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TEATRO SAVOIA - STAGIONE 2015/2016 - Peeparrow entertainment TED NEELEY regia Massimo Romeo Piparo 20, 21 e 22 NOVEMBRE 2015 JESUS CHRIST SUPERSTAR di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice Fabbrica srl ASCANIO CELESTINI 3 DICEMBRE 2015 LAIKA di e con Ascanio Celestini Teatro Quirino LINA SASTRI 14, 15 DICEMBRE 2015 LA LUPA di Giovanni Verga COMPAGNIA NAZIONALE RAFFAELE PAGANINI 9 GENNAIO 2016 SUD Con Miriam Scarcello Teatro e Società srl GIULIANA DE SIO 27 GENNAIO 2016 NOTTURNO DI DONNA CON OSPITI di Annibale Ruccello Associazione Siciliateatro SEBASTIANO LO MONACO 8, 9 FEBBRAIO 2016 IL MIO NOME E’ NESSUNO – L’ULISSE di Francesco Niccolini Teatro Diana VINCENZO SALEMME 13, 14 FEBBRAIO 2016 SOGNI E BISOGNI di Vincenzo Salemme Gitiesse Artisti Riuniti GEPPY GLEIJESES, ANDREA GIORDANA 4, 5 MARZO 2016 IL BUGIARDO di Carlo Goldoni Piccolo Teatro Strehler UMBERTO ORSINI 7 APRILE 2016 IL PREZZO di Arthur Miller FINISTERRE AMBROGIO SPARAGNA Orchestra Popolare Italiana 15 APRILE 2016 TARANTA D’AMORE La notte del gran ballo Con Ambrogio Sparagna

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TEATRO SAVOIA

- STAGIONE 2015/2016 -

Peeparrow entertainment TED NEELEY regia Massimo Romeo Piparo

20, 21 e 22 NOVEMBRE 2015

JESUS CHRIST SUPERSTAR di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice

Fabbrica srl ASCANIO CELESTINI

3 DICEMBRE 2015 LAIKA di e con Ascanio Celestini

Teatro Quirino LINA SASTRI

14, 15 DICEMBRE 2015 LA LUPA di Giovanni Verga

COMPAGNIA NAZIONALE RAFFAELE PAGANINI

9 GENNAIO 2016 SUD Con Miriam Scarcello

Teatro e Società srl

GIULIANA DE SIO

27 GENNAIO 2016 NOTTURNO DI DONNA CON OSPITI di Annibale Ruccello

Associazione Siciliateatro

SEBASTIANO LO MONACO

8, 9 FEBBRAIO 2016 IL MIO NOME E’ NESSUNO – L’ULISSE di Francesco Niccolini

Teatro Diana

VINCENZO SALEMME

13, 14 FEBBRAIO 2016 SOGNI E BISOGNI di Vincenzo Salemme

Gitiesse Artisti Riuniti GEPPY GLEIJESES, ANDREA GIORDANA

4, 5 MARZO 2016 IL BUGIARDO di Carlo Goldoni

Piccolo Teatro Strehler UMBERTO ORSINI

7 APRILE 2016 IL PREZZO di Arthur Miller

FINISTERRE

AMBROGIO SPARAGNA Orchestra Popolare Italiana

15 APRILE 2016 TARANTA D’AMORE La notte del gran ballo Con Ambrogio Sparagna

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PEEPARROW ENTERTAINMENT su licenza esclusiva THE REALLY USEFUL GROUP – LONDON presenta

JESUS CHRIST SUPERSTAR – 20, 21, 22 NOVEMBRE 2015

di ANDREW LLOYD WEBBER e TIM RICE

regia di MASSIMO ROMEO PIPARO

con

TED NEELEY Gesù

e con

FEYSAL BONCIANI Giuda

PARIDE ACACIA Hannas

SIMONA DISTEFANO Maddalena

EMILIANO GEPPETTI Pilato

CLAUDIO COMPAGNO Simone

FRANCESCO MASTROIANNI Caifa

FRANCESCO ITALIANI Pietro

SALVADOR AXEL TORRISI Erode

Ensemble

Antonio Balsamo, Giada Cervone, Francesco Consiglio, Mekdes Cortili, Lorenzo De Baggis, Mattia Di Napoli, Simone Giovannini, Francesca Iannì, Alessandro Lanzillotti, Rosella Lubrino, Giulia Maffei, Nicole Marin, Marta Melchiorre, Lazaro Rojas Perez, Carlotta Stassi, Sara Telch, Manoel Matteo Vergara, Carmela Visciano

