twissst issue #3 it edition
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Twissst Issue #3 Italian EditionTRANSCRIPT
Manuel AlvesPhoto : Artur Cabral
@ The New Vega Studio
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IS IT NEW YORK THE NEW PARIS?
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IS IT NEW YORK THE NEW PARIS?
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alves/gonçalves
Intervista a
Manuel Alves
Domande di: Norberto Lopes CabaçoFotografia: Artur CabralTraduzione: Francesco Marangon
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alves/gonçalves
Domande di: Norberto Lopes CabaçoFotografia: Artur CabralTraduzione: Francesco Marangon
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Nome: Manuel AlvesNacionalità: PortogheseProfessione: Designer di ModaMarca: Alves/GonçalvesTarget Cliente: “clientela con alto potere acquisitivo”Non esco di casa senza: “senza un buon profumo”Cosa le provoca un sorriso: “i miei cani”Non sopporto: “i locali dove non si può fumare” Una città: “Lisbona”Website: http://www.alvesgoncalves.com
manuel alves
Collaborazioni:Disegno dei costumi del fim “Tráfico” di João BotelhoDisegno dei costumi delle opere teatrali “Os Gigantes da Mon-tanha” e “Raízes Rurais, Paixões urbanas”, con scenografia di Ricardo PaisDisegno dei costumi per il balletto “Chansons de Femmes, Compagnia di Danza Paulo Ribeiro, scenografia de Giorgio Corsetti.Disegno uniformi corporative per la Fondazione Calouste Gul-benkian e le aziende TAP, Vodafone, Galp, catena alberghiera Altis.
Riconoscimenti:Globo de Ouro “Personalidade de Moda 1998”
Nominato al trofeo “Nova Gente” come miglior disegnatore di moda
Premio Look Elite come miglior collezione 2009 Eletto “Homens Fora de Série 2009” dal Jornal Económico.
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I nvitiamo manuel alves a una nuova sfida:Essere la copertina dell’edizione di Maggio e farsi conoscere maggiormente con una conversazione rilassata sull’uomo, sul disegnatore più mediaticamente conosciuto del duo Alves/Gonçalves. Seppure con una agenda repleta, Manuel Alves ha trovato
uno spazio per noi; sono le 14.30, arriva al “The New Vega Studio” fedele alla sua immagine: blazer Alves/Gonçalves, T-shirt bianca e i suoi inseparabili Diesel Viker, gli stessi che quando non sono disponibili nel mercato… una semplice telefonata fa si che lo siano in poche ore!
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Questo era il Manuel Alves che volevamo intervistare in TWISSST, l’unico, il purista, clean, effortless, genuinamente contemporano e chic! Giacché molto di questa immagine si trasferisce alle collezi-oni di ogni stagione, comprendere la Alves/Gonçales è conoscere la persona che sta dietro a parte di quel resultato. Potremmo parlare di Moda per ore, ascoltare parte della storia della moda per bocca di un ambasciatore del design portoghese e tutto ciò.. è una esperienza senza prezzo!
1 - Manuel Alves; disegnatore di Moda, si nasce?“Non saprei dire con certezza. So che sono nato in una zona in cui nulla avrebbe suggerito il mio in-teresse per la Moda, sono trasmontano, di Montalegre (Tras-Os-Montes è una zona rurale e interna GHO�QRUG�GHO�3RUWRJDOOR�DO�FRQÀQH�FRQ�OD�6SDJQD�Q�G�W���SHUz�VR�FKH�F·HUD�TXDOFRVD�LQ�PH�FKH�PL�ha indicato il cammino da seguire quindi, per certi aspetti, credo nel destino”
2 - Quando seppe con certezza che la Moda sarebbe stato il suo futuro professionale? “Sono sempre stato molto curioso riguardo ai colori, i modelli o i tessuti e già dai 14 anni sceglievo personalmente i miei vestiti, ero molto accurato in questo; anche se il contesto non era dei più propizi per arrivare a una presa di coscienza effetiva, è come se vi fosse qualcosa di cristallizzato in me in attesa d’essere rivelato. Fu ai 23-24 anni quando mi lanciai al sistema, quando decisi di far parte dell’industria della moda”.
����7URYD�GLYHUVD�OD�¿JXUD�GL�XQ�JLRYDQH�VWLOLVWD�RJJL�ULVSHWWR��SHU�HVHPSLR��DJOL�DQQL�¶��"“Completamente! mi considero un autodidatta, in quel periodo non esistevano scuole e dovetti sviluppare le mie attitudini autonomamente per poter profesionalizzarmi; possedevo un’idea circa la struttura di un vestito e della sua volumetria; sentivo che sapevo ciò che volevo ma non ero in grado di dominare il processo per arrivare ad esso.
Quando iniziai a lavorare in Moda, quando aprii il primo negozio a Oporto, nel 1978, iniziai a la-YRUDUH�FRQ�XQD�PDUFD�SURSULD��&~PSOLFH��QHO�GHVLJQ�G·DXWRUH��DQGDYR�LQ�XQD�SLFFROD�D]LHQGD�H�GLFHYR�©OR�YRJOLR�FRVu��LQ�TXHVWD�PDQLHUD�QRQ�SXz�HVVHUHª��SUHQGHYR�GHOOH�IRUELFL�H�WDJOLDYR�ÀQR�DG�ottenere ciò che avevo in mente. Ho sempre avuto al capacità d’intendere un corpo e di come coprirlo con un vestito, di sapere come tagliare una manica, come realizzare una cucitura e quali possibilità un tessuto può dare rispetto ad un altro… infatti, ancor’oggi, diariamente lo continuo a fare; nell’atelier giro attorno ai manichini, ai busti, cercando soluzioni strutturali riguardo alla caduta dei capi sul corpo.
4 - Cosa la spinse a creare Alves/Gonçalves?“Il trasloco da Oporto a Lisbona. Anche se Cúmplice era stata accolta in maniera molto positiva, Oporto in quel momento, non riuniva le condizioni necessarie per poter evolvere come disegna-tore. Lisbona era il sogno e la materializzazione di un nuovo progetto; la Alves/Gonçalves”
����/D�$OYHV�*RQiOYHV�QDVFH�QHO�������FRP¶HUD�OD�PRGD�DOORUD"�´(IIHWWLYDPQWH��ÀQR�DO������VROWDQWR�GLVHJQDYDPR�FROOH]LRQL�GD�XRPR��/D�0RGD�DOORUD�HUD�HVWUH-mamente divertente ed eravamo completamente slegati dal sistema, l’informazione di moda era pressocchè nulla e solo ci giungeva attraverso canali indiretti come il cinema o la musica. Fu una decade di fermento culturale, di nuove estetiche che impulsavano le nostre creazioni di disegnatori di moda. Esisteva un pubblico, una nicchia di mercato direi, che comprendeva ap-pieno ciò che creavavamo; erano buoni ricettori e ottimi clienti, capaci di acquistare qualcosa d’incomprensibile ai più; non si vendeva molto onestamente però si vendeva a clienti concreti che usavano i vestiti per puro piacere, mentre oggi…. è per ragioni completamente diversa”.
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����&RVt�FRPH�OR�VWHVVR�QRPH�LQGLFD�$�*�q�OD�IXVLRQH�FUHDWLYD�GL�0DQXHO�$OYHV�H�-RVH�0DQXHO�*RQoDOYHV��&RP¶q�XQD�JLRUQDWD�WLSR�QHO�YRVWUR�DWHOLHU"�$YHWH�FRPSLWL�GH¿QLWL�R�VL�WUDWWD�GL�XQ�SURFHVVR�OLEHUR��XQ�EUDLQVWRUPLQJ�VHQ]D�OLPLWL"“Esiste un processo che J.M.G sviluppa con grande piacere nel prêt-a-porter; pensare, FRQFHSLUH��UHDOL]]DUH�H�SUHVHQWDUH�OD�VÀODWD�,R�GR�SULRULWj�DOO·DWHOLHU��DOOD�FRVWUX]LRQH�GHL�capi e al tracing dei modelli.Esiste tra di noi un dialogo critico profondo, dalla concezione delle collezioni alla selezi-one dei tessuti e in general, in processo.Esiste un obiettivo comune e facciamo di tutto per rispettarlo; sappiamo perfettamente che in essenza di uno ci sarà l’altro a tal punto che potremmo quasi intercambiarci i ruoli”.
����4XDO�q� OR�VSXQWR�GL�XQD�FROOH]LRQH�$�*"�(VLVWH�XQ¶LQVSLUD]LRQH��XQ�HOHPHQWR�catalizzatore variabile in ogni collezione? “È giusto ciò che ci muove; segnali che la società ci va trasmettendo, ossessioni del TXRWLGLDQR���QHO�QRVWUR�FDVR���OD�GHFRUD]LRQH�G·LQWHUQR��O·DUFKLWHWWXUD��OD�IRWRJUDÀD�R�LO�cinema. La somma di questi interessi crea uno stereotipo estetico, il più delle volte incosciente, che parte dal discorso interrotto con la precedente collezione; una marca deve sem-pre esprimere una coerenza concettuale anche quando ci si svincola da una collezi-RQH�DQWHULRUH�SHUFKp��VHPSUH��XQD�FUHD]LRQH�GHYH�HVVHUH�IDFLOPHQWH�LGHQWLÀFDELOH�FRQ�il brand”. ����$�*�HPDQD�XQD�IRUWH�FDULFD�GL�ULJRUH�QHOOD�FRVWUX]LRQH�GHL�FDSL��TXHVWL�XOWLPL�H�L�PDWHULDOL�VRQR�DWWHQWDPHQWH�VHOH]LRQDWL�SHU�OR�VFRSR�4XDQGR�SHQVD�SHQVDQR�QHOOD�FUHD]LRQH�GL�XQ�FDSR��VHOH]LRQDWH�SUHFHGHQWHPHQWH�L�PDWHULDOL�H�TXLQGL�SDV-VDWH�DO�GLVHJQR�R�LO�SURFHVVR�q�JLXVWR�O¶RSSRVWR" “Prima realizziamo uno schizzo pensando già al tipo di tessuto con le potenzialità di cui abbiamo bisogno e quindi passiamo alla ricerca del tessuto perfetto per quel capo. Contiamo con fornitori capaci di offrirci un amplio spettro di possibilità, a volte però capita che non si riesca a trovare il tessuto con le caratteristiche esatte che cerchiamo; in quel caso optiamo per il tessuto che meglio si adatta al capo in concreto, sempre esigendo rigore e assoluta qualità.
9 - Più che una linea prêt-a-porter, A/G sviluppa una collezione con appunti cou-WXUH��OH�IRUPH�VRQR�UHDOPHQWH�HFFH]LRQDOL�H�GL�XQD�FRQWHPSRUDQHLWj�DVVROXWD��EDV-WD�ULFRUGDUH�OH�FROOH]LRQL�3ULPDYHUD�(VWDWH������PDVFKLOH�H�IHPPLQLOH��OH�FROOH]L-RQL�3ULPDYHUD�(VWDWH��������R�O¶,QYHUQR������SHU�WURYDUH�YROXPL�H�IRUPH�LQ�YRJD�DWWXDOPHQWH��Ê�LO�FDVR�GL�GLUH�³$�*�GLG�LW�¿UVW´" “É effettivamente così, e non ho nessun inconveniente nell’affermare che il provincial-ismo del nostro paese fa si che non si abbia il riconoscimento adeguato.Oggi il sistema moda non permette discorsi non associati al capitale, l’industria è po-tentissima ed è vitale l’associazione con grandi capitali per poter impulsare una marca. Storicamente in Portogallo non vi sono stati questi processi imprenditoriali e continuano a mancare”.
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³3HU�HVVHUH�FRPSHWLWLYL�IXRUL�bisogna essere HVWUHPDPHQWH�buoni dentro�L�QRVWUL�FRQ¿QL.�¶¶
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�����&¶q�VSD]LR�PHUFDWR�SHU�OD�³FRXWXUH´�LQ�3RUWRJDOOR" “No…la couture presuppone un consumatore con alto potere acquisitivo, un consumatore cos-PRSROLWD��VRÀVWLFDWR«UHDOPHQWH�JHQXLQR�1HJOL�DQQL�·���H�·���HVLVWHYDQR�LQ�3RUWRJDOOR�VLJQRUH�FKH�viaggiavano a Parigi e commissionavano il proprio guardaroba in YSL o Lanvin rimanendo nella città circa due mesi per le varie prove e ritornando a casa con l’intero guardaroba per la prossima stagione.L’Alta moda è diventata eccessivamente cara, è una dinamica che quasi oltrepassa la realtà per installarsi nell’ambito del sogno; da qualsiasi punto di vista si analizzi - confezione, mate-riali, arti applicate, è praticare l’impraticabile.Il mondo è cambiato radicalmente, oggi è molto più pratico e questo è l’antipode dell’Alta moda; sebbene continui a fornire soluzioni, le stesse sono richieste da un gruppo estremamente ridotto di persone…. E comunque è un’idea che mi affascina profondamente.1HOO·$OWD�0RGD�LO�WHPSR�QRQ�HVLVWH��OD�VHQVD]LRQH�FKH�VL�UHVSLUD�LQ�XQ�DWHOLHU�q�XQD�ÁXWWXD]LRQH�SHU-enne, le mani percorrono i tessuti con una lievità e una grazia che non si vede nel prêt-a-porter”.
