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Lezione 5: Il sistema organizzativo
CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Facoltà di Lettere
Dott. Fabio Monteduro
Il sistema organizzativo: attori ambienti e
relazioni
OBIETTIVI DELLA LEZIONE
Introdurre il concetto di organizzazione;
Analizzare la relazione tra strategia e struttura;
Descrivere le forme di coordinamento;
Esplorare le direttrici di un modello tridimensionale
per la progettazione organizzativa
Dott. Fabio Monteduro
Cos’è l’organizzazione?
Dott. Fabio Monteduro
Funzione aziendale che ha il compito di
disegnare il modello strutturale dell’impresa
Processo attraverso il quale l’insieme dei
soggetti che partecipano allo svolgimento
dell’attività aziendale viene strutturato
secondo i principi della divisione del lavoro
e del coordinamento e così acquisisce una
struttura e diventa un sistema
ORGANIZZAZIONE
Risultato del processo ossia una entità
sociale, guidata da obiettivi, progettata come
sistema di attività deliberatamente strutturate
e coordinate che interagiscono con
l’ambiente esterno
Come nasce un’organizzazione?
Il processo
Dott. Fabio Monteduro
DIVISIONE DEL
LAVORO
DEFINIZIONE
DEI COMPITI
ASSEGNAZIONE
DEI COMPITI
DESIGNAZIONE DI
SOGGETTI E RUOLI
Scomposizione dei processi aziendali in
attività elementari al fine di aumentare
la produttività
Raggruppamento delle attività
elementari
Definizione di ruoli all’interno
dell’azienda: posizioni organizzative
Assegnazione di uno o più soggetti
a ciascun ruolo e formazione
degli organi aziendali
Il coordinamento
FINALITÀ DEL COORDINAMENTO
armonizzare le decisioni e le attività degli organi e delle unità
organizzative, tra loro e con gli obiettivi dell’azienda;
evitare interferenze e disallineamenti temporali;
eliminare la variabilità dei comportamenti.
Dott. Fabio Monteduro
DIVISIONE
DEL LAVORO
Aumento della
produttività
Necessità di
coordinamento
Forme di coordinamento
MERCATO: attraverso il meccanismo dei prezzi, una pluralità
di soggetti scambia beni, servizi o informazioni, ossia da vita a delle
transazioni. Nel mercato le relazioni sono governate dal
contratto.
GERARCHIA: si riferisce all’organizzazione interna nella quale
le relazioni sono governate dal principio gerarchico e dal
contratto di lavoro.
CONVENZIONI: si riferisce all’insieme di regole e
comportamenti comunemente accettati all’interno di un gruppo
sociale e formatesi a seguito di processi spontanei
Dott. Fabio Monteduro
Una visione d’insieme
Dott. Fabio Monteduro
DIVISIONE DEL LAVORO
SPECIALIZZAZIONE
COORDINAMENTO
MERCATO CONVENZIONI GERARCHIA
(Costa, Gubitta, 2008)
Il rapporto strategia-struttura (1 di 2)
Dott. Fabio Monteduro
STRATEGIA
ORGANIZZAZIONE
Quali obiettivi intendo raggiungere?
Come raggiungo gli obiettivi prefissati?
STRUTTURA ORAGNIZZATIVA
i rapporti di dipendenza formale, compresi il numero dei livelli gerarchici elo span of control dei manager e dei supervisori;
il raggruppamento di individui in unità organizzative e di unità organizzativenella totalità dell’organizzazione;
la progettazione di sistemi che assicurano una comunicazione e uncoordinamento efficaci e l’integrazione degli sforzi tra le unità organizzative.
COMPONENTI DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Il rapporto strategia-struttura (2 di 2)
Dott. Fabio Monteduro
STRATEGIA STRUTTURAApproccio
lineare
Approccio
interdipendente
Approccio
evolutivo
STRATEGIA STRUTTURA
Ambiente
Ambiente
Ambiente
STRATEGIA STRUTTURA
Strutture di governo
delle transazioniStrategie degli attori
Ambiente
Ambiente
(Costa, Gubitta, 2008)
Modello per la progettazione organizzativa
In base all’approccio
evolutivo l’organizzazione
viene posta all’interno di
un contesto sociale,
istituzionale e politico.
