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“PROTEZIONE CIVILE EDUCATIONAL” - www.casaleinforma.it/pcivile 1 Esercitazione di Protezione Civile Volontari dei Gruppi Comunali di PC della Provincia di Lodi 13 Ottobre 2001 Tipo di esercitazione: Potabilizzazione dell’acqua e preparazione di alcune soluzioni disinfettanti. Durante le emergenze, la potabilizzazione dell’acqua, i processi di pulizia e la disinfezione sono fondamentali per la corretta gestione dei campi di accoglienza. La diffusione di patologie legate all’igiene tra gli ospiti del campo e tra i volontari che vi lavorano, possono portare alla crisi la stessa gestione del campo. La corretta informazione di tutti i volontari e appositi corsi di formazione per gli specialisti che si dovranno occupare di potabilizzazione e igiene, dovrebbero minimizzare i rischi legati a queste problematiche. Questo materiale è stato elaborato a scopo informativo/didattico e non è sostitutivo delle consulenze mediche. Qualsiasi attività presso i campi di accoglienza dovrà fare riferimento al medico coordinatore delle attività suddette designato dal Dipartimento di Protezione Civile o dal sistema sanitario nazionale (ASL). Obiettivo dell’esercitazione Testare la procedura per il controllo, la potabilizzazione dell’acqua e la gestione igienica dei servizi comuni durante le emergenze (cucine, mense, bagni) con particolare riferimento alla preparazione delle soluzioni per la pulizia, la disinfezione e alla verifica dopo il trattamento. Organizzazione dell’esercitazione L’esercitazione sarà suddivisa in 5 aree di lavoro, ognuna delle quali occuperà una squadra di volontari composta da circa 10 persone ciascuna. Nell’arco di mezza giornata, le squadre si alterneranno per eseguire a rotazione i 5 esercizi proposti. La formazione di piccole squadre di non più di 10 elementi ciascuna dovrebbe dare la possibilità ad ogni volontario di partecipare attivamente ad ogni esercitazione. Ogni esercizio sarà accompagnato da una scheda da compilare con risposte predefinite che dovrebbero facilitare il compito dei volontari. Esercitazioni proposte 1a esercitazione: Determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’acqua. 2a esercitazione: Potabilizzazione di una cisterna d’acqua con prodotti a base di ipoclorito. 3a esercitazione: Cos’è il pH e cosa influenza 4a esercitazione: Preparazione di soluzioni di disinfettanti a base di ipoclorito e quaternari. 5a esercitazione: Verifica della qualità dell’ipoclorito. 1.- Determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’acqua Lo scopo di questa esercitazione è di guidare gli addetti nella scelta delle fonti di rifornimento dell’acqua potabile per i campi di accoglienza durante le emergenze. Nel corso dell’esercitazione, ai volontari vengono forniti alcuni campioni di acqua con diverse caratteristiche e, tra questi, devono scegliere la fonte di rifornimento che, per le sue qualità, meglio si presta alla preparazione dell’acqua potabile. Questi test non sono esaustivi perché manca il controllo di alcuni parametri molto importanti quale l’analisi microbiologica ma, durante le

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Esercitazione di Protezione Civile Volontari dei Gruppi Comunali di PC della Provincia di Lodi

13 Ottobre 2001

Tipo di esercitazione: Potabilizzazione dell’acqua e preparazione di alcune soluzioni disinfettanti. Durante le emergenze, la potabilizzazione dell’acqua, i processi di pulizia e la disinfezione sono fondamentali per la corretta gestione dei campi di accoglienza. La diffusione di patologie legate all’igiene tra gli ospiti del campo e tra i volontari che vi lavorano, possono portare alla crisi la stessa gestione del campo. La corretta informazione di tutti i volontari e appositi corsi di formazione per gli specialisti che si dovranno occupare di potabilizzazione e igiene, dovrebbero minimizzare i rischi legati a queste problematiche. Questo materiale è stato elaborato a scopo informativo/didattico e non è sostitutivo delle consulenze mediche. Qualsiasi attività presso i campi di accoglienza dovrà fare riferimento al medico coordinatore delle attività suddette designato dal Dipartimento di Protezione Civile o dal sistema sanitario nazionale (ASL). Obiettivo dell’esercitazione Testare la procedura per il controllo, la potabilizzazione dell’acqua e la gestione igienica dei servizi comuni durante le emergenze (cucine, mense, bagni) con particolare riferimento alla preparazione delle soluzioni per la pulizia, la disinfezione e alla verifica dopo il trattamento. Organizzazione dell’esercitazione L’esercitazione sarà suddivisa in 5 aree di lavoro, ognuna delle quali occuperà una squadra di volontari composta da circa 10 persone ciascuna. Nell’arco di mezza giornata, le squadre si alterneranno per eseguire a rotazione i 5 esercizi proposti. La formazione di piccole squadre di non più di 10 elementi ciascuna dovrebbe dare la possibilità ad ogni volontario di partecipare attivamente ad ogni esercitazione. Ogni esercizio sarà accompagnato da una scheda da compilare con risposte predefinite che dovrebbero facilitare il compito dei volontari. Esercitazioni proposte 1a esercitazione: Determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’acqua. 2a esercitazione: Potabilizzazione di una cisterna d’acqua con prodotti a base di ipoclorito. 3a esercitazione: Cos’è il pH e cosa influenza 4a esercitazione: Preparazione di soluzioni di disinfettanti a base di ipoclorito e quaternari. 5a esercitazione: Verifica della qualità dell’ipoclorito. 1.- Determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’acqua Lo scopo di questa esercitazione è di guidare gli addetti nella scelta delle fonti di rifornimento dell’acqua potabile per i campi di accoglienza durante le emergenze. Nel corso dell’esercitazione, ai volontari vengono forniti alcuni campioni di acqua con diverse caratteristiche e, tra questi, devono scegliere la fonte di rifornimento che, per le sue qualità, meglio si presta alla preparazione dell’acqua potabile. Questi test non sono esaustivi perché manca il controllo di alcuni parametri molto importanti quale l’analisi microbiologica ma, durante le

