testo - nuovo corso di scienza politica di g. pasquino

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TESTO: NUOVO CORSO DI SCIENZA POLITICA di G. Pasquino CAPITOLO 1 - Natura ed evoluzione della scienza politica Politica: attività svolta da uomini e donne per tenere insieme un gruppo; per proteggerlo, organizzarlo e allargarlo; per scegliere chi prende decisioni e come; per distribuire risorse, prestigio, fama, valori. Scienza politica: studio delle attività con metodo scientifico (formula generalizzazioni e teorie che possono essere verificate e falsificate). vedi definizioni di Easton. L’evoluzione della Scienza politica come disciplina è difficile da delineare perchè: 1) la sua storia si intreccia con quelle di altre discipline (filosofia politica, storia delle dottrine e del pensiero politico, diritto costituzionale e sociologia); 2) l’oggetto di analisi (che cosa è politica?) e il metodo (che cosa è scienza?) vengono sempre ridefiniti , mano a mano che evolve la disciplina, alla ricerca della massima “scientificità ”. La scienza politica ha perciò origini antiche e recenti , e solo odiernamente le sue riflessioni sono diventate tanto specializzate da potersi differenziare dalle altre discipline. Dividere l’evoluzione della disciplina in pre-scientifica e scientifica, con l’individuazione di una data, rischia di sminuire l’apporto degli studiosi pre- scientifici. Gli oggetti d’analisi della scienza politica sono stati: il potere definizione in senso “politico” e distinzione dalle altre forme di potere, modalità di acquisizione e utilizzazione, concentrazione e distribuzione, origine e legittimità del suo esercizio; ha interessato le prime analisi classiche , da Machiavelli a Hobbes (come creare ordine politico attraverso il controllo del potere all’interno di confini ben definiti). lo Stato come crearlo pluralista (Locke), democratico (Toqueville e federalisti statunitensi), forte (Hegel), capace di assicurare compromesso fra le classi sociali (Kelsen), in grado di decidere in situazioni d’emergenza (Schmitt); gli studi erano influenzati da due distinte tradizioni analitiche 1] anglosassone = più attenzione ai processi sociali che alle configurazioni statuali e il diritto costituzionale non è considerato a vantaggio della prassi (common law); 2] continentale = studi istituzionali e forte dominanza del diritto costituzionale che costringe l’analisi entro i confini nazionali. la classe politica consolidatesi le formazioni statuali, gli studiosi analizzano le modalità di formazione, ricambio, sostituzione delle classi dirigenti (teorie pre-scientifiche di Mosca, Pareto, Michels; teoria delle elites). 1

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TESTO: NUOVO CORSO DI SCIENZA POLITICA

TESTO: NUOVO CORSO DI SCIENZA POLITICA

di G. Pasquino

CAPITOLO 1 - Natura ed evoluzione della scienza politica

Politica: attivit svolta da uomini e donne per tenere insieme un gruppo; per proteggerlo, organizzarlo e allargarlo; per scegliere chi prende decisioni e come; per distribuire risorse, prestigio, fama, valori.

Scienza politica: studio delle attivit con metodo scientifico (formula generalizzazioni e teorie che possono essere verificate e falsificate). ( vedi definizioni di Easton.

Levoluzione della Scienza politica come disciplina difficile da delineare perch:

1) la sua storia si intreccia con quelle di altre discipline (filosofia politica, storia delle dottrine e del pensiero politico, diritto costituzionale e sociologia);

2) loggetto di analisi (che cosa politica?) e il metodo (che cosa scienza?) vengono sempre ridefiniti, mano a mano che evolve la disciplina, alla ricerca della massima scientificit.

La scienza politica ha perci origini antiche e recenti, e solo odiernamente le sue riflessioni sono diventate tanto specializzate da potersi differenziare dalle altre discipline.

Dividere levoluzione della disciplina in pre-scientifica e scientifica, con lindividuazione di una data, rischia di sminuire lapporto degli studiosi pre-scientifici.

Gli oggetti danalisi della scienza politica sono stati:

il potere ( definizione in senso politico e distinzione dalle altre forme di potere, modalit di acquisizione e utilizzazione, concentrazione e distribuzione, origine e legittimit del suo esercizio;

ha interessato le prime analisi classiche, da Machiavelli a Hobbes (come creare ordine politico attraverso il controllo del potere allinterno di confini ben definiti).

lo Stato ( come crearlo pluralista (Locke), democratico (Toqueville e federalisti statunitensi), forte (Hegel), capace di assicurare compromesso fra le classi sociali (Kelsen), in grado di decidere in situazioni demergenza (Schmitt);

gli studi erano influenzati da due distinte tradizioni analitiche ( 1] anglosassone = pi attenzione ai processi sociali che alle configurazioni statuali e il diritto costituzionale non considerato a vantaggio della prassi (common law); 2] continentale = studi istituzionali e forte dominanza del diritto costituzionale che costringe lanalisi entro i confini nazionali.

la classe politica ( consolidatesi le formazioni statuali, gli studiosi analizzano le modalit di formazione, ricambio, sostituzione delle classi dirigenti (teorie pre-scientifiche di Mosca, Pareto, Michels; teoria delle elites).

il sistema politico ( dopo le esperienze del New Deal, dell nazismo e dello stalinismo nata la necessit di ridefinire loggetto di analisi, perch il potere oramai non poteva pi rimandare tautologicamente allo Stato e societ senza Stato manifestavano attivit politiche.

David Easton allora d una nuova definizione di politica** e propone unanalisi sistemica della politica, per analizzare le interazioni di tutti i componenti nel sistema e conseguenze ( modello di inputs e outputs*

Levoluzione del metodo danalisi:A lungo la fonte di tutti i dati fu la storia politica. Machiavelli fu il primo a introdurre losservazione e la descrizione oggettiva della realt effettuale.

Tra il XIX-XX sec. con la riv. scientifica si imitano le tecniche dindagine delle scienze naturali, fondate sul principio di causa-effetto. Max Weber (1920) fonda il metodo storico comparato e la sociologia che tiene conto del punto di vista dellattore.

La scienza politica per non riusciva ad affermarsi come scienza autonoma a causa 1) del fascismo e del nazismo, 2) alla spinta verso una unificazione di tutte le scienze sociali intorno ad un metodo condiviso.

Ottiene autonomia grazie al bisogno di unanalisi specificamente politologica sul New Deal (1933-1937), sul nazismo e sullo stalinismo.

Dal 1920 fu influenzata dal comportamentismo, dai contributi di Easton, dalle critiche di Almond e Powell.

Lirruzione sulla scena politica di nuovi Stati fuori dallarea occidentale cre forti problemi analitici, obbligando paradigmi meno etnocentrici.

Negli anni 60 si combinano lo studio delloggetto sviluppo politico + il metodo di studio metodo comparato.

Dalla fine del XX sec. c un pluralismo di approcci, tecniche, metodi, tematiche.

Oggi la sua autonomia ancora messa in questione dalleconomia politica con linterpretazione marxiana, che fa della politica mera sovrastruttura*Il modello di input/output per lanalisi sistemica di Easton.

Per Easton qualsiasi sistema politico ha 3 componenti:

1) comunit politica = tutti coloro sottoposti al regime; la componente che cambia pi raramente, con secessioni e annessioni, dando vita a nuovi sistemi politici (es. divorzio di velluto della Cecoslovacchia);

2) regime = insieme delle norme, regole, procedure e istituzioni; pu essere democratico, autoritario, totalitario; cambia raramente (ma non nel caso della Francia!); attenzione, il semplice cambiamento del sistema elettorale non individua un nuovo regime;

3) autorit = i detentori del potere politico, autorizzati dalle norme a produrre assegnazioni imperative di valori; nelle democrazie cambiano periodicamente.

Inputs ( domande e sostegni provenienti dalla societ;

Outputs ( sono gli inputs tradotti in risposte e decisioni.

Non c necessaria coincidenza fra Stato e sistema politico.

Il modello pu analizzare anche sottoinsiemi politici come i partiti e i sindacati.

**Politica, sistema politico, scienza politica per Easton

La politica assegnazione imperativa di valori per una societ e non pu essere espressa solo come potere o come Stato.

Perch non potere ( ci sono troppe forme di potere e bisogna perci specificare che cosa significa potere politico; il meropotere come oggetto di studio un ambito troppo vasto, invece il potere politico troppo limitato perch i conflitti sono caratterizzati da altri elementi come la collaborazione, la coalizione, il consenso.

Perch non Stato ( unorganizzazione recente che pu sparire; prima dello Stato esisteva politica e ci sar anche dopo di esso; c politica sia a livello inferiore che a livello superiore dello Stato.

Se la politica assegnazione di imperativa di valori per una societ, allora il legame dellattivit politica non necessariamente solo con una particolare organizzazione come lo Stato, ma si fa ovunque si assegnino valori (partiti, sindacati, parlamento, rapporti fra parlamento ed esecutivo...).

Il sistema politico un sistema di interazioni, astratte dalla totalit dei comportamenti sociali, attraverso la quali i valori vengono assegnati in modo imperativo per una societ, il luogo privilegiato della politica.

La scienza politica lo studio delle modalit (mutevoli) con le quali i diversi sistemi politici assegnano imperativamente i valori.

Comportamentismo

Easton nella sua ricerca di scientificit si avvicina al comportamentismo, pensiero nato e sviluppato in psicologia.

Il comportamentismo in politica

1) osservare e analizzare i comportamenti concreti degli attori politici;

2) ricorrere a tecniche specifiche come interviste, sondaggi dopinione, analisi del contenuto, simulazioni, quantificazioni.

I suoi obiettivi sono:

I generalizzare i comportamenti politici;

II verificare le generalizzazioni;

III elaborare nuove tecniche di osservazione, raccolta e interpretazione dei dati;

IV quantificare i dati;

V distinguere i valori dai fatti;

VI sistematizzare le conoscenze acquisite;

VII ottenere una scienza pura (= base solida dellapplicazione del sapere);

VIII integrare le nuove conoscenze delle altre scienze sociali, perch se la scienza politica le ignora, si indebolisce.

Lavvicinamento di Easton alle scienze naturali attraverso il comportamentismo porta a una rottura epistemologica, poich una scientificit sconosciuta ai precedenti cultori dellanalisi politica. In alcuni casi porta alliperfattualismo, raccolta disordinata e senza costrutto di dati, rischiando lautonomia della disciplina.