�����/¶LQWHUQD]LRQDOL]]D]LRQH�GHOOD�0RGD��LO�FRPPHUFLR�LQWHUQD]LRQDOH�±�DQFKH�VROR�DWWUD-YHUVR�LQWHUQHW�±�q�XQD�YLD�G¶XVFLWD�SHU�OD�0RGD�SRUWRJKHVH"�´3HU�HVVHUH�FRPSHWLWLYL� IXRUL�ELVRJQD�HVVHUH�HVWUHPDPHQWH�EXRQL�GHQWUR� L�QRVWUL�FRQÀQL��(VLVWH�XQ�numero enorme di buoni disegnatori fuori, e per poter competere con loro, dobbiamo possedere un background ugualmente rilevante in Portogallo da usare come biglietto di presentazione.
�����3DUODUH�GL�0RGD�RJJLJLRUQR�VHQ]D�SHQVDUH�DOO¶LPPHGLDWH]]D�IUXWWR�GHOOH�UHWL�VRFLDOL�H�GHO�ZHE�LQ�JHQHUDOH�q��D�SULRUL��LPSHQVDELOH��&RPH�GRFHQWH�H�GLVHJQDWRUH��FRQVLGHUD�QHFHVVDULD�XQD�IRUPD]LRQH�����SHU�L�FUHDWLYL�GHO�IXWXUR"“Si, il presente e il futuro devono tenere in considerazione questo aspetto. Bisogna essere pronti a un nuovo tipo di moda, non solo nella confezione ma anche e soprattutto nella commercializzazi-one, uno dei fattori più rilevanti nell’industria di moda attuale.
�����/¶HVSHULHQ]D�FL�KD�PRVWUDWR�YDUL�FDVL�LQ�FXL�OD�JHVWLRQH�H�OD�FUHD]LRQH�QRQ�YDQQR�QHOOD�VWHVVD�GLUH]LRQH��q�IRQGDPHQWDOH�RJJL�LO�UXROR�GHO�³GLVHJQDWRUH�JHVWRUH´"“È proprio così, l’ideale sarebbe che la gestione imprenditoriale sia separata dalla creazione ar-tistica ma che lavorino all’unisono; la gestione dovrebbe sapere sempre ciò che il disegnatore fa, dovrebbe esserci sempre una comunicazione piena visto che è attraverso l’amministrazione ed il marketing che si creano i canali di vendita e le direttrici finanziarie che vertebrano una marca sana.
Da un punto di vista gestionale avrò sicuramente fatto qualche bestialità perché non avevo una JHVWLRQH�HIÀFDFH��QRQ�OD�YROHYR�����H�D�YROWH�q�SRVLWLYR�FKH�VLD�FRVL�SHU�DSSRUWDUH�FRORUH�DOOD�YLWD�anche se comporta senza dubbio alcuni dispiaceri.Non mi piace avere degli amministratori at-WRUQR�D�PH��VRUULVR��PD�UHDOPHQWH«FH�Q·q�PROWD�QHFHVVLWjµ�
��� ��$� OLYHOOR� LQWHUQD]LRQDOH��XQD�SDUWH�ULOHYDQWH�GHOOH�PDUFKH�JOREDOL�KD�ULVWUXWWXUDWR� OD�ORUR�VWUXWWXUD�GLUHWWLYD��TXDO�q���R�TXDOL�VRQR���JOL�HOHPHQWL�FKH�SHUPHWWRQR�����DQQL�GRSR�dalla creazione di A/G, che il dialogo continui?“Penso che centri la relazione con il pubblico e con i nostri clienti che sono molto fedeli ed ora pure GL�QXRYD�JHQHUD]LRQH�FKH�VL�VWDQQR�ÀGHOL]]DQGR�DOOD�PDUFD��VL�VWD�UHDOL]]DQGR�XQ�ULQQRYDPHQWR�costante e ciò favorisce il dialogo tra di noi, alla ricerca di soluzioni per questa clientela.
Tutto ciò è molto salutare perché ormai le persone hanno grandi conoscenze della materia; per esempio, ho profondo rispetto della critica costruttiva. Sia a me che a Juan Manuel (Gonçalves, Q�G�D���QRQ�FL�SUHRFFXSD�OD�FULWLFD�LQ�VH�TXDQWR�SLXWWRVWR�FKL�OD�ID��Ou�VL�FKH�VRUJH�LO�GLDORJR�FRQ�OD�VWHVVD�ÁXLGH]]D�GL����R����DQQL�ID�1RQ�YRJOLDPR�SLDFHUH�D�WXWWL��QRQ�q�OD�QRVWUD�SUHRFFXSD]LRQHµ�
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�����&RP¶q�OD�GRQQD�$�*�SHU�OD�SULPDYHUD�����"�“È una donna non esibizionista, altera, formale e femminile. Il corpo è l’interprete fondamen-tale del capo senza essere visibile, non deve essere volgare; i vestiti lo abbracciano con una semplicità apparente anche se poi esiste una quantità importante di sfumature che dissipano questa supposta semplicità. Vi è un insieme di sovrapposizioni in vari materiali, aperture che las-FLDQR�LQWUDYHGHUH�LO�FRUSR��SLFFROH�ÀQHVWUH�FKH�LQYLWDQR�DOOD�VFRSHUWD��QXOOD�SL��Assimetrie che promuovono il movimento, corto sul davanti, lungo dietro, georgette nella parte posteriore, seta crèpe in quella anteriore. È una donna altera, formale e molto femminile, vista da una prospettiva platonica”.
�����(�SHU�O¶LQYHUQR�"�“Molto femminile, urbana, cosmopolita; abbiamo gonne da ballo con molto volume, lunghe, con uno stile leggermente anni ’50 ma con un processo di costruzione differente, casacche pesanti in lana e cachemire arricchite in bordati. Lavoriamo la dualità a livello di materiali, opa-co/brillante, pesante/leggero; abbiamo ottenuto una dolcezza nei pantaloni che si trasformano poi in forme leggeremente maschili; un dialogo continuo perché la donna è composta di molte individualità che richiedono di diverse risposte”.
�����3RVVLDPR�VSHUDUH�LQ�XQD�FROOH]LRQH�PDVFKLOH�D�EUHYH"“Mi piace molto l’abbigliamento maschile, è qualcosa su cui sto pensando da tempo e si tratta di una decisione che solo attende il momento in cui mi dica a me stesso…è arrivata l’ora! Dal punto di vista dell’abbigliamento maschile il mercato è molto interessante in questo momento e ogni stilista ha una visione e un cliente “tipo” per cui lavora; mi piacerebbe che i clienti che comprano un capo Alves/Gonçalves lo facciano perché ne sentano la necessità, che piaccia e che ripetano per molto tempo./·DEELJOLDPHQWR�DWWXDOH�RIIUH�PROWD�LQIRUPD]LRQH��PROWL�GHWWDJOL��D�YROWH�q�PROWR�GLIÀFLOH�WURYDUH�qualcosa di semplice e di eccellente qualità e di taglio contemporaneo, per esempio una ca-micia bianca in cotone egiziano o una maglietta basica di cotone d’ottima qualità … senza accessori. �����4XDOFKH�SURJHWWR�FKH�SXz�UDFFRQWDUFL���H�SHU�LO�����"´'HVLGHUHL�DYHUH�DOWUL�SURJHWWL�ULVSHWWR�D�TXHOOL�DWWXDOL��VRUULVR���SHU�HVHPSLR�PL�SLDFHUHEEH�PROWR�allontanarmi da Lisbona e vivere qualche mese a New York; mi affascina la città e la semplicità degli americani nell’affrontare determinate situazioni, così easy. Non mi piacerebbe vivere lì per sempre ma credo che sarebbe un’esperienza interessante. C’è poi un progetto relazionato con la moda maschile… ma in questo momento non posso rivelare nulla più…”
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Intervistiamo Artur Cabral, il fotógrafo umanista, come lo chiamiamo nella redazione di TWISSST, per il lavoro intimista che realizza nel continente africano. Però, è più che questo; innamorato del ritratto e un maestro nel trattamento del colore, Artur Cabral ci svela il suo lato più intraprendente attraverso del suo più recente progetto, il “The New Vega Studio” a Lisbona, uno spazio funziona-le e multidisciplinare che inauguriamo con la realizzaione della copertina di questa edizione, con il consacrato stilista di moda, Manuel Alves.Artur Cabral, il fotografo preceden-temente archiettio, ha molto da raccontarci…
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Immagine per gentile concessione di leica
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Intervista con
ARTURCABRAL
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CABRAL Domande : Norberto Lopes CabaçoTraduzione: Francesco Marangon
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Nome : Artur CabralNazionalità: portogheseProfessione: Fotografo e ArchitettoMarca: ARTURCABRAL PHOTOGRAFHERTipo di clientela: “Di generi differenti; Editoriali di Moda, Backstage, Books Fo-tografici, Esposizioni, Festival di musica…..tra gli altri”Non esco di casa senza: “il cellulare”Esboça um sorriso com: “Quello che non sopporto: “il fumo del tabacco”Una città: “Lisbona”Un libro: “uhm..non leggo molto sincera-mente”Un film: “Cidade de Deus”Un disco: “Ten, di Pearl Jam”
Intervistiamo Artur Cabral, il fotógrafo umanista, come lo chiamiamo nella redazione di TWISSST, per il lavoro intimista che realizza nel continente africano. Però, è più che questo; in-namorato del ritratto e un maestro nel trattamento del colore, Artur Cabral ci svela il suo lato più intraprendente attraverso
del suo più recente progetto, il “The New Vega Studio” a Lisbona, uno spazio funzionale e multidisciplinare che inauguriamo con la realizzaione della copertina di questa edizione, con il consacrato stilista di moda, Manuel Alves.
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A Artur Cabral è già un volto noto ai lettori di TWISSST, sua è stata infatti la copertina del nu-
mero zero di TWISSST. In questa occasione torniamo a contare con il talento di questo fo-
tografo portoghese, non solo per realizzare la copertina con il disegnatore Manuel Alves,
PD�DQFKH�SHU�FRQRVFHUH�O·$IULFD�DWWUDYHUVR�OD�VXD�IRWRJUDÀD��VHPSOLFH�H�LQWHQVD�'HVLGHUD-
vamo conoscere il suo nuovo progetto, già in marcia: il The new VEGA studio, e la ragione
per cui l’Africa è un elemento ricorrente nel suo lavoro e l’essenzialità, uno dei suoi pilastri.
Questi erano i due punti che volevamo approfondire; quello che abbiamo appurato è stato molto
di più: un tratto umanista e una purezza singolare nel lavoro di Artur Cabral - ci sbilanciamo a
GHÀQLUH�LQFRVFLHQWH���FKH��VLFXUDPHQWH�SHU�TXHVWR�ULVXOWD�FRVu�YDOLGR�6FRSULUH�O·$IULFD�FRQ�JOL�RFFKL�di Artur Cabral risulta una sintesi perfetta di emozioni; per ottenere quel tocco di essenzialità che
FRVu�DUGHQWHPHQWH�FHUFD��$UWXUR�RIIUH�XQ�SRFR�GHOOD�VXD�DQLPD��6HQVDELOLWj�H�EXRQ�VHQVR��QHOOD�giusta proporzione, è solamente possibile per chi ha l’Africa… nel cuore!
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1.Quando nacque l’interesse per la fotografia?´)LQ�GD�SLFFROR�LQ�UHDOWj��VRQR�FUHVFLXWR�WUD�IRWRJUDÀH��,�PLHL�JHQLWRUL�YLDJJLDYDQR�PROWR�SHU�ODYRUR�H�OD�IRWRJUDÀD�HUD�VHPSUH�TXDOFRVD�GL�XQLÀFDQWH�WUD�QRL��XQ�SX]]OH�GL�ULFRUGL�VHPSUH�D�SRUWDWD�GL�PDQR��IRUVH�SHU�TXHOOR�OD�UHOD]LRQH�FRQ�OD�IRWRJUDÀD�q�SHU�PH�FRVu�ULOHYDQWH�1HO������FRPSUDL�OD�PLD�SULPD�5HÁH[�H�GD�TXHO�PRPHQWR�GHFLVL�GHGLFDUPL�FRPSOHWDPHQWH�D�FLz�FKH�SL��GL�XQ�KREE\��era ormai una vera passione”.
2.Qual è il genere in cui ti senti più a proprio agio?“Il ritratto. È strano perché mi considero una persona riservata, timida, diciamo che non mi sento
estremamente a mi agio nel fermare uno sconosciuto per fotografarlo; nonostante tutto, sono le
persone e il ritratto in particolare che mi interessa maggiormente. È una lotta interna il cui risultato
PL�VSLQJH�D�VFRQÀJJHUH�RJQL�WLSR�GL�EDUULHUD�GL�FRPXQLFD]LRQH�D�IDYRUH�GHO�ULVXOWDWRµ��
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3. Parlaci dell’Architettura.“Fu realmente una passione, non tanto da volerlo essere fin da piccolo; allora il mio sogno
HUD�HVVHUH�ELRORJR�PDULQR��SHU�OR�PHQR�ILQR�D�TXDQGR�QRQ�FDSu�FKH�VRIIULYR�GL�PDO�GL�PDUH�DOOR�VWDUH�LQ�XQD�EDUFD«���/·DUFKLWHWWXUD�VSXQWz�SHUFKp�VHPSUH�VRQR�VWDWR�DWWUDWWR�GDOO·DUWH�in generale, ma da un punto di vista pratico; il mio interesse per la contemplazione artistica
diciamo che non era rilevante.
