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TERMOLUMINESCENZA FENOMENOLOGIA: La termoluminescenza (TL) o luminescenza stimolata termicamente (TSL) è l’emissione luminosa che si osserva durante il riscaldamento di un isolante o semiconduttore precedentemente irraggiato con radiazione ionizzante. Presentano il fenomeno della TL gran parte dei materiali isolanti, in particolare gli alogenuri alcalini (KCl, NaCl, LiF, …), i materiali scintillatori e molti minerali quali quarzo e feldspati. L’intensità della TL varia da materiale a materiale ed è in genere molto debole: non è visibile ad occhio nudo (salvo rari casi) ma tramite un foto-rivelatore (in genere un tubo foto-moltiplicatore) e dipende dalla dose di radiazione ionizzante assorbita dal materiale. La principale applicazione della TL è in dosimetria, di fondamentale importanza nel campo della radioprotezione, disciplina che si occupa della misura e limitazione delle dosi di radiazione assorbite dall’uomo a seguito di attività lavorative, di esami e terapie radiologiche, e di incidenti nucleari. Un applicazione particolare, legata sempre alla dosimetria è quella delle datazioni di materiali ceramici

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Page 1: TERMOLUMINESCENZA FENOMENOLOGIA: La termoluminescenza (TL) o luminescenza stimolata termicamente (TSL) è lemissione luminosa che si osserva durante il

TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

FENOMENOLOGIA:La termoluminescenza (TL) o luminescenza stimolata termicamente (TSL) è l’emissione luminosa che si osserva durante il riscaldamento di un isolante o semiconduttore precedentemente irraggiato con radiazione ionizzante.

Presentano il fenomeno della TL gran parte dei materiali isolanti, in particolare gli alogenuri alcalini (KCl, NaCl, LiF, …), i materiali scintillatori e molti minerali quali quarzo e feldspati.

L’intensità della TL varia da materiale a materiale ed è in genere molto debole: non è visibile ad occhio nudo (salvo rari casi) ma tramite un foto-rivelatore (in genere un tubo foto-moltiplicatore) e dipende dalla dose di radiazione ionizzante assorbita dal materiale.La principale applicazione della TL è in dosimetria, di fondamentale importanza nel campo della radioprotezione, disciplina che si occupa della misura e limitazione delle dosi di radiazione assorbite dall’uomo a seguito di attività lavorative, di esami e terapie radiologiche, e di incidenti nucleari. Un applicazione particolare, legata sempre alla dosimetria è quella delle datazioni di materiali ceramici

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

INTERPRETAZIONE E MODELLIZZAZIONE:

Affinché si abbia il fenomeno della TL è necessario:1. che il materiale assorba energia dalla radiazione ionizzante, così da liberare coppie elettroni/lacune che vengono in parte intrappolate2. fornire energia, sotto forma di calore, così da favorire la liberazione delle cariche intrappolate. La loro ricombinazione nei centri di luminescenza (centri di ricombinazione) da origine al segnale di luminescenza.

calore

Fotoni luminosi

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

La probabilità P che le cariche intrappolate vengano liberate dipende:- dalla profondità E della trappola: più è profonda la trappola, maggiore è l’energia richiesta per la liberazione delle cariche- dalla temperatura: maggiore è la temperatura, maggiore è la probabilità di rilascio delle cariche. Per trappole poco profonde anche la temperatura ambiente può essere sufficiente al de-trapping: fenomeno della fosforescenza.

E

KT

E

esTP )(

- K è la costante di Boltzmann (8.617x10-5 eV K-1),- T è la temperatura assoluta (in gradi Kelvin)- s è il fattore di frequenza, che rappresenta il numero di volte al secondo che l’elettrone tenta di sfuggire dalla trappola (ordine di grandezza: 1010-1012 s-1)

La probabilità di rilascio delle cariche dalle trappole aumenta esponenzialmente con la temperatura: se un materiale presenta una fosforescenza trascurabile a temperatura ambiente, essa può essere stimolata innalzandone la temperatura, ottenendo così la TL

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Il primo e più semplice modello per descrivere la fosforescenza e la TL è dovuto a Randall e Wilkins (1945) che considerano l’esistenza di una sola trappola. In tale modello la carica liberata dalla trappola a seguito del de-trapping ha probabilità nulla di venire reintrappolata.