La progettazione
organizzativa può essere
interpretata attraverso un
modello tridimensionalele
le cui direttrici sono: gli
attori, gli ambienti e le
relazioni.
Dott. Fabio Monteduro
RE
LA
ZIO
NI
AMBIENTE
(Costa, Gubitta, 2008)
Gli attori organizzativi
Dott. Fabio Monteduro
L’organizzazione e gli individui
L’organizzazione nasce attraverso l’instaurazione di relazioni
reciproche tra una pluralità di individui le cui azioni sono volte
al raggiungimento di un fine comune.
Si parla di organizzazione aziendale quando il fine perseguito è
di tipo economico o quando, pur perseguendo un altro fine (ad
esempio l’utilità sociale), l’organizzazione agisce sotto il vincolo di
economicità nell’impiego di risorse scarse.
L’analisi dei comportamenti degli individui che la compongono
viene condotta considerando quattro aspetti: la razionalità, le
competenze, le motivazioni e il potere
Dott. Fabio Monteduro
Razionalità (1 di 2)
RAZIONALITÀ ASSOLUTA
un soggetto dotato di razionalitàassoluta è capace di fissare degliobiettivi in base a dellepreferenze che vengono ritenuteunivoche e stabili;
di individuare tutte le possibilialternative percorribili perraggiungere quell’obiettivo
di scegliere l’alternativa cheottimizza il raggiungimento degliobiettivi
RAZIONALITÀ LIMITATA
• un soggetto dotato di razionalitàlimitata fissa degli obiettivi pur nonessendo a conoscenza di tutte lealternative possibili e delleconseguenze che ne derivano;
• ha una percezione imprecisa delleproprie preferenze;
• identifica, attraverso la raccolta diinformazioni, le alternative cheritiene più rilevanti e sceglie quellapiù soddisfacente.
Dott. Fabio Monteduro
Coerenza di un individuo nello svolgere determinate azioni per
conseguire un determinato fine nel rispetto
dei propri valori
Razionalità (2 di 2)
Al concetto di razionalità limitata si lega quello di razionalità
strumentale, ossia la razionalità che supporta il processo
decisionale nella scelta dei mezzi e dei comportamenti ritenuti
più appropriati al raggiungimento dei fini dell’organizzazione;
Una interpretazione ancor più realistica della razionalità degli
individui prende in considerazione anche la intersoggettività,
ossia la consapevolezza che le scelte dei soggetti sono
condizionate anche dalle scelte effettuate da altri soggetti
dotati di autonomia e quindi dal riconoscimento di
interdipendenze.
Dott. Fabio Monteduro
Competenza
COMPETENZE PROFESSIONALI
abilità tecniche possedute daun individuo in relazione aduna determinata attività.
COMPETENZE COMPORTAMENTALI
• competenze di soglia;
• competenze distintive;
• competenze personali
• competenze sociali
Dott. Fabio Monteduro
Caratteristica intrinseca di un individuo, casualmente
correlata a una prestazione efficace.
La competenza personale e quella sociale sono riconducibili alla
intelligenza emotiva, ossia alla capacità di un individuo di
riconoscere le proprie sensazioni e quelle degli altri
Motivazione (1 di 2)
MODELLO DI MASLOW
il contenuto della
motivazione prende
origine dal bisogno,
ossia dalla carenza di
un “oggetto”
desiderato. Tale
bisogno e la volontà
di soddisfarlo guida il
comportamento
dell’individuo
Dott. Fabio Monteduro
Processo dinamico che finalizza l’attività
di una persona verso un obiettivo.
BISOGNI DI
AUTOREALIZZAZIONE
BISOGNI DI STIMA
BISOGNI DI APPARTENENZA
BISOGNI DI SICUREZZA
BISOGNI FISIOLOGICI
BIS
OG
NI P
RIM
AR
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ISO
GN
I SU
PE
RIO
RI
Motivazione (2 di 2)
Il modello di Maslow presenta il limite della staticità. In realtà i bisognihanno una natura dinamica e cambiano nel tempo a seconda delmomento della vita di un individuo.
