tamtam magazine - anno ii - numero 8 - settembre 2010

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La rivista mensile di attualità, cultura, spettacolo, sport, costume e società

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free press magazine

free press magazine

Periodico mensile diattualità, cultura, spettacolo, sport, costume e società.

www.tamtammagazine .it

ANNO II - NUMERO 8SETTEMBRE 2010

EDITOREITALIA EDITRICE NEW di Giancarlo Arcano

www.italiaeditrice.com

DIREZIONEDamiano Bordasco(direttore responsabile)

CAPOREDATTOREMassimo Rosario Marino

[email protected]

Amalia ConteAntonio IacovinoTina PetrilloLuana RacanoSara Valente

COLLABORATORIMatteo Caldarella, Angelo Capozzi, Angelo Chirico, Carmelina Curcelli, Elena De Bellis, Fernando Faleo,Fiorenzo Figurella, Monica Gigante,Paolo Giuva, Michela Ingaramo,Giuseppe Marino, Felicia Palmieri,Vincenzo Rizzi, Giuseppe Ruppi,Nicola Russo, Nancy Squillace,Prof. Giuliano Volpe.

GRAFICA E IMPAGINAZIONESTUDIO ARKA - Foggia0881.723980 - 0881.368629

ART DIRECTORGianmarco Arcano

PUBBLICITÀITALIA EDITRICE NEW0881. 723980 - 347.6403966

STAMPAPRINTER GROUP ITALIA S.r.l

Registrazione al Tribunale di Foggian° 30 del 19/11/2009

© 2010 - Tutti i diritti di proprietàartistica e letteraria riservati

n condottiero silenzioso. Bandiere e mani, cuori che

battono, nostalgia di tempi passati da rivivere nell’oggi. Una speranza che si riaccende. Dai colori rossoneri della nostra squadra di calcio ripartono i sogni di Foggia. Una città in un momento difficile della sua storia che deve trovare il coraggio di svoltare e rialzarsi, no-nostante le innumerevoli difficoltà. E se il calcio può essere da stimolo, allora bene.La guida è sempre lui, Zdenek Ze-man, picconatore dell’establishment corrotto del calcio italiano, a cui ab-biamo voluto dedicare la copertina di questo numero ed una lunga in-tervista di approfondimento.Un personaggio straordinario, non solo sul versante calcistico, che tor-na a mettersi in gioco nella stessa piazza, con la stessa squadra che anni addietro scalò le vette del cal-

cio professionistico italiano.Ripartono, dunque, le pubblicazioni di TamTam che, come sempre, con la sua redazione giovane cercherà di raccontare l’altra città possibile.In questo numero ampio spazio all’Università degli Studi di Foggia, che promuoverà un premio dedicato ad alcuni nostri conterranei che, in diver-si campi, hanno dato lustro nel mon-do alla nostra terra meravigliosa.E poi ancora la fine delle vacanze, il primo giorno di scuola, la prima campanella e molto altro ancora.Tra le novità di questa riapertura settembrina un fatto che ci inorgo-glisce e, nel contempo, ci stimola a fare di più e meglio: la collabora-zione della massima autorità cultu-rale della Capitanata. Il Magnifico Rettore dell’Università, il professor Giuliano Volpe, da questo numero è con noi di TamTam.Il viaggio continua, soprattutto gra-zie a voi.

Per le immagini di cui non è stato possibile rintraccire gli aventi diritto, l’editore si dichiara pienamente disponibile ad adempiere ai propri obblighi.

Chiuso in redazione il 14/09/2010

di Damiano Bordasco - DIRETTORE RESPONSABILE

Riprendiamo il Cammino

EDITORIALE

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4 NUMERI UTILI

ISTITUZIONIComune di Foggia 0881 792111 - 0881 814111Provincia di Foggia 0881 791111Regione Puglia 0881 725188 SANITA’ PUBBLICA FOGGIAASL FG3 Foggia 0881 731111 Ass. Volontari Italiani Sangue Foggia 0881 615656Az. Ospedaliero Universitaria Foggia 0881 731111 Croce Rossa Italiana Foggia 0881 723753 Emergenza Sanitaria 118 Guardia Medica Foggia 0881 732030 Pronto Soccorso “Ospedali Riuniti” Foggia 0881 732030

EMERGENZAEmergenza Sanitaria 118Carabinieri Comando Provinciale Foggia 0881 634444 Carabinieri Pronto intervento 112 Corpo Forestale emergenza ambientale 1515 Difensore Civico Foggia 0881 791236 Drogatel (Servizio Nazionale Anonimo) 800900800 Guardia di Finanza Pronto intervento 117 Polizia di Stato Pronto intervento 113 P. S. - Questura Foggia 0881 668111 Polizia Municipale FG 0881 331511

Protezione Civile Foggia 0881 791738Telefono Rosa (contro la violenza sulle donne) 0637518261-2Telefono Azzurro (Linea per bambini) 19696 Vigili del Fuoco Pronto intervento 115

TRASPORTI FOGGIAACI Foggia - soccorso stradale 803116Aeroporto “Gino Lisa” Foggia 0881 650539 ATAF Foggia 800253663 CCISS Traffico e viabilitàViaggiare informati 1518Ferrovie del gargano Foggia 0881 725188 SITA Foggia 0881 773117 Trenitalia 892021 SERVIZIACEA Illuminazione Pubblica 800130340 Acquedotto Pugliese Segnalazioni guasti 800735735AMGAS Segnalazione guasti 0881 721414 ENEL Servizio Clienti 800998998ENEL Segnalazioni guasti 803500Fisco on line 848800333

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FELICE RUSSO

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SOMMARIO

SPORTIVAMENTE

SOCIETÀ

SALUTE E BENESSERE

NATURA

PRIMO PIANO

“Yahoo salva il mondo”

1° giorno di Scuola

Fico...ti faccio secco!

I Galli che danzano al chiaro di luna

40

22

36

28

pag. 6

42

44

48

UTILITÀ & SVAGO

RISTORANDO

TAMTAM INSIEME

TEST

OROSCOPO

p. 54

p. 58

p. 60

p. 63

Un mix di locali, selezionati per voi!

Partecipa al concorso e...vinci una maglietta!

Sei un leader ?

di settembre

MUSICA

INFORMATICA

L’ANGOLO DELL’EDUCATORE

Les tambours du Bronx

Salvaguardiamoi nostri dati

Benedetti Compiti!

Un’altrafantastica storia

CUCINA

Le ricette della tradizione foggianaIl buon gusto della terra di capitanata tra memoria e presente

52

CULTURA E SPETTACOLO

TALENTI DI CAPITANATA

La Provincia è Rock,con “Officina delle Idee”

Intervista a Silvia D’Ascoli

Successo per il festival musicalee fotografico del progetto della Provincia di Foggia

La forza della musica

Famiglia e scuola devono allearsi...

legale presso l’Ufficio del Procuratore del Tribunale delle Nazioni Unite...

Tempo dell’incontro

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ause e silenzi frequenti. Sarcasmo e intensità nelle risposte. Tempi allungati, perle di saggezza,

aforismi di continuo.È tutto questo, e molto di più, una conferenza stampa con lui. Il boemo. Il fustigatore dei mercenari del calcio: Zdenek Zeman.Ogni tanto accenna un sorriso. Poi risponde con serietà. A volte sembra quasi spocchioso, ma poi aggiusta il tiro. È troppo grande per non rispettare gli altri. L’apertura di questo numero di TamTam non potevano non dedicarla alla straordinaria figura di Zeman che ha riacceso le speranze del popolo del calcio foggiano. Diremmo che non ha solo stimolato i calciofili, ma tutti i cittadini del capoluogo, e della Capitanata, perché attra-

UN’ALTRAFANTASTICA STORIA

verso lo sport più amato dagli italiani si possa ritrovare il bandolo per ricominciare a credere che Foggia è una grande città del Mezzogiorno. E sul credere nella propria forza basa ogni considera-zione sulla sua squadra. “I ragazzi che ho scelto per questo campionato non li cambio. Sono loro che continueranno con me questa avventura. Ragazzi, appunto, la maggior parte dei quali ha militato in categorie inferiori o in Primavera”.Parla di orgoglio della maglia, di vigore nel perseguire i risultati, accenna a miglioramenti tattici ma tutto, pro-prio tutto, è permeato da un alone sibillino.Quando poi si affronta il tema del passato, dell’amore viscerale che hanno i Foggiani per lui si ferma, pensa

di Damiano Bordasco - DIRETTORE RESPONSABILE

6 PRIMO PIANO

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a lungo e dice. “È un’altra cosa quella che abbiamo fatto negli anni scorsi. Il passato è passato. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e costruire un’al-tra storia. Qualcosa di di-verso”.E alla domanda se teme di rovinare la memoria di ciò che è stato, risponde lapi-dario e senza mezzi termini:

“Sì. Nella memoria di tutti i Foggiani c’è quel Foggia, quell’allenatore, quella società. Se ora non andassimo bene potremmo lasciare, invece, nel cuore degli sportivi un ricordo meno entusiasmante che potrebbe scalfire quello precedente. È vero, come dicevo prima, è un’altra fase della storia del calcio, un’altra fase per questa squadra e questa città, però dobbiamo dare il massimo per scrivere una nuova pagina memorabile di storia”.Poi si lascia andare a parole che, forse per chi non lo conosce, sembrano incredibili: “Sento l’amore dei cittadini, non solo degli sportivi. Sento la loro vicinanza. Il loro calore ed il loro affetto. Non voglio deluderli”.Sessantatre anni, in fuga da adolescente da una Praga vessata dai carri armati sovietici, si stabilisce nella terra più calda dell’Italia: la Sicilia. Una storia appassionante la vita di Ze-man. Ogni ruga sul suo viso odora di impresa, di sapienza, di sfida contro i potenti.Dopo aver allenato per oltre dieci anni nelle squadre giovanili del Palermo, così come si può notare nelle sue biografie ufficiali, passa ai professionisti con il Licata in C2 e poi il primo approdo a Foggia. Poi a Parma e di nuovo in Trinacria prima di cominciare quella favola straordinaria chiamata Zemanlandia.Era la stagione calcistica ‘89/’90, con la promozione in Serie A e lo spettacolo dato in tutti i templi del pallone italiano. Come potremmo mai scordare partite come quella

del 13 dicembre del 1992, Foggia – Juven-

tus: 2-1, oppure, più campanilisticamente, le botte da orbi che ad ogni partita, casalinga ed esterna, prendeva la squadra del Bari. Immagini indelebili, soprattutto per chi come noi le ha vissute quasi in dimensione onirica, con occhi di bambino.Per anni Zdenek Zeman ha incantato platee con la sua filosofia votata all’attacco, senza se e senza ma. Ha affasci-nato, con le sue teorie geometriche, i cultori del calcio di mezzo mondo.Torna a Foggia per scrivere un’altra fan-tastica storia.

foto dal sito:www.zeman.org

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pettacolare l’estate di Capitanata con il Festival musicale e il concorso fotografico di “Officina delle

idee”, dal tema “Parole e immagini di legalità”.Uno speciale evento itinerante per riflettere sui temi della legalità, del dialogo interculturale e della cittadina attiva, e per promuovere la creatività e la passione per la musica delle giovani band di Capitanata. Quattro le tappe, tre in provincia di Foggia nei territori di Biccari, San Nicandro ed Orta Nova, serate di travolgente musica che si sono rivelate una straordinaria occasione di vita sociale ed hanno riscosso ampi consensi di pubblico.Sabato 4 settembre, lo spettacolo di “Officina delle idee” ha fatto tappa a Foggia, per la serata finale. Ad aprire la promettente serata, nella splendida cornice di piazza Cesare Battisti, è stato il direttore artistico della ma-nifestazione, Massimo Rosario Marino, che ha ringraziato i numerosi partner del progetto ed in particolar modo il Consorzio Opus, nella figura del presidente, il dott. Carlo Rubino, “per l’opportunità data ai giovani artisti parteci-

La Provincia è ROCKcon “Officina delle Idee”Successo per il Festival musicale e fotografico

del progetto della Provincia di Foggia

panti e all’equipe di lavoro del festival di essere insieme protagonisti di un evento memorabile”.Sono seguiti i saluti del presidente del Forum del Terzo Settore, Damiano Bordasco, del presidente della Provincia, Antonio Pepe, e dell’assessore alla Cultura, Billa Consiglio; presente in piazza anche la project manager del progetto, Monica Gigante.

di Tina Petr il lo

10 CULTURA e SPETTACOLO

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Nell’accogliente piazza foggia-na, gremita di giovani e adulti, si sono alternate sul palco otto band emergenti, provenienti da tutta la Provincia: Lindberg; The look; Death anthem; Onda Ma-gnetica; Traccia quattro feat soc; Stereo 8 e Il Giunto di Cardano, band rivelazione del Festival, che ha presentato tre brani inediti.Applauditissime le esibizioni dei giovani musicisti che hanno regala-to al numeroso pubblico tre ore di vibranti emozioni a ritmo di rock.Gran finale con gli Stone free, uno dei gruppi foggiani più noti, che han-no entusiasmato il pubblico con vir-tuosismi strumentali sulle note dei brani di J. Hendrix.Premiati, durante la serata, i vincitori del concorso fotografico “Parole e immagi-ni di legalità”, organizzato in collabora-zione con il Foto Cine Club di Foggia e Cellularmania, sponsor ufficiale.Ottima la qualità delle foto presentate al concorso, esposte nella vicina sala dell’Istituto Superiore di Scienze Reli-giose “Giovanni Paolo II”. Suggestivi gli scatti dei vincitori, prima classificata la foto di Tommaso Aba-tescianni dal titolo “Figli di Eden”, al secondo posto lo scatto di Roberta Tarullo dal titolo l’isola ecologica?, al

terzo posto la

foto dal titolo “Affissione selvaggia” contro l’abusivismo pubblicitario.Importanti i numeri del Festival nei 4 Comuni ospitanti: centinaia di ragazzi, tra i 16 e i 35 anni, coinvolti in totale nella lunga maratona musicale della manifestazione, 13 le band che si sono alternate nelle diverse tappe; oltre ai gruppi citati sopra, hanno partecipato: Clessidra; Virus; Heathed; Undersoil; Queens of noise e il cantante Luigi Coscia.Plauso all’accurata organizzazio-ne del direttore artistico, Massimo Rosario Marino, che ha seguito i

giovani musicisti con premura e professionalità ed ha presentato con padronanza le serate con le brave Antonella Moffa e Deborah Giarnera, componenti dell’equipe organizzativa insieme ai giovani: Pierluigi del Carmine, Francesco De Santis, Angelo Ruotolo.Il Festival musicale ed il con-corso fotografico rientrano nel progetto della Provincia di Fog-gia, finanziato dal Ministero della Gioventù nell’ambito dell’iniziativa “Azione Province Giovani”, pro-mossa dall’UPI, di cui sono partner il Consorzio Opus, il coordinamen-to provinciale del Modavi, Centro di formazione Irsef e Cooperativa Integra.