Sotto tali ipotesi, fissata la temperatura T, l’intensità di emissione luminosa I(t) decresce esponenzialmente nel tempo:

tPeItI 0)( Dove I0 è l’intensità luminosa a tempo t=0

Il decadimento è un semplice esponenziale: lo si dice governato da una cinetica del primo ordine. Esso descrive abbastanza bene il comportamento di materiali nei quali predomina un solo tipo di trappole, correlate spazialmente ai centri di ricombinazione.

Quando sono invece presenti più trappole, e/o la probabilità di reintrappolamento non è trascurabile, il decadimento della fosforescenza non è più un semplice esponenziale, ma è governato da cinetiche di ordine superiore.

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

KT

E

esTP

T1

)(

1)(

Una grandezza più significativa dal punto di vista delle applicazioni della TL rispetto alla probabilità di rilascio delle cariche dalla trappola, è la vita media di una trappola, definita come l’inverso della probabilità P:

Anche la vita media di una trappola dipende dalla profondità della trappola stessa e decresce in maniera esponenziale all’aumentare della temperatura

Esempio: vita media in funzione della temperatura e della profondità della trappola (cinetica del primo ordine, fattore di frequenza s= 1010s-1)

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Una misura TL viene in pratica condotta aumentando linearmente la temperatura del campione, dalla temperatura ambiente fino a qualche centinaio di gradi, e registrando nel contempo il segnale di luminescenza emesso dal campione in funzione della temperatura

Temperature (°C)

50 100 150 200 250 300 350 400T

L (

a.u

.)0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

40000Temperatura

Tempo

La pendenza della curva da il rateo di riscaldamento

Glow curve

Per una data trappola si osserva dapprima un aumento dell’emissione luminosa (poiché con la temperatura aumenta la probabilità di de-trapping) e successivamente una decrescita del segnale (dovuta alla progressiva diminuzione del numero di elettroni nella trappola). L’effetto complessivo è la comparsa di un picco TL.Riportando in grafico l’intensità della TL in funzione della temperatura (glow curve), si otterrà un picco in corrispondenza di ogni trappola presente nel materiale.

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Per una data trappola si osserva dapprima un aumento dell’emissione luminosa (poiché con la temperatura aumenta la probabilità di de-trapping) e successivamente una decrescita del segnale (dovuta alla progressiva diminuzione del numero di elettroni nella trappola). L’effetto complessivo è la comparsa di un picco TL

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Per molti materiali termoluminescenti, l’altezza e/o l’area del picco TL è proporzionale alla popolazione di elettroni intrappolati. Il numero di elettroni intrappolati è a sua volta proporzionale al numero di elettroni liberati (passati cioè dalla BV alla BC) a seguito dell’interazione della radiazione ionizzante, e quindi della dose assorbita dal materiale.

ASPETTI CARATTERISTICI DELLA GLOW CURVE:

Al crescere della dose aumenta l’intensità del segnale.Nel caso di cinetica del primo ordine la posizione del picco (temperatura al quale si manifesta) resta costante.Per cinetiche più complesse il picco si sposta verso temperature più basse

Questa proprietà di linearità del segnale TL con la dose è alla base della dosimetria per termoluminescenza: la misura dell’intensità del segnale TL fornisce indicazione della dose assorbita dal materiale.

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

La posizione dei picchi TL è legata alla profondità delle trappole corrispondenti: in generale maggiore è la profondità della trappola, maggiore è la temperatura in corrispondenza della quale il picco compare nella glow curve.

ASPETTI CARATTERISTICI DELLA GLOW CURVE:

Più profonda è la trappola maggiore è infatti l’energia termica richiesta per i processi di de-trapping delle cariche

Al crescere della profondità della trappola il picco TL si sposta verso temperature più alte. La forma del picco varia ma, a parità di dose, l’area sottesa dalla curva resta uguale

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Temperatura (°C)

50 100 150 200 250 300

TL

(a.u

.)

