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La difficoltà e la necessità di farsi capire. Pennati Monica 752958 Ticozzi Vanessa 752371 TESTI OPACHI

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Page 1: TESTI OPACHI-progetto finale del Corso Cognizione e Linguaggio

La difficoltà e la necessità di farsi capire.

Pennati Monica 752958Ticozzi Vanessa 752371

TESTI OPACHI

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Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L'interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po' balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo:"Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata". Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: "Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l'avviamento dell'impianto termico, dichiara d'essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l'asportazione di uno dei detti articoli nell'intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell'avvenuta effrazione dell'esercizio soprastante".

(I. Calvino, L’antilingua)

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La buona comunicazione tra Stato e cittadini è alla base della democrazia.

• Già nell’ Ottocento diversi pensatori individuano invece una lingua delle amministrazioni decisamente separata, che non ricorda di doversi rivolgere a tutta la popolazione.

• Risalgono agli anni Sessanta i primi termini che manifestano lo scontento verso le amministrazioni burocratiche.

Titolo di un libro di Cesare Garelli del 1968, in riferimento al linguaggio giornalistico

Termine coniato da Itali Calvino in un noto articolo del 1965

« A differenza dei funzionari francesi e inglesi, chescrivono per il popolo, quelli italiani scrivono per i propri superiori»

(A. Gramsci, Lettere dal carcere)

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Con tale termine di accezione negativa si indicano lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni ufficiali e/o destinate ai cittadini.

• E proprio la ridondanza, l’inutile complessità, l’aulica ampollosità sono tratti salienti della scrittura amministrativa. Il livello sintattico vede la costruzione di strutture periodali lunghe, complicate e fortemente nominalizzate, nelle quali la funzione predicativa non è svolta dal verbo, di cui sono perlopiù sottintesi gli argomenti (a presentazione del rendiconto, l’accoglimento del ricorso, ecc.), e che si basano su costruzioni ipotattiche spesso faticosamente ramificate e mal puntellate dal frequente ricorso a formule anaforiche e cataforiche di sentore aulico. Frequente è l’impiego della costruzione passiva (la delibera è stata ratificata) e di forme verbali impersonali (si dà avviso che, si porta a conoscenza della S.V. che) e l’uso del futuro con valore deontico.

• Quanto al lessico, il tratto più frequente e caratteristico è certo quello deverbalizzazione.

• È in netto aumento negli ultimi decenni l’introduzione di forestierismi (perlopiù anglicismi), di solito non adattati, ma persistono anche latinismi, prevalentemente di ascendenza giuridica. Abbondano, naturalmente, gli arcaismi, le perifrasi eufemistiche e i tecnicismi.

• I pochi verbi utilizzati si presentano spesso come participi presenti (la circolare avente per oggetto, spesso con anteposizione del participio: lo scrivente ufficio), mentre il gerundio e il participio passato sono spesso usati in luogo di subordinate esplicite (viste le risultanze, sentito il parere, avendo trasmesso la pratica).

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Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro, pochissimi

(G. Galilei, Considerazioni al Tasso)

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Negli anni Novanta è stata avviata una Riforma delle amministrazioni statali che rendesse la Repubblica un po’ più “cosa pubblica”. Il Dipartimento della Funzione Pubblica, organo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri al cui interno ospita l’Unità di Semplificazione, ha così iniziato una guerra contro il burocratese:

• 1990 - apertura degli Uffici di Relazioni con il Pubblico (URP) e investimento nello sviluppo delle informazioni telematiche, informatiche e carte dei servizi.

• 1993 - stesura del Codice di Stile contenente un’introduzione teoricauna serie di raccomandazioni (impostazione grafica, forma linguistica, ecc.)Esempi di vari documenti amministrativi con a fronte la semplificazionee in appendice il vocabolario di Tullio de Mauro.

Circolazione del testo piuttosto limitata

• 1997 – Leggi Bassanini sulla semplificazione del linguaggio amministrativo.Redazione di un Manuale di Stile, curato da A. Fiorini e scritto su modello del precedente

informazioni teoriche ridotte all’ossodiviso in tre parti

semplici suggerimenti sull’organizzazione logico-concettuale

costruzione di frasi lessico

glossario di 500 termini d’uso frequente nei testi burocraticiguida all’impaginazione

Vende 10’000 copieNasce anche il sito Errata Corrige, un correttore automatico di testi

basati su tali consigli.

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• Le leggi Bassanini puntano anche al decentramento amministrativo; diverse amministrazioni locali e centrali (Ministero del Tesoro, Regione Molise, Comune di Lucca, ecc.) continuano la battaglia promuovendo anche corsi di formazione per funzionari e dirigenti pubblici.

• 2002 - emanazione di una direttiva sulla semplificazione del linguaggio:le regole che in un decennio avevano portato a buoni risultati dovevano usate anche nei testi normativi e non solamente nelle comunicazioni rivolte ai cittadini.

Progetto «Chiaro!» assistenza online da parte di esperti«Slam Notizie», bollettino trimestrale di informazionepremio «Chiaro!» per le amministrazioni più cristalline

• 2005 - Proseguono le leggi di semplificazione, rivolte soprattutto all’apparato normativo. Nasce il REI (Rete di Eccellenza dell’Italiano Istituzionale) su iniziativa della direzione Generale Traduzione della Commissione Europea.

