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1 Convegno Commissione "Enti Non Profit" Il Modello Organizzativo Ex D.Lgs. 231/2001 e gli Enti No Profit VALUTAZIONE DEI RISCHI E ANALISI DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO NEGLI ENTI NO PROFIT Stefano Barlini, CIA, CISA, CT31000, CCSA, QAR Associate at Crowe Horwath – Risk Consulting services Roma, 12 dicembre 2016

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Convegno Commissione "Enti Non Profit"Il Modello Organizzativo Ex D.Lgs. 231/2001 e gli Enti No Profit

VALUTAZIONE DEI RISCHI E ANALISI DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO NEGLI ENTI NO PROFIT

Stefano Barlini, CIA, CISA, CT31000, CCSA, QARAssociate at Crowe Horwath – Risk Consulting services

Roma, 12 dicembre 2016

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� Il rischio 231

� Il risk management nella compliance

� La valutazione del rischio

� Il trattamento del rischio

� L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo� Overview del Ciclo Passivo

� Framework (Assertion, Rischi, Obiettivi di Controllo e Controlli)

� Framework (Controlli e Procedure di test)

� Domande e risposte

Agenda

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� Decreto Legislativo 231/2001sulla responsabilità amministrativa degli enti pertaluni reati commessi nel proprio interesse o vantaggio dai propri amministratori odipendenti.

� Legge 6 novembre 2012 n. 190contenente disposizioni per la prevenzione e larepressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.

La normativa di riferimento

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� Articolo 149 TUF (per le società quotate)/ Articolo 2403 Codice Civile chestabilisce il dovere del Collegio sindacale di monitorare l’osservanza dellalegge edello statuto, il rispetto dei principi di corretta amministrazione e l’adeguatezzadell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della società.

� Articolo 154-bis TUF – Legge 262/2005per le società quotate nel mercato italianointroduce:

� Nuove responsabilità per il Dirigente preposto alla redazione dei documenticontabili societari (CFO e Amministratore Delegato)

� Attestazione sull’adeguatezza ed efficacia delle procedure amministrative econtabili per la formazione del bilancio (modulo 3C-TER)

La normativa di riferimento

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� Lettera g) dell’articolo 4 della L 6 giugno 2016, n. 106(«Delega al Governo perla riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del serviziocivile universale»):� "disciplinare gliobblighi di controllo interno , di rendicontazione, di trasparenza e d'informazione nei

confronti degli associati, dei lavoratori e dei terzi, differenziati anche in ragione della dimensioneeconomica dell'attività svolta e dell'impiego di risorse pubbliche, tenendo conto di quanto previsto daldecreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, nonché prevedere il relativo regime sanzionatorio"

La normativa di riferimento

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Il concetto di rischio

Impatto Negativo

• Danni alla proprietà, distruzione

• Perdite, peggiore redditività• Danni alla salute, lesioni,

morte• Responsabilità,

Reputazione

Impatto Positivo

• Nuovi e più sicuri edifici e stabilimenti

• Profitti, migliore redditività• Qualità dei luoghi di lavoro,

dipendenti• Opportunità

e/o

2.1. RISCHIO = Effetto dell’incertezza sugli obiett ivi

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Il Risk Management

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ISO 31000:2009 Risk Management

Benefici RM

Migliorare la resilienza

organizzativa

Migliorare la gestione del

business

Rafforzare la governance

Assicurare la conformità a

requisiti cogenti

Aumentare la probabilità di

raggiungere obiettivi

Migliorare la fiducia dei portatori d’interesse

Migliorare il reporting cogente e

volontario

Ridurre le perdite

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� Persegue la priorità della creazione di valore.

� Consente che il processo di gestione del rischio si integri nella governancecomplessiva dell'organizzazione e, in particolare, nel sistema di gestione effettivo.

� Non rappresenta un sistema di gestione parallelo, né impone un sistema di reporting burocratico e inutilmente oneroso.

� Principi e linee guida generali: non persegue l'uniformità nella gestione del rischio tra le organizzazioni, ma stabilisce i principi necessari per rendere efficace ed efficiente la gestione del rischio.

ISO 31000:2009

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ISO 31000:2009

� Tutte le organizzazioni: � qualsiasi settore

� qualsiasi attività

� qualsiasi dimensione

� Tutti i rischi: � qualsiasi tipo di rischio

� + o – conseguenze

� Si propone come norma di riferimento per rivedere criticamente, migliorare e rendere nel complesso coerenti le pratiche di gestione del rischio già in essere.

� Riferimento globale: armonizza i processi di RM nelle norme attuali e future

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ISO 31000:2009

� Diversi settori/specifici rischi e relativi esperti o portatori di interesse a cui lostandard ISO 31000 si rivolge in egual maniera:

� rischio di incidenti e/o malattie maturate nei luoghi di lavoro

� rischio di non conformità a leggi o regolamenti

� rischio finanziario e/o di investimento e/o credito

� rischio di danni alle persone o alle cose

� rischio IT

� rischio frode

� rischio di prodotti e/o servizi non conformi

� rischio di inquinamento

� rischio di esplosione di apparecchiature impiegate nei propri processi

� rischio di contaminazione alimentare

� rischio vita e/o morte

� rischio di errori nel reporting finanziario

� …

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� L’estrema ampiezza dell’ambito a cui si propone e la natura trasversale rendevano ogni tentativo di elencazione esaustiva delle possibili applicazioni di talestandard.