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emergenze, possono aumentare la probabilità di successo nella scelta della giusta fonte di approvvigionamento d’acqua. I parametri da controllare su ogni campione sono elencati di seguito:

• Temperatura • pH • Durezza in Gradi Francesi (°F) • Odori e sapori caratteristici (sapore salmastro, eccessiva durezza, opalescenza,

iridescenza, odore di acido solfidrico dalla caratteristica puzza di uova marce, composti azotati dal caratteristico odore di pesce marcio, ecc.)

• Colorazioni dovute all’eccessiva presenza di ferro e altri metalli in soluzione • Materiali in sospensione, opalescenza, torbidità.

Al termine dell’esercizio, sulla base dei dati riportati sulla scheda, i volontari dovranno indicare il campione di acqua con le migliori caratteristiche. 1a.- Materiali occorrenti: 1. Campioni dell’acqua da analizzare 2. Termometro 3. Kit per il test di pH 4. Scheda per il controllo dell’acqua 5. Vasetti porta campioni di vetro trasparente Il tempo previsto per questo esercizio è di 30 minuti 2.- Potabilizzazione dell’acqua Individuata la fonte di rifornimento di acqua con le caratteristiche adeguate, i volontari addetti alla potabilizzazione procederanno con un esercizio di clorazione di una cisterna d’acqua e il relativo controllo analitico del livello di cloro attivo presente. Il giusto livello di cloro nell’acqua è fondamentale perché se sottodosato si rischia di non poter ridurre la carica batterica sotto i limiti di pericolosità e, se sovradosato, si rischia di provocare disturbi a chi consuma l’acqua potabile stessa. L’esercitazione prevede le seguenti operazioni: 1. Preparazione delle soluzioni a concentrazione nota per clorare una cisterna d’acqua. 2. Clorazione di una cisterna d’acqua 3. Controllo del livello di cloro con apposito kit colorimetrico. 4. Controllo del pH 2a.- Materiali occorrenti • Taniche di plastica • 3 cisterne da un metro cubo riempite con acqua • cilindro graduato • calcolatrice portatile • kit per la determinazione del cloro • bottiglie di vetro o di plastica o flaconi di plastica o vasetti con coperchio • termometro per la misura della temperatura • provette e contagocce • Soluzione di ipoclorito (Amuchina, normale candeggina da supermercato (non profumata) o

ipoclorito al 15%. • Materiale di protezione: guanti di lattice e occhiali di sicurezza. Tempo previsto per l’esercitazione: 45 minuti

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3.- Cos’è il pH e cosa influenza Questo è un semplice esercizio che vorrebbe dare ai volontari un’idea di cos’è questo paramentro citato in mille occasioni (dal pH della pelle alle piogge acide) ma che rimane qualcosa di astratto per i non addetti ai lavori. Ai volontari verrà fornita una tabella con la scala di pH dove saranno riportate le caratteristiche delle soluzioni aventi il pH indicato (aggressività, corrosività, delicatezza, proprietà antibatteriche, ecc.). Oltre alla tabella sopra citata, verranno forniti alcuni prodotti di uso comune che sciolti o diluiti in acqua genereranno un certo pH della soluzione. Determinando il pH delle soluzioni così preparate con un apposito kit, i volontari potranno riportare il prodotto nella corrispondente casella di pH e valutarne le relative caratteristiche. 3a.- Materiali occorrenti • Tabella citata • Kit per la determinazione del pH • Bicchieri o vasi di vetro per la preparazione delle soluzioni • Tanica di acqua potabile • Campioni da testare: acido muriatico, ammoniaca, sale da cucina, bicarbonato, soda Solvay,

succo di limone, aceto, detergente per piatti, detergente per pavimenti, idraulico liquido, prodotti per pulire il water, acqua potabile, ecc.

