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Ufficio Tecnico del Genio Civile di Arezzo – “L’ANALISI DI VULNERABILITÀ DEGLI EDIFICI NEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE DI AREZZO
Incontro informativo: “La Prevenzione sismica nel Piano di protezione Civile Provinciale”Incontro informativo: “La Prevenzione sismica nel Piano di protezione Civile Provinciale”
Arezzo, 13 dicembre 2012Arezzo, 13 dicembre 2012
L’ANALISI DI VULNERABILITÀ DEGLI EDIFICI NEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE DI AREZZO
-ing. Dario Pierucci (Responsabile P.O. “Costruzioni in zona sismica” Genio civile Arezzo)ing. Dario Pierucci (Responsabile P.O. “Costruzioni in zona sismica” Genio civile Arezzo)
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Incontro informativo: “La Prevenzione sismica nel Piano di protezione Civile Provinciale”Incontro informativo: “La Prevenzione sismica nel Piano di protezione Civile Provinciale”
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L’aquila 2009: Edifici strategici esistentiL’aquila 2009: Edifici strategici esistenti
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VULNERABILITA’: “attitudine ad essere danneggiato”
(Fonte: dizionario Treccani)
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VULNERABILITA’: “attitudine ad essere danneggiato”
(Fonte: dizionario Treccani)
SICUREZZA: “condizione che rende e fa sentire di essere esente da pericoli, o che dà la possibilità di prevenire, eliminare o rendere meno gravi danni, rischi, difficoltà, evenienze spiacevoli"
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- sulle caratteristiche di resistenza del materiale (LC…)
- sulle azioni che la struttura è chiamata a sopportare:
Incertezza:
Il professionista ha il difficile compito di garante per la sicurezza ,
ma il suo lavoro consiste sostanzialmente nella gestione dell’incertezze
nell’ambito dell’effettuazione della sua verifica strutturale.
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pesi propri: non è ammessa incertezza
carichi permanenti: perlomeno all’inizio sono sicuri
carichi di esercizio (detti per l’appunto anche accidentali): si fissano per
convenzione in base alla destinazione d’uso prevista
azioni ambientali: vento, neve, sisma: si fissano per convenzione, in base a
dati statistici ed in base ad una soglia di riferimento scelta dal legislatore
AZIONI:
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Il concetto di sicurezza quindi in realtà equivale
alla massima riduzione possibile dei margini di
incertezza.
Margini che sugli edifici nuovi sono prefissati, e sono
molto molto bassi;
sugli edifici esistenti (CHE RAPPRESENTANO IN
ITALIA PIU’ DEL 75% DELL’EDIFICATO!!!) non sono
noti a priori.
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La valutazione della sicurezza / vulnerabilità
serve appunto a conoscere i margini di incertezza
di un edificio esistente, e quindi
per stabilire se siano o meno accettabili.
Ma cosa è accettabile ?
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Tradizionalmente non è accettato l’evidente incipiente danneggiamento di
un’opera (di solito riconducibile a insufficienza/carenza di tipo “statico”)
come anche da lettura letterale del art. 677 codice penale:
“Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina: Il proprietario di un edificio o di una costruzione che minacci rovina ovvero chi
è per lui obbligato alla conservazione o alla vigilanza dell'edificio o della costruzione, il quale omette di provvedere ai lavori necessari per rimuovere il
pericolo, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 154 a euro 929.
La stessa sanzione si applica a chi, avendone l'obbligo, omette di rimuovere il pericolo cagionato dall'avvenuta rovina di un edificio o di una costruzione.Se dai fatti preveduti dalle disposizioni precedenti deriva pericolo per le
persone, la pena è dell'arresto fino a sei mesi o dell'ammenda non inferiore a euro 309.”.
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Non è invece chiaro se per “minaccia di rovina” si possa
intendere anche una valutazione di sicurezza con risultato
molto scadente, e se quindi emerga una responsabilità
diretta del proprietario, non appena questi venga a
conoscere la scarsa sicurezza del suo fabbricato nei
confronti delle azioni ambientali come il sisma. Questo è
argomento più da giuristi.
