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APPUNTI DI CHIMICA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI
per il primo anno di
OPERATORE PER L'ABBIGLIAMENTO
IPSIA “CAVOUR – MARCONI” PERUGIA A.S.2010/2011
Prerequisiti da acquisire con qualsisi testo di chimica: sapere effettuare misure di grandezze (massa, volume, temperatura, tempo) conoscere gli stati di aggregazione della materia e i passaggi di stato, conoscere i miscugli etrogenei ed omogenei
ARGOMENTI TRATTATI:1. Caratteristiche merceologiche e classificazione dei principali materiali tessili
1. classificazione merceologica delle fibre tessili. Caratteri morfologici - organolettici ( lunghezza, finezza, titolo)
2. caratteristiche e produzione delle fibre di origine animale1. lana2. seta
3. caratteristiche e produzione delle fibre di origine vegetale1. cotone2. lino
4. caratteri fisiologici (allergenicità, senso di caldo o di fresco)
2. elementi di chimica-fisica correlati alla lavorazione1. caratteri fisico-meccanici ( igroscopicità, comportamento alla fiamma, comportamento al calore, coibenza,
allungamento alla rottura, elasticità, resistenza a insetti e muffe, resistenza agli ossidanti, proprietà elettriche)
3. procedure e protocolli1. norme obbligatorie: cartellonistica e schede di sicurezza2. norme volontarie: Sistema di Gestione della Qualità e Procedure Operative
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CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE E CLASSIFICAZIONE DEI PRINCIPALI MATERIALI TESSILI
CLASSIFICAZIONE MERCEOLOGICA DELLE FIBRE TESSILI
Le fibre tessili sono sostanze presenti in natura o prodotte dall'uomo, di aspetto filamentoso o
fusiforme, che si prestano a essere filate e tessute sia per la loro morfologia (forma) sia per le loro
caratteristiche di resistenza, elasticità e flessibilità.
La classificazione merceologica delle fibre tessili si basa sulla loro origine.
Le fibre naturali (animali, vegetali, minerali) si trovano già in natura sotto forma di filamenti
più o meno lunghi
Le fibre artificiali sono prodotte dall'uomo partendo da materie prime polimeriche (formate
dall'unione di tanti “pezzetti detti monomeri” più corti) naturali di origine animale, vegetale o
inorganica
Le fibre sintetiche sono prodotte dall'uomo partendo da composti semplici, piccoli e sintetici
mediante reazioni chimiche di polimerizzazione (fibre poliolefiniche, poliviniliche,
poliacriliche, poliammidiche, poliureiche, poliesteri, etc..)
Proprietà delle fibre tessiliUna sostanza per poter essere considerata “fibra tessile” deve avere, oltre all'aspetto fibroso e
lungo, determinati caratteri o proprietà che la rendono lavorabile, adatta all'impiego cui è
destinata e utilizzabile dal consumatore.
I caratteri più importanti sono quelli morfologi-organolettici, quelli fisici, quelli chimici e quelli
fisiologici
• caratteri morfologici – organolettici
(sono collegati alla forma e dimensione della fibra, e alla sensazione che si prova a toccarle)
La lunghezza e la finezza di una fibra sono molto importanti sia per la lavorazione sia per la
qualità del prodotto finito.
La lunghezza si misura in millimetri mm, la finezza dipende dal diametro della fibra, si misura in
micrometri (millesimi di millimetro) μm
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Una fibra per poter essere filata deve avere una lunghezza minima di 5 mm.
Le fibre più sottili hanno un diametro di 5 μm
il rapporto lunghezza su diametro si calcola riportando le unità di misura in millimetri
così il rapporto lunghezza/diametro di un makò (varietà di cotone egiziano) che ha finezza di 24
μm e lunghezza di fibra di 12 mm si calcola:
lunghezza/diametro = 12mm/24x10-3 = 0,5x103 = 500
La finezza di una fibra si può indicare anche con il titolo che esprime il peso corrispondente ad
una determinata lunghezza di filo.
In Italia per esempio per la seta (fibra naturale prodotta come filo continuo) il titolo (Tden) è il den,
cioè il peso di 450 m di filo misurato in denari, dove il denaro un'unità più piccola del grammo e
corrisponde a 0,05g.
Più un filato è fine più il suo titolo in denari è basso.
Un ipotetico titolo di 1 den corrisponderebbe ad un filato così fine che 450 m peserebbero solo
0,05g.
Oggi nelle Norme UNI si usa il titolo (Tt).
Il peso si misura in grammi ma rapportato a 1000 m di filo e questa unità si chiama tex.
Il tex corrisponde cioè ad un filato tale che 1000 m pesano 1 g.
• caratteri fisiologici: riguardano le reazioni e le sensazioni che le fibre tessili possono provocare
sul corpo umano. I caratteri fisiologici non sono oggettivi e quindi tabulabili, ma soggettivi
cambiando da persona a persona.
Queste sensazioni sono dovute a proprietà fisiche e chimiche, vengono descritte in fondo dopo
aver parlato delle caratteristiche fisiche e chimiche delle fibre di origine animale e vegetale.
• caratteri fisici e chimici: verranno analizzati successivamente in ogni singola fibra e riassunti in
fondo in una tabella. Il comportamento chimico della fibra dipende dalla composizione chimica
della fibra stessa e cambia in modo molto marcato tra le fibre di origine animale e quelle di origine
vegetale.
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CARATTERISTICHE E PRODUZIONE DELLE FIBRE DI ORIGINE ANIMALE
Le fibre di origine animale sono di distinguono in due tipi in base all'origine:
1. da bulbo pilifero: a seconda dell'animale da cui provengono prendono nomi diversi:
1. ovini: lana
2. capre: mohair, cachemire
3. conigli: angora
4. camelidi: alpaca, vigogna
2. secretive: a seconda dell'animale da cui provengono prendono nomi diversi
1. baco da seta: seta comune
2. molluschi bisso o seta di mare
LANA
PRODUZIONE
La lana è una fibra tessile che si ricava dal vello (manto di lana) di animali ovini, caprini, camelidi,
sottoposti a tosatura.
La più commercializzata è la lana di pecora che si ottiene dalla tosa annuale (lana masserizia, a
fibra lunga) o semestrale (lana bistosa, a fibra corta) di tale ovino.
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Dal taglio annuale, a seconda della razza si può ottenere da 1 a 5 kg di lana.
Se la lana è tolta da animali macellati/morti si chiama lana di concia.
