turismo sostenibile quando i principi del turismo sostenibile si applicano al turismo culturale,...
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Turismo sostenibile
Quando i principi del turismo sostenibile
si applicano al turismo
culturale, emergono due
ordini di considerazioni:
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Le motivazioni principali si riassumono in:
• motivazione e comportamento dei turisti orientati al rispetto per le
culture ospiti, per gli aspetti del territorio e dell’ambiente
• tendenza ad una minore stagionalità degli arrivi: il turismo culturale
è meno condizionato rispetto ad altre forme di turismo dai fattori climatici:
una promozione o una programmazione mirata di eventi e iniziative può
distribuire gli arrivi anche nelle stagioni “basse” per altre tipologie di
turisti, rendendo più tollerabile la pressione turistica
Turismo sostenibile
• il turismo culturale, se indirizzato verso aspetti di identità,
tradizioni e patrimoni diffusi, può coinvolgere nell’offerta di servizi e
prodotti ad alta intensità di lavoro fasce della popolazione locale, a
differenza di pratiche turistiche meno orientate alla conoscenza delle
culture ospiti
Turismo sostenibile
• infine, gli investimenti compiuti per questo settore possono apportare
contributi significativi per la qualità della vita della popolazione
residente, finché il peso antropico generato dal turismo non diventa
tale da soffocare ogni altra vocazione del territorio
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Dare vita ad un’offerta turistica sostenibile legata, ad esempio,
al patrimonio storico e culturale,può dare vita ad alcune criticità,
in proporzione alla numerosità dei visitatori ed
al peso antropico da questi prodotto:
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il patrimonio culturale costituisce una risorsa di per sé non
rinnovabile, delicata ed esposta a molteplici rischi se i siti sono
sottoposti ad un afflusso intenso di turisti (logoramento strutturale,
vandalismo, ma anche la perdita di qualità ambientale prodotta
dall’affollamento e dal rumore).
Il patrimonio è una risorsa che va
protetta da un eccessivo uso
Turismo sostenibile
d’altra parte, il turismo culturale si indirizza spesso verso beni
storici, musei ed altri monumenti che, in quanto destinazioni turistiche,
sono assimilabili al concetto di “merce posizionale”, come descritta da
J. Urry, Lo sguardo del turista:
“Questo termine si riferisce a tutti gli aspetti di merci, lavoro, posizioni
ed altre relazioni sociali che sono scarse o soggette a congestione e/o
affollamento. La competizione è perciò a somma zero: quando
qualcuno consuma in eccesso la merce in questione, qualcun altro è
costretto a consumarne di meno” o a vedere compromessa la sua
possibilità di consumo.
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Il turismo culturale, quindi, per l’enfasi che pone sull’interiorizzazione
dell’esperienza turistica, sulla qualità degli ambienti e sul grado di
autenticità dei prodotti culturali, si alimenta più di altri di un equilibrio
fra la disponibilità e la qualità dei servizi propriamente turistici e
l’assenza di congestione prodotta dai turisti stessi.
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La realtà del turismo legato
alle città d’arte italiane è, invece,
notoriamente, opposta, facendo
registrare concentrazioni di turisti
che rasentano i limiti di
tollerabilità.
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Ciò conduce ad una “pressione sociale” eccessiva, sia per i turisti
stessi sia per gli abitanti, soprattutto nelle città ad impianto medioevale
e il cui centro storico è comparativamente meno esteso, come Firenze.
La città accoglie ogni anno due milioni e mezzo di turisti (considerando
i soli arrivi ufficiali, dati 1999) - cifra che arriva a sette milioni (circa 20
volte la popolazione residente) se si considerano anche gli arrivi non
ufficiali e in più i visitatori di passaggio - nel suo centro storico, vale a
dire in non più di 2 kmq
(fonte: P. Ingallina in: Tourisme et culture, Cahiers Espaces n° 37, giugno 1994).
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Il tema della pressione esercitata da un’eccessiva concentrazione di
turisti in località o spazi circoscritti si ricollega al concetto della
“capacità di carico antropico”
di un dato ambiente, naturale e non.
