tecnoplast n. 2

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ANNO 14 APRILE 2010 7,80 EURO n.2 ESCLUSIVA: SPECIALE PACKAGING A PAG. 16 STAMPAGGIO: Arburg T echnology D ays, pag. 25 • BREVETTI: Le novità, pag. 55 tecnoEdizioni Poste Italiane Spa - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 - DCB Milano I business più importanti e i problemi tecnologici af- frontati dalle industrie del polietilene e del polipropi- lene hanno avuto ampio spazio al congresso internazio- nale sulle poliolefine PEPP 2009, organizzato da Maack Business Services (MBS) a Zurigo. A pag. 51 F inanziato dall’Unione Europea nell’ambito del VI Programma Quadro, Peptflow è un progetto di ricerca che si prefigge di esegui- re un’indagine quali-quantitativa del processo di estrusione, in par- ticolar modo sugli estrusori bivite corotanti, con l’obiettivo di miglio- rare la progettazione delle linee e il processo stesso, nonché sviluppare e validare modelli informatici di si- mulazione di flusso. A pag. 20 Luci puntate sulle problematiche dell’industria a cura di Peter Mapleston e Riccardo Ampollini A nnunciati i vincitori dell’edi- zione 2010 dello JEC Inno- vation Awards Programme, che quest’anno premia ben 11 impre- se insieme ai propri partner. Le categorie si alternano in manie- ra ciclica da un anno all’altro. Si registra un aumento in quella di Sport e Tempo Libero. L’automa- zione nell’aeronautica resta una tendenza confermata. A pag. 46 PROGETTO DI RICERCA POLIOLEFINE Un raggio di luce... dall’estrusione di Marco Simonelli JEC INNOVATION AWARDS 2010 Undici innovazioni composite L a denominazione EnergiaZero™ e il simbolo dell’infinito (che rappresenta il riutilizzo delle ri- sorse e l’armonia con l’ambiente) identificano le mac- chine completamente elettriche di Uniloy Milacron per l’estrusione-soffiaggio e l’iniezione-soffiaggio. Per realizzarle sono state utilizzate nuove tecnologie che riducono al minimo il consumo energetico delle funzioni di movimento (fino al 70% in meno). Con una forza di chiusu- ra di 200 kN (20 tonnel- late) e una corsa di 710 mm, la nuova UMS 200 EZ può accogliere stam- pi a 6 cavità con interas- se di 110 mm ed è già predisposta per le confi- gurazioni fino a 7 strati. Progettata per poter in- stallare il sistema Uniloy IML (In Mould Labelling: etichettatura nello stam- po) su entrambi i lati del flacone anche nella ver- sione a doppio carro, la UMS 200 EZ trova la sua destinazione ideale nel settore alimentare, in quello della detergenza e del personal care. A pag. 31 Organo ufficiale di Confartigianato Plastica, Gomma, Chimica LA MACCHINA DEL MESE Un’elettrica per estrusione soffiaggio a “Energia Zero” di Riccardo Ampollini

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A monthly publication for the plastics industry that offers an ideal mix of technical and economic news.Tecnoplast focuses on market trends and innovations in machinery, components, materials and production systems. Founded in 1997. Frequency: Monthly, 9 issues per year + 2 in English language

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Page 1: TecnoPlast N. 2

Anno 14 Aprile 2010

7,80 euro

n.2Esclusiva:

sPEcialE PacKaGiNG a PaG. 16

sTaMPaGGiO: arburg Technology days, pag. 25 • BREvETTi: le novità, pag. 55

tecnoEdizioni

Poste Italiane Spa - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 - DCB Milano

Ibusiness più importanti e i problemi tecnologici af-frontati dalle industrie del polietilene e del polipropi-

lene hanno avuto ampio spazio al congresso internazio-nale sulle poliolefine PEPP 2009, organizzato da Maack Business Services (MBS) a Zurigo.

a pag. 51

Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del VI Programma

Quadro, Peptflow è un progetto di ricerca che si prefigge di esegui-re un’indagine quali-quantitativa del processo di estrusione, in par-ticolar modo sugli estrusori bivite corotanti, con l’obiettivo di miglio-rare la progettazione delle linee e il processo stesso, nonché sviluppare e validare modelli informatici di si-mulazione di flusso. a pag. 20

luci puntate sulle problematiche dell’industriaa cura di Peter Mapleston e Riccardo ampollini

Annunciati i vincitori dell’edi-zione 2010 dello JEC Inno-

vation Awards Programme, che quest’anno premia ben 11 impre-se insieme ai propri partner. Le categorie si alternano in manie-ra ciclica da un anno all’altro. Si registra un aumento in quella di Sport e Tempo Libero. L’automa-zione nell’aeronautica resta una tendenza confermata.

a pag. 46

ProgETTo dI rICErCA

PoLIoLEFINE

un raggio di luce... dall’estrusionedi Marco simonelli

JEC INNoVATIoN AWArdS 2010

undici innovazioni composite

La denominazione EnergiaZero™ e il simbolo dell’infinito (che rappresenta il riutilizzo delle ri-

sorse e l’armonia con l’ambiente) identificano le mac-chine completamente elettriche di Uniloy Milacron

per l’estrusione-soffiaggio e l’iniezione-soffiaggio. Per realizzarle sono state utilizzate nuove tecnologie che riducono al minimo il consumo energetico delle funzioni di movimento (fino al 70% in meno).

Con una forza di chiusu-ra di 200 kN (20 tonnel-late) e una corsa di 710 mm, la nuova UMS 200 EZ può accogliere stam-pi a 6 cavità con interas-se di 110 mm ed è già predisposta per le confi-gurazioni fino a 7 strati. Progettata per poter in-stallare il sistema Uniloy IML (In Mould Labelling: etichettatura nello stam-po) su entrambi i lati del flacone anche nella ver-sione a doppio carro, la UMS 200 EZ trova la sua destinazione ideale nel settore alimentare, in quello della detergenza e del personal care.

a pag. 31

Organo ufficiale di Confartigianato Plastica, Gomma, Chimica

LA MACCHINA dEL MESE

un’elettrica per estrusione soffiaggio a “energia Zero”di Riccardo ampollini

Page 2: TecnoPlast N. 2

L’acquisizione della rivista è avvenuta ufficialmente lo

scorso 14 aprile e purtroppo solo da quel giorno in poi è stato possibile per Tecnoedizioni registrare il cambio di proprie-tà al Tribunale di Milano e al ROC (Registro degli Operatori della Comuni-cazione) per pubblicare la testata a proprio nome. È stata dura sbrigare tutte le prati-che burocratiche del caso e realizzare nello stesso tempo un numero interessante, come speriamo sia quello che state leggendo. Ma dopo il prossimo di maggio, la redazione di Tecnoplast potrà finalmente respirare un at-timo e tornare a focalizzarsi ancora di più sui contenuti tecnici, secondo l’ormai nota linea editoriale. Per questo chiediamo an-che il supporto di voi lettori nel segnalarci, come già in passato avete fatto, argomenti che ritenete interessanti per il settore mate-rie plastiche e che vorreste vengano trattati su questo periodico specializzato. Uno dei punti di forza della redazione è sempre stato,

infatti, quello di essere vicina alle aziende, alle associazioni e, più in

generale, ai lettori; quindi siamo sempre di-sponibili a intervistare operatori che abbiano novità di rilievo da mostrarci, soprattutto a livello tecnologico e di innovazione nei mate-riali e nelle loro applicazioni. Pensiamo così di poter arricchire la competenza tecnica delle aziende fornendo loro gli strumenti più adatti per affrontare il mercato in modo adeguato ai tempi che stiamo vivendo. Tec-noplast inizia quindi una nuova avventura, ma vuole farlo rendendo partecipi voi lettori degli sviluppi di questa rivista, che dal 1997 a oggi ha sempre avuto il coraggio di fare scelte un po’ meno commerciali dei suoi concorrenti e indirizzate più verso una vera informazione di settore, che ci auguriamo di migliorare ancora di più in futuro.

Come preannunciato sull’ultimo numero di questa rivista, eccoci finalmente giunti al primo Tecnoplast pubblicato dalla sua nuova casa editrice Tecnoedizioni

www.tecnoedizioni. i t2 • TeCnOplast N° 2 Aprile 2010

di Riccardo ampolliniL’ediTORiaLe

nelle prossime settimane l’azienda produttrice

di catene portacavi Kabel-schlepp, con sede a Wenden-Gerlingen (Germania), verrà rilevata da Tsubakimoto Chain di Osaka. La decisio-ne dell’azienda giapponese quotata in borsa, produttri-ce di catene e sistemi per la trasmissione di forza, è stata presa in un’assemblea degli azionisti tenutasi il 24 febbra-io. L’operazione di rilevamen-to dovrebbe essere portata a termine entro aprile. L’effica-cia operativa dell’acquisto di Kabelschlepp è prevista, invece, per il marzo del 2011 quando entrerà nel bilancio

di Tsubakimoto. Solo l’anno scorso Kabelschlepp aveva spostato la sua sede centrale da Siegen a Wenden nel Sau-erland. dopo di che, l’azien-da guidata dal Olaf Hübner, avendo accusato ingenti perdite, si trovò di fronte a un “collo di bottiglia”. il fatturato scese nel 2009 da 73,5 milioni di euro (2008) a 46,4 milioni. il risultato operativo passò da un attivo di 2,74 milioni di euro (2008) a un passivo di 4,87 milioni e ai 912 mila euro di utili lordi realizzati nel 2008 hanno fatto riscontro nel 2009 perdite per 8,14 milioni di euro. Tsubakimoto Chain era stato finora il partner di

distribuzione giapponese di Kabelschlepp. in Cina le due imprese avevano una joint venture con sede a Shanghai. Tsubakimoto ha inoltre annunciato di voler espandere la rete di distri-buzione mondiale e in que-sto contesto modificare le strutture di distribuzione di Kabelschlepp. nel blog del portale internet del gruppo editoriale WaZ c’é già chi ci scherza su: “alla mensa aziendale Kabelschlepp ora si mangia il sushi…”.

In perdita nel 2009 per oltre 8 milioni di euro - Trattative con Tsubakimoto Chain prossime alla firma

Kabelschlepp diventa giapponese

acquisizione nei sistemi di trasmissione forza

Cambio di proprietà

Nel centenario del manifesto futurista, ec-co come uno dei grafici che collaborano con Tecnoedizioni, Cesare Benedetti, vede le tante attività in cui è impegnata la nuova casa editrice di Tecnoplast

Tecnoplast inizia una nuova avventura

Direttore editoriale: Riccardo Ampollini

([email protected])

In redazione: Milena Nigrisoli

([email protected])

Hanno collaborato a questo numero:Aipe, Assocomaplast, Cesap, Federazione Gomma Plastica,

Peter Mapleston & MBS Polymer, Confartigianato, Enrico Maria Fano, Intesa San Paolo, Istituto Italiano Imballaggio,

e-gazette, JEC Composites, Messe Düsseldorf, Prometeia, Proplast, Regione Emilia Romagna, Marco Simonelli, Ucima,

Emilio Vasco, VDMA

Organo Ufficiale di Confartigianato Plastica, Gomma, Chimica

tecnoEdizioniVia Garbiera, 1 - 20021 Bollate, MILANO

Tel.: +39 (0)2 928653.45 Fax: +39 (0)2 928653.40

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Direttore commerciale:

Marco Mastrosanti([email protected])

Ufficio marketing

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Le rubriche e le notizie sono a cura della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale di: articoli, fotografie e disegni senza

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Tiratura del presente numero: 5500 copie Testata iscritta alla Unione Stampa Periodica Italiana

Registrazione Tribunale di Milano n. 675 in data 11 novembre 1996.

Tecnoedizioni Srl è iscritta nel Registro Operatori Comunicazione dell’AGCom con il numero ROC19558

Terminato di stampare il 30/04/2010 presso SATE Srl

Via Praga, 1 - 24049 Verdellino (BG)

Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è Tecnoedizioni Srl, via Garbiera 1, 20021 Bollate (Milano). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs, 196/2003 è possibile esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, aggiornare o cancellare i dati, nonché richiedere elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivol-gendosi al titolare al succitato indirizzo.Informativa dell’editore al pubblico ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003. Ai sensi del decreto legisla-tivo 30 giugno 2003, n. 196 e dell’art. 2 comma 2 del Codice deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. Tecnoedizioni Srl. - titolare del trattamento - rende noto che presso i propri locali siti via Garbiera 1, 20021 Bollate (Milano), vengono conservati gli archivi di dati personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri soggetti (che occasio-nalmente redigono articoli o saggi) che collaborano con il predetto titolare attingono nello svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazione connesse allo svolgimento della stessa. I soggetti che possono conoscere i predetti dati sono esclusivamente i predetti professionisti., nonché gli addetti preposti alla stampa e alla realizzazione editoriale della testata. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modificare, cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo, rivolgendosi al predetto titolare. Si ricorda che, ai sensi dell’art. 138, d. lgs 196/2003, non è esercitatile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionale, limitatamente alla fonte della notizia.

MENSILE DELLE MATERIE PLASTIChE

N. 2 - APRILE 2010

tecnoPlast

Page 3: TecnoPlast N. 2

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Page 4: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t4 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

a cura della redazioneeconomia

L’associazione di categoria Assocomaplast fotografa la situazione economica del settore macchine per materie plastiche e gomma

Ripartenza col fiatone

Secondo le stime elabo-rate dalla segreteria di

assocomaplast, in base ai dati istat provvisori rela-tivi al commercio estero settoriale del 2009, non-ché a quelli di fatturato ed export per l’intero anno delle imprese associate, il confronto con il 2008 rileva una decisa contrazione di

tali indicatori. il sensibile calo della pro-duzione riflette sia la ca-duta della domanda estera (volano dell’industria ita-liana del comparto) dello scorso anno sia la grave crisi in cui versa il merca-to interno.La flessione dell’export risulta evidente anche

Indagine di settore

Seconda edizione del premio Nest per la nanoscienzaSi apre la seconda edizione del Premio Nazionale Nest per la Nanoscienza, nato nel 2008 dalla collaborazione tra il Laboratorio Nest (National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology,) centro di nanoscienza della Normale di Pisa e dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia, e Rivoira, società del gruppo multinazionale Praxair

Il Premio Nest 2009, destinato a ricercatori di età non superiore ai 35 anni, assegnerà un riconoscimento di cinquemila euro lordi al migliore studio italiano sulla nanoscienza spe-rimentale. Possono partecipare ricercatori italiani e stranieri con un lavoro, sviluppato nel 2009 in Italia, attinente ai gas speciali o ai liquidi criogenici. Le domande di ammissione vanno inoltrate online entro il 31 dicembre 2010 (www.laboratorionest.it, www.sns.it). Una commissione di docenti e ricercatori, presieduta da Fabio Beltram, direttore del Laboratorio Nest e professore ordinario di Fisica della Materia alla Scuola Normale Su-periore, giudicherà i lavori e assegnerà a un solo candidato l’importante riconoscimento, messo in palio da Rivoira, che conferma così il suo sostegno alla scienza promuovendo la ricerca.

Collaborazione tra la Normale di pisa e Rivoira

dall’analisi della riparti-zione per aree geo-eco-nomiche di destinazione, rilevando un rallentamen-to più o meno marcato per quasi tutti i quadranti ri-spetto al 2008, nonché per i primi dieci paesi di desti-nazione, che rappresenta-no oltre il 55% del totale. in quest’ambito, ecce-zioni sono rappresentate dalla turchia – verso cui le esportazioni italiane di macchine per materie plastiche e gomma han-no registrato nell’ultimo decennio un trend ten-

denzialmente in ascesa, in funzione del costante e notevole sviluppo dell’in-dustria trasformatrice lo-cale, e con un calo meno marcato di altri (7,8%) nel 2009 sul 2008 - e dal Bene-lux, in discesa di meno di un punto.inoltre, un moderato otti-mismo emerge dalla più recente rilevazione con-giunturale effettuata dalla segreteria assocomaplast tra i propri associati: in-fatti, la grande maggio-ranza (81%) del campione dichiara di avere elemen-ti che fanno credere in un incremento di fatturato nel primo semestre del 2010, a confronto con il secondo del 2009, anche grazie a un aumento nella raccolta degli ordini regi-strato da quasi la metà de-gli intervistati nello scorso mese di gennaio rispetto al novembre-dicembre 2009.

tale miglioramento riguar-da in particolare i paesi dell’Unione europea, del Sud america e dell’asia, esclusa però la cina, verso cui la ripresa delle vendite sembra relativamente più debole. a questo proposito, pe-rò, gli operatori sperano che la mostra chinaplas (Shanghai, 19- 22 aprile 2010) - con la partecipa-zione di una cinquantina di espositori italiani in una collettiva di circa 1200 m2 – possa essere un mo-mento di conferma per la ripresa delle forniture ver-so quel paese.Per stimolare le esporta-zioni e nell’ambito della sua attività promozionale a favore del made in italy settoriale, assocomaplast sta organizzando all’este-ro una serie di seminari tecnologici, a cui parteci-peranno esperti di alcune aziende del settore.

tabella 1 MeRcato ItaLIaNo dI MacchINe, attRezzatURe e StaMPI PeR MateRIe PLaStIche e goMMa (MILIoNI dI eURo)

2007 2008 2009(stime)Produzione 4250 4200 3200export 2753 2451 1800Import 634 589 450Mercato interno 2132 2338 1850Saldocommerciale(attivo) 2118 1862 1350

tabella 2 exPoRt ItaLIaNo dI MacchINe, attRezzatURe e StaMPI PeR MateRIe PLaStIche e goMMa; PRIMI 10 MeRcatI dI deStINazIoNe (StIMe 2009)

Nazioni Milionidieuro %sultotale ∆%2009/2008germania 241,96 13,5 -15,7Francia 119,56 6,7 -25,8Russia 102,97 5,8 -54,0Stati Uniti 99,60 5,6 -24,7cina 98,43 5,5 -12,3Spagna 85,02 4,8 -22,3turchia 67,94 3,8 -7,8Polonia 63,96 3,6 -45,3Benelux 54,25 3,0 -0,9Messico 53,39 3,0 -30,4altri Paesi 802,03 44,7 n.d.Mondo 1789,11 100,0 -27,0

Export italiano di macchine per materie plastiche e gomma suddivise per aree economiche (quote % - stime 2009 - va-riazioni percentuali 2009/2008)

Centro America

Altri Africa

Nord Africa

V.-M.Oriente

Sud America

NAFTA

Estremo Oriente

Altri Europa

Austr./Oc.

UEUe (-25,8%)

austr./oc. (-39,7%)

altri europa (-37,3%)

estremo oriente (-19,0%)

NaFta (-28%)

Sud america (-26,3%)

V.-M. oriente (-39,7%)

Nord africa (-6,8%)

altri africa (-12,5%)

centro america (+127,2%)

45%

0,7%13,8%

11,6%

9,6%

6,7%

5,6%4,0% 2,0%1,0%

Page 5: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 5N° 2 Aprile 2010

il cambio di ragione so-ciale non avrà effetti sulla

forma legale delle società né sugli accordi esistenti con i clienti o sui contratti di lavoro. il nome elastogran viene mantenuto nel brand “PU Solutions elastogran”, recentemente introdotto da Basf, e testimonia 40 anni di esperienza e vicinanza al cliente nel mercato dei si-stemi e degli elastomeri po-liuretanici speciali. “Questa

decisione è un importante riconoscimento di Basf al business europeo dei poliu-retani e contribuisce a raf-forzare complessivamente il marchio Basf”, afferma Jac-ques Delmoitiez, presidente di Basf Polyurethanes.negli ultimi 10 anni Basf ha investito circa un miliardo di euro nei siti e nel business del poliuretano in europa. Ha recentemente aperto una nuova system house in

Slovacchia e nel 2010 inau-gurerà una nuova system house in Polonia. “con ciò rafforziamo la nostra posi-zione di leader di mercato nei sistemi e nelle specialità PU”, prosegue Delmoitiez. “Siamo fieri della performan-ce delle società elastogran a livello europeo, quindi auspi-chiamo che la professionali-tà e la competenza dei nostri collaboratori si possano ora collegare più strettamente

Un nuovo presidente in casa Henkel

Vincenzo Vitelli ha ri-coperto responsabili-

tà internazionali di rilievo e guidato lo sviluppo di Henkel italia attraverso una costante crescita dei risul-tati economici e importanti acquisizioni e fusioni, che hanno portato l’azienda a rafforzare significativa-mente le sue posizioni di mercato in tutti i settori in cui è presente: detergenza, cosmetica e adesivi, tecno-logie. Giacomo archi man-terrà la carica di vicepresi-dente della divisione Laun-dry & Home care per l’area South West europe, ruolo affidatogli nell’aprile scorso. La carriera di archi, 51 an-

ni, inizia nel 1984 quando, a pochi mesi dalla laurea in economia aziendale con-seguita presso l’Università L. Bocconi, entra a far par-te del gruppo Henkel, dove ricopre incarichi diversi nel marketing e nelle vendi-te sia italia che all’estero, presso la consociata belga. nel 1992 rientra in italia per essere nominato direttore vendite della divisione De-tergenza e quindi, nel 1998, direttore generale divisione Detergenza italia. Dal 2003 la sua responsabilità viene estesa alla Grecia e a cipro e, successivamente, anche alla Spagna e al Portogallo.in questi anni ha portato a

termine operazioni di suc-cesso, come l’acquisizione e il rilancio del marchio nel-sen nel 2000, quella di Bio Presto nel 2004 e il lancio del marchio Prill.

Equipolymers cede l’impianto di Ottana Ottana Energia e Indorama concordano l’acquisto congiunto

Lo scorso 25 marzo equipolymers ha annunciato di aver raggiunto un accordo per la cessione del proprio impianto di ottana (NU) per la produzione di Pet (po-lietilentereftalato) e Pta (acido tereftalico purificato, intermedio per il Pet) a ottana energia e Indorama. ottana energia, di proprietà di Paolo clivati, attualmente possiede e gestisce l’impianto da 140 megawatt che fornisce energia e utility al sito produttivo di ottana. dal canto suo, Indorama è un produttore globale di Pta, Pet e fibre in poliestere con sedi regionali in. thailan-dia, olanda, Lituania e Stati Uniti. I termini finanziari dell’accordo non sono stati resi noti. “La decisione di vendere lo stabilimento di ottana è finalizzata a mantenere il valore a lungo termine del sito consentendo alle strutture produttive di equipolymers a Schkopau, germania, di concentrarsi su R&d e nuove tecnologie nei mercati che meglio rispondono alle esi-genze dei nostri clienti”, ha affermato Ramesh Rama-chandran, presidente e ceo di equipolymers. “Questa operazione ci consentirà di massimizzare l’accesso alle principali materie prime e di migliorare la nostra strut-tura dei costi nel lungo periodo”. In questo processo dow e PIc si sono impegnate a trovare una soluzione per assicurare il proseguimento dell’attività dell’im-pianto e salvaguardare l’occupazione locale (circa 120 persone). La chiusura della transazione è prevista per il 1° giugno 2010.

Dopo l’introduzione del marchio Basf presso le varie sedi europee di Elastogran, dal 1° marzo 2010 Elastogran GmbH di Lemförde è diventata Basf Polyurethanes GmbH. Per quanto riguarda Elastogran Italia, dal 1° aprile 2010 la ragione sociale è stata modificata in Basf Poliuretani Italia SpA

Elastogran diventa Basf Poliuretani

Rafforzamento della leadership nei sistemi poliuretanici e nelle specialità

CambIo al vERtICE

Giacomo Archi siederà al vertice di Henkel Italia. Assume l’incarico di presidente e amministratore delegato prendendo il testimone da Vincenzo Vitelli che lascia l’azienda per pensionamento dopo un lungo percorso di successo iniziato nel 1973 e che, dal 1992, lo ha visto alla guida dell’azienda

economia

giacomo archi è il nuovo ad di henkel Italia

al marchio Basf. il nostro business europeo del PU trae beneficio non soltanto dagli investimenti effettuati anche in tempi difficili co-me il 2009. Le system house del poliuretano fanno parte del Verbund globale Basf; ci permettono di offrire ai no-stri clienti in tutto il mondo l’esperienza e le soluzioni di cui dispone l’azienda grazie alla sua presenza in settori

chiave, quali l’edilizia e l’au-tomobile”.il processo di variazione del-la ragione sociale delle sedi in 12 paesi europei ha preso l’avvio nel mese di gennaio 2010 e, a seconda delle esi-genze legali locali, si conclu-derà entro il primo semestre. anche gli indirizzi e-mail dei collaboratori elastogran passano allo standard Basf: [email protected], anche se i precedenti indi-rizzi resteranno validi ancora per almeno 12 mesi.

Il progetto di calzatura “Pure” di elastogran - da oggi Basf Poliure-tani - si presenta con un design futuristico ed è realizzato al 100% in poliuretano (PU)

Page 6: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t6 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

Battenfeld Extrusionstechnik, Cincinnati Extrusion e B+C Extrusion Systems (Foshan), prima operanti come entità indipendenti, hanno unito le proprie forze sotto il nuovo marchio battenfeld-cincinnati. Insieme ad American Maplan, anch’essa membro del gruppo, danno così vita al più grande fornitore globale di linee d’estrusione per la produzione di tubi, profili, film e lastre, con impianti di fabbricazione su tre continenti

“Fusione globale” nel settore estrusione

avvantaggiare i clienti è un’assoluta priorità

per battenfeld-cincinnnati e si manifesta attraverso la formazione di tre divisioni principali. La nuova strut-tura favorirà orientamenti mirati alle esigenze di so-luzioni specifiche da parte dei trasformatori. in cia-scuna divisione sono state raggruppate le competenze di tutti i marchi coinvolti, in modo che, d’ora in poi,

i clienti potranno avvalersi di competenze derivanti da qualcosa come 120 anni d’esperienza nell’industria dell’estrusione.La divisione construction, guidata da Rainer Kottme-ier, si prenderà cura di tut-te le aziende che richiedono soluzioni per la produzione di estrusi destinati a utiliz-zo pubblico e privato, come profili, lastre in PVc, ma an-che: WPc (compositi legno-

battenfeld e Cincinnati unite per diventare il marchio numero uno

economia

Nella foto, da sinistra: Rainer Kottmeier (direttore generale costruction), Walter häder (direttore generale Infrastructure), henning Stieglitz (diret-tore generale Packaging) und Jürgen arnold (presidente di battenfeld-cincinnati)

plastica), pavimentazioni, recinzioni, pannellature e balaustre.con effetto immediato, Wal-ter Häder sarà responsabile per la divisione infrastruc-ture. con il suo team, sarà il partner di contatto per tutte le questioni concernenti il trasporto e la distribuzione di acqua, gas e per la tra-smissione di dati attraverso condotte in plastica. Hen-ning Stieglitz dirigerà la

nuova divisione Packaging, specializzata in soluzioni di estrusione per l’industria dell’imballaggio (per esem-pio: film da termoformatura per confezionamento) e per la granulazione e la trasfor-mazione del PVc. Dal coor-dinamento tra i 5 siti pro-duttivi su tre continenti di battenfeld-cincinnati emer-gerà una società costruttri-ce unica al mondo. insieme a numerose filiali e agenzie

commerciali, il tutto darà luogo a un network prima-rio, con servizio globale e vicinanza alla clientela in qualsiasi parte del globo. il team battenfled-cincinnati è fiducioso: “con la nostra esperienza concentrata in ciascuna divisione, possia-mo offrire soluzioni di estru-sione personalizzate che garantiranno ai trasforma-tori un decisivo vantaggio competitivo ed economico”.

il fatturato del gruppo aB è passato infatti da 52,9

milioni di euro del 2008 ai 60,4 del 2009. Basterebbe questo fatto per entrare di diritto nella ristretta rosa delle aziende italiane che sono cresciute con per-centuali a due cifre anche in un anno di crisi diffusa. ma c’è ancora di più. il termine “crescita” per aB significa lavoro concreto e implementazione delle proprie risorse umane, ben diversamente quindi dalla cosiddetta “finanza creati-va”: il gruppo ha assunto

in un solo anno più di 60 persone (+30%), portando il proprio organico a 247 unità. Fra i numeri positivi del 2009 c’è poi da aggiun-gere l’inaugurazione del nuovo stabilimento (strut-tura modello per efficienza produttiva ed ecostenibiltà, dislocato su oltre 11000 m2) e lo sviluppo di un polo in-dustriale e ingegneristico, sempre a orzinuovi, con investimenti che superano ampiamente i 15 milioni di euro. Dati che confermano il Gruppo aB leader in italia nella progettazione e nella

realizzazione di impianti di cogenerazione con po-tenza tra i 100 e i 10 mila kilowatt.altrettanto interessante notare la flessibilità con la quale il Gruppo aB ha saputo rispondere a con-dizioni di mercato che per alcune ragioni erano imprevedibili all’inizio del 2009. Quest’anno il grup-po ha potenziato le proprie capacità produttive riguar-danti la linea Bio, studiata

trend positivo per il gruppo ab

In uno scenario economico difficile e dominato ancora da molti “segni meno”, il gruppo AB di Orzinuovi va ancora decisamente in controtendenza e fa registrare un ottimo risultato di crescita: +15% sul fatturato consolidato dell’anno precedente

Si apre il decennio dell’energia

appositamente per la valo-rizzazione energetica del biogas, opportunità che ha recentemente visto raf-forzare i benefici anche a livello legislativo con una significativa politica incen-tivante. nel corso di un recente kick-off tenuto alla presen-za dell’intero staff azienda-le, il fondatore e presiden-te angelo Baronchelli e il management del Gruppo, hanno presentato con giu-

stificata soddisfazione i ri-sultati del 2009 e indicato i nuovi obiettivi per il 2010. Parallelamente al numero di impianti realizzati e alla potenza installata è cre-sciuta anche l’attività di assistenza e manutenzio-ne, creando l’apposita so-cietà aB Service. nel corso del 2009 sono stati assistiti 137 motori e 126 impianti dislocati su tutto il territo-rio nazionale. oltre 900 gli interventi. Se il 2009 può essere con-siderato un anno di svolta per l’azienda, gli obiettivi per il 2010 sono ancora più ambiziosi. contando sul fatto che il risparmio ener-getico e l’ecosotenibilità saranno fattori sempre più strategici in tutti i setto-ri industriali - non a caso, a detta degli osservatori economici più autorevoli, siamo entrati nel “decen-nio dell’energia a minore impatto ambientale” - il Gruppo aB vuole essere artefice di questa sfida cre-scendo ulteriormente.

angelo Baron-chelli, fondatore e presidente del gruppo aB

Page 7: TecnoPlast N. 2

Vinyls, ancora un mese di attesa per l’intesa con RamcoIl presidente di Syndial e dirigente eni, Leonardo Bel-lodi, il 22 marzo ha confermato che la trattativa con la società del Qatar Ramco, per la cessione degli impianti di Vinyls, sono alla stretta finale e che eni è pronta, quindi, a vendere gli stabilimenti che sarebbero così salvi e potrebbero riprendere la produzione di PVc. In un’intervista al quotidiano La Nuova Sardegna, ci-tata dall’ansa, Bellodi ha spiegato che eni è pronta da quattro mesi a chiudere l’intesa, ma che ora la deci-sione spetta ai commissari di Vinyls: “con Ramco non abbiamo problemi; stiamo cercando di comprimere i tempi: più stai fuori dal mercato e più è difficile ricon-quistare spazi”. Intanto la mobilitazione su “l’isola dei cassaintegrati”, come è stata ribattezzata l’asinara dai lavoratori che l’hanno “conquistata” ormai dal 24 febbraio scorso, proseguirà sino a quando non si avranno soluzioni concrete per l’azienda chimica di Porto torres.

vendesi chimica

www.tecnoedizioni. i t

Siglata l’ipotesi di accordo per il triennio 2010-2012

L’accordo interessa circa 130 mila lavoratori im-

piegati in più di 2500 piccole e medie aziende, insieme ad alcuni “colossi” del calibro di Pirelli, michelin, Bridgesto-ne, azimut, Prismyan cavi eccetera. tra i punti princi-pali, oltre all’intesa che pre-vede un aumento medio sui minimi salariali di 122 euro in tre tranche per un mon-tante salariale di 3007 euro al livello F, viene definita la nuova regolamentazione sul mercato del lavoro in riferi-mento all’uso dei contratti a termine e somministrazione, definendo una percentuale massima del 25% per il loro utilizzo nella singola azienda

e un periodo massimo di 44 mesi, superato il quale tali rapporti saranno stabilizzati.inoltre, sono stati introdotti, per la prima volta, l’inseri-mento di una percentuale del 3% per l’utilizzo del part-time dei lavoratori in forza e un miglioramento della normativa sul trattamento di malattia per i lavoratori apprendisti. altri punti pre-vedono: un incremento a carico delle imprese del con-tributo previdenziale, la co-stituzione del fondo di assi-stenza sanitaria integrativa con contributo paritetico tra le parti e la definizione del nuovo minimo contrattuale per ogni livello professionale.

CoNtRatto gomma-plastICa

A fine marzo Filcem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil e la Federazione gomma plastica hanno siglato un’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale

io,

www.impact-gefran.it

LE TRE LEGGI DELLA ROBOTICA IMPACT:LA RIVOLUZIONE NELLAMISURA DEL MELT

[uno] I trasduttori Impact non possono recar danno ad

essere umano, perciò le parti a contatto con il processo

sono fino a 35 volte più robuste rispetto alle normali

sonde. Inoltre sono estremamente affidabili, resistenti ad

alte temperature e all’usura del tempo.

A testimonianza: una garanzia di 3 anni.

[due] I trasduttori Impact devono obbedire agli

esseri umani per questo non fanno nessuna resistenza

alla installazione, che risulta semplice.

Lo stelo è totalmente svincolato dalla

membrana, favorendo una riduzione dei tempi di lavoro.

[tre] I trasduttori Impact

devono proteggere la propria

esistenza e l’ambiente,

per questa ragione non contengono mercurio o

alcun fluido di riempimento, e

utilizzano una innovativatecnologia che sfrutta il

principio piezoresistivo al

silicio.

Manuale Gefran Prima edizione2009 d.C.

Page 8: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t8 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

“il 2010 segna l’inizio di una nuova era per

i materiali compositi”, af-ferma Frédérique mutel, presidente del Gruppo Jec. “il settore si è strutturato lungo tutta la catena del valore. il perimetro di base costituito dalle aziende pio-niere si è progressivamente concentrato. Sul segmento delle materie prime, abbia-mo assistito al costituirsi di gruppi che consacrano importanti budget di R&S (ricerca e sviluppo) ai nuovi materiali (resine termopla-stiche, fibre al carbonio e di

vetro di nuova generazione, rinforzi naturali derivanti da fibre vegetali). Per le azien-de operanti nel settore della trasformazione, fusioni e acquisizioni si susseguono. alcune società sono scom-parse. i nuovi arrivati crea-no però nuovi paradigmi. Le stesse modalità di produzio-ne attraversano una radica-le mutazione. Le società industrializzano in modo si-gnificativo la fabbricazione di parti composite grazie a tecnologie sempre più au-tomatizzate. L’europa e gli Stati Uniti stanno conoscen-

Il 27 aprile DuPont ha annunciato che le vendite nette consolidate del primo trimestre 2010 sono state di 8,5 miliardi di dollari, risultato superiore del 23% rispetto allo scorso anno. L’utile netto attribuibile a DuPont per il primo trimestre 2010 è di 1,129 milioni di dollari contro i 488 milioni dello scorso anno

Straordinari risultati per DuPont nel primo trimestre

il miglioramento riflet-te i significativi volumi

superiori, soprattutto per le attività Dupont Perfor-mance Polymers, electro-nics & communications, e titanium technologies, una maggiore utilizzazione degli impianti di produ-zione, prezzi superiori di vendita, benefici derivanti dal cambio e inferiori costi

delle materie prime, in par-te compensati dall’aumento dei costi fissi per gli investi-menti nella crescita e supe-riori spese per fondi pensio-nistici. tutti i segmenti e le regioni hanno contribuito alla crescita. “La nostra in-tensa focalizzazione sui clienti, gli investimenti so-stenuti in ricerca e svilup-po e i miglioramenti nella

produttività stanno cre-ando la crescita,” sostiene ellen Kullman, presidente e ceo di DuPont. “nel primo trimestre macro tendenze hanno spinto la domanda per le nostre innovazioni ba-sate sulla scienza e DuPont era pronta. Le azioni intra-prese lo scorso anno stanno avvantaggiando la socie-tà, poiché nel 2010 stiamo

Il settore dei materiali compositi genera ad oggi un volume d’affari di 60 miliardi di euro. A fronte di una crescita annuale del 5%, nel 2015 potrebbe raggiungere gli 80 miliardi di euro. Le esigenze ambientali ed energetiche, la ricerca di materiali sempre più leggeri e resistenti favoriscono l’emergere di questi materiali

Compositi: un’industria in pieno fermento

Record d’affluenza per il JEC

aNdamENto soCIEtaRIo

economia

con il proprio sito web italiano duPont offre oggi un più facile accesso a materiali e soluzioni

emergendo più forti. il grup-po ha aumentato le indica-zioni per gli utili di tutto l’anno in un intervallo di 2,50-2,70 dollari per azione, rispetto alle precedenti in-dicazioni di circa 2,15-2,45 dollari. Le nuove prospettive riflettono una prevista cre-scita superiore nelle vendite e il miglioramento nei mar-gini operativi al lordo delle

imposte, sostenute dalla continua espansione eco-nomica globale, in partico-lare dalla forte domanda in asia Pacifico”. La società si aspetta una maggiore liqui-dità, superiore di circa 200 milioni di dollari rispetto a quanto originariamente pre-visto, e ha aumentato la sua previsione da 1,5 miliardi a più di 1,7 miliardi.

do, per esem-pio, un tasso di automazione che raggiunge ad oggi l’84%, contro il 69% dell’asia. Si intravedono, infine, sensibili margini di progresso e le opportunità sono numerose”.La 45a sessione europea dell’esposizione internazio-nale Jec ha chiuso i bat-tenti giovedì 15 aprile con un bilancio impressionante: il salone e il programma di conferenze, entrambi in-centrati sull’innovazione, hanno registrato il tutto

esaurito con una crescita a due cifre nel numero degli espositori, degli spettatori e dei visitatori. Lo stesso vale per gli altri eventi collaterali. Gli industriali del settore compositi, tradizionalmen-te riservati, hanno concen-trato su questa sessione le loro ambizioni. inoltre, Jec ha investito importanti ri-sorse per conoscere meglio i mercati e identificare i nuovi arrivati. in tal modo,

numerose nuove società sono andate a ingrossare le fila di un salone che deci-samente non conosce crisi. ecco i numeri chiave della fiera: più di 1000 aziende partecipanti in 8 padiglioni (+20% sul segmento dell’au-tomazione); 27500 visitato-ri, spettatori, giornalisti con una forte crescita di visita-tori da: america del nord (+ 33%), europa (+ 35%), Giap-pone/asean (+ 34%).

