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I l Consiglio Nazionale ha avviato un’indagine su- gli ingegneri che svolgo- no attività di lavoro dipen- dente in Italia. L’iniziativa è stata ideata e portata avanti dalla “Commissione inge- gneri dipendenti del CNI” e dal “Tavolo permanente in- gegneri dipendenti” costi- tuito presso l’Assemblea dei Presidenti allo scopo di po- ter raccogliere le opinioni dei colleghi operanti nel pubblico e nel privato e, con il contributo del Centro Studi del Consiglio Nazio- nale Ingegneri, sono state elaborate le domande arti- colate in tre sezioni: la pri- ma relativa ai dati anagrafi- ci, la seconda ai percorsi for- mativi e l’ultima all’attività lavorativa. Collegandosi al sito www.centrostudicni.it i colleghi troveranno il que- stionario e tutte le indica- zioni utili per il suo invio. A lla fine la riforma delle professioni è legge. È del 14 set- tembre scorso infatti la con- versione del D.L. 138/2011 con cui il Governo aveva varato il provvedimento re- cante “ulteriori misure ur- genti per la stabilizzazione fi- nanziaria e per lo sviluppo” ovvero la seconda manovra fi- nanziaria 2011 ( L.148/2011). Come ormai noto nell’art. 3 comma 5 di tale norma sono contenuti i principi che po- tenzialmente avviano un’au- tentica riforma delle profes- sioni. Certo dopo vent’anni di dibattito sulla riforma delle professioni ci saremmo aspet- tati che alla materia venisse ri- servato quantomeno un testo compiuto con una legge spe- cificamente dedicata, ma sep- pur contenuta in un solo comma di una manovra fi- nanziaria, la portata innova- trice delle misure adottate è si- curamente considerevole. Ri- badito infatti il manteni- mento dell’esame di Stato di cui all’art. 33 della Costitu- zione la nuova norma va ad incidere su aspetti essenziali del sistema professionale. Così nella disposizione oltre ad individuare i principi fon- danti dell’esercizio dell’attività professionale in quelli di “li- bera concorrenza, (...) pre- senza diffusa dei professioni- sti su tutto il territorio nazio- nale, (...) differenziazione e pluralità di offerta che ga- rantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nel- l'ambito della più ampia in- formazione relativamente ai servizi offerti”, si prevede l’obbligo di formazione con- tinua, si riforma il tirocinio stabilendo che la durata del- lo stesso non potrà essere complessivamente superiore a tre anni e che potrà essere svolto in concomitanza al INGEGNERE ITALIANO l’ Anno I - n. 5 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1 - DCB - CONTIENE IP ottobre 2011 CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI MA A CONFINDUSTRIA ANCORA NON BASTA Romeo La Pietra I l 56° Congresso Naziona- le degli Ingegneri tenuto- si a Bari dal 7 al 9 settem- bre 2011 presso il teatro Pe- truzzelli, ha per la prima vol- ta, dopo la divisione dell’Al- bo, affrontato temi inerenti i tre settori; per il civile am- bientale le infrastrutture, la riqualificazione ed uso con- sapevole del territorio, per quello industriale la energia con particolare riferimento al risparmio per le fonti tra- dizionali e alla ricerca per quelle rinnovabili, per quel- lo della informazione le reti e la sicurezza dei sistemi. La giornata conclusiva è stata dedicata alla riforma della professione finalmente av- viata dal legislatore con il D.L. 138/11. Il dibattito congressuale, svi- luppatosi attraverso relazio- ni e tavole rotonde, ha affer- mato la necessità di svilup- pare politiche di riqualifica- zione e recupero dell’edifica- to, dall’adeguamento sismi- co all’efficienza energetica, dalla sostenibilità paesaggi- stica ed ambientale alla ria- bilitazione del tessuto edili- zio, anche con interventi di demolizione e ricostruzione e di adeguamento delle ope- re a rete e di infrastruttura- zione urbana, favorendo ini- ziative pubblico privato; ha rilevato la importanza di po- tenziare gli interventi infra- strutturali della rete ferro- viaria e autostradale, privile- giando il completamento di opere già avviate e non an- cora completate; ha invitato il legislatore ad orientare gli incentivi verso interventi di risparmio energetico che privilegino le fasi di ricerca ideazione e progettazione, garantendo un presidio di tutta la filiera produttiva; ha valutato l’opportunità di convogliare gli investimenti pubblici e privati verso la realizzazione di reti telemati- che di nuova generazione. Il congresso di Bari: sintesi e prospettive ANGELO DOMENICO PERRINI* Provalo su www.logical.it 0362 30 17 21 Il software più scelto per il progetto e la certificazione energetica si apre al mondo 3D del e dei dispositivi mobili con l'importazione diretta di modelli 3D da , e oltre al rilievo dei dati in sito con , l'APP gratuita per iPad, iPhone e iPod Touch. BIM Autodesk REVIT Architecture Nemetschek ALLPLAN Graphisoft ArchiCAD TermoPAD Apple Sempre aggiornato per tutte le normative locali di Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Puglia, Sicilia, provincia di Trento e città di Roma. Certificato dal CTI per le norme nazionali e UNI TS 11300. TERMOLOG EpiX 3 è corredato da un VideoCORSO con diverse ore di esempi filmati e da un servizio di senza canoni. assistenza tecnica gratuita ASSISE INGEGNERI A BARI IL CONGRESSO DELLA SVOLTA L’approccio tutto nuovo di questa edizione del Congresso nell’affrontare le tematiche più significative dei tre settori dell’ingegneria: civile ambientale, industriale e dell’informazione, ha segnato un momento di svolta e un nuovo punto di partenza per una categoria che costituisce il motore del sistema paese. segue a p. 2 segue a p. 4 INTERVISTA A GIORGIO SQUINZI INDUSTRIALI: CAMBIO DI ROTTA? Il vice presidente di Confindustria auspica la presenza di Ordini professionali forti e coesi per realizzare quello stretto rapporto del mondo della grande produzione con quello dell’ingegneria, elemento indispensabile nell’attuale momento economico. I n sette punti, a Bari i gio- vani ingegneri hanno tracciato la loro road map per arrivare a una ri- forma della professione che sostenga, e non penalizzi, chi si affaccia sul mercato del lavoro. Condivisa allo stesso tavolo fra i senior, spesso alle prese con le diffi- coltà indotte dalla crisi eco- nomica, e i neolaureati, sot- toposti alla precarizzazione che condiziona oggi indi- stintamente tutti i campi la- vorativi e professionali. riqualificazione urbana e delle infrastrutture: il mercato chiede l’ingegnere del risparmio articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano un ruolo da protagonisti nel settore della sicurezza delle reti e dei sistemi informativi articolo a p. 6 riforma delle professioni: gli ingegneri promuovono la manovra articolo a p. 8 il saluto del presidente giovanni rolando articolo a p. 4 articolo a p. 8 TUTTI UNITI PER LA RIFORMA Con il decreto 138/2011 è iniziato il conto alla rovescia che porterà alla definizione di una nuova legge di riforma delle professioni. A Bari sono stati mossi i primi passi, con il riavvicinamento fra Ordini e mondo dell’industria. QUESTIONARIO GLI INGEGNERI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ DI LAVORO DIPENDENTE IN ITALIA articolo a p. 3 articolo a p. 8 A BARI LA VOCE DEI GIOVANI INGEGNERI Con una raccomandazione e con un documento in sette punti allegato alla mozione finale del 56° Congresso, il Network delle Commissioni Giovani degli Ordini degli ingegneri ha espresso la propria posizione verso l’attesa riforma delle professioni. INTERVISTA A INTERVISTA A MICHELE EMILIANO MICHELE MARIO ELIA pagina 3 pagina 5 DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL 56° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI pagina 10

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Page 1: tabl. ott DEF stampa:Layout 1 · articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano

Il Consiglio Nazionale haavviato un’indagine su-gli ingegneri che svolgo-

no attività di lavoro dipen-dente in Italia. L’iniziativa èstata ideata e portata avantidalla “Commissione inge-gneri dipendenti del CNI” edal “Tavolo permanente in-gegneri dipendenti” costi-tuito presso l’Assemblea dei

Presidenti allo scopo di po-ter raccogliere le opinionidei colleghi operanti nelpubblico e nel privato e, con

il contributo del CentroStudi del Consiglio Nazio-nale Ingegneri, sono stateelaborate le domande arti-

colate in tre sezioni: la pri-ma relativa ai dati anagrafi-ci, la seconda ai percorsi for-mativi e l’ultima all’attivitàlavorativa.

Collegandosi al sito www.centrostudicni.iti colleghi troveranno il que-stionario e tutte le indica-zioni utili per il suo invio.

Alla fine la riformadelle professioni èlegge. È del 14 set-

tembre scorso infatti la con-versione del D.L. 138/2011con cui il Governo avevavarato il provvedimento re-cante “ulteriori misure ur-genti per la stabilizzazione fi-nanziaria e per lo sviluppo”ovvero la seconda manovra fi-nanziaria 2011 ( L.148/2011). Come ormai noto nell’art. 3comma 5 di tale norma sonocontenuti i principi che po-tenzialmente avviano un’au-tentica riforma delle profes-sioni. Certo dopo vent’anni didibattito sulla riforma delleprofessioni ci saremmo aspet-tati che alla materia venisse ri-servato quantomeno un testocompiuto con una legge spe-cificamente dedicata, ma sep-pur contenuta in un solocomma di una manovra fi-nanziaria, la portata innova-trice delle misure adottate è si-curamente considerevole. Ri-badito infatti il manteni-mento dell’esame di Stato dicui all’art. 33 della Costitu-zione la nuova norma va adincidere su aspetti essenzialidel sistema professionale. Cosìnella disposizione oltre adindividuare i principi fon-danti dell’esercizio dell’attivitàprofessionale in quelli di “li-bera concorrenza, (...) pre-senza diffusa dei professioni-sti su tutto il territorio nazio-nale, (...) differenziazione epluralità di offerta che ga-rantisca l'effettiva possibilitàdi scelta degli utenti nel-l'ambito della più ampia in-formazione relativamente aiservizi offerti”, si prevedel’obbligo di formazione con-tinua, si riforma il tirociniostabilendo che la durata del-lo stesso non potrà esserecomplessivamente superiore atre anni e che potrà esseresvolto in concomitanza al

INGEGNERE ITALIANOl’Anno I - n. 5 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1 - DCB - CONTIENE IPottobre 2011 CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI

MA A

CONFINDUSTRIA

ANCORA

NON BASTA

Romeo La Pietra

Il 56° Congresso Naziona-le degli Ingegneri tenuto-si a Bari dal 7 al 9 settem-

bre 2011 presso il teatro Pe-truzzelli, ha per la prima vol-ta, dopo la divisione dell’Al-bo, affrontato temi inerenti itre settori; per il civile am-bientale le infrastrutture, lariqualificazione ed uso con-sapevole del territorio, perquello industriale la energiacon particolare riferimentoal risparmio per le fonti tra-dizionali e alla ricerca perquelle rinnovabili, per quel-lo della informazione le retie la sicurezza dei sistemi. Lagiornata conclusiva è statadedicata alla riforma dellaprofessione finalmente av-viata dal legislatore con ilD.L. 138/11. Il dibattito congressuale, svi-luppatosi attraverso relazio-ni e tavole rotonde, ha affer-mato la necessità di svilup-pare politiche di riqualifica-zione e recupero dell’edifica-to, dall’adeguamento sismi-co all’efficienza energetica,dalla sostenibilità paesaggi-stica ed ambientale alla ria-bilitazione del tessuto edili-zio, anche con interventi didemolizione e ricostruzionee di adeguamento delle ope-re a rete e di infrastruttura-zione urbana, favorendo ini-ziative pubblico privato; harilevato la importanza di po-tenziare gli interventi infra-strutturali della rete ferro-viaria e autostradale, privile-giando il completamento diopere già avviate e non an-cora completate; ha invitatoil legislatore ad orientare gliincentivi verso interventi dirisparmio energetico cheprivilegino le fasi di ricercaideazione e progettazione,garantendo un presidio ditutta la filiera produttiva; havalutato l’opportunità diconvogliare gli investimentipubblici e privati verso larealizzazione di reti telemati-che di nuova generazione.

