010 2011 2012 2013

fatturato/numeroimprese

totale economia settori culturali

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Grafico 2-3 Rapporto tra Margine Operativo Lordo e Valore Aggiunto, in percentuale.

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Infine il terzo elemento che contribuisce alla domanda di credito di queste aziende riguarda le peggiori performances delle imprese creative e culturali durante la crisi. Tra la molteplice evidenza qui riportiamo solo l’andamento dell’occupazione nelle PMI culturali, che segnala un netto peggioramento specie negli ultimi anni, con una flessione superiore al resto dell’economia.

Grafico 2-4 Tasso di variazione annuo degli occupati nelle PMI

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

38,0%

40,0%

42,0%

44,0%

46,0%

48,0%

50,0%

52,0%

2008 2009 2010 2011 2012 2013

MOL/Valore Aggiunto

totale economia settori culturali

-3,50

-3,00

-2,50

-2,00

-1,50

-1,00

-0,50

0,00

0,50

1,00

2009 2010 2011 2012 2013

occupati

totale economia settori culturali

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Le conclusioni da trarre da questa analisi devono essere mirate a verificare se i campi di intervento scelti dagli strumenti finanziari siano caratterizzati da fallimenti del mercato (o condizioni di sub-ottimalità). L’analisi dei dati conferma che gli ambiti in cui gli strumenti finanziari intendono intervenire, ovvero le imprese del settore creativo e culturale, si connotano per la presenza di situazioni interessate dal funzionamento non efficiente dei meccanismi di mercato. Le criticità prevalentemente rilevate derivano:

dalla minore dimensione media e dalla presenza di capitale immateriale che si traduce in una scarsa disponibilità di asset che le imprese culturali possono porre a garanzia in sede di richiesta di finanziamenti bancari;

da modesti livelli di rendimenti ad esse collegati (che si sono ulteriormente compressi a seguito della crisi economico finanziaria) che scoraggiano gli investitori di mercato;

dalle incertezze legate al successo del business, che ha mostrato in genere un andamento calante negli ultimi sei anni fino al 2013.

Tali problematiche generano una domanda di finanziamenti che rischia di rimanere inevasa non solo perché derivante da imprese con un profilo che le rende poco meritevoli di finanziamento, ma anche a causa della mancanza di adeguati elementi informativi, tipici di questo settore. Tali inefficienze possono comportare la richiesta di tassi di interesse maggiori sui prestiti bancari, di garanzie accessorie e di clausole stringenti nell’ambito dei contratti che regolano il capitale di rischio. Infine, vi sono casi in cui le PMI creative e culturali rischiano di non vedere soddisfatta la propria richiesta di finanziamento dato che esse vengono considerate “non convenienti” da parte del sistema bancario. Queste considerazioni, collegate a quelle successive relative all’offerta di credito, individuano la presenza di fallimenti nel mercato del credito e condizioni di investimento subottimali per le imprese creative e culturali, e quindi motivano la necessità di intervento degli strumenti finanziari in questo settore.

Di seguito le tabelle riguardanti l’informazione riportata precedentemente sotto forma di grafico.

Tabella 2-5 Variabili e indicatori PMI Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 594.652 588.936 591.209 580.083 578.237 563.104 fatturato (migl. di €) 183.398.235 161.345.836 171.216.748 164.988.937 163.117.460 159.766.419 valore aggiunto (migl. di €) 59.354.527 53.090.310 56.483.058 53.785.057 54.167.501 53.409.423 margine operativo lordo (migl. di €) 29.149.842 22.584.583 26.502.688 24.114.626 24.068.881 23.410.699 investimenti lordi (migl. di €) 6.783.573 5.986.786 7.164.746 5.868.244 5.558.971 4.136.857 numero di persone occupate 1.789.092 1.769.774 1.742.609 1.703.694 1.716.771 1.676.563

Indicatori

occupati/numero imprese 3,0 3,0 2,9 2,9 3,0 3,0 fatturato/numero imprese 308,4 274,0 289,6 284,4 282,1 283,7 MOL/Valore Aggiunto 0,5 0,4 0,5 0,4 0,4 0,4

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

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Tabella 2-6 Tassi di variazione variabili e indicatori PMI Settori culturali, Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-1,0 0,4 -1,9 -0,3 -2,6 fatturato (migl. di €)

-12,0 6,1 -3,6 -1,1 -2,1

valore aggiunto (migl. di €)

-10,6 6,4 -4,8 0,7 -1,4 margine operativo lordo (migl. di €)

-22,5 17,3 -9,0 -0,2 -2,7

investimenti lordi (migl. di €)

-11,7 19,7 -18,1 -5,3 -25,6 numero di persone occupate

-1,1 -1,5 -2,2 0,8 -2,3

Indicatori

occupati/numero imprese

-0,1 -1,9 -0,4 1,1 0,3 fatturato/numero imprese

-11,2 5,7 -1,8 -0,8 0,6

MOL/Valore Aggiunto

-13,4 10,3 -4,4 -0,9 -1,4

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella 2-7 Variabili e indicatori PMI Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili e indicatori PMI Totale Italia (periodo 2008-2013) Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 4.431.315 4.380.040 4.368.648 4.357.186 4.347.625 4.294.099 fatturato (migl. di €) 2.212.411.721 1.832.240.091 2.024.752.875 2.051.138.677 2.076.177.883 2.036.277.113 valore aggiunto (migl. di €) 508.697.108 438.917.793 485.219.925 495.913.173 472.573.766 468.002.271 margine operativo lordo (migl. di €) 255.303.447 188.666.581 234.392.120 242.951.034 220.131.116 219.211.440 investimenti lordi (migl. di €) 85.783.639 75.868.318 97.714.871 65.376.642 56.259.811 47.135.315 numero di persone occupate 14.091.566 13.757.176 13.523.251 13.114.027 13.013.420 12.728.723

Indicatori

occupati/numero imprese 3,2 3,1 3,1 3,0 3,0 3,0 fatturato/numero imprese 499,3 418,3 463,5 470,7 477,5 474,2 MOL/Valore Aggiunto 0,5 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella 2-8 Tassi di variazione variabili e indicatori PMI, Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-1,2 -0,3 -0,3 -0,2 -1,2 fatturato (migl. di €)

-17,2 10,5 1,3 1,2 -1,9

valore aggiunto (migl. di €)

-13,7 10,5 2,2 -4,7 -1,0 margine operativo lordo (migl. di €)

-26,1 24,2 3,7 -9,4 -0,4

investimenti lordi (migl. di €)

-11,6 28,8 -33,1 -13,9 -16,2 numero di persone occupate

-2,4 -1,7 -3,0 -0,8 -2,2

Indicatori

occupati/numero imprese

-1,2 -1,4 -2,8 -0,5 -1,0 fatturato/numero imprese

-16,2 10,8 1,6 1,4 -0,7

MOL/Valore Aggiunto

-14,4 12,4 1,4 -4,9 0,6

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

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2.3 Analisi del fabbisogno finanziario

L’analisi empirica del fabbisogno finanziario del settore Cultura risulta non agevole in quanto il dettaglio delle statistiche finanziarie non consente di ricostruire con precisione il settore culturale coerentemente con i confini settoriali definiti nell’analisi precedente.

In questo paragrafo, partendo dalla Classificazione delle attività finanziarie disponibili nelle pubblicazioni della Banca d’Italia, vengono quindi sviluppate variabili e settori proxy del settore culturale che saranno poi utilizzati per tale stima. Il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche contiene le attività creative e quindi viene utilizzato per approssimare l’andamento di questo settore culturale, mentre la classificazione dei cosiddetti servizi residui (nella versione utilizzata dai conti finanziari della Banca d’Italia) è impiegato per approssimare il settore delle attività culturali. Quando neanche questa scomposizione sarà disponibile, qualche indicazione verrà tratta dalla scomposizione per classi, utilizzando come proxy del settore le imprese con meno di 20 addetti.

Il settore Cultura in Italia è caratterizzato imprese di piccola dimensione e bassa redditività, dunque con ridotte capacità di autofinanziamento per nuovi investimenti. Questa tipologia di impresa ha quindi necessità di ricorrere al mercato del credito. Di seguito presentiamo gli elementi peculiari del settore creditizio per le imprese culturali in Italia, cercando di misurare l’offerta di credito a loro rivolta.

Il primo elemento osservato attiene alla disponibilità di risorse, ovvero ai flussi di risorse immesse nel sistema economico per le imprese. Osservando la distribuzione degli impieghi in rapporto al PIL, per gli anni 2011, 2012, 2013, in Italia e nelle regioni del Mezzogiorno, per dimensione di impresa, si nota che:

le risorse a disposizione di micro e piccole imprese pesano solo per 19,3% del PIL sul sistema

Italia. Il Mezzogiorno registra una quota ancor più ridotta, pari al 7,8%. La situazione nelle

regioni PON è differenziata e mentre la Campania è nella situazione più svantaggiosa, la Puglia

si allinea in termini percentuali al Centro-Nord.

le risorse disponibili per le imprese con almeno 20 addetti pesano per il 39,1% nel 2013; il

Centro-Nord è costantemente al di sopra della media Italia mentre emerge lo svantaggio

notevole del Mezzogiorno che si attesta al 22,9%. Per tutte le regioni PON si delineano

condizioni di scarso accesso al credito.

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Tabella 2-9 - Rapporto impieghi PIL per area e classe di addetti. 2011-2013

Imprese con meno di 20 addetti

ITALIA CENTRO-NORD MEZZOGIORNO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA PUGLIA SICILIA

31/12/2011 10,4% 10,9% 8,8% 9,2% 8,5% 6,4% 10,2% 8,8%

31/12/2012 10,0% 10,5% 8,3% 9,1% 7,9% 5,9% 10,0% 8,4%

31/12/2013 9,3% 9,8% 7,8% 8,4% 7,5% 5,4% 9,7% 7,9%

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS.

Imprese con almeno 20 addetti

ITALIA CENTRO-NORD MEZZOGIORNO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA PUGLIA SICILIA

31/12/2011 45,2% 50,9% 25,9% 21,5% 15,8% 29,4% 26,7% 23,1%

31/12/2012 43,1% 48,5% 24,6% 21,1% 15,4% 27,1% 26,4% 22,4%

31/12/2013 39,1% 43,7% 22,9% 19,6% 15,2% 24,4% 25,0% 21,1%

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS.

Per settore economico, l’andamento degli impieghi nei due settori che includono le attività creative e quelle dei servizi culturali viene posto a confronto con gli impieghi del settore manifatturiero.

Dai grafici seguenti risulta che il settore delle attività creative in Italia dispone del 5% degli impieghi complessivi, una quota quindi paragonabile a quella del prodotto. D’altronde, le regioni del PON sono molto al di sotto di tale quota: i livelli minimi riguardano Campania e Basilicata con valori poco sopra l’1%.

Grafico 2-5 Impieghi delle attività creative (proxy). Incidenza rispetto al totale economia

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

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Le attività dei servizi culturali hanno invece valori degli impieghi maggiori: le regioni PON si collocano tutte tranne la Basilicata al di sopra della media nazionale.

Grafico 2-6 Impieghi delle attività dei servizi culturali (proxy). Incidenza rispetto al totale economia

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

La minore offerta di credito risulta comunque con chiarezza: entrambi i settori usufruiscono complessivamente di impieghi inferiori rispetto a quelli accessibili nel comparto manifatturiero.

Grafico 2-7 Impieghi delle attività manifatturiere . Incidenza rispetto al totale economia

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

20,0

22,0

24,0

26,0

30/06/2011 30/06/2012 30/06/2013 30/06/2014 30/06/2015

ITALIA BASILICATA CALABRIA CAMPANIA PUGLIA SICILIA

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Le imprese di minore dimensione, a cui appartengono quelle culturali e creative, soffrono di un accesso inferiore agli impieghi nelle stesse regioni del Mezzogiorno. In tali regioni si osserva ancheuna diminuzione degli stessi nel tempo, che evidenzia un generale accentuarsi del razionamento del credito per questi settori. Tali elementi suggeriscono la presenza di ampi fallimenti di mercato del credito per il settore Cultura.

La qualità dei prenditori, ovvero la rischiosità ex ante, è un aspetto oggetto di valutazione da parte delle banche, che sono interessate a limitare il fenomeno delle sofferenze a fronte dello stato di insolvenza di alcuni prenditori. Nei grafici seguenti viene presentato il tasso di decadimento per i settori di attività economica considerati nell’analisi. Il tasso di decadimento è dato dal rapporto tra l'ammontare di credito utilizzato dai soggetti che sono entrati in sofferenza rettificata nel corso del trimestre di rilevazione e l'ammontare di credito utilizzato da tutti i soggetti censiti e non considerati in sofferenza rettificata. Ne segue che maggiore è il valore del tasso di decadimento, più elevate sono le sofferenze bancarie di quel settore in rapporto al credito utilizzato.

L’andamento dei tassi di decadimento in Italia nel periodo 2010-2015 evidenzia un incremento rispetto ai valori iniziali fino al 2013 (Fig. 2-9). In seguito il tasso di decadimento si riduce, per poi aumentare di nuovo dopo la metà del 2014. Rispetto al valor medio dell’Italia, il settore dei servizi culturali mostra un tasso di decadimento maggiore fino al 2015. Il settore dei servizi creativi si colloca al di sotto del valor medio fino al 2013, per poi invece collocarsi al di sopra.

Grafico 2-8 Tasso di decadimento per settore. Italia 2010-2015

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

Se nella media del paese, quindi, la quota di sofferenze creditizie del settore della cultura appare non inferiore a quella complessiva del paese, e spesso più elevata, nelle regioni del Mezzogiorno, interessate dall’intervento, tale quota risulta per l’intero periodo sicuramente superiore, sia nelle regioni meridionali che in quelle insulari, come si rileva nelle figg. 2-10 e 2-11. Solo per il settore delle industrie creative nelle regioni insulari i valori sono inferiori, ma molto simili, a quelli medi dell’area.

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Grafico 2-9 Tasso di decadimento per settore. Italia meridionale 2010-2015

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

Grafico 2-10 Figura – Tasso di decadimento per settore. Italia insulare 2010-2015

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

Il costo delle risorse messe a disposizione dagli intermediari finanziari può essere quantificato attraverso il tasso effettivo sui rischi di revoca. Anche da questo punto di vista, i tassi registrati nelle regioni PON risultano più elevati rispetto alla media del paese.

Nei due settori di interesse la differenza tra regione e media Italia si riduce, dunque i costi di accesso al credito sono più alti ma la differenza in termini percentuali diminuisce.

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Grafico 2-11 Tassi effettivi rischi e revoca nelle attività creative

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

Grafico 2-12 Tassi effettivi rischi e revoca nelle attività dei servizi culturali (proxy)

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

Grafico 2-13 Tassi effettivi rischi e revoca nel totale economia

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

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Inoltre i tassi di interesse, come atteso, aumentano quando cresce la durata del credito e si riducono al crescere della grandezza del fido accordato. Questo penalizza particolarmente le PMI, presenti in larga parte nel settore culturale.

Grafico 2-14 - Tassi effettivi dei rischi a scadenza per dimensione del fido accordato

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

I tassi di interesse sul fido accordato mostrano un divario di 5 punti percentuali tra il Mezzogiorno e le aree del Nord, testimoniando l’esistenza di condizioni meno favorevoli per l’accesso al credito delle imprese localizzate in queste aree.

Se si considerano i fidi accordati fino a 250 mila euro, la differenza è di 2 punti percentuali tra il Nord e le regioni del Sud.

3,32 3,383,23

3,01

2,4

5,44

4,9

4,09

3,25

1,98

5,34 5,35

4,89

4,1

3,37

0

1

2

3

4

5

6

< 250.000 EURO DA 250.000 A <1.000.000EURO

DA 1.000.000 A <5.000.000EURO

DA 5.000.000 A <25.000.000 EURO

>= 25.000.000 EURO

I dati rilevati sono valori percentuali.

FINO A 1 ANNO DA OLTRE UN ANNO FINO A CINQUE ANNI OLTRE CINQUE ANNI

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Grafico 2-15 Andamento dei tassi sul totale fido accordato

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia ed ELVIS-DPS

Osservando le cinque regioni PON, sul totale economia, la situazione più critica risulta in Calabria e Sicilia.

Grafico 2-16 Andamento tassi effettivi su totale economia per regione

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia

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Nel settore proxy delle attività creative i tassi di interesse presentano variazioni congiunturali significative per la regione Calabria, mentre le altre regioni approssimano l’andamento generale del Paese, sebbene su livelli sempre superiori.

Grafico 2-17 Andamento tassi effettivi nelle attività creative (proxy)

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia

Grafico 2-18 Andamento tassi effettivi nelle attività dei servizi culturali (proxy)

Fonte: Elaborazioni su dati Banca D’Italia

La riserva di liquidità quantifica la capacità dei prenditori di fondi di fronte al sistema creditizio nel suo complesso. La riserva di liquidità può essere quantificata attraverso il rapporto tra ammontare utilizzato e fido accordato.

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Nelle Regioni PON l’incidenza del fido utilizzato sull’accordato è maggiore che in media in Italia. Questo segnala una minore riserva di liquidità e quindi la necessità di facilitare l’accesso al credito.

Grafico 2-19 Quota utilizzato su accordato

Da questa sintetica analisi del settore del credito emergono diversi fattori a sfavore delle imprese creative e culturali nelle regioni di azione del PON. I dati raccolti, pur nelle difficoltà di trovare una disaggregazione settoriale, geografica e dimensionale adeguata, hanno segnalato:

riserve di liquidità inferiori rispetto al resto d’Italia, indice di necessità di accesso al credito e anche di probabile razionamento;

costo delle risorse più elevato rispetto al resto del Paese, indizio di difficoltà di finanziamento;

impieghi per le piccole imprese molto limitati rispetto al resto del paese.

Nel complesso, quindi, i dati mostrano una scarsità, se non una insufficienza, dell’offerta di credito per le imprese culturali nelle regioni PON che, assommata alle necessità in termini di domanda, suggeriscono ulteriormente l’esistenza di fallimenti di mercato e situazioni di subottimalità che frenano, se non affrontate, un adeguato sviluppo di tali imprese.

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3 Valore aggiunto degli strumenti finanziari del PON Cultura e Sviluppo L’articolo 37 (2) (b) del Regolamento recante disposizioni comuni n. 1303/2013 richiede alla valutazione ex ante degli strumenti finanziari una verifica del valore aggiunto apportato dagli strumenti che si ritiene saranno sostenuti dai fondi SIE, della loro coerenza con le altre forme di intervento pubblico che si rivolgono allo stesso mercato e delle implicazioni in materia di aiuti di Stato. In questo capitolo la valutazione richiesta dalle disposizione regolamentari è stata sviluppata, sia per quanto riguarda la valutazione del contributo apportato dallo SF in termini di valore aggiunto sia rispetto alle possibili implicazioni dello strumenti in materia di aiuti di stato e delle misure rivolte a contenere al minimo la distorsione del mercato, sulla base delle indicazioni contenute nelle linee guida predisposte dalla BEI e dalla Commissione europea “Ex –ante assessment methodology for financial instruments in the 2014-2020 programming period”. Nello specifico, nel presente capitolo si riportano le valutazioni in merito all’analisi:

quantitativa e alla stima del valore aggiunto e del leverage fornito dallo strumento finanziario, in termini di risorse pubbliche e private aggiuntive che lo strumento ha la possibilità di raccogliere;

qualitativa del valore aggiunto dello SF e delle principali implicazioni nell’ambito degli interventi proposti;

della coerenza dello strumento con altri interventi pubblici e fonti di finanziamento a livello nazionale e comunitario;

delle implicazioni in materia di aiuti di stato.