Fig. 1 - Il mercato dei compositi, qui suddiviso per nazioni, dipende dal livello di sviluppo di ogni singolo paese

Page 9: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 9N° 2 Aprile 2010

Disponendo di ormai di una serie storica di 17

mesi, è possibile delinea-re le diverse fasi del ciclo economico. il periodo più difficile della crisi è stato dal settembre 2008 al mar-zo 2009, quando la raccolta ordini è andata progressiva-mente calando, attestando-si mediamente su valori di un terzo inferiori rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno prima. nei mesi di aprile e luglio si è registrato

un primo parziale recupero fino a valori medi di circa un decimo minori a quelli degli stessi mesi del 2008, a cui sono però seguiti due mesi di peggioramento. So-lo a partire da ottobre 2009, la raccolta ordini è tornata stabilmente su valori supe-riori a quelli di fine 2008, pur restando ancora a livelli inferiori a quelli del 2007. anche per gennaio 2010 si è registrato un trend so-stanzialmente stabile.

Per quanto riguarda la di-stribuzione degli ordina-tivi tra mercato interno e mercato estero, emerge che nel bimestre dicem-bre 2009 – gennaio 2010 la proporzione è tornata su valori “normali” per il set-tore. Per quanto riguarda le performance dei singoli settori cliente, negli ultimi due mesi considerati, si registra che nel complesso la crescita degli ordinativi è stata trainata dal settore

food, in significativo au-mento in entrambi i mesi monitorati. anche i settori farmaceutico, chimico e i cosiddetti altri settori regi-strano incrementi rispetto ai valori di gennaio 2009. meno dinamici, invece, il settore beverage e cosme-tico. il ricorso alla cassa integrazione prosegue il trend decrescente inizia-to dopo l’estate arrivando, a gennaio 2010, ai minimi dall’inizio della crisi.

Calo delle vendite inferiore alle previsioni

L’indagine di febbraio eseguita dalla VDma

(la Federazione tedesca dell’ingegneria meccanica) su un campione significa-tivo di costruttori tedeschi mostra che alla fine dello scorso anno le vendite del-le aziende associate erano scese di circa il 30%. “La caduta nelle vendite non è stata così grave come ci si aspettava”, ha dichiarato Ulrich Reifenhäuser, pre-sidente dell’associazione dei costruttori tedeschi di macchinari per materie plastiche e gomma, in rife-rimento alle previsioni di un calo del 40%.Le vendite in Germania so-no scese del 35% rispetto all’anno precedente, ma gli introiti relativi alle vendite estere sono diminuiti del 28%. Per le nazioni dell’area euro la flessione è stata del 30%, mentre le vendite ver-so il resto del mondo sono scese di una percentuale leggermente inferiore. il for-te decremento negli ordini era cominciato già all’ini-zio dell’ultimo trimestre del 2008. Di contro, le vendite di prodotti industriali sono rimaste elevate fino al di-cembre dello stesso anno, con il risultato che i bassi fatturati mensili di inizio 2009 facevano prefigurare, poi, un decremento davvero elevato lungo tutto l’anno.il fatturato relativo alla produzione di macchine e attrezzature tedesche pas-serà dal massimo storico di 5,6 miliardi di euro regi-strato nel 2008 a circa 3,9 miliardi. Le analisi ufficiali di altre associazioni indu-striali estere confermano all’incirca i dati dell’inda-gine di VDma. mostrano,

Produzione di polipropilene

LyondellBasell si appresta a chiudere il sito di Terni Lo scorso 25 febbraio LyondellBasell Industries ha annunciato la propria decisione di cessare la produzione di polipropilene (PP) a Terni. La società ha iniziato la consultazione con impiegati e sindacati riguardo al progetto di chiudere definitivamente il sito produttivo

“La domanda di polipropilene continua a essere compro-messa dalle condizioni economiche globali e il risultante ambiente di mercato rende le facility come quella di terni non più sostenibili a livello economico. ci attendiamo di poter soddisfare la richiesta di polipropilene dei clienti (incluse le aziende locali nei pressi di terni) con prodotti forniti da altri nostri siti produttivi italiani,” ha dichiarato anton de Vries, vicepresidente senior di LyondellBasell per la divisione olefine e Poliolefine di europa, asia e mercato internazionale. La società afferma che le attività produttive nel PP in Italia si focalizzeranno principalmen-te sui siti di scala mondiale di Ferrara e Brindisi. L’im-pianto di terni ha una capacità nominale di 255 kt all’an-no. In contemporanea con il progetto di chiusura, Lyon-dellBasell ha iniziato le consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori per definire il percorso più appropriato per i dipendenti del sito produttivo. L’impianto ha attualmente circa 120 addetti con contratto a tempo indeterminato.

Prosegue anche per i mesi di dicembre 2009 e gennaio 2010 il monitoraggio degli effetti della crisi economica sul settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio, condotta da Ucima

Il peggio sembra passato

settore macchine per confezionamento e imballaggio

CostRuttoRI tEdEsChI

Le vendite di macchinari tedeschi per materie plastiche e gomma sono scese meno di quanto previsto dalla VDMA, con preoccupazione, a fine 2009

economia

Ulrich Reifenhäuser, presidente dell’associazione dei costruttori tedeschi di macchinari per materie plastiche e gomma, interna alla VdMa

infatti, che le esportazioni tedesche di macchinari per materie plastiche e gomma sono scese del 36,1% nel pe-riodo fino al novembre 2009.“il record di esportazioni dell’anno precedente ha naturalmente rappresenta-to un punto di riferimento molto alto”, ha affermato il presidente dell’associa-zione. “La flessione suc-cessiva, sempre a livello di esportazioni, ha colpito i nostri principali merca-ti all’incirca tutti in egual modo”, ha spiegato Ulrich Reifenhäuser. “L’unico ri-sultato brillante si è avuto in asia, con l’india che ha fatto registrare una robusta crescita, che l’ha spinta su fino al quarto posto fra le na-

zioni fornite dai costruttori tedeschi”. ci sono anche segnali positivi dai paesi del sud est asiatico e del vi-cino e medio oriente, dove le vendite sono calate meno che in ogni altro luogo.

Page 10: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t10 • tecnoplast

di mauro cavallotti e Renato emanuelliprogettazione e sviluppo macchine

Via Gramsci, 34 - 20021 Bollate (mi)c.F. e P. iVa 08654600157

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I dati di Aipe sul mercato italiano del polistirene espanso sinterizzato (EPS)

Calo contenuto nel 2009

Il mercato dell’Eps

Il Governo recepisce la direttiva sugli imballaggi Rivoluzione made in Italy per il settore dei rifiuti. Proce-dure più snelle, risparmio in bollette per i cittadini e dei costi per le imprese. È stato infatti approvato dal con-siglio dei ministri il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 98 del 2009. Il tutto con sei mesi di anticipo. Per vetro, carta, plastica e metalli “viene fis-sata al 2020 una soglia tassativa minima di recupero”, si legge in una nota del ministero. “Il 50% nell’ambito di una pratica che deve diventare sempre più diffusa e stringente di raccolta differenziata, orientando stili di vita e meccanismi di produzione sempre più verso la cosiddetta società del recupero”. Il provvedimento va-rato dal consiglio dei ministri, inoltre, “consente rispar-mi individuali e collettivi”. Il decreto, infatti, “definendo un sistema basato sul recupero e riutilizzo dei prodotti permetterà di realizzare sostanziali economie”, avver-tono dal dicastero ambientale, risparmi “in materia di bolletta energetica nazionale, costi per le famiglie sia in termini energetici che di beni di consumo, costi per le imprese”.

soglie minime di recupero

N° 2 Aprile 2010

economia

L’associazione italiana Polistirene espanso

(aiPe) ha elaborato l’annua-le indagine statistica sull’an-damento del mercato italia-no dell’ePS per l’anno 2009. Basata sui dati dichiarati

dai soci produttori di mate-ria prima, la ricerca fornisce una foto concreta e aggior-nata del business italiano del polistirene espanso sin-terizzato nei due principali settori applicativi, edilizia e

(soprattutto se rapportato al trend fortemente negativo del mercato italiano dell’edi-lizia), a testimonianza di un generale aumento degli spessori nell’isolamento ter-mico e acustico. La perdita dell’ePS da blocchi, lastre e preformati nelle applicazioni tradizionali dei nuovi edifici è stata contenuta dall’incre-mento delle ristrutturazio-ni (soprattutto “cappotto”) spinto dalle agevolazioni fiscali del 55%. nel mercato del “nuovo”, fortemente in calo, si è registrato comun-que un sensibile incremen-to del riscaldamento a pavi-mento e delle coperture, che va a spiegare il forte aumen-to dell’ePS stampato, passa-to da 26000 a 34000 t.

il trend non positivo del settore imballaggio in ePS (-14,6%) deriva da un forte calo generale della produ-zione industriale, soprattutto degli elettrodomestici, con pesanti ricadute negative su tutto il packaging di pro-tezione. in rapporto a questo trend negativo del settore in-dustriale, l’ePS non registra perdite nei confronti dei ma-teriali alternativi. Si suppone che gli incentivi sull’acqui-sto di elettrodomestici di classe energetica a+ (DL 10 Febbraio 2009 n.5, coordina-to con la Legge di conversio-ne 9 aprile 2009) porterà a un incremento della richie-sta dei relativi imballaggi e quindi a una possibile ripre-sa del comparto.

imballaggio, e in altri utilizzi finali. Dal 1998 al 2004 il mer-cato del polistirene espanso è cresciuto costantemente, in media del 5,6%. Un lungo trend positivo momentane-amente interrotto nel bien-nio 2005–2006 da una lieve riduzione media di circa l’1%. nel 2007 i consumi to-tali di ePS hanno registrato un nuovo deciso incremen-to di oltre il 6% rispetto al 2006, confermato anche nel 2008 con 145000 t prodotte. nel 2009 si è assistito ad un calo di circa il 3% (140000 t), molto contenuto se rap-portato alla crisi economica

generale. il comparto edilizia è passato da 84000 a 87500 t di ePS, registrando un + 4%. Un dato molto positivo

tabella 1 coNSUMI PeR tIPoLogIa dI ePS e SettoRI dI UtILIzzo

EPS Settori 2009(t) 2008(t) 2007(t)Blocchi, edilizia 50 000 53 000 53 000lastree Imballaggio 18 000 18 000 18 000derivati altre applicazioni 1 000 1 000 2 000 edilizia 34 000 26 000 23 000Preformati Imballaggio 31 000 39 000 39 000 altre applicazioni 1 000 1 000 2 000 edilizia 3 500 5 000 6 000Perlesfuse Imballaggio 500 1 000 1 000 altre applicazioni 1 000 1 000 1 000 Totale 140000 145000 145000

➼ Fig. 1 - Consumo di Eps nel 2009

Altre applicazioni 3 000 t

Imballaggio 49 500 t

Edilizia 87 500 t

35%

63%

2%

Promec è una società dedita a progettazione e sviluppo di dise-gni meccanici industriali, che svolge la propria attività dal 1983 operando in ambiente oneSpace Designer Drafting (2D).

Promec si propone per:- progettazione meccanica- sviluppo e assiemi di studi- esecuzione di disegni per archivio informatico- esecuzione di disegni commerciali

Page 11: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 11N° 2 Aprile 2010

econoMIA Studi e ricerche

golatori nei confronti delle variabili ambientali, fattori che potranno creare nicchie di mercato particolarmente interessanti.tra i settori tradizionali del Made in Italy, il mobile è atteso sperimentare un contributo del commercio estero positivo. Anche per i settori del sistema moda le prospettive di recupero del-la crescita e della redditività appaiono principalmente af-fidate alla capacità delle im-prese leader d’intercettare le opportunità che si presente-ranno sui mercati mondiali, a fronte di una domanda in-terna che dovrebbe mostrare solo deboli spunti di miglio-ramento. Sia nel comparto dei beni d’investimento che nelle produzioni di beni di consumo, i settori chiave del Made in Italy usciran-no comunque fortemente mutati dalla crisi, subendo un ridimensionamento del-la base produttiva. La sfida per le imprese sarà quella di continuare a offrire pro-dotti innovativi e di elevato contenuto qualitativo - già alla base dei recuperi speri-mentati nel biennio 2006-07 - investendo al contempo nel radicamento sui mercati, al fine di rinnovare l’eccellen-za delle nostre produzioni sul fronte del contenuto di servizio e immateriale.

non è ottimista per il biennio 2010-2011 l’analisi previsiona-

le dell’andamento dei settori industriali elaborata da Pro-meteia e Intesa SanPaolo. La crescita del manifatturiero italiano si rivelerà, infatti, molto modesta (+1,6% me-dio annuo nel biennio 2010-11), mantenendo i livelli di attività al di sotto di quelli pre-crisi. I processi di ristrut-turazione e selezione impat-teranno positivamente sulle condizioni di redditività del-le imprese, avviandole su un percorso di sia pur modesto rafforzamento. Si prevede che per il 2011 il RoI medio possa tornare al 5,2%.nello scenario delineato solo i comparti meno pena-lizzati nell’attuale fase - lar-go consumo, farmaceutica - potranno tornare ai livelli del 2007 nell’arco della pre-visione, nell’ipotesi che la crisi non porti le multinazio-nali attive in questi settori a rivedere le strategie di lo-calizzazione produttiva sui diversi mercati.Anche l’alimentare ritroverà livelli simili a quelli pre-crisi, nonostante una crescita del fatturato e una redditività che rimarranno inferiori a quelle del manifatturiero. In questo contesto di apparen-te stabilità, è probabile che il settore debba affrontare

un processo di forte ristrut-turazione, con l’obiettivo, in particolare, di rafforzare le strutture commerciali, so-prattutto per quella fascia di imprese che, per dimen-sione e vocazione, sono già troppo grandi per potersi limitare a servire il mercato domestico, ma ancora trop-po piccole e fragili per pro-porsi con convinzione sui mercati esteri dominati dai grandi oligopoli. tra i settori che, invece, usciranno più ridimensionati vi sono me-tallurgia, autoveicoli e moto, elettrodomestici, intermedi chimici e altri intermedi, penalizzati dal permanere di un eccesso di capacità produttiva a livello mondiale. Questi settori - con l’ecce-zione degli elettrodomestici - potranno comunque speri-mentare tassi di crescita più elevati rispetto alla media manifatturiera. È importan-te sottolineare, comunque, come in un contesto come quello italiano, caratterizza-to da una forte presenza di Pmi, la ripartenza del ciclo scorte possa rivelarsi più lenta che in altri contesti, visto l’impatto maggiore che presentano i vincoli fi-nanziari nel determinare le scelte di spesa delle imprese di minori dimensioni.La situazione rimarrà cri-tica, nonostante l’elevato

contributo atteso per il ca-nale estero e le attese di miglioramento delle perfor-mance sui mercati interna-zionali, anche per un setto-re fondamentale dell’offerta italiana come la meccanica, penalizzato dal permanere di vincoli alle decisioni di investimento delle imprese a livello nazionale e mon-diale. Una prospettiva simi-le attende l’elettrotecnica che, nonostante un ciclo delle costruzioni lento, po-trà beneficiare dell’atteso dinamismo negli investi-menti infrastrutturali (ener-gia, trasporti) su cui sarà prioritariamente basata la

crescita dei paesi emer-genti. Le nostre imprese appaiono in grado di sfrut-tare al meglio, come già nel recente passato, il buon po-sizionamento di cui godono sia come fornitori di sistemi finiti sia come produttori di componenti ad alto livel-lo qualitativo per i grandi committenti. Anche per le imprese della meccanica e dell’elettrotecnica, così co-me è già evidente per i be-ni di consumo automotive e per gli elettrodomestici, un aspetto chiave nei prossimi anni sarà quello di anticipa-re la crescente attenzione degli acquirenti e dei re-

la crescita del mani-fatturiero italiano si rivelerà molto modesta: +1,6% me-dio annuo nel biennio 2010-11

Sia nel comparto dei beni d’investimento che nelle produzioni di beni di consumo, i settori chiave del Made in Italy usciranno fortemente mutati dalla crisi, subendo un ridimensionamento della base produttiva

Industria: più ombre che luci

a cura di prometeia e Intesa sanpaolo

auto e moto

elettronica

metallurgia

meccanica

farmaceutica

intermedi chimici

prod. in metallo

altri intermedi

elettronica

manifatturiero

largo consumo

sistema moda

elettrodomestici

mobili

alimentare

prod. da costr.

-350 -250 -150 -50 50

var.% 2009 var.% m.a. 2010-’11

Page 12: TecnoPlast N. 2

Distretti italiani scienze e tecnologia

www.tecnoedizioni. i t12 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

Dieci fabbriche della scienza. Dieci cit-tadelle per costru-

ire l’industria del futuro. ecco la carta che l’emilia romagna gioca per aprire una nuova fase economica, dopo la crisi che sta met-tendo a durissima prova la sua ricca manifattura vo-tata all’esportazione. Una scommessa che il regista dell’operazione, l’assessore regionale alle attività pro-duttive Duccio campagno-li, ispirandosi all’esperien-za francese, ha chiamato “tecnopoli”. Questi ultimi saranno luoghi di ricerca e trasferimento tecnologico, infrastrutture destinate a diventare il punto di rife-rimento dell’innovazione industriale per il sistema produttivo e trampolino di lancio per nuove imprese ad alta tecnologia. saranno forniti di laboratori e incu-batori, offriranno servizi anche a livello manageriale e rafforzeranno la capacità di “fare rete” degli attori del sistema ricerca: imprese, università, centri di ricerca, enti di formazione ecc.la creazione di queste “cit-tadelle dell’innovazione” è prevista dal Programma operativo dell’emilia-ro-magna del Fondo europeo

di sviluppo regionale per il periodo di programmazione 2007 - 2013. complessiva-mente il programma impe-gnerà circa 270 milioni di euro - dei quali 130 della re-gione (80 ottenuti dall’Unio-ne europea), 90 dalle univer-sità e dai centri di ricerca e i rimanenti dagli enti locali - che potranno mobilitare altri 600 milioni di investi-menti da parte dei privati.

I tecnopolI emIlIanI, provIncIa per provIncIai tecnopoli vanno a integrar-si e a rafforzare la già conso-lidata rete alta tecnologia dell’emilia-romagna. il loro ambito di attività si foca-lizzerà sui temi e sui settori legati ai distretti e alle filiere produttive più rilevanti in regione. la mappa dei vari cluster è la seguente. il polo di Bolo-gna ospiterà tecnologie per l’automazione industriale, per nuovi materiali, nano-tecnologie, telecomunica-zioni multimedia e scienze della vita. a Modena e reg-

gio emilia, meccatronica e tecnologia della ceramica. a Parma, tecnologia dell’indu-stria alimentare. a Piacenza, tecnologie per le macchi-ne utensili e per l’energia. sempre in tema di tecnolo-gie energetiche e ambien-tali (in collaborazione con enea) e di tecnologie delle costruzioni si organizzerà una piattaforma regionale con iniziative a Bologna, ravenna e reggio emilia. a Ferrara ci si occuperà di farmaceutica, di tecnologie ambientali in particolare per il ciclo dell’acqua e di biotecnologie. tra ravenna, Forlì e rimini crescerà il di-stretto nautico. a rimini si svilupperanno tematiche su multimedialità e design per il sistema moda a cesena, ict e tecnologie per l’indu-stria ortofrutticola.Questi poli saranno con-nessi alle reti nazionali e internazionali della ricerca.

non a caso, per la realizza-zione della rete, la regione ha stretto accordi di colla-borazione con il Fraunhofer institut di stoccarda (spesso citato anche in questa rivi-sta per gli innovativi progetti di ricerca, ndr), cui fa capo la rete della ricerca industriale creata in Germania, e con l’agenzia francese per l’inno-vazione adit. inoltre, un ac-cordo firmato nei mesi scorsi tra emilia-romagna, lom-bardia e Piemonte prevede la creazione di un sistema interregionale di centri di ricerca. il cnr, l’enea e altri importanti istituti nazionali (tra cui l’infm: istituto nazio-nale di Fisica della materia) sono parte integrante di alcune piattaforme in pro-getto.“Un modello di nuova pro-grammazione, unico in italia”, secondo Patrizio Bianchi, rettore dell’univer-sità di Ferrara ed esperto di

politica industriale, che ap-prezza l’organicità dell’in-tervento “che mette in re-te 53 laboratori industriali disseminati sul territorio e crea un vero e sistema che coinvolge quattro universi-tà emiliane, il Politecnico di Milano, il cnr, l’enea e gli istituti ortopedici rizzoli”. il perno sarà il tecnopolo di Bologna che sta per sorgere nella ex manifattura tabac-chi di via stalingrado. Un grande stabilimento non lontano dal castello dell’Uni-pol, cassaforte delle coop e cuore finanziario della città. la manifattura rischiava di restare vuota dopo la di-smissione della fabbrica di sigarette da parte della Bri-tish american tobacco. la regione l’ha acquistata per 20 milioni e ne ha avviato i lavori per farne il centro e il più grande dei tecnopoli. Qui concentrerà laboratori e centri come quello del riz-

in emilia romagna nascono i primi tecnopoli d’italia. investimenti pari a 270 milioni di euro saranno destinati a creare dieci “città della scienza”: un totale di 53 laboratori e dieci centri d’innovazione per un progetto che vede uniti la regione, gli enti locali, l’università e una serie di imprese

I tecnopoli: punto d’incontro tra ricerca e imprese

Si chiamano Tecnopoli (come in Francia) e saranno vere e proprie cittadelle della ricerca industriale che sorgeranno nei capoluoghi di

provincia e in altri centri e daranno vita a una rete regionale di ricerca permanente e dell’alta tecnologia

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zoli di Bologna inaugurato in novembre dove, coordi-nati dal direttore scientifico Francesco antonio Manzoli, già lavorano 67 ricercatori.luoghi dove non si studia soltanto, né si fa ricerca pu-ramente teorica. Ma si pro-duce. come nelle fabbriche, appunto. Un esempio? “al rizzoli, uno dei pochi centri dove si può fare sperimen-tazione sugli animali e dove c’è una banca che fornisce all’italia il 50% delle ossa da trapiantare, si stanno co-struendo spiega il direttore generale Giovanni Baldi i prototipi di nuovi tessuti os-sei per creare le protesi del futuro, quelle organiche”.centri in cui confluiscono domande che vengono da mondi un tempo lontanissi-mi. la meccanica, per fare un caso: anch’essa interes-sata alla creazione di mate-riali più leggeri e resistenti per i telai delle automobili, con l’obiettivo di ridurre i costi. o la produzione di energia: al cnr di Bologna si lavora alla creazione di transistor con materiali or-ganici, al posto di quelli al silicio. “Una ricerca che, se darà i risultati sperati spie-ga roberto Zamboni del cnr avrà straordinarie possibilità di applicazione nelle celle fo-

tovoltaiche, nelle nuove lam-padine, nei sensori. senza dimenticare che i transistor potranno essere innestati anche nel corpo umano”. si sprecano gli esempi di con-taminazione tra discipline diverse a fini industriali. a Parma l’industria del packaging utilizza i bio-materiali per aumentare la sicurezza ed evitare la tossicità degli imballag-gi alimentari. a Modena, spiega angelo oreste an-drisano del dipartimento di ingegneria meccanica civile, nel centro intermech “si utilizzano le nanotecno-logie per produrre pistoni senz’attrito che riducano dispendio di energia (e co-sto) degli attuali macchina-ri e una volta scoperto un nuovo prodotto, si simula al computer l’intero processo, perché la produzione possa essere completamente ro-botizzata”.studi i cui benefici cono-scono bene le industrie della via emilia che da an-ni lavorano con la ricerca. Dalla Ferrari alla Ducati, dalla Barilla alle fabbriche di macchine automatiche e trattori, sono tantissime le imprese, grandi e picco-le, che utilizzano la rete ad alta tecnologia costruita ne-

nascendo i tecnopoli. le fabbriche di domani i cui primi “operai” saranno mille giovani scienziati. investi-nemiliaromagna è il sito di marketing territoriale della regione emilia–romagna; strumento di promozione del sistema economico e dei fattori di attrattività, è diret-to agli operatori economici italiani ed esteri, ai potenzia-li investitori e a tutti coloro che nel territorio dell’emilia-romagna intendono vivere e svolgere la propria attività economica. il sito è realizza-to e gestito da ervet – emi-lia-romagna Valorizzazione economica territorio spa, agenzia di sviluppo territo-riale della regione emilia-romagna, impegnata nella promozione dell’economia regionale e in progetti di svi-luppo locale coerentemente con la programmazione re-gionale e del sistema degli attori locali.conclude Duccio campa-gnoli: “Vogliamo passare dall’emilia romagna dei distretti produttivi all’emi-lia romagna dei distretti tecnologici”.

l’esperIenza del tecnopolo dI reggIo emIlIa“la realizzazione di un tec-nopolo di attività di ricerca applicata”, ha dichiara-to aldo tomasi, rettore dell’Università degli studi di Modena e reggio emi-lia, “rappresenta un fatto di eccezionale importanza per il mondo accademico e per quello delle imprese perché favorisce gli indispensabi-li processi di innovazione necessari alla competitività del sistema”.Quattro laboratori conflu-iranno all’interno del tec-nopolo reggiano, che sarà ospitato presso lo spazio del capannone 19 delle ex officine reggiane. con i suoi 3500 metri quadrati diventerà la sede, simboli-ca anche per i suoi trascor-si rilevanti nella storia dello sviluppo economico della città, della nuova cittadella della ricerca.il laboratorio Mectron, di cui è responsabile il professor

eugenio Dragoni del Dipar-timento di scienze e Meto-di dell’ingegneria, si occupa di prodotti industriali per la meccatronica ed è parte della più ampia piattaforma regionale della Meccanica avanzata intermech, affida-ta al professor angelo ore-ste andrisano, direttore del Dipartimento di ingegneria Meccanica e civile.il laboratorio en&tech si occupa invece di realizzare tecnologie per l’efficienza energetica ed è gestito, tra gli altri, dal prof. stefano ossicini del Dipartimento di scienze e Metodi dell’inge-gneria. Biogest- siteia è poi il laboratorio che si occupa di miglioramento genetico di risorse biologiche di in-teresse agro-alimentare e industriale, mentre il crPa lab è legato al centro ri-cerche Produzioni animali, società pubblica impegnata nei settori dell’agroalimen-tare e ambientale.il sindaco di reggio emilia Graziano Delrio “Questo pa-ese, al di là delle chiacchie-re, non sta investendo né in università, né in ricerca, né in innovazione. la regione emilia romagna ha invece scelto un’altra strada, una strada opposta, avviando anche una collaborazione molto importante con gli en-ti locali. Questo programma si inserisce in una stagione che per reggio emilia ha forti contenuti simbolici, una stagione in cui si av-via la discussione sull’area nord. ebbene possiamo dire che l’area nord parte da qui. Dal polo tecnologico delle reggiane che il comune ha indicato come polo di eccel-lenza e di innovazione insie-me al centro internazionale Malaguzzi e agli altri poli di ricerca, all’irccs, e al centro di ricerca sull’energie rin-novabili di enìa alter Vis”. il sindaco ha inoltre dichiara-to di confidare che, in base alla convenzione alla firma con regione e Università, “entro il 2010 si possano far partire i lavori per la riquali-ficazione del capannone 19 delle reggiane che ospiterà il tecnopolo”.

gli ultimi cinque anni dalla regione. Una rete di 53 la-boratori e centri di ricerca nella quale, nei cinque anni trascorsi, l’emilia romagna ha messo 40 milioni. “che diventano 150”, ricorda campagnoli, “se conside-riamo anche gli 850 progetti di innovazione tecnologica nelle imprese sostenuti dal-la regione”. iniziative nelle quali ha trovato lavoro un piccolo esercito di ricerca-tori in camice bianco: 300 nei laboratori (che si sono aggiunti a 600 universitari) e 1200 nelle aziende. e di questi, 800 da precari si so-no trasformati in posti fissi.esperienze che hanno dato frutti importanti anche per le imprese perché, come spie-ga il rettore del politecnico di Milano, Giulio Ballio: “in emilia romagna la regione ha fatto incontrare la do-manda delle industrie con l’offerta della ricerca e ha selezionato i centri su cui puntare”. È accaduto anche a Piacenza, dove il Politec-nico ha una sede distaccata e collabora a due laboratori, uno dedicato all’energia e uno alla meccanica. “labo-ratori”, confessa Ballio, “che a Milano non ci saremmo mai potuti permettere”. È da questa rete che stanno

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EVENTO IN AZIENDA Anniversario a Massanzago (Padova)

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c’è aria di fermento in Moretto. con-giuntamente ai

festeggiamenti per il tren-tennale di attività, infatti, si sta pianificando nei det-tagli la presentazione di un importante progetto, che avverrà presumibilmente in concomitanza con la fiera K di Düsseldorf. A dispetto di un mercato non ancora stabilizzato, nell’azienda di Massanzago si respira anche un’atmosfera di soddisfazio-ne per i risultati conseguiti nel corso degli anni.“Non le nascondo che qui in Italia stiamo facendo vera-mente un buon lavoro”, sot-tolinea il presidente Renato

Moretto. “Le motivazioni? Innanzitutto il fatto che non abbiamo mai snobbato il mercato interno, che per noi è di vitale importanza e costituisce un po’ il nostro background principale. Ne abbiamo un grandissimo ri-spetto, a differenza di chi ha come target un’esportazione nella più alta percentuale possibile”. Da un’analisi del trend dell’impresa nel 2009 si evince che, a fronte di una generale perdita di fatturato, in Italia, al contrario, Moretto ha registrato un guadagno di una quindicina di punti per-centuali, consentendo così di ottenere sostanzialmente gli stessi risultati del 2008,

anno decisamente soddisfa-cente per l’azienda. Questo esito positivo potrebbe es-sere giustificato dalla sua presenza in grande stile alla fiera Plast di Milano, a confer-ma dell’importanza dell’Italia come mercato di riferimento, congiuntamente al manteni-mento dei ritmi di sviluppo che erano stati programma-ti. Nel 2009, infatti, sono stati avviati e seguiti ben 27 nuovi progetti di ricerca, a garanzia del futuro della società.“Solo quando non riuscire-mo più a fare sviluppo, in-novazione e ricerca sarà il momento di preoccuparsi”, è solito affermare con decisio-ne Renato Moretto. “Indub-

biamente la ricerca è fonte di grande soddisfazione e, finché avrò anche un solo eu-ro a disposizione, continuerò lungo questa strada”.“Dal 1980, anno di fondazione di Moretto”, prosegue il pre-sidente della società, “il pa-norama industriale italiano ha subito cambiamenti abis-sali. Basti pensare che fino alla fine degli anni Settanta gli impianti per la trasforma-zione delle materie plastiche erano davvero molto semplici e l’automazione muoveva al-lora solo i primi passi. Nei pri-mi anni Ottanta si assistette, poi, a una prima fase di de-localizzazione che modificò il carattere dei sistemi ausiliari,

mentre si intravidero i primi albori di elettronica applica-ta solo nella seconda metà di quel decennio. Da allora si è assistito a un incessante sviluppo di nuove applicazioni tuttora in conti-nua evoluzione.

Gli anni deGli entusiasmi e quelli delle crisi economicheSolo in seguito alle molte-plici scoperte nel campo dei polimeri, le materie pla-stiche hanno invaso quasi tutti i settori sconvolgendo i mercati, come è avvenuto per esempio nel packaging, dove il PET ha cambiato radicalmente i consumi. Le trasformazioni avvenute negli ultimi trent’anni sono quasi impossibili da descri-vere e in “questo mare in tor-menta” Renato Moretto ha saputo tenere saldamente il timone della sua nave orien-tandola sempre verso ap-prodi sicuri. Seguendo con perseveranza la rotta della qualità e della tecnologia è stata superata la grande crisi strutturale degli anni 2000, nonché le ultime del 2002 e del 2009. A partire dai primi anni Novanta, il mercato im-poneva che si raddoppiasse il fatturato di anno in anno per far fronte alle richieste di aziende che stavano crollan-do sotto il peso di ordini che non riuscivano più a gestire. Si registrarono pertanto die-ci anni di crescita esponen-ziale: tutti erano euforici. Ma già all’inizio del 2000 si capi-va che questo meccanismo si sarebbe presto inceppato. Anche all’estero si avvertiva un pesante rallentamento. Ricorda Moretto: “Nel mar-zo del 2000, alla fiera Brasil-plast, ci si chiedeva quando sarebbero arrivati i visitatori: i corridoi erano completa-mente liberi; solo allestitori ed espositori, nessun altro”.Quella del 2000 è stata dun-que una reale crisi industria-le, tipica delle oscillazioni di mercato. La flessione più difficile da comprendere è invece l’ultima del 2009. Prosegue Moretto: “È stata presentata come frutto di una speculazione finanzia-

Presentarsi quale fornitore unico del trasformatore, migliorare il proprio servizio al cliente e proseguire sulla strada della ricerca e dell’ottimizzazione dei propri prodotti. Questa è la ricetta di Renato Moretto per affrontare adeguatamente i prossimi cinque anni e per festeggiare serenamente i trent’anni di vita della società

1980-2010: trent’anni di storia Moretto

di Riccardo ampollini e Milena Nigrisoli

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ria. È vero, non c’è dubbio. comunque non è una crisi occasionale, ma è frutto di un problema strutturale. De-riva, infatti, da un eccesso di offerta contro una domanda non proporzionale all’offerta stessa. ciò ha generato una serie di necessità tra cui quella di trarre profitti non solo dalla produzione, ma anche da titoli, investimen-ti a rischio, azioni. Questo trend era già iniziato negli anni precedenti: diversifi-care gli investimenti per fare guadagni facili”.L’ipotesi più credibile, se-condo Moretto, è che l’Italia possa superare questa crisi grazie al contributo delle sue piccole e medie imprese (ovviamente tutte operanti in settori di nicchia), a patto che queste riescano a supe-rare l’anno in corso. Anche la fiera K (Düsseldorf, 27 ot-tobre – 3 novembre 2010), che potrebbe sembrare la panacea di tutti i mali, si svolgerà in un clima diver-so dal solito, pur rimanendo un appuntamento indubbia-mente importante, a cui le aziende parteciperanno pre-sentando gli ultimi sviluppi e le novità. Tornando al contesto italia-no, la situazione è legger-mente migliore di altri paesi europei. Vedremo, ma sarà necessario attendere tempi migliori augurandoci che gli ammortizzatori sociali riescano a sovrapporsi alla fase di ripresa. Per il mo-mento la situazione è anco-ra pesante, non si può ne-gare, e il ricorso alla cassa

integrazione è ancora alto. Nel panorama industriale italiano è necessario distin-guere tra le aziende aventi difficoltà intrinseche, cau-sate dall’obsolescenza o da un passaggio generazionale che genera, come sappiamo, qualche problema, e quel-le che semplicemente non hanno saputo mantenersi vive e attive potenziando sviluppo e innovazione. Pro-prio queste ultime sono in uno stato di maggiore soffe-renza, anzi alcune sono già fuori mercato, quali “rami secchi” tagliati per far posto a nuovi germogli. È evidente che, per un mer-cato in eccesso di proposte, denso di situazioni stanche che vanno avanti per forza d’inerzia, questa selezione ha rafforzato da un lato le ca-pacità contrattuali di quelli che hanno voglia e possibi-lità di acquistare e, dall’altro, ha stimolato il mercato stes-so a migliorarsi e a crescere. Oggi, infatti, le esigenze e le pretese del cliente puntano molto più in alto: egli non si accontenta più di comprare un prodotto, ma esige tutta una serie di servizi quali la possibilità di poter contare su ricambi in tempi brevi, la sicurezza di ricevere assi-stenza in caso di necessità e, non ultima, la conferma di avere investito bene i propri soldi, attraverso un riscontro oggettivo e tangibile”.

le scelte vincenti: ricerca e servizio completoIn uno scenario in cui il cliente è protagonista, Mo-

retto è da anni all’avanguar-dia avendo operato, già dal 1998 e come poche altre aziende a livello mondiale, la scelta di fornire l’opzione di un servizio completo. Que-sto tipo di proposta commer-ciale si è rivelata una carta vincente, in quanto il com-mittente non è più disposto a sprecare il proprio tempo ricercando di volta in volta uno specialista che risolva i suoi problemi.Spiega Renato Moretto: “Nel nostro settore è di primaria importanza rispondere im-mediatamente alla chiama-ta del cliente, in quanto oggi siamo fornitori di servizi e non più di singole apparec-chiature. Pertanto, dovendo affrontare tutta una serie di problema-tiche che vanno dalla ter-moregolazione, al dosaggio, all’alimentazione, ci siamo proposti come partner ai tra-sformatori in modo da diven-tare loro fornitori esclusivi di soluzioni”.Rimanere competitivi sul mercato è dunque una sfi-da continua che può essere vinta solo mantenendo un livello medio accettabile. L’unica strada percorribile si rivela ancora una volta quel-la di dedicare ampio spazio alla ricerca, finalizzata non semplicemente alla crescita della produzione ma anche delle competenze tecnolo-giche. Lo scenario attuale, caratte-rizzato dall’eccesso di offer-ta, è testimone di un sistema di concorrenza spietata che inevitabilmente, nel giro di

le 10 tappe fondamentali1980 - Renato Moretto fonda la sua prima azienda individuale: Lavorazioni Meccaniche Moretto1987 - Nasce il marchio Moretto Plastic Automation Srl1998 - Fondazione della filiale brasiliana Moretto do Brasil, a San Paolo1999 - Fondazione della filiale asiatica Moretto Plastechnich Asia, a Singapore2001 - Fondazione della filiale tedesca Moretto Germany, a Paderborn2005 - La ragione sociale diventa Moretto S.p.A.2008 - Fondazione della filiale inglese Moretto UK, a Milton Keynes2008 - Fondazione della filiale polacca Moretto Poland2009 - Moretto Germany diventa Moretto Deutschland con l’apertura di una nuova filiale a Neunkirchen am Sand, nei pressi di Norimberga2010 - Moretto compie 30 anni.

il peRcoRso di MoRetto➼

pochi anni, porterà a una si-tuazione diversa dall’attuale: le piccole e medie aziende, per esempio, saranno co-strette ad aggregarsi per da-re vita a imprese più grandi polarizzate intorno a un uni-co marchio. In questo mo-mento così particolare, Mo-retto sta facendo una grande operazione di industrializza-zione della produzione e sta sviluppando e ottimizzando la tecnologia di produzione dei propri sistemi. “Analizziamo in dettaglio determinati fenomeni, li stu-diamo in modo approfondito dal punto di vista scientifico e li trasformiamo in automa-zione”, spiega il presidente dell’azienda. “Questo metodo di operare è assolutamente in contro-tendenza oggigiorno ma poi, quando si scopre un fi-

lone che fa tendenza, anche i concorrenti se ne rendono conto e tentano di percorre-re la stessa strada. Ma il mercato è così veloce nei propri cambiamenti che può offrire un’unica finestra di due anni. Se in questo periodo un’azienda riesce a seguire tali cambiamenti allora può “fare mercato”, al-trimenti viene tagliata fuori. E in questi due anni, spesso, non c’è nemmeno il tempo da dedicare a studi appro-fonditi per comprendere il fenomeno che fa tendenza”.Moretto, come sempre, sta cavalcando il percorso più difficile anche perché è con-vinta che la tecnologia sicu-ramente rappresenta una soluzione, un’opportunità, per cui non va sottovalutata. conclude Renato Moretto: “Sicuramente è molto più semplice copiare quello che già esiste sul mercato e utilizzarlo per i propri sco-pi, però questo permette di essere veloci nel breve pe-riodo, ma non consente di rimanere saldi nel medio-lungo periodo e di creare una propria identità. Noi crediamo invece nei progetti a lungo termine, che riguardino almeno un piano quinquennale. Per questo abbiamo scelto una strada sicuramente più difficile, ma che crediamo fermamente porterà i frutti sperati”.

