uspur · 2016. 11. 2. · d i stefano gattei 1 14 settembre 2015, alle 11:50:45 ora italiana, gli...

42

Upload: others

Post on 17-Feb-2021

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • A~ 19 •Ar 1 ,;1 1 fk unn, Ii,.a fo a'1 e

    c e n olaú d

    Il Senato ferma la nomina proposta aVago per il cdaVoci di fronda interna in vista della fine del mandato

    LUCA DE VITO

    C ON solo 13 voti e 17 sche-de bianche, Sergio Esco-bar non è stato eletto co-me membro esterno del cdadell'università Statale. Il diret-tore del Piccolo Teatro - in pas-sato anche alla guida di altri im-portanti teatri italiani - è sta-to "bocciato" dal Senato acca-demico di via Festa del Perdo-no che doveva esprimersi sullasua candidatura in consigliod'amministrazione: un nome

    che era stato avanzato diretta-mente dal rettore Gianluca Va-go e che, proprio per questo, insede di votazione doveva esse-re discusso per primo. Al suo po-sto è stata eletta la dottoressaUrsula Buchmeiser, cittadinaaustriaca, libera professionistaed esperta in Formazione e svi-luppo.

    E la prima volta in cui un or-

    gano istituzionale dell'ateneosi schiera contro il nuovo retto-re. Per qualcuno è uno "schiaf-fo" al vertice dell'ateneo, il se-gnale che gli equilibri dentrol'università Statale stannocambiando. Per altri solo un in-cidente di percorso. Di sicuro èun episodio che non ha prece-denti da quando la guida dell'u-

    niversità è nelle mani del pro-fessor Vago ed è un episodioche lo stesso rettore non ha af-fatto gradito. Si tratta infatti diun segnale ambiguo che arrivain un momento cruciale per laStatale: con il mistero dei primifondi per il trasferimento inarea Expo scomparsi all'ultimominuto dalla legge di Stabilità

  • e con le forti polemiche sull'ab-bandono di un quartiere comeCittà Studi, il rettore avrebbebisogno di tutto tranne che diuna fronda interna pronta amettergli i bastoni tra le ruoteproprio adesso. Nemici storicinegli organi li ha sempre avuti,a cominciare dai fedelissimidell'ex rettore Decleva: tutta-

    via mai erano arrivati a conta-re sulla maggioranza del Sena-to accademico.

    L'appoggio degli organi,spiegano gli addetti ai lavori,sarà fondamentale in questimesi proprio per quanto riguar-da la prosecuzione del progettodi trasferimento dell'universi-tà, visto che la strada è tutt'al-

    tra che segnata. Il consiglio diamministrazione, al momen-

    to, ha dato soltanto il via liberaa una manifestazione d'interes-se, con il preciso vincolo che unterzo delle risorse arrivino dalgoverno. Anche qualora i soldida Roma arrivassero, restanoda discutere ancora molti pas-saggi cruciali, come i dettaglidel progetto, l'esposizione congli istituti di credito, i tempi, legaranzie per gli studenti. Tuttiostacoli che non devono essereconsiderati automaticamentesuperati, soprattutto per unmotivo: il tempo stringe. Alme-no per Vago, primo sponsor deltrasferimento, il cui mandato,non rinnovabile, scadrà a set-tembre 2018. Poco tempo, se siconsidera il numero di soggetticoinvolti in questa partita e laselva di passaggi burocraticiche attende un progetto del ge-nere. A cui si aggiunge il fattoche - man mano che passano imesi e le settimane - i mem-bri del consiglio d'amministra-zione e del Senato accademicopotrebbero sentirsi le manisempre un po' più libere e vota-re contro un rettore che si av-via verso la scadenza. Uno sce-nario che spiegherebbe il ner-vosismo di questi giorni e la mi-naccia di sfilarsi dal progettosenza garanzie sui fondi entrodicembre.

  • Una rivista americana mette Trieste al quinto posto in Italia. Fermeglia: «Siamo la città della scienza»Centottantaseiesima al mondo,settantacinquesima in Europa equinta in Italia. I risultati «moltopositivi» per l'Università di Trie-ste provengono da una classifi-ca internazionale curata dalla ri-vista americana "U.S. News &World Report Education" deno-minata "Best Global Universi-ties Rankings 2017". Ottimopiazzamento in una classificadominata da Haward e Massa-chusetts of Technology a livellomondiale e da Cambridge eOxford a livello europeo. A livel-lo italiano, Trieste risulta quintadietro a Padova, la Sapienza diRoma, Bologna e Milano e da-

    vanti a Torino, la Scuola Norma-le di Pisa e Firenze. L'Universitàdi Udine, per restare in regione,risulta 482.ma a livello mondia-le e 26.ma a livello nazionale. Leuniversità valutate, in tutto ilmondo, sono state 1000: 402 inEuropa e 50 in Italia.