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UN ANNO DI GRAZIA…

ontinuano le iniziative della Parrocchia di San Pio X di Foggia, organizzate da don Antonio Menichella,

guida e parroco della Comunità, e dal Consiglio Pastorale Parrocchiale in occasione dell’Anno Giubilare per il 50° Anniversario di fondazione che terminerà il prossimo 30 novembre con la solenne celebrazione presieduta dall’ar-civescovo di Foggia – Bovino, mons. Francesco Pio Tam-burrino. Un calendario ricco di iniziative che ha richiamato tantissime persone da tutta la città. Sul logo che il Parroco e il Consiglio hanno scelto per questa grande occasione del 50° di Fondazione è riportato un passo del Vangelo di Luca, “Un anno di grazia del Signore”. Questa Parola, a circa 9 mesi dall’apertura dell’Anno Giubilare, si è rivelata appropriata. Le attività, infatti, hanno permesso soprattut-to una vera crescita nella fede. “Il Santo Padre, Benedetto XVI – ha dichiarato don Menichella - ha fatto alla nostra comunità, grazie alla richiesta inoltrata dall’arcivescovo, di offrire, durante tutti i giorni dell’anno giubilare, la possibilità di lucrare l’Indulgenza Plenaria per i vivi e per i morti e questa grande opportunità è stata accompagnata anche da un ‘vademecum’, preparato per l’occasione e da specifi-che catechesi che hanno aiutato tutti i fedeli a comprende-re in pienezza il senso e l’importanza dell’Indulgenza nella

vita e nella prassi della Chiesa”. Durante l’anno, inoltre, la parrocchia che dà nome al noto quartiere foggiano, ha accolto il Sacro Tavolo dell’Iconavetere, dall’11 al 23 marzo scorso. Entrambe le iniziative, ma non solo, hanno permes-so a migliaia di cristiani, giunti da tutta la città, di accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia e di riscoprire la figura di Maria nel proprio cammino. Un’ at-tenzione particolare, poi, è stata data a tutte le fasce d’età e ai vari gruppi: diversi i giubilei celebrati, per le famiglie, per i bambini, migranti e i rifugiati, mamme in attesa, per i malati, i fidanzati, disabili e per i nonni. Un’altra iniziativa importante è stata la Settimana Vocazionale dall’11 al 17 settembre che ha visto tutta la comunità riflettere sul tema della chiamata, in preparazione ai festeggiamenti per il 50° Anniversario di ordinazione sacerdotale di mons. Donato Coco e don Michele Contessa. La settimana è stata animata dai sacerdoti che hanno svolto il loro mini-stero nella comunità parrocchiale di San Pio X e da altri sacerdoti della Diocesi di Foggia-Bovino. Tra le numerose attività, difficilmente racchiudibili in un articolo, è impor-tante ricordare l’accoglienza, per tre giorni, nella nostra parrocchia di una folta delegazione della città di Riese, in provincia di Treviso, città natale di San Pio X che ha portato

di Angelo Chir ico

CULTURA e SPETTACOLO12

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in scena il primo giugno, presso il Teatro del Fuoco, della Commedia in tre atti “Papa Sarto”, sulla vita del Pontefice e questo a seguito del gemellaggio contratto tra la parrocchia e il Comune trevigiano. “Degno di nota è stato anche il musical ‘Forza Venite Gente’, sulla vita di San Francesco d’Assisi, portato in scena davanti il sagrato della parrocchia il 5 giugno – ha continuato il parroco - e che ha visto la partecipazione di

oltre 2000 persone. Il musical, preparato da oltre cento persone, ha avuto delle assolute novità. Innanzitutto il coinvolgimento di intere famiglie della parrocchia. Infatti, gli attori coinvolti hanno un’età compresa dagli 8 ai 55 anni. Per la prosa, poi, ci si è avvalsi dei dialoghi rivisitati e riscritti per l’occasione da don Ricciotti Saurino, per ricordare questo grande uomo e sacerdote che ha illu-minato con la sua vita e il suo ministero la nostra città e la nostra Diocesi. Se è giusto poter fare un bilancio con l’Anno Giubilare ancora in corsa, il giudizio è senz’altro positivo. Un cammino così ricco di crescita umana e spirituale in una comunità parrocchiale non si improv-

visa – ha concluso don Antonio Menichella - ma nasce e cresce ogni giorno a partire dall’esperienza sacramentale della Parola e dell’Eucarestia e dall’impegno di tantissimi laici che, anche coinvolti e contagiati dalla testimonianza di vita del parroco, con gioia e entusiasmo mettono a servizio la loro vita in questa grande famiglia che è la parrocchia San Pio X”.

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l 25 giugno scorso è stata inaugurata l’esposi-zione dello straordinario complesso di marmi po-

licromi allestita nel Museo Civico-Diocesano di Ascoli Satriano. L’iniziativa, di alto profilo culturale, fortemente voluta dall’Amministrazione cittadina e in particolare dal Sindaco Antonio Rolla (uno dei pochi politici locali

che ha fatto dei beni culturali un asse portante dell’azio-ne amministrativa), non ha avuto finora, a mio parere, la risonanza che merita. Non solo per l’eccezionalità dei manufatti, veri e propri unica nel panorama archeologi-co, e per l’eleganza e l’efficacia della mostra, ma anche per il significato politico e civile di questa vicenda.

a cura del Prof. Giuliano Volpe - MAGNIFICO RETTORE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FOGGIA

I marmi policromidi Ascoli Satriano

14 CULTURA

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Il gruppo di marmi è costituito da un sostegno per mensa (trapezophoros) con due grifi che azzannano un cervo, da un bacino rituale (podanipter), al cui interno è raffigurata la scena del trasporto delle armi che Efesto ha forgiato per Achille su richiesta della madre Teti, da una coppia di mensole e da otto contenitori (un cratere, due oinochai e quattro epichyseis, cioè vasi da mensa per versare, ed una loutrophoros, di uso funera-rio), ricomposti da vari frammenti. Elemento comune è la vivace decorazione policroma. La mancanza di informazioni precise sul rinvenimento impedisce di proporre certezze sulla collocazione ori-ginaria, ma è probabile l’appartenenza al corredo di una ricca tomba a camera del IV sec. a.C. A questi oggetti di età daunia si aggiunge una pregevole statua raffigurante Apollo di età romana (II d.C.), anch’essa trafugata da una villa romana del territorio di Ascoli Satriano. Ma ripercorriamo questo vero e proprio ‘giallo’, per molti aspetti ancora avvolto nel mistero. Negli anni ‘70 (forse tra il 1976 e 1977) furono effettuati scavi clan-destini da tombaroli locali nella zona di Ascoli Satriano. I reperti furono subito smembrati. Alcuni di essi, fram-mentari, furono sequestrati dalla Guardia di Finanza e conservati in casse nei magazzini della Soprintendenza a Foggia, dove se ne persero le tracce, in attesa del processo. Altri pezzi, i più pregiati, il trapezophoros e il podanipter, furono venduti dai tombaroli ad un famoso mercante d’ar te, Giacomo Medici. I pezzi finirono, quin-di, per il tramite di un noto trafficante internazionale, R. Symes, nella collezione di M. Tempelsman, magnate di miniere e mercante di diamanti belga-americano. Successivamente, sempre con l’intermediazione di Sy-mes, i due straordinari oggetti del IV sec. a.C., pagati rispettivamente 5,5 e 2,2 milioni di dollari, furono ven-duti, insieme alla statua di Apollo (pagato 2,5 milioni di

dollari) al J. Paul Getty Museum di Malibu (U.S.A.). Il curatore della sezione di ar te antica del Getty Museum, A. Houghton venne a conoscenza nel 1985 della provenienza illegale degli oggetti acquistati da Tempel-sman dallo stesso Medici, che dichiarò di aver acquistato nel 1976 o 1977 i pezzi e di averli venduti a due trafficanti interna-zionali: il podanipter a R. Hecht, il trapezo-phoros e l’Apollo a R. Symes. Houghton, inoltre aveva appreso da Hecht che il luo-go di provenienza era Orta Nova, base dei tombaroli.Intanto uno dei tombaroli, Savino Berar-di, gravemente ammalato, poco prima di

morire, nel 2002, indicò ai marescialli dei Carabinieri Salvatore Morando e Roberto Lai il sito di provenienza nel territorio di Ascoli Satriano, e, chiedendo ai militare di riportare i Grifoni in Italia, aggiunse: «Ma è possibile che siano spariti gli altri pezzi che mi avevano seque-strato? Non ho più saputo nulla». I carabinieri avviarono una complessa indagine negli archivi della ex Pretura di Or ta Nova, le cui compe-tenze erano nel frattempo state trasferite a quella di Cerignola. Tra faldoni ormai destinati al macero, trovarono i documenti risalenti al 1978 e, quindi, mediante uno ‘scavo’ nei magazzini della Soprinten-denza a Foggia, riscoprirono una cassa di materiali sequestrati, a nome Berardi, con 19 pezzi di marmo. È il 5 maggio 2006. A questo punto le due vicende tornano ad intrecciar-si, nell’ambito di un processo per commercio illegale di reper ti archeologici contro il trafficante Hecht e l’archeologa Marion True, che nel 1986 aveva sostitu-ito Houghton come curatrice dell’ar te antica al Getty Museum. Angelo Bottini (allora Soprintendente Ar-cheologo di Roma) riconosce l’alta qualità dei reper ti ritrovati dai Carabinieri e stabilisce un collegamento con gli oggetti acquistati dal Getty Museum. Dopo lunghe trattative condotte dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a 22 anni dall’acquisto ef-fettuato nel 1985, i reper ti sono stati restituiti all’Ita-lia il 1° agosto del 2007. Dal giugno scorso il MiBAC ha autorizzato il rientro ad Ascoli Satriano.È, dunque, una vicenda assai significativa quella dei marmi ascolani. Una storia, peraltro, simile a quella di tanti altri reper ti trafugati in Daunia e in Italia. In que-sto caso, for tunatamente, con un lieto fine, grazie alla restituzione e al ‘ritorno a casa’ di questi straordinari oggetti, che spero in molti vorranno conoscere.

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di Monica Gigante

Intervista a Silvia D’Ascolilegale (Associate Legal Officer) pres-so l’Ufficio del Procuratore del Tribu-nale delle Nazioni Unite per i crimini commessi nella ex Jugoslavia (L’Aja).

Impegno, dedizione e passione. Queste sono le qualità che si notano non appena parli con l’avvocato Silvia D’Ascoli, giovanissima legale presso l’Ufficio del Procuratore del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini commessi nella ex Jugoslavia (L’Aja).

Riportiamo, di seguito, l’intervista rilasciata al nostro mensile.

SPIEGHIAMO AI NOSTRI LET-TORI CHE COS’È IL TRIBUNALE DELL’AJA E IN COSA CONSISTE LA SUA ATTIVITÀ PROFESSIONA-LE… Il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY = International Criminal Tribunal for the former Yu-goslavia) è un tribunale ad hoc delle Nazioni Unite istituito, nel 1993, con risoluzione del Consiglio di Sicurezza, al fine di giudicare i crimini commessi durante i conflitti che hanno afflitto i paesi della ex Jugoslavia negli anni ’90. Nello specifico, il Tribunale ha giuri-sdizione sui crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio ed ha il compito di processare i maggiori responsabili di tali crimini.Lavorare come legale presso l’Ufficio del Procuratore all’ICTY significa so-stanzialmente lavorare in un team di professionisti che hanno il compito di presentare in aula (durante proces-si che si svolgono davanti ai giudici di primo grado o di appello) i casi portati avanti dall’Ufficio del Pro-curatore contro persone ritenute

responsabili di crimini internazionali commessi nella ex Jugoslavia.

IN QUESTI GIORNI, È TORNATA A FOGGIA PER PARTECIPARE AL CONVEGNO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FOGGIA “PU-GLIA, TERRA DI TALENTI” E RAC-CONTARE LA SUA ESPERIENZA FORMATIVA, PROFESSIONALE E PERSONALE ALL’ESTERO. COSA SIGNIFICA PER LEI QUESTO MO-MENTO DI CONDIVISIONE CON LA COMUNITÀ DI APPARTENEN-ZA?E’ stato per me un grandissimo ono-re essere invitata a questo convegno organizzato dall’Università degli Stu-di di Foggia per celebrare la nostra terra, le sue persone e i suoi talenti. E’ stato particolarmente emozionante soprattutto perché Foggia è la mia città natale, dove ho trascorso più di 20 anni della mia vita ed è proprio all’Università di Foggia che ho fatto i miei studi e mi sono laureata in Giurisprudenza nel 2000. Se 10 anni fa qualcuno mi avesse detto che un

giorno sarei stata invitata ad un even-to del genere, non ci avrei creduto!Penso che la condivisione di espe-rienze e percorsi di vita sia essenziale alla crescita. Ed è in quest’ottica che vedo il dialogo e la comunicazione con quella che è e sempre sarà la mia ‘comunità di appartenenza’. Auspico, inoltre, la creazione di una “rete” de-gli italiani all’estero legata al nostro paese e a tutte le varie ‘comunità di appartenenza’ ed anche lo scambio reciproco e costante di esperienze e professionalità.Momenti di condivisione come que-sto servono indubbiamente anche a me stessa per ritornare alle mie origini, rafforzare contatti esistenti e magari intesserne di nuovi.

QUALE MESSAGGIO INTENDE TRASMETTERE AI GIOVANI CHE SARANNO PRESENTI AL CON-VEGNO?Mi piacerebbe trasmettere il mes-saggio che, attraverso l’impegno e la dedizione, si possono raggiungere mete ed obiettivi che spesso cre-

16 TALENTI di CAPITANATA

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diamo lontanissimi; che il credere ai propri sogni e ideali è qualcosa per cui vale la pena lottare ed impegnarsi e che la meritocrazia è ancora una valore in questo mondo.

QUAL È, SECONDO LA SUA ESPE-RIENZA, LA FUNZIONE SOCIALE DELL’AVVOCATO?Più che della funzione sociale del solo avvocato, parlerei più a tutto tondo di quella che per me dovrebbe essere la funzione sociale del giurista, della ‘persona di legge’ o ‘di diritto’, che dir si voglia. Da idealista, quale sono sempre stata, ho interpretato e vissuto i miei studi di diritto come un’opportunità per poter svolgere un ruolo ‘sociale’, per poter fare la mia parte e dare il mio contributo al rispetto dei diritti e dei doveri che abbiamo come cittadini.Dopo l’iscrizione all’università, mi sono unita come attivista al Gruppo locale di Amnesty International, che – come è ben noto – è un’organizza-zione non governativa di fame mon-diale per la difesa e promozione dei diritti umani. L’attivismo in Amnesty, che continua a tutt’oggi, mi ha davvero aperto gli occhi sui tantissimi orrori del mondo e mi ha aiutato a capire quale ruolo io volessi giocare come giurista e avvocato. Ho capito che mi sarei sentita realizzata nell’impegnare le mie professionalità legali nel cam-

po della giustizia internazionale. Ma questo è solo il mio punto di vista, è solo una delle innumerevoli ‘funzioni sociali’ dell’avvocato/giurista.In sostanza, un giurista esplica la sua funzione sociale quando cerca, ogni giorno, di costruire e mettere su, un mattone dopo l’altro, la casa/società nella quale decide di vivere e si im-pegna a riparare le falle e le buche laddove vede che esistono. Un giu-rista, insomma, è qualcuno che, ogni giorno, costruisce invece di distrug-gere.

