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40 - Avventure nel mondo 1 | 2019 I l Viaggio nel mito , nella leggenda , nella Storia , alle origini stesse della Civiltà : una storia ultra-millenaria che intreccia i propri destini con le civiltà mesopotamiche , dagli Elamiti ai Medi, dal sacco di Susa (oggi Sush) ad opera del faraone egiziano Nabucodonosor I agli Achemenidi ed il 1° impero persiano ed al sacco di Ninive in alleanza con i Babilonesi contro gli Assiri . Personaggi della statura di Ciro II il Grande, Cambise, Dario I (Re dei Re) , Serse e Artaserse , la fondazione di Persepoli fino alla sua distruzione con l’avvento di Alessandro Magno , l’ascesa dei Parti prima (Mitridate e la sconfitta e decapitazione del generale romano Crasso a Carre) e poi della dinastia dei Sasanidi e del 2° impero persiano con la sconfitta dell’imperatore romano Valeriano a Edessa (bassorilievi di Naqsh-e Rostam) da parte di re Shapur I , dall’avvento dell’Islam che soppiantò il culto millenario di Zoroastro (Zaratustra) all’avvento dei turchi Selgiudichi soppiantati a loro volta dalle tribù mongole di Gengis Khan prima e del distruttore Tamerlano poi, fino all’avvento dei Safavidi e del 3° impero persiano, ai Qagiari , alle occupazioni settoriali di Inglesi, Russi e Turchi a ridosso della 1^ guerra mondiale, per giungere all’avvento della dinastia Pahlavi ed alla rivoluzione religiosa del 1979 che rovescò lo Scià Rehza Pahlavi, instaurando di fatto una dittatura teocratica da parte dell’Imam Khomeini . Le capitali dell’Iran sono state diverse nel corso dei secoli , da Susa a Pasargade e poi ancora Persepoli, Ecbatana, Shiraz, Isfahan ed altre ancora : Tehran è assurta a capitale solo nel XVIII secolo , fissata a dimora dalla dinastia dei Qagiari, è una città “giovane” , la più popolosa e caotica dell’Iran . Un dettaglio : si scrive Tehran e non Teheran , non so perché in Occidente tutti la scrivono con due “e” . La bandiera è tricolore a strisce orizzontali , dall’alto in basso, verde (simbolo dell’Islam e di crescita), bianca (simbolo di onestà e di pace) e rossa (simbolo di coraggio e martirio) . Nel campo bianco le quattro mezzelune stilizzate a formare la parola Allah . E’ stata adottata subito dopo la rivoluzione Khomeinista nel 1980, mentre prima, durante la dinastia Pahlavi, nel campo bianco era raffigurato un leone dorato che impugna una spada . Il nome Iran è stato adottato ufficialmente solo Da un Iran in Libertà UN VIAGGIO NEL TEMPO http://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/1095 E ALLE ORIGINI RACCONTI DI VIAGGIO | Iran Testo e foto del coordinatore Marcello Ferretti Persepolis- scalinata

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40 - Avventure nel mondo 1 | 2019

RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

Il Viaggio nel mito , nella leggenda , nella Storia , alle origini stesse della Civiltà : una

storia ultra-millenaria che intreccia i propri destini con le civiltà mesopotamiche , dagli Elamiti ai Medi, dal sacco di Susa (oggi Sush) ad opera del faraone egiziano Nabucodonosor I agli Achemenidi ed il 1° impero persiano ed al sacco di Ninive in alleanza con i Babilonesi contro gli Assiri .

Personaggi della statura di Ciro II il Grande, Cambise, Dario I (Re dei Re) , Serse e Artaserse , la fondazione di Persepoli fino alla sua distruzione con l’avvento di Alessandro Magno , l’ascesa dei Parti prima (Mitridate e la sconfitta e decapitazione del generale romano Crasso a Carre) e poi della dinastia dei Sasanidi e del 2° impero persiano con la sconfitta dell’imperatore romano Valeriano a Edessa (bassorilievi di Naqsh-e Rostam) da parte di re Shapur I , dall’avvento dell’Islam che soppiantò il culto millenario di Zoroastro (Zaratustra) all’avvento dei turchi Selgiudichi soppiantati a loro volta dalle tribù mongole di Gengis Khan prima e del distruttore Tamerlano poi, fino all’avvento dei Safavidi e del 3° impero persiano, ai Qagiari , alle occupazioni settoriali di Inglesi, Russi e Turchi a ridosso della 1^

guerra mondiale, per giungere all’avvento della dinastia Pahlavi ed alla rivoluzione religiosa del 1979 che rovescò lo Scià Rehza Pahlavi, instaurando di fatto una dittatura teocratica da parte dell’Imam Khomeini .

Le capitali dell’Iran sono state diverse nel corso dei secoli , da Susa a Pasargade e poi ancora Persepoli, Ecbatana, Shiraz, Isfahan ed altre ancora : Tehran è assurta a capitale solo nel XVIII secolo , fissata a dimora dalla dinastia dei Qagiari, è una città “giovane” , la più popolosa e caotica dell’Iran . Un dettaglio : si scrive Tehran e non Teheran , non so perché in Occidente tutti la scrivono con due “e” .

La bandiera è tricolore a strisce orizzontali , dall’alto in basso, verde (simbolo dell’Islam e di crescita), bianca (simbolo di onestà e di pace) e rossa (simbolo di coraggio e martirio) . Nel campo bianco le quattro mezzelune stilizzate a formare la parola Allah . E’ stata adottata subito dopo la rivoluzione Khomeinista nel 1980, mentre prima, durante la dinastia Pahlavi, nel campo bianco era raffigurato un leone dorato che impugna una spada .

Il nome Iran è stato adottato ufficialmente solo

Da un Iran in Libertà

UN VIAGGIO NEL TEMPO :

http://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/1095

E ALLE ORIGINI

RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

Testo e foto del coordinatore Marcello Ferretti

Persepolis- scalinata

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UN VIAGGIO NEL TEMPO : E ALLE ORIGINI

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nel 1935 , sostituendo quello di Persia .

L’embargo USA ha messo in crisi l’intera economia iraniana , siamo partiti dall’Italia con un cambio ufficiale di 1 € per 50.000 Rial e abbiamo cambiato in media 1€ per 150.000 Rial : una cena costa 300-500.000 Rial o meglio, in pratica, 30-50.000 Toman : si toglie uno zero , è una sorta di Rial “pesante” . I prezzi sono espressi in Toman ma si paga con le banconote che sono espresse in Rial . Praticamente si cena con 2 - 3 euro a testa , con più portate e bevande incluse , niente per noi ma tanto per loro .

Attuale bandiera dell’Iran

Bandiera dell’Iran sotto la dinastia Pahlavi

Il diesel costa 300/Rial al litro , la benzina 1.000 : stiamo parlando di spiccioli di centesimi di euro al litro , tanto per intenderci . L’Iran è tra i primi produttori al mondo di petrolio ma in pratica non può esportarlo .

