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Tesina di partecipazione alla Borsa di Studio
“Settimana di Educazione fiscale”
Di Andrei Costin Banu classe 5^B ITC dell’Istituto
“Ernesto Balducci” di Pontassieve
Argomento:Elusione ed evasione fiscale
Solvere tributa
Fin dall’antichità gli uomini si sono riuniti e hanno formato, all’inizio tribù, poi
civiltà organizzate, fino alla complessa società di oggi. Insieme hanno deciso di
autoregolare i loro comportamenti con l’inserimento di regole e in base allo
sviluppo sociale, culturale ed economico si sono create varie forme di stato. Il
primo tipo che è nato è quello in cui c’è una persona con tutti i poteri e che
controlla la popolazione detto Stato assoluto. Poi si sono sviluppate altre forme,
frutto del cambiamento della mentalità della popolazione però aventi tutti una
cosa in comune. Che sia una sola persona o un’insieme di rappresentanti del
popolo, essi devono garantire un livello di benessere ai cittadini, tale da soddisfare
almeno i loro bisogni primari.
Il modo per fare ciò lo hanno capito le prime grandi civiltà tra cui i babilonesi, i
persiani, gli egiziani ad esempio, con una tassa sull’utilizzo della fertilità del Nilo. I
governanti sono stati costretti a prelevare degli oggetti dalla popolazione per poi
investirne il valore in vari progetti. Oggi questo prelievo si è evoluto e siamo
arrivati alla riscossione delle tasse.
Chiamate comunemente “tasse” sono in realtà più complesse e in Italia ci sono
prelevamenti chiamati imposte, tasse, contributi e monopoli. Il dubbio sorge allora
spontaneo su chi e come le deve pagare. La risposta viene spiegata chiaramente
nell’articolo 53: “tutti devono concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro
capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
In poche parole l’articolo enuncia l’importanza del contributo di tutti i cittadini per
la spesa pubblica costituita principalmente dalla fornitura di servizi che sono
maggiori nello stato sociale(Welfare State).
Quindi lo Stato ha bisogno dei nostri contributi per poter attuare le sue politiche e
noi dobbiamo fornirne i mezzi. Non si dovrebbe guardarlo con diffidenza visto che
cerca anche di aiutare i cittadini in difficoltà con varie agevolazioni fiscali.
Certamente questo periodo è caratterizzato da una crisi economica e la tassazione
sta aumentando ma dobbiamo continuare a pagare. E questo perché? Sicuramente
non “perché è bello” come disse Padoa Schioppa ma perché dobbiamo avere una
coscienza e conoscenza tributaria. Un semplice esempio di un “brutto
comportamento” può essere dato da una persona che prende mezzi pubblici
senza pagare il biglietto. Questo comportamento incivile è sbagliato non solo dal
punto di vista morale perché gli altri pagano ma da un punto di vista economico. Il
denaro che non entra nelle casse dello Stato non potrà essere utilizzato per
migliorare i servizi. Quindi questa persona non dovrebbe meravigliarsi se in alcuni
giorni il mezzo ha problemi meccanici o non è pulito adeguatamente. Un altro
comportamento sleale attuato solitamente da grandi imprese è l’elusione fiscale.
L'elusione consiste nel falsificare la natura dell'operazione con lo scopo di
beneficiare di minori imposte. A differenza dell'evasione l'elusione non si presenta
come illegale; essa infatti formalmente rispetta le leggi vigenti, ma le aggira nel
loro aspetto sostanziale frustrando il motivo per il quale sono state approvate.
Invece le piccole- medie imprese “preferiscono” l’evasione e cioè cercare di ridurre
il prelievo fiscale, violando alcune norme. Questi fatti non ci sono lontani visto che
l’Italia è una paese in cui la lotta all’evasione si fa sempre più difficile visto i
seguenti dati:
5.000.000-6.000.000 partite iva;
5.000.000 di piccole e medie imprese;
100.000.000.000 € di evasione fiscale;
Questo vuol dire che per gli enti preposti è molto difficile controllare tutto e la
somma stimata che sfugge alle casse statali è elevatissima. Ma per combattere
questo comportamento “contra-legem” il Fisco si avvale di diversi strumenti.
L’agenzia delle entrate si occupa delle prime fasi e cioè del controllo e
dell’accertamento e viene verificata ad esempio la regolarità dell’emissione di
scontrini o fatture; accertato il comportamento illecito si richiede solitamente
l’intervento della Guardia di Finanza.
Però è sempre difficile avere la situazione sotto controllo e si usano strumenti
come questionari mandati alle banche con 20 giorni di attesa per la risposta o
controlli diretti all’interno dei luoghi in cui ha sede l’attività delle imprese.
In realtà tutte le operazioni di riscossione sono molto più complesse ma siamo
riusciti a capirne le fondamenta grazie anche alla “Settimana Fiscale” che è stata
utile sia per noi, sia per lo Stato visto che siamo l’investimento del futuro. E
dobbiamo capire anche cosa si rischia? In realtà si rischia veramente tanto, fino a 6
anni di reclusione, il doppio di quelli per furto e tuttavia molti continuano a
rischiare per guadagnare di più.
Lo Stato attua, attraverso l’imposizione fiscale anche delle particolari politiche.
Però se noi abbiamo una buona comprensione delle norme e del funzionamento
tributario sappiamo che decisioni prendere quando una forza politica offre
diminuzione di tasse in caso di vittoria elettorale. Di conseguenza non potremmo
essere ingannati visto che se c’è una diminuzione da una parte ci saranno aumenti
da un’altra o vari tagli alla spesa pubblica. Ricordando anche che il debito pubblico
in Italia è sempre maggiormente superiore al reddito nazionale e quindi non
pagando le tasse questo divario aumenta. Fa riflettere questo ciclo negativo che
provochiamo noi stessi non pagando le tasse. Ed il potere degli enti incaricati di
riscuotere è autonomo e molto potente ma non riesce a risolvere questi problemi
nonostante abbia comunque conseguito dei progressi nel tempo. E questa si
spiega con una mia tipica giornata.
Mi alzo la mattina e vado a fare colazione nel bar sotto casa e non ricevo lo
scontrino che a richiesta. Prendo il solito mezzo pubblico e sono tra i pochi a fare
l’abbonamento mensile visto che la contravvenzione è superiore di un solo euro al
costo del biglietto. Poi passo dal dentista osservo la bella macchina all’entrata e
quando non ricevo la fattura capisco chi è il proprietario.
Allora mi sorge spontaneo chiedermi se si fa abbastanza per combattere questi
problemi. Certo trovare i problemi è facile ma risolverli è più difficile. Però io
penso che il fisco debba avvicinarsi di più ai cittadini, ci vorrebbero delle
segnalazioni anonime non tramite Internet perché questo servizio è già attivo ma
ad esempio tramite sms alla Guardia di Finanza e di conseguenza un pronto
intervento.
O più controlli nelle zone fuori città visto che sta diventando consuetudine che
“l’amicizia non abbia bisogno di scontrino”, ad esempio tra barista e il solito
cliente. O forse la soluzione sta nel federalismo fiscale o in una più concreta
collaborazione tra stati per evitare la fuga in paradisi fiscali.
Tuttavia credo che per combattere questo “sport nazionale dell’evasione” serva
un cambio di mentalità, un trasformazione socio-culturale per assimilare il
concetto che il denaro delle tasse contribuisce al bene comune, allo sviluppo e al
benessere del singolo cittadino.