LEGGENDO IL SUO CURRICU-LUM VITAE È IMPOSSIBILE NON NOTARE LA SUA GRANDE PAS-SIONE PER I VIAGGI. QUALE RUO-LO HANNO AVUTO NELLA SUA CRESCITA NON SOLO PROFES-SIONALE, MA ANCHE, E SOPRAT-TUTTO, UMANA?Fin da piccola, sono sempre stata af-fascinata da paesi nuovi e realtà e culture che ancora non conoscevo, sono cresciuta con una gran ‘sete’ di viaggi e di scoperte. Questo mi ha portato, a volte, lontano, a volte, semplicemente dietro l’angolo, ma di sicuro mi ha dato l’opportunità di incontrare persone e scoprire realtà che, se non fossi stata curiosa, non avrei scoperto! Un po’ come guarda-re con occhi nuovi. Il viaggiare, inol-tre, favorisce anche l’apprendimento

delle lingue straniere e questo è un elemento senza il quale non avrei mai potuto lavorare nel settore in cui la-voro attualmente. Certo, non è sempre facile vivere lontano da ‘casa’, cambiare spesso paese, città, ambiente di lavoro e di vita. Non è sempre facile dover ri-cominciare tutto dall’inizio. Forse è proprio per questo che poi si cerca sempre il contatto con le proprie ra-dici, perché il sapere che sono ancora lì è di grande conforto. Tuttavia, le esperienze che ho vissuto mi hanno indubbiamente aiutata a crescere sia professionalmente sia umanamente; mi hanno resa più forte su alcune cose, più debole su altre, più capace di comprendere ciò che è fuori dal proprio perimetro e diverso dalle proprie radici. Tutto questo mi ha donato una ricchezza di cui ormai non posso più fare a meno: il con-tatto con l’estrema varietà e diversità culturale di cui è impregnata l’Europa e la consapevolezza di esserne parte integrante. Un patrimonio culturale ed umano di cui sono consapevole di far parte a prescindere dal luogo fisico in cui mi trovo: Foggia o L’Aja, Italia o Olanda, o altrove. Questa sensazione di appartenenza a ciò che prima avevo sempre considerato ‘altro/lontano’ è qualcosa di prezioso per me, come foggiana, come puglie-se, come italiana e come europea.

biografiaSilvia D’Ascoli nasce a Foggia il 10 novembre del 1976. Nel 1995 consegue, con il massimo dei voti, il diploma presso il Liceo Classico “V. Lanza” di Foggia. Nel 2000 si laurea con 110 e lode in Giurisprudenza, presso l’Università degli Studi di Foggia, con una tesi in Procedura Civile sulle interazioni tra processo civile e processo penale. Prosegue la sua formazione iscrivendosi ad un corso di Perfezionamento in “Tutela Internazionale dei Diritti Umani”, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza, e ad un Master (LL.M.) in “International Co-operation Against International and Trans-national Crimes”, presso Università di Teramo. Nel 2003 consegue l’abilitazione alla professione di avvocato ed inizia un periodo di stage presso Ufficio del Procuratore,

Sezione d’Appello del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini commessi nella ex Jugoslavia. Nel 2004 eser-cita la professione di avvocato penalista presso lo Studio Legale Internazionale “Iorio”. Nel 2008 consegue il Dottorato di Ricerca (Ph.D) in Diritto Internazionale presso l’Istituto Universitario Europeo (EUI) di Firenze (Fiesole). Dal 2007 è Associate Legal Officer presso l’Ufficio del Procuratore del Tribunale delle Nazioni Uni-te per i crimini commessi nella ex Jugoslavia.

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di Monica Gigante

“Puglia, terra di talenti”per il ritorno dei cervelliIl Dipartimento Rapporti Internazionali dell’Università

degli Studi di Foggia celebra i pugliesi illustri nel mondo

Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’InnovazioneServizio Pugliesi nel mondo

Dipar timento Rapporti Internazionali

“Puglia, terra di talenti”. Con queste parole, il Dipar-timento Rapporti Internazionali dell’Università degli Studi di Foggia titola la giornata celebrativa dei pugliesi illustri che vivono all’estero e che si terrà l’8 ottobre presso l’Aula Magna della Facoltà di Economia, sita in via Caggese. Protagonisti dell’evento saranno quattro corregionali che si sono distinti nei vari campi del sa-pere e della cultura: l’avv. Silvia D’Ascoli, legale (As-sociate Legal Officer) presso l’Ufficio del Procuratore del Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini com-messi nella ex Jugoslavia (L’Aja); il prof. Vito Campese, Professore di Medicina, Fisiologia, Biofisica, Direttore della Divisione di Nefrologia e del Centro Studi Iper-tensione, presso la University of Southern California, Keck School of Medicine di Los Angeles; il prof. Ca-taldo Doria, Direttore della Divisione Trapianti, presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia; il prof. Gianfranco Perri, Ingegnere Minerario e Professore di

progettazione di gallerie, presso la Universidad Central de Venezuela di Caracas.I relatori racconteranno ai convenuti la propria espe-rienza di vita umana e professionale vissuta all’estero, lontani dalla propria terra. Spiegheranno ai giovani quanto sacrificio, impegno e serietà sono necessari per realizzare i propri sogni e quanto possa essere entusiasmante contribuire con il proprio lavoro a far crescere la propria terra di origine.Il convegno sarà organizzato nell’ambito del progetto “Pugliesi illustri dal mondo per il decennale dell’Univer-sità di Foggia”, presentato dal Dipar timento Rapporti Internazionali dell’UNIFG e finanziato dalla Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione - Servizio Pugliesi nel mondo, e vedrà il coinvolgimento della comunità accademica, degli stu-denti delle scuole secondarie di secondo grado e della cittadinanza.

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Il nostro mensile ha intervistato, per questo numero, la responsabile del Dipartimento Rapporti Internazio-nali, dott.ssa Valeria Puccini.

DOTT.SSA PUCCINI, NEGLI UL-TIMI ANNI, SI PARLA TANTO DI IMMIGRAZIONE NEL NOSTRO PAESE, MA QUALI SONO, INVECE, I DATI RELATIVI AL FENOMENO MIGRATORIO DEGLI ITALIANI E, IN PARTICOLARE, DEI PUGLIESI?Secondo l’ultimo Rapporto Migrantes il numero degli italiani residenti all’este-ro (3.915.767) è all’incirca pari a quello dei cittadini stranieri residenti in Italia (3.891.295); tuttavia, tale equilibrio a breve termine verrà meno perché gli immigrati in Italia aumentano ad un ritmo più accentuato. Il numero degli italiani nel mondo cresce, in minima parte, per la partenza di nuove per-sone dall’Italia, in larga misura, per la crescita interna dei figli degli italiani o delle persone che acquisiscono la cittadinanza per discendenza italiana. Il 54,8% degli italiani all’estero è di origine meridionale. Pensi che oltre 1 milione e 400 mila sono del Sud e quasi 800 mila delle Isole. Il peso delle regioni del Centro-Sud è maggiore in Europa (62,1%) e in Oceania (65%). La Puglia è la quinta regione per numero di emigrati (309.964), preceduta da Sicilia (646.993), Campania (411.512), Lazio (346.067), Calabria (343.010), e seguita dalla Lombardia (291.476). Quindi, considerando la consistenza dei pugliesi nel mondo, diventa neces-

sario attivare azioni mirate per favorire non solo dei proficui rapporti tra le comunità ospitanti e la terra di origine, ma per attivare un vero e proprio “si-stema di rete” tra queste. La giornata celebrativa che stiamo preparando per l’8 ottobre intende essere un pas-so, seppur piccolo, in questa direzione. Il progetto, infatti, è in linea con la legge regionale n. 23 del 2000 “Interventi a favore dei pugliesi nel mondo” che ha, tra le proprie finalità, quella di man-tenere e rafforzare l’identità culturale dei pugliesi all’estero, di favorirne l’in-tegrazione e la promozione sociale, economica e culturale nelle società di accoglienza e di promuovere la valorizzazione dei legami con la terra d’origine, coinvolgendo le istituzioni e la società civile.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DELL’INIZIATIVA?L’Università degli Studi di Foggia negli ultimi tempi si è molto impegnata nelle azioni di contrasto alla cosiddetta “fuga dei cervelli”. Basti pensare, a questo proposito, alla campagna di comunica-zione per il 5 X 1.000 ed è proprio in quest’ottica che rientra quest’ultima iniziativa. Il progetto, infatti, intende sti-molare nelle nuove generazioni un’etica della meritocrazia, dell’impegno e della dedizione ed incoraggiarle ad investire nel territorio d’origine le proprie ri-sorse umane e professionali. In parti-colare, come Dipartimento pensiamo che instaurare un “sistema di rete” con personalità di fama mondiale sia fon-

damentale per mettere in ri-salto l’apporto che i pugliesi danno alla cultura nelle sue varie forme e per favorire il ritorno in Puglia delle competenze innovative che le eccellenze acquisiscono all’este-ro. Insomma, crediamo che laddove sono migrate persone possano anche migrare idee e che dalle migrazioni possano nascere grandi ed epocali fe-nomeni di condivisione.

LA CONDIVISIONE, DUNQUE, COME POSSIBILE CONSEGUENZA DELLA MIGRAZIONE?Nel risponderle le riporto una frase della scrittrice brasiliana Christina de Caldas Brito: “Siamo tutti migranti. Stia-mo permanentemente abbandonando una terra per trasferirci altrove. Siamo migranti quando lasciamo i vecchi sche-mi e le vecchie abitudini per aprirci a nuove circostanze di vita”. Ed è anche questo il senso profondo del progetto che stiamo realizzando. Nel processo di condivisione tutte le parti coinvol-te si evolvono e cambiano all’unisono. Le nostre eccellenze migranti, quando tornano nella terra di origine a raccon-tare la propria storia di vita personale e professionale, mettono in atto un processo di condivisione con i concit-tadini che, inevitabilmente, stimola la crescita del territorio in tutti i campi. Si mettono insieme buone prassi, com-petenze, tecnologie e conoscenze, si creano così nuove possibilità anche, e soprattutto, per i nostri giovani.

Che cos’è e cosa fa il Dipartimento Rapporti InternazionaliIn coerenza con il piano strategico triennale e con gli obiettivi del Bologna Process, l’Ateneo si impegna in

azioni ed iniziative di internazionalizzazione.

Le proposte interessano sia l’ambito della ricerca che quello della formazione, puntando su:rafforzamento della comunicazione in ambito internazionale; • potenziamento della mobilità degli studenti e del personale; • miglioramento della capacità di attrazione di studenti e docenti stranieri; • partecipazione a programmi e progetti di internazionalizzazione della formazione; • ampliamento dell’offer ta formativa internazionale; • rafforzamento delle iniziative con particolari aree geografiche e dei network • internazionali.

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Peppe Gentile.Iscritto al Ruolo degli Agenti Immobiliari,

al n. 326, dal 20 Giugno 1977

20 IMMOBILIARE

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Viale G. Di Vittorio, 94 - Foggia - Tel. [email protected] - www.peppegentile.it

di Luana Racano

attività di un’agenzia immobiliare non è facile, so-prattutto nel contesto attuale, il lavoro di un agen-

te immobiliare non può essere riconducibile solamente al rapporto che si instaura fra chi vende, chi acquista o affitta un immobile, ma deve essere riferito a tutto quel complesso di adempimenti d’impresa imposti dalla legge e richiesti dal mercato. Nel settore immobiliare, l’Agente Immobiliare nel corso degli anni si è ritagliato un ruolo di primaria importanza, segnato da percorsi formativi e professionali che lo hanno reso in grado di offrire ai propri clienti una vasta gamma di servizi di alta qualità, abbracciando tutti gli aspetti che riguardano la vendita, l’acquisto o la locazione di un im-mobile o di una attività commerciale .Una figura quindi che dà ai suoi clienti la tranquillità di portare a termine un’operazione immobiliare nel modo più sicuro, snello e lineare possibile, senza incappare in spiacevoli sorprese di natura giuridica o strutturale. Appare così chiaro che essere un agente immobiliare, comporta una notevole responsabilità, nei confronti di chi affida la ricerca e la gestione dei propri beni, attuali o futuri, nelle mani dello stesso, a fronte di un investimento economicamente rilevante.Lo stesso codice civile onde evitare spiacevoli frainten-dimenti, con l’art. 1754, delinea chiaramente la figura dell’agente immobiliare, come colui “mette in contatto due o più parti al fine della conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collabora-zione, dipendenza o rappresentanza”.Per poter portare realizzare la propria mission, l’agente im-mobiliare deve conoscere il mercato immobiliare e la sua evoluzione nonché le leggi ed i regolamenti relativi allo svol-gimento della propria attività professionale, alfine di poter adempiere agli incarichi ricevuti con adeguata competenza.Tutto questo lo sa bene Peppe Gentile, che mette da oltre trent’anni a disposizione dei cittadini la sua professionalità e la sua esperienza come agente immobiliare.Titolare dell’omonima agenzia immobiliare, Peppe Gen-tile è iscritto sin dal 1984 alla FIAIP (Federazione italiana Agenti Immobiliari Professionali), ricoprendone nel corso degli anni anche importanti cariche.

PEPPE GENTILE:L’agente immobiliare

Pioniere su Foggia come agente immobiliare, ed iscritto alla C.C.I.A.A., oltre che come agente immobiliare dal 1987, anche come Perito Esperto, nonchè alla UIC (l’Uf-ficio Italiano dei Cambi in Banca d’Italia) come Mediatore Creditizio, è un uomo che per la propria professione non ha remore nello spendere il suo nome.Abilitato all’esercizio internazionale della Professione di Agente Immobiliare si è prodigato per la città ed è uno dei soci fondatori di Confedilizia.L’ agenzia immobiliare, che porta il suo nome e di cui è titolare, è ubicata in Foggia in Viale G. di Vittorio, 94 ed offre diversi servizi alla sua clientela, che vanno oltre la classica intermediazione immobiliare, aprendosi anche agli aspetti più innovativi della consulenza, stima e valutazione degli immobili, per aiutare i suoi clienti a compiere una scelta quanto più possibile ponderata ed adeguata a ciascuna esigenza individuale.All’interno dell’agenzia immobiliare la clientela è accolta con professionalità e cortesia ed è seguita passo dopo passo nella scelta, che spesso rappresenta un punto fermo della vita.A tal proposito sono offerti servizi complementari all’at-tività di intermediazione, come l’assistenza per l’apertura di istruttorie di mutuo, con Istituti Bancari convenzionati, che offrono alla clientela dell’Agenzia Immobiliare Peppe Gentile tassi privilegiati.Allora, per i propri investimenti immobiliari, non resta nient’altro che lasciarsi guidare da UN NOME TRA TAN-TE SIGLE. DA TRENT’ANNI.

