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TEST DA SFORZO CARDIO-POLMONARE U.O.C. Malattie, Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria Laboratorio per i disturbi del sonno Direttore: Prof. Mario Caputi Dott. Ilernando Meoli Dott. Biagio Campana Modalità ed interpretazione ERGOSPIROMETRIA - CARDIOPULMONARY EXERCISE TEST (CPET)

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Page 1: TEST DA SFORZO CARDIO-POLMONARE U. O.C. Malattie, Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria Laboratorio per i disturbi del sonno Direttore: Prof. Mario

TEST DA SFORZO CARDIO-POLMONARE TEST DA SFORZO CARDIO-POLMONARE

U.O.C. Malattie, Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria

Laboratorio per i disturbi del sonno

Direttore: Prof. Mario Caputi

Dott. Ilernando Meoli

Dott. Biagio Campana

Modalità ed interpretazione

ERGOSPIROMETRIA - CARDIOPULMONARY EXERCISE TEST (CPET)

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ERGOSPIROMETRIA O CARDIOPULMONARY EXERCISE TEST (CPET)

Apparato respiratorio

Si utilizza in quanto i test funzionali cardiopolmonari a riposo non predicono e non correlano con la capacità di esercizio di un individuo

emopoietico

neuro-psicologico

Apparato muscolo-scheletricoApparato cardio-

vascolare

Metodica relativamente non invasiva che permette di valutare

le risposte integrate

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INDICAZIONI AL TEST DA SFORZO CARDIO-RESPIRATORIO

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CPET

L’analisi dei gas va eseguita preferibilmente con un sistema breath by breath

Attrezzature Attrezzature

• ERGOMETRI

1. Cicloergometro

2. Tappeto rotante

3. Ergometro a manovella

• SISTEMI DI CAMPIONAMENTO A CIRCUITO APERTO,

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PROTOCOLLIPROTOCOLLI

Test a carico costante

Test incrementale discontinuo

Test incrementale continuo (a rampa)

Test a carico costante

Test incrementale discontinuo

Test incrementale continuo (a rampa)

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dopo alcuni minuti di riposo

il recupero avviene in un tempo variabile tra 2 e 6 minuti

la durata ottimale del test deve essere intorno a 8-12 minuti

l’incremento del carico di lavoro viene scelto sull’età e sul grado presunto di allenamento

nei pazienti con dispnea da sforzo si utilizzano incrementi di 5-15 W/min

al termine si valutano i sintomi che hanno determinato la fine dell’esercizio (es: scala di Borg per la fatica muscolare e la dispnea)

TEST A CARICO INCREMENTALE

incremento del carico di lavoro ogni minuto (test a rampa) fino a raggiungere la massima tollerabilità dell’individuo (incapacità a mantenere la pedalata a 50-60 rpm)

2 minuti di riscaldamento (pedalata senza carico)

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TEST A CARICO COSTANTE

la durata dell’esercizio è di solito di 6 minuti

in genere si utilizzano carichi tra il 50 e il 70% del massimo carico sostenuto durante un test incrementale precedente

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TEST DA SFORZO CARDIO-RESPIRATORIO: MISURE

TEST DA SFORZO CARDIO-RESPIRATORIO: MISURE

Wasserman K. Priciples Exercise Testing and Interpretation. Third Edition Lippincott Williams & Wilkins

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1. Risposta Metabolica

2. Risposta Cardiovascolare

3. Risposta Ventilatoria

4. Scambi Gassosi Polmonari

5. Sintomi

1. Risposta Metabolica

2. Risposta Cardiovascolare

3. Risposta Ventilatoria

4. Scambi Gassosi Polmonari

5. Sintomi

INTERPRETAZIONE DEL CPETINTERPRETAZIONE DEL CPET

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ANALISI DEI DATIANALISI DEI DATI