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Finora nell’ambito degli edifici pubblici molti amministratori
hanno interpretato: meglio non sapere ! (probabilmente non è la
migliore risposta che i cittadini si aspettano…)
Oggi però il legislatore ci offre due ulteriori strumenti:
- l’OPCM 3274/2003, che toglie questa scappatoia stabilendo,
a seguito di ripetuti rinvii, che entro il 31 dicembre di
quest’anno per gli edifici pubblici e non solo (anche quelli
industriali, commerciali, di culto, ecc. che siano rilevanti da
definizione all. A al Reg.36/R/2009) deve essere fatta la
valutazione della sicurezza. Non è prevista sanzione
immediata per chi non lo fa, ma sicuramente in caso di
successive problematiche si può configurare un reato di
inerzia del proprietario che non si attiva.
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-la Circolare 617/2009 esplicativa delle norme tecniche, che al punto C.8.3. spiega:
“ E’ evidente che i provvedimenti [di riduzione dei margini di incertezza al pari di quelli per le nuove costruzioni] sono necessari e improcrastinabili nel caso in cui non siano soddisfatte le verifiche relative alle azioni controllate dall’uomo, ossia prevalentemente ai carichi permanenti e alle altre azioni di servizio; più complessa è la situazione che si determina nel momento in cui si manifesti l’inadeguatezza di un’opera rispetto alle azioni ambientali, non controllabili dall’uomo e soggette ad ampia variabilità ed incertezza nella loro determinazione. Per le problematiche connesse, non si può pensare di imporre l’obbligatorietà dell’intervento o del cambiamento della destinazione d’uso o, addirittura, la messa fuori servizio dell’opera, non appena se ne riscontri l’inadeguatezza.
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-la Circolare 617/2009 esplicativa delle norme tecniche, che al punto C.8.3. spiega:
(segue)
Le decisioni da adottare dovranno necessariamente essere calibrate sulle singole situazioni (in relazione alla gravità dell’inadeguatezza, alle conseguenze, alle disponibilità economiche e alle implicazioni in termini di pubblica incolumità). Saranno i proprietari o i gestori delle singole opere, siano essi enti pubblici o privati, o singoli cittadini, a definire il provvedimento più idoneo, eventualmente individuando uno o più livelli delle azioni, commisurati alla vita nominale restante e alla classe d’uso, rispetto ai quali si rende necessario effettuare l’intervento di incremento della sicurezza entro un tempo prestabilito.”
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Quindi la palla resta sì in mano al proprietario, ma si danno delle indicazioni chiare:
1) Non è pensabile di chiudere subito gli edifici che non hanno lo
stesso grado di sicurezza di quelli nuovi: bisogna, in base alle
possibilità economiche, e al livello di rilevanza dell'edificio e di
gravità dell’inadeguatezza, stabilire una priorità per le situazioni
più a rischio. Una soglia accettabile di riferimento, per la prima
volta normata dallo Stato, anche se solo per i beni colpiti dal
sisma dell’Emilia, ma sicuramente utilizzabile per analogia, è
stata definita il 60 % della sicurezza degli edifici nuovi. In buona
sostanza quindi, un edificio che non viene verificato nemmeno per
il 60% delle azioni previste dalla normativa va preso in seria
considerazione. Con quali provvedimenti?
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L’optimum è il consolidamento-adeguamento sismico. Qualora le
risorse non siano al momento sufficienti, si può pensare prima di
tutto ad un consolidamento minimo per conseguire
l’adeguamento della struttura rispetto ad un orizzonte temporale
ridotto: se si pianifica la dismissione dell’attività da quell’edificio
dopo un certo numero di anni, è consentito rapportare nella
valutazione della sicurezza il rischio sismico a quel numero di
anni, e non ai 50 o 100 anni di vita normalmente previsti dalla
norma. E’ in sostanza una forma di impegno pubblico
dell’amministrazione proprietaria ad intervenire entro un tot di
anni.
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Altrimenti si può provvedere ad una riduzione dell’utilizzo del
fabbricato, ad esempio mantenere utilizzate solo le zone più
sicure, o consolidare solo quelle; oppure si può de localizzare la
funzione. Questo è risultato molto appropriato specialmente per
gli edifici strategici, che diventano tali solo per il periodo di
durata dell’emergenza, e quindi possono essere previsti in edifici
diversi da quelli storicamente utilizzati (come i municipi, le
scuole, ecc.) senza grandi problemi, e collocati in edifici di recente
costruzione. Questa è un’operazione a costo zero che
semplicemente non era stata affrontata perché non si era pensato
nei piani di protezione civile che per l’emergenza di tipo sismico
gli edifici dovevano avere una buona resistenza strutturale.