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lle dieci eravamo tutti in classe; mi parve così piccola la scuola, pensando ai boschi, alle montagne dove

passai l’estate! Anche ripensavo al mio maestro di seconda, così buono che rideva sempre con noi…..Io dicevo tra me: -Ecco il primo giorno di scuola. Ancora nove mesi… (E. De Amicis)

Il primo giorno di scuola del bambino di prima elementare, del ragazzo di prima media o di quello delle superiori è ca-rico di ansie e aspettative, perché le sensazioni, le emozioni, le impressioni iniziali della nuova realtà influenzeranno i suoi successivi rapporti, generando sentimenti di estraneità o familiarità verso un nuovo mondo di appartenenza.Il primo approccio sarà positivo o negativo se gli schemi e i significati costruiti dagli educatori in questa importante situazione educativa saprà gettare le iniziali basi per uno sviluppo e una crescita adeguati.E’ opportuno sfatare il mito che tutto avviene in modo naturale, i docenti ne sono consapevoli e preparano l’ac-coglienza.Il momento dell’ “accoglienza” non deve essere banalizzato,

né considerato un fatto burocratico ( prima si fa, meglio è), nè un’abitudine istituzionalizzata subita da qualcuno che la considera perdita di tempo, ma “tempo dell’incontro”.Esso vale anche per gli alunni delle altre classi che già cono-scono i compagni e gli insegnanti. Incontrarsi dopo un lungo periodo di vacanza è un’occa-sione importante che consente ad ognuno di ritrovare o ridefinire il senso e le modalità dello stare insieme. È la dimensione socio-affettiva che si eprime nell’azione di sta-bilire nuove relazioni, il più possibile positive o riprende-re quelle già stabilite, in una condivisione di emozioni ed esperienze.E’ una fase di “riscaldamento” che coinvolge anche gli adulti, basta pensare al primo collegio dei docenti, che alcune volte inizia con qualche minuto di ritardo, perché gli insegnanti sentono la necessità di salutarsi calorosamente con abbracci e frasi che esprimono la gioia di ritrovarsi e il piacere di raccontarsi.“Ciò che fa crescere l’embrione umano rispetto agli altri è “l’incanto” della convivenza…” diceva Humberto Maturana,

di Carmelina Curcelli

PRIMO GIORNO DI SCUOLA: TEMPO DELL’INCONTRO

La signif icatività delle relazioni interpersonali abita nello spazio e nel tempo dell ’ incontro.

22 SOCIETÀ

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biologo, epistemologo, personaggio singolare.L’affermazione si riferisce all’incanto dei rapporti interper-sonali, al piacere di stare insieme, alla capacità di esprimere le proprie emozioni all’altro, alla realizzazione e alla riuscita di un progetto condiviso.La scuola è soprattutto luogo di programmazione, valuta-zione, di rendicondazione, ma anche di accoglienza, convi-venza e vicinanza.Essi sono due momenti che s’intersecano nell’idea pedagogica, ben metabolizzata dai docenti, della collegialità.E’ proprio questa sintesi collaborativa degli adulti l’esempio più significativo per bambini e giovani, che vivono in un mon-do, in cui la produzione culturale si colloca incessantemente sotto il senso della frantumazione ed i rapporti si pongono sotto l’egida dell’indifferenza o del conflitto.La prima qualità che un bambino o un ragazzo percepisce all’interno della comunità scolastica è quella della relazione fra gli adulti.Il tempo incalza, s’insinua nei cassetti, fra i libri, gli scaffali, fra i vestiti, nelle pieghe delle mani, nelle rughe facciali e ti dice che è passato e continua a passare come dimensione ine-liminabile dell’ esperienza umana; modella azioni, rapporti, parole,non come uno scorrere asettico, ma come capacità di dare un senso alla vita.Esso nella scuola ha trasformato il suo profilo e lo fa con-tinuamente, perché i personaggi cambiano e così anche i quadri concettuali e le sequenze narrative.Il tempo è sempre sul sentiero di guerra a ricordare la sua presenza: c’è il tempo della programmazione, della verifica, della valutazione, c’è il tempo dei docenti, delle discipline, della produzione, del risultato.Perché non perdere tempo, per poi ritrovarlo? Perché non perdere tempo per poi poterlo effettivamente guadagnare? Perché non ritrovare un altro tempo, quello della relazione?Nell’organizzazione scolastica il rapporto interpersonale non è riducibile al solo aspetto operativo, anzi inizialmente, in qualsiasi attività a prevalere è l’aspetto socio- affettivo che faciliterà o ostacolerà lo svolgimento di un semplice com-pito o di un progetto.Entra in gioco la coesione del gruppo quale condizione ottimale per lo sviluppo delle potenzialità

del singolo, che in stretto contatto con l’azione dell’ altro da sé, ritrova e riconosce la sua dimensione individuale e sociale.Si tratta di costruire incontri significativi in grado di facilitare, guidare e realizzare azioni educative efficaci ed efficienti per la formazione e la crescita di tutti i componenti del panorama pedagogico: alunni, docenti, genitori, dirigen-te e tutti coloro che, a vario titolo, partecipano alla vita della comunità educante, non solo il primo giorno di scuola.La visione del film francese “Essere e Avere” di Nicolas Philibert è un esempio del “tempo ritrovato” e “del tempo dell’incontro”. Esso racconta la storia quotidiana del mae-

stro Lopez con la sua pluriclasse piccola e vivace dell’Auver-gne nel Massiccio centrale francese. Il film colpisce per al-cuni tratti di modernità pedagogica che portano alle grandi questioni del “senso dell’educare”, alla qualità esemplare dei piccoli gesti quotidiani, che riempiono di regole cognitive ed etiche la relazione tra l’adulto e i ragazzi: i bambini attaccano da soli i cartelloni al muro, escono in cortile da un cancello aperto, fanno da soli le fotocopie……Esiste una dimensione umana e sociale naturale, non ci sono l’ ansia da prestazione, il programma da attuare in tempi stabiliti, i documenti da compilare, le verifiche da fare ne-cessariamente dopo due mesi e poi non c’è il tempo che ti ricorda che è tempo di passare ad un’altra attività, né quello che suggerisce al docente che Luca e Daniela non ancora in terza hanno memorizzato le tabelline…..”C’è tempo” e i bambini hanno bisogno di tempo per fare le cose e imparare e i docenti devono attendere che passi il tempo necessario perché un bambino faccia progressi.I bambini hanno bisogno di lentezza che oggi si chiama “tem-pi distesi” e che nel film viene rappresentata dalla tartaruga che, nella scena iniziale, attraversa l’aula ancora vuota.Queste considerazioni sul tempo intendono riconoscere e valorizzare l’identità professionale del docente come pro-duttore di cultura, la cui presenza è finalizzata al riconosci-mento di bisogni, a stimolazione di interessi, a un incremento di progettualità, a un ampliamento di orizzonti e di significati, ma anche come colui che promuove oc-casioni che consentono la realizzazione di esperienze formative significative per un miglioramento dei rapporti inter-personali e sociali…..e il primo giorno di scuola è la sua prima opportunità in cui esplicita la sua pro-fessionalità “dinamica” e “multipla”.

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l via il nuovo bando per il servizio civile: circa ven-timila i volontari che saranno impiegati in progetti

in Italia e all’estero. Lo scorso 3 settembre, infatti, è stato pubblicato il bando di selezione per i progetti promossi dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC), insieme alle Regioni e alle Provincie autonome. Per la regione Puglia saranno 630 i posti a disposizione.Porte aperte, dunque, a tutti i giovani di nazionalità italiana tra i 18 e 28 anni non compiuti intenzionati a dedicare 12 mesi di servizio nei settori dell’assistenza, dell’ambiente, del-la protezione civile, dell’educazione e della promozione ar-tistica e culturale. Un importante, e spesso unica, occasione di educazione alla cittadinanza attiva e al valore di coesione sociale e, nel contempo, una minima autonomia economi-ca. Gli enti presso i quali si può svolgere servizio sono le pubbliche amministrazioni anche locali, organizzazioni non governative (ONG) e le associazioni no profit. La domanda deve essere presentata all’ente che realizza il progetto prescelto. Dato che è possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto, pena l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti, è consigliabile dedicare un po’di tempo allo studio di ogni singolo progetto prima di fare la scelta definitiva. Orientarsi tra le centinaia di progetti non è facile. Nella Regione Puglia sono 127 i progetti a scelta. L’elenco completo degli enti promotori e relativi siti da cui reperire

l’indirizzo è disponibile sul sito del servizio civile www.ser-viziocivile.it alla voce “Bandi 2010 UNSC”. I requisiti minimi che si devono possedere al momento della domanda di partecipazione sono, tra gli altri, un’età compre-sa tra i 18 e i 27 anni, la cittadinanza italiana, nessun rapporto di lavoro o collaborazione a qualunque titolo retribuita con l’ente promotore del progetto e non aver mai prestato servizio civile o abbandonato senza valida motivazione.Tali requisiti devono essere mantenuti fino al termine del servizio, ad eccezione dei limiti d’età.Soddisfatti i requisiti minimi vengono privilegiati i candidati che hanno all’attivo esperienze di volontariato, ma anche un titolo di studio attinente al progetto fa salire il punteggio.Per le graduatorie bisognerà attendere il prossimo anno: la data entro cui l’ente dovrà comunicare all’UNSC quelle definitive è il 4 febbraio 2011. L’ente dovrà prima valutare i titoli presentati, compilare per ogni candidato, a seguito del colloquio, la scheda di valutazione secondo il modello “Allegato 4”, e attribuire il relativo punteggio dei candidati idonei e non.Per i selezionati, oltre alla copertura assicurativa, è prevista anche una remunerazione mensile di 433 euro netti duran-te i 12 mesi di servizio.Per i volontari all’estero oltre all’indennità mensile è previ-sto il vitto e l’alloggio, due viaggi, di andata e ritorno dall’Italia, e una somma di 450 euro. La scadenza delle domande di partecipazione è prevista per il prossimo 4 ottobre.

Servizio civile, al via il nuovo bandodi Nancy Squillace

24 TERZO SETTORE

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LEGGE 29 luglio 2010, n. 120 - Disposizioni in materia di sicurezza stradale

di Tina Petr il loÈ in vigore dal 13 agosto la Legge di riforma del Codice della Strada.La Legge 120/2010, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 175 del 29 luglio 2010, prevede significative modifiche

La riforma del Codice della Strada è un risultato atteso e rilevante.Occorre fermezza nella punizione degli irresponsabili, ma innanzitutto sono necessarie e fondamentali le iniziative di educazione dei giovani alla guida sicura e di informazione e sensibilizzazione sui rischi derivanti dall’abuso di alcool.

a numerose disposizioni del Codice della Strada e di alcune norme correlate.Scattate già dal 30 luglio, invece, le nuove regole relative alle minicar e all’abuso di alcool.

Alcool zero per i neopatentati

Abbiamo chiesto all’Avv. Luigi Abruz-zese, del Foro di Foggia, di esporci le principali novità introdotte dalla nor-mativa.

AVVOCATO, QUAL È LA RATIO DELLA RIFORMA DEL CODICE DELLA STRADA?Modificando ben 80 articoli del C.d.S., il legislatore ha inteso realizza-re una più incisiva prevenzione degli incidenti stradali con l’inasprimento di sanzioni preesistenti e l’introduzione di nuovi limiti e divieti.

I DESTINATARI DELLE NUOVE REGOLE SONO SOPRATTUTTO I GIOVANI, QUALI SONO LE PRIN-CIPALI NOVITÀ INTRODOTTE?Innanzitutto viene introdotto il divieto assoluto di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcolici per chi ha meno di 21 anni o ha conseguito la patente da meno di 3 anni, la cui violazione è punita con sanzioni a partire da 155 € fino alla revoca della patente e confi-

sca del mezzo nei casi più gravi.Inoltre, i conducenti minori di 18 anni trovati alla guida in stato di ebbrezza vengono puniti con il divieto di con-seguire la patente di categoria B pri-ma del compimento dei 19 o dei 21 anni a seconda del tasso alcolemico rilevato.

SONO PREVISTE LIMITAZIONI ALLA VENDITA DI BEVANDE AL-COLICHE?Le novità maggiori della riforma ri-guardano proprio l’alcool, la princi-pale causa di incidenti mortali sulle strade italiane. E’ disposto il divieto di vendita e som-ministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche dalla ore 3 alle ore 6 nei locali notturni, i quali dovranno dotarsi di un apparecchio per la ri-levazione volontaria del tasso alco-lemico.Nelle aree di servizio autostradali, in-vece, è vietata la vendita per asporto di bevande superalcoliche e la som-

ministrazione di bevande alcoliche dalle 22 alle 6. E’ preclusa in assoluto la somministrazione di superalcolici.

QUALI SONO LE ALTRE DISPOSI-ZIONI DI PARTICOLARE RILIEVO?I verbali di contestazione delle viola-zioni al codice della strada devono es-sere notificati entro 90 giorni (e non più entro 150 giorni); sono rateizzabili le multe a partire da 200 euro, in rate mensili da 100 euro, per i redditi più bassi; via libera alle targhe persona-lizzate; facoltà per gli enti proprietari ed i concessionari di elevare in alcuni tratti di autostrada la velocità di per-correnza a 150 Km/h; inasprimento delle sanzioni per il superamento dei limiti di velocità.Novità interessante sul fronte pro-cessuale: si stabilisce che l’opposizio-ne non ha effetti sospensivi, salvo che il giudice di pace disponga, in modo motivato e in contraddittorio con le parti, la sospensione dell’esecuzione del provvedimento.

26 SOCIETÀ

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I Galliche danzanoal chiarodi luna

È settembre e una nuova stagione riproduttiva si è conclusa per questa rara specie minacciata d’estinzione

Testi di Vincenzo Rizzi e Michela Ingaramo - Fotografie di Vincenzo Rizzi e Matteo CaldarellaCentro Studi Naturalistici Onlus - www.centrostudinatura.it

Se pensiamo ad un animale che possa rappresentare la ruralità dei nostri assolati e pietrosi pascoli, su tutti, si staglia la figura di uno strano ed elegante uccello: la Gallina prataiola (Tetrax tetrax).Il più piccolo rappresentante delle ventiquattro specie del-la famiglia delle Otarde è un volatile bizzarro, che predilige correre piuttosto che volare; dall’elaborato rituale nuziale che ricorda gli antichi tornei medioevali.

Questi animali amano vivere in quei relitti pascoli, che solo apparentemente sembrano poveri di vita, ma che in realtà sono molto ricchi di biodiversità e di emergenze naturalistiche. Queste assolate distese, dopo le piogge invernali e primaverili, esplodono in ricchissime e colo-rate fioriture dai bianchi Asfodeli, alle gialle Ferule, alle graminacee, come il Lino delle Fate, alle numerosissime orchidee.

