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1 CARITAS DI REGGIO EMILIA E GUASTALLA SUSSIDIO PER LA “STAFFETTA DI PREGHIERA”

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CARITAS DI

REGGIO EMILIA E GUASTALLA

SUSSIDIO PER LA

“STAFFETTA DI PREGHIERA”

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INDICE Pag. 2 indice Pag. 3 Proposte per la liturgia Pag. 10 Celebrazione eucaristica per chiedere il dono a dio della carità Pag. 21 Veglia di Natale per i giovani su inno alla carità Pag. 29 incontro per i giovani su inno alla carità Pag. 31 incontro per giovani per la quaresima “prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” Pag. 44 incontro per giovani per il mercoledì delle ceneri Pag. 54 incontro per famiglie per avvento “degni dei poveri” Pag. 60 veglia di preghiera per famiglie “il segno dei segni: la carità” Pag. 68 incontro per famiglie “più grande di tutto è la carità” Pag.70 rosario di Dio carità Pag. 94 rosario meditato in compagnia di Madre Teresa di Calcutta Missionaria della Carità Pag. 100 veglia di preghiera “lieti nella speranza, solleciti per le necessità dei fratelli” Pag. 117 veglia “un laico che porta la croce di Cristo: gesto di solidarietà o carità forzata?” Pag. 122 incontro con il mandato “la carità, anima la missione” Pag. 126 Preghiere di Madre Teresa di Calcutta Pag. 129 Preghiera su carità-servizio Pag. 138 adorazione eucaristica “di tutti più grande è la carità” Pag. 141 adorazione eucaristica “rimangono la fede, la speranza, la carità; ma di tutte più grande è la carità” Pag. 146 celebrazione penitenziale per i ragazzi “dov’è carità è amore” Pag. 150 incontro con esegesi su inno alla carità Pag. 156 Incontro di preghiera

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PREMESSA L’obiettivo di questo sussidio è quello di fornire uno strumento utile a coloro che partecipano alla “staffetta di preghiera” indetta dalla Caritas Diocesana. Chi intende costruire momenti di preghiera particolari può trovare nelle pagine successive degli spunti e dei suggerimenti interessanti. Il materiale raccolto è diviso secondo criteri (iniziative per giovani, veglie di preghiera, ecc.) ed è stato ideato da altre realtà, quindi già sperimentato e provato. Queste pagine non esauriscono l’aiuto che la caritas diocesana può dare alle caritas parrocchiali, essa rimane a disposizione per qualsiasi esigenza o chiarimento.

PROPOSTE PER LA LITURGIA

“Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci, e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato …” (Neemia 8, 10). “Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni ai poveri e a far festa, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate” (Neemia 8, 12). Il popolo ha compreso le parole che sono state proclamate, ha compreso che Dio crea, agisce e salva, anche quando umanamente non ci sono più speranze. Questa comprensione diventa gioia, la gioia si fa, meglio dire “è”, condivisione con chi è più povero. Ecco quindi il criterio per valutare la bontà delle nostre liturgie, al di là della partecipazione dell’assemblea alla risposte e ai canti: in che modo le nostre liturgie sono sorgente di attenzione e di azione per i poveri? In che modo la comunità che ha celebrato si pone il problema di condividere la salvezza, spirituale e materiale, che il Signore gli ha donato? Senza l’attenzione ai poveri, la liturgia rischia di diventare una farsa, il nostro cantare o suonare in chiesa rischia di arenarsi su sterili polemiche di repertorio o di tecniche esecutive. L’agire liturgico non si cura dell’autogratificazione, ma punta con decisione alla riscoperta della carità, alle sue radici più vere.

(Dall’editoriale di Celebrare Cantando n. 12 di Giugno 1997) PER UNA LITURGIA INCENTRATA SULLA CARITA ’ OVVERO OSPITALE E ACCOGLIENTE Dare ospitalità significa accogliere nella propria casa una persona estranea rispetto al gruppo e farla sentire accolta per ciò che è. Come tradurre questo nella liturgia? In teoria Anzitutto per dare ospitalità occorre avere una casa connotata come propria; in ambito liturgico possiamo dire che per vivere con consapevolezza l’ospitalità occorre anzitutto avere maturato un proprio stile celebrativo, un proprio modo di celebrare, organizzato, che rifletta le varie realtà in cui è articolata la comunità. La prima accoglienza, la prima ospitalità deve essere reciproca, tra i membri che abitualmente condividono la stessa celebrazione della liturgia. Ad esempio, potremmo