DATI NUMERICIDATI NUMERICI DATI GRAFICIDATI GRAFICI

CONFRONTATI CON DATIDI RIFERIMENTO PREDETTICONFRONTATI CON DATIDI RIFERIMENTO PREDETTI

ATS RACCOMANDA L’USODI ALMENO NOVE GRAFICI

PER UNA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL TEST

ATS RACCOMANDA L’USODI ALMENO NOVE GRAFICI

PER UNA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL TEST

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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA CONSIGLIATA DALL’ATSRAPPRESENTAZIONE GRAFICA CONSIGLIATA DALL’ATSSoggetto Normale

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1. RISPOSTA METABOLICA1. RISPOSTA METABOLICA

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Nel soggetto normale il valore di V’O2 plottato contro

il lavoro svolto (Work Rate o WR)

aumenta in maniera piuttosto lineare

fino a raggiungere un plateau che è detto V’O2max;

talvolta l’esercizio termina prima del

raggiungimento del plateau per il

sopraggiungere di sintomi e il valore massimo di V’O2

raggiunto è allora detto V’O2 di picco

Nel soggetto normale il valore di V’O2 plottato contro

il lavoro svolto (Work Rate o WR)

aumenta in maniera piuttosto lineare

fino a raggiungere un plateau che è detto V’O2max;

talvolta l’esercizio termina prima del

raggiungimento del plateau per il

sopraggiungere di sintomi e il valore massimo di V’O2

raggiunto è allora detto V’O2 di picco

IL CONCETTO DI V’O2 MAX E V’O2 di PICCO

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COPDCOPDCARDIOMIOPATIACARDIOMIOPATIANORMALENORMALE

ILDILD MVPMVP

IL CONCETTO DI V’O2 MAX E V’O2 DI PICCOIL CONCETTO DI V’O2 MAX E V’O2 DI PICCO

Lo slope ΔVO2/ Δ WR riflette l’efficienza della conversione metabolica dei nutrienti in lavoro meccanico e stima l’efficienza meccanica del sistema muscolo- scheletrico; tale valore è indipendente da sesso, età e altezza ed è pari a 8.5-11 ml/min per watt.

Lo slope ΔVO2/ Δ WR riflette l’efficienza della conversione metabolica dei nutrienti in lavoro meccanico e stima l’efficienza meccanica del sistema muscolo- scheletrico; tale valore è indipendente da sesso, età e altezza ed è pari a 8.5-11 ml/min per watt.

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IL CONCETTO DI SOGLIA ANAEROBICAIL CONCETTO DI SOGLIA ANAEROBICA

La determinazione del raggiungimento della soglia anaerobica può essere invasiva (valutazione dei lattati o dei bicarbonati ematici) o non invasiva (metodo del V-slope o degli Equivalenti Ventilatori).

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DETERMINAZIONE INVASIVA DELLA ATDETERMINAZIONE INVASIVA DELLA AT

Acido lattico + HCO3-Na+ Lattato di Sodio + Acido Carbonico ( H2CO3) H2CO3 H2O + CO2

Risposta ventilatoria all’ di CO2 : la Ventilazione in modo non proporzionale al consumo di O2

Acido lattico + HCO3-Na+ Lattato di Sodio + Acido Carbonico ( H2CO3) H2CO3 H2O + CO2

Risposta ventilatoria all’ di CO2 : la Ventilazione in modo non proporzionale al consumo di O2

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DETERMINAZIONE NON INVASIVA DELLA ATDETERMINAZIONE NON INVASIVA DELLA AT

METODO DEL V-SLOPEMETODO DEL V-SLOPE METODO DEGLI EQUIVALENTI VENTILATORI

METODO DEGLI EQUIVALENTI VENTILATORI

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Il raggiungimento precoce indica un precoce inizio del metabolismo anaerobico a livello muscolare che può dipendere da diversi meccanismi che possono tra di loro sommarsi: un inadeguato apporto di O2 ai muscoli, un alterazione del metabolismo ossidativo muscolare o un coesistente decondizionamento fisico.

Il raggiungimento precoce indica un precoce inizio del metabolismo anaerobico a livello muscolare che può dipendere da diversi meccanismi che possono tra di loro sommarsi: un inadeguato apporto di O2 ai muscoli, un alterazione del metabolismo ossidativo muscolare o un coesistente decondizionamento fisico.