Critiche alla scienza politica odierna di Almond e PowellAlla fine dei 50, Gabriel Almond e Bingham Powell indicano i tre difetti fondamentali della scienza politica, specialmente statunitense:

1) provincialismo ( fare analisi concentrate solo su sistemi europei occidentali e democratici (GB, USA, DE, FR) e URSS;

2) descrittivismo ( descrivere le caratteristiche dei sistemi, senza elaborare ipotesi/generalizzazioni/comparazioni;

3) formalismo ( fare troppa attenzione alle variabili formali (istituzioni, norme, procedure) e ignorare il funzionamento reale dei sistemi politici.

Mentre Easton suggeriva scientificit e comportamentismo, essi suggerivano politica comparata e sviluppo politico.

Almond e Powell colgono nel segno per la scienza politica statunitense, ma meno per leuropea:

1) bench basate su contesti nazionali, cerano delle analisi non formalistiche (classe politica e partiti-Ostrogorski/Michels/Siegfried; procedure elettorali-Tingsten; analisi delle forme di governo-Friedrich/Finer);

2) in EU lanalisi formale pi significativa, poich lo Stato contava pi che in USA, nati senza passato feudale.

Oltre il comportamentismo

Alla fine del XX sec. la scienza politica era diventata

1) meno euro-americanocentrica;

2) pi realistica, al di l delle descrizioni formali-istituzionali;

3) pi precisa;

4) pi disponibile a teorizzare;

un insieme di diversi approcci, tecniche, metodi e tematiche.

Per ottenere criteri analitici precisi, ma elastici si combinano gli obiettivi del comportamentismo + cinque frammenti in cerca di unit individuati da Dahl, dopo il successo del comportamentismo.

I 5 frammenti sono:

1) quantificazione ( la battaglia per lintroduzione di queste tecniche in parte vinta, perch la diffidenza diminuita. Purtroppo la loro utilizzazione a volte fine a s stessa e non illuminano i problemi, perch slegate da teorizzazioni.

2) scienza politica empirica ( ricerca di regolarit nei comportamenti politici; dalla raccolta dei dati, elabora e verifica le generalizzazioni.

In generale la scienza politica ha sviluppato le tecniche empiriche di ricerca in tutte le loro varianti (interviste, sondaggi dopinione, raccolta di dati).

Due cambiamenti importanti:

I) ricomparsa del dibattito metodologico, su cosa sia davvero metodo scientifico;

II) affermazione della scienza politica empirica come obiettivo di fondo.

La scienza politica empirica non ha lobiettivo di creare una scienza pura, perch non si accontenta di descrivere/valutare solo lesistente, ma riceve molti stimoli verso lanalisi applicata. Si apre cos il settore delle analisi pubbliche.

Viene applicata nel settore elettorale, nel settore delle politiche pubbliche, nello studio delle istituzioni.

Settore elettorale ( si presta maggiormente ad interventi sulle regole per conseguire determinati risultati;

Settore delle politiche pubbliche ( si analizzano i processi decisionali, si individuano i partecipanti e le coalizioni, si valuta lincidenza dei policy(issue) networks sulle decisioni stesse;

Studio delle istituzioni ( detto anche ingegneria politica, il settore in cui la scienza politica opera come sapere applicabile.

3) luso della storia ( il problema non il metodo storiografico, ma lutilizzo del materiale nellanalisi politica. Odiernamente si preferisce lo studio diacronico.

4) rapporto fra policy making e teoria generale in scienza politica ( non esiste uninsanabile contraddizione fra policy making e teoria generale della politica: anche lattivit politica produce quesiti ai quali lo scienziato pu rispondere con teorizzazioni.

Dahl dice che: se lo studio della politica non nasce e non orientato da teorie generali coraggiose, anche se vulnerabili, esso sar destinato a cadere nella banalit. Lopinione condivisa, ma c lo scetticismo sulla possibilit di lanciare teorie coraggiose.

William Mitchell pensa che la teoria diventer sempre pi logico-deduttiva e matematica e che si far sempre pi grande uso della teoria economica, ossia indicava come risposta la political economy.

Political economy = studio che combina le variabili economiche e politiche;

- rilevati tanti inconvenienti nelle teorizzazioni in economia;

- inadeguato davanti a nuovi fenomeni;

- scarsa capacit predittiva.

Tuttavia c unindissolubile rapporto fra sfera politica ed economia.

5) speculazione teorica ( la scienza politica non ha fatto grandi passi in tale direzione, rimanendo cos criticabile.

Fare teoria politica in scienza politica.

Per fare speculazioni teoriche la scienza politica deve:

1) confrontarsi con la filosofia politica;

2) confrontarsi con i classici;

3) decidere che cos teoria politica, pi precisamente scegliere lapparato concettuale pi adatto.

Filosofia politica ( il suo pensiero contiene quattro conponenti significative:

I) ricerca della migliore forma di governo;

II) ricerca del fondamento dello Stato e giustificazione (o non) dellobbligo politico;

III) ricerca della natura della politica e distinzione tra politica e morale;

IV) analisi del linguaggio politico e metodologia della scienza politica.

Solo lultimo punto sincontra con la scienza politica. Gli altri 3 mancano di almeno 1 componente indispensabile a fondare una scienza politica empirica, che sono:

i avalutativit;

ii esplicativit;

iii verifica empirica. (classificazione di Bobbio)

La scienza politica, a differenza della filosofia politica ricerca puntigliosamente i fondamenti empirici delle sue prescrizioni con lapplicazione del metodo comparato.

Le diverse tradizioni di scienza politica nei paesi derivano da un certo modo di porsi rispetto alle componenti che Bobbio considera necessarie per il pensiero della filosofia politica.

Germania ( Stoicismo e idealismo tedesco + cultura segnata dal diritto e dal peso delle istituzioni = scienza politica che interpreta i fenomeni politici nella ricerca di una concezione totalizzante.

Lemancipazione iniziata da Weber e dalla scuola di Francoforte fu vanificata dal nazismo.

La rinascita port:

1) importazione di metodi e di interrogativi degli Stati Uniti (dalla diaspora degli studiosi tedeschi);

2) risorgere della tradizione indigena con teorie totalizzanti.

La teorizzazione tedesca ancora molto intensa anche se dirige verso lempirico.

Francia ( Forte tradizione di storia politica, poca ricerca empirica. Significative eccezioni con Grawitz e Leca.Gran Bretagna e Scandinavia ( Terreno fertile per la filosofia politica. Riscontro dei 3 presupposti di Bobbio e di riflessione sulla lingua e sul metodo; filosofia analitica (John Stuart Mill).Gli scandinavi uniscono le tradizioni culturali (analisi istituzionale) + cultura anglossassone (ricerca empirica e filosofia analitica) ( Stein Rokkan.Italia ( Interrotta dal fascismo; eterogenea e fragile; passato illustre con Mosca, Pareto, Michels.

Linfluenza del diritto e della filosofia idealistica ritardano levoluzione della scienza politica italiana.

Alla ricerca dellequilibrio fra ricerca empirica e teorizzazione.

Spagna ( ritorno democrazia = rigoglioso sviluppo della scienza politica con importanti teorizzazioni sul sistema politico da parte di studiosi formatisi allestero.

Stati Uniti ( scienza politica americana relativamente recente; praticata da un numero di studiosi pari alla somma degli altri paesi; in costante scrutinio; diverse tendenze e grandi diversit = difficile fare un giudizio sintetico.

Origini influenzate da:

1) formalismo giuridico tedesco in piccola parte; 2) dalla filosofia empirica-pragmatica di Dewey; 3) incontro con le altre scienze sociali (psicologia behaviorista).

In estrema sintesi la scienza politica americana empirica, orientata alla soluzione dei problemi politici pi urgenti (soprattutto nelle relazioni internazionali), poco inclini alla teorizzazione, legata al proprio modello democratico.

Il problema maggiore sar il superamento dellavalutativit, interpretata scorrettamente, cio laccettazione e riproposizione

acritica del modello americano di democrazia.

Rapporto con i classici ( Molto difficili; 2 tendenze:

1) messi da parte, sostenendo che s, hanno saputo sollevare interrogativi cruciali, ma i tempi, i luoghi, i metodi e le tecniche sono cambiati ed avvenuta una rottura epistemologica in tutte le scienze allinizio del XX sec., che separa nettamente i classici dalla odierna riflessione politologica;

2) si sostiene la possibilit di utilizzarli efficacemente, ma non si sa assegnare loro un ruolo ben definito.

In sintesi: la scienza politica non ha ancora trovato il modo di recuperare il pensiero dei classici, n di riformularne i contributi in modo da renderli pi utilizzabili.

Nasce cos una battaglia fra filosofi e scienziati della politica per la difesa dei confini disciplinari, rimane aperto il problema di cosa significhi davvero fare teoria politica nella scienza politica contemporanea.

Che cosa teoria politica? ( Non esiste unidea universalmente accettata.

1) x Weber ( teoria = insieme di empatia e comprensione = Verstehen;

2) x Kaplan (teoria positivistica) ( teoria = sistema di leggi di 2 tipi:

I) concatenate = le leggi che le compongono formano una rete di rapporti che producono un modulo (pattern) identificabile;

II) gerarchiche = leggi sono deduzioni da un piccolo insieme di principi fondamentali.

La maggioranza dei politologi ritiene possibile produrre teorie a medio raggio e non elaborare una teoria generale della politica; anche se molti cercano di tenere aperta la strada della teorizzazione generale.

Ma su quale concetto generale si deve teorizzare? Ci sono diversi apparati concettuali: teoria generale del potere, dello Stato, di sistema politico, di decisione, di heresthetics (studio della strategia di decisione + identificazione delle condizioni per un equilibrio delle preferenze).

Duello fra 2 prospettive dominanti:

1) neoistituzionalismo ( ha riscoperto il ruolo delle istituzioni sia formali, sia nei comportamenti ritualizzati (es. costrizioni e aspettative di ruolo);

2) scelta razionale ( accento sui comportamenti e sulle aspettative degli attori politici individuali.

A seconda del problema studiato, le formulazioni teoriche fanno riferimento ad apparati concettuali diversi.

Lutilit della scienza politica

1) Risponde alle perenni domande concernenti i temi della democrazia, della giustizia sociale, della costruzione della pace;

cerca di porsi gli interrogativi in modo da costruire risposte falsificabili;

2) pervenire ai regimi democratici: I politologi contemporanei condividono in maggioranza la democrazia come forma di governo;

la scienza politica maturata con il pieno riconoscimento della multilinearit dei processi per pervenire ai regimi democratici e alla valorizzazione della diversit degli assetti possibili;

3) formulare e sistematizzare conoscenze specifiche in materia di fenomeni politici/istituzioni/movimenti/processi/comportamenti;

4) introdurre cambiamenti desiderabili: consapevolezza che il funzionamento dei sistemi politici non pu essere spiegato in maniera soddisfacente da chi non possiede le tecniche analitiche specifiche.