• 2007 e 2009 - vengono ribaditi i suggerimenti che rendano cristallino il lavoro dello Stato a partire dalla stesura delle leggi in modo da favorire lo sviluppo economico e la competitività.

• 2011- nuove iniziative in collaborazione con l’Accademia della Crusca e l’istituto di Teorie e Tecniche dell’Informazione Giuridica vogliono dare omogeneità alle regole individuate a partire dal ‘90.

• 2013 - Decreto legge che sancisce il principio generale di trasparenza promuove una totale accessibilità alle informazioni.

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Esempio

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«D‘ altro più non si cura fuorché d'essere inteso»(G. Parini, Opere di Giuseppe Parini milanese, vol. 2) 

« Ci sono coloro, persone, istituzioni, enti, che scelgono deliberatamente di non farsi capire. Per mantenere il potere, sfuggire alle responsabilità o non rispettare gli impegni. […] Ci sono – poi - i pigri, che non vogliono far fatica in quanto essere chiari richiede uno sforzo di ragionamento complesso. E – infine - ci sono gli inconsapevoli, che proiettano le proprie competenze sugli altri, cioè non si rendono conto che non tutti si trovano nella loro condizione.»

(A. Testa, Farsi Capire)

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La necessità di rinunciare a termini che, per quanto complessi o poco usuali, si riferiscono precisamente a temi o oggetti, lascia ancora aperta la guerra ventennale contro il burocratese. Molti, infatti, ritengono che la semplificazione di qualsiasi tipo di testo possa essere percepita più come una perdita di legittimità. In quest’ottica la burolingua appare come un linguaggio scientifico decifrabile dai pochi esperti del settore. Il linguaggio oscuro «è un elemento funzionale al potere e alla sua salvaguardia» (F. De Visintini, Il dovere d’informazione dell’amministrazione finanziaria).

Esempio della mancata estinzione del linguaggio delle amministrazioni è la circolare del novembre 2014 in cui il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca esplica il “Piano di formazione del personale docente volto ad acquisire competenze per l'attuazione di interventi di miglioramento e adeguamento alle nuove esigenze dell'offerta formativa”.

«Che cos’è questo? […] Né burocratese né antilingua: quella della circolare del Miur (prot. 0017436) è la lingua disonesta di chi non sa bene che fare, non ha le idee chiare, non vuole assumersi le responsabilità che gli competono (e che il discorso chiaro impone a chi lo pronuncia),

e lascia a chi deve leggere (e soprattutto: a chi deve obbedire) il compito di decifrare, di leggere fra le righe, di stiracchiare le parole e i concetti dalla parte che vuole, anzi di interpretare le parole e i concetti».

(C. Giunta, La lingua disonesta: come scrivono al Ministero dell’Istruzione, articolo pubblicato su Internazionale)

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Per ridurre le distanze tra le cose così come sono da conoscere e padroneggiarle, èI necessario rendere trasparente la comunicazione. Per trasparenza delle forme linguistiche intendiamo - parlando soprattutto di testi normativi, legislativi ecc..- la massima chiarezza, semplicità: e precisione per ridurre al minimo i rischi di ambiguità nella (ri)costruzione del senso da parte del ricevente.

I tipi di testo di cui stiamo parlando hanno una funzione precisa che non viene soddisfatta per il solo fatto che qualcuno li produce, senza usare alcuni accorgimenti per garantire al destinatario, se non la comprensione, l’impatto con inutili complessità e approssimazioni.

Appare con tutta evidenza la responsabilità: del produttore: la scarsa attenzione a quello che dice (contenuto) e al modo in cui lo dice (forma) rispetto ai destinatari.

Chi scrive questi tipi di testo dovrebbe saper scrivere in modo che a capirli siano non solo gli specialisti e i tecnici, ma tutti i cittadini.

Cittadini differenti dal punto di vista della stratificazione sociale (cioèI dell’appartenenza a diverse classi sociali), culturale (dei diversi livelli di istruzione, abitudini e consumi culturali ecc.), linguistico (lingua/lingue e dialetti conosciuti e parlati).

La necessità dunque è quella di riuscire a testi che siano SEMPLICI così da essere comprensibili a tutti assicurando così uguaglianza a livello informativo impedendo che le caratteristiche soggettive incidano sulla comprensione e quindi la conoscenza sul mondo.

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“Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite: proprio per questo, diceva un filosofo, gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie. Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori. È un maleducato, se parla in privato e da privato. È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante, un dipendente pubblico, un eletto dal popolo.  Chi è al servizio di un pubblico ha il dovere costituzionale di farsi capire.”

T. De Mauro, citazione sulla homepage del sito Dueparole

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Una delle maggiori esperte sui problemi di comprensione dei testi è M. Emanuela Piemontese, professore ordinario di Glottodidattica e Sociolinguistica nell’Università di Roma “La Sapienza” e uno dei fondatori del gruppo Gulp.