Tempo previsto per l’esercitazione: 30 minuti 4.- Preparazione di soluzioni di disinfettanti I volontari dovranno calcolare e preparare soluzioni a contenuto noto di disinfettanti per disinfettare i piani di lavoro della cucina e le stoviglie utilizzate per preparare i pasti. In particolare verrà chiesto loro di preparare una soluzione da 500 ppm di cloro attivo per trattare i piani di lavoro e le stoviglie e una soluzione di sali di ammonio quaternario seguendo le istruzioni del produttore per preparare una soluzione disinfettante. a.- Materiale occorrente • Cilindro graduato • Calcolatrice tascabile • Secchi e bacinelle • Ipoclorito commerciale al 5% di cloro attivo e un detergente a base di quaternario Tempo previsto per l’esercitazione: 20 minuti 5.- Verifica della qualità dell’ipoclorito Spesso i materiali utilizzati durante le emergenze non vengono conservati in modo adeguato da garantirne l’efficacia nel tempo. L’ipoclorito di sodio è particolarmente instabile se conservato in modo non corretto (alla luce diretta del sole, a temperatura elevata, ecc.) per cui, al momento dell’uso, il prodotto non è in grado di garantire le prestazioni richieste. Esistono alcuni test qualitativi molto semplici per verificare se un prodotto contenente cloro attivo è in grado di svolgere i compiti richiesti. Durante l’esercitazione i volontari verificheranno le condizioni di una soluzione di ipoclorito con uno di questi test.

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5a.- Materiale occorrente • Prodotto a base di ipoclorito • Soluzione di acqua ossigenata al 3 o al 5%. • Occhiali di sicurezza • Un vasetto di vetro pulito Tempo richiesto per l’esercitazione: 10 minuti

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Procedura

Determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’acqua

Scheda per la raccolta dei dati Siete responsabili del servizio di potabilizzazione dell’acqua in un campo profughi. Il coordinatore del campo vi sottopone i campioni di acqua prelevati da 5 sorgenti diverse che potrebbero essere utilizzate per l’approvvigionamento di acqua per i bisogni del campo. Analizzando i parametri indicati sotto, sapreste indicare il campione più adatto allo scopo?

Parametri da controllare

Risultati

Campione A

Campione B

Campione C

Campione D

Campione E

Aspetto Temperatura (°C) Durezza (°F) pH Odore Quale? Colore Quale? Materiale in sospensione

…………………… ………… ………… ………… SI - NO ………… SI - NO ………… SI - NO …………

……………………. ………… ………… ………… SI - NO ………… SI - NO ………… SI - NO …………

…………………… ………… ………… ………… SI - NO ………… SI - NO ………… SI - NO …………

…………………… ………… ………… ………… SI - NO ………… SI - NO ………… SI - NO …………

…………………… ………… ………… ………… SI - NO ………… SI - NO ………… SI - NO …………

Indicare il campione scelto e le motivazioni.

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Determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’acqua. Scheda per i coordinatori dell’esercizio.

A scopo esclusivamente didattico, i campioni da testare sono stati preparati volutamente con un eccesso di contaminanti per meglio evidenziarne le caratteristiche. E’ molto improbabile che, anche in caso di emergenza, simili campioni possano essere sottoposti ad un laboratorio per i controlli analitici a scopo di potabilizzazione. Materiali occorrenti per il test • Scheda per la raccolta dei dati • 5 bottiglie dell’acqua minerale in PET da 1.5 litri per i campioni da analizzare. • 5 vasetti di vetro con tappo • Kit per la misura del pH • Kit per la misura della durezza dell’acqua • Termometro per la misura della temperatura

Campioni da testare Campione A. Ricco di materiale organico Il campione di acqua è stato prelevato da un canale con acqua stagnante e ricco di vegetazione; parte di quest’ultima è in decomposizione. Preparazione del campione: raccogliere un campione da un canale o da uno stagno ricco di vegetazione. Per evidenziare meglio la presenza di materiale organico in decomposizione, aggiungere dell’acqua prelevata da un vaso dove sono stati immersi per alcuni giorni fiori, rami ed erbe. Campione B. Odore di acido solfidrico, ricca di sali e di precipitato Il campione di acque contiene tracce di solfuri (caratteristico odore di uova marce) e sali di calcio precipitati. Preparazione del campione: dosare 50-100 ml di acqua di Tabiano (sulfurea) nella bottiglia dove si conserva il campione. Riempire con acqua di rubinetto e miscelare. Campione C. Durezza elevata, iridescente per tracce di idrocarburi. Il campione ha un elevato contenuto di sali di calcio che ne aumenta la durezza: Inoltre, il campione, è stato contaminato con idrocarburi. Preparazione del campione: miscelare con acqua di rubinetto una bottiglia di acqua “minerale” con il residuo secco indicato sull’etichetta superiore a 1.5 g/litro fino a riempire la bottiglia del campione. In alternativa, aggiungere della polvere di marmo ad una bottiglia di acqua fortemente gasata. Tappare ermeticamente e lasciare riposare per alcune ore. Infine, toccare la superficie del campione con un baccetta di vetro o di plastica precedentemente immersa nella benzina. Miscelare. Campione D. Acqua potabile. Campione OK Preparazione del campione: riempire la bottiglia porta campioni con acqua di rubinetto. Campione E. Odore amminico con depositi scuri e tracce di schiuma. Il campione contiene materiale organico in decomposizione in assenza di ossigeno; è ricco di sali di ferro ed è stato contaminato con tracce di detersivo. Preparazione del campione: riempire a metà la bottiglia del campione con acqua di rubinetto, aggiungere tracce di ammine, una goccia di una soluzione di sali di ferro (cloruro ferrico), tre gocce di una soluzione usata per il lavaggio dei piatti. Riempire con acqua distillata e miscelare.