3.1 Analisi quantitativa e qualitativa del valore aggiunto degli strumenti finanziari Nel capitolo precedente si è individuata l’esistenza di plausibili criticità, specie sul mercato del credito a medio e lungo termine per le imprese nel settore culturale, come delimitate in questo rapporto. In particolare, la peculiare natura di queste imprese, i cui asset hanno spesso natura immateriale e di difficile quantificazione, limita la capacità delle imprese stesse di reperire sul mercato privato i capitali funzionali alle necessità di investimento, e incide negativamente sull’efficacia dei programmi di sviluppo in ambito culturale, specie nelle aree in ritardo di sviluppo. Esistono vari sistemi di finanziamento della cultura, da quello europeo, basato sui sussidi pubblici, a quello del mondo anglosassone, che ha come principale strumento le donazioni private, eventualmente favorite da agevolazioni fiscali.

Nell’ambito di ciascun sistema, possono essere impiegati e applicati una varietà di strumenti che hanno effetti diversi sulle istituzioni culturali. Frey (2000)6 mostra come la forma in cui viene dato il

6 B.S. Frey, The Rise and Fall of Festivals. Reflections on Salzburg Festival, Working paper n. 48, Università di Zurigo, 2000.

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sussidio influenza in maniera rilevante il comportamento dell’ente culturale, dando luogo anche ad effetti negativi indesiderati. In particolare, lo studio segnala che quando le autorità pubbliche mostrano la loro disponibilità a ripianare i deficit accumulati da un ente culturale, in qualche modo trasmettono a tale ente un incentivo ad andare in perdita, piuttosto che a mantenere una gestione economicamente equilibrata. L’implicazione di questa analisi è che una volta che è stato deciso di sussidiare le attività culturali, è importante strutturare il sussidio in modo da indurre gli enti culturali ad avere comportamenti virtuosi.

Questo aspetto spiega anche il ricorso agli SF come proposto nel PON. Il sostegno alle imprese culturali infatti, qualora erogato tramite le tradizionali sovvenzioni dirette a fondo perduto, non consente di superare pienamente le difficoltà connesse all’accesso al mercato dei capitali, in quanto, a fronte dell’aiuto ricevuto, le imprese beneficiarie presentano comunque un rilevante fabbisogno finanziario, dovuto sia alla necessità di copertura della quota di co-finanziamento privato, sia all’anticipo del contributo pubblico (erogato in genere solo a rimborso delle spese già sostenute dal beneficiario). In sostanza, le misure tradizionali di incentivo, pur garantendo un rilevante sostegno in termini economici, non forniscono una completa assistenza ai beneficiari sotto il profilo delle disponibilità finanziarie.

In termini complessivi, l’effetto degli incentivi a fondo perduto sul fabbisogno finanziario delle imprese e sul gap di mercato rilevato appare di non facile valutazione. Se da un lato, grazie al contributo a fondo perduto, le imprese beneficiarie necessitano di una minore copertura a medio e lungo termine – nel breve termine devono comunque anticipare il valore del contributo per saldare i fornitori – dall’altro, l’esistenza degli incentivi può portare ad un aumento del numero di imprese che investono, determinando un effetto di segno contrario sulla domanda complessiva di risorse e sul gap di mercato esistente (a parità di offerta di mezzi finanziari).

D’altronde, i vantaggi dell’utilizzo di Strumenti finanziari nei programmi di sviluppo non sono esclusivamente legati all’esistenza e alla dimensione del gap tra domanda e offerta di capitali sul mercato privato, ma anche al superamento delle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese di piccole e medie dimensioni, legate alla ridotta capitalizzazione e alla mancanza di garanzie collaterali, che spesso impediscono il finanziamento di programmi di investimento anche validi. Inoltre, richiedendo una restituzione di almeno parte del contributo, stimolano l’efficienza e la competitività delle imprese agevolate più dei contributi a fondo perduto.

Proprio per questo motivo le misure individuate nel programma prevedono essenzialmente l’incentivo alla realizzazione di determinate tipologie di investimento e il sostegno a determinate categorie di spese, tramite una riduzione del costo finanziario degli stessi. L’erogazione di questo tipo di sostegno appare efficacemente realizzata tramite forme di sostegno rimborsabile, quale quello fornito da strumenti finanziari pubblici, anche in congiunzione con forme di sostegno a fondo perduto. In letteratura, anche per il caso italiano (Bondonio e Martini, 2012)7, si mostra come l’utilizzo di strumenti di sostegno rimborsabile migliori l’efficacia degli interventi, anche indipendentemente dall’esistenza di un gap evidente sul mercato privato dei capitali. Cio è dovuto a

7 Martini, A., Bondonio D. (2012), Counterfactual impact evaluation of cohesion policy: impact and cost effectiveness of

investment subsidies in Italy [Valutazione controfattuale dell’impatto della politica di coesione: l’impatto e l’efficacia rispetto ai costi delle sovvenzioni agli investimenti in Italia] Relazione per la DG Regio, Commissione europea.

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diversi fattori, quali una maggiore garanzia di redditività e sostenibilità finanziaria delle operazioni, una maggiore disciplina finanziaria e una riduzione del rischio di azzardo morale per i beneficiari. Ne segue che l’utilizzo di strumenti finanziari appropriati possa ridurre o minimizzare eventuali effetti distorsivi e di spiazzamento sul mercato privato dei capitali.

Partendo da queste considerazioni di base, l’obiettivo del presente capitolo è quello di valutare, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo, il valore aggiunto che gli strumenti finanziari individuati nel PON possano garantire nell’attuazione dei programmi.

Scopo del presente paragrafo è quello di realizzare una valutazione, in termini comparativi, del valore aggiunto che gli Strumenti finanziari considerati (Fondo rotativo associato o meno ad un incentivo a fondo perduto) possono fornire nell’attuazione del PON Cultura 2014-2020.

L’obiettivo in termini di investimenti complessivi che si intende ottenere tramite la misura del programma viene quindi ripartito tra quattro fonti di finanziamento del progetto, secondo le percentuali considerate nelle simulazioni descritte in seguito:

sovvenzione diretta a fondo perduto;

finanziamento agevolato tramite Fondo di credito pubblico o privato con abbuono completo

degli interessi a carico della misura.

finanziamento agevolato tramite Fondo di credito rotativo finanziato dal PON con abbuono

completo degli interessi a carico della misura.

apporto di capitale proprio da parte dell’impresa.

Le prime tre fonti di finanziamento delle operazioni comportano un fabbisogno finanziario a carico del programma. In particolare:

le sovvenzioni producono direttamente un fabbisogno da coprire tramite il budget di misura;

i finanziamenti agevolati determinano un fabbisogno a carico della misura in maniera diretta e indiretta, che dipende dalla modalità con cui vengono attivate: diretta, nel caso di copertura degli interessi sul finanziamento agevolato; indiretta, nel caso di costituzione del patrimonio rotativo necessario al rilascio dei finanziamenti.

Il fabbisogno finanziario complessivo a carico della misura del programma sarà determinato dalla somma del fabbisogno per sovvenzioni dirette e per l’utilizzo di Strumenti finanziari.

L’analisi seguente è basata sul confronto di cinque diversi scenari simulati per l’attuazione di una ipotetica misura del PON. In particolare, viene utilizzato lo scenario di base (Simulazione 1), che prevede una modalità di erogazione tipica (sovvenzione diretta a fondo perduto), come termine di paragone per l’analisi dei quattro ulteriori scenari.

Nella costruzione dei quattro scenari alternativi analizzati, il criterio utilizzato è stato quello di privilegiare soluzioni che avessero una qualche concreta possibilità di attuazione nella prossima programmazione, sulla base delle esperienze del periodo 2007-2013.

Di seguito sono presentate le quattro ipotesi analizzate:

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Simulazione 1: Sovvenzione diretta a fondo perduto fino al 50 per cento delle spese ammissibili

Simulazione 2: Prestito agevolato pari all’80 per cento della spesa ammissibile

Simulazione 3: Prestito agevolato con Fondo rotativo pari all’80 per cento della spesa ammissibile

Simulazione 4: Sovvenzione diretta a fondo perduto fino al 40 per cento delle spese ammissibili e

prestito agevolato con Fondo rotativo pari al 40 per cento della spesa ammissibile

Simulazione 5: Sovvenzione diretta a fondo perduto fino al 20 per cento delle spese ammissibili,

prestito agevolato con Fondo rotativo pari al 40 per cento della spesa ammissibile e

prestito agevolato per la rimanente parte, pari al 40 per cento della spesa ammissibile

La Simulazione 1 considera la modalità di erogazione dell’aiuto spesso utilizzata nell’ambito dei progetti di investimento per le PMI, vale a dire la concessione di un aiuto tramite sovvenzione diretta a fondo perduto a copertura parziale dei costi di investimento sostenuti per un determinato progetto. Nell’esempio considerato, la sovvenzione è pari al 50 per cento delle spese ammissibili (aliquota di sostegno per le regioni meno sviluppate). Questa sovvenzione diretta è costituito per un quarto dal cofinanziamento nazionale.

La Simulazione 2 considera il finanziamento dell’80 per cento tramite un prestito agevolato a tasso zero erogato da un Fondo di credito privato o pubblico, i cui interessi sono pagati con risorse del PON, mentre il 20 per cento rimanente viene finanziato tramite risorse proprie del proponente.

La Simulazione 3 considera il finanziamento dell’80 per cento tramite un prestito agevolato a tasso zero erogato da un Fondo rotativo costituito con risorse del PON, di cui un quarto con cofinanziamento nazionale, mentre il 20 per cento rimanente viene finanziato tramite risorse proprie del proponente.

La Simulazione 4 considera contemporaneamente l’erogazione di una sovvenzione diretta a fondo perduto fino al 40 per cento delle spese ammissibili e di un prestito agevolato con Fondo rotativo pari al 40 per cento della spesa ammissibile. Il 20 per cento rimanente viene finanziato tramite risorse proprie del proponente.

La Simulazione 5 è come la simulazione 4, solo che il 20 per cento rimanente viene finanziato sempre con fondi pubblici tramite una sovvenzione a fondo perduto.

E da notare che l’intervento del Fondo rotativo è realizzato a tasso agevolato (a tasso zero). L’agevolazione sugli interessi non comporta tuttavia un fabbisogno finanziario a carico del PON, in quanto si tratta semplicemente di un costo opportunità, costituito dal mancato incasso per interessi da parte del Fondo.

Le precedenti simulazioni sono state confrontate sulla base di alcuni indicatori di seguito specificati, al fine di realizzare un’analisi comparativa del valore aggiunto che possono offrire al programma. I sette indicatori considerati sono i seguenti:

1. ESL media totale = (Sovvenzione diretta + VA contributo su interessi) / Totale spese ammissibili

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Rappresenta il valore complessivo degli aiuti ricevuti dal beneficiario, sommando l’eventuale sovvenzione diretta agli aiuti, in valora attuale, erogati a riduzione del costo degli interessi su un eventuale finanziamento. E espresso anche come percentuale delle spese ammissibili totali dell’investimento.

2. Contributo pubblico = Trasferimenti al beneficiario/ Totale spese ammissibili

Misura la percentuale di spese ammissibili del progetto per le quali il beneficiario riceve una copertura finanziaria pubblica, sia tramite sovvenzione a fondo perduto, sia come capitale di debito direttamente erogata con risorse pubbliche (finanziamento a costo zero del Fondo di credito rotativo) sia come abbuono di interessi. La copertura finanziaria è la quota di finanziamenti di origine pubblica, quindi il contributo pubblico al netto della quota interessi.

3. Leva spesa pubblica = Totale spese ammissibili/ ESL media totale

Misura l’effetto leva della spesa pubblica rispetto all’investimento attivato in termini di spese ammissibili, escludendo l’effetto di rotatività degli eventuali fondi rotativi, e quindi da una indicazione dell’attivazione specifica della spesa (da compararsi con il moltiplicatore totale).

4. Leva finanziaria = Trasferimenti al beneficiario/ Risorse dei FS impiegate

La leva finanziaria è determinata, secondo le indicazioni della metodologia per la realizzazione della valutazione ex ante, in conformità con le disposizioni del regolamento finanziario dell’Unione. L’indice è calcolato tenendo conto del totale dei trasferimenti al beneficiario in rapporto alle risorse dell’Unione impiegata nell’operazione. L’indice non tiene conto inoltre dell’effetto rotativo del Fondo di credito rotativo, prendendo in considerazione il solo versamento iniziale per la costituzione del Fondo.

5. Moltiplicatore totale = Valore totale investimento / Totale spesa pubblica a carico della misura

Calcola il moltiplicatore totale dell’intervento, considerando il valore complessivo totale degli investimenti generati in rapporto alla spesa pubblica totale a carico della misura, includendo nella stessa anche le spese per la costituzione di fondi rotativi.

6. Valore aggiunto totale = Valore totale investimento / Totale costi a carico della misura

Calcola il valore aggiunto complessivo dell’intervento, come rapporto tra il valore complessivo degli investimenti generati e i costi complessivi a carico del programma per:

• sovvenzioni dirette;

• abbattimento degli interessi sui finanziamenti.

Il costo per l’abbattimento degli interessi è incluso anche se non rappresenta un reale costo ma solo un costo opportunità per il mancato incasso della remunerazione potenziale sul capitale impiegato nei finanziamenti. Sono esclusi dai costi a carico del programma le spese destinate alla costituzione del capitale rotativo dei fondi, che rientreranno a chiusura degli interventi e non possono dunque essere considerati dei costi in senso stretto a carico del bilancio pubblico.

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7. Valore aggiunto totale netto= Valore totale investimento / Totale costi effettivi a carico della misura

Si tratta di un indice analogo a quello precedente nel quale, al denominatore, è escluso il costo opportunità derivante dal mancato incasso degli interessi sui finanziamenti del Fondo credito rotativo.

I risultati dell’analisi comparativa vengono suddivisi in due tabelle: nella prima si calcolano gli indicatori per un investimento base di 200.000 euro, sotto le quattro tipologie di finanziamento; nella seconda si valutano gli indicatori per gli strumenti che verranno plausibilmente utilizzati, considerando la dotazione finanziaria prevista nel PON.

Le simulazioni sono costruite presupponendo alcune caratteristiche degli strumenti: periodo di investimento di 8 anni, di cui il primo di grazia (assenza di restituzioni di capitale o pagamento di interessi); tasso di interesse di mercato pari al 5% annuo, costante; tasso di interesse per l’attualizzazione pari al 2,5% annuo, costante; restituzione del capitale a quota nominale costante; quota di accantonamento per le mancate restituzioni del Fondo rotativo pari al 10%; pagamento della sovvenzione diretta in tre tranches: la prima pari al 40% all’anno 0, la seconda e la terza pari entrambe al 30% all’anno 1 e 2; esclusione di altre spese per garanzie accessorie o altri costi di intermediazione (eventualmente le garanzie fideiussorie saranno coperte dai mezzi propri dell’imprenditore).

La prima tabella riassuntiva delle 5 simulazioni è la seguente:

Figura 3-1 Simulazioni di finanziamento di un investimento con 200.000 euro di spese ammissibili

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Le osservazioni sono le seguenti:

1. La sovvenzione diretta è la tipologia di sussidio che minimizza la capacità di generare valore aggiunto, pur se sostiene efficacemente l’iniziativa. Al contrario, il maggiore effetto di valore aggiunto totale è generato dal Fondo rotativo, che attiva ulteriori investimenti. Considerando un recupero completo del fondo, la quantità di investimenti finanziabili sarebbe teoricamente illimitata.

2. In tutti i casi l’effetto leva finanziario rimarrebbe pari a 1,3, giacché i fondi europei partecipano nell’identica modalità (finanziando il 75%, come previsto dal PON) in tutte le simulazioni considerate.

3. Senza considerare la rotatività, l’effetto moltiplicatore più elevato sarebbe generato dai prestiti agevolati anche somministrati da fondi privati, in quanto il contributo pubblico riguarderebbe solo la parte relativa agli interessi. Se si considera invece la rotatività, il fondo rotativo pubblico è quello che garantisce il maggiore impatto.

4. Le forme di strumenti finanziarie previste nell’Asse II del PON appaiono entrambe capaci di generare un valore aggiunto e un effetto moltiplicatore adeguato, superiore all’effetto di un semplice sussidio a fondo perduto. In particolare gli effetti appaiono particolarmente elevati per il sostegno tramite fondo rotativo (Asse II, linea b)

In conclusione, le simulazioni presentate mostrano che l’utilizzo di Strumenti finanziari nell’attuazione degli interventi previsti dall’Asse II del PON fornisce rilevanti valori aggiunti in termini di economicità e sostenibilità dell’intervento pubblico. Dal punto di vista dei beneficiari, a fronte di una potenziale riduzione dell’intensità di aiuto in termini di ESL, gli Strumenti finanziari possono garantire una più ampia e certa copertura finanziaria dell’operazione. In sostanza, l’analisi quantitativa presentata in questa prima parte del capitolo mostra che, nel definire le modalità attuative delle misure, l’utilizzo di Strumenti finanziari puo essere adeguatamente considerato.

Allo stesso tempo, le simulazioni condotte mostrano come non esista un indicatore univoco, in grado di individuare uno scenario ottimale per l’attuazione del programma. In termini strettamente quantitativi, l’individuazione della combinazione di strumenti finanziari e sovvenzioni ottimale puo essere fatta solo in relazione agli obiettivi da perseguire. Ad esempio, le sovvenzioni dirette garantiscono generalmente un’elevata intensità di aiuto, ma non un’adeguata copertura finanziaria dell’operazione, lasciando di fatto al beneficiario il problema di reperire le risorse necessarie al co- finanziamento privato dell’operazione. L’utilizzo di un finanziamento agevolato, al contrario, offre un’ampia copertura finanziaria a fronte di un aiuto ridotto in termini di ESL. Il Fondo rotativo e l’abbuono interessi consentono di massimizzare il valore complessivo degli investimenti generato dal programma, ma mentre il Fondo rotativo consente prestazioni massime in termini di economicità nel lungo periodo dell’intervento pubblico, l’abbuono interessi consente all’amministrazione di evitare il carico amministrativo e i costi derivanti dalla costituzione di un Fondo rotativo. Occorre poi aggiungere che la scelta non può comunque basarsi sulla sola analisi quantitativa. Una serie di valutazioni di carattere qualitativo, basate prevalentemente sull’osservazione diretta e indiretta delle passate esperienze, devono essere considerate al fine di scegliere la migliore soluzione attuativa per le misure del programma. D’altro canto, lo strumento del Fondo rotativo mostra ottime proprietà rispetto a altre forme di finanziamento agevolato e per questo è stato scelto come strumento di finanziamento principale nell’analisi che segue.