Piemontese suggerisce strumenti di analisi e di lavoro sia per redarre testi semplificati da comprendere (criteri di scrittura controllata) ma anche per analizzarne la leggibilità (Indice di Gulpease e Vocabolario Comune) e la comprensibilità (Metodo di lettura rallentata).

A) Semplificazione dei testi: i criteri di scrittura controllataL' autore del testo può intervenire su tre livelli: quello lessicale, quello sintattico e quello dell'organizzazione dei contenuti.

La prima regola è il buon senso.

“Chiedersi perché la gente scrive, a chi scrive, quali tipi di scrittura sono realizzati da quali gruppi di persone e con

quali scopi può aiutarci a capire l’esistenza dei molteplici usi diversi della scrittura. Oltre alla varietà dei contenuti, infatti,

è la varietà dei produttori, dei contesti, degli obiettivi e dei destinatari che determinano la varietà delle forme scritte. “

La scrittura, un caso di problem solving- M.E Piemontese

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• Le parole vanno scelte all'interno del

"vocabolario comune", ossia tra le parole generalmente conosciute dai parlanti di una comunità linguistica con un'istruzione medio-alta. All'interno di quest'ultimo c'è il "vocabolario di base", circa 7.000 parole con cui si può praticamente spiegare e insegnare tutto a tutti, anche concetti molto difficili, parole tecniche e perfino parole straniere.[ Scegliendo parole di uso comune si aumentano le probabilità che i lettori le conoscano. ]

• Utilizzare parole italiane

• Evitare le frasi idiomatiche Es. correre molto veloce e non correre come un razzo o schizzare via

• Esprimere l'azione con un verbo e non con un sostantivo Es. pagare invece di effettuare un pagamento

• Evitare forme figurate (metonimie, metafore)

• Introdurre gradualmente le parole nuove (una per paragrafo)

• Spiegare le parole nuove attraverso nozioni e termini già familiari

Livello lessicale • Il lessico comprende accorgimenti che riguardano la selezione delle

parole. La notorietà dei singoli termini, ossia il vocabolario utilizzato nel testo.

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Livello sintattico • Costruire frasi molto brevi, il più breve possibili (non più lunghe

di 20/25 parole)• Preferibilmente a struttura S.V.O (soggetto-verbo-complemento)

• Ridurre il numero delle subordinate (eliminare le forme impersonali, passive, modi indefiniti) lasciando solo le piùI comuni (causali, temporali, finali)

• Non eliminare i connettivi Formulare i periodo con verbi finiti (con predominanza del modo indicativo) di forma attiva, personale e affermativa

• Preferenza per tempi: presente (il più usato; se usato nei brani storici, indicare chiaramente le coordinate temporali), passato prossimo e futuro

• Eliminare i periodi impliciti• Eliminare pronomi e nessi distanziati

‘’

‘’

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Livello dell'organizzazione logico-concettuale del testo. Cioè capire bene cosa si vuole dire, a chi lo si vuole dire e cercare di selezionare e "snocciolare" le informazioni disponendole in un ordine logico che non dia niente per scontato e che fornisca al lettore le informazioni e tutti gli appigli che gli servono per capire il testo. • Evidenziare i legami mediante ridondanze  • Ripetere le parole più̀: importanti  • Utilizzare forme piene piuttosto che i pronomi  • Evitare costruzioni ellittiche (dove manca il soggetto o il predicato)  • Segnalare quando si passa da un argomento all’altro, mediante l’uso del

punto a capo, curando la scelta dei connettivi testuali da porre all’inizio e alla fine degli argomenti

• Organizzazione dei contenuti che favorisca la loro elaborazione cognitiva : a) dare alle idee un ordine uni-direzionale: ciascuna idea conduce a quella seguente b) organizzare le idee in maniera gerarchica c) fornire le informazioni di sfondo (prerequisiti)

• Inserire titoli e sottotitoli per orientare il lettore

• Abbondare con le informazioni

• Uso della punteggiatura senza appesantire il testo; frequenza punto fermo

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Livello dell'organizzazione logico-concettuale del testo.

Inoltre bisogna prestare molta attenzione all’ aspetto grafico del testo.

• Termini nuovi evidenziati graficamente • Attenzione alla dimensione del corpo tipografico e alla scelta dei caratteri ( evitare ricorso continuo a grassetto, sottolineato, corsivo) • Attenzione alle caratteristiche del progetto grafico (uso degli spazi con la distribuzione del testo, uso spazi bianchi) • Non esagerare con l’uso del colore o con l’abbondanza di immagini: distolgono l’attenzione del lettore dal testo • Cura nella selezione delle immagini e dei disegni: debbono essere assolutamente chiarificatrici dei concetti espressi. • Ricorso ad artifici grafici (schemi, tabelle, grafici…) che consentono di fissare anche visivamente le informazioni con essi messe in evidenza. • Organizzazione grafica del testo in capitoli, paragrafi e sottoparagrafi • Uso dell’ ”a capo rientrato” • Uso di interlinea bianca tra una sezione e l’altra del testo

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Queste regole sono inoltre utilizzate per creare gli articoli del giornale online Dueparole.