� Esso è applicabile a qualsiasi tipo di organizzazione di qualunquedimensionee operante in qualsivoglia settore o attività che nel perseguire i propriobiettivideve affrontare l’incertezza in merito a:

� cosa(es. obiettivo 1 o 2?)

� in che misura (es. al 100% o al 50%?)

� quando (es. tra 1 mese o 1 anno?)

ISO 31000:2009 Risk Management

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ISO 31000:2009 Risk Management

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Allegato 1 P.N.A. ISO 31000Mappatura dei processi attuati dall'amministrazione

Definizione del contesto

Identificazione : ricercare, individuare e descrivere i rischi

Identificazione : scoprire, individuare e descrivere i rischi

Analisi : valutazione della probabilità (valore) che il rischio si realizzi e delle conseguenze (valore) che il rischio produce, per calcolare il livello di rischio

Probabilità X Impatto=Livello di Rischio

Analisi : comprensione della natura del rischio e determinazione del livello di rischio (significatività di un rischio)

Conseguenze X Probabilità=Livello di Rischio

Ponderazione : considerare il rischio alla luce dell’analisi e raffrontarlo con altri rischi per decidere priorità di trattamento.

Ponderazione : comparazione dei risultati dell’analisi rispetto ai criteri di rischio predefiniti.

Trattamento : modificare il rischio, individuando e valutando le misure da predisporsi per neutralizzare o ridurre il rischio, nonché decidendo le priorità di trattamento dei rischi

Trattamento : modificare il rischio, evitandolo o modificando le conseguenze e/o le sue probabilità, incrementando l’opportunità, rimuovendo la fonte, condividendo, etc.

ISO 31000 vs. P.N.A.

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La valutazione del rischio

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La valutazione del rischio

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La valutazione del rischio

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Il concetto di controllo

2.26 controllo = misura che sta modificando il ris chio (2.1)

� I controlli comprendono qualsiasi processo, politica, dispositivo, prassi o altre azioni che modificano il rischio

� Non sempre i controlli possono esercitare l'effetto inteso o presunto.

� I controlli possono agire sulle conseguenze e/o sulla probabilità di accadimento

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� L’ adeguatezzamisura la capacità astratta del controllo di agire sulle conseguenzee/o sulla probabilità di accadimento del rischio

� L’ efficacia misura l’effettivo e corretto funzionamento in un determinato periodo diriferimento di un controllo

� La documentazione di uncontrollo prevede la chiara identificazione dei seguentiattributi:

� CHI esegue l’attività di controllo (control owner)

� Con qualeFREQUENZA è svolta l’attività di controllo (frequenza)

� QualeEVIDENZA lascia lo svolgimento dell’attività di controllo (evidenza)

Il concetto di controllo

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• Il Ciclo Passivoè l’insieme delle attività che hanno lo scopo di gestire le transazionirelative all’acquisto di beni o servizi.

• Le attività possono essere più o meno automatizzate ossia essere supportate più omeno pesantemente da sistemi informativi di supporto.

• Le principali voci di bilancio a cui si riferisce ilCiclo Passivosono :

• Debiti verso Fornitori• Costi per acquisti• Costi per servizi• Costi per godimento di beni di terzi• Oneri diversi di gestione

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Attività

Transazioni

Sistemi Informativi

Sistema Contabile

BENE / SERVIZIORICEVUTO

LA FATTURA VIENE REGISTRATA

IL FORNITOREE’ PAGATO

L’ORDINE E’ EMESSO

ORDINE D’ACQUISTO

DOCUMENTO DI TRASPORTO

/ FATTURA

FATTURA FORNITORE PAGAMENTO

Sistema Contabile

Sistema Contabile

BILANCIO

Costi per acquisti / servizi -Fatture da ricevere – Debiti –Pagamenti su sistema contabile

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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I Sotto Processi

• Il Ciclo Passivo (livello I) può essere scomposto nei seguenti sotto-processi(livello II), intesi come insiemi di attività di business (livello III):• Emissione ordini di acquisto• Ricezione beni / servizi e registrazione fatture• Gestione Pagamenti

Le attività di business

• Ciascun sotto-processo (livello II) si articola a sua volta in attività (livello III).• Le attività sono strettamente correlate al business di cui gestiscono le transazioni

cui esso dà luogo.• In termini astratti, ad esempio il sotto-processo “Emissione ordini di acquisto”

può articolarsi nelle seguenti attività:• Emettere una Richiesta di Acquisto• Ricercare e selezionare fornitore• Emettere un Ordine di Acquisto• Modificare/Cancellare ordini

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (I)Emissione ordini di acquisto (Rischi e Obiettivi di CTRL)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (I)Emissione ordini di acquisto (Controlli)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (I)Emissione ordini di acquisto (Procedure di Test)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (II)Ricezione beni / servizi e registrazione fatture (Rischi e Obiettivi di CTRL)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (II)Ricezione beni / servizi e registrazione fatture (Controlli)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (II)Ricezione beni / servizi e registrazione fatture (Procedure di Test)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (III)Gestione Pagamenti (Rischi e Obiettivi di CTRL)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (III)Gestione Pagamenti (Controlli)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Framework – Ciclo Passivo (III)Gestione Pagamenti (Procedure di Test)

L’analisi del sistema di controllo interno del Ciclo Passivo

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Domande e Risposte