Ma è anche tra i primi Paesi al mondo per ospitalità, se non il primo .Ti sorridono, ti salutano, ti cercano per parlare con te , per sapere da dove vieni, se ti piace l’Iran, come sarebbero contenti se potessero venire anche loro in Italia ( o in Europa o in America, immagino) .Per strada ti suonano il clacson in segno di saluto e spesso si fermano per poter parlare e magari per farsi fare una foto con te .

Viceversa , al contrario , come automobilisti sono dei killer potenziali nei confronti dei poveri pedoni : non si fermano proprio , bisogna attraversare di corsa , facendo le acrobazie tra una macchina e l’altra : questo è il rischio reale che si corre in Iran e non è

una battuta ad effetto . Tutt’altro !Sono insofferenti alla dittatura religiosa e alle restrizioni che essa comporta, a cominciare dai cosiddetti guardiani della rivoluzioni e dalla tanto detestata polizia morale , soprattutto quella femminile da parte delle donne .

All’arrivo in Iran le donne devono presentarsi già col velo ed un camicione che copra le forme e i pantaloni alla caviglia , ma alla partenza …via tutto una volta all’interno dell’aereo !

Perciò curano in modo particolare quel poco che possono mostrare : il viso prima di tutto , il trucco , le mani e lo smalto alle unghie . Ed i gioielli. D’oro .

Credo che l’Iran detenga il record mondiale di operazioni di rinoplastica tra le donne : potendo valorizzare al massimo solo il viso ed avendo spesso un naso “importante” , se lo rifanno praticamente tutte . In giro è un florilegio di cerotti al naso ma anche di labbra rifatte . E rossetto e smalto vistosi .Colpisce particolarmente ogniqualvolta si arriva ad un centro abitato di una certa importanza il fatto di vedere nel vialone di accesso delle città i pali dei lampioni con le foto dei caduti (martiri , come li chiamano loro) di quella città nella sanguinosa guerra Iran-Iraq del 1980-1988 , ciascuna sormontata da una bandiera iraniana listata a lutto .

Ci ha impressionato la Moschea del venerdì a Neyriz dove, nell’ampio atrio coperto antistante la Moschea, ci sono decine e decine di tombe di questi martiri , ciascuna con lapide , foto e bandiera listata a lutto : si vedono tanti volti ancora imberbi di ragazzini appena 18-enni .

Ciò detto , mi risulta difficile scrivere qualcosa di originale e sentito che non sia già stato scritto nelle tante relazioni e racconti di viaggio di chi mi ha preceduto .Andrò , pertanto, a braccio e sensazioni .La prima cosa che mi viene in mente e che non ho visto mai abbastanza evidenziata è che questo viaggio nell’Iran centrale, l’Iran “classico” come viene comunemente definito nelle guide , è un viaggio “in quota” , perché si svolge su un enorme altopiano : si va, infatti, dai 1.200 m. slm di Tehran e Yazd , ai 1.500-1.600 di Shiraz , Meymand e Isfahan (o Esfahan), fino ai 1.700 – 1.800 di Persepoli e Kerman , ai 1.900 di Mahan fino ai 2.230 di Abianeh .Ma il “gran premio della montagna” spetta di diritto al villaggio troglodita nella municipalità di Meymand, provincia di Kerman, abitato da 3.000 anni, sia perchè si trova a 2.240 m slm, sia perché ci si pernotta in grotta scavata nella roccia e , non ultimo, perché dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità .

Si viaggia all’interno ed a vista della catena dei monti Payeh ad Est , con cime che arrivano a 4.400 m, e dei monti Zagres a Nord , con cime che superano ì 4.000 m. , lambendo ben due deserti, il Dasht-e Lut ad Est (con i suoi Kalut , formazioni di gradoni,

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dune e pinnacoli erosi dal vento) e il Dasht-e Kavir , a Nord . In questa stagione , Settembre, fa molto caldo ma per fortuna è un caldo secco . Il nostro viaggio si è svolto da Sud a Nord, da Shiraz a Tehran, per complessivi 2.750 km , meglio dal punto di vista della formalità di ingresso in Iran, dato che si tratta di un aeroporto molto più piccolo di quello internazionale della Capitale (IKIA : Imam Khomeini International Airport) . Una notazione buffa : con questo itinerario praticamente si sfoglia la guida all’indietro, nel senso che tutte le guide riportano l’Iran Classico da Nord a Sud , da Tehran a Shiraz . Ma non cambia nulla . Quello che salta subito agli occhi è la drammatica siccità che attanaglia questa immensa regione di questo magnifico Paese e non solo : lo si nota subito a Shiraz , dove il fiume Khoshk cha attraversa la città è in secca, così come il fiume Zayandeh ad Isfahan , che emargina ad un triste ricordo l’immagine delle barchette che lo solcavano placide e gli splendidi ponti che ormai attraversano solo un letto arido . Restano solo le fotografie a malinconica testimonianza del tempo che fu . Per non dimenticare i laghi secchi e salati , andando da Shiraz in direzione Est, verso Kerman e Mahan: il Maharlu , oggi sfruttato a salina, il Tashke ed il Bakhtegan .Anche se , appena un paio di giorni dopo essere partiti da Shiraz , il nostro autista ci ha fatto vedere un vedeo-clip sul suo smartphone della città stessa letteralmente allagata da un diluvio d’acqua con le auto sommerse fino all’altezza delle ruote ed i passanti con i pantaloni rimboccati fino alle ginocchia .Ma come ormai abbiamo imparato bene anche da noi , queste “bombe d’acqua” fanno più male che bene all’ambiente, troppo violente , improvvise e limitate nel tempo , tali da non poter supplire ad una prolungata carenza d’acqua e , come tali, dannose anche per l’agricoltura stessa .Gli analisti hanno visto bene da tempo : il futuro delle Nazioni si giocherà non tanto sull’energia e su ciò che comporta riguardo ai conflitti per l’accaparramento delle risorse petrolifere , gassose o nucleari, quanto per l’acqua e le conseguenze che già si vedono : enormi dighe, prosciugamento di