McClelland prevede tre tipi di bisogni:
il successo – è il bisogno di affermarsi confrontandosi conparametri di eccellenza, di successo personale e di realizzazionedi performance straordinarie;
il potere – è il bisogno di influenzare l’altro, di indirizzarne ilcomportamento in funzione di una propria esigenza;
l’affiliazione – è il bisogno di stabilire, mantenere o ripristinareun rapporto affettivo con un’altra persona.
McClelland prevede che tutti gli individui siano dotati di questi trebisogni ma in ogni fase della vita uno solo prevale sugli altri.
Dott. Fabio Monteduro
Il processo motivazionale
Dott. Fabio Monteduro
SFORZO PRESTAZIONE SODDISFAZIONE
Valore della
ricompensa
Probabilità che
allo sforzo segua
una ricompensa
Competenza
Percezione del ruolo
e del contesto
organizzativo
Equità
percepita
Ricompensa
MODELLO DI
PORTER E LOWLER
Potere (1 di 2)
Per potere si intende qualsiasi possibilità di far valere entro
una relazione sociale, anche di fronte ad una opposizione, la
propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità
(Weber, 1980).
Il concetto di potere è intrinsecamente legato a quello di autorità
Per autorità si intende la possibilità per specifici comandi di
trovare obbedienza da parte di un determinato gruppo di
uomini e non la possibilità di esercitare influenza su altri
uomini (Weber, 1980).
l’autorità presuppone la legittimazione del diritto di comandare e
quindi del dovere di obbedire
Dott. Fabio Monteduro
EFFICACIA DEL POTERE
Potere (2 di 2)
Il potere può derivare da:
la posizione occupata all’interno della gerarchia;
il controllo di una risorsa critica;
la capacità di dare un contributo essenziale al
raggiungimento dei fini dell’organizzazione;
la capacità di un individuo di governare l’incertezza;
il grado di sostituibilità di un soggetto all’interno
dell’organizzazione
caratteristiche personali di un individuo (carisma,
competenza, stile di leadership)
Dott. Fabio Monteduro
Stile di leadership
LEADER ORIENTATI ALLA
PRODUZIONE
Rigidi
Autoritari
Dinamici
Veloci
Decisi
LEADER ORIENTATI AL
DIPENDENTE
Collaborativi
Democratici
Ragionevoli
Dott. Fabio Monteduro
MAGGIORE EFFICIENZA MAGGIORE EFFICACIA
(Costa, Gubitta, 2008)
Gli ambienti
Dott. Fabio Monteduro
Le organizzazione e l’ambiente
Le organizzazioni sono dei sistemi aperti in quanto non agiscono
in maniera isolata ma interagiscono costantemente con l’ambiente
Dott. Fabio Monteduro
ORGANIZZAZIONE
AMBIENTE DI RIFERIMENTO
AMBIENTE ORGANIZZATIVO
AMBIENTE GENERALE
(Daft, 2001)
Gli ambienti
AMBIENTE GENERALE: tutto ciò che sta all’esterno
dell’organizzazione, infinito.
AMBIENTE ORGANIZZATIVO: porzione di ambiente
generale, composta dall’insieme di tutti gli elementi, al di
fuori dei confini dell’organizzazione, che sono in grado di
influenzare l’organizzazione stessa o una parte di essa.
AMBIENTE DI RIFERIMENTO: l’insieme dei soggetti con i
quali l’organizzazione decide di intrattenere delle relazioni
dirette che hanno un impatto immediato sulla sua
capacità di raggiungere gli obiettivi.