La lana appena tosata è classificata in vari modi a seconda della pulizia:
lana greggia o sucida: se l’animale non è stato lavato
lana saltata: se la pecora è stata immersa in acqua corrente e quindi il vello è stato scarsamente
lavato
lana lavata: se il vello, dopo la tosa, è stato trattato con acqua calda saponata
lana sgrassata: se si sono usati solventi per togliere la lanolina, un grasso cutaneo che aderisce
alla fibra (usato per i cosmetici)
Il valore commerciale della lana oltre che dallo stato iniziale dipende:
razza da cui è prelevata
zona del corpo da cui proviene
lunghezza e sottigliezza del pelo
elasticità, morbidezza e resistenza
RAZZE: Merinos (allevate prevalentemente in Spagna, Argentina, Australia)
Vissana e Sopravissana allevate in Italia
ZONA DEL CORPO: le lane più pregiate sono quelle che provengono dalla schiena e dai fianchi,
mentre quelle che provengono dalle zampe sono più scadenti
LUNGHEZZA E SOTTIGLIEZZA DEL PELO: le lane più valutate sono quelle lunghe o da pettine
(> cm 7). Quelle più corte (< cm 7) sono da carda .
Le più fini sono le più pregiate e hanno diametro di circa 10 micron. Quelle comuni hanno
diametro di circa 50 micron e quelle ordinarie diametro di circa 100 micron.
ELSTICITA’, MORBIDEZZA E RESISTENZA
Elasticità: proprietà dei corpi di deformarsi per effetto di forze esterne e di riprendere la forma
iniziale al cessare della sollecitazione
Morbidezza: essere di consistenza soffice, cedevole o pastosa, molle
Resistenza: sforzo contrario che si oppone all’azione dei qualcosa o qualcuno
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Struttura chimica della lana.
La lana è costituita da una proteina chiamata cheratina.
Le proteine possono essere definite “sostanze della vita” (da πρϖτοσ =primo) perché sono
presenti in tutti gli esseri viventi e sono alla base di moltissime funzioni degli organismi viventi.
Infatti compongono la parte principale di pelle, muscoli, tendini, nervi, sangue, capelli, inoltre
formano enzimi, anticorpi, ormoni.
Le proteine sono costituite dalla concatenazione più o meno lunga di 26 aminoacidi, sostanze
presenti in natura. Anche gli aminoacidi rivestono un ruolo di grandissima importanza biologica in
quanto consentono il mantenimento del peso corporeo e la crescita degli animali.
Gli aminoacidi sono sostanze che:
1. contengono nella loro molecola un gruppo funzionale aminico - NH2 e un gruppo funzionale
acido - COOH
R
NH2 CH COOH
R= catena di atomi di carbonio che è diversa in ogni aminoacido
2. hanno possibilità di saldarsi reciprocamente e fare catene di tipo polimerico facendo reagire
il gruppo acido (COOH) di una molecola con il gruppo basico (NH2) di un’altra (legame
peptidico)
H R N - CH-COOH Rappresentiamo l'aminoacido con questo simboloH
Rappresentiamo una catena di aminoacidi = proteina
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Dunque le proteine possono essere formate da centinaia o migliaia di aminoacidi e quindi:
il numero di proteine che possono esistere supera l’ordine di milioni ed è teoricamente
infinito
il carattere distintivo di una proteina non è costituito solo dalla lunghezza della sua catena
polipeptidica ma dalla sequenza degli aminoacidi che la costituiscono.
Si può dire di conoscere una proteina quando:
•si conoscono quali sono e quanti sono gli aminoacidi che la compongono, e in che sequenza
sono legati l’uno all’altro (struttura primaria)
•si conosce il modo in cui la catena di aminoacidi è sistemata nello spazio formando spirali, lamine
sfere (struttura secondaria)
la striscia nera indica i vari aminoacidi e i simboli indicano i loro radicali
catena proteica distesa e allungata (struttura primaria)
catena proteica a forma di elica (struttura secondaria)
La struttura secondaria si è formata perché esistono legami a idrogeno (H), o salini (NH3
+, COO
-)
o trasversale cistinico tra i vari radicali (R) che formano la catena proteica.
Ovviamente più numerosi sono i legami che si formano e più la catena tende a prendere una
forma contratta (a elica o arrotolata) ma più i radicali sono ingombranti più essi richiedono spazio
e più la catena tende ad assumere la forma allungata.
La forma della catena proteica è data dall’equilibrio dei due fattori esposti.
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La lana è formata da una sostanza proteica, la cheratina, disposta a forma di elica, nella cui
catena sono presenti aminoacidi solforati.
Quando si brucia emana odore di corno bruciato (la cheratina forma anche i capelli e le unghie e
le corna degli animali).
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
Se si esamina la lana al microscopio, si osservano i
peli cilindrici, ondulati e ricoperti da squamette
disposte a tegola, internamente percorsa dal canale
midollare.
Questa struttura spiega il potere coibente dei tessuti
in lana: l’aria viene trattenuta all’interno del lume
pilifero e ristagna negli spazi lasciati vuoti dai peli
che aderiscono tra di loro grazie alla presenza delle
squamette; è quindi un ottimo isolante termico.
Presenta un difetto, ossia quello di associarsi (infeltrirsi) ed ingiallire. Oggi esistono trattamenti
fisico-chimici che permettono di eliminare o ritardare questo inconveniente, inoltre può essere
attaccata dalle tarme che la possono danneggiare seriamente.
La lana è una fibra che si tinge con facilità.
CARATTERI FISICO - MECCANICILunghezza di rottura (indica la lunghezza di un provino il cui peso è uguale al carico di rottura,
cioè che si rompe per effetto del proprio peso) : 10.8 - 15 Km
Allungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel
momento della rottura.
Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza
iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard
= 30-50%, se è bagnata 35-70%
Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata, dipende da
quanti gruppi ossidrilici (OH) ci sono nella molecola della cheratina. La lana ha un elevato potere
igroscopico , può assorbire acqua fino al 30% del suo peso senza apparire bagnata.
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Comportamento alla fiamma: la lana si spegne quando si allontana la fiamma che l’ha accesa.
Emana odore di corno bruciato.
Effetto delle tarme: è attaccata
Effetto dei microrganismi. Bacilli e muffe si sviluppano sulla lana in particolari condizioni di
temperatura e umidità, soprattutto in presenza di sostanze adatte al loro sviluppo (appretti,
grassi...) La lana comunque resiste più del cotone a questo tipo di attacco.
Proprietà termiche: cattiva conduttrice del calore, è quindi ottimo isolante.
Tingibilità e coloranti usati: la fibra si tinge facilmente con molte classi di coloranti.
Proprietà elettriche: sgrassata e secca non conduce elettricità, le fibre umide invece diventano
conduttrici; la conducibilità elettrica è quindi in relazione con l'umidità contenuta.
CLASSIFICAZIONE SECONDO L'ORIGINE
I filati ed i tessuti vengono commercializzati con diverse diciture:
Pura lana: è costituita da fibre di lana al 100%, ma proviene in gran parte da stracci di lana
meccanica (rigenerata)
Pura lana vergine: i prodotti con questa denominazione sono stati confezionati con lana mai
utilizzata, proveniente direttamente dalla tosa.
CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA RAZZA
Lana Merinos: proviene da pecore Merinos provenienti da Australia, Sud Africa e Sud America. E’
una fibra lunga, sottile, morbida e soffice. E' una fibra che è molto arricciata e ha un elevaro
numero di scaglie superficiali, quindi ha un ottimo potere termocoibente.
E’ tra le migliori lane del mercato (nel Medio Evo era allevata in Spagna ed era reato punibile con
la morte l’esportazione di un capo fuori dalla Spagna)
Lana Shetland: proviene da pecore allevate in un arcipelago a Nord della Scozia. E’ una fibra
pregiata e soffice.
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Cachemire: proviene dal vello di capre
originarie del l’altipiano del Tibet, alto e
freddo. E’ una fibra molto fine, morbida
e calda. È però molto delicata, poco
resistente e si usura facilmente.
E' molto costosa.
Mohair: proviene dal vello dei capre originarie della Turchia. E’ una lana con fibra lunga, molto
liscia, lucente, molto forte, resistente all’abrasione e infeltrimento.Spesso viene mescolata con altri
tipi di lana per migliorarne le caratteristiche.
Angora: deriva dal pelo del coniglio d’Angora che viene tosato e pettinato . Ha fibra lunga,
morbida, fine e delicata che ha tendenza ad infeltrire. Dà una elevata sensazione di calore. E'
destinata a maglieria di lusso.
Lana di cammello: cammelli e dromedari forniscono una lana utilizzata per tessuti pesanti e per
tappeti. E’ molto morbida, le fibre lanose hanno lunghezza di 2,5-12 cm, diametro 10-14 micron;
le fibre setolose hanno lunghezza di 5-45 cm, diam. 30 - 120 micron
Lana di vigogna e di alpaca: si ricava da camelidi , animali ruminanti, dell’America Latina (lama,
alpaca e i loro ibridi vigogna e guanaco.) E’ usata per tessuti da cappotto, cari e ricercati, è un pelo
fine e molto morbido e soffice.
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SETAPRODUZIONE
E’ la fibra animale che si ricava dai bozzoli
dell’insetto BOMBIX MORI, volgarmente chiamato
filugello o baco da seta.
Il ciclo vitale del filugello allevato dura poco + di
due mesi. Le uova sono piccole piatte
tondeggianti, di colore giallastro e prendono il
nome di “seme dei bachi”. In Italia si fanno
schiudere in aprile, tenendole in locali a
temperatura costante di 23°C - 24°C . Dalle uova
escono i bruchi (bachi o filugelli) lunghi pochi
millimetri che cominciano a cibarsi delle tenere
foglie di gelso appena spuntate (ecco perché si
fanno schiudere in primavera!)
I bruchi sempre tenuti in locali riscaldati crescono
rapidamente e in circa 35 giorni subiscono 4 mute
(larve di 4 generazioni), cambiano cioè il
rivestimento scarsamente estensibile del loro
corpo e che pertanto va mutato man mano che
l’insetto cresce. Dopo l’ultima muta le larve di 4 a
generazione, lunghe circa 8 cm e del peso di
circa 4 o 5 gr sono “mature” cioè pronte a
rinchiudersi nel bozzolo (in cui passa per lo stadio
di “pupa” caratterizzato da un rivestimento scuro
e più coriaceo da cui fuoriescono poi nella forma
di farfalla).
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Il bozzolo viene costruito dai bruchi con la “bava” prodotta da 2 ghiandole che sboccano
all’esterno con due forellini vicini alla bocca. La “bava” è costituita principalmente da due sostanze
di natura proteica, la fibroina e la sericina che a contatto con l’aria solidificano immediatamente.
In pochi giorni i bachi costruiscono i bozzoli formati da un filo ininterrotto di seta lungo 700/800
metri in media ma che può raggiungere anche la lunghezza di 1500 metri.
LAVORAZIONE
I bozzoli sono per lo più di colore bianco-gialliccio, ma a volte giallo carico o bianchi.
Questi involucri perderebbero il loro valore economico se si permettesse ai bachi, ormai
trasformati in crisalidi, l’ultimo stadio dei lepidotteri prima di essere insetti perfetti, di diventare
farfalle, di fuoriuscire dai bozzoli perforandoli e rendendoli così inutilizzabili.
Perciò a questo punto i bachicoltori provvedono alla raccolta dei bozzoli e alla loro “spelaiatura”
che consiste nell’asportazione dello strato esterno costituito dai primi metri di filamento utilizzato
dai bachi per appendere ognuno il proprio bozzolo alle strutture predisposte dai bachicoltori.
Durante la raccolta avviene anche la “cernita” o selezione con la quale i bozzoli imperfetti
vengono eliminati.
Segue poi la “stufatura” (prima a 70°C poi a 90°C in ambiente umido) con cui vengono uccise le
crisalidi, e la “trattura”.
I bozzoli vengono immersi in acqua calda in modo
che si distacchino i capi, infatti l'acqua calda
scioglie la parte gommosa (sericina: gomma della
seta che tiene unito il bozzolo e le bavelle di
fibroina) permettendo che il filamento dello strato
intermedio del bozzolo (il più utile e prezioso), possa
essere dipanato. I bozzoli vengono toccati con una
specie di spazzolino che elimina gli strati esterni
rovinati e aggancia il filo lungo e avvolto
regolarmente nel bozzolo (“scopinatura”). Nella
“trattura” si uniscono le bave di più bozzoli così da
formare un filo più resistente che non si rompe
durante la trattura, infatti quando il filamento è fuori
dall'acqua calda la sericina si solidifica e fa
appiccicare la fibroina formando un filo più duro.
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I sotto prodotti della trattura (cascami e pezzettini corti) si trasformano in fili riutilizzabili con le
lavorazioni meccaniche che si usano per le fibre corte (apritura, cardatura, pettinatura, filatura)
Questa seta si usa per tessuti non troppo leggeri come frange, nastri, passamaneria e sono
chiamate “sete schiappe”.
Altri sottoprodotti sono quelli ottenuti dalla sfilacciatura dei ritagli dei tessuti di seta ed il prodotto
ottenuto è detto seta meccanica o shoddy.
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA PULIZIA
La SETA GREGGIA proveniente dalla trattura raramente viene usata come tale perché contiene
ancora molta gomma, è piuttosto ruvida e sporca (ma può essere utilizzata comunque per alcuni
tessuti).