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chiederci di quanto è variata negli ultimi anni (3-5 anni) la composizione demografica della nostra parrocchia e quanto si è arricchita la cerchia di coloro che organizzano le varie attività o hanno incarichi di responsabilità in parrocchia. E’ frequente che a fronte di sensibili variazioni demografiche, non cambia niente o quasi circa le persone che ruotano intorno alla parrocchia. In secondo luogo occorre che le persone estranee non si percepiscano, durante la celebrazione, come oggetto di pre-giudizio; non avvertano che la comunità chiede loro comportamenti o atteggiamenti innaturali per lo stato attuale del proprio cammino umano e spirituale. Nel “gioco” dell’ospitalità e dell’accoglienza, la reciprocità deve essere una meta da perseguire con volontà da entrambe le parti, anche se tocca a chi è più forte, più ricco, più radicato, più capace, più sensibile spendersi generosamente nei riguardi di chi, sotto ogni aspetto, lo è meno. In pratica In liturgia vi possono essere due situazioni in cui realizzare l’ospitalità e l’accoglienza. Ospitalità “particolare”. E’ il caso di quelle parrocchie o comunità che sanno prima della celebrazione di dover celebrare con altre persone. Concretamente, vi sarà la necessità di provare prima gli interventi cantati dall’assemblea in modo da offrire a tutti la possibilità di esprimersi nel canto; è opportuno che i gesti (processioni, scambio della pace, …) siano curati in modo che parlino da soli; la proclamazione della Parola dovrà essere realizzata con attenzione a che tutti possano sentire e capire bene (curare l’amplificazione e pensare a lingue diverse); curare, eventualmente, alcuni momenti affinché siano compresi anche da persone portatrici di handicap (ciechi, sordo-muti, …). Ospitalità “generale”. Ogni celebrazione può essere frequentata da persone cha non fanno parte della comunità, anche se il sacerdote e chi cura la preparazione della liturgia non ne sono direttamente a conoscenza. Concretamente, possiamo verificare e riflettere ponendoci queste domande:

• chi viene da fuori, che immagine ha del nostro modo di celebrare? Stiamo celebrando come comunità una festa insieme, consapevoli del dono della Risurrezione? (come comunità e non come gruppi, come classi di catechismo!);

• che spazio hanno i poveri e i piccoli nelle nostre celebrazioni? Prima, dopo, altrove Sarebbe comunque pura ipocrisia che un’assemblea cristiana cercasse di mostrarsi ospitale al momento della celebrazione senza aver prima accolto umanamente, fraternamente, fattivamente chi arriva da altrove, secondo le sue necessità e i suoi bisogni primari. Vi è un prima e un dopo la celebrazione che certamente va curato come atteggiamento permanente e non solo come risposta e un’emergenza o a un caso particolare. L’ideale sarebbe che vi fossero tempi e luoghi di accoglienza e di incontro; questi favoriscono la reciproca conoscenza, permettendo la costruzione di “relazioni corte”, di rapporti interpersonali altrimenti difficili da instaurare. Vi è, infine, un ulteriore aspetto da far nascere e crescere: va aggiunto che anche un “altrove” rispetto al luogo in cui si celebra dove vivere l’ospitalità e l’accoglienza. E’ ad esempio nelle case, presso le famiglie o in oratorio che c’è la possibilità di far sentire accolto chi viene da fuori, ma anche chi viene da dentro e si percepisce come un estraneo.

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ALCUNI SUGGERIMENTI PRATICI PER LA CELEBRAZIONE DEL LA MESSA � Accoglienza prima della messa In alcune parrocchie si fa già un gesto semplice di accoglienza alle persone che arrivano per entrare in chiesa e partecipare alla celebrazione. Si invita il parroco, il diacono e/o altre persone, a mettersi sul sagrato della chiesa o comunque davanti alla porta e salutare molto semplicemente chi entra, cercando di essere accoglienti verso tutti, soprattutto verso coloro che non si conoscono e si conoscono meno. Un saluto, un benvenuto possono facilitare le relazioni, danno il senso di un impegno da parte della comunità parrocchiale di essere maggiormente accogliente e attenta alle persone e possono essere occasione per instaurare rapporti e conoscenze di situazioni di bisogno da continuare a seguire. � Solennizzare e valorizzare il segno del simbolo della Lavanda dei piedi: la