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Gli strumenti finanziari che si ipotizza di utilizzare nelle due linee di intervento sono:

1. per la linea a (start-up), lo strumento prevede che l’investimento sia finanziato per il 40% con

un sostegno a fondo perduto, per il 40% con un credito agevolato a tasso zero e per il

restante 20% dai mezzi propri dell’imprenditore. Inoltre per le imprese femminili, giovanili o

con il rating di legalità sia l’intervento a fondo perduto che il credito agevolato potranno

essere incrementati al 45% dell’investimento, diminuendo l’apporto di capitale proprio al

10%;

2. per la linea b (consolidamento di imprese esistenti), lo strumento prevede che l’investimento

sia finanziato per il 20% con un sostegno a fondo perduto, per il 60% con un credito agevolato

a tasso zero e per il restante 20% dai mezzi propri dell’imprenditore. Inoltre, come nel caso

precedente, per le imprese femminili, giovanili o con il rating di legalità l’intervento a fondo

perduto potrà crescere sino al 25% dell’investimento e il credito agevolato al 65%

dell’investimento, diminuendo l’apporto di capitale proprio al 10%.

Sulla base di tali diposizioni, dei risultati delle simulazioni e di quanto previsto nella Valutazione ex-

ante del PON, si è quantificato l’intervento disposto nelle due line dell’asse II del PON dove sono

previsti strumenti finanziari:

1. per la linea a (start-up), caratterizzata da iniziative “leggere”, poco capital-intensive, si è

previsto un intervento con dimensione media pari a 63.000 euro, finanziato per il 40% da

sostegno a fondo perduto, per il 40% dal Fondo rotativo e per il 20% dai mezzi propri

dell’imprenditore. Inoltre si è ipotizzato che il 20% delle risorse fosse destinato al segmento

delle imprese maggiormente agevolate (in cui l’intervento pubblico riguardasse il 90% delle

spese ammissibili). L’investimento medio previsto in questo caso, dato il maggiore sostegno

pubblico, è stato stimato pari a 80.000 euro;

2. per la linea b (consolidamento di imprese esistenti), caratterizzata da investimenti

maggiormente capital-intensive di imprese già cresciute nel mercato, si è previsto un

intervento con dimensione media pari a 170.000 euro, finanziato per il 20% da sostegno a

fondo perduto, per il 60% dal Fondo rotativo e per il 20% dai mezzi propri dell’imprenditore.

Anche in questo caso si è ipotizzato che il 20% delle risorse fosse destinato al segmento delle

imprese maggiormente agevolate. L’investimento medio previsto in questo caso, dato il

maggiore sostegno pubblico, è stato stimato pari a 185.000 euro.

La tabella riassuntiva dei risultati delle previsioni di finanziamento per le due linee previste dall’asse II

è la seguente:

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Figura 3-2 Simulazioni dell’operatività degli strumenti finanziari previsti nell’Asse II del PON

Linea a (start-up)

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Figura 3-3 Simulazioni dell’operatività degli strumenti finanziari previsti nell’Asse II del PON

Linea b (consolidamento)

Dai risultati dell’analisi precedente si deducono le seguenti osservazioni:

1. in entrambi i casi l’agevolazione espressa in termini di ESL è inferiore al 50% delle spese

ammissibili (aliquota di sostegno per le regioni meno sviluppate), e distante dai 200.000 euro

(massimo ammontare per utilizzare il de minimis). Anche il contributo pubblico (quindi senza

considerare l’attualizzazione) è inferiore a tale soglia. Inoltre la rotatività del fondo permette

di finanziare più investimenti con la stessa disponibilità finanziaria, rendendo il rapporto tra

budget di misura e il totale degli investimenti attivati più elevato della quota di aiuto pubblico

concessa per ogni investimento;

2. come atteso, l’intervento per il consolidamento, essendo finanziato prevalentemente tramite

il Fondo Rotativo, ha un valore aggiunto maggiore dell’intervento per le start-up, dove la

quota di sovvenzione a fondo perduto è maggiore;

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3. l’intervento per le imprese agevolate, con un maggiore contributo pubblico e un minore

apporto privato, ha in entrambe le linee un maggiore ESL, un minore effetto leva e un minore

valore aggiunto di quello standard;

4. In entrambi i casi lo strumento finanziario appare consono all’intervento e genera valore

aggiunto adeguato. In particolare, gli investimenti incentivati sono pari al 42% in più della

spesa pubblica nel caso della linea a standard, al 23% in più nel caso della linea b standard

(rispettivamente 24% e 5% nel caso di maggiore agevolazione). Considerato in termini di ESL,

l’effetto leva è pari a 2,3 in un caso (standard), a 3,8 nell’altro. Misurando infine il valore

aggiunto totale che tiene conto sia dell’attualizzazione della spesa e degli effetti di rotatività

del fondo, il moltiplicatore della spesa pubblica è pari a 3,5 in una linea (standard), a 6,7

nell’altra.

5. L’intervento previsto appare consono, in dimensione ed intensità, ad ottenere i risultati

previsti, come indicato dalla valutazione ex-ante del PON, anche tenuto conto del fatto che in

sede di determinazione del budget ipoteticamente assegnato alle diverse linee si è tenuto

conto della possibilità di utilizzare la “riserva di efficacia” che potrà concretizzarsi

nell’incremento della dotazione assegnata alle singole linee e contribuire al superamento dei

risultati previsti.

Come in precedenza segnalato, l’uso degli strumenti finanziari deve anche tenere conto di alcuni

aspetti difficilmente misurabili ma importanti nella scelta dell’intervento pubblico. Sebbene la

maggior parte delle politiche di sostegno agli investimenti e all’innovazione siano ancora basate

sull’erogazione di sovvenzioni dirette a fondo perduto, alcuni studi hanno fatto recentemente

emergere una maggiore efficacia ed economicità degli interventi condotti utilizzando forme

rimborsabili di sostegno quali prestiti agevolati e abbuoni di interesse. In particolare, uno studio

già citato basato su metodi di valutazione “controfattuale”, commissionato dalla DG Regio e

condotto in Italia, ha dimostrato come gli interventi agevolativi basati su Strumenti finanziari

presentino un costo per ogni unità aggiuntiva di lavoro impiegata nelle imprese beneficiarie pari a

circa la metà rispetto alle agevolazioni erogate tramite sovvenzione diretta. Un vantaggio analogo

per gli interventi rimborsabili si evidenzia anche considerando il costo aggiuntivo di ogni euro di

incremento delle vendite (Bondonio e Martini, 2012).

A favore dell’economicità ed efficienza dell’intervento deve ovviamente essere considerata la

natura rotativa del capitale versato negli Strumenti finanziari, che garantisce il rientro progressivo

di risorse per futuri interventi a sostegno delle imprese. L’utilizzo di Strumenti finanziari,

soprattutto quando questi siano progettati in modo da coinvolgere investitori privati, è in grado di

favorire una migliore selezione delle operazioni supportate, grazie alla necessaria applicazione di

criteri economico-finanziari nella valutazione dei progetti, determinando tra l’altro un

ampliamento del tradizionale know-how dei valutatori pubblici.

L’utilizzo di Strumenti finanziari favorisce quindi una migliore disciplina finanziaria, obbligando i

beneficiari ad una più attenta autovalutazione della sostenibilità economico-finanziaria degli

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investimenti sovvenzionati. E in grado inoltre di garantire una riduzione del moral hazard

connesso con la copertura di un’elevata percentuale dei costi di realizzazione dell’investimento

tramite sovvenzioni a fondo perduto. Ciò in particolare nel caso in cui gli Strumenti prevedano la

partecipazione di investitori privati.

Sempre con riferimento al beneficiario, come visto nel paragrafo precedente, l’intervento tramite

Strumenti finanziari garantisce in genere, a fronte di una minore intensità di aiuto in termini di

ESL, una maggiore copertura del fabbisogno finanziario dell’operazione. Cio dovrebbe fornire una

maggiore garanzia che l’intervento si indirizzi effettivamente verso imprese con buoni progetti, la

cui realizzazione è effettivamente ostacolata da limitazioni e inefficienze del mercato dei capitali.

L’erogazione di sovvenzioni dirette a copertura di una rilevante quota del costo dell’investimento

rischia infatti di favorire imprese in grado di reperire facilmente il restante fabbisogno finanziario

tramite capitale di terzi o addirittura autofinanziamento, e di scoraggiare invece imprese, specie

di piccole dimensioni, che, pur disponendo di un buon progetto, non siano in grado di ottenere

altrettanto facilmente le risorse necessarie. Se ne conclude che l’utilizzo di Strumenti finanziari

dovrebbe fornire maggiori garanzie in termini di addizionalità degli interventi.

In tal senso, si segnala che ulteriori margini di efficacia degli strumenti in valutazione possono

rinvenirsi prevedendo un’articolazione diversa delle percentuali di aiuto tra fondo perduto e

fondo rotativo: una diversa suddivisione, più a vantaggio del Fondo rotativo, incrementerebbe

ulteriormente gli investimenti e il numero di iniziative finanziabili, in ragione dell’effetto

moltiplicativo connesso allo strumento. Di questo abbiamo tenuto conto nella valutazione delle

iniziative incentivabili.

3.2 Coerenza con altre forme di intervento pubblico indirizzate allo stesso mercato La valutazione ex ante degli strumenti finanziari deve tener conto della coerenza dello strumento con altre forme di intervento pubblico che si rivolgono allo stesso mercato (art. 37 2 (b) Reg. (UE) n. 1303/2013), così come delle possibili sinergie tra lo strumento e le altre forme di supporto, di livello europeo o nazionale, volte a promuovere il settore. Nello specifico, la verifica di coerenza deve tener conto della possibile esistenza di effetti di complementarietà/sinergia o della presenza di margini di sovrapposizione tra lo SF ipotizzato e gli altri strumenti. In particolare lo strumento ipotizzato, nei limiti del regolamento de minimis, prevede aiuti concessi

congiuntamente nella forma finanziamento agevolato a tasso di interesse zero e contributo a fondo

perduto. Nello specifico:

Agevolazioni esclusivamente su programmi di investimento:

- di importo non superiore a € 400.000;

- realizzati dalle nuove imprese presso una unità produttiva ubicata nel territorio delle Regioni di interesse del PON C&S;

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- relativi alle attività economiche specificatamente individuate;

- che prevedono l'introduzione di innovazioni di processo, di prodotto o servizio, organizzative, di mercato, in una delle seguenti aree:

o Economia della conoscenza o Economia della conservazione o Economia della fruizione o Economia della gestione

Alle nuove imprese potranno essere concesse congiuntamente agevolazioni sotto forma di:

- finanziamento agevolato a tasso zero in misura pari al massimo al 40% elevabile al 45% della spesa ammessa

- contributo a fondo perduto in misura pari al massimo al 40% elevabile al 45% della spesa ammessa

In tutti i casi in cui i suddetti massimali non siano raggiungibili, il contributo totale concesso avrà comunque la seguente composizione:

- fondo perduto pari al 50% del totale dei contributi concessi;

- finanziamento agevolato pari al 50% del totale dei contributi concessi. Quindi, come indicato sopra, la somma del finanziamento agevolato a tasso zero e del contributo a fondo perduto è pari all'80% della spesa ammissibile nel caso standard. L'importo massimo è incrementato al 90% nel caso di maggiore agevolazione.

Agevolazioni le imprese costituite da non meno di 36 mesi che presentano programmi di

investimento - di importo non superiore a € 500.000;

- realizzati dalle imprese presso una unità produttiva ubicata nel territorio dei Comuni

localizzati nelle regioni target;

- relativi ad attività economiche specifiche;

- inseriti in una o più delle seguenti aree:

o fruizione turistica e culturale degli ambiti territoriali di riferimento degli attrattori;

o promozione e comunicazione per la valorizzazione delle risorse culturali;

o recupero e valorizzazione di produzioni locali di beni e servizi. A queste imprese potranno essere concesse congiuntamente agevolazioni sotto forma di:

- finanziamento agevolato a tasso zero in misura pari al massimo al 60% elevabile al 65% della spesa ammessa

- contributo a fondo perduto in misura pari al massimo al 20% elevabile al 25% della spesa ammessa

In tutti i casi in cui i suddetti massimali non siano raggiungibili, il contributo totale concesso avrà comunque la seguente composizione:

- fondo perduto pari al 25% del totale dei contributi concessi; - finanziamento agevolato pari al 75% del totale dei contributi concessi.

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La somma del finanziamento agevolato a tasso zero e del contributo a fondo perduto è pari all'80% della spesa ammissibile nel caso standard. L'importo massimo è incrementato al 90% nel caso di maggiore agevolazione.

L’implementazione di investimenti volti a promuovere un uso più razionale delle risorse si inserisce, in un ambito programmatico che può già oggi contare sulla presenza di strumenti e opzioni di finanziamento di supporto ai fondi strutturali 2014-20, in parte sperimentati nella passata programmazione. Strettamente legata alla valutazione del valore aggiunto dello strumento finanziario vi è la necessità di assicurare la coerenza con le altre forme di intervento pubblico, inclusi gli aiuti non rimborsabili. In particolare, la valutazione deve verificare se vi siano elementi conflittuali o sovrapposizioni con altre forme di intervento pubblico nello stesso segmento di mercato, includendo:

o riferimenti legislativi e regolamentari che hanno lo stesso oggetto degli strumenti finanziari da attivare e che pertanto potrebbero renderli ridondanti;

o interventi fiscali quali riduzione o esenzione delle tasse o trasferimenti di Stato; Nel caso vengano individuate delle sovrapposizioni, la valutazione dovrà includere una descrizione delle misure attuate per eliminarle o ridurle al minimo.

o altre forme di intervento pubblico come aiuti non rimborsabili, altri strumenti

finanziari, risorse aggiuntive provenienti dal bilancio di altre amministrazioni pubbliche.

Poiché la sovrapposizione comporta la duplicazione della misura già esistente, l’Autorità di Gestione adottando una forma di intervento pubblico già esistente può risparmiare costi amministrativi. D’altro canto, alcune nuove forme di strumenti finanziari possono essere mirate a sfruttare la possibile sinergia con altri strumenti finanziari già esistenti . Per quanto riguarda il livello nazionale tra gli strumenti di investimento attivi nel settore della cultura o più precisamente che sostengono anche il settore culturale si ricordano i principali: Dlgs 185/2000 Titolo I – Autoimprenditorialità e Titolo II Micro Impresa8: Lo strumento che sarà predisposto per realizzare le linee di azione indicate dell’asse II del PON Cultura trova ampi margini di coerenza con lo strumento così come regolamentato dal Decreto del MISE 8 luglio 2015 , n. 140 “Regolamento recante criteri e modalità di concessione alle agevolazioni di cui al capo 0I del titolo I del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185.” Lo strumento, oggi denominato “Nuove imprese a tasso zero N.I.T.O.”, infatti:

- si rivolge non solo ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne indipendentemente dall’età;

8 http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/autoimprenditorialita

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- è applicabile non più nelle sole aree svantaggiate ma in tutto il territorio nazionale; - ad oggi non prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mutui

agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa); - possono presentare la domanda di accesso alle agevolazioni le imprese costituite al massimo da

12 mesi; - possibilità di presentazione della domanda anche da parte di persone fisiche che intendono

costituire una società.

Sono agevolabili, fatti salvi alcuni divieti e limitazioni previsti dal regolamento comunitario sugli aiuti d’importanza minore, cosiddetti de minimis, le iniziative che prevedono programmi d’investimento non superiori a 1,5 milioni di euro relativi a: - produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti

agricoli; - fornitura di servizi, in qualsiasi settore; - commercio e turismo; - attività riconducibili anche a più settori di particolare rilevanza per lo sviluppo

dell’imprenditorialità giovanile, riguardanti: la filiera turistico-culturale (intesa come attività finalizzate alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, nonché al miglioramento dei servizi); l’innovazione sociale (intesa come produzione di beni e fornitura di servizi che creano nuove relazioni sociali ovvero soddisfano nuovi bisogni sociali, anche attraverso soluzioni innovative).

I risultati dell’attuazione della misura sono riportati nelle tabb. 3-1 e 3-2 seguenti.

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Tabella 3-1 Dlgs 185/2000 Titolo I – Autoimprenditorialità: Numero progetti e avanzamento finanziario iniziative finanziate all’interno del perimetro delle attività economiche del sistema produttivo cultura (Io sono cultura)– periodo 2007-2013

Fonte: Elaborazioni su dati Invitalia (agg.2014)

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50

Tabella 3-2 Dlgs 185/2000 Titolo II autoimpiego – microimpresa: Numero progetti e avanzamento finanziario iniziative finanziate all’interno del perimetro delle attività economiche del sistema produttivo cultura (Io sono cultura) - periodo 2007-2013

Fonte: Elaborazioni su dati Invitalia (agg.2014)

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Art bonus- MISURE URGENTI PER FAVORIRE IL MECENATISMO CULTURALE- D.L. 31.5.2014, n. 839 Ai sensi dell'art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, "Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo", convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i., è stato introdotto un credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il c.d. Art bonus, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta. Le erogazioni liberali effettuate in denaro che danno diritto al credito di imposta, devono riguardare gli anni di imposta a partire dal 2014 e devono essere riferiti ai seguenti interventi:

- manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici; - sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (es. musei,

biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, come definiti dall’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al Decreto Legislativo 22/01/2004 n. 42 ,) delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione;

- realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.

Il credito d'imposta è riconosciuto a tutti i soggetti che effettuano le erogazioni liberali a sostegno della cultura e dello spettacolo previste dalla norma in commento, indipendentemente dalla natura e dalla forma giuridica. Alcuni risultati di monitoraggio dell’intervento sono nella tab. 3-3 seguente.