Orchestra

EMANUELE FRIELLO (Tastiera 1 e Direzione)

Andrea Calandrini (Assistente MD / Tastiera 2), Angelo Racz (Tastiera 2)

Andrea Inglese (Chitarra 1), Stefano Mandatori (Chitarra 2)

Massimo Pino (Basso) Stefano Falcone (Batteria) Andrea Di Pilla (Tromba)

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Alessandro Saraconi (Corno Francese) Maurizio Missiato (Violino 1)

Monica Canfora (Violino 2) Valeria Chiappetta / Anna Rollando (Viola)

Francesco Marquez (Violoncello)

Scene GIANCARLO MUSELLI elaborate da TERESA CARUSO

Costumi CECILIA BETONA

Luci UMILE VAINIERI

Suono ALFONSO BARBIERO

Coreografie ROBERTO CROCE

Direzione Musicale EMANUELE FRIELLO

Produzione esecutiva FRANCESCA PIPARO Cast MASSIMO ROMEO PIPARO

Amministrazione e Redazione MANOLA DE VITA Ufficio Stampa FEDERICA FRESA & LAURA FATTORE

Programmazioni audio e Orchestrazioni aggiunte EMANUELE FRIELLO Assistente musicale ANDREA CALANDRINI

Assistente Programmazioni audio GIOVANNI MAZZEI Aiuto Regia EMANUELA MAIORANI

Responsabile costumi SANTINA FERRO Assistente coreografo CLAUDIA SCIMONELLI

Vocal Coach CLAUDIO FABRO Direttore di scena MARCO GIUA

Macchinisti MARCELLO AMBRA – FABIO PIBIRI – CRISTIAN CARCIONE

Fonici LUCA FINOTTI – ALFONSO BARBIERO – CARLO ROMITELLI Microfonista ALESSANDRO FUCCI

Capo elettricista DANIELE CEPRANI Elettricisti EMANUELE CEPRANI – SERGIO SALES –

GIOVANNI SALVATI Aiuto Sarta STELLA MADDALENA

Assistente di produzioni GIORGIO BRUGNOLI Assistente Mr. Neeley TESSA NEELEY

Interprete Mr. Neeley GIULIA TARSITANO Design e grafica GIOVANNI SCARFINI

Realizzazione scene ESSE A SISTEMY – LA TECNICA Costumi ANNAMODE COSTUMES

Parrucche ROCCHETTI & ROCCHETTI Sponsorship VALENTINA CIMINO

Consulenza amministrativa STUDIO GIACOPPO Consulenza legale AVV.ALESSANDRA VILLANUCCI

Consulente del lavoro e Sicurezza del Lavoro FRAMINIA srl Trasporti TPR Group

Foto di scena GIANMARCO CHIEREGATO

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ASCANIO CELESTINI

LAIKA – 3 DICEMBRE 2015

Istrionico, irriverente, vero animale da palcoscenico, Ascanio Celestini debutta al Romaeuropa Festival con “Laika”, il suo nuovo spettacolo che azzarda un tema a dir poco irrequieto: come sarebbe, cosa farebbe e cosa penserebbe Gesù se tornasse sulla Terra. Con il suo sguardo critico ad alta tensione, Celestini ci porta in un monolocale di periferia, con vista sul parcheggio di un supermercato: lì troviamo Gesù, mandato tra gli uomini non per salvarli, non per redimerli, ma solo per osservarli. Proprio per questo è cieco e a raccontargli quello spicchio asfaltato di mondo che si può vedere dalla finestra è un apostolo, Pietro. A simboleggiare la cecità di chi può osservare il mondo solo attraverso gli occhi di un altro, il monolocale è del tutto spoglio e, come fosse la soggettiva di Gesù, ascolteremo solo la voce di Pietro: la mancanza della vista umana diventa così la condizione per acquisire la vera vista, come Edipo. Gesù non vuole far entrare nessuno in quel monolocale, forse per lasciarsi andare a pensieri e riflessioni: sui miracoli, sul triste destino di Giuda, sul suicidio e soprattutto sul quel povero barbone che vede attraverso gli occhi di Pietro, un emigrato clandestino arrivato su un barcone a dormire coperto di cartoni nel parcheggio davanti alla finestra. Accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, capace di evocare atmosfere popolari e raffinate, con la sua carica di energia scenica Celestini narra di come il crollo delle ideologie stia erodendo anche le religioni, osservandole attraverso gli occhi senza vista di un povero Cristo.