• Composto da articoli che risultano facilmente comprensibili da tutti, anche dei così detti "lettori dimenticati« persone che nessuno considera come potenziali lettori ossia perché svantaggiate dal punto di vista sociolinguistico e culturale, oppure dislessiche, persone con disturbi dell’apprendimento o che soffrono di qualche forma di ritardo mentale, sordi e anche gli anziani (problemi di memoria e perdita delle abilità linguistiche).

• Ma anche persone che, pur non avendo problemi specifici di lettura e comprensione, si trovano tuttavia in difficoltà nel leggere molti testi scritti in lingua italiana: sia adulti che ragazzi "normodotati" entrambi frustrati da informazioni formulate in modo complicato ma anche stranieri immigrati (diplomati o laureati nei loro Paesi) che vogliono imparare l’italiano in modo più sistematico.

Come è nato?• Nel 1983 alcuni genitori e alcuni operatori socio-sanitari si rivolsero a De Mauro

per farsi consigliare delle letture da proporre a giovani con forme di handicap mentale per potersi tenere informati ed esercitare le abilità di lettura. Partirono così degli esperimenti di scrittura semplificata trasformatisi poi in un vero e proprio laboratorio di scrittura.

• Nel 1989 nasce il giornale (proprietà dell’Università di Roma “La Sapienza”).

• Nel 1997 la rivista diventa digitale a causa degli elevati costi di stampa e spedizione.

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B) Analisi della leggibilità e della comprensibilitàPiemontese indica gli strumenti più utili per analizzare un testo in superficie (la leggibilitàI) e in profonditàI (la comprensibilitàI):

B.1- Per l’analisi della leggibilità::• FORMULE DI LEGGIBILITÀ ⇒ VARIABILE SINTATTICA(lunghezza delle frasi / numero di parole)⇒ VARIABILE LESSICALE(lunghezza media delle parole in sillabe/lettere)

• VOCABOLARIO⇒ VARIABILE LESSICALE

B.2 - Per l’analisi della comprensibilità• LETTURA RALLENTATA: ORGANIZZAZIONE DEL TESTO (analisi del testo dal punto di vista logico-concettuale)

INDICE DI GULPEASE

VOCABOLARIO DI BASE

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LETTURA RALLENTATA

• Con questo tipo di analisi si osserva la struttura del testo, cioè il modo in cui è organizzato dal punto di vista logico-concettuale.

• Con questo tipo di analisi è possibile individuare quante e quali inferenze il testo richiede al lettore, se il testo contiene esistono buchi informativi che il destinatario dovrebbe colmare con le sue conoscenze enciclopediche.

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VOCABOLARIO DI BASE

L’altro strumento di analisi utile per misurare la leggibilità dei testi è il Vocabolario di base della lingua italiana (De Mauro, 1980-1990). Si tratta di poco più di settemila parole della lingua italiana, divise in tre fasce:

• Questi dati sono stati ricavati alla fine degli anni Settanta da Tullio De Mauro e dai suoi collaboratori sulla base del Lessico di frequenza della lingua italiana (Bortolini, Tagliavini, Zampolli, 1971), comunemente noto come LIF.

• Va sottolineato che le parole del VdB, sono le parole più conosciute e usate da tutti i parlanti italiano che abbiano un’istruzione media: mediamente esse sono anche le più brevi della nostra lingua.

• Il 93,7% dei nostri testi sono scritti con le 2.000 parole fondamentali del vocabolario di base della lingua italiana

• 2.750 parole del vocabolario di alto uso sono le parole di maggior uso• Esaminando poi alcuni dizionari dell’uso comune sono state isolate altre

2.300 parole, dette di alta disponibilità, cioè parole legate a fatti, esperienze, oggetti ben noti a tutte le persone nella vita quotidiana, ma che raramente vengono dette e ancor più raramente scritte.

• Con le parole fondamentali e di alto uso (5000 parole) arriviamo a coprire il 99,7% di tutti i nostri testi scritti

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INDICE DI GULPEASE

L' indice di Gulpease ( Gulp sta per “Gruppo universitario linguistico-pedagogico”; e ease per “facilità”) è l’ indice di leggibilità di un testo creato per la lingua italiana. Esso identifica la leggibilità con frasi brevi e parole brevi e nasce da calcoli probabilistici (le frasi brevi hanno più probabilità di avere una struttura sintattica lineare) e statistici (le parole di più ampio uso tendono ad essere brevi.

Stabilito nel 1988 dal gruppo GULP (Gruppo Universitario Linguistico Pedagogico) presso il Seminario di Scienze dell'Educazione dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza" , si basa su rilevazioni raccolte tra il 1986 e il 1987 dalle cattedre di Filosofia del linguaggio e di Pedagogia dell'Istituto di Filosofia.

I risultati sono compresi tra 0 e 100, dove il valore "100" indica la leggibilità più alta e "0" la leggibilità più bassa. In generale risulta che testi con un indice

• inferiore a 80 sono difficili da leggere per chi ha la licenza elementare

• inferiore a 60 sono difficili da leggere per chi ha la licenza media

• inferiore a 40 sono difficili da leggere per chi ha un diploma superiore

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INDICE DI GULPEASE

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I limiti : l’indice computa semplicemente la lunghezza delle frasi e la lunghezza delle parole, senza prendere in considerazione la grammatica, l'ordine di esposizione o la coerenza del discorso.