brocca con il catino Si propone di “intronizzare” la brocca con il catino (fornita dalla Caritas Diocesana) portandola processionalmente all’altare (nella processione di ingresso oppure offertoriale) e trovandole una collocazione ben visibile a tutti, sulla mensa o sull’altare o in altro posto che si voglia predisporre. All’inizio della messa il sacerdote o chi per lui può spiegare il senso del mettere in risalto la brocca con il catino. In alternativa o in aggiunta della brocca con il catino segnaliamo anche un’altra esperienza già utilizzata in alcune parrocchie della nostra diocesi. Si porta all’altare un cesto pieno di pani, questi vengono benedetti (non consacrati). Viene proposto ad ogni famiglia di portare a casa un pane e di spezzarlo e distribuirlo a tutti i componenti durante il pranzo domenicale. � Valorizzare la processione offertoriale L’Ordinamento Generale del Messale Romano, riguardo la processione offertoriale, dei criteri che aiutano a fare chiarezza: “Si portano all’altare i doni che diventeranno il corpo e sangue di Cristo. Si possono presentare anche altri doni, purché siano per i poveri, e vanno disposti in un luogo adatto, fuori dalla mensa eucaristica”. Concretamente, ad esempio, si può portare all’altare anche un pallone (o più palloni) basta che al termine della celebrazione il pallone venga donato ai poveri, mandato in missione o regalato a bambini indigenti (il pallone per esempio potrà essere pagato con i piccoli risparmi raccolti dai bambini). In molte parrocchie sta prendendo piede l’abitudine di dedicare una domenica al mese alla raccolta di cibo per i poveri. Si tratta di un atteggiamento da sostenere, incoraggiare e diffondere. Si può sottolineare l’impegno concreto per i poveri (anche con il senso di toglierci qualcosa) attraverso la valorizzazione della processione offertoriale. � Sottolineare lo scambio della pace Nella celebrazione dell’Eucaristia, il segno della pace fa parte dei riti della comunione, in cui è inserito fra la Preghiera del Signore (Padre Nostro) e la frazione del pane. Il gesto liturgico dello scambio della pace deve essere compreso nel suo contesto che è la celebrazione eucaristica e, in particolare, nel contesto dei Riti di comunione. Ecco perché il valorizzarlo e farlo notare può essere un modo per invitare all’accoglienza reciproca di chi partecipa alla celebrazione, per pensare e farsi carico di una preghiera per la pace che va a quelle situazioni e nazioni in cui regna la violenza e la guerra e per sottolineare il gesto di gioia e di festa (ma festa liturgica in cui al centro c’è Cristo). Bisogna fare attenzione perché il gesto dello scambio della pace esige sobrietà e interiorità che permetta di scoprire, dietro il gesto umano, la presenza di Cristo. Eccedendo nel modo, nella durata, nello stile, il gesto della pace perde il suo senso vero e si riduce a gesto umano e genera confusione invece di comunione.

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� Attenzione agli stranieri Sono ormai tanti gli immigrati da paesi stranieri che sono di religione cattolica e frequentano le messe e le attività delle comunità parrocchiali. Possiamo chiederci: quanto siamo attenti a fare capire a immigrati di altra lingua i testi e il senso del nostro celebrare? Quanto siamo aperti a ospitare e accogliere esigenze di gruppi etnici cristiani che chiedono di celebrare nella propria lingua e chiedono un luogo per ritrovarsi? Come possiamo coinvolgere anche persone straniere nelle nostre liturgie, valorizzando altre lingue, altre culture, altri modi di celebrare? In mondo ormai sempre più “piccolo” per effetto della globalizzazione e della facilità degli spostamenti, può essere un arricchimento anche per le nostre liturgie accogliere modi diversi di celebrare lo stesso Mistero. � Preghiere dei fedeli Anche il momento della preghiera dei fedeli può essere occasione per fare spazio all’accoglienza. Invece di leggere le solite intenzioni dei vari “foglietti” della domenica, il sacerdote può invitare e sensibilizzare tutta l’assemblea ad esprimere le proprie preghiere da rivolgere al Signore, accogliendo soprattutto coloro che faticano ad esprimersi e pazientando (ma anche regolando) verso coloro che possono essere lunghi … il Signore ascolta sicuramente tutti e chi siamo noi per impedirlo? Può risultare significativo anche invitare un rappresentante delle varie realtà della diocesi a formulare una preghiera, in questo modo l’intera parrocchia tramite tutte le sue componenti si sente invitata a pregare. Si fornisce, comunque, qualche intenzione che potrà essere utilizzata soprattutto nella terza domenica di Avvento, giornata dedicata alla Caritas.