corsi d’acqua, formazione di enormi bacini artificiali , deviazione di fiumi , contrasti fra Paesi attraversati dai grandi fiumi, situazione in cui quello a monte può chiudere il “rubinetto” ad un altro a valle .Ritornerà prepotente un concetto molto caro agli antichi sin dai primordi : l’acqua è vita mentre , come elemento naturale, per noi è dato semplicemente per scontato ma non è così . Affatto .Ed infatti il colore predominante in questo scenario semi-desertico è il marrone del paesaggio circostante, delle montagne, delle costruzioni di fango e paglia , solo qualche sparuta macchia di verde qua e là . A differenza delle città , dove si trova anche molto verde , con fontane, giardini , alberi e parchi In compenso il nostro autista ci ha fatto vedere delle foto del Nord dell’Iran , in cui era stato in vacanza, pieno di montagne e di paesaggi verdi e ricchi di corsi d’acqua ma siamo già a ridosso del Mar Caspio , una striscia di terra in confronto alla vastità della zona semi-desertica centrale .Non si può quindi non parlare degli acquedotti sotterranei iraniani , i celebri “qanat” , noti sin dall’antichità , una tecnica diametralmente opposta a quella dei Romani che li costruivano sopraelevati .Gli iraniani si sono dovuti da sempre adattare al fatto che i pozzi d’acqua si trovano a decine e decine di metri sotto terra , per cui ne devono scavare parecchi “in linea” sul fianco di una montagna , collegarli con una pendenza esatta del 3% , perché di meno l’acqua non fluirebbe abbastanza e di più rischierebbe di erodere il terreno a rischio anche dei poveri scavatori manuali, che dovevano essere esili e bassi di statura per calarsi in un pozzo per scavare tunnel alti meno di un metro : di certo non dovevano soffrire di claustrofobia (v. Museo dell’Acqua a Yazd, interessantissimo) .Questo è anche il Paese delle torri del vento , i condizionatori “naturali” d’epoca così ben descritti, insieme ai qanat ed alle ghiacciaie (yakhchal) cittadine, nel “Quaderno del viaggio d’autore” sull’Iran, a cura del Centro di Documentazione “La cultura del Viaggio” che AnM invia gratuitamente a tutti i partecipanti ed i coordinatori in partenza .E’ un’ottima integrazione della classica guida di viaggio perchè spazia dai dati storici a quelli culturali, archeologici, artistici , religiosi , valida compagna

di viaggio in particolare durante i voli per/da .L’Iran è anche il paese culla della religione zoroastriana , devota alla Divinità Ahura Mazda, poi soppiantata dall’Islam alla fine del VII sec. d.C. ma ancora con le sue roccaforti a Shiraz , Kerman, Abianeh e presso il tempio rupestre di Chak Chak , dove , come in tutti i templi zoroastriani , gli Ateskadeh, arde il fuoco perpetuo perché perennemente alimentato .

Ahura Mazda , la divinità Zoroastriana : le due ali e la coda simboleggiano il Buon Pensare , il Buon Dire ed il Buon Fare .

Per inciso, Dario I il Grande, il Re dei Re, si proclamò tale perché , a suo stesso dire, investito direttamente da Ahura Mazda .La maggior parte dei seguaci di Zoroastro , una volta soppiantati da quelli islamici , emigrarono in India dove, tuttora, si trovano molte comunità di fedeli , in particolare nel Gujarat ed a Bombay .Ce l’hanno un po’ anche con Marco Polo, che li conobbe nei suoi viaggi lungo la via della seta , perché li chiamò “adoratori del fuoco” , come tuttora con scherno li chiamano i musulmani .Loro si ribellano a questo appellativo, perché, dicono, non adorano il fuoco in quanto tale , ma solo perché rappresenta la “luce” , emanazione divina e simbolo di purezza .L’Islam iraniano è di fede Sciita , sono , cioè , seguaci del cugino e genero di Maometto, Alì, sposo della figlia prediletta Fatima il cui mausoleo si trova nel Santuario di Hazrat-e Masumeh , meta di continui flussi di pellegrini a Qom, la città santa da cui non a caso partì la rivoluzione contro lo Scià .I fedeli Sciiti sostengono che il degno successore del Profeta Maometto debba essere un consanguineo e furono chiamati “shiaat Alì” , da cui “sciiti”, cioè partigiani di Alì .La frattura in seno all’Islam divenne insanabile quando , Hussein , figlio di Alì, viene ucciso nel 680 d.C. dal califfo sunnita al potere a Kerbala (in Iraq) Mentre i Sunniti , che costituiscono circa l’80% dei fedeli musulmani, sono seguaci di Abu Bakr, amico del Profeta e padre della moglie Aisha .A Tehran peraltro c’è anche una antica comunità Armeno-Cristiana , nel quartiere di Jalfa , dal nome della città armena da cui dovettero fuggire per le persecuzione ottomane .L’Iran è soprattutto il paese di poeti , venerati quasi come divinità : in particolar modo Sa’di e Hafez con i rispettivi mausolei a Shiraz , Khayyam e tanti altri nel corso dei secoli fino al più recente e noto Kiarostami

RACCONTI DI VIAGGIO | IranYazd- Giardino Dolat abbad

Timche bazar Keshan

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. Per non citare A v i c e n n a , medico, filosofo e a s t r o n o m o dell’anno mille .Ma è anche il Paese dei Giardini (Bagh) , molti dei quali p a t r i m o n i o dell’Unesco : a Shiraz (Bagh-e Eram : giardino del Paradiso) , a Yazd (Bagh-e Dolat Abbad) , a Kashan (Bagh-e Fin) e altri ancora .Ed il Paese dei melograni : le spremute si vendono un po’ ovunque .La cucina,

invece, per noi Occidentali è un po’ monotona, fatto ingigantito dalla proibizione di bevande alcoliche : niente alcolici e superalcolici , spesso non hanno nemmeno il caffè . Kebab in tutte le salse : spiedini di pollo, agnello e montone ; montone, agnello e pollo ; agnello, pollo e montone . Fine delle possibili combinazioni .Si può supplire con felafèl (panini imbottiti con pezzetti di carne e verdure), di origine araba , melanzane con salsa di pomodoro (kashk-e bademjan) , polpette di riso (kufte brenj) o di verdure (kufte sabzi) e lo yogurth coi cetrioli (mast khiyat , il greco tsatsiki , in inglese cocumber) o lo scalogno (in inglese shallot) . Ottimi entrambi .Il tutto “innaffiato” da birra analcolica , pressoché imbevibile se non per disperazione, o Coca . Ma anche Pepsi . O tè . La bevanda migliore secondo noi è stata la limonata di limoni spremuti e acqua (è potabile e non pericolosa) , veramente dissetante e gustosa . In alternativa improbabili bevande di produzione locale . Speciale è il tè freddo fatto da loro : fanno il tè normale, poi ci mettono zucchero, ghiaccio e foglie di menta : tutto da degustare .Con tutto ciò abbiamo mangiato sempre con buon appetito e messo su anche un po’ di peso , alla faccia del caldo, della stanchezza , della “povertà” dei menù e delle bevande .Senza tralasciare ovviamente i bazar : artigianato, spezie, gioielli, miniature e tappeti per tutti gusti e per tutte le tasche , centri pulsanti e crocevia obbligati della vita sociale , luoghi di culto a parte .Un’ultima notazione, prima di concludere : in genere nei viaggi in Iran per i gruppi da 7 pax in su (prima erano 10, poi 9) è obbligatorio avere una guida al seguito . Per noi , data l’esiguità del gruppo , ci sono state assegnate d’ufficio dal corrispondente locale 4 ottime guide “giornaliere” , in italiano, per

altrettante località dove la guida è praticamente un “must” : l’area di Persepolis , Kerman, Yazd e Isfahan (o Esfahan) .Per il resto ci siamo arrangiati egregiamente per conto nostro con l’immancabile Lonely Planet .Complessivamente il viaggio si è svolto per 2.750 km , fruendo di un minibus Hyundai nuovo di zecca da 13 posti , con un bravo ragazzo come autista (prossimo al matrimonio) , sempre sollecito e disponibile : Dario (Dariush, in farsi) , tanto per restare in tema .