Quando feci gli esami d’accesso all’Università il risultato mi dava un’ampia possibilità di scelta,
fondamentalmente l’unica area meno raccomandata erano le arti …e l’architettura era un’area
che mi sarebbe servita per dimostrare a me stesso che se si desidera realmente qualcosa,
con impegno e dedicazione, si sarebbe riuscito ad ottenerla. L’architettura m’attraeva perla
VWHVVD�UDJLRQH�GHOOD�IRWRJUDÀD��DWWUDYHUVR�XQD�FUHD]LRQH�SRVVLDPR�SURYRFDUH�HPR]LRQL�QHOOH�SHU-VRQH��H�FLz�q�VHPSOLFHPHQWH�VWUDRUGLQDULRµ�
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‘‘“La fotografia è immortalare un mo-mento; possiede una capacità unica in questo senso.’’
4. Parlaci della Fotografia´/D�IRWRJUDÀD�q�LPPRUWDODUH�XQ�PRPHQWR��SRVVLHGH�XQD�FDSDFLWj�XQLFD�LQ�TXHVWR�VHQVR���1HO�PLR�FDVR�WXWWR�FRPLQFLz�FRQ�O·DFTXLVWR�GHOOD�5HÁH[��IRWRJUDIDYR�FRPH�XQ�DPDWHXU��VHPSUH�LQ�DXWRPD-
tico; il mio interesse era riuscire a captare le espressioni o gli attimi precisi che riuscissero a esprimere
OD�PLD�IRUPD�GL�LQWHQGHUH�OD�IRWRJUDÀD��'HFLVL�G·LVFULYHUPL�DO�VLWH�2OKDUHV��XQ�GDWDEDVH��XQD�EDQFD�LPPDJLQL�SHU� IRWRJUDÀ�H�GD� Ou�QDFTXH� LO�SULPR� LQFDULFR� IRWRJUDÀFR��XQ�ZRUNVKRS�GL� IRWRJUDÀD�GL�Moda. Fu, realmente, l’inizio di tutto…”
5.Tre qualità imprescindibili di un fotografo?´$YHUH�XQ�VHQVR�HVWHWLFR�VYLOXSSDWR«�ULXVFLUH�D�WUDVPHWWHUH�HPR]LRQL�FRQ�XQD�IRWRJUDÀD«��H��SHU�poter vivere di questa professione oggi, è indispensabile intavolare buone relazioni e riuscire a
trovare il proprio spazio per divulgare il proprio lavoro. Essere un fotografo straordinario ma essere
nel contempo inaccessibile è quasi un’assurdità, la promozione e la diffusione è realizzata dal
pubblico e dalla sua reazione con un determinato lavoro”.
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6.E in un fotografo di moda?´/D� IRWRJUDÀD�GL�0RGD�q�� UHDOPHQWH��XQ�FRPSHQGLR�GL� VIRU]R�congiunto di un intero equipe di lavoro…truccatori, parrucchie-
ri, stilismo, produzione; ragion per cui una buona sinergia è fon-
GDPHQWDOH��'·DOWUD�SDUWH��LO�IRWRJUDIR�GHYH�DYHUH�OD�FDSDFLWj�GL�FRPSUHQGHUH�LO�ULVXOWDWR�ÀQDOH�SULPD�FKH�VLD�UHDOL]]DWR��XQD�VHV-VLRQH�IRWRJUDÀFD�SHU�XQ�HGLWRULDOH��LQ�JHQHUH��QRQ�VL�SXz�ULSHWHUH�e quindi non esiste la possibilità d’errore. Solo quando è chiaro
SHU�LO�IRWRJUDIR�LO�WLSR�GL�ODYRUR�H�O·HIIHWWR�GHVLGHUDWR�VL�SXz�RWWH-
nere la luce più opportuna e si riesce a captare quella determi-
QDWD�HVSUHVVLRQH�FKH�KD�VLJQLÀFDWR�OR�VIRU]R�GL�XQ�LQWHUR�HTXLSH��TXDQGR�VL�RWWLHQH�FLz«�q�IUDQFDPHQWH�XQ�ODYRUR�JUDWLÀFDQWH�E per ultimo, la sensibilità per il dettaglio; in questo ambito è un
fattore condizionante e discriminante. Quest’ultima caratteris-
tica s’intreccia con l’anteriore anche se non sono esattamente
la stessa cosa; la selezione delle foto e la maestria dei grandi
QRPL�GHOOD�IRWRJUDÀD�GL�PRGD�D�OLYHOOR�PRQGLDOH�VL�OHJD�FRQ�OD�VHQVDELOLWj�DO�GHWWDJOLR«�VDSHU�LGHQWLÀFDUH�LO�PRPHQWR�HVDWWR�LQ�cui un corpo assume la posizione ottima per uno scatto..ecco la
chiave di tutta la sessione”.
7.Lavori molto con il mondo della Moda, per varie edizioni hai fatto parte del guppo di fotografi invitati da ModaLisboa per ritrarre, ognuno con la propria filosofia, l’evento.Qual è la situazione della fotografia di Moda attualmente?´/D� IRWRJUDÀD�GL�0RGD� LQ�3RUWRJDOOR� UDSSUHVHQWD�XQD�QLFFKLD�GL�PHUFDGR� ULGRWWD�� HVLVWRQR�EXRQL� IRWRJUDÀ� �� QRQ�PROWL�� IRUVH�FLQTXH�R�VHL���PD�ELVRJQD�ULFRQRVFHUH�FKH�q�PROWR�GLIÀFLOH�HQ-
trare e farsi spazio. A me stesso piacerebbe poter realizzare un
maggior numero di lavori in questo settore ma sono convinto
pure che la continuità e un curriculum sempre maggiore aiutino
a aprire porte anche nel mondo della moda”.
8.Come descriveresti il lavoro di Artur Cabral Fotografia e in che cosa può risentire dell’influenza dell’architettura?“Uscii dall’università formattato per una visione molto minimalista
H�´FOHDQµ�H��RYYLDPHQWH��TXHVWD�YLVLRQH�FRQWLQXD�D�LQÁXHQ]DUH�il mio lavoro sicuramente perché ne condivido l’estetica. Inclu-
VR�LQ�XQ�HGLWRULDOH�GL�PRGD��LQ�XQ�FRORU�EORFN��HVLVWRQR�GLVWLQWL�WLSL�d’approccio e il mio è tendenzialmente clean seppur sempre
FRQ�XQ�IRUWH�ULVXOWDWR�ÀQDOH���)RUVH�TXHVWD�VHPSOLFLWj�DSSDUHQWH��che per me è l’essenza stessa del mio lavoro, potrebbe essere
O·LQÁXHQ]D�GHOO·DUFKLWHWWXUDµ��
9.La fotografia in Portogallo�formazione e educazione� una realtà o un mito?´1RQ�KR�VWXGLDWR�IRWRJUDÀD�LQ�TXDQWR�WDOH��VRQR�VROR�VWDWR�LQ�DO-FXQL�ZRUNVKRSV�VX�GHWHUPLQDWL�DVSHWWL�GHO�SURFHVVR�IRWRJUDÀFR�(VLVWRQR�FRPXQTXH�EXRQH�VFXROH�GL�IRWRJUDÀD�LQ�3RUWRJDOOR��DO-FXQH�SL��WHFQLFKH�DOWUH�SL��DUWLVWLFKH��PD�VHQ]D�GXEELR�WXWWR�FLz�costituisce solo una base, il resto è frutto dell’intuizione. In ques-
to campo raramente qualcosa è errato, la sperimentazione ha
ELVRJQR�GL�SUDWLFD�H�OD�IRWRJUDÀD�G·DXWRUH�KD�PROWR�D�FKH�YH-
GHUH�FRQ�WXWWR�FLz��FKH�SRL�LO�ULVXOWDWR�ÀQDOH�VLD�SRVLWLYR�q�XQ·DOWUD�storia ma senza dubbio è un processo che invita alla scoperta”.
��
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10.Africa è...“L’Africa rappresenta le mie radici, mio padre
nacque in Angola e mia madre in Mozambico;
forse questa è la ragione per cui vado spesso; è
qualcosa d’innato, quasi non pensato. E poi, la fo-
WRJUDILD��FKH�Ou�KD�VSXQWL� LQILQLWL�� IRWRJUDIDUH� OD�VD-
vana, la gente del posto, luoghi turistici o che solt-
anto i locali conoscono, conoscere l’Africa vera
DWWUDYHUVR�GL�FKL�Ou�YLYH��q�XQD�HVSHULHQ]D�XQLFDµ
11.L’importanza del colore... ´1RUPDOPHQWH�YLDJJLR�DO�VXG�GHOO·$IULFD��QHOO·$IULFD�1HUD� H� VHPSUH� KR� DYXWR� OD� VHQVD]LRQH� FKH� Ou� L�colori fossero più puri e intensi. L’Africa è colore
DOO·HFFHVVR�H�FLz�FKH� WHQWR� ULWUDUUH� LQ�RJQL� VFDWWR�è questa purezza, i colori dei vestiti, l’azzurro del
cielo, le albe e i tramonti, i colori della fauna e del-
OD�IORUD�VRQR�FRVu�VWUDRUGLQDUL�FKH�FDWWXUDQR�FRP-
pletamente la mia attenzione”. Ho visto reportage
fotografici sull’Africa in bianco e nero davvero
QRWHYROL� SHUz�� QHO�PLR� FDVR�� UDUDPHQWH�SXEEOLFR�foto d’Africa senza colore..”
12.Un punto di riferimento nella fotografia di moda a livello na-zionale ed internazionale? “A livello nazionale considero che André Brito sia
stato uno dei nomi più rilevanti per molto tempo
e Frederico Martins mi sembra il nome più in voga
GHO�PRPHQWR��$�OLYHOOR�LQWHUQD]LRQDOH���GLUHL�3DWULFN�'HPDUFKHOLHU�� QRQ� VROR� FRPH� IRWRJUDIR�GL�PRGD�ma come fotografo in generale.
Ti confesso comunque che imbattermi in un servizio
fotografico senza sapere chi sia l’autore, è per me
davvero stimolante e mi permette continuare a
FUHGHUH� LQ� FLz� FKH� FRPPHQWDYR� DQWHULRUPHQWH��che prima o poi, impegno e dedicazione, portano
al raggiungimento del resultato”.
13.Cosa apprezzi maggiormente nel tuo settore? e meno? “Riuscire a racchiudere in un ritratto qualcosa
della persona fotografata, riuscire a trasmettere
un’emozione che parli di lei; questo è il maggior
ULWRUQR�FKH�LO�ODYRUR�SXz�GDUPL«3HU�TXDQWR�ULJXDU-GD� FLz� FKH�PHQR�«IRUVH� OD� PDVVLILFD]LRQH� GHOOD�IRWRJUDILD�D�FDXVD�GHO� IDFLOH�DFFHVVR�DOOH�5HIOH[��non mi riferisco alla massificazione in sé quanto
piuttosto alla falsa idea della facilità del lavoro del
fotografo. Secondo me, il lavoro di un fotografo
YD�PROWR�ROWUH�XQ�VHPSOLFH�´FOLFNµ�
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14.Nikon o Canon?´&DQRQ�����PRVVL�L�SULPL�SDVVL�FRQ�XQD�621<�PD��YLVWR�FKH�OD�&DQRQ�HUD�OD�PDFFKLQD�IRWRJUiÀFD�più difusa tra il mio nucleo di relazioni, decisi d’optare per quest’ultima..era molto più
facile lavorare.
15.Perché un fotografo ha più importanza di un altro? Cosa lo fa più conosciuto e popolare? “Sono varie le ragioni, ma conoscere la persona giusta al momento giusto aiuta senza dubbio in
determinati ambienti; poi il talento ha tanto da dire e pure la fortuna ha la sua parte, soprattutto
nel far coincidere la specializzazione di un determinato fotografo con la moda del momento a
livello internazionale.’’
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16. Un errore da principiante?´6XSSRUUH�FKH�OD�TXDOLWj�GHOOD�PDFFKLQD�IRWRJUiÀFD�VLD�OD�FRQGL]LRQH�VLQH�TXH�QRQ��SHU�RWWHQHUH�una foto di qualità; rapidamente ti rendi conto che un buon fotografo è capace di ottenerla
anche dalle macchine “peggiori” “.
17 .Qualche consiglio per i principianti del futuro? “Fotografare molto senza pretendere di fotografare tutto.... cercare un’area in cui meglio ci si
senta e centrare in essa tutta la propria attenzione ed energia”.