    Particolarmente rilevante il ri -sultato ottenuto dalle scienzeastrofisiche e fisiche (36.ma po-sizione a livello mondiale per ilsettore "astronomia, astrofisica,corpi celesti e studi dello spa-zio", dove risulta essere secon-da in Italia). Meritevole anche la136.ma posizione per la Fisica,Fisica nucleare, Fisica matema-

    tica, Fisica quantistica e Fisicateorica, (quest'ultima nona frale italiane). Un altro significati-vo piazzamento viene ottenutodalla Chimica, con un 228.moposto a livello mondiale e sestoposto a livello nazionale. Sonostati considerati vari parametriquali: la reputazione globale diricerca scientifica dell'ateneo;la stessa reputazione scientificama nel suo ambito regionaleche, nel nostro caso, significaeuropeo; le pubblicazioni; le ci-tazioni complessive; le citazioniscientifiche normalizzate; il nu-mero di pubblicazioni che rien-trano nel 10 per cento delle più

    citate al mondo.«Anche questo risultato -

    commenta soddisfatto il rettoredell'Università di Trieste, Mauri-zio Fermeglia - dimostra ampia-mente l'eccellenza scientificadel nostro ateneo che ottieneposizioni di tutto rispetto sia inambito mondiale che europeo,e mantiene le già note posizionidi testa fra le università italianementre, a livello del Triveneto,ci vede contendere il primatounicamente dalla millenariaUniversità di Padova». Ferme-glia sottolinea «i brillanti risulta-ti acquisiti dalle aree scientifi-che maggiormente significativequali la Fisica, l'Astrofisica e laChimica, che rendono, non a ca-so, Trieste internazionalmenteconosciuta come la "Città dellascienza"». Altro che Città dellaBarcolana come come si leggesui cartelli stradali. (fa. do.)

    tStudenti sulla scalinata dell'Università di Trieste

    Dn„,1 caI< u,:li

  • Le prime a rinascere dovrebbero essere le universitàC'è un triste fil rouge che unisce il terremoto di Mar-che e Umbria a quello dell'Aquila: la scomparsa delleuniversità. In entrambi i casi, le prime vittime delsisma sono stati proprio i due importanti poli uni-versitari di Camerino, quest'anno, e de L'Aquila, nel2009. La fuga degli studenti dalle due città è forsel'immagine più forte, insieme alle rovine, che restasotto gli occhi. A L'Aquila, sette anni fa, non si è riflet-tuto a sufficienza sull'importanza di ridare speranzaa una città facendo rinascere il prima possibile la suauniversità, e infatti oggi il capoluogo abruzzese è unaghost town. Il governo non faccia lo stesso errore an-che con Camerino: ricostruisca tutto, certo, ma facciain modo che prima di tutto siano i giovani a tornarea vivere e a studiare in quella università che ora, perragioni di sicurezza, hanno dovuto evacuare. Il futuroriparta da qui.

    Carlo Olivi

  • AUSTRALIA/ UN TEAM DI RICERCADELL'UNIV ERSITÀ DI SYDNEY ha dimostratoche un piccolo marsupiale, denominato

    diavolo della Tasmania, ha naturalmente sviluppatoun'arma contro alcuni tra i più tenuti batteri resistentiagli antibiotici. A contrastare l'azione di batteri nor-malmente presenti nel marsupio e in grado di mettere arepentaglio la vita stessa dei piccoli sarebbero particolaripeptidi presenti nel latte del diavolo della Tasmania.In particolare si tratta delle catelicidine che risultanotossiche per diversi microrganismi pericolosi tra i più re-sistenti quali gli enterococchi vancomicina -resistenti egli

    staffilococchi aurei meticillino-re-sistenti, altrimenti conosciuticome Mrsa. A partire da

    questa scoperta i ricercato-ri hanno avviato studi perprodurre nuovi farmaci ingrado di mimare le attivitàdi questi particolari pepti-

    di. Sinora sono state prodotteartificialmente 6 delle 12 ca-telicidine del latte di questimarsupiali e una di esse(la saha-cath5) è risultataefficace contro l'Mrsa.

    Luisa Contri

  • delle —FOra abbiamo la certezza che esistono davveroLui le aveva intuite e teorizzate cento anni fa

    d i Stefano Gattei

    1 14 settembre 2015, alle11:50:45 ora italiana, gli in-terferometri gemelli Ligoa Livingston, in Louisiana,

    e ad Hanford, nello Stato diWashington, hanno registratol'arrivo di onde gravitazionalientro una finestra temporaledi lo millisecondi. L'11 febbra-io di quest'anno si è avuta laconferma ufficiale: dopo de-cenni di intense ricerchecui ha contribuito anche l'Ita-lia, con l'interferometro Virgo(a Cascina, nei pressi di Pisa)

    sappiamo con certezza chele onde gravitazionali esisto-no.

    La prima pubblicazione sulfenomeno è del 22 giugno1916, quando Albert Einsteininviò all'Accademia Prussianadelle Scienze di Berlino unamemoria intitolata Soluzioneapprossimata delle equazionidi campo gravitazionale. Pervari decenni, tuttavia, moltiscienziati tra i quali lo stes-so Einstein rimasero incerticirca l'esistenza effettiva diqueste «increspature» nellatrama dello spaziotempo.

    Come hanno evidenziato re-centi ricerche condotte con-giuntamente dall'Einstein Pa-pers Project del Caltech, in Ca-lifornia, dalla Hebrew Univer-sity di Gerusalemme e dal Max

    Senza f iLa ricerca non si chiudemai: ogni importantepasso avanti portacon sé nuove domande

    Planck Institut für Wissen-schaftsgeschichte di Berlino,la prima previsione risale inrealtà a metà febbraio del 1916:la si trova nello scambio epi-stolare tra Einstein e KarlSchwarzschild, in cui i duescienziati nel bel mezzo delprimo conflitto mondiale, conSchwarzschild impegnatocontro i russi sul fronte orien-tale esprimevano però nonpoche riserve sulla realtà fisicadelle onde.