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Procedura

Preparazione dell’acqua potabile Processo di clorazione con ipoclorito

Obiettivo Fornire una semplice procedura per la potabilizzazione dell’acqua con ipoclorito di sodio durante le emergenze che possa essere utilizzata anche da personale senza una preparazione tecnica specifica. Procedura Nella tabella sotto riportata vengono elencati i tipi di ipoclorito facilmente reperibili sul mercato che possono essere utilizzati per la preparazione dell’acqua potabile e il relativo dosaggio per preparare 1 metro cubo di acqua trattata alla concentrazione voluta. L’unità di misura del dosaggio di cloro attivo viene espressa in ppm (parti per milione, cioè mg per litro). Tipi di ipoclorito di sodio disponibile sul mercato: • Soluzione all’1% (Amuchina) • Soluzione al 5% (Normali candeggine non profumate) • Soluzione al 15% (Ipoclorito commerciale)

Volume di ipoclorito da dosare per preparare 1 metro cubo di acqua potabile alla concentrazione di cloro attivo desiderata.

Concentrazione dell’Ipoclorito commerciale ppm di Ipoclorito da dosare 1.0%

(Amuchina) 5.0%

Candeggina 15.0%

Ipoclorito

0.0 ppm

0.2 ppm

0.5 ppm

1.0 ppm

1.5 ppm

2.0 ppm

3.0 ppm

0 ml

20 ml

50 ml

100 ml

150 ml

200 ml

300 ml

0 ml

4 ml

10 ml

20 ml

30 ml

40 ml

60 ml

0 ml

1.33 ml

3.33 ml

6.66 ml

9.99 ml

13.32 ml

19.98 ml

Nota importante: per non complicare eccessivamente i calcoli, non si è tenuto conto della densità dall’ipoclorito di partenza per cui, durante il processo di clorazione, si tenderà a sovradosare leggermente il cloro attivo nell’acqua da trattare. Sovradosaggio che, in genere, viene ampiamente compensato dalla perdita di attivo nella materia prima dovuto alle condizioni di stoccaggio.

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Dopo aver individuato sulla tabella il volume di ipoclorito da dosare per la concentrazione voluta, moltiplicare tale valore per il numero totale di metri cubi d’acqua contenuti nella cisterna da trattare. Esempio: Dosare 0.5 ppm di cloro in una cisterna da 14 m3 di acqua partendo da ipoclorito commerciale al 5%.

10 ml (da tabella) x 14 m3 = 140 ml di ipoclorito da dosare. Appena determinato il volume occorrente di ipoclorito da dosare, è bene diluirlo preventivamente con acqua circa 5 volte il suo volume per diminuirne la densità ed evitare che si stratifichi in fondo alla cisterna. In questo caso aggiungere circa mezzo litro di acqua al campione e miscelare. Versare il campione preparato nella cisterna ed agitare (ricircolo, accelerate e frenate dell’autobotte, trasferimento da un cisterna in un’altra, ecc.) Attendere qualche minuto e procedere con la determinazione del cloro attivo nell’acqua preparata come illustrato sul Kit apposito (vedi pagine seguenti). Generalmente, a causa del consumo di cloro da parte dell’acqua trattata o perché l’ipoclorito di partenza aveva perso parte dell’attivo, il livello di cloro determinato risulta inferiore a quanto si voleva ottenere nel processo. Con un semplice calcolo, è possibile calcolare l’extra quantità di ipoclorito da dosare per raggiungere i valori teorici stabiliti. Riprendendo l’esempio riportato sopra: Valore teorico calcolato: 0.5 ppm Valore determinato con il Kit: 0.3 ppm

140 ml dosati x 0.5 ppm teorico --------------------------------------------------- = 233 ml

0.3 ppm trovate 233 ml – 140 ml già dosati = 93 ml di ipoclorito extra da dosare per ottenere un livello di ipoclorito pari al teorico. Ripetere il test con il Kit per verificare l’accuratezza dei calcoli eseguiti. Nota importante: un sottodosaggio di ipoclorito può non essere sufficiente ad uccidere eventuali germi patogeni presenti; un sovradosaggio dello stesso può causare problemi di sicurezza(nausea, vomito se bevuta, bruciore agli occhi durante la doccia, ecc.). Generalmente, nell’acqua potabile, vengono raccomandate 0.2 ppm di cloro che possono aumentare fino a 0.5 ppm nelle acque in cattive condizioni (sicura presenza di elevata carica batterica, presenza di sostanze che degradano il cloro, ecc.).

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Apparecchiatura occorrente • Kit per la determinazione del cloro attivo e del pH nell’acqua delle piscine • Cilindri graduati da 50, 100 e 250 ml (meglio se di plastica). • Contagocce in plastica. • Bicchieri graduati da 500 ml. • Taniche in PE o PP da 1 litro e da 5 litri. • Acqua ossigenata in soluzione al 3% o al 5%.