0.0

2.0e+4

4.0e+4

6.0e+4

8.0e+4

1.0e+5

1.2e+5

H.R. 0.3°C/sH.R. 0.5°C/sH.R. 0.8°C/sH.R. 1°C/sH.R. 1.5°C/sH.R. 2°C/sH.R. 5°C/sH.R. 7.5°C/s

TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

La posizione del picco di una fissata trappola dipende anche dal rateo di riscaldamento: riscaldando il campione più lentamente il picco comparirà nella glow curve ad una temperatura inferiore.

ASPETTI CARATTERISTICI DELLA GLOW CURVE:

Se infatti il riscaldamento è lento, è maggiore il tempo in cui il campione sta ad una certa temperatura, e quindi maggiore è la probabilità che le cariche intrappolate riescano a fuoriuscire.

Al crescere dell’heating rate il picco si sposta verso temperature più elevate

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

La forma della glow curve, così come lo spettro di emissione TL, dipende criticamente dal materiale termoluminescente (da come sono distribuite le trappole e dalla natura dei centri di ricombinazione).

Esempi di difetti di un cristallo ionico, che possono comportarsi come centro di intrappolamento per le cariche o come centro luminescente: vacanza di ione negativo, ione negativo interstiziale, impurezza sostituzionale

I meccanismi che governano i processi termoluminescenti, e in particolare l’associazione tra le proprietà TL di un materiale e uno specifico difetto, non sono ancora chiaramente compresi, se non nel caso degli alogenuri alcalini, per i quali sono stati proposti modelli teorici che ben descrivono le evidenze sperimentali

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Esempi di glow curve: QUARZO puro

Temperature (°C)

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

TL

inte

nsi

ty

0

2e+5

4e+5

6e+5

8e+5

1e+6

Glow Curve of quartz freshly irradiated"110 °C Peak"

Intermediate energy levels Deeper traps

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Temperature (°C)

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

TL

inte

nsi

ty

0

1e+4

2e+4

3e+4

4e+4

5e+4

6e+4

Intermediate energy levels

Deeper traps

Esempi di glow curve: QUARZO puro

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Temperature (°C)

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500

TL

inte

nsi

ty

0

200

400

600

800

1000

1200

Deeper traps

Esempi di glow curve: QUARZO puro

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.7

0.8

0.9

300

400

500

600

700

5075

100125

150175

200

TL

inte

nsity

(a.

u.)

Wavelenght (nm)

250 300 350 400 450 500 550 600 650 700 750 800

Te

mp

era

ture

(°C

)50

75

100

125

150

175

200

225

250

Esempi di glow curve: QUARZO puro

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

12.5

13.0

13.5

14.0

14.5

15.0

15.5

16.0

16.5

17.0

250

300

350

400

450

500

550

600650

700

5075

100125

150175

200225

TL

inte

nsity

(a.

u.)

Wav

elen

gth

(nm

)

Temperature (°C) Wavelength (nm)

250 300 350 400 450 500 550 600 650 700

Te

mp

era

ture

(°C

)50

75

100

125

150

175

200

225

250

Esempi di glow curve: QUARZO puro

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Esempi di glow curve: TIPI DI QUARZO

Le proprietà TL del quarzo variano però molto a seconda del tipo di quarzo. In generale la glow curve di questo minerale è piuttosto complessa, l’intensità relativa tra i vari picchi dipende da vari fattori, come il tipo e la concentrazione di impurezze e i trattamenti termici/irraggiamenti subiti dal materiale prima della misura della glow curve

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Esempi di glow curve: Al2O3:C

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Esempi di glow curve: Al2O3:C

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA

Esempi di glow curve:

fluorite naturale

LiF:Mg:Ti (TLD 100)

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TERMOLUMINESCENZATERMOLUMINESCENZA Dosimetria per termoluminescenza:

Un buon dosimetro TL per dosimetria personale deve avere determinate caratteristiche:

• deve essere tessuto-equivalente (avere cioè la stessa risposta alle radiazioni del corpo umano)• deve presentare picchi TL stabili a temperatura ambiente per lunghi periodi• deve avere una risposta lineare con la dose in un più alto intervallo possibile (es. per i LiF: 100 Gy-5Gy) • deve essere sensibile anche alle basse dosi (minima dose rivelabile)• non deve presentare variazioni di sensibilità TL a seguito di riscaldamento e/o irraggiamento