Il congresso

di Bari: sintesi

e prospettive

ANGELO DOMENICO PERRINI*

Provalo su www.logical.it 0362 30 17 21

Il software più scelto per il progetto e la certificazione energetica si apre al mondo 3D del e deidispositivi mobili con l'importazione diretta di modelli 3D da

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TERMOLOG EpiX 3 è corredato da un VideoCORSO con diverse ore di esempifilmati e da un servizio di senza canoni.assistenza tecnica gratuita

ASSISE INGEGNERI A BARI

IL CONGRESSO DELLA SVOLTAL’approccio tutto nuovo di questa edizione del Congresso nell’affrontare le tematiche più significative deitre settori dell’ingegneria: civile ambientale, industriale e dell’informazione, ha segnato un momento di

svolta e un nuovo punto di partenza per una categoria che costituisce il motore del sistema paese.

segue a p. 2 segue a p. 4

INTERVISTA A GIORGIO SQUINZI

INDUSTRIALI: CAMBIO DI ROTTA?Il vice presidente di Confindustria auspica la presenza di Ordini professionali forti e coesi per realizzare

quello stretto rapporto del mondo della grande produzione con quello dell’ingegneria, elemento indispensabile nell’attuale momento economico.

In sette punti, a Bari i gio-vani ingegneri hannotracciato la loro road

map per arrivare a una ri-forma della professione chesostenga, e non penalizzi,chi si affaccia sul mercatodel lavoro. Condivisa allostesso tavolo fra i senior,

spesso alle prese con le diffi-coltà indotte dalla crisi eco-nomica, e i neolaureati, sot-toposti alla precarizzazioneche condiziona oggi indi-stintamente tutti i campi la-vorativi e professionali.

riqualificazione urbana

e delle infrastrutture:

il mercato chiede

l’ingegnere del risparmio articolo a p. 4

lo sviluppo della green economy

in Italia dipende dal grado di

coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5

gli ingegneri rivendicano

un ruolo da protagonisti nel

settore della sicurezza delle

reti e dei sistemi informativi articolo a p. 6

riforma delle professioni:

gli ingegneri promuovono

la manovra articolo a p. 8

il saluto del presidente giovanni rolandoarticolo a p. 4

articolo a p. 8

TUTTI UNITI

PER LA RIFORMA

Con il decreto 138/2011 è iniziato il conto alla rovesciache porterà alla definizione di una nuova legge

di riforma delle professioni. A Bari sono stati mossi i primi passi, con il riavvicinamento fra Ordini e

mondo dell’industria.

QUESTIONARIOGLI INGEGNERI CHE SVOLGONO

ATTIVITÀ DI LAVORO DIPENDENTE

IN ITALIA

articolo a p. 3

articolo a p. 8

A BARI LA VOCE

DEI GIOVANI INGEGNERI

Con una raccomandazione e con un documento in sette punti allegato alla mozione finale

del 56° Congresso, il Network delle Commissioni Giovani degli Ordini degli ingegneri ha espresso la

propria posizione verso l’attesa riforma delle professioni.

INTERVISTA A INTERVISTA A

MICHELE EMILIANO MICHELE MARIO ELIApagina 3 pagina 5

DOCUMENTO CONCLUSIVODEL 56° CONGRESSO NAZIONALE

DEGLI INGEGNERIpagina 10

Page 2: tabl. ott DEF stampa:Layout 1 · articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano

corso di studio per il conse-guimento della laurea, si ri-pristinano le tariffe come ri-ferimento tra privati e le sirendono obbligatorie nei rap-porti con gli enti pubblici, siimpone l’obbligo di assicura-zione, si prevede una distin-zione fra organi amministra-tivi ed organi disciplinari al-l’interno degli Ordini, ed in-fine si liberalizza la pubblici-tà informativa. Aspetti tutti che senza ombradi dubbio vanno ad incideresignificativamente sui cardi-ni del sistema professionale inItalia e che, come prevede lalegge stessa, dovranno essererecepiti dagli ordinamentientro un anno. In questosenso il Governo ha inco-minciato a muoversi e proprionei primi giorni di ottobre haincontrato i Consigli Nazio-nali degli Ordini per dareconcreta attuazione al pro-cesso di riforma previsto dal-la legge.Un passo nella direzione giu-sta dunque questo della di-sposizione avviata da Gover-no e Parlamento che fa evol-vere sicuramente il nostro si-stema professionale versoquelli delle economie piùavanzate. Ma come spessoaccade quando si avvia unprocesso riformatore c’è sem-pre chi vuole spingere l’ac-celeratore al massimo e, inprospettiva forse di una terzamanovra finanziaria di cui siparla in questi giorni, ricom-paiono voci e pressioni già vi-ste in occasione della mano-vra di luglio e di quella di ago-sto che alzano la voce perchiedere una liberalizzazio-ne ancora più spinta dei ser-vizi professionali. È questaanche la posizione di Con-

findustria che proprio il 30settembre scorso (insieme adAbi, Ania, Rete imprese Ita-lia e Alleanza delle coopera-tive) ha presentato con forteevidenza mediatica il docu-mento Progetto delle impre-se per l’Italia, in cui sostienel’urgenza di liberalizzare i ser-vizi professionali con l’intro-duzione di misure di applica-zione immediata tese a vietarele tariffe, a sottrarre i controllisulla pubblicità agli Ordini –affermando invece su questopunto la competenza del-l’Autorità Garante della Con-correnza e del Mercato – ed aridurre il numero e le riservedi attività legali degli Ordini.A Confindustria dunque ilprogetto innovatore avviatoda Governo e Parlamentonon basta e spinge ancorpiù per rimuovere ogni re-strizione alle professioni. Suquesto terreno una categoriacome quella degli ingegneridi certo non ha alcunché dapreoccuparsi perché già li-bera, senza restrizioni di al-cun tipo ed aperta a ogniprogetto innovatore per unreale sviluppo del paese; ameno che non si voglia farpassare per liberalizzazioneciò che liberalizzazione nonè ma si configura come unavera e propria deregolamen-tazione. Deregolamentazioneche per quanto riguarda laprofessione di ingegnere, perle rilevanti implicazioni cheriversa sull’interesse genera-le prima di tutto in terminidi sicurezza, non esiste inalcun Paese al mondo. E suquesto punto di certo nonvogliamo, non dobbiamo,non possiamo cedere.

[email protected]

Nell’ambito del 56°Congresso Naziona-le degli Ingegneri le

professioniste ingegneri sisono incontrate per fare ilpunto della situazione sulleproblematiche e discrimi-nazioni vissute dall’inge-gnere donna.A fronte di una costantecrescita della presenza fem-

minile nelle Università diIngegneria e negli Albi pro-fessionali, crescita che hatoccato il 12,5 % del totaledegli ingegneri iscritti agliOrdini, negli Organi di rap-presentanza della categoriala presenza femminile è ingenere sotto la percentualedelle iscritte o addiritturaassente.

La parità di età di pensiona-mento tra uomini e donnenon ha trovato posizionicontrarie a patto però di unaparità estesa anche agli altriaspetti lavorativi quali, inprimo luogo, parità di ruoli,retribuzione, di opportunitàed avanzamenti di carriera.L’avanzamento di carrierasembra sia ancora difficolto-

so per le professioniste inge-gneri che hanno difficoltàad emergere e ad occuparealti livelli nonostante sia lo-ro riconosciuta elevata affi-dabilità e preparazione.Nonostante le professioni-ste ingegneri siano favore-voli di principio a percorsimeritocratici, le quote rosaobbligatorie potrebbero es-sere uno strumento utile, edin taluni casi necessario, al-meno fino all’entrata a regimedel sistema che permetta diportare alla luce talenti e fi-gure che diversamente po-trebbero non averne la pos-sibilità.Le quote rosa potrebbero es-sere un “male necessario“per sconfiggere problemiculturali o consuetudini ra-dicalizzate, che allo stato

non permettono adeguatiavanzamenti di carriera egiuste affermazioni profes-sionali.La valorizzazione dell’inge-gnere si ritiene debba essererivolta a tutti gli ingegneriin quanto tali e questo è unsegnale importante da rivol-gere ai giovani che si affac-ciano al mondo del lavoro,lavorando per effettive pariopportunità e pari retribu-zioni.La vita lavorativa delle pro-fessioniste ingegneri ha an-che, come tutte le professio-ni, un aspetto sociale legatoalla tutela della maternità,mentre le professioniste in-gegneri che svolgono attivi-tà professionale dipendentepossono beneficiare di unacerta tipologia di tutela, di-

versa è la situazione delle li-bere professioniste che, difatto, tolto il modesto con-tributo per la maternità diInarcassa, si trovano ad af-frontare da sole un momen-to cruciale della loro vitapersonale e professionaleper il quale occorrerebberomaggiori servizi.Il messaggio raccolto vuoleessere l’inizio di un dialogo el’avvio di un percorso pro-positivo di sviluppo ed aiutoalla professione degli inge-gneri evidenziando, tra glialtri aspetti, anche i proble-mi che le professioniste in-gegneri stanno affrontandoper conciliare il loro ruolo didonna e madre con gli aspet-ti lavorativi.

l’INGEGNERE ITALIANO2 ottobre 2011

INGEGNERI: MESSAGGI

DALL’ALTRA METÀ DEL CIELO In un incontro al Congresso le professioniste ingegneri hanno fatto il punto

sulla condizione femminile nel mondo del lavoro che presenta ancoraproblematiche e discriminazioni. Il messaggio raccolto vuole essere l’inizio di un dialogo e l’avvio di un percorso propositivo di sviluppo ed aiuto alle

donne ingegnere per conciliare il loro ruolo di donna con gli aspetti lavorativi.

EMMA GARELLI

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segue da p. 1 Ma a Confindustria ancora non basta

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A l suo secondo manda-to come sindaco, gra-zie alla vittoria eletto-

rale del giugno 2009 con unapropria lista civica all’internodella coalizione di centrosini-stra, Michele Emiliano è al ti-mone della città di Bari dal2004. Un arco di tempo nelquale il capoluogo pugliese stavivendo una stagione di inter-venti di trasformazione urba-na che ne stanno cambiando ilvolto: dalla definizione delnuovo piano di governo delterritorio alla candidatura a“Smart City”, sostenibile edenergeticamente efficiente.