In genere per ottenere il filato definitivo si sottopone la seta ad alcune lavorazioni:
"torcitura": si uniscono tra di loro due o più fili per ottenere un filato adatto alla tessitura
"lavaggio" che può essere più o meno energico:
Spesso la seta si sottopone ad un blando lavaggio e si ottiene la SETA CRUDA
Un lavaggio più energico dà la SETA SEMICOTTA
Un lavaggio completo con acqua saponata a 90°C detto "sgommatura" scioglie
completamente tutta la gomma e le sostanze grasse e cerose, mettendo in rilievo la
lucentezza della seta che così trattata si dice SETA COTTA
La seta viene venduta a peso e quindi conviene “caricarla” e una certa carica è positiva per
confezionare tessuti pesanti (rasi, taffetà, sete per cravatte perchè la seta non caricata non regge
il nodo) ma se è troppo caricata diventa fragile, perde elasticità e tenacità.
La perdita di peso dovuta alla sgommatura viene compensata con l'aggiunta di sali di stagno,
alluminio, zinco o con addizione di tannino, la seta così ottenuta si chiama SETA CARICATA.
La seta ottenuta dopo questi trattamenti viene messa in commercio come seta pura (greggia, o
cotta) e seta caricata.
Struttura chimica della setaIl filamento prodotto dal baco da seta è costituito da due proteine: la fibroina (70-80%) e la sericina
(20-28%), inoltre contiene 2-3% di sostanze grasse, cerose, coloranti e minerali. La fibroina e la
sericina sono formate da numerosi aminoacidi saldati insieme con legami peptidici. A differenza
della lana non ci sono aminoacidi solforati (non puzzano di corno alla fiamma!)
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La sericina (gomma della seta) si scioglie completamente in soluzioni bollenti di sapone mentre la
fibroina non si scioglie.
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
La seta osservata al microscopio appare costituita
come due filamenti cilindrici paralleli tenuti insieme
da una colla (la sericina) quando si tratta di seta
non sgommata; se la seta è stata sgommata appare
invece formata da sottili singoli filamenti cilindrici a
sezione trasversale prevalentemente triangolare e
risulta più lucida.
CARATTERI FISICO - MECCANICI.
Lunghezza di rottura (indica la lunghezza di un campione il cui peso è uguale al carico di rottura,
cioè che si rompe per effetto del proprio peso) : 35 - 45 Km
Allungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel
momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della
rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura
e umidità standard = 20 %
Comportamento alla fiamma: la seta ha un comportamento simile alla lana, brucia lentamente
spandendo l'odore caratteristico delle sostanze azotate in combustione. Rispetto alla lana però
brucia più facilmente e l'odore di fumi è meno marcato.
Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata, dipende da
quanti gruppi ossidrilici (OH) ci sono nelle molecole che compongono la fibra: La seta ha un alto
potere igroscopico, infatti può assorbire umidità fino a circa il 30% del prorpio peso
Tingibilità e coloranti usati: la fibra si comporta in modo simile alla lana e cioè si tinge facilmente
con molte classi di coloranti. La seta cruda può risultare colorata in base al colore delle foglie che
rimane nella sericina ( è stato visto mettendo un colorante nelle foglie!)
Proprietà termiche: è una fibra che ha caratteristiche coibenti (cattiva conduttrice di calore)
Proprietà elettriche: cattiva conduttrice di elettricità, si elettrizza per strofino, le fibre umide
diventano invece coduttrici; la conducibilità elettrica è in relazione con l'umidità contenuta.
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La mano della seta (morbidezza, flessibilità al tatto) dipende dalla sua origine, se è grezza o cotta
o caricata.
CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZA
Le sete sono prodotte in tutto il mondo ma le zone dove la produzione è maggiore e la qualità è
migliore sono:
CINA: paese di origine che ha tenuto il monopolio dal 3000 aC fino alla 550 dC quando due
monaci persiani portarono le uova dei bachi nei loro bastoni alla corte dell'imperatore Giustiniano
di Bisanzio. Oggi le sete cinesi sono meno pregiate di altre, molto tenaci ma poco elastiche.
GIAPPONE: ha antiche tradizioni di produzione di seta, la qualità è buona; si producono sete fini,
bianche con buona tenacità ed elasticità
INDIA: ha grossa produzione, ma è meno pregiata di quella giapponese
ITALIA: si producono le migliori in assoluto che si distinguono in base alle regioni di provenienza:
Lombardia: sicuramente le migliori, sono sete fini, elastiche, ben lavorate. Vengono
prodotte a Como, commercializzate e smistate a Milano.
Piemonte e Veneto: sono antiche zone di produzione di seta fine e ben filata
Toscana: ha piccola produzione ma di un tipo di seta rinomata per morbidezza e
brillantezza della fibra
Calabria:molto resistenti ma poco curate nella trattura e torcitura.
FRANCIA:ha una produzione in quantità modesta di fibre comunque pregiate.
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CARATTERISTICHE E PRODUZIONE DELLE FIBRE DI ORIGINE VEGETALE
Le fibre vegetali possono essere prodotte:
1. dall'epidermide dei semi o frutti di alcune piante (come il cotone o il KapoK)
dette anche fibre da seme
2. oppure si ottengono dai fasci fibrosi contenuti in alcune parti della pianta, come ad esempio
nello strato liberiano del fusto (o stelo) (in botanica il libro è l'insieme dei tessuti vegetali in cui
scorre la linfa prodotta dalle foglie)
dette anche fibre da libro o da stelo
3. oppure nel tessuto parenchimatico delle grandi foglie di alcune piante grasse di alcune
zone desertiche (agave, aloe ecc.) (in botanica il parenchima è un tessuto vegetale che nei
periodi di siccità rilascia lentamente alla pianta l'acqua precedentemente assorbita)
dette anche fibre da foglia o fibre dure
COTONE
La fibra è costituita dalla fitta peluria che avvolge i
semi contenuti nel frutto di una pianta dicotiledone
appartenete al genere Gossypium e alla famiglia
della Malvaceae.
I peli possono raggiungere una lunghezza di 6 cm e
sono molto sottili, flessibili, più o meno brillanti,
resistenti alla trazione e di colore vario tendente al
bianco.
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La fibra del cotone è tanto migliore quanto più è lunga, sottile e resistente, mentre il colore, la
morbidezza e la lucentezza hanno pure un'importanza notevole nella classificazione
commerciale.
Il carattere industriale più importante è però la lunghezza della fibra perché con le fibre lunghe si
ottengono i filati più sottili.
Fondamentalmente la valutazione del cotone si fa in base alla lunghezza delle fibre
COTONI CORTI: lunghezza delle fibre inferiore a 2,5 cm;
COTONI MEDI: lunghezza delle fibre tra 2,5 cm e 3,5 cm;
COTONI LUNGHI: lunghezza delle fibre maggiore di 3,5 m.
Le fibre più corte si utilizzano per la fabbricazione del raion, della celluloide, del cotone idrofilo,
dell'ovatta.
I semi danno olio, farina, concime e combustibile.