Infatti è possibile ottenere coefficienti di alta leggibilità per testi perfettamente insensati o agrammaticali: es.  "gatto una mela canta il" (indice Gulpease 109) è più 'leggibile' di"il gatto camminava sul sentiero mentre scendeva la notte" (indice Gulpease 69: facile da leggere per chi ha un'istruzione media). 

I lettori NON sono delle macchine.Essi non divorano parole e frasi indipendentemente da ciò che capiscono. Non possiamo dunque separare la lettura dal processo cognitivo di cui è parte. Sarebbe come se cercassimo di stabilire che qualcosa è commestibile in base alla facilità di essere masticato, prescindendo dalla gradevolezza al gusto e dalla possibilità da parte dell'organismo di metabolizzarlo.

L’ indice di leggibilità non è dunque sufficiente a garantire la facilità di lettura e di assimilazione del testo. Quando parliamo di leggibilità di un testo non intendiamo la sua comprensibilità, la quale riguarda invece l'organizzazione del testo e la sua coerenza.

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Per verificare questa insufficienza dell’indice Gulpease e la difficoltà delle persone a comprendere alcuni tipi di testi abbiamo realizzato due piccoli esperimenti.

Le ipotesi che vogliamo verificare sono se la difficoltà del testo risulta essere direttamente proporzionale al tempo necessario per comprenderlo. l’ inaffidabilità dei valori dell’indice Gulpease di un testo in relazione alla comprensione.

1 - ESPERIMENTOAbbiamo estratto un articolo sul tema immigrazione (A) da un portale web e lo abbiamo modificato ottenendo due testi con diverso grado di difficoltà : uno è stato semplificato parzialmente (B) e l’altro completamente (C) seguendo le indicazioni stabilite da M. E. Piemontese. Abbiamo così ottenuto 3 testi (non modificato- A, parzialmente modificato- B e molto modificato-C).Contratto di lavoro sopravvenuto e rinnovo del

permesso di soggiorno. Il TAR Piemonte, con la sentenza n. 554 del 2014, ha annullato il provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno poiché l’Amministrazione aveva omesso di valutare il rapporto di lavoro instaurato a favore del ricorrente in epoca successiva all’adozione del rigetto. In particolare, il cittadino straniero, avendo reperito un nuovo contratto di lavoro, aveva provveduto a chiedere il riesame della sua posizione alla Prefettura che aveva invece ritenuto tardiva l’allegazione di tale elemento. In proposito, il Tribunale ha affermato che, ai sensi dell’art. 5, co. 5 D.Lgs. 286/98, l’Amministrazione è tenuta a prendere in considerazione tutti gli elementi sopraggiunti tali da consentire il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno che il richiedente abbia sottoposto all’autorità.

A.

Indice di Gulpease: 47

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Contratto di lavoro giunto successivamente alla richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Il TAR Piemonte ha annullato la decisione dell’Amministrazione della Prefettura: essa negava il rinnovo del permesso di soggiorno ad un cittadino straniero prima però che egli avesse trovato un nuovo lavoro. Avendo firmato un nuovo contratto di lavoro, infatti, il cittadino straniero aveva chiesto il riesame del suo caso alla Prefettura. Quest’ultima però aveva ritenuto che la comunicazione di questo nuovo elemento fosse avvenuta tardivamente. Il TAR ha quindi impostoall’ Amministrazione di prendere in considerazione tutti i nuovi elementi che potrebbero consentire il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

B.

Straniero trova lavoro dopo avergli negato il permesso di soggiorno. L’ Amministrazione della Prefettura aveva negato il rinnovo del permesso di soggiorno richiesto da un cittadino straniero. Poco dopo il cittadino straniero era riuscito a trovare lavoro e quindi aveva chiesto il riesame del suo caso alla Prefettura. La Prefettura però aveva deciso che ormai era troppo tardi. Il TAR Piemonte invece ha imposto all’Amministrazione di rivedere il caso e considerare tutti gli elementi che potrebbero consentire il rilascio del permesso di soggiorno. TAR: significa tribunale amministrativo regionale.

C.

Indice di Gulpease: 46

Indice di Gulpease: 52

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Ogni tipo di testo è stato somministrato a un soggetto con licenza elementare, uno con licenza media, uno con licenza superiore e uno con laurea, ottenendo così la performance di 12 soggetti sperimentali in totale.

Il testo era preceduto da un’introduzione in cui si indicava il tema del testo e cosa fare.

Proponiamo un articolo pubblicato su un portale sul tema “immigrazione”.Dopo una prima lettura è richiesto di sottolinearne i punti salienti.Si invita poi ad effettuare una seconda lettura dell’ articolo , cercando di capirne il contenuto, per poter poi compilare un breve questionario.Grazie per la collaborazione.

Sono stati misurati sia i tempi di lettura del testo da parte dei soggetti che il tempo impiegato per rispondere alle 5 domande a risposta multipla. Nella tabella sono stati riportati, oltre a questi dati, anche la quantità di risposte esatte fornite.