D. Bari è una città in tra-sformazione caratterizzatada grandi progetti di rinno-vamento, e quest’anno haospitato il Congresso degliingegneri…R. Insieme con Torino, Bariè una delle città italiane chestanno conoscendo la piùprofonda trasformazione, inquesto momento ha più di600 cantieri aperti con mi-gliaia di persone che stannolavorando su progetti chepuntano anche a costruirepezzi interi di città. Solo nelquartiere Japigia stiamo co-struendo alloggi destinatiall’housing sociale per 7mi-la persone. Bari è anche lacittà che sta definendo ilnuovo piano di governo delterritorio e quindi sta co-struendo una nuova visionedel proprio futuro comegrande capitale nel Medi-terraneo e soprattutto comecittà metropolitana dove sipossano ottimizzare rispar-mi energetici e utilizzazionedelle acque, trasporto pub-blico, servizi sociali e sicu-rezza. Mettere insieme 31Comuni in un solo progettoè un’operazione politicamolto difficile ma è anchel’unico mezzo per costruirel’unità che può portare ai ri-sparmi effettivi di spesa.D. Qual è il contributo de-gli ingegneri a questo ridi-

segno complessivo dellacittà?R. Gli ingegneri possono es-sere uno strumento straordi-nario. Personalmente im-magino un Ordine profes-sionale nel quale, oltre agliaspetti contabili, pensioni-stici o di natura reddituale,trovino spazio anche valoricome quello della bellezza.Non è una cosa facile per-ché la bellezza in sé è unconcetto difficile da defini-re, ma dobbiamo rimetterlaquotidianamente al centrodella nostra attività di pro-gettazione e della nostra at-tività politica e amministra-tiva. Non sto dicendo che cidebba essere l’ingegnere ol’architetto di quartiere, macredo che un ruolo più atti-vo da parte del professioni-sta possa essere determinan-te nella qualità urbana. Conquesto obiettivo insieme alsindaco di Pollica StefanoPisani, successore di AngeloVassallo che è stato barbara-mente ucciso nel 2010, ab-biamo dato vita al manife-sto “Cento sindaci per labellezza”, per ribadire ciòche da sempre l’Italia è nelcollettivo immaginario,cioè il posto più bello del

mondo dove la bellezza èstata coltivata e servita daigeni più straordinari dellastoria dell’umanità, con na-turalezza e sempre compati-bilmente con il contesto. Eabbiamo lanciato la propo-sta provocatoria per la rico-struzione dell’Aquila: utiliz-zare i 40 miliardi di avanzoche le amministrazioni co-munali non possono spen-dere a causa del patto di sta-bilità, per consentire a ognicittà italiana di adottareuno o più immobili del ca-poluogo abruzzese. Con l’aiuto degli ingegneri,che potrebbero mettere adisposizione la loro attività,potremmo sottrarre l’Aqui-la al ritardo della sua rico-struzione.D. Quanto conta per unaamministrazione pubblicaavere come punto di riferi-mento il mondo dell’inge-gneria, anche e soprattuttoattraverso un Ordine chene è interlocutore?R. Con l’Ordine degli inge-gneri barese i rapporti sonobuoni e istituzionali. Pen-siamo che gli ingegneri sia-no fondamentali per unacittà: altri professionisti, co-me loro, offrono un contri-buto essenziale allo sviluppoma è una cosa evidente chegli ingegneri sono coloro iquali riescono metaforica-mente a “mettere in movi-mento” ciò che non si muo-ve, e questa è un’operazionemolto complessa e affasci-nante. La realizzazione diprogetti, dal grande inter-vento alla ristrutturazionedi un appartamento, sonodiventati anche programmitelevisivi, questo dimostrain modo evidente che c’è uninteresse sempre più forte,anche da parte delle perso-ne qualsiasi, verso la que-stione della tecnologia chemodifica l’habitat umanodalla casa fino al paesaggio.E questo è l’oggetto dell’at-tività ingegneristica.

l’INGEGNERE ITALIANO 3ottobre 2011

G iorgio Squinzi, Presi-dente del Cefic (Eu-ropean Chemical In-

dustry Council), l’organismoche raccoglie le industrie chi-miche europee. Vicepresidentedi Confindustria con delegaall’Europa. Amministratoreunico del Gruppo Mapei, gi-gante made in Italy della chi-mica per l’edilizia. Chimicoindustriale e laureato honoriscausa in Ingegneria chimica.Giorgio Squinzi è stato fra gliospiti del Congresso Naziona-le degli Ingegneri a Bari.

D. Grande industria e in-gegneria: come descriveoggi il rapporto fra questidue mondi, che sono pila-stri portanti per l’economianazionale?R. La prima condizione,chiaramente, è quella se-condo cui ci deve essere unaforte collaborazione tra ilmondo della grande produ-zione e il mondo dell’inge-gneria. Esistono alcune cri-ticità legate soprattutto alsistema Paese, in modo par-ticolare mi riferisco alla si-tuazione normativa e buro-cratica italiana che limitafortemente le possibilità diazione e di intervento daparte degli ingegneri.D. Qual è secondo lei l’“in-gegnere ideale” per l’indu-stria nel contesto econo-mico attuale? R. È l’ingegnere capace diaffrontare i problemi, ana-lizzarli e portare soluzioniche poi vengono tradotte inpratica. Evidentemente peròinsieme a questo ci sonotutta una serie di condizionial contorno che presuppon-

gono un miglior interventodello Stato nella direzionedella semplificazione nor-mativa e burocratica delPaese e, anche, la liberaliz-zazione delle professioni. Si-tuazioni specifiche, quindi,che devono essere verificatealtrimenti potrebbe esseredifficile per gli ingegneri tra-durre in azione tutto il po-tenziale che possiedono.D. Cosa pensa della possi-bile riforma delle profes-sioni che sta partendo dopoil decreto 138/2011?R. Sicuramente ci sono deipunti positivi, in particolareio ritengo che bisogna tenerconto della visione dell’in-dustria e credo anche di tutticoloro che sono coinvolti.Penso che alcuni esperi-menti di questo recente pas-sato vadano corretti: mi ri-ferisco per esempio allalaurea triennale e anche aqualche intervento che ten-derebbe ad appoggiare pe-riodi di stage formativi chesecondo me non vannonella direzione giusta.D. Dal vostro punto di vi-sta di industriali quale sa-rebbe quindi la propostaideale?R. In Italia abbiamo una

grande tradizione ingegne-ristica, i nostri ingegneri so-no stati abituati nel passatoa costruire opere in tutto ilmondo e dobbiamo conti-nuare ad andare in quella di-rezione: vuol dire andareverso un sistema formativoche sia riportato ai suoi li-velli massimi, in vigore finoa pochi anni fa, e un sistemadi inserimento professiona-le adeguato alla delicatezzadel ruolo che l’ingegneresvolge.D. Quali sono secondo lei icampi più interessanti per ilfuturo della professione,per i quali è più sensibile ilbisogno del contributo degliingegneri?R. Oggi è in atto una tra-sformazione, si sta passandodall’ingegnere che costrui-sce all’ingegnere che rispar-mia ed è quest’ultima la viada seguire. Un ingegnereche risparmia è un inge-gnere che progetta opere ingrado di consentire risparmienergetici e quindi di per-mettere una maggiore effi-cienza a tutti i livelli.D. Questo discorso vale an-che per un’industria del ca-libro di Mapei e più in ge-nerale per il vostro settoredella chimica per l’edilizia?R. Sicuramente, tenga pre-sente che Mapei investe il 5per cento del suo fatturatoin attività di ricerca. Inve-stiamo in ricerca più di 100milioni ogni anno, circa trequarti di questi investimentivanno nella messa a puntodi nuovi prodotti e sistemiche siano più compatibilicon l’uomo e con l’am-biente.

INTERVISTA A GIORGIO SQUINZI

INDUSTRIALI:

CAMBIO DI ROTTA? Il vice presidente di Confindustria auspica la presenza di Ordini

professionali forti e coesi per realizzare quello stretto rapporto del mondo della grande produzione con quello dell’ingegneria, elemento indispensabile

nell’attuale momento economico.

INTERVISTA A MICHELE EMILIANO

GLI ORDINI E IL VALORE

DELLA BELLEZZA Il Sindaco di Bari invita gli ingegneri a mettere al centro della loro attività leesigenze legate alla bellezza delle città e dei paesaggi. E lancia la proposta disostenere la ricostruzione de L’Aquila utilizzando i 40 miliardi di avanzo di

amministrazione a disposizione dei Comuni italiani.

DA SINISTRA MICHELE EMILIANO, ROMEO LA PIETRA, DOMENICO PERRINI, VINCENZO MAGISTÀ E GIOVANNI ROLANDO

Page 4: tabl. ott DEF stampa:Layout 1 · articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano

In particolare per il settoredella informazione si è affer-mata la necessità di chiederel’emanazione di norme tec-niche che sovrintendano al-la sicurezza dei sistemi e dellereti informatiche all’internodella Pubblica Amministra-zione, la definizione di regoleper l’aggiudicazione degli ap-palti dei servizi informatici,con la individuazione di spe-cifiche professionalità cui af-fidare la progettazione ed ilcollaudo al fine di offrire ga-ranzie all’utenza.Relativamente all’eserciziodella professione, da tutti,ivi compreso il vice presi-dente di Confindustria,Giorgio Squinzi, è stato ri-conosciuto il ruolo strategi-co degli Ordini e la necessitàdi ritornare al percorso uni-tario quinquennale di for-mazione dell’ingegnere, at-teso che sia a livello accade-mico che produttivo si è con-statato il fallimento del 3+2.Il CNI, i cui organi direttivisaranno a breve rinnovati, ilCentro Studi, l’Assembleadei Presidenti e gli Ordini,ciascuno per le proprie com-petenze, dovranno respon-sabilmente assumere un ruo-lo propositivo, elaborandoin tempi molto rapidi unaproposta organica di rifor-ma, che sulla scorta dellamozione congressuale dovràdare attuazione ai principienunciati al comma 5 del-l’art. 3 del D.L.138/11.Ferma restando la constata-zione che l’ordinamentoprofessionale dell’ingegnereda sempre fornisce ampie ga-ranzie che l’esercizio dell’at-tività risponde senza ecce-zioni ai principi di liberaconcorrenza, alla presenzadiffusa dei professionisti sututto il territorio nazionale,alla differenziazione e plura-lità di offerta tale da consen-

tire ogni possibilità di sceltadegli utenti relativamentealla fornitura dei servizi, lamozione congressuale ha fis-sato le strade da percorrerenell’immediato futuro:- bisognerà disciplinare e re-golamentare l’obbligo per ilprofessionista di seguire per-corsi di formazione continuapermanente prevedendo unadeguato sistema sanziona-torio per chi non ottemperaall’obbligo imposto; - bisognerà organizzare, pos-sibilmente all’interno delpercorso accademico un ti-rocinio per l’accesso allaprofessione conformato acriteri che garantiscano l’ef-fettivo svolgimento dell’at-tività formativa e il suo ade-guamento costante all’esi-genza di assicurare il miglioresercizio della professione.Nell’ipotesi di tirocinio postlaurea occorrerà definire lemodalità di calcolo dell’equocompenso ai tirocinanti,che dovrà essere commisu-rato all’impegno dagli stessiprofuso studiando agevola-zioni contributive per entipubblici e privati;- occorrerà definire conven-zioni tipo che tengano con-to, relativamente al calcolodel corrispettivo di parame-tri qualitativi oltre che quan-titativi per il professionistanel rispetto del principio ditrasparenza, di rendere notoal cliente il livello della com-plessità dell’incarico, for-nendo tutte le informazioniutili circa gli oneri ipotizza-bili dal momento del confe-rimento alla conclusionedell’incarico stesso; - in relazione alla garanzia dadare alla utenza, occorrerànegoziare e definire con leCompagnie Assicurativepolizze per i rischi derivantidall’esercizio dell’attivitàprofessionale, fissando i mas-

simali in modo tale che l’am-montare di essi non costitui-sca discriminazione soprat-tutto nei confronti dei gio-vani, atteso che resta a cari-co del professionista l’obbli-go di rendere noti al cliente,al momento dell’assunzionedell’incarico, gli estremi del-la polizza stipulata per la re-sponsabilità professionale eil relativo massimale; - dovrà essere regolamentatala modalità di formazione efunzionamento degli organi alivello territoriale, diversi daquelli aventi funzioni ammi-nistrative, ai quali sarannospecificamente affidate l’istru-zione e la decisione dellequestioni disciplinari e del-l’organismo nazionale di di-sciplina di secondo livello; - sarà cura del Centro Studidefinire criteri di regolamen-tazione della pubblicità in-formativa avente ad oggettol’attività professionale, le spe-cializzazioni ed i titoli pro-fessionali posseduti, la strut-tura dello studio ed i com-pensi delle prestazioni, con laspecificazione che le infor-mazioni devono essere tra-sparenti, veritiere, corrette enon devono essere equivoche,ingannevoli, denigratorie.Il CNI, l’Assemblea dei Pre-sidenti e gli Ordini provin-ciali dovranno elaborareuna strategia ed un sistemadi comunicazione atto a va-lorizzare il ruolo degli Inge-gneri nella politica econo-mica della Nazione, intensi-ficando nel contempo i rap-porti con le altre categorieprofessionali al fine di essereaccreditati come “parte so-ciale” alla pari di altri sog-getti ed essere finalmentepartecipi delle grandi diret-tive di sviluppo e recupero dicredibilità che il Paese devenecessariamente perseguire.