PRODUZIONE
La pianta del cotone è di origine tropicale ma viene
ormai coltivata in gran parte del mondo in zona
tropicale e subtropicale che va dalla latitudine 40°N
a 40° S (dalla Sicilia al Sud Africa).
In primavera dopo l'aratura viene effettuata la
SEMINA, dopo 3 mesi circa si ha la fioritura.
Gli ovuli fecondati diventano semi che si ricoprono di peli. L'ovario si trasforma in frutto, una capsula a
forma di noce (nei cotoni più pregiati) o a forma di limone, e giunto a maturazione, dopo circa 50 giorni, si
secca e si apre facendo fuoriuscire i semi ormai ricoperti di fiocchi di cotone che asciugandosi all'aria
diventano sempre più voluminosi e permettono la dispersione del seme tramite vento.
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A questo punto vengono RACCOLTI a mano (quelli più pregiati) o con macchine (raccoglitrice
pneumatica, raccoglitrice a slitta).
La raccolta manuale permette una accurata selezione del prodotto, evitando di raccogliere fiocchi
immaturi (che rendono il filato peloso, irregolare, poco resistente, e si comportano in modo
diverso con i coloranti) e le sostanze estranee (pezzi di foglie ecc.)
Successivamente i fiocchi sono sottoposti ad essiccamento e SGRANATURA così da separare le
fibre dai semi.
Si possono usare sgranatrici a seghe che producono 300 kg/ora di cotone sgranato (sul fondo c'è
una griglia formata da sbarrette metalliche tra cui ruotano sottili dischi di acciaio (seghe) muniti
di denti su cui si abbarbicano le fibre che vengono tirate sotto la griglia mente i semi rimangono
sopra) per cotoni forti, a fibra media e corta ed alquanto sporchi; oppure si possono usare
sgranatrici a cilindro per cotoni pregiati, a fibra lunga e abbastanza puliti che producono 30 kg/ora
di cotone sgranato (un cilindro di pelle rugosa ruota sul fondo del recipiente ed è a contatto con i
fiocchi di cotone solo per una sottile striscia di spazio, i fiocchi aderiscono alla superficie del
cilindro e sono allontanati dai semi che non passano nella fessura). La bambagia così separata
viene pressata in balle e messa in commercio.
Ogni pianta dà tre raccolti a stagione e può produrre da 2 a 5 kg di fibra grezza; in genere da 100
kg di cotone in seme si ottengono 35 kg di cotone sgranato.
Sopra i semi rimane una peluria che dopo una seconda sgranatura, viene utilizzata come
cascame (scarto che trova impiego nella produzione di tessuti a fibra discontinua, rayon, del
cotone idrofilo o come materia prima di carta di qualità).
Viene chiamata lint la peluria lunga usata per fare il filato, viene chiamata linter la peluria più
corta aderente ai semi, usata come fonte di cellulosa purissima, per la fabbricazione di carta
pregiata e di fibre artificiali.
La pianta del cotone può avere vita annuale o pluriennale e può essere erbacea (alta da 50 a 150
cm) o legnosa (alta da 2 a 5 m).
Composizione chimica del cotoneIl cotone è formato da cellulosa 90%, acqua, 8-10% e tracce di sostanze proteiche, sostanze
legnose e cerose (che servono a proteggere il fiocco dalla pioggia).
La cellulosa è un polimero del glucosio C6H12O6 con legami in posizione 1-4.
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CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
Aspetto al microscopio nel senso longitudinale: la
fibra appare di solito a forma di nastro, appiattita,
frequentemente con convoluzioni (mezzi giri a
destra o a sinistra) nel senso della lunghezza. Le
convoluzioni assunte dalle fibre dopo il loro sviluppo
sono 70/80 al cm nel cotone egiziano migliore
(Makò), 50/70 nell'americano (Sea Island), 40/50
nell'indiano (Madras), 35/45 nell'argentino e
brasiliano (Macaò), 25/35 nel cinese. Il lumen è
lineare od ovale, assente o molto piccolo nel
mercerizzato. La sezione trasversale appare al
microscopio a forma di rene o fagiolo, nel
mercerizzato prevalentemente rotonda o ovale.
CARATTERI FISICO - MECCANICI
Allungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel
momento della rottura.
Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza
iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard
= 3-7%, se è bagnata 110%
Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata.Il cotone assorbe
bene l'umidità (dipende dalla lavorazione che ha subito durante filatura e tessitura) e si asciuga
facilmente. I tessuti di cotone si restringono fino al 10% al primo lavaggio.
Comportamento alla fiamma: brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La
combustione continua anche se viene rimossa la fiamma che l'ha accesa.
Priprietà termiche: ha media coibenza, inferiore a quella di lana e seta e maggiore del lino. E' un
buon tessuto per capi estivi, se viene fatto un tessuto flanellato la coibenza aumenta e può essere
usato anche l'inverno.
Proprietà elettriche: é una fibra antistatica, non trattiene cariche elettriche formate durante filatura,
tessitura e strofinio tra tessuti e macchinari.
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Effetto delle tarme: non è attaccata da tarme, ma potrebbe essere attaccata da tignole (verni della
farina) in carenza di cibo, che mangiano la cellulosa.
Effetto dei microrganismi: batteri e muffe si possono attaccare al cotone se conservato in
ambiente umido
Tingibilità e coloranti usati: la fibra si tinge facilmente
Il cotone può essere trattato con soluzioni alcaline e sotto trazione, subendo dei cambiamenti che
lo rigonfiano, lo rendono più brillante, più affine alle sostanze coloranti e più resistente alla
trazione. Il cotone così modificato è detto mercerizzato.
CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZAIl Nord America produce vari tipi di cotone
Sea Island: proviene dal Gossipium barbadenses coltivato in America Settentrionale,
dà fibre lunghe di qualità pregiata ma delicata
Upland: proviene da Gossipium hirsutum, dà cotoni di media lunghezza
Orleans, Virginia, Texas: sono cotoni che prendono il nome dalla zona in vengono
coltivati, sono cotoni di qualità inferiore rispetto a quelli provenienti dall'America
Settentrionale
In Sud America (Brasile, Perù e Argentina) viene coltivato il Gossipium Brasiliensis che dà fibre
lunghe e soffici, comunque di qualità inferiore rispetto a quelle nord-americane. Le
migliori qualità sono chiamate Macao e Cachao
In Egitto vengono prodotti cotoni che per la loro finezza, lucentezza e resistenza sono tra i migliori
a livello mondiale. Le qualità più pregiate sono il Makò e il Sakellaridis
L'India è il secondo produttore a livello mondiale per quantità, ma la qualità è scadente, dà fibre
corte, opache, piuttosto ruvide e irregolari. Sono apprezzate però per il basso costo
e per confezionare tessuti dall' aspetto caratteristico sfruttando le caratteristiche
della fibra. Le migliori qualità sono il Madras e il Banir.