Itinerario schematico Nell’itinerario non si può includere Bam dopo il terribile terremoto del 2003 che ha distrutto quasi completamente sia l’antica fortezza , si dice la più grande al mondo mai costruita , sia la città nuova .

Diario giornaliero

1 Settembre 2018 , sabato Milano Mxp/Roma Fco – Doha Tutto come da programma , volo in orario e confortevole con Qatar Airways . Facciamo scalo a Doha, in Qatar, dove incontriamo la coppia che viene da Milano . Nomina del cassiere .2 Settembre 2018 , Domenica Doha - Shiraz Idem per il volo per Shiraz, dove arriviamo puntuali . E’ un piccolo aeroporto , per cui si sbrigano piuttosto in fretta le formalità doganali . Dopo il ritiro-bagagli e prima del controllo passaporti si va ad una sorta di sportello bancario dove non cambiano i soldi ma serve solo per il rilascio di un foglietto con cui si va ad un altro sportello semi-nascosto e poco distante dove compilano un modulo con cui si ritorna allo sportello bancario per pagare € 75/pax per il visto ( che con i 25 euro/pax per la prenotazione del visto prima della partenza fanno €100/pax/visto , in cassa comune) . Quindi si passa al controllo passaporti dove viene apposto il famoso visto iraniano che tante tribolazioni comporterà per chi vorrà anche solo transitare negli USA (v. la precedente sezione “Visto” e “Procedura post-visto” per gli USA) . Come programmato , ci aspettano agli arrivi per il transfer in Hotel , ottimo e centrale , in cui arriviamo verso le 6 , ancora col buio . Abbiamo optato per pagare una notte in più, questa, anche se per oggi ne fruiremo solo per poche ore , il tempo di una doccia rigenerante , un sonnellino di un’oretta e mezza ed una buona prima colazione in hotel . Alle 9, infatti, già ci aspetta il nostro autista di oggi (da domani, infatti, avremo quello definitivo per il resto del viaggio che ci porterà fino a Tehran) , un’ottima persona che sarà anche un’ottima guida per tutto il giorno oltre che a darci un valido aiuto per “districarci” nei primi passi della nostra neonata avventura iraniana : dal cambio-valuta all’acquisto di una Sim card locale , ai migliori posti di ristoro tra una visita e l’altra in una giornata di caldo pesante sotto un sole implacabile, offrendoci anche un gelato locale , tipico di Shiraz, a base di “filetti” di amido al gusto di limone . Date le circostanze, buono pure quello . Nel traffico caotico che caratterizza praticamente tutte le città iraniane, visitiamo nell’ordine : la Moschea “rosa” (Masjed-e Nasir-al Molk) , il Giardino (Bagh-e Naranjestan) ed il Padiglione Naranjestan (Naranjestan-e Ghavam) , la Tomba dell’Emiro Alì (Imamzadeh-ye Alì Ebn-e Hamze) , l’Hammam , la Moschea ed il Bazar Vakil (Hammam-e, Masjed-e, Bazar-e Vakil) , il Giardino del Paradiso (Bagh-e Eram) , patrimonio Unesco , la Tomba-Mausoleo del poeta Saadi (Aramgah-e Sa’di) , la Tomba-Mausoleo del poeta Hafez (Aramgah-e Hafez, XIV° sec., eroe nazionale persiano) , la cittadella-fortezza di Karim Khan (Arg-e Karim Khan) . Salutiamo e ringraziamo il nostro autista con 1.000.000 di Rial !!! (100.000 Toman = € 7,5 circa, da parte del gruppo, al cambio di oggi…) . Cena in un buon ristorantino tradizionale trovato vicino all’hotel ;

Yazd- Giardino Dolat abbad

Breve glossario:

Agha : signore, gentiluomoAramgah : Tomba (Aramgah-e…. = Tomba di…)Arg : cittadella, fortezza Ateshkadeh : tempio Zoroastriano del fuoco perpetuo Ayatollah : è il rango più alto fra gli studiosi musulmani di cose sacre .Bagh : giardino Bozorg : grandeCaravanseray : caravanserraglio, stazione di posta per carovane di cammelli,in genere comprende una serie di stanze intorno ad un cortile interno .Chador : manto (in genere nero)Dasht : desertoGolestan : roseto (per estensione Paradiso)Hazrat-e : titolo onorifico (rif. ad un Apostolo dell’Islam o ad un Santo Cristiano)Hijab : veloImam : capo religioso e titolo onorificoImamzadeh : discendente di un imam ; santuario o mausoleo di un Imam Iwan : volta ad ogiva nelle MoscheeKakh : palazzoKhan : titolo onorificoKalut : formazioni a gradoni, pinnacoli e torrioni da erosione nel desertoMadrasa : scuola coranicaMasjed : Moschea in lingua Parsi (o Farsi, persinao moderno)Masjed-e Jameh : Moschea del Venerdì o Congragazionale, è l’equivalene della Chiesa parrocchiale o della Cattedrale metropolitana a seconda dell’importanza del posto e ne è di solito l’edificio più antico e spazioso . Ce n’è una per città .Mihrab: nicchia in una Moschea rivolta verso La MeccaMinbar : scala e pulpito in una Moschea Mullah : cultore di scienze religiose musulmanePol : ponteQanat : acquedotto sotterraneoShah (Scià) : re e capo religiosoYakhchal : ghiacciaia

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3 Settembre 2018 , lunedì Shiraz – Naqsh-e Rostam – Pasargade – Naqsh-e Rajab – Persepolis – Shiraz , km 280