*Presidente Ordine Ingegneri di Bari

Aprendo la tre giorni dilavori il PresidenteCNI, Giovanni Ro-

lando, ha ricordato le novitàche caratterizzano l’edizione2011 del Congresso, ritenen-do particolarmente signifi-cativo il diretto coinvolgi-mento degli Ordini con unaserie di contatti e di incontriprecongressuali per mettere apunto il taglio degli argo-menti, incontri che hannocreato un clima di confron-to/dibattito che ha portato aduna sinergia della quale oggi

raccogliamo i frutti. Sul futurodella professione il Presiden-te CNI non ha dubbi: “Gli in-gegneri possono dare un gran-de contributo con la ricerca econ lo sviluppo di nuove tec-nologie a prescindere dal set-tore in cui l’attività profes-sionale viene esercitata”.Il CNI sta affrontando l’ar-gomento caldo della riformadelle professioni, ha precisa-to Rolando: “con un proget-to di ampio respiro incen-trato sulla valorizzazione del-le competenze professionali,

non a difesa di interessi cor-porativi, ma come impre-scindibile garanzia della col-lettività di avvalersi di pre-stazioni qualificate che, nelnostro caso, significa opera-re mettendo la sicurezza del-le persone al primo posto. Sitratta di trovare un giustoequilibrio fra la tutela delconsumatore cittadino, latutela della dignità dei pro-fessionisti, la garanzia di unfuturo decoroso ai giovanimeritevoli e il rispetto degliimpegni comunitari”.

Al 56° Congresso CNIdi Bari la prima ses-sione di dibattito è

stata dedicata al tema del“Recupero e adeguamentodel patrimonio infrastruttu-rale ed edilizio”. Ovvero, ilnervo scoperto dell’econo-mia italiana che, per i riflessisul Pil nazionale e sulle pro-fessioni dell’ingegneria, po-trebbe rivelarsi, o meglioconfermarsi, come il settoreprincipale capace di risolle-vare il Paese dalla crisi e re-stituire qualità e vivibilità aisistemi urbani, così come aquelli di mobilità. Di questosi è parlato alla tavola roton-da che ha visto la partecipa-zione di importanti espo-nenti del mondo della pro-fessione, delle istituzioni edell’industria. La competi-zione fra città sempre più vi-cine al modello della mega-lopoli, a scala mondiale, sigiocherà – come ha ricorda-to in apertura dei lavori Ma-rio Breglia, presidente del-l’istituto di ricerca Scenariimmobiliari, che ha intro-dotto i lavori insieme conCarlo Costa (direttore tec-nico generale Autostradedel Brennero), Michele Ma-rio Elia (amministratore de-legato Rfi-Gruppo Ferroviedello Stato) e Franco Mag-gio (direzione centrale cata-sto e cartografia dell’Agenziadel Territorio) – su avanza-mento culturale, tecnologi-co e scientifico. Il contributodell’ingegneria in sinergiacon le altre risorse del Paeserivestirà un’importanza diprimo piano. In un quadrocaratterizzato dal fenomenodi un’urbanizzazione spintaall’insegna della qualità delcostruito, lo sviluppo urbanorappresenta il mercato più in-teressante per la maggiorparte dei Paesi del mondo equesta tendenza si esprimeràattraverso il recupero dellearee già edificate, storica-mente collocate all’internodelle città, con il doppio van-taggio di limitare il consumodi suolo e allentare la morsadell’esigenza di costruirenuove, grandi infrastruttureurbane, consentendo invece

il riuso delle reti esistenti.Un’opportunità di mercatoeccezionale per il mondodell’ingegneria e soprattuttoper il nuovo “ingegnere delrisparmio”, che del Congres-so barese è stato il vero e pro-prio leit motiv.Gabriella Alemanno, diret-tore dell’Agenzia del Terri-torio, ha focalizzato l’atten-zione sulla questione irrisol-ta delle costruzioni non cen-site. “In Italia si è costruitotanto, anche troppo – hadetto –, ma c’è anche unampio patrimonio di immo-bili fantasma”. Ragione percui “oggi come oggi l’attivi-tà edilizia deve puntare prin-cipalmente al recuperodell’esistente, alla sua riqua-lificazione e rivitalizzazio-ne”. Questo approccio “puòdiventare una miniera peraltre utilità, dalla cultura al-l’architettura all’energia,compresi beni storici, arti-stici e paesaggistici. È legatoalle necessità di salvaguarda-re il patrimonio per le gene-razioni future ma da qui puòarrivare una risposta possi-bile anche per l’housing so-ciale”. Qualsiasi interventosul territorio non può pre-scindere da una visione disistema; solo in questo mo-do il risultato finale porteràun reale incremento allaqualità e alla valorizzazionedel patrimonio recuperato eriutilizzato. Questo il con-cetto espresso da FrancescoKarrer, presidente del Con-siglio superiore dei lavoripubblici: “nel concetto dirinnovo urbano – ha detto –lo spunto arriva proprio dal-la crisi”, e può tradursi in unprocesso di abbattimento edi ricostruzione di intereparti di città. Una tendenzache in Italia è spesso frenatada un approccio conservati-vo marcato verso il patrimo-nio edilizio esistente. “Biso-gna operare delle scelte framodelli diversi partendodalle nostre realtà urbane”.Le risorse economiche ingrado di agire attraversoquesti progetti sono sostan-zialmente private, al pubbli-co il ruolo di driver che atti-

va il processo. Ma, ha am-monito, “serve un adegua-mento di norme edilizie eurbanistiche”.Su questo punto DionisioVianello, presidente nazio-nale del Centro Studi Urba-nistici del CNI ha concor-dato, soffermandosi sugli ec-cessi burocratici che conti-nuano a pesare su proceduree autorizzazioni nel campodella pianificazione, dellacostruzione e, anche, deiprocessi di riqualificazioneurbana. Citando in partico-lare il caso estremo del-l’Aquila post terremoto, “unesempio di assenza di rico-struzione” dovuta, fra l’al-tro, al peso delle procedurepreviste per lo svolgimentooperativo dei lavori. A Braccio Oddi Baglioni,vicepresidente di Federco-struzioni, il compito di espri-mere il punto di vista dellafiliera delle costruzioni sullaquestione. L’obiettivo è“lanciare il progetto di qua-lità del costruito per arrivarea un prodotto finale qualifi-cato. Oggi si tratta di demo-lire e ricostruire in qualità ein modo ecocompatibile”,con un processo che può edeve coinvolgere attiva-mente i privati. “Il proble-ma attuale sono le grandiaree urbane sotto dotate diinfrastrutture e molto ener-givore. Lo Stato deve met-tere a disposizione gli stru-menti e le facilitazioni persuperare questo gap di svi-luppo”, ma anche “far ripar-tire i grandi cantieri”.Alla sessione non è mancatala voce di istituzioni ed entipubblici, con la partecipa-zione di Francesco Musci(provveditore interregiona-le alle opere pubbliche perla Puglia e la Basilicata),Mario Longo (direttore re-gionale Inail Puglia) e FabioPrimiani (segretario genera-le del ministero dell’Am-biente, della tutela del terri-torio e del mare). Oggi, haspiegato Primiani, l’econo-mia passa dall’ambiente e losviluppo sostenibile può ge-nerare una nuova crescitaeconomica.

l’INGEGNERE ITALIANO4 ottobre 2011

RIQUALIFICAZIONE URBANA

OPPORTUNITà ECCEZIONALE

PER IL NUOVO

“INGEGNERE DEL RISPARMIO”Alla tavola rotonda “Recupero e adeguamento del patrimonio infrastrutturale

ed edilizio” è emersa con chiarezza l’opportunità di mercato eccezionale che si presenta al mondo dell’ingegneria in un settore capace di risollevare

il Paese dalla crisi e restituire qualità e vivibilità ai sistemi urbani.

segue da p. 1 Il congresso di Bari: sintesi e prospettive

IL SALUTO

DEL PRESIDENTE

GIOVANNI ROLANDO

Page 5: tabl. ott DEF stampa:Layout 1 · articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano

Michele Mario Elia, frai relatori al Congres-so di Bari, è ammi-

nistratore delegato di Rfi (ReteFerroviaria Italiana), GruppoFerrovie dello Stato. A Rficompetono la gestione dell’in-frastruttura di trasporto e la si-curezza della circolazione fer-roviaria sull’intera rete nazio-nale, lo sviluppo della tecnolo-gia dei sistemi e il mantenimentoin efficienza della rete.

D. Parliamo di recupero eadeguamento del patrimonioinfrastrutturale: dal puntodi vista delle ferrovie qualisono le prospettive e comeinstaurare una partnershipvirtuosa con il mondo del-l’ingegneria? R. Abbiamo un patrimonioinfrastrutturale notevole, checonta 17mila kilometri dilinea ferroviaria con ponti,viadotti, gallerie, fabbricatidiversi, 2mila stazioni, conuna tecnologia all’avan-guardia. Curiamo giorno pergiorno il mantenimento delpiù alto livello di affidabili-tà e di sicurezza e per questotipo di attività il connubiocon gli ingegneri è doveroso,obbligatorio. Gli ingegneri ri-cevono gli input per poterstudiare e sviluppare inno-vazione e quindi, di conse-guenza, mettono a disposi-zione delle Ferrovie delloStato Italiane le risposte permigliorare e incrementarela capacità di traffico del si-stema in tutta sicurezza. At-tualmente circa mille inge-gneri lavorano nell’ambitodella rete ferroviaria italianasu un totale di 28mila per-sone, il contributo dell’in-gegneria è quindi notevolesia in termini numerici che,soprattutto, in termini pro-fessionali. Nel Gruppo Fer-rovie dello Stato abbiamouna società di ingegneria da

600/700 persone, la maggiorparte ingegneri, professioni-sti all’avanguardia nel portareavanti progetti non solo inItalia, ma in Europa e intutto il mondo.D. Quali sono i campi prin-cipali di sviluppo sui qualiRfi si impegnerà maggior-mente nei prossimi anni, equali le opere più significa-tive in atto?R. Abbiamo costruito nuovelinee e nel contempo dob-biamo aumentare la capaci-tà ricettiva dei grandi nodi.Fra le opere possiamo citareil proseguimento delle opereper la realizzazione dell’altavelocità e l’asse orizzontaleche da Torino va verso Ve-nezia e Trieste. È già stato ap-paltato il tratto per l’altavelocità/alta capacità ferro-viaria Treviglio-Brescia, inlizza ci sono anche il terzo va-lico dei Giovi sulla Milano-Genova e le opere che ri-guardano il Tunnel di basedel Brennero. Al Sud par-liamo della tratta Napoli-Foggia, del nodo di Bari, delprogetto di velocizzazionedella dorsale tirrenica in Ca-labria, il collegamento tra Pa-lermo e Catania, due fra imaggiori centri metropolitanidel Sud, in Sicilia. In tuttequeste opere la tecnologiamessa in campo è tale da ga-rantire una maggiore fun-zionalità nei nodi che, oggi,rappresentano un limite al-l’aumento della capacità eservizi ferroviari. D. Che cosa chiede agli in-gegneri e che contributo siaspetta Rfi dal mondo del-l’ingegneria?R. Chiediamo progetti cheabbiano la giusta dimensio-ne e nei quali non ci sia un“over-design” (una proget-tazione eccessivamente com-plessa che travalica lo stan-dard di funzionalità atteso,ndr). La diagnostica incor-porata all’interno del pro-getto e della realizzazionestessa delle opere consentepoi di raggiungere i parame-tri fondamentali di affidabi-lità, disponibilità dell’infra-struttura e soprattutto ma-nutenibilità. Questa per noioggi è un costo molto alto,puntiamo a contenerla ma aparità di sicurezza, per noi alprimo posto.