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LINOE' la fibra che si ricava dal fusto del Linum Usitatissimum o lino comune che si coltiva in Europa,
Africa Settentrionale, India, America settentrionale e meridionale.
Il lino è una pianta erbacea annuale, a fusto
eretto e solitario, alta circa 80 -100 cm, produce
fiori azzurri che si trasformano in capsule
sferiche grosse come un cece che contengono
semi di colore bruno dai quali si ottiene olio (olio
siccativo), farina ecc.
Dal fusto si estraggono filamenti (filaccia o
tiglio) di grande valore tessile.
La coltura del lino può essere fatta per ottenere filaccia o seme e generalmente la produzione
dell'una è a scapito dell'altra. La scelta dipende però dal clima (nei paesi caldi per l'olio; in Francia,
Olanda e Belgio per uso tessile), dal terreno e dal sistema di coltura (il lino per tessuti viene
seminato in modo fitto così che si sviluppi in altezza, viene raccolto dopo 4 mesi, mentre quello
per i semi è raccolto dopo 5 mesi).
Il lino si raccoglie a diversi gradi di maturazione a seconda del prodotto che si vuole ottenere
per avere fibre (detto anche tiglio) finissime il lino viene raccolto quando il fusto è ancora
verde e il frutto è appena formato (maturazione verde), si ottiene lino finissimo e morbido
usato per merletti (lino azzurro)
per avere tiglio più resistente ma meno fine, il lino viene raccolto quando il fusto è
diventato giallo e la capsula ha colore verde-giallastra, i semi sono formati ma ancora
danno poco olio (maturazione gialla)
se si vuole una fibra ancora più resistente ma molto grossa e ruvida, ed insieme avere olio
dai semi, il lino va raccolto quando la capsula e lo stelo sono gialle-brune (maturazione
bruna)
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PRODUZIONE
I fusti alti mediamente 80-100 cm sono separati dal resto della pianta (BATTITURA o
SGRANELLATURA) e sono messi a macerare per 10 o 12 giorni in acqua, a temperatura
controllata di circa 40 °C. Durante la MACERAZIONE alcuni microrganismi sono in grado di
produrre enzimi specifici che demoliscono le sostanze proteiche che legano le fibre cellulosiche
liberando queste ultime (si può anche fare una macerazione artificiale con acqua calda e sostanze
alcaline, o possono essere sottoposte a vapore in autoclave). Dopo macerazione ed essiccamento
i fusti vengono sottoposti a MACIULLATURA in appositi macchinari che riducono in piccoli
frammenti il canapulo (parte legnosa che con la macerazione ha perso resistenza) e lo
allontanano dalla filaccia.
La fibra grezza isolata o filaccia viene
pettinata per ottenere il lino da filati (o
pettinato) e per scartare le stoppe (fibre corte
o spezzate). Il lino pettinato si riunisce in
matasse e viene inviato alle filande.
La fibra del lino è biancastra tendente al grigio e al giallognolo, la sua lunghezza varia intorno ai
30 - 60 cm, il filato che si ottiene ha ottima resistenza alla trazione, il tessuto non mantiene molto
la piega dopo la stiratura.
CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZALa valutazione del lino tiene conto della provenienza e della finezza delle fibre.
I migliori sono:
lino delle Fiandre (regione del Belgio) che è molto lungo, morbido, fino e lucente.Viene
messo a macerare in acqua corrente del fiume Lys. I più famosi sono i lini di Gand, Bruges
e Malines
lino olandese è molto fino e soffice ( lino azzurro),
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lino di Francia: proviene soprattutto dalla Normandia, molto rinomato è il valenciennes
lino di Lettonia e Russia sono di buona qualità
lino di Egitto ha fibra lunga, ma è giallognolo e di poco pregio.
Il lino fino è usato per tessuti fini e pregiati (Batista, Fiandra per biancheria e fazzoletti) per trine e
pizzi; il lino medio è usato per tele comuni (da lenzuola, e da biancheria da bagno), i lini grossi
per tele ordinarie.
Composizione chimica del lino
Il lino è formato da cellulosa 90%, acqua 6-7% e da sostanze grasse, cerose e sali minerali.
La cellulosa è un polimero del glucosio C6H12O6 con legami in posizione 1-4.
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
La fibra "tecnica" lunga circa 60 cm è formata
da fasci di fibre "elementari" riunite con materiali
incrostanti, lunghe 2- 2,5 cm.
Al microscopio la fibra singola appare cilindrica
con striature trasversali e terminante con punta
aguzza.
La sezione trasversale è poligonale ed il lumen
centrale è molto piccolo e arrotondato.
CARATTERI FISICO - MECCANICIAllungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel
momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della
rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale in millimetri): in condizioni di temperatura e
umidità standard = 2-5%, se è immerso iin acqua a 60°C e sottoposto a tensione si allunga fino al
5-10% prima di rompersi perchè le sostanze pectiche incrostanti si rammolliscono e permettono
alle fibre elementari di scorrere su se stesse.
Potere assorbente: assorbe bene l'umidità e si asciuga molto velocemente. E' ottima per
asciugamani e fazzoletti
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Comportamento alla fiamma: brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La
combustione continua anche se viene rimossa la fiamma che l'ha accesa.
Proprietà termiche: ha ottima conducibilità termica, quindi accostato alla pelle dà sensazione di
freschezza. E' una fibra adatta per confezionare indumenti estivi.
Proprietà elettriche: é una fibra antistatica come il cotone, non trattiene cariche elettriche formate
durante filatura, tessitura e strofinio tra tessuti e macchinari.
Tingibilità e coloranti usati: la superficie della fibra dura e non porosa è scarsamente reattiva ai
coloranti
Il lino è poco elastico, si gualcisce facilmente e riprende la piega solo dopo stiratura in ambiente
umido. E' una fibra molto resistente ed insensibile all'invecchiamento (bende di lino sono state
ritrivate nelle tombe egiziane)
PROPRIETA’ DELLE FIBRE TESSILI NATURALI
Tabella riassuntiva dei caratteri fisico-meccanici
Tasso di ripresa (usato per la commercializzazione): indica la massima percentuale di acqua che una fibra può contenere per essere commercializzata e si misura in % sul peso secco, cioè i grammi di acqua assorbiti a 20°C da 100 g di fibra precedentemente essiccata, esposta per un’ora ad una umidtà relativa del 65%. Dipende dai gruppi ossidrilici (OH) contenuti nelle molecole che compongono la fibra
Allungamento alla rottura: indica l’allungamento percentuale subito dal filo prima di rompersi. Si calcola con una proporzione tra la lunghezza iniziale e l’allungamento ottenuto.