Procedura per la rimozione del cloro dall’acqua (ad uso esclusivo degli istruttori durante le esercitazioni) La procedura più efficace la neutralizzazione del cloro attivo residuo con acqua ossigenata. Il quantitativo di acqua ossigenata necessaria per neutralizzare il cloro attivo in 1 m3 di acqua trattata viene riportato sotto.

Moltiplicando il valore trovato per il numero di metri cubi della cisterna si determina la quantità totale di acqua ossigenata necessaria per neutralizzare tutto il cloro attivo.

(ppm di cloro determinato con il Kit) x 100 -------------------------------------------------------- = Volume di acqua ossigenata da dosare (Concentrazione dell’acqua ossigenata)

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Procedura

Cos’è il pH e cosa influenza

Scheda per la raccolta dei dati Questo è un semplice esercizio che vorrebbe dare ai volontari un’idea di cos’è questo paramentro citato in mille occasioni (dal pH della pelle alle piogge acide) ma che rimane qualcosa di astratto per i non addetti ai lavori. Nella tabella riportata sotto, vicino alla scala di pH, sono riportate le caratteristiche delle soluzioni acquose ai diversi pH (aggressività, corrosività, delicatezza, proprietà antibatteriche, ecc.). L’esercizio consiste nel riportare sulla tabella allegata il nome di alcuni prodotti di largo consumo in soluzione acquosa in corrispondenza del pH determinato.

Scala di

pH

14131211109876543210

Corrosivo

Corrosivo

Irritante

Irritante

Neutro

Leggermentealcalino

Caustico

Fortementecaustico

Leggermenteacido

Acido

Fortementeacido

Caratteristiche

Discretaattività

Antibatterica

Discretaattività

Antibatterica

Buona attivitàantibatterica

Buona attivitàantibatterica

Sostanzeclassificate

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PROCEDURA Determinare il pH dei campioni seguendo le modalità riportate sulla scheda e scrivere il risultato sulla tabella indicando il nome del campione sulla riga corrispondente al pH trovato. L’analisi deve essere effettuata intingendo la striscia indicatrice nella soluzione da analizzare. Attendere pochi secondi e leggere il risultato comparando i colori sviluppatisi con i riferimenti riportati sulla confezione stessa. Nel caso di un campione solido, troppo concentrato o viscoso, immergere la striscia in acqua distillata, quindi appoggiarla al campione solido o semisolido del quale si deve determinare il pH oppure sciogliere una piccola parte del campione in poca acqua e testare con la cartina. Un esempio di scala cromatica in funzione del pH è riportata sotto.

Lettura dei risultati e loro utilizzo La lettura del pH di una soluzione non è mai fine a se stessa. Il risultato ottenuto ci può servire per problemi di sicurezza o per sfruttarne le caratteristiche chimico fisiche della soluzione preparata.. La parte destra della tabella, riportata nella pagina precedente, ci permette di classificare le soluzioni controllate per poterne ricordare le caratteristiche nei giorni successivi senza dover ripetere la prova. Sicurezza E’ la parte più importante. Di solito i prodotti sono etichettati a norma di legge e, questo ci permette di assumere dei comportamenti di sicurezza adeguati. Una volta diluiti, tendiamo a considerare le soluzioni meno aggressive del prodotto tal quale e, spesso, le usiamo impropriamente.

• Nel caso in cui una soluzione abbia il pH nell’area della corrosività (tra 13 e 14 per prodotti alcalini o tra 0 e 2 per prodotti acidi) evitare il contatto diretto con la pelle e le mucose. Indossare sempre guanti di gomma e occhiali; evitare di respirare eventuali vapori.

• Nel caso in cui le soluzioni siano comprese nell’area della croce di S. Andrea, indossare i guanti durante il loro uso.

• In caso di contatto accidentale delle soluzioni con pelle o mucose, sciacquare abbondantemente con acqua corrente.

• In caso di contatto con gli occhi, risciacquare abbondantemente con acqua corrente e consultare il medico. Il medico deve essere consultato anche quando, in seguito a contatto e successivi risciacqui, si verificano arrossamenti o irritazioni della pelle.

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• La miscelazione di soluzioni di prodotti fortemente acidi e fortemente alcalini, ne provoca il loro surriscaldamento ed eventuali schizzi pericolosi.

• Non lasciare mai incustodite e alla portata dei bambini le soluzioni con le caratteristiche sopra citate.

Comportamento delle soluzioni nei confronti delle superfici. 1.- Soluzioni acide

• I prodotti acidi sono corrosivi nei confronti dei metalli, del marmo e delle pietre in genere. Risciacquare abbondantemente dopo l’uso se utilizzati sui metalli ed evitare accuratamente il contatto dei prodotti concentrati con le superfici di marmo.

• Queste soluzioni sono molto efficienti per la rimozione dei depositi calcarei e delle incrostazioni in genere. Ottimi per rimuovere lo sporco che, abitualmente si trova in bagno. Per aumentarne le proprietà bagnanti, aggiungere alle soluzioni alcune gocce di detergente per piatti.

• I prodotti acidi sono incompatibili con la candeggina. Il loro contatto sviluppa cloro: un gas molto tossico.