Uno spettacolo di e Con Ascanio Celestini Fisarmonica Gianluca Casadei Voce Alba Rohrwacher

Prodotto da Fabbrica srl Coprodotto da Romaeuropa Festival Distribuito da Associazione Culturale Lucciola

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LINA SASTRI

LA LUPA – 14, 15 DICEMBRE 2015 NOTE Da un punto di vista drammaturgico la figura della Lupa, che era già una figura femminile di rottura nella produzione verghiana, risuona oggi di grande attualità come ogni personaggio archetipo della letteratura. Gnà Pina ha un fascino e una forza che emergono con grande facilità dal testo, consentendo un lavoro di riscrittura stimolante e creativo. È lei oggi, fuori dalla Sicilia di Verga, una figura distruggente, che non ha nessuna attenuante né psicologica né storico-sociale. La Lupa è radicalmente feroce. Il suo fascino è esercitato su tutti coloro che le stanno vicino senza pietà, come un maleficio che porta sofferenza, dipendenza e morte. Il linguaggio poetico, fatto di canto e giochi di parole, che Gnà Pina utilizza per sedurre Nanni o quello crudo, violento, subdolo per sottomettere la figlia hanno in questa versione il ritmo adamantino di un sortilegio verbale. La prosa è volutamente contemporanea nella scelta del lessico pur rimanendo ancorata all'impianto linguistico verghiano. Solo grazie alla presenza di Lina Sastri, una delle poche attrici in grado di sostenere un ruolo così complesso, in cui l'interprete deve interrogare gli strati più profondi della sua anima, si è potuto realizzare il progetto "Lupa". In quest'ottica drammaturgica la messinscena si gioca tutta su un'alternanza di luce e ombra, di sole e luna, che non è però dicotomia bene/male quanto piuttosto una scansione naturale della vita bestiale che ruota intorno a La Lupa. In Verga la lotta è sempre per la sopravvivenza. Tutti i personaggi sono buttati in mezzo a una terra desertificata a sbranarsi gli uni con gli altri, agiscono come gli animali per esigenze primarie: mangiare, dormire, riprodursi. La Lupa impone le sue traiettorie, il suo territorio di caccia e condiziona gli spostamenti degli altri che ne subiscono la costante minaccia. Così ci sono due anelli concentrici: l'anello esterno quello della difesa dei ruoli, degli scontri feroci e anche il luogo della morte; e l'anello interno, il mondo notturno, la tana dove si allevano i cuccioli, si nascondono segreti e si consumano gli incesti. Il buco nero del maleficio. [Guglielmo Ferro e Micaela Miano]

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SUD – 9 GENNAIO 2016

La Compagnia nazionale di Raffaele Paganini porta sul palco il fascino e la ricchezza delle tradizioni musicali delle terre dell’Italia meridionale: prende vita lo spettacolo “Sud”. Il balletto, attraverso tarantelle, pizziche, serenate e musiche tipiche dell'Italia meridionale, offre un percorso che abbraccia idealmente le regioni Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Le coreografie propongono un itinerario danzato che dà forma all'estro immaginativo di tutte le popolazioni del Mezzogiorno, cercando di coglierne le caratteristiche salienti come la capacità di vivere a tutto campo le emozioni, da quelle più dolorose a quelle più spensierate. La magia del Sud si presenta con le sue atmosfere uniche e solari, ma allo stesso tempo con le sue grandi contraddizioni, evidenziate, oltre che dai ballerini, dalla voce dal vivo di Miriam Scarcello e dai suoi musicisti.

