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UN ESERCIZIO STERNIANO

“Lascia la tua Traccia sul foglio…

Lascia accadere sul foglio con la biro ciò che

proviene da una tua intima necessità, da un tuo

personale desiderio…”

A. Stern

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REAZIONI DOPO L’ESERCIZIO • Ti sentivi a disagio? • Non sapevi che cosa disegnare? • Hai lasciato buona parte del foglio in bianco? • Avevi fretta di finire? • Osservavi ciò che facevano gli altri? • Hai confrontato il tuo disegno con quello del tuo

vicino? • Hai dato giudizi negativi o positivi sui disegni degli

altri? • Sei compiaciuto o disgustato del tuo disegno? • Ti aspetti un commento o un’approvazione da parte

di qualcun altro? • Desideri questo commento o temi una presa in giro?

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COSTRIZIONI SOCIALI E CULTURALI Tali reazioni sono indotte: • dalla nostra scuola • dalla nostra società

“Sono gli adulti a dire al bambino che cosa e come disegnare, rivolgendogli poi domande inutili: che cosa rappresenta questo? Che cosa hai voluto rappresentare?” A. Stern

Considerano il disegno infantile come un primo

tentativo di disegno artistico

Guardano al disegno infantile come un mezzo

di comunicazione.

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Tu non chiedi alla rosa

cosa, come, perché,

eppure lo stolto chiede al pittore

perché, cosa, come.

(Antico detto dei pittori tedeschi, citato da A. Stern)

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DAL DISEGNO INDAGATO ALLA TRACCIA LIBERATA

NEL BAMBINO E NELL’ADULTO “Devo dunque parlarvi di quel che c’è oltre l’infanzia. In effetti, la Formulazione accompagna tutta la vita e nei grandi essa di produce con altrettanta facilità che nei piccoli. La manifestazione dei grandi è altrettanto lontana dall’arte che quella dei bambini: ha la stessa origine organica e procura lo stesso infinito piacere”.

A. Stern

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LA LIBERAZIONE

“Il bambino si deve liberare da tutto ciò che gli è estraneo, si deve abbandonare esclusivamente al proprio impulso, non condizionato da alcun modello. Così il bambino non pone la domanda: «Che cosa devo disegnare?». L’immagine nasce senza esitazioni, senza dubbi. Deve semplicemente essere. E il bambino non si lascia distrarre da nulla”.

A. Stern

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CHI E’ ARNO STERN?

• Educatore e fautore dei famosi “closlieu” (atelier di pittura), dove adotta un originale approccio didattico.

• Esperto di “educazione liberatrice”: le sue scoperte sulla pittura spontanea dei bambini suscitano tuttora grande interesse.

• Riferimento per molti educatori che si occupano di prima e seconda infanzia e attenti alla dimensione creativa dello sviluppo.

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CENNI BIOGRAFICI (1) • Nasce nel 1924 a Kassel, in Germania, da una

famiglia ebrea. • Quando aveva 9 anni, dopo l’ascesa di Hitler al

potere, si rifugia in Francia con la famiglia, dove conosce una vita di stenti e vive l’ossessione di sfuggire ai nazisti.

• Si trasferisce in Svizzera e viene internato nel campo Martigny:

“Dormivo sulla paglia tra ottanta compagni di campo, dividendo l’annullamento psicologico sistematico dell’internamento”. A. Stern

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“IL RINCHIUDERSI LIBERATORIO”

“Ho sempre desiderato possedere una stanza ben avvolgente, protetta. Nei miei sogni non aspiravo a castelli circondati da torrioni e mura scoscese, roccaforti impenetrabili. (…) Desideravo solo una stanza dai confini rassicuranti e protettivi”.

A. Stern

Da questo desiderio, quasi un’ossessione, deriva la ragione profonda sottesa alla nascita del

“closlieu” luogo di rifugio dalla quotidianità

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CENNI BIOGRAFICI (2)

• Nel 1946, lavora presso una scuola materna per orfani di guerra; gli viene affidato l’incarico di insegnante di attività manuali: con materiali di recupero, Stern crea un atelier dove inizia a osservare i suoi “primi piccoli pittori”.

• Osservando i bambini e la loro naturale propensione per il disegno e la pittura, scopre un metodo fondato su un allestimento originale dell’atelier.