1. Ringraziamo il Signore per il dono del suo amore e gli chiediamo di poter restituire questo amore a nostri fratelli che ci circondano, vicini e lontani.

2. Preghiamo

3. Ringraziamo il Signore per il dono della sua Chiesa, essa sia per noi stimolo e aiuto nell’esercizio costante della carità verso i nostri fratelli.

4. Preghiamo

5. Ringraziamo il Signore per il dono della nostra caritas parrocchiale, preghiamo affinché nessun parrocchiano deleghi a questo gruppo l’esercizio della carità ma invece si senta chiamato in prima persona a seguire il Signore nel servizio dei poveri.

6. Preghiamo

7. Preghiamo il Signore perché dietro l’esempio di San Francesco possiamo scorgere nel povero il Signore che si presenta a noi e ci chiede di servirlo

8. Preghiamo

9. Preghiamo il Signore perché non ci stanchiamo mai di ricercare la verità nel mondo e del mondo, perché possiamo essere sapienti cristiani all’altezza delle sfide del nostro tempo che sappiano discernere la volontà del Signore.

10. Preghiamo

11. Preghiamo per il parroco perché sappia radunare il suo gregge intorno alla mensa della parola, dell’eucarestia e del servizio ai poveri perché l’una non può esistere senza l’altra.

12. Preghiamo

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13. Ecc. ecc.

14. Preghiamo per tutta la Chiesa, perché possa sempre vivere nella Carità di Cristo e portare la testimonianza dell’amore di Cristo all’uomo e in particolare al più povero e sofferente. Preghiamo.

15. Preghiamo per la nostra Caritas diocesana e per tutte le espressioni e istituzioni di carità presenti nella nostra diocesi, perché siano sempre fedeli al Vangelo e al mandato ecclesiale di essere animatori ed educatori attraverso l’attenzione e il servizio ai più poveri e bisognosi. Preghiamo.

16. Ricordiamo nella preghiera tutte quelle persone che vivono in situazioni di sofferenza, di abbandono, di solitudine, di indigenza, in situazioni di guerra e o di inabilità e provvisorietà. Preghiamo affinché queste persone, vicine e lontane, possano trovare il sostegno di altri fratelli che portino loro conforto, sollievo e speranza. Preghiamo.

17. Preghiamo per la nostra comunità parrocchiale, perché possa sempre essere attenta alle situazioni di debolezza di tutte le persone che vivono sul territorio. Chiediamo anche al Signore la forza di non fermarci a qualche “buona azione” e al cercare solamente una soluzione concreta ai problemi rilevati, ma di perseverare nella difesa dei diritti dei più deboli e nella ricerca della giustizia. Preghiamo.

Formule di PREFormule di PREFormule di PREFormule di PREGHIERE INIZIALIGHIERE INIZIALIGHIERE INIZIALIGHIERE INIZIALI P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. O Dio nostro, apri le nostre menti all'ascolto e alla comprensione della tua Parola T. e donaci un cuore docile a quanto lo Spirito ci farà scoprire nel servizio della vita, della pace e della giustizia.

P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. O Dio, fermiamo i nostri passi e i nostri pensieri per poterti incontrare e ascoltare. T. La nostra preghiera dia forza alla nostra fede e converta a te la nostra vita.

P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. O Dio nostro, che ci convochi attorno alla Parola della salvezza T. ascolta la nostra preghiera e accogli la nostra lode in questo giorno che dedichiamo a te.

P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. O Dio nostro, apri la nostra mente e il nostro cuore all'ascolto della tua Parola

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T. Illumina il nostro cammino in questa giornata e rendici capaci di vivere secondo il tuo cuore. P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo siano con tutti voi. T. E con il tuo spirito. P. Donaci, o Padre, lo spirito di sapienza e di amore perché nel cammino della nostra vita possiamo

servirti con un umile impegno di fede e di opere. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con Te nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen.

P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. O Dio nostro Padre ti ringraziamo per i tuoi doni, T. per il tuo Figlio Gesù, per la sua morte e risurrezione e per il dono dello Spirito Santo che guida la nostra preghiera e ci rende lieti di essere figli tuoi.