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Giuliana De Sio

NOTTURNO DI DONNA CON OSPITI – 27 GENNAIO 2016

di Annibale Ruccello

regia Enrico Maria Lamanna e con Gino Curcione | Rosaria De Cicco | Andrea De Venuti | Mimmo Esposito | Luigi Iacuzio scene Sergio Tramonti costumi Teresa Acone musiche Carlo De Nonno Teatro e Società srl

Magnifico il testo scritto da Annibale Ruccello, drammaturgo fra i più rappresentativi della scena contemporanea, che si attorce attorno all’interiorità turbata di una donna come tante, una moderna Medea. (…) Giuliana De Sio s’impone con la straordinaria bravura di un’interprete sensibilissima. Antonella Melilli, “Il Tempo”

Il testo propone, ancora una volta, il viaggio che Ruccello aveva intrapreso nel quotidiano, attraversato e contaminato dal thriller, nonché il viaggio nel panorama desolato della periferia urbana, dei ghetti degradati, tra le tv locali e le radio libere.

Un percorso apparentemente triste, che però viene ravvivato ora da una miscellanea di sentimenti, ora da involontaria comicità. Una serie di colpi di scena con un occhio al cinema “thrilling”; ma mentre Le cinque rose ha come riferimento il cinema di Hitchcok, di Argento, di Polanski, in Notturno domina quello anni ‘70, per intendersi quello di Scorsese e di Kubrik. I canoni sono sempre gli stessi: il luogo isolato, il protagonista barricato all’interno, la minaccia esterna che semina orrore e sgomento fino a un catartico finale. L’azione si svolge in una casa a due piani nella periferia di una metropoli: Adriana porta avanti la sua esistenza, nel caldo afoso, tra canzoni e note di un pianoforte, tra televisione e una terza gravidanza, con un marito, Michele, che lavora di notte e ritorna a casa all’alba. Una sera accade che strani individui, temuti e desiderati da troppo tempo, si introducano in casa. Improvvisamente riaffiorano senza una logica i ricordi, angoscianti fantasmi del passato, che provocheranno in Adriana una reazione atroce, insensata, ma a lei necessaria per fuggire da quella prigione grigia e ossessiva.

Un progetto in definitiva che segna l’ideale ricostruzione del discorso su Ruccello, sulla violenza e modernità delle metropoli. La mano del regista ha saputo cogliere gli aspetti più significativi di un testo in apparenza drammatico, percorso tuttavia ora da un coacervo di sentimenti contrastanti, ora da una naturale comicità, recuperando peraltro il finale dell’ultima stesura di Notturno, voluto e condiviso dalla madre dell’autore che segue ancora oggi rigorosamente la “vicenda drammaturgica” dell’indimenticabile Annibale.

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ASSOCIAZIONE SICILIATEATRO presenta

Sebastiano Lo Monaco in

IL MIO NOME E’ NESSUNO – L’ULISSE – 8, 9 FEBBRAIO 2016 di Valerio Massimo Manfredi

Adattamento e drammaturgia testo di Francesco Niccolini

e con Maria Rosaria Carli (pastore, Athena, Penelope a vent’anni, Elena, voce di Patroclo, Penelope a quarant’anni) Turi Moricca (Laerte, Achille, Telemaco) Carlo Calderone (Aiace, Menelao, Antinoo) e una orchestra di 14 sassofonisti in scena

Scene: Antonio Panzuto Costumi: Cristina Da Rold Musiche originali: Dario Arcidiacono – Davide Summaria Disegno luci: Nevio Cavina