Page 29: TESTI OPACHI-progetto finale del Corso Cognizione e Linguaggio

Cosa ha deciso il TAR? X. Il rinnovo del permesso di soggiorno X. Ha annullato la decisione dell’Amministrazione X. Ha annullato il contratto di lavoro X. Ha espulso il cittadino straniero  Il cittadino straniero quando ha trovato un nuovo lavoro?X. Dopo della decisione dell’Amministrazione X. Dopo la sentenza del TAR X. Non ha mai trovato lavoro X. Quando l’Amministrazione gliel’ha offerto Perché la Prefettura ha negato il riesame del caso del cittadino straniero? X. Perché il nuovo elemento non è stato allegato seguendo la procedura X. Perché egli non ha comunicato in tempo che aveva trovato lavoro X. Perché i nuovi elementi non sono stati presentati al TAR X. Perché è stato licenziato dalla Prefettura Cosa ha deciso il TAR? X. Che il cittadino straniero dovrà essere risarcito X. Che l’Amministrazione dovrà rilasciare il permesso di soggiorno al cittadino straniero X. Che l’Amministrazione dovrà valutare la domanda di permesso di soggiorno X. Che il cittadino dovrà pagare una multa Chi ha richiesto il permesso di soggiorno?X. Il TAR X. L’amministrazione X. Il pubblico ministero X. Il cittadino straniero

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I risultati ottenuti sono riportati nella seguente tabella

TESTO NOME ETÀ LIV.ISTR T.LETTURA T.RISPOSTE RISPOSTEA C.C 23 LAUREA Economia 02:08,83 02:05,83 5/5B F.C 22 LAUREA Design 02:02,04 01:30,03 5/5C R.M 21 LAUREA Biologia 01:07,03 1:21,21 5/5A S.C 20 SUPERIORE 02:47,04 1:30,15 4/5B M.C 55 SUPERIORE 1:30,02 O:33,41 2/5C O.S 50 SUPERIORE 1:15,01 1:25,02 2/5A G.D 58 MEDIA 03:01,02 1:59,56 2/5B P.G 52 MEDIA 02:19,69 1:35,30 5/5C M.P 19 MEDIA 03:25,40 1:20,33 5/5 A A.R 75 ELEMENTARE 03:03,13 02:37,27 1/5B M.R 68 ELEMENTARE 02:32,34 02:25,34 2/5C P.P 62 ELEMENTARE 02:07,20 02:19,95 1/5

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Il confronto tra medie (anova) dei tempi di lettura divisi per tipo di testo (A,B e C) non è significativa (p=0.289 dunque p>0,05): le tre medie sono simili. Il grafico tuttavia mostra una tendenza in linea con le aspettative, cioè un aumento della difficoltà del testo all' aumentare dei tempi di lettura

Anova sui tempi di lettura divisi per scolarità del soggetto non è significativa (p=0.16). 

Dal grafico si vede che all'aumentare della scolarità non diminuiscono i tempi di lettura.

Testi: N parole differenti

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Il grafico mostra un’anova dei tempi medi di risposta a ciascun quesito di verifica secondo il tipo di testo. Anche in questo caso non c’è significatività (p=9,327) sebbene le risposte date dopo aver letto il testo difficile sono state meno veloci rispetto a quelle dei test più semplici. In realtà i tempi di risposta per i soggetti sottoposti al testo medio sono inferiori rispetto a quelle date da chi ha letto il testo semplice.

Anova sul numero di risposte corrette divisi per tipo di testo è ai margini della casualità (p=0.937).

In realtà, per quanto riguarda le risposte giuste, il metodo di confronto delle medie non è del tutto corretto poiché si tratta di variabili qualitative

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Grafico interazione tra scolarità e tipo di testo sulle medie dei tempi di risposta.Non sono molto indicativi rispetto alla scolarità anche se più̀ il testo è difficile, maggiori sono i tempi necessari per rispondere.

Tempi di risposta per scolarità è significativo (p=0,023)con dei confronti post hoc viene fuori che i tempi di risposta con scolarità elementare sono signicativamente diversi (in questo caso maggiori) di quelli con scolarità superiore

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CONCLUSIONI DELL’ESPERIMENTOÈ stata rilevata una tendenza che conferma l’ipotesi, ossia che all’aumentare della difficoltà del testo aumentano i tempi di lettura/comprensione. Testi più̀ difficili richiedono tempi maggiori per rispondere, anche se i

tempi di risposta per il testo medio sono inferiori rispetto a quelle date da chi ha letto il testo semplice.

Tempi di risposta per scolarità è significativo: maggiore è la scolarità minori sono i tempi di risposta.

Confrontando i risultati dell’esperimento, il quale ha constatato l’ ordine generale di difficoltà A>B>C, i valori dell ‘ Indice di Gulpease e la percentuale di lessico del Vocabolario di Base «predicono» la comprensibilità del testo.

TESTO A)

Fonte: Corrige!

114/136 84%

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TESTO B)

Fonte: Corrige!

TESTO C)

Fonte: Corrige!