CAPITOLO 2 - Metodi di analisi

Considerazioni preliminari

Studiare i comportamenti delle donne e degli uomini nelle associazioni pi complicato perch apprendono spesso qualcosa dai loro comportamenti e possono se vogliono cambiarli.

I comportamenti nuovi, nati in risposta a nuovi problemi, possono essere studiati con redifinizioni delle vecchie teorie.

La pluralit dei metodi analitici

Molteplici fenomeni = molteplici metodi, alcuni specifici per certi, altri invece inappropriati, pi metodi sono applicabili allo studio dello stesso fenomeno.

Lijphart distingue 3 tipi di metodi esclusivi per fare ricerca e teorizzazione in scienza politica:

1) metodo sperimentale = si presta a poche possibilit applicative;

2) metodo comparato = se i casi sono pochi, e le variabili molte; ovviamente si riducono il numero di variabili; adatto allo studio di sistemi politici;

3) metodo statistico = si applica quando si hanno molti casi e variabili pure. Secondo Pasquino, il metodo statistico non ha unautonomia precisa, ma una tecnica, che pu essere utilizzata sia nellosservazione partecipante, sia nel metodo sperimentale e sia nel comparato, se ci sono molti casi.

Ai tre metodi tradizionali Pasquino ha aggiunto il metodo di osservazione partecipante = possibile solo nei fenomeni che tollerino la presenza fisica dello studioso come osservatore.

La scelta di un metodo non preclude necessariamente gli altri tre.Lijphart ha rivisto la sua classificazione e ha considerato il metodo comparato come un metodo statistico in condizioni sfavorevoli, ma migliorabili.

Metodo osservazione partecipante: approfondimento + esempi

Vantaggi:

1) attraverso la partecipazione in prima persona, si ottiene una massa di materiale impossibile da ottenere per un osservatore esterno;

2) lo studioso sa quali info cercare e a chi rivolgersi per ottenerle;

Svantaggi:

1) loggetto dellosservazione non pu essere un intero sistema politico, ma solo il fenomeno di un sottosistema;

2) losservatore rischia di essere coinvolto politicamente ed emotivamente nei fenomeni e rischia di partecipare, perch prova simpatia per il fenomeno: lo studioso deve evitare il coinvolgimento diretto/personale per garantire la validit della sua ricerca;

3) losservazione partecipante applicabile ad un solo caso per volta: lo studioso potr ripetere lo studio del caso in tempo posteriore e fare ua comparazione diacronica oppure analizzare un altro caso dello stesso periodo.

Esempio della ricerca di Michelsstudio del partito socialdemocratico tedesco del 1911, fatto per rispondere alla domanda la democrazia possibile e realizzabile?

3 premesse:

I la democrazia fondata sui partiti;

II se i partiti non sono democratici improbabile che si affermi nel sistema politico;

III cruciale che il partito socialdemocratico che combatte per la democrazia abbia una struttura democratica.

Michels analizza i) la distribuzione/concentrazione del potere allinterno del partito;

ii) la selezione dei dirigenti;

iii) la produzione delle decisioni.

Risultato ( Il partito socialdemocratico tedesco era un grande partito di massa e aveva bisogno di un apparato permanente che richiedeva funzionari stipendiati a tempo pieno. I funzionari in posizione centrale allorganizzazione, controllavano il flusso delle info, decidevano i temi dellagenda del partito, influenzavano le preferenze dei membri.

Nel corso del tempo, il loro interesse principale diventava il mantenimento delle loro cariche e del potere nel partito.

Conclusione ( Legge ferrea delloligarchia = il meccanismo dellorganizzazione, mentre crea una solida struttura, provoca nella massa organizzata la divisione di due sottopartiti: una minoranza dirigente ed una maggioranza diretta dalla prima.

Se il partito che combatte per la democrazia non democratico, allora non c speranza che la democrazia si affermi nel sistema politico.

Lerrore di Michels nella formulazione della legge e nella conclusione:

1) formula la legge, senza verificarla con lo studio di altre organizzazioni;

2) dal sottosistema applica la legge al sistema politico.

Sartori critica il salto analitico, a suo parere la democrazia si afferma grazie alla libera competizione elettorale fra partiti, a prescindere dalla loro democraticit interna.

Procedimento scientifico usato:

1) selezione sulla base di unipotesi, di un caso specifico (cruciale);

2) raccolta dati, attraverso losservazione partecipante;

3) formulazione elegante e parsimoniosa di una legge verificabile empiricamente.

La legge ferrea delle oligarchie stata poi verificata negli studi del sindacato americano dei tipografi e della CDU berlinese 1950/60.

Esempio della ricerca di HellmannStudio sulle reazioni del partito comunista di Torino alla proposta del compromesso storico del 1976/78.

Domanda ( Quanto e come pu una struttura accentrata, abituata ad opporsi alla DC, trasformarsi in una struttura di governo flessibile e disposta alla collaborazione con la DC?

Limperativo di collaborare porta a ci che oggi si dice crisi terminale: in un partito accentrato, gerarchizzato e senza spazio al dissenso, va in crisi quando fallisce la strategia del centro, perch manca una posizione di ripiego in grado di ridefinire la strategia del partito.

Studio di casi singoli: casi devianti dalla legge ferrea delloligarchia

Il caso del sindacato americano International Typographical Union, (studiato da Seymur, Lipset, Trow, Coleman) deviante ( la ITU democratica:

a) non esiste un gruppo stabile, e nel momento del rinnovo delle cariche si affrontano 2 liste di candidati;

b) le preferenze degli iscritti sono seriamente prese in considerazione da chi ha ottenuto le cariche, perch sanno che il loro potere dipende dalla capacit di soddisfare le loro preferenze.

c) sono tutti tipografi: le differenze fra i membri erano limitate;

d) chi perdeva le cariche non subiva un trauma di perdita di status, perch ritornava al proprio lavoro.

Le variabili favorevoli alla democrazia:

1) tutti avevano un livello distruzione medio-alto;

2) tutti erano ben informati sui problemi del loro mestiere;

3) non esistono privilegi lavorativi per chi occupa cariche elettive, perci non ci sono tentativi per mantenere le cariche oltre il tempo previsto.

La legge ferrea delloligarchia non viene confutata, ma ridefinita: a determinate condizioni la democrazia si afferma nelle organizzazioni.

Il caso della CDU di Berlino dal 1950/60 (studiato da Mayntz), indirettamente verifica la legge di Michels (non viene smentita, ma neanche corroborata).

La struttura del partito era permeabile e lunico funzionario a tempo pieno non cercava di accumulare potere a scapito dei dirigenti eletti, perch il partito non aveva molto potere da conquistare e distribuire; perci

1) le lotte interne erano inesistenti;

2) le manipolazioni degli iscritti irrilevanti;

Se democrazia anche apertura del partito allesterno e possibilit degli iscritti di controllare loperato dei dirigenti, allora la CDU non era abbastanza democratica: gli iscritti contavano poco, perch non si attivavano e i dirigenti non desideravano attivarli.

Il metodo comparato

Considerazioni preliminari

Studiare i comportamenti delle donne e degli uomini nelle associazioni pi complicato perch apprendono spesso qualcosa dai loro comportamenti e possono se vogliono cambiarli.

I comportamenti nuovi, nati in risposta a nuovi problemi, possono essere studiati con redifinizioni delle vecchie teorie.

La pluralit dei metodi analitici

Molteplici fenomeni = molteplici metodi, alcuni specifici per certi, altri invece inappropriati, pi metodi sono applicabili allo studio dello stesso fenomeno.

Lijphart distingue 3 tipi di metodi esclusivi per fare ricerca e teorizzazione in scienza politica:

4) metodo sperimentale = si presta a poche possibilit applicative;

5) metodo comparato = se i casi sono pochi, e le variabili molte; ovviamente si riducono il numero di variabili; adatto allo studio di sistemi politici;

6) metodo statistico = si applica quando si hanno molti casi e variabili pure. Secondo Pasquino, il metodo statistico non ha unautonomia precisa, ma una tecnica, che pu essere utilizzata sia nellosservazione partecipante, sia nel metodo sperimentale e sia nel comparato, se ci sono molti casi.

Ai tre metodi tradizionali Pasquino ha aggiunto il metodo di osservazione partecipante = possibile solo nei fenomeni che tollerino la presenza fisica dello studioso come osservatore.

La scelta di un metodo non preclude necessariamente gli altri tre.

Lijphart ha rivisto la sua classificazione e ha considerato il metodo comparato come un metodo statistico in condizioni sfavorevoli, ma migliorabili.

Metodo osservazione partecipante: approfondimento + esempi

Vantaggi:

3) attraverso la partecipazione in prima persona, si ottiene una massa di materiale impossibile da ottenere per un osservatore esterno;

4) lo studioso sa quali info cercare e a chi rivolgersi per ottenerle;

Svantaggi:

4) loggetto dellosservazione non pu essere un intero sistema politico, ma solo il fenomeno di un sottosistema;

5) losservatore rischia di essere coinvolto politicamente ed emotivamente nei fenomeni e rischia di partecipare, perch prova simpatia per il fenomeno: lo studioso deve evitare il coinvolgimento diretto/personale per garantire la validit della sua ricerca;

6) losservazione partecipante applicabile ad un solo caso per volta: lo studioso potr ripetere lo studio del caso in tempo posteriore e fare ua comparazione diacronica oppure analizzare un altro caso dello stesso periodo.

Esempio della ricerca di Michels

studio del partito socialdemocratico tedesco del 1911, fatto per rispondere alla domanda la democrazia possibile e realizzabile?

3 premesse:

I la democrazia fondata sui partiti;

II se i partiti non sono democratici improbabile che si affermi nel sistema politico;

III cruciale che il partito socialdemocratico che combatte per la democrazia abbia una struttura democratica.

Michels analizza i) la distribuzione/concentrazione del potere allinterno del partito;

ii) la selezione dei dirigenti;

iii) la produzione delle decisioni.

Risultato ( Il partito socialdemocratico tedesco era un grande partito di massa e aveva bisogno di un apparato permanente che richiedeva funzionari stipendiati a tempo pieno. I funzionari in posizione centrale allorganizzazione, controllavano il flusso delle info, decidevano i temi dellagenda del partito, influenzavano le preferenze dei membri.

Nel corso del tempo, il loro interesse principale diventava il mantenimento delle loro cariche e del potere nel partito.