Piccoli spazi di osserva-zione su mercati incer-ti, ma con una capaci-

tà di visione sempre più am-pia e profonda verso il futu-ro. A Bari l’ingegnere prota-gonista dei nuovi scenari del-l’energia ha osservato il pro-prio futuro attraverso questasolo apparente contraddizio-ne, senza voli pindarici ma

con la saggezza e l’approccioempirico del saper ottimizza-re i consumi energetici e,soprattutto, risparmiare.Come conferma la ricerca“Ingegneri 2020: le nuovesfide professionali nelle ener-gie rinnovabili, efficienzaenergetica, mobilità sosteni-bile” condotta dal CentroStudi CNI, il ruolo degli in-

gegneri nel campo della Gre-en Economy in ambito ener-getico e della mobilità soste-nibile si preannuncia cen-trale, non solo per l’elevatofabbisogno di professionistiqualificati nel campo della ri-cerca, dell’innovazione e del-la produzione, ma anche – esoprattutto – per i nuovi pro-fili occupazionali che il set-

tore è in grado di generare. Siparla di 20-40mila nuovi po-sti di lavoro entro il 2020 frameccanica, elettromeccanica,termoidraulica, edilizia, mo-bilità ed energie rinnovabili.Molto dipenderà certamentedalle scelte politiche e di in-vestimento in ricerca e in-novazione. Intanto, un datoè ineludibile: il prossimo sce-nario verso il 2020, traccia-to dalla ricerca “Il futuro del-l’energia” curata dalla socie-tà S3.Studium per conto delCentro Studi CNI, vede alcentro non la crescita ma ladecrescita, un processo cheimporrà una diversa e otti-male gestione delle (scarse)risorse disponibili sul piane-ta. Gli altri paletti allo svi-luppo arrivano, poi, da quel-

l’INGEGNERE ITALIANO 5ottobre 2011

INGEGNERIA INDUSTRIALE

IL RUOLO DEGLI INGEGNERI

NEL FUTURO DELL’ENERGIA

Ingegneri ed energia è un binomio sempre più inscindibile, dalla macchina all’impianto tecnologico, dall’edificio

alla città “intelligente”, e con un mercato professionale pronto da conquistare.

Crisi economica e instabilità politiche permettendo.

INTERVISTA A MICHELE MARIO ELIA

RETE FERROVIARIA:

INGEGNERI

ALL’AVANGUARDIA

Allo scopo di mantenere il più alto livello di affidabilitàdel patrimonio infrastrutturale delle ferrovie, il connubiocon gli ingegneri è indispensabile per la loro capacità di

migliorare e incrementare la capacità di traffico delsistema in tutta sicurezza.

segue a p. 6

Page 6: tabl. ott DEF stampa:Layout 1 · articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano

la che viene definita come la“sindrome da Nimby” (not inmy back yard), che blocca larealizzazione di opere cometermovalorizzatori o rigassi-ficatori, e da una formazioneaccademica non sempre ca-pace di restare al passo conl’evoluzione della professione. La collaborazione a più manicon le pubbliche ammini-strazioni, Comuni in primis,può essere una strada percor-ribile per iniziare a superarel’impasse. A Bari l’esperi-mento è partito con lo studiodi un nuovo piano di gover-no del territorio che guardaalla rigenerazione urbanacome nuova frontiera di svi-luppo e di vivibilità, cui si af-fianca la partecipazione alprogetto internazionale“Smart City” su sostenibilità,risparmio energetico, acqua,gestione dei rifiuti e altro. “Ilruolo dell’ingegnere è fonda-mentale – ha ricordato ElioSannicandro, ingegnere e as-sessore all’Urbanistica delComune di Bari –, deve abi-tuarsi a una logica aperta emultidisciplinare con un’in-tegrazione più forte fra am-ministratori e tecnici”. Unimpegno verso l’installazionedi impianti per lo sfrutta-mento di energia verde checoinvolge anche enti pubblicicome l’Inail (Istituto nazio-nale per l’assicurazione con-tro gli infortuni sul lavoro),come ha spiegato LucianoDi Donato. Per aprire la stra-da alla Green Economy ser-ve una rivoluzione coperni-cana: citando Clara Poletti,direttore dello Iefe, Centroper le ricerche economiche ele politiche sull’energia el’ambiente dell’UniversitàBocconi di Milano, la deci-sione di abbandonare il pe-trolio implica l’arma a doppiotaglio della riduzione delle ac-

cise (fra le principali entratefiscali dello Stato) e di quel-la dei contributi destinati alfinanziamento delle fonti rin-novabili; nel contempo tuttoè legato anche alla credibili-tà delle politiche internazio-nali di sviluppo messe in attoche, insieme con la crisi, ren-dono la Green Economy unprocesso intermittente (Mau-rizio Urbani, consulente edesperto di ambiente ed ener-gia). Ma investire sullo startup delle nuove tecnologieanche a scapito di altri settoriè essenziale, come ha dettoSergio Ulgiati (Università diNapoli “Parthenope”). Piut-tosto che sui grandi interventiin aree geopolitiche soggette,come il Nord Africa, a fasi diforte instabilità ma con pro-getti di portata locale, con in-vestimenti piccoli e mirati fi-nalizzati a opere dettate dal-le esigenze delle comunità.Non illudiamoci però, ha av-visato Marco Cattaneo, di-rettore responsabile della ri-vista “Le Scienze”: per libe-rarsi del petrolio serve unavera rivoluzione culturale cheincida davvero sulla culturadel consumatore.La posta in gioco, per il so-ciologo Domenico De Masi,è principalmente la progetta-zione del futuro. Se non si ècapaci, qualcun altro lo faràper noi. E ad avere in mano ilpallino della situazione è, oggipiù che mai, l’ingegneria.“L’Italia o si fa produttrice diidee o si sposta nel terzo mon-do”, ha detto De Masi. Perquesto “non si capisce l’at-tacco agli Ordini: sono loro aoccuparsi di formazione a farrispettare un codice etico, adavere il ruolo di regolazione edi controparte del potere le-gislativo, e sempre loro pos-sono creare un confronto e sti-molare la creatività”.

Il Congresso di Bari si eraprefissato un obiettivoambizioso: rivendicare la

peculiarità dell’ingegneredell’informazione nel mer-cato del lavoro e chiedere agran voce il riconoscimentodi un riserva di competenzeesclusive nel settore ICT(Information and commu-nication technology), a ga-ranzia di responsabilità neiconfronti del cliente, sia es-so la società o l’ente pubbli-co e privato.

E il primo campo di respon-sabilità è la sicurezza dell’ac-cesso ai dati, in caso di at-tacchi o di guasti, e alla lorogestione, che deriva solodall’affidamento della pro-gettazione, della verifica edel collaudo delle grandi re-ti ad alta tecnologia di ban-che, ospedali e infrastruttu-re di trasporto a professioni-sti con competenze chiare ericonosciute. Contro unoscenario da Far West privodi regolamentazione, nel

quale si muove e lavora at-tualmente circa il 30 percento degli ingegneri italia-ni. Il problema della sicurez-za dei sistemi ICT, secondola ricerca del Centro StudiCNI “La sicurezza delle retie dei sistemi informativi: ilruolo degli ingegneri del-l’informazione”, va affron-tato su tre livelli: prevenzio-ne degli attacchi, individua-zione della risposta, mitiga-zione del rischio. In giocoentra anche un altro punto

di osservazione, non secon-dario: la preparazione di unadomanda che comprende laposta in gioco e riesce a in-dividuare sul mercato la so-luzione idonea per i propribisogni, senza subire le pres-sioni di un settore di produ-zione industriale aggressivoe competitivo.Domenico Di Paola, ammi-nistratore unico della socie-tà Aeroporti di Puglia, halanciato la provocazione:occorre intervenire sulla

qualificazione dei soggettipiù che sulle regole e sullagestione delle crisi, anche afronte di una struttura euro-pea che ha dimostrato dinon saper reagire in modoopportuno in caso di emer-genza. “L’insopportabilepressione degli Stati Unitisulla sicurezza aeroportualenon avrebbe evitato quantosuccesso l’11 settembre2001”, per questo la preven-zione deve spostarsi non sul-la burocrazia ma sulla deon-

tologia, garantita dagli Ordi-ni, specie in un settore – co-me l’ICT – nel quale la do-manda, secondo Di Paola, èprevalentemente indottadall’offerta. “L’appello chefaccio agli ingegneri infor-matici è di non farsi guidaredagli interessi industriali,ma di costruire nel miglioredei modi quello che è neces-sario, facendo affidamentosulla propria autonomia eresponsabilità”. Sull’esigenza di una doman-

l’INGEGNERE ITALIANO6 ottobre 2011

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Le grandi reti informatiche sono il “cervello” della vita quotidiana contemporanea, dai servizi pubbliciagli ospedali, alle infrastrutture. Manca, ancora, la chiarezza sulle competenze e sulla professionalità

di chi è chiamato a progettarle e realizzarle: compito dell’ingegneria.

segue da p. 5 il ruolo degli ingegneri nel futuro dell’energia

Page 7: tabl. ott DEF stampa:Layout 1 · articolo a p. 4 lo sviluppo della green economy in Italia dipende dal grado di coinvolgimento degli ingegneri articolo a p. 5 gli ingegneri rivendicano

Il Rapporto sugli Ingegne-ri in Italia presentato dalCentro Studi CNI nel

2010 evidenzia che gli inge-gneri che lavorano con rap-porto di lavoro subordinatonel nostro Paese sono 323.000pari al 60% della totalità deilaureati in ingegneria, circa550.000. Tale percentuale èdestinata ad aumentare es-sendosi notevolmente am-pliata la gamma di indirizzispecialistici, frutto dell’evo-luzione tecnico-scientificadell’ingegneria. Il 55° Congresso Nazionaledegli Ingegneri svoltosi a To-rino l’anno scorso ha ribadi-to il principio affermato dal-la Comunità Europea secon-do cui “la professione dell’in-gegnere sia declinata dal legi-slatore in modo unitario sia peri liberi professionisti che per i di-pendenti”, e ha espresso l’in-dirizzo di operare in modo daconcretizzare l’istituzione intutti gli ambiti del lavoro di-pendente del “ruolo professio-nale” oltre quello tecnico am-ministrativo e manageriale.Corre l’obbligo rammentareche la Comunità Europeaprevede una disciplina uni-forme in tutti i Paesi membriper l’accesso alle professionicosiddette “regolamentate”.In Italia la disciplina del la-voro vigente, ormai in granparte di fonte contrattuale,caratterizzata dall’ampia fun-gibilità dei ruoli e dalla re-sponsabilizzazione ammini-strativa dei soli dirigenti, sipone in evidente contrastocon la normativa comunita-ria orientata verso la valo-rizzazione della specializza-zione professionale e versouna conseguente forte re-sponsabilizzazione professio-nale, assoggettata alla seve-ra valutazione dei rispettiviOrdini o associazioni, consi-derati i più titolati a salva-guardare la permanenza di ununiforme ed elevato grado distandard qualitativo.Gli Ordini degli Ingegnerid’Italia, nella mozione del56° congresso di Bari hannodeciso di impegnare il CNI asostenere quanto riportatonel documento predispostodal “Tavolo Permanente Inge-gneri Dipendenti” costituitodall’Assemblea dei Presiden-ti e formato da rappresentantidi vari Ordini provinciali: sitratta di un riconoscimentoimportante del lavoro svoltoin continuità con le decisio-ni assunte nel precedente

Congresso di Torino. È im-portante evidenziare che neldocumento non vi è alcunacontrapposizione con il mon-do delle libere professioni,tutt’altro: è espressamentericonosciuto che le azioniper la valorizzazione dell’in-gegnere dipendente possanoessere concrete ed efficacisolo se funzionali alla valo-rizzazione e tutela dell’interacategoria professionale. Gliingegneri dipendenti hannoevidenziato l’opportunità diindirizzare le azioni a sostegnodella professione dell’inge-gnere dipendente non soloverso gli iscritti agli Ordinima anche verso i non iscrit-ti con l’esplicito intendi-mento di favorirne l’inclu-sione nel sistema ordinistico.Il documento degli ingegne-ri dipendenti individua pun-tualmente le azioni da in-traprendere: si tratta di ar-gomenti di interesse specifi-co che prevedono un ruoloattivo della categoria pro-fessionale relativamente allaformulazione di proposte nor-mative, ad una più incisivapartecipazione ai tavoli isti-tuzionali e di concertazionee ad una maggiore presenzapresso gli organi di informa-zione.Gli ingegneri da sempre han-no messo in campo la propriaprofessionalità per incre-mentare lo sviluppo dellaNazione ricoprendo ruolicomplessi dal progettista al-l’inventore, dal tecnologo almanager, al docente. Nelcontesto attuale in cui lacultura tecnica viene semprepiù ostacolata dagli interes-si economici, gli ingegneri di-pendenti, presenti nei di-versi settori, rappresentanoun segmento importante del-la categoria e chiedono sem-pre più una maggiore atten-zione sulle problematicheche li coinvolgono.Occorre allora effettuare unariflessione sullo sviluppo del-la “politica” dell’intera cate-goria: per questo motivo gliingegneri dipendenti chie-dono un impegno forte edeterminato di tutta la cate-goria affinché questa possadiventare attore principaledelle riforme che la riguar-dano. Occorre fare in modoche al processo riformatore,ormai indispensabile per losviluppo del Paese, parteci-pino i soggetti che possiedo-no la conoscenza degli argo-menti da trattare.