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18Progetti futuri che possa condividere con noi.... ´+R�LQ�PHQWH�O·LGHD�GL�SHUFRUUHUH�OD�FRVWD�GHO�0R]DPELFR�H�UHDOL]]DUH�XQ�WUDYHO�GLDU\���VRQR�in attesa di alcune risposte al riguardo .. e poi vorrei continuare a esplorare l’area del ritratto,
nuove forme d’illuminazione e di sperimentazione; il ritratto è una dell’espressioni della fotogra-
ÀD�FKH�VHPSUH�PL�SRUWD�D�SHQVDUH�DOOH�VXH�SRVVLELOLWj�LQÀQLWH�
19Ci troviamo nel “The New Vega Studio”, uno studio di gestione condiviso appena inaugurato .... Com’è nato e che si può ottenere da questo nuovo spazio?´/·LQYLWR�VRUVH�DOOD�ÀQH�GHO������GD�SDUWH�GL�%HUQDUGR�&RHOKR��'D�VROR�q�FRPSOLFDWR�SRWHUH�avere uno spazio simile mentre una direzione condivisa permette abbracciare progetti profes-
sionali che altrimenti sarebbe molto complicato realizzare.
Questo studio esisteva già anteriormente ma noi abbiamo deciso darle un tocco più con-
temporaneo, farlo più consono alla nostra visione e renderlo più polivamente e redditizio. Ab-
ELDPR�XQ�FLFORUDPD�GL�FLUFD����Pò��XQ�FLFORUDPD�YHUGH�SHU�YLGHR�H�IRWRJUDÀD��XQD�´FDPHUD�negra” con pareti e tetto neri e con luce più ridotta e poi una amplia area sociale e di trucco.
5LXQLDPR�LQ�XQ�XQLFR�VSD]LR�WXWWR�LO�QHFHVVDULR�DIÀQFKp�SHU�QRL�H�FKL�SHU�YRJOLD�DIÀWWDUOR��QRQ�FL�sia nessun inconveniente”.
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I LOVE
TWISSSTINAUGURIAMO SEZIONE!
TWISSST non sarebbe quello che è senza ognuno dei suoi lettori, amici e followers. Ne siamo perfettamente consapevoli.
È arrivato il momento di contraccambiare, vogliamo dare visibilità a quanti permettono che TWISSST si faccia, ogni giorno, un poco più rilevante e conosciuta. Questo spazio è per i nostri lettori, per ciuascuno di voi!
Vuoi essere parte integrante della sezione e ti stai chiedendo come, vero? È semplicissimo!Prendi il tuo cellulare e inviaci una foto originale con la frase I LOVE TWISSST all’indirizzo di posta elettronica [email protected] con il tuo nome, la tua cittá e la tua occupazione …ed è fatta!
La sezione è totalmente libera e “amateur”, quanto più creativi, meglio.In questa occasione abbiamo lanciato l’idea a un gruppo di amici… e il risultato… eccolo quiPer il prossimo numero… contiamo con te!
TWISSST YOU!
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I LOVE
TWISSST
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Texto: Noberto Lopes Cabaço
Miss
KRÓLAK
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A breath of fresh air from Poland...to Peru!KRÓLAK
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katarzynakrolak.comfashion designer
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Okakuejo, Etosha, National Park
Photo: Artur Cabral
Moooi
Milan = = D e s i g n
Salone del
Mobile 2 0 1 3Testo: Ewa Wilkos
Traduzione: Giulia Chiaravallotti
Milan = = D e s i g n
Durante una frenetica settimana
di metà Aprile, Milano diventa
l’epicentro della creatività
nell’interior design. Il fermento
attorno al Salone del Mobile,
la Fiera d’arredamento più
importante del mondo, supera l’attenzione
dedicata a una qualsiasi delle prestigiose
edizioni delle sue fashion week.
È il LUOGO dove ogni designer e amanti del disegno devono
stare, il luogo che inspira e che traccia le
mode future.
Eccovi alcuni punti salienti dell’edizione di
quest’anno.
“Chi ha occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi”, recitava una frase di Italo Cavino riprodotta
sul muro interno del Temporary Museum for
New Design. Era senza dubbio un messaggio
appropriato, diretto a migliaia di compratori e
visitanti che arrivarono in città per ammirare
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le ultime proposte tanto dei mostri sacri come
delle nuove leve del design.
Oltre al evento principale, svoltosi negli spazi
della Fiera, a Rho, ci sono stati migliaia di eventi
paralleli in praticamente ogni parte della
metropoli lombarda, dagli immacolati show-
room di Brera alle vibranti strade dell’Area
Tortona.
Alcune delle esibizioni, come la nuova
collezione Knoll disegnata da Rem Koolhaas
ed esposta nello Spazio Prada, hanno attirato
l’interesse ben prima che cominciasse,
mentre altre hanno giocato sapientemente
sull’effetto sorpresa.
Tale è stato il caso dell’happening
organizzato dalla marca olandese Moooi “The Unexpected Welcome” che offriva agli
assistenti una esperienza totale dell’universo
Moooi; il cofondatore e direttore artistico
Marcel Wanders ha invitato alcuni
DQWLFKL� FROODERUDWRUL� GHOOD� PDUFD� DIÀQFKp�ridisegnassero per l’occasione le loro pièces
dell’epoca.
Moooi
Vitra
Missoni home
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L’amplio show-room in Via Savona
è stato diviso in diversi “soggiorni”
ognuno con un prodotto iconico
come, tra gli altri, i lampadari “Set up
Shade”di Wander, i divan “Cloud”,
le sedie “5 O’Clock” di Nika Zupanc
e “Paper Collection” di Studio Job.
“Here to create an environment of love, live with passion and make our most exciting dreams come true”; frase di Wanders reassume
perfettamente l’obiettivo della mostra - creare
uno spazio sommamente personale per clienti
esclusivi.
Per ottenerlo, Moooi �FKH�LQ�RODQGHVH�VLJQLÀFD�“bellissimo”) sceglie di combinare vari elementi
LQ� Vp� FRQWUDVWDQWL� FDSDFL�� LQVLHPH�� GL� FUHDUH�
tensione e sorprendente armonia.
Con grandi immagini artistiche di Erwin Olaf sullo sfondo e colorati manichini di Hans Boodt preparati nel corso dell’esposizione, lo spazio
da l’illusione d’essere abitato da personaggi
reali.
Ricco di dettagli eccentrici, abbiamo visto
esempi di imbalsamazioni e mobili a forma di
animale del gruppo svedese di design Front accanto ai divertenti lampadari “Bucket” di
Studio Job.
Quest’ultimo è un rinomato duo di designer
olandesi salito alla ribalta per la loro ironica
rilettura del modernismo, della tradizione e
degli oggetti d’uso comune.
Si oppongono strenuamente all’arredamento
di massa e di bassa qualità disegnando pezzi
unici per musei, gallerie e collezionisti privati.
The Wood Ceramic Furniture
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Per lo show Moooi hanno presentato la serie “Altdeutsche” inspirata
nei tradizionali mobili dipinti a mano, rivisitandoli con una decorazione
“cartoon”.
A metà cammino tra una presentazione e una performance, “The
Unexpected Welcome” può essere considerato un perfetto e postmoderno
nido d’amore, in cui stili e gusti differenti si completano l’un l’altro; agli
antipodi della noia e limitazioni proprie delle soluzioni di massa stile Ikea.
Quest’anno si è assistito a un viaggio dall’opulenza neo-barocca a uno
stile per così dire rustico, primario e contemporaneamente, primitivo.
Energici disegnatori come Olivia de Jong (Goats on Furniture), Elia Maurizi e Francesco Pepa (Teste di Legno) e Fabio Targhino hanno
combinato legno con pelle, metalli, plastica e pietre per creare sgabelli,
panche, armadi e scaffali. Il legno emerge come materiale chiave e
fonte d’ispirazione anche per marche italiane come Cassina e Living Divani che ha presentato delle librerie realizzate con pezzi di legno.
La qualità eco-friendly del legno lo rende perfetto per un design eco-
sostenibile e non convenzionale. Dato che al giorno d’oggi l’idea di mobili
‘di seconda mano’ fatti di scatole di cartone riciclato non sorprende, la
marca italiana Riva 1920 ha cercato di portare ad un livello superiore il
concetto di eco design; la loro consolle “Venice” è realizzata con vetro
e pali di quercia estratti dalla Laguna veneta e tenuti assieme solo da
materiali naturali.
La mode eco-compatibile è stata presente pure al Salone Satellite, un
evento parallelo per giovani designers, a volte provenienti da paesi così
esotici (da un punto di vista del design) come la Corea o l’Egitto.
Moooi Moooi
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Il concept coreano Wooden Forniture Ideun ha presentato mobili e accessori per la casa,
incluso orologi creati a partire da legname
scartato mentre lo studio egiziano Design for Humanity ha optato per sgabelli imbottiti di
Plastex, un tessuto ricavato dai sacchetti di
plastica riciclata.
Mentre alcuni dei disegni in legno presentati
sarebbero più consoni a una casa di campagna,
altri facevano riferimento alla eleganza retro degli
anni ‘50 e ‘60 con le loro linee pulite e disegni
geometrici. Quest’anno due classici disegni di Jean Prouvé - la sedia “Standard” e il tavolo “EM”sono
stati reinterpretati da Vitra in una nuova paletta di
colori e presentati nell’esposizione.
I fan del design futuristico non sono stati delusi dalle ultime proposte nell’illuminazione. Forme astratte, materiali techno, e colori a neon hanno caratterizzato lampadari e candelabri disegnati da architetti.
Lasvit, dalla Repubblica Ceca, usa il tradizionale
vetro fatto a mano nella presentazione del nuovo
brand Constellation; forme organiche di cristallo
fuso sono state create in collaborazione con visionari
del calibro di Michael Young, Ross Lovegrove e
Maurizio Galante.
La sezione Euroluce ha ospitato nuovi prodotti
della Slamp, come due candelabri disegnati da
Zaha Hadid. Un altro esempio, l’”Etoile” di Adriano Rachele che formava allo specchio i movimenti di
un tutù da ballerina.
Uno schermo con la “Candy Collection Lamps” dello
Studio Fuksas ricorda più a un’installazione d’arte
contemporanea piuttosto che un show-room.
La profonda interconnessione tra arte, design e
moda rende estremamente inspirante il dialogo
che tra queste discipline si realizza costantemente.
Slamp
SDAA- Ana Zaragoza
Fuksas Studio - Candy Lamps
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Tra tutte le marche della Moda che propongono le
loro collezioni d’interni, Missoni si staglia per la sua
qualità artigianale e i suoi patroni zigzaganti, da
sempre il suo marchio di fabbrica.
Quest’anno l’azienda familiare ha compiuto i 60 anni
d’attività con una speciale esposizione interattiva
“Zigzagging, creata dal duo di artisti Carnovsky. Una serie di
colorate proiezioni adornava il pavimento e le pareti dello
show-room di Missoni creando nuove luci sul motivo ormai
simbolo della marca.
Il progetto è stato presentato appena qualche settimana
prima della morte di Ottavio Missoni, il co-fondatore della
PDUFD�HG�XQR�GHOOH�ÀJXUH�SL��LPSRUWDQWL�GHO�GHVLJQ�LWDOLDQR��La sua eredità è una prova, già evidente nel Salone, del
fatto che il grande design nasce come il prodotto di amore
e creatività.
Missoni Showroom
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73
CFM, MaputoPhoto: Artur Cabral
ARAVENAl’ opera sociale di
LA DEMOCRATIZZAZIONE DELL’ARCHITETTURA Testo :Mauro Parisi
Dŝ�ƉŝĂĐĞƌĞďďĞ�ƉŽƚĞƌ�ƌŝƐŽůǀĞƌĞ�ŝ�ƉƌŽďůĞŵŝ�ĐŚĞ�ƉŽƐƐŽŶŽ�ŝŶƚĞƌĞƐƐĂƌĞ�Ă�ƋƵĂůƐŝĂƐŝ�ƉĞƌƐŽŶĂ�ĐŚĞ�Ɛŝ�ƚƌĂƫ�ĚĞůůĂ�ƐƵĂ�ĐĂƐĂ�ĚĞů�ƐƵŽ�ƋƵĂƌƟĞƌĞ�Ž�ƉƌŽďůĞŵŝ�Ěŝ�ƐĞŐƌĞŐĂnjŝŽŶĞ�Ğ�ǀŝŽůĞŶnjĂ�,Ž�ƐƚƵĚŝĂƚŽ�ƵŶĂ�ĚŝƐĐŝƉůŝŶĂ�ĐŚĞ�ŵŝ�ƉĞƌŵĞƩĞ�ĂƩƌĂǀĞƌƐŽ�ĚĞůůĞ�ĨŽƌŵƵůĞ�ƉŽƚĞƌ�ƚƌĂĚƵƌƌĞ�ŝŶ�ĨŽƌŵĞ�ĐŽŶĐƌĞƚĞ�ƋƵĞƐƚĞ�ƋƵĞƐƟŽŶŝ�ŝŶƚĂŶŐŝďŝůŝ�ĐŚĞ�ƉƌĞŽĐĐƵƉĂŶŽ�Ă�ĐŚŝƵŶƋƵĞ ��
Alejandro Aravena.