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E’ chiaramente un problema di gestione del rapporto costi-benefici, che non potrà essere risolto, è chiaro, ma che potrà essere via via ottimizzato, mano a mano che procede la conoscenza sul grado di sicurezza dei fabbricati esistenti e che si destinano risorse agli interventi.
In realtà il problema dei costi è pesante già a livello di effettuazione delle verifiche di sicurezza: si fa la verifica perché i lavori costano troppo, ma spesso, per chi ha più edifici, mancano anche i soldi per la verifica, che ha un costo paragonabile ad un progetto. In questi casi occorre comunque pianificare la spesa, specie negli enti pubblici. Nel frattempo è possibile effettuare delle valutazioni di tipo speditivo, in base alle quali in casi estremi prendere primi provvedimenti cautelativi, e stabilire l’ordine di priorità (dal peggiore al migliore) per i successivi approfondimenti.
Ufficio Tecnico del Genio Civile di Arezzo – “La prevenzione nelle costruzioni in zona sismica:
l’analisi di vulnerabilità degli edifici esistenti ed il quadro normativo di riferimento”
Incontro informativo: “Il Rischio Sismico nel territorio aretino: conoscenza, valutazione e prevenzione”Incontro informativo: “Il Rischio Sismico nel territorio aretino: conoscenza, valutazione e prevenzione”
Arezzo, 9 Novembre 2012Arezzo, 9 Novembre 2012
COME SI ESEGUE LA VALUTAZIONE/VERIFICA DELLA SICUREZZA:
Per tutte le tipologie strutturali, che sono
- EDIFICI IN MURATURA PORTANTE ORDINARI
- EDIFICI STORICO-MONUMENTALI-ARTISTICI IN MURATURA PORTANTE
- EDIFICI IN C.A. ORDINARI
- EDIFICI IN C.A. O ACCIAIO PREFABBRICATI,
ma non dimentichiamo le INFRASTRUTTURE ESISTENTI (PONTI, ECC.),
la logica della valutazione vuole che si proceda con:
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l’analisi di vulnerabilità degli edifici esistenti ed il quadro normativo di riferimento”
Incontro informativo: “Il Rischio Sismico nel territorio aretino: conoscenza, valutazione e prevenzione”Incontro informativo: “Il Rischio Sismico nel territorio aretino: conoscenza, valutazione e prevenzione”
Arezzo, 9 Novembre 2012Arezzo, 9 Novembre 2012
1)Analisi dei possibili distacchi, ribaltamenti, spanciamenti (meccanismi di I modo – analisi locale)
Prima degli elementi strutturali, poi degli elementi secondari (tamponamenti, carichi sospesi, appendici, comignoli, ecc.)
2) Analisi globale di resistenza e/o duttilita’ : piu’ complessa, occorrono dati su materiali e armature, ed una modellazione numerica dettagliata
La valutazione di vulnerabilita’ cosiddetta di II livello non può prescindere dal primo aspetto, relativamente al secondo opera una stima più qualitativa che quantitativa
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l’analisi di vulnerabilità degli edifici esistenti ed il quadro normativo di riferimento”
Incontro informativo: “Il Rischio Sismico nel territorio aretino: conoscenza, valutazione e prevenzione”Incontro informativo: “Il Rischio Sismico nel territorio aretino: conoscenza, valutazione e prevenzione”
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ESEMPIO DI VERIFICA GLOBALE: IL PALAZZO DEL GENIO CIVILE DI AREZZO
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ESEMPIO DI VERIFICA GLOBALE: IL PALAZZO DEL GENIO CIVILE DI AREZZO
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ESEMPIO DI VERIFICA GLOBALE: IL PALAZZO DEL GENIO CIVILE DI AREZZO
- Struttura Classe IV, vita nominale 50 anni
- Livello di conoscenza: LC1 – FC=1,35)
- Non si considera i coefficienti amplificativi delle resistenze e delle rigidezze della muratura.
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ESEMPIO DI VERIFICA GLOBALE: IL PALAZZO DEL GENIO CIVILE DI AREZZORISULTATI DELL’ ANALISI PUSH-OVER:
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ESEMPIO DI VERIFICA GLOBALE: IL PALAZZO DEL GENIO CIVILE DI AREZZO
COMBINAZIONE 16:
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Ricapitolando:
Cos’è la verifica della sicurezza: è l’approfondimento conoscitivo delle caratteristiche di resistenza dell’edificio esistente, privo di un progetto antisismico originario, e generalmente in assenza in assoluto di un progetto strutturale.