Regia: Alessio Pizzech

TRAMA

Valerio Massimo Manfredi – scrittore, archeologo, topografo del mondo antico di fama internazionale – ha dedicato due romanzi a Ulisse: il primo racconta le gesta dell’eroe di Itaca dall’infanzia di Odysseo fino alla distruzione di Troia. Il secondo dalla partenza da Ilio dopo la fine tragica e vittoriosa della lunga guerra, fino all’arrivo a Itaca, dieci anni dopo, con la sanguinosa vendetta contro i principi che insidiano Penelope e occupano il suo palazzo. È una materia così intensa, poetica, tragica e intrisa di sangue e dolore che invece di dar segni di invecchiamento, trova nuova linfa, dubbi e vigore nella prosa di Manfredi, che il regista Alessio Pizzech e il drammaturgo Francesco Niccolini (che già hanno lavorato insieme a Sebastiano Lo Monaco nel fortunatissimo “Dopo il silenzio”) hanno trasformato in materia teatrale: un lungo viaggio tra poesia, disperazione ed erotismo per attraversare la vita di un uomo, anche se quest’uomo ama farsi chiamare Nessuno. Questo Ulisse non procede in linea retta: la sua strada è lunga e contorta, riparte dal suo ritorno a Itaca, dal primo incontro con Telemaco suo figlio. È a lui che racconterà – prima della grande vendetta – dieci anni di guerra e dieci di faticosissimo ritorno verso casa: come un reduce di guerra, l’ennesima guerra stupida inutile e aberrante del nostro mondo. Sebastiano Lo Monaco, con tutta la sua maestria e passione, dialoga con i molti fantasmi di questa storia, in particolare le donne e gli eroi che Odysseo ha incontrato sulla sua faticosissima strada. Perché molte sono le donne che ne hanno turbato la vita: Elena per prima, quindi Penelope, e poi Circe, Calypso, Nausicaa, Athena. Così come molti sono gli uomini che mai potrà dimenticare, uomini valorosi e disperati, consapevoli del loro destino di morte: Menelao, Aiace e, su tutti, Achille con l’amato Patroclo. Il risultato sarà una lunga, intensissima narrazione con una voce principe, quella di Sebastiano Lo Monaco, e intorno tutti quei demoni – divinità, mostri, nemici, eroi, vivi e morti, più tutti i ricordi – che ne hanno costellato il viaggio sterminato, descrivendone il destino immortale.

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Una sinfonia dunque, un canto ricco di poesia, che – pur nel rispetto della tradizione aedica – troverà una forma drammaturgica originale, sorprendente, perché non sarà il furbo Ulisse senza limiti ad apparire allo spettatore, ma un uomo ancora più moderno, sopravvissuto a una guerra dove ha conosciuto la paura e l’orrore, provato da dieci anni di morte e naufragi, mancati ritorni e misteriosi sussurri del desiderio.

È evidente che in un contesto del genere, per Sebastiano Lo Monaco, nato a Floridia (Siracusa), è stato come rispondere a un richiamo: cresciuto e formatosi tra classicità ellenica e romana, perdutamente innamorato di Omero e dell’epica classica, si trova nella condizione ideale per affrontare Ulisse e il poema della sua vita, costruendo un grande culto per il pubblico del teatro e – al tempo stesso – un eccellente strumento di divulgazione e conoscenza per il pubblico giovane e delle scuole superiori.

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VINCENZO SALEMME

SOGNI E BISOGNI – 13, 14 FEBBRAIO 2016

Scritto e diretto da Vincenzo Salemme

Con in o.a.

Nicola Acunzo Domenico Aria Vincenzo Borrino Sergio D'Auria Susy Del Giudice Andrea Di Maria Antonio Guerriero Raffaella Nocerino

NOTE DI REGIA: Ho scritto questa commedia nel 1995 con il titolo di "IO E LUI" chiaramente riferito al celebre romanzo di Moravia. E, come accade in quel romanzo, anche nella mia commedia l'intreccio narrativo ruota intorno a due personaggi: Rocco Pellecchia ed il suo "pene". A differenza del racconto moraviano dove il "lui" in questione era solo una voce, qui nella commedia, il più famoso e significativo organo del sesso maschile si stacca materialmente dal corpo del suo "titolare" e diventa egli stesso uomo, rivendicando una sorta di riconoscimento scenico; rivendica cioè lo status di vero e proprio protagonista della vita e della scena. Egli ritiene che la vita del grigio e mediocre rocco pellecchia mal si adatta alla grandeur del suo sottoutilizzato "tronchetto della felicità". Si, Lui ama farsi chiamare proprio così.

Lo spettacolo in pratica é un duello tra i due contendenti. Il tronchetto spinge il povero Rocco a rialzare la testa e ad affrontare il futuro con orgoglio e spirito visionario e il povero Rocco che cerca di riconquistarlo e riportarlo materialmente nella sede più consona, cioè in basso al suo ventre. L'intreccio é ovviamente popolato da numerosi altri personaggi: un ispettore chiamato da Rocco a risolvere il caso, la coppia di impressionanti portieri dello stabile, la moglie appassita e avvilita di Rocco...

Aldilà degli accadimenti "Sogni e Bisogni" é una commedia di fortissimo impatto comico e nello stesso tempo mi consente di continuare il percorso che ho iniziato ormai già da qualche anno. Aprire cioè in qualche modo la confezione borghese della commedia classica per intrattenermi ed intrattenere il rapporto con il pubblico in sala. Avrò modo cioè di interloquire con loro per rispondere alle domande più frequenti che ci facciamo sulla profondità della natura umana sopratutto nei suoi aspetti apparentemente più semplici.