Tabella 3-3 Costi interventi e erogazioni liberali attivate dal Decreto Art-bonus nelle regioni PON

Fonte: elaborazioni su dati MIBACT pubblicati nel sito http://artbonus.gov.it/

9 http://artbonus.gov.it/lista-interventi.html

Regioni PON

Costo

complessivo

intervento

Erogazioni

liberali ricevute

Basilicata - -

Calabria 3.570.000 2.400

Campania 15.286.745 246.622

Puglia 4.518.500 731.195

Sicilia 5.432.800 50.800

Totale complessivo 28.808.045 1.031.017

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TAX CREDIT CINEMA E TURISMO10 I dati esposti sono riferiti al sostegno economico della Direzione Generale Cinema – MiBACT a favore delle attività cinematografiche, sotto forma di contributi diretti (erogazioni) e indiretti (crediti d’imposta). Il sostegno diretto è articolato in contributi per la produzione di opere ancora in fase progettuale e di opere già completate, in contributi alle sale cinematografiche, in contributi alla promozione e in contributi agli enti di settore vigilati dalla DG Cinema. Il sostegno indiretto si compone di varie tipologie di credito di imposta, la cui quota maggiore è assorbita dalle misure introdotte dalla legge n. 244 del 24 dicembre 2007, destinate alla produzione di film nazionali e di film stranieri girati in Italia, agli investitori esterni al settore che apportano capitali nella produzione di opere nazionali, alla distribuzione cinematografica e alla digitalizzazione delle sale. Accanto a questi, è in vigore anche il credito d’imposta destinato agli esercenti, come disposto dall’art. 20 del Decreto legislativo n. 60 del 26 febbraio 1999. I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate sono riferiti all’effettivo utilizzo del credito da parte dei beneficiari. L’andamento delle due forme di sostegno al settore cinematografico nel quinquennio 2010-2014 mostra l’evoluzione del sostegno pubblico al settore con uno spostamento verso gli interventi indiretti. L’intervento dello Stato si è quindi rafforzato e potenziato con un maggior impegno di risorse pubbliche nelle agevolazioni fiscali che non solo compensano la riduzione progressiva dei fondi diretti (FUS) ma forniscono un incentivo al consolidamento dell’industria cinematografica e generano un effetto volano sulle entrate fiscali, derivato dalle maggiori risorse investite. Come illustrato nella tabella 3-4, nel 2014 l’ammontare dei crediti d’imposta utilizzati è pari a 114,5 milioni di euro, 26 milioni in più degli 88,5 milioni euro di contributi diretti. L’intervento pubblico complessivo raggiunge quindi, nel 2014, la cifra record di 203 milioni di euro.

Tabella 3-4 Totale nazionale sostegni diretti e indiretti alle attività cinematografiche e totale generale (2010-2014)

Fonte: elaborazione su dati Direzione Generale Cinema – MiBACT e su dati Agenzia delle Entrate

10

http://www.cinema.beniculturali.it/direzionegenerale/31/contributi-a-progetti-di-interesse-culturale/

ANNO 2010 2011 2012 2013 2014

Sostegno diretto 85.960.000 88.705.000 99.742.248 93.017.087 88.519.454

Credito d'imposta 72.116.142 91.515.102 99.733.955 96.014.621 114.526.574

Totale generale 158.076.142 180.220.102 199.476.203 189.031.708 203.046.028

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A livello nazionale, è necessario tener conto dell’intervento del Fondo Centrale di Garanzia, costituito con Legge n. 662/96 ed operativo dal 2000 con la finalità di concedere collaterali alle PMI favorendo così il loro accesso al credito. Tabella 3-5 Operatività del Fondo Centrale di Garanzia all’interno del perimetro delle attività economiche del sistema produttivo cultura (Io sono cultura)- Quote sulle domande presentate nel periodo 2007-2013

Fonte: elaborazioni su dati Medio Credito Centrale (agg. 31/12/2013)i

PON Iniziativa PMI11 Per una migliore valorizzazione delle capacità del tessuto produttivo del Mezzogiorno e per amplificare il potenziale infrastrutturale necessario al consolidamento e sviluppo del settore manifatturiero, nel mese di ottobre 2015 è stata formalizzata la proposta di riprogrammazione del

11

http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/pon-iniziativa-pmi

Quota

numero garanzie

Quota

finanziamento

richiesto

Quota importo

garanzie

richieste

Quota

accantonamento

Effetto leva

(euro)

A B C DE=finanziamento

/accantonament

Emilia Romagna 4% 6% 5% 5% 19,1

Friuli Venezia Giulia 1% 2% 2% 2% 20,6

Lazio 3% 5% 4% 4% 19,0

Liguria 1% 1% 1% 1% 19,8

Lombardia 13% 18% 17% 17% 19,2

Marche 4% 5% 5% 5% 19,9

Molise 0% 0% 0% 0% 15,3

Piemonte 9% 11% 10% 10% 20,8

Sardegna 1% 1% 1% 1% 18,8

Umbria 2% 1% 1% 1% 22,3

Abruzzo 2% 2% 2% 2% 18,1

Veneto 9% 14% 13% 12% 20,8

Toscana 10% 12% 10% 11% 19,4

Valle d'Aosta 0% 0% 0% 0% 19,9

Trentino Alto Adige 0% 1% 1% 1% 18,9

Basilicata 0% 0% 1% 1% 13,2

Calabria 2% 2% 3% 3% 14,2

Campania 7% 9% 11% 13% 12,0

Puglia 4% 5% 7% 7% 13,4

Sicilia 8% 4% 4% 5% 13,2

Totale Regioni PON 21% 20% 26% 28% 12,8

Totale Italia 100% 100% 100% 100% 17,8

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PON Impresa e competitività a favore del Programma Operativo Nazionale “Iniziativa PMI” 2014 - 2020. Il nuovo Programma è stato approvato dalla Commissione europea a inizio dicembre con un budget complessivo di 102,5 milioni di euro (di cui 100 mln/€ FESR e 2,5 mln/€ di contropartita nazionale) per promuovere la competitività delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno migliorando le condizioni di accesso al credito attraverso una forma di intervento mirata e basata sul ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria. Alle risorse stanziate direttamente nell’ambito del programma si aggiungono ulteriori risorse, da disciplinare all’interno dell’accordo di finanziamento tra l’autorità di gestione e BEI/FEI, derivanti in parte dal fonti di natura nazionale, per un importo analogo a quello previsto come contribuzione FESR, in parte dal programma COSME. Il programma agisce attraverso operazioni di cartolarizzazione di portafogli di cui al punto i) dell’art. 39, par. 2, lett. b) del Regolamento (UE) 1303/2013, in maniera sinergica rispetto alla corrispondente azione svolta dal Fondo centrale di garanzia nel PON IC, che fornisce garanzie alle banche e agli intermediari finanziari riferite sia a singole operazioni finanziarie, sia a portafogli di operazioni. Per quel che riguarda gli strumenti finanziari già esistenti o di imminente attivazione a livello europeo, si farà riferimento agli strumenti per le PMI previsto nel quadro di Horizon 2020, i Prestiti della Banca Europea degli Investimenti (BEI) e Programma «Europa creativa» 2014-2020. Strumenti per le PMI previsti nel quadro di Horizon 2020 Lo strumento intende favorire il reperimento di finanziamenti da parte delle PMI coinvolte in attività di Ricerca e Sviluppo che potrebbe riguardare il settore della cultura. Lo strumento è ancora in fase di definizione da parte della Commissione Europea e dovrebbe intervenire nelle fasi di studio di fattibilità, innovazione e commercializzazione. È previsto inoltre un servizio di mentoring e coaching per le imprese partecipanti al fine di garantire la sostenibilità commerciale dei progetti ed il loro massimo impatto economico. Prestiti della Banca Europea degli Investimenti (BEI) I Prestiti BEI sono divisi in due categorie: prestiti per Ricerca e Sviluppo e quelli per le PMI. I primi sono rivolti a soggetti pubblici e privati di qualsiasi dimensione e possono arrivare a coprire il 100% dei costi ammissibili; gli altri invece sono messi a disposizione delle PMI con difficoltà di accesso al credito presso partner bancari della BEI: si tratta di risorse che possono essere erogate alle PMI a condizioni più vantaggiose rispetto alle normali condizioni di mercato. Programma «Europa creativa» 2014-202012 Nel periodo 2014-2020 l’UE investirà 14,6 miliardi di euro nel settore della cultura e dell’audiovisivo attraverso il programma «Europa creativa», che sostituisce i programmi Cultura, MEDIA e MEDIA

12

http://europa.eu/pol/pdf/flipbook/it/culture_audiovisual_it.pdf

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Mundus. Il suo obiettivo è di raggruppare questi programmi in un quadro comune e istituire uno strumento del tutto nuovo inteso a migliorare l’accesso al credito.

Tale programma intende contribuire sia a una strutturazione e promozione del settore, sostenendo i settori prioritari per generare un reale ed incisivo impatto in tutta Europa, sia ad una promozione e scambio di idee a livello transnazionale.

Il programma si propone i seguenti obiettivi:

Promuovere e favorire iniziative nel settore culturale, attraverso la formazione e creazione di figure artistiche e professionali nel campo artistico, culturale e creativo; favorendo e promuovendo la traduzione letteraria, la creazione di piattaforme, del contatto in rete e della cooperazione transnazionale.

Promuovere e sostenere iniziative nel settore audiovisivo, attraverso lo sviluppo di film, giochi e programmi televisivi europei; attraverso la distribuzione e diffusione di film, festival e reti di cinema europei;

Promuovere uno strumento trasversale, che comprende un Fondo di Garanzia e favorisce la cooperazione politica transnazionale.

Al fine di dare una rappresentazione sui livelli di complementarietà e sinergie tra le varie azioni del PON Cultura e Sviluppo con altre forme di intervento pubblico nazionale ed europeo che hanno obiettivi assimilabili al PON, segue la tabella di complementarietà/sinergia dello strumento con altre forme di intervento pubblico. La scala qualitativa per misurare la complementarietà è la seguente I giudizi si collocano su tre livelli:

Complementarietà Alta (CA) o nel PON Cultura e Sviluppo lo strumento oggetto di analisi di complementarietà è

citato e analizzato rispetto ai suoi obiettivi ed operatività Complementarietà Media (CM)

o nel PON Cultura e Sviluppo lo strumento oggetto di analisi di complementarietà è soltanto citato

Complementarietà Bassa (CB) o nel PON Cultura e Sviluppo lo strumento oggetto di analisi di complementarietà non è

citato Pur nell’eterogeneità delle sinergie attivabili, gli interventi PON appaiono collocarsi in una posizione medio/bassa rispetto alla sinergia con gli altri interventi disponibili.

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Tabella 3-6 Quadro coerenza/sinergia dello strumento con altre forme di intervento pubblico nazionale ed europeo

Descrizione Azioni da sostenere

Linea di Azione

Art bonus

Tax Credit Cinema E Turismo

Decreto

legislativo

n. 185/2000

Fondo

Centrale di

Garanzia

PON

Iniziativa

PMI

Programma

Europa

Creativa

2014-2020

Programma

Horizon 2020

Competitivene

ss of

Enterprises

and Small and

Medium-Sized

Enterprises

(COSME)

Grado di

complementa

rietà e

sinergia: da

Bassa ad Alta

3a - Promuovere l'imprenditorialità, in

particolare facilitando lo sfruttamento economico di

nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende,

anche attraverso incubatrici di imprese

Linea 1 –

Start Up CB CB CA CB CB CM CM CB Medio/Bassa

3.b.1.a Supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla

valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali

del territorio, anche attraverso l’integrazione tra

imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello

spettacolo, e delle filiere dei prodotti tradizionali e tipici

Linea 2 –

Consolidame

nto CB CB CA CB CB CM CM CB Medio/Bassa

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3.3 Implicazioni in materia di aiuti di stato

La necessità di considerare le implicazioni in termini di aiuti di Stato degli strumenti finanziari oggetto di valutazione è ripresa più volte dall'articolo 37 del Regolamento UE n. 1303/2013, in particolare ai paragrafi (1), 2 (b), (5) e (7). La valutazione deve, in particolare, esaminare lo Strumento finanziario analizzando i passaggi procedurali previsti per la sua istituzione e verificare i profili della conformità alle regole del mercato e della disciplina degli aiuti applicabile, in particolare, la valutazione ex-ante deve indicare se gli strumenti finanziari in via di definizione:

sono conformi al mercato; sono concessi in “de minimis”, il che significa che il sostegno non incide sulla concorrenza e

sul commercio tra gli Stati membri; rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento di esenzione GBER (Regolamento UE

n. 651/2014) ) che definisce categorie di aiuti di Stato compatibili con il mercato ed esenti dall’obbligo di notifica;

che definisce le categorie di aiuti che si presumono essere compatibili e quindi sono esenti dalla procedura di notifica;

sono esenti da procedure di notifica in quanto soddisfano i termini e le condizioni uniformi stabiliti dalla Commissione (così detti strumenti off-the-shelf), per i quali una valutazione di compatibilità è già stata effettuata;

costituiscono aiuti di Stato e richiedono quindi una notifica e l'approvazione da parte della Commissione prima dell’attuazione della compatibilità dell’aiuto con il mercato prima dell’implementazione dello Strumento Finanziario.

Nella parte che segue si valuta l’esistenza di eventuali vantaggi concorrenziali ed il relativo impatto sulle regole degli aiuti di Stato rispetto ai differenti livelli nel quale agisce il funzionamento dello Strumento finanziario. I principali riferimenti normativi sono costituiti dalla “Comunicazione della Commissione 2014/C 19/04 – “Orientamenti sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio” e dal nuovo regolamento in via di definizione relativo alle categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato (regolamento generale di esenzione per categoria), i quali trattano approfonditamente le categorie di aiuti destinati alla creazione e allo sviluppo dell’attività d’impresa.

Gli strumenti finanziari previsti per il PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 operano in regime “de minimis”, ovvero rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento di esenzione GBER. Inoltre, i suddetti strumenti finanziari, operano in un mercato frammentato costituito da PMI e da una dimensione medio/piccola di investimenti, condizioni tali da non rendere rischiose le operazioni finanziarie che vi saranno realizzate.

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In questo quadro, non dovrebbero rendersi necessarie a questo livello ulteriori valutazioni circa la proporzionalità dell’intervento e le eventuali distorsioni della concorrenza13. Effettivamente l’analisi del valore aggiunto ha mostrato come gli interventi si collocano ben al di sotto della soglia del de minimis e data la loro limitatezza (per intervento) non appaiono distorcere in modo significativo la concorrenza.

13

L’art. 37 (2) (b) del Regolamento generale esplicita che la valutazione sull’impatto dello Strumento finanziario in materia di aiuti deve necessariamente affrontare la proporzionalità dello strumento previsto e delle misure intese a contenere al minimo la distorsione del mercato.

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4 Risorse pubbliche e private che potenzialmente possono confluire in strumenti finanziari In questo capitolo si presenta un’analisi delle risorse che andranno a confluire negli strumenti finanziari. In particolare, si procede dapprima con una stima delle risorse che alimenteranno gli strumenti finanziari, poi si prevede l’effetto moltiplicatore per le diverse tipologie di interventi ed infine si definisce e stima l’attrazione di risorse private aggiuntive.

4.1 Le risorse pubbliche e private aggiuntive

Innanzitutto, per quanto riguarda la possibilità di incrementare le risorse pubbliche destinate agli strumenti del PON, gli strumenti in definizione potranno prevedere l’utilizzo della riserva di efficacia che, nel caso vengano raggiunti gli obiettivi previsti, potrà essere proporzionalmente redistribuita sui tre interventi dall’Asse II. Altre risorse aggiuntive che possono alimentare gli strumenti finanziari sono essenzialmente di due tipi: il cofinanziamento nazionale e le risorse al di fuori del programma operativo. Le prime sono risorse aggiuntive al contributo UE fornito al programma operativo e possono provenire da istituzioni pubbliche o private. L’altra componente è costituita dalle risorse pubbliche e private al di fuori del programma operativo e al di fuori del cofinanziamento. Le risorse pubbliche potrebbero provenire da altre fonti rispetto al FESR, come ad esempio istituzioni finanziarie pubbliche; le risorse private potrebbero invece essere erogate da istituzioni finanziarie attratte dallo scopo, dalla strategia di investimento degli strumenti finanziari e da particolari progetti da essi finanziati. Nel paragrafo successivo si presentano le misure analoghe presenti nei POR regionali. Al momento le uniche risorse previste per l’alimentazione del Fondo Unico Rotativo per Prestiti sono le forme di cofinanziamento nazionale pubblico (25% del finanziamento complessivo), mentre non è previsto che vi siano forme di cofinanziamento nazionale privato né contributi derivanti da fonti esterne al programma, private o pubbliche. Inoltre, gli strumenti finanziari oggetto di analisi, così come attualmente delineati, non beneficerebbero:

dell’incremento del tasso massimo di cofinanziamento di dieci punti percentuali previsto a livello di Asse prioritario ai sensi del Articolo 120(5) del Regolamento UE n.1303/2013 paragrafo 3 laddove l'Asse prioritario sia attuato interamente attraverso strumenti finanziari;

del tasso di cofinanziamento previsto fino al 100% nel caso in cui il programma operativo stabilisca un Asse prioritario separato per sostenere le operazioni realizzate attraverso

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strumenti finanziari istituiti a livello dell'Unione e gestiti direttamente o indirettamente dalla Commissione.

Analisi POR Regioni del PON “Cultura e Sviluppo” - Azioni Complementari e utilizzo degli Strumenti Finanziari Lo schema di dettaglio che segue rileva le Azioni Complementari dei POR Regionali 2014-2020 delle cinque Regioni interessate dal PON “Cultura e Sviluppo” con le Azioni di quest’ultimo, e l’utilizzo o meno di strumenti finanziari all’interno di queste Azioni. Mentre la Regione Basilicata insieme alla Regione Puglia non prevedono, per nessuna delle Azioni complementari al PON “Cultura e Sviluppo” l’attivazione di strumenti finanziari, diversamente la Regione Campania, Calabria e Sicilia prevedono all’interno delle loro Azioni il ricorso a strumenti finanziari specifici. La Regione Campania prevede l’utilizzo di un “Fondo microcredito piccoli comuni campani PICO” (strumento già attivato nella precedente programmazione) e ulteriori specifici strumenti di ingegneria finanziaria (SIF), mentre la Regione Sicilia riporta semplicemente che saranno utilizzati “specifici strumenti finanziari”. Infine la Regione Calabria per la sola Azione complementare al PON “Cultura e Sviluppo” prevede l’utilizzo di strumenti finanziari e ne dettaglia le diverse tipologie:

Fondo regionale di ingegneria finanziaria;

Strumenti per la concessione di garanzie;

Fondi gestiti da Intermediari finanziari specializzati;

Strumenti di equity. Purtroppo non è stato possibile accedere ai dati finanziari disaggregati per ciascuna Azione delle cinque Regioni interessate, che avrebbe permesso di fare una stima (seppure approssimativa), delle ulteriori risorse destinate da altre amministrazioni agli strumenti finanziari. Certamente possiamo affermare che per il settore cultura, alla dotazione finanziaria assegnata agli strumenti finanziari dell’ASSE II del PON “Cultura e Sviluppo” si aggiungeranno le dotazioni finanziarie delle tre Regioni (Campania, Calabria e Sicilia) che hanno previsto nei loro POR Regionali l’utilizzo di questi strumenti.

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REGIONIAsse

PON

Obiettivo

Tematico

Risultati

AttesiPriorità d'investimento

Obiettivi

Specifici

Azioni Complementari al PON

"Cultura e Sviluppo"

Strumenti Finanziari

Previsti

RA 3.5

3A - Promuovere

l 'imprenditorialità, in

particolare facil itando lo

sfruttamento economico di

nuove idee e promuovendo

la creazione di nuove

aziende, anche attraverso

incubatrici di impresa.