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Ogni area turistica si caratterizza quindi per una propria specifica
“capacità di carico”, definita prima di tutto sotto il profilo ambientale,
ma anche con stretti riferimenti agli aspetti socioeconomici
(aspettative, vocazioni, ecc.).
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Dieci fattori chiave per il successo per il turismo sostenibile
basato sul patrimonio culturale e naturale:
(da:
La valorizzazione del patrimonio naturale e culturale per lo sviluppo di
un turismo sostenibile, Ecosystems Ltd per la Commissione Europea
http://europa.eu.int/comm/enterprise/services/tourism/studies/
ecosystems/heritage_it.htm)
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1. Rilevanza: l’importanza del patrimonio
culturale o naturale è un fattore decisivo.
Sviluppare un’area con un patrimonio ridotto
o di scarso valore ha un’utilità limitata. Può
essere fatto, ma sarà ancora più difficile
trasformarla in un prodotto sostenibile.
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2. Unicità: è un concetto diverso dalla rilevanza poiché si riferisce
a tutto ciò che distingue una particolare area, conferendole una
posizione di vendita unica. Tutti gli elementi della catena
turistica possono contribuirvi: segmenti di mercato
attentamente mirati, prodotti e servizi di qualità, autenticità
dell’attrazione, forte identità locale, ecc.
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3. Raggruppamento: il patrimonio naturale e culturale è spesso
disperso. Un singolo sito difficilmente risulterà di grande interesse.
Tuttavia, se unito ad altri, può essere sufficientemente interessante
da attirare una massa critica di turisti. Per far questo è necessario
raggruppare più siti o creare itinerari.
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4. Creazione di un marchio e di reti: disporre dei prodotti turistici
giusti non è tutto. È necessario anche persuadere i potenziali turisti
a usarli. La creazione di un marchio (branding) è un modo per
incoraggiare il cliente a comprare un particolare “prodotto” creando
un’immagine di contorno.
Questo vale anche per il turismo.
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5. Accesso: l'aspetto meteorologico e la distanza dalla
destinazione per molti turisti sono fattori decisivi per la
scelta di una destinazione. In generale, più un’area è lontana e le
condizioni meteorologiche estreme, più è difficile attirare i
turisti. In queste aree è necessario riservare particolare attenzione
alla scelta del mercato giusto.
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6. Stagionalità: spesso è un grosso problema per l’industria turistica,
ma nel caso del turismo basato sul patrimonio superarla dovrebbe
essere visto come un’opportunità. Con l’invecchiare della popolazione
e il diffondersi della tendenza a fare vacanze più brevi e
frequenti, i turisti saranno incoraggiati a esplorare nuove aree sia
durante che fuori stagione. Il patrimonio naturale e culturale, in
particolare, attrae mercati che non dipendono in maniera marcata dal
tempo.
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7. Partnership: il fattore motivazione dietro allo sviluppo del turismo
sostenibile è particolarmente importante per le destinazioni turistiche
non tradizionali.
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8. Pianificazione strategica: elaborare una strategia turistica
globale che coinvolga tutti gli attori chiave è
fondamentale per sviluppare un prodotto turistico
sostenibile e di successo.
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9. Accessibilità: si differenzia dall’accesso per il fatto che è finalizzata
a presentare il patrimonio naturale e culturale di un’area in modo
comprensibile e piacevole per consentirne l’apprendimento da parte
dei turisti. Se la presentazione non è effettuata in modo appropriato,
è improbabile che il turista consigli l’area ad altri o
che sia sensibile alle esigenze di queste fragili risorse.
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10. Sostenibilità: infine, conservare il patrimonio naturale e culturale è
fondamentale per il turismo sostenibile. Per fare soltanto un esempio,
nel parco finlandese di Kuusamo, le autorità del parco stanno
negoziando una serie di accordi con prestatori di servizi disposti a
rispettare un severo codice di condotta ambientale.
Il parco nazionale sta inoltre esaminando la possibilità di offrire ai
Turisti l’opportunità di partecipare ad azioni di conservazione quali
la falciatura di campi, il ripristino di zone umide, la riforestazione ecc.
Dalle ricerche condotte emerge che esiste un piccolo mercato
potenziale per iniziative di questo tipo.