SOGLIA ANAEROBICASOGLIA ANAEROBICA

NormaleNormale

PrecocePrecoce Non raggiuntaNon raggiunta>40% del V’O2 MAX>40% del V’O2 MAX

Il non raggiungimento indica un limite allo svolgimento dell’esercizio tale che la soglia anaerobica non viene affatto raggiunta.

Il non raggiungimento indica un limite allo svolgimento dell’esercizio tale che la soglia anaerobica non viene affatto raggiunta.

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QUOZIENTE RESPIRATORIOQUOZIENTE RESPIRATORIO

Il rapporto VCO2/VO2 è conosciuto con il termine di quoziente respiratorio (RQ) o respiratory exchange ratio (RER) quando questo rapporto è misurato tramite i gas espirati.

Durante test incrementale il raggiungimento di un RQ>1.10 - 1.15 è indice di un grado di sforzo massimale.

Il rapporto VCO2/VO2 è conosciuto con il termine di quoziente respiratorio (RQ) o respiratory exchange ratio (RER) quando questo rapporto è misurato tramite i gas espirati.

Durante test incrementale il raggiungimento di un RQ>1.10 - 1.15 è indice di un grado di sforzo massimale.

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2. RISPOSTA CARDIOVASCOLARE

2. RISPOSTA CARDIOVASCOLARE

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NORMALENORMALE CARDIOPATIACARDIOPATIA

COPDCOPD

ILDILD MVPMVP

RELAZIONE HR-V’O2RELAZIONE HR-V’O2

Nel soggetto normale la HR (Heart Rate) aumenta

in maniera piuttosto lineare con l’incremento

del VO2 fino a raggiungere un valore massimo 220 -

età o 210 - (età x 0.65). Al termine dell’esercizio il raggiungimento del VO2 teorico, della massima frequenza cardiaca e l’assenza di riserva

cardiaca indicano uno sforzo massimale.

Nel soggetto normale la HR (Heart Rate) aumenta

in maniera piuttosto lineare con l’incremento

del VO2 fino a raggiungere un valore massimo 220 -

età o 210 - (età x 0.65). Al termine dell’esercizio il raggiungimento del VO2 teorico, della massima frequenza cardiaca e l’assenza di riserva

cardiaca indicano uno sforzo massimale.

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NORMALENORMALE CARDIOPATIACARDIOPATIA

COPDCOPD

ILDILD MVPMVP

POLSO DI O2POLSO DI O2

Il rapporto VO2/HR è detto polso di O2 e riflette il

consumo di O2 per ogni battito cardiaco; nel

soggetto normale esso è utilizzato come stima di

massima dello stroke volume (gittata cardiaca); il polso di O2 aumenta in maniera lineare per bassi carichi di lavoro e tende a

formare un plateau ai carichi di lavoro più alti

(normale limite cardiovascolare allo

sforzo).

Il rapporto VO2/HR è detto polso di O2 e riflette il

consumo di O2 per ogni battito cardiaco; nel

soggetto normale esso è utilizzato come stima di

massima dello stroke volume (gittata cardiaca); il polso di O2 aumenta in maniera lineare per bassi carichi di lavoro e tende a

formare un plateau ai carichi di lavoro più alti

(normale limite cardiovascolare allo

sforzo).

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3. RISPOSTA VENTILATORIA3. RISPOSTA

VENTILATORIA

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NORMALENORMALE CARDIOPATIACARDIOPATIA

COPDCOPD

ILDILD MVPMVP

RISPOSTA VENTILATORIARISPOSTA VENTILATORIA

La riserva ventilatoria equivale alla differenza esistente tra MVV e VEmax raggiunta al picco dell’esercizio; la MVV può essere misurata direttamente o può essere stimata con la formula FEV1x37,5; normalmente VEmax/MVVx100 <85% con ampio range di normalità (72 ± 15).