3A - 3.5 Nascita e

Consolidamento

delle Micro,

Piccole e Medie

Imprese

3.5.1 Interventi di supporto alla

nascita di nuove imprese sia

attraverso incentivi diretti, sia

attraverso l’offerta di servizi, sia

attraverso interventi di micro-

finanza

NESSUNO

RA 3.3

3.B Sviluppare e realizzare

nuovi modelli di attività

per le PMI, in particolare

per

l 'internazionalizzazione

3B - 3.3

Consolidamento,

modernizzazione

e diversificazione

dei sistemi

produttivi

territoriali

3.3.2 Supporto allo sviluppo di

prodotti e servizi complementari

alla valorizzazione di identificati

attrattori culturali e nataurali del

territorio, anche attraverso

l 'integrazione tra imprese delle

fi l iere culturali, turistiche,

creative e dello spettacolo, e

delle fi l iere dei prodotti

tradizionali e tipici

NESSUNO

Calabria Asse III OT 3 RA 3.3

3.B Sviluppare e realizzare

nuovi modelli di attività

per le PMI, in particolare

per

l 'internazionalizzazione

3B - 3.3

Consolidamento,

modernizzazione

e diversificazione

dei sistemi

produttivi

territoriali

3.3.2 Supporto allo sviluppo di

prodotti e servizi complementari

alla valorizzazione di identificati

attrattori culturali e nataurali del

territorio, anche attraverso

l 'integrazione tra imprese delle

fi l iere culturali, turistiche,

creative e dello spettacolo, e

delle fi l iere dei prodotti

tradizionali e tipici

Fondo regionale di

ingegneria finanziaria,

Strumenti per la

concessione di garanzie,

Fondi gestiti da

Intermediari finanziari

specializzati, Strumenti

di equity

RA 3.5

3A - Promuovere

l 'imprenditorialità, in

particolare facil itando lo

sfruttamento economico di

nuove idee e promuovendo

la creazione di nuove

aziende, anche attraverso

incubatrici di impresa.

3A - 3.5 Nascita e

Consolidamento

delle Micro,

Piccole e Medie

Imprese

3.5.1 Interventi di supporto alla

nascita di nuove imprese sia

attraverso incentivi diretti, sia

attraverso l’offerta di servizi, sia

attraverso interventi di micro-

finanza

Fondo "microcredito

piccoli comuni campani

PICO e specifici

strumenti di ingegneria

finanziaria (SIF)

RA 3.3

3.B Sviluppare e realizzare

nuovi modelli di attività

per le PMI, in particolare

per

l 'internazionalizzazione

3B - 3.3

Consolidamento,

modernizzazione

e diversificazione

dei sistemi

produttivi

territoriali

3.3.2 Supporto allo sviluppo di

prodotti e servizi complementari

alla valorizzazione di identificati

attrattori culturali e nataurali del

territorio, anche attraverso

l 'integrazione tra imprese delle

fi l iere culturali, turistiche,

creative e dello spettacolo, e

delle fi l iere dei prodotti

tradizionali e tipici

Specifici strumenti

finanziari

3.4 - Interventi di sostegno alle

imprese delle fi l iere culturali,

turistiche, creative e dello

spettacolo Azione da AdP: 3.3.2

Supporto allo sviluppo di

prodotti e servizi complementari

alla valorizzazione di identificati

attrattori culturali e nataurali del

territorio, anche attraverso

l 'integrazione tra imprese delle

fi l iere culturali, turistiche,

creative e dello spettacolo, e

delle fi l iere dei prodotti

tradizionali e tipici

NESSUNOPuglia Asse III OT 3 RA 3.3

3.B Sviluppare e realizzare

nuovi modelli di attività

per le PMI, in particolare

per

l 'internazionalizzazione

3B - 3.3

Consolidamento,

modernizzazione

e diversificazione

dei sistemi

produttivi

territoriali

Campania Asse III OT 3

Basilicata Asse III OT 3

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

62

4.2 L’effetto moltiplicatore del contributo europeo

Ai sensi dell’articolo 140 del Regolamento Finanziario e dell’articolo 223 delle Regole di Applicazione, l’effetto moltiplicatore è individuato nel rapporto tra l’ammontare delle risorse finanziarie complessive di cui beneficiano i destinatari finali e l’ammontare del contributo europeo. In generale, più elevato è l’effetto moltiplicatore, maggiore sarà l’impatto dello strumento finanziario. Tuttavia, va considerato che il valore assunto dal moltiplicatore potrebbe risentire delle variazioni nella congiuntura economica e della situazione economica complessiva, che influenza l’entità degli effetti di attivazione. Inoltre, è necessario riflettere sugli effetti che un elevato moltiplicatore potrebbe avere in termini di incentivo a supportare progetti relativamente più rischiosi e meno redditizi. L’analisi del valore aggiunto precedentemente indicata nel paragrafo 3mostra che l’effetto moltiplicatore del contributo europeo varia da 1,9 a 2,2 a seconda dello strumento e dell’entità del finanziamento pubblico. Questo effetto riguarda solo il rapporto tra fondi erogati e fondi spesi di origine europea. Se guardiamo al moltiplicatore complessivo in termini di valore aggiunto, che riguarda cioè gli investimenti complessivi generati, questo è molto più elevato, e come descritto precedentemente, varia tra 3,3 e 6,2, dipendendo dallo strumento stesso e dall’entità del finanziamento pubblico.

REGIONIAsse

PON

Obiettivo

Tematico

Risultati

AttesiPriorità d'investimento

Obiettivi

Specifici

Azioni Complementari al PON

"Cultura e Sviluppo"

Strumenti Finanziari

Previsti

RA 3.5

3A - Promuovere

l'imprenditorialità, in

particolare facil itando lo

sfruttamento economico di

nuove idee e promuovendo

la creazione di nuove

aziende, anche attraverso

incubatrici di impresa.

3A - 3.5 Nascita e

Consolidamento

delle Micro,

Piccole e Medie

Imprese

3.5.1 Interventi di supporto alla

nascita di nuove imprese sia

attraverso incentivi diretti, sia

attraverso l’offerta di servizi, sia

attraverso interventi di micro-

finanza

Specifici strumenti

finanziari

RA 3.3

3.B Sviluppare e realizzare

nuovi modelli di attività

per le PMI, in particolare

per

l 'internazionalizzazione

3B - 3.3

Consolidamento,

modernizzazione

e diversificazione

dei sistemi

produttivi

territoriali

3.3.2 Supporto allo sviluppo di

prodotti e servizi complementari

alla valorizzazione di identificati

attrattori culturali e nataurali del

territorio, anche attraverso

l'integrazione tra imprese delle

fi l iere culturali, turistiche,

creative e dello spettacolo, e

delle fi l iere dei prodotti

tradizionali e tipici

Specifici strumenti

finanziari

Sicilia Asse III OT 3

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

63

4.3 Attrazione risorse private aggiuntive

Uno dei principali benefici degli Strumenti finanziari è la possibilità di attrarre investimenti privati

nel finanziamento degli interventi, incrementando così le potenzialità di conseguire gli obiettivi

programmatici dell’Amministrazione regionale.

Come previsto dall’art 38 (9) del Regolamento (UE) n. 1303/2013 i contributi nazionali pubblici e

privati possono essere forniti a tutti i livelli, al livello di fondo dei fondi, di strumento finanziario o di

destinatari finali, conformemente alle norme specifiche di ciascun fondo.

La definizione del livello al quale i differenti soggetti intervengono nel finanziamento degli interventi

è cruciale nella definizione dello SF in quanto tende ad influenzare sia le risorse private che possono

essere raccolte sia il suo funzionamento. Il contributo degli investitori deve essere adeguato alla

tipologia di interventi che si andranno a finanziare.

La quota apportata dagli investitori al livello del Fondo modifica la convenienza dello strumento per

i diversi soggetti coinvolti nell’attuazione del programma.

E’ necessario, pertanto, nella fase di definizione e di selezione degli investitori e dei destinatari finali degli interventi, contemperare alle diverse esigenze. L’apporto fornito dai diversi soggetti puo essere differente a secondo delle tipologie e caratteristiche degli interventi, in funzione della remunerazione attesa generata in termini di risparmi nell’uso delle risorse nella fase di esercizio. Le allocazioni attribuite nel complesso all’Asse Prioritario II nello specifico (OT3) - Priorità

d’investimento 3a, 3b e 3c, sono pari a circa 107 milioni di euro (considerando anche la quota di

cofinanziamento nazionale). La parte interessata all’utilizzo di SF sono le Priorità d’Investimento 3a

e 3b con una dotazione finanziaria complessiva di circa 85 milioni di euro sempre considerando

anche la quota di cofinanziamento nazionale.

Con riferimento alla promozione degli investimenti privati del PON nel settore cultura e sviluppo,

questi si attiveranno principalmente nell’obiettivo specifico 3b, attraverso la realizzazione di

progetti innovativi proposti da imprese in forma aggregata e, ove utile e proficuo, anche in

collaborazione con il mondo della ricerca.

I risultati che il PON intende conseguire con riferimento al settore culturale e alle imprese che

operano nell’ambito delle filiere turistico-culturali, riguardano anche il rilancio e il rafforzamento

degli investimenti privati rappresentati dall’indice “Investimenti privati in percentuale sul PIL”. Il

periodo preso a riferimento per la stima dell’indicatore (2011-2023) risulta, in particolare nei primi

anni, particolarmente segnato dagli effetti della crisi economica. Secondo le stime del DEF 2014

(aggiornamento di settembre, stime sino al 2018) si attende infatti una moderata ripresa economica

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

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non prima del 2015; in questo scenario gli investimenti privati, come il PIL, in crescita dal 2015,

scontano tuttavia il forte decremento degli anni 2012 (-8%), 2013 (- 5,4%), e 2014 (-2,1%) che

complessivamente, sempre secondo le stime del DEF, non può essere recuperato nel 2018.

L'indicatore "investimenti privati/PIL" è, quindi, sensibilmente condizionato dall’andamento dei

primi anni, e al 2023, con riferimento al settore culturale, esprime un modesto recupero sulla

baseline (da 6,9 nel 2011 a 7,1 nel 2023) quale risultato del complesso delle politiche settoriali sugli

investimenti.

Per quanto riguarda l’attrazione di risorse private aggiuntive nel PON si prevede un cofinanziamento privato al 50%, pertanto gli investimenti privati sono pari al contributo totale erogato (FESR+ Nazionale).

5 Valutazione degli insegnamenti passati e implementazioni future

All’interno di questo capitolo saranno descritte le principali caratteristiche degli strumenti finanziari

adottati (opzioni di implementazione del fondo; analisi strategia di investimento; analisi di

operazione; performance finanziaria; sistemi di controllo). Successivamente, sono presentati i

risultati raggiunti da tali strumenti nella passata programmazione, cercando di trarne gli

insegnamenti utili per il periodo di programmazione 2014-2020.

Dal RAE 2015 del POIN Attrattori culturali 2007-2013, che rappresenta, per la vecchia

programmazione, il Programma nazionale di riferimento per il nuovo PON Cultura 2014-2020 si

legge ”considerato il livello di avanzamento della spesa conseguito al 31 dicembre 2014 per i singoli

Assi/linee di intervento, risulta di tutta evidenza che la piena attuazione del Programma nel 2015

dipenderà in larga parte dai progressi attesi per l’Asse I, specificamente per i nuovi 92 interventi di

cui ai decreti del Segretario generale del 2 agosto 2013 e del 15 ottobre 2013, e per il Grande

Progetto Pompei. Nondimeno, a tal fine, sarà determinante la performance degli strumenti di

ingegneria finanziaria attivati nell’ambito della linea di intervento II.1.1, nonché l’accelerazione della

linea di intervento II.2.1, cui peraltro, nel 2015, è stata conferita una dotazione finanziaria

aggiuntiva con la quale sono stati finanziati ulteriori nuovi 20 interventi”.

Questo mette in luce una criticità relativa all’avanzamento della spesa conseguito dal POIN

Attrattori Culturali 2007-2013 ed in particolare con riferimento alla performance degli strumenti di

ingegneria finanziaria. La criticità sull’avanzamento della spesa del programma POIN Attrattori

Culturali emerge anche dai dati nella tabella riportati qui sotto, che fanno registrare a dicembre

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

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2015 un avanzamento della spesa del POIN nelle regioni obiettivo del PON Cultura 2014-2020 pari al

68% un dato critico considerando la chiusura a dicembre 2015 della vecchia programmazione.

Sempre dai dati riportati nella tabella che segue e con riferimento al nuovo PON Cultura 2014-2020,

emerge la necessità di considerare il livello di complementarietà e soprattutto coordinamento tra le

azioni previste nei programmi di livello nazionale che sostengono esclusivamente o parzialmente il

sistema culturale e turistico (POIN, PAC, PNA) e i programmi regionali (POR FESR, PRA). Questo

poiché dai dati in tabella è evidente che i programmi regionali hanno rappresentato

(programmazione 2007-2013) e si presume rappresenteranno nella programmazione 2014-2020, sia

per numero di progetti finanziati che di importo di risorse investite, un ammontare notevole e

prevalente rispetto al programma/programmi di livello nazionale.

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66

Tabella 5-1 Quadro sull’avanzamento finanziario delle politiche di Coesione nelle Regioni PON con riferimento al tema sintetico Attrazione culturale, naturale e turistica per programma

Fonte: Elaborazioni su dati OPEN COESIONE (agg. dicembre 2015)

Regioni PON CULTURA Numero progettiFinanziamento

pubblicoImpegni Pagamenti

Avanzamento

Finanziario

CAMPNIA

Poin Conv Fesr Attrattori Culturali, Naturali e Turismo 503 443.264.197 373.719.814 263.465.806 70%

Por Conv Fesr Campania 681 622.150.339 369.185.130 313.587.202 85%

Programma Pac 44 141.224.236 116.914.680 55.991.289 48%

Programma Nazionale(Pna) Regionale di Attuazione (Pra) Fsc Campania 20 52454848,75 23740000 0 0%

Totale Campania 1248 1.259.093.621 883.559.625 633.044.297 72%

PUGLIA

Poin Conv Fesr Attrattori Culturali, Naturali e Turismo 415 252.109.548 219.895.372 176.325.844 80%

Por Conv Fesr Puglia 1046 445.029.999 396.101.824 340.379.869 86%

Programma Pac 198 114.376.933 109.027.497 28.264.907 26%

Programma Nazionale(Pna) Regionale di Attuazione (Pra) Fsc Puglia 32 30.950.777 14.335.517 867.619 6%

Totale Puglia 1691 842.467.257 739.360.210 545.838.239 74%

BASILICATA

Poin Conv Fesr Attrattori Culturali, Naturali eTurismo - - - - -

Por Conv Fesr Basilicata 251 102.964.931 101.128.084 68.847.416 68%

Programma Pac - - - - -

Programma Nazionale(Pna) Regionale Di Attuazione (Pra) Fsc Basilicata 30 55.427.221 109.830 6.459 6%

Totale Puglia 281 158.392.152 101.237.914 68.853.875 68%

CALABRIA

Poin Conv Fesr Attrattori Culturali, Naturali e Turismo 153 92.598.713 85.072.188 72.395.738 85%

Por Conv Fesr Calabria 835 279.849.795 201.944.557 134.639.423 67%

Programma Pac 97 70.138.801 53.987.667 4.990.955 9%

Programma Nazionale(Pna) Regionale di Attuazione (Pra) Fsc Sicilia 26 44.575.761 790.000 - 0%

Totale Calabria 1111 487.163.070 341.794.412 212.026.116 62%

SICILIA

Poin Conv Fesr Attrattori Culturali, Naturali e Turismo 220 103.139.145 106.530.453 81.239.893 76%

Por Conv Fesr Sicilia 496 510.622.866 304.118.678 178.968.913 59%

Programma Pac 142 143.811.808 103.287.934 24.295.754 24%

Programma Nazionale(Pna) Regionale di Attuazione (Pra) Fsc Sicilia 86 134.270.933 100.110.479 88.859.395 89%

Totale Sicilia 944 891.844.752 614.047.544 373.363.956 61%

Totale Regioni PON 5.275 3.638.960.851 2.679.999.704 1.833.126.484 68%

Totale Italia 8.542 5.400.000.000 2.900.000.000

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67

5.1 Identificazione dei fattori di successo e di rischio derivanti da esperienze passate

Prendendo in considerazione le informazioni e i dati provenienti dall’esperienza della passata programmazione si hanno indicazioni per valutare i maggiori fattori di successo e i principali rischi degli strumenti finanziari utilizzati. La valutazione dei fattori sopra esposti dei diversi strumenti finanziari (garanzie e prestiti agevolati) sarà effettuata attraverso un’analisi di confronto tra i diversi strumenti, evidenziando per ciascuno le caratteristiche rilevanti e tenendo conto della loro evoluzione temporale. Le valutazioni che sono state condotte sugli strumenti di ingegneria finanziaria, seppur non del tutto esaustive, rilevano le principali problematiche affrontate dagli Stati Membri e dalle rispettive Autorità di Gestione nell’utilizzo degli strumenti di ingegneria finanziaria. Gli strumenti di ingegneria finanziaria, inoltre, sono stati soggetti ad un attento esame da parte della Commissione, della Corte dei Conti14, dagli osservatori del Parlamento Europeo e dai diversi soggetti coinvolti nella loro creazione che hanno identificato diverse questioni da risolvere per far sì che vi sia l’impatto positivo previsto sulla politica di coesione. Una delle principali problematiche attiene alla mancata definizione di un quadro di regole chiaro e completo per gli strumenti di ingegneria finanziaria. Come dichiarato dalla stessa Commissione Europa nel rapporto della Corte dei Conti Europea “è possibile che il quadro normativo per il periodo 2007- 2013 non fosse sufficientemente dettagliato per costituire il contesto necessario per aumentare significativamente l’assistenza a titolo della politica di coesione fornita per mezzo degli strumenti di ingegneria finanziaria”. Cio ha comportato soluzioni attuative sperimentali non sempre efficaci o lineari. Talvolta, oltre alla mancanza di un quadro regolatorio chiaro, vi è stata una sovrapposizione di regole di ordinamenti nazionali con incertezze procedurali e ritardi nella definizione della struttura degli strumenti di ingegneria finanziaria. Tale criticità è stata in parte risolta con la pubblicazione delle note COCOF, che hanno permesso di precisare aspetti relativi all’implementazione e gestione degli strumenti finanziari, e per il ciclo 2014-2020 con la pubblicazione di uno specifico dispositivo regolamentare (Reg. UE 964/2014 recante modalità di applicazione del Regolamento UE 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto concerne i termini e le condizioni uniformi per gli strumenti finanziari). Un problema comune che è stato affrontato dalla maggior parte delle Autorità di Gestione riguarda la lunghezza delle procedure per la selezione dei gestori e per la creazione dei differenti strumenti di ingegneria finanziaria, dovuta in parte alla mancanza di alcune competenze specifiche dei soggetti cui si è ricorso per creare tali strumenti ed in parte anche alla dimensione di tali strumenti non sempre adeguatamente definita. L’utilizzo di tali strumenti ha determinato dei costi di gestione elevati.

14

Relazione speciale 5/2015 - Corte dei Conti Europea, 2015.