Formule di PREGHIERE FINALIFormule di PREGHIERE FINALIFormule di PREGHIERE FINALIFormule di PREGHIERE FINALI

Preghiera finale

Sol. Padre santo che in Maria ci hai donato il Figlio Gesù, incarnazione della tua verità e del tuo amore T. ti chiediamo di saperti contemplare nel silenzio e di poter collaborare come umili servi al tuo

progetto di bontà e misericordia. Sol. Signore Gesù che hai affidato noi tuoi discepoli alla cura materna di Maria tua Madre T. ti chiediamo di renderci capaci come lei di ascoltare la tua Parola e di realizzarla in ogni istante

della nostra vita. Sol. Spirito d'amore che hai riempito Maria rendendola piena di grazia T. dona anche a noi la tua forza per essere con lei veri discepoli di Gesù, aperti e disponibili alle

necessità dei nostri fratelli. P. E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre. T. Amen.

Preghiera finale

S. Padre santo fa’ che ascoltiamo le tue parole con la docilità dei discepoli, pronti a metterle in pratica e a farle fruttificare per mezzo dello Spirito.

S. Signore Gesù, aiutaci a diffondere il tuo amore dovunque andiamo, inonda le nostre anime del tuo Spirito perché tutta la nostra vita sia un’irradiazione della tua.

S. Spirito di consolazione, sorgente inesauribile di gioia e di pace, suscita solidarietà verso chi è nel bisogno e ravviva in noi l’impegno per un futuro migliore. P. E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

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T. Amen.

Preghiera finale

Sol. Signore Gesù, insegnaci a pregare. T. Svelaci il segreto della tua confidenza con Dio tuo Padre e sapremo ascoltarne la voce nel

silenzio e nella solitudine. Sol. Signore Gesù, donaci il tuo Spirito nel quale siamo figli di Dio. T. Fa' che riconosciamo Dio come nostro Padre e ci rivolgiamo a lui con cuore aperto e sincero. Sol. Signore Gesù, guarda con noi alle sofferenze e alle necessità di tanti fratelli e sorelle. T. Ricordaci che Dio è Padre di tutti, e che siamo chiamati insieme alla piena felicità del suo

regno. P. E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre. T. Amen.

Preghiera finale

Sol. Padre, ci rivolgiamo a te con la stessa confidenza del tuo Figlio Gesù, T. affinché tu faccia crescere in noi una fede forte e capace di testimonianza. Sol. Padre, il dono del tuo Spirito è per noi garanzia di vita nuova, T. guida i passi di tutti coloro che oggi sono impegnati nel lavoro, nell’insegnamento, nelle

famiglie, nella società. Sol. Padre, accompagna la Chiesa come testimone del tuo amore, T. sappia mostrare il tuo volto paterno e misericordioso a quanti attendono la buona notizia,

fonte di speranza e di pace. P. E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre. T. Amen.

Preghiera finale

Sol. Gesù, Figlio di Dio e nostro Fratello e Maestro T. ti chiediamo di insegnarci la fede nel Padre di tutti e la condivisione fraterna che ha sorretto la

tua vita intera e che ci ha procurato la salvezza. Sol. Spirito Santo, vita eterna e amore infinito T. ti chiediamo di sostenerci con la tua presenza instancabile e di darci la forza perché ci sappiamo

donare come ha fatto Gesù. Sol. Padre nostro, grembo e compimento di tutte le cose, volontà di bene e di misericordia T. ti chiediamo aiuto e protezione per tutti, poiché tutti, in Gesù, sono figli tuoi e nostri fratelli. P. E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre. T. Amen.

Preghiera finale

Sol. Ti lodiamo e ti ringraziamo, o Dio nostro, che sempre ci mostri la tua benevolenza. T. Il tempo che oggi ci doni di trascorrere sia memoria e testimonianza del tuo amore. Sol. Ricordaci, Signore, che siamo fragili e infedeli di fronte a te. T. Rinnova la tua misericordia e il tuo perdono e degnati di custodirci senza peccato.

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Sol. A te, Padre, affidiamo noi stessi e le persone che si cono care, a te vorremmo dedicare le parole, le azioni, i pensieri di questa giornata.

T. Il tuo Spirito ci accompagni come maestro interiore e ci guidi a vivere come Gesù tuo Figlio. P. E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre. T. Amen. Preghiera finale P. Ispira le nostre azioni, o Dio nostro Padre, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività

abbia da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. P. Benediciamo il Signore. T. Rendiamo grazie a Dio.

CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER CHIEDERE A DIO IL DONO DELLA CARITA’

Riti di introduzione

C. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. Il Signore che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito.

Preghiamo

Infiamma, o Padre, i nostri cuori con lo spirito del tuo amore, perché pensiamo e operiamo secondo la tua volontà e ti amiamo nei fratelli con sincerità di cuore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

A. Amen.

Liturgia della parola

I Lettura dal libro del profeta Isaia 58, 6-11

Così dice il Signore: «Per digiuno io intendo un’altra cosa: rompere le catene dell’ingiustizia, rimuovere ogni peso che opprime gli uomini, rendere la libertà agli oppressi e spezzare ogni legame che li schiaccia. Digiunare significa dividere il pane con chi ha fame, aprire la casa ai poveri senza tetto, dare un vestito a chi non ne ha, non abbandonare il proprio simile. «Allora sarà per te, popolo mio, l’alba di

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un nuovo giorno, i tuoi mali guariranno presto. Ti comporterai davvero in modo giusto e il Signore ti proteggerà con la sua presenza. Quando lo chiamerai egli ti risponderà; chiederai aiuto e lui dirà: «Eccomi». «Se tu smetti di opprimere gli altri, di disprezzarli, di parlarne male, allora la luce scaccerà l’oscurità in cui vivi. Se dividi il tuo cibo con chi ha fame e sazi il povero, la luce del pieno giorno ti illuminerà. Il Signore ti guiderà sempre: ti sazierà anche in mezzo al deserto e ti restituirà le forze. Sarai rigoglioso come un giardino ben irrigato, come una sorgente che non si prosciuga».

Parola di Dio

A. Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale Sal 132

Rit. Ci unisce nella gioia l’amore del Signore

Ecco quanto è buono e quanto é soave che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. Rit.

È come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre. Rit.

II Lettura - dagli Atti degli Apostoli 2, 42-48

Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Parola di Dio.

A. Rendiamo grazie a Dio.

Alleluja, Alleluja. Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli, Alleluja.

Dal Vangelo secondo Matteo 25, 31-46

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, è porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero

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forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Parola del Signore

A. Lode a te o Cristo.

Omelia

Credo

Preghiera dei fedeli.

La parola di Dio che abbiamo ascoltato, è fondamento della nostra fede, nutrimento della nostra speranza e sorgente di carità.

Preghiamo insieme e diciamo:

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A. Rendici Signore, testimoni del tuo amore.

Intenzioni

Stendi la tua mano, o Padre, sull’umanità affaticata e oppressa: concedi a noi una fede ricca di memoria ed una carità audace nella testimonianza profetica del tuo regno.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

Liturgia eucaristica

Orazione sulle offerte

Santifica, Signore, i nostri doni, e accettali come offerta spirituale a te gradita, e fa’ che la partecipazione a questo sacrificio ci renda testimoni del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

A. Amen.

Preghiera eucaristica V/c . Gesù modello di amore

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori.

A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. A. È cosa buona e giusta.

È veramente giusto renderti grazie, Padre misericordioso: tu ci hai donato il tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro fratello e redentore.

In lui ci hai manifestato il tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi. mai egli si chiuse alle necessità e alle sofferenze dei fratelli.

Con la vita e la parola annunziò al mondo che tu sei Padre e hai cura di tutti i tuoi figli.

Per questi segni della tua benevolenza noi ti lodiamo e ti benediciamo, e uniti agli angeli e ai santi cantiamo l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo...

CP Ti glorifichiamo, Padre santo: tu ci sostieni sempre nel nostro cammino soprattutto in quest’ora in cui il Cristo, tuo Figlio, ci raduna per la santa cena. Egli, come ai discepoli di Emmaus, ci svela il senso

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delle Scritture e spezza il pane per noi.

CC Ti preghiamo, Padre onnipotente, manda il tuo Spirito su questo pane e su questo vino, perché il tuo Figlio sia presente in mezzo a noi con il suo corpo e il suo sangue.

La vigilia della sua passione, mentre cenava con loro, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.

Allo stesso modo, prese il calice del vino e rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.

Fate questo in memoria di me.

CP Mistero della fede. A. Tu ci hai redenti con la tua croce

e la tua risurrezione: salvaci, o salvatore del mondo.

CC Celebrando il memoriale della nostra riconciliazione annunziamo, o Padre, l’opera del tuo amore. Con la passione e la croce hai fatto entrare nella gloria della risurrezione il Cristo, tuo Figlio, e lo hai chiamato alla tua destra, re immortale dei secoli e Signore dell’universo.