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La scelta di legare questo uccello alla ruralità e al pa-storalismo nasce dal fatto che almeno dal neolitico la Gallina prataiola, l’anatra campeste (così come la chiamava l’Imperatore Federico II) ha accompagnato i Pugliesi lungo le vie erbose create dagli armenti. Per millenni lo strano richiamo, così simile al sonoro sber-leffo caro alla comicità meridionale, lanciato alla luna, è stato un’immagine tipica nelle notti primaverili ed estive in Capitanata.Ora però questo connubio è stato in gran parte spaz-zato via dalla crescente urbanizzazione del territorio e dalla scomparsa del pastoralismo tradizionale, per cui ampi tratti dei pascoli saldi sono stati spietrati e arati per far posto a vigneti e a serre per la produzione intensiva dove è abbondante l’uso di fitofarmaci, e ai capannoni industriali.

E’ evidente che tali modifiche hanno causato l’estinzio-ne pressoché totale della Gallina prataiola da gran parte dell’Italia. Attualmente una sola popolazione sembra es-sere ancora vitale, quella sarda, mentre quella pugliese (l’ultima della penisola) è ridotta a pochissimi esemplari sparsi nel Tavoliere alle falde del Gargano e forse anche sulle Murge.Ed è una strana sensazione pensare che noi, dopo ol-tre quindicimila anni, siamo l’ultima generazione che può ancora vedere e ascoltare le danze e i canti di questo raro uccello che ci ricorda con forza il nostro ancestrale legame con il pascolo e gli armenti.Per queste ragioni essa è considerata una specie “bandie-ra” e “chiave”degli ambienti erbacei di tipo steppico e la sua sopravvivenza dipende dal mantenimento di un tipo di agricoltura e pastorizia non intensiva, tradizionale a cui

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la specie si è ben adattata, pur essendo originaria delle steppe asiatiche. Essa è indicata nei documenti europei sulle specie di uccelli con la qualifica SPEC1, cioè specie la cui popolazione mondiale è concentrata in Europa (oltre il 50%) ma è globalmente minacciata di estinzione; è elenca-ta nell’allegato 1 della Direttiva Europea 79/409/CEE per la protezione degli uccelli selvatici, nell’Appendice II della Convenzione di Berna (1979) relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa e nella CITES, Convenzione di Washington sul commercio internazionale di specie animali e vegetali minacciati di estinzione. E’inoltre inclusa nella Lista rossa dei vertebrati d’Italia tra le specie in pericolo (WWF,1998) ed è spe-cie particolarmente protetta in ogni tempo e luogo dalla L.157/92 sulla caccia.Attualmente si stanno studiando collaborazioni con i maggiori esperti europei, dall’Università di Barcellona al Centro di allevamento di Galline prataiole francese cu-rato dall’associazione LPO, recentemente visitato da una delegazione del Centro Studi Naturalistici-onlus, dove si riproducono regolarmente esemplari provenienti dalla Spagna e dalla Francia, grazie alla passione di ornitologi professionisti e di volontari. Grazie a queste collabora-zioni potremo far partire anche da noi un centro per la riproduzione di questo splendido uccello e impedire la sua estinzione in Puglia.Sono state queste le ragioni per cui l’Ente Parco Nazionale

del Gargano, che rappresenta uno dei più importante parchi rurali italiani, e il Centro Studi Naturalistici Onlus – Pro Natura, associazione leader in Puglia nelle attività di conservazione, hanno inteso valutare la possibilità di invertire questo stato di declino, partendo da uno studio di fattibilità sulle possibilità operative di una reintrodu-zione/ripopolamento, partendo dall’Oasi Lago Salso, che ospiterà i primi fondatori nella speranza di sventare la minaccia di questa estinzione e godere, come nel passato, ancora della compagnia di questo superbo animale che danza al chiaro di luna nelle calde primavere foggiane, simbolo finalmente di una ruralità di qualità ed attenta alla conservazione della biodiversità.

BIOLOGIALa Gallina prataiola è una specie che si nutre sia di vegetali che di animali (insetti, piccoli vertebrati), particolarmente durate il periodo riproduttivo in cui i piccoli per crescere hanno un maggiore fabbisogno proteico.E’ una specie con un articolato comportamento nuziale e un alternarsi di fasi territoriali (periodo riproduttivo e fasi di vita gregaria (post-riproduttiva).

Nel periodo riproduttivo, in primavera, i maschi di alme-no due anni si riuniscono in arene di canto (lek), luoghi particolari tra i pascoli, che si tramandano di generazione in generazione.

incontri - voliera di allevamento presso il centro per la riproduzione della Gallina prataiola del LPO

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Solo il maschio dominante, vincitore di questa strana disputa, sarà scelto dalle femmine per l’accoppiamento.

Le parate dei maschi consistono nel ripetersi ritmico di tre sequenze comportamentali:

1. Vocalizzazione - E’ un richiamo acustico. Il ma-schio erige il corpo mostrando il collare bianco e nero e le piume bianche del petto e dell’addome che costitui-scono insieme un segnale visivo evidente, alza di scatto la testa e il resto del corpo, con il becco quasi in posizione verticale e, al culmine del movimento brusco della testa, emette un suono breve e gracidante. I richiami vengono effettuati solo da fermi ed esclusivamente da maschi adulti di almeno 2 anni di età. In alcuni casi il richiamo è integrato dalla battuta delle zampe per 2-7 volte violentemente per terra.

2. Esibizione delle ali - L’esibizione delle ali è ca-ratterizzata da una serie di battiti forti delle zampe sul terreno (anche 18/s.), seguiti da un richiamo e da alcune battute delle ali senza che il maschio si sollevi da terra. I segnali acustici, il battere le zampe, il richiamo e i rumori prodotti con le ali sono percepibili per un raggio di 100

m. La durata va da 20-40 minuti a 90 minuti/giorno e solo la mattina presto e al tramonto; a volte anche nelle notti di luna piena.

3. Salto - Questo tipo di comportamento si dif-ferenzia dal precedente in quanto il maschio, dopo aver pestato le zampe (5-9 volte) per terra si solleva da terra sbattendo le ali, superando la vegetazione e mostrando il suo piumaggio bianco e nero anche a grandi distanze. I segnali ottici hanno quindi un raggio d’azione più ampio rispetto alla sola esibizione delle ali. Questo tipo di com-portamento viene effettuato anche in piena luce ed è scatenato principalmente dalla presenza delle femmine.

Il nido consiste in una semplice depressione, spesso re-alizzata nel terreno, dove vengono deposte 3-4 uova di colore verde oliva. L’incu-bazione dure 20-22 giorni. I pulcini vengono curati dalla madre che li segue e li nutre e solo dopo il 50° giorno si rendono indipendenti.

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di Fernando Faleo

A spassonel tempo

rima domenica di settembre, cielo limpido, sole ancora caldo, vento leggero: giornata ideale per

una bella passeggiata in bici.Ed è così che comincio la mia escursione partendo da Piazza XX Settembre, ammirando Palazzo Dogana e im-magino di ripercorrere l’itinerario di un gregge di pecore, temporaneamente in sosta nell’ex Largo Rignano, ora Piazza Nuova, dove i pastori accedevano guidando le pe-core per un primo tratto di Via San Lorenzo, scendendo sotto l’Arco Consalvo, sulla cui parete vi è una piccola nicchia in cui è riposta una “Madonnina”.Appena fuori vi era una piccola osteria dove i pastori transumanti, durante la sosta bevevano un buon bicchiere di vino, mentre i garzoni badavano alle mandrie che in Vico Falce brucavano le foglie dai rami verdi di Olmo e Roverella.Intanto gli abitanti del rione, i cosiddetti “Crapari”, si for-nivano di latte appena munto da far bere ai bambini e agli ammalati.Quando il capo buttero torna da Palazzo Dogana con il foglio di “fida pascolo” la mandria riprende il viaggio; con loro percorro Via del Salice, proseguo per Via Giardino, fino a Corso Roma, arrivando all’imbocco al tratturo di Via Ordona-Lavello che costeggia la ex-Tenuta Varlaro, fino a qualche anno fa protetta da un alto muro di cinta.In una splendida mattina di settembre, una pedalata dopo l’altra, sono già arrivato in Viale Europa, l’ex-trat-turo Ordona–Lavello, ed è lì che incontro sulla i ruderi della masseria “Pantano” e vedo che esiste ancoro un tratto di quel fosso messo alla fine di una zona depres-sa dove si accumulava l’acqua formando il cosiddetto “pantanello”.

Infatti, ancora oggi vi cresce spontaneo un cespuglio il cui nome botanico è “Inula viscosa” che forma distese di colore verde con fiorellini gialli e che è indice di terreno argilloso dove notoriamente ristagna l’acqua.Si racconta che Masseria Pantano sia stata la residenza estiva di Carlo D’Angiò, il sovrano che dominò Foggia dal 1270-1280. Questi, con un ristretto numero di cortigiani qui si dilettava a cacciare uccelli acquatici e consumare lauti banchetti e allegri baccanali. Proseguendo sul Tratturo, ora recuperato e trasformato in pista ciclabile, completo la mia passeggiata a seguito della mandria di pecore, dopo alcuni chilometri, facen-do l’ultima tappa presso la chiesetta di San Lorenzo in Carmignano, il cui complesso, ora non visitabile, sta per essere recuperato grazie all’impegno dell’Università degli Studi di Foggia.Dopo aver riposto la macchina fotografica nell’astuccio, riprendo il mio viaggio onirico di ritorno per il centro della città, osservando il gregge che guidato dai pastori si allontana verso il Santuario della Madonna Nera ed il Torrente Cervaro.Soddisfatto di aver trascorso alcune ore di sogno e relax, nel ricordo di un’epoca splendida durata 350 anni, tutta-via torno perplesso per la scarsa attenzione che spesso noi Foggiani poniamo al nostro territorio ed alla nostre origini.Dal cuore un invito a tutti i concittadini a fare la stessa esperienza, per meglio conoscere quello che resta nella nostra città che, sotto il Regno di Napoli, fu capitale della transumanza e crocevia di tutti i tratturi.Questo prima che sia tutto irrecuperabile e sopraffatto dalla cementificazione selvaggia.

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immunitarie, grazie alla caratteristica azione di abbassare il livello di trigliceridi, al contenuto di fibre, con effetto regolarizzante e lassativo, e alla presenza di calcio, magne-sio e vitamine antivirali quali vitamina A e C. Un etto di fichi secchi copre il 20% del fabbisogno giornaliero di calcio e apporta all’organismo il 30% del ferro necessario ogni giorno. Hanno anche il potere di disinfiammare l’apparato digestivo, respiratorio e le vie urinarie.Una varietà particolarmente famosa, presente in Toscana, è il fico secco di Carmignano, in Provincia di Prato anche se la Puglia si classifica sul territorio nazionale come la regione più produttiva di fichi secchi. L’essiccazione dei fichi può essere iniziata direttamente sull’albero oppure dopo la raccolta facendoli essiccare al sole per circa una settimana. Si ricorre poi alla stufa per completare il processo e in seguito alla sterilizzazione. Si possono trovare fichi secchi arricchiti con altra frutta secca posta al loro interno, ricoperti di glassa o di cioc-colata o aromatizzati in vari modi. Il sapore del prodotto è molto influenzato dalla varietà scelta e dalla quantità di

i siete mai chiesti da dove deriva l’espressione “non vali un fico secco”?… dal fatto che i fichi

secchi erano alla base dell’alimentazione dei più pove-ri e pertanto associati alla categoria di alimenti di poco pregio. Ma è proprio grazie ai poveri che la coltivazione, così come la procedura per un’ ottima essiccazione, si è tramandata nei secoli e ci permette di apprezzare ancora oggi il gusto di un prezioso frutto. L’espressione è impropria, se si pensa che questo “cibo povero” ha proprietà nutritive che ne danno un gran va-lore. Oltre all’alto contenuto zuccherino, il fico contiene ferro, potassio, vitamine e fibre. L’integrazione della dieta con fichi secchi è indispensabile in tutti i casi di magrezza, di stanchezza eccessiva e di astenia generale perché il frutto è una ricca riserva energetica essendo un’ ottima fonte di zuccheri. L’essiccazione, infatti riduce drasticamente il con-tenuto di acqua da circa 80% al 20%, con un conseguente incremento di apporto calorico (250 Kcal/100 g).Ai fichi secchi si riconoscono proprietà terapeutiche nei confronti del cuore, dell’intestino, delle ossa e delle difese

a cura della Dott.ssa Amalia Conte - TECNOLOGO ALIMENTARE

FICO...TI FACCIO SECCO!

36 SALUTE e BENESSERE

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Proprio in virtù del potere salutistico del fico, la tecno-logia alimentare ha suggerito vari metodi, oltre all’essic-cazione, per prolungarne la conservabilità. Il frutto può essere trasformato in succo o sciroppo come contorno a prosciutto o formaggi, tostato e macinato per surroga-re il caffè, guarnito con noci e mandorle oppure utilizzato per estrarre alcool, trasformato in marmellata con va-rianti al limone, al rhum, all’arancia e infine utilizzato per produrre fichi canditi e caramellati che possono essere consumati sul pane o meglio con formaggi piccanti e molto saporiti.

…allora, non sembra inopportuno sminuire il frutto usan-dolo come simbolo della nullità? Piuttosto usiamolo con il senso contrario, per indicare pregio e unicità, avendo cura, però, di fornire le dovute spiegazioni perché nessuno si senta offeso…

… dalla botanica…

Il fico che mangiamo è in realtà il ricettacolo di fiori che, una volta fecondati, si ingrossano ed acquistano tutte le qualità che lo rendono carnoso e commestibile. All’inter-no del ricettacolo sono racchiusi i veri frutti, molto piccoli, chiamati acheni.

Ricetta per produrre fichi secchiProcuratevi dei fichi interi e ben maturi. •

Tagliateli in due, nel senso della lunghezza, fino al • picciolo senza separare le due metà.

Adagiateli su di un graticcio ad essiccare • proteggendoli con un velo e avendo l’accor-tezza di rigirarli su se stessi un paio di volte al giorno e di rientrarli la sera in modo che non prendano l’ umidità della notte.

Un volta essiccati (avranno preso un colore bruno scuro) inserite in ogni fico secco una • mandorla, un pizzico di buccia di limone, due o tre semi di finocchio e un pezzettino di cioccolata. Richiudete i fichi e cuoceteli al forno a 180° per 20 minuti circa.

Conservateli in vasetti di vetro insieme a qualche foglia di alloro. Sono ottimi da gustare • insieme a formaggio spalmabile e un buon vino da meditazione.

aromi aggiunti durante lo stoccaggio. La cottura, invece, gli conferisce il tipico sapore caramellato dovuto alla com-bustione degli zuccheri.

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energy

TEKNA energyS.P. 115 Km.1,20071100 FOGGIA (Italy)tel. +39 0881 750549fax +39 0881 750552www.teknaenergy.net - [email protected]

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FOTOVOLTAICOL’energia inesauribile del sole può essere convertita in energia elettrica con l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici. La Tekna Energy progetta, fornisce ed installa impianti fotovoltaici per uso residenziale, per attività commer-ciali ed industriali e per la realiz-zazione di parchi fotovoltaici.

EOLICOLa forza del vento, utilizzata in passato per la rotazione dei mulini a vento, viene oggi sfrutta-ta per generare energia elettrica. La Tekna Energy progetta, fornisce ed installa impianti con turbine eoliche a partire da picco-le potenze fino a turbine da megawatt.