Quinta Monroy, Iquique - Chile
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St. Edward University, Johnson HallFoto: KL Parll
Da sempre il lavoro dell’Architetto si è mosso, come se si trattasse di un pendolo, tra la visione “or-
ganicistica e sociale” dell’urbanista alla visione puramente artistica, a trat-ti autoreferenziale, dell’architetto cre-atore di opere uniche. Due approcci completamente divergenti.
Questa volta abbiamo voluto avvici-narci al lavoro e alla personalità di un architetto contemporaneo che, seb-bene giovane, sta vedendo ricon-osciuta in maniera sempre più inter-nazionale, il suo lavoro, la sua analisi e soluzione di alcuni dei più sentiti problemi delle società attuali.
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St. Edward University , Esterno Residenza Studenti. Foto: Candy Chan
A L E J A N D R O
A R A V E N A
La usa “opera” più importante è senza dubbio la sua impresa di ar-chitettura, Elemental, o meglio, l’idea sottostante. L’aver costruito attra-
verso Elemental, più di un migliaio d’appartamenti per i settori più disagiati del Cile e, nello stesso tempo, avere nel suo consiglio d’amministrazione il
CEO della COPEC - l’ azienda cilena del petrolio - è una prova della capacità di questo architetto dagli occhi grigi e capelli ispidi alla Wolverine di difendere le sue idee e ottenere gli appoggi necessari per realizzarli. Ammiratore dell’architetto portoghese Souto de Moura e della sensibilità del pure portoghese Alvaro Siza, Aravena ha centrato gran parte della sua attività profession-ale nel poter garantire una soluzione abitativa dignitosa a quei settori della società incapaci di FRQVHJXLUOD�GD�VH��H�WXWWR�GD�XQ�SXQWR�GL�YLVWD�PHUFDQWLOLVWD��GL�SURÀWWR��VHQ]D�DEEDQGRQDUVL�QHOOD�retorica dell’umanitarismo.
Come egli stesso riconosce, la sua soluzione architettonica non rappresenta nessuna novità, so-prattutto nella realtà latinoamericana, dove già negli anni ‘50 a Cuba o in Venezuela si erano of-IHUWH�VLPLOL�VROX]LRQL��/D�GLIIHUHQ]D�EDVLFD�WUD�OD�VXD�ÀORVRÀD�H�TXHOOH�SUHFHGHQWL�ULVLHGH�QHO�ULVXOWDWR�ÀQDOH�H�QHOOD�VXH�FRQVHJXHQ]H�
Le case progressive, che Aravena e il suo gruppo Elemental hanno via via costruito in Cile all’interno dei programmi sociali del governo centrale, partono dalla constatazione della neces-sità di trovare il miglior compromesso possibile tra le esigenze delle popolazioni ed i limitati fondi pubblici che un governo può dedicare ad un progetto concreto e, nello stesso tempo, garantire la “redditività” di queste case nel futuro per i suoi abitanti.
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Nato 46 anni fa a Santiago de Chile ha studiato Architettura all’Università Cattolica di Santiago ed è ora professore della stessa, oltre che professore visitante in Harvard. Dal 2009 è membro del giurato del premio Pritzker y membro del Royal Institute of British Architects.
«Tutti noi, quando compriamo una casa, speriamo che aumenti il suo valore nel tempo; purtroppo però, nella maggior parte dei casi, le case popolari sembrano piuttosto delle automobili: ridu-cono il suo valore con il tempo».
La chiave era, in pratica, dedicare i fondi governativi per la cos-truzione di quelle parti delle abitazioni che gli assegnatari non avrebbero potuto costruire da se; sostanzialmente la struttura portante, il tetto, la cucina ed i servizi, prevedendo la possibilità che successivamente la casa potesse crescere a seconda delle necessità dei propri abitanti; e tutto ciò garantendo qualità ed eleganza nella progettazione e capacità di rivalutazione nel futuro.
(�TXHVWR�VL�GHYH�DO�VHFRQGR�DVSHWWR�GHOOD�ÀORVRÀD�GL�(OHPHQWDO��le case popolari non devono concentrarsi nelle periferie delle FLWWj�PD�QHO�VXR�LQWHUQR�DIÀQFKp�O·LQWHUFRQQHVVLRQH�DOOD�UHWH�GL�servizi - di opportunità nell’ottica di Aravena - propria di una città, garantisca lo sviluppo futuro dei suoi abitanti e con esso, degli stessi quartieri.
Dell’architettura dice che «il suo obiHWWLYR� QRQ� q� FRVWUXLUH� HGL¿FL�quanto risolvere problemi, essendo utile alla società».
Queste idee si plasmarono nel più iconico dei progetti realizzati da Elemental; le case della Quin-ta Monroy di Iquique; in questa città del nord del Cile nel 2003 si costruirono 100 case in una zona del centro città per un gruppo di cittadini che poterono successivamente “personalizzarle” ed espanderle secondo le proprie necessità e che si è trasformato nel simbolo di questo particolare approccio all’architettura sociale.
La sua architettura è semplice, lineare, estremamente razionale; infocata nelle necessità che si pretende risolvere più che nell’estetismo artistico; dell’architettura dice che «il suo obiettivo non q�FRVWUXLUH�HGLÀFL�TXDQWR� ULVROYHUH�SUREOHPL��HVVHQGR�XWLOH�DOOD� VRFLHWjª�� (�FKH� O·HUURUH�GL�PROWL�architetti è l’eccessiva importanza che danno allo shock che in teoria dovrebbero provocare le
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proprie opere sulla società per cercare di nascondere la loro irrilevanza sociale. Lo stesso Arave-na ha vissuto in prima persona questa sensazione quando, al termine dei suoi studi di architettura agli inizi dei ‘90, si trovò incasellato progettando per la classica clientela che richiede il loro aiuto; chalets e case esclusive, bar e negozi all’avanguardia furono i suoi primi progetti che lo portaro-no, disilluso, a mettere da parte l’architettura e dedicarsi alla gestione di un bar.
Dovettero passare alcuni anni prima che, grazie all’Università dove studiò, potesse tornare all’attività di architetto, con l’incarico della costruzione della facoltà di Matematica con cui vinse vari premi e che fu seguita da una delle sue opere più riconosciute: le Torri Siaemesi del Di-partimenti di Investigazione Tecnologica della stessa Università Cattolica di Santiago.
St. Edwar University, Patio Interno Residenz a Studenti.Foto: Óscar Amos
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Torri Siamesi Foto: Gustavo Manuel
4XHVWD�VROX]LRQH��REEOLJDWD�SHU�OD�ULGRWWD�VXSHUÀFLH�HGLÀFDELOH�FKH�LPSRVVLELOLWDYD�XQ·XQLFR�HGLÀ-cio proporzionalmente accettabile, ha permesso una costruzione imponente ma al tempo stesso non invasivo con l’ambiente circostante grazie in parte, anche, al basamento rivestito di legno su FXL�VL�DSSRJJLD��/D�WRUUH�q�FRSHUWD�GD�XQD�GRSSLD�FRSHUWXUD��LQWHUQDPHQWH�GL�YHWUR�H�GL�ÀEURFH-mento all’esterno che, al creare una camera d’aria ventilata, funziona da isolante termico.
Il momento che segna la sua traiettoria professionale, dandole le basi teoriche per lo sviluppo dei suoi progetti urbanistici è stato senza dubbio la sua tappa a Harvard dove conobbe l’architetto li-banese Harshim Sarkis che, come lui, cercava una forma di appartare gli ambienti dell’architettura GD�TXHOOD�DXWRVXIÀFLHQ]D�LQWHOOHWWXDOH�FKH�OL�FRQGDQQD�DG�RFFXSDUVL�GL�WHPDWLFKH�FKH�LQWHUHV-sano solo a loro stessi. È a partire da lì che con la sua recentemente costituito studio - Elemental - si interesserà in progetti sociali, in primis, nel suo paese natale.
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/H�FDVH�GL� ,TXLTXH�KDQQR�FRVWLWXLWR�XQ�SXQWR�GL� LQÁHVVLRQH�QHO� ODYRUR�GL�$UDYHQD�FKH�KD�YLVWR�FRPH�OD�VXD�ÀUPD�(OHPHQWDO�q�VWDWD�LQ�VHPSUH�SL��RFFDVLRQH�OD�SUHVFHOWD�QHOOD�ULFHUFD�GL�VROX]LRQL�a problemi sociali.Dopo il terribile terremoto e maremoto che nel 2010 ha colpito parte del Cile le VL�q�DIÀGDWD�OD�ULFRVWUX]LRQH�GHOOD�FLWWj�GL�&RQVWLWXFLyQ�GRYH��ROWUH�DOO·DSSOLFD]LRQH�GHOOH�VROX]LRQL�sperimentate nella Quinta Monroy, si stanno mettendo in pratica gli studi realizzati sulla conven-ienza dell’uso di alberi e verde pubblico come barriera contro la forza distruttrice dei tsunami; da lì che si sta ricostruendo la città con numerosi parchi e boschi urbani e con barriere arboree in chiave di dissipatori d’energia in caso di nuovi maremoti.
E mentre Elemental continua con sempre maggiori opere di ricostruzione urbana, Aravena si ha confrontato in solitario con nuovi progetti internazionali di natura completamente diversa. La res-LGHQ]D�SHU�VWXGHQWL�GHOOD�6W��(GZDUG�8QLYHUVLW\�GL�$XVWLQ�LQ�7H[DV�KD�VLJQLÀFDWR�SDVVDUH�GD�DSSDOWL�limitati e progetti governativi a clienti particolari con aspettative completamente diverse.
,O�GHVLGHULR�GHO�FRPPLWWHQWH�GL�ULVSHWWDUH�OR�VWLOH�GHO�PDVVLFFLR�HGLÀFLR�FHQWUDOH�GHOO·XQLYHUVLWj�q�VWD-to rispettato con una struttura che esternamente, per i mattoncini scelti come rivestimento e per OH�VWUHWWH�ÀQHVWUH�IHULWRLH�FKH�VFRUURQR�GDO�EDVVR�LQ�DOWR��ULFRUGD�XQD�IRUWH]]D�PHGLHYDOH��/·LQWHUQR�q�FRPSOHWDPHQWH�GLYHUVR��YDUL�FRUULGRL�VL�LQWHUVHFDQR�FRQÁXHQGR�LQ�XQ�SDWLR�OXPLQRVR�H�OHJJHUR��centro della vita comunitaria della residenza.
E successivamente è stata la volta di un chalet nella città cinese di nuova costruzione di Ordos e un centro per l’educazione infantile nel campus Vitra, accanto a opere di Gehry e Hadid. Però il suo interesse principale rimane sempre l’intervento sociale; dal 2008 per esempio si sta occupando DOOD�ULFRVWUX]LRQH�GL�XQ�YLOODJJLR�FRPSOHWDPHQWH�UDVR�DO� VXROR�GDOO·HUX]LRQH�GHO�YXOFDQR�&KDLWpQ�LQ�3DWDJRQLD�� 3HUFKp�� FRPH�FL� ULFRUGD�� O·DUFKLWHWWXUD� QRQ�q� XQ� VHPSOLFH�DWWR� FXOWXUDOH�quanto, piuttosto, sociale.
81
THE ROOM by Joey Ho
Un mondo sottosopra:Tra eleganza e surrealismo
Nella moderna Cina si scopre un giovane talento: l’architetto taiwanese Joey Ho.
Metropoli e potenza economica d’oriente, Hong Kong
diventa attrazione e intrigo per architetti e designer.
L’alta densità della popolazione porta alla costruzione di
spazi piccoli, inusuali alle abitudini occidentali.
È proprio in questi pochi metri quadrati che l’abilità del
decoratore emerge. Cercare di creare innovazione e stile
diventa quindi un lavoro minuzioso di scelta di colori e
linee.
Laureato in architettura presso l’Università di Hong Kong e
all’ Università Nazionale di Singapore, è stato riconosciuto
nel 2008 tra i dieci migliori architetti-designer moderni del
paese.
Oggi è proprietario di un prestigioso studio di architettura,
il “Joey Ho design Limited”, con sede ad Hong Kong, con
il quale ha vinto più di 50 premi a livello internazionale
H�KD�VWDELOLWR�XQD� UHWH�GL�FOLHQWL�GL�DOWR�SURÀOR�QHO� VHWWRUH�
residenziale e istituzionale.
Testo: Angelica Tinazzi
83
Tra le sue creazioni nazionali più importanti troviamo: il
padiglione di Hong Kong per il World Expo 2010 e l’Arthous
cafè di Hangzou.
/D�VXD�ÀORVRÀD�VL�EDVD�VXOOD�IXQ]LRQDOLWj��/·DUFKLWHWWXUD�LQIDWWL�
GHYH�FUHDUH�VSD]L�FKH�VLJQLÀFKLQR��SHU�FKL�QH�XVXIUXLVFH��
una migliore qualità di vita.
/·HVXEHUDQ]D�DSSDUH�QHO�VRIÀWWR�´VWDQ]Dµ��QRQ�OXRJR�ÀVLFR�
PD�YLVLRQH�RQLULFD��&RVSDUVR�GD�ÀQHVWUH�H�VFDOH�RPDJJLD�
l’artista Maurits C. Escher.