Dott. Fabio Monteduro
Focus: l’ambiente di riferimento
Tre forze determinano l’ambiente di riferimento:
i mercati
la tecnologia
le istituzioni
Dott. Fabio Monteduro
Volontà dell’organizzazione ad
intraprendere relazioni con
determinati soggetti
Non è frutto di una scelta
unilaterale dell’organizzazione
AMBIENTE DI
RIFERIMENTO
Legittimazione del campo
d’azione dell’organizzazione
da parte dei soggetti esterni
(Costa, Gubitta, 2008)
I mercati: l’ambiente economico
MERCATI DEGLI INPUT PRODUTTIVI: il luogo degli scambi volti
all’acquisizione dei fattori produttivi.
incertezza
dipendenza
• Incertezza e dipendenza ambientale possono essere fronteggiate attraverso la
stipulazione di contratti di fornitura di lungo periodo piuttosto che attraverso la
realizzazione di accordi con altri acquirenti fino a giungere
all’internalizzazione della produzione.
• Il mercato degli input produttivi ingloba il mercato del lavoro
MERCATI DI SBOCCO: luogo degli scambi volti al collocamento dei
prodotti e servizi realizzati.
• L’analisi dei mercati di sbocco è parte integrante della fase strategica e deve
prevedere l’esame della struttura del mercato locale, nazionale ed
internazionale, le forme di mercato (monopolio, oligopolio, concorrenza) dello
specifico settore economico e i tassi di sviluppo e di innovazione
Dott. Fabio Monteduro
scarsità della risorsa, concentrazione
dell’offerta, volatilità dei prezzi, etc..
La tecnologia: ambiente scientifico e
tecnologico
Comprende tutte le attività volte all’aumento delle
conoscenze e all’innovazione dei processi
Dott. Fabio Monteduro
TECNOLOGIA
Nuove tecniche volte alla
trasformazione materiale degli
input
Processi innovativi e
cambiamenti organizzativi
AMBIENTE
TECNOLOGICO
AMBIENTE
ECONOMICO
Le istituzioni: ambiente socio-culturale,
politico e legale
Comprendono i valori e le norme che regolano i comportamentidegli attori organizzativi
Il rispetto di valori e norme conduce le organizzazioniall’ottenimento di ricompense mentre il non rispetto degli stessi leespone al ricevimento di punizioni. I sistemi premianti o punitivi,possono agire attraverso meccanismi informali, come nel casodel valori, o con meccanismi molto più formalizzati, come nelcaso delle norme.
Dott. Fabio Monteduro
VALORI
NORME
Elementi che permettono di distinguere i comportamenti
preferibili e generalmente accettati, ciò che è
auspicabile da ciò che non lo è
Elementi che stabiliscono quali sono i comportamenti
da adottare per il raggiungimento di determinati fini
4 parametri per delineare le istituzioni
grado di individualismo – se elevato genera il rischio di comportamenti
opportunistici che le organizzazioni sono chiamate ad affrontare, se non
elevato aumenta il grado di fiducia tra gli attori organizzativi;
distanza gerarchica – se le disuguaglianze sono accentuate nelle
organizzazioni prevarranno le funzioni direzionali e di controllo, nel caso
contrario si farà maggiormente ricorso alla collaborazione e concertazione;
controllo dell’incertezza – se gli individui sono indotti ad accettare
l’incertezza il controllo sarà più debole mentre sarà più elevato laddove le
istituzioni cercano di creare maggiore sicurezza;
mascolinità/femminilità – i sistemi di remunerazione orientati alla
mascolinità premiano il successo e la competizione mentre quelli orientati
alla femminilità considerano altri aspetti tra i quali la sicurezza,
l’appartenenza all’organizzazione e i bisogni.
Dott. Fabio Monteduro
Le relazioni
Dott. Fabio Monteduro
Relazioni: tipologie, piani e forme che le
governano
Dott. Fabio Monteduro
RELAZIONI
ECONOMICO
CULTURALE
ORGANIZZATIVO
Tipo
ECONOMICO MERCATI
Piano Forme
POLITICO
SOCIALE
ORGANIZZAZIONE
INTERNA
CONVENZIONI
(Costa, Gubitta, 2008)
Relazioni: altre classificazioni
In base alle parti coinvolte si distinguono:
interpersonali tra attori;
intraorganizzative – tra funzioni e ruoli aziendali;
interorganizzative – tra imprese e sistemi;
miste.