2.- Soluzioni alcaline

• I prodotti alcalini, in caso di contatto prolungato, possono deteriorare alcune superfici di plastica o materiali sintetici. Non sono corrosivi nei confronti dei metalli in genere.

• Hanno al proprietà di saponificare i grassi (scioglierli e trasformarli in sapone) e la capacità di solubilizzare le proteine. Di conseguenza, sono ottimi per la rimozione dello sporco grasso e in genere per lo sporco della cucina.

• Si possono rafforzare le proprietà disinfettanti di una soluzione alcalina aggiungendo acqua ossigenata.

• Non miscelare mai la candeggina con soluzioni contenenti ammoniaca; si generano composti pericolosi.

Nota.

• Le soluzioni acide ed alcaline, quando vengono miscelate tra loro, si neutralizzano a vicenda e diventano inefficaci.

• La loro efficacia pulente aumenta con l’aggiunta di piccole quantità di detergente che funziona come agente bagnante. Spesso esistono delle incompatibilità tra i detergenti e questi prodotti. Si raccomanda di seguire attentamente le istruzioni riportate sulle etichette.

• Curare con attenzione l’eliminazione delle soluzioni dopo l’uso. Evitare di creare danni o contaminazioni. Se possibile diluirle durante l’eliminazione e farle seguire da un risciacquo nel caso vengano scaricate attraverso il water.

Proprietà antibatteriche Durante le emergenze, in caso di carenza di prodotti disinfettanti, si possono utilizzare le soluzione a pH basso o elevato come prodotti disinfettanti. Naturalmente, la loro efficacia è inferiore ai prodotti specifici. Per ottenere buoni risultati, è consigliabile aumentarne i tempi di contatto. Fare attenzione alla loro corrosività, spesso attaccano le superfici trattate. Dopo l’uso, risciacquare accuratamente con acqua. Testare il pH può facilmente sfatare alcune credenze popolari per quanto riguarda le proprietà disinfettanti di alcune sostanze. Un esempio classico è il bicarbonato. Il suo pH è di circa 8 e le sue proprietà disinfettanti nei confronti di frutta e verdura sono praticamente nulle. Mentre, l’aggiunta di un po’ di acqua ossigenata ad una soluzione di soda Solvay può aumentare le proprietà antibatteriche della soluzione.

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Per ridurre la carica batterica di frutta e verdura è consigliabile il lavaggio accurato in acqua corrente. Nel caso sia particolarmente sporca, o si temono contaminazioni di prodotti chimici aggiungere all’acqua di lavaggio alcune gocce di detergente per lavare i piatti a mano. Lasciare in ammollo per qualche minuto e risciacquare abbondantemente sotto l’acqua corrente. L’eventuale carica batterica può essere ridotta con una soluzione diluita di ipoclorito (50-100 ppm). Vedere apposita scheda.

Materiali da testare Determinare il pH dei campioni seguendo le modalità riportate sulla scheda e scrivere il risultato sulla tabella indicando il nome del campione sulla riga corrispondente al pH trovato. L’analisi deve essere effettuata intingendo la striscia indicatrice nella soluzione da analizzare. Attendere pochi secondi e leggere il risultato comparando i colori sviluppatisi con i riferimenti riportati sulla confezione stessa. Nel caso di un campione solido, troppo concentrato o viscoso, immergere la striscia in acqua distillata, quindi appoggiarla al campione solido o semisolido del quale si deve determinare il pH. 1.- Succo di limone. Tagliare un limone a metà e spremere alcune gocce di succo sulla striscia indicatrice. Attendere alcuni secondi e leggere il risultato. 2.- Acqua di rubinetto. Intingere la striscia indicatrice nell’acqua da analizzare. Attendere alcuni secondi e leggere il risultato. 3.- Ammoniaca commerciale tal quale. Intingere la striscia indicatrice nel prodotto. Leggere il risultato 4.- Ammoniaca diluita. Preparare una soluzione di ammoniaca diluita come indicato sulla confezione dal produttore. Determinare il pH e indicarlo sulla scheda come “ammoniaca diluita”. 5.- Acido muriatico commerciale. Determinare il pH sul campione tal quale. 6.- Acido muriatico diluito. Preparare una soluzione diluita come indicato sulla confezione. Determinare il pH e riportare sulla tabella come "Ac. muriatico diluito”. 7.- Aceto. Determinare il pH sul prodotto tal quale 8.- Soda Solvay. Preparare una soluzione in acqua come indicato dal produttore e determinarne il pH. 9.- Detersivo per piatti. Bagnare la striscia in acqua quindi intingerla nel detergente e leggere il pH. 10.- Disincrostante per il WC. Determinare il pH sul prodotto tal quale. Se è viscoso (“denso”), bagnare la striscia in acqua prima di immergerla nel prodotto. 11.- Idraulico liquido. Come per il disincrostante per WC. 12.- Sodio Bicarbonato. Sciogliere un cucchiaino di polvere in un bicchiere di acqua e determinare il pH della soluzione.