100/107 93%

83/90 92%

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This study points to the dMEC as part of a neural map of the spatial environment. The basic unit of the map is the grid cell, whose multiple discrete firing fields invariantly form a stable, regularly tessellating structure of equilateral triangles. Grid spacing, grid orientation and field size were topographically organized, with minimal variation locally, but significant variation across the surface of the dMEC. […] In contrast, the phase of the grid appeared to vary randomly among cells recorded at the same brain location, implying that the entire surface of the environment was represented within a local cell ensemble with a common grid spacing and orientation. (Vol 436|11 August 2005|doi:10.1038/nature03721)

Per verificare che ciò che abbiamo constatato è valido anche per testi di altro genereabbiamo ripetuto l’esperimento utilizzando un testo scientifico.

2 - ESPERIMENTOAbbiamo preso un estratto dall’ articolo in cui viene esposta la scoperta di un gruppo di cellule cerebrali che fungono da “GPS naturale”. La rivelazione è valsa ai suoi scopritori John O’Keefe, May-Britt ed Edvard Moser il premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2014.

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Traducendolo, siamo riuscite a elaborare tre testi di diversa difficoltà di cui testare la comprensione.

Microstruttura della mappa spaziale nella corteccia entorinale. Questo studio indica la dMEC (dorsocaudal medial entorhinal cortex) come parte di una mappa neuronale dell'ambiente spaziale. L'unità di base della mappa è la cellula grid i cui campi recettivi multipli discreti formano invariabilmente una struttura stabile, regolarmente tessellata di triangoli equilateri. Spaziatura della griglia, orientamento della griglia e dimensioni del campo percettivo sono topograficamente organizzati, con minime variazioni a livello locale, ma significative variazioni sulla superficie del dMEC. Al contrario, la posizione dei vertici dei triangoli della griglia sembrava variare casualmente tra le cellule registrate nella stessa posizione del cervello, ciò implica che l'intera superficie dell'ambiente viene rappresentata in un insieme di cellule locali con spaziatura e orientamento parzialmente sovrapposti

Le cellule griglia: i neuroni che permettono di orientarci

Alcune cellule della corteccia celebrale sono in grado di elaborare una mappa dell'ambiente spaziale. L'unità di base della mappa è la cellula a griglia. Essa si attiva quando l’animale si trova su uno dei vertici dei triangoli equilateri con cui questi neuroni rappresentano lo spazio percepito. I parametri della griglia permettono di fissare delle coordinate. La precisione delle coordinate varia in maniera minima a livello locale e di molto tra le cellule sulla superficie della porzione di cervello coinvolta. In realtà è stato trovato che la posizione dei vertici dei triangoli della griglia varia casualmente tra le cellule registrate nella stessa posizione del cervello. Ciò implica che l'intera superficie dell'ambiente viene rappresentata entro un insieme di cellule locali che hanno rappresentazioni parzialmente sovrapposte.

A.

B.

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C. Nel cervello ci sono delle cellule griglia che ci permettono di orientarci Il nostro cervello è capace di tracciare una mappa dell’ambiente in cui ci troviamo.Esiste infatti un gruppo di cellule in grado di costruire una griglia di coordinate per rappresentare lo spazio circostante. Insomma, un po’ come succede giocando a battaglia navale, l’animale che si trova su un nodo della griglia (in questo caso composta da triangoli con tutti i lati uguali) capisce di trovarsi in un determinato punto dello spazio.La mappa elaborata da ciascuna cellula risulta molto simile alle mappe delle cellule vicine, ma appare decisamente diversa da quella di una qualsiasi cellula più lontana. È stato quindi ipotizzato che la percezione effettiva sia data dalla sovrapposizione di tutte queste mappe.Lo sperimentatore, prima di sottoporre il testo casualmente scelto, descriveva

brevemente il compito al soggetto, illustrando sia il tema che la procedura da seguire.

ad esempio: Cellule a GrigliaProponiamo tre brevi testi (A, B e C) su uno stesso argomento scientifico .Dopo una prima lettura di uno di essi (casualmente scelto dallo sperimentatore) è richiesto di mostrarne i punti salienti.Sarebbe poi utile una seconda lettura dello stesso estratto di articolo prima della compilazione del breve questionario.Grazie per la collaborazione.

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Dopo una prima lettura, somministrata da schermo di pc o tablet e cronometrata dall’assistente, lo sperimentatore chiede al soggetto di sottolineare le parole chiave del testo. Dopo una seconda lettura richiede di compilare il questionario seguente in 5 minuti, mentre l’assistente monitora i tempi di risposta a ciascuna domanda.

Il testo parla X. della struttura della corteccia celebraleX. degli algoritmi neurali usati nella percezione del suonoX. delle cellule coinvolte nella mappatura spazialeX. di geometria euclidea

La cellula grigliaX. si trova nel midolloX. elabora delle coordinate topografiche X. è l’unità base dell’organizzazione temporaleX. registra i suoni e li categorizza

Tali neuroni X. sovrappongono mappe con piccole differenze per creare le coordinate dell’ambienteX. sovrappongono le sagome degli oggetti per creare una rappresentazione dell’ambienteX. sono molto sviluppati nei musicistiX. si attivano quando compare un segnale su rumore di fondo

Queste celluleX. si attivano quando l’animale si trova su uno dei vertici dei rombi con cui questi neuroni rappresentano lo spazio percepitoX. sovrappongono segnali acustici di diverse provenienze per percepire ed elaborare la sonorità dell’ambienteX. si attivano quando l’animale si trova su uno dei vertici dei triangoli equilateri con cui questi neuroni rappresentano lo spazio percepitoX. sovrappongono le sagome degli oggetti per creare una rappresentazione dell’ambiente

Le coordinate:X. servono per emettere il suono miglioreX. sono uguali per tutte le cellule grigliaX. sono molto imprecise tra cellule vicineX. sono poco imprecise tra cellule vicine

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Tabella che sintetizza le informazioni raccolte nei dodici casi esaminati.