Classico è invece nella scelta dei colori con una
predominanza di bianco, nero e rosso mentre un arredo
ricercato e moderno riequilibria le sensazioni.
Ë�TXHVWR�LO�WRFFR�FKH�UHQGH�VREULR�H�UDIÀQDWR�´7KH�5RRPµ��
Ad ospitare questa creazione è l’Olimpian City Center nella
penisola di Kowloon, lembo di terra che si affaccia all’isola
di Hong Kong offrendo una vista unica alla inconfondibile
baia della metropoli cinese e al suo skyline.
Sfruttando uno spazio sfavorevole Joey Ho riesce a creare un vero capolavoro: il ristorante “The Room”; in trenta metri quadrati crea un luogo eccentrico e lineare.
84
Testo: José Manuel Delgado OrtizTraduzione: Giulia Chiaravallotti
ROBERTA GONZALEZ
Figlia di una delle personalità maggior-
mente sottovalutata dell’epoca dora-
ta dell’arte, donna ribelle e differente
al modelo imperante della sua genera-
zione, che ricevette i complimenti dei
più grandi artista; questa era Roberta.
Nasce en Francia, a Parigi nel 1909.
Trascorre tutta la sua vita attorniata
dalla creatività. Suo padre Julio Gon-
zález, tra una scultura e l’altra, elogia
L�GLVHJQL�FKH�OD�VXD�ÀJOLD�GL�TXDWWUR�anni realizza con ingegno e facilità;
un’arte, la pittura, che non faceva
parte delle sue abilità di artista.
Da bambina, s’ammalò gravemente
H�WUDVFRUVH�XQ·LQIDQ]LD�GLIÀFLOH�ULFR-
verata in un sanatorio per fanciulli. Lì
si abituò alla solitudine, infatizzò il suo
mondo intimista e la sua timidezza si
accentuò; 5 giorni alla settimana nel
sanatorio “reclusa” in una stanza e
2 giorni, con suo padre, nello studio
delle meraviglie. Questa dualità tras-
forma Roberta in un’artista con una
creatività scatenata cui poter lasciar
briglia sciolta dopo giorni di reclusione.
La grande sconosciuta.
“ Il miglior amico di
mio padre era Picasso”
86
L’XVFLWD� GHÀQLWLYD� GHO� VDQDWRULR� FRLQFLGH�con i suoi 18 anni; entra in un’accademia
artistica dove in poco tempo comprende
che non esistono migliori maestri che gli amici
del suo proprio padre. Gli anni successivi tras-
corsero essendo l’orgoglio del suo progenitore
che in lei vedeva la realizzazione del proprio
sogno incompiuto e che l’accompagnava in
ogni occasione. Conobbe colui che sarà il suo
futuro marito Hans Hartung, icono del informa-
lismo e che si trasformò nel suo nuovo punto di
riferimento. Como quelle donne che, sempre
tra uomini, danno loro appoggio e sostegno,
nonostante le loro qualità possono incluso esse-
re superiori. “Dietro un grande uomo c’è sempre
una grande donna”; Roberta, artisticamente, è
una di loro. Ma quali sono le sue qualità che la
fanno così grande rispetto ai suoi uomini? Forse
quella classe di sensibilità normalmente preclusa
DO�JHQHUH�PDVFKLOH��Ë�XQD�GRQQD�FKH��ÀQ�GDOOD�più tenera età, ebbe la responsabilità di due uo-
mini sicuramente geniali ma anche complicati
cui Roberta dava tutto il suo sostegno e conforto
appoggiandosi in una personalità forte e posi-
tiva plasmata da esperienze di vita e dalla reli-
gione. Una donna tutto d’un pezzo si direbbe, in
FXL�QRQ�HVLVWHYDQR�VSLUDJOL�GRYH�SRWHU�LQÀOWUDUVL�LO�dubbio.
Sans Titre
La sua opera è, nello stesso momento, per-
VRQDOH�H�FROOHWWLYD��ÀQDOL]]DWD�D�GLIIRQGHUH�H�appoggiare il padre e il marito più che la sua
propria produzione. Roberta, tra l’altro, si dedi-
cò alla música; sfaccettatura questa, cui suo
SDGUH�-XOLR��OD�LQWURGXVVH�ÀQ�GD�SLFFROD�LVFULYHQ-
dola a lezioni di violino; la musica riveste un ruolo
fondamentale nella sua opera.
Possiamo dividere la sua produzione in tre tap-
pe: nella prima rivestono grande importanza i
SDHVDJJL�LQWLPLVWL�FRQ�SRFKH�ÀJXUH�H�FURPDWLV-mo contenuto, un esempio è “Senza Titolo” del
1952. La seconda tappa vede la produzione
di un gran numero di disegni di uccelli, condi-
videndo molto probabilmente con il suo amico
Brancusi, l’ammirazione verso questi animali.
5DSSUHVHQWD�JOL�XFFHOOL�FRQ�XQ�GLVHJQR�UDIÀQDWR�H�diretto, raggiungendo una spontaneità propria
GHJOL�DUWLVWL�RUHQWDOL�GL�ÀQH�¶�����Ë�TXHVWD�OD�IDVH�in cui il suo stile pittorico evolve a livelli di purezza
che saranno l’elemento caratterizzante della
terza e ultima fase. Sono già gli anni ’60; sono già
trascorsi quasi 20 anni dalla morte di suo padre,
una perdita che implicò pure una maturazione
artistica basata sul simbolismo, seppur non rin-
QHJDQGR�PDL�LO�ÀJXULVPR��/D�VLQWHVL�SHUIHWWD�GH-
lle sue precedenti fasi. Trova uno spazio illusorio
LQ�FXL�FROORFDUH�OH�VXH�ÀJXUH��OH�VXH�VFHQH�TXDVL�PHWDÀVLFKH��TXDOFRVD�FRPSOHWDPHQWH�LQLPPDJL-nabile da suo padre che usaba il metallo como
supporto ed elemento creativo. Crea un univer-
so poetico unico che si nutre della sua esperien-
za personale, dell’esperienza dei suoi familiari e
di Hans Hartung, il suo ormai ex-marito.
88
Un artista si deve ai suoi punti di
riferimento, ai suoi mentori però
l’evoluzione al proprio stile è un
percorso personale. Questo stile
può avvicinarsi o allontanarsi dalle
proprie radici creative però sarà
sempre unos stile unico visto che
ciascuno “impugna il pennello”
nella propria, assolutamente per-
sonale, maniera.
Roberta apprese tutto ciò, ebbe
la volontà di realizzare un camino
personale senza per questo voler
emergere, senza l’emergenza di
VHQWLUVL�DXWyQRPD��VROWDQWR�DOOD�ÀQH�della sua vita intese che era auto-
VXIÀFLHQWH�H� OLEHUD��XVDUH� L� VLPEROL��i colori vivaci e il msisticismo per
rompere schemi che lei stessa ave-
va costruito.
Nacque attorniata dalla moderni-
tà, in una famiglia totalmente vo-
tata all’arte, in cui la tolleranza,
le idee progressiste sulle rivendi-
cazioni femministe erano di casa;
ciò nonostante dedicò la sua vita
a esaltare e proteggere l’opera
di suo padre e del suo compag-
no, promuovendone il loro lavoro
piuttosto che il suo proprio. Lo fece
per amore o forse per quel senso di
dovere naturale che alcuni sento-
no dalla nascita e cui obbedisco-
no nel trascorso della propria vita.
Probabilmente tale ansia del dove-
re, della responsabilità familiare la
portò ad essere attualmente qua-
si sconosciuta e dimenticata, co-
nosciuta soltanto in occasione di
esposizioni temporanee sull’opera
del suo progenitore.Picasso com-
mentò una volta: <<Come diseg-
na bene questa bambina; quasi
QRQ�VHPEUD�WXD�ÀJOLD��-XOLR�!!�6DUj�stato questo l’unico complimento
indirizzatole da una persona non
appartenente alla sua famiglia?
Non sappiamo la risposta però ten-
do a credere che effettivamente
così fu e, tra l’altro, è stato un rico-
QRVFLPHQWR� VXIÀFLHQWH� SHU� TXHV-WD�ÀJOLD��FRPSDJQD�H��SHU�XOWLPR��grande artista.
88
Testo: Angelica Tinazzi
È Pra Poncha: design, divertimento, esclusivitàColori e forme della notte di Oporto
Il mondo della notte è sempre alla ricerca di
divertimenti unici in ogni città.
Colore ed esclusività notturna si trovano ai
FRQÀQL�HXURSHL�� LQ�3RUWRJDOOR�QHO�FOXE�e�3UD�3RQFKD�Situato nella zona di più esclusiva mondanità
GL� 2SRUWR�e� 3UD� 3RQFKD� q� XQR� GHL� EDU� SL��QXRYL�GHOOD�5XD�GH�OD�*DOHULD�GH�3DULV�
90
CRVWUXLWR�LQ�XQ�YHFFKLR�HGLÀFLR�GDJOL�VSD]L� OXQJKL�H� VWUHWWL��TXHVWR�FOXE� ULFUHD�internamente una caverna multicolore.
,O�VRIÀWWR�H�OH�SDUHWL�PRGHOODQR�VWDODJWLWL�H�forme naturali delle rocce. Si tratta di un
WLSR�GL�SURJHWWD]LRQH�FKH�KD�FRQVHQWLWR�di poter modellare lo spazio in funzione
GHO�VXR�XVR�FUHDQGR�XQD�]RQD�EDU��XQD�]RQD� GLVSHQVD�� VHUYL]L� LJLHQLFL� HG� XQ�ripostiglio.
3HU�FUHDUH�DWPRVIHUH�GLIIHUHQWL�QHO�FRUVR�della serata sono stateinstallate luci a
/('�GL�PXWHYROL�FRORUL�� /·DXUHD�GHO�FOXE�diventa così giovane ed unica nel suo
JHQHUH� ULFKLDPDQGR� O·DWWHQ]LRQH� GHL�visitatori e animando il divertimento.
Il design è moderno e all’avanguardia.
Attraverso uno studio attento si cerca
di reinterpretare il mondo naurale ed
oscuro delle caverne. Una riproduzione
fedele delle forme naturali contrasta con
l’uso di materiali industriali e moderni.
L’oscurità comune nelle caverne lascia
LQYHFH�VSD]LR�DOO·LQÀQLWD�JDPPD�GL�OXFL�H�colori dei LED.
DENTRO É PRA PONCHA CI SI INABISSA IN MONDO PARALLELO ALLA NATURALEZZA DELLA TERRA. UN CONNUBIO DI IMMAGINAZIONE E REALTÀ.
,O� FOXE� ULVSHFFKLD� SHUIHWWDPHQWH�la personalità e l’ideologia del suo
FUHDWRUH�O·DUFKLWHWWR�$QWRQLR�)HUQDQGH]��
Laureatosi all’università di Oporto e
FRQVHJXLWR� XQ� PDVWHU� LQ� SLDQLÀFD]LRQH�XUEDQLVWLFD�� $QWRQLR� )HUQDGH]� DSUH�LO� SURSULR� VWXGLR� GL� DUFKLWHWWXUD� QHOOD�stessa città in cui sviluppa progetti di
DUFKLWHWWXUD��LQWHULRULVPR�H�XUEDQLVWLFD�
91
/D� VXD� ÀORVRÀD� q� TXHOOD� GL� GLVWDFFDUVL�dalle idee comuni dell’antico concettodi
´DELWDUHµ� FHUFDQGR� � VLVWHPL�DOWHUQDWLYL� GL�progettazione degli spazi. Si rifà al mondo
per sviluppare idee moderne e giovani.
Nella maggior parte dei suo progetti
SRVVLDPR� LQIDWWL� YHGHUH� ULFKLDPL� HYLGHQWL�alla natura e alla terra.
Rimane però un pensatore futurista nelle
VXH� OLQHH��FRORUL�� VWXGL� LQQRYDWRUL�H�XVR�GL�materiali moderni.
e� 3UD� 3RQFKD�� QRPH� FKH� ULFKLDPD� XQD�WLSLFD� EHYDQGD� GHOO·LVROD� GL� 0DGHLUD��punta alla sua unicità nelle forme e
nell’atmosfera. Una location giovane
H� IUHVFD�� GL� JUDQGH� LPSDWWR� H� GL� IRUWH�coinvolgimento.
92
93
Backstage PEDRO PEDRO @ ModaLX TRUSTPhoto: Artur Cabral
94
95
Serengueti National ParkPhoto: Artur Cabral
Rhinocerors - Department of Theatre, York University
con un manuale di
conversazione!Testo: Eleonora Maggioni
Il “pericolo” di voler apprendere inglese …
La Seconda Guerra Mondiale ha
segnato uno spartiacque; in molti
ambiti. Le società sopravvissute a
questo avvenimento hanno dovuto
reinventare nuovi codici e il teatro
non fu un’eccezione. Una corrente
prende piede agli inizi degli anni ’50 e tuttora
rappresenta una forma di fare teatro di grande
impatto; il teatro dell’assurdo.