Colazione alle 8 , partenza alle 8,45 col minibus e l’autista “definitivi” . L’autista si Chiama Dariush (Dario, in parsi) ed il minibus è uno splendido Hyiundai nuovo di zecca da 13 posti + l’autista (noi siamo in 4) , con aria condizionata e una grande display che visualizza anche la telecamera posteriore oltre che far scorrere i titoli della mega-compilation musicale di un pax con l’inserimento di una chiavetta USB .Oggi ci aspetta la prima delle 4 guide assegnatici d’ufficio dal corrispondente locale (nell’ordine : per Persepolis, Kerman, Yazd e Isfahan , tutte in italiano ed “azzeccate” per le località prescelte) .E’ una ragazza che è stata spesso in Italia , preparata e molto simpatica . Con lei facciamo prima tappa a Naqs-e Rostam , dove su una immensa parete rocciosa sono scavate 4 tombe , che si ritengono essere, da sinistra a destra guardando la roccia, di Dario II, Artaserse I, Dario I e Serse I . E’ un colpo d’occhio suggestivo . Di fronte alla parete rocciosa la Camera centrale (Bun Khanak) , si pensa del tesoro di stato . Poi ci dirigiamo a Pasargade dove si erge solitaria in una immensa pianura desolata la monumentale tomba di enormi blocchi di roccia di Ciro il Grande . Da lì, Con una vettura elettrica si raggiungono i resti del complesso dei palazzi di Ciro . Quindi facciamo tappa a Naqsh-e Rajab , dove 4 bassorilevi sulle rocce, seminascosti alla strada, raffigurano scene del regno di Artaserse I (Ardashir) e Sapore I (Shapor) . E poi Persepolis , la città dei Persiani come la chiamarono i Greci (Parsa, come fu chiamata in origine) , costruita su una sorta di piattaforma di plinti rocciosi alta una ventina di metri, alle pendici del monte Rahmat, cui si accede tramite una maestosa scalinata che introduce a tutte quelle meraviglie . Vivamente consigliato il noleggio di una camera 3D all’ingresso , una specie di maschera a forma di maschera-sub che si può appoggiare direttamente anche sugli occhiali da vista o da sole e che ti trasporta in un attimo migliaia di anni indietro facendo “vedere” letteralmente l’imponenza, i colori e la magnificenza di quelle costruzioni ai tempi del loro massimo splendore , mostrando l’elevatissimo grado di civiltà raggiunto da quel popolo . Ogni tanto qualche visitatore locale ce la chiedeva in prestito , non se la passano troppo bene : noi ne abbiamo presa una a noleggio per l’equivalente di un paio di euro per tutto il gruppo , passandocela l’un l’altro .Terminiamo la visita con una breve salita fino alla tomba più grande delle due scavate nella parete rocciosa che domina il sito , quella di Artaserse II , da cui si domina tutta la spianata sottostante . Al tramonto, poi , è il massimo che si possa desiderare (anche qui sta la bravura di una guida : dosare sapientemente tempi e luoghi , per farsi trovare al posto giusto nel momento giusto) .

4 Settembre 2018 , martedì Shiraz – Sarvestan - Neyriz – Meymand – villaggio troglodita, km 480

Oggi tappone di trasferimento durante il quale costeggiamo due laghi salati ed in secca , il Maharlu ed il Bakhtegan , con una breve deviazione all’altezza di Sarvestan per il palazzo di caccia Sasanide (Sasan palace) nel bel mezzo del nulla sotto un sole cocente , dove una volta evidentemente la flora e la fauna dovevano abbondare . C’è un solo guardiano , non si paga ma ci chiede una mancia tramite l’autista . Quindi raggiungiamo Neyriz, per vedere la seconda moschea più antica dell’Iran, in mattoni di fango e paglia, compreso il bel minareto . Ma quello che più ci colpisce, come già accennato in precedenza, è la Moschea del venerdì , dove nel grande atrio antistante ci sono decine e decine di tombe e lapidi con grandi foto in bianco e nero dei caduti (martiri) della guerra Iran-Iraq del 1980-88 . Tanti volti di ragazzi giovanissimi ancora imberbi. Quindi , superata Meymand, saliamo man mano fino ai 2.240 m slm del villaggio troglodita abitato da oltre 3.000 anni , con oltre 2600 stanze scavate nella roccia di cui alcune adattate a guest-house, con servizi esterni (un bagno e una doccia) . Materassi appoggiati in nicchie di pietra e tappeti per terra, cena e colazioni (frugali) sono comprese nel “pacchetto” . Nella stagione fredda ci sono anche delle stufe elettriche e coperte in abbondanza .

5 Settembre 2018 , mercoledì Villaggio troglodita - Meymand - Mayan – Rayen – Mahan , km 400Al mattino visita (d’obbligo) all’hammam , alla Moschea ed al museo locali , sempre scavati nella roccia, con una vecchia guida locale con cui fa da tramite con noi il nostro autista , anche se col suo inglese stentato. Al termine del tour guidato, la guida non manca di portarci anche nel suo negozietto “cavernicolo” dove cerca di venderci le sue povere cose . Gli lasciamo una mancia , oltre al costo del biglietto per la visita . Quindi , passando per Mayan, raggiungiamo la cittadella-fortezza di Rayen (Arg-e Rayen) , in fango e paglia, che dà un’idea di quello che doveva essere quella di Bam che, dopo il terribile terremoto del 2003, non è più accessibile . Ed infatti non si può includere nell’itinerario . Raggiunta Mahan , dove pernotteremo, visitiamo nell’ordine i Giardini Shah Zadeh (Bagh-e Shahzde) , appena fuori cittàm, e poi il maestoso Mausoleo dello scià Ne’matollah Vali (Aramgah-e Shah Ne’matollah Vali) prima di concludere la giornata presso lo storico edificio Motevibashi , ora Hotel di prestigio, dove ci concediamo un tè seduti sui tradizionali baldacchini sotto cui scorre un ruscelletto artificiale . Ceniamo in hotel, dato che semplicemente non c’è altro in giro .

6 Settembre 2018, giovedì Mahan – Shadad desert (Dasht-e Lut) – I Kalut – Kerman , km 250In hotel ci attende Zari, la nostra guida odierna per i Kalut e Kerman (lei è di Kerman) . Prima tappa gli immancabili Kalut , formazioni a gradoni, pinnacoli e torri frutto dell’erosione del vento su un terreno arido e friabile , detti anche la “monument valley” iraniana . Noi ci siamo fermati nel posto classico delle foto ai margini del deserto ma si possono fare puntate in

fuori strada anche per 40-50 km all’interno nonché , volendo, dormire in uno dei villaggi “attrezzati” per ospitare turisti . Sulla via del ritorno verso Kerman , Zari ci porta a visitare un Qanat , acquedotto sotterraneo tradizionale (e secolare) iraniano. Quindi raggiungiamo Kerman dove ci accoglie un caldo che ci costringerà ad interrompere il nostro tour della città nelle prime ore pomeridiane . Appena giunti, vediamo il particolare edificio a pianta ottagonale Gonbad-e Jabalye , in pietra, solo relativamente di recente “completato” con una cupola circolare in mattoni e che oggi ospita un museo di incisioni in pietra, poi , a metà pomeriggio, ci tuffiamo letteralmente nel Gran Bazar (Bazar-e Sartasari) che cinge letteralmente la grande piazza rettangolare e da cui si accede anche allo splendido hammam – sala da tè (e musica tradizionale dal vivo) Hamam-e Vakil Chaykaneh, dove ci godiamo un ottimo tè alla menta ed alla imponente Moschea Masjed-e Jameh . Terminiamo il nostro giro con una puntata alla ghiacciaia a struttura conica di Moayedi (Yakhchal-e Moayedi) . Sono grandi ed antiche strutture realizzate per conservare il ghiaccio che si formava sul fondo di enormi cisterne interrate (d’inverno la temperatura scende sotto zero) , proteggendole con una grande e spessa struttura conica in fango e paglia , opportunamente realizzata ed areata per mantenere il ghiaccio anche d’estate (che veniva venduto a chi poteva permettersi di comprarlo) .7 Settembre 2018 , venerdì Kerman – Zein-O-Din – Sar Yazd – Yazd , km 370Terminiamo la visita di Kerman con una veloce puntata alla Moschea Masjed-e Imam (dove, però, si sta svolgendo un funerale) e al Mausoleo Moshtari-ye Moshtaq , visti, però, solo dall’esterno in quanto oggi è venerdì ed è tutto chiuso . Quindi ci dirigiamo alla volta della nostra meta di oggi , Yazd , con una prima sosta al magnifico caravanserraglio di Zein-O-Din , nel bel mezzo di una pianura desertica, con la statale non molto distante e le montagne in lontananza . E’ stato ristrutturato di recente , con luce ed acqua corrente, si presenta con un bel colpo d’occhio con la sua struttura circolare e l’ampio cortile interno su cui si affacciano le stanze affittate ai turisti di passaggio