Guarda, Padre santo, questa offerta: è Cristo che si dona con il suo corpo e il suo sangue, e con il suo sacrificio apre a noi il cammino verso di te.

Dio, Padre di misericordia, donaci lo Spirito dell’amore, lo Spirito del tuo Figlio.

IC Fortifica il tuo popolo con il pane della vita e il calice della salvezza; rendici perfetti nella fede e nell’amore in comunione con il nostro Papa N. e il nostro Vescovo N.

Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi: fa’ che ci impegniamo lealmente

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al servizio dei poveri e dei sofferenti. La tua chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo.

2C Ricordati anche dei nostri fratelli che sono morti nella pace del tuo Cristo, e di tutti i defunti dei quali tu solo hai conosciuto la fede: ammettili a godere la luce del tuo volto e la pienezza di vita nella risurrezione; concedi anche a noi, al termine di questo pellegrinaggio, di giungere alla dimora eterna, dove tu ci attendi. In comunione con la beata Vergine Maria, con gli Apostoli e i martiri, e tutti i santi innalziamo a te la nostra lode nel Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

CP Per Cristo, con Cristo e in Cristo,

CC a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

A. Amen.

Riti di comunione

C. Siamo diventati figli di Dio e fratelli in Gesù Cristo. In lui possiamo pregare Dio con verità e con gioia dicendo:

Padre nostro

C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria di secoli.

C. Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: »Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A. Amen. C. La pace del Signore sia sempre con voi, A. E con il tuo spirito.

C. Nello spirito del Cristo risorto datevi un segno di pace.

C. Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

Orazione dopo la Comunione

O Dio, che ci hai nutriti dell’unico pane della vita,

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donaci il tuo Spirito, perché gustiamo sempre la gioia della perfetta carità. Per Cristo nostro Signore.

A. Amen.

Rito di congedo

C. Il Signore sia con voi.

A. E con il tuo spirito.

C. Dio di ogni consolazione disponga nella sua pace i vostri giorni, e vi conceda i doni della sua grazia.

A. Amen. C. Vi liberi sempre da ogni pericolo

e confermi nel suo amore i vostri cuori.

A. Amen. C. Vi colmi di fede, speranza e carità,

perché sia ricca di opere buone la vostra vita, e possiate giungere alla gioia della vita eterna

A. Amen. C. E la benedizione di Dio onnipotente,

Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.

A. Amen. C. Glorificate il Signore con la vostra vita: andate in pace.

A. Rendiamo grazie a Dio

Canto finale

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Preghiera sul servizio

Se dovessi scegliere una reliquia

della Tua passione prenderei proprio

quel catino di acqua sporca.

Girerei il mondo con quel recipiente

e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio

e curvarmi giù in basso

Non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici

e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo,

del drogato, del carcerato,

dell’omicida, di chi non mi saluta più,

di quel compagno

per cui non prego mai, in silenzio.

Finché tutti abbiano capito nel mio,

il Tuo amore.

(Madeleine Delbrel)

Alternativa per la preghiera dei fedeli:

P. Ora, fratelli, preghiamo insieme. L. Aiutaci a costruire insieme con te la nostra città terrena, A. perché non fatichiamo invano. L. Insegnaci a servire con umiltà e amore i nostri fratelli, A. imitando te che non sei venuto per essere servito, ma per servire. L. Fa che in ogni comunità il fratello aiuti il fratello,

A. per costruire sotto il tuo sguardo, come una città inespugnabile. L. Fa’ che collaboriamo a edificare un mondo nuovo, A. perché la giustizia e la pace di Cristo regnino su tutta la terra. L. Rivelaci il valore autentico di tutte le realtà create, A. perché le associamo al nostro canto di lode. L. Ispira alla guida del tuo popolo una profonda sollecitudine pastorale, A. crea in tutta la comunità un vero desiderio di intesa e di collaborazione.

L. Donaci di esercitare la carità fraterna non solo nelle grandi occasioni, A. ma anche nelle umili e comuni circostanze della vita. L. Insegna ai tuoi fedeli a partecipare in modo attivo e consapevole alla mensa della parola e del

corpo di Cristo, A. perché esprimano nella vita ciò che hanno ricevuto mediante la fede e i sacramenti.