Nato dalla necessità di dare un nuovo impulso
alla letteratura e dallo sbigottimento che le
brutture della guerra avevano causato, questo
nuovo teatro si erge come il tentativo di esprimere
l’assurdità delle dinamiche nelle relazioni della
nuova società della post-guerra.
Non esistono in realtà regole concrete da seguire,
nè manifesti che i drammaturghi dell’epoca
VFULYDQR�SHU�SRWHU�GHÀQLUH�OH�SURSULH�RSHUH��Vi è peró un tentativo comune di andare oltre il
teatro convenzionale, una voluta mancanza di
impegno politico o sociale e un disinteresse nel
descrivere la realtà quotidiana.
Al contrario la vita non si puó comprendere nè
spiegare, i personaggi di queste nuove opere
sono esseri angosciati, persone che cercano
LQYDQR� GL� WURYDUH� XQ� VLJQLÀFDWR� DOOH� SURSULH�vite, che sperano e sognano di trovare una via
d’uscita che peró non arriva. Si muovono senza
peró avanzare, parlano senza comunicare nè
capirsi.
Il linguaggio sostituisce l’azione, i nuovi
drammaturghi giocano con le parole, le
distorsionano e le manipolano destrutturandole
H�SULYDQGROH�GHO�SURSULR�VLJQLÀFDWR�L’assurdità delle frasi e delle parole
accompagna i gesti dei personaggi, lasciando
lo spettatore disorientato in platea al termine
delle opere.
Quando si pensa al teatro dell’assurdo il primo
nome che viene in mente è quello di Samuel
Beckett che con “Aspettando Godot” diventa
il simbolo di questa nuova corrente.
Ionesco - The Chairs - Theatre sfsu
Re muore- Natalia Lama
98
Senza nulla togliere al valore di quest’opera
e alla capacità dell’autore di creare una
messinscena in cui non succede nulla, ma che
ODVFLD� OR� VSHWWDWRUH� LQFROODWR� DOOD� VHGLD� ÀQR�all’ultimo minuto, se mi fosse chiesto di dare
un nome al teatro dell’assurdo mi decanterei
senza alcun dubbio per la Cantatrice Calva di
Eugène Ionesco; di qualche anno precedente
al capolavoro beckettiano, viene messa in
scena per la prima volta a Parigi nel 1950,
e lascia, come spesso appare con i grandi
capolavori, la platea sgomenta ed attonita
DOOD� ÀQH� GHOOR� VSHWWDFROR�� 'HYRQR� SDVVDUH�altri cinque anni e lo spettacolo viene dunque
riproposto sempre a Parigi e si trasforma in un
successo teatrale che continua a sorprendere
lo spettatore grazie alle numerose adattazioni
che ne vengono fatte.
Fin da questa prima opera si riconosce il
marchio di Ionesco, professore a Bucarest, il
drammaturgo si avvicina al teatro per caso.
Ionesco - The Chairs - Theatre sfsuRe muore- Natalia Lama
99
Rhinocerors - Department of Theatre, York University
100
Egli stesso racconta come nasce l’idea della trama de la Cantatrice Calva:
«Comprai un manuale di conversazione dal francese all’inglese, da principianti. Mi misi al lavoro e coscientemente copiai, per impararle a memoria, le frasi prese dal mio manuale. Rileggendole con attenzione, imparai dunque, non l’inglese, ma delle verità sorprendenti: che ci sono sette giorni nella settimana, ad esempio, cosa che JLj�VDSHYR��RSSXUH�FKH�LO�SDYLPHQWR�VWD�LQ�EDVVR��LO�VRIÀWWR�LQ�DOWR��>���@�3HU�PLD�HQRUPH�PHUDYLJOLD��OD�6�UD�6PLWK�IDFHYD�VDSHUH�D�VXR�PDULWR�FKH�HVVL�DYHYDQR�QXPHURVL�ÀJOL��che abitavano nei dintorni di Londra, che il loro cognome era Smith, che il Sig. Smith HUD�XQ�LPSLHJDWR�>��@��0L�GLFHYR�FKH�LO�6LJ��6PLWK�GRYHYD�HVVHUH�XQ�SR·�DO�FRUUHQWH�GL�tutto ciò; ma, non si sa mai, ci sono persone così distratte... »
101
Cosí Ionesco decide di far conoscere queste verità
essenziali allo spettatore, ma le disarticola, le priva
di senso logico, ne fa strumento per trasformare
completamente la realtà ordinaria di una coppia,
gli Smiths per l’appunto, intrappolata nella
TXRWLGLDQLWj�QRLRVD�GL� XQ·HVLVWHQ]D� LQVLJQLÀFDQWH��in cui la comunicazione è nulla, affogata in una tempesta di
SDUROH� D� UDIÀFD� H� GL� OXRJKL� FRPXQL� FKH� SHUy� QRQ� SRUWDQR� D�nessuna conoscenza più profonda.
Gli Smiths sono appunto l’immagine stereotipata di una coppia
normale, che vive in una casa normale nella periferia di Londra,
FRQ� GHL� ÀJOL� H� GHJOL� DPLFL� DVVROXWDPHQWH� QRUPDOL�� 6RQR� GHO�resto il simbolo dell’uomo medio, e per questo la la loro storia,
UDFFRQWDWD�FRQ�LURQLD��DVVXPH�VLJQLÀFDWL�PDFDEUL�HG�DQJRVFLDQWL�per lo spettatore di allora e per quello attuale.
Come in tutte le sue opere lo spettatore sorride per gran parte
della commedia, ride dell’incoerenza dei dialoghi, si diverte
nell’assistere a qualcosa di realmente innovativo. Poco a
poco peró l’atmosfera cambia, la facciata di cartapesta
dei personaggi apparentemente felici si sgretola, iniziano ad
apparire le prime avvisaglie della disperazione di vivere una vita
priva di alcun sentimento reale.
E cosí nella Cantatrice Calva l’educazione affettata delle due
coppie nel salotto piccolo borghese londinese, lascia il posto
nell’ultima scena all’istinto animale, i personaggi perdono il
controllo. Non disquisiscono più educatamente del nulla, ma
gridano, dapprima ognuno per conto suo e di seguito all’unisono,
la stessa identica frase “Non è di qua, ma è di là”.
7XWWR�VL� LQWHUURPSH�EUXVFDPHQWH�H�OD�FRPPHGLD�ÀQLVFH�FRQ�OD�stessa immagine dell’inizio, ma questa volta sono i Martins a dire
le stesse battute degli Smiths.
,� ÀQDOL� EUXVFKL�� FKH� ODVFLDQR� OR� VSHWWDWRUH�disorientato, sono forse il tratto distintivo
di Ionesco, il passaggio repentino da una
situazione “di normalità”, in cui lo spettatore si
sente a suo agio e puó sorridere grazie all’ironia
con cui viene raccontata la storia, ed il crollo
GHOOD�IDFFLDWD�DUWLÀFLDOH�GHOOD�UHDOWj��LO�PXWDUH�della prospettiva che fa luce sulla terribile
angoscia che i personaggi portano in scena.
Al contrario di Beckett, Ionesco all’inizio diverte,
è ironico e pungente, l’azione è veloce anche
se insensata, non ci si annoia. Si ride, ci si rilassa,
ci si mette comodi, ed è proprio in quell’istante,
quale maestro dell’intrattenimento che è, che
il drammaturgo dá un giro inaspettato agli
DYYHQLPHQWL�� ODVFLD� OR� VSHWWDWRUH� VHQ]D�ÀDWR��
e quando cala il telone ci vuole qualche
secondo per ricomporsi prima di uscire dal
teatro ed affrontare di nuovo la realtà cosí
GXUDPHQWH�VFDUQLÀFDWD�GDOO·DXWRUH�
Accade lo stesso con Le Sedie, in cui i
preparativi di due anziani per accogliere una
moltitudine di invitati invisibili (solo loro due li
vedono e li ascoltano) termina nella tragica
consapevolezza dell’impossibilità di conoscere
le verità sul senso della vita. Infatti l’attesa e
l’eccitazione della coppia per l’arrivo di colui
che svelerá i segreti più reconditi dell’umanità,
viene delusa dall’entrata in scena dell’oratore,
il quale inizia a parlare svelando cosí… di
essere sordomuto!
,O�EUXVLR�GHOOD� IROOD�VL� ID�VHPSUH�SL�� IRUWH��ÀQR�102
al calare del sipario, che lascia anche in
questo caso lo spettatore a fare i conti con
la mancanza di risposte alle grandi domande
sull’esistenza.
Lo stesso nucleo narrativo si puó osserva ne
La Lezione, in cui un professore si trasforma
poco a poco in un assasino psicopata di
studentesse ignoranti e vivaci. In un gioco di
potere la ragazza si sottomette all’insegnante
e ne è la prova il linguaggio, che diviene lo
strumento perla dominazione.
Anche nel Re Muore ció che Ionesco sottolinea
è che il destino è più forte di qualsiasi cosa,
anche di un Re. L’unica grandezza di fronte
DOOD� ÀQLWH]]D� GHOO·HVVHUH� XPDQR�� LPSRWHQWH�
di fronte alla morte, è prendere atto della
limitatezza del tempo, dell’impossibilità di
essere ricordati.
In Ionesco l’uomo si dibatte come una
marionetta che non puó opporsi a colui
FKH�WLUD� L�ÀOL��XQ�SHVFH�IXRU�G·DFTXD�� O·HVVHUH�umano, che agonizza senza poter sfuggire al
proprio destino.
L’assurdo non è ridicolo e solo all’inizio
puó risultare divertente. Una volta che si
comprendono le dinamiche della trama,
l’ironia si fa tagliente, la mancanza di armonia
lascia spiazzati.
In Ionesco
l’uomosi dibatte
come una marionetta
che non puó opporsi
D�FROXL�FKH�WLUD�L�ÀOL��XQ�pesce fuor d’acqua,
l’essere umano, che
agonizza senza poter
sfuggire al proprio
destino.
La Cantatrice Calva - Banci Malinverno
103
N el teatro di Ionesco cadono
davanti a noi tutti quei principi
che si erano sempre dati per
scontati: la sicurezza che ci si
puó comprendere attraverso il
linguaggio, la sensazione che se
possiamo spiegare il mondo è perchè questo
esiste, la consapevolezza che vi siano sempre
spiegazioni razionali per ció che viviamo.
Tutta questa logica sulla quale inconsciamente
basiamo le nostre esistenze si sgretola nelle
opere di Ionesco per lasciare il posto al vuoto
incolmabile, alla solitudine, all’incapacità di
comunicare, di avanzare, di desiderare ed
essere realmente felici.
Il destino crudele permea l’opera di Ionesco ed
i suoi personaggi vivono e si muovono per caso,
non per volontá propria.
Il pensiero del maestro dell’assurdo supera L�OLPLWL�WHDWUDOL�H�SURIRQGL]]D�ÀORVRÀFDPHQWH�nella vita umana. E tutto questo per una coincidenza: la casualità
di voler imparare l’inglese con un manuale di
conversazione!
Rhinoceros - Helms Theatre
104
105
PINK IS THE NEW BLACK MARISA GONÇALVES @HADJA MODELS ANGOLA 1
Photo: Artur Cabral
“Nell’edizione #3 di TWISSST ci addentria-mo nella molto attesa calda stagione e per questo abbiamo cercato riparo nella freschezza del mare della Costa Azzurra e ci siamo estasiati con l’intensità cro-matica delle terre africane, frammenti di un continente che transpira essenziali-tà, captati dall’obiettivo di Artur Cabral, che a ogni click ci catapulta a un univer-so di sensazioni.Vi invitiamo alla scoperta di paesaggi antagonici e idillici, realtà opposte e for-se parallele; è certo però - per entrambi i casi – quello che i racconti affermano, che una volta visitato risulta giusto essere l’inizio di una serie di visite.E, una volta di più ... TWISSST lo conferma
106
Image courtesy of MATC107
PRINTEMPS + ÉTÉ =
C Ô T ED ’ A Z U RTesto: Rute MartinsTraduzione: Francesco MaragonFoto: Lloyd Ator
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C Ô T ED ’ A Z U R
109
NIZZA
110
NIZZA
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Principato di
MONACO
CANNES
114
CANNES
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MARSIGLIAMARSIGLIA
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MARSIGLIA
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afr icaSS13 - DESTINATION
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afr icafotografia artur cabral/Hotel Flamingo, Barra, Inhambane
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M olte pagine si sono scritte e Molte riMangono da scrivere, il cinema e la moda si sono inspirati in molteplici occasioni; l’Africa è un mix di sen-sazioni, emozioni, colori e sapori. Le sue genti e i suoi paesaggi idillici rompono gli stereotipi della società attuale e, come no, tutte queste ragioni sono state più che
VXIÀFLHQWL�DIÀQFKq�O·$IULFD�RFFXSL�XQ�SRVWR�GL�ULOLHYR�QHOOD�QRVWUD�OLVWD�GL�OXRJKL�GD�YLVLWDUH��$WWUD-YHUVR�O·RELHWWLYR�GL�$UWXU�&DEUDO��7:,6667�KD�SHUVRUVR�7DQ]DQLD��1DPLELD��.HQLD�H�0R]DPELFR�6SLDJJH�GD�VRJQR��VDYDQH�VHOYDJJLH�H�LO�FDORUH�GHOOD�VXD�JHQWH�RIIURQR�XQD�EHOOH]]D�SUDWLFD-PHQWH�LQHQDUUDELOH�
120
Okakuejo, Etosha, Parco Nazionale. Namibia
121
tanzaniaParco Nazionale Serengueti
122
tanzania
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124
Datoga, Lago Eyasi
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Monte Meru, Arusha
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127
Massai Oldonyo, Sambu, Arusha
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Massai Ngorongoro, Area di stoccaggio
129
Datoga, Lagoa Eyasi
naMibiaHimba, Etosha, Parco Nacionale
130
naMibia
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132
Okakuejo, Ethosa, Parco Nazionale
133
MozaMbicoLago de Bilene
134
MozaMbico135
136
Maputo
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CFM, Maputo
138
138
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Spiaggia Barra, Inhambane
Costa del Sol, Maputo
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Quissico
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AGENDACULTURALE Egon Schiele e il suo periodo(26 Giugno - 29 Settembre/Museo di Belle Arti, Budapest, Hungría)
Dopo l’esposizione su Klimt, il Museo di Belle
Arti di Budapest, ci offre “Egon Schiele and his
Age”, una visione dell’opera dell’artista più ri-
conosciuto della seguente generazione: Egon
Schiele.