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IL BUGIARDO – 4, 5 MARZO 2016

Autore: Carlo Goldoni Regia: ALFREDO ARIAS Interpreti: Andrea Giordana, Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli, Lorenzo Gleijeses, Mauro Gioia, Luchino Giordana, Valeria Contadino e Gennaro Di Biase Produzione: Gitiesse Artisti Riuniti e Baobei Production and Entertainment

“Il bugiardo” è una commedia scritta da Carlo Goldoni ispirata alla “Verdad sospechosa” dello spagnolo Juan Ruiz de Alarcón. Fu rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750 e fu stampata a Firenze nel 1753. Con questa commedia Carlo Goldoni cerca di trasmettere un insegnamento che è rintracciabile nella vita di tutti i giorni, fa capire come in realtà le bugie sono solo uno strumento che in ogni caso, si ritorce contro i bugiardi. Ma riesce a farlo tramite una commedia che sembra tutto fuorché un romanzo di formazione, riesce grazie all'ausilio del dialetto veneziano, attribuito alle maschere, a far ridere lo spettatore e a renderlo in effetti quasi partecipe all'interno della storia; i dialoghi rapidi e semplici non danno tempo di pensare ma riescono con molta semplicità a far intendere il messaggio di base della storia. Vuole far capire come in realtà l'uomo si trova continuamente di fronte ad un bivio e per il proprio orgoglio sceglie sempre la via meno giusta, anche dicendo bugie e poi ancora bugie. Questa commedia fa parte del periodo che connota l’innovativa riforma della scrittura teatrale a cui diede via Goldoni che, se pur attratto dai meccanismi della commedia dell’arte, è molto critico nei confronti della ripetitività e della volgarità in cui era caduta la comicità.

Geppy Gleijeses affronterà con la sua indiscussa classe il personaggio di Lelio affiancato da Marianella Bargilli nella parte di Rosaura e da Andrea Giordana che sarà un divertente Pantalone abbastanza inusuale ma sicuramente efficace nel disegno registico

La regia è affidata ad Alfredo Arias, uno fra i più importanti registi internazionali, argentino naturalizzato francese, autore di spettacoli effervescenti animati da un ironia ora tenera ora folle, ben si prestano all’allestimento di questo testo.

Chloe Obolenski scenografa costumista storica di Peter Brook, di chiara fama internazionale lavora fra Olanda, Francia, Germania, Italia, Austria e Gran Bretagna.

NOTE DI REGIA

La nostra prima reazione sarebbe quella di punire colui che mente, ed è vero che il testo di Goldoni finisce con il pentimento e la condanna del personaggio di Lelio, colui che durante tutto lo spettacolo non ha fatto che trasformare le situazioni scontate con delle «meravigliose invenzioni». Penso che questo giudizio moralistico non è che una facciata di convenienza e che, dietro questa, c’è la gioia di celebrare coloro che osano proporre una visione romanzesca della vita, anche al prezzo di qualche sofferenza, ma meglio una vita gioiosamente sregolata dalla menzogna che l’insopportabile monotonia del quotidiano. Questa rappresentazione de Il Bugiardo ci propone di celebrare in Lelio un favoloso scrittore inventore, non di un opera letteraria, ma di una commedia umana.

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Piccolo Teatro Strehler

IL PREZZO (THE PRICE) – 5 APRILE 2016

di Arthur Miller, traduzione Masolino D’Amico

scene Maurizio Balò, costumi Gianluca Sbicca, luci Pasquale Mari

regia Massimo Popolizio, direzione artistica Umberto Orsini

con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton

produzione Compagnia Orsini

Il testo di Arthur Miller fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi economica avvenuta negli Stati Uniti nel ‘29. Figli di un padre che ha subito drammaticamente la crisi, due fratelli si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare un appartamento, che sta per essere demolito, in cui sono accumulati i mobili e gli oggetti raccolti dal padre nel corso della vita. Un vecchio broker è chiamato per stabilirne il prezzo. Da questo semplice spunto emergono tutte le incomprensioni e le menzogne che la paura della perdita improvvisa del benessere può esercitare su chi si dibatte nella crisi. Miller tratta il tema con la consueta maestria, facendoci scoprire un capolavoro che, pur venendo da lontano, ci porta ai nostri giorni così pieni di incertezze.