    Dopo la morte prematura diSchwarzschild a soli 42 anni,l'il maggio del 1916, Einsteinabbandonò la ricerca per unadifficoltà di carattere matema-tico apparentemente insor-montabile. Vi ritornò soltantoquando Willem de Sitter (chenel 1932 avrebbe teorizzato in-sieme a lui l'esistenza dellamateria oscura) richiamò lasua attenzione sul fatto chel'ostacolo in questione potevaessere superato. In un nuovoarticolo, nel giugno di quellostesso anno, Einstein proposequindi un aggiornamento del-la propria teoria, prevedendo

    in analogia con la radiazio-ne elettromagnetica l'esi-stenza di onde gravitazionaliche viaggiano alla velocità del-la luce. L'articolo conteneva unerrore, che Einstein corressenel 1918, quando derivò la for-mula per l'emissione delle on-de gravitazionali che (a parteun fattore 2) è ancora oggiconsiderata corretta.

    cavalca la cresta

    I suoi calcoli mostravanotuttavia che le onde eranotroppo deboli per poter essere«osservate» con i mezzi tecno-logici a disposizione, e colpassare del tempo lo stessoEinstein riprese a nutrire seridubbi circa l'esistenza delleonde, tanto che nel 1936 scris-se un articolo (con l'amico ecollaboratore Nathan Rosen)in cui si proponeva di dimo-strare che non esistevano. Unodei referee che lessero il testoprima della pubblicazione in-dividuò tuttavia un errore deidue autori, corretto il quale illavoro apparve con una con-clusione completamente di-versa, in cui si lasciava apertala questione (l'episodio è rac-contato nel libro di DanielKennefick, Traveling at theSpeed of Thought: Einsteinand the Quest for Gravitatio-nal Waves, Princeton Univer-sity Press, 2007, che offre unaricostruzione molto accuratadell'intera storia).

    Non erano comunque moltii fisici che s'interessavano alla

    questione. I pochi che lavora-vano nell'ambito della teoriadella relatività generale cerca-vano in realtà di sostituirla conuna teoria che si integrassecon la meccanica quantistica;oppure indagavano le sue con-seguenze per la cosmologia,contemplando i possibili sce-nari per l'evoluzione dell'uni-verso. Le cose iniziarono acambiare negli anni Cinquan-ta, quando la guerra freddaportò a investire fondi ingentinella ricerca: nella comunitàinternazionale degli scienziatisi formò un gruppo dedicatospecificamente alla fisica rela-tivistica, e nelle onde gravita-zionali fu individuato uno deinodi concettuali più impor-tanti ancora da sciogliere.

    Grazie ai lavori di HermannBondi, cosmologo inglese diorigini austriache, e del fisicoamericano Richard Feynman,si raggiunse presto un ampioconsenso circa il fatto che leonde gravitazionali esistesse-ro, e trasportassero energia. Iprimi tentativi di osservarne i

  • piccolissimi effetti furono diJoseph Weber, all'Universitàdel Maryland. Per quanto ne-gativi, i risultati da lui conse-guiti ispirarono ulteriori ricer-che, che condussero col tem-po allo sviluppo di nuove tec-niche e metodologie. Fu ilpunto di partenza per la co-struzione di macchinari piùgrandi e sofisticati, come quel-li di Ligo e Virgo.

    Le basi per la loro costruzio-ne vennero gettate quasi qua-rant'anni fa da Rainer Weiss(Mit), Ronald Drever e KipThorne (Caltech), ma ci volleropiù di due decenni, dopo l'ef-fettivo avvio del progetto, per-ché fosse possibile rilevarepoco più di un anno fa, appun-to segnali significativi checonfermassero i corrugamentidella struttura spaziotempora-le dell'universo, dovuti allacollisione di due buchi neri(conseguenza anch'essi dellateoria della relatività genera-le).

    Ora che sono state rilevate,le onde gravitazionali promet-tono di fornire nuovi strumen-ti per osservare l'universo. Co-me dimostra la strada tortuosache ha portato alla loro sco-perta, «la scienza non è e nonsarà mai un libro chiuso: ogniimportante passo avanti portacon sé nuove domande; ognisviluppo rivela, a lungo anda-re, nuove e più profonde diffi-coltà» (Albert Einstein).

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    iviII grande fisicoe premio NobelAlbert Einstein(UIm,1879 -Princeton,1955) ritrattoin sella a unabicicletta il 28febbraio 1933a SantaBarbara, inCalifornia(Reuters). A luiè dedicata laprima uscita di«GrandangoloScienza»

    Albert Einsteinnacque nel1879 a Ulm, inGermania, figliodi un piccoloimprenditoreebreo delsettoreelettrico.Frequentò glistudi superioriin Svizzera,Paese di cuiacquisì lacittadinanzanel 1901. Apartire dal1905 siaffermò comeuno degliscienziati piùgeniali dellasua epoca, finoa conseguire ilpremio Nobelperla Fisica nel1921. Nel 1933Einstein sitrasferì negliStati Uniti, dovevisse per ilresto della suavita. Morì aPrincetonnel 1955

    Piano dell'operaLe prime 20 uscite

    EinsteinDalla relativitàalle onde gravitazionali

    FermiL'energia atomica3r- 3n¡re

    PlanckLa rivoluzione quantistica23 novembrePitagoraLe origini della matematica3 novembreGalileoLa scienza dal dogmao l iesperimentoI •ci M?EuclideLa geometria, modellomatematico nel mondo

    +ilice reNewtonLa legge di gravitazione

    21 dicembreLavoisierNasce la chimica moderna

    elice reFermatI numeri per spiegareil mondo4; ?nnioCopernicoRivoluzione nel cielo11 ;ennioCartesioLa matematica incontrala geometria

    18 gennaioKepleroIl cosmo come armoniadi movimenti

    2 ennioCurieLa scopertadella radioattività

    ctijrioTuringLa nascitadell'intelligenza artificiale`5rio

    VoltaL era dell'elettricità

    -5 `, brioArchimedeLa meccanicada arte a scienza22 febbraioFaradayLa rivoluzionedell'elettromagnetismo

    marzoLeibnizDal calcolo infinitesimaleal linguaggio dei computer

    ma rzoHertzLa scoperta delle ondeelettromagnetiche

    5 r - --.oRiemannLa geometriadello spazio curvo

    Corriere della Sera

  • Il no profit incontra i laureatil'idea per fl lavoro della BicoccaDA Emergency al Cesvi.