Naqsh-e Rajab

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RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

, ciascuna con condizionatore e un piccolo patio antistante . I servizi sono in comune, nuovi e puliti : la privacy di bagni e docce è assicurata invece che da una porta d’ingresso da una tenda che arriva quasi a terra . Dal tipico tetto su cui ci sono diverse cupole si può ammirare di notte il cielo stellato , un contesto ideale per le lezioni di astronomia che ogni tanto vi si tengono . Quindi riprendiamo il nostro viaggio per la penultima tappa di oggi , Sar Yazd , dove , con l’aiuto di una gentile persona locale che ci accompagna dopo avergli chiesto alcune informazioni, abbiamo modo di visitare il qanat cittadino, la cosiddetta Porta millenaria di Farafar , appena fuori dell’abitato , semidiroccata ma con l’arco ancora in piedi che fa da splendida cornice al monumento equestre di Arash l’arciere , anche qui nel bel mezzo del nulla . Poi ci accompagna alla fortezza di Sar Yazd , spettacolare al tramonto, con doppia cinta muraria, fossato (in secca) e mura merlate . Si trova fuori città , isolata, non era facile arrivarci : questo signore incontrato ed interpellato per caso in pratica ci ha fatto da guida ed alla fine ha rifiutato anche una ricompensa in denaro . Infatti una specie di piccolo castello che si vede subito all’arrivo nella cittadine può trarre in inganno : si tratta , invece, di un vecchio caravanserraglio che fungeva do stazione di posta, ovviamente chiuso perché in disuso . Lo ringraziamo calorosamente e , risaliti sul nostro minibus, arriviamo in serata a Yazd che non dista molto .

8 Settembre 2018 , sabato Yazd e dintorni , km 40

Alle 9 ci aspetta in hotel la nostra guida assegnataci per oggi, è Amir , architetto e docente universitario che è vissuto a Milano per 20 anni prima di rientrare definitivamente in Iran . Con lui, come prima tappa, ci dirigiamo alle Torri del silenzio (Dakhmeh-ye Zartoshtiyun) , in pratica due cimiteri zoroastriani costruiti sulla sommità di due brulle collinette appena fuori Yazd ed in disuso ormai da oltre 50 anni : bello ed interessante il contesto , compresa la spianata con le costruzioni adibite al cerimoniale funebre . Quindi rientriamo in città alla volta dell’Ateshkadeh ,

il Tempio del fuoco zoroastriano , con un bel giardino ed una vasca ovale al centro e relativa fontana , in cui di dice che arda una fiamma dal 470 d.C. (!) . Quindi il maestoso e suggestivo complesso della Moschea di Amir Chakhmaq con la sua straordinaria facciata a tre piani , resa ancora più suggestiva dall’illuminazione artificiale dopo il tramonto , quindi l’immancabile Moschea Masjed-e Jameh e l’imperdibile Città vecchia , col suo dedalo di viuzze (kuche) ed archi , la cosiddetta Prigione di Alessandro e la Tomba dei 12 Imam , a detta dell’Unesco una delle città più antiche al mondo, tutta costruita con mattoni di argilla e paglia . Ne l nostro girovagare per i vicoli la nostra attenzione viene attirata da una robusta porta in legno con tante borchie metalliche e due “batti-porta” , uno per anta , molto particolari : la loro forma rimanda ai simboli sessuali maschile , a sinistra, e famminile , a destra , con suoni diversi quando venivano usati . Lo scopo era quello di far capire agli abitanti della casa di che genere fosse chi bussava , prima di aprire . Quindi visitiamo l’interessantissimo Museo dell’Acqua , prima di tutto per lo splendido edificio in cui è ospitato e poi per come è illustrato tutto il sistema dei qanat , canali artificiali sotterranei che si snodano per migliaia di km e che per secoli hanno portato l’acqua dalle montagne, dove veniva trovata l’acqua, alle città in territori assolutamente aridi . Impressionante è la descrizione di come venivano realizzati questi canali , dagli ingegnosi principi costruttivi alla tecnica realizzativa , con i duri sacrifici dei poveri “scavatori manuali” , esili e piccoli di statura per potersi calare nel pozzo d’accesso al tunnel sotterraneo alto circa 80 cm e, piegati in ginocchio con l’acqua fino alla

vita, scavare e togliere a mano la terra con piccoli recipienti . Vestivano di bianco , sia per essere più riconoscibili al buio , disponevano infatti solo di rudimentali lampade a petrolio, sia perché, in caso di crolli, in pratica già indossavano il sudario di morte del colore previsto dalla loro religione . Il

copricapo, sempre di colore bianco, era imbottito per riparare la testa da eventuali cadute di sassi e terriccio . La tappa successiva è allo splendido giardino di Dolat Abbad (Bagh-e Dolat Abbad) , con il padiglione centrale che è il più alto dell’Iran, vetrate finemente istoriate ed il bel giardino di stile squisitamente persiano . Per finire in bellezza non ci facciamo mancare uno spettacolo serale che si tiene all’interno del grande serbatoio d’acqua , il Saheb A Zaman Zurkhaneh , spettacolo che consiste in una sorta di danza propiziatoria , qualcosa fra una manifestazione di tipo ginnico-sportivo ed un rituale . Ma tant’è , per arrivare all’ora di cena va benissimo .9 Settembre 2018 , Domenica Yazd – Chak Chak – meybod – Na’In – Isfahan , km 390Lasciamo Yazd alla volta del tempio rupestre zoroastriano di Chak Chak ( Pir-e Sabz) , aggrappato letteralmente ad un’alta parete rocciosa . Ci si arriva dopo circa 45’ di sterrata dalla statale che, quasi in prossimità del sito, diventa , e poi prosegue , asfaltata . Percorsi alcuni ripidi tornanti si arriva alla base del tempio che si raggiunge dopo circa 230 gradini . Il nome, che nasce da una leggenda, deriverebbe dal rumore dell’acqua che gocciola all’interno della grotta scavata nella roccia sulla sommità . All’interno arde il fuoco perpetuo , si dice alimentato dai due ultimi abitanti rimasti (fino a qualche anno fa il sito era abitato da qualche decina di persone) , di cui uno sta evidentemente alla biglietteria…. Raggiungiamo poi Meybod dove visitiamo il castello di Narin. Lo stanno ristrutturando , nell’ampio cortile interno alcuni operai sono intenti

a fare dei mattoni di argilla con uno stampo di legno sotto un sole a picco che non dà scampo . Quindi ci spostiamo per visitare la grande ghiacciaia (Yakhchal) che ora è un edificio storico , poi la vicina stazione di posta – caravanserraglio , con ricostruzione di interni, e la Torre piccionaia (Kaboutar Kaneh) ,