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AMBROGIO SPARAGNA & ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA

dell’Auditorium Parco della Musica di Roma

TARANTA D’AMORE – 15 APRILE 2016

La notte del Gran Ballo Festa-Concerto di serenate e balli della tradizione popolare italiana

Taranta d’Amore è una grande festa spettacolo dedicata ai balli della tradizione popolare italiana: gighe, saltarelli, ballarelle, pizziche, tammurriate e soprattutto tarantelle, la danza matrice di tante tradizioni musicali delle nostre regioni.

Al centro della scena Sparagna, sostenuto dalla straordinaria energia e bravura dei musicisti dell’Orchestra, dà vita ad una grande festa spettacolo che riesce ad animare la piazza, la fa saltare al ritmo vorticoso dei nostri balli popolari, tra organetti, chitarre, ciaramelle e tamburelli. Nel corso dello spettacolo il pubblico diventa ‘protagonista della festa’ e si lascia piano piano travolgere dalla forza della musica abbandonandosi agli inviti del Maestro a ballare, battere le mani, sorridere e fischiare una melodia, cantare un ritornello e sorridere per un numero ad effetto. Così stregati dall’energia del ritmo ed affascinati dalla varietà ed originalità dei suoni degli strumenti popolari e dalla forza delle voci che cantano tanti dialetti diversi, tutti si ritrovano a rivivere suggestioni ed emozioni straordinarie tipiche delle antiche feste contadine italiane.

L’Orchestra Popolare Italiana, diretta da Ambrogio Sparagna, è un ensemble di voci, organetti, percussioni e altri strumenti tradizionali che propone un variegato repertorio che abbraccia diverse regioni d’Italia attraverso progetti originali che prevedono spesso la partecipazione di ospiti speciali.

Numerosi gli spettacoli in Festival, ma anche interventi musicali e teatrali per animare piazze e interi paesi, che hanno sempre catturato l’attenzione e l’entusiasta partecipazione del pubblico. Il gruppo vanta una ampia e qualificata esperienza, in Italia e all’estero.

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Circolo del cinema

"La Grande Illusione"

- Festival del cinema, cinema dei festival -

Una rassegna cinematografica dedicata al cinema reso invisibile dalle logiche di mercato e solitamente fruibile quasi solo nelle kermesse cinematografiche grandi e piccole sparse nei cinque continenti. Un modo per conoscere Autori, storie, culture neglette dalla ordinaria distribuzione commerciale. In un mondo sempre più digitalizzato e ricco di contenuti audiovisivi su molteplici piattaforme, la visione di un film in sala è - ironicamente - l'unica via rimasta per godere appieno della magia del cinema d'autore. Non per perseguire pulsioni nostalgiche da cinefili d'antan, ma proprio per la possibilità di scoprire tutto un mondo tanto antico nella sua forma originaria - una sala buia , uno schermo illuminato, un pubblico attento e partecipe - quanto sempre nuovo e vivo , in continua evoluzione. Come le altre forme dell'arte e dell'espressività umana infatti, anche il cinema si evolve al di là della mera tecnica per raccontare storie e incantare il pubblico con una impareggiabile capacità di creare senso e disvelare la natura profonda dell'umanità e degli eventi. Convinti come siamo da sempre della necessità di una continuità dell'offerta piuttosto che della effimera sporadicità di singoli eventi, la rassegna si dispiegherà in una tempistica stagionale, da Novembre a Maggio, con appuntamenti settimanali. I titoli saranno di volta in volta selezionati a seconda della congruità con le predette caratteristiche e la disponibilità delle uscite stabilite dai titolari dei diritti d'autore cinematografici. La programmazione avrà luogo nei giorni di sabato e domenica di ogni settimana e consterà di tre spettacoli per ogni giorno di programmazione, in modo da venire incontro alle esigenze dei fruitori col massimo della flessibilità oraria possibile, con l'ultima proiezione sempre alle ore 21,00 e le precedenti in orari mutevoli al variare della durata del film. L'accesso sarà destinato esclusivamente ai soci della nostra associazione accettati a seguito di richiesta di affiliazione e tesseramento, procedura possibile tanto all'ingresso della sala come pure presso la nostra sede associativa.