In apertura: la Show Room dedicata alle ultime tecnologie realizzate dall’azienda

A sinistra: iI presidente Renato Moretto mostra un X Dryer

Sopra: il quartier generale Moretto a Massanzago (Padova)

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SPECIALE PACKAGING Film più sottili e prodotti funzionali

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Gli imballaggi “non possiedono ancora il dono della paro-

la” e dunque non possono dire al consumatore quan-do il contenuto ha raggiun-to la data di scadenza, do-ve e a che temperatura va conservata la merce confe-zionata e come farne uso. tuttavia, le moderne con-fezioni - i cosiddetti “im-ballaggi intelligenti” - sono già in grado di fornire tutte

queste indicazioni, anche senza parlare. Particolarmente richiesti sono soprattutto gli imbal-laggi flessibili e dunque quelli realizzati con pelli-cole, in quanto i costi per il materiale e per la produ-zione sono contenuti e la gamma di applicazioni è molto vasta. Con il loro pe-so ridotto, contribuiscono a salvaguardare le risorse, offrendo al contempo buo-

ne possibilità di riciclaggio. Gli imballaggi in pellicola stanno rapidamente sosti-tuendo le versioni rigide e, grazie alla loro crescente funzionalità, conquistano sempre nuovi segmenti di mercato. Già oggi i film pla-stici coprono circa tre quar-ti del fabbisogno mondiale nel campo degli imballaggi flessibili – con tendenza al rialzo e a scapito della carta e dell’alluminio.

Secondo i risultati di uno studio condotto dalla socie-tà statunitense Freedonia Group, nei prossimi anni la domanda globale di imbal-laggi flessibili è destinata a crescere di circa il 3,5% annuo, passando così dai buoni 16 milioni di tonnel-late del 2008 a quasi 19,5 milioni di tonnellate del 2013. Le ricerche di merca-to pronosticano la crescita più rapida per le regioni in

oltre a riportare le informazioni necessarie per i consumatori, i packaging intelligenti soddisfano molti altri criteri e quindi stanno conquistando terreno, non solo in campo alimentare. Per questo motivo, l’industria dei film plastici ha risentito molto meno della crisi economica del 2009 rispetto ad altri rami del settore materie plastiche

fase di sviluppo di: Asia, America Latina, Europa orientale, Africa e Medio oriente. La crescita più in-gente da un punto di vista quantitativo, afferma Free-donia, è prevista per la Ci-na, il paese che nel frattem-po ha superato il Giappone e che ora rappresenta il secondo mercato mondia-le dopo gli Stati Uniti per quanto concerne gli imbal-laggi flessibili. Considere-vole anche la crescita pre-vista per l’India, così come per la Russia e l’Indonesia. Però, aggiunge Freedonia, i mercati già saturi negli Usa, in Europa occidentale e in Giappone smorzano un boom globale dei film pla-stici. Inoltre, le possibilità tecniche che consentono di ottenere le stesse carat-teristiche applicative con pellicole sempre più sottili frenano l’incremento dei quantitativi trasformati. Se, ad esempio, anni fa la pel-licola esterna per pannolini pesava 30 g/m², oggi sono solo 14 g/m² - meno della metà. A favore dell’impiego di imballaggi flessibili nell’in-dustria alimentare e delle bevande, così come nell’in-dustria farmaceutica e dei cosmetici, depongono gli aspetti igienici e la lunga durata di conservazione a magazzino. L’evoluzione in corso per quanto riguarda i film traspiranti, le pellico-le idonee alle microonde e ai congelatori e le varianti biodegradabili promuove ulteriormente l’intensifica-zione del loro utilizzo.

I fIlm IndustrIalI sono generalmente a tre stratIVengono normalmente definiti “film industriali” quelle pellicole usate per involucri termoretraibili, film estensibili o imballaggi di beni industriali, nonché le categorie vendute dai produttori allo stato grez-zo per poi essere trasfor-mate dall’industria. Per la produzione di questi film industriali sono utilizzate solitamente poliolefine e in questo caso soprattutto

È il momento degli imballaggi intelligenti

a cura di Messe Düsseldorf

È il momento

L’igiene in primo piano: i film per l’imballaggio di alimenti rispondono ai requisiti più severi, con una diffusione

sempre a più larga scala (foto: Nordenia)

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quelle a base di polietilene (PE). Mentre per alcuni ge-neri di applicazioni, come ad esempio gli involucri termoretraibili, è tuttora comune l’uso di film mo-nostrato (e continuerà a esserlo), per le pellicole industriali si sono imposte invece le soluzioni a tre strati. Abbinando due o tre tipi diversi di polimeri, molto spesso è possibile in-crementare la funzionalità, pur risparmiando materia-le. Soprattutto per quanto riguarda la produzione di film soffiati o piani, sono i costi per le materie prime impiegate a decidere del rendimento dell’intero im-pianto e dunque degli utili del produttore. I trasformatori di materie plastiche, specializzati nella produzione di film in-dustriali, fanno funzionare i propri impianti a ciclo continuo. In questi casi un cambio di prodotto avviene raramente. Per questo tipo di lavorazione, molti co-struttori propongono oggi macchinari standard per prodotti tristrato a un prez-zo d’investimento attra-ente. La casa costruttrice Reifenhäuser di troisdorf

(Germania), per esempio, ha nel suo portafoglio pro-dotti già da diversi anni un conveniente impianto per film soffiati tristrato proveniente dai suoi sta-bilimenti di Suzhou, in Ci-na. Dall’autunno del 2009, anche Windmöller & Höl-scher (W&H, di Lengerich, Germania) ha integrato nel proprio programma un impianto per prodotti a tre strati con il nome di opti-mex, indirizzato soprattut-to ai produttori di articoli standard.

glI ImballaggI per I benI dI consumo sfIdano la crIsI Contrariamente alle azien-de attive nella catena del valore dei film industriali, che hanno risentito – per quanto poco – della crisi, i produttori di imballaggi per beni di consumo non possono lamentarsi. So-no, infatti, sempre di più i prodotti confezionati con imballaggi flessibili o semi-rigidi, anziché rigidi, e la plastica va sempre più so-stituendo la carta, il carto-ne o il metallo. E questo sia

nel settore “non food” che in quello in forte espansio-ne dei prodotti alimentari. Nei paesi industrializzati, i motivi per l’impiego sem-pre più frequente degli im-ballaggi flessibili in plasti-ca per i prodotti alimentari vanno ricercati, oltre che negli aspetti ecologici ed economici, anche nel mu-tato comportamento dei consumatori. Il consumo di piatti pronti è in continuo aumento – un trend ricon-ducibile non solo al nume-ro sempre più grande di single, ma anche a quello crescente delle donne con un’attività lavorativa, non-ché a una certa avversione per la cucina. La parola ma-gica è “convenience”. Evi-tando di dover fare troppi sforzi, il consumatore vuole nutrirsi nel modo più sano ed equilibrato possibile, senza problemi di tempo. Nuovi sviluppi nascono an-che dall’offerta sempre più ampia di prodotti alimen-tari: indipendentemente dalla stagione e dai raccol-ti locali, la verdura fresca, l’insalata, la frutta abituale e quella esotica fanno or-mai parte del quotidiano. Infine, gioca un ruolo sem-pre più importante il desi-derio di trovare confezioni dall’aspetto accattivante, lucide e trasparenti o an-che stampate a colori viva-ci e con forme sempre più originali. È ovvio che que-sti cambiamenti impongo-no vincoli sempre più pres-santi al packaging stesso e dunque anche ai produt-tori di materie prime, ai costruttori di impianti e ai

bIopolImerI e rIcIclatI conquIstano Il packagIng alImentare

Mentre, per la produzione di film alimentari, negli im-pianti per film soffiato si utilizzano solitamente diversi tipi di poliolefine abbinate a materiali barriera come poliammidi ed EVOH (etilenvinilalcol), in passato il PET (polietilentereftalato) si è imposto come “plastica di massa” per i film piani. Questa tendenza si spiega con le sue buone proprietà meccaniche, ma soprat-tutto con la sua eccezionale trasparenza e l’idoneità a processi di lavorazione successiva come la termo-formatura. Ormai da qualche tempo, gli sforzi intra-presi da molte aziende per riciclare il PET in maniera intelligente stanno dando frutti, sfociando in riusciti processi di recupero. Rimangono però le difficoltà per ottenere l’approvazione dei cosiddetti rPET (tipi di PET riciclato) per il riutilizzo a contatto diretto con i pro-dotti alimentari. Si sono già affermati molti processi per la produzione di compound multistrato dove si utilizzano rPET per gli strati intermedi. Grazie ai con-tinui miglioramenti nella tecnologia dei macchinari, nel frattempo è possibile utilizzare rPET anche per il contatto diretto con gli alimenti.

L’azienda britannica Sharp Interpack di Aylesham, ad esempio, gestisce una linea di produzione con una capacità di 1500 kg/h per la fabbricazione di film da imballaggio, riciclando scarti post consumo. Con l’impiego di un cambiafiltro di tipo V della società Kre-yenborg di Münster (Germania), in grado di eliminare anche le più piccole impurità, la manifattura britanni-ca ha ottenuto dalla PIRA la certificazione del suo film per l’uso alimentare. Anche i film prodotti utilizzando bottiglie in PET ma-cinato su un impianto inline-sheet Vacurema dalle società austriache Erema di Ansfelden ed SML Ma-schinengesellschaft di Lenzing, hanno ottenuto la certificazione per l’uso alimentare. Recentemente la certificazione per gli rPET prodotti

focus on➼

Anche per le conserve alimentari le confezioni in plastica stanno sostituendo sempre più spesso quelle di metallo: gli speciali film multistrato, con un’elevata barriera all’ossigeno, consentono una conservabilità fino a due anni (foto: Südpack)

Le prime teste d’estrusione per film soffiato a 11 strati sono già in funzione (foto: Brampton Engineering)

Per la produzione di questo sacchetto di mele coestruso, il materiale di base è l’amido di mais, che lo rende compostabile (foto: Alesco)

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www.tecnoedizioni. i t18 • tECNoplast N° 2 Aprile 2010

SPECIALE PACKAGING

negli impianti di riciclaggio Vacurema è stata addirittura estesa anche al packaging per

piatti pronti surgelati. L’avanzata dei materiali biologici, infine, è in corso già da qualche tempo, ma solo da poco si è estesa an-che al packaging alimentare. Come primo produttore al mondo nel settore degli imballaggi, dall’inizio del 2009 la società Alesco di Langerwehe (Germania) ha incluso nel proprio programma pellicole in PE e a base di materie prime rinnovabili, a impatto climatico neu-tro. Nel frattempo l’azienda ha lanciato sul mercato il primo film biologico stampato con inchiostri esenti da solventi, così come un sacchetto compostabile per la spesa fatto con materie prime rinnovabili. Inoltre, alla fiera Drinktec 2009 ha presentato - sempre nel ruolo di precursore - un film termoretraibile compostabile, anch’esso a base di materie prime rinnovabili.

Le ragioni per l’impiego sempre più diffuso di bioma-teriali sono da ricercare nel desiderio di tutela delle risorse e nella facoltà di compostaggio. Benché il concetto di sostenibilità sia strettamente legato ai materiali biologici, va esaminato di volta in volta se un materiale biodegradabile o a base di ma-terie prime rinnovabili sia davvero più ecologico e più sostenibile di un normale materiale plastico. Stando a una dichiarazione della RKW SE di Fran-kenthal (Germania), la tanto acclamata “neutralità CO2” dei biomateriali sussiste soltanto se i produttori includono nel proprio bilancio eventuali certificati di emissione acquisiti, oppure l’installazione di impianti eolici. Un aspetto negativo dei film d’imballaggio a ba-se di materiali biologici è il loro peso elevato rispetto a quello del comune PE, dovuto a una densità superiore fino al 30%. Inoltre i biomateriali richiedono un mag-gior impiego di energia in fase produttiva. Comunque sia, l’accresciuta consapevolezza ambien-tale e la discussione sui pro e i contro delle diverse categorie di materiali hanno promosso il processo innovativo relativo agli imballaggi fatti con materie plastiche. Va da sé che l’obiettivo resta un approccio intelligente e attento alle risorse, esteso a tutte le ma-terie prime.

produttori di imballaggi, ri-chiedendo il massimo della flessibilità.

una buona tecnologIa d’ImpIanto Incrementa Il rendImentoI costruttori di linee d’estru-sione cercano di consentire proprio questa flessibilità al trasformatore, metten-dolo in grado di produrre il maggior numero di articoli diversi con un solo impian-to. La Kuhne di St. Augustin (Germania), ad esempio, of-fre una linea per la coestru-sione di film soffiati a 5 stra-ti con la quale si possono produrre sia film standard a 3 strati sia film barriera a 5 strati, senza bisogno di conversioni. Ciò è possibile grazie all’impiego di cinque estrusori, tutti attrezzati con una vite barriera idonea a qualsiasi tipo di materiale. (ovviamente anche alcuni importanti costruttori italia-ni di linee per film soffiato sono in grado di progettare e realizzare sistemi di pari qualità; ndr).A proposito di estrusori, vanno menzionati in que-sta sede due innovazioni di grande rilievo: sia negli im-pianti per film piani sia in quelli per film soffiato, qua-si tutti i costruttori optano oggi per motori AC a basso consumo energetico e senza esigenze di manutenzione, oppure, anche per motivi di spazio, utilizzano motori ad azionamento diretto al posto delle normali versioni con motoriduttore. Specialmen-te per le linee di produzione di film piani, alcune aziende hanno nel loro portafoglio i cosiddetti estrusori ad alta velocità, che garantiscono prestazioni elevate, non in virtù delle loro dimensioni ma dell’elevato regime di rotazione. L’azienda tedesca Batten-

feld Extrusionstechnik di Bad oeynhausen (Germa-nia) si distingue per il pro-prio estrusore con diametro di 75 mm che, con una po-tenza installata di 440 kW e una velocità massima di 1500 giri/min, fornisce una performance di 2 tonnellate all’ora nella lavorazione di polipropilene (PP) e addirit-tura di 2,4 tonnellate all’ora con il polistirene (PS).Un ruolo di primaria impor-tanza nella produzione di film soffiati è quello della testa d’estrusione che, as-sieme a un idoneo siste-ma di raffreddamento e di regolazione dello spessore del film, contribuisce a ga-rantire una performance di estrusione e una quali-tà della pellicola al miglior livello possibile. Negli ul-timi tempi, lo sviluppo dei sistemi di raffreddamento della pellicola ha fatto regi-strare numerose innovazio-

ni. Per esempio, l’azienda K-Design di Königswinter, Germania (rappresenta-ta in Italia da Eurochiller; vedi anche tecnoplast di novembre/dicembre 2009, pag. 32, ndr), ha presentato un anello di raffreddamento di nuova concezione. Una corrente d’aria opposta alla direzione di fuoriuscita del-la pellicola consente il pre-raffreddamento della me-desima e due flussi d’aria verticali provvedono al suc-cessivo raffreddamento, co-me in un tradizionale anello di raffreddamento a doppio labbro. Rispetto ai normali anelli di raffreddamento, questa novità consente di ottenere prestazioni di li-nea decisamente superiori e, grazie alla migliore geo-metria della bolla, anche un incremento delle proprietà meccaniche del film. Anche W&H ha introdotto recentemente il suo nuovo

È il momento degli imballaggi intelligenti

Grazie alla tecnologia a trasmissione diretta di REItorque, gli estrusori dell’impianto per film soffiati a 5 strati Filmtec con anello di raffredda-mento REI2cool necessitano di uno spazio esiguo (foto: Reifenhäuser)

Partendo da una struttura a 7 strati, il nuovo sistema EDI ottiene 82 microstrati: da sinistra fuoriesce da un normale feedblock (non presente nell’illustrazione) un sandwich a 5 strati principali, che viene quadruplica-to ottenendo così 20 strati, i quali, quadruplicati a loro volta, generano 80 strati su cui da ultimo, a destra dell’illustrazione, vengono applicati 2 strati superficiali, per un totale complessivo di 82 strati (foto: EDI)

I film di PET prodotti con scarti post consumo ottengono sempre più spesso la certificazione per l’uso alimentare (foto: Erema)

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TURIAN_giunti_mo_TPL01-06 26-01-2006 15:50 Pagina 1

sistema di raffreddamen-to ad anello opticool, a un piano, le cui capacità di raffreddamento dovrebbe-ro essere addirittura supe-riori a quelle dei sistemi a doppio anello. Un raffred-damento particolarmente rapido è però ottenibile an-che con l’Aquarex, prodotto firmato anch’esso da W&H.

In questa linea di estrusione upside-down-wet per film soffiati a 3 strati, la bolla viene raffreddata tramite un film d’acqua. In questo mo-do si ottengono film di gran-dissima trasparenza come quelli richiesti, ad esempio, dall’industria farmaceutica.Complessivamente si può riassumere che nel settore

degli imballaggi per i beni al consumo – e qui soprattut-to per il packaging alimen-tare – si sono imposti i film multistrato. I compound a 5 strati sono lo standard, ma anche quelli a 7 o 9 strati non sono ormai più una rarità. I due produttori statunitensi di macchine utensili Extrusion Dies In-

dustries (EDI) di Chippewa Falls, Wisconsin, e la socie-tà Cloeren di orange, te-xas, hanno messo a punto soluzioni per produrre film piani (cast) con un nume-ro di strati praticamente illimitato. Mentre Cloeren ha in offerta un cosiddet-to nanolayer-feedblock per compound fino a 27 strati,

EDI ha presentato all’ultima edizione della fiera NPE di Chicago un sistema a teste piane con moltiplicatore di strati. Quest’ultimo è in grado di trasformare la ti-pica struttura a sandwich, proveniente da un normale feedblock per coestrusione, in un sandwich nel quale uno o più strati sono a lo-ro volta formati da diversi microstrati. Ambedue i si-stemi aiutano a migliorare le proprietà del film, come la resistenza all’urto e l’ela-sticità, nonché l’effetto bar-riera rispetto all’ossigeno o all’umidità. Il campo d’im-piego per sistemi di questo tipo spazia dai film indu-striali fino agli imballaggi barriera. Al K 2010, la più grande fiera internazionale del settore materie plasti-che e gomma che si terrà a Düsseldorf dal 27 ottobre al 3 novembre, verranno presentate molte di queste nuove soluzioni.

Come l’azienda danese R. Faerch Plast A/S, Holstebro, sono sempre di più i produttori a preferire per i film in PET l’estrusione diretta, senza necessità di pre-essiccamento del materiale, con notevoli vantaggi economici (foto: Battenfeld Extrusionstechnik)

Il raffreddamento del film riveste un’importanza particolare nel processo di produzione e determi-na in modo decisivo sia le prestazioni di estrusio-ne sia la qualità del prodotto (foto: K-Design)

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R&DProgetto di ricerca

www.tecnoedizioni. i t20 • tecnoplast

L’ importanza del progetto Peptflow è facilmente com-

prensibile se si prendono in esame alcuni numeri chiave: l’industria euro-pea delle materie plastiche occupa oltre 1,5 milioni di addetti in più di 37000 im-prese, di cui il 98% rappre-sentato da PMI, generando un fatturato di 160 miliardi di euro. Gli estrusori bi-vite sono una tecnologia ampiamente utilizzata nel settore, per miscelazione e compounding (“lavora-zioni reattive”), grazie alla progettazione modulare delle viti, che permette una certa flessibilità nella mes-

sa a punto e nella gestione delle lavorazioni, al fine di adattarsi ai requisiti speci-fici dei materiali. A fronte di questi fatti, esiste anco-ra una scarsa conoscenza delle basi teoriche del pro-cesso.Al progetto Peptflow ha aderito un consorzio di imprese, università e asso-ciazioni tra cui vanno ricor-dati, almeno per quanto ri-guarda l’Italia: cesap, Rct, Assocomaplast e camera di commercio di Milano.Lo scorso 27 novembre, presso la sede del cesap a Zingonia (BG), si è svolto un incontro per presentare i risultati finali della ricer-

ca, con Gerolamo D’Agosti-no a fare gli onori di casa e a introdurre i lavori. nella sua prolusione ha ricorda-to come, ancora oggi, la prassi invalsa per studia-re il flusso in un estrusore consista nell’additivare un tracciante colorato al poli-mero da lavorare, per poi interrompere il funziona-mento dell’impianto dopo un periodo di tempo pre-stabilito. estraendo le viti, all’esame visivo la distribu-zione del colore nella mas-sa del polimero permette di ricostruire, con buona approssimazione, la traiet-toria del materiale. Appare evidente, anche a chi non

è specialista, che tale ap-proccio non rappresenta esattamente un esempio di metodologia scientifica richiedendo, oltremodo, un dispendio di tempo e ma-teriale. Il progetto Peptflow, come vedremo, ha posto le basi per una simulazione del flusso più precisa e af-fidabile.

TuTTi a scuolaLe relazioni hanno avuto inizio con una descrizio-ne teorica del processo di estrusione, compito affida-to a Giuseppe Ponzielli di Rct. Per effettuare l’analisi di flusso di un fluido parti-colare quale è un polimero

fuso, è necessaria la risolu-zione punto per punto del-le equazioni di moto e di energia, nonché dei profili di temperatura e di veloci-tà. esistono due approcci possibili: l’analisi fluidodi-namica computazionale, molto accurata ma altret-tanto complessa (e costo-sa) da svolgere, e i metodi analitici, semplificati ma piuttosto imprecisi, poiché tengono conto di una sola dimensione spaziale.elemento fondamentale per la buona riuscita del processo è l’efficienza di miscelazione. Per ottenere un’appropriata miscela-zione concorrono diversi

Finanziato dall’Unione europea nell’ambito del VI Programma Quadro, Peptflow è un progetto di ricerca che si prefigge di eseguire un’indagine quali-quantitativa del processo di estrusione, in particolar modo sugli estrusori bivite corotanti, con l’obiettivo di migliorare la progettazione delle linee e il processo stesso, nonché sviluppare e validare modelli informatici di simulazione di flusso

Un raggio di luce...dall’estrusione

N° 2 Aprile 2010

di Marco simonelli

Un momento della presentazione dei risultati di

Peptflow al Cesap di Zingonia

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www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 21N° 2 Aprile 2010

fattori: velocità relativa dei componenti di una formu-lazione; superficie di in-terfaccia solido/liquido (o liquido /liquido, nel caso di due liquidi incompatibili); tipo di flusso; resistenza opposta al flusso (shear stress); distribuzione della deformazione; tempo di re-sidenza.

VelociTà relaTiVa dei componenTi di una formulazioneSe il materiale si comporta come un corpo rigido, quin-di si muove come un bloc-co compatto, subirà solo un effetto di “rotolamento” senza rimescolarsi. Perché si verifichi quest’ultima condizione, la sua velocità deve essere tale da creare una turbolenza. Il numero di Reynolds (Re) descrive il tipo di moto di un fluido, in funzione di diverse va-riabili, come illustrato nella formula:

Re = ρ v d

ηdove:ρ è la densità del fluido, espressa in g/cm3 v è la sua velocità, in cm/sη è la sua viscosità, in g/cm ∙ s (Poise)d è il diametro del canale dove scorre il fluido, in cm

In virtù della loro elevata vi-scosità, i polimeri fusi han-no un numero di Reynolds nell’ordine di 10-3, per que-sto sono caratterizzati da un moto di tipo laminare, cioè si muovono per strati che scorrono l’uno sull’al-tro senza rimescolamento, con un profilo di velocità caratteristico (vedi figura 1), che è prossimo a zero per lo strato a contatto del-la parete del canale, fino a un massimo al centro della sezione di scorrimento.

Diventa importante, ai fini della miscelazione, consi-derare la variazione (gra-diente) di velocità (shear rate) lungo una direzione individuata in un sistema di assi cartesiani XY. Lo shear rate è definito dalla formula:

γ.yx

= dV

x dy

superficie di inTerfaccia solido/liquido La superficie di interfaccia solido/liquido (o liquido /li-quido, nel caso di due liqui-di incompatibili) rappresen-ta la superficie totale di con-tatto tra le due fasi. Quando si effettua la miscelazione di due liquidi, si ha anzitutto un aumento dell’area inter-facciale a seguito della de-formazione coerente delle fasi (deformazione affine – vedi figura 2), seguito dalla dispersione di una fa-se nell’altra, per frammen-tazione in forma di gocce, filamenti o simili (deforma-zione non affine), che av-viene nel momento in cui il numero capillare tende a raggiungere il valore critico, quando si realizza un’eleva-ta superficie di interfaccia. Il numero capillare rappre-senta il rapporto tra le forze che tendono a deformare un fluido e quelle che si oppon-gono al suo cambiamento. La dimensione minima raggiungibile della fase dispersa è all’incirca di 1 μm. Se consideriamo che il valore iniziale, riferito per esempio a un pellet, è approssimativamente di 1 mm, si ha un aumento del-la superficie di interfaccia nell’ordine di 1000 volte.concettualmente, la di-spersione di polvere in un liquido segue lo stesso procedimento benché in questo caso si tratti, ge-

neralmente, di rompere gli agglomerati fino alla dimensione delle particel-le costituenti, vincendone le forze coesive (forze di Van der Waals-Hamaker). È stato calcolato che tali interazioni possono rag-giungere il valore di 3 ∙108 Pa; è facile comprendere, quindi, quale possa essere la difficoltà di ottenere una dispersione omogenea. Per effettuare la disgrega-zione, si possono seguire essenzialmente due ap-procci:- fornire una quantità di

energia meccanica suffi-cientemente elevata

- infiltrare il liquido nelle porosità dell’agglomera-to, secondo un modello a strati (detto, non a caso, “a cipolla”) che contempla due fasi distinte:• penetrazione del liquido

negli strati superficiali• erosione di questi strati

in virtù delle forze idro-dinamiche (figura 3).

tale meccanismo, che si replica in successione ne-gli strati sottostanti del ma-teriale fino a completa di-sgregazione dell’agglome-rato, è regolato dall’equa-zione di Lucas-Washburn:

ti =

2 L2 η Γ R cosΦdove:t

i è il tempo necessario per

infiltrare uno strato, espres-so in secondiL è la lunghezza capillare, dell’infiltrazione, in metriR il raggio idraulico del passaggio tra particelle, in metriη la viscosità dinamica, in Pascal al secondo (Pa s)Γ la tensione superficiale all’interfaccia, in n/mΦ la porosità dell’agglome-rato, variabile tra 0 e 1Applicando questa equa-

zione si ricava, ad esempio, che per un PP caricato con caco

3 il tempo di infiltra-

zione dello strato superfi-ciale è di 0,79-1,27 secondi, aumentando esponenzial-mente col procedere negli strati sottostanti. I due ap-procci descritti sopra, cioè dispersione meccanica e infiltrazione, non si esclu-dono a vicenda; infatti, l’infiltrazione preliminare di un agglomerato ha un effetto positivo poiché evi-ta la sua compattazione in seguito alle sollecitazioni meccaniche successive.Questo approccio è appli-cabile anche all’impregna-zione dei roving in fibra di vetro. La velocità di impre-gnazione, cioè la velocità massima con cui un ro-ving può essere alimentato in un liquido polimerico, è calcolabile con la formula:

Vi = V

f n d π n

dove:V

f è la velocità delle fibre,

espressa in metri al secondon il numero di fibre nel fa-scioD il diametro della fibra, in

metrin il numero di bobine di roving

non poteva mancare, su questo argomento, un ac-cenno ai nanocompositi poiché presentano, una volta raggiunta la completa dispersione (esfoliazione), un’elevatissima area inter-facciale. Per dare un ordine di idee, una dispersione al 3% di nanotubi di carbonio presenta una superficie di interfaccia pari a 6 107 m2/m3.

Tipo di flussoQuando lo scorrimento avviene tra piani paralleli (shear flow), la deforma-zione ottenibile è piccola; considerando, invece, il ca-so di canali convergenti si ha un flusso elongazionale dove la deformazione è fino a 30 volte più grande che nel caso precedente, come è evidenziato dalla figura 4. In un estrusore si verifica una situazione mista.

resisTenza opposTa al flusso (shear sTress)come è noto, i liquidi poli-merici sono generalmente

figura 1 - Flusso laminare

figura 2 - Deformazione affine

figura 3 - Schema di erosione idrodinamica

figura 4 - Flusso elongazionale

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fluidi non newtoniani, poi-ché la loro viscosità varia non solo con la tempera-tura, come avviene invece per i fluidi newtoniani, ma anche con la velocità (she-ar thinning). Un altro effetto tipico di questi materiali è la dissipazione viscosa, cioè lo sviluppo di calore durante il flusso.

disTribuzione della deformazione Per una miscelazione ot-timale, la deformazione applicata deve essere di-stribuita uniformemente nella massa del materiale. In un estrusore, dove si ha la compresenza di zone dove lo shear è alto (che sono i punti di minore in-terspazio tra cilindro e vite - tIP) e altre dove questi è basso (figura 5), la combi-nazione di flusso assiale e circonferenziale, causata dalla vite, deve garantire che ogni particella passi al-meno una volta per il punto di massimo shear. Poiché le particelle che attraversano il tIP non hanno la stessa traiettoria e, quindi, non subiscono la stessa deformazione, si rendono necessari ripetuti passaggi; in altre parole è indispensabile che il moto circonferenziale sia mag-giore di quello assiale. Del resto, poiché la traietto-ria attorno alle viti è più lun-ga dello spostamento lungo l’estrusore, tale esigenza è soddisfatta: è stato calcola-to un rapporto velocità cir-conferenziale/assiale pari a circa 15 (vedi figura 6).

Tempo di residenza negli estrusori a trascina-mento questa variabile si può desumere dall’equa-zione di trasporto:

Q= U

b cos θ

b W H F

d _

2

_ W H3 ΔP sin θ

b f

l F

p 12 μ La

dove:Q è la portata dell’estru-sore, espressa in m3 al se-condoU

b è la velocità della vite, in

metri al secondoθb l’angolo della vite, in gradiW la distanza tra i filetti, in metriH il massimo valore di gap tra vite e cilindro, in metriΔP la perdita di carico in uscita dalla filiera, in Pascalf

l il fattore di riflusso tra i

filettiμ la viscosità in Pascal per secondoLa è la distanza di riempi-mento della vite, funzione della perdita di carico, in metriF

d-F

p dei fattori di forma

In un estrusore possono veri-ficarsi tre tipologie di flusso:1.di trascinamento (drag

flow)2.in pressione (pressure

flow)3.misto (drag + pressure

flow)Il primo caso si ha in zone di vite non completamente piena, a valle di una zona a riempimento completo (figura 7); in questa situa-

zione il tempo di residenza Rt è pari a:

Rt = H W Φ La

Qed è dipendente dalla velo-cità della vite; Φ è il fattore di riempimento della vite.

Il secondo caso (flusso in pressione) si verifica quan-do la vite non ha elementi di trasporto assiale (è il ca-so dei kneader), ma il flus-so avviene per gradienti di pressione; il tempo di resi-denza è:

Rt = H W La

Qe, se la portata resta co-stante, non è influenzato dalla velocità della vite. La situazione intermedia si ha quando la vite com-prende elementi di traspor-to, che trascinano il flusso per vincere una perdita di carico, che può essere quella dovuta alla filiera o a elementi di vite specifici (kneader, filetti negativi).

radiografia di un processoAndy Ingram, ricercatore presso l’università di Bir-mingham (GB), ha riper-corso le fasi salienti dello sviluppo del sistema di

rilevazione. Il principio di funzionamento è basato sull’emissione di positroni (elettroni con carica posi-tiva), similmente alla ben nota tecnica di diagnostica medica denominata Pet; non a caso, il primo approc-cio è stato proprio quello di adattare il macchinario della Pet al processo di estrusione, ma ben presto si è reso necessario svilup-pare un’apparecchiatura ad-hoc, consistente in cop-pie di rilevatori posti per-pendicolarmente al cilindro dell’estrusore in posizione diametralmente opposta tra loro (figura 8), per captare la maggiore quantità possi-bile di radiazione.come tracciante da incor-porare al polimero è stata utilizzata una sostanza con-tenente ossigeno che, in se-guito a bombardamento in ciclotrone con ioni di 3He, è trasmutata in 18F; suc-cessivamente il tracciante è immobilizzato su un sub-strato poroso, come silice o allumina. In alternativa, è stato impiegato un me-todo indiretto, consistente nell’attivare dell’acqua e farla, poi, percolare su un supporto poroso come l’al-lumina, o attraverso resine scambiatrici, con rese mi-

gliori in termini di attività positronica (cioè di emissio-ne di particelle). Gli atomi di fluoro così “attivati”, es-sendo instabili, subiscono il cosiddetto decadimento β, nel quale si ha la conversio-ne dei protoni del nucleo in neutroni, con emissione di positroni. Quando tali particelle in-contrano (o, meglio, si scontrano) con gli elettroni, annichiliscono con emis-sione di due fotoni γ in di-rezioni opposte di 180°; una coppia di rilevatori, monta-ti anch’essi in posizione diametralmente opposta, è in grado di identificare il punto di emissione della radiazione γ. considerando che il tracciante è in grado di emettere 1000 fotoni al secondo, i segnali prove-nienti dal sistema permet-tono di ricostruire il moto delle particelle all’interno dell’estrusore, determinan-done traiettoria e velocità, nonché la distribuzione spaziale. Un algoritmo è in grado di eliminare i segnali spuri, derivati dallo scatte-ring (deviazione) delle par-ticelle dalla loro direzione originaria o da particelle singole (vedi figura 9). È stato necessario ottimiz-zare il tempo di scansio-ne, poiché un intervallo di lettura molto lungo porta a risultati più accurati, ma caratterizzati dalla presen-za di “rumore di fondo” nel segnale; mentre, con tempi eccessivamente brevi, solo poche particelle vengono rilevate, penalizzando il det-taglio dell’analisi.Un secondo problema da risolvere riguardava il ci-lindro dell’estrusore. Quello normalmente in uso, in ac-

Un raggio di luce...dall’estrusione

www.tecnoedizioni. i t22 • tecnoplast

R&D

N° 2 Aprile 2010

figura 5 - Shear nelle viti di un estrusore

figura 7 - Flusso “di trascinamento” (drag flow)

figura 6 - Rappresentazione del moto del fluido in un estrusorefigura 8 - Disposizione dei rilevatori

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ciaio, risulta essere troppo schermante nei confronti dei raggi γ, per cui è stato necessario creare una “fine-stra ottica” in corrisponden-za del detector, in grado di lasciar passare una quanti-tà sufficiente di radiazione. L’alluminio si è dimostrato il materiale più idoneo (cf. figura 10).Diverse soluzioni sono state testate:a) blocchi di acciaio a

spessore ridottob) inserti di alluminio nel

blocco d’acciaioc) inserti di acciaio in un

blocco di alluminiod) blocco massiccio di allu-

minio (figura 11).La soluzione che ha dato i migliori risultati in termini di potere trasmissivo consi-ste in un inserto di allumi-nio, lungo 100 mm e con 25 mm di spessore, inserito nel blocco di acciaio.Il tracciante ha un’emivita (periodo entro il quale dimez-za la propria attività emis-siva) di 2 ore, quindi la sua vita utile ammonta a 4 ore. Risulta, pertanto, opportuno riciclare il polimero attivato, per un suo utilizzo in prove successive: per realizzare ciò, è stato installato un di-vertore all’ingresso della ta-

glierina di granulazione che, con l’ausilio di un contatore Geiger, permette di separa-re il materiale contenente il tracciante. completa il siste-ma di misura un tachimetro laser, che rileva con estrema precisione la velocità di rota-zione delle viti.

in praTicaSuccessivamente, Ponzielli ha illustrato i risultati della ricerca. L’apparecchiatu-ra utilizzata nel corso delle prove è un estrusore Lei-stritz con diametro vite di 26 mm; la frequenza di ri-levazione del rilevatore è stata impostata a 200 scan-sioni/secondo e la massima velocità della vite a 200 giri/min (rpm), che corrispondo-no all’incirca a 0,28 m/s. Il moto di un rotore eccen-trico, quale è la vite di un estrusore, è caratterizzato da gradienti di pressione, velocità e shear rate, provo-cati dal profilo della vite. Le misurazioni effettuate nel corso della ricerca han-no permesso di determina-re il moto di una particella all’interno del’estrusore; tuttavia, importanza parti-colare riveste la definizione del moto riferito alla vite, per stabilire quante volte

la particella passa in corri-spondenza del tIP. È possi-bile calcolare questa proba-bilità dalla formula:

n = (V

p – V

v) Rt

δ tIP-tIP

dove:V

p è la velocità delle parti-

celle di materialeV

v la velocità della vite

Rt il tempo di residenzaδ

tIP-tIP l’interasse tra due

tIP

Bisogna tener presente che nell’attraversamento delle zone di kneading, stante la particolare conformazione di quei particolari settori di vite, il materiale potrebbe proseguire il suo moto sen-za mai passare per un tIP.Dai dati sperimentali si possono trarre alcune con-clusioni:- esiste una correlazione di-

retta tra velocità della vite e numero di passaggi per il tIP

- l’inserimento di elementi sinistrorsi nella configura-zione della vite crea una contropressione, che sem-bra in grado di provocare la flessione della vite stes-sa; questo fenomeno crea una strozzatura del flusso con aumento del tempo di residenza del materiale nell’estrusore.

L’esperienza dei trasforma-tori afferma che viti usura-te sembrano dare risultati

migliori come dispersione. Per confermare questa tesi, sono state effettuate prove di estrusione di blend im-miscibili PP/PS 80:20, cer-cando di riprodurre le con-dizioni operative delle prove di cui sopra; anche in quelle situazioni in cui non si do-vrebbero verificare passaggi di materiale per il tIP, si so-no registrati buoni risultati in termini di dispersione, segno che un flusso minimo comunque persiste. In effet-ti, il diametro medio della fa-se dispersa è di 150 μm, cioè dello stesso ordine di gran-dezza dello spazio minimo tra vite e cilindro (300 μm); da ciò si può concludere che un’eventuale flessione delle viti sarebbe di impedimen-to al passaggio della fase immiscibile. Quindi, i filetti sinistri, utili per garantire un adeguato grado di riem-pimento della vite, devono essere dimensionati sulla base delle perdite di carico che si vengono a instaura-re sull’impianto, per evitare che si formino contropres-sioni eccessive, inutili ai fini del riempimento della vite e, come visto, dannose per le viti stesse. Fattori importan-ti per assicurare una buona dispersione del materiale risultano essere:- tempo di residenza- numero di passaggi per il

tIP- portata.

Dai dati della ricerca è pos-sibile formulare un’equa-zione che ottimizzi questi parametri e, conseguente-mente, l’intero processo.