da preparata sui propri biso-gni reali ha concordato Pier-paolo Argiolas (DirezioneInformation&Communica-tion Technology di Rfi-Reteferroviaria italiana), che haaggiunto come “dall’analisidel rischio nasce la miglioresoluzione ai problemi diemergenza”.La progettazione delle retiICT, secondo Giuseppe Vi-saggio (Dipartimento di In-formatica dell’Università diBari) dovrebbe seguire unpiano di produzione verifi-cabile e quindi riconoscibiledagli ingegneri di tutto ilmondo; come accade peresempio per i Boeing, com-posti da pezzi prodotti in di-verse parti del mondo e poiassemblati. Per questo “ser-

ve una classe di professioni-sti con attività specifichecome progettazione, misu-razioni, verifiche e collau-do, basate su principi ogget-tivi che a oggi non ci sono. Isistemi software sono tecno-logie che distruggono e muo-vono i modelli precedenti ehanno bisogno di conoscen-za adeguata, e questo valeanche per gli utilizzatori”.Enrico Mariani, presidentedel Comitato Nazionale In-gegneri dell’Informazione,ha sottolineato come “neisoftware oggi c’è poca inge-gneria e la colpa è dell’inge-gnere fino a un certo punto:il mercato vuole accelerarelo sviluppo riducendo la si-curezza”, un quadro nel qua-le gli ingegneri non sono

riusciti finora a far pesare ilproprio ruolo e quindi sonochiamati a pagarne le con-seguenze.Come la pensano le azien-de? La competitività e l’ac-quisizione di commesse nonviene sempre al primo po-sto. “Dobbiamo essere tutticonvinti che offrire subitola risposta al cliente fa per-dere la vera identità del pro-gettista che possiede profes-sionalità e metodo” ha dettoMichele Festuccia (CiscoSystems). Il problema dellasicurezza è strettamente le-gato alla natura stessa delweb. Specialmente quandoparliamo del cloud compu-ting, la nuova dimensionedell’informatica che gesti-sce e archivia dati e infor-

mazioni attraverso hostingservice provider; a docu-menti e programmi si acce-de via Internet. “L’informatica sta diventan-do sempre più complessa epervasiva, quindi il control-lo della sicurezza si profilacome un problema difficileda risolvere – ha spiegatoBeppe Ugolotti, ammini-stratore delegato della so-cietà Nice – Dovremmo par-lare piuttosto di robustezza,intesa come opposto di fra-gilità, un concetto legato al-l’idea stessa di complessità.Per gli ingegneri sarebbe di-sponibile un grande spaziodi mercato e utilità sociale,nel calcolo dei rischi e nellosforzo di minimizzare i rischipiù elevati”.

l’INGEGNERE ITALIANO 7ottobre 2011

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INGEGNERI DIPENDENTI

PROFESSIONISTI

DA VALORIZZARE

PAOLA FABRICATORE

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Sotto il palco degli ora-tori, in bella vista, unostriscione: “Più inge-

gneria, meno finanza”. È sta-to questo lo slogan scelto dalCNI per identificare il piat-to forte della quarta sessionedi dibattito al Congresso dicategoria a Bari, la riformadelle professioni. Un argo-mento rovente sul quale,con una tavola rotonda diapprofondimento, sono in-tervenute alcune fra le vociautorevoli dello scenario ita-liano fra istituzioni, univer-sità, professione e mondodell’industria. Il punto fermo(o quasi) c’è: l’articolo 3 deldecreto legge 138/2011. En-tro 12 mesi dall’entrata in vi-gore del decreto il testo do-vrà prendere forma, con ilcontributo delle professioniintellettuali. E Bari ha se-gnato una nuova tappa di ri-flessione. Secondo Gian-franco Dioguardi, professoreordinario alla facoltà di In-gegneria del Politecnico ba-rese, l’analisi parte dall’in-terrogativo sulla figura del-l’ingegnere oggi. Con l’evo-luzione avvenuta nell’ambi-to dell’insegnamento, benesemplificata dalla laurea inIngegneria gestionale, “l’in-gegnere non è più dedicatosolo alla produzione ma an-che alla gestione delle im-prese” e si candida a diven-tare il nuovo ingegnere-im-prenditore in grado di dare ri-sposta alle esigenze di pub-bliche amministrazioni, so-cietà complesse e grandi im-prese. Da qui alla questionedella formazione universita-ria il passo è stato breve:come ha ricordato AntonioDell’Aquila, preside della fa-coltà di Ingegneria dell’ate-neo di Bari, “sia l’universitàche le imprese hanno decre-tato il fallimento del sistema3+2”, i cui punti deboli stan-no spingendo a rivedere que-sto percorso formativo. Il90-95 per cento degli stu-denti dopo il triennio fre-quenta anche il biennio finoalla laurea magistrale. La cri-si ha certamente il suo pesosulla decisione di proseguiregli studi, ma sulla scelta in-cide “anche la consapevo-lezza di una formazione mon-ca da parte degli studenti”. Ilpresidente Inarcassa PaolaMuratorio ha tracciato unquadro della situazione eco-

nomica del settore. “Nel2000 gli ingegneri erano140mila, oggi sono circa250mila, con una riduzionedel fatturato complessivoche fra 2008 e 2009 ha per-so circa il 5 per cento”. Con-viene ancora fare l’ingegne-re, in uno scenario dove allacrisi dell’industria rispondeun incremento significativodella libera professione (+5%solo fra 2008 e 2009, la fasepiù dura della crisi econo-mica) vissuta spesso come unripiego? L’azione comune diCasse e Ordini può offrirenuove potenzialità e contri-buire a creare posti di lavo-ro, in primis per i giovani ele donne, contribuendo nelcontempo al sostegno del si-stema pensionistico di cate-goria. “Sulle infrastrutture, eanche sulla riqualificazionedelle periferie, siamo fermi daanni. Insieme fra ingegneri,architetti, geometri, periti ealtri possiamo dare un con-tributo diretto, mettendo adisposizione risorse per lacrescita a partire, per esem-pio, dalle opere incompiute”.Sono intervenuti inoltre ilvicepresidente di Confindu-stria Giorgio Squinzi e il sin-daco di Bari Michele Emi-liano i cui interventi sono ri-portati nelle interviste pub-blicate a pagina 3.Il dialogo con le ammini-strazioni locali è un passag-gio chiave sul quale investi-re, per aprire nuovi spazi dilavoro per l’ingegnere e –soprattutto – per l’ingegne-re under 40: questo il signifi-cato della presenza al Con-gresso di Giacomo D’Arri-go, coordinatore del Grup-po Giovani dell’Anci, l’as-sociazione dei Comuni ita-liani. A Francesco Verbaro,consigliere giuridico del mi-nistro del Lavoro e delle po-litiche sociali, il compito diintrodurre i contenuti dellamanovra economica di ago-sto, e di richiamare gli inge-gneri a un ruolo ancora piùattivo e sinergico a comin-ciare dagli interventi di hou-sing sociale. La prossima ri-forma del sistema ordinisti-co nascerà da un lavoro co-mune di tutte le professioniintellettuali: come ha con-fermato, con il proprio con-tributo al dibattito, Anto-nio Damascelli del Consi-glio nazionale forense.

Tutti uniti

per la riformaCon il decreto 138/2011 è iniziato il conto alla

rovescia che, in 12 mesi, porterà alla definizione deltesto di una nuova legge di riforma delle professioni.

A Bari sono stati mossi i primi passi, con ilriavvicinamento fra Ordini e mondo dell’industria.

In sette punti, a Bari igiovani ingegneri hannotracciato la loro road map

per arrivare a una riformadella professione che so-stenga, e non penalizzi, chi siaffaccia sul mercato del la-voro. Condivisa allo stessotavolo fra i senior, spessoalle prese con le difficoltà in-dotte dalla crisi economica,e i neolaureati, sottoposti

alla precarizzazione che con-diziona oggi indistintamen-te tutti i campi lavorativi eprofessionali. Nato dall'atti-vità del Network delle Com-missioni Giovani degli Or-dini degli ingegneri, il docu-mento presentato all'ultimoCongresso CNI raccoglie “Ilcontributo dei giovani inge-gneri alle liberalizzazioni”(o, meglio, alla riforma del-

le professioni da emanareentro dodici mesi) e riassumein modo chiaro la posizionedei professionisti under 40 afronte del contenuto dell'ar-ticolo 3 della manovra bis(Dl 138/2011).Dopo il successo del Con-gresso di Torino dello scorsoanno, con le raccomanda-zioni inserite nel documen-to congressuale conclusivo,

quest’anno la proposta deigiovani ha assunto il rango diallegato alla mozione finalecon un richiamo chiaro e di-retto, anche nel testo, allapartecipazione attiva dei gio-vani nel dibattito che porteràalla riforma. Un punto a fa-vore non di poco conto peril Network delle Commis-sioni Giovani: nato nel 2007,in pochi anni è riuscito a farsentire la propria voce e aportare il proprio sostanzia-le contributo alla categoria;nel 2008 con una prima in-dagine conoscitiva “fotogra-fa” il quadro della situazionenazionale e, sulla base dellerisposte pervenute da oltre lametà degli Ordini provin-ciali, si rende conto che cir-ca il 40 per cento degli iscrit-ti ha meno di 40 anni e che

l’INGEGNERE ITALIANO8 ottobre 2011

A BARI LA VOCE DEI

GIOVANI INGEGNERI

Con una raccomandazione e con un documento in sette punti allegato alla mozione finale del 56° Congresso,

il Network delle Commissioni Giovani degli Ordini degli ingegneri ha espresso la propria posizione

verso l’attesa riforma delle professioni.