    Il terzo settore cerca la-voratori tra i neolaurea-

    ti e lo fa all'università Bicocca.Qui, dal 21 al 25 novembre an-dranno in scena i Job Days -ovvero una settimana di ap-puntamenti dedicati all'incon-tro tra domanda di lavoro estudenti con una laurea in ta-sca, dottori di ricerca e asse-gnisti - in cui ci sarà una gior-nata (il 24) a cui parteciperan-no, oltre alle aziende, anche leassociazioni e le cooperativesociali. Un modo per permet-tere ai più giovani di scopriretutte le opportunità di lavoronel no profit e nel terzo setto-re.

    Tra i partecipanti ci saran-no le onlus e le associazionipiù note. Dalla cooperativa so-ciale Aldia che cerca educato-ri, educatori professionali, ani-matori e specialisti per docen-ze, fino al Cesvi, che cerca an-che persone pronte a partireper missioni all'estero; dallacooperativa Duepuntiacapoche segue malati e anziani eche è alla ricerca di educatori,psicologi, animatori e infer-mieri, fino a Emergency che èa caccia di medici e figure pro-fessionali sanitarie pronte aintervenire nei fronti di guer-ra. «Una delle novità di que-st'edizione del Bicocca Job

    IJOB DAYSAlla Bicocca anche il no profitsarà alle giornate per il lavoro

    Gli studenti potrannoincontrare direttamentei rappresentantidi cooperative e onlus

    Days - ha detto LoredanaGarlati, prorettore per l'orien-tamento e le attività di place-ment - è l'organizzazione diun Career Day specifico dedi-cato al terzo settore e al no pro-fit: i nostri studenti potrannoincontrare direttamente i rap-presentanti delle organizza-zioni e delle cooperative cheoperano in questo settore.

    Inoltre, per i più cosmopoliti,nella stessa giornata si svolge-rà il convegno sulle carriere in-ternazionali. Siamo un ateneomultidisciplinare che formadiverse figure professionali. Èpartendo da questa considera-zione che abbiamo organizza-to un evento che, evidente-mente, non poteva che rispon-dere alle molteplici esigenzedei nostri studenti».

    Il programma della settima-na prevede anche altre inizia-tive. Il 21 e il 22 saranno duegiornate di attività per aiuta-re gli studenti a sviluppare lapropria "imprenditorialità"soprattutto se legata alle nuo-ve tecnologie: protagonistidel mondo dell'innovazione siconfronteranno con gli stu-denti, offrendo opportunità distage e spunti su come creareuna start-up o su come passa-re da un'idea alla sua realizza-zione. Il 23 invece è in pro-gramma il Career Day classi-co, ovvero l'occasione di incon-tro con le aziende durante laquale gli studenti potrannofarsi controllare il proprio cur-riculum, sia in italiano che ininglese. Potranno inoltre par-tecipare a presentazioni azien-dali e a simulazione di collo-qui.

    (l.d.v.)3 RICftODULIGNE RISENVAIA

  • Il presidente della Fondazione, Nicolais: per il rilancio useremo un approccio multidisciplinare

    La Reggia del Carditeiiosarà un polo per ia ricerca

    Vera ViolaCASERTA

    Un presidio di legalità con-tro le ecomafie, una delle possi-bili sedi di attività del Csm, maanche un centro multifunzio-nale di ricerca e formazioneche recuperi l'originaria voca-zione agricola ed equestre, gra-zie anche ad accordi con le Uni-versità. Tutto ciò potrà diven-tare il Real Sito Borbonico diCarditello, un gioiello dell'ar-chitettura neoclassica, che sor-ge tra le campagne della pianu-ra casertana, vicino a numero-se discariche usate durantel'emergenza rifiuti.

    Per anni dimenticata e abban-donata al degrado tanto da finireaddirittura all'asta, finalmentela Reggia di Carditello escedall'oblio: completato il restau-ro esterno con 3 milioni tratti dalProgramma Operativo Interre-gionale "Attrattori culturali, na-turali e turismo"(Poin),la Reg-gia è stata aperta alla presenzadei ministri dei Beni Culturali,Dario Franceschini, e dell'Agri-coltura, Maurizio Martina.

    I lavori di restauro dellafacciata sono finiti e ora inizie-ranno quelli delle stanze inter-ne - dice Luigi Nicolais presi-dente della Fondazione per

    Carditello ed ex presidentedel Cnr- speriamo di riaprirepresto tutta la struttura al pub-blico. Di certo per il rilanciouseremo un approccio multi-disciplinare, nel senso che sa-rà utilizzato per la convegni-stica ma sarà soprattutto uncentro per laricerca, lo svilup-po e la formazione nel campoagroalimentare e delle specievegetali autoctone. Qui è stataprodottala prima mozzarella esono state allevate dai Borbo-ne le migliori razze equine».