Tiriamo le sommeLa sessione pomeridiana è stata aperta da John colbert di Rapra, centro di ricerca inglese per le materie pla-stiche specializzato sugli estrusori bivite. I dati ricava-ti dalla sperimentazione so-no stati elaborati per ottene-re i valori di velocità, tempo di residenza e spostamento lungo i tre assi dell’estrusore, calcolando anche le variazio-ni che si verificano quando si modifica la configura-zione delle viti; tali risultati sono stati poi rappresentati graficamente per illustrare il movimento del materia-le all’interno dell’estrusore. Un’attenzione particolare è stata riservata al potere dispersivo di ogni specifico elemento di vite. Si è visto, ad esempio, che il tempo di residenza è inversamente proporzionale alla velocità dell’estrusore, ma in misura diversa secondo l’elemento considerato. Il flusso attra-verso un kneader a 30°, in-vece, è simile a quello di un elemento convogliatore. Una particolarità che si ricava dai risultati riguarda proprio il flusso del materiale, che risulta trovarsi, per buona parte del proprio tempo, a ruotare attorno a una delle viti (figura 12).

il simulaToreIl progetto PeptFlow ha per-messo di validare le teorie di simulazione attualmente in uso, ma anche di realizzare programmi di calcolo sem-pre più aderenti alla realtà: su quest’ultimo aspetto si è incentrata la relazione di Philippe David, della socie-tà francese Scc, specia-lizzata in questo genere di

www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 23N° 2 Aprile 2010

figura 9 - Emissione γ e scattering

figura 10 - Potere schermante dei diversi materiali

figura 11 - Soluzioni proposte per la finestra ottica

figura 12 - Rappresentazione del moto del fluido in estrusore

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prodotti, che ha illustrato il funzionamento del software Ludovic™. La simulazione dell’estrusione ha avuto ini-zio da un’analisi a elementi finiti del processo, che ha permesso la modellazione tridimensionale del flusso nell’estrusore; in questo modo è stato possibile ri-costruire l’influenza dei di-versi parametri operativi. Le equazioni sviluppate, che si basano su temperatura e viscosità da punto a punto, sono state, poi, incorporate nel programma di calcolo. Si è assunta una tempe-ratura del fuso in uscita dalla filiera pari a 20°c. Retrocedendo lungo la vite fino a giungere alla zona di

alimentazione, è stata svi-luppata per via iterativa la simulazione del processo, calcolando l’evoluzione delle variabili operative (tempera-tura, pressione, tempo di re-sidenza ecc.). Ludovic è un prodotto concepito per de-scrivere in maniera accura-ta e, allo stesso tempo, sem-plice il comportamento dei materiali più diversi dentro un estrusore. È sufficiente impostare la geometria del-la vite, i parametri relativi a materiale e processo (figu-ra 13), quindi il software esegue i calcoli necessari, fornendo i risultati in forma grafica ed esportabili in un foglio di calcolo.

tra le funzionalità del pro-gramma si ricordano:- ottimizzazione automati-ca di processi già esistenti, senza più interventi del ti-po: “prova e correggi”- valutazione automatica tra

3000 differenti simulazioni- possibilità di costruire”

una vite personalizzata (figura 14)

- possibilità di verificare di-verse tipologie di filiera

- definizione dei parametri relativi al materiale

- definizione dei parametri relativi al processo

- definizione del tipo di lavo-razione (estrusione stan-dard, con fibre, reattiva, espansione ecc.)

- definizione limiti operativi (max temperatura raggiun-gibile, sforzo max sulla vi-te) e relativi intervalli min-max di funzionamento

- calcolo del bilancio ener-getico

- calcolo dell’efficienza di miscelazione.

Un raggio di luce...dall’estrusione

R&D

figura 13 - Software Ludovic™: schermata di selezione parametri

figura 14 - Esempio di progettazione modulare di una vite

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Sì, vale sempre la pena di fare un viaggio a Lossburg. e non stia-

mo ovviamente parlando di una romantica gita nella regione germanica della Fo-resta nera, anche se pure questa varrebbe la pena di essere visitata, almeno una volta nella vita. ci si riferisce qui precisamente al paesino di Lossburg, dove ha sede una delle più importanti so-cietà costruttrici di sistemi per lo stampaggio a iniezio-ne. naturalmente, ci sono altri costruttori altrettanto validi che si stanno prepa-rando a mostrare le proprie novità tecnologiche in occa-sione della grande fiera K di Düsseldorf, ma quest’anno i techology Days di Arburg si sono davvero superati a livel-lo sia organizzativo sia per la quantità di soluzioni tecnolo-giche in mostra.Il tradizionale evento ha offer-to e illustrato non solo l’intera gamma dei prodotti Arburg, ma anche conferenze tenute

da specialisti e la possibilità di intraprendere e approfon-dire argomenti tecnici con vari esperti dello stampaggio a iniezione. Il tema principale dell’evento era la “Produzio-ne efficiente” e per la prima volta è stato anche presenta-to un “Forum tecnico sull’im-ballaggio”, che ha suscitato particolare interesse per i cir-ca 4000 visitatori provenienti da ben 46 nazioni.circa il 45 % proveniva da paesi al di fuori della Germa-nia. Il più grande gruppo era composto da italiani, con ben 160 partecipanti, seguiti da due delegazioni d’oltreocea-no: 120 visitatori dagli Stati Uniti e più di 100 dal Brasile, i quali hanno intrapreso un lungo viaggio pur di non per-dere l’opportunità di vedere le presse Arburg in azione e di apprendere le ultime ten-denze del settore.

“Produzione efficiente” in Primo PianoLa trasformazione delle

materie plastiche si trova al momento in una fase di ripresa, nonostante il perdu-rare della crisi economica in alcuni paesi. Il concetto di “produzione efficiente” è quindi particolarmente im-portante per le imprese che operano nel settore dello stampaggio a iniezione, per sfruttare appieno il poten-ziale di ottimizzazione della produzione, compreso l’uti-lizzo dei più recenti sviluppi tecnologici. Il direttore tec-nico Herbert Kraibühler ha spiegato questo approccio dal punto di vista Arburg: “negli ultimi anni la nostra società ha avuto un ruolo da pioniere in relazione all’ef-ficienza energetica. Questo tema è stato presentato con particolare attenzione du-rante le ultime due edizioni dei technology Days, nel 2008 e nel 2009. Quest’an-no abbiamo fatto un passo in più concentrandoci sul-la “Produzione efficiente”. Per noi, “Produzione effi-

ciente” significa realizzare una maggiore qualità di prodotto al costo unitario minore possibile. Per il rag-giungimento di tale obietti-vo è necessario ottenere il massimo della produttività con tempi di ciclo ridotti e utilizzando impianti ad alta efficienza energetica, i qua-li offrono anche un’elevata operatività”. L’argomento “Produzione efficiente” è stato anche

Più di 4100 visitatori confermano la grande risonanza a livello mondiale dei technology Days 2010 di Arburg, tenutisi a Lossburg, Germania, dal 18 al 20 marzo. La manifestazione si è focalizzata principalmente sul concetto di “produzione efficiente”

StAMPAGGIo A InIeZIoneopen house dedicata alle tecnologie

a cura di Riccardo ampollini

ripreso e ulteriormente ap-profondito nell’ambito delle conferenze degli esperti: oltre alle soluzioni tecnolo-giche innovative, sono sta-ti affrontati in questo caso soprattutto gli aspetti eco-nomici/aziendali per quan-to riguarda la riduzione dei prezzi unitari. La presen-tazione di Bihler ha offer-to uno sguardo dietro alle quinte di una società con una grande esperienza in

Un viaggio a Lossburg vale sempre la pena

Con oltre 30 impianti esposti, il Customer Center ha offerto una panoramica completa delle macchine a iniezione di Arburg e delle loro performance

Prima assoluta all’evento di Lossburg: il nuovo modulo per microstampaggio combina due viti, consentendo così il più piccolo peso stampata mai ottenuto senza l’utilizzo di microgranulo

Un viaggio

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www.tecnoedizioni. i t26 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

StAMPAGGIo A InIeZIone

imPegno totale Per l’ambienteLo slogan “High-tech proveniente da una zona turistica” si riflette chiaramente sia nei prodotti sia nella consape-volezza ambientale di Wild & Küpfer. La società sviluppa, produce e assembla particolari di alta precisione per clienti esigenti di diversi settori e in un luogo particolare: a Schmerikon, sul lago di Zurigo

Grazie alla loro politica energetica e aziendale costante nel tempo gli svizzeri possono permettersi anche una zona naturalistica protetta nelle loro dirette vicinanze. Al fine di riconoscere alla società l’impegno costante in tale sistema di gestione, Arburg ha conferito a Wild & Küpfer il premio per l’efficienza energetica.Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore succes-so della collaborazione tra le due società, che dura dal 1979, anno di fondazione dell’azienda svizzera che conta oggi circa 100 dipendenti. Tale collaborazione si fonda su valori comuni a entrambe le società e sulla tecnologia Arburg ad alta efficienza energetica e ad elevata qualità, che soddisfa completamente gli alti livelli di standard qualitativo richiesti da Wild & Küpfer.

Entrambe le società si pongono obiettivi di qualità massi-ma per sé stesse e per i loro prodotti; sono a conduzione familiare e si contraddistinguono per una consapevolezza ambientale superiore alla media, che da decenni è un elemento importante della loro filosofia aziendale.“Siamo tutti impegnati a tenere in massima considera-zione il principio ecologico. Ciò significa che possiamo avere successo a lungo termine solo se evitiamo consu-mi inutili. Il presupposto per tale obiettivo è ancora una volta l’alto valore dell’efficienza energetica”, dichiara il direttore generale Tobias Wild. Come questo venga ap-plicato nella pratica, lo spiega il direttore generale Peter Küpfer: “Alla nostra politica aziendale appartiene una visione totale che si basa sulla conoscenza dei nostri cicli di produzione fino allo smaltimento dei rifiuti, oppure fino alla relativa raccolta differenziata nel processo di riciclag-gio. Scegliamo sempre soluzioni che riducano gli effetti negativi sull’ambiente, nonché il consumo di materie prime e di energia”.Di conseguenza Wild & Küpfer investe da oltre 30 anni in tecnologie orientate al futuro, in presse ad alta efficienza

EnERgy EfficiEncy awaRd 2010➼

fatto di produzione efficien-te. A tale proposito l’Istitu-to per i materiali plastici di Lüdenschein ha tenuto anch’esso una conferenza sull’aumento della qualità e del valore aggiunto degli ar-ticoli in plastica grazie alla conformazione della super-ficie dei pezzi e a partire dal design del pezzo stesso. Per dimostrare chiaramen-te come poter ottenere una “produttività completa” con tempi di ciclo ridotti Arburg utilizza numerosi impianti e macchine a iniezione Al-lrounder ad alta efficienza energetica.

ottenere una “Produttività comPleta”Un’ulteriore importante caratteristica che Arburg considera in cima alle prio-rità degli stampatori è la possibilità di poter contare su un’ampia consulenza, fatta su misura delle pro-prie esigenze produttive. tale consulenza non de-ve considerare solamente la parte tecnologica della pressa, ma anche tutto ciò che ruota intorno a una pro-duzione completa. Per que-sto, l’attuale panoramica dei prodotti Arburg include isole di produzione com-plesse ed equipaggiate con sistemi robotizzati Multilift e robot a sei assi, interfac-ciati con il sistema di con-trollo Selogica. La gamma estremamente ampia del-le applicazioni esposte ai technology Days, basate su macchine esposte sia idrau-liche che ibride ed elettri-che, mostrano che i prodotti modulari Allrounder offrono sempre soluzioni ottimali che rispondono alle esi-genze dello stampatore. Le applicazioni comprendeva-no la produzione di articoli per il settore imballaggio e medicali, inclusa anche la

produzione in camera bian-ca, oltre a: stampaggio a iniezione multicomponen-te, microstampaggio, stam-paggio di particolari tecnici e lavorazione di differenti materiali come il silicone liquido (LSR), i termoindu-renti e le polveri di metallo e ceramica. Una dimostra-zione di gestione della pro-duzione veniva effettuata dal sistema computerizzato centrale Arburg (ALS) e al-lo stesso tempo sono stati illustrati ai visitatori i corsi di formazione sul prodot-to e sulla manutenzione, anch’essi molto importanti in fatto di “Produzione effi-ciente”.

due Prime mondialiUna delle caratteristiche tipiche di questo evento è la presenza di novità as-solute sia nel campo delle applicazioni sia nei modelli di presse che vengono pre-sentati per la prima volta al pubblico internazionale. Le innovazioni che hanno festeggiato quest’anno il proprio debutto sono state il nuovo modulo per micro-stampaggio e la più grande pressa della serie ibrida Hi-drive, la Allrounder 720 H.

Dallo stampaggio in minia-tura…Il nuovo modulo per micro-stampaggio abbina una vite con diametro di 8 mm per l’iniezione con una secon-da vite per la fusione del

materiale. In questo modo è possibile realizzare pesi iniettati minimi anche sen-za caricare il tradizionale microgranulo e soprattutto i vantaggi qualitativi del prin-cipio “first-in-first-out” (ciò che entra per primo in mac-china esce anche per primo) rimangono integri grazie alla vite d’iniezione. Questo modulo per micro-stampaggio è stato mostrato nel customer center su una pressa elettrica Allrounder 270 A, con forza di chiusu-ra pari a 350 kn e un’unità d’iniezione da 70 euromap. e’ stata utilizzata per pro-durre un microingranaggio, rimosso poi grazie a un robot Multilift H con movimento orizzontale. Quest’ultimo era dotato di uno specia-le sistema di presa basato sull’applicazione di forza pneumatica e azionamenti pneumatici. Il peso finale del microingranaggio era di soli 0,001 grammi e il suo diame-tro esterno era di 1,58 mm.

…alla ibrida più grande (Packaging Technology Fo-rum)Il fatto che non ci si adagi sul successo delle passate edi-zioni dei technology Days, ma si lavori continuamente allo sviluppo di questa ma-nifestazione, lo dimostra il nuovo forum dedicato alla tecnologia dell’imballaggio. nell’ambito del Packaging technology Forum e come modello rappresentante

Il management team di Arburg (Michael ed Eugen Hehl, Herbert Kraibühler) conferisce alla società svizzera Wild & Küpfer il premio per l’efficienza energetica. Nella foto, da sinistra: Michael Hehl, Tobias Wild, Tobias Wild junior, Daniel Wild, Mario Mäder e Peter Küpfer, Herbert Kraibühler ed Eugen Hehl

Un viaggio a Lossburg vale sempre la pena

“Con il Packaging Technology Forum abbiamo dimostrato ai visitatori, in modo chiaro, come è possibile produrre articoli per l’imballaggio di alta qualità e al contempo in modo efficiente, grazie all’abbinamento perfetto di tutti i singoli componenti”, spiega Helmut Heinson, direttore vendite di Arburg. Il forum ha consentito ai partner di Arburg di poter presentare i propri prodotti e servizi

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della serie ibrida Hidrive di presse ad alte prestazioni è stata esposta la nuova All-rounder 720 H. con questo forum Arburg ha offerto per la prima volta un pal-coscenico appropriato per consentire ai propri partner per il settore packaging, accuratamente seleziona-ti, di esporre le proprie at-trezzature e di presentare relazioni specialistiche in un’apposita area interna allo stabilimento. A tale proposi-to e come dimostrazione di come sia possibile produrre articoli per l’imballaggio di alta qualità e al contempo in modo efficiente con tempi ciclo brevi e con un ridotto consumo energetico, erano esposte le presse Allrounder H (Hidrive). Le potenzialità di tale serie ibrida è stata ampiamente dimostrata dai tre modelli Hidrive esposti con applicazioni di stam-paggio veloce e un tempo di ciclo di circa 3,2 secondi. La Allrounder 720 H, la più grande della serie con forza di chiusura pari a 3200 kn, produceva coperchi filettati in uno stampo a 72 impronte e con un tempo di ciclo di 2,9 secondi. La seconda pressa esposta stampava un con-tenitore da 1,2 litri a parete sottile (tempo di ciclo: 3,2 s). Il terzo impianto, infine, era costituito da un innovativo impianto per IML (In Mould Labelling: etichettatura in stampo) che faceva da cor-nice a una Allrounder 570 H con un tempo di ciclo pari a 3,5 secondi. L’argomento di tali applicazioni è stato poi integrato e completato dalla relazione dell’esperto della società Stackteck, che

ha illustrato le innovative concezioni di progettazio-ne stampo per la tecnologia d’imballaggio. I visitatori sono rimasti positivamen-te impressionati dall’ampia panoramica di applicazioni riguardanti il packaging e anche i partner di Arburg per questo settore hanno espresso la loro soddisfa-zione per il numero e l’alto livello qualitativo degli inter-venti e dei colloqui tecnici che hanno caratterizzato i technology Days.

il tour aziendale continua ad attrarre il Pubblico come per gli anni prece-denti, il tour negli ambienti produttivi dell’azienda con-tinua a riscuotere un enor-me consenso. I gruppi di visitatori stranieri accom-pagnati dallo staff delle filia-

li e degli uffici di rappresen-tanza Arburg hanno avuto modo si seguire il tour nella loro lingua d’origine. Il tutto spiegato con l’ausilio di ta-vole informative dettaglia-te, che vengono lasciate sul posto anche dopo l’evento, in modo che i visitatori pos-sano informarsi autonoma-mente sull’efficienza della produzione Arburg anche prenotando il tour in altri giorni dell’anno. oltre a 1300 visitatori, hanno preso parte al tour circa 150 ospiti di lingua tedesca e inglese. È anche la prima volta che il tour tocca un’area dedicata appositamente alle macchi-ne a iniezione Arburg usate e sottoposte a revamping, il cui prezzo può essere di ben il 30% inferiore rispetto al nuovo. In questo periodo di crisi questo tipo di mac-

Quattro applicazioni in un’unica dimostrazione: tecnologia medicale, produzione in camera bianca (clean room), lavorazione di LSR e controllo di sistemi robotizzati a 6 assi (tra cui un robot antropomorfo di Kuka) grazie all’interfaccia Selogica

I grandi gruppi di visitatori, come quello dagli Stati Uniti mostrato in foto, sono la prova dell’importanza internazionale dei Technology Days

energetica e in processi ecologici, nonché in una cultura aziendale sana. L’impiego oculato di

risorse e la riduzione delle emissioni sono per la società sempre criteri importanti. Buoni esempi sono il recupero di calore, l’impiego di free cooling oppure la rinuncia a utilizzare oli combustibili. Anche la fase di progettazione degli edifici a Schmerikon e la relativa riconversione sono state importanti per Wild & Küpfer, al fine di applicare misure concrete di efficienza energetica. Pertanto si è investito nel recupero termico e tutti i sistemi di raffred-damento vengono alimentati tramite acqua sotterranea.Nell’area produttiva si va dai comandi luce automatici fino all’impiego esclusivo di macchine ad alta efficienza

energetica, quali le 21 presse a iniezione elettriche Ar-burg. Wild & Küpfer ha installato la prima Allrounder 420 A nel 2002 ed è stato il cliente che ha acquistato la prima Alldrive. Gli argomenti decisivi per l’investimento sono stati sin dall’inizio: la maggiore qualità di produzione e la sicurezza del processo, la rumorosità ridotta e l’elevata efficienza energetica. Che le aspettative siano state com-pletamente soddisfatte lo dimostra la riduzione del con-sumo energetico di circa il 50% grazie all’impiego delle presse elettriche. Gli svizzeri sono stati anche pionieri per lo stampaggio bicomponente sulle presse elettriche Allrounder A.

Sono 21 le presse Alldrive ad alta efficienza energetica presenti nello stabilimento di Wild & Küpfer sul lago di Zurigo

chine pare rappresentare una buona soluzione per i trasformatori, ma anche un mercato interessante per i costruttori.

cresce il successo dei technology daystutti e tre i giorni della ma-nifestazione sono stati ca-ratterizzati dall’entusiasmo dei visitatori, che hanno esaminato i 40 modelli esposti nel dettaglio. Hanno completato il programma: le conferenze specialisti-che con oltre 1600 parte-cipanti, gli intensi colloqui tecnici relativi alle presse che si sono tenuti nell’aera meeting e lo spazio dedi-cato alla presentazione del servizio assistenza. tutto

ciò ha contribuito anche quest’anno al grande suc-cesso dell’evento. In molti paesi e settori i trasforma-tori di materie plastiche considerano la loro attuale situazione economica nuo-vamente positiva. Il diretto-re vendite di Arburg, Hel-mut Heinson, ha riscontra-to questo andamento nella registrazione degli ordini in azienda. “Al momento la nostra situazione riguardo agli ordini è notevolmente migliorata. Dal nostro pun-to di vista sembrerebbe che quest’anno stia prendendo la giusta direzione. Il suc-cesso dei technology Days ci lascia sperare in buoni presupposti anche per la fiera K 2010”.

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Soffiaggio di contenitori collaborazione tra Sipa ed eBc

www.tecnoedizioni. i t28 • tecnoplast

Sud america: una fornitura di tutto ri-spetto per la società

Sipa-Zoppas industries di Vittorio Veneto (treviso), rafforzatasi di recente co-me fornitore di linee com-plete con l’acquisizione al 100% della Berchi group di Parma. ed è proprio in virtù della sua naturale vo-cazione a competere sul mercato in qualità di part-ner organizzato e capace di offrire innovazione a 360° (dal granulo di Pet fino alla bottiglia pallettizzata), che l’azienda presieduta da gianfranco Zoppas è sta-ta scelta da eBc (ecuador Bottling company), unico imbottigliatore nel Paese

latino americano, nonché depositario dell’esclusiva per la distribuzione dei pro-dotti targati coca cola in quello Stato. naturale l’incontro con Sipa, che di recente ha ulteriormente ampliato la sua presenza nell’america meridionale, aprendo una nuova filiale in colombia. il primo tassello della col-laborazione con eBc, visto che la filiale è stata avvia-ta proprio per supportare i grandi progetti in cantiere con l’azienda ecuadoregna. Per lo stabilimento eBc di guayaquil, Sipa ha fornito una linea completa dal sof-fiaggio dei contenitori in poi, composta da: una sof-

fiatrice rotativa Sfr 16 ca-vità, collegamento tramite nastri ad aria per lo stoccag-gio delle bottiglie prodotte, etichettatrice, riempitrice completa di mixer per la pre-parazione degli sciroppi e la gassificazione del prodotto, nastri, fardellatrice, nastri per alimentazione al pallet-tizzatore. tramite cambi di formato bottiglia, la linea produce tre formati: 3 litri coca cola, con una produt-tività di 17500 bottiglie/ora; 1,350 litri coca cola con una produttività di 28000 botti-

glie/ora; 0,45 litri dasani Water con una produttività di 28800 bottiglie/ora. Per lo stabilimento di Quito, invece, Sipa ha fornito due soffiatrici rotative Sfr 12 e Sfr 8, trasporti ad aria

ed etichettatrici. L’insieme alimenta due linee esistenti e la fornitura è in grado di produrre e alimentare la li-nea con 14 formati diversi che vanno da 0,45 a 3 litri. forniti da Sipa anche tutti gli stampi per i 14 formati, mentre è stato siglato nel 2009 il contratto d’acquisto per altre due soffiatrici rota-tive Sfr 12 e di altri stampi per cambio di formato. tutti i dettagli e lo spirito di questa nuova partner-ship sono stati raccontati nell’intervista che segue dal direttore generale di eBc, erich rey, che ha visitato di recente gli stabilimenti del suo blasonato fornitore italiano, nonché numerosi impianti per riempimento a caldo forniti da Sipa in cina, paese al vertice nell’impie-go di questa tecnologia.

tpl - Oggi EBC è una real-tà importante, il risultato di un’evoluzione significativa. Potrebbe descriverci in sin-tesi i momenti salienti della vostra storia aziendale?erich rey (er), direttore generale di eBc: “attual-mente eBc è l’unico im-bottigliatore in ecuador e ha l’esclusiva coca cola nel Paese. La nostra storia par-te dall’unione di 5-6 piccoli imbottigliatori, avvenuta nel 1999. dopo la fusione, siamo cresciuti diventando un’azienda dove lavorano oggi circa 3800 persone e che conta tre stabilimenti: uno a Quito, la capitale, uno a guayaquil e uno a Santo domingo. non abbiamo marchi nostri, ma distri-buiamo come esclusivisti i prodotti coca cola”.

L’intervista realizzata con erich rey, direttore generale di eBc, imbottigliatore coca cola in ecuador, descrive l’importante partnership tra l’azienda ecuadoregna e l’italiana Sipa

Un fornitore unico per l’America Latina

N° 2 Aprile 2010

Federico Zannier, responsabile Sipa per la Regione America Latina

(a sinistra) e il direttore generale di EBC, Erich Rey

Stampo per soffiaggio di bottiglie

EBC-Coca Cola

Page 29: TecnoPlast N. 2

tpl - Nel mercato ecuado-regno del CSD, EBC occu-pa un’indiscussa posizione di leadership. Quali sono gli altri prodotti di punta e verso quali novità vi state orientando?ER: “La nostra è effetti-vamente una posizione di leadership. Siamo presenti in diversi mercati: in quello del cSd, dove deteniamo il 75%. Per quanto riguar-da l’acqua, abbiamo il 14 %, ma siamo i secondi per importanza nel Paese. nel mercato degli isotonici, con il Powerade, abbiamo circa il 7%. attualmente stiamo iniziando a entrare anche nel mercato dei succhi di frutta”.

tpl - Tra i vostri passi più recenti vi è la decisione di passare dall’acquisto dei contenitori alla produzione interna. Un investimento motivato dalla crescita del vostro mercato o da una precisa esigenza di diffe-renziazione? ER: “inizialmente ci appog-giavamo a un fornitore che ci forniva la resina plastica, le preforme e le bottiglie. in seguito, abbiamo comincia-to ad acquistare la resina di-rettamente da un fornitore di coca cola (cross enter-prises Processing group) con il quale abbiamo man-tenuto un contratto per la durata di qualche anno. contratto che è stato poi rinegoziato, per l’acquisto delle sole preforme. Per sof-fiare le bottiglie ci siamo re-si autonomi, perché questo

fornitore non riusciva più a soddisfare la nostra richie-sta vista la crescita del mer-cato. Sulla scelta ha inciso anche la questione costi: i prezzi erano piuttosto alti e dunque abbiamo deciso di rinegoziare con loro il con-tratto e di investire in mac-chine nostre”.

tpl - Quali criteri segue EBC per la scelta dei propri fornitori?ER: “i criteri sono basati sulle certificazioni dei for-nitori che vengono fornite da coca cola. Pertanto non possiamo avvalerci autono-mamente di un fornitore, a meno che non sia compre-so nella lista di quelli sele-zionati dalla compagnia. È questo il primo criterio, la prima condizione per la scelta. in seconda battuta, si attua un processo inter-no di selezione tra i fornito-ri certificati, attraverso una matrice di valutazione che prende in considerazione le competenze tecniche, di servizio e ovviamente anche la parte economi-ca. nel caso di Sipa, che è naturalmente un fornitore certificato, una valutazione molto positiva è stata attri-buita alla sua appartenenza al gruppo Zoppas e dunque alla sua solidità dal punto di vista economico. impor-tanti, inoltre, le referenze di Sipa raccolte attraverso l’esperienza di alti imbotti-gliatori che si erano avvalsi della sua tecnologia. tutta-via, l’elemento più impor-tante nella selezione è stato,

in questo caso, la capacità del fornitore di offrirci la linea completa. Un fattore fondamentale, specie per il nostro progetto di guaya-quil, dove tutti gli elementi della linea dovevano essere attribuiti alla responsabilità di un unico fornitore. Per questo insieme di plus, dal-la matrice dei criteri di va-lutazione, Sipa è uscita con tutte le carte in regola”.

tpl - Essere innanzitutto partner: questo l’obiettivo di molti fornitori. Con Sipa avete creato un rapporto di questo genere?ER: “come in tutte le rela-zioni, vi è stato un processo di reciproca conoscenza e che ora si è evoluto in un solido rapporto di partner-ship. abbiamo iniziato a conoscerci e a trovare insie-me le soluzioni ai problemi che ovviamente si possono incontrare quando si svi-luppano progetti di grande portata. abbiamo agito in sintonia, con l’obiettivo comune di risolverli nel miglior modo possibile. È vero, dunque, che una partnership si co-struisce nel tempo, attra-verso un rapporto di mutuo apprendimento e di cresci-ta condivisa. Le premesse iniziali, però, c’erano tutte, perché da un lato Sipa stava entrando nel mercato suda-mericano come fornitore di linee e per noi si trattava del primo progetto di questa portata”.

tpl - In questo rapporto di

collaborazione, qual è stata per voi la principale innova-zione? ER: “L’incontro con l’azien-da italiana è stato fonda-mentale soprattutto perché ora disponiamo di una linea di produzione in cui i costi sono drasticamente inferio-ri rispetto al passato. La più significativa innovazione per noi è stata la possibili-tà, finalmente realizzata, di essere padroni del proces-so, cioè indipendenti da ciò che ci poteva offrire un tem-po il fornitore di preforme e di bottiglie”.

tpl - Si tratta di una part-nership strategica anche per la definizione di nuovi design dei contenitori o per l’ottimizzazione di quelli esi-stenti, ad esempio l’allegge-rimento dei pesi bottiglia?ER: “abbiamo sviluppato moltissime nuove forme at-traverso servizi addizionali per nuovi sviluppi conteni-tore e quindi per l’acquisto di nuovi stampi. Un bilancio importante, pari a più di 15 nuove figure sviluppate. Le ultime bottiglie, intro-dotte con la nuova linea di soffiatrici rotative, sono un ulteriore progetto d’allegge-rimento rispetto alle preesi-stenti. ciò che abbiamo ap-prezzato moltissimo è che nello sviluppo delle nuove forme, che avviene diretta-mente in Sipa, riusciamo a risparmiare in modo consi-derevole sotto il profilo del tempo. abbiamo acquisito agilità nei tempi di appro-vazione di nuovi contenito-

ri, solitamente molto lunghi. Sipa, interfacciandosi con coca cola divisione Latin-centro america, ottiene di-rettamente l’approvazione del nuovo contenitore. con i nuovi sviluppi di bot-tiglie hot fill per succhi, Powerade e nestea, ci av-valiamo ora dell’appoggio di Sipa per approfondire bene le conoscenze sul tema. Sia-mo appena tornati dalla ci-na, dove abbiano visitato gli impianti produttivi installati da Sipa presso alcuni suoi clienti, dove si utilizza la tecnologia Hot fill. È indi-spensabile, alla fine, com-prendere bene i vantaggi che derivano dall’uso di una determinata tecnologia”.

tpl - Quanta importanza date alla capacità di fornire un elevato livello d’assisten-za in fase sia di installazione sia di post vendita?ER: “Posso dire che il supporto è davvero fonda-mentale. eBc non aveva mai investito somme così ingenti in macchine. Per-ciò è importantissimo aver acquisito la fiducia in Sipa come fornitore. anche per-ché la società ha aperto da poco una filiale in colom-bia, nata per dare appoggio ai progetti nati con eBc, sia in termini di supporto commerciale sia di servizio tecnico post vendita e di ricambistica. L’auspicio è che si possa proseguire in questo cammino per tutti i progetti che andremo a svi-luppare in futuro”.

tpl - Quali prospettive per il mercato delle bibite in Ecuador?ER: “il nostro è un Paese un po’ complicato, sotto il pro-filo economico. tuttavia, è riscontrabile una buona crescita nel mercato delle bibite. eBc ha consolidato la sua posizione di leader e con questo vantaggio può sicuramente aspirare a cre-scere sia nel suo mercato tradizionale, il cSd, in cui è molto forte, sia in quello delle nuove tipologie di be-vande, come succhi, tè e isotonici”.

www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 29N° 2 Aprile 2010

A sinistra: stampo per bottiglie EBC-Powerade

A destra: dettaglio dello stampo di una soffiatrice rotativa SFR

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macchina del meseUms 200 eZ

Tra le recenti novità di Uniloy milacron spicca la tecnologia “all-electric” per la linea di macchine per soffiaggio a estrusione continua “shuttle” (con carri mobili). il modello Ums 200 si fregia del marchio energiaZero™ (abbreviato in eZ), che contraddistingue tutte le tecnologie Uniloy milacron senza attuazioni idrauliche

di Riccardo Ampollini

la denominazione “energiaZero™” e il simbolo dell’infinito

(che rappresenta il riutilizzo delle risorse e l’armonia con l’ambiente) identificano le macchine completamente elettriche di Uniloy milacron per l’estrusione-soffiaggio e l’iniezione-soffiaggio. Per re-alizzarle sono state utilizzate nuove tecnologie che ridu-cono al minimo il consumo energetico delle funzioni di movimento (fino al 70% in meno).con una forza di chiusura di 200 kn (20 tonnellate) e una corsa di 710 mm, la nuova Ums 200 eZ può accogliere stampi a 6 cavità con inte-rasse di 110 mm ed è già predisposta per le configu-razioni in coestrusione fino a 7 strati. Progettata per po-

ter installare il sistema Uni-loy iml (in mould labelling: etichettatura nello stampo) su entrambi i lati del flaco-ne anche nella versione a doppio carro, la Ums 200 eZ trova la sua destinazione ideale nel settore alimentare, in quello della detergenza e del personal care.“si tratta sostanzialmente del modello che abbiamo presentato all’ultima fiera Plast di milano, nel 2009”, spiega luca Bertolotti, di-rettore tecnico di Uniloy milacron srl, “anche se in quell’occasione erano espo-sti soltanto i carri (shuttle) a traslazione e chiusura elet-trica, che rappresentavano l’aspetto innovativo prin-cipale della macchina e la rendevano differente dalla serie ibrida precedente. È

un modello che ha riscon-trato un elevato gradimen-to da parte della clientela perché segue gli standard Uniloy milacron in materia di robustezza strutturale e dimensionamento generoso di tutta la componentistica. sicuramente non arriviamo fra i primi a proporre una macchina per estrusione-soffiaggio totalmente elet-trica, però pensiamo di arrivarci molto bene e con scelte tecniche e progettua-li molto valide. siamo parti-colarmente soddisfatti del lavoro fatto perché la scelta di motorizzazioni elettriche appropriate ci ha consentito di ottenere prestazioni effet-tive all’altezza delle migliori versioni idrauliche di uguali caratteristiche, con consumi energetici drasticamente

inferiori. e con un prezzo di vendita molto competitivo”.