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68

Inoltre, si sono riscontrati ritardi anche nell’utilizzo delle risorse degli strumenti finanziari. Tali ritardi sono stati spesso imputati sia all’attività amministrativa pubblica, che segue anche i procedimenti e le regole stabilite dai regolamenti comunitari, sia all’attività amministrativa bancaria, stante che le operazioni sono soggette ad una procedura di istruttoria bancaria, non sempre molto celere, a delle delibere degli organi interni degli istituti di credito ed altro. Altra criticità riguarda le ridotte competenze nell’utilizzo degli strumenti finanziari (expertise qualificata), che si riflette nei ritardi che si sono registrati nella creazione, gestione e individuazione della corretta strategia di investimento. Gli operatori degli istituti di credito, infatti, spesso non dispongono delle necessarie conoscenze in termini di regole sull’utilizzo dei fondi strutturali, e non sempre nel settore pubblico vi sono le necessarie competenze per gestire gli strumenti finanziari. In alcuni Paesi europei il sovradimensionamento degli strumenti di ingegneria finanziaria spesso determina una scarsa domanda e conseguente inutilizzo delle risorse. Il conferimento agli strumenti di ingegneria finanziaria talvolta è risultato slegato dai esiti dello studio di fattibilità e talvolta è stato compiuto dalle Autorità di Gestione al fine di evitare il disimpegno delle risorse per la cosiddetta regola n+2. Nei diversi Paesi sono stati poi individuati differenti problemi ciascuno afferente le proprie individualità nazionali come ad esempio, la crisi di liquidità che hanno sperimentato i beneficiari (Grecia), la scarsa formazione del personale coinvolto nell’attuazione degli strumenti di ingegneria finanziaria (Malta), la crisi finanziaria che ha comportato il rinvio degli investimenti da parte delle imprese (Ungheria, Slovenia, Romania, Portogallo). Con riferimento specifico all’Italia, si segnalano elementi critici nei meccanismi di governance. Con riferimento particolare al POIN Attrattori culturali 2007-2013, che come detto rappresenta, per la vecchia programmazione, il Programma nazionale di riferimento per il nuovo PON Cultura 2014-2020, si è utilizzato per il sostegno al sistema turistico-culturale le norme del D.Lgs 185/00 Titolo I e smi, D.Lgs 185/00 Titolo II (Microimpresa). Questi aiuti in particolare, consistono in agevolazioni di diversa natura per il finanziamento di investimenti e servizi di tutoring. Come già avvenuto per il POIN Attrattori culturali il PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 utilizzerà gli stessi aiuti alle nuove imprese in fase di start up e di consolidamento. In particolare, nel POIN Attrattori culturali 2007-2013 la linea di intervento II.1.1, ha finanziato ( dati aggiornati a dicembre 2014 - RAE 2015) n.341 operazioni di prima fase ex D.lgs. 185/2000 – Titolo II, finalizzate alla creazione di nuove PMI nei territori e settori interessati dal Programma, per una spesa certificata pari a € 18.918.282,43 (al netto delle revoche/rettifiche e del taglio forfetario conseguente al riesame di ammissibilità); Inoltre il POIN Attrattori culturali 2007-2013 ha utilizzato- n. 3 strumenti di ingegneria finanziaria:

- Il Fondo rotativo D. Lgs. 185/00 - Titolo II, attivato nell’ambito del su citato strumento, per la concessione di mutui agevolati alle nuove imprese, con una dotazione complessiva pari a 10 Meuro;

- Il Fondo rotativo Contratti di sviluppo, attivato con una dotazione complessiva di 20 Meuro per la concessione di mutui agevolati, nell’ambito degli strumenti della programmazione

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negoziata, ai beneficiari dei “contratti di sviluppo”, come disciplinati dal D.M. 24 settembre 2010 e ss.mm.ii.

il Fondo di garanzia per le PMI, istituito con decreto interministeriale del MISE/MEF del 27 dicembre 2010, con una dotazione complessiva di 80 Meuro, di cui 70 Meuro versati nel 2010 ed i restanti 10 Meuro nel 2011.

5.2 Insegnamenti passati e implicazioni future Nel seguente paragrafo, sulla base della documentazione acquisita, vengono descritti sinteticamente quali sono stati gli insegnamenti passati e quali le implicazioni future di questi. Rischio di eccessiva capitalizzazione degli Strumenti previsti La Corte dei Conti ha rilevato che quasi tutti gli Strumenti finanziari 2007-2013 presentavano un dotazione di capitale eccessiva, non giustificata dai reali fabbisogni. Ciò ha comportato l’immobilizzo di risorse FEASR e una concreta possibilità di disimpegno delle stesse al termine del periodo di programmazione. Inoltre, l’eccessiva dotazione ha inciso negativamente sugli indicatori di performance degli Strumenti, soprattutto con riferimento al moltiplicatore finanziario. Con riferimento PON Cultura 2014-2020 sono stati stanziati complessivamente 62,250 MLN Euro sul Fondo Rotativo. nel POIN Attrattori culturali 2007-2013 Il Fondo rotativo D. Lgs. 185/00 - Titolo II, attivato aveva una dotazione complessiva pari a 10 Meuro; Rischio ritardi nel setting-up degli Strumenti La Corte dei conti ha rilevato in diversi casi un ritardo nell’attivazione degli Strumenti che ne ha senza dubbio compromesso le prestazioni. Il ritardo si è registrato anche nei fondi costituiti in Italia nel periodo 2007-2013, la cui attivazione è avvenuta in gran parte tra il 2010 e il 2011. Questa ritardo nell’attivazione degli Strumenti si è registrata anche nel POIN Attrattori culturali 2007-2013. Questa criticità è oggetto di attenta analisi all’interno del PRA (Piano di rafforzamento Amministrativo) che rappresenta lo strumento operativo per il rafforzamento e la capacitazione delle amministrazioni coinvolte nella gestione ed attuazione dei programmi operativi cofinanziati dai Fondi SIE. In sintesi il PRA prevede azioni specifiche definendo target e tempistiche con le quali:

- rendere più efficienti le fasi di predisposizione della progettazione e facilitare l’espletamento degli iter autorizzativi (produzione e rilascio pareri ed autorizzazioni previste dalla normativa);

- agevolare la corretta applicazione della normativa sugli appalti e migliorare conseguentemente la gestione delle connesse procedure di evidenza pubblica previste dal PON;

- rendere più efficiente l’applicazione delle procedure di controllo, rendicontazione ed esecuzione dei pagamenti anche potenziando e diffondendo l’utilizzo di sistemi informativi e banche dati per la standardizzazione e la gestione dei processi amministrativi.

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Queste indicazioni sono alla base del processo di informatizzazione della gestione dei Fondi Strutturali, ormai completato, che ha ricevuto rilevanza anche internazionale con il processo derivato di “OpenCoesione”, e che viene previsto anche nella gestione degli strumenti finanziari del PON Cultura. Rischio di insufficienti performance in termini di leva finanziaria ed effetto “revolving” La Corte ha rilevato una situazione generalizzata di ridotte performance degli Strumenti in termini di leva finanziaria ed effetto rotativo. Con riferimento a queste criticità, nella VEXA (paragrafo 3.1) si è stimato l’effetto leva finanziaria dello strumento finanziario il quale appare consono all’intervento e capace di generare un valore aggiunto adeguato. Senza considerare la rotatività, l’effetto moltiplicatore più elevato sarebbe generato dai prestiti agevolati anche somministrati da fondi privati, in quanto il contributo pubblico riguarderebbe solo la parte relativa agli interessi. Se si considera invece la rotatività, il fondo rotativo pubblico è quello che garantisce il maggiore impatto. Rischio di insufficiente monitoraggio dell’attività dei fondi La Corte ha rilevato un’insufficiente monitoraggio dell’attività degli Strumenti finanziari nel periodo 2007-2013, che avrebbe compromesso la capacità di intervenire tempestivamente sulle criticità rilevate, sia da parte delle Autorità di gestione che della stessa Commissione europea. Anche questa criticità è oggetto di attenta analisi all’interno del PRA (Piano di rafforzamento Amministrativo), il quale prevede una serie di misure di miglioramento dei sistemi di monitoraggio, rendicontazione e certificazioni, specificando target e tempistiche. In particolare le misure di miglioramento si concentrano sui seguenti aspetti:

- sistemi informativi e banche dati per la standardizzazione e la gestione dei processi amministrativi;

- formazione del personale direttamente coinvolto nell’attuazione del Programma; - miglioramento delle procedure di controllo, rendicontazione e esecuzione dei pagamenti

prevedendo specifici target di miglioramento.

Come precedentemente indicato, queste indicazioni sono alla base del processo di informatizzazione della gestione dei Fondi Strutturali, ormai completato, e che viene previsto anche nella gestione degli strumenti finanziari del PON Cultura. Rischio di insufficiente domanda da parte dei beneficiari Anche in presenza di una valutazione ex ante che verifichi il valore aggiunto degli Strumenti finanziari rispetto alle sovvenzioni dirette, l’utilizzo potrebbe scontrarsi con la resistenza dei potenziali beneficiari, che hanno una consolidata abitudine agli aiuti sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto. Al fine di affrontare questa criticità, sulla base anche di quanto prescritto nel DM N. 243 del 12/05/2016, gli strumenti finanziari considerati per l’attuazione del PON Cultura 2014-2020 saranno caratterizzati da una certa versatilità prevedendo un mix tra:

- sovvenzione diretta a fondo perduto; - finanziamento agevolato con abbuono completo degli interessi a carico della misura;

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- apporto di capitale proprio da parte dell’impresa.

6 Strategia di investimento

Questo paragrafo si pone l’obiettivo di proporre, in primo luogo, una analisi degli investimenti potenziali che lo strumento finanziario può contribuire a realizzare, definire i destinatari finali degli interventi, verificando anche i pro e i contro dei prodotti finanziari che possono essere offerti, nonché definire la struttura di governance dello strumento.

L’art. 37, par. 2, del Regolamento UE 1303/2013, fornisce una valutazione delle possibili modalità di implementazione dello strumento finanziario e all’art. 38 del Regolamento stabilisce che le autorità di gestione possono fornire il loro contributo finanziario per due tipologie di strumenti finanziari:

a) gli strumenti finanziari istituiti a livello dell’Unione, gestiti direttamente o indirettamente dalla Commissione;

a) gli strumenti finanziari istituiti a livello nazionale, regionale, transnazionale o transfrontaliero, gestiti dall’Autorità di gestione o sotto la sua responsabilità.

Nell’ipotesi a) la gestione dello Strumento finanziario viene demandata al livello comunitario, mentre nell’ipotesi b) l’Autorità di gestione rimane gestore del procedimento di istituzione e gestione dello strumento finanziario.

Secondo la guida “Ex ante assessment methodology for financial instruments for 2014-2020” i principali punti che devono essere considerati da parte dell’Autorità di gestione al fine di scegliere lo Strumento finanziario più adeguato agli interventi che si intendono sostenere sono i seguenti:

- evitare duplicati e aumentare l’efficacia acquisendo vantaggio da strumenti finanziari già esistenti, prima di crearne di nuovi;

- raggiungere una massa critica, quale chiave essenziale per il successo e l’efficacia dello strumento finanziario che si intende implementare;

- ridurre il rischio nell’istituzione di uno strumento finanziario, attraverso l’utilizzo di uno strumento già testato e di un set di procedure già precedentemente stabilite da parte della Commissione.

Gli strumenti finanziari da attivare nell’ambito del PON saranno istituiti a livello nazionale, e gestiti sotto la responsabilità dell’Autorità di gestione; questo perché sebbene il ricorso alla gestione dello Strumento finanziario a livello comunitario garantisca procedure consolidate e con un margine di rischio molto basso, nell’esperienza della passata programmazione in alcune regioni italiane, l’aver coinvolto istituti comunitari (ad es. FEI o BEI) ha portato ad un allungamento dei tempi sia nella fase di gestione che in quella di controllo, causati della sovrapposizione dei due livelli di governance e controllo (l’AdG e l’istituzione finanziaria comunitaria).

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Diversamente, la scelta di gestione degli Strumenti Finanziari da parte dell’AdG, nella passata programmazione, non ha fatto riscontrare severe problematiche di gestione. Inoltre, lo strumento finanziario (Fondo Rotativo) che sarà attivato nell’Asse Prioritario II del PON è uno strumento già ampiamente utilizzato nel precedente periodo di programmazione, e non ha creato problemi rilevanti di governance. Pertanto l’ampia esperienza acquisita nella scorsa programmazione nella gestione di strumenti dalle caratteristiche similari lascia presupporre una capacità tecnica ed amministrativa all’implementazione dei nuovi strumenti finanziari.

Importante risulta non solo la capacità di implementazione ma anche la necessità che vengano stabiliti elementi più specifici della strategia di investimento, volti a specificare ambito di applicazione e focalizzazione degli strumenti finanziari. Segue una lista rappresentativa di tali componenti:

Destinatari finali: per dimensione, costituzione e settori di attività;

Condizioni soggettive di ammissibilità;

Tipologia investimenti ammissibili e proposta progettuale;

Localizzazione;

Eventuale abbinamento aiuti rimborsabili con sostegno sotto forma di sovvenzioni;

Condizioni applicate, es. finanziamento in % investimento ammesso, tasso applicato;

Modalità di istruttoria, es. criteri soggettivi, prudenziali es. merito di credito, di premialità;

Tempistica realizzazione investimenti;

Modalità erogazione del sostegno, es. anticipo, saldo. Nel documento “Criteri di Selezione delle Operazioni dell’Asse II” del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 sono stati già definiti alcuni degli elementi determinanti della strategia di investimento, volti a specificare ambito di applicazione e focalizzazione dello strumento finanziario quali:

Destinatari finali: per dimensione, costituzione e settori di attività;

Condizioni soggettive di ammissibilità;

Tipologia investimenti ammissibili e proposta progettuale;

Localizzazione;

Modalità di istruttoria, es. criteri soggettivi, prudenziali es. merito di credito, di premialità.

Difatti ad oggi, risulta definita la tipologia dimensionale delle imprese destinatarie, corrispondente alle MPMI (Micro, piccole e medie imprese, costituite da non più di 36 mesi oppure costituente imprese delle medesime categorie). Appare inoltre definito il settore di attività, i progetti di investimento saranno riferiti ad un codice ATECO (primario o secondario) tra quelli specificati in Allegato I per l’azione specifica del documento “Criteri di Selezione delle Operazioni dell’Asse II” del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020. Indicati inoltre i termini relativi alle modalità di istruttoria ed esplicitati i principi guida per la selezione delle operazioni.

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Diversamente per quanto riguarda i seguenti elementi:

Eventuale abbinamento aiuti rimborsabili con sostegno sotto forma di sovvenzioni;

Condizioni applicate, es. finanziamento in % investimento ammesso, tasso applicato;

Tempistica realizzazione investimenti;

Modalità erogazione del sostegno, es. anticipo, saldo. Questi sono ancora in fase di definizione e, indicativamente, i prodotti finanziari da offrire saranno attivati nella forma del Fondo Rotativo mentre la quota non rotativa sarà erogata in conto capitale (fondo perduto). La durata prevista del singolo finanziamento è di 8 anni oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento. Per quanto riguarda l’intensità media o attesa dell’investimento il limite massimo di intensità agevolativa è di € 200.000,00 in termini di ESL, secondo quanto previsto dal Regolamento de minimis. Per la “Priorità d’investimento” 3a) l’intensità media attesa potrebbe aggirarsi intorno ai 50/100.000 euro tra fondo perduto e fondo rotativo (iniziative “light” poco capital intensive). Per la “Priorità d’investimento” 3b) mediamente un’intensità prossima al limite de minimis (circa 170/180 mila euro). Una specificazione dettagliata delle caratteristiche del sostegno è presentata nella seguente tabella di sintesi.

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Tabella 6-1 - Modalità di erogazione del sostegno

Priorità d’Investimento Obiettivo Specifico Fondo Rotativo

Altre Forme di Sostegno

Durata dell’Investimento

Intensità Agevolativa

Modalità di Erogazione

3a “Promuovere l'imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatrici di imprese”.

“Nascita e Consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese”

SI Conto Capitale

8 anni di

ammortamento ed

1 anno di

preammortamento

Limite massimo di € 200.000,00 in termini di ESL, secondo quanto previsto dal Regolamento de minimis

Erogazione sulla base dei SAL, possibile anticipazione entro il 50%

3b “Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per l'internazionalizzazione”,

Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

SI Conto Capitale

8 anni di ammortamento ed 1 anno di preammortamento

Limite massimo di € 200.000,00 in termini di ESL, secondo quanto previsto dal Regolamento de minimis

Erogazione sulla base dei SAL, possibile anticipazione entro il 50%

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Per quanto riguarda le modalità di concessione ed erogazione delle agevolazioni, si ipotizza che:

1) Le agevolazioni siano concesse mediante provvedimento adottato dal soggetto gestore ed

erogate sulla base di un contratto di finanziamento appositamente stipulato, contenente anche le

obbligazioni a cui lo stesso beneficiario è soggetto.

2) L’erogazione delle agevolazioni avvenga su richiesta del soggetto beneficiario mediante

presentazione di stati di avanzamento lavori (di seguito SAL) a fronte di titoli di titoli di spesa

quietanzata. E’ fatta salva la possibilità per il soggetto beneficiario di richiedere, previa

presentazione di fideiussione bancaria o assicurativa, l’erogazione della prima quota di

agevolazione a titolo di anticipazione, fino ad un massimo del 50% delle agevolazioni

complessivamente concesse.

3) Il soggetto beneficiario possa presentare al massimo quattro richieste di erogazione,

comprensive dell’eventuale anticipazione. L’ultimo SAL a saldo no può essere inferiore al 20% dei

costi ammissibili. Le modalità di richiesta delle erogazioni sono disciplinate con la direttiva

operativa di cui all’articolo 4, comma2.

4) In alternativa alle modalità di erogazione su indicate, le singole operazioni possano essere

corrisposte sulla base di titoli di spesa non quietanzati e previa stipula di un’apposita convenzione

tra il soggetto gestore e l‘Associazione Bancaria Italiana per l’adozione, da parte delle banche

aderenti alla convenzione stessa, di uno specifico contratto di conto corrente in grado di garantire

il pagamento ai fornitori dei beni agevolati in tempi celeri e strettamente conseguenti al

versamento sul predetto conto delle agevolazioni da parte di Invitalia e della quota a carico

dell’impresa beneficiaria.

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7 Risultati attesi e indicatori

L’art.37(2)(f) del Regolamento UE n. 1303/2013 illustra gli obiettivi e i contenuti delle attività di valutazione ex-ante; esse indicano in modo chiaro i risultati attesi e le modalità attraverso le quali lo strumento finanziario potrà contribuire al raggiungimento degli obiettivi specifici e delle pertinenti priorità. Inoltre raccomanda gli indicatori per la misurazione del contributo dello strumento e caratterizza il sistema di monitoraggio e valutazione associato. D’altronde il PON e la Vexa (in particolare tab. 6 pag.32, tab.7 pag. 37) identificano una serie di indicatori atti a misurare l’effetto complessivo dell’intervento e quindi anche degli strumenti finanziari, con il valore stimato per il target 2018 e il target 2023. Questi indicatori sono indicati nel prospetto seguente.