Resilienza: indica che la fibra può essere compressa e schiacciata ma al cessare della pressione esercitata tende a tornare alla forma originale
Elasticità: indica la capacità della fibra a ritornare alla conformazione iniziale dopo essere stata sottoposta a trazione
Resistenza: indica resistenza allo strappo quando sottoposta a tensione. Tipi di utilizzo e durata di un tessuto dipendono da questa caratteristica.
Potere assorbente (igroscopicità): indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata. Dipende dai gruppi ossidrilici (OH) contenuti nelle molecole che compongono la fibra
Conducibilità termica: indica la capacità di condurre il calore del corpo. E’ una caratteristica intrinseca della fibra, ma anche da come è fatto il tessuto. Quando il tessuto è battuto in maniera poco serrata e si formano al suo interno delle sacche d’aria ferme, queste gli conferiscono proprietà isolanti
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Tabella riassuntiva dei caratteri fisico-meccanici
Dove non ci sono valori misurati viene usata questa scala di valutazione: elevata, molto buona, buona, bassa, bassissima
LANA SETA COTONE LINOTasso di ripresa 18% 11 % 9 % 12 %Allungamento alla rottura
30 – 50%bagnata 35-70%
20,00% 3 – 7%se umido 110%
2 – 3%
Comportamento al calore
Si decompone a 130 °C non s’infiamma.
Si decompone a 165°C a 130/150°C ingiallisce
Brucicchia a 150°C, stirare a umido
Simile al cotone (va stirato a umido dato che è molto rigido)
Comportamento alla fiamma
Brucia lentamente emanando odore di peli bruciati e lasciando un residuo carbonioso
Brucia lentamente emanando odore di peli bruciati (meno forte della lana) e lasciando un residuo carbonioso
Brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La combustione continua anche se la fiamma che l'ha innescata è allontanata
Brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata come il cotone.
Resilienza elevata elevata bassa bassissimaelasticità Elevata, fino a 30%
della lunghezza inizialebuona bassa bassissima
Resistenza Bassa Elevata Buona (soprattutto bagnato)
Multo buona (soprattutto se bagnato)
Potere assorbente ElevataFino al 30% del peso (anche completamente bagnata non si appiccica al corpo quindi ottima per abbigliamento esterno nei giorni freddi e umidi)
elevata
Assorbe bene l’umidità e si asciuga velocemente. I tessuti di cotone si restringono fino al 10% al primo lavaggio
Assorbe bene l’umidità e si asciuga molto velocemente (ottima per asciugamani e fazzoletti)
Conducibilità termica
bassisima, la fibra è ricoperta di scaglie,e inoltre sfrutta il principio del calore latente
Scarsa, ma se il tessuto è leggero e rado risulta fresco, se è caldo e pesante risulta caldo
Buona, buon tessuto per capi estivi, se è flanellato è usato anche in inverno
Elevata, consente la dispersione del caldo dal corpo. A contatto con la pelle da sensazione di freschezza. Ottimo in estate
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Resistenza agli insetti
Facilmente attaccabile da tarme e scarafaggi
Attaccabile da tarme e scarafaggi
Non attaccabile da tarme e scarafaggi , ma in mancanza di cibo può essere attaccato da tignole cha mangiano la cellulosa
Non attaccabile da tarme e scarafaggi , ma in mancanza di cibo può essere attaccato da tignole cha mangiano la cellulosa
Resistenza alle muffe
Buona resistenza, vulnerabile in ambiente saturo di umidità
Simile alla lana Facilmente attaccato in ambiente umido
Facilmente attaccato in ambiente umido
Resistenza agli agenti ossidanti
Danneggiata da agenti ossidanti
Danneggiata da agenti ossidanti con il cloro ( ipoclorito di sodio o varichina) E' resistente all'acqua ossigenata
Resiste al candeggio con ipoclorito di sodio ma è meglio usare ossidanti a base di perborato
Resiste al candeggio con ipoclorito di sodio ma è meglio usare ossidanti a base di perborato
Proprietà elettriche
Cattiva conduttrice di elettricità
Cattiva conduttrice di elettricità, (isolante usato anche per cavi elettrici) si scarica toccando terra o rendendola umida
Fibra antistatica, non trattiene le cariche elettriche
Fibra antistatica, non trattiene le cariche elettriche
Caratteri fisiologici delle fibre tessili
Riguardano le reazioni e le sensazioni che le fibre tessili possono provocare sul corpo umano. I
caratteri fisiologici non sono oggettivi e quindi tabulabili, ma soggettivi cambiando da persona a
persona.
Queste sensazioni dovute a proprietà fisiche e chimiche influenzano la vestibilità della fibra
rendendola particolarmente adatta a particolari tipi di vestiti (invernali/estivi) e a particolari clienti.
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Senso di caldo o di fresco: dipende dalla coibenza della fibra che a sua volta dipende dal calore
specifico della sostanza che compone la fibra, dalla struttura della fibra e dalla forma della fibra
(oltre che dal tipo di filatura e tessitura). La lana ha bassa conducibilità termica quindi è un ottimo
isolante. Infatti è una fibra che ha una forma arricciata e racchiude molta aria (che è un isolante).
Per questo motivo può essere usata sia in estate, impedendo al calore esterno di venire a contatto
con il corpo, sia in inverno impedendo al calore del corpo di disperdersi nell'ambiente.
Inoltre essendo molto igroscopica assorbe umidità dall’aria ricevendo il calore latente di
condensazione (quando un gas passa allo stato liquido condensa cedendo calore all’ambiente) e
questo è un altro fattore positivo per l'utilizzo in inverno.
Vestibilità: dipende dalla sofficità, morbidezza ecc della fibra. E’ una caratteristica molto
soggettiva,
Allergenicità: le fibre naturali danno meno problemi di allergia ed irritazioni al contatto con la pelle
rispetto alle fibre artificiali e sintetiche. Se la lana non è molto soffice, a causa della sua pelosità
può dare irritazioni. Però anche le fibre naturali possono dare allergia se trattate con appretti
sintetici o sottoposte ad operazioni di finissaggio con sostanze che possono dare allergia.
NORME VOLONTARIE: SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITA' PROCEDURE OPERATIVE
Le attività svolte in azienda, nelle officine e comunque in qualsiasi luogo di lavoro, devono essere
fatte in modo da preservare la sicurezza e la salute di chi ci lavora, e da preservare l’ambiente
circostante da emissione di prodotti inquinanti e di rifiuti.
Pertanto ci sono norme legislative che devono essere rispettate nell’ambiente di lavoro, norme
che il datore di lavoro deve conoscere, fare imparare a chi lavora presso di lui e che i lavoratori
devono rispettare.