NessuN ricircolo di sferedal punto di vista stretta-mente tecnico, la particola-rità forse più rilevante della Ums 200 eZ è l’assenza di dispositivi a ricircolo di sfe-re. altri costruttori utilizzano questo principio per ottene-re movimenti lineari di tra-slazione partendo dal mo-vimento rotativo dei motori elettrici. a giudizio di Uniloy si tratta di un elemento cri-tico, che richiede una lubri-ficazione accurata ed è sog-getto a usura nel tempo. nel-le Ums elettriche, invece, la trasformazione del moto da rotativo a lineare avviene at-traverso manovelle, camme, o ginocchiere. Tutti questi sistemi sono molto meno critici sotto l’aspetto della lubrificazione e delle usure e presentano il vantaggio di essere intrinsecamente si-curi anche nell’eventualità di una perdita di controllo del motore elettrico che li aziona.Per esempio, il meccanismo di traslazione utilizza un sistema biella-manovella. l’apertura e chiusura dello stampo - anch’essa su gui-de lineari - è invece otte-nuta con un sistema a leve e ginocchiera. lo stesso si

può dire per il controllo dello spessore, in cui un disposi-tivo elettrico con un sistema di leve trasforma la rotazione in un movimento assiale.

coNtrollo di spessore del parisoNnel soffiaggio, come è noto, vi è l’esigenza di regolare lo spessore del parison mentre questo viene estruso. ciò si ottiene modificando la posi-zione relativa, in verticale, di un maschio rispetto alla filie-ra, entrambi di forma coni-ca. avvicinando assialmente l’uno all’altro, per esempio, si riduce la luce di passaggio del fuso e quindi lo spessore del parison che si genera. inoltre questo movimento assiale deve sviluppare una notevole forza, per poter re-agire alle pressioni del ma-teriale all’interno della testa di estrusione. Uniloy ha dato soluzione a questo problema rivisitando in chiave moder-na un concetto a leverismo ideato oltre vent’anni fa dai tecnici della società comec (storico costruttore italiano di macchine per soffiaggio, confluito in Uniloy insieme all’azienda moretti). alla prova dei fatti questo dispo-sitivo si è dimostrato addirit-tura superiore alle aspettati-ve per precisione e rapidità di movimento.

www.tecnoedizioni. i t TecnoplAst • 31N° 2 Aprile 2010

Vista frontale della “all-electric” Uniloy UMS 200 EZ

Un’elettrica per estrusione soffiaggio a “EnergiaZero”

La vista laterale mostra chiaramente gli ingombri ridotti di questa macchina; lo spazio libero intorno alla UMS 200 EZ può essere sfruttato per collocare un granulatore o i contenitori da cui aspirare il granulo

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www.tecnoedizioni. i t32 • TecnoplAst N° 2 Aprile 2010

macchina del mese

la coNfigurazioNe macchiNacome tutte le ultime mac-chine di gamma alta prodot-te da Uniloy milacron negli ultimi anni, la Ums 200 eZ è caratterizzata dall’uscita dei flaconi su un unico na-stro trasportatore, posto fra il telaio anteriore della macchi-na (che contiene i carri porta

stampo) e il telaio posteriore (che sostiene l’estrusore e la testa di estrusione). la con-figurazione con un unico na-stro trasportatore permette l’uscita dei pezzi da un solo lato della macchina (a scelta dell’utilizzatore), anche nel caso di macchine a doppio carro. il grande vantaggio è quello di evitare lunghi

e ingombranti percorsi di convogliamento attorno alla macchina per riunire i flaco-ni provenienti dai due stam-pi, realizzando quindi una netta riduzione dello spazio occupato e una migliore ac-cessibilità alla macchina.anche l’evacuazione degli sfridi - generati dal sistema di smaterozzamento auto-

matico a bordo della mac-china - avviene dalla parte posteriore, su un nastro col-locato sotto a quello di rac-colta dei flaconi. il vantaggio principale di questa soluzio-ne - rispetto a quella di un nastro di raccolta in posizio-ne centrale sotto i carri porta stampo - è quello di poter ab-bassare i gruppi di chiusura

praticamente fino a terra. migliora quindi l’accessibi-lità dell’operatore alla zona stampo, per le operazioni di cambio formato e messa a punto. Per il cambio stampi è previsto l’accesso dall’alto: l’estrusore e la testa possono essere arretrati con una so-luzione motorizzata, mentre il sistema di taglio parison

la ums 200 ez vista da domeNico muliNello e giovaNNi mapelli

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Dettaglio dei due car-ri e della macchina con i pannelli di pro-tezione aperti

multicolore

la schermata inizia-le del pannello di

controllo mostra il logo della se-rie “Energia Zero”™

➼ schermata

www.tecnoedizioni. i t TecnoplAst • 33N° 2 Aprile 2010

viene allentato e spinto a mano verso la parte posterio-re. di conseguenza si libera lo spazio sopra il carro porta stampo in corrispondenza della testa di estrusione e il cambio stampo può essere rapidamente completato con l’utilizzo di un carroponte o di un analogo dispositivo di sollevamento.

i vaNtaggi delle “all-electric” per il soffiaggiodal punto di vista del layout macchina, un altro vantaggio della Ums 200 eZ è dato dallo sfruttamento dello spazio sot-to la piattaforma porta estru-sore per la sistemazione dei quadri elettrici. nella Ums ibride quest’area è occupata dalla centrale idraulica (vasca

dell’olio, motore, pompa, ac-cumulatori, blocchi idraulici principali), perciò i quadri elettrici sono posizionati all’esterno della struttura del-la macchina. nella Ums 200 eZ, invece, i quadri elettrici sono inseriti nel telaio di so-stegno dell’estrusore, quindi la macchina presenta un’im-pronta a terra complessiva-mente minore. inoltre le aree lasciate libere dai quadri elet-trici possono essere utilizzate per collocare alcune periferi-che, o i contenitori di prelie-vo della resina per alimenta-re l’estrusore, oppure per far passare il nastro di evacua-zione dei flaconi prodotti. in questo modo si può ridurre la distanza laterale fra varie macchine, ottimizzando lo spazio negli stabilimenti di produzione. Questa riduzio-ne di ingombri avviene senza sacrificare l’accessibilità agli organi della macchina, che resta sempre uno dei criteri di base della progettazione Uniloy milacron.

risparmio eNergeticoil vantaggio dei servomoto-ri elettrici, che recuperano energia nelle fasi di dece-lerazione dei movimenti (come avviene in Formula 1 o sui modelli di autovet-ture ibride di ultima gene-razione), viene evidenziato nel funzionamento a vuoto della Ums 200 eZ. anche impostando un tempo di ciclo molto rapido (prossimo al ciclo a vuoto della mac-china), vengono rilevati solo 2,5 – 2,6 kW di consumo per i movimenti di traslazione carri e di chiusura stampi. considerando che si tratta di una macchina a doppio carro, con corsa di oltre 700 mm e forza di chiusura di 20 t, si tratta di valori eccezio-nalmente bassi, se compa-rati con quelli di una corri-spondente versione idrauli-ca o ibrida. ovviamente in questa misu-ra mancano i consumi legati al riscaldamento della testa e dell’estrusore, oltre a quelli

di azionamento dell’estruso-re, che rappresenta la voce di consumo energetico pre-valente in tutti i processi di estrusione-soffiaggio. i rile-vamenti effettuati durante il collaudo della macchina, con uno stampo a 6 impronte per la produzione di un flacone del peso di 55 g a un tempo di ciclo di 15 secondi, han-no peraltro evidenziato un risparmio del 38% nell’assor-bimento energetico rispetto a una macchina idraulica equivalente: un dato molto significativo per valutare gli effettivi vantaggi realizzabili in produzioni industriali.

ripetibilità e qualitàle tecnologie elettriche ed elettroniche attuali permet-tono una gestione dei para-metri di funzionamento delle macchine entro tolleranze più ristrette rispetto alle tecnologie idrauliche, che sono sempre influenzate, per esempio, dalla tempera-tura e dalla viscosità dell’olio idraulico. Queste migliori prestazioni si traducono in stabilità e ripetibilità più elevate anche del proces-so di estrusione-soffiaggio, quindi in una qualità del prodotto soffiato più costan-te nel tempo.Tutti gli organi di questa Ums 200 eZ sono stati pro-gettati da Uniloy per ottene-re un funzionamento rapido ma fluido, con ampi margini di riserva per quanto riguar-da la resistenza dei compo-nenti meccanici e la potenza dei motori. non solo la mac-china è in grado di lavorare in effettive condizioni di produzione agli stessi tem-pi di ciclo di un’equivalente versione idraulica, ma anche il movimento di sollevamen-to della testa di estrusione a ogni ciclo - detto “bobbing” - appare ineccepibile per flui-dità e assenza di vibrazioni.

altri vaNtaggi: sileNziosità e puliziail concetto di trasparenza e pulizia è ormai presente nella filosofia progettuale di Uniloy milacron da molti an-ni e si traduce, per esempio, nell’utilizzo di colori chia-

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NOME: UMS 200 EZ

QUALIFICA: Macchina completamente elettrica per estrusione-soffiaggio in continuo

COSTRUTTORE:Uniloy Milacron SrlVia Alessandrini, 43 - 20013 Magenta (Milano)Tel. +39 02 970007.1 - Fax +39 02 97280109E-mail: [email protected] - Sito web: www.uniloy.it

CARATTERISTICHE TECNICHE: Unità UMS UMS di misura 200-S EZ 200-D EZPiastre e stampiLarghezza massima dello stampo mm 750 700Altezza massima dello stampo mm 470 470Spessore del semistampo (1) mm 170-180 170-180Peso massimo dello stampo (per ogni carro) kg 500 500Dimensioni delle piastre (larghezza. x altezza) mm 520 x 450 520 x 450Luce massima fra le piastre mm 700–720 700–720

Interasse (distanza tra i centri delle cavità) 4 cavità mm 170 1656 cavità mm 115 1108 cavità mm 85 8010 cavità mm 65 6512 cavità mm 55 55

Unità di chiusuraForza di chiusura kN 200 200Corsa orizzontale del carro mm 710 710Tempo di ciclo a vuoto del carro s 3,5 3,5

Requisiti di potenza Potenza installata (min-max) kW 102-134 148-179Consumo medio (min-max) kW 45-61 63-80

Dimensioni macchinaLarghezza mm 3700 4400Lunghezza mm 6500 6500Altezza mm 3800 3800

(1) Configurazione speciale disponibile per spessori di semistampo da 200 mm

www.tecnoedizioni. i t34 • TecnoplAst N° 2 Aprile 2010

macchina del mese

ne Uni-loy non si l imita al le recenti realizzazioni di movimenti con attuazioni elettriche, ma ha investito in precedenza altri aspetti del processo che coinvolgono rilevanti consu-mi energetici. È noto infatti che la sostituzione delle at-tuazioni idrauliche con quel-le elettriche comporta un significativo risparmio ener-getico solo se i movimenti rappresentano una percen-tuale importante del fabbiso-gno energetico complessivo della macchina. al contrario, su macchine per estrusione-soffiaggio di grande tonnel-laggio e lunghi tempi di ciclo l’attuazione elettrica compor-ta risparmi marginali. Risul-tati forse meno appariscenti, ma quantitativamente molto significativi sul piano del ri-sparmio energetico, sono sta-ti ottenuti da Uniloy milacron con la messa a punto di pro-fili molto avanzati per le viti di estrusione, che migliorano l’uniformità di plastificazione e in definitiva l’energia ne-cessaria per questo processo. ai fini del risparmio energe-tico non vanno dimenticati neppure quegli strumenti che garantiscono la riduzione degli scarti di produzione at-traverso un miglior controllo del processo produttivo: ogni scarto - anche se non costi-tuisce una perdita di materia prima, perché può essere im-mediatamente riciclato nello stesso processo produttivo - rappresenta una perdita ir-reversibile dell’energia che è stato necessario utilizzare per produrlo. a questo riguardo, tutte le macchine Uniloy mi-lacron possono essere opzio-nalmente fornite con il pac-chetto Quality control, che

permette di fissare soglie di controllo automatico ai parametri di processo della macchina.

lo stesso prezzo di uN’idraulicasecondo Uniloy milacron, gli sforzi di ottimizzazione fatti in fase di progettazione con-sentono di proporre la Ums 200 eZ al medesimo prezzo di un’equivalente macchina convenzionale. Quindi ver-rebbe sfatata la convinzione diffusa secondo la quale “la macchina elettrica è bella e consuma poco, ha tanti vantaggi, ma purtroppo co-sta di più”. non è un dato trascurabile, considerando che in passato il prezzo più elevato rappresentava per molti trasformatori un osta-colo all’acquisto di queste tecnologie più moderne ed eco-compatibili.

le applicazioNi possibilila corsa relativamente lun-ga della Ums 200 eZ è sta-ta concepita per produzioni multicavità di flaconi “da scaffale” di medio volume: per intenderci, dai 250 ml ai 2 litri circa. Per esempio, con una configurazione a sei ca-vità l’interasse fra le impronte può essere di 110 mm (oppu-re di 115 mm nella versione a carro singolo): perfettamente adatto a flaconi da un litro anche ovali.il successo della Ums 200 eZ ha comunque convinto lo staff di Uniloy milacron a mettere in cantiere al più presto anche un secondo modello di taglia inferiore: avrà una corsa di 500 mm e una forza di chiusura di 120 kn (12 tonnellate). il progetto è già stato sviluppato e pre-sto inizierà la fase produttiva.

cARtA D’iDEntità➼

ri per la verniciatura delle macchine, o nella scelta di protezioni antinfortunistiche che non impediscono di ve-dere l’interno della soffiatrice. la Ums 200 eZ - come pure le versioni energiaZero™ di Uniloy milacron nell’iniezio-ne-soffiaggio - ha rappresen-tato un passo in avanti fon-damentale in questo senso. l’assenza dei circuiti idrau-lici ha eliminato alla radice il rischio di perdite di fluido causate da trafilamenti o rotture e l’assenza di dispo-sitivi a ricircolo di sfere per la realizzazione dei movimenti lineari riduce drasticamente il rischio di contaminazione legato alla centrifugazione del lubrificante.Un altro aspetto di rilievo della Ums 200 eZ è senz’al-

tro la silenziosità di funziona-mento, un tema che Uniloy milacron ritiene di grande interesse per i prossimi an-ni. anche a questo riguardo giocano un ruolo primario l’assenza della pompa idrau-lica - una delle fonti di rumo-re più notevoli - e la scelta di non utilizzare dispositivi a circolazione di sfere.

il logo eNergiazero™con l’espressione “energia-Zero” - utilizzata per la pri-ma volta nel marzo 2009 in occasione della fiera Plast di milano - si vuole esprimere il concetto di massima ef-ficienza nello sfruttamento dell’energia disponibile per la funzione che si vuole rea-lizzare. il medesimo concetto è rappresentato dal simbolo

dell’infinito, che fa parte del logo, con il quale si è inteso visualizzare il recupero e la ciclicità nell’utilizzo dell’ener-gia. Uniloy milacron ha scelto l’espressione “energiaZero” in lingua italiana per riba-dire con orgoglio la propria italianità. non solo perché ha ereditato il patrimonio tecnologico e umano di due prestigiose aziende che han-no fatto la storia del soffiag-gio in italia (comec e moretti, di cui l’anno scorso si è cele-brato il 50° anniversario della fondazione), ma anche per-ché la sede italiana di Uni-loy milacron si distingue da alcuni anni nell’organizzazio-ne mondiale di Uniloy come leader tecnologico dinamico e innovativo. l’ottimizzazio-ne energetica sulle macchi-

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La cinematica della gi-nocchiera assicura una sequenza di movimenti rapidi e armoniosi, fatto di vitale importanza per otte-nere un movimento dolce del piano mobile, unito a una notevole silenziosità di funzionamento della mac-china e a stabilità e assen-za di scuotimenti. Il model-lo 180 T al lavoro presso la fiera di Parma utilizzava un

motore maggiorato rispetto alla versione standard, rag-giungendo il tempo di ciclo a vuoto record di 1,3 s su 320 mm di corsa.La guida del piano mobile ha un’altra caratteristica interessante. Per mante-nere l’area stampo libera da olio, fatto importante per le applicazioni a cui è destinata la macchina, i fori di passaggio colonne nel piano mobile sono più larghi del diametro delle colonne; le colonne non guidano il piano. Il piano mobile si muove su una guida lineare montata sul rigido telaio della pressa, con due pattini a ricircolo

di sfere per ogni lato. Inol-tre, sempre per quel che ri-guarda la pulizia, la ginoc-chiera viene “sigillata” e lubrificata con un sistema di ricircolo dell’olio: non vi sono perciò perdite o trafi-laggi, fatto che previene la possibile contaminazione dei pezzi stampati con olio lubrificante e garantisce la miglior pulizia della mac-china. I gruppi d’iniezio-

ne permettono di ottenere oltre 2000 bar di pressione specifica sul materiale con elevate velocità di iniezio-ne (fino a 450 mm/s), pre-supposto fondamentale per lo stampaggio di prodotti a parete sottile e con eleva-to rapporto lunghezza di flusso/spessore. Nel caso di stampaggio veloce di poliolefine, poi, le mac-chine della serie e-motion T vengono equipaggiate con cilindri L/D 24 e viti a barriera con profilo otti-mizzato, che garantiscono la plastificazione ottimale della massa fusa con tem-perature ridotte e ottima omogeneità del materiale.

I movimenti paralleli ad alta precisione consenti-

ti dai motori elettrici indi-pendenti, permettono alle macchine a iniezione “all electric” di offrire vantag-gi unici nelle applicazioni ad alta velocità, unendo alle massime prestazioni un’importante riduzione di costi e consumi energetici.La macchina presente a Eurostampi 2010 presso la piazza del Packaging e uti-lizzata per la produzione di

due coperchi con IML (In Mould Labelling) era una Engel e-motion 740/180 T (180 t di forza di chiusura, vite 45 mm) completamen-te elettrica ed equipaggiata per lo stampaggio veloce.Le macchine elettriche Engle sono disponibili nel-le versioni da 50, 75, 100, 180, 280, 380 e 500 tonnel-late; permettono di ottene-re tempi ciclo brevi per lo stampaggio rapido di parti a parete sottile nel settore

packaging e in quello me-dicale. Sono caratterizzate da una ginocchiera molto dinamica unita a un grup-po d’iniezione ad alte pre-stazioni. La chiusura a ginocchiera, scelta per i vantaggi che offre sotto elevati carichi dinamici, è ideale per le applicazioni di stampaggio rapido e unisce all’elevata velocità di chiusura una eccellente dolcezza di fun-zionamento.

www.tecnoedizioni. i t36 • TEcNoplast N° 2 Aprile 2010

a cura della redazioneMAccHINE

In occasione della fiera Eurostampi di Parma Engel ha dimostrato come le macchine a iniezione elettriche e-motion T rappresentino la scelta ideale per le operazioni di stampaggio veloce a parete sottile nel packaging

Elettriche per il packaging

Macchine a iniezione

Una macchina compatta per il doppio delle prestazioniAlla fiera Chinaplas di Shanghai (19-22 aprile 2010) Kautex Maschinenbau ha appena presentato la sua KCC 5 D, una soffiatrice di dimensioni ridotte che combina in maniera ottimale tutte le principali caratteristiche richieste dal settore “consumer”

I requisiti richiesti alle moderne attrezzature per l’estrusione-soffiaggio rappresentano, oggi più che mai, una sfida importante. In particolar modo nel settore “consumer”, i produttori di imballaggi richiedono impianti compatti caratterizzati, però, da elevata flessibilità per produrre packaging in una vasta gamma di dimensioni e con materiali differenti. La macchina KCC 5 D di Kautex, che è stata progettata in versione a doppia stazione, utilizza le più recenti tecnologie nel campo dell’estrusione-soffiaggio ed è attrezzata con una testa a tripla filiera (“triple-die head”). Grazie alle cavità stampo presenti su entrambi i lati, questa macchina compatta può produrre il doppio degli articoli di una soffiatrice convenzionale a singola stazione, virtualmente con il medesimo spazio occupato in stabilimento. Per un utilizzo ottimale delle opzioni di produzione, le cavità stampo della KCC 5 D sono disposte in linea con una configurazione “bottom-to-bottom”, in modo che possano essere stampati tre articoli con l’apertura verso l’alto e tre con l’apertura verso il basso per ogni singolo ciclo di ciascuna stazione. La versione a doppia stazione è disponibile per l’uso di tutti i materiali polimerici convenzionali per blow moulding e per produrre contenitori finali con capacità da 50 ml fino approssimativamente a 5 litri. Durante il processo produttivo, la distribuzione dello spessore parete viene controllata per mezzo di un software “user-friendly” di facile utilizzo, garantendo così una qualità costante. Con un totale di 12 cavità, la più piccolo macchina della serie KCC può raggiungere velocità di produzione nell’ordine di circa 4320 contenitori all’ora. Oltre a verificare le prestazioni della KCC 5 D, i visitatori dell’esposizione internazionale Chinaplas hanno potuto osservare le soluzioni innovative di Kautex Maschinenbau nel campo dell’estrusione-soffiaggio per un’ampia casistica di applicazioni.

Estrusione-soffiaggio

La e-motion 740/180 T è equipaggiata con il controllo CC200 A02 caratterizzato da schermo touch screen, da una grafica intuitiva e da funzioni grafiche molto estese. L’impostazione dei dati di processo può avvenire in modo tradizionale e anche in modo grafico variando le curve dei grafici con un intuitivo intervento sul touch screen

Pressa a iniezione Engel completamente elettrica della serie e-motion

Page 37: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t TEcNoplast • 37N° 2 Aprile 2010

Impianto per film a bolle d’aria a 10 strati

Il coex Bubble rappre-senta l’impianto di punta

della gamma di produzione di Torninova, uno tra i prin-cipali costruttori italiani di linee per la produzione di film a bolle d’aria. In esso sono presenti tutte le più sofisticate tecnologie per la produzione di film a bolle d’aria in modo da garantire al trasformatore una gran-de facilità di produzione,

Coestrusione

La società Torninova ha recentemente presentato la versione 2500 dell’impianto Coex Bubble 10 mostrando i vantaggi economici e tecnici del film a bolle d’aria prodotto in coestrusione

MAccHINE

Linee complete di estrusione

Produzione di pannelli isolanti in XPS espansoLa proposta di Bandera e AB Isolanti si presenta con un elevato grado di affidabilità, garantendo un ciclo produttivo continuo senza interruzioni e che richiede tempi ridotti per l’avviamento e il cambio di spessore del pannello, riducendo al minimo gli scarti

Negli ultimi anni le linee di estrusione per pannelli in polistirene espanso estruso (XPS) hanno subito importanti modifiche per adeguarsi agli agenti espandenti alternativi in sostituzione dei tradizionali gas CFC e HCFC, il cui impiego è sempre più limitato. Il settore dell’isolamento termico (dal freddo e dal caldo) e acustico nell’edilizia e nel settore industriale è in una fase di forte sviluppo, soprattutto localizzato, che spinge nuovi investitori ad avere unità produttive snelle ed efficienti e a coprire una domanda globale sempre più incentivata dalle nuove regole sulle minime coibentazioni necessarie in ambiente civile, ma anche industriale.Da oltre 60 anni all’avanguardia nella progettazione e nella costruzione di linee di estrusione per materie plastiche, Bandera ha deciso di aumentare la propria presenza in questo settore presentandosi sul mercato con la possibilità di offrire non solamente macchinari, ma anche il necessario know how innovativo per il corretto funzionamento tecnologico delle linee proposte. Per questo motivo Bandera ha stipulato un accordo con il partner AB Isolanti di Barzana (BG), specializzato da oltre 30 anni nella produzione di pannelli isolanti e

tra le prime aziende in Europa produttrici di pannelli espansi in XPS “ecologici”, senza cioè l’utilizzo di gas dannosi per l’ambiente (esenti da CFC e HCFC). Bandera ha pertanto abbinato al proprio reparto progettazione e collaudo l’esperienza produttiva e il know how di AB Isolanti, progettando sia estrusori monovite in cascata sia bivite corotanti quali gruppi di estrusione primari. L’offerta di Bandera/AB colma il vuoto tra i costruttori italiani veramente specializzati nell’estrusione di materiali espansi e si propone di raggiungere una fetta di mercato sostanziale già entro il 2012. Ad oggi “Bandera powered by AB Isolanti” propone impianti con portate da 300 a 800 kg/h. In funzione delle portate richieste e degli spessori le linee sono equipaggiate con singoli estrusori bivite corotanti della serie 2C HTS oppure con gruppi di estrusione monovite in cascata (tandem). Il gruppo estrusione è completato da un sistema di miscelazione statica, dalla testa di estrusione, dal calibratore per lo spessore dei pannelli e dal traino primario. Il “down stream” per fresare i pannelli, tagliarli, marcarli, impilarli e imballarli sarà fornito con tutti gli accorgimenti necessari riscontrati nella diretta esperienza di produzione. A completamento viene proposto il gruppo di riciclo totalmente automatizzato per la granulazione degli scarti di produzione.

Campioni di pannelli in XPS espanso

grazie all’elevata automa-zione del processo di coe-strusione, per ottenere un film con effetto barriera che garantisce la permanenza dell’aria all’interno delle bol-le per un periodo maggiore, grazie allo strato interno in poliammide (PA6 o nylon di DuPont). Quest’ultimo consente la produzione di grammature più basse pur mantenendo le stesse

maggiore del 30% sui costi della materia prima per la produzione. Principalmen-te l’impianto coex Bubble è composto da tre estru-sori: uno per lo strato in polietilene (PE), uno per lo strato in PA6 e l’ultimo per lo strato adesivo fra il PE e la PA6. Attraverso il sofisti-

cato blocco di coestrusione a geometria variabile, i tre estrusori ripartiscono i lo-ro materiali producendo lo speciale film a bolle d’aria in coestrusione con strut-tura ABcBA per ogni film.

caratteristiche tecniche e proprietà di imballaggio di grammature più elevate.Il tutto si traduce in un mi-nor costo di produzione e in una maggiore capacità di protezione. Un film a bolle

d’aria da 35 g/m2 prodotto in coestrusione può essere paragonato come resisten-za a un film monoestruso da 55 g/m2. In termini di materiale, in base a questa relazione, si ha un risparmio

Un impianto Torninova per film a bolle d’aria coestruso

Page 38: TecnoPlast N. 2

TEORIA DI PROCESSOAlimentazione - Seconda Parte

www.tecnoedizioni. i t38 • TECnOplast

I dispositivi utilizzati per il trasporto pneumatico di materiali sono ge-

neralmente suddivisi nel modo seguente: sistemi in pressione positiva (bassa, fino a 1 bar, e alta, oltre 1 bar), sistemi in pressione negativa (depressione-aspirazione) e sistemi misti (pressione negativa e positiva). Di seguito, ne vengono analizzate le ca-ratteristiche peculiari.

SiStemi in baSSa preSSione poSitivaCome generatori vengono usati ventilatori o soffianti. normalmente la pressione non supera il valore di 1 bar. Il trasporto è fatto in fase diluita per distanze

medio-alte e in fase densa per distanze medio-basse. Il generatore è posto a monte del sistema, come si può osservare in figura 1.

FunzionamentoIl prodotto scende da (2) e il dispositivo di scarico (3) alimenta la tubazione (4), provvedendo anche a eventuale dosaggio. Il generatore (soffiante) (1) spinge il prodotto lungo la tubazione (4). La miscela aria-prodotto arriva al se-paratore (5). L’aria esce dalla parte superiore e il prodotto cade nel conte-nitore di raccolta (6). Se si desidera rendere il tutto automatico, si applicano due segnalatori di livello

(7) nel contenitore (6). Il via è dato dal segnalatore di minima. Parte la sof-fiante e, dopo un tempo prefissato, parte l’alimen-tatore-dosatore (3). Quando il prodotto rag-giunge il livello di massi-ma, si ferma prima il di-spositivo di scarico (3) e, dopo un tempo prefissato, necessario allo svuota-mento della tubazione, si ferma anche la soffiante. Un pressostato interviene se la pressione sale a valori intollerabili a causa di un intasamento della tubazio-ne. Il dispositivo (3) cessa di scaricare il prodotto fino a quando la pressione non scende a valori di funzio-namento accettabili.

DiSpoSitivi Di ScaricoPer funzionamento in bas-sa pressione, i dispositivi più in uso sono quelli a funzionamento continuo: rotocella (valvola stellare), sistema Venturi, coclea, valvola a doppia porta.

RotocellaLa funzione è triplice: sca-ricare il prodotto nella tu-bazione, far tenuta verso l’alto, dosare il prodotto (vedi figura 2). La roto-cella viene impiegata nei sistemi a bassa pressione (inferiore a 1 bar) perché la tenuta verso l’alto non è di facile realizzazione.

Venturinella regione dove il pro-dotto cade, viene ridotta la sezione (vedi figura 3). In quel punto aumen-ta pertanto la velocità e si crea a valle una riduzione della pressione, che facili-ta la caduta del prodotto. Un corretto progetto ri-solve il problema ed evita la fuoriuscita dell’aria in opposizione alla discesa del prodotto. Il sistema è adatto solamente per una pressione dell’aria molto bassa (non superiore a 0,1 bar) ed è sufficiente quin-di, come generatore, un semplice ventilatore. Dato il basso valore della pressione, il diametro del-la linea di trasporto dovrà essere elevato per tenere bassa la caduta di pressio-ne. La quantità di prodotto sarà limitata e il trasporto sarà fatto in fase diluita. Il tubo Venturi può essere applicato anche allo sca-rico di una rotocella, della quale migliorerà il funzio-namento.

Cocleanon ci sono problemi sia per quanto riguarda la pressione sia per quan-to riguarda la quantità di prodotto. Il sistema può venire impiegato sia in bassa pressione (inferiore a 1 bar) sia con pressione superiore (fino a 2,5 bar). La coclea ha una triplice funzione: scaricare il pro-

Ora si tratta di trasportare con l’aria un prodotto da un punto di partenza a un punto di arrivo. I sistemi usati per questa operazione possono essere realizzati sia in pressione positiva sia in pressione negativa

La realizzazione pratica

N° 2 Aprile 2010

a cura di

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Schema di un sistema di trasporto in bassa pressione positiva

figura 1

www.tecnoedizioni. i t TECnOplast • 39N° 2 Aprile 2010

dotto, dosarlo e far tenuta (figura 4).

Valvola a doppia portaLe due porte si aprono alternativamente per per-mettere il passaggio del prodotto e per fare tenuta. Le porte possono essere motorizzate o comandate pneumaticamente. Il tem-po di apertura della porta superiore definisce il do-saggio del prodotto. Vie-ne usata normalmente una pressione attorno a 0,4 bar (figura 5).

SeparatoriQuando il contenitore di raccolta all’arrivo non è di notevoli dimensioni, per la separazione dell’aria dal prodotto viene impiegato un ciclone-separatore ap-plicato sopra al contenito-re (vedi figura 6).Aria e prodotto entrano lungo la circonferenza del ciclone, all’interno del quale si separano. Il

prodotto cade al di sotto e l’aria esce dal di sopra. Per un’ottima separazio-ne del prodotto dall’aria, le dimensioni del ciclone devono essere ben studia-te (meglio abbondare). Se ci sono problemi di spazio e si impiega un ciclone di dimensioni ridotte, l’aria in uscita si trascina una parte del prodotto. Si ap-plica allora un filtro allo scarico superiore del ciclo-ne. Il filtro può essere puli-to anche automaticamen-te. Quando il contenitore che raccoglie il prodotto in arrivo è di notevoli dimen-sioni (vedi p.e. un silo), è lo stesso contenitore che fa da ciclone separatore.

SiStemi in alta preSSione poSitivaLo schema di funziona-mento è lo stesso indica-to per i sistemi in bassa pressione, ma le apparec-chiature impiegate sono diverse.

Il generatore dovrà fornire una pressione superiore a 1 bar.

Dispositivi di scaricoI sistemi di scarico più in uso sono due:1) a coclea (vedi quan-to esposto nei sistemi in bassa pressione. La pres-sione si aggira su 2,5 bar e il funzionamento è con-tinuo).2) contenitore di soffiag-gio (si impiega quando si devono trasportare note-voli quantità di prodotto a notevole distanza. La pressione può arrivare anche fino a 8 bar e il tra-sporto avviene a “lotti”).La tramoggia (o il silo) presenta allo scarico (ve-di figura 7) una serranda che si apre a “tempo” per scaricare una determina-ta quantità di prodotto nel contenitore. In tale contenitore vie-ne immessa aria ad alta pressione fino allo svuota-

1. Generatore2. Silo o tramoggia3. Dispositivo di scarico4. Tubazione

5. Separatore-ciclone6. Contenitore di raccolta7. Segnalatori di livello

1

5

67

4

2

3

4

3

2

1

1. Aria2. Prodotto

3. Rotocella4. Aria + prodotto

2

3

41

1

2

3

1. Aria2. Prodotto3. Aria + prodotto

Schema di funzionamento di una rotocella

figura 2

Funzionamento di un sistema Venturi

figura 3

Schema di funzionamento di una coclea

figura 4

1. Aria2. Prodotto3. Coclea4. Aria + prodotto

Funzionamento di una valvola a doppia porta

figura 5

1. Aria2. Prodotto3. Porte di chiusura e scarico4. Valvola di sfiato5. Aria + prodotto

1

4

2

3

5

1

2

3

Separatore

figura 6

1. Aria + prodotto (in arrivo)2. Aria3. Prodotto

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mento. La densità di fase è elevata (da 40 in su), la velocità è sui bassi valori di trasporto in fase densa.

Apparecchiature di separazioneSono le stesse impiegate nei sistemi in bassa pres-sione.

SiStemi in preSSione negativaLa depressione viene re-alizzata per mezzo di sof-fianti. Solo quando si ha necessità di depressione elevata si usano le pompe per il vuoto. La soffiante è posta a valle del sistema. La pressione negativa non supera nor-malmente i -0,6 -0,7 bar. Dati i bassi valori di pres-sione negativa, il sistema non ha notevole capaci-tà di trasporto, sia come quantità di prodotto sia come distanza.

FunzionamentoIl prodotto (figura 8), che si trova in (1), scende nel-la valvola di aspirazione (3) che è munita di sonda aspirante (4). Se si desi-dera prelevare il prodotto dal di sopra della tramog-gia o dal sacco, la sonda aspirante (4) viene infilata dentro al prodotto da tra-sportare. La soffiante (11) crea de-pressione lungo la tuba-zione e il prodotto viene aspirato dalla sonda (4). Aria e prodotto scorrono lungo la tubazione e arri-vano al contenitore a tenu-ta (6-6a), dove avviene la separazione. Il prodotto viene trattenu-to nel contenitore a tenuta (6-6a) dal filtro (7) e l’aria prosegue verso la soffiante (11) e viene inviata verso l’ambiente. Il funziona-mento può essere conti-nuo o ciclico.

nel funzionamento conti-nuo, la rotocella (8) scari-ca in continuazione il pro-dotto dentro a (10) e nel contempo fa tenuta allo scarico di (6). Con due se-gnalatori di livello si rende il tutto automatico. nel funzionamento cicli-co, la tenuta allo scarico di (6a) viene fatta dalla paletta (9). Il via al ciclo di aspira-zione viene dato da un interruttore collegato con la paletta. Parte la soffian-te ed il prodotto entra nel contenitore a tenuta (6a). Dopo un tempo prefissa-to, la soffiante si ferma e la paletta si apre sia per mancanza di depressione sia per la spinta del pro-dotto che è entrato nel contenitore. Il prodotto scende in (10).

Dispositivi di prelievoIn questo tipo di siste-mi (figura 9), il prodotto viene prelevato con una sonda aspirante che vie-ne immersa nello stesso prodotto. La sonda può anche far parte integrante di una valvola di aspirazio-ne che viene applicata allo scarico della tramoggia o del silo che contengono il prodotto.La sonda che viene im-mersa nel prodotto è nor-malmente costituita da due tubi concentrici (1-2). L’aria di fluidificazio-ne passa fra i due tubi. La valvola aspirante (5) è una specie di scatola che contiene la sonda (6). Ta-le sonda può essere a sua volta costituita sia da due tubi concentrici sia da un solo tubo. In tal caso l’aria di fluidi-ficazione viene prelevata attraverso la valvola di regolazione (7) posta su un fianco della sonda. Re-golando la distanza (3) o l’apertura della valvola (7) si varia la fluidificazione e quindi la densità di fase. In alcune applicazioni, allo scarico del silo (o tramog-gia) viene posta una roto-cella che scarica il prodot-to dentro alla tubazione.

SeparatoriI separatori sono costituiti da un contenitore (conte-nitore a tenuta) munito di filtro e di chiusura allo scarico. La chiusura (ro-tocella, paletta, serranda o qualsiasi altro sistema) deve fare tenuta in modo da mantenere la depres-sione dentro al contenito-re a tenuta.

FiltriParticolare attenzione de-ve essere posta nei filtri dei contenitori a tenuta. Servono non solo per te-nere dentro al contenitore il prodotto, ma soprattutto per evitare danni alla sof-fiante dovuti al passaggio anche di piccole quantità di polvere. Per il trasporto di prodotti particolarmente polvero-si, alle volte si applica un filtro supplementare fra il contenitore a tenuta e la soffiante. Per evitare una pulizia troppo frequente, i filtri possono essere puliti automaticamente o con getti di aria compressa o scambiando, per mezzo di valvole dette d’inversione, l’aspirazione con la man-data della soffiante.

SiStemi miStiQuando si ha necessità di trasportare il prodotto in aspirazione in quantità ed a distanze che il semplice sistema in aspirazione non potrebbe raggiungere, si impiega il sistema misto: aspirazione-pressione.

FunzionamentoLa prima parte dell’im-pianto è in aspirazione (vedi figura 10). Il prodotto contenuto in (1) viene scaricato nella tubazione dalla rotocel-la (2) e viene aspirato da (5) dentro alla tramoggia intermedia (3). La roto-cella posta allo scarico di (3) alimenta la tubazione sottostante che è collega-ta a monte con la parte in pressione della soffiante (5). Come si vede in figu-ra 10 viene usata una sola soffiante.

La realizzazione pratica

www.tecnoedizioni. i t40 • TECnOplast

TEORIA DI PROCESSO

Dispositivo di scarico

figura 7

1. Tramoggia o silo con prodotto2. Serranda di scarico3. Contenitore di soffiaggio4. Compressore5. Tubazione di trasporto

1

5

4

3

2

Schema di funzionamento di un sistema in pressione negativa

figura 8

23

4

1

67

8

11

9

6a

10125

541a

1. Silo o tramoggia1a. Tramoggia o sacco2. Serranda3. Valvola di aspirazione4. Sonda aspirante5. Tubazione di trasporto

6-6a. Contenitore a tenuta-separatore7. Filtro8. Rotocella di scarico e di tenuta9. Paletta di chiusura e di tenuta10. Contenitore, tramoggia, silo (di raccolta)11. Soffiante aspirante12. Segnalatori di livello

1. Tubo esterno della sonda2. Tubo interno della sonda3. Distanza regolabile per definire la densità di fase

4. Tramoggia o silo5. Valvola di aspirazione6. Sonda aspirante7. Valvola di regolazione per definire la densità di fase

Funzionamento di un sistema misto

figura 10

1. Tramoggia o silo2. Rotocella3. Tramoggia intermedia4. Filtro5. Soffiante o compressore

2 52

3

4

1

Dispositivo di prelievo

figura 9

12

3

4

56

7

N° 2 Aprile 2010

Page 41: TecnoPlast N. 2

Air&Gas Pompe per vuoto e compressori

ad anello liquidoGruppi vuoto e compressione gas

Sistemi ingegnerizzatiSoffiatori a lobi con profilo a tre cuspidi

Page 42: TecnoPlast N. 2

www.tecnoedizioni. i t42 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

a cura della redazioneancillary equipment

Il Weighbatch Blender (WB) di DS&M, per dosaggio gravimetrico a batch, è un sistema integrato di dosaggio a peso e miscelazione. È una macchina idonea a trattare prevalentemente polimeri plastici in granuli e con qualche accessorio specifico può essere utilizzata anche per rimacinati di forma non perfettamente regolare

Sistemi per l’alimentazione diretta in macchina

la costruzione del WB è compatta in modo da

minimizzarne gli ingom-bri anche per soddisfare le portate più elevate. È concepito per servire sia processi di estrusione sia di stampaggio a iniezione. l’installazione è semplice grazie a una struttura auto-portante che la rende ido-nea sia al fissaggio diretto sul pozzetto di plastifica-zione sia a terra, per ser-vire più punti di utilizzo. È possibile trattare fino a un massimo di 8 ingredienti. i principali sono dosati me-diante serrande a ghigliot-tina comandate elettro-pneumaticamente, mentre

gli additivi mediante dosa-tori a coclea per ottenere il massimo della precisione.prodotto sempre da DS&m, il Weighblend Blender gravimetrico in continuo (WBl) è invece il sistema ideale per alimentare in continuo linee di estrusio-ne (per film soffiato in bolla, film cast, tubi e profili). il si-stema è in grado di dosare in continuo fino a 5 polimeri con granulometria regolare, controllandone automati-camente la portata. Se ne consiglia l’utilizzo a partire da produzioni minime di 50 kg/h fino a 800 kg/h e oltre. il WBl può essere integrato con la funzione automatica

Dosaggio gravimetrico

di controllo peso/metro. questa ha lo scopo di man-tenere costante nel tempo il peso di ogni metro di pro-dotto in uscita dalla linea. il sistema è costituito da una tramoggia gravimetrica centrale per l’ingrediente principale e al massimo da 4 zone di dosaggio gravi-metrico per i secondari. il tutto è assemblato me-diante una struttura auto-portante che consente di flangiare l’intera macchina direttamente al pozzetto di alimentazione della linea di estrusione. per ogni zona di dosaggio sono previste altrettante tramogge di prestoccaggio, con relative

serrande d’intercettazio-ne, azionate elettro-pneu-maticamente dalla logica gravimetrica. l’ingredien-te principale alimenta di-rettamente per gravità la linea di estrusione, mentre i secondari vengono im-messi, per mezzo di dosa-tori a vite, direttamente nel flusso di alimentazione dell’ingrediente principale. Va segnalato, infine, che per tutti gli investimenti in macchinari effettuati dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2010 sarà possibile detrar-re dal proprio reddito im-

ponibile (ires o irpef) il 50% dell’importo investito. que-sta è l’opportunità prevista dall’articolo 5 del Decreto legge n. 78 del 01/07/09 (tremonti-ter), per quanto riguarda in particolare tutti i macchinari inseriti nel-la categoria ateco n. 28. molte proposte di DS&m rientrano nel programma degli investimenti finan-ziabili, come per esempio la categoria: 28.29.3, mac-chine automatiche per la dosatura, la confezione e per l’imballaggio (incluse parti e accessori).

Dettaglio del dosatore WB aperto

i prezzi dei materiali e una produzione senza proble-

mi sono parametri decisi-vi per un funzionamento economico degli impianti per film soffiato. il sistema di filtraggio SFXmagnus è confezionato su misura per l’utilizzo in tali impianti e si contraddistingue per una superficie filtrante attiva particolarmente grande, una struttura compatta, una semplicissima manovrabili-tà e un eccezionale rapporto qualità/prezzo. “quando si

utilizza un SFXmagnus in una linea per film soffiato, il tempo di ammortamento è di solito inferiore a un an-no e questo non solo in un

impianto nuovo, ma anche in caso di sostituzione di un sistema di filtraggio in un impianto già esistente”, sottolinea Stephan Gneuss,

amministratore della società. attraverso l’uti-lizzo del siste-ma rotativo di filtraggio, è pos-

Per aumentare la percentuale di riciclato sempre più aziende si affidano ai sistemi di filtraggio continui di Gneuss, in particolare nella produzione di film standard per sacchetti della spazzatura, shopper, film termoretraibili, ma anche per pellicole ad uso alimentare in HDPE, LDPE, LLDPE o PVC

Produrre film soffiato con un’alta quota di riciclato

Filtri rotativi per il fuso sibile aumentare la quota di riciclato nel film soffiato senza perdite di qualità, il che contribuisce in modo decisivo a una maggiore economicità del processo. il breve tempo di ammorta-mento è dovuto alle carat-teristiche tecniche di SFX-magnus, che come tutti i sistemi di filtraggio Gneuss lavora con una tecnologia rotatoria brevettata: grazie alla lavorazione in continuo, con una pressione costante-mente bassa, SFXmagnus migliora la qualità del pro-dotto garantendo una pro-duzione senza interruzioni. Sono possibili anche cambi filtro senza pause nella pro-duzione, il che garantisce una massima disponibilità dell’impianto. al contempo il processo costante, che permette l’utilizzo di maglie dei filtri a elevata finezza, garantisce un prodotto fini-to senza rigonfiamenti con

minime tolleranze di spes-sore e una buona piattezza. così ad esempio un fabbri-cante di pellicole in polieti-lene a tre strati per sacchet-ti, dal momento della con-versione dell’impianto a un SFXmagnus, può mescola-re ben il 45% di riciclato al posto del precedente 25%, mantenendo alta la qualità della pellicola. un fabbri-cante di film monostrato per imballi ha testato il fil-tro anche in funzionamento continuo, senza interruzio-ni, e oggi può lavorare fino al 100% di materiale ricicla-to. “entrambi i trasformatori sono assolutamente affasci-nati dall’enorme disponibili-tà attuale dell’impianto. le linee funzionano senza pro-blemi per 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, poiché non devono mai es-sere fermate per un cambio filtro”, conclude Stephan Gneuss.