    Appoggio totale a Nicolaisdal ministro Franceschini: «LaReggia di Carditello cela farà arilanciarsi e diventerà n gran-

    de attrattore internazionale.Le risorse per il restauro ci so-no, e ci sono anche quelle perladestinazione della Reggiaquando sarà decisa dalla fon-dazione- assicura Franceschi-ni - credo che debba riaverequella destinazione che avevaal tempo dei Borbone, puntan-do magari sul cavallo Persano.Penso anche a un centro nazio-nale per l'equitazione. Ma saràla fondazione a decidere».

    Di sicuro, ha aggiunto il mi-nistro Martina, «l'agricolturaavrà un ruolo centrale nel ri-lancio».

    Intanto anche i rettori dellaFederico II di Napoli, Gaetano

    Caserta . Un'immagine della Reggia del Carditello

    Manfredi, e della Seconda Uni-versità degli Studi di Napoli,Giuseppe Paolisso, hanno fir-mato un accordo finalizzato acreare percorsi diricerca e for-mazione all'interno della Reg-gia; perlo storico ateneo napo-letano i progetti verranno cu-rati dai Dipartimenti di Agra-ria e Veterinaria, per la Sundalle Facoltà di Scienze Am-bientale e Beni Culturali.

    Un'intesa per svolgere atti-vità nel Real Sito verrà siglataanche dal Csm, come annun-ciato dal vicepresidente delCsm, Giovanni Legnini: «Il bi-nomio legalità-cultura - dice -è molto importante per recu-perare un territorio come quel-lo Casertano».

    Una storia da rivalutare: ilcomplesso, progettato da Fran-cesco Collecini, allievo di LuigiVanvitelli, fu destinato da CarloIII di Borbone a casino di cacciae poi trasformato in una fattoriamodello per la coltivazione delgrano e l'allevamento di razzepregiate di cavalli e bovini.

    Nel 2011, il Tribunale di SantaMaria Capua Vetere - UfficioEsecuzioni Immobiliari- dispo-se la vendita all'asta del com-plesso monumentale al prezzobase di io milioni per i debiti ac-cumulati dal Consorzio di Baci-no delBasso Volturno che ne eraproprietario. Ma, anche a causadel grave degrado dell'area cir-costante diventata sversatoio dirifiuti, andarono deserte benundici aste. Nel 2014 è stato fir-mato un accordo tra la Sga (So-cietà Gestione Attività) che haacquisito i crediti del Banco diNapoli e il Mibact per la cessio-ne del complesso al ministero.

    P, RI PRO DO ZIO NE RISERVATA

  • Università, la manovraazzera i contributiper i redditi più bassi>Esenzione fino a 13 mila euro di Isee, possibili aumentiper chi supera i 25 mila. Più fondi pubblici agli atenei

    ROMA Niente contributi universita-ri per gli studenti le cui famiglie ab-biano un Isee fino a 13 mila euro,purché non siano fuori corso e incaso di iscrizione al secondo annoabbiano ottenuto (entro il 10 ago-sto del primo) almeno 10 creditiformativi. La legge di bilancio ap-pena arrivata alla Camera contie-ne un ampio capitolo dedicatoall'università e in particolare l'arti-colo 36 ridisegna l'attuale sistemadella contribuzione studentesca, avantaggio dei redditi bassi. Al con-trario saranno possibili in alcunicasi aumenti per gli iscritti in con-dizione economica relativamentepiù agiata (con un Isee oltre i 25mila euro), anche se nella versionefinale del testo è saltata la normache avrebbe dato agli atenei manolibera in questa direzione.

    Toccherà alle università adotta-re i nuovi principi fissati dalla leg-

    IL BENEFICIO RIGUARDAGli STUDENTI IN CORSOPER LE FASCEECONOMICHE INTERMEDIEARRIVANO NUOVITETTI ALLA RETTA

    ge con propri regolamenti, da ap-provare entro il 31 marzo del pros-simo anno: nella loro autonomiapotranno anche stabilire ulterioririduzioni. Va subito detto che inuovi casi di esenzione si aggiun-gono a quelli già previsti dalla nor-mativa del 2012: la novità stanell'inserimento di un criterio ge-nerale legato alla situazione econo-mica e misurato con l'Isee (indica-tore già ampiamente usato a livel-lo universitario che tiene contonon solo del reddito vero e proprioma anche del patrimonio di cuiuna famiglia dispone). Dunque en-tro la soglia dei 13 mila euro non sipaga, se sono rispettate le altre duecondizioni: resterà eventualmentea carico degli studenti solo la tassaregionale per il diritto allo studio.

    LE SOGLIEIl nuovo contributo "onnicom-prensivo" avrà poi dei tetti massi-mi se l'Isee è compreso tra 13 milae 25 mila euro: la richiesta dell'uni-versità non potrà superare l'8 percento della quota eccedente i 13 mi-la euro: dunque al massimo si arri-verà a 960 se l'Isee è di 25 mila (ov-vero l'8 per cento di 25.000 meno13.000). Se si va fuori corso il con-tributo non andrà oltre i 200 eurofino alla soglia dei 13 mila di Isee eal di sopra potrà essere maggiora-to fino al50 per cento: quindi il tet-to è a 1.440 euro. A queste somme

    vanno aggiunti l'imposta di bollo ela tassa regionale. Per compensaregli atenei dei minori introiti il go-verno ha previsto un aumento delFondo per il finanziamento ordina-rio di 40 milioni nel 2017, anno incui la novità tocca solo una ratadella retta, e di 85 milioni a regimedal 2018.