In base ai contenuti possono essere distinte le relazioni:
di scambio – transazioni di beni e servizi;
di potere – nelle quali una parte impone la propria volontà per conseguire un proprio fine;
di condivisione – nelle quali le parti mettono in comune informazioni, conoscenze e sentimenti.
In base alla forma che le governa esse possono essere rappresentate da:
contratti - mercato;
strutture organizzative - gerarchia;
convenzioni.
Dott. Fabio Monteduro
Relazioni di scambio e potere: mercato e
gerarchia (1 di 3)
In linea teorica, il mercato è la forma di coordinamento più efficiente in
quanto in quanto consente di governare le transazioni con un livello
minimo di informazione – il prezzo – e un minimo di collaborazione – lo
scambio.
L’uso del mercato presuppone il sostenimento di costi, detti costi di
transazione.
Tali costi derivano da alcune caratteristiche proprie del funzionamento del
mercato:
la razionalità limitata degli attori (essi hanno dei limiti cognitivi,
computazionali e previsionali);
le asimmetrie informative (una parte degli attori interessati ha
maggiori informazioni rispetto al resto dei partecipanti);
la possibilità di comportamenti opportunistici (un attore può
trarre vantaggio per sé a scapito della controparte se le circostanze
lo consentono).
Dott. Fabio Monteduro
L’entità dei costi di transizione dipende da tre variabili:
il grado di specificità delle risorse investite – maggiore
sarà la specificità dell’investimento effettuato per
intraprendere una relazione maggiore sarà la volontà del
soggetto investitore di continuare la relazione stessa.
la frequenza delle transazioni – maggiori saranno le
transazioni maggiori saranno i costi di utilizzo del mercato.
l’incertezza – è determinata dalla complessità ambientale e
dalla possibilità di comportamenti opportunistici; maggiore è
l’incertezza maggiori sarnno i costi di transazione
Dott. Fabio Monteduro
Relazioni di scambio e potere: mercato e
gerarchia (2 di 3)
Dott. Fabio Monteduro
Anche l’utilizzo della gerarchia presuppone dei costi. Un’eccessivo aumento di tali costi può verificarsi nei seguenti casi:
una perdita di controllo dovuta all’eccessiva dimensione;
distorsioni nell’acquisizione delle risorse (ad esempio processi di selezione scorretti);
manipolazione delle informazioni;
opportunismo della linea gerarchica;
inerzie organizzative (come ad esempio la resistenza al cambiamento).
Nel caso in cui i costi d’uso dell’organizzazione diventino insostenibili, più che un ritorno al mercato, si opterà per le cosiddette forme ibride, meccanismi di coordinamento intermedi tra il mercato e la gerarchia.
ABBANDONO DEL
MERCATO E
RICORSO ALLA
GERARCHIA
GRADO DI SPECIFICITÀ ELEVATO
TRANSAZIONI FREQUENTI
ELEVATA INCERTEZZA
Relazioni di scambio e potere: mercato e
gerarchia (3 di 3)
Le convenzioni sono la forma di coordinamento delle azioni che presuppone
una condivisone di regole che guidano il comportamento degli individui
che fanno parte di un determinato gruppo sociale.
Si distingue dal contratto, di scambio nel mercato o di impiego nella
gerarchia, in quanto:
presuppone non una relazione bidirezionale ma una relazione che
coinvolge una pluralità di soggetti, individuali e collettivi.
L’adesione ad una convenzione avviene in maniera spontanea
attraverso l’attivazione di meccanismi informali a differenza dei
contratti nei quali l’adesione degli attori viene disciplinata da norme
specifiche il cui rispetto viene controllato dall’esistenza di
istituzioni.
L’elemento caratterizzante della convenzione è la sua capacità di ridurre
l’incertezza e di garantire che il comportamento degli altri soggetti sia
allineato a quello che da essi ci si aspetta.
Dott. Fabio Monteduro
Relazioni di condivisione: le convenzioni