Il sistema di filtraggio SFXmagnus inserito in un impianto per film soffiato

Il Weighbatch Blender (WB): dosatore gravimetrico a batch

Page 43: TecnoPlast N. 2

i manufatti prodotti con la tecnologia blow moulding

vengono generalmente sof-fiati con aria compressa e raffreddati con acqua fredda che scorre nelle cavità dello stampo. il calore è trasferito dalla superficie esterna del manufatto alla superficie dello stampo. la superficie interna del manufatto (cava) rimane a una temperatu-ra molto più alta durante il

processo di raffreddamento; quindi, la grande differenza di temperatura tra la super-ficie interna del manufatto e quella esterna genera stress del materiale. inoltre, la di-stribuzione degli spessori delle pareti non è mai ugua-le in un manufatto prodotto in blow moulding. e non è uguale neppure il raffred-damento sulle varie super-fici dello stampo. il trasferi-

mento di calore dalle parti più spesse di un manufatto attraverso una superficie dello stampo limitata non è uguale, per esempio, a quel-lo dalle pareti sottili a larghe superfici di stampo. anche questo causa stress al ma-teriale e distorsioni al ma-nufatto, che perde in qualità è può non risultare confor-me ai test di perdita, carico e caduta. per superare tali test spesso si aumentano gli spessori delle pareti fino al 10%. ciò implica, però, un maggior costo di mate-rie prime e cicli più lunghi. un’altra soluzione è quella di allungare il ciclo di raffred-damento per togliere tutto il calore possibile dal manu-

Il sistema IACS (Internal Air Cooling System) assicura diversi vantaggi nella produzione di articoli soffiati; principalmente aumenta la produttività del processo, riduce gli stress sul materiale e consente un risparmio di circa il 10% nelle materie prime

Aumento della produttività grazie al raffreddamento interno

Dispositivi ausiliari per il soffiaggio

www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 43N° 2 Aprile 2010

Un raccordo flessibile di nuova generazione

il sistema è composto da due elementi base: il rac-

cordo flessibile, che incor-pora agli estremi due fasce metalliche flessibili, e due flange di montaggio. il flessibile si aggancia fa-cilmente alle flange utiliz-zando solo le mani, senza l’uso di utensili. il mon-taggio e lo smontaggio del flessibile è perciò rapido, semplice e replicabile da ogni operatore.

Si tratta, quindi, di un sem-plice ma geniale sistema per collegare macchine come: ventilatori, vagli, tu-bazioni, macchine vibranti, coclee, tramogge eccetera.i suoi vantaggi rispetto ai raccordi flessibili con-venzionali sono principal-mente:- igiene: non vi è nessun

interstizio o gradino dove il prodotto possa fermarsi

- dimensionamento: estre-

mamente facile da in-stallare senza l’ausilio di attrezzi

- dimensioni standard: si adatta sempre perfetta-mente

- certificato e testato all’esplosione da un’auto-rità indipendente

- tenuta perfetta al 100% con tutti i prodotti solidi

- disponibile in diversi ma-teriali flessibili

- approvato 3-a uSDa.

accessori

L’azienda milanese Montenegro ha annunciato che dal primo mar-zo 2010 è distributrice esclusiva per l’Italia dei prodotti della società BFM Global Limited. Quest’ultima ha sviluppato, in particolare, un sistema di raccordo flessibile di nuova concezione, che sostituisce in maniera definitiva i flessibili che si fissano con fascette stringi tubo

ancillary equipment

processo di etichettatura si-gnifica occupare maggiore spazio a terra. il materiale, inoltre, può essere stressato durante il raffreddamento nello stampo o nella transi-zione tra stampo e stazione di post raffreddamento. il processo di blow moul-ding ideale e più redditizio è quindi quello che include un sistema di raffreddamen-to interno della cavità dello stampo, con un accettabile flusso d’aria, un’accettabile temperatura – non superiore a 5°c e non inferiore a -35°c - e una buona e turbolenta distribuzione dell’aria du-rante il raffreddamento. per un efficiente raffreddamen-to interno dei manufatti soffiati, Farragtech® offre due serie di iacS (internal air cooling System), con le

Il BAC (Blow Air Chiller) raffredda l’aria di processo fino alla tempe-ratura di -35ºC; perciò contiene un complesso deumidificatore, con rigenerazione senza calore, per essiccare l’aria di processo a un dew point inferiore a -40°C ed evitare che l’aria ghiacci all’interno del raffreddatore dell’aria Sistema convenzionale Sistema Bfm

fatto, ma rimane comunque una differenza di tempera-tura e questa operazione comporta sempre il rallenta-mento della produzione e la riduzione della profittabilità. includere, poi, un processo di post raffreddamento nel-la stazione di finitura o nel

Fig. 1 - L’illustrazione mostra l’importanza di una progettazione corretta dei blow valve block (blocchi valvole) e dei blow pin (aghi di soffiaggio) nella distribuzione dell’aria all’interno dei manufatti soffiati. L’esempio (A) mostra uno scambio d’aria basso o nullo. (B) e (C) presentano una distribuzione non uniforme. L’esempio (D) mostra uno scambio d’aria perfetto e una perfetta distribuzione dell’aria, come può essere ottenuta grazie al sistema IACS

quali non è raro ottenere un aumento di produttività di oltre 30%. le due serie offro-no come standard:- costi di esercizio più bassi- operatività molto semplice- elevata affidabilità- manutenzione limitata su

Bac (Blow air chiller) e manutenzione zero su chil-ler ad aria compressa BmB (Blow moulding Booster)

- roi (return of investment) inferior a 6 mesi

- attrezzatura compatta- cicli di raffreddamento mol-

to più veloci- meno distorsione sui ma-

nufatti- tasso di cristallizzazione

più basso- risparmio di materiale fino

a 10%- adatto a tutte le macchine

per estrusione-soffiaggio.

Page 44: TecnoPlast N. 2

siale di Fluke sul macchinario da testare. L’accele-rometro è a mon-taggio magneti-co e può essere installato anche utilizzando un kit di montaggio con adesivo. Un cavo di di-sconnessione rapida colle-ga l’accelerometro all’unità di test Fluke 810. Durante il funzionamento della mac-china sottoposta a controllo, l’accelerometro ne rileva le vibrazioni nei tre piani di movimento e trasmette le informazioni ottenute a Flu-ke 810. Avvalendosi di un set di algoritmi avanzati, il Tester Fluke 810 fornisce la diagnosi in formato testo della macchina e la soluzio-ne consigliata.

regolatori della serie Geflex di Gefran, collegati ai pan-nelli GF_Vedo con comuni-cazione Modbus RTU alta velocità 115K Baud, oppu-re montando direttamente sul backplane dei pannelli i moduli di I/O analogici e digitali della serie Gilogik II.GF_Promer offre flessibilità nelle architetture hardware, semplicità nella configura-zione software, immedia-tezza di informazioni con le esaustive pagine grafiche. Funzioni fondamentali co-me la gestione allarmi con acknowledge, orologio/calendario per lo start/stop automatico delle regolazio-ni, memorizzazione ricette di lavorazione, esportazione dati storici su USB, sono for-nite di serie per una flessibi-lità di utilizzo senza eguali. Tra i settori principali di applicazione si segnalano: forni per trattamenti ter-mici, camere climatiche ed essiccatori autoclave.

www.tecnoedizioni. i t44 • TecnOplast N° 2 Aprile 2010

a cura della redazioneSTRUMenTAzIOne

Alla fine di marzo Fluke Italia ha presentato un

prodotto dalle caratteristi-che uniche: il Vibration Te-ster Fluke 810. Si tratta di un’avanzata strumentazio-ne di ricerca guasti tramite l’analisi delle vibrazioni, che permette ai team di ma-nutenzione di raccogliere rapidamente i dati per dia-gnosticare e risolvere i pro-blemi meccanici con facilità e sicurezza. Il dispositivo portatile Fluke 810 è stato progettato e programmato per la diagnosi dei più co-muni problemi meccanici di squilibrio, allentamento, disallineamento e guasti ai cuscinetti di un’ampia gamma di apparecchiature meccaniche quali: motori, ventole, ventilatori, cinghie e catene di trasmissione,

accoppiamenti, pompe, compressori, macchine ad accoppiamento stretto e mandrini. Quando rileva un guasto, Fluke 810 lo iden-tifica e lo classifica in base a una scala a quattro livelli fornendo la priorità degli interventi e proponendo le riparazioni. I menu integrati sensibili al contesto offrono ai nuovi utenti suggerimenti e consigli in tempo reale.Oggi, molti addetti alla ma-nutenzione industriale de-vono rispettare condizioni molto stringenti sia di bud-get sia di tempo. Il tester per vibrazioni Fluke 810 si avva-le di un processo semplice e lineare nel registrare i guasti dei macchinari alla prima misurazione, senza richie-dere, per la comparazione, la cronologia delle misurazioni

in precedenza eseguite. La diagnosi in formato di testo, la classificazione della gravi-tà e le riparazioni consigliate aiutano gli utenti a prendere decisioni appropriate sugli interventi di manutenzione e sulla risoluzione dei proble-mi più critici. Solitamente i tradizionali analizzatori di vibrazioni e i loro relativi sof-tware sono dedicati al mo-nitoraggio a lungo termine delle macchine e richiedono corsi di formazione appro-fonditi e investimenti onero-si. Fluke 810, invece, è stato progettato specificatamen-te per i professionisti della manutenzione che devono ricercare le cause dei guasti meccanici rapidamente. Per iniziare una diagnosi mec-canica, occorre sistemare l’accelerometro TeDS trias-

GF_Promer è l’abbreviazione di “Gefran Programmer” e riassume l’obiettivo che Gefran si è prefissata: realizzare un programmatore/regolatore di set point facile e veloce da programmare e da usare per qualsiasi utente in qualsiasi settore

Facile, veloce e versatile

Quale azienda specializ-zata in progettazione e

produzione di componenti per l’automazione, sensori e azionamenti, Gefran ha sviluppato il GF_Promer utilizzando tutte le più re-centi e le migliori tecnolo-gie hardware e software: schermi grafici ad alta vi-sibilità TFT colori, ¼ VGA, con touch screen della se-rie GF_Vedo e monitor da 3,5” e 5,7”. Tra le principali caratteristiche di questo programmatore/regolatore di set point vi sono:- software grafico intui-

tivo, concepito per una

programmatore/regolatore universale

Questa tecnologia diagnostica fornisce ai tecnici della manutenzione macchine la competenza necessaria per una immediata risposta alle loro domande

Un nuovo approccio alla diagnosi dei problemi meccanici

Vibration tester

I programmatori GF_Promer sono inte-grabili in reti di supervisione con fieldbus Profibus, CANopen, Modbus TCP e per-mettono funzioni di remotazione e Web serving grazie a connessioni Ethernet sempre disponibili

immediatamente il risul-tato della programmazione

- pagine di monitor che consentono di governare il processo controllando il trend delle variabili, dei set point, i valori numeri-ci, lo stato delle uscite di

evento e degli ingres-si di consenso in un’unica videata

- pagine di visualizzazione dei canali con bargraph, dati numerici, informazio-ni sullo stato della regola-zione in corso

- possibilità di includere/escludere dalle pagine monitor (sia trend che bar-graph) qualsiasi canale, in modo da rendere la visua-lizzazione adattabile alle preferenze dell’utilizzatore con un semplice click.

Alla luce delle potenzialità di GF_Promer, un program-matore da 100 programmi con 400 segmenti e fino a 4 loop di regolazione, la sem-plicità di utilizzo caratteriz-za questo prodotto e lo ren-de tra i più intuitivi e sem-plici proposti sul mercato. La regolazione vera e pro-pria può essere svolta dai

La valutazione delle apparecchiatu-re meccaniche richiede il confronto nel tempo delle loro condizioni rispetto a una situazione di base stabilita. Gli analizzatori di vibrazioni utilizzati nel monitoraggio o nei pro-grammi di manutenzione predittiva si affidano a questa situazione di base per valutare le attuali condi-zioni e la restante durata operativa della macchina. La tecnologia dia-gnostica di Fluke 810, al contrario, analizza il funzionamento del mac-chinario e identifica i guasti compa-rando i dati vibrazionali con un set completo di indagini sviluppate in anni di esperienza sul campo

programmazione guidata e “senza manuale”

- funzioni di copia/incolla/cancella che velocizzano la programmazione

- funzioni grafiche che per-mettono di visualizzare

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a cura della redazione

www.tecnoedizioni. i t

Soluzioni configurabili e ad alte prestazioni

Il risultato è una gamma di prodotti per la misura di

pressione disponibile con tempi di consegna ridot-ti, in grado di soddisfare la maggior parte delle richie-ste degli utenti. così spiega Ian Abbott, responsabile di prodotto per i nuovi sensori: “Ora siamo in grado di co-struire i sensori di pressione in maniera personalizzata partendo da componenti standard, unendo la preci-sione e le specifiche neces-sarie a soddisfare le singole richieste. Inoltre, queste soluzioni innovative per la misura di pressione possono essere consegnate in tempi estremamente rapidi”.L’affidabile tecnologia al silicio Druck è l’anima del-la nuova piattaforma che include una completa gam-ma di sensori di pressione piezoresistivi di alta qualità, robusti e stabili. Sono state ottenute alte prestazioni senza l’utilizzo dell’elettroni-ca digitale, quindi i sensori sono particolarmente adatti per applicazioni sensibili, come quelle che richiedono bassa potenza, rumore elet-trico ridotto e una risposta

rapida. I sensori Unik 5000 sono disponibili nelle gam-me di pressione da 70 mbar (1,5 psi) a 700 bar (10000 psi). esistono tre livelli prestazionali (Industriale, Migliorato e Premium) che offrono una precisione in-clusa tra lo 0,2% e lo 0,04%. Sono disponibili numerosi attacchi di pressione e i connettori elettrici posso-no essere selezionati per adattarsi alla maggior parte degli ambienti con gamma di temperatura operativa da –55 a 125 °c. Un pacchetto di otto schede elettroniche consente una gamma di uscite adatta per la mag-gior parte delle applicazioni; inoltre, è disponibile un’ul-teriore opzione configurabi-le per consentire ai clienti di specificare l’uscita della tensione. Tutte le unità so-no caratterizzate da un’alta capacità di sovrapressione. Le applicazioni tipiche sono nel settore petrolifero e del gas, automobilistico, aero-spaziale e della generazione di energia, così come nelle apparecchiature di prova, nella pneumatica/idraulica e nelle industrie di processo.

Misure di pressione

La nuova famiglia di sensori di pressione Unik 5000 di GE Sensing & Inspection Technologies unisce l’affidabile tecnologia al silicio e la circuiteria analogica al design modulare e a tecniche produttive migliorate

STRUMenTAzIOne

Sensori di pressione della gamma Unik 5000

PUBBLIREDAZIONALE

VibroVagli

L’innovazione nei sEPARAtORINata nei primi Anni Ottanta grazie alla volontà e all’ entusiasmo dei suoi titolari, la so-cietà Erimaki si basava inizialmente su una struttura di tipo artigianale e la produzione abbracciava tutto il settore delle macchine vibranti. Ma col passare degli anni e con l’esperienza acquisita la società ha concentrato il proprio interesse e la produzione nel campo dei vibrovagli e dei separatori

Grazie alla propria specializzazione oggi Erimaki è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di vagliatura e/o separazione che si presenti nei vari settori industriali, con una tecnologia costan-temente aggiornata, pur mantenedo l’elasticità tipica delle aziende artigiane. Questo le permette di offrire prodotti di qualità a costi contenuti, di produrre macchine “su misura”, di avere tempi di consegna ridotti sia per le macchine che per i ricambi e di assicurare un’assistenza tecnica rapida e qualificata.

I vIBROvAgLI cIRcOLARII vibrovagli Erimaki costituiscono un considerabile progresso nel campo della vagliatura. Grazie alla regolazione delle bandiere sull’asse del motore e alla vibrazione tridimensionale prodotta dalle stesse, questi vibrovagli circolari permettono di setacciare, classificare, depolverizzare e filtrare una vastissima gamma di prodotti ottenendo una buona resa anche con reti fini.La vibrazione si sviluppa sia in orizzontale che in verticale e può essere regolata in tutte e due le direzioni. Di fatto i vibrovagli Erimaki si caratterizzano per la semplicità e la velocità con cui si può variare il tipo di vibrazione e, conseguentemente, il comportamento del materiale da setacciare. Inoltre, applicando un inverter vi è la possibilità di variare la velocità di vibrazione ottenendo una se-rie vastissima di tipi di vibrazioni. La conseguenza è un’estrema flessibilità nell’uso, sia con materiali solidi sia con i liquidi.Questi vibrovagli non necessitano di particolari strutture per l’installazione in quanto la parte supe-riore non trasmette alcuna vibrazione al basamento e, grazie alla semplicità di costruzione, sono molto rapidi da smontare per essere puliti o per sostituire le reti. Ogni vaglio può montare fino a quattro reti ottenendo così cinque stadi di separazione; può essere costruito in acciaio al carbonio o in acciaio inox con la possibilità di abbinare vari tipi di optional.

vAgLI cIRcOLARI A scOssELa costruzione cilindrica dei vagli circolari a scosse, modello EFJ, viene posta in oscillazione tridimensiona-le tramite un robusto albero eccentrico. Si utilizza un grosso perno con inclinazione regolabile; il movimen-to circolare orizzontale si somma a un movimento verticale facendo nascere un movimento di rotazione con parametri definiti, cioè: numero di giri, eccentricità, inclinazione radiale, inclinazione tangenziale.La particolarità costruttiva degli EFJ consente di variare tutti i parametri per poter vagliare ogni tipo di mate-riale con la velocità e quindi il tempo di permanenza desiderati. Dalla combinazione delle inclinazioni radiali e tangenziali si ottiene un movimento spiraliforme del materiale sulla rete. Le componenti vettoriali variano il

tempo di permanenza e le capacità di trattamento.I vagli EFJ vengono costruiti in vari diametri, in acciaio

o in ferro e ciascuno può portare fino a quattro piani vaglianti. Il sistema di costruzione, il parti-colare movimento assimilabile a uno scostamento orizzontale e la forma circolare, uniti all’utilizzo dei diversi sistemi di pulizia in continuo delle reti (opzionali), fanno sì che gli EFJ siano in grado di vagliare con continuità perfino quei prodotti che per l’alta finezza non possono essere selezionati con macchine di tipo tradizionale.

separatore rotativoSi tratta di un vaglio innovativo che non richiede alcuna vibrazione, bensì una rotazione del cestello a basso regime di giri; con l’aiuto di una coclea e delle barre rotanti ottiene altissime capacità produttive con reti molto fini. Nella parte anteriore e posteriore del separatore viene inserita aria compressa per tenere lontana la polvere dai cuscinetti. Nell’aria compressa non ci devono essere ovviamente tracce di olio, né di acqua. Il cambio del cestello e la pulizia del separatore possono essere effettuati senza l’utilizzo di alcun at-trezzo grazie ai due sportelli d’ispezione, uno anteriore e uno laterale. La sostituzione della rete del cestello non richiede manodopera specializzata. Il vaglio può essere fornito in acciaio al carbonio o in acciaio inox.

L’innovativo separatore rotativo messo a punto da Erimaki è di semplice installazione e non richiede nessuna struttura particolare

Vaglio circolare a scosse modello EFJ

TecnOplast • 45N° 2 Aprile 2010

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COMPOSITIJEC Innovation Awards 2010

www.tecnoedizioni. i t46 • TECnOplast N° 2 Aprile 2010

Il programma JEC In-novation Awards è sta-to creato nel 1998 con

l’obiettivo di promuovere l’innovazione e da allora ogni anno una giuria costi-tuita da specialisti interna-zionali seleziona le migliori innovazioni composite dal punto di vista tecnico, del loro potenziale commercia-le, di partenariato coinvolto, dell’impatto economico e dell’originalità. Quest’anno i vincitori sono stati selezio-nati tra le seguenti catego-rie: Ambiente e Riciclaggio, Biomateriali, Aeronautica, Edilizia e Costruzioni, Sport e Tempo Libero, Trasporti, Energia Eolica, Materie Prime, Processi e Automa-zione. Le categorie si alternano in maniera ciclica da un anno all’altro. Si registra un au-

mento in quella di Sport e Tempo Libero. L’automa-zione nell’aeronautica resta una tendenza confermata come la determinazione nell’eliminare l’utilizzo dell’autoclave per acce-lerare la produzione e la riproducibilità dei prodot-ti. Si afferma ormai anche l’integrazione dei composi-ti nell’industria edile e delle costruzioni, il che significa che designer e architetti ricorrono ormai davvero ai compositi come materiali confermati accanto a ma-teriali tradizionali come il cemento armato, l’acciaio e il legno. Le considerazio-ni di sviluppo sostenibile si sono consolidate, come risulta dalla scelta di mate-rie prime sostenibili per le fibre di rinforzo e di resine a matrice biopolimerica e

dalla preoccupazione di riciclare i materiali riuti-lizzandoli, per esempio, in applicazioni identiche o si-mili. Col crescente impiego dei compositi termoplastici questa tendenza si afferme-rà sempre di più.

Materiali sostenibili e intelligentiVincitore per la categoria Ambiente e Riciclaggio è la società danese 3xn ar-chitects con i partner prin-cipali Stageone Freeform Composite (UK) e Cowi (DK) e con una quindicina di altre aziende e associa-zioni che hanno partecipa-to allo sviluppo del progetto in concorso. Quest’ultimo prevede una struttura di-mostrativa (vedi figura 1) creata in occasione della conferenza sul clima di Co-

penhagen. L’obiettivo era creare una struttura archi-tettonica energeticamente autosufficiente a base di materiali che fanno parte del ciclo biologico e che, arrivati a fine vita, lo rein-tegrano. Questo esempio mostra fino a che punto i biocom-positi sono entrati a far parte di un’applicazione architettonica basata su componenti disponibili sul mercato. Il composito è un laminato a sandwich di bio-materiali riciclabili. Per il guscio esterno è stato utilizzato un biocomposito ottenuto da fibre di lino im-merse in una base di olio di semi di soia e di amido di mais. La struttura inter-na è costituita di fogli di sughero. Il rivestimento in gel è ricoperto da un “na-

Gli organizzatori della fiera parigina JEC Composites (13-15 aprile) annunciano i nuovi vincitori dell’edizione 2010 dello JEC Innovation Awards Programme, che quest’anno premia ben 11 imprese insieme ai propri partner

Undici innovazioni composite

Fig. 1 - L’obiettivo di questa struttura è dimostrare che l’architettura verde può essere dinamica e attiva. Diventa sempre più importante per l’industria dei compositi trovare nuove risposte al consumo energetico in fase di produzione e di riciclaggio. All’utilizzatore finale il prodotto offre una soluzione rispettosa dell’ambiente a un prezzo paragonabile ad altre strutture a sandwich in fibra di vetro

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nomateriale” che decompo-ne le particelle provenienti dall’aria e dalla pioggia ricorrendo alla luce solare e conferisce alla superfi-cie proprietà autopulenti. Il padiglione contiene un sistema di illuminazione a LED azionato da attuatori piezoelettrici nei pannelli al suolo e in quelli pieghe-voli sul tetto. L’importanza di questo progetto risiede nel fatto che dà nuove ri-sposte alle preoccupazio-ni ambientali nel caso si utilizzino, invece, fibre di poliestere, epossidiche, di vetro ecc.

Un aMMortizzatore di vibrazioni... sportive Vincitore nella Catego-ria Biomateriali è Lineo (Belgio), in collaborazione con: Artengo/Decathlon (Gruppo Oxylane, Francia), Huntsman Advanced Ma-terials (Svizzera) ed LRPMn D’Alencon (Laboratorio di Ricerca sulle Proprietà dei nuovi Materiali, Francia). Per la racchetta da tennis mostrata in figura 2 Li-neo non ha solo sviluppato un prepreg commerciale a base di lino, ma anche un processo di trattamento e di impregnazione del filo unico nel suo genere, che supera la barriera tecnolo-gica imposta dalle proprie-tà del lino. L’obiettivo finale era, infatti, quello di com-binare le proprietà ammor-tizzanti del lino con le ben note proprietà della fibra di carbonio.Ciò consente di prepara-re e impregnare su scala industriale le fibre di lino con resina epossidica e dimostra che è possibile integrare materie rinnova-bili in elementi compositi senza comprometterne le proprietà meccaniche. A questo punto si possono considerare le fibre di lino come una vera e propria fi-bra di rinforzo da utilizzarsi da sola o con fibre classiche (carbonio, vetro, aramidi-che, basalto), che conferi-scono alle strutture com-posite importanti proprietà ammortizzanti e ignifughe.

Altre applicazioni sono già in fase di sviluppo: telai di bicicletta più confortevoli, grazie alle proprietà am-mortizzanti delle fibre di lino, e maggiore sicurez-za per i trasporti pubblici ove le fibre di lino offrono anch’esse ottime proprietà ignifughe.

priMa prodUzione in serie di Una strUttUra priMaria per aereo Con un timone di direzione di 4 metri e timoni di quota di 6 metri, la società olan-dese Fokker Aerostructures (vincitore per la categoria Aeronautica) presenta la prima struttura primaria in composito termoplastico al carbonio/PPS saldata a induzione (figura 3), pro-dotta in serie per il nuovo business jet Gulfstream G650 dell’omonima società statunitense. Il design ul-traleggero è ricavato grazie a una struttura composita a polinervatura con appli-cazione di nervature con ri-vestimenti sottili (thin skin) e un robusto materiale in carbonio/polifenilensolfuro (PPS) fornito da Ticona. In genere, l’assemblaggio di una struttura a poliner-vatura è molto costoso. In questo caso invece, ricor-rendo all’assemblaggio tra-

mite saldatura si riducono considerevolmente i costi. Le nervature ottenute me-diante stampo sono saldate ai rivestimenti destro e si-nistro grazie a un procedi-mento di saldatura a indu-zione robotizzato. Utensili particolari in materiali spe-ciali consentono di limitare l’area di fusione all’interfac-cia da saldare. Rispetto alla saldatura a resistenza, la saldatura a induzione per-mette di ottenere strutture più leggere e a minor costo. Grazie a questa tecnologia sono possibili e attualmen-te allo stadio di ricerca an-che altri assemblaggi come i pannelli rinforzati di fuso-liera o bordi di entrata o di uscita di velatura.

rivestiMento MUrale antisisMa Vincitore per la categoria Edilizia e Costruzioni è l’italiana D’Appolonia SpA, in collaborazione con: Säch-sisches Textilforschung-sinstitut (Germania), APC Composit (Svizzera), Karl Mayer Malimo Textilma-schinenfabrik (Germania) e associazioni, laboratori e utilizzatori finali vari euro-pei (il progetto coinvolge 30 partner). Il composito intelligente, definito “car-ta da parati antisisma” o

“rivestimento murale anti-sisma” (in inglese: “sismic wallpaper”), viene utilizzato per rinforzare, monitorare e gestire infrastrutture civili sensibili ai terremoti (fi-gura 4). L’équipe del pro-getto ha raddoppiato i suoi sforzi dopo il terremoto de L’Aquila, che nella prima-vera 2009 ha distrutto circa 15 mila abitazioni. Si sono dovute modificare grandi macchine tessili per produrre tessuti multiassia-li costituiti da cavi a fibre ottiche intrecciati. L’orientamento, la densi-tà e il tipo di fibra tessile sono stati ottimizzati in modo da poter sopportare importanti sollecitazioni in combinazione con ma-teriali complessi associati alle infrastrutture civili e ai lavori di muratura. In questo senso le strutture tessili multiassiali sono perfettamente adeguate. Il tessuto è stato rivestito per renderlo duraturo e aumen-tare l’interfaccia di aderen-za tra il tessuto e la malta. I rivestimenti in polimero rinforzato con nanoparti-celle sono stati prodotti dai membri di questa équipe. Successivamente i tessuti sono stati applicati a una struttura con un composto di malta, potenziato a sua

volta con additivi polimerici e nanoparticelle. Questo composito contie-ne sensori incorporati che consentono di effettuare misure prima, durante e dopo gli eventi sismici. I dati servono agli ingegne-ri per controllare le nuo-ve costruzioni, valutare e quantificare il beneficio di azioni retroattive e gestire e controllare la struttura nel tempo.

rUota in carbonio per biciclette da strada La ruota Corima Aero+ MCC è interamente realiz-zata in carbonio ed è basata su un processo composito al 100% (figura 5). Realiz-zata dalla francese Corima è il progetto vincitore per la Categoria Sport e Tempo Libero. Il cerchio è in fibre UD e prepreg di taffetà al carbonio (di Hexcel Com-posites, Francia) che avvol-ge una schiuma Rohacell di Evonik, Germania. Parte del mozzo e i raggi sono anch’essi realizzati intera-mente in fibre prepreg al carbonio. Alcuni elementi sono stampati in copertura e altri sono uniti median-te un adesivo strutturale epossidico (3M). ne risulta una ruota ad alte prestazio-ni che presenta i seguenti

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Fig. 2 (a sinistra) - Oltre alla struttura della racchetta da tennis Artengo, vi sono varie altre applicazioni composite di questo progetto vincitore nella categoria biomateriali: la costruzione navale, il design, la valigeria e le applicazioni automobilistiche

Fig. 3 (sopra) - L’estate 2009 ha visto l’integrazione dei primi elementi prodotti in serie nella coda del jet Gulfstream G650. Il potenziale commerciale di questa innovazione, vincitrice nella categoria Aeronautica, può essere esteso con la produzione in serie di superfici di controllo come i timoni di direzione o di quota

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COMPOSITIJEC Innovation Awards 2010

vantaggi:- leggerezza: solo 1000 g per

un paio di ruote. La bas-sa densità della fibra al carbonio rappresenta un vantaggio considerevole

- inerzia: lo spessore del prepreg al carbonio ga-rantisce una distribuzio-ne del peso accuratissima e un cerchio leggerissi-mo, conferendo un’ot-tima inerzia durante la rotazione

- l’alta rigidità che ne con-segue e il prepreg di car-bonio UD utilizzato per i raggi conferiscono un insperato valore aggiun-to, tanto che si possono ridurre i raggi a dodici

- ottima aerodinamica, gra-zie al particolare profilo (raggio conico)

- design esclusivo: la ruota interamente assemblata e i singoli elementi che la compongono presentano una buona qualità este-tica, grazie al particolare design a 12 raggi sia per il cerchio anteriore sia per quello posteriore.

pallet ad alte prestazioni in pp rinforzato con lft nella categoria Trasporti il vincitore degli JEC Innova-tion Awards 2010 è Lomold Pty (Sudafrica), in collabo-razione con: Chuan Lih Fa Machinery Works (Taiwan), KHS Consulting (Sudafrica) e Addcomp Holland (nL) (figura 6).Lomold ha sviluppato un nuovo processo di fabbri-cazione con l’uso di LFT (Long Fibre Thermoplastic: termoplastici rinforzati con fibre lunghe). Questa tec-nologia innovativa, ora bre-vettata in tutto il mondo, sviluppa fibre lunghissime in un prodotto tridimen-sionale molto complesso e grande, stampato con un’unica colata. La fibra così ottenuta ha una lun-ghezza di oltre 20 mm (fino a 50 mm). Ciò le conferisce altissime proprietà meccaniche ren-dendo possibili strutture leggerissime e resistentis-sime a parete sottile. Grazie alle sue proprietà, il pallet LFT PP di Lomold rivolu-ziona le prestazioni dell’ac-catastamento (assenza di deformazione in presenza di grandi carichi). In sin-tesi il processo presenta i seguenti vantaggi: ottime caratteristiche meccani-che; possibilità di design

complessi con fibre lunghe; prodotti LFT ad altissime prestazioni con proprietà uniche; il sistema di pro-duzione a stampo chiuso rende possibili strutture tridimensionali assai com-plesse; polimeri sensibili all’umidità che possono es-sere elaborati senza alcun problema.

tUrbina eolica al 100% in Materiali natUrali Vincitore nella categoria Energia Eolica è la società francese LTP, in collabora-zione con le connazionali Groupe Depestele-Teillage Vandecandelaère e ACT Ener e con l’Università di Le Havre (Laboratorio On-de e Ambienti Complessi). Grazie alle sue dimensioni, la turbina eolica prodotta è in grado di alimentare si-stemi di illuminazione pub-blica. L’obiettivo è quello di fornire energia naturale con un sistema non inquinante (figura 7). La configurazio-ne di questa turbina eolica consente di produrre ener-gia in volumi e dimensioni ristrettissimi; grazie al suo sistema di controllo di si-curezza può operare anche con forte vento. Il suo mate-riale associa tessuti di lino con una matrice di PLA che lo rendono biodegradabile al 100%.

Le pale e il supporto sono stati concepiti e fabbrica-ti con il processo “lamiera composita” sviluppato ap-positamente dalla Tôlerie Plastique nell’ambito di un progetto di ricerca in colla-borazione con tre partner: LTP, Seinari e l’Università di Le Havre. La tecnologia della “lamiera composita” consiste in un processo di lavorazione a CnC e in tec-niche di assemblaggio e di lavorazione desunti dalla caldareria industriale, dalla falegnameria e dal legno. I compositi presentano le caratteristiche meccani-che occorrenti per il fun-zionamento della turbina eolica nonché la leggerez-za necessaria per garanti-re l’efficienza funzionale. La composizione naturale, inoltre, si addice perfetta-mente all’ambiente cultura-le associato alla produzione delle energie rinnovabili.

tessUti che evitano la delaMinazione I tessuti e i compositi Han-3D (figura 8) - realizzati dalle società cinesi Advan-ced Fiber Materials Tech-nologies, OCV Reinforce-ments e Shandong Shuan-gyi Group - vincono nella categoria Materie Prime. I tessuti Han-3D rappresen-tano un nuovo approccio

che usa velcro (chiusura attacca e stacca) su en-trambi i lati di fogli di fibre per produrre compositi 3D con maggiore forza interla-mellare. non interferiscono con i processi di posa 2D delle principali tecnologie di produzione dei compo-siti. Ricorrendo alle tecni-che adeguate si possono realizzare tessuti velcro in qualsiasi fibra, al carbonio, di vetro o di Kevlar. I vari risultati dei test e le analisi teoriche dimostrano che i compositi Han-3D possono accrescere la forza interla-mellare dal 50% al 100%, la forza di compressione di più del 20%, la resistenza all’impatto del 20% circa e la qualità di stoccaggio del 40%.I tessuti Han-3D possono anche aumentare in ma-niera significativa la resi-stenza alla sollecitazione, la resistenza dei fori delle viti, la forza di unione/con-nessione e la qualità dei compositi migliorando nel contempo il processo di stoccaggio grazie all’au-tomazione e alla facilità di manipolazione dei tessuti velcro. I tessuti velcro 3D sono competitivi rispetto ai compositi laminati 2D e possono essere utilizzati nel campo dell’energia, dell’ae-ronautica e nelle industrie

Undici innovazioni composite

Fig. 4 (a sinistra) - Il rivestimento murale composito antisisma è

concepito come soluzione di rinforzo per edifici e strutture

in muratura. Questa soluzione, semplice ed economica, ha

accresciuto la resistenza strutturale (carico massimo) e la duttilità

strutturale (deformazione massima) di oltre il 200%

Fig. 5 (a destra) - Nonostante l’utilizzo di software CAD, ci sono

voluti oltre 60 prototipi prima di finalizzare il design di questa

ruota. Per perfezionarne i dettagli sono state realizzate varie prove in laboratorio (su macchine) e su

strada con corridori “testatori”

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www.tecnoedizioni. i t TECnOplast • 49N° 2 Aprile 2010

automobilistica, chimica ed edile. Si ritiene che il 10-25% di tutti i prodotti compositi del mondo potrebbero es-sere fabbricati con questa tecnologia 3D.

asseMblaggio traMite adesivo strUttUrale Vincitore nella categoria Processi e Procedimenti è l’azienda belga Sabca, in collaborazione con varie società europee e con: Co-operative Research Centre for Advanced Composi-te Structures (Australia), Deutsches Zentrum Für Luft-Und Raumfahrt (Ger-mania), KTH - Università di Stockholm (Svezia) e Università di Patrasso (Gre-cia). Il dimostratore MOJO (Modular Joints for Compo-site Aircraft Components - guarnizioni modulari per componenti compositi di aerei) è una delle primissi-me strutture aeronautiche rappresentative progettate per l’assemblaggio tramite unione adesiva strutturale che conferisce particolari caratteristiche di tolleranza ai danni (figura 9).nasce dalla combinazio-ne di profili preformati, su misura per guarnizioni mo-dulari, con procedimenti di unione strutturale, com-preso il rinforzo all’esterno

dell’aereo. Le applicazioni comprenderanno pannelli rinforzati per rivestimenti di velatura, pannelli di coda verticali e orizzontali, travi flap-track, porte per cargo e aerei passeggeri e relativi telai, nonché velivoli senza pilota. La maggior parte dei componenti era fabbricata con procedimenti di infu-sione fuori dall’autoclave, come l’RTM (Resin Tran-sfer Moulding: stampaggio tramite trasferimento di resina) per i pannelli supe-riori e laterali, e di infusio-ne VARI (Vacuum Assisted Resin Infusion: processo d’infusione sotto vuoto) per i pannelli inferiori. Tenuto conto che l’unio-ne strutturale è il metodo più compatibile di unire elementi compositi, sono stati sviluppati procedi-menti con paste adesive e film adesivi che sono stati utilizzati con successo ne-gli assemblaggi. Tuttavia l’unione strutturale non è ancora comunemente ac-cettata come alternativa alla chiodatura. Pertanto ci vorranno altri progetti di dimostrazione come MOJO per presentare i benefici di costi e di rendimento di cui sopra, per contribuire a cambiare le mentalità e ottenere un maggiore con-senso che aprirà le porte

a strutture PRFC “senza chiodi”. L’unione struttura-le comporta riduzioni com-plessive di costi del 25% circa e di peso del 50%, con un risparmio di quasi 60% dei costi di assemblaggio se paragonato ai procedi-menti “black metal”.

aUtoMazione: dUe innovazioni in lizza per il priMo postoPer la categoria Automazio-ne sono stati premiati a pari merito ben due progetti in-novativi (figura 10). Il pri-mo è di Magestic Systems (Usa), in collaborazione con Lockheed Martin (Usa) e nikon Metrology (Belgio), e riguarda il procedimento CLC (Cured Laminate Com-pensation: compensazione dello spessore nei laminati vulcanizzati) - soluzione in-novativa per la fabbricazio-ne di compositi con riduzio-ne dell’utilizzo di materiale composito e aumento della resa produttiva.È stato sviluppato speci-ficamente per l’aereo da caccia F-35 (Joint Strike Fighter) per testare e cor-reggere lo spessore dei rivestimenti compositi vulcanizzati di velatura. Il procedimento CLC non è limitato alle aerostrutture. Pale per turbine eoliche, yacht giganti e automobili

stanno tutti cominciando a integrare nella loro struttu-ra materiali compositi e po-trebbero ricorrere al proce-dimento CLC per ottenere gli stessi risparmi di costi e miglioramenti di qualità. Combinando le tecnologie Laser Radar di nikon Me-trology e TruPLY Compen-sation (TPC™) di Magestic Systems (MSI), Lockheed Martin ha messo a punto un procedimento automa-tizzato destinato a produrre elementi di qualità garanti-ta, con importanti riduzioni di scarti pur mantenendo intatte precisione e faci-lità d’uso. La sinergia tra TPC™ e Laser Radar offre una soluzione senza giun-zioni per controllare le zone di spessore critico dei com-positi laminati vulcanizzati impiegati nel caccia F-35. Il sistema radar laser senza punti di contatto capta la geometria della superficie degli elementi compositi di qualsiasi misura e for-ma entro un raggio di 60 metri, senza che occorra-no l’SMR o altri obiettivi. Il TPC mette poi a confronto i dati “effettivi” raccolti dal radar laser con dati “teori-ci” desunti dalle schede di progettazione dei composi-ti. Il TPC determina quindi in quale punto l’elemento è carente dal punto di vi-

sta strutturale e di quanto. In seguito genera auto-maticamente il numero di pieghe di compensazione necessarie per costruire un rivestimento di velatura che soddisfi le tolleranze tecniche richieste. Queste pieghe vengono poi inseri-te automaticamente e vie-ne generato il programma di controllo numerico per la macchina da taglio con l’applicazione Trunest™ di MSI. In aggiunta, Tru-Laser™ View di MSI crea automaticamente dei file di proiezione laser di modo che un laser 3D può indica-re la corretta ubicazione di ciascuna piega al momento di inserirla nel rivestimento della velatura. L’elemento è ormai pronto ad essere ri-vulcanizzato per ottenere la geometria finale. Producen-do correttamente elementi compositi sin dalla prima volta, si possono ottenere risparmi immediati ridu-cendo al minimo gli scarti e perfezionando al massi-mo la precisione, la qualità dell’elemento e l’efficacia del processo.Il secondo premiato per la categoria Automazione è EADS Deutschland, in col-laborazione con SGL Kuem-pers e Airbus Operations (Germania), ideatori di una linea per la produzione au-

Fig. 6 - Attualmente Lomold sta costruendo due stabilimenti di fabbricazione del pallet Lomold (vincitore nella categoria Trasporti), uno in Cina e l’altro in Sudafrica, ma ne sono previsti anche in Australia, Usa ed Europa. Il progetto è stato sviluppato in azienda da una squadra di ingegneri ed è durato un decennio

Fig. 7 - Questa piccola turbina eolica, realizzata al 100% con materiali naturali, si installa ed è operativa facilmente, il che la rende adatta a una vasta gamma di utilizzatori, fra cui le sale comunali, le sedi di governo locale, gli utilizzatori privati e le aziende

Fig. 8 - Vincitori nella categoria Materie Prime sono i tessuti Han-3D, che evitano il problema della delaminazione e la mancanza di resistenza negli adesivi generici. Shandong Shuangyi Group ricorre a questi tessuti 3D a basso prezzo per fabbricare coperture per turbine eoliche e altri prodotti

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COMPOSITIJEC Innovation Awards 2010

tomatizzata di prestampa-ti/preforme per strutture di aerei in PRFC. EADS ha inventato un procedimento che consente di produrre strutture aeree composite di alta qualità a basso co-sto, garantendo un’ottima flessibilità di progettazione e un’eccezionale riproduci-bilità. L’obiettivo principale della linea è quello di abbas-sare i costi di fabbricazione riducendo le operazioni manuali e utilizzando prin-cipalmente materia prima a base di roving. Ciò con-sente di arrivare a un rap-porto finale “fly-to-buy” che si avvicina al 95%. La linea di lavorazione era stata pro-

gettata appositamente per la produzione altamente automatizzata di strutture aeree degli Airbus e può soddisfare i requisiti di fu-turi aerei come per esem-pio l’A30X. L’obiettivo di una produzione mensile di 30-40 aerei A30X è perfet-tamente fattibile. Il design di strutture per aerei può

variare secondo una vasta gamma di forme per sod-disfare i requisiti strutturali della fusoliera. La macchi-na è in grado di produrre strutture con diverse se-zioni e curvature incrociate alternate. Ovviamente sono svariati gli altri finalisti che hanno presentato progetti interessanti per le singole

categorie degli JEC Inno-vation Award 2010, tra cui anche qualche società ita-liana come Chismatec, con il suo nuovo materiale per la realizzazione di anime e il relativo processo di pro-duzione.