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Procedura Preparazione di soluzioni disinfettanti a base di ipoclorito, quaternari e composti fenolici con l’obiettivo di essere in grado di preparare soluzioni adatte alla disinfezione di oggetti, superfici e, in alcuni casi, di alimenti.

Soluzioni a base di ipoclorito Nella tabella sotto riportata vengono elencati i tipi di ipoclorito facilmente reperibili sul mercato che possono essere utilizzati per la preparazione di soluzioni a base di cloro attivo adatte alla disinfezione (ppm = parti per milione = mg per litro). Ipoclorito disponibile sul mercato: • Soluzione all’1% (Amuchina) • Soluzione al 5% (Normali candeggine non profumate) • Soluzione al 15% (Ipoclorito commerciale concentrato)

Volume di ipoclorito da dosare per preparare 1 litro di soluzione disinfettante alla concentrazione di cloro attivo desiderata.

Concentrazione dell’Ipoclorito commerciale ppm di Ipoclorito

da dosare 1.0% (Amuchina)

5.0% Candeggina

15.0% Ipoclorito

1.0 ppm

50 ppm

500 ppm

1000 ppm

5000 ppm

1 ml

5 ml

50 ml

100 ml

500 ml

0 ml

1 ml

10 ml

20 ml

50 ml

0 ml

0.33 ml

3.33 ml

6.66 ml

33.3 ml

Dopo aver individuato sulla tabella il volume di ipoclorito da dosare per la concentrazione voluta, moltiplicare tale valore per il numero totale di litri di acqua da preparare. Esempio 1: Preparare 10 litri di una soluzione contenente 50 ppm di cloro per disinfettare le mele partendo da una soluzione di Amuchina all’1% di cloro

5 ml x 10 litri = 50 ml di ipoclorito da dosare. Immergere le mele nella soluzione e lasciare agire il cloro per 15 minuti. Consumare subito. Esempio 2: Preparare una bacinella di acqua (10 litri) per disinfettare le stoviglie della mensa contenete 500 ppm di cloro attivo partendo da una soluzione di candeggina al 5% di cloro attivo.

10 ml candeggina x 10 litri = 100 ml di ipoclorito da dosare

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Versare il quantitativo di ipoclorito calcolato nell’acqua, agitare per miscelare, immergere le stoviglie nella soluzione per 20 minuti. Risciacquare con acqua potabile e lasciare asciugare senza usare strofinacci. Test per verificare la presenza-assenza ci cloro attivo nella soluzione Procedere come indicato nello schema riportato sotto. L’analisi non è quantitativa ma qualitativa. Ci dice solo se il cloro attivo è presente (diventa nera) o assente (rimane bianca),

Test quantitativo per verificare il livello di Cloro attivo in soluzione Nel caso in cui si ritenga utile verificare il giusto livello di cloro attivo dosato (o residuo) in una soluzione disinfettante, può tornare utile il test con strisce indicatrici. Il campo di misura è compreso tra 4 e 120 ppm (4 e 120 mg/litro). • Se la soluzione è inclusa in questo campo, è sufficiente procedere come previsto dal test

direttamente sulla soluzione e leggere il risultato sulla scala cromatica riportata sulla scatola. • Nel caso in cui la concentrazione sia compresa tra 100 e 1000 ppm (100 e 1000 mg/litro), è

indispensabile procedere alla diluizione preventiva (1:10) della soluzione da controllare. In questo caso procedere come segue: 1. Con un cilindro graduato, prelevare 50 ml di acqua da controllare e diluirla a 500 ml (mezzo

litro) con acqua potabile. Miscelare e misurare immediatamente il livello di cloro. 2. Procedere come previsto dalla procedura per il test indicata sotto. 3. Il risultato si ottiene moltiplicando per 10 il valore trovato al punto precedente. • Nel caso in cui la concentrazione cloro attivo prevista sia compresa tra 1000 e 5000 ppm,

procedere con una diluizione preventiva della soluzione di 50 volte procedendo come segue: 1. Con un cilindro graduato, prelevare 20 ml di acqua da controllare e diluirla a 1000 ml (1 litro)

con acqua potabile. Miscelare e misurare immediatamente il livello di cloro. 2. Procedere come previsto dal test per il cloro e controllare il risultato sulla scala cromatica

riportata sulla scatola.

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3. Il risultato si ottiene moltiplicando per 50 il valore trovato al punto precedente. Per esempio: se il valore letto sulla striscia è di 40 ppm, il risultato sarà: 40 x 50 = 2000 ppm totali

Istruzioni per l’uso del kit per la determinazione del cloro attivo (Chlor test) a livelli compresi tra 0 e 120 ppm (mg/litro) 1.- Risciacquare il bicchierino con la soluzione da testare e riempirlo di acqua fino al segno (5 ml) 2.- Determinare il pH. Se è superiore a 9 aggiustarlo aggiungendo acido a gocce fino a stabilizzarlo tra 6 e 7. 3.- aggiungere il reagente 1 utilizzando il micro dosatore a forma di cucchiaino e sciogliere. 4.- Aggiungere 5 gocce del reagente 2 e agitare. 5.- Immediatamente immergere la striscia indicatrice per 30 secondi nella soluzione preparata. 6.- Togliere la striscia dalla soluzione e scrollare l’eccesso di liquido e confrontare il colore che si è sviluppato entro 10 secondi con la scala riportata sulla confezione.