Naqsh-e Rajab

Yazd-Moschea Amir Chakhmak

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RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

una particolare torre concepita all’interno come una grande piccionaia con una infinità di piccole nicchie su più piani per ottenere quanto più guano possibile , prima dell’avvento dei fertilizzanti sintetici

. All’epoca costituiva una ricchezza . Ripartiamo alla volta della nostra meta giornaliera non prima di una tappa d’obbligo alla Moschea Masjed-e Jameh a Na’In . Quindi , finalmente, la bellissima ed intrigante Isfahan (o Esfahan , che dir si voglia) , la rosa del deserto . L’hotel è in pieno centro , assolutamente strategico, e ci permette subito di poter ammirare uno dei bellissimi ed altrettanto famosi ponti cittadini , il Si-o Seh Pol, magicamente illuminato e pieno di vita , con gente che vi cammina sopra o che staziona sotto le arcate , specie le coppiette di innamorati . Peccato che il fiume è tristemente in secca , semplicemente non c’è più , deviato da uno dei successori di Khomeini verso la propria città di origine, si dice . L’acqua la re-immettono solo per un paio di giorni all’anno , in occasione delle festività di Capodanno .

10 Settembre 2018, lunedì IsfahanIsfahan è la meta turistica principale del Paese, a ragione definita museo vivente della cultura tradizionale iraniana . Alle 9 troviamo in hotel la nostra guida “giornaliera” , Mrs. Shirin, che ha lavorato molti anni per una Società italiana . E’ una bella signora, simpatica e comunicativa , che sa il fatto suo e che ci accompagnerà solo per oggi, mentre domani faremo per conto nostro . La prima tappa è al Palazzo delle 40 colonne , (Kakh-e Chehel Sotun) , con una grande piscina rettangolare sul davanti ai cui lati ci sono molti stand di artigianato . Poi la mitica Imam Square (Naqsh-e Jahan square) , con i suoi magnifici e suggestivi edifici che vi si affacciano . E’ una enorme piazza rettangolare (512 x 160 m) , completamente cinta dalle mura del bazar con una enorme piscina al centro e bei giardini che i turisti possono ammirare anche da carrozzelle a cavallo : nella piscina ci fanno anche il bagno i bambini (vestiti) e sui prati , la sera, vi si “accomoda” tanta gente con cibo e bevande in cerca

di refrigerio . Tutto intorno il Palazzo di Alì Qapu (Kakh-e Alì Qapu) , la Moschea-Museo dello Sceicco Lotfollah (Masjed-e Sheikh Lotfollah) e la Moschea reale (Masjed-e Shah) . Poco distante il vecchio

Gran bazar (Bazar-e Bozorg) . Pranziamo con Mrs. Shirin , che ci saluta verso le 18, in una rinomata ed ottima sala da tè , nel bazar che circonda la piazza , la Azadegan teahouse , assolutamente imperdibile .

11 Settembre 2018 , martedì IsfahanOggi siamo “autonomi” ma svolgiamo egregiamente il nostro programma indirizzando opportunamente di volta in volta il nostro bravo autista Dariush . La prima tappa è all’immancabile Moschea Masjed-e Jameh , quindi il Palazzo degli Otto Paradisi (Kakh-e Hasht Behest) , immerso in un bel parco dove si riposano al fresco tanti pensionati (…) , per giungere al quartiere armeno di Jalfa , oasi Cristiana in terra per oltre il 99% Musulmana . Il nome trae origine da quello della città (oggi ai confini dell’Iran) da dove nei secoli scorsi furono costretti a fuggire gli Armeni per le persecuzioni ottomane e qui ospitati dallo Scià Abbas I . Ci sono ben tre Chiese, la più importante e nota delle quali è la Kelisa-ye Vank , con le sue pareti completamente affrescate . E per concludere degnamente questa bella giornata non possiamo non concederci il tour dei famosi ponti cittadini , pedonali ma attraversati anche da bici e moto : il Pol-e Sharestan , il Khaju ed il Si-o-Seh , uno spettacolo illuminati di sera . Ma , come già ricordato, il fiume Zayandeh che attraversava la città , è stato deviato per cui il letto è in secca , il che conferisce una nota malinconica che la città non merita affatto . Il fiume non era profondo, neanche un metro, ma era più che sufficiente per dare un tocco di magia a tutto l’ambiente . Ci consoliamo con la cena in un ristorante tipico (per turisti…) ad un angolo del bazar di Imam Square . Anche se sempre kebab è. E Coca Cola . Ma anche Pepsi .

12 Settembre 2018 , mercoledì Isfahan – Natanz – Abianeh - Kashan , km 300

A qualche km da Isfahan ecco appalesarsi le mastondiche ciminiere della centrale nucleare , motivo di annosi attriti con gli Usa e dell’embargo economico passato ed attuale . Giunti a Natanz , visitiamo la Moschea Masjed-e Jameh di rito , quindi ci dirigiamo alla volta del caratteristico villaggio storico di Abianeh , ai piedi del monte Korkas (3900 m slm) , ad oltre 2.2000 m di quota, uno degli ultimi capisaldi Zoroastriani . Durante il tragitto mi colpiscono diverse collinette ciascuna sormontata da grosse mitragliere contraeree a due canne lunghe e quando mi accingo a fotografarle l’autista mi dissuade subito, dicendomi che quella è zona militare “off-limits” : sotto ognuna di quelle collinette c’è un bunker in cemento armato con un laboratorio per l’arricchimento dell’uranio . Non a caso a qualche decina di km c’è la centrale nucleare alle porte di Isfahan . Il tutto in una distesa desertica piatta e desolata . Giunti nella cittadina interamente costruita con fango e paglia visitiamo l’Imamzadeh Yahya , col caratteristico tetto conico ricoperto di maioliche azzurre, ed il Santuario di Zeyaratgah . Quindi, raggiunti i sobborghi di Kashan , ci godiamo il bel giardino di Bagh-e Fin con annesso hammam e le sue piante secolari , con nome scientifico e data su ciascun tronco . Terminiamo questa giornata con la visita dei celebri “palazzi storici” (Historical Houses) di Kashan , un misto di raffinatezza ed eleganza architettonica , nell’ordine : Khan-e Boroujerdi , Khan-e Tabatabaei e Khan Abbasian . Per finire lo splendido Hammam-e Sultan Mir Ahmad , col tetto pieno di cupole . Senza tralasciare altre due splendide Historical Houses dove sono stati ricavati altrettanti hotel,di cui uno è quello dove dormiamo noi , il Noghli , con un ampio cortile quadrato centrale e le stanze che vi si affacciano dal 1° e 2° piano . Dal bar sul tetto si gode il tramonto sui tetti della città . L’altro è uno splendido 5 stelle , il Saraye Ameriha Boutique Hotel , con annessa elegante boutique con prezzi espressi direttamente in euro e costi “occidentali” . Magnificent .