I dati presentati sono ordinati secondo la scolarità dei soggetti e il grado di difficoltà del testo (A più difficile, C più semplice).L’ analisi statistica effettuata si è concentrata soprattutto sui tempi di lettura. I tempi medi di risposta a ogni domanda letti in corrispondenza alle risposte giuste possono essere indicativi dell’accuratezza con cui il soggetto ha risposto alle diverse domande (es. Sogg. SMT potrebbe aver risposto “a caso”).

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Il confronto tra medie (anova) dei tempi di lettura divisi per tipo di testo (A,B e C) non è significativa (p=0.438 dunque p>0,05): le tre medie sono simili.Il grafico tuttavia mostra una tendenza in linea con le aspettative, cioè un aumento dei tempi di lettura all'aumentare della difficoltà del testo.

Anova sul numero di problemi risolti divisi per tipo di testo è ai margini della significatività (p=0.080).Dal grafico si vede che all'aumentare della difficoltà del testo diminuisce il numero di risposte corrette del soggetto. In realtà, per quanto riguarda le risposte giuste, il metodo di confronto delle medie non è del tutto corretto poiché si tratta di variabili qualitative

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Anova sui tempi di lettura divisi per scolarità del soggetto è significativa (p=0.018). Dal grafico si vede che all'aumentare della scolarità diminuiscono i tempi di lettura. In particolare, tramite dei confronti di medie per coppie (post hoc), emerge che i tempi di lettura di soggetti con scolarità elementare e media sono maggiori dei tempi di lettura di soggetti laureati. Si può quindi dire che il grado di scolarità influenza il tempo di lettura più̀ di quanto lo faccia la difficoltà del testo.

Questo sarebbe il grafico dell'interazione tra tipo di testo e scolarità sui tempi di lettura. Pur non potendo fare analisi statistiche (in quanto vi era un solo soggetto per ogni gruppo sperimentale), si può notare come il tipo di testo influenzi il tempo di lettura più̀ nelle basse scolarità che in quelle alte.

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Una nota da evidenziare riguarda l’indice di Gulpease e la corrispondenza del lessico utilizzato con il vocabolario di base.Come già anticipato, il primo parametro non è del tutto attendibile: misurando i tre testi scientifici abbiamo ottenuto iG(A)=38, iG(B)=52, iG(C)=49 sebbene il testo B risulti più difficile del testo C. La percentuale di parole appartenenti alle 7000 parole più frequenti cresce, invece, con la facilità della traduzione effettuata. In particolare p(A)=77%, p(B)=87%, p(C)=91%. Di nuovo si può parlare di una semplificazione dei testi che non solo riguardi il lessico e la sintassi, ma soprattutto il contenuto logico.

TESTO A)

Fonte: Corrige!

94/ 122 77%

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TESTO B)

Fonte: Corrige!

120/137 87%

TESTO C)

Fonte: Corrige!

109/120 91%

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L’ipotesi che l’aumentare della difficoltà del testo influenzi i tempi di lettura è stata verificata, anche perché questi tre testi risultano essere composti da un numero di parole simile.Ancora di più i tempi di lettura/comprensione paiono dipendere dall’alfabetizzazione dei soggetti sperimentali.

Riassumendo -Entrambi gli esperimenti dimostrano, anche se in modo diverso, che la difficoltà dei testi (variabile A, B o C) e il grado di scolarità dei partecipanti influenzano i tempi di lettura e la comprensione effettiva del testo (numero di risposte corrette). In particolare nel primo esperimento sulla semplificazione di un testo burocratico si nota come testi più̀ difficili richiedono tempi maggiori per rispondere e che maggiore è la scolarità minori sono i tempi di risposta.

L’analisi sulla semplificazione di un testo scientifico dimostra come essa dipenda maggiormente dal grado di scolarità che non dalla difficoltà del linguaggio.

Ciò mostra come sia davvero necessario tener conto dell’utente a cui ci stiamo riferendo.La problematica riguardante il burocratese sta proprio nell’ampiezza del pubblico cui si rivolge l’apparato normativo. L’unica arma di difesa in questa guerra pare essere l’alto grado di alfabetizzazione.

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Avendo sperimentato la complessità (teorica e pratica) e la difficoltà del comprendere e dello scrivere con l’obiettivo di farsi capire si dubita ancora che «chiarezza, semplicità e precisione nella scrittura non siano nemici dell’eleganza stilistica bensì la sua invisibile essenza?»

La semplicità è un punto di arrivo.