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oltre il 70 per cento di que-sti Ordini ha già attivatouna propria CommissioneGiovani. Con il Congresso diBari all'attivo e dopo il “bat-tesimo” di Torino, con leaspettative suscitate dallamozione allora approvata(come l'attesa istituzione diun tavolo per le politiche gio-vanili e l'avvio di una se-conda indagine sulla situa-zione lavorativa dei giovaniingegneri da parte del Cen-tro Studi CNI, in programmama non ancora completata),si guarda ora ai prossimi mesidi lavoro. “Sul coinvolgi-mento dei giovani nella di-scussione c'è ampia disponi-bilità”, come confermato an-che dal presidente CNI Ro-lando, “vedremo cosa acca-drà nei prossimi mesi, ma unatraccia è segnata”, dice An-tonio Picardi, delegato allepolitiche giovanili del CNI,ideatore e coordinatore delNetwork Commissioni Gio-vani.Proprio per dare seguito allaprima delle due raccoman-

dazioni della mozione di To-rino, a febbraio di quest'an-no si è svolto il primo in-contro conoscitivo dedicatoall'istituzione del tavolo perle politiche giovanili cheha, per ora, unito attorno altavolo tecnico gli ingegnericon il Ministero della Gio-ventù, Inarcassa ed Anci(l'associazione dei Comuniitaliani). Un'occasione didibattito che ha visto il mi-nistero favorevole a un pro-tocollo di intesa con il CNIe Inarcassa, propenso a la-vorare attorno all’idea degli“incubatori di professioni-sti”, strutture pensate pervenire incontro alle esigen-ze dei giovani professionistinella fase di start-up che, dinorma, richiede investimentiimportanti. Gli spazi ottenutiattraverso la riqualificazionedi plessi dismessi sarebberomessi a disposizione di gio-vani a canoni agevolati conla condivisione di servizi co-muni (quali, ad esempio, ser-ver e segreteria). Con l'An-ci, infine, l'obiettivo è lavo-

rare per aprire spazi di accessoai giovani. A partire, adesempio, dall’affidamento diincarichi, nel campo dei la-vori pubblici sotto i 20milaeuro di importo, che aiute-rebbe ad abbattere le barrie-re legate al curriculum per lapartecipazione alle gare. Lacircolazione delle buone pra-tiche attraverso il Network,intanto, sta già dando qual-che frutto: “vari Ordini, an-che a seguito della creazionedel Network e della prima in-dagine conoscitiva, hannodeciso di attivare la Com-missione Giovani offrendoanche un incentivo sullaquota di iscrizione per i pri-mi anni”. Un ruolo specialeall'interno delle Commis-sioni Giovani lo giocano,poi, le donne ingegneri. Unadoppia battaglia, la loro, innome delle pari opportunità.“Le donne rappresentano il12,5 per cento del totale de-gli iscritti. E in qualche mi-sura hanno talvolta una mar-cia in più per affrontare taliproblematiche”.

l’INGEGNERE ITALIANO 9ottobre 2011

Al primo punto, il documento stilato dal Network Commissioni Giovani de-gli Ordini degli ingegneri pone l’elaborazione di una proposta di riforma daparte della categoria, che veda il coinvolgimento diretto dei giovani fin dallefasi di predisposizione del testo. Al secondo, esame di Stato più professionalizzante e meno accademico,con convenzioni fra CNI e Copi (Conferenza dei Presidi di Ingegneria) peresentare dalle prove scritte coloro che conseguono un titolo di studio al-l'esito di un corso realizzato sulla base di specifiche convenzioni fra Uni-versità e Ordini o Collegi professionali (come recita l'articolo 5 del Dpr328/2001). E poi: accesso libero alla professione senza barriere di ingresso,anche con l'istituzione di un Osservatorio nazionale giovani ingegneripresso il CNI. Formazione continua permanente obbligatoria con stru-menti di sostegno economico e agevolazioni per i giovani e per gli inge-gneri lavoratori dipendenti. Tirocinio, se la legge lo prevederà, con duratamassima di un anno (di sei mesi per chi passa da un settore all'altro o dauna sezione all'altra dell'Albo), svolto in parte durante gli studi universitaried equamente retribuito in base a un vero e proprio contratto, ancorato aun esame di Stato professionalizzante e soggetto a un monitoraggio per ve-rificarne l'efficacia ed evitare casi di abuso. Disciplinare di incarico che mettain relazione il contenuto della prestazione professionale al costo della pre-stazione stessa, prevedendo opportuni standard prestazionali minimi. E, an-cora, agevolazioni per i giovani chiamati a sottoscrivere la polizza di assi-curazione professionale, come indica il decreto 138/2011, grazie aconvenzioni nazionali fra il CNI e le compagnie di assicurazione, e con unsistema di rating strettamente legato, attraverso premialità, alla formazionecontinua obbligatoria e alla qualità della prestazione professionale.

IL CONTENUTO DELLA PROPOSTA

Como - MAURO VOLONTÈ A Como la Commissione Giovani dell’Ordine degli in-gegneri, guidata da due anni da Mauro Volontè, è at-tiva dal 2001: quest’anno si festeggia il decennale conun gruppo che conta una ventina di consiglieri e cir-ca 200 iscritti alla mailing list dei contatti. I Giovani In-gegneri (fino a 40 anni) superano il 40 per cento deltotale degli iscritti all'Albo. Fra le attività, l’organizza-zione di iniziative di formazione e aggiornamento, dal-l’incontro tecnico alle visite guidate ai grandi cantie-ri, impianti e centrali per la produzione di energia, finoall’incontro culturale e agli eventi ludici e sportivi. Maall’attivo è anche un’indagine sul precariato dei gio-vani ingegneri a Como. Agire in rete è fondamenta-le: Internet è lo strumento che consente al Networkdi comunicare, scambiare informazioni e lavorare in-sieme a distanza su articoli e documenti comuni, comequello presentato a Bari. “I giovani – spiega Volontè– sono attivi all’interno degli studi come liberi pro-fessionisti ma con i vincoli di un dipendente, con po-che tutele, e raramente trovano spazio per crescere”.Il coordinamento con le università consente di costruireun ponte fra studio e professione. “Stiamo cercandocanali di incontro per far conoscere ai neolaureati larealtà dell’Ordine e delle diverse Commissioni, per-ché accedere all’Albo non è solo iscriversi e ricevereun timbro ma è un cammino da percorrere insiemecon l'interesse e l'orgoglio di appartenenza alla cate-goria professionale di ingegnere”. Dopo il Congresso,“auspichiamo un reale coinvolgimento al tavolo di ri-forma. Il fatto che il nostro commento sia stato accoltonella discussione finale è importante”. A Como unavolta al mese sono organizzate attività comuni a tut-ti i Gruppi Giovani di Ordine degli ingegneri, Ordinedegli architetti, Confartigianato Imprese, Unione deicommercialisti, Ance, Collegio dei geometri, Confin-dustria, Confcommercio, Giovani avvocati, Cna eGiovani antiquari, dal convegno di approfondimentoall’evento di aggregazione. “Unendosi si riesce ad ave-re una visione su più fronti e instaurare sinergie trale professioni e associazioni di categoria che opera-no sul territorio”.

Vicenza - GIULIA FRINZIAttiva da anni, nell’ultimo biennio la CommissioneGiovani dell’Ordine degli ingegneri di Vicenza hariacceso i motori a pieno ritmo con la partecipazionedi circa 200 persone alle iniziative promosse o infase di programmazione, dalle visite ai grandi can-tieri alla presentazione delle tesi di laurea dei neoi-scritti, fino agli incontri professionalizzanti che con-sentono ai neolaureati di capire cos’è una parcella,come funziona l’Inarcassa, come scegliere un’assi-curazione professionale, approfondire gli aspetti le-gali della professione di ingegnere, e di trovare nel-l’Ordine un punto di riferimento. Al timone della Commissione è una donna, GiuliaFrinzi. Il percorso verso la riforma prossima venturaè partito lo scorso anno, con un lavoro di analisi suvantaggi e svantaggi del tirocinio obbligatorio. Amarzo un’assemblea straordinaria dell’Ordine havotato compatta contro il tirocinio obbligatorio e, nelcaso in cui la riforma lo imponesse, ne propone losvolgimento durante il percorso universitario o conun compenso equo e regolamentato. “Chiediamo che l’esame di Stato sia strutturato inmodo più professionalizzante – dice Frinzi – E siamocontrari al tirocinio obbligatorio, sarebbe un rallen-tamento all’ingresso nel mondo del lavoro e unaforma di ‘sfruttamento’”. L’ingegnere a partita Ivache collabora negli studi professionali senza tutelee diritti è lo scoglio da superare. “Capisco che i ti-tolari di studi professionali forse non possano sem-pre sostenere i costi di un dipendente, ma il preca-riato non è giusto. Serve una forma di collaborazioneche tuteli entrambi, una figura intermedia fra di-pendente e libero professionista”. Intanto si sta lavorando su un sondaggio dedicato alprecariato (“ci consente di avere una panoramica piùampia, di muoverci insieme come network e di es-sere ascoltati”). Dopo Bari? “Siamo soddisfatti per la mozione con ilnostro documento in allegato, l’importante è chepoi il tavolo sia effettivamente convocato. Siamo fi-duciosi”.

Verona - MATTIA FANTINATIA Verona il presidente dell’Ordine degli ingegneri èdonna ed è giovane. L’età media del Consiglio è di40 anni. Un rinnovamento radicale che ha caratte-rizzato l’ultimo biennio di attività per gli ingegneridella provincia veronese, che vede nella Commis-sione Giovani il proprio motore principale. “E gli iscritti sono molto soddisfatti, si fanno pro-motori spontaneamente di iniziative”, spiega MattiaFantinati, consigliere referente per la CommissioneGiovani dell’Ordine. Fare gruppo e conoscersi attra-verso l’organizzazione di visite tecniche e incontricon le aziende è il primo passo. “Spesso chi pro-getta strade non conosce chi progetta impianti e vi-ceversa”. Fra le attività, i corsi sulla pratica professionale esulla deontologia cui partecipano fra 30 e 50 per-sone. “Sono soprattutto i neolaureati a risentire diproblemi legati a burocrazia e costi, e l’inserimentonel mondo del lavoro è l’aspetto più difficilmenterisolvibile. Un ambito sul quale impegnarci comeCommissione Giovani è informarli sui loro diritti edoveri, perché spesso i giovani accettano in modopassivo la loro situazione”. Il secondo aspetto su cui lavorare “è la capacità diessere un Network, quindi condividere esperienze,conoscenze e opportunità”. Dopo Torino, il Congresso di Bari ha generato im-portanti aspettative per i giovani ingegneri. Adessosi aspettano i frutti concreti. “Sui risultati sono statomolto contento per alcuni aspetti e meno per altri.L’importante è che nel tavolo che si occuperà di de-finire la riforma delle professioni siedano anche duegiovani: allora avremo raggiunto qualcosa di im-portante”.

Il Network è una risorsa fondamentale per condivi-dere esperienze diverse, “specie nei confronti di re-altà dove consiglieri e presidenti sono over 60.Ordini giovani, guidati da presidenti giovani, porte-ranno a ringiovanire l’intera assemblea”.

INTERVISTE AI RESPONSABILI DELLE COMMISSIONI GIOVANI

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Gli Ordini degli Ingegnerid’Italia, riuniti in Congressoa Bari dal 7 al 9 settembre2011 e impegnati a trattareil tema “più ingegneria nelfuturo dell’Italia”,- in considerazione della

complessità dei temi cheriguardano il futuro dellasocietà e quindi del mondodella ingegneria e dellaprofessione relativamente:

- alle infrastrutture; - alla riqualificazione ed al-

l’uso consapevole del terri-torio;

- alla energia e alla ricercadelle fonti rinnovabili;

- alle reti e sistemi informa-tivi;

- e, per ultimo, alla riformadella professione final-mente avviata dal Legisla-tore con il D.L. 138/11, infase di conversione,

in via generale ritengonoche lo sviluppo del paesedebba essere incentivato at-traverso:

- convincenti politiche di ri-qualificazione e recuperodell’edificato, declinato neivari aspetti dell’adegua-mento sismico, dell’effi-cienza energetica,della so-stenibilità paesaggistica edambientale e della riabili-tazione del tessuto edilizioe sociale, anche medianteinterventi di demolizionee ricostruzione e di rimo-dulazione ed adeguamentodelle opere a rete e di in-frastrutturazione urbana. Iltutto mediante iniziativeche favoriscano il rapportopubblico-privato;

- il potenziamento degli in-terventi infrastrutturalidella rete ferroviaria e au-tostradale, privilegiando ilcompletamento di operegià avviate e non ancoracompletate;

- l’ottenimento di investi-menti pubblici e privatiper la realizzazione di retitelematiche di nuova ge-nerazione.

Considerata la situazione della sostenibi-lità energetica e visti i cre-scenti vincoli di bilancio,

Chiedono di orientare le politiche diincentivo prioritariamenteverso gli interventi di rispar-mio energetico, garantendoin ogni caso un presidio ditutta la filiera produttiva,privilegiando comunque lefasi di ricerca ideazione eprogettazione, migliorandoe correggendo le attuali nor-me italiane ed europee in

campo energetico in parti-colare di quelle che riguar-dano le modalità e le fram-mentazioni regionali delleattestazioni di certificazioneenergetica attualmente noncomprese e non condivisedal cittadino.

Chiedono l’emanazione di norme tec-niche che sovrintendano al-la sicurezza dei sistemi e del-le reti informatiche all’inter-no della pubblica ammini-strazione, nonché la defini-zione delle regole per le ag-giudicazioni degli appaltidei servizi informatici, ga-rantendone adeguate di-

stinzioni tra progettazione,implementazione e collau-do ed individuando le speci-fiche professionalità cui af-fidare tali prestazioni.