1. Il Decreto Legislativo 626 del 1994 e successive modifiche ed integrazioni
◦ obbliga il datore di lavoro a fare un elenco dei rischi presenti in
azienda,
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◦ ad elaborare un documento con l’elenco dei rischi e sui modi di
prevenirli
◦ a nominare un responsabile del servizio di prevenzione e
protezione
◦ a nominare un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
◦ a fornire Dispositivi Individuali di Protezione (DPI)
◦ a garantire un’adeguata formazione dei lavoratori
2. Segnaletica antinfortunistica DPR 524/82 e DLGS 493/96 prevede l’uso di segnali appropriati
che riescono a comunicare con immediatezza
◦ Attenzione
◦ Divieti
◦ Obblighi di comportamento
◦ Pericoli
◦ Informazioni di salvataggio
Ogni tipo di comunicazione viene fatta con opportuni cartelli di forma, colore, contrasto di colore ,
simbolo specificati.
TIPO FORMA COLORI SIGNIFICATO
Avvertimento Triangolare o rettangolare
Nero su fondo giallo Segnala pericolo
Divieto tonda Nero barrato in rosso Vieta una azione pericolosa
Prescrizioni Tonda o rettangolare
Bianco su fondo azzurro
Obbligo di usare mezzi di protezione
Salvataggio Quadrata o rettangolare
Bianco su fondo verde o blu
Indica servizi
Segnali di pericolo Quadrata o rettangolare
Strisce inclinate gialle e nere
Segnala pericolo costante
Segnali complementari Quadrata o rettangolare
Scritte nere su fondo bianco
Ulteriori informazioni (es. ascensori…)
3. Ogni sostanza di cui un produttore voglia o debba disfarsene è classificata come rifiuto. Lo
smaltimento di un rifiuto deve essere fatto secondo le indicazioni riportate nel Decreto
Legislativo 3 aprile 2006 n.152.
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4. Qualsiasi sostanza chimica, acidi, basi, oli…che viene acquistata in una azienda deve essere
accompagnata da una scheda contenente i dati di sicurezza del prodotto, redatta in
attuazione al Regolamento CE n.1907/2006 (REACH), rilasciata obbligatoriamente dal
produttore. In questa scheda sono date dutte le indicazioni su come usare in sicurezza la
sostanza dal momento in cui entra nel luogo di lavoro al momento in cui ne deve uscire come
rifiuto.
Nella scheda di sicurezza sono riportate le seguenti informazioni: 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA2. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI3. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI4. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO5. MISURE ANTINCENDIO6. PROVVEDIMENTI IN CASO DI DISPERSIONE ACCIDENTALE7. MANIPOLAZIONE E IMMAGAZZINAMENTO8. PROTEZIONE PERSONALE/CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE9. PROPRIETÀ FISICHE E CHIMICHE10. STABILITÀ E REATTIVITÀ11. INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE13. OSSERVAZIONI SULLO SMALTIMENTO14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO15. INFORMAZIONI SULLA NORMATIVA16. ALTRE INFORMAZIONI
Sono interessanti da leggere ad esempio le schede di sicurezza degli oli motore, da non
confondere con le schede tecniche dove viene descritto il prodotto e le sue proprieta di
funzionamento.
Oltre a queste norme obbligatorie che le aziende devono rispettare, a partire dagli anni 1980 le
aziende hanno cominciato a dotarsi di norme volontarie interne per garantire una migliore qualità
del prodotto fornito.
Secondo la International Standardization for Organization (ISO) si definisce qualità l’insieme
delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono ad un prodotto, un processo o un
servizio, la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite.
Le norme sulla qualità sono raccolte nelle UNI-EN ISO 9000 o 9001 o 9002 o 9003 o 9004 a
seconda del settore in cui vengono applicate, cioè a seconda che si voglia garantire la qualità di
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un prodotto, di una progettazione, di una installazione, di un collaudo finale del settore in cui
vengono applicate.
In particolare la norma UNI-EN ISO 9004 indica come deve essere realizzato un Sistema di
Gestione della Qualità all’interno dell’azienda.
Il Sistema Qualità riguarda tutte le attività che, all’interno di una azienda, interagiscono tra di loro e
influenzano la qualità di un prodotto o di un servizio.
L’introduzione di un Sistema Qualità è una decisione strategica della direzione dell’azienda,
perché un prodotto di qualità soddisfa il cliente e può essere fatto pagare anche di più.
Per adottare un Sistema di Qualità bisogna pensare ad ogni attività svolta in azienda e
considerare che ogni attività che utilizza risorse e che è gestita per consentire la trasformazione di
elementi in ingresso in elementi in uscita, può essere considerata come un processo.
IN OUT
In ogni attività aziendale, in ogni processo in cui deve essere attiva la politica della qualità, si
procede secondo un metodo codificato come “Ruota di Deming” (o metodo PDCA: Plan-Do-
Check- Act)
L’azienda quindi deve scrivere un Manuale della Qualità formato da tante procedure operative,
ciascuna delle quali dà istruzioni su come agire praticamente su ogni singola specifica attività
dell’azienda.
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PROCESSO
Pensa quello che devi fare
Verifica quello che fai
(scrivi e ripensa a quello che fai)
Scrivi quello che pensi
Fai quello che è scritto
Ciascuna Procedura Operativa è formata da
1. Titolo (indica in che parte di un processo deve essere utilizzata)
2. data di redazione e scadenza
3. da chi è stata scritta
4. a chi è stata consegnata affinché usi le indicazioni riportate nell’esecuzione del lavoro
5. scopo della procedura operativa
6. quando deve essere usata
7. abbreviazioni e definizioni usate
8. responsabili della applicazione della procedura operativa
9. modalità operative e di registrazione dei dati
10.moduli su cui registrare i dati
Riassumendo, chi lavora in una Azienda con Sistema Qualità Certificato, deve avere a
disposizione Procedure Operative in cui è scritto quello che deve essere fatto, e deve fare solo ciò
che è scritto.
Inoltre tutto quello che viene fatto deve essere registrato per scritto su moduli indicati dalle
Procedure Operative.
Le aziende che scelgono di avere un Sistema Qualità, periodicamente fanno verificare da
organismi esterni, detti Organismi di Certificazione, che le attività nell’azienda sono effettivamente
svolte come indicato nelle procedure operative.
La correttezza di questa procedura permette alle aziende di ottenere la “Certificazione di Qualità”
che garantisce appunto la qualità del prodotto.
Il concetto di Sistema di Qualità Aziendale è nato in aziende Giapponesi, coinvolgendo nella
realizzazione dello stesso tutti i lavoratori di tutti i livelli e reparti.
Basta ricordare come recentemente note e rinomate case automobilistiche giapponesi sono
riuscite a ritirare dal mercato lotti di produzione di auto nei quali si era verificato un problema di
produzione, prima che si verificassero seri problemi. La corretta applicazione del Sistema di
Qualità, permette infatti di eseguire un buon prodotto, evidenziare rapidamente se si è verificato
un problema e come comportarsi per risolvere il problema.
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