La redazione di Tecnoplast è disponibile a inviare tutto il materiale riguardante questi progetti. Altrimenti è possi-bile contattare direttamente gli organizzatori della fiera JEC Composites di Parigi (www.jeccomposites.com).

Undici innovazioni composite

Fig. 9 - Questa struttura per il settore aerospaziale è stata progettata per riunire in sé tutte le caratteristiche sviluppate nel progetto MOJO, vincitore nella categoria Processi. Combina, infatti, gli sviluppi di vari elementi che saranno poi adottati in diversi settori da utilizzatori finali diversi come: Sabca, Dassault-Aviation, Premium Aerotec, EADS Military Air Systems ed Eurocopter. Il progetto è nato nel 2006 e ci sono voluti 39 mesi per realizzarlo

Fig. 10 - I due vincitori a pari merito nella categoria Automazione. A destra: il valore aggiunto ottenuto con il procedimento CLC di Magestic Systems è un immediato risparmio di materiale (grazie al controllo preciso dello spessore), la riduzione del peso del velivolo e l’aumento della produzione. A sinistra, in alto: la linea automatizzata di EADS Deutschland, collocata nel Centro Tecnologico di Stade

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Questo meeting an-nuale attrae rego-larmente operatori

in rappresentanza pratica-mente di tutti i principali fornitori mondiali del setto-re poliolefine e di molti dei loro clienti. Sotto i riflettori dell’edizione 2009 del PePP vi erano, per esempio: • il peggioramento dello

squilibrio tra domanda e offerta di polimeri

• l’importanza crescente del supporto logistico per il trasporto dei materiali dai nuovi megaimpianti del Medio oriente verso europa e nord America

• la permanente importan-za del polietilene a bassa densità (LDPe) nelle ap-plicazioni più critiche del settore packaging

• i vantaggi della flessibi-lità dei comonomeri per fornitori e utilizzatori di polietilene lineare a bassa densità (LLDPe)

• il ruolo degli additivi nel contenimento dei costi.

nella sua presentazione in-troduttiva, relativa agli sce-nari attuali nell’industria delle poliolefine, Konrad Scheidl, vicepresidente ese-cutivo e socio di MBS, ha enfatizzato lo spostamento che sta avvenendo a livello globale della capacità pro-duttiva di poliolefine (Po). Infatti, mentre vent’anni fa, circa i due terzi di tut-ta la produzione globale di polietilene (Pe) erano situati in europa occiden-tale e nord America, entro il 2015 sarà solo un terzo e tali regioni diventeranno le maggiori importatrici di Po. Medio oriente, cina e area Asia-Pacifico vedranno tri-plicare la propria quota per raggiungere circa la metà di tutta la capacità produttiva di Po, sebbene la cina con-tinuerà a essere un grande

importatore. e tutto ciò si verifica mentre la capacità totale verrà più o meno qua-druplicata. I dati per il po-lipropilene (PP) sono molto simili.

Il “fattore surplus” è troppo elevatoAttraverso l’utilizzo del co-siddetto “fattore surplus” - dato dalla capacità no-minale meno il consumo (“offtake”), diviso la stessa capacità nominale - Schei-dl ha mostrato i rischi a cui possono andare incontro i produttori nei prossimi 4 anni. “Un buon fattore sur-plus è 10, mentre 12 è solo sostenibile”, ha affermato il vicepresidente esecutivo di MBS. e ancora, complessiva-mente, per Pe e PP, ci sono voluti circa 20 anni perché si arrivasse a un fattore 10, mentre i calcoli confermano che si supererà già il 20 nel

2013 (vedi figura 2), arri-vando a sfiorare addirittura un surplus effettivo di 40 milioni di tonnellate nello stesso anno (vedi figura 1).“Un determinato numero di impianti, per una capa-cità totale nell’ordine di 50 milioni di tonnellate/anno, risale almeno a 15 anni fa e in alcuni casi gli impianti sono tre volte più vecchi”, fa notare Scheidl. “I loro co-sti sono stati praticamente

cancellati e, quindi, tali im-pianti potrebbero, teorica-mente, essere chiusi. Ma i siti tendono a morire molto lentamente”.

l’ottene potrebbe soppIantare l’esene come comonomeroPeter Steylaerts, respon-sabile del mercato regio-nale per le alfa-poliolefine lineari di Ineos oligomers, ha presentato un’interes-sante relazione sulle sfide attuali nel mercato dei co-monomeri del polietilene. Ha indicato per esempio che, con le tensioni cor-renti nel mercato dell’ese-ne che perdurano da molti mesi, le società che offrono o utilizzano tecnologie che abilitano all’uso di mono-meri alternativi, quali l’ot-tene, potrebbero costituire

I business più importanti e i problemi tecnologici affrontati dalle industrie del polietilene e del polipropilene hanno avuto ampio spazio al congresso internazionale sulle poliolefine PePP 2009, organizzato da Maack Business Services (MBS) a Zurigo

PoLIoLeFInecongresso PePP 2009

a cura di peter Mapleston e Riccardo ampollini

Luci puntate sulle problematiche dell’industria

fIgura 1 - capacità produttiva in relazione al consumo di poliolefine, 2009-2013 (Fonte: MBS)

I fornitori di tecnologie di processo univation, lummus novolen, Ineos e chevron phillips hanno tutti presentato

le proprie relazioni all’ultima edizione della conferenza pepp

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compounding di coperion, Klaus Kapfer, ha illustrato al PePP gli ultimi svilup-pi nelle linee di estrusio-ne realizzate per i recenti megaimpianti per la pro-duzione di polipropilene e polietilene ad alta densità (HDPe). Kapfer ha riferito che negli ultimi 15 anni del secolo scorso, le capacità operative massime degli impianti “single-train” per polietilene sono più che quadruplicate, mentre per il polipropilene sono addi-rittura quintuplicate. con l’incremento delle portate è dovuta crescere anche l’affidabilità ed è aumen-tata l’esperienza operati-va. Sembra, inoltre, che la fiducia/confidenza dei progettisti di impianti sia incrementata anche di più, dato che la crescita, alme-no per ciò che concerne gli impianti per Pe, è “decol-lata” nei primi anni di que-sto secolo, con impianti da 600 mila t/anno, sei volte maggiori dei più grandi impianti operativi nel 1985. ed entro il 2013 dovrebbero entrare in funzione siti che produrranno ben 750 mila t/anno (vedi figura 3). In una sessione riguardante la tecnologia ad alta pres-sione per la produzione di LDPe e suoi copolimeri, un senior technology manager di LyondellBasell, Dieter Littmann, ha discusso della tecnologia in autoclave Lu-potech A sviluppata dalla società. Ha messo inoltre in evidenza il fatto che la tecnologia in autoclave re-sta la migliore per produrre gradi di LDPe per applica-zioni di extrusion coating.

LyondellBasell offre anche la tecnologia con reattore tubolare Luptotech t. Litt-mann afferma che quello in autoclave è un proces-so ormai ben noto ma con un significativo potenziale per ulteriori miglioramenti e, poiché vi sono molte so-miglianze tra Lupotech A e Lupotech t, le recenti inno-vazioni messe a punto per Lupotech t rappresentano una solida base anche per ulteriori sviluppi di Lupo-tech A. “La tecnologia novolen: un approccio flessibile per soddisfare le richieste del mercato attuali e future,” è poi il titolo di una rela-zione tenuta dal direttore tecnico di Lummus no-volen technology, Franz Langhauser. novolen, una tecnologia per PP basata su doppio reattore, risulta flessibile in svariati modi, uno dei quali riguarda la possibilità di utilizzare i reattori in cascata oppure in parallelo a seconda delle esigenze, consentendo co-sì ampie variazioni a livello di portata e di tipologia del polimero prodotto. È quin-di possibile produrre tutti i tipi di copolimeri e terpo-limeri, come pure ottenere un’ampia gamma di varia-zioni nella distribuzione dei pesi molecolari.

rIsolvere I problemI relatIvI aglI antIossIdantIKlauss Keck-Antoine, di-rettore esecutivo per la divisione Global Applica-tion and tech Services di

Songwon, ha parlato della sostituzione del fosfito di trisnonilfenolo (tnPP) co-me stabilizzante nel Pe e laddove e se è necessaria o raccomandata. non esisto-no restrizioni sul suo utiliz-zo, ma nP e suoi derivati possono potenzialmente formarsi a partire dal tnPP e l’uso di alcuni di questi è invece soggetto a restrizio-ni. Keck-Antoine ha quin-di mostrato che vari fosfiti possono portare a una qua-lità migliore dell’LLDPe ri-spetto al tnPP. Alla confe-renza Dubai Plast Pro 2010, organizzata sempre da MBS lo scorso marzo, egli ha poi illustrato un metodo completo per poter valuta-re meglio questi problemi dal punto di vista tecnico e commerciale. L’opinione di Keck-Antoine sui tnPP è stata poi sostenuta anche da Jonathan Hill, direttore tecnico presso la società chemtura Manufacturing, il quale ha fatto notare an-che che i fosfiti rappresen-tano di gran lunga la classe più efficace di antiossidan-ti idroperossidici seconda-ri. chemtura ha presentato anche un fosfito liquido di nuova generazione, We-ston 705, il quale è struttu-ralmente simile a un grado solido già esistente, l’Alka-nox 240. I suoi vantaggi per gli utilizzatori includono: prestazioni elevate e faci-lità d’uso, migliore qualità superficiale e durabilità dei manufatti finiti, migliore processabilità e, non ulti-mo, un costo ridotto.

www.tecnoedizioni. i t52 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

Luci puntate sulle problematiche dell’industria

PoLIoLeFIne

un vantaggio. “La domanda di esene sta probabilmente per sorpassarne l’offerta entro la seconda metà del 2011”, afferma Steylaerts. “Laddove c’è disponibilità di ottene, dunque, non è un problema muoversi verso il suo utilizzo”.Markus Gahleitner, IPR (In-tellectual Property Rights: diritti brevettuali) Group expert di Borealis, ha illu-strato invece le possibilità di applicazione del polipro-pilene Borstar per realizza-re soluzioni di “advanced packaging”. egli ha cita-to due elementi decisivi: la tecnologia di processo del PP Borstar e la tecni-ca di catalisi in emulsione Sirius.“combinando un ap-proccio scientifico ai pro-blemi di base lungo tutta la “chain of knowledge” (lette-ralmente “catena di cono-scenza”), dalla catalisi e dal processo fino alla modifica e alla trasformazione, con un’intensa comunicazione con gli utilizzatori finali dei nostri materiali, sarà pos-sibile continuare a espan-dere in modo significativo la gamma applicativa delle poliolefine”, ha concluso Gahleitner.

l’Importanza crescente del supporto logIstIco La nascita e l’espansione di nuovi centri di produzio-ne dei polimeri sta portan-do alla crescente necessità di una logistica ottimizzata per movimentare i materia-li all’interno degli impian-ti, da e verso i terminal di spedizione e verso i clienti. Proprio per questo, la con-ferenza PePP ha dedicato un’intera sessione a tale argomento, con relazioni di vari attori impegnati nel business della movimenta-zione di materiali. Harald Wilms, vicepresidente per il Business Development di

Zeppelin Silos & Systems, ha dichiarato che mentre il modello tradizionale di logistica per i polimeri ha funzionato bene all’interno di un singolo continente (principalmente trasporto per mezzo dei tIR in euro-pa e più via treno in nord America), distanze più estese richiedono al più presto elementi addizionali, quali centri di distribuzio-ne o fornitori specializzati di servizi. Wilms ha illustra-to varie tecniche di magaz-zinaggio e trasporto dispo-nibili per i collegamenti tra i produttori di poliolefine e i loro clienti più a valle, nel compounding e nel converting. Parlando delle spedizioni intercontinen-tali tramite “bulk carrier” (trasporto di grandi mas-se), ha affermato che, con l’incremento della capacità degli impianti per polimeri, la loro focalizzazione su po-chi gradi di commodity per ciascun impianto e l’export di questi polimeri verso de-stinazioni lontane, le nuo-ve concezioni di trasporto potrebbero rivelarsi econo-miche nel prossimo futuro. “ogni nave cargo può es-sere riempita soltanto fino a un massimo di 2/3 con i container di polimeri”, ha detto Wilms. “Questo pro-blema può essere superato utilizzando i “bulk carrier”, similmente ai già noti si-stemi per le spedizioni in massa tramite cargo usati per i cereali, il carbone o i minerali. toon Bruining, di-rettore marketing e Supply chain presso il Gruppo In-terBulk, concorda sul fatto che gli sviluppi del mercato stanno forzando l’industria dei polimeri a rivedere le supply chain (letteralmen-te “catene di fornitura”). “La sovraccapacità e i fra-gili “mercati volatili” attua-li richiedono supply chain agili, che siano anche eco-nomiche e portino quindi a maggiori margini di guada-gno”, ha spiegato Bruining.

lInee dI estrusIone gIgantIIl direttore generale del-la divisione Sistemi per il

fIgura 3 - gli impianti per la produzione di poliolefine continuano a crescere di dimensioni (Fonte: Coperion)Nota: I numeri all’interno delle bolle sono riferiti alle capacità degli impianti in migliaia di tonnellate/anno e (tra parentesi) in tonnellate/ora.

fIgura 2 - Il fattore di surplus riferito alle poliolefine non sarà sostenibile nei prossimi anni (Fonte: MBS)

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Ad oggi nel nostro Paese vengono prevalentemente

commercializzate bustine richiudibili con zip, con etichetta e con banda ade-siva. L’innovativa Reclosable technology di Mydrin, società italiana del grup-po Bostik, è ancora poco diffusa. L’azienda ha così deciso di presentare me-glio al mercato due nuove soluzioni adesive da adot-tare per questo sistema specifico. Grazie ad esse i converter potranno avvalersi di solu-zioni di qualità eccellente e il consumatore finale po-trà indirettamente toccare con mano i vantaggi di una tecnologia esclusiva e pratica che permette di conservare per più giorni gli alimenti in confezioni monodose.

Hot melt pressure sensitive adHesiveSono due gli esclusivi pro-dotti brevettati da Mydrin per il packaging – gli Hot Melt Pressure Sensitive Adhesives (PSA) M3156 e M550 – da adottare proprio in ambito di “Reclosable System”. Grazie alle ca-ratteristiche di “pressure sensitive” (“sensibilità al-la pressione”), le soluzioni adesive Mydrin offrono la possibilità di richiudere le confezioni assicurando il buon mantenimento e la freschezza dei prodotti conservati.Si tratta di soluzioni ade-sive altamente innovative che, utilizzate per la rea-lizzazione di film plastici prodotti tramite estrusione (come ad esempio film di oPP, Pe ecc.), mantengo-no inalterate le proprietà di ermeticità delle salda-

ture delle vaschette e, al contempo, garantiscono un’apertura facilitata dopo che il “lid” (film utilizzato come coperchio) della va-schetta è già stato aperto.Gli Hot Melt M3156 e M550 soddisfano i requi-

siti internazionali imposti dalla Food and Drug Ad-ministration statunitense: non alterano le proprietà organolettiche degli ali-menti, garantiscono la conservazione degli stessi con igiene massimo, offro-

no un’eccellente traspa-renza e assicurano ottime proprietà di richiudibilità delle vaschette. Il lid che ha impiegato l’Hot Melt PSA può offrire richiudibi-lità per un elevato numero di volte (circa 10), consen-tendo di mantenere i cibi freschi e integri per più giorni ed evitando l’uso di coperchi: la linguetta ri-chiudibile, infatti, consen-te di isolare e proteggere il prodotto, prolungando il tempo di conservazione dopo l’apertura.

le proprietà tecnicHe I prodotti Hot Melt PSA M3156 e M550 si presen-tano sottoforma di granuli e hanno caratteristiche tecniche differenti: pre-sentano diverse qualità specifiche di coesione e adesione, in grado di soddisfare le differenti ne-cessità dell’utente finale. A livello di performance tecniche l’M550 è miglio-re rispetto all’M3156 sia in termini di proprietà di coesione che di adesione. L’Hot Melt PSA M3156, per il suo Melt Index infe-riore a quello dell’M550, è invece lavorabile più facil-mente.

come avviene il processoL’Hot Melt PSA M3156/M550 viene impiegato per estrusione nella realizza-

Questa tecnologia, che permette la richiudibilità delle vaschette per alimenti, è stata messa a punto da Mydrin e rappresenta un’assoluta novità per il settore del Flexible Packaging in Italia

I vantaggi della Reclosable Technology

FLeXIBLe PAcKAGInGSoluzioni adesive

➼ figura 1

sezione di alimentazione (feed section): 50°C sezione di plastificazione (compression section): 130°Csezione di dosaggio (metering section): 150°C

Estrusione di Hot Melt PSA M3156 o M550

tramoggia (hopper) raffreddata

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www.tecnoedizioni. i t54 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

FLeXIBLe PAcKAGInG

l’offerta per il flexible packagingIn Italia il Gruppo Bostik (divisione della multinazionale petrolchimica Total) è presente con la filiale Mydrin, che si occupa di produzione e distribuzione di sigillan-ti e adesivi industriali. La società presenta un’offerta ampia e capillare, articolata in tre principali aree di business: l’Industrial Adhesives (che comprende l’area Rigid Packaging e l’area Assembly), il Flexible Packaging (prevalentemente in ambito alimentare) e il Transportation.Nell’ambito del Flexible Packaging, Mydrin dispone di un’ampia gamma di adesivi che rispondono alle esigenze del mercato alimentare, farmaceutico e industriale mirato all’accoppiamento di film (plastici, alluminio, carta, alluminio/carta). Il film viene scelto a seconda della caratteristica dell’alimento o del pro-dotto specifico e specialistico da imballare. Tutta la gamma completa comprende adesivi poliuretanici a solvente e solvent-free (senza solvente), in particolare la gamma Purbinder® e Herberts®, termofusibili, che, estrusi nel film di polietilene, permettono la realizza-zione di imballi richiudibili, soprattutto per il settore alimentare. La recente acquisizione del marchio Herberts ha consentito a Mydrin di potenziare ulterior-mente in Italia la già ampia offerta di prodotti adesivi e sigillanti dedicati al mondo del Flexible Packaging e di espandere la sua attività su un numero maggiore di paesi esteri. L’offerta è stata così integrata con nuove soluzioni dedicate ai converter del settore alimentare e non (vernici brillanti e opache, primer, vernici ter-mosaldanti e UV). La novità della serie solvent-less, è Hertberts 2KLF520/MP730, una soluzione adesiva a bassa viscosità che può essere applicata a basse temperature, permettendo alte velocità di accoppia-mento (superiori a 500 m/min). La gamma Mydrin per il settore della laminazione be-neficia anche di alcune specialità quale la tecnologia Vitel ed Estersol. Tale tecnologia è basata su speciali resine copoliestere disponibili in soluzione (con diffe-renti tipologie di solventi) e al 100% di residuo solido, che permettono di concepire adesivi e formulati che possono rispondere alle più severe esigenze del mer-cato, in termini di resistenza chimica, termica, mecca-nica, di resistenza agli UV e all’idrolisi. Inoltre, come si è visto in questo articolo, Mydrin apporta innova-zione nel settore del Flexible Packaging con la propria esclusiva “reclosable technology”, che garantisce la richiudibilità del contenitore dell’alimento grazie alla permanente adesione delle estremità. Mydrin ha recentemente inaugurato il primo Technical Center in Italia per il settore del Flexible Packaging, terzo in Europa, dopo Germania e Francia. Presso il nuovo Polo Tecnologico, che ha un’ estensione di 200 metri quadrati e si trova in provincia di Pavia - a Paro-na Lomellina - vengono gestiti tutti i controlli di qualità dei prodotti del settore prima della loro commercializ-zazione e distribuzione sul territorio nazionale e viene fornita assistenza tecnica al cliente in fase postven-dita. Sono già a disposizione presso il centro impianti pilota, veloci e altamente tecnologici, per effettuare prove e collaudi sui nuovi prodotti, prima che questi vengano distribuiti sul territorio.

mydrin in italiaI vantaggi della Reclosable Technology

zione di film poliolefinici (polietilene, polipropilene) o in altri polimeri. nell’am-bito della Reclosable tech-nology, l’Hot Melt viene

applicato tra il layer sal-dante e il layer immedia-tamente successivo. Dopo la prima apertura della vaschetta lo strato di Hot Melt PSA si divide lascian-do traccia su entrambi gli strati, garantendo così le proprietà di “appiccicosi-tà” e di ermeticità per un elevato numero di volte. In questo modo si ottengono imballi richiudibili. Mediante questa tecnica

i polimeri per i differenti strati vengono estrusi se-paratamente e quindi por-tati insieme in una testa da cui escono sotto forma di film tubolare multistrato (figura 2).Per il confezionamento de-gli alimenti, i film plastici prodotti con l’estrusione dei granuli di Hot Melt PSA sono successivamente ac-coppiati ad altri film plasti-ci stampati e non, i quali

verranno impiegati per il packaging finale. Le otti-me proprietà di richiudibi-lità sono date dal film che in precedenza ha utilizza-to l’Hot Melt PSA M3156/M550 per la realizzazione del film stesso; quest’ulti-mo deve comunque essere accoppiato a un successivo film per la realizzazione del laminato finale avente ec-cellenti caratteristiche di richiudibilità.

➼ figura 2

Il processo di coestrusione

➼ figura 3

Apertura di una confezione realizzata grazie alla Reclosable Technology

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www.tecnoedizioni. i t tecnoplast • 55N° 2 Aprile 2010

brevettidal mondo

di Emilo Vasco

In questa rubrica vengono presentati abstract riguardanti nuovi tipi di materiali plastici o compositi e relativi macchinari e tecnologie per la loro fabbricazione e trasformazione. Le informazioni riguardano i progressi più recenti in questo campo, principalmente in Europa, Stati Uniti e Giappone, e sono de-sunte direttamente da fonti specializzate: università, istituti privati o pubblici e letteratura tecnica.

Stati Uniti

Compositi a base di biopolimerila domanda di brevetto USa 20090274930 della so-cietà statunitense interna-tional Paper, pubblicata il 5 novembre 2009, riguarda la preparazione di compo-siti costituiti da una parte interna in polimero bio-degradabile, derivato per esempio dall’acido polilat-tico, e da una parte esterna in polimero di elevata sta-bilità termica. i due com-posti polimerici vengono coestrusi con formazione di articoli termoformabili caratterizzati da proprietà meccaniche e resistenza alle temperature di utilizzo e di stoccaggio superiori a quelle dei polimeri biode-gradabili utilizzati tal quali. tpl 12/010

Leghe in elastomero termoplasticoil 12 novembre 2009 è stata pubblicata la domanda di brevetto USa 20090281252, di Samsung electronics (corea del Sud), la quale riguarda la preparazione di una lega a base di ela-stomero termoplastico e resina caratterizzata da

elevate proprietà meccani-che, compresa un’elevata rigidità, proprietà questa che spesso è assente negli elastomeri termoplastici presenti sul mercato. tradizionalmente, per ren-dere l’elastomero termo-plastico meccanicamente più resistente, il polimero viene stampato a iniezione in combinazione con una resina in modo da avere un pezzo stampato rigido e nello stesso tempo elasti-co. il procedimento, tutta-via, porta alla formazione di articoli relativamente pesanti con lavorazioni che richiedono tempo e costi maggiori. inoltre, anche l’impiego di additivi, cari-che, agenti di reticolazio-ne per rendere compatibili con legami durevoli l’ela-stomero termoplastico e la resina comporta la scelta di polimeri con buona affinità chimica e rende comunque più lunghi i processi di la-vorazione.il trovato brevettato con-sente, invece, di ottenere materiali compositi a base di elastomero termoplasti-co e resina con le caratte-ristiche sopra menzionate che non devono necessa-riamente avere un’elevata affinità chimica, ma che piuttosto vengono modifi-cati per via fisica. tra gli elastomeri termoplastici

usati figurano elastome-ri termoplastici uretanici, esterei, stirenici, olefinici e ammidici. tra le resine impiegate nel-la lavorazione figurano, tra l’altro, i polimeri termopla-stici, come: Pvc, polietile-ne, polistirene, policarbo-nati, polimetilmetacrilato e poliammidi. tpl 13/010

Masterbatch poliammidici miglioratila domanda di brevetto USa 20090281210 di asa-hi Kasei chemicals, pubbli-cata il 12 novembre 2009, descrive la preparazione di un masterbatch poliam-midico mediante mescola-mento allo stato fuso di una poliammide con un conte-nuto di acqua compreso tra 0,05 e 0,2% in peso, con un composto organico avente almeno un gruppo ammidi-co, un composto del rame e un composto alogenico (diverso dal cloruro di ra-me), entrambi sotto forma di particelle.rispetto ai masterbatch poliammidici tradiziona-li, quello ottenuto in base agli insegnamenti del tro-vato brevettato è carat-terizzato da una migliore dispersione nella miscela

del composto del rame e di quello alogenico, con con-seguente minore forma-zione di depositi di rame e minori effetti di corrosione nell’estrusore o nell’appa-recchiatura di stampaggio e da un’eccellente stabili-tà durante la lavorazione. inoltre, gli articoli ottenuti, prevalentemente utilizzati nella fabbricazione di parti meccaniche per autoveico-li, presentano un’aumen-tata resistenza termica nel lungo periodo.tpl 14/010

Isolamenti termoresistenti per cavilo scorso 1° ottobre 2009 è stata pubblicata la do-manda di brevetto USa 20090246520 della società coreana lS cable, la quale concerne un sistema van-taggiosamente impiegabile per produrre materiali iso-lanti stabili termicamente per cavi elettrici. in pratica, vengono impie-gate per conferire le ca-ratteristiche isolanti due composizioni e uno strato tessuto. la prima composi-zione contiene una gomma fluorurata e un agente re-ticolante e viene applicata come strato interno per co-prire il cavo conduttore. la seconda composizio-ne comprende, oltre a un agente reticolante, un composto polimerico scel-to tra i copolimeri etilenici, i polimeri etilenici, poli-propilenici, dello stirene, i poliesteri, il polietilene clorurato e il polietilene clorosolfonato; viene appli-cata come strato esterno protettivo mentre lo strato intermedio viene ottenuto con il materiale tessuto.rispetto ai polimeri ter-moresistenti tradizionali usati per queste applica-zioni, che hanno spesso struttura prevalentemente cristallina poco flessibile,

il sistema brevettato con-sente di ottenere un’eleva-ta resistenza al calore ge-nerato dal passaggio della corrente elettrica nei cavi e di rendere gli stessi mag-giormente flessibili e più facilmente installabili.tpl 15/010

Materiali compositi per lenti ottichela domanda di brevetto USa 20090281234 della giapponese Konica minolta opto, pubblicata il 12 no-vembre 2009, descrive la preparazione di materiali ottici trasparenti vantag-giosamente impiegabili per la fabbricazione di lenti per obiettivi. in pratica, viene effettuata una miscelazio-ne allo stato fuso di un ma-teriale polimerico a base di resina termoplastica, con-tenente almeno una resina cicloolefinica, e di particel-le inorganiche di dimensio-ni volumetriche medie non superiori a 30 nanometri, in atmosfera inerte contenen-te almeno due gas scelti tra azoto, elio, neon, argo, crip-to e xeno. le lenti ottenute secondo gli insegnamenti del trova-to brevettato hanno elevata trasparenza ottica alle lun-ghezze d’onda prevalente-mente utilizzate per le lenti e non presentano fenomeni di espansione termica. tpl 16/010

eUroPa

Compositi con nanoparticelleil brevetto europeo eP 2 110415 riguarda la preparazione di nanocom-positi con l’impiego di nanoparticelle di ossidi inorganici contenenti sulla loro superficie composti polimerizzabili per via radicalica

Le nanoparticelle descritte in questa domanda di brevetto di Nanoresins, pubblicata il 21 ottobre 2009, hanno una dimensione media compresa tra 2 e 250 nanometri e presentano sulla loro superficie almeno due tipi di gruppi polimerizzabili. Con tali materiali è possibile ottenere in maniera più semplice un tipo di nanocompositi ca-ratterizzati da un forte legame tra le nanoparticelle e i copolimeri aggraffati alla loro superficie che si ottengono per via radicalica. Tra gli ossidi utilizzati figurano quelli a base di cerio, silicio, titanio, zirconio, ittrio, alluminio e antimonio. Tra i gruppi presenti sulla superficie delle nanoparticelle figurano tra l’altro i gruppi metacrilato, metilmetacrilato, vinilacetato, allilacetato e stirene. tpl 17/010

le aziende interessate ad avere ulteriori informazioni in relazione a tali materiali e

tecnologie potranno contattare direttamente la redazione di:

tecnoplasttecnoedizioni Srl

via Garbiera, 1 - 20021 bollate (mi)tel.; 02 928653.45

e-mail: [email protected]; [email protected]

che si attiverà tempestivamente per ottenere tutte le informazioni richieste, a fronte del pagamento

delle eventuali spese per il reperimento e la spedizione della

documentazione pertinente.

Page 56: TecnoPlast N. 2

È un polimero idrosolubile che si biode-grada completamente in un sistema di compostaggio, oppure in lavastoviglie o in lavatrice. Inoltre, non lascia residui nocivi (harmless significa innocuo) e si decom-pone in sostanze normalmente presenti in natura. È atossico e viene degradato da microrganismi, muffe e lieviti che sono presenti sia in ambienti artificiali – dige-stori anaerobici, processi di trattamento a fanghi attivi e sistemi di compostaggio – sia in ambienti naturali come quelli ac-quatici e il terreno.I microorganismi si cibano di Harmless-Dissolve producendo vari enzimi che interagiscono con il materiale, il quale alla fine si trasforma in anidride carbonica, acqua e biomassa. Trasparente, enorme-mente versatile e flessibile oltre che resi-

stente, può essere prodotto in molti colori e formati, stampato in full colour con in-chiostri biodegradabili e rifinito con lembo di chiusura “peel and seal” (sigillabile e pelabile). Ha avuto un enorme successo anche nel mondo dei creativi dopo che la casa produttrice ha firmato un accordo per rivestire la rivista Creative Review. Cyberpac, che vanta esperienze in campo militare, spaziale, medico e automobili-stico, è in grado di soddisfare le esigenze d’imballaggio di molteplici settori indu-striali. I suoi prodotti sono utilizzati da prestigiosi marchi di tutto il mondo.

www.tecnoedizioni. i t56 • tecnoplast N° 2 Aprile 2010

a cura della redazionemateriali

Potenziando l’uso delle poliolefine, Milliken lancia il nuovo agente rinforzante Hyperform® HPR-803, che riduce il peso e migliora la finitura superficiale. L’uso del PP si affaccia su nuovi, straordinari orizzonti

Un agente rinforzante ad alte prestazioni

in seguito alla recente de-cisione del Parlamento

europeo di definire i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove con il regolamento (ce) 443/2009, la riduzio-ne del peso si trasforma in un imperativo urgente ed ineludibile. Per aiutare le case automobilistiche ed i fornitori ad apportare ta-gli sostanziali al peso delle vetture, milliken chemi-cal, divisione di milliken & company, presenta Hyperform® HPr-803, un agente rinforzante ad al-

poliolefine

Robusto e solubile in acquaL’azienda britannica Cyberpac ha lanciato un’innovativa soluzione d’imballaggio trasparente denominata Harmless-Dissolve, costituita da un substrato cinque volte più resistente del normale polietilene e degradabile in acqua

Imballaggio plastico

poliolefina. l’Unione euro-pea richiederà ai produtto-ri automobilistici di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica nei prossimi anni, con l’obiet-tivo di raggiungere i 95 g/km entro il 2020. le case automobilistiche saranno sottoposte a sanzioni nel caso in cui non rispettino le nuove direttive. in larga misura, i veicoli più leggeri sono quelli con minor im-patto ambientale.

attualmente, materie plastiche quali le po-

Potenziali applicazioni dell’innovativo Hyperform®

HPR-803 di Milliken includono paraurti e pannelli portiere

te prestazioni per polio-lefine. rispetto ai sistemi tradizionali con cariche minerali convenzionali, il nuovo Hyperform HPr-803 riduce il peso fino a livelli del 15% e garantisce un eccezionale equilibrio fra rigidità e resistenza all’ur-to. inoltre, il nuovo agente milliken offre una finitura superficiale paragonabile ai composti caricati con talco, un risultato assoluta-mente irraggiungibile dai rinforzi con fibre di vetro tagliate. Proponendo solu-zioni costantemente inno-

vative, milliken consente ai propri clienti di migliorare la produttività, l’attrattiva estetica e le prestazioni dei propri prodotti, nonché di espandere le potenziali aree di applicazione della

rispondere alle necessità dell’industria automobi-listica e degli apparecchi elettrici. Fra i suoi vantaggi figurano:- la sostituzione di grandi

quantità di pesanti cari-che minerali, come il tal-co, con quantità inferiori senza che le prestazioni ne risultino compromesse; ciò può ridurre il peso del-le parti in poliolefina fino a livelli del 15%

- maggiore rigidità rispetto al talco ed altri minerali a carichi più elevati

liolefine svolgono un ruolo importante nella riduzione del peso dei veicoli“il polipropilene è un mate-riale versatile utilizzato con frequenza sempre maggio-re nella costruzione di com-ponenti auto interne ed esterne. Di fatto, ogni vei-colo contiene in media fra i 50 e i 70 kg di PP, a secon-da della zona geografica di produzione della vettura”, afferma Johnny netzloff, Product line manager di milliken chemical. “tut-tavia, i rinforzi tradizionali utilizzati per il PP presen-tano svantaggi evidenti, quali un aumento indeside-rato del peso o un’estetica insoddisfacente. Gli agenti nucleanti Hyper-form, invece, vengono co-munemente utilizzati per migliorare la stabilità di-mensionale, ottimizzare la produttività, incrementare le proprietà barriera e per-fezionare le proprietà mec-caniche”.il nuovo agente rinforzan-te è stato sviluppato per

Cinque volte più resistente del normale polietilene, Harmless-Dissolve si degrada in acqua o nel bidone per compostaggio

- alta temperatura di distor-sione, superiore agli alti livelli del talco

- finitura superficiale mi-gliore rispetto a quella ot-tenuta con fibre di vetro tagliate.