BIOMASSEColture specifiche ed utilizzo di scarti e sottoprodotti provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura abbinati a differenti tecnologie, consentono alla Tekna Energy di fornire impianti “chiavi in mano” per la produzione di energia elettrica da biomasse.

FINANZIABILITA’La Tekna Energy affianca il cliente nella ricerca dei fondi necessari per sostenere l’investimento degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, ne cura il rapporto con gli Istituti di Credito e lo accompagna fino al finanziamen-to del progetto.

La Tekna Energyopera nel settore delle ener-gie rinnovabili fornendo PRO-DOTTI, IMPIANTI e SERVIZI per la produzione dell’energia elettrica e per il risparmio energetico. Le esperienze applicative maturate nella fornitura di impianti, a partire da potenze di pochi Kilowatt fino ai Megawatt, consentono alla Tekna Energy di essere il partner ideale per poter trasformare la propria abita-zione, fabbrica o azienda agricola in una centrale di produzione di energia elettri-ca, utilizzando le fonti inesau-ribili e rinnovabili della natura, quali sole, vento e biomasse.

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a squadra Yahoo vince l’ultima edizione dei giochi estivi “Save the World”, organizzati dai Salesiani

della parrocchia Sacro Cuore di Foggia.Circa quattrocento i ragazzi, provenienti dall’intera città, hanno preso parte alla tradizionale competizione estiva foggiana suddivisi in quattro squadre, Yahoo, Virgilio, Arian-na e Google, i giovani atleti si sono affrontati per un mese intero, dal 24 giugno al 24 luglio presso l’oratorio dei Salesiani di Foggia.Le squadre, attraverso le attività proposte e il gioco, si confrontavano per la conquista della bandiera palio e di punti preziosi per la classifica finale.Il tema delle giornate è stato tratto dal sussidio Si Può Fare (ELLEDICI 2010.)Un racconto avventuroso dove “L’organizzazione segreta degli XD vuole impadronirsi del mondo suggestionando

di Felicia Palmier i

“Yahoosalva il mondo”

la gente, a cominciare dai ragazzi. Ha in serbo un’arma segreta e micidiale: il concorso “Century Boys”, riservato a chi supera l’ultimo livello di Save the World, il videogame più famoso del momento.Gli unici a contrastare i piani degli XD sono gli One, un’as-sociazione ricca di risorse, con i suoi bravi agenti, gli One sanno che da soli non riusciranno a farcela. Hanno biso-gno di un ragazzo, un ragazzo speciale, come Ramon. Gli One lo tengono d’occhio. Se si rivelerà la persona giusta, dovrà allenarsi. Però dovrà crescere in fretta. E dimostrare coraggio, molto coraggio… “

Per i ragazzi la manifestazione è stata l’occasione per ap-profondire i temi della chiamata, missione, fratellanza e dell’educazione.Per la festa finale i ragazzi, con l’aiuto degli animatori, han-

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no messo in scena alcuni lavori teatrali, preparati duran-te i giorni della competizione. I genitori hanno mostrato entusiasmo e profonda gratitudine per tutti gli animatori che hanno permesso la realizzazione del progetto, auspi-cando che tali iniziative siano sempre più sostenute dalle istituzioni cittadine.

Motivo di orgoglio, per l’incaricato dell’oratorio Pino Piz-zata, sono stati il salesiano don Tome Mihaj, don Michele Anfossi, i pre-animatori e gli animatori che hanno animato, accompagnato e curato, in pieno stile salesiano, l’estate ragazzi, gli adulti che hanno collaborato per l’assistenza in oratorio, al bar, all’infermeria, alla fotografia, alla realizza-zione delle sagre e dei video e del cd.Emozionante il momento dei saluti, il sig. Pino, ha indiriz-zato un messaggio di ringraziamento a tutti al termine dell’intera manifestazione in oratorio con tutti i genitori, i nonni e gli amici dei bambini partecipanti all’Estate Ragazzi,

“Un ringraziamento particolare va a chi ci ha dato un valido contributo per la re-alizzazione delle gite ad Acquafantasy (Marina di Lesina), Monticchio (Rionero in Vulture) e Acqualand (Vasto)”.Don Tome Mihaj, commosso, al termi-ne della festa ha ringraziato tutti per la bella avventura, breve ma vissuta in modo intenso.Una grande avventura, una festa dove nessuno voleva ritornare a casa propria ma soprattutto un viaggio, un’esperien-za bellissima, tra il divertimento e la formazione, a cui i ragazzi non avrebbe-ro mai voluto mettere la parola fine.

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i è conclusa domenica 12 settembre con la coinvolgente performance dei Tamburi del Bronx

la 31^ edizione del prestigioso Foggia festival jazz, fondato nel 1974 da Toni de Mita.Un festival internazionale che ha visto alternarsi nelle piazze della nostra città artisti di fama internazionale, da Elisabeth Cutler a Omar Sosa e tanti altri.Per l’intera durata della manifestazione (dal 2 al 12 Set-tembre) oltre alla musica è stato possibile visitare le espo-sizioni di pittura, fotografia e graffiti presso il cortile della Provincia, il cortile Comunale e l’isola pedonale.Una edizione da ricordare quella di quest’anno per la varietà dei generi musicali e per i tanti artisti di qualità che si sono alternati nelle diverse piazze della nostra città, un evento conclusosi con la strepitosa esibizione dei Tamburi del Bronx.Originari del quartiere ferroviario di Varennes-Vauzelles, nei pressi di Nevers, soprannominato il Bronx a causa delle sue vie ad angolo retto e della sua gigantesca officina, i Tamburi del Bronx si sono formati nel 1987 in occasione del festival “Da Nevers all’alba”.

Un gruppo di artisti completi che riesce a generare musica da oggetti semplici come il metallo dei bidoni e il legno, ricreando con i rumori e l’utilizzo dell’urlo umano, le atmo-sfere di una danza primordiale fatta di bidoni e bacchette. Quello che era iniziato come uno scherzo tra amici è oggi un gruppo ricercatissimo diventato riferimento a livello internazionale delle percussioni urbane. Gli strepitosi percussionisti hanno dato vita domenica sera ad una coinvolgente e travolgente performance fatta di rumori e suoni.Uno spettacolo unico nel suo genere, dove senza mai risparmiarsi, in un’ora e mezza di spettacolo, gli atipici musicisti francesi hanno regalato ai foggiani e al numeroso pubblico presente a piazza XX settembre, emozioni forti attraverso urla virili e ritmi tribali.Protagonisti di numerosi festival europei e di numerosi collaborazioni con cantanti internazionali i Tamburi del Bronx hanno realizzato anche diversi dischi, ma è senza dubbio dal vivo che la loro energia, i loro ritmi ipnotici, riescono a trasmettere l’energia, la vitalità, la passione pura per il ritmo e l’amore per la musica.

LES TAMBOURS DU BRONXLa forza della musica

di Massimo Rosar io Marino - foto: Giuseppe Marino

42 MUSICA

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di Elena De Bellis

La cura del corpo e dell’anima

etti una sera di fine estate, un gruppo di me-dici con la passione della musica, un cortile, un

palco, e il gioco è fatto.Si è svolta lo scorso nove settembre, nel cortile dell’Or-dine dei Medici di Foggia, la terza edizione della “Festa di Fine Estate”, promossa da A.CU.ME., l’Associazione Cul-turale dei Medici, capeggiata da Nino De Bellis, estroso pneumologo e sassofonista.La serata musicale, la prima di una lunga serie di manife-stazioni che si svolgeranno in questo scorcio di anno che resta e, soprattutto, nel prossimo, si è tenuta, come detto, grazie all’impegno di una associazione creata e gestita da medici in continuo movimento che con grande entusia-smo si occupano di dar vita a manifestazioni dedicate ad un pubblico fatto non solo di medici. E proprio questi due mondi sono annualmente i protagonisti della Festa di Fine Estate, il cui scopo, oltre a quello di incontrarsi al di fuori dell’ambito lavorativo, è quello di conoscersi meglio e di stabilire veri e propri rapporti di amicizia, così che la classe medica non sia considerata una semplice casta isolata, ma possa vivere in piena simbiosi con il resto della città. A creare alchimia tra tutti i partecipanti alla serata ci hanno pensato la musica e i colori delle emozioni che tre grup-pi diversi hanno regalato alternandosi sul palco. Primi ad esibirsi i Caravanz, cinque giovani cultori delle tradizioni

folk che hanno incantato il pubblico con i coinvolgenti ritmi di danze ungheresi e classici della musica klezmer. A seguire è stata la volta dei Ritmatica, gruppo composto da medici e non, capeggiati proprio da Nino De Bellis, presi-dente di A.CU.ME., accompagnato da Fiorinta Quagliano, informatrice scientifica, cantante e chitarrista, Nino Mar-cellino, medico e chitarrista, Antonio Petrella, veterinario e percussionista e Gino Chiappinelli al basso. Sull’atmosfera creata dal pop-rock dei Ritmatica sono iniziate le prime danze, che si sono scatenate con la Goliardic Music Band che con un repertorio di grandi classici anni ‘60, ha degna-mente concluso una serata all’insegna del divertimento e della buona musica. Ma gli eventi organizzati da A.CU.ME. e aperti a tutti i foggiani non si fermano qui.La sala congressi dell’Ordine dei Medici è stata già sede di manifestazioni come serate di beneficenza e corsi di foto-grafia, o ancora di lezioni guida all’ascolto del jazz e della musica classica. E sulla scia del passato anche per questo nuovo anno sono previste attività ludiche e culturali, a cominciare da un incontro dedicato alla nostra città, rac-contata sia dal punto di vista storico sia da quello sociale, e seguito da alcuni appuntamenti riservati alle arti figurative, con un particolare occhio di riguardo per la pittura.Per essere sempre informati sugli incontri organizzati da A.CU.ME. è possibile collegarsi al sito www.omceofg.it.

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gni anno, è sempre più difficile convincerci che sta arrivando l’autunno; a settembre le temperature pos-

sono essere ancora molto tiepide e il mare, soprattutto da noi al Sud, più bello che mai. Ma la campanella della scuola è pronta a sottolineare l’avvio delle lezioni, a ricordare che non si può vivere eternamente in vacanza. La vita è fatta anche – o forse soprattutto – di mille impegni. Una verità, questa, che si cerca di rimuovere nella cultura della quotidianità: e non sono solo i ragazzi a sognare un’esi-stenza ludica; spesso tutta la famiglia stenta a svolgere i suoi compiti ordinari con la necessaria grinta e consapevolezza. In un clima così, come si può sperare che gli studenti tornino a scuola con gioia? E soprattutto, che dopo una mattinata spesso noiosa, più che impegnativa, si rimettano sui libri per i compiti pomeridiani? È chiaro che bisogna dar loro una mano, a questi ragazzi sempre meno motivati allo studio e diligenti nei propri doveri scolastici. La prima cosa è, appunto, che non basta richiedere puntualità e fedeltà solo in riferimento ai doveri scolastici; se non si è chiarito subito – con l’esem-pio prima ancora che con le parole – che tutta la vita è un compito, difficilmente si otterrà che il senso del dovere venga rispettato soltanto nello studio domestico. Sarà molto più semplice, per i ragazzi, imitare comportamenti furbastri, che portano al minimo sforzo e, forse, anche al minimo risultato. Un genitore assenteista o poco diligente nel lavoro, che non si prepara giornalmente e adeguatamente a quel che dovrà realizzare nella professione, non potrà mai pretendere che i compiti a casa vengano presi sul serio.

La seconda dovrebbe essere altrettanto scontata: se in fami-glia abitualmente si parla male della scuola e degli insegnanti, se si manifestano atteggiamenti di sfiducia e diffidenza, come si può esigere un’applicazione dignitosa nello studio? E se gli stessi adulti trasmettono l’idea che imparare qualcosa è frut-to di sofferenza, o impresa inutile e poco gratificante, come potranno comunicare ai piccoli che l’apprendimento è non solo utile, ma perfino piacevole? Certo, ogni impegno com-porta sforzo, serietà, fatica, forse qualche piccola rinuncia. Ma i compiti a casa sono un’occasione importante per sviluppare la concentrazione e la riflessione, la tenacia e la precisione. Se a tutto questo si aggiunge la possibilità di sviluppare un rapporto più personale, più intimo con quel che si studia, si comprenderà a poco a poco che la curiosità può divenire una ricerca appassionante, che l’esercizio si trasforma in un abito mentale; che la comprensione e la memorizzazione rappresentano una continua conquista del mondo e la for-mazione di un archivio in cui il sapere è tutt’uno con l’essere. Chi dilata la mente, impara ad allargare anche il cuore. Tutto questo può transitare dai genitori ai figli, se si è testimoni di quel che si afferma, ma anche compagni di avventura della loro esperienza di studio e sponsor dell’impresa di riuscire in un tempo ragionevole a fare i compiti, tutti e bene. Se la cosa peggiore è abbandonare i ragazzi al loro destino e, magari, assillarli la sera con verifiche tardive, la scelta migliore è quella di aiutarli a trovare il giusto metodo e una organizzazione efficiente di lavoro, in modo tale che lo studio pomeridiano possa essere compreso in un arco di tempo non eccessi-

Sac. Giuseppe Ruppi sdb - Presidente Associazione di promozione sociale “Sacro Cuore”[email protected]

Famiglia e scuola devono allearsi.Nessuno dei due può educare un bambino o un ragazzo

senza la collaborazione dell’altro.

BENEDETTICOMPITI!