• Dopo la chiusura dell’orfanotrofio, Stern apre un atelier a Parigi, nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, divenuto celebre negli anni '50 con il nome di "Académie du Jeudi", e rimasto attivo per 33 anni prima d'essere trasferito, nel 1983, nel quartiere della Madeleine.

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LA DIFFUSIONE DEL PENSIERO E DEL METODO NEL MONDO

• Stern partecipa a numerosi congressi: a Bristol (come esperto tecnico dell'UNESCO), a Berkeley, Barcellona, Treviso, Ravenna... e tiene conferenze e corsi in tutto il mondo, in Università, Musei, Istituti per la formazione degli insegnanti, Centri culturali...

• Crea alcuni Ateliers in ospedali, mentre forma “praticiens” che ne istallano altri in scuole, centri sociali, istituzioni culturali...

• Nel 1985 crea, a Parigi, l’Istituto di Ricerca in Semiologia dell’Espressione.

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http://www.youtube.com/watch?v=_appeGwj7MM

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IL PENSIERO • Il bambino è vittima dell’imposizione della società a

comportarsi in modo razionale e conformista. • Il bambino nel closlieu non segue un modello e non deve

sottoporre il proprio dipinto al giudizio degli altri; nel closlieu si libera dell’idea di successo, fallimento e competizione.

• Il bambino si rivela “un essere serio che gioca con passione”, che rimane concentrato per molto tempo sulla propria Traccia.

• La Traccia è liberata dall’obbligo di essere comprensibile a un potenziale osservatore.

• Il dipinto del bambino “nasce da un’intenzione per poi andare molto oltre l’idea iniziale e sfociare nell’imprevisto”.

• Fine dell’educazione nel closlieu è l’espressione della Formulazione.

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DALL’ESPRESSIONE ALLA FORMULAZIONE

• Il dipinto del bambino è un “non-colore”, una “non-forma”, una “non-opera”: non ha fini comunicativi ma ESPRESSIVI.

• ESPRESSIONE: pressione dall’interno all’esterno; essa è un procedimento libero dall’influenza degli altri e dall’intenzione di rappresentare.

• FORMULAZIONE: manifestazione naturale che, al contrario della creazione artistica, esclude qualsiasi destinatario. Nasce da una “memoria organica” ed è inesauribile.

• La Formulazione nasce solo come conseguenza di un “atto protetto e isolato”, libero “da pregiudizi e dalle abitudini condizionanti, come l’idea del bello, del riuscito, del migliore o anche il loro contrario”.

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IL METODO

CLOSLIEU

isola dal mondo esterno

permette un “inconsueto

stare insieme”

piccola stanza rettangolare di 6 per 3 metri

Accoglie massimo 15 persone per 1 ora e 30

Come per ogni gioco,

nel closlieu è fondamentale il

rispetto di regole (rituali) e l’ordine.

I movimenti

devono essere precisi

e dotati di destrezza.

Nessun dipinto

deve uscire dal closlieu.

Al centro c’è la

TAVOLOZZA, lunga 2 metri, dove sono posti i

recipienti di 18 colori diversi.

Per ogni recipiente ci sono 3 pennelli: due piccoli e uno grande

appoggiato sopra i primi.

permette di creare un legame con gli altri , a partire dal rispetto dei rituali

permette di maturare la

consapevolezza delle proprie

esigenze

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IL CLOSLIEU

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L’EDUCATORE COME SERVITORE • L’educatore si pone come un

servitore del bambino e dell’adulto.

• Non trasmette alcuna conoscenza, non giudica, ma è a conoscenza della Formulazione e delle sue fasi.

• Solo all’inizio, imposta la corretta posizione del corpo e la giusta impugnatura del pennello, ma per liberare il bambino dalle costrizioni…

• E’ capace di empatia. • Anticipa le esigenze dell’altro. • Occorre una formazione

pluriennale per il ruolo del “praticien”

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LE FASI DELLA FORMULAZIONE

Grazie ad una attenta osservazione, Stern individua delle costanti nel disegno infantile.

Sottolinea, tuttavia, che “molte immagini della formulazione nascono da diversi percorsi evolutivi (…), così come alcune forme sono il punto di avvio per sviluppi in direzioni differenti”.