Visto il decreto legge 138/2011,attualmente in fase di con-versione al Parlamento,

Considerato - che lo stesso apre a modelli

di riforma che la categoriaaveva già da tempo antici-pato sin dal Congresso diPescara del 2009, dimo-strando in ciò apertura esensibilità all’innovazione;

- che il decreto legge stessoprevede opportunamente

entro 12 mesi il rinnovodegli ordinamenti profes-sionali;

Impegnano il CNI , l’Assemblea dei Pre-sidenti e gli Ordini ad assu-mere un ruolo propositivo,pervenendo a breve ad unaproposta organica di rifor-ma, valorizzando il coinvol-gimento dei giovani profes-sionisti.

Impegnano, inoltre, il CNI,in considerazione dell’im-portanza dei professionistinella pianificazione econo-mica della Nazione, ad in-tensificare i rapporti con lealtre categorie professionali

al fine di essere considerati“parte sociale” alla pari dialtri soggetti.

In forza altresì delle aperturemanifestate dal vice-Presi-dente della Confindustria,conriferimento al riconoscimen-to del ruolo strategico degliOrdini ed alla figura consoli-data a livello nazionale ed in-ternazionale dell’ingegnere aformazione quinquennale.

Chiedono di abbandonare il modello3+2 concetto ribadito, que-st’ultimo, anche dal Presidedella Facoltà di Ingegneriadel Politecnico di Bari e im-pegnano il CNI a rafforzare

il dialogo con Confindustriaed il mondo accademico.

Infine, in continuità con icontenuti della mozione delprecedente congresso, im-pegnano il CNI a sostenerequanto indicato nel docu-mento del tavolo perma-nente “Ingegneri dipenden-ti” allegato.

Si allega inoltre la racco-mandazione del “networkcommissione giovani”e degliingegneri Docenti allegati.

N.B. - Gli Allegati aldocumento conclusivo sonoconsultabili sul sito www.tuttoingegnere.it

DOCUMENTO CONCLUSIVO56° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI

l’INGEGNERE ITALIANO10 ottobre 2011

L’INGEGNERE ITALIANO mensile

EDITORECONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI

PresidenteGiovanni RolandoVice PresidentePietro Ernesto De FeliceSegretarioAlessandro BiddauTesoriereCarlo De VuonoConsiglieriGiovanni Bosi, Roberto Brandi Ugo Maria Gaia. Romeo La PietraGiovanni Montresor, Antonio Picardi Sergio Polese, Alberto Speroni Paolo Stefanelli, Silvio Stricchi Giuseppe ZiaDirettore responsabileGiovanni RolandoDirettoreRomeo La PietraComitato di RedazioneI componenti del Consiglio Nazionale,inoltre: Roberta Besozzi, GiovanniCiaponi, Debora Cont, PaolaFabricatore, Paola Galliani, EmmaGarelli, Andrea Giannitrapani,Donatella Guzzoni, Marco Manfroni,Alfonso Marcozzi, Domenico Perrini,Salvatore Saccà, Ilaria Segala, VittorioSeverino, Angelo Tedeschi, SalvatoreTodde, Guido Torello.Coordinamento redazionaleFranca Aprosio Collaborazione giornalisticaOlivia RabbiRedazione e Amministrazione00187 Roma - Via IV Novembre 114Tel. 0669767040 Fax 69767051e-mail [email protected] EditorialeCentro StudiConsiglio Nazionale degli Ingegneriwww.centrostudicni.itProgetto grafico e impaginazioneARTEFATTO /Manuela Sodani, Mauro FantiPubblicitàAgicom srl – 00060 Castelnuovo P.(Roma) Via Flaminia 20Tel. 069078285 Fax 069079256StampaTipografia Cromograficaroma, Loc. Le Campora, 67038 Oricola (AQ)

Anno I - n. 5 - ottobre 2011Registrazione del Tribunale di Roma n. 46/2011 del 17 febbraio 2011

Tiratura 230.000 copieChiuso in tipografia il 10 ottobre 2011

Il giornale è stampato su carta riciclataprodotta con l'utilizzo del 100% dipost-consumo.

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La rapida evoluzione tec-nologica e le novitàlegislative nel settore

tecnico richiedono un ag-giornamento professionalecontinuo che, recependo leinnovazioni introdotte, ren-da più efficiente l’operatodel professionista nell’eserci-zio della propria attività.In particolare, nell’ambitodelle attività professionali re-lative agli aspetti riguardan-ti la sicurezza negli ambientidi lavoro, un oculato ed effi-cace aggiornamento profes-sionale comporta di certo,tra l’altro, i seguenti effetti: - una migliore qualità dellaprogettazione ed esecuzione

della sicurezza, che tengaconto delle innovazioni in-trodotte dalla normativa disettore, implica, statistica-mente provato, una riduzio-ne degli infortuni sul lavoro,con evidenti effetti beneficisul sistema assicurativo- pre-videnziale;- il professionista responsabiledella sicurezza, adeguata-mente formato e puntual-mente aggiornato, che hadiligentemente operato inapplicazione a quanto acqui-sito in sede di formazione eaggiornamento, si troverà adessere – in caso di infortuniosul lavoro – parzialmente co-perto da responsabilità penale

per le ipotesi previste e punitedal Codice Penale.È opinione comune che l’ob-bligo di aggiornamento di 40ore introdotto dall’allegatoXIV del T.U. sulla sicurezza,scaturisce anche dai delu-denti risultati raggiunti nel-la prevenzione degli infortu-ni nel settore edile. Si pensiinfatti che lo stesso T.U. fupartorito sull’onda di unaforte tensione emotiva a se-guito di gravi incidenti sul la-voro. Il legislatore ha previsto, nelcitato allegato del D. Lgs.81/08, la possibilità di effet-tuare l’aggiornamento, entrocinque anni dall’entrata in

vigore dello stesso decreto,anche attraverso la parteci-pazione a convegni o semi-nari. Quello che non è statoesplicitamente previsto sonoi contenuti del corso di ag-giornamento. È comunqueampiamente condivisa, tra isoggetti formatori tra cui gliOrdini degli Ingegneri, l’im-postazione di “pesare” i con-tenuti dell’aggiornamento di40 ore su quelli del corso basedi 120 ore.

* Referente commissione sicurezza OrdineIngegneri Caserta- Dirigente servizioprevenzione infortuni ASL Caserta

l’INGEGNERE ITALIANO 11ottobre 2011

Il 26 agosto 2011 è statopubblicato in G.U. ilD.M. 5 agosto 2011 con-

tenente le "Procedure e re-quisiti per l'autorizzazione el'iscrizione dei professionistinegli elenchi del Ministerodell'Interno di cui all'arti-colo 16 del decreto legisla-tivo 8 marzo 2006, n. 139".Oltre alle disposizioni rela-tive all’iscrizione dei profes-sionisti dell’apposito elencodel Ministero dell’Interno,è stato sancito l’obbligo difrequenza di corsi o seminaridi aggiornamento della du-rata complessiva di almeno40 ore entro cinque annidalla data di iscrizione nel-l’elenco, o dalla data di en-trata in vigore del decreto,per coloro già iscritti a taledata.In caso di inadempienza, ilprofessionista è sospeso daglielenchi sino ad avvenutoadempimento.

Il ruolo fondamentale degliOrdini professionali vieneribadito sia nell’organizza-zione dei corsi base di spe-cializzazione in prevenzioneincendi, sia di quella dei se-minari e dei corsi di aggior-namento.Gli Ordini infatti designanoil responsabile del progettoformativo, il quale predi-spone il modulo formativoin collaborazione con il Di-partimento dei VVF, coor-dina l’attività formativa epropone ai Consigli degliOrdini gli esperti qualificatiper l’affidamento degli inca-richi di docenza, che po-tranno essere sia professio-nisti dell’antincendio, siafunzionari provinciali ap-partenenti ai ruoli tecnico-operativi del Corpo nazio-nale dei Vigili del Fuoco.Restano ancora da definire iprogrammi dei corsi di ag-giornamento, che saranno

stabiliti da apposito De-creto.È interessante notare comeil D.M. 5 agosto 2011 si al-linei all’istituzione dell’ob-bligo di formazione conti-nua per i professionistisancita dalla L. 14 settembre2011 n. 148 (Manovra-bis)pubblicata sulla G.U. 216del 16 settembre 2011, e chesarà predisposto sulla base diappositi regolamenti ema-nati dai Consigli Nazionalidelle professioni. È evidente infine l’analogiacon il Testo Unico sulla si-curezza, che ha stabilitol’obbligo di aggiornamentodi 40 ore entro 5 anni per iprofessionisti di codesto set-tore.

*Componente del Comitato TecnicoRegionale dei Vigili del Fuoco del Lazio,Vice-Presidente Ordine Ingegneri dellaprovincia di Roma

CERTIFICAZIONE ANTINCENDIO

LE NOVITÀ SULLA FORMAZIONE

DEI PROFESSIONISTI ABILITATI

Sancito l’obbligo di aggiornamento di 40 ore entro 5 anni dalla data di iscrizione negli elenchi e ribadito il ruolo fondamentale degli Ordini sia nell’organizzazione

dei corsi base di specializzazione in prevenzione incendi, sia di quella dei seminari e dei corsi di aggiornamento.

MARIO LEONARDI *

SICUREZZA SUL LAVORO

FORMAZIONE CONTINUA A TUTELA

DEL PROFESSIONISTA E DEL LAVORATORE

Per rendere sempre più efficiente l’operato dell’ingegnere nel settore della sicurezza negli ambienti di lavoro, l’aggiornamento professionale continuo consente al professionista

di essere al passo con l’evoluzione tecnologica e le novità legislative.

GIUSEPPE BELARDO*

Ferma restando la presenza nel Comitato di Reda-zione de L’INGEGNERE ITALIANO, in qualità dimembri di diritto, di tutti i componenti del ConsiglioNazionale, con la nomina di altri colleghi, il Consi-glio e la Direzione del giornale hanno inteso raffor-zare la linea editoriale da tempo seguita che ha loscopo preciso di essere tempestiva ed esauriente ri-guardo ai temi di attualità per la categoria. L’auspicio è che con il coinvolgimento dei colleghiprovenienti da tutta Italia il giornale affronterà te-matiche nuove, svilupperà opinioni nell’obiettivo diinformare la platea degli ingegneri italiani e di misu-rarsi con le sfide che il Paese si trova ad affrontare.A tutti i componenti del Comitato un ringraziamen-to per la disponibilità ad offrire la loro competenzaper rendere sempre più utile ed autorevole unostrumento informativo rivolto agli ingegneri italianied un augurio di buon lavoro.

Di seguito i nomi degli ingegneri nominati nel Co-mitato:Roberta Besozzi, Giovanni Ciaponi, Debora Cont,Paola Fabricatore, Paola Galliani, Emma Garelli, An-drea Giannitrapani, Donatella Guzzoni, Marco Man-froni, Alfonso Marcozzi, Domenico Perrini, Salvato-re Saccà, Ilaria Segala, Vittorio Severino, Angelo Te-deschi, Salvatore Todde, Guido Torello.

SI AMPLIA IL COMITATO DIREDAZIONE DELLA RIVISTA

Il CNI ha già dato notizia agli Ordini provinciali del D.M. del 5 agosto u.s., precisando inuovi criteri da seguire e, in particolare, le sostanziali innovazioni rispetto alle norme

precedenti. Con questa breve nota, Mario Leonardi, che tra l’altro è componente dellaCommissione Impianti del CNI, vuol dare, attraverso L’Ingegnere Italiano, un’informazionea tutti gli iscritti, salvo a tornare sull’argomento quando si saranno definiti i nuovi programmidi formazione, già allo studio del Comitato Centrale Tecnico Scientifico dei Vigili del Fuoco.

Intanto si va avviando un primo corso breve di informazione-formazione con valenzasperimentale, il prossimo 18 ottobre a Loano (Savona)

p.e. defelice

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