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OSL: Optically Stimulated Luminescence

OSL: Optically Stimulated Luminescence

INTERPRETAZIONE E MODELLIZZAZIONE:

Affinché si abbia il fenomeno della OSL è necessario:1. che il materiale assorba energia dalla radiazione ionizzante, così da liberare coppie elettroni/lacune che vengono in parte intrappolate2. fornire energia, sotto forma di radiazione e.m. (luce), così da favorire la liberazione delle cariche intrappolate. La loro ricombinazione nei centri di luminescenza (centri di ricombinazione) da origine al segnale di luminescenza.

luce

Fotoni luminosi

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OSL – Luminescenza Stimolata OtticamenteOSL – Luminescenza Stimolata Otticamente

Una misura OSL viene in genere condotta illuminando il campione con luce di opportuna lunghezza d’onda, e registrando nel contempo il segnale di luminescenza emesso dal campione a lunghezze d’onda inferiori (fotoni quindi di energia maggiore).

Gli elettroni in una data trappola vengono progressivamente liberati a seguito dell’energia acquistata per effetto dell’illuminazione, e si ricombinano con le lacune nei centri di ricombinazione. L’effetto è un segnale luminescente che progressivamente diminuisce nel tempo per effetto dello svuotamento della trappola. Riportando in grafico l’intensità della luminescenza in funzione della durata della stimolazione ottica si ottiene la curva OSL.

Luce di stimolazione

Segnale di luminescenza

Il “surplus” di energia è giustificato dall’energia precedentemente accumulata per effetto della radiazione ionizzante

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La forma della curva OSL è un semplice mono-esponenziale nel caso di singola trappola e assenza di processi di ricombinazione. Se sono invece presenti più trappole e/o la probabilità che gli elettroni liberati vengano reintrappolati, la curva appare più complessa (es. somma di esponenziali)

La forma della curva OSL viene a dipendere, oltre che ovviamente dal materiale investigato, anche dall’intensità e lunghezza d’onda della luce di stimolazione, nonché dalla temperatura del campione sottoposto alla misura OSL.

Come la TL, anche l’OSL può essere usata in dosimetria: per molti materiali l’intensità della curva OSL e/o l’area da essa sottesa (in una data regione temporale) è proporzionale alla dose assorbita dal materiale stesso.

OSL – Luminescenza Stimolata OtticamenteOSL – Luminescenza Stimolata Otticamente

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Strumentazione per misure TL e/o OSLStrumentazione per misure TL e/o OSL

Un semplice lettore TL è costituito da una camera di misura ad atmosfera controllata (vuoto o azoto) all’interno della quale è presente un elemento riscaldante dove è posizionato il campione. Un termoregolatore provvede a incrementare la temperatura dell’elemento riscaldante in maniera lineare.

Il segnale TL è misurato tramite un tubo foto-moltiplicatore (PMT). Opportuni filtri ottici sono interposti tra campione e PMT per schermare la radiazione di corpo nero emessa durante il processo di riscaldamento.

I valori di temperatura e di intensità del segnale TL sono infine inviati ad un opportuno sistema di registrazione/analisi dati.

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Strumentazione per misure TL e/o OSLStrumentazione per misure TL e/o OSL

Strumenti più complessi (completi) possono prevedere all’interno uno o più sistemi di stimolazione ottica per misure OSL, un supporto per la misura automatica di molti campioni, una sorgente interna di radiazione ionizzante (in genere sorgente beta di 90Sr) per irraggiamenti in-situ del campione.

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Strumentazione per misure TL e/o OSLStrumentazione per misure TL e/o OSL

La stimolazione ottica si può effettuare usando lampade alogene, LEDs o sistemi laser, anche estremamente collimati in modo da permettere la stimolazione ottica di singoli grani di campione.

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Strumentazione per misure TL e/o OSLStrumentazione per misure TL e/o OSL

Per le misure OSL è essenziale è l’uso di filtri ottici che “schermino” il PMT dalla luce di stimolazione e consentano la rivelazione della sola luce di luminescenza emessa dal campione