Le 70 opere provenienti dal Museo Leopold
di Vienna, la collezione più ricca al mondo su
questo artista, si completeranno con disegno e
pitture procedenti da altre collezioni di prestigio
sparpagliate per il mondo oltre che con dipinti
di Oscar Kokoschka e Carl Moll.
Vienna è la capitale dell’Art Nouveau agli inizi
del Novecento e le connessioni artistiche con
Budapest sono molto strette e fruttifere in quel
periodo; prova ne è la profonda relazione che
Klimt, Schiele e gli altri artisti del momemto ave-
vano con la capitale ungherese. I fratelli Klimt
sono i re della modernità.
Schiele, con uno stile più selvaggio e ribe-
lle generò ammiratori entustiati e critici feroci.
/·HVSRVL]LRQH� q� FHQWUDWD� VXOOD� ÀJXUD� GL� (JRQ�Schiele e sulla sua breve carriera artistica di solo
10 anni attraverso una cinquantina di opere. Il
VXR� ODYRUR�IX� LQÁXHQ]DWR�GD�*XVWDY�.OLPW�H�GD�DUWLVWL�HXURSHL�GHO�FDOLEUR�GL�9DQ�*RJK��7RXORX-
se-Lautrec, Munch, Moll o Kolo Moser.
Mentre i nudi femminili di Klimt si caratterizzano
per un erotismo edulcorado e velato, quelli di
Schiele sono angustiati, disegnati con linee tor-
PHQWDWH�FKH�SDVVDQGR�SHU� LO� JURWWHVFR� VÀRUD-
QR�LO�SRUQRJUDÀFR��1RQ�VRUSUHQGH�FKH�O·DXWRULWj�del tempo si interessasse alle sue opere e che fu
condannato per immorale e impudico.
L’esposizione presenta pure opere di altri in-
tegranti del Neukunstgruppe come Oskar
.RNRVFKND��$OEHUW�3DULV�*�WHUVORK��+DQV�%RHKOHU�y Ane Von Faistauer.
Se vi trovate a Budapest, non perdetevi questa
esposizione, degna di un Impero ormai estinto!
7H[WRV�� Jose Manuel Delgado Ortiz,
*LXOLD�&KLDUDYDOORWWL� Simon Lorenzin,
5XWK�*DLOODUG
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Anish Kapoor in Berlin(19 Maggio – 24 Novembre/Martin Gropius Bauhaus, Berlino, Germania)
Anish Kapoor, nato a Bombay nel 1954 è
DWWXDOPHQWH� XQR� GHJOL� VFXOWRUL� SL�� LQÁXHQ-
ti del Regno Unito, con opere esposte nella
7DWH�*DOOHU\�� LO�0R0$�GH�1HZ�<RUN�� LO�5HLQD�6RÀD�GL�0DGULG�R�HO�6WHGHOLMN�0XVHXP�GL�$P-
sterdam.
Dopo aver esposto nel Royal Academy di
Londra è la volta di Berlino, eletta per la sua
forte comunità artistica e per essere un cen-
tro pulsante dell’arte alternativa.
Circa 3.000 m² di un intero piano del Martin
*URSLXV�%DXKDXV�RVSLWDQR�OH����RSHUH��PROWH�delle quali appositamente créate per la es-
posizione.
L’opera centrale s’intitola Symphony for a
beloved sun: sotto un amplio lucernario, le-
gata alle pareti e al suolo da cavi, si eleva
un’enorme struttura metallica coin un disco
rosso nel centro e vertendo cera come si
trattase di un essere vivente.
Un’opera enigmatica, come molte di Kappor
che lascia che sia loro stesse a trasmettere a
ogni spettatore, il proprio messaggio… e signi-
ÀFDWR�
Krakow Photomonth Festival 2013(16 Maggio – 16 Giugno/Bunkier Sztuki, Craco-via, Polonia)
1DWR� HQ� ������ LO� .UDNRZ� 3KRWRPRQWK� KD� UD-
SLGDPHQWH� VFDODWR� OD�FODVVLÀFD�GHL� IHVWLYDOHV�GHGLFDWL�DOOD�IRWRJUDÀD�HG�q�DWWXDOPHQWH�XQR�dei più rispettati del panorama europeo, ca-
pace di congregare non solo ai nuovi talenti
emergenti ma anche i mostri sacri della foto-
JUDÀD�PRQGLDOH�Il tema di questa edizione è il Fashion in senso
ODWR��QRQ�VRODQWR�JODPRXU��VÀODWH�H�EDFNVWDJH�quanto tutto ciò che si può ricollegare al con-
FHWWR�H�DO� VXR� VLJQLÀFDWR�SHUVRQDOH�SHU�RJQL�individuo.
,O� FDOHQGDULR� XIÀFLDOH� q� DIÀDQFDWR� GD� YDUL�eventi paralleli che, per un mese, trasformano
OD�FLWWj�LQ�XQ�FHQWUR�G·DUWH�IRWRJUDÀFD�DOO·DULD�aperta.
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Robert Motherwell: Early Collages(26 Maggio - 8 Settembre 2013/Peggy Gugg-enheim Collection, Venezia, Italia)
6L� WUDWWD� GL� XQD� HVSRVL]LRQH� FHQWUDWD� H[FOXVL-vamente nei collages e nella decade ’40/’50.
Si potranno apprezzare le origini dello stile
dell’artista e il suo incontro rivelatore con la
WHFQLFD�GHO�SDSLHU�FROOp�FKH�JLj�QHO������GHÀQt�come “la più grande scoperta artistica”.
0RWKHUZHOO� SURGXFH� WDQWR� FROODJHV� ÀJXUDWL-vi come pure astrazioni durante gli anni ’40.
'·DOWUD�SDUWH�� OH� LQÁXHQ]H� VXUUHDOLVWH�FKH�SUH-
valgono durante le sue prime opere lasciano il
SDVVR�D�XQR�VWLOH�PDWXUR�GLVWLQWLYR�ÀUPDPHQWH�radicato nell’espressionismo astratto.
L’esposizione contarà approssimativamente
con 60 opere procedenti da collezioni pub-
bliche e private degli Stati Uniti e non solo. Il
catalogo della mostra completamente illus-
trato offre una rivalutazione fondamentale
GHOO·RSHUD�GL�0RWKHUZHOO��$PDQWL�GHO�FROODJH��non potete perdervela!
*HQHVL��)RWRJUDÀH�GL�6HEDVWLmR�6DOJDGR��(19 Maggio - 15 Settembre/Ara Pacis, Roma, Italia)
Curata da Lélia Wanick Salgado, moglie del
famoso fotógrafo brasiliano, la mostra riunis-
FH�SL��GL�����IRWRJUDÀH�VFDWWDWH�GXUDQWH�L�VXRL�molteplici viaggi intorno al mondo.
7UDWWDVL� GL� IRWRJUDÀH�� WXWWH�� LQ� ELDQFR� H� QHUR�che raccontano paesaggi umani in 5 differenti
sezioni tematiche: Pianeta Sud, Africa, Il Nord,
Amazzonia, Pantanal e i Santuari delle Natura.
L’approccio dell’esposizione è estremamente
formativa/informativa; ogni leggenda apporta
infatti tutta l’informazione necessaria per loca-
lizzare i luoghi ritratti nelle immagini esposte e
ULÁHWWHUH�VXOOD�IUDJLOLWj�LQ�FXL�RJQXQR�GL�TXHVWL�VL�trova.
148
Le Corbusier nel MOMA (15 Giugno - 23 Settembre 2013/MOMA, New York, USA)
MoMA presenta la sua prima esposizione
suul’opera di Le Corbusier comprendente le sue
realizzazioni come architetto, arredatore, artista,
urbanista, scrittore e fotografo.
L’esposizione ci presenta dalle prime acquare-
OOH�GL�SDHVDJJL� ULWUDWWL� LQ� ,WDOLD��*UHFLD�H� 7XUFKLD�ÀQR�DL�GLVHJQL�UHDOL]]DWL�LQ�,QGLD��OH�IRWRJUDÀH�GHL�suoi viaggi formativi e i modelli dei suoi progetti
a grande scala.
Sono tutte le varianti che sará possibile appro-
fondire nell’esposizione più grande mai realizza-
ta negli Stati Uniti su questo geniale e carismati-
co architetto.
Alta Moda (Fino al 16 Settembre/Galleria MATE, Avda. Pe-dro de Osma, Lima, Peru)
0DULR� 7HVWLQR�� VLFXUDPHQWH� XQR�GHL� IRWRJUDÀ� GL�moda più rilevanti al mondo, ci avvicina al suo
paese natale – Perú – senza abbandonare il suo
ambito d’interesse.
*LRFDQGR�FRQ� OD� LURQLFD� ULOHWWXUD�GHO� VXR� WLWR-
lo, questa esposizione ci presenta gli abiti tipici
della regione di Cuzco, l’antica capitale Maya a
3.400 metri d’altitudine, attraverso l’obiettivo del
fotografo che como pochi ha intessuto tanto il
VXR�QRPH�FRQ�OD�PRGD�����IRWRJUDÀH�ULWUDWWDQR�D�grandezza naturale altrettanti completi tradizio-
nali in cui i dettagli e i contrasti cromatici sono la
chiave di lettura.
Questa esposizione è frutto di un lungo lavoro
SUHSDUDWRULR� FKH� KD� YLVWR� 7HVWLQR�PXRYHUVL� SHU�far si che fosse una perfetta fusione tra classico e
moderno, di tradizione e avanguardia e rappre-
senta una giusta conclusione a una tappa mar-
cata da lavori-tributi al suo paese natio, come
LO� VHUYL]LR� IRWRJUDÀFR� GHGLFDWR� DOOH� ÀJXUH� SL��rappresentative del Perú moderno pubblicato in
Vogue Paris l’aprile scorso.
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Japonismo. La fascinazione per l’arte giappo-nese (14 Giugno – 15 Settembre/Caixa Forum, Barcellona, Spagna)
,Q�RFFDVLRQH�GHO�DQQR�GXDOH�6SDJQD�*LDSSR-
QH��JOL�DPDQWL�GHO�6RO�/HYDQWH�SRVVRQR�DSSURÀW-tare di interessanti esposizioni che hanno come
obiettivo l’avvicinare questo paese al grande
pubblico.
$�%DUFHOORQD��QHO�&DL[D�)RUXP�VL�SRWUj�DVVLVWHUH�a una esposizione interamente dedicata al “Ja-
SRQLVPRµ��LO�PRYLPHQWR�DUWLVWLFR�LQ�YRJD�DOOD�ÀQH�dell’Ottocento dedicato all’esaltazione del re-
lativamente nuovo mondo stilistico giapponese.
In Spagna, si fondò con la corrente del Moder-
nismo ed è presente in numerose opere, da
quelle di Maria Fortuny a Joan Miró, passando
per gli illustratori com Xaudaró e Baldrich. Nel
0XVHR�GHO�3UDGR�GL�0DGULG��GDO����*LXJQR�DO���Ottobre si potranno ammirare due eccezionali
opere provenienti dal Museo Seikado Bunko e
GHO�0XVHR�1D]LRQDOH�GL�7RN\R��VFKHUPR�FRQ�JUX�H�FHUYR�H�VFKHUPR�FRQ�SLDQWH�H�ÀRUL�GHOOH���VWD-
gioni accanto a un ruscello.
Si tratta di due schermi tradizionali, pitture su
carta di riso appartenenti al periodo Edo, di to-
tale e assoluta chiusura dell’impero del Sol Le-
YDQWH� DO� UHVWR� GHO� PRQGR�$SSURÀWWDQGR� GHOOH�presenza di queste due opere invitate, si esibirà
una selezione de stampati giapponesi dal XVII
al XIX proprie del Prado ma mai prima esposte
al pubblico.
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Backstage NUNO BALTAZAR @ ModaLX TRUST 1 Photo: Artur Cabral