    Cosa succede a chi ha un indica-tore di situazione economica equi-valente superiore a 25 mila euro?Sulla carta le università sono libe-re di fissare il contributo come vo-gliono e dunque potrebbero deci-dere aumenti, ma con un marginelimitato. Resta in vigore infatti lanorma del 1997 che fissa al 20 percento il rapporto tra contribuzio-ne studentesca e finanziamentostatale, norma che invece nelle pri-me bozze della legge di bilancio fi-gurava abrogata. Quindi gli spaziper aumentare la retta ci sarannosolo per quelle università che aven-do un rapporto intorno al 20 o sot-to lo vedranno ora scendere per ilsemplice effetto aritmetico dellanuova norma (meno contributi alnumeratore e più fondi pubblici aldenominatore). Al contrario gliatenei che sforano il rapporto perlo stesso motivo saranno riportatientro il 20 per cento, con il vantag-gio di poter essere considerate `vir-tuosi" ai fini della legislazione uni-versitaria.

    Luca Cifoni© RIPRODUZIONE RI SERVATA

  • Un'aula universitaria

  • II rapporto «Crea»Medicine costosee liste d'attesa

    .troppo lunghe:® Puglia . 13,9%sceglie di rinunciarealla terapia

    d i Francesco Strippoll se di 12 indicatori: dalla speran-za di vita alle morti evitabili allaspesa per assistito.

    Sarà interessante leggere tut-to il rapporto. Ma c'è un indica-tore, preoccupante, che giàemerge: il 13,9% della popola-zione pugliese rinuncia a curar-si a causa del super ticket da pa-gare o delle liste d'attesa troppolunghe (in Campania è il 15,3% ea Trento solo l'v). «Questo ele-mento dice Ruscitti riflet-te l'impoverimento generaledel Paese: la disoccupazione èpiù marcata al Sud e la ricchez-za più consistente al Nord. Sic-ché anche se una Regione set-tentrionale fosse carente nel-l'erogazione dei servizi al paridi una del Sud, il cittadino delNord potrebbe sempre optareper una struttura privata a pa-gamento. E ciò a causa di fattoriesterni al servizio sanitario».

    Ruscitti conosce bene il rap-porto Crea («è al 15/o anno») esa che ci sono altri tre istituzio-ni che ne elaborano uno: Age-nas, Sant'Anna di Pisa e Bocco-ni. Ognuno elabora secondocriteri propri. «Il problemaafferma il manager che ha lavo-rato a lungo in Veneto non èil federalismo, ma come le Re-gioni lo hanno interpretato». Eanche la suddivisione del fon-do sanitario che tuttora ri-sente della spesa storica, più fa-vorevole alle Regioni del Nord

    non può sempre essere con-siderato uno schermo dietro

    cui pararsi.Bisogna sapersi organizzare

    II dossier

    BARI «Il nostro primo obiettivodeve essere quello di migliorareil servizio, indipendentementedalla quota di Fondo sanitarionazionale che arriva in Puglia.Poi, una volta realizzatala capa-cità di fare più e meglio, potre-mo trattare per chiedere piùsoldi». Giancarlo Ruscitti, di-rettore dell'Ares da due mesi,commenta con queste parole ilrapporto Crea sulle prestazionidei servizi sanitari regionali. Illavoro, elaborato dall'universitàTor Vergata, sarà presentato ametà dicembre, ma l'anticipa-zione fornita ieri dal quotidia-no «la Stampa» è eloquente. Latesi, in estrema sintesi, è che ilfederalismo sanitario ha finitoper aumentare le diseguaglian-ze tra i territori. E a fare la diffe-renza sono i soldi del fondo sa-nitario ripartito tra le Regioni.In genere chi sta peggio è l'enteche ha incassato meno. È comese la sanità italiana viaggiasse atre velocità. Nel vagone di codac'è la Puglia assieme a Liguria,Val d'Aosta, Abruzzo, Sardegna,Sicilia, Calabria e Campania. Intesta Veneto, Trento, Toscana,Piemonte. Nel vagone centraletutti gli altri. I voti sono stati as-segnati da manager Asl,utenti, professionisti sanitari,industria medicale sulla ha-

    per tentare di fornire servizi Sonomigliori. Da dove partirebbe allarmanti datil'Ares, agenzia regionale cui che emergonocompete l'elaborazione delle dal rapportopolitiche sanitarie? «Il primo Crea sullapunto riflette Ruscitti è il sanità italianamiglior utilizzo degli apparatibiomedicali per gli esami (dalle Il dossier èradiografie ai laboratori d'ana- stato elaboratolisi): in Puglia sono mediamen - dall'Universitàte meno utilizzati rispetto al Tor Vergata eNord». In secondo luogo, oc- saràcorre lavorare sulle «cronicità». presentato a«Le persone con malattie ero- metà dicembreniche spiega il managerdevono essere prese in caricodal sistema, in modo che nonintasino i pronto soccorso.Stessa riflessione sulle listed'attesa che, in caso di cronici-tà, sono ampiamente program-mabili». Inoltre, dice ancoraRuscitti, va rafforzata «la medi-cina territoriale»: vanno soste-nuti gli accordi con i medici difamiglia; e anche in questo casoper diminuire gli accessi versopronto soccorso e ospedali. In-fine, vanno rafforzate o costrui-te ex novo le «reti» per le pato-logie in modo da dotarsi di pro-tocolli condivisi e standardizza-ti in ogni Asl della Puglia: inquesta maniera al paziente ver-rà assicurata il medesimo trat-tamento ovunque egli viva. Laricetta dell'Ares è pronta: si va-luteranno a breve le sue appli-cazioni.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Secondo leprimeindiscrezioni, cisono gravicriticità inPuglia, che è trala regioni infondo allaclassifica