Cos’è la valutazione della vulnerabilità: la stessa cosa, leggendo il risultato in maniera complementare (in termini percentuali, V(%)= 100-S(%).
Perché la si fa: perché, non potendo adeguare tutto, si vuole partire dalla conoscenza del rischio statico-sismico con cui si convive, per poter prendere i necessari provvedimenti atti a ridurre il rischio per la pubblica incolumità.
Come si valuta se l’esito è positivo o negativo: in assoluto, con riferimento al livello previsto per le nuove costruzioni, ma per chi ha una pluralità di edifici e scarse risorse, non si può prescindere da una valutazione di tipo relativo. Sicuramente l’esito è negativo sotto il 60%
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Ricapitolando:
Cosa si fa se l’esito è negativo: si adegua, si migliora con riferimento ad un orizzonte temporale ridotto, si limita l’uso, o si de localizza.
Come si fa: Con i metodi previsti dalle NTC 2008
Quanto costa: Costo paragonabile a quello di una progettazione di pari dimensioni, oltre il rilievo e le eventuali prove sui materiali
Quale legge impone l’obbligo di farla: l’OPCM 3274/2003 e successivi rinvii per gli edifici strategici o rilevanti; il punto 8.3. del D.M. 14/01/2008 per tutti i tipi di edifici ma solo in situazioni particolari (danneggiamento o deterioramento, cambio di classe d’uso, ecc.)
Dove dev’essere depositata: Al Genio Civile (L.R.58/2009, art. 5 bis), in formato digitale (pdf), compilando apposita istanza di deposito, ed allegando la scheda riassuntiva predisposta dalla Protezione Civile nazionale. (è in elaborazione la connessione on-line predisposta dal Servizio Protezione Civile della Provincia di Arezzo che consentirebbe a tutti i proprietari di avere un account con gestione riservata dei dati ed aggiornamento continuo, che consentirebbe anche l’invio diretto a deposito al Genio Civile, purtroppo non la possiamo presentare oggi perché ancora in fase di prove)
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CONCLUSIONI:
Siamo in una zona di grigio, non è né tutto bianco né tutto nero, ma ci sono barlumi di luce…
-risorse in arrivo, anche se pochine per volta,
- operazioni possibili a basso costo
- creazione di un sistema di raccolta dati, metodologie e informazioni condivisi, che potrà servire, via via che vengono aggiunte informazioni, per la raccolta di tutti i dati sugli edifici, ma che parte dagli edifici con funzione strategica, come primo obiettivo, e non vuole permettere per essi che vi si faccia affidamento se non si conosce il grado sicurezza
- utilizzando un’unica metodologia condivisa è possibile portare avanti azioni comuni, e dimostrare l’impegno dei soggetti responsabili (sindaci primi fra tutti)
-la conoscenza permette atteggiamenti consapevoli sia nella programmazione e quindi nella prevenzione, sia nel modo di reagire alla situazione di emergenza
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Arezzo, 9 Novembre 2012Arezzo, 9 Novembre 2012
Per le procedure del nostro ufficio e per informazioni Per le procedure del nostro ufficio e per informazioni in genere:in genere:
www.geniocivile.135.it
[email protected]@regione.toscana.it
GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE
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NORMATIVA TECNICA NAZIONALE
QUADRO NORMATIVO
Sismica ordinaria
L. 1684/1962
L. 64/1974
D.P.R. 380/2001
Decreti Attuativi:
L’ultimo è il D.M. 14/01/2008
CODICE PENALE
Art. 676: Rovina di edifici
Art. 677: Mancata manutenzione
Artt.359 Serv. Pubblica Necessita’
Art. 481: Falso ideologico
SICUREZZA LUOGHI LAVORO
D.Lgs. 81/2008
Sismica per l’emergenza
OPCM 3274/2003 (post-Molise)
L.122/2012 (Emilia)
NORMATIVA REGIONALE
L.R.1/2005
Reg.36/R
L.R. 58/2009
Bandi e Direttive per i finanziamenti
Cemento armato:
R.D. 2229/1939
L. 1086/1971
D.P.R. 380/2001