13 Settembre 2018 , giovedì Kashan – Qom – Tehran , km 260

Al mattino ci attende la visita della Moschea Masjed-e Agha Borzog ed il bazar , con il suo “timche” , un grande ambiente circolare ad alte volte con una fontana centrale su cui si affacciano botteghe di ogni genere , che in qualche modo interrompe ed impreziosisce

il percorso lineare dello stesso bazar . Quindi ci concediamo un bel caffè al bar del Saraye Ameriha Boutique Hotel prima di proseguire per la città-santa Sciita di Qom . Visitiamo subito il Hazrat-e Masumeh , il Santuario dove è sepolta Fatima , figlia prediletta

Kirghizistan, caravanserraglio di Tash Rabat

Il gruppo ad Abianeh

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di Maometto, e meta di incessanti pellegrinaggi . E’ un complesso a dir poco monumentale , la grande cupola centrale è ricoperta letteralmente d’oro, con un continuo via-vai di gente , tanto che nella parte posteriore stanno ricavando un altro grande piazzale per poter contenere l’enorme afflusso di persone . L’ingresso per noi si rivela un po’ laborioso : non abbiamo una guida e ci fanno aspettare finchè non si presenta un Mullah (credo) con un turbante bianco che parla un ottimo inglese e che ci scorterà in una rapida visita con tanto di spiegazione di questo luogo sacro Non prima di aver fatto indossare una veste lunga fino ai piedi all’unica ragazza del gruppo , che alla fine saluterà con un breve inchino perché loro non possono neanche sfiorare le donne, ed essersi ripreso il chador . Mentre a noi stringerà la mano . Il tutto è veramente impressionante , si capisce il perché la rivolta delle autorità religiose contro lo Scia sia partita proprio da qui . Quindi una rapida visita anche alla Moschea Imam Al-Hasan ed al Bazar e poi via verso Tehran , meta finale del nostro viaggio . Ma non prima di esserci fermati all’imponente Mausoleo di Khomeini , a 25 km dalla capitale . Una costruzione immensa , ancora in fase di ultimazione, con rigidi controlli all’ingresso ed una altrettanto rigida suddivisione dei flussi uomini – donne . Anche al cospetto della tomba dell’Ayatollah , gli uomini possono sostare davanti ad una metà di essa, le donne all’altra metà . Non sapendolo, sono stato bloccato dalla “polizia morale” femminile , tutte in

nero , velo e chador. E con il distintivo cucito sul chador all’altezza della spalla . Quindi finalmente a Tehran , in un hotel anche in questo caso in posizione centrale e strategica : nei pressi di Imam Khomeini square e di Imam Khomeini street nonchè della stazione metro Imam Khomeini . Dopodomani ripartiremo dall’aeroporto internazionale di Tehran , l’IKIA , Imam Khomeini International Airport . Che più ? 14 Settembre 2018 , venerdì TehranOggi è venerdì e molti siti sono chiusi , primo fra tutti il Museo dei Gioielli , il quale , peraltro, è aperto solo dal sabato al martedì . Per cui ci programmiamo nell’ordine, ed a piedi dall’hotel, il Museo Nazionale ed il Museo Islamico, adiacenti, e l’imperdibile palazzo Golestan (roseto e , per estensione, Paradiso) , a lungo residenza della Dinastia Qagiara . L’ingresso si paga in base ai padiglioni che si sceglie di visitare , fino ad una dozzina : noi ne scegliamo 4, quello del Marble Throne (Trono di Marmo) , delle Iranian Paintings (la Pinacoteca) , le Main Halls (Sale Principali con la spettacolare sala degli specchi) e le Wind Towers (le Torri del Vento) . Detto questo, tentiamo inutilmente di infilarci nel Gran Bazar che è irrimediabilmente chiuso , ci aggiriamo tra le bancarelle di una via nei pressi dell’hotel per gli ultimi souvenir e poi in albergo per una doccia-riposino-cambio abiti . Decidiamo di cenare al ponte Tabiat e di andarci in metro dalla fermata metro Imam Khomeini, vicina all’hotel . Alla stazione non ci sono né cartine né mappe ma solo un tabellone appeso al muro, con le varie linee . Lo fotografiamo col cellulare per ogni evenienza e su quella base vediamo quale linea prendere e dove scendere . E’ un’esperienza interessante : in alcuni vagoni ci sono settori per sole donne , negli altri settori e negli altri vagoni indivisi possono starci sia uomini che donne . Inoltre , a differenza della nostre metro (almeno

a Roma) in cui ci sono solo mendicanti e affini, lì in ogni vagone c’è un via-vai continuo di venditori di merci di ogni tipo , dalle cinture tipo-Gibaud ai monili e quant’altro . Arriviamo al ponte Tabiat, molto amato dagli abitanti della capitale, dopo un lungo sentiero che attraversa un parco . E’ veramente bello, particolare, a più piani ed illuminato di verde (ovviamente, è il colore dell’Islam), con un via-vai ininterrotto di gente e ristoranti nel piano inferiore alle due estremità . Sotto scorrono incessantemente fiumi di auto nei due sensi . Ceniamo in una bella atmosfera festosa in uno di questi ristoranti e poi ci dirigiamo all’estremità opposta rispetto a quella da cui siamo entrati . C’è un Planetarium , ma abbiamo perso per poco l’ultimo spettacolo, e tanti locali moderni in tenso-strutture tutte di colore bianco, da bar a fast-food e tante bancarelle dove ci fiondiamo per gli ultimissimi ricordini .Rientriamo in taxi , che ci chiama un gentile addetto alla sicurezza perché a quell’ora ed in quel luogo sarebbe stato difficile trovarne uno, in quanto la metro chiude alle 22 (non so se perché è venerdì, giorno festivo per loro) .

15 Settembre , sabato Theran – Doha – Roma F. / Milano Mxp

Partenza comoda grazie al piano-voli , voli regolari e confortevoli, come all’andata . Ci salutiamo con la coppia milanese all’aeroporto di Doha , dove ci siamo incontrati all’andata . E’ stato un viaggio super…bo, una lunga , moderna, cavalcata tra montagne e deserto intervallata da splendide oasi : le città Persiane ed i siti storici che abbiamo avuto il privilegio di visitare . Grazie anche ai miei compagni di viaggio, pochi ma buoni : Inid , Daniele e Luca . Auguro lo stesso privilegio ai molti che mi seguiranno nell’assoluta certezza che resteranno con gli occhi carichi di meraviglie . Buon viaggio !

Isfahan - Ponte Si-o Seh

Il gruppo ad Abianeh