Utilizzando l’agente rinfor-zante Hyperform HPr-803 al posto della fibra di vetro tagliata, le case automobi-listiche potranno ampliare notevolmente le applicazio-ni del PP e di altre poliolefi-ne: se ad oggi tali materiali sono stati usati esclusi-vamente per componenti strutturali ed elettriche “nascoste”, d’ora innanzi essi potranno essere sfrut-tati per la costruzione di elementi ben visibili, come paraurti e pannelli portie-re. inoltre, abbandonando il talco e altri minerali a favore dei rinforzi creati con la tecnologia milliken, i trasformatori potranno al-leggerire sensibilmente i propri prodotti conservan-done allo stesso tempo, o addirittura migliorandone, le proprietà e prestazioni.

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magneti marelli ha scel-to il technyl® di rho-

dia per produrre in Brasile il collettore d’aria e le tuba-zioni carburante del motore della citroen c4 e della c5 2l a biocarburanti. Questa scelta riguarda anche le se-rie Peugeot 407, 307 e 308. i due partner hanno lavora-to in stretta collaborazione su questo progetto: rhodia Brasile incaricandosi di tut-te le analisi di simulazione e magneti marelli occupan-dosi della convalidazione dei pezzi.

la collaborazione intercon-tinentale delle squadre eu-ropee e brasiliane di PSa, magneti marelli e rhodia ha permesso di omologare la technyl® a 218 V30 ne-ra, poliammide 6.6 caricata con fibre di vetro, per il col-lettore d’aria e per le tuba-zioni carburante destinati al mercato brasiliano, un forte utilizzatore di biocarburanti con il sistema flex-fuel.rhodia ha già una notevole esperienza nelle applica-zioni sottocofano per i mo-tori flex-fuel. infatti, oltre

Contro la corrosione di cavi elettrici e contatti

le nuove resine sono sta-te formulate eliminando

ingredienti che possano causare la corrosione di sot-tili cavi magnetici in rame o di contatti elettrici sensibili, in componenti utilizzati in ambienti umidi e/o bagnati, per applicazioni nei settori automobilistico e industria-le. Se paragonate ai tipi standard di Zytel® Htn, le

resine eF forniscono mag-giore mantenimento della resistività di volume con esposizione all’umidità. col-laudati presso i centri tecni-ci di DuPont, i nuovi tipi eF hanno superato i test cti nelle condizioni più severe.Potenziali applicazioni in campo automobilistico in-cludono sensori incapsulati per monitorare la veloci-

tà delle ruote, pressione dell’aria o idraulica e la lo-ro trasmissione, connettori di cavi a elevato voltaggio per veicoli elettrici e ibridi. altri utilizzi comprendono componenti elettrici in cui è necessario il mantenimento di proprietà elettriche con esposizione all’umidità.come le altre resine Zytel® Htn, i nuovi tipi eF si ba-sano su copolimeri aroma-tici e mostrano eccellente mantenimento di resistenza e rigidezza a elevate tem-perature. inoltre, hanno un coefficiente di espansione

Gas refrigeranti

Un recupero corretto Si chiama EcoStar® il servizio di recupero e rigenera-zione/smaltimento gas refrigeranti offerto da Rivoira, una delle principali aziende italiane nel settore dei gas industriali

Dal 1° gennaio di quest’anno, il Regolamento Europeo 2037/2000 vieta la vendita e l’uso in manutenzione dei refrigeranti HCFC allo scopo di proteggere l’ozono strato-sferico. Tra gli HCFC, il più diffuso è il gas R-22, presente nella gran parte degli impianti di condizionamento e refri-gerazione, installati fino al 2000/2003. Tali gas dovranno essere correttamente recuperati e conferiti ad aziende autorizzate allo smaltimento di tali prodotti. A tal fine Rivoira ha predisposto un servizio, denominato RecoveryCold, per il recupero dei refrigeranti e una proce-dura per la rigenerazione o lo smaltimento di tali prodotti. Per un corretto recupero di tali gas, l’azienda mette a di-sposizione della propria clientela, direttamente o tramite la propria rete di vendita StarCold Point, dei recipienti (bom-bole da 40 l e bomboloni da 800 l per le grandi utenze) e una busta contenente le istruzioni per il corretto recupero, le etichette da applicare alle bombole e il modulo per la richiesta di ritiro del prodotto recuperato. Su richiesta del cliente le bombole saranno ritirate da una società del gruppo, che ha stipulato un Accordo di Programma con il Ministero dell’Ambiente, o da un trasportatore da loro incaricato, e portate al centro di raccolta, per essere destinate alla rigenerazione o allo smaltimento. All’atto del ritiro, il cliente riceverà la prima copia del formulario di presa rifiuto. Successivamente Rivoira, nel caso in cui il gas R-22 recuperato sia rigenerabile, effettuerà un trattamento di purificazione, al fine di riportare il refrige-rante a una qualità tale da poter essere riutilizzato per la manutenzione degli impianti esistenti (fino al 31 dicembre 2014, come prevede il Regolamento Europeo 2037/2000). L’R-22 rigenerato sarà offerto, con priorità d’acquisto, ai clienti Rivoira che avranno conferito gas R-22 recuperato; nel caso la disponibilità di tale prodotto fosse sufficiente, Rivoira offrirà il rigenerato a tutta la propria clientela.

La poliammide 6.6 di Rhodia è stata scelta per le applicazioni sottocofano nei motori a biocarburanti

Una collaborazione efficacepoliammidi

ppa

I nuovi tipi di resine DuPont™ Zytel® HTN PPA “Electrical/Electronics Friendly (EF)” offrono un potenziale di corrosione nettamente inferiore delle componenti metalliche delicate che sono a stretto contatto con i componenti stampati in resina

materiali

I prodotti DuPont™ Zytel® HTN “EF” sono disponibili per le tre serie di resine rinforzate con fibra di vetro: HTN51G, HTN52G e HTN54G; offrono una possibile soluzione in ambienti caldi e umidi in cui sono richieste minore corro-sione e maggiore mantenimento delle proprietà elettriche

tori. Zytel® Htn54G35eF offre maggiore resistenza agli urti e alte prestazioni ai cicli termici, un vantaggio per applicazioni di incapsu-lamento. entrambi i tipi Ht-n52G35eF e Htn54G35eF hanno il vantaggio di utiliz-zare la termoregolazione ad acqua degli stampi. tutte e tre le resine sono rinforzate con il 35% di fibra di vetro. i nuovi tipi Zytel® Htn van-no a completare il già ampio portafoglio di tecnopolimeri DuPont per l’incapsulamen-to di componenti elettrici ed elettronici.

termica relativamente basso che contribuisce alle ottime prestazioni complessive in componenti incapsulati co-me sensori. Sono disponibili tre nuovi tipi di resine“eF”. Zytel® Htn51G35eF offre il piu’elevato mantenimento delle proprietà con espo-sizione a lungo termine all’umidità, ad agenti chi-mici e a elevate temperatu-re, se paragonata con altre resine PPa. Zytel® Htn-52G35eF fornisce maggior fluidità per lo stampaggio di componenti con sezioni a pareti sottili come i connet-

a detenere una posizione da protagonista nelle Pa 6.6 e una lunga esperien-za in Brasile, ha sviluppato un’importante competenza nel campo della permeabili-tà, acquisita nel laboratorio interprofessionale rhodia-cnrS.

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Ancora idee per riflettere

Fra i vari oratori che si sono alternati all’ulti-mo WBF (World Busi-

ness Forum) di Milano, Gary Hamel ha avuto un approc-cio abbastanza “spiazzante”. “È l’ora della rivoluzione”, sostiene, “l’oligarchia indu-striale deve adattarsi o mo-rire”. con una forza insolita e un’impostazione che va molto oltre il management e obbliga a pensare alla socie-tà nel suo complesso, Gary Hamel descrive come le imprese debbano affrontare la strategia. non si tratta di pianificare ma di “strategiz-zare” e per questo occorre tracciare una linea diagona-le che attraversi tutta l’orga-nizzazione.La democratizzazione del processo è la chiave, e in questa definizione Hamel va anche molto oltre, fa-cendo un vero “appello” alla direzione e agli impiegati affinché accettino la sfida del cambiamento e faccia-no sentire la loro voce, allo stesso modo in cui i cittadi-ni di un paese partecipano ben oltre il semplice voto. La sua teoria non solo sviluppa la filosofia del cambiamento, ma arriva a riassumere in alcuni principi la forma per portare avanti questa “insur-rezione”.La pianificazione, sempre secondo Hamel, ha a che ve-dere con la programmazio-ne, non con la scoperta. La pianificazione, quindi, è per i tecnocrati, non per i sogna-tori. Dare ai pianificatori la responsabilità di creare una strategia è come aspettarsi che un muratore possa crea-re qualcosa di simile alla Pie-tà di Michelangelo. L’obietti-vo di Hamel non è ottenere che le persone caldeggino il cambiamento, che spesso sarebbe già un successo in tante realtà italiane, ma dar loro la responsabilità di ge-nerare il cambiamento e un certo grado di controllo sul proprio destino.L’idea della democrazia è oggi talmente falsificata e il sentimento di responsabilità dell’individuo di fronte alla comunità è talmente debole che entrambi difficilmente

si possono riconoscere ade-guatamente nello slogan “una persona, un voto”. Per scoprire le opportunità ne-cessarie per sviluppare una rivoluzione nell’industria, sarà necessario guardare al mondo in una maniera nuova, con una nuova lente. Guardare all’azienda come un insieme di capacità cen-trali e non come a un gruppo di unità di business: è que-sta la nuova ottica proposta da Hamel.Gli attivisti non sono anar-chici. La loro meta non è distruggere, ma riformare. Sanno che una popolazione non impegnata è anche vo-tata al destino che merita, allo stesso modo di un ma-nagement cauto e servile. La gente a cui importa del proprio paese o della propria organizzazione non aspetta il permesso per agire. capire che l’immaginazione e non l’investimento determina la capacità dell’organizzazio-ne di essere strategica è la nuova idea per il successo futuro.

Web marketing: tre spuntiAndreas Weigend, l’innova-tivo ex chief scientist officer di Amazon.com e speaker dell’ultimo World Business Forum, ha dato tre preziosi spunti per migliorare le pro-prie attività di marketing nel web. Idee su come mi-gliorare la strategia di web marketing con semplici pas-si subito attuabili. Anzitutto propone di prendersi un paio di ore per cercare in Google la propria azienda e per capi-re veramente cosa ne pensa il mondo. La maggioranza degli executive e dei mana-ger che lavorano nel marke-ting non lo fa, ma secondo Weigend è sempre molto importante perché aiuta ad aprire gli occhi.In secondo luogo occorre non preoccuparsi di racco-gliere tutti i dati; la prima cosa a cui pensare sono le azioni da mettere in atto. non bisogna preoccupar-si dei dati, ma di quale sia il proprio raggio d’azione. non bisogna preoccuparsi di prendere le decisioni giu-

di Enrico M. Fano

Il World Business Forum è un evento appassionante, stimolante, seducente. Scatena emozioni, nella sua spettacolarità. tante sono le idee per riflettere - cibo per la mente - indipendentemente dal fatto che le si condividano o meno

METALMECCANICA DI PRODUZIONE

La Federazione Nazionale Metal-meccanica di Produzione della Con-fartigianato è costituita dai seguenti mestieri/settori:

Meccanica e Subfornitura Dario Visconti

Elettronica Gianni Battocchio

Nautica - Norberto Foletti

Plastica/Gomma/Chimica Luigi Pizzigoni

Carpenteria Claudio Rizzolo

Carpenteria e Serramenti per l’edilizia

G.Battista Rusconi

Produzione di Armi Pierangelo Pedersoli

Coordinatore della Federazione

Dario Visconti

Segretario NazionaleRaffaele Cerminara

World Business Forum - Parte 2

Sopra: Gary Hamel è un ospite abbastanza regolare del World Business Forum

In alto, a destra: Rodrigo de Rato, ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale

In basso: Andreas Weigend, ex chief scientist officer di Amazon.com

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ste ma sincerarsi di avere al-meno due o tre alternative (il piano B). L’analisi equivale alla paralisi. occorre pensare invece a due o tre cose che si possono ragionevolmente fare, farle e solo in quel mo-mento misurarle per capire cosa va e cosa no.non bisogna preoccuparsi di analizzare i dati, ma piut-tosto di attuare nuove azioni che spesso si rivelano essere più economiche del previ-sto. Weigend, infine, sconsi-glia di curarsi di Facebook o twitter e degli ultimi trend, ma suggerisce di focalizzar-si sulla chiave del successo che è rappresentata dalle aspettative dei clienti nei confronti delle informazioni che generano e sulle quali hanno delle aspettative nel breve e non nel lungo pe-riodo.

La preghiera deLLa serenitàUn altro oratore di pregio all’ultimo WBF è stato Rodri-go de Rato. ex direttore ge-nerale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e “past” vicepresidente del Governo e Ministero dell’economia e dell’Industria in Spagna dal 1996 al 2004. Rodrigo de Rato è una delle personalità con maggior prestigio sulla scena internazionale. Sostie-ne che suonano ancora mol-to attuali alcune parole di un suo precedente discorso, te-nuto il 19 luglio 2007 in occa-sione del seminario “the Fu-ture of the World economy” presso la european Ideas network and International Republican Institute (Wa-shington, Dc). Vediamone gli spunti più interessanti.“La cosiddetta “preghiera della Serenità”, scritta dal teologo tedesco Reinhold niebuhr, recita così: “o Dio, dacci la serenità per accettare quello che non si può cambiare, il coraggio di cambiare quello che va cambiato e la saggezza per distinguere l’uno dall’altro”. È stata una guida e un con-forto per soldati e alcolisti, potrebbe esserlo anche per i politici mentre pensano al futuro, in particolar modo a

quello dell’economia mon-diale”.esistono alcune cose che non possiamo cambia-re: le leggi della scienza e dell’economia, il comporta-mento degli altri e parte dei nostri desideri e delle nostre preoccupazioni. ci sono, tuttavia, molte co-se che invece possiamo cambiare, se ne abbiamo il coraggio. e occorre la sag-gezza per sapere ciò che va cambiato e come dovremmo provare a ottenere tale cam-biamento. Questa saggezza ci serve perché ciò che sa-rà l’economia mondiale nel lontano futuro dipende in massima parte da cosa fare-mo nel prossimo futuro e da cosa facciamo oggi.Sono diverse le questioni politiche per le quali vale questo discorso. “oggi mi concentrerò”, ha continua-to de Rato, “su un paio che sono particolarmente delica-te per i politici in europa e Stati Uniti: il cambiamento demografico e gli effetti della globalizzazione. Per quanto riguarda il primo, in molti paesi l’aspettativa di vita è in crescita mentre calano i tassi di natalità. Questi so-no generalmente sviluppi ben accolti. Le persone vi-vono più a lungo e in salute ed esercitano la libertà di avere o non avere bambini. Gli effetti economici di tali sviluppi potrebbero essere tuttavia pericolosi”.Le popolazioni più anziane tendenzialmente produco-no meno, perché la forza lavoro attiva è una parte minoritaria. Per esempio, nell’area dell’euro ci sono oggi 4 persone nella fascia d’età 15-65 per ogni ultra-sessantacinquenne. entro il 2050 ci si attende che que-sta proporzione diventi di 2 a 1. Il peso dei sistemi sanitari sarà maggiore perché molta gente invecchierà e il costo medio dell’assistenza sani-taria aumenta con l’avan-zare dell’età delle persone. Appositi studi indicano che i cambiamenti demografici porteranno a un incremento del 2-3% del Pil per la spesa medica tra il 2000 e il 2050.

Anche i sistemi pensioni-stici ne risentiranno. Il pas-saggio verso un sistema contributivo definito, come fanno diversi paesi e dato-ri di lavoro privati, riduce il rischio finanziario del piano pensionistico ma aumenta il rischio per i lavoratori di percepire una pensione in-sufficiente. Quello demografico è il tipi-co esempio di un cambia-mento per il quale i governi possono fare poco, non che dovrebbero fare qualcosa. tuttavia esistono determi-nate azioni da intraprende-re per anticipare e gestire gli effetti economici dei cambiamenti demografici. I governi, ad esempio, posso-no attuare riforme strutturali per incrementare la produt-tività, di modo che una forza lavoro relativamente piccola sia in grado di produrre di più. Riforme del mercato del prodotto come: riduzione delle tariffe e delle barriere giuridiche, apertura dei mer-cati alla concorrenza e misu-re per creare un ambiente più favorevole al business, tutto ciò può aumentare la produttività. Anche il set-tore finanziario può essere riformato, specialmente per quanto riguarda l’integrazio-ne, un’area in cui negli ulti-mi anni l’europa è rimasta indietro rispetto agli Stati Uniti.I governi delle nazioni in cui la popolazione invecchia ri-ducono l’inadeguatezza del-la forza lavoro incoraggiando l’immigrazione e attuando politiche per l’integrazione all’interno della loro società. “La riforma delle pensioni è nell’agenda di molti paesi”, ha detto Rato. “L’età pensio-nabile aumenta in Francia, Italia e Giappone e negli Stati Uniti la normale età di pensionamento per la sicu-rezza sociale è gradualmen-te passata da 65 a 67 anni dopo le proposte del 1983 della commissione Green-span. considerando l’allun-gamento dell’aspettativa di vita, l’innalzamento dell’età pensionabile sembra avere senso: tuttavia i governi fa-rebbero bene ad affiancare

a tali misure una riforma del mercato del lavoro, per mi-gliorare le opportunità lavo-rative di giovani e anziani, i cui tassi di disoccupazione sono ancora elevati in gran parte d’europa”.Passando a parlare degli effetti della globalizzazione, de Rato ha affermato: “e’ un’altra importante que-stione del nostro tempo. La globalizzazione ha mi-gliorato le vite di miliardi di persone, espandendo il commercio, aumentando il volume di affari, allargando le opportunità economiche. La globalizzazione finanzia-ria, fenomeno più recente, inizia però ad avere un im-patto fortissimo, ampliando la gamma di investimenti disponibili e dando alle per-sone una maggiore libertà e l’opportunità di mettere a frutto i propri risparmi diver-sificando. non è un caso se il mondo si trova a vivere il periodo di crescita più lungo dagli anni Settanta. Dovremmo anche tenere a

mente le conseguenze di-stributive della globalizza-zione. Il Fondo ha consiglia-to ai paesi e alle economie emergenti di bilanciare la liberalizzazione di mercati e commercio con misure in grado di migliorare la distri-buzione dei profitti. Il nostro suggerimento prevede re-ti per la sicurezza sociale, una spesa più efficace per l’istruzione, che migliori le opportunità di uguaglianza e renda più flessibili le forze lavoro. ci sono valide ragioni se le persone con un buon livello di istruzione e disponibi-lità di capitali beneficiano maggiormente della globa-lizzazione. Il supporto poli-tico alla globalizzazione sarà sostenuto solo se i governi adotteranno politiche che ne diffondano largamente i benefici”. conclude de Rato: “Dobbiamo essere preparati, così come pure tutti gli sta-ti di europa e Stati Uniti, a fronteggiare i problemi con saggezza e coraggio”.

Compensazione Crediti iva

Le complesse procedure per certificare le com-pensazioni dei crediti Iva superiori a 15mila euro richiedono un rinvio del nuovo adempimento.A sollecitarlo sono le Confederazioni dell’artigia-nato, del commercio e delle Pmi (Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confeser-centi) che chiedono al Governo e al Parlamento 1 anno di moratoria, in sede di conversione del DL milleproroghe, per evitare che gli stringenti controlli da effettuare su una ingente mole di do-cumenti e registrazioni contabili riferiti al 2009 si traducano, nei fatti, nell’impossibilità di compen-sare già dai primi mesi dell’anno i crediti Iva. Ciò comporterebbe un grave danno per gli impren-ditori che, a causa della crisi, devono affrontare problemi di liquidità.La moratoria - sostengono le Confederazioni - permetterebbe un adeguamento, nel corso del 2010, degli strumenti contabili come pure verifi-che periodiche da parte dei certificatori, evitando, così, ritardi nelle compensazioni di inizio anno.Inoltre le Confederazioni delle Pmi, pur apprez-zando la decisione dell’Agenzia delle Entrate di estendere la possibilità di certificare i crediti Iva anche a soggetti di cui non hanno tenuto diretta-mente la contabilità, auspicano un ulteriore am-pliamento delle figure professionali autorizzate ad apporre il visto e sollecitano anche l’eliminazione di ingiustificate limitazioni attualmente vigenti.

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convegni

Corsi Proplast

È online il catalogo “Plastics Academy” 2010

Da oltre dieci anni Proplast è un punto di riferimento per la formazione specialistica nel settore materie plastiche. Il primo catalogo di corsi promossi dalla Plastics Academy, su www.pasticsacademy.it, è stato pensato e progettato sulla base di un’indagine dei fabbisogni formativi svolta nel settembre 2009 con 40 aziende del settore. Il direttore scientifico A. Casale e i referenti tecnici del Consorzio Proplast - coordinati da Gianluca Capra, responsabile della formazione - hanno verificato le proposte riconoscendone l’efficacia e l’utilità.

Organizzatore: Consorzio Proplast per la promozione della cultura plasticaStrada Savonesa, 9 - 15057 Rivalta Scrivia (AL)Clara RomanoTel: +39 0131 18597.36 - 11Fax: +39 0131 18597.88E-mail: [email protected] Sito web: www.plasticsacademy.it; www.proplast.it

21-22 Aprile 2010

Rosenheim, Germania

BenediktBeurer reinraumtage 2010 sul tema “Competenze del settore plastico per il medicale e il farmaceutico” organizzato dal Kunststoff institut di rosenheim. per info: prof. peter Karlinger; tel.: +49 08031 / 892695; fax: +49 08031 / 892696; e-mail: [email protected]; sito web: www.reinraumtage.de

22-24 Aprile 2010

Anversa, Belgio

7th eurOpean thermOfOr-ming COnferenCe & parts COmpetitiOnorganizzata da Spe**

26-28Aprile 2010

InterContinental Hotel di Madrid,

Spagna

stretCh & shrink film 2010 (film estensibile e termoretraibile)per info: www2.amiplastics.com/events/event.aspx?code=c329&sec=791. organizzato da AMi ltd.*

11MAggio 2010

Cesap di Verdellino-Zingonia (Bergamo)

l’impOrtanza degli “ausiliari” nel settOre delle materie plastiChe nickerson italia (www.nickerson.it), con la collaborazione di cesap, offre una giornata di approfondimento tecnico sull’importanza di un corretto utilizzo delle apparecchiature comple-mentari che, sebbene siano chiamate “ausiliari”, costituiscono spesso un elemento fondamentale per ottenere elevati standard di qualità nella lavora-zione delle materie plastiche. per informazioni: tel. 035 884600;e-mail: [email protected]; sito web: www.cesap.com .

11MAggio 2010

Iowa State University, città di Ames (Iowa,Usa)

midwest BiOpOlymers and BiOCOmpOsites wOrkshOp per info e registrazione: www.biocom.iastate.edu/workshop. contatti: David grewell (Agricultural and Biosystems engineering), +1 (515) 294-2036, [email protected]; peggy Best (center for crops Utilization research), +1 (515) 294-1646, [email protected]; ed Adcock (Agriculture and life Sciences communication Service), +1 (515) 294-2314, [email protected].

16-20MAggio 2010

Orlando in Florida (Usa)

anteC™ 2010Una delle più importanti conferenze tecniche mondiali del settore. orga-nizzata da Spe**

17-18MAggio 2010

Hotel Marriott di Amsterdam, Paesi Bassi

“implementing the glO-Bally harmOnized system (ghs) in the eu”Workshop organizzato da ciba expert Services per la classificazione e l’eti-chettatura futura dei prodotti secon-do le norme gHS. per info e registra-zione: www.ciba.com/ghs_amster-dam10.pdf. contatti: congress plus gmbH, rosemarie B. Marty; tel. +41 61 683 1380; fax: +41 61 683 1383; e-mail: [email protected]

17-19MAggio 2010

JW Marriott Hotel di Dubai, Emirati Arabi

middle east plastiC pipes 2010conferenza internazionale sul mercato e sulle tecnologie relative all’utilizzo di tubazioni in plasti-ca nell’edilizia. per info: www2.amiplastics.com/events/event.aspx?code=c331&sec=828. organizzata da AMi ltd.*

17-19MAggio 2010

Emirates Stadium di Londra

fOrum gil 2010Un evento unico per i ceo e i manager che intendono esaminare le loro rispetti-

*per ulteriori informazioni sugli eventi ami:

Applied Market information Sally Humphreys, Business Development

Managertel: +44 (0) 117 924 9442, Fax: +44 (0) 117 311 1534

Sito web: www.amiplastics.com e-mail: [email protected],

[email protected], [email protected]

**per ulteriori informazioni sugli eventi spe:

Society of plastics engineers europe eric Sasselaan 51, Be-2020 Antwerpen,

BelgiumYetty pauwels

tel.: +32 3 541 77 55 - Fax: +32 3 541 84 25e-mail: [email protected] web: www.speeurope.org

www.e-t-d.org

ve posizioni nell’industria e beneficiare di svariate opportunità di collaborazio-ne; esperti provenienti da vari settori industriali illustreranno: “best practice”, strumenti e strategie aziendali. per info: chiara carella, resp. comuni-cazione di Frost & Sullivan, tel. +44 (0) 207 3438314; e-mail: [email protected]; sito web: www.frost.com.

20 MAggio 2010

Hotel Holiday Inn dell’aeroporto di Bruxelles, Belgio

the plastiCs industry strategy seminar 2010 (le strategie dell’industria delle materie plastiche)per info: www2.amiplastics.com/events/resources/programme/the%20plastics%20industry%20Stra-tegy%20Seminar%20-%20Brussels.pdf. organizzato da AMi ltd.*

2-3giUgno 2010

Hotel Hilton City Avenue, Filadelfia (PA), Stati Uniti

prOfiles 2010per info: www2.amipla-stics.com/events/event.aspx?code=c325&sec=712. organizzato da AMi ltd.*

14-15giUgno 2010

Giugno 2010Zurigo, Svizzera

pepp 2010 (Conferenza su polie-tilene e polipropilene)organizzata da Maack Business Ser-vices. per informazioni: peter Maple-ston (program Development Manager, SpF/pepp), [email protected]; tel/fax: +39 0322 218 741.

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fiere

Surface Expo: sottoscritto l’accordo con Parts2Clean La fiera italiana Surface Expo, dedicata interamente alla filiera della finitura e in programma a Bergamo Fiera Nuova dal 15 al 18 settembre 2010, sarà anche un grande appuntamento internazionale. Con la Germania è stato aperto un rapporto diretto con i colleghi di Parts2Clean, la più importante fiera del Lavaggio Industriale

d’Europa. La pulizia di una superficie è una delle tecnologie di base della finitura, comune a tutti i cicli e presente in tutti i processi di finitura. Parts2Clean e Surface Expo hanno firmato un accordo di collaborazione che prevede innanzitutto una mostra collettiva tedesca all’interno di Surface Expo 2010 e una collettiva italiana in occasione di Parts2Clean 2010, in programma a Stoccarda dal 12 al 14 ottobre 2010. L’accordo stabilisce poi la reciproca rappresentanza all’interno dei rispettivi paesi: Surface Expo rappresenterà Parts2Clean in Italia, mentre in Germania Parts2Clean farà la stessa cosa nei confronti di Surface Expo. Nonostante la crisi economica del 2009, la posizione consolidata di Parts2Clean ha permesso all’evento di confermare il livello boom del 2008,

sia come numero di espositori sia come numero di visitatori. La manifestazione dell’anno scorso ha visto la partecipazione di oltre 230 aziende provenienti da 17 paesi. I visitatori sono stati circa 4350, provenienti da 40 paesi e quattro continenti. “Il fine della collaborazione è sostenere le aziende di piccole-medie dimensioni nella fase di presentazione e commercializzazione dei prodotti in Germania o in Italia”, ha dichiarato Hartmut Herdin, direttore generale di Parts2Clean. Ma non è tutto: da fine aprile 2010 è attivo lo Sportello Russia all’interno della segreteria di Surface Expo. L’iniziativa è prodromica alla realizzazione della versione russa della fiera, prevista per il prossimo anno a Yaroslav.

15-18 settembre 2010

Finitura: partnership italo-tedesca

Surface Expo 2010 Ente Fiera PromobergVia Lunga c/o Fiera Bergamo24125 BergamoTel.: +39 035 32309.11Fax: +39 035 32309.10E-mail: [email protected] web: www.surfaceexpo.eu

Parts2Clean fairXperts GmbHHauptstrasse 772639 Neuffen, GermanyTel.: +49 (0)7025 8434-0Fax: +49 (0)7025 8434-20E-mail: [email protected] web: www.fairxperts.de www.parts2clean.com

19-22 APriLe 2010

Shanghai, Cina

Chinaplas 2010, fiera organizzata da Adsale exhibition services in collabo-razione con messe Düsseldorf china. adsale Exhibition services, Hong Kong tel: (852) 2811 8897fax: (852) 2516 5024e-mail: [email protected] sito web: www.chinaplasonline.com Messe Düsseldorf Chinashanghai office tel: (86 21) 5027 8128 fax: (86 21) 5027 8138 e-mail: [email protected] sito web: www.mdc.com.cn

4-7mAGGio 2010

Milano, Italia

Bias (biennale internazionale dell’Automazione, strumentazione, microelettronica e ict per l’industria) e Fluidtrans Compomac (biennale internazionale di trasmissioni di Po-tenza fluida e meccatronica) e Me-chanical power transmission & Motion Control (biennale interna-zionale di trasmissioni meccaniche, motion control e meccatronica). segreteria organizzativa bias Piazzale carlo magno, 120149 milanotel.: +39 02 499762.15 / 39fax: +39 02 499762.51

Nella foto in alto: Giovanni Bonfiglio, presidente di Surface Expo, e Hartmut Herdin, direttore generale di Parts2Clean, firmano l’accordo di partnership

e-mail: [email protected] web: www.fieremostre.it

13-16mAGGio 2010

Il Cairo, Egitto

plastex, 12a esposizione internazio-nale arabo-africana per le industrie delle materie plastiche. organizzatore: AcG-itf41 st. no. 269, new maadi cairo, egypttel.: +202 275 38 401fax: +202 275 38 323e-mail: [email protected] [email protected] web: www.plastex-online.com - www.acg-itf.com

25-28mAGGio 2010

Kielce, Polonia

plastpol, 14a fiera internazionale sulla trasformazione delle materie plastiche.organizzatore: targi Kielceul. Zakładowa 1, 25-672 Kielcetel.: +41 365 12 22 - fax: +41 345 62 61e-mail: [email protected] web: www.plastpol.com oppure www.targikielce.pl

8-11GiUGno 2010

Rimini, Italia

packology, Prima edizione della fiera del packaging dei costruttori italiani. organizzatori: rimini fiera spA e Ucima (Unione costruttori italiani macchine Automatiche per il confe-zionamento e l’imballaggio) Project manager: flavia morelli (0541 744111; [email protected])tel.: 0541 744.506/613fax: 0541 744.829e-mail: [email protected] web: www.packologyexpo.com

24-27GiUGno 2010

Bangkok, Thailandia

Interplas thailand, 19a fiera inter-nazionale per l’industria delle materie plastiche, presso il centro bitec di bangkok.organizzatore: reed tradex company32nd fl., sathorn nakorn tower 100/68-69 north sathorn road

silom, bangrak, bangkok 10500 thailandtel.: +66 2686 7299 - 7222fax: +66 2686 7288 e-mail: [email protected] - [email protected] sito web: www.interplasthailand.com

27-3 ottobre - noVembre 2010

Düsseldorf, Germania

K 2010, la fiera leader nel mondo per la lavorazione di plastica e gomma.organizzata da: messe Düsseldorf GmbHcontatto per l’italia: Honegger Gaspare srlVia f. carlini, 1 - 20146 milanotel.: 02/477914.1 - fax: 02/48953748e-mail: [email protected] oppure [email protected] Website: www.k-online.de oppure www.tradefair.it

3-6 noVembre 2010

Rimini, Italia

Ecomondo, 14a fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, presso rimini fiera. organizzata da:rimini fiera - Via emilia 15547921 rimini (rn)Per info: Alessandra Astolfi, respon-sabile di manifestazionetel.: 0541 744.492 fax: 0541 744.475e-mail: [email protected] web: www.ecomondo.com oppure www.riminifiera.it

17-20 noVembre 2010

Guangdong, Cina

DMp 2010, 12a edizione della fiera china Dongguan international mould, metalworking, Plastics, Packaging and rubber, presso il centro esposi-tivo GD modern international di Hou-jie, Dongguan, Guangdong.organizzatori: Paper communication exhibition services e Dongguan ma-chinery Associationcontatto per l’italia: edicommex - marinella crocicell. +39 339 3829681 skype: marinella339e-mail: [email protected][email protected] web: www.dmpshow.com

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parametrizzazioni e calibrazio-ni di tutti i processi del software P2A sul PC. Senza aprire il tra-smettitore, è possibile collega-re lo strumento di riferimento testo 400 o testo 650 tramite un adattatore. Pochi passaggi nel menù dello strumento di riferimento sono sufficienti per calibrare il trasmettitore. Si ot-terranno così misure precise e affidabili, oltre al risparmio sui costi di esercizio e manuten-zione. I trasmettitori testo sono ideali per il monitoraggio e la regolazione dell’aria ambiente in reparti di produzione e stoc-caggio, macchine e impianti di condizionamento, laboratori e altri edifici pubblici e privati.

▶ SISTEMA MULTIPLO ◀

DOSAGGIO DI COLORANTE E

DI MASTERBATCH CON UN UNICO SISTEMA

L’azienda tedesca Novosystems ha rinnovato in maniera radicale la sua pompa WB4000, crean-do un sistema per il dosaggio del colore liquido in grado di trattare anche masterbatch in granuli. Questa innovazione rivoluzionaria consente ai pro-duttori di materie plastiche di dosare il colore liquido e ali-mentare il granulato da colora-

re utilizzando un unico sistema di dosaggio. Questo sistema multifunzionale, presentato in anteprima assoluta alla fiera Fakuma, si basa sulla pompa WB4000, combinata con uno speciale dispositivo per l’ali-mentazione del granulato, bat-tezzato ZHD 2000 Easy Feed.La collaudata pompa WB4000 funge da unità di azionamento e nella modalità masterbatch insieme con ZHD 2000 Easy-Feed consente l’alimentazione e il dosaggio di microbatch,

masterbatch, granulati e rigra-nulati. Una speciale connessio-ne flangiata garantisce la pos-sibilità di passare con rapidità e facilità dall’alimentazione di granuli al dosaggio di coloranti liquidi e viceversa. La WB4000 consente così un dosaggio pre-ciso con variazioni minime, ga-rantendo al tempo stesso consu-mi ottimizzati e una qualità del colore elevata sia con i colori liquidi sia con i granulati. Quindi il sistema consente, per la prima volta, di scegliere se utilizzare coloranti liquidi o solidi. Questa possibilità risulta particolarmente interessante dal punto di vista dei trasformatori contoterzisti, in cui gli operatori devono soddisfare le specifiche imposte dai clienti per quanto riguarda i coloranti. Per ciò che concerne il volume di alimenta-zione, il dispositivo ZHD 2000 Easy Feed si colloca al pari di altri sistemi di alimentazione disponibili sul mercato e può essere regolato in maniera fles-sibile, a seconda che si debba-no processare piccole o grandi quantità di materiale, in base ai requisiti di produzione.La gamma delle capacità pre-stazionali offerte dal sistema di dosaggio WB4000 copre le modalità sia di iniezione che di estrusione, con monitoraggio dei volumi di dosaggio e delle quantità rimanenti. Il dispositi-vo WB4000 memorizza i dati

di miscelazione e dosaggio in protocolli e li salva in speciali database. Inoltre, l’unità può essere collegata ad altri sistemi di raccolta dati esistenti tra-mite cavo LAN, Blue Tooth e WLAN. Diventa così possibile apportare variazioni alle ricette utilizzando un palmare.

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Gli indirizzi web delle aziende di cui si parla

in questa rubrica sono pubblicati

a pag. 46

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indirizzi utili

AZIENDA/ASSOCIAZIONE SITO WEB PAG.AB Energy www.gruppoab.it 6

AIPE - Ass. Ital. Polistirene Espanso www.epsass.it 10

Assocomaplast www.assocomaplast.org 4

Arburg www.arburg.com 25-50

Bandera Luigi www.luigibandera.com 37

Basf Italia www.basf-italia.it 5

Battenfeld-cincinnati www.battenfeld-cincinnati.com 6

Bausano & Figli www.bausano.it 3

BFM c/o Montenegro www.montenegrosrl.it 43

BMB www.bmb-spa.com IV COP.

Canziani Plastic Machinery www.canziani.it 64

Cesap www.cesap.com 20

Cyberpac www.cyberpac.co.uk 56

Colines www.colines.it 63

Conferenza PEPP www.mbspolymer.com 51

Confartigianato www.confartigianato.it 58

Dow-Equipolymers www.dow.com 5

DS&M www.dsem.it 42

DuPont www.dupont.com 8-57

Engel Italia Srl www.engelitalia.com 36

ENI-Vinyls www.eni.it 7

Erimaki www.erimaki.it 45

Farragtech c/o Nickerson Italia www.nickerson.it 43

Federazione Gomma Plastica www.federazionegommaplastica.it 7

Finder Pompe www.finderpompe.it 41

Fluke Italia www.fluke.it 44

Gefran www.gefran.it 7-44

GE Sensing Inspection www.gesensinginspection.com 45

Gneuss www.gneuss.de 42

Henkel www.henkel.it 5

Intesa San Paolo www.intesasanpaolo.it 11

Istituto Italiano Imballaggio www.istitutoimballaggio.it 10

JEC-Mercato Compositi www.jeccomposites.com 8-46

Kabelshlepp www.kabelschlepp.it 2

Kautex Maschinenbau www.kautex-group.com 36

LyondellBasell www.lyondellbasell.com 9

Messe Düsseldorf - K 2010 www.k-online.de 16

Mydrin www.mydrin.it 53

Moretto www.moretto.com 14-I COP.

Milliken www.millikenchemical.com 56

Piovan www.piovan.com 38

Poliblend www.poliblend.it 35

Promec [email protected] 10

Prometeia www.prometeia.it 11

Proplast www.proplast.it 20-60

Regione Emilia Romagna - Tecnopoli www.regione.emilia-romagna.it 12

Rhodia www.rhodia.com 57

Rivoira www.rivoiragas.it 4-57

R.P. Injection www.toyo-europe.com 30

Sipa www.sipa.it 28

Torninova www.torninova.com 37

Turian www.turian.it 19

Ucima www.ucima.it 9

Uniloy www.uniloy.it 31

Union www.unionextrusion.it III COP.

VDMA www.vdma.org 9

Viplas www.viplas.it 24

Vomm www.vomm.it 61

Volete maggiori informazioni? Qui di seguito gli indirizzi delle aziende di cui si parla in

questo numero. Le aziende inserzioniste sono evidenziate “in rosso”.

64 • tecnoPlAST N° 2 Aprile 2010

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