44 L’ANGOLO dell’EDUCATORE

Page 47: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

vo e rimanga un po’ di spazio per lo svago, gli amici, altri investimenti. Se questo cammino viene compiuto in modo equilibrato, a un certo punto ci si accorgerà che i ragazzi sono diventati autonomi nei compiti: sanno razionalizzare il loro lavoro, anche in funzione di altri impegni (lo sport, la musica, l’oratorio) e senza calcoli opportunistici sulle interrogazioni; sanno cavarsela da soli, anche quando occorre fare qualche sprint particolare; non hanno più bisogno di continue solle-citazioni, perché hanno adeguatamente interiorizzato il senso del dovere e, forse, perfino il piacere di studiare. Anche su questo punto, però, occorre non essere rigidi: non fa male a nessuno se una mamma si offre spontaneamente di verificare un tema che è un tantino stentato nello svolgimento, o se il papà dà una mano per aggredire un problema di matematica più complicato del solito. Oltre a garantire, dunque, amore, incoraggiamento, autono-mia, disciplina, sicurezza, salute fisica e valori morali e spirituali, la vita familiare dovrebbe aiutare il bambino a costruirsi una testa ben fatta. L’ambiente domestico non deve per forza riproporre lo stesso rigore intellettuale che vige a scuola, tuttavia anche la casa può essere un luogo dove la mente si evolve e matura e l’amore per la conoscenza viene instillato e nutrito. Partiamo da un concetto chiave: imparare e stu-diare, come asserito, sono attività piacevoli. I genitori devono lavorare molto sulla motivazione dei loro figli. Perché ciò avvenga sono necessarie alcune attenzioni. I geni-tori dovrebbero dimostrare un vivo interesse per ciò che il figlio sta imparando. Il bambino o il ragazzo, a sua volta, do-vrebbe avere l’opportunità di descrivere ciò che ha appreso a scuola ai genitori. Le attività passive, come videogiochi e televisione, andrebbero limitate nel tempo e non si dovrebbe permettere loro di dominare l’ambiente domestico. La fami-glia deve cercare di formare la mente di bambini e ragazzi discutendo con loro idee, problemi e ogni altra questione, anche se spinosa. Le notizie del giorno o i problemi di lavo-ro o domestici possono rappresentare degli ottimi spunti. È fondamentale per i figli vedere i genitori leggere, non importa che si tratti di libri, giornali, riviste, romanzi o altro. È vitale mantenere il contatto con gli insegnanti. Quando famiglia e scuola comunicano, i risultati non si fanno attendere. L’atmosfera che si respira in famiglia deve essere permeata di una solida etica del lavoro. Tantissimi bambini e ragazzi hanno rese ben al di sotto delle loro possibilità e i compiti a casa e lo studio rappresentano un’ottima opportunità per sviluppare la loro capacità lavorativa. Pertanto, dovrebbero essere incentivati a non svolgere i compiti in fretta e furia, ma anzi si dovrebbe chiedere loro un preciso impegno mentale per almeno cinque pomeriggi alla settimana, spiegando che tenere in forma il cervello è vitale quanto tenere in forma il corpo e che ambedue le realtà richiedono un allenamento quotidiano. Ciò non vuol dire che i genitori devono rinunciare

a offrire svago, ma solo che devono prendere seriamente il loro ruolo, spesso trascurato, di educatori.Organizzarsi. Anna Sarracco, psicologa e psicoterapeuta, con-siglia una pausa dopo il ritorno da scuola. “Prima dei 13 anni, al bambino sono necessari almeno tre quarti d’ora per staccare la spina, lasciare l’universo scolastico ed entrare in quello domestico”. Fare uno spuntino, giocare, fare sport... La parola d’ordine deve essere: parlare d’altro, fare altro. È difficile per il bambino liberare la mente se lo accogliete subissandolo di domande sulla sua vita a scuola. Una buona regola: stabilire un “rituale compiti”, con ora e luogo uguali ogni giorno. E con elementi che favoriscono la concentrazione (un luogo tran-quillo, una luce diffusa, un intermezzo goloso...). E la durata? Non c’è una regola, dal momento che la quantità di compiti assegnati è assai variabile. Comunque sia, il tempo di lavoro ideale, tra gli 8 e i 12 anni, è di una mezz’ora di seguito. Oltre, il bambino non riesce più a concentrarsi. Seguirli o no? Fino ai 10 anni sì, perché l’adulto è il garante dell’organizzazione. Un bambino ha bisogno di tempo per essere in grado di gestirsi in modo corretto e autonomo. Inoltre, ha bisogno che il suo lavoro sia verificato da un adulto. Studente, fratello maggiore o vicino ... l’essenziale è che si tratti di una persona nella quale il bambino ha fiducia, capace di sostenerlo e di apprezzare i suoi progressi. Questa sorta di tutor lo rassicura e gli insegna a fidarsi di sé. Fino a che punto aiutarli? Il compito principale dei genitori è aiutare i figli a organizzarsi: un bambino organizzato è in genere uno studente che va bene a scuola. Guardate con lui la lista degli esercizi da fare, stabilite insieme una tempistica e un metodo di lavoro. Dopodiché, anche se siete a casa, occupatevi di altro. Infine, alla sera, verificate con lui il lavoro eseguito. Siate disposti a offrire consigli, verificare contenuti e segnalare errori, suggerire argomenti, reperire risorse e fonti informative, tracciare schemi organizzativi, aiutare ad avviare un lavoro o a sbloccarlo se per qualche ragione si arresta. Lo spirito giusto è accompagnare il bambino, aiutandolo a diventare autonomo. Un suggerimento? Non risolvete i pro-blemi al posto suo, ma insegnategli a porsi le giuste domande per avanzare nel ragionamento e trovare la soluzione da solo. Se il lavoro da fare a casa è troppo pesante, o provoca troppe tensioni e preoccupazione cronica al ragazzo, andare a scuola e parlarne con gli insegnanti. Dopotutto, è vostro figlio quello che è sotto stress, ed è la vostra famiglia che può essere messa in difficoltà da una gestione sconsiderata dei compiti a casa. Tutto questo, con una segreta speranza, che la scuola non tenti di colonizzare tutto il tempo domestico degli studenti, con un carico di lavoro eccessivo o, peggio, sostitutivo di quel che non è stato svolto in classe; che gli insegnanti usino i compiti a casa non come strumento di punizione e di pena, ma come un mezzo intelligente per rendere più intelligenti i giovani.

tamtam 45

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Page 50: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

ello scorso articolo abbiamo chiarito i concetti base di malware e software di protezione, ed ora

è giusto fare il punto della situazione: l’antivirus, non sarà mai una protezione completa, a volte sarà un semplice av-vertimento, che, se non ascoltato, non ci escluderà dalla possibilità di rimanere infettati, quindi ad ogni avvertimento chiudete quello che si sta facendo e non confermate o andate mai avanti. Anche i browser (il programma con cui navigate) possono essere un veicolo per l’infezione, basta che vi sia un buco di sicurezza (vulnerabilità) sfruttato da un sito web che si visita; su tutti i sistemi operativi di Microsoft

l’utente troverà il browser preinstallato Internet Explorer e, anche a causa della sua diffusione, risulta proprio questo browser il più soggetto a questi tipi di attacchi, è consigliato quindi, usare anche altri browser, soprattutto se si fanno del-le transazioni a rischio (per esempio se si accede al proprio conto corrente), Mozilla Firefox è un’ottima alternativa; i più fortunati che usano Mac ed il browser preinstallato Safari, potranno rimanere molto più sereni proprio in relazione alla sua sicurezza. Se vi dovessero arrivare messaggi strani dai vostri conoscenti di Facebook, Messenger, Skype, etc. che vi dicono di cliccare qualche link, fate moltissima at-

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48 INFORMATICA

Page 51: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

tenzione, probabilmente non sono stati loro a scrivere, ma sono messaggi auto-spediti. Tra i client di posta spicca l’uso di Outlook Express, prein-stallato, nella versione base, su tutti i sistemi operativi Microsoft; naturalmente anche altri client di posta, se funzionanti su sistema Microsoft, non sono immuni o totalmente immuni dall’essere un veicolo usato dai virus. Outlook Express unito all’inesperienza dell’utente, è forse la prima forma di diffusione di alcuni tipi di malware. Out-look Express per default memorizza tutti gli indirizzi E-Mail dai contatti prelevati in modo automatico da tutte le mail ricevute o spedite, questo fa si che se un utente si iscrive, per esempio, ad una mailing list può alla fine avere un in-sieme di indirizzi di dimensioni considerevoli; questa base di dati viene sfruttata dai virus per spedire delle mail e per cercare di espandere l’infezione. I virus di ultima genera-zione sfruttano questi elenchi di indirizzi per nascondere il vero mittente, prendendo a caso due indirizzi, uno da usare come destinatario e l’altro da far risultare come mittente. Il problema di base è dovuto all’utente che apre ed esegue gli allegati anche di mail che sono palesemente portatrici di virus, ma anche i buchi presenti in questi software hanno la loro parte. Per esempio Outlook Express ha sofferto di svariati buchi molto critici che permettevano, per esempio, l’esecuzione del virus appena la mail era ricevuta all’interno del proprio client (quindi senza aprirla) o appena la si apriva (nella firma è possibile inserire dei comandi, in tal modo queste istruzioni sono usate per attivare il virus).Cosa fare allora se i nostri dati sono molto importanti? Sicuramente effettuare un backup dei dati, capendo, innan-zitutto cos’è, e sopratutto come pianificare tale operazione. Il backup, copia di sicurezza o copia di riserva, in informatica indica la duplicazione e la conservazione di materiale atto a

prevenire la perdita di dati archiviati nella memoria di massa (hard disk) dei nostri computer, siano essi po-

stazioni di lavoro, di gioco o server.

L’attività di backup è un aspetto fondamentale della gestione di un computer, suddivideremo tale pia-

nificazione in tre grandi aree, in base alle possibili cause di perdita di dati:

backup di prevenzione per perdita derivante da rottu-1. ra fisica degli hard disk;backup di prevenzione per perdita di dati dovuta a 2. erronea cancellazione degli stessi;backup di prevenzione per perdita di dati dovuta a 3. furto, alluvione, disastro naturale, etc;

1) Il miglior sistema per salvaguardare i dati dalla rottura fisica di un hard disk è quello di avere un secondo hard disk sul quale viene fatta una copia speculare dello stesso. Tale sistema può essere automatizzato con un sistema chiamato Raid 1 (Raid in mirroring). Il sistema RAID 1 crea una copia esatta (mirror) di tutti i dati su due o più dischi. In un sistema ideale, formato da due dischi, l’affidabilità au-menta rispetto al sistema a disco singolo, poiché ogni disco può essere gestito autonomamente nel caso l’altro si guasti, inoltre aumentano anche le prestazioni in lettura, visto che i dati possono essere letti da un disco mentre l’altro è occupato in un’altra lettura. Per utilizzare il sistema Raid 1 occorre che la scheda madre del nostro Pc sia dotata di un controller Raid, oppure, almeno per i Pc fissi, è possibile acquistare una scheda raid dedicata a parte ed aggiungerla successivamente.

2) Per salvaguardare i dati da una erronea cancellazione il sistema Raid 1 non è la scelta idonea, infatti, per quanto

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Page 52: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

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detto in precedenza, cancellando un file su un disco, can-celleremmo anche sull’altro, avendo cosi, comunque una perdita dei dati. La scelta giusta quindi, è quella di copiare (e non di spostare) i nostri dati su un altro disco rigido (interno o esterno), con una certa periodicità, manual-mente o con software che automatizzano tale operazione. I server sono di solito appositamente equipaggiati con un software di backup per un servizio automatico, ma nulla toglie che anche il nostro pc d’ufficio o di casa potrebbe essere dotato di tale software, magari anche acquistandolo successivamente. Tale software può essere configurato per eseguire diversi tipi di backup in base alle esigenze, ma anche in base al tempo che ogni tipo di backup richiede (spesso si automatizza tale processo in ore notturne o nelle quali non si usa il computer in modo da non rallentarne l’utilizzo):Backup normale: possiamo selezionare dei file specifici cosi da essere contrassegnati. Per il ripristino di tutti i file è sufficiente avere la copia più recente del file di backup. Il backup normale in genere è solitamente eseguito la prima volta che si crea un archivio di backup.Backup giornaliero: Sono copiati tutti i file selezionati che sono stati modificati nel giorno dell’esecuzione del backup giornaliero.Backup differenziale: Sono copiati i file creati o modificati dall’ultimo backup normale o completo. Il ripristino dei file richiede l’ultimo backup normale e differenziale.Backup incrementale: Sono inclusi solo i file creati o mo-dificati dall’ultimo backup normale o incrementale. Per il ripristino dei dati è necessario l’ultimo backup normale e tutti i backup incrementali.Il vantaggio di questa tipologia di backup è quella di avere diverse versioni di uno stesso file, mantenendo le modifiche fatte nel tempo, in tal modo, ad esempio se si sbagliasse a ritoccare una foto o apporre modifiche ad un documento, si potrebbe ripristinare la versione precedente, che più ci piaceva, senza alcuna perdita di tempo. E’ molto importan-te anche il tipo di supporto sul quale effettuiamo i nostri backup, rimanendo nel piccolo ufficio o nell’ambiente do-mestico è consigliato un hard disk interno o esterno usb, invece è altamente sconsigliato utilizzare penne usb molto sensibili alla rottura derivante da sbalzi elettrici, o peggio ancora supporti ottici o magnetici (CD-R, CD riscrivibili, DVD-R, DVD riscrivibili) in quanto anche dopo un breve periodo di tempo potrebbero risultare non più leggibili o danneggiati causando la perdita dei dati.La procedura inversa, cioè voler ritornare ad una specifica versione di un file di cui abbiamo effettuato diversi backup, prende il nome di restore (ripristino). Ogni software di backup permette quindi di eseguire la copia di salvataggio ed il relativo ripristino di alcuni o tutti i file semplicemente

selezionando quelli di nostro interesse.

Il Mac ha gia integra-to nel suo sistema un software

per il backup dati molto potente e facilmente utilizzabile da utenti ine-

sperti: il Time Machine. Esso ha tutte le funzionalità di cui prima, e abbinandolo all’acquisto di un disco usb esterno, il gioco è fatto. 3) Non conservare i dischi, sui quali si effettua il backup, nello stesso luogo in cui si trovano i PC contenenti i dati copiati è una buona soluzione per evitare, in caso di furto o disastro naturale, la loro perdita. La soluzione migliore è di utilizzare dischi esterni e, una volta finito l’orario di lavoro, scollegarli e custodirli in un posto diverso o più sicuro (ad esempio una cassaforte). L’approfondimento sulla salvaguardia dati è un argomento al quale tenevo molto, infatti sempre più spesso molti utenti non solo lamentano la perdita, ma anche la difficoltà di organizzare una copia dei dati, specialmente perchè a volte non si ha l’esperienza necessaria o la conoscenza giusta per effettuarla correttamente. La mia raccomandazione, in definitiva, è quella di avere sem-pre una copia dei vostri dati, ancor di più se sono importanti documenti di lavoro o file nei quali sono contenuti preziosi ricordi (foto e video personali), non spendete invece tempo e denaro nel pianificare backup di materiale che potrebbe essere facilmente nuovamente reperito (ad esempio film, musica o giochi). Nel prossimo articolo cercherò di approfondire l’argomento della condivisione e centralizzazione dei dati in una rete tra di-versi pc, come organizzare i dati e che strumenti utilizzare.Un saluto affettuoso a tutti i cari lettori.

50 INFORMATICA

Page 53: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

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Page 54: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

LE RICETTEDELLA TRADIZIONE FOGGIANAIl buon gusto della terra di capitanta tra memoria e presente

Siamo soliti incontrarli nei documentari naturalistici, nei cartoon, nelle favole o sempre più di rado avvistarle o sentirle gra-

cidare lungo i corsi d’acqua stiamo parlando di piccoli e famosi invertebrati: le rane.

Le rane, come tutti sanno, da sempre muovono sentimenti contrastanti nell’uomo: da un lato suscitano ribrezzo e disgusto,

tanto da essere un tempo ritenute creature del diavolo e associate alla stregoneria, dall’altro hanno ispirato favole e perso-

naggi fantastici per i bambini. Tutt’altro che nocive, le rane sono animali estremamente interessanti per vari motivi.

Tra le tante curiosità legate a questo simpatico anfibio, forse non tutti sanno che non molto tempo fà la loro carne arricchiva

spesso la variegata cucina dei nostri nonni.

Proprio così, tra i tanti piatti curiosi e gustosi della cucina foggiana regnavano le rane.