Conclusione ( Legge ferrea delloligarchia = il meccanismo dellorganizzazione, mentre crea una solida struttura, provoca nella massa organizzata la divisione di due sottopartiti: una minoranza dirigente ed una maggioranza diretta dalla prima.

Se il partito che combatte per la democrazia non democratico, allora non c speranza che la democrazia si affermi nel sistema politico.

Lerrore di Michels nella formulazione della legge e nella conclusione:

1) formula la legge, senza verificarla con lo studio di altre organizzazioni;

2) dal sottosistema applica la legge al sistema politico.

Sartori critica il salto analitico, a suo parere la democrazia si afferma grazie alla libera competizione elettorale fra partiti, a prescindere dalla loro democraticit interna.

Procedimento scientifico usato:

4) selezione sulla base di unipotesi, di un caso specifico (cruciale);

5) raccolta dati, attraverso losservazione partecipante;

6) formulazione elegante e parsimoniosa di una legge verificabile empiricamente.

La legge ferrea delle oligarchie stata poi verificata negli studi del sindacato americano dei tipografi e della CDU berlinese 1950/60.

Esempio della ricerca di Hellmann

Studio sulle reazioni del partito comunista di Torino alla proposta del compromesso storico del 1976/78.

Domanda ( Quanto e come pu una struttura accentrata, abituata ad opporsi alla DC, trasformarsi in una struttura di governo flessibile e disposta alla collaborazione con la DC?

Limperativo di collaborare porta a ci che oggi si dice crisi terminale: in un partito accentrato, gerarchizzato e senza spazio al dissenso, va in crisi quando fallisce la strategia del centro, perch manca una posizione di ripiego in grado di ridefinire la strategia del partito.

Studio di casi singoli: casi devianti dalla legge ferrea delloligarchia

Il caso del sindacato americano International Typographical Union, (studiato da Seymur, Lipset, Trow, Coleman) deviante ( la ITU democratica:

a) non esiste un gruppo stabile, e nel momento del rinnovo delle cariche si affrontano 2 liste di candidati;

b) le preferenze degli iscritti sono seriamente prese in considerazione da chi ha ottenuto le cariche, perch sanno che il loro potere dipende dalla capacit di soddisfare le loro preferenze.

c) sono tutti tipografi: le differenze fra i membri erano limitate;

d) chi perdeva le cariche non subiva un trauma di perdita di status, perch ritornava al proprio lavoro.

Le variabili favorevoli alla democrazia:

4) tutti avevano un livello distruzione medio-alto;

5) tutti erano ben informati sui problemi del loro mestiere;

6) non esistono privilegi lavorativi per chi occupa cariche elettive, perci non ci sono tentativi per mantenere le cariche oltre il tempo previsto.

La legge ferrea delloligarchia non viene confutata, ma ridefinita: a determinate condizioni la democrazia si afferma nelle organizzazioni.

Il caso della CDU di Berlino dal 1950/60 (studiato da Mayntz), indirettamente verifica la legge di Michels (non viene smentita, ma neanche corroborata).

La struttura del partito era permeabile e lunico funzionario a tempo pieno non cercava di accumulare potere a scapito dei dirigenti eletti, perch il partito non aveva molto potere da conquistare e distribuire; perci

3) le lotte interne erano inesistenti;

4) le manipolazioni degli iscritti irrilevanti;

Se democrazia anche apertura del partito allesterno e possibilit degli iscritti di controllare loperato dei dirigenti, allora la CDU non era abbastanza democratica: gli iscritti contavano poco, perch non si attivavano e i dirigenti non desideravano attivarli.

Il metodo comparato

Spesso si fanno comparazioni implicite per capire le differenze e similarit fra i fenomeni politici.

Sartori dice che paragonare serve a controllare se una generalizzazione tiene a fronte dei casi ai quali si applica.

Il controllo consente dopo di imparare e spiegare.

Il metodo storico comparato una variante del metodo comparato sincronico, molto usato nelle scienze sociali.

Esempi di ricerche con metodo comparato

( Gabriel Almond fu un pioniere dellanalisi comparata. Classific i sistemi politici basandosi su due insiemi di variabili:

a) cultura politica; b) strutture di ruolo;

individuando 4 grandi categorie.

Con questa classificazione sottolinea lo stretto rapporto tra1) cultura politica omogenea secolare + struttura di ruolo basata sulla diffusione del potere = stabilit politica dei sistemi anglo-americani;2) cultura politica eterogenea e frammentata + struttura di ruolo inserita in contesti ideologici = instabilit dei sistemi continentali.

Questa analisi oggi risulta ingenua e insoddisfacente, ma stimol la ricerca sulla cultura politica civica e sulla democrazia.

Motivi di insoddisfazione: le categorie non sono esaustive ed esclusive (non sa dove collocare i paesi scandinavi e la categoria dei sistemi politici pre-industriali residuale)

( ricerca The Civic Culture di Almond e VerbaRendendosi conto delle inadeguatezze del tentativo, Almond, assieme a Verba, fa uno studio comparato sulla cultura politica dei cittadini di 5 nazioni (USA, GB, Ger, Ita, Messico).

Le 4 variabili dello studio sono:

1) orientamento dei cittadini nei confronti del sistema politico in quanto tale;

2) loro conoscenza delle modalit per esprimere domande/sostegni;

3) di produzione e influenza delle decisioni;

4) loro conoscenza sul loro specifico ruolo di cittadini.

Risultano 3 configurazioni di cultura politica:

I) provinciali = sanno quasi niente di politica;

II) sudditi = riconoscono il peso del sistema politico sulla loro vita;

III) partecipanti = sanno abbastanza del sistema politico e del ruolo che vi possono svolgere.

Gli orientamenti del sistema politico sono influenzati da elementi a) cognitivi; b) affettivi; c) valutativi; variabili indipendenti che delineano 3 configurazioni di cultura politica (accettazione, apatia, alienazione, dette variabili intervenienti).

I 3 diversi tipi di democrazie (stabile, statica, sfidata) sono variabili dipendenti.

Il pregio della griglia costruita che:

1) consente di estendere lanalisi ad altri sistemi politici;

2) coglie i cambiamenti nella qualit della democrazia a seconda dei cambiamenti politici dei cittadini.

Siccome il numero dei casi limitato a cinque, ma le variabili sono molte e i dati derivano da 5000 interviste, il metodo dindagine comparato, ma lelaborazione dei dati statistica.

George Tsebelis, insoddisfatto della tradizionale bipartizione, fa una classificazione delle forme di governo in base alla loro capacit decisionale ed efficienza.

La variabili indipendenti analizzate sono:1) il numero di veto players (che cambiano a seconda degli esiti elettorali);

2) la loro posizione nel processo decisionale.

La variabile dipendente lesito decisionale.

Pasquino introduce nella tabella anche i sistemi semi-presidenziali + un esempio specifico di sistema politico per ogni sistema di governo.

Ci sono 2 tipi di veto players:

1) attori istituzionali = presidenti, primi ministri, parlamenti; 2) attori partitici.

A seconda del numero di veto players si pu stilare una graduatoria delle capacit decisionali (es.GB FR USA ITA 1993).

I 3 esempi sono accomunati dal fatto che sono whole system analysis e dallo studio sincronico;

siccome sono stati prodotti in tempi diversi, osservarli ci mostra lo sviluppo del metodo comparato:

a) lanalisi di Almond molto teorica, ma estesa a tutti i sistemi politici;

b) lanalisi in The Civic Culture deriva dalla teoria, ma orientata per la verifica empirica;

c) con Tsebelis, siamo a un livello intermedio.

Sincronico = fotografare in uno specifico periodo alcune situazioni e spiegarle analizzando variabili esogene ed endogene;

Diacronico = analizzare le differenze fra fenomeni e sistemi politici nellarco di un certo periodo di tempo.

Consente di aumentare i casi senza aumentare le variabili.

Le comparazioni diacroniche, siccome si sviluppano nello stesso ambiente politico e sociale, usufruiscono della clausola coeteris paribus = danno per scontato lininfluenza di un certo numero di fattori, e le differenze fra i casi sono attribuite alle variazioni nei modelli costituzionali (regimi) e alla loro incidenza sul funzionamento del sistema.

La complessit delle comparazioni di differenze fra sistemi (sia diacroniche che sincroniche) pu essere ridotta comparando sistemi pi simili.Esempi di studio di casi diversi

( Dowse analizza i fattori politici e i partiti che hanno influenzato i processi di modernizzazione dellURSS e del Ghana, sistemi politici diversissimi fra loro, che hanno in comune solo lesistenza di un partito unico.Le differenze desito derivano dal tipo di struttura e di potere del partito unico.

( Studio comparato diacronico di Turchia e Giappone (Ward e Rustow): entrambi casi di modernizzazione dallalto con gradi diversi di successo e apertura democratica. Le variabili studiate erano la natura/potere/capacit delle due lite modernizzanti.

Comparazioni implicite: comparazioni molto frequenti e fatte inconsapevolmente per migliorare la comprensione del fenomeno studiato; per tale ragione fanno parte della categoria studio di casi.Gli studi di casi

Eckstein classifica i diversi tipi di studio di casi, nel modo pi generale possibile, per cogliere le differenze fra i diversi tipi e individuare le ricerche fatte per ciascun studio di caso (vedi schema).

La maggior parte degli studi su singoli sistemi politici nazionali collocabile negli studi ideografico/descrittivi.

Spesso gli studiosi cercano di rendere interessante la loro ricerca del singolo paese argomentandone leccezionalit.

Ci esclude le possibilit di comparazione e rende difficile la formulazione di generalizzazioni da sottoporre a verifica.

Eccezionalit per Lipset = particolare combinazione di storia, credenze e valori non riscontrabili in nessun altro sistema politico.

Lo studio euristico (thick description) = raccolta meticolosa di dati + esposizione di tutti i possibili significati; si applica nei casi complessi senza dati e generalizzazioni di base, per ottenere una descrizione particolareggiata.

Il suo iniziatore fu Clifford Geertz, antropologo.

Esempio di caso in parte euristico

Putnam fa una ricerca sulle regioni italiane, per studiare la natura della democrazia.

uno studio in parte interpretativo, perch fa una comparazione diacronica fra il gruppo di regioni meridionali e centro-nord.

Variabile indipendente ( tradizioni civiche = comportamenti che conducono alla cooperazione fra cittadini o la ostacolano.

Variabile dipendente ( rendimento istituzionale (risultato superiore al centro-nord).