La riserva ventilatoria equivale alla differenza esistente tra MVV e VEmax raggiunta al picco dell’esercizio; la MVV può essere misurata direttamente o può essere stimata con la formula FEV1x37,5; normalmente VEmax/MVVx100 <85% con ampio range di normalità (72 ± 15).

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NORMALENORMALE CARDIOPATIACARDIOPATIA

COPDCOPD

ILDILD MVPMVP

EQUIVALENTI VENTILATORIEQUIVALENTI VENTILATORI

I rapporti VE/VO2 e VE/VCO2 sono detti

equivalenti ventilatori e indicano quanti litri di

ventilazione sono necessari per assumere

rispettivamente 1 litro di O2 e eliminarne 1 di CO2; Raggiungono il nadir al

livello della AT; alti valori di VE/VCO2 al nadir

indicano alterazioni di Vd/Vt e alterazioni del

rapporto ventilo-perfusivo.

I rapporti VE/VO2 e VE/VCO2 sono detti

equivalenti ventilatori e indicano quanti litri di

ventilazione sono necessari per assumere

rispettivamente 1 litro di O2 e eliminarne 1 di CO2; Raggiungono il nadir al

livello della AT; alti valori di VE/VCO2 al nadir

indicano alterazioni di Vd/Vt e alterazioni del

rapporto ventilo-perfusivo.

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NORMALENORMALE CARDIOPATIACARDIOPATIA

COPDCOPD

ILDILD MVPMVP

STRATEGIA VENTILATORIASTRATEGIA VENTILATORIA

Vt arriva ad un plateau in genere al 50-60% del valore di CV. Nei soggetti sani l’incremento di Vt è legato alla riduzione dell’End Expiratory Lung Volume (EELV) e ad un incremento maggiore dell’End Inspiratory Lung Volume (EILV).

Vt arriva ad un plateau in genere al 50-60% del valore di CV. Nei soggetti sani l’incremento di Vt è legato alla riduzione dell’End Expiratory Lung Volume (EELV) e ad un incremento maggiore dell’End Inspiratory Lung Volume (EILV).

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CURVE FLUSSO-VOLUME DURANTE CPETCURVE FLUSSO-VOLUME DURANTE CPET

EELV

EILV

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IPERINFLAZIONE DINAMICA NELLA BPCO

IPERINFLAZIONE DINAMICA NELLA BPCO

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4. SCAMBI GASSOSI POLMONARI

4. SCAMBI GASSOSI POLMONARI

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SCAMBI GASSOSI

POLMONARI

MVP

ILD

Il gradiente alveolo arterioso di O2 è utilizzato per comprendere i

meccanismi di una caduta del livello di PaO2 durante esercizio;

infatti un gradiente nella norma in presenza di una caduta di PaO2 indica

una ipoventilazione o un’alterata risposta della meccanica ventilatoria

all’esercizio; un incremento del gradiente in presenza di una caduta di PaO2 è associata ad alterazioni del rapporto

V/Q, alterazioni della diffusione, shunt o ad un

meccanismo misto.

Il gradiente alveolo arterioso di O2 è utilizzato per comprendere i

meccanismi di una caduta del livello di PaO2 durante esercizio;

infatti un gradiente nella norma in presenza di una caduta di PaO2 indica

una ipoventilazione o un’alterata risposta della meccanica ventilatoria

all’esercizio; un incremento del gradiente in presenza di una caduta di PaO2 è associata ad alterazioni del rapporto

V/Q, alterazioni della diffusione, shunt o ad un

meccanismo misto.