Le rane si trovavano in abbondanza nel paludoso territorio di Capitanata, ed erano diffusissime nelle ricette, erano un pro-

dotto prelibato tanto da essere esportate in anche nella lontana Venezia; si potevano cucinare in molti modi con gli spaghetti

e il pomodoro, al brodo, fritte nell’uovo, oppure saporitissime “arraganate”. Secondo la tradizione popolare erano ideali

per le gestanti e per chi soffriva di calcoli. In passato era un cibo comune e molto apprezzato, soprattutto per la grande

digeribilità delle carni, ricche di proteine e povere di grassi.

In questo numero vi invitiamo, dopo aver superato il normale scetticismo e muniti di un po’ di coraggio, ad assaggiarle,

riscoprirete un piatto tipico della tradizione foggiana, scoprendo come il saltellante anfibio possa avere un insospettabile

sapore delicato ed unico, fidatevi di chì le ha già provate. Un consiglio se non avete dimestichezza nel cucinarle affidatevi alla

sapiente guida di un professionista dei fornelli, come lo chef Nicola.

di Massimo Rosar io Marino

52 CUCINA

Page 55: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

la storia la ricetta

Il piatto del mese: RANE “ARRAGANATE”

Angelo CapozziDocente dell’Università del Crocese

Storico delle tradizione foggiana e cultu-

ra dei Dauni. Autore di numerosi libri, di

rappresentazioni teatrali riguardanti il folk-

lore e le tradizioni foggiane e garganiche

LE RANELe rane l’andavamo a prendere perché le dovevamo vendere e guadagnarci.Quando le pescavamo, andavamo a casa, tagliavamo le teste: o rana o rospo non ci si preoccupava e a chi capi-tava il rospo aveva dei problemi.La rana è digeribilissima, è ottima per i reni.La rana si andava a prendere nell’acqua, di notte, con la lanterna (…).Si mettevano con le teste sopra un cavalletto di legno e le tagliavi.Avevamo vicino dei monticelli di cenere o sabbia o terra, perché con la mano senza niente la rana sfuggiva, e allora sporcavi le tre dita, la prendevi da sopra e la scorticavi.(…) Se ne prendevano a migliaia: si viveva sopra le rane. (…) si vendevano 2 o 3 soldi l’una.Hanno sempre detto: “Le rane fanne bene ai reni! Ti fanno funzionare i reni, non ti fanno creare la terra!”.La gente le comprava per due motivi: uno, perché piace-vano; due, si utilizzavano per i reni, che si mantenevano sempre puliti

racconto di Raffaele Delli Carri e Assunta Salvatore

Tratto dal libro “la cucina dei terrazzani” di Angelo Capozzi

Nicola Russo

Executive ChefSommelier Professionista AIS Puglia

Referente per la città di Foggiadell’Associazione Cuochi

Gargano e Capitanata

INGREDIENTILista degli ingredienti (per 4 porzioni):

32 ranocchie

200 gr di mollica di pane raffermo

prezzemolo, sale, pepe, olio ed aglio qb.

500 gr di pomodorini ciliegino

vino bianco qb

aceto balsamico in crema.

PREPARAZIONEDisporre in un tegame da forno le cosciette di rana in file da 8 accostandole leggermente l’una all’altra. Condire con sale pepe olio aglio e prezzemolo tritatato finemente.Coprite le rane per bene con della mollica di pane sminuzzata finemente. Adagiare quattro ciliegini intaccati con il coltello su ogni fila di ranocchi. Irrorate con un po’ di vino bianco ed infornate per 5 minuti a 180 gradi. Disponete la fila di ranocchi in un piatto decorate con qualche goccia di aceto balsamico e prezzemolo. Servite ben caldo il piatto.

Page 56: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

RISTORANDOUn mix di locali...selezionati per voi!

SPECIALITÀ:ANTIPASTO AGATONETORCINELLI COTTI A LEGNA

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Orari:dalle ore 17.00 alle 01.00•

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Piazza XX Settembre - Sant’Agata di Puglia (FG)Cell. 347.9494052 - 340.2889434

TRATTORIA - BAR - PIZZERIA DA MICHELE

Via Calderari, 6 - Bojano (CB)Tel. 0874.782300 - Cell. 338.6817125

CUCINA TIPICA PAESANA

Orari:pranzo: 12.00 - 14.30 • cena: 19.30 - 21.30

Riposo settimanale:domenica

NEL MESE DI AGOSTOAPERTO TUTTI I GIORNI

è gradita la prenotazione

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Orari: 12.00 - 14.30 19.30 - 24.00

Riposo settimanale:lunedi non festivo

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Via Manzoni, 33/A - 71121 FoggiaTel. 0881.722372

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Page 57: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

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CATERING E BANQUETING

PICCOLI RICEVIMENTI

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Menù fissoCarne 13 € - Pesce 15 €

Riposo settimanale:lunedi e il martedi solo a pranzo

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Riposo settimanale: domenica mattinae martedi non festivo serale

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PARTECIPA ANCHE TU

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Partecipareè semplicissimo:

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zione di Tam Tam con una maglietta e pubblicata sul giornale in primo

piano nella rubrica Tam Tam insieme.

Chi può partecipare al concorso?

Proprio tutti! “IL NOSTRO TAMTAM” non è un concorso per grandi fotografi,

ma per chiunque voglia divertirsi con noi, in modo simpatico e creativo.

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Il concorso scade il 30 settembre 2010.

Page 61: Tamtam magazine - Anno II - Numero 8 - Settembre 2010

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Invia una foto in compagnia dei tuoi amici nella quale appare la

scritta TAM TAM (o la rivista) scritta come ti pare e

con ciò che ti pare: dai libero sfogo alla tua

creatività esprimendo, attraverso la

foto, la tua fantasia.

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4

SEI UN LEADER ?

di Antonio Iacovino - PSICOLOGO

La leadership è un processo di influenza sociale di tipo reciproco; quello che caratterizza i leader è che possono influenzare gli altri nel gruppo più di quanto siano influenzati loro stessi. Una delle caratteristiche fondamentali del leader è quella di proporre idee creative utilizzando in questo modo dei mezzi per influenzare i membri del gruppo a modificare il loro comportamento. Contrariamente all’opinione comune, fascino, capacità comunicative e seduzione non sempre sono una dote naturale innata. Conoscere le tecniche di comunicazione emozionale “motivante”e le chiavi interpretative del linguaggio permette non soltanto di acquisire uno

strumento molto valido per quanti (medici, infermieri, psicologi e personale sanitario in genere) debbano intervenire rapidamente ed efficacemente sul piano terapeutico; ma anche per coloro che (venditori e consulenti, tecnici della comunicazione pubblicitaria, avvocati, politici, sindacalisti, managers) abbiano professionalmente il problema di presentare le proprie tesi nella maniera più convincente. Una delle teorie più famose elaborate sull’argomento è attribuita a Goleman e basa il fondamento del potere del leader sulla sua capacità di far leva sulle emozioni del gruppo, nel volgerle al positivo orientandole verso il aggiungimento di un obiettivo comune. Goleman distingue sei stili di leadership: visionario, coach, affiliativo, democratico, battistrada e autoritario.

A

B

C

ABC

1 DEVI COMPRARE UN REGA-LO PER UN AMICO, MA ALLA CASSA C’È UNA FILA INTER-MINABILE. COSA FAI?

Torni a casa, ci andrai un altro giorno.Cerchi un altro negozio meno affollato.Aspetti in fila con pazienza.

QUALE DI QUESTE QUALITÀI TUOI AMICI TI RICONO-SCONO?

La sensibilità.L’entusiasmo.Una parlatina sorprendente.

A

B

C

HAI UN APPUNTAMENTO E L’ALTRA PERSONA TI FA ASPETTARE. FINALMENTE ARRIVA CON UN LARGO RITARDO COSA LE DICI?

Niente per non rovinare la serata.In tono scherzoso le fai notare l’errore.Le dici chiaramente che la cosa ti ha dato fastidio.

5

NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI DA COSA TI LASCI GUIDARE?

Dall’istinto e dalle sensazioni.Dai consigli degli amici.Dai miei valori.

ABC

2

DOVENDO SCEGLIERE COME TRASCORRERE LA SERATA. COSA FAI?Ti adegui alle decisioni degli altri.Esprimi il tuo parere.Spieghi con argomenti convin-centi perché la tua scelta è la migliore.

A

BC

3

60 TEST

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le 10 regole d’orodel leader

Ascolta prima di decidere; 1.

Informa costantemente i mem-2. bri del suo team;

È disponibile e sensibile ai 3. problemi personali;

Sviluppa un team bilanciato; 4.

Assegna il lavoro e le mansio-5. ni in ragione delle individuali capacita’;

Incoraggia il rispetto, la com-6. prensione e la fiducia all’inter-no del team;

Delega la maggior parte dei 7. compiti in ragione di Selezione, Competenza, Fiducia, Forma-zione, Sicurezza;

Da l’esempio e concorda con 8. il team uno standar di lavoro di elevata qualita’;

Fissa target realizzabili, ma esi-9. ge sempre prestazioni migliori;

Coordina e rappresenta i com-10. ponenti del team all’esterno, se del caso propugnandone le virtu’.

ABC

DEVI FARE UN PICCO-LO DISCORSO PER UNA CONFERENZA. COME REAGISCI?

Fai di tutto per rifiutare.Ti convinci e ci provi.Sei sicuro di te e delle tue capacità.

7

IL TUO CAPO TI CHIEDE DI ASSUMERTI PIÙ RESPONSABI-LITÀ IN UN NUOVO PRO-GETTO. COME PENSI?

Spero di esserne all’altezza.Spero di ripagare la fiducia assegnatami.Sono contento perché mi sento coinvolto.

SEI IL RESPONSABILE DI UN GRUPPO DI LAVORO COME AGISCI PER PRENDERE LE DECISIONI?

Mi lascio guidare dalla mia esperienza.Ascolto tutti i colleghi e insie-me troviamo la soluzione.Definisco tutte le possibili al-ternative e prendo la decisione migliore.

6 IL TUO CAPO HA COMMESSO UN ERRORE. COSA FAI?

Faccio finta di niente.Ne parlo con gli altri colleghi.Chiedo un appuntamento e glielo faccio notare.

AB

C

A

B

C

ABC

Se hai totalizzatouna maggioranza di risposte A:

Preferisci rimanere in silenzio e ade-guarti alle decisioni degli altri. Spesso ti lasci guidare dagli istinti e da ciò che senti al momento cercando l’ap-provazione di amici e parenti. Difficil-mente riesci a coinvolgere gli altri e ad orientarli verso le tue intenzioni.

Se hai totalizzatouna maggioranza di risposte B:

Sei un discreto leader, hai dei valori forti e li segui per prendere le deci-sioni importanti della vita, tuttavia a volte ti mostri insicuro e incerto. Dovresti migliorare le tue capacità comunicative e imparare a cono-scere meglio le tue qualità.

Se hai totalizzato una maggioranza di risposte C:

Hai una buona capacità di leadership. Ha ben chiari gli obiettivi della tua vita e come raggiungerli, sei sempre pronto a coinvolgere gli altri verso obiettivi comuni e in grado di sod-disfare tutti.

PRENDERE UNA DECISIONE URGENTE COSA TI PROVOCA?

Mi prende l’ansia e mi blocco.Ci penso più volte.Mi stimola e mi appassiona.

ABC

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tamtam 61

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ARIETE21 MARZO - 20 APRILEIl rientro dalle vacanze sarà il momento propizio per col-tivare delle amicizie trascurate per troppo tempo.Con un pò più di fiducia in voi stessi realizzerete progetti lasciati a riposo nel cassetto. Ottima la ripresa lavorativa. GIORNO OK: 2

TORO21 APRILE - 21 MAGGIOPer i nati nella prima decade, lasciatevi conquistare dai saldi di fine stagione approfittando anche di qualche ina-spettata entrata extra. Un sereno periodo lavorativo vi aiuterà a rilassarvi anche nell’ambito familiare.

GIORNO OK: 15

LEONE23 LUGLIO - 22 AGOSTOProcedete passo dopo passo, con calma e moderazione. La Luna in contrasto con Giove non vi consentirà di fare il passo più lungo della gamba. Pazientate dunque in attesa che nel vostro cielo astrale torni a splendere il sereno. GIORNO OK: 1

VERGINE23 AGOSTO - 22 SETTEMBREUna telefonata inaspettata vi farà battere il cuore all’impazzata, attenti però a controllare l’istinto ed ad agire con ragionevolezza! Non sempre i colpi di testa conducono ai risultati sperati. Ottima la forma fisica grazie anche all’impegno dei mesi precedenti. GIORNO OK: 12

SAGITTARIO23 NOVEMBRE - 22 DICEMBREMantenete alta la concentrazione sul lavoro e non credete a chi vi promette facili guadagni senza sforzo. Attenzione alla linea, gli eccessi della bella stagione si fanno sentire.E’ il momento opportuno per iniziare un corso di fitness.

GIORNO OK: 5

CAPRICORNO22 DICEMBRE - 20 GENNAIOUn mese ricco di novità che potrà spaventare chi come voi è abituato a ritmi ordinati. Lasciatevi trasportare dagli eventi mettendo da parte la razionalità, i risulti certamen-te vi sorprenderanno. Ottima la sfera lavorativa. GIORNO OK: 18

GEMELLI22 MAGGIO - 21 GIUGNORimboccatevi le maniche, impegnatevi a fondo nell’attività lavorativa e siate molto concreti e determinati nelle que-stioni di carattere finanziario per non dovervi trovare ad af-frontare un mese totalmente in rosso. Occhio agli sprechi. GIORNO OK: 21

CANCRO22 GIUGNO - 21 LUGLIOGrinta e forza non vi mancheranno. Sul lavoro sarete pieni di vigore e pronti a prendere iniziative concrete, il vostro capo noterà la vostra creatività e chissà che non arrivi finalmente quel meritato aumento che aspettavate da tempo. GIORNO OK: 17

BILANCIA23 SETTEMBRE - 22 OTTOBREMettete a tacere il vostro solito malumore e preparatevi a vivere una scoppiettante fine estate!Incontri interessanti per i single attenzione però agli amori estivi: intensi ma pericolosi. GIORNO OK: 30

SCORPIONE23 OTTOBRE - 22 NOVEMBRELa Luna in Vergine fa riaffiorare l’autostima che ultimamente avete perso. Puntate su realizzazioni rapide, senza tentenna-menti e ritardi eccessivi. E’ tempo di grandi decisioni e tra-sformazioni. Potreste anche risolvere questioni professionali importanti. GIORNO OK: 10

ACQUARIO21 GENNAIO - 18 FEBBRAIOPer i nati nella terza decade prudenza nelle trattative fi-nanziarie. Rimandate di qualche settimana trattative ed acquisti importanti, quando l’entrata di Giove nel segno benedirà le vostre finanze.

GIORNO OK: 7

PESCI19 FEBBRAIO - 20 MARZOVi potrebbe capitare di sentirvi arrabbiati e delusi nei confronti della persona amata. In questo periodo tutto vi ferisce in modo eccessivo; esercitatevi a vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.

GIORNO OK: 16

tamtam 63OROSCOPO

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