I comportamenti positivi vengono detti capitale sociale = elementi che migliorano lefficienza dellorganizzazione sociale, come la fiducia, le norme che regolano la convivenza e le reti di associazionismo civico.

Lo studio si basa sulle teorie di Tocqueville (democrazia cresce e si rafforza quando i cittadini si organizzano in gruppi).

Putnam incuriosito dai risultati, indaga poi sulla sussistenza del capitale sociale negli Usa.

Il caso deviante dellIndia

deviante dalla generalizzazione di Lipset sul rapporto livello di benessere esistenza della democrazia ( le democrazie nascono in sistemi politici dove la distribuzione delle risorse socio-economiche equilibrata e gli indicatori economici (reddito pro-capite/sociale, istituzioni) raggiungono livelli medio-alti.

L India ha una democrazia consociativa, bench sia un sistema economicamente povero.

Lijphart analizza il caso e spiega la devianza con la teoria del consociativismo ( i negoziati delle lite, producono un basso livello di conflitti sociali e un migliore funzionamento del sistema politico.

Secondo Lijphart, lIndia un caso cruciale che conferma la teoria della superiorit delle democrazie consociative.

Lo studio del caso di Weimar e della Norvegia di Eckstein

Norvegia viene utilizzata per verificare la quasi-teoria dei modelli dautorit, ricavata dalla precedente comparazione fra GB e rep.di Weimar.

Premettendo che la caratteristica essenziale della democrazia un pluralismo illimitato, responsabile, competitivo,

perch la Germania di Weimar non ha saputo sostenere la democrazia?

Conclusione: contare i gruppi non sufficiente, ma bisogna analizzare lorganizzazione interna dei gruppi + la congruenza dei loro modelli dautorit con i modelli democratici. In Weimar i gruppi rilevanti avevano una struttura gerarchica e autoritaria; le forze armate e la burocrazia non accettavano il modello democratico.

In GB, il modello organizzativo dei gruppi era congruente con i modelli democratici.

Dal caso della Norvegia, elabora la teoria della congruenza, perfezionata con lindividuazione di 3 tipi di sistemi, a seconda della divisione e coesione fra i gruppi:

1) consensuale (GB);

2) integrato (USA), cio la coesione deriva dallinterazione fra le divisioni politiche;

3) di comunit (Norvegia), nonostante le visibili divisioni esiste coesione grazie a un grande senso di solidariet.

Lo studio dei casi utile per:

1) comprendere i fenomeni politici;

2) controllo delle ipotesi, formulazione di generalizzazioni, affinamento teorie;

3) con scarsit di dati; lo studio descrittivo/ideografico diventa utile.

Il metodo sperimentale: approfondimento

Esempio della sperimentazione di Verba

Si interroga sugli effetti del tipo di leadership sulle attivit di un piccolo gruppo.

Variabili indipendenti = leadership autoritaria/democratica;

variabili dipendenti = 1) conseguimento dellobiettivo; 2) grado di soddisfazione dei partecipanti del gruppo.

Risultati sfumati ( dipendono dalla personalit dei partecipanti; quelli potenzialmente partecipanti, non gradiscono la leadership autoritaria, al contrario dei decisionisti.

Metodo del sondaggio deliberativo: un campione di cittadini discute su alcuni temi sotto la guida di un moderatore professionista. Dal suo sviluppo si capisce come e perch i partecipanti strutturano le preferenze e dopo quali info la cambiano.

CAPITOLO 3 - Partecipazione politica

Definizione preliminare

- Attivit politica = rapporti che intercorrono fra individui/gruppi/associazioni/istituzioni in forme, modalit, frequenze e intensit diverse. Lattivit politica si riflette nella partecipazione politica.

- Partecipazione politica = insieme di azioni e di comportamenti che mirano ad influenzare le decisioni e la selezione dei detentori del potere, in maniera pi o meno diretta e pi o meno legale, per conservare o modificare la struttura (e i valori) del sistema dinteressi dominante.

La definizione data individua solo la partecipazione visibile.

- Partecipazione invisibile = opinione pubblica interessata alla politica e informata, che per vari motivi si attiva raramente. importante nei regimi democratici perch possiede la capacit di partecipare.

Le modalit di selezione dei decisori/influenza delle decisioni sono 3:

a) riconosciute dalle norme e dalle procedure legali;

b) non riconosciute, ma accettabili e accettate;

c) non riconosciute, sfidano le basi del sistema con diversi gradi di extra-legalit.

I sistemi politici si differenziano nella capacit di assorbire o meno le nuove forme di partecipazione, nel loro grado di elasticit/rigidit rispetto a nuove domande.

La partecipazione politica meglio analizzabile partendo dallindividuo e spiegando attraverso i suoi comportamenti, i processi di formazione dei gruppi e delle attivit collettive.

Secondo Rokkan, le variabili importanti per la partecipazione dellindividuo sono:

1) i ruoli dellindividuo nei suoi ambienti vitali;

2) con quali collettivit sidentifica;

3) le scelte disponibili nella comunit locale di appartenenza;

4) le scelte disponibili nel sistema politico nazionale.

Un processo complesso = che cosa ha spinto/spinge verso la partecipazione?

Si pu dire che la partecipazione politica sia un fenomeno sia antico che recente.

Antico, perch gi nelle poleis greche, bench limitata a un gruppo ristretto, la partecipazione politica si sviluppava nelle sue caratteristiche centrali (diretta a influenzare decisori e decisioni).

Recente, perch la partecipazione ha assunto le sue caratteristiche pi specifiche dopo la formazione degli stati nazionali, durante le pressioni per la democratizzazione.

I processi pi importanti di sviluppo della partecipazione politica possono essere sintetizzati cos:

il motivo della decisione di ampliare il numero di partecipanti deriva dal conflitto interno delle lite che detengono il potere.

Ogni volta che il conflitto non si pu risolvere entro i confini con i modi tradizionali, un settore delllite cerca dei sostenitori esterni e procedono alla mobilitazione politica (= incentivazione dallalto al coinvolgimento nella sfera politica).

Tale passaggio avviene con la rottura delle vecchie regole e la creazione di nuove.

Il processo pi regolare e semplice da studiare lallargamento della partecipazione politica attraverso la concessione del diritto al voto; i processi pi sregolati sono le rivoluzioni.

Rokkan, analizza il processo di democratizzazione insieme allampliamento della partecipazione politica e individua 4 soglie istituzionali:

1) legittimazione = il riconoscimento formale del diritto di critica contro il regime, di riunione, di espressione e stampa;

2) incorporazione = sono concessi formalmente i diritti di partecipazione anche ai sostenitori delle nascenti opposizioni;

3) rappresentanza = la possibilit sostanziale di ottenere seggi in parlamento (quanto erano alte le soglie di accesso e quanto si sono abbassate);

4) potere esecutivo = quanta influenza diretta ha il parlamento sulle decisioni dellesecutivo.

Il processo di democratizzazione influenzato dalla mobilitazione sociale, cio linsieme dei seguenti fenomeni socio-economici:

i) spostamento della popolazione dalla campagna alla citt;

ii) spostamento della popolazione dal settore agricolo a quello industriale e poi al terziario;

iii) aumento della popolazione e mutamento della sua composizione;

iv) crescita dellalfabetizzazione;

v) maggiore esposizione dei mezzi di massa.

Questi cambiamenti stimoleranno gli individui a partecipare per influenzare i processi che li toccano da vicino, ma la loro effettiva partecipazione dipender dalla struttura delle opportunit politiche = le modalit di organizzazione della sfera politica + le potenzialit di integrazione politica.

Il coinvolgimento di masse di individui partecipazione politica quando nasce dal basso, autonomo, influenza i detentori del potere politico;

Si dice mobilitazione quando il coinvolgimento indotto dai detentori del potere per controllare gli strumenti di partecipazione e il consenso dei sudditi.

Attenzione! La mobilitazione crea le precondizioni per la partecipazione politica.Germani distingue la mobilitazione in

1) primaria = rottura degli tradizionali schemi di comportamento;

2) secondaria = rilancio dellattivit di gruppi gi mobilitati, ma passivi e subordinati;

3) smobilitazione = nel corso dei conflitti, il tentativo di alcuni gruppi sociali di fermare la mobilitazione e ripristinare lo status quo smobilitando i settori mobilitati. sempre temporanea, perch una volta attivata la tensione alla partecipazione, essa non pup essere spenta, ma solo incanalata.

C uno stretto nesso fra

1) processo di mutamento sociale;

2) rivendicazione dei diritti;

3) espansione nel settore pubblico e partecipazione politica.

Processo a pi stadi

Gli elementi che influenzano lintensit della partecipazione sono:

I) politicizzazione = interesse + partecipazione

II) ricettivit = se gli individui ritengono irrilevanti o meno le conseguenze dellattivit degli imprenditori politici e se questi si preoccupano o meno ad organizzare consenso.

Fattori della politicizzazione:

1) precedenti esperienze di partecipazione ( hanno ottenuto soddisfazione alle proprie domande?

2) La sensibilit dei detentori rispetto alle domande ( se insensibili, sono stati rimpiazzati?

3) Se e quanto senso didentit e collaborazione si prova partecipando.

La partecipazione cala quando i detentori del potere ricorrono alla repressione e rendono insopportabili i costi personali della partecipazione.

Le differenti modalit di partecipazione si presentano in tutti i sistemi politici, ma con diversa frequenza e intensit.

Si possono catalogare in 1) attivit orientate alla decisione; 2) attivit orientate allespressione.

Partecipazione elettorale

La partecipazione elettorale la modalit pi diffusa e universale; pu essere il culmine di uninsieme di attivit di partecipazione o il momento iniziale (precondizione); dove non tutelata, la partecipazione in altre forme precaria.

Esistono grandi differenze fra i regimi democratici riguardo la partecipazione elettorale e sono causate da differenze sistemiche.

Il tasso di astensione dipende1) dallimportanza che gli elettori attribuiscono allesito;

2) dalla percezione che hanno della propria influenza su quellesito ( ci dipende da come sono strutturate le istituzioni.

Il voto nei diversi sistemi agevolato o complicato dalle regole.

Traduce immediatamente le preferenze dei singoli elettori, ma non comunica informazioni specifiche; la scelta del candidato, ad esempio, raramente basata sulla conoscenza del programma.

A causa dei suoi limiti, il voto spesso collegato al altre modalit di partecipazione.

Linclinazione dellindividuo a esercitare il diritto di voto dipende da variabili personali:

1) orientamento psicologico;

2) componenti ambientali ( i) se ha interese generalizzato per la politica; ii) se bene informato; iii) se ritiene di potere influenzare le scelte.