  • ITALIA/ DA RICERCHE CONDOTTE DA SCIENZIATI DELLEUNIVERSITA DI FIRENZE E DI PISA è emerso che due classidi prodotti naturali, gli acidi grassi a corta catena (fra iquali il butirrico) e i tannini (fra questi quelli di castagno),sono valide alternative all'utilizzo di antibiotici nell'ali-mentazione animale negli allevamenti intensivi. Questesostanze, oltre che efficaci batteriostatici e battericidi, sisono dimostrate capaci d'indurre effetti positivi nel meta-bolismo dell'animale e nella micro popolazione ruminalee intestinale . L'acido butirrico, per esempio, promuove losviluppo dei villi intestinali , creando i presupposti peruna migliore assimilazione dei principi nutritivi. Mentrei tannini di castagno si sono rivelati utili nell 'alimenta-zione delle ovaiole per produrre uova a basso contenutodi colesterolo.

  • «La genetica conta più dei caso»E questa l'ultima verità sul cancro

    FABIO Di TODARO

    Il destino può avere un ruolo nell'insor-genza deitumori, ma meno rilevante rispetto aquello riconoscibile alla genetica e all'ambien-te. Un anno e mezzo dopo aver conquistato imedia, il ruolo del caso nell'insorgenza delcancro risulta sminuito da una ricerca pubbli-cata su «Nature» dall'Università di Utrecht.Gli scienziati hanno dimostrato (su un modelloanimale) come il nostro organismo accumuliuna media di 40 mutazioni annue nelle cellule

    staminali adulte del fegato, dell'intestino e delcolon. È dall'alterazione di una di queste chepuò avere origine il processo neoplastico.«L'aver ritrovato lo stesso tasso di mutazioni inorgani con incidenza di tumori diversa sugge-riscechel'accumulo di errori dovuti al caso nonè sufficiente a spiegare la differenza nei nume-ri che riguarda alcuni tipi di cancro», afferma-no gli autori, sgomberando il campo dai dubbiinnescati da uno studio del 2014. In quel casoBert Vogelstein e Cristian Tomassetti avevanovalutato il numero di divisioni delle cellule sta-

    minali di diversi tessuti e le probabilità di svi-luppare un tumore. Era emerso come, a frontedi un maggiore numero di mutazioni che si ve-rificano in una linea cellulare, cresceva il rischioche in quel tessuto si formasse una neoplasia.L'osservazione aveva portato a concludere che«questo contributo risulta spesso più impor-tante di quello apportato dall'ereditarietà edall'ambiente nella genesi di un tumore». Con-siderazioni a cui aveva replicato l'Agenzia In-ternazionale per la Ricerca sul Cancro, affer-mando che «la sintesi confligge con una seriedi evidenze epidemiologiche». Ora lo studio ri-stabilisce le gerarchie: sono più le volte in cuil'origine di un tumore è chiara di quelle in cuiemerge come evento casuale.

  • II trapianto di cellule addestra il fegatoa comportarsi come il pancreas

    Primo passo contro un tipo di tumore che resta un "big I:i Iter'

    VALENTINA AR(OVIO

    1 cancro al pancreas non èsolo un «big killer». An-che quando non uccide

    può compromettere grave-mente la qualità della vita.Come succede, per esempio,a chi subisce un intervento dirimozione parziale o totaledel pancreas stesso. In questicasi chi sopravvive si ritrovaa convivere con una graveforma di diabete, difficile dacontrollare.

    La ricerca, almeno fino adoggi, è riuscita a fare pocoper sconfig-gere questotipo di tumo-re. Progressisignificativi,tuttavia, so-no stati rea-lizzati per co-loro che rie-scono ad ave-re ragionedella malattia. Grazie a unostudio sostenuto dall'Aire,l'Associazione italiana per laricerca sul cancro, impegna-ta fino a domenica con lacampagna di raccolta fondi«I Giorni della Ricerca», unteam italiano ha messo apunto una terapia cellularecapace di migliorare la quali-tà della vita di molti pazienti.I ricercatori, guidati da Lo-renzo Piemonti, vicediretto-re del Diabetes Research In-stitute all'Irccs-San Raffaeledi Milano, sono riusciti ad«addestrare» il fegato a svol-gere parte delle funzioni delpancreas stesso.

    Trasferire le funzioni«L'approccio consiste nel-l'autotrapianto di isole pan-creatiche nel fegato dei pa-zienti», spiega Piemonti. Mo-dificando la procedura usataper il trapianto di isole pan-creatiche in chi soffre di dia-bete di tipo 1, sono stati pre-levati dai pazienti, sottoposti

    a intervento chirurgico percancro, le cellule della partesana del pancreas, «rico-struendo» l'organo rimossonel fegato. «Così, per la pri-ma volta, si è dimostrato cheè possibile trasferire nel fe-gato le cellule responsabilidella produzione di insulina esenza trasferire la malattia alnuovo organo», aggiunge.

    Non solo. «Le cellule "por-tate" nel fegato sono in gra-do di prevenire l'insorgenzadel diabete nei pazienti op-pure sono capaci di produr-re livelli minimi di insulina,generando, quindi, un tipo didiabete facilmente control-labile», sottolinea Piemonti.I risultati dello studio, pub-blicati sull'«American Jour-nal of Transplantation»,aprono la strada a un nuovostandard terapeutico. «Orache abbiamo dimostrato l'ef-ficacia di questa terapia cel-lulare il nostro obiettivo ècostruire reti cliniche checonsentano l'accesso a que-sta opportunità terapeuticaa tutti i pazienti che ne po-trebbero beneficiare».