La Formulazione è un processo non lineare, ma frutto di concatenazioni e ramificazioni…

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1) Le figure primarie (prima infanzia)

GIRULI, PUNCTILI, LISCHE, FIGURE RAGGIATE, CROCI…

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2) Gli oggetti-immagine

CASA, ZAMPILLI, SPAZIO MARINO, SPAZIO DI LUCE, IMBUTO…

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I fenomeni della Formulazione: PULLULAMENTO, REITERAZIONE E

ESTENSIONE

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3) Le figure essenziali (adulti)

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“I BAMBINI SENZA ETA’”

• Anche negli adulti avviene il fenomeno della Formulazione, da tempo ignorato.

• Tale processo “ha la stessa natura organica e procura lo stesso infinito piacere”.

• Il closlieu è aperto a tutti; esso è volto alla soddisfazione di un bisogno trascurato e allo sviluppo di personalità uniche e irripetibili:

“La personalità si sviluppa fino ad una dimensione impensata”.

A. Stern

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LA FORMULAZIONE UNIVERSALE Stern scopre che ogni persona, di ogni parte del mondo, ricorre per la sua espressione alle stesse formule: “La Formulazione sfugge alle influenze etniche, climatiche e culturali”.

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RIFLETTIAMO INSIEME

Stern definisce il pensiero di autori come Piaget e Freinet “espressione di un sapere che regala potere”.

Tuttavia, è possibile rintracciare nel suo pensiero e nel suo metodo alcune suggestioni già incontrate nel corso delle lezioni di Didattica A?

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BIBLIOGRAFIA

Arno Stern, Grammatica dell’arte infantile, Armando Editore, Roma 1960.

A. Stern (1989), I bambini senza età, Luni Editrice, Milano 1995.

A. Stern (1995), La Traccia naturale, Luni Editrice, Milano 1997.

A. Stern, Closlieu. Il chiostro dei colori, Moretti&Vitali, Bergamo 2000.

A. Stern, Dal disegno infantile alla semiologia dell’espressione, Armando Editore, Roma 2003.

A. Stern (2005), Felice come un bambino che dipinge, Armando Editore, Roma 2006.

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SITOGRAFIA http://www.arnostern.com/it/closlieu_it.htm

Il closlieu a Bergamo http://www.ilsegnoilcolore.it/

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL SEGNO DEL COLORE” - Centro studi e diffusione del Closlieu di Arno Stern. “È nata nel 1996, voluta da Miranda Calliari Magni per dare maggiore visibilità alla rete di collaboratori e di estimatori creatasi nel tempo a supporto del Closlieu e per garantire – anche in futuro – una reale possibilità di prosecuzione di tale attività attraverso il sostegno alla formazione di nuovi praticien e la divulgazione dell’opera di Arno Stern. FINALITA’: • L’Associazione organizza, secondo un calendario annuale i corsi di formazione e

le conferenze di Arno Stern in Italia. • Stages e incontri introduttivi al Closlieu, condotti da Miranda Magni. • L’Associazione cura la produzione editoriale di Arno Stern in Italia, nonché i

rapporti con la stampa. • Vengono proposti corsi strutturati in lezioni teoriche e osservazione della pratica

educativa. • Esiste inoltre la possibilità di svolgere periodi di tirocinio presso i Closlieu”.

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IL CASO Il nido d’infanzia “I cuccioli” e la scuola dell’infanzia “S. Zeno” di Bergamo indicono un bando per selezionare due educatori professionali laureati. L’oggetto del bando è l’implementazione e la realizzazione di un progetto di educazione all’arte o creativa rivolto ai bambini da 2 a 6 anni.

Ogni studente immagini di voler partecipare al bando e di dover stendere una bozza del progetto richiesto, tenendo conto dei principi educativi e metodologici di Stern, così come di quanto appreso nel corso delle lezioni di Didattica e delle esperienze vissute in occasione dei seminari organizzati dalla GAMeC.

Ogni proposta verrà poi presentata in plenaria al gruppo.

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UNA POSSIBILE SCALETTA

• Analisi della situazione di partenza (destinatari del progetto, bisogni formativi legati all’età e al contesto, risorse materiali e umane…)

• Definizione delle finalità del progetto e dei risultati attesi

• Specificazione dei principi teorici e metodologici cui si fa riferimento per l’azione educativa

• Descrizione dei contenuti e delle modalità della proposta educativa

• Valutazione dell’intervento e del progetto.