Come si formano le 3 componenti ambientali?

3 possibili risposte: 1) status socio-economico; 2)coscienza di classe; 3)senso civico.

I partecipanti

1) Lo status socio-economico una variabile indipendente, per spiegare la presenza o lassenza di certi individui dalla partecipazione, perch le ricerche empiriche dimostrano che sono le persone collocate ai livelli pi alti della scala a votare.

Milbrath dice che: le persone pi vicine al centro della societ sono pi inclini a partecipare in politica delle persone vicine alla periferia, perch ricevono pi stimoli che le allettano a partecipare e ricevono maggior appoggio dai loro pari quando partecipano.

La loro partecipazione deriva dal desiderio di conservare la loro posizione privilegiata.

2) Coscienza di classe = capacit delle organizzazioni dinfondere solidariet e di creare identit in settori sociali che condividono esperienze socio-culturali simili.Secondo Pizzorno la partecipazione politica maggiore quanto maggiore la coscienza di classe.

Grazie alle organizzazioni che colmano le disuguaglianze di status, anche le persone di condizione socio-economica bassa accedono al potere politico.

Pizzorno dice che la coscienza di classe promuove la partecipazione politica e la partecipazione politica accresce la coscienza di classe: si deduce che se la classe operaia si frammenta e simborghesisce, la loro partecipazione non promuover una struttura di classe, ma interessi di gruppo particolari.

3) Senso civico ( Modello nato dalla domanda perch i cittadini non partecipano attivamente? 3 risposte plausibili:

1) non possono ( denaro;

2) non vogliono ( tempo;

3) nessuno glielo ha chiesto ( conoscenze.

Si ricava che per partecipare ci vogliono denaro, tempo, conoscenze +

a) propensione allimpegno civico visto come dovere individuale (senso civico);

b) strutture di reclutamento dove limpegno riesca a trovare uno sbocco gratificante.

I partecipanti abitualmente attivi sono maschi, di settori centrali e privilegiati, di et centrale (25/60), pienamente inseriti nella vita sociale e lavorativa.

Aumentata la partecipazione dei settori femminili e giovanili sotto nuove forme. (vedi elenco)

Tipi di partecipanti:

inattivi ( al massimo leggono di politica e sono disposti a fermare una petizione se richiesto;

conformisti ( si impegnano soltanto con forme convenzionali di partecipazione;

riformisti ( utilizzano le forme di partecipazioni convenzionali + forme di protesta, dimostrazioni, boicottaggi;

attivisti ( abbracciano anche forme non legali o illegali di aazione politica;

contestatori ( simili a riformisti e attivisti, per non prendono parte alle forme convenzionali di attivit politica (non hanno contatti con i dirigenti e non vanno alle urne).

La razionalit della partecipazione politica

Nel comportamento elettorale, le possibilit di un singolo elettore di influenzare il risultato complessivo sono nulle, perci appare irrazionale che gli elettori dedichino parte del loro tempo a informarsi.

Il comportamento razionale se la motivazione invece che strumentale espressiva ( senso di appartenenza dellelettore a una classe sociale/gruppo etnico.

Il voto allora diventa unaffermazione di appartenenza del gruppo.

I free riders sono non partecipanti che finiscono per godere dei benefici ottenuti dai partecipanti; possono essere consapevoli o inconsapevoli; solo i consapevoli si rendono conto che la loro mancanza pu rendere impossibile il raggiungimento dellobiettivo e potrebbero decidere di partecipare.

Olson dice che lindividuo razionale nel gruppo numeroso non sar disposto a compiere alcun sacrificio per conseguire gli obiettivi che egli condivide con altri. Solo quando i gruppi sono piccoli, essi si organizzeranno e agiranno per conseguire i loro obiettivi.

Hirshman ribatte Olson dicendo che il solo modo in cui un individuo pu accrescere il vantaggio che egli stesso trae dallazione collettiva consiste nellaumentare il proprio contributo... [egli va incontro] verso due esperienze opposte, ma ugualmente deludenti: quelli in grado di partecipare attivamente rischiano di sperimentare limpegno eccessivo, mentre quelli che desiderano solo esprimere le loro opinioni vivono le delusioni del sotto-coinvolgimento.

La partecipazione nei partiti e nelle organizzazioni

Dalla ricerca sul Partito Comunista condotto da Mannheimer e Sebastiani, si estraggono 3 tipi di militante (= partecipante molto attivo):

a) partito-ideale ( concezione forte e totalizzante del partito ( incentivi di solidariet/identit;

b) partito-progetto ( concezione forte definita da obiettivi generali di trasformazione sociale ( incentivi orientati allo scopo;

c) partito-strumento ( concezione debole, definita da obiettivi particolari ( incentivi materiali.

Si pu valutate il cambiamento del Partito Comunista italiano osservando la trasformazione degli iscritti e la propaganda usata per reclutare e mantenerli: si nota unevidente crescita degli incentivi materiali e di quelli orientati allo scopo rispetto a quelli di solidariet.

Juan Linz riformula la tesi di Michels (legge ferrea delloligarchia), sottolineando i fenomeni che possono creare tendenze oligarchiche allinterno delle organizzazioni:

1) formazione di una leadership;

2) formazione di una leadership professionale e sua stabilizzazione;

3) formazione di una burocrazia (impiegati con compiti specifici e regolarmente pagati);

4) centralizzazione dellautorit;

5) sostituzione dei fini ultimi con fini strumentali (dalla realizzazione della societ socialista a organizzazione fine a s stessa);

6) crescente rigidit ideologica;

7) crescente differenza tra interessi del leader su quelli dei membri;

8) la scelta dei nuovi leader fatta dalla leadership in carica tramite cooptazione;

9) i membri non esercitano influenza sui processi decisionali;

10) spostamento I) da base di membri del partito a base elettorale; II)da base elettorale classista a base elettorale pi ampia.

Il punto che Michels e Linz vogliono sottolineare che esistono processi interni alle organizzazioni che vanificano la partecipazione politica e rendono le organizzazioni preda delle oligarchie.

Hirshman distingue tre modalit attraverso le quali gli iscritti possono influenzare le scelte dellorganizzazione:

1) la protesta; 2) la defezione; 3) la lealt.

La defezione costosa per il membro (perdita di amici) ed scelta quando la protesta fallita e ci sono altre orgaizzazioni attraenti da aderire.

La lealt si esprime con la riaffermazione del sostegno in momenti difficili e scelte controverse.

CAPITOLO 4 - Gruppi e movimenti

Lanalisi dei gruppi: pluralismo e rigidit sociali

Bentley, studioso capostipite dellanalisi dei gruppi, indirizza lattenzione sui processi politici piuttosto che sulle istituzioni giuridiche.

Lanalisi empirica dei gruppi nellambiente anglosassone diventa un tuttuno con la teoria del pluralismo ed stata posta come base dellesistenza dei regimi democratici.

In democrazia sono importanti la

1) overlapping membership = individui appartenenti a pi gruppi ( si rendono conto della necessit di conciliare i diversi interessi piuttostoo che cercare lo scontro;

2) cross-cutting membership = individui appartenenti ai gruppi nei quali interagiscono con altri di diversa provenienza sociale, status, religione ( tali rapporti eliminano le tensioni sociali distruttive.

Almond e Powell elaborano una classificazione dei gruppi basandosi sulle modalit di comunicare ai detentori del potere le loro domande:

a) articolazione anomica;

b) articolazione non associativa;

c) articolazione istituzionale;

d) articolazione associativa.

Gruppi dinteresse anomico: sono gruppi nati fuori dalle regole/senza regole, perch i loro interessi sono nuovi e non ci sono canali sperimentati per manifestare o i detentori del potere ignorano ripetutamente le loro preferenze;

sono spinti a dramatizzare la loro situazione con tumulti, sommosse, saccheggi, assassinii.

Gruppi dinteresse non associativi: basati sulletnia, la religione, la parentela.

Gruppi dinteresse istituzionali: sono gruppi che hanno interesse a tutelare delle prerogative in quanto istituzioni durature; vi si appartiene solo entrando a far parte della istituzione.

Gruppi dinteresse associativi: sono gruppi che nascono per proteggere un particolare interesse economico/sociale/culturale e autopromuoversi;

ci si pu entrare e uscire senza problemi.

Caratteristiche particolari:

1) rappresentanza esplicita degli interessi;

2) impiego di personale a tempo pieno;

3) procedure ordinate x la formulazione di interessi.

4) Tendono a regolare lo sviluppo e linfluenza degli altri tipi di gruppo dinteresse.

Almond e Powell a differenza di Bentley non danno ai gruppi stesso status e potenzialit e non considerano lo Stato un gruppo come gli altri.

Modalit di azione dei gruppi x influenzare le scelte politiche ( pressione (lobby)

Non tutti i gruppi sono ugualmente riconosciuti, accettati, graditi, e dipende da quanto sono congruenti con le norme culturali della societ.

Rose individua 6 tipi di rapporti gruppi-cultura politica:

1) armonia fra le domande dei gruppi di pressione e le norme culturali generali;

2) crescita graduale nellaccettabilit dei valori politici a sostegno delle domande dei gruppi di pressione;

3) negoziazzione con sostegno fluttuante da parte delle norme culturali;

4) promozione di fronte allindifferenza culturale;

5) promozione di fronte al mutamento di tendenze culturali di lungo periodo;

6) conflitto fra i valori culturali e gli obiettivi dei gruppi di pressione.

Ogni gruppo cerca di massimizzare le opportunit di successo facendo leva

1) sulle risorse che possiede

2) utilizzando canali di comunicazione e di pressione sul potere politico pi consoni

3) individuando il livello (esecutivo, legislativo, giudiziario) al quale vengono prese le decisioni che lo riguardano.

(studiando lattivit dei gruppi di pressione si pu individuare il locus del potere politico e ricostruire i processi decisionali)

Le risorse dei gruppi sono:

a) la dimesione della membership

b) la rappresentativitc) la risorse finanziarie disponibili

d) le conoscenzee) la collocazione nel processo produttivo e nelle attivit sociali.

Il successo facilitato se la provenienza degli iscritti la stessa di chi prende le decisioni (accordata legittimit x affinit).

Dimensione: pu influenzare direttamente, con il voto; indirettamente minacciando un dissenso delle delle decisioni sgradite o fornendo denaro x attivit a favore/contro i decision makers (org. Contadine, sindacati).

Rappresentativit: ossia quanta fetta del settore rappresenta; pi ampia , pi sar legittima lattivit di negoziazzione e limpatto sullopinione pubblica.