Obiettivi specifici

Azioni Definizione indicatori

Target (2018) - PF (5 Regioni)

Target (2023) (5 Regioni)

Note indicatori di output/realizzazione

RA 3.3 Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

3.3.2 Supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio, anche attraverso l’integrazione tra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo, e delle filiere dei prodotti

N di imprese che ricevono un sostegno (CI01.)

- 270 Data la tipologia di intervento da realizzare viene indicativamente stimato un contributo ad impresa pari a circa 160.000 euro; da ciò discende che si potrà sostenere 270 imprese. L’avvio dell’azione è ipotizzabile nel 2016.

N di imprese che ricevono una sovvenzione (CI02. )

- 270 Come sopra in quanto la sovvenzione è l’unica forma di sostegno prevista dal PON.

Investimenti privati corrispondenti al sostegno pubblico alle imprese (sovvenzioni) CI06

- 40.310.404

Si prevede un cofinanziamento al 50%, pertanto gli investimemti privati sono pari al contributo totale erogato (fesr+ naz).

Crescita - 330 Viene considerato un

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tradizionali e tipici

dell'occupazione nelle imprese che ricevono un sostegno (CI08)

incremento occupazionale di 1,5 occupati ad impresa.

N di imprese sostenute per introdurre nuovi prodotti che costituiscono una novità per il mercato (CI28)

- 189 Si stima che il 70% delle imprese sostenute introducano nuovi prodotti per il mercato. E’ una stima superiore a quanto avviene nelle imprese italiane (30% introduco innovazioni di prodotto e processo), in quanto è uno degli obiettivi dell’intervento, quello di “spingere” sull’innovazione dei prodotti/servizi realizzati.

RA 3.5 Nascita e Consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese

3.5.1 Interventi di supporto alla nascita di nuove imprese sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l’offerta di servizi, sia attraverso interventi di micro-finanza

Numero di imprese che ricevono un sostegno (CO.01)

- 880 Il target viene quantificato sulla base di una sovvenzione pubblica di circa 50 mila euro, sulla base di quanto avviene per questo tipo di interventi di business creation

Numero di imprese che ricevono sovvenzioni (CO.01)

190* 880 Numero di imprese che ricevono sovvenzioni (CO.01)

Numero di nuove imprese che ricevono un sostegno (C.I.5)

- 880 Il target viene quantificato sulla base di una sovvenzione pubblica di circa 50 mila euro, sulla base di quanto avviene per questo tipo di

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interventi di business creation.

Crescita dell'occupazione nelle imprese che ricevono un sostegno (CI08)

- 1.320 Nelle regioni del Sud il rapporto Symbola-Unioncamere stima un occupazione media delle imprese nel settore culturale parti a crica 2,5 addetti. Il target viene calcolato considerando 1,5 addetti per le imprese create.

Dalla tabella si individuano alcuni indicatori utili anche per il monitoraggio dello strumento

finanziario. Gli indicatori suggeriti, che sono stati già calcolati nel capitolo 3, sono:

1. Numero di imprese beneficiarie di un sostegno finanziario diverso dal contributo a fondo perduto.

2. L’ammontare di investimenti corrispondenti al sostegno finanziario accordato; La tabella che segue riassume gli indicatori e riporta osservazioni sul tipo di indicatore e suggerimenti segnalati.

Obiettivo (ID- titolo) Indicatore di risultato specifico

Unità di misura

Fonte Periodicità

3a1 Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese

Addetti alle imprese nate nell’ultimo triennio in % su addetti totali (settore cultura)

% ISTAT Annuale

Osservazioni su pertinenza, chiarezza, suggerimenti 3a1

L’indicatore coglie la forza del settore Cultura in termini di natalità ma non di consolidamento o crescita delle imprese già attive precedentemente. Potrebbe essere utile una disaggregazione regionale (data l’integrazione di azioni PON e POR). Inoltre se si assume che un maggior livello di capitale umano è connesso alla maggiore probabilità di sopravvivenza dell’impresa, puo essere utile conoscere il titolo di studio e l’esperienza lavorativa degli addetti. Sarebbe utile distinguere alcuni macro settori all’interno della filiera culturale e creativa, evidenziando i settori del make da quelli di servizi. Distinzione tra area urbana e area territoriale/sovracomunale, identificando la presenza di attrattori turistici e culturali.

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Obiettivo (ID- titolo) Indicatore di risultato specifico

Unità di misura

Fonte Periodicità

Baseline (VEXA PON)

Target (VEXA PON)

3b.1 - Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali

Investimenti privati su PIL (settore cultura)

% ISTAT Annuale

6,9 7,1

Osservazioni su pertinenza, chiarezza, suggerimenti

L’indicatore dovrebbe essere quantificato non solo per regione ma anche per sistema locale del lavoro, in modo da poter approssimare le aree urbane.

Essendo tali indicatori anche calcolati e utilizzati nel cap. 3 della presente analisi allo scopo di valutare gli effetti degli strumenti finanziari, appare necessaria una valutazione incrociata delle ipotesi che riguardano l’utilizzo delle fonti di finanziamento e quindi il valore atteso di imprese e addetti incentivati dal PON, utilizzando le ipotesi alla base della valutazione ex ante degli strumenti finanziari e quanto previsto nell’analisi di valutazione ex ante del PON stesso. In realtà, i risultati della valutazione ex ante sono molto simili con gli effetti degli strumenti finanziari dell’Asse II del PON stimati in questa valutazione. In particolare per la linea a (start-up) la Vexa prevedeva 880 nuove imprese, mentre questa analisi ne ha stimate 881, lo 0,1% in più; per la linea b (consolidamento) le imprese previste sussidiate dal PON sarebbero state 270, mentre questa analisi ne prevede 263, il 2,5% in meno. Infine, per quest’ultima linea vengono previsti dalla Vexa investimenti privati per circa 40 milioni di euro, mentre questa analisi ne prevede 45 milioni circa, quindi con una stima più ampia, in parte differendo da quanto indicato nella Vexa del PON. Questa lieve discordanza è da attribuire al fatto che, al momento della preparazione della Vexa, ancora non erano stato specificato il modo di operare degli strumenti e quindi le modalità di finanziamento degli investimenti nelle due linee. Due sono gli aspetti chiave: la quota del Fondo rotativo, che evidentemente è positivamente collegata al numero di imprese incentivabili, e la quota di autofinanziamento, che è a sua volta positivamente collegata all’ammontare di investimenti provati stimolati. Inoltre alcune lievi difformità riguardano anche l’investimento medio finanziabile e i parametri relativi all’attualizzazione. Pur in presenza di queste differenze marginali, possiamo affermare che l’analisi degli strumenti finanziari è sostanzialmente coerente con quella presente nel PON e nella Vexa del PON, che

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indica effetti positivi e significativi delle azioni individuate sul sistema delle imprese creative e culturali delle regioni interessate. 8 Misure proposte per il sistema di monitoraggio Si ritiene essenziale che il PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 mantenga un appropriato sistema di monitoraggio dedicato agli strumenti finanziari, cosa che del resto già avviene per i fondi destinati ad ospitare le risorse FESR 2014-2020. Tale sistema di monitoraggio dovrà avvalersi di una base dati con indicatori specifici per ogni azione. E’ importante garantire alla Commissione europea un adeguato flusso informativo sullo stato di attuazione degli interventi realizzati tramite Strumenti finanziari. Il regolamento 1303/2013 prevede, a carico dell’Autorità di gestione, un report annuale sull’attività degli Strumenti molto dettagliato, da trasmettere alla Commissione come allegato alla relazione annuale di esecuzione del programma. A tal fine l’Autorità di gestione deve assicurarsi, in sede di redazione e di sottoscrizione dell’Accordo di finanziamento con il gestore degli Strumenti, un idoneo flusso informativo con cadenza almeno annuale. E comunque opportuno che il monitoraggio dell’attività e dei risultati degli Strumenti da parte dell’Autorità di gestione vada oltre i semplici vincoli regolamentari e consenta all’Autorità di gestione di rilevare tempestivamente eventuali criticità nella fase di implementazione o di attuazione, in modo da poter eventualmente disporre i necessari interventi correttivi. A questo scopo, l’accordo di finanziamento dovrebbe prevedere quantomeno un report trimestrale di monitoraggio sull’attività del Fondo rotativo da parte del gestore. Il gestore del Fondo rotativo dovrebbe fornire trimestralmente all’Autorità di gestione almeno le seguenti informazioni. A livello aggregato per ciascuno strumento:

importo impegnato sulla base dell’accordo di finanziamento;

versamenti al Fondo;

somme complessivamente utilizzate (finanziamenti erogati e accantonamenti

per garanzie);

somme disponibili al Fondo (considerando i rientri);

indice di operatività (utilizzi/versamento iniziale);

eventuali spese di gestione a carico del programma;

interessi o altri proventi maturati;

eventuali spese di gestione maturate.

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Per ciascuna richiesta di garanzia/finanziamento ricevuta:

nominativo del beneficiario;

stato della pratica: istruttoria, deliberata, richiesta decaduta, inadempimento;

n. richiesta;

data richiesta;

data delibera;

spesa ammessa del progetto. Per i finanziamenti:

• importo finanziabile; • importo del finanziamento • importo del finanziamento effettivamente erogato (nel caso di finanziamenti in tranches); • capitale residuo della quota pubblica di finanziamento • perdita sul finanziamento (in caso di inadempimento); • somme recuperate (nel caso di recuperi a seguito dell’inadempimento).

Le informazioni di monitoraggio potrebbero mostrare la necessità di un aggiornamento o di una completa revisione della valutazione ex ante, in particolare nel momento in cui le prestazioni degli strumenti in termini di capacità di spesa si rivelassero inadeguate rispetto alle previsioni. Il mancato raggiungimento degli obiettivi di utilizzo del Fondo rotativo può indicare un errore nella strategia di investimento degli Strumenti, in termini di tipologia di prodotti offerti o di beneficiari target, o errate valutazioni rispetto alle scelte di governance. Le difficoltà potrebbero inoltre derivare da rilevanti mutamenti sul mercato dei capitali. Tali aspetti rendono opportuno un aggiornamento della valutazione ex ante. Indipendentemente da tali indicatori, è opportuno comunque che l’Autorità di gestione conduca un’analisi annuale sull’andamento del mercato del credito regionale, al fine di rilevare tempestivamente possibili minacce esterne all’operatività degli Strumenti. Occorre in ogni caso tener presente che le prestazioni degli Strumenti finanziari possono essere condizionati da eventuali rallentamenti o criticità nell’esecuzione delle azioni previste. Ad esempio, l’accesso allo strumento potrebbe essere condizionato all’attivazione della misura o alla pubblicazione di bandi da parte dell’Autorità di gestione, in particolare nel caso in cui sia prevista una combinazione dell’intervento degli Strumenti con le sovvenzioni dirette erogate dall’Autorità di gestione. Tali aspetti devono essere attentamente analizzati ma non comportano necessariamente una revisione della valutazione ex ante.

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9 Disposizioni per eventuali aggiornamenti Cosi come previsto all’art.37(2)(g) del Regolamento (UE) 1303/2013, all’interno di questo capitolo si danno alcune indicazioni per l’eventuale revisione e aggiornamento della valutazione ex ante durante l'attuazione degli strumenti finanziari previsti. L’aggiornamento di questa valutazione ex ante può essere attivata qualora si rilevino delle variazioni quali:

un basso assorbimento delle risorse. Nel caso si verifichi una scarsa domanda di uno strumento finanziario, a causa di diversi fattori, questo potrebbe pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi finanziari prefissati e risultati attesi;

il mutamento delle condizioni di mercato, in particolare rispetto alla liquidità delle aziende

di credito e l’andamento dei tassi di interesse. Il contesto economico nel quale opera lo strumento finanziario può cambiare e di conseguenza potrebbe essere necessario adeguare lo strumento finanziario al nuovo contesto;

Perché si possano osservare ed aggiustare tempestivamente le distorsioni sull’utilizzo dello strumento cosi come sopra descritte è necessario attivare:

a) un sistema di monitoraggio ed un’attività calendarizzata di reportistica dello strumento finanziario;

b) definire una serie di valori soglia (trigger values), da confrontare sistematicamente con i

valori del sistema di monitoraggio, cosi da individuare eventuali cambiamenti e criticità sostanziali;

c) valutazioni ad hoc in itinere dello strumento finanziario.

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10 Appendice

10.1 Statistiche descrittive sulla struttura delle imprese per classe dimensionale

Tabella a. 1 Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 562.617 557.912 561.069 550.594 548.027 533.741 fatturato (migl. di €) 75.209.797 63.291.100 70.059.442 70.737.910 65.075.166 62.225.209 valore aggiunto (migl. di €) 29.398.580 24.834.977 27.223.873 25.649.544 25.338.365 24.204.363 margine operativo lordo (migl. di €) 20.416.284 15.516.578 18.131.924 16.780.821 16.211.598 15.174.004 investimenti lordi (migl. di €) 2.841.926 2.504.255 2.995.272 2.369.400 2.945.636 1.817.019 numero di persone occupate 1.099.965 1.091.130 1.088.159 1.071.461 1.068.092 1.039.504

Indicatori

occupati/numeroimprese 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9 1,9 fatturato/numeroimprese 133,7 113,4 124,9 128,5 118,7 116,6 MOL/Valore Aggiunto 0,7 0,6 0,7 0,7 0,6 0,6

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 2 Tassi di variazione Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-0,8 0,6 -1,9 -0,5 -2,6 fatturato (migl. di €)

-15,8 10,7 1,0 -8,0 -4,4

valore aggiunto (migl. di €)

-15,5 9,6 -5,8 -1,2 -4,5 margine operativo lordo (migl. di €)

-24,0 16,9 -7,5 -3,4 -6,4

investimenti lordi (migl. di €)

-11,9 19,6 -20,9 24,3 -38,3 numero di persone occupate

-0,8 -0,3 -1,5 -0,3 -2,7

Indicatori

occupati/numeroimprese

0,0 -0,8 0,3 0,2 -0,1 fatturato/numeroimprese

-15,1 10,1 2,9 -7,6 -1,8

MOL/Valore Aggiunto -10,0 6,6 -1,8 -2,2 -2,0

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 3 Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 4.197.699 4.156.913 4.151.104 4.146.060 4.140.639 4.094.444 fatturato (migl. di €) 845.876.238 675.614.080 780.351.446 785.350.157 795.193.356 762.496.724 valore aggiunto (migl. di €) 237.399.257 194.288.476 220.276.016 226.470.075 212.347.865 207.516.544 margine operativo lordo (migl. di €) 168.638.803 121.086.038 148.911.865 156.094.130 139.984.174 136.603.879 investimenti lordi (migl. di €) 38.912.168 35.820.120 46.043.693 33.621.451 24.886.078 21.853.614 numero di persone occupate 8.160.976 8.060.699 7.986.251 7.681.141 7.664.281 7.518.178

Indicatori

occupati/numeroimprese 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,8 fatturato/numeroimprese 201,5 162,5 188,0 189,4 192,0 186,2 MOL/Valore Aggiunto 0,7 0,6 0,7 0,7 0,7 0,7

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

84

Tabella a. 4 Tassi di variazione Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-1,0 -0,1 -0,1 -0,1 -1,1 fatturato (migl. di €)

-20,1 15,5 0,6 1,3 -4,1

valore aggiunto (migl. di €)

-18,2 13,4 2,8 -6,2 -2,3 margine operativo lordo (migl. di €)

-28,2 23,0 4,8 -10,3 -2,4

investimenti lordi (migl. di €)

-7,9 28,5 -27,0 -26,0 -12,2 numero di persone occupate

-1,2 -0,9 -3,8 -0,2 -1,9

Indicatori occupati/numero imprese

-0,3 -0,8 -3,7 -0,1 -0,8

fatturato/numero imprese

-19,3 15,7 0,8 1,4 -3,0 MOL/Valore Aggiunto -12,3 8,5 2,0 -4,4 -0,1

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 5 Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 30.071 29.122 28.315 27.643 28.397 27.545 fatturato (migl. di €) 65.545.280 62.028.549 64.085.576 55.179.591 60.771.844 59.580.987 valore aggiunto (migl. di €) 19.682.561 18.760.726 19.704.456 17.050.136 18.580.870 18.638.954 margine operativo lordo (migl. di €) 6.218.932 5.087.067 6.180.117 4.198.604 5.329.891 5.484.482 investimenti lordi (migl. di €) 2.568.897 2.612.793 3.059.750 2.540.739 1.718.036 1.466.479 numero di persone occupate 503.386 497.500 481.119 457.459 476.631 463.709

Indicatori

occupati/numero imprese 16,7 17,1 17,0 16,5 16,8 16,8 fatturato/numero imprese 2.179,7 2.130,0 2.263,3 1.996,2 2.140,1 2.163,0 MOL/Valore Aggiunto 0,3 0,3 0,3 0,2 0,3 0,3

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 6 Tassi di variazione Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Tassi di variazione Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013) Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-3,2 -2,8 -2,4 2,7 -3,0 fatturato (migl. di €)

-5,4 3,3 -13,9 10,1 -2,0

valore aggiunto (migl. di €)

-4,7 5,0 -13,5 9,0 0,3 margine operativo lordo (migl. di €)

-18,2 21,5 -32,1 26,9 2,9

investimenti lordi (migl. di €)

1,7 17,1 -17,0 -32,4 -14,6 numero di persone occupate

-1,2 -3,3 -4,9 4,2 -2,7

Indicatori

occupati/numero imprese

2,1 -0,5 -2,6 1,4 0,3 fatturato/numero imprese

-2,3 6,3 -11,8 7,2 1,1

MOL/Valore Aggiunto -14,2 15,7 -21,5 16,5 2,6

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

85

Tabella a. 7 Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 211.125 201.167 196.235 189.636 185.852 178.758 fatturato (migl. di €) 723.348.054 617.919.042 672.031.309 658.124.587 687.868.259 659.501.012 valore aggiunto (migl. di €) 156.992.866 141.534.841 147.943.348 147.500.828 145.638.711 143.877.218 margine operativo lordo (migl. di €) 51.964.029 41.505.022 46.341.675 46.621.730 45.684.336 45.756.927 investimenti lordi (migl. di €) 25.154.480 24.172.501 19.970.653 17.509.188 17.728.208 12.995.451 numero di persone occupate 3.757.989 3.572.582 3.479.056 3.374.726 3.311.843 3.189.486

Indicatori

occupati/numero imprese 17,8 17,8 17,7 17,8 17,8 17,8 fatturato/numero imprese 3.426,2 3.071,7 3.424,6 3.470,5 3.701,2 3.689,4 MOL/Valore Aggiunto 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 8 Tassi di variazione Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-4,7 -2,5 -3,4 -2,0 -3,8 fatturato (migl. di €)

-14,6 8,8 -2,1 4,5 -4,1

valore aggiunto (migl. di €)

-9,8 4,5 -0,3 -1,3 -1,2 margine operativo lordo (migl. di €)

-20,1 11,7 0,6 -2,0 0,2

investimenti lordi (migl. di €)