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SCAMBI GASSOSI POLMONARI

COPD

CARDIOMIOPATIA

Il gradiente alveolo arterioso di O2 è utilizzato per comprendere i meccanismi di una caduta del

livello di PaO2 durante esercizio; infatti un

gradiente nella norma in presenza di una caduta di

PaO2 indica una ipoventilazione o

un’alterata risposta della meccanica ventilatoria

all’esercizio; un incremento del gradiente in presenza di una caduta di

PaO2 è associata ad alterazioni del rapporto V/Q, alterazioni della

diffusione, shunt o ad un meccanismo misto

Il gradiente alveolo arterioso di O2 è utilizzato per comprendere i meccanismi di una caduta del

livello di PaO2 durante esercizio; infatti un

gradiente nella norma in presenza di una caduta di

PaO2 indica una ipoventilazione o

un’alterata risposta della meccanica ventilatoria

all’esercizio; un incremento del gradiente in presenza di una caduta di

PaO2 è associata ad alterazioni del rapporto V/Q, alterazioni della

diffusione, shunt o ad un meccanismo misto

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SINTOMISINTOMI

DISPNEA E FATICA MUSCOLARE

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DISPNEA E FATICA MUSCOLARE

SCALA DI BORG MODIFICATA

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VO2 max o di picco >84% del predetto

Soglia anaerobica >40% VO2 max predetto

(range 40-80%)Frequenza cardiaca >90% del predetto per etàRiserva cardiaca <15 battiti/minPressione arteriosa <220/90Polso di O2 (VO2/FC) >80% del predettoRiserva ventilatoria Vemax/MVVx100: <85%

(range: 7215)Frequenza respiratoria <60 atti/minVE/VCO2 alla AT <34Vd/Vt <0.28; <0.30 per età>40 anniPaO2 >80 mm HgP(A-a)O2 <35 mm Hg

VO2 max o di picco >84% del predetto

Soglia anaerobica >40% VO2 max predetto

(range 40-80%)Frequenza cardiaca >90% del predetto per etàRiserva cardiaca <15 battiti/minPressione arteriosa <220/90Polso di O2 (VO2/FC) >80% del predettoRiserva ventilatoria Vemax/MVVx100: <85%

(range: 7215)Frequenza respiratoria <60 atti/minVE/VCO2 alla AT <34Vd/Vt <0.28; <0.30 per età>40 anniPaO2 >80 mm HgP(A-a)O2 <35 mm Hg

CRITERI DI NORMALITA’CRITERI DI NORMALITA’

Modificata da ATS statements

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FIBRE MUSCOLARI FIBRE MUSCOLARI

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FIBRE MUSCOLARI FIBRE MUSCOLARI

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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA CONSIGLIATA DALL’ATS

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA CONSIGLIATA DALL’ATS

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NORMALE

SCAMBI GASSOSI POLMONARISCAMBI GASSOSI POLMONARI

Il gradiente alveolo arterioso di O2 è utilizzato per comprendere i meccanismi di una caduta del

livello di PaO2 durante esercizio; infatti un gradiente nella norma in presenza di una caduta di PaO2 indica una ipoventilazione o un’alterata

risposta della meccanica ventilatoria all’esercizio; un incremento del gradiente in

presenza di una caduta di PaO2 è associata ad alterazioni del rapporto V/Q, alterazioni della diffusione, shunt o ad un meccanismo misto.

Il gradiente alveolo arterioso di O2 è utilizzato per comprendere i meccanismi di una caduta del

livello di PaO2 durante esercizio; infatti un gradiente nella norma in presenza di una caduta di PaO2 indica una ipoventilazione o un’alterata

risposta della meccanica ventilatoria all’esercizio; un incremento del gradiente in

presenza di una caduta di PaO2 è associata ad alterazioni del rapporto V/Q, alterazioni della diffusione, shunt o ad un meccanismo misto.

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TEST DA SFORZO CARDIOPOLMONARETEST DA SFORZO CARDIOPOLMONARE

Wasserman K. Priciples Exercise Testing and Interpretation. Third Edition Lippincott Williams & Wilkins

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V’O2 DI PICCOSTRATIFICAZIONE DEI PAZIENTI

CON CHF

V’O2 DI PICCOSTRATIFICAZIONE DEI PAZIENTI

CON CHF

ACC/AHA 2002 Guideline update for exercise testing

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ISCHEMIA MIOCARDICA E V’O2ISCHEMIA MIOCARDICA E V’O2