Risosrse finanziarie: possono derivare dalla forza numerica o dal tipo di aderenti. Lutilizzazione pu essere diretta e trasparente (sovvenzione campagne elettorali e pubblicit) o indiretta (corruzione)

Conoscenze: premettendo che a) le decisioni devono essere giustificate; b) i decision makers hanno bisogno di info; i gruppi di pressione mirano a disporre conoscenze in grado di influenzare la decisione. Linformazione perci strutturata x influenzare le decisioni e spesso linfo data minore dellinfo nascosta. Pi piccolo e coeso il gruppo, pi info potr controllare e nascondere. La trasparenza garantita da tutti gli interessi in gioco.

Collocazione strategica: nel processo produttivo. I destinatari pi sensibili agli effetti della pressione sono i cittadini, che poi faranno pressione sui decision-makers. Luso di tale tattica non esente di fallimenti.

Per i gruppi di pressione sempre pi difficile presentarsi come portatori dinteressi generali e la reazione diventata dura.

La reazione contro i gruppi di pressione si manifesta in 2 modi:

1) teorie neo-conservatrici = vedono i gruppi come ostacolo al conseguimento del bene comune e come strumento per la soddisfazione di interessi particolari. Olson dice che le coalizioni a fini distributivi abbassano la capacit di una societ di adottare nuove tecnologie e di riallocare risorse al mutare delle condizioni e riducono il tasso di cresita economica. In conclusione la competizione dei gruppi non sono sempre funzionali alle democrazie.

2) neo-corporativismo = accordi fra grandi org. X tempi lunghi.

Il neo-corporativismo fra rappresentanza e partecipazione

Dalle posizioni neoprogressiste, Schmitter elabora un modello di rapporti fra org. e Stato detto neo-corporativismo.

La teoria era rivolta a capire1) lemodalit di policy-making in paesi governati dalla sinistra;

2) a spiegare i rapporti fra partito di governo, sindacati, associazioni imprenditoriali

3) quale tipo di sindacato sia pi efficiente ad assorbire le tensioni interne derivanti dallaccordo neo-corporativo: il sindacato monolitico accentrato o pluralista democratico? Risposta ambivalente: sindacati accentrati sono facilitati ad accettare accordi neo-corporativi; i sindacati democratici rappresentano meglio le domande degli iscritti e fanno fronte pi facilmente alle conseguenze degli accordi.

Per costruire un assetto neo-corporativo necessario:

a) presenza del partito di sinistra al governo,

b) che i sindacati entrino nellaccordo perch hanno fiducia nel partito di sinistra;

c) che le associazioni imprenditoriali (che hanno poco spazio di negoziazzione) entrino nellaccordo,perch il governo promette un basso livello di conflitto sociale e alta prevedibilit delle politiche.

Il neo-corporativismo un buon correttivo contro un pluralismo sfrenato e sregolato.

Il neo-corporativismo a causa di varie insoddisfazioni pu subire:

1) rivolte alla base nelle org facenti parte dellaccordo;

2) mobilitazioni di masse;

3) nascita di nuovi interessi non inseribili nellaccordo;

4) nascita di movimenti monotematici non negoziabili (qui schmitter categorizza tutti i movimenti collettivi)

La partecipazione politica attraverso i movimenti collettivi

Sui movimenti collettivi la teoria sociologica si suddivide in studiosi che la considerano 1) irrazionale o 2) le danno un ruolo importante nelle modalit di azione sociale.

Per gli studiosi lanalisi dei movimenti presenta numerose domande:

1) qual il rapporto fra le componenti psicologiche e sociologiche?

2) Quandosono normali o eccezionali?

3) Quando i partecipanti sono integrati o emarginati?

4) Come si istituzionalizzano o si sciolgono?

Alberoni distingue fenomeni collettivi di gruppo e fenomeni collettivi di aggregato:

di gruppo = i partecipanti sperimentano variazioni in s stessi e nel modo di rapportarsi agli altri;

di aggragato = sono le mode, i boom, le manifestazioni di panico, dopo i quali si riprende la vita normale.

Fra i sociologi contemporalei in tema di movimenti ci sono 4 posizioni generali, quelli di Smelser, Alberoni, Touraine, tilly.

Smelser: il comportamento collettivo il primo stadio di mutamento sociale e no istituzionalizzato, poich si verifica quando i mezzi istituzionalizzati non sono capaci di dominare le tensioni. Al contrario, riesce ad incanalare gli scoppi in pi modesti tipi di comportamento. Le critiche fatte a Smelser sono

dipinge i movimenti collettivi come solo prodotto di disfunzioni sociali e quindi negative da riassorbire al pi presto;

interpreta la societ come stabile e ordinata, turbata dai movimenti;

i partecipanti devono essere sottoposti a un pi rigido controllo sociale;

il mutamento esogeno, estraneo alla societ stessa.

Alberoni: contrappone a) stato nascente (( stato istituzionale della vita quotidiana; b) movimento (( istituzione.

Stato nascente = modalit specifica di frasformazione sociale e di certa durata, un momento di discontinuit dellistituzione e della vita quotidiana, perch il sistema sociale coinvolto perde le caratteristiche del vecchio stato ed entra in quello nuovo, che ha propriet particolari. Dopo la trasformazione lo stato nascente cessa e ritorna lo stato istituzionale e della vita quotidiana.

Per Alberoni lo stato nascente non lunica modalit di trasformazione sociale. Chi fa parte del movimento collettivo sono le classi sia minacciate di declassamento e sia quelle in ascesa, perch entrambe sono deluse dallordine in cui credevano e x realizzarsi cercano strade alternative.

Alberoni distingue fra chi da inizio al movimento e chi si avvantaggia del risultato; fra chi mobilita (1 fase) e chi si aggrega (2 fase).

Nasce linterrogativo chi si mobilta x primo? La teoria prevalente indica gli emarginati (non hanno nulla da perdere) e gli alienati dal sistema. Le ricerche di Wilson e Melucci dimostrano che gli emarginati mancano delle risorse necessarie x lanciare il movimento, e gli alienati, siccome rifiutano il sistema, si escludono dal coinvolgimento. La leadership fatta da individui collocati alla periferia del centro. Melucci dice che i primi ribelli sono coloro che reagiscono alla contraddizione tra una identit collettiva esistente e i nuovi rapporti sociali imposti dal mutamento. Possono mobilitarsi perch 1) hanno gi esperienza di partecipazione; 2) hanno propri leader e risorse organizzative; 3) possono usare reti di comunicazione esistenti x fare circolare nuovi messaggi; 4) riconoscono pi facilmente interessi comuni.Pizzorno verifica la teoria con la mobilitazione operaia dellautunno caldo italiano.

Touraine: secondo lui i movimenti sociali sono processi attraverso i quali una societ produce la sua organizzazione. La teoria si basa su 3 principi (1) principio didentit = lattore definisce s stesso rispetto agli altri nel mezzo di un conflitto;

2) principio di opposizione = nasce nel conflitto con la contrapposizione fra attori e rafforza lidentit;

3) principio di totalit = il sistema dazione storica in cui gli avversari, sottoforma di classi, si disputano il dominio.

Pi forte lidentit, pi forte lopposizione, pi marcato sar il principio di totalit. Al contrario di Smelser Touraine dice che il movimento sociale non lespressione di una contraddizione , ma fa scoppiare un conflitto di classe: esso nasce dalla societ e attraverso il conflitto produce la trasformazione.

Tilly: concentrandosi sugli attori, spiega i movimenti collettivi con lesistenza di uno squilibrio nella distribuzione del potere; quando gli attori interagiscono, sviluppano interessi che rivelano chi perde e chi guadagna nei rapporti. Si sviluppa allora lidentit comune e la consapevolezza di appartenere a un gruppo, che si organizza. Con lorganizzazione inizia la mobilitazione delle risorse per passare allazione collettiva, cio il perseguimento dei fini comuni. Il processo influenzato da quanto gli altri gruppi sono vulnerabili;

sono in grado di minacciare rivendicazioni, che se hanno successo diminuirebbero il successo del gruppo sfidante.

Tutti gli autori menzionati si sono preoccupati di differenziare i vari movimenti sociali.

Melucci distingue in:

1) movimenti rivendicativi = ha lobiettivo di imporre mutamenti nelle norme, nei ruoli e nelle procedure di assegnamenti delle risorse socio-economiche;

2) movimento politico = ha lobiettivo di incidere sulle modalit daccesso ai canali di partecipazione politica e spostare i rapporti di forza;

3) movimenti di classe = ha lobiettivo di capovolgere lassetto sociale.

Di recente cambiato il teatro dellazione collettiva, passata dal campo nazionale a quello internazionale grazie al fenomeno della globalizzazione, e i movimenti si caratterizzano x essere contro (G8, guerra...); presentano cmq molte caratteristiche distintive dei movimenti di Alberoni (stati nascenti).

Poca attenzione stata dedicata ai risultati dellazione dei movimenti.

Secondo Alberoni il risultato storico di un movimento e le sue conseguenze dipendono da molti fattori slegati al progetto.

Alberoni individua i meccanismi x controllare i movimenti:

1) impedire allo stato nascente di sorgere;

2) ricondurre la sua interpretazione a una griglia precostituita, in modo che rientri in una delle figure riconosciute esemplari o di trasgressione (cio incanalarlo in una istituzione);

3) costringere il movimento a fare riferimento a un fondamento indiscutibile del passato;

4) impedire il riconoscimento e il generalizzarsi del movimento;

5) costringerlo a competere scegliendo le regole del gioco pi favorevoli allistituzione;

6) infiltrare il movimento;

7) neutralizzare il movimento incanalandolo in istituzioni sostitutive;

8) reprimerlo con la violenza.

La teoria di Tilly la migliore x analizzare i risultati: essa permette di sollevare interrogativi adatti alla ricerca empirica.

Tarrow studia la connessione fra protesta sociale e risposte sistemiche.

In conclusione tutti gli autori considerano i movimenti uno strumento di partecipazione politica spesso eterodossa, anomala, influente, moderna.

Quasi tutti hanno ignorato i movimenti rivoluzionari,perch sono sparite le spinte rivoluzionarie e i detentori del potere sono pi attrezzati x farvi fronte.

Il confronto di 2 teorie spiega il successo dei movimenti rivoluzionari:

1) la generalizzazione di Toqueville secondo la quale il momento pi difficile dei regimi conservatori quando cominciano a riformarsi, perch le riforme appaiono inadeguate a chi le ha richieste, e spingono i conservatori contrari ad abbandonare il regime. I detentori si ritrovano schiacciati dalla mobilitazione e la contromobilitazione, mentre la richiesta di altre riforme si trasforma in movimento rivoluzionario.