Materiale disponibile nel Kit:

• Reagente 1 (flacone bianco) • Strisce con indicatore per la lettura del colore • Bicchiere graduato a 5 ml • Micro cucchiaino per dosare il reagente 1 • Reagente 2 (flacone nero)

0 4 12 40 120mg/litro di Cloro attivo (Cl2)

0 4 12 40 120mg/litro di Cloro attivo (Cl2)

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La confezione del Kit

Da ricordare • Il cloro attivo in soluzioni diluite è molto instabile. Utilizzare le soluzioni nel più breve tempo

possibile o rinnovarle in presenza di grosse quantità di sporco in soluzione. • L’esposizione alla luce diretta del sole provoca il veloce decadimento di cloro attivo nelle

soluzioni. • Non miscelare mai le soluzioni di candeggina con acqua ossigenata, acidi e ammoniaca. Nel

migliore dei casi si può inattivare l’azione battericida del cloro, nel peggiore dei casi si possono sviluppare gas tossici.

• Non lasciare le soluzioni a contatto con i metalli, si possono corrodere. Anche quando tutto il cloro attivo è stato completamente degradato, la soluzione che lo conteneva rimane corrosiva nei confronti dei metalli a causa della presenza del prodotto di degradazione: sodio cloruro o sale da cucina.

• La presenza di tracce di metalli (ruggine per esempio) provoca il rapido decadimento del cloro attivo della soluzione.

• Non utilizzare le soluzioni di ipoclorito per disinfettare l’esterno (muri, cortili, ecc.). Il cloro verrebbe rapidamente degradato prima che abbia raggiunto un’efficace disinfezione.

Soluzioni a base di quaternario • Preparare una soluzione di sali d’ammonio quaternario per lavare il pavimento della cucina

seguendo le istruzioni indicate dal produttore sull’etichetta. • In genere, a parità di concentrazione, i prodotti formulati sono più efficienti della materia prima

tal quale perchè contengono sostanze che esaltano le capacità biocida del quaternario. • Non utilizzare mai i sali d’ammonio quaternario per disinfettare alimenti e stoviglie che vanno a

diretto contatto con i cibi. • Non miscelare mai i quaternari con altri detersivi, verrebbero disattivati. • Se possibile, per aumentare l’efficacia della materia prima, alzare il pH della soluzione

aggiungendo della Soda Solvay o, meglio, del fosfati.

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• I quaternari non si degradano nel tempo per cui, se la soluzione iniziale è stata preparata accuratamente, non si rende necessario testarne il livello residuo.

Soluzioni a base di composti fenolici (Cresolina o simili) • Per preparare le soluzioni è necessario seguire le indicazioni del produttore. Di solito si raccomanda la preparazione di un’emulsione al 5% di prodotto in acqua. Diluire 50 ml di prodotto in un litro di acqua. Miscelare ed applicare. • I composti fenolici sono solo per uso esterno: cortili, muri, stalle, ecc. • Hanno un odore sgradevole e sono piuttosto tossici. • Evitare assolutamente il contatto con alimenti o con superfici ed oggetti che vanno a contatto

con alimenti. • Quando si maneggiano, indossare sempre indumenti protettivi (guanti sempre, maschera quando

si spruzzano con un nebulizzatore.) • Per ridurre la formazione di aerosols respirabili durante la nebulizzazione, si può aggiungere ad

una soluzione di 5 litri un grammo circa di gomma arabica preventivamente disciolta in acqua calda. In caso di emergenza, anche 2 o 3 caramelle gommose sciolte nella soluzione possono servire allo scopo.

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Procedura

Verifica della qualità dell’ipoclorito L’ipoclorito di sodio è il principio attivo delle candeggine. Si tratta di un composto chimico molto reattivo perciò instabile. Esso si degrada facilmente per influenza di fattori esterni molto comuni quali la luce del sole diretta, tracce di sporco, calore, ecc. Condizioni che si possono verificare facilmente durante le emergenze. Un semplice test qualitativo ci può dire se il cloro è ancora presente nelle soluzioni da utilizzare. Procedura. • In un bicchiere (o vasetto di vetro) porre alcune gocce di ipoclorito da controllare. • Aggiungere alcune gocce di una soluzione in acqua di un detergente per il lavaggio a mano dei

piatti. • Aggiungere con cautela alcune gocce di acqua ossigenata che si usa come disinfettante. • Se l’ipoclorito è ancora presente, si noterà uno sviluppo tumultuoso di gas (ossigeno). • Il detergente per piatti viene aggiunto per motivi di sicurezza. La generazione di gas (ossigeno)

durante la reazione, in presenza di detergente, produce schiuma riducendo eventuali schizzi di liquido fuori dal bicchiere.

Nota importante: durante questo test indossare gli occhiali di sicurezza per evitare schizzi di soluzione negli occhi Materiale necessario • Acqua ossigenata al 3 o al 5% • Bicchiere o vasetto di vetro • Contagocce • Occhiali di sicurezza • Detergente liquido per piatti