    Tuttavia il nuovo approccionon è per tutti: ne possono be-neficiare solo i pazienti cheriescono ad arrivare a una dia-gnosi tempestiva. E purtropponon sono moltissimi. «Al mo-mento non abbiamo marcatoriutili per la diagnosi precoce -spiega Piemonti - e non cono-

    sciamo nem-meno i fattoridi rischiostrettamentelegati allaneoplasia.Tutto questosi traduce indiagnosi tar-dive, chespesso impe-

    discono di intervenire chirur-gicamente in modo efficace. Iltumore, inoltre, si dimostraparticolarmente resistente al-le attuali terapie».

    Tutto questo spiega perché

    in Italia, e non solo, il tasso dimortalità del tumore al pan-creas non è diminuito, comeinvece lo è per molti altri tipi dicancro. Un passo in avanti nel-la comprensione di questa for-ma di neoplasia - o quantome-no nella comprensione di quel-lo che potrebbe essere un fat-tore di rischio - potrebbe peròarrivare da un nuovo studio:avviato di recentemente, hacome scopo quello di valutarela «relazione pericolosa» tra ildiabete e il cancro.

    Studio sul diabete«Grazie al supporto dell'Aire èpartito un nuovo studio osser-vazionale per valutare l'inci-denza del tumore del pancreasnelle persone che sviluppano ildiabete di tipo 2, dopo i 55 annid'età», sottolinea Piemonti,che coordinerà questo «trial».È prevista la raccolta di daticlinici e di prelievi di sangueper identificare eventuali mar-catori. «Si valuterà, in partico-lare, l'incidenza delle malattietumorali pancreatiche, chesappiamo essere molto corre-late al diabete - conclude -. Mapiù in generale produrrà an-che importanti informazionisugli altri tumori, oltre che sul-le complicanze del diabete».

    0 RYNC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

  • allaRì

    Torna l'ap-puntamento

    d el l'Ai rcper informare

    il pubblicosui progressidella ricercaoncologica

    e raccogliererisorse

    da destinareagli scienziati:

    la nuovaedizioneha preso

    il via lunedì31 ottobre

    e proseguiràfino

    a domenica6 novembre.

    Info:www.airc.it

  • Lerremoto: non abbassare laguardia sulla patologia dastress post-traumatico Si èmolto parlato di terremoto e

    catastrofi naturali a seguito dell'epi-sodio di L'Aquila e di quello recen-tissimo di Amatrice, così come si è moltoparlato dell'impatto che questo tipo dieventi ha sulla salute mentale dellepersone che li subiscono. Ora, però, citroviamo di fronte ad un fenomeno conconnotazioni aggiuntive, e cioè l'espo-sizione ripetuta di una stessa popo-lazione ad un trauma dello stesso tipo. Ilreiterarsi del sisma, oltre che un ovvioimpatto concreto sulla vita delle po-polazioni colpite, ha ripercussioni enor-mi sull'equilibrio psichico già messoalla prova di questi soggetti. Ciò che nepuò esitare, in termini di salute mentale,è molto variabile: ansia, depressione,abuso di sostanze, disturbi del sonno,disturbi bipolari, psicotici e, ovviamen-te, disturbo post-traumatico da stress(Ptsd), Di quest'ultimo sappiamo che ledonne, soprattutto giovani, sono a mag-gior rischio, così come i soggetti conbasso livello socio-economico o disoc-

    cupati. Oltre a questi fattori di rischio,bisogna considerare il grado di espo-sizione o «dose», vale a dire l'intensità, iltipo e la durata del sisma. Nel concettodi "dose" rientra anche l'esposizioneripetuta, come se dosi subentranti di untrauma (in questo caso, terremoti ri-petuti) si sommino fino a esaurireun'ideale capacità di ognuno di noi diammortizzare il trauma, un po' comesuccede con i danni da radiazioni. Nelcaso specifico dei sismi che stannocolpendo il centro Italia a partire daagosto scorso, non è quindi solo l'in-tensità del singolo sisma che pure è stataevitata) che conta, ma anche la som-matoria dei vari episodi. Molti studihanno infatti mostrato come l'essereesposto a traumi ripetuti aumenti laprobabilità di sviluppare la patologia dastress post-traumatico e la sua gravità:per questo è importante, nel valutare ilrischio di un soggetto, conoscere nonsolo la situazione contingente, ma anchetutta la sua storia "traumatologica",tutti gli eventi che, sommandosi, pos-sono aver eroso le capacità di resilienza(cioè di capacità di far fronte in maniera

    positiva agli eventi traumatici) di quelsoggetto, portando infine allo sviluppodi un disturbo psichico. In questa pro-spettiva, sebbene il primo sisma abbiacomportato le maggiori perdite in ter-mini di abitazioni, di geografia urbana edi vite umane, di fronte a questi ulteriorisismi non dobbiamo abbassare la guar-dia su queste popolazioni, anzi, ora piùche mai, una stretta vigilanza ed un'as-sistenza adeguata e mirata devono es-sere assicurate. Non si tratta infatti solodi contare le vittime o di valutare idanni materiali, ma anche e, in questocaso soprattutto, di tenere in consi-derazione quanto queste popolazionistiano perdendo in termini di sicurezzaper loro stessi e per i loro cari, dicapacità di infuturazione, di possibilitàdi ripartire dopo il trauma. Se, comehanno dimostrato molti studi, esiste unacapacità di crescita post-traumatica, èproprio questa che viene pericolosa-mente compromessa durante il ripetersidi episodi sismici a cui assistiamo og-gi.

    [* Direttore Clinica Psichiatrica Università diPisa]