-3,9 -17,4 -12,3 1,3 -26,7 numero di persone occupate

-4,9 -2,6 -3,0 -1,9 -3,7

Indicatori

occupati/numero imprese

-0,2 -0,2 0,4 0,1 0,1 fatturato/numero imprese

-10,3 11,5 1,3 6,6 -0,3

MOL/Valore Aggiunto -11,4 6,8 0,9 -0,8 1,4

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 9 Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 1.964 1.902 1.825 1.846 1.813 1.818 fatturato (migl. di €) 42.643.158 36.026.187 37.071.730 39.071.436 37.270.450 37.960.223 valore aggiunto (migl. di €) 10.273.386 9.494.607 9.554.729 11.085.377 10.248.266 10.566.106 margine operativo lordo (migl. di €) 2.514.626 1.980.938 2.190.647 3.135.201 2.527.392 2.752.213 investimenti lordi (migl. di €) 1.372.750 869.738 1.109.724 958.105 895.299 853.359 numero di persone occupate 185.741 181.144 173.331 174.774 172.048 173.350

Indicatori

occupati/numero imprese 94,6 95,2 95,0 94,7 94,9 95,4 fatturato/numero imprese 21.712,4 18.941,2 20.313,3 21.165,5 20.557,3 20.880,2 MOL/Valore Aggiunto 0,2 0,2 0,2 0,3 0,2 0,3

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

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86

Tabella a. 10 Tassi di variazione Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-3,2 -4,0 1,2 -1,8 0,3 fatturato (migl. di €)

-15,5 2,9 5,4 -4,6 1,9

valore aggiunto (migl. di €)

-7,6 0,6 16,0 -7,6 3,1 margine operativo lordo (migl. di €)

-21,2 10,6 43,1 -19,4 8,9

investimenti lordi (migl. di €)

-36,6 27,6 -13,7 -6,6 -4,7 numero di persone occupate

-2,5 -4,3 0,8 -1,6 0,8

Indicatori

occupati/numero imprese

0,7 -0,3 -0,3 0,2 0,5 fatturato/numero imprese

-12,8 7,2 4,2 -2,9 1,6

MOL/Valore Aggiunto -14,8 9,9 23,4 -12,8 5,6

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 11 Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013) Variabili 2008 2009 2010 2011 2012 2013

numero delle imprese 22.491 21.960 21.309 21.490 21.134 20.897 fatturato (migl. di €) 643.187.429 538.706.969 572.370.120 607.663.933 593.116.268 614.279.377 valore aggiunto (migl. di €) 114.304.985 103.094.476 117.000.561 121.942.270 114.587.190 116.608.509 margine operativo lordo (migl. di €) 34.700.615 26.075.521 39.138.580 40.235.174 34.462.606 36.850.634 investimenti lordi (migl. di €) 21.716.991 15.875.697 31.700.525 14.246.003 13.645.525 12.286.250 numero di persone occupate 2.172.601 2.123.895 2.057.944 2.058.160 2.037.296 2.021.059

Indicatori

occupati/numero imprese 96,6 96,7 96,6 95,8 96,4 96,7 fatturato/numero imprese 28.597,5 24.531,3 26.860,5 28.276,6 28.064,6 29.395,6 MOL/Valore Aggiunto 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3

Fonte: elaborazione su dati Istat - Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (periodo 2008-2013)

Tabella a. 12 Tassi di variazione Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013)

Variabili 2009/2008 2010/2009 2011/2010 2012/2011 2013/2012

numero delle imprese

-2,4 -3,0 0,8 -1,7 -1,1 fatturato (migl. di €)

-16,2 6,2 6,2 -2,4 3,6

valore aggiunto (migl. di €)

-9,8 13,5 4,2 -6,0 1,8 margine operativo lordo (migl. di €)

-24,9 50,1 2,8 -14,3 6,9

investimenti lordi (migl. di €)

-26,9 99,7 -55,1 -4,2 -10,0 numero di persone occupate

-2,2 -3,1 0,0 -1,0 -0,8

Indicatori

occupati/numero imprese

0,1 -0,1 -0,8 0,7 0,3 fatturato/numero imprese

-14,2 9,5 5,3 -0,7 4,7

MOL/Valore Aggiunto -16,7 32,3 -1,4 -8,8 5,1

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

87

10.2 Classificazioni adottate

Nelle analisi di contesto, è stato utilizzato un perimetro delle attività economiche del sistema

produttivo della cultura15 con classificazione ATECO 2007 (5 digit) articolato in quattro ambiti:

1. Patrimonio storico-artistico: le attività − svolte in forma di impresa − aventi a che fare con

la conservazione, la fruizione e la messa a valore del patrimonio storico e artistico (musei,

biblioteche, archivi, gestione di luoghi o monumenti);

2. Performing arts e arti visive: le attività che, per la loro natura, non si prestano a un

modello di organizzazione di tipo industriale, o perché hanno a che fare con beni

intenzionalmente non riproducibili (le arti visive), o perché hanno a che fare con eventi dal

vivo che possono essere fruiti soltanto attraverso una partecipazione diretta;

3. Industrie culturali: le attività collegate alla produzione di beni riproducibili, connessi alle

principali attività artistiche a elevato contenuto creativo, in cui le imprese operano

comunque secondo logiche industriali (cinematografia, la televisione, l’editoria e l’industria

musicale);

4. Industrie creative: tutte quelle attività produttive non propriamente culturali che,

comunque, traggono linfa creativa dalla cultura e che contribuiscono a veicolare significati

e valori nelle produzioni di beni e servizi. Ne sono partecipi il design, l’architettura e la

comunicazione. A queste voci si aggiunge l’attività Produzione di beni e servizi creative

driven

Tabella a. 13 Attività economiche del Sistema Produttivo della Cultura classificate secondo l’ATECO 2007.

Settori Sottosettori Codice Ateco 2007

Descrizione attività

Industrie culturali

Film, video, radio-tv

59110 Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi

59120 Attività di post-produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi

26400 Fabbricazione di apparecchi per la riproduzione e registrazione del suono e delle immagini

60200 Programmazione e trasmissioni televisive

59140 Attività di proiezione cinematografica

26702 Fabbricazione di apparecchiature fotografiche e cinematografiche

59130 Attività di distribuzione cinematografica, di video e di programmi televisivi

15

Da “Io sono Cultura” RAPPORTO 2014 Unioncamere- Fondazione Symbola

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

88

Settori Sottosettori Codice Ateco 2007

Descrizione attività

60100 Trasmissioni radiofoniche

Videogiochi e software

62010 Produzione di software non connesso all'edizione

62020 Consulenza nel settore delle tecnologie dell'informatica

62090 Altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell'informatica

58210 Edizione di giochi per computer

32401 Fabbricazione di giochi (inclusi i giochi elettronici)

Musica

59202 Edizione di musica stampata

59201 Edizione di registrazioni sonore

18200 Riproduzione di supporti registrati

59203 Studi di registrazione sonora

Libri e stampa

74202 Laboratori fotografici per lo sviluppo e la stampa

90030 Creazioni artistiche e letterarie

18120 Altra stampa

47610 Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi specializzati

18130 Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media

58140 Edizione di riviste e periodici

58110 Edizione di libri

58130 Edizione di quotidiani

17230 Fabbricazione di prodotti cartotecnici

63910 Attività delle agenzie di stampa

18110 Stampa di giornali

18140 Legatoria e servizi connessi

58190 Altre attività editoriali

82992 Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste

Industrie creative

Architettura

71110 Attività degli studi di architettura

71121 Attività degli studi di ingegneria

71122 Servizi di progettazione di ingegneria integrata

Comunicazione e branding

70210 Pubbliche relazioni e comunicazione

73110 Agenzie pubblicitarie

73120 Attività delle concessionarie e degli altri intermediari di servizi pubblicitari

Design

74101 Attività di design di moda e design industriale

74102 Attività dei disegnatori grafici

74103 Attività dei disegnatori tecnici

74109 Altre attività di design

Produzione di beni e servizi creative

driven*

56101 Ristorazione con somministrazione; ristorazione connessa alle aziende agricole

10730 Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei e simili

11022 Produzione di vino spumante e altri vini speciali

11010 Distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici

11021 Produzione di vini da tavola e v.q.p.r.d.

31091 Fabbricazione di mobili per arredo domestico

95240 Riparazione di mobili e di oggetti di arredamento; laboratori di tappezzeria

16294 Laboratori di corniciai

23410 Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici e

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PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 - Valutazione Ex-Ante degli Strumenti finanziari dell’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”

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Settori Sottosettori Codice Ateco 2007

Descrizione attività

ornamentali

23702 Lavorazione artistica del marmo e di altre pietre affini, lavori in mosaico

15110 Preparazione e concia del cuoio e pelle; preparazione e tintura di pellicce

23199 Fabbricazione di altri prodotti in vetro (inclusa la vetreria tecnica)

32122 Lavorazione di pietre preziose e semipreziose per gioielleria e per uso industriale

32121 Fabbricazione di oggetti di gioielleria ed oreficeria in metalli preziosi o rivestiti di metalli preziosi

32200 Fabbricazione di strumenti musicali (incluse parti e accessori)

13991 Fabbricazione di ricami

13992 Fabbricazione di tulle, pizzi e merletti

31095 Finitura di mobili

25993 Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame ed altri metalli

23192 Lavorazione di vetro a mano e a soffio artistico

15120 Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria

14132 Sartoria e confezione su misura di abbigliamento esterno

30120 Costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive

31093 Fabbricazione di poltrone e divani

31011 Fabbricazione di sedie e poltrone per ufficio e negozi

32402 Fabbricazione di giocattoli (inclusi i tricicli e gli strumenti musicali giocattolo)

31092 Fabbricazione di sedie e sedili (esclusi quelli per aeromobili, autoveicoli, navi, treni, ufficio e negozi)

31020 Fabbricazione di mobili per cucina

26520 Fabbricazione di orologi

31099 Fabbricazione di altri mobili (inclusi quelli per arredo esterno)

31094 Fabbricazione di parti e accessori di mobili

25121 Fabbricazione di porte, finestre e loro telai, imposte e cancelli metallici

Performing arts e arti

visive

Rappresentazioni artistiche,

intrattenimento, convegni e fiere

90010 Rappresentazioni artistiche

93299 Altre attività di intrattenimento e di divertimento nca

90020 Attività di supporto alle rappresentazioni artistiche

93210 Parchi di divertimento e parchi tematici

90040 Gestione di teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche

82300 Organizzazione di convegni e fiere

Patrimonio storico- artistico

Musei, biblioteche, archivi

e gestione di luoghi e

monumenti storici

91020 Attività di musei

91030 Gestione di luoghi e monumenti storici e attrazioni simili

91010 Attività di biblioteche ed archivi

Nelle analisi dei fallimenti di mercato, sono stati utilizzati i dati rilevati dalle “Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (dati dal 2008)” dell’Istat, Rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull'esercizio di arti e professioni (PMI) e Rilevazione sul sistema dei conti delle imprese, per i

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gruppi Ateco (3 digit) relativi alle PMI del sistema produttivo della cultura presenti per tutto il periodo 2008-2013. Tali gruppi Ateco, derivano dalle aggregazioni delle sottocategorie ateco 2007 a 5 digit dei settori culturali riaggregate per gruppi a 3 digit che presentavano una sufficiente numerosità di addetti delle Unità Locali ASIA 2013 nei settori culturali, rappresentati nella seguente tabella:

Tabella a. 14 Attività economiche del Sistema Produttivo della Cultura aggregate secondo l’ATECO 2007 3 digit presenti nelle “Statistiche nazionali sulla struttura delle imprese (dati dal 2008)” dell’Istat .

Gruppi validati (Ateco 2007 3

digit)

Ateco 2007

110 industria delle bevande

151 preparazione e concia del cuoio, fabbricazione di articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria, preparazione e tintura di pellicce

181 stampa e servizi connessi alla stampa

182 riproduzione di supporti registrati

234 fabbricazione di altri prodotti in porcellana e in ceramica

251 fabbricazione di elementi da costruzione in metallo

259 fabbricazione di altri prodotti in metallo

264 fabbricazione di prodotti di elettronica di consumo audio e video

310 fabbricazione di mobili

321 fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, lavorazione delle pietre preziose

322 fabbricazione di strumenti musicali

324 fabbricazione di giochi e giocattoli

561 ristoranti e attività di ristorazione mobile

581 edizione di libri, periodici ed altre attività editoriali

591 attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi

592 attività di registrazione sonora e di editoria musicale

601 trasmissioni radiofoniche

602 attività di programmazione e trasmissioni televisive

620 produzione di software, consulenza informatica e attività connesse

711 attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici

731 Pubblicità

741 attività di design specializzate

823 organizzazione di convegni e fiere

900 attività creative, artistiche e di intrattenimento

910 attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali

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10.3 Indice tabelle-grafici

Tabella 0-1 Prospetto: Strumenti Finanziari per azione .................................................................................... 7

Tabella 0-2 Prospetto: Dotazione Finanziaria per azione .................................................................................. 8

Tabella 2-1 Imprese registrate del Sistema Produttivo Culturale in Italia, per settore Anno 2014 (valori

assoluti e composizioni percentuali) ............................................................................................................... 13

Tabella 2-2 Imprese registrate del Sistema Produttivo Culturale nelle regioni italiane ................................. 14

Tabella 2-3 Valore aggiunto e occupazione del Sistema Produttivo Culturale italiano per settore Anno 2014

(valori assoluti, composizioni e incidenze percentuali sul totale economia) .................................................. 15

Tabella 2-4 Valore aggiunto e occupazione del Sistema Produttivo Culturale nelle regioni italiane Anno

2014 (valori assoluti, composizioni e incidenze percentuali sul totale economia) ......................................... 16

Tabella 2-5 Variabili e indicatori PMI Settori culturali Italia (periodo 2008-2013) ......................................... 22

Tabella 2-6 Tassi di variazione variabili e indicatori PMI Settori culturali, Totale Italia (periodo 2008-2013) 23

Tabella 2-7 Variabili e indicatori PMI Totale Italia (periodo 2008-2013) ........................................................ 23

Tabella 2-8 Tassi di variazione variabili e indicatori PMI, Totale Italia (periodo 2008-2013).......................... 23

Tabella 2-9 - Rapporto impieghi PIL per area e classe di addetti. 2011-2013 ................................................. 25

Tabella 3-1 Dlgs 185/2000 Titolo I – Autoimprenditorialità: Numero progetti e avanzamento finanziario

iniziative finanziate all’interno del perimetro delle attività economiche del sistema produttivo cultura (Io

sono cultura)– periodo 2007-2013 .................................................................................................................. 49

Tabella 3-2 Dlgs 185/2000 Titolo II autoimpiego – microimpresa: Numero progetti e avanzamento

finanziario iniziative finanziate all’interno del perimetro delle attività economiche del sistema produttivo

cultura (Io sono cultura) - periodo 2007-2013 ............................................................................................... 50

Tabella 3-3 Costi interventi e erogazioni liberali attivate dal Decreto Art-bonus nelle regioni PON .............. 51

Tabella 3-4 Totale nazionale sostegni diretti e indiretti alle attività cinematografiche e totale generale

(2010-2014) ..................................................................................................................................................... 52

Tabella 3-5 Operatività del Fondo Centrale di Garanzia all’interno del perimetro delle attività economiche

del sistema produttivo cultura (Io sono cultura)- Quote sulle domande presentate nel periodo 2007-2013 53

Tabella 3-6 Quadro coerenza/sinergia dello strumento con altre forme di intervento pubblico nazionale ed

europeo ........................................................................................................................................................... 56

Tabella 5-1 Quadro sull’avanzamento finanziario delle politiche di Coesione nelle Regioni PON con

riferimento al tema sintetico Attrazione culturale, naturale e turistica per programma ............................. 66

Tabella a. 1 Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013) .... 83

Tabella a. 2 Tassi di variazione Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Settori culturali Italia

(periodo 2008-2013) ........................................................................................................................................ 83

Tabella a. 3 Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013) ..................... 83

Tabella a. 4 Tassi di variazione Variabili e indicatori MicroImprese 0-9 addetti Totale Italia (periodo 2008-

2013) ................................................................................................................................................................ 84

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Tabella a. 5 Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

......................................................................................................................................................................... 84

Tabella a. 6 Tassi di variazione Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Settori culturali Italia

(periodo 2008-2013) ........................................................................................................................................ 84

Tabella a. 7 Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013) .............. 85

Tabella a. 8 Tassi di variazione Variabili e indicatori Piccole Imprese 10-49 addetti Totale Italia (periodo

2008-2013) ...................................................................................................................................................... 85

Tabella a. 9 Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Settori culturali Italia (periodo 2008-2013)

......................................................................................................................................................................... 85

Tabella a. 10 Tassi di variazione Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Settori culturali Italia

(periodo 2008-2013) ........................................................................................................................................ 86

Tabella a. 11 Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Totale Italia (periodo 2008-2013) ........... 86

Tabella a. 12 Tassi di variazione Variabili e indicatori Medie Imprese 50-249 addetti Totale Italia (periodo

2008-2013) ...................................................................................................................................................... 86

Tabella a. 13 Attività economiche classificate secondo l’ATECO 2007. .......................................................... 87

Grafico 2-1 Dimensione delle PMI in termini di addetti: settore cultura e totali settori non agricoli. ........... 19

Grafico 2-2 Dimensione delle PMI in termini di fatturato: settore cultura e totali settori non agricoli. ........ 20

Grafico 2-3 Rapporto tra Margine Operativo Lordo e Valore Aggiunto, in percentuale................................. 21

Grafico 2-4 Tasso di variazione annuo degli occupati nelle PMI ..................................................................... 21

Grafico 2-5 Impieghi delle attività creative (proxy). Incidenza rispetto al totale economia ........................... 25

Grafico 2-6 Impieghi delle attività dei servizi culturali (proxy). Incidenza rispetto al totale economia.......... 26

Grafico 2-7 Impieghi delle attività manifatturiere . Incidenza rispetto al totale economia ............................ 26

Grafico 2-8 Tasso di decadimento per settore. Italia 2010-2015 .................................................................... 27

Grafico 2-9 Tasso di decadimento per settore. Italia meridionale 2010-2015 ............................................... 28

Grafico 2-10 Figura – Tasso di decadimento per settore. Italia insulare 2010-2015 ...................................... 28

Grafico 2-11 Tassi effettivi rischi e revoca nelle attività creative.................................................................... 29

Grafico 2-12 Tassi effettivi rischi e revoca nelle attività dei servizi culturali (proxy) ...................................... 29

Grafico 2-13 Tassi effettivi rischi e revoca nel totale economia ..................................................................... 29

Grafico 2-14 - Tassi effettivi dei rischi a scadenza per dimensione del fido accordato .................................. 30

Grafico 2-15 Andamento dei tassi sul totale fido accordato .......................................................................... 31

Grafico 2-16 Andamento tassi effettivi su totale economia per regione ........................................................ 31

Grafico 2-17 Andamento tassi effettivi nelle attività creative (proxy) ............................................................ 32

Grafico 2-18 Andamento tassi effettivi nelle attività dei servizi culturali (proxy) ........................................... 32

Grafico 2-19 Quota utilizzato su accordato .................................................................................................... 33

Figura 3-1 Simulazioni di finanziamento di un investimento con 200.000 euro di spese ammissibili ............ 39