2) La teoria delle aspettative crescenti di James Davies (teoria della curva J): nessuna riforma soddisfer completamente i gruppi/movimenti organizzati contro il potere politico. La sola insoddisfazione non basta a produrre un movimento rivoluzionario, ma questa nascer quando davanti alle aspettative crescenti appare un netto peggioramento della situazione, causando frustrazioni crescenti.

Le conseguenze della partecipazione politica

Lanalisi delle conseguenze della partecipazione politica uno dei terreni negletti della scienza politica. Tuttavia sappiamo qualcosa sugli individui: siccome partecipano x motivi espressivi, essi possono essere delusi/insoddisfatti e ritirarsi nella vita privata; una scelta temporanea superabile con un nuovo ciclo di coinvolgimento.

Le conseguenze x il istema politico:

a) ricordando le differenze socio-economiche fra cittadini attivi e non attivi, le politiche attuate rifletteranno le preferenze di un segmento solo della popolazione e i dirigenti chiamati ad attuarle saranno tratti dallo specifico segmento. Verba e Nie dicono che un modo per ridurre le differenze la presenza di org. come partiti e sindacati che mobilitano gli individui di status economico inferiore. Bisogna stare attenti, perch la partecipazione di tali settori pu essere pilotata dai dirigenti delle org. C sempre contraddizione fra eguaglianza e armonia politica.

b) Il livello di partecipazione influenza la ricettivit dei leader: + alta partecipazione = massima ricettivit, anche verso le preferenze dei non attivi (beneficiano pure i free riders); + bassa partecipazione = meno i leader si sforzano ad essere ricettivi.

CAPITOLO 5 - Elezioni e sistemi elettorali

Elezioni libere e competitive

Il voto pu essere previsto sia in regimi democratici che non: nei regimi democratici esso previsto costituzionalmente, libero, competitivo, tenuto a scadenze prestabilite; nei regimi non democratici esso diventa uno strumento x legittimare il potere attraverso la manipolazione degli esiti.

Il voto per essere democratico deve essere universale, libero, uguale, diretto, segreto, significativo (aveti effeti sulla distribuzione del potere politico).

Problemi sulle elezioni;

1) anche nei regimi stabili lattivazione di questi criteri problematica;

2) le preoccupazioni degli studiosi si sono spostate dai criteri allequit delle campagne elettorali: necessaria regolamentazione su a) quantit di denaro usata x la ricerca di voti; b) accesso alla propaganda televisiva. Nella maggior parte dei regimi democratici ci sono forme di finanziamento pubblico-statale x le campagne elettorali e regolamentazione dei tempi daccesso alla TV. Si conclude che le elezioni sono pi democratiche quanto pi sar conseguito lequilibrio fra i concorrenti;

3) lastensionismo: lesclusione spontanea o imposta dei cittadini produce la scelta di rappresentanti poco ricettivi e lemarginazione di certe domande.

Elezione delle cariche monocratiche

Le modalit sono 2:

1) elezione indiretta, fatta da unassemblea precostituita;

2) elezione popolare diretta; di norma si usa la maggioranza assoluta con possibile ballottaggio fra 2 candidati.

Negli USA vince la carica di presidente chi ottiene maggioranze relative in un numero di Stati sufficiente a garantirgli la maggioranza assoluta in un collegio di grandi elettori (2 senatori e rappresentanti mandati al congresso x ogni Stato).

Plurality, mayority e rappresentanza proporzionale

I sistemi elettorali si suddividono in 3 grandi categorie:

1) maggioritari a turno unico in collegi uninominali (plurality)

2) maggioritari a doppio turno in collegi uninominali (mayority)

3) di rappresentanza proporzionale

- maggioritario a turno unico: sufficiente la maggioranza relativa.

- maggioritario a doppio turno: il primo turno sempre a maggioranza assoluta, il secondo turno pu essere fatto con varie modalit.Proporzionale: si applica solo con collegi plurinominali e sono accomunate da una relazione di proporzionalit fra voti ottenuti e seggi attribuiti.

Esistono anche sistemi misti.

Lanalisi dei sistemi elettorali si domanda:

1) come si traducono i voti in seggi?

2) Quanto e come incide sullesito le modalit di voto imposte?

3) Quali sono le conseguenze dellapplicaizone di un determinato meccanismo elettorale sul sistema partitico? In relzione agli obiettivi posti?

Sistemi maggioritari a turno unico

Teoricamente gli ostacoli alla presentazione della candidature sono scarse, ma in pratica sono ostacolate dalla necessit di una buona organizzazione.

Il numero dei candidati nei collegi uninominali dipende dal numero dei partiti esistenti nel sistema e dal grado di strutturazione del sistema. Di solito nei sistemi bipartitici il numero dei candidati superiore a 2. non bisogna dare per scontato che nei vari collegi i candidati siano sempre proposti dagli stessi 2 partiti.

Allinizio dellintroduzione del plurality,molti partiti e candidati vorranno partecipare. La riduzione dei candidati avverr naturalmente 1) con il consolidamento del sistema partitico; 2) con il voto degli elettori.Duverger spiega la riduzione individuando 2 fattori:

1- fattore meccanico = causato dalla sistematica sottorappresentazione del terzo partito che rende difficilissimo ai suoi candidati di conquistare i collegi;

2- fattore psicologico = la tendenza degli elettori, che capiscono che il loro candidato preferito non pu vincere, a votare il meno peggio degli avversari x evitare il successo del pi sgradito.

Leffetto complessivo sar lo sviluppo di una competizione bipolare, non necessariamente bipartitica, perch i partiti possono essere diversi x ogni collegio, a causa della presenza di forti minoranze.

Una minoranza x impedire il bipartitismo non deve essere solo concentrata geograficamente, ma deve conquistare un numero di seggi necessario x impedire la formazione del governo di un solo partito. Data questa premessa Duverger dice che la coincidenza fra plurality e bipartitismo la regola, tranne eccezioni.

La legge di Duverger viene riformulata da sartori cos: per ottenere un sistema bipartitico da un sistema elettorale a turno unico sono necessarie le seguenti condizioni:

a) la strutturazione del sistema partitico deve essere forte e i partiti maggiori devono essere consolidati;

b) la dispersione dei voti nei collegi deve essere limitata, cio gli altri concorrenti non devono essere concentrati in pochi collegi, ma agire su scala pi ampia.

Nel sistema bipartitico, il voto delelettore informalmente designa il governo. Il leader del partito con la maggioranza assoluta dei seggi diventa primo ministro (modello Westminster).

I sostenitori del sistema plurality sottolineano gli effetti positivi della semplicit e dellincisivit della scelta degli elettori; i critici la sottorappresentanza di partiti consistenti, o la maggioranza consistente di seggi di un partito.

La dis-rappresentativit criticata uneffeto voluto dal plurality.

Un particolare uso il sistema elettorale australiano, che mayority, ma a turno unico in collegi uninominali (sistema del voto alternativo). Lelettore indica in ordine di preferenza tutti i candidati del collegio. Se al primo turno nessuno ottiene la maggioranza assoluta, leschede del candidato con meno voti vengono redistribuite.

Sistemi maggioritari a doppio turno

Al secondo turno il sistema pu essere majority o plurality (ammessi pi candidati).

Il problema del doppio turno la scelta del criterio da usare per ammettere i candidati.

Doppio turno aperto: ammette tutti i candidati, anche nuovi ( il sistema diventa plurality, con 2 differenze: 1) lelettore pu fare scelte strategiche, basandosi sullesito del 1 turno e sulle info dei partiti; 2) candidati e partiti possono strategicamente ritirarsi x fare vincere il candidato meno sgradito e ottenere un reciproco ritiro in altri collegi (favorisce alleanza di governo).

Doppio turno chiuso: ammette al 2 turno soltanto i primi 2 candidati (ballottaggio). Utilizzato x lelezione delle assemblee parlamentari obbliga i partiti a stringere alleanze preventive al 1 turno. Riduce la frammentazione partitica, perch i partiti piccoli che non trovano alleanze sono penalizzati.

Il ballotaggio funziona ottimamente per lelezione di cariche monocratiche, perch d al candidato una forte legittimit.

Le soglie percentuali predefinite sono utilizzate per le elezioni di assemblee legislative. Sono percentuali elevate per 1) contenere la frammentazione partitica; 2) incentivare la formazione di coalizioni di partiti.

I doppi turni con sogli di accesso elevata incoraggiano al primo turno un voto sincero e utile x passare la soglia; al secondo se manca il candidato preferito, un voto strategico.

Pu avvenire il fenomeno della desistenza: i partiti coalizzati cercheranno di proporre agli elettori candidati pi attrenti e il secondo candidato si ritirer x concentrare i voti sul candidato con pi possibilit di vittoria.

Meriti del doppio turno:

1) consente ai partiti di valutare al 1 turno il loro radicamento territoriale, la popolarit e capacit del loro candidato, di conoscere il loro consenso elettorale e farlo valere nella formazione di coalizioni;

2) forma una maggioranza parlamentare e di governo leale;

3) da solo, non ha effeti riduttivi nel sistema partitico, ma necessita delle soglie;

4) ha notevole efficacia dis-rappresentativa nei confronti di partiti estremi/estremisti;

5) d vita a una competizione bipolare.

Critiche: 1) disrappresentativit; 2) un partito non riesce da solo a formare un governo; 3) gli squilibri del maggioritario sono accentuati da errori di presunzione, alleanze, di calcolo.

Sistemi di rappresentanza proporzionale

Esistono molteplici formule proporzionali: lunico principio comune il tentativo di garantire una corrispondenza percentuale, fra i voti ottenuti dai partiti e i seggi attribuiti. La principale preoccupazione dei politici in questo caso contenere la frammentazione del sistema partitico-parlamentare. Gli strumenti usati sono 3:

1) la dimensione delle circoscrizioni;

2) 2) le clausole di sbarramento/accesso alla distribuzione dei seggi;

3) il numero dei parlamentari da eleggere.

Il premio di maggioranza un incentivo alla stabilit dei governi, piuttosto che uno strumento per contenere la frammentazione.

La dimensione della circoscrizione il numero di seggi che sono distribuiti in una circoscrizione (percio il N di eletti);

non sono il numero degli elettori, che cmq in rapporto con il numero dei seggi;

non lampiezza geografica.

Quanto pi grande una circoscrizione, tanto pi grande la proporzionalit del sistema elettorale, tanto pi facile sar per i partiti piccoli conquistare dei seggi.

Sono grandi ( 15 20; piccole (