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oppure:

P. Chiediamo al Signore, che doni al nostro amore un’apertura universale, perché le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, specialmente dei poveri, e di tutti coloro che soffrono siano le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di noi, discepoli di Cristo, e perché non ci sia nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel nostro cuore.

L. Preghiamo e diciamo: ASCOLTACI SIGNORE.

I. L.

– Perché il potere politico sia veramente a servizio della giustizia, curi il bene di tutti i cittadini e non solo di alcuni.

– Perché le persone non siano valutate da quello che hanno, che producono o che consumano, ma per quello che sono.

– Perché ogni uomo sia trattato da uomo e nessuno subisca più discriminazioni a causa della razza, del sesso, della religione, dell’ignoranza, della povertà, della posizione sociale, della regione di provenienza.

II. – Perché la scienza e tutto il progresso tecnologico siano veramente usati per la crescita di

tutti gli uomini e di tutto l’uomo e non per la distruzione e la morte.

– Perché il problema demografico trovi una soluzione che rispetti la dignità della persona e la legge di Dio.

– Perché le nostre città si sviluppino in modo tale da essere dimora degna dell’uomo. – Perché tutti sentano la responsabilità verso la natura e l’ambiente non sia inquinato.

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III. – Perché si creino condizioni per eliminare o ridurre la emigrazione forzata e gli emigranti

trovino accoglienza, lavoro e una casa dignitosa. – Perché siano create tutte le condizioni per favorire l’unità della famiglia.

– Perché il rapporto uomo-donna si realizzi nel riconoscimento della uguale dignità e della originalità di ciascuno.

IV. – Perché tra giovani e adulti ci sia un’accettazione reciproca e uno scambio di valori.

– Perché i giovani siano così amati e accolti che non sentano la tentazione di evadere nella droga.

– Perché tutti sentiamo l’impegno a curare le membra più deboli della società: i bambini abbandonati, spastici, minorati, malati e anziani, e a non emarginarli.

– Perché si crei in tutti una vera coscienza planetaria e sia vinta ogni forma di nazionalismo.

Conclusione preghiera dei fedeli

O Signore, tu ci inviti ad assumerci pienamente la responsabilità della nostra crescita umana e sociale. Eppure sentiamo che i problemi e le aspirazioni sono più grandi di noi e che questa nostra terra non sarà mai regno, della felicità totale e della piena realizzazione di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Ti preghiamo di essere presente con la tua grazia nel nostro impegno, perché ogni progresso sia un passo verso il tuo Regno, che però resterà sempre più avanti dei nostri passi più avanzati. Per questo attendiamo e speriamo da te il compimento dei nostri sforzi quando farai cieli nuovi e terra nuova, in cui abiterà la giustizia, la pace, l’amore e la gioia senza fine.

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PER UNA CELEBRAZIONE EUCARISTICA SULLA CARITA’

– Messale Romano II ediz.: formulari per varie necessità:

▪ per la concordia pag. 832 ▪ per chiedere le virtù della carità pag. 831

▪ per la riconciliazione pag. 808 ▪ per la pace e la giustizia pag. 806 ▪ per il progresso dei popoli pag. 805

potrebbero anche essere utilizzate

– Collette per le ferie del tempo ordinario a pag. 1017 e segg. nn. 8-10-24-28-32.

– Preci Eucaristiche V-c pag. 909 e R. II pag. 923.

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VEGLIA DI NATALE PER GIOVANI

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Veglia in preparazione al Santo Natale

15 Dicembre 2007 - S. Pio X - Cagliari

Versione in PDF in B/N

L a C a r i t à . . .

RACCOLTA VIVERI PER I POVERI

Dove Troveremo tutto il pane

Rit.: Dove troveremo tutto il pane per sfamare tanta gente? Dove troveremo tutto il pane, Se non abbiamo niente?

Io possiedo solo cinque pani, io possiedo solo due pesci, io possiedo un soldo soltanto, io non possiedo niente.

Rit.: Dove troveremo tutto il pane...

Tu Signore, sei la vera vite noi, Signore, siamo i tuoi tralci; noi portiamo in te molto frutto anche se siamo niente.

Rit.: Dove troveremo tutto il pane...

L’inno alla carità (dalla prima lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi. Cap. 13)

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà

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e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Dolce Sentire

Dolce sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore dolce capire che non son più solo ma che son parte di una immensa vita che generosa risplende intorno a me dono di lui del suo immenso amor.

Ci ha dato i cieli e le chiare stelle fratello sole e sorella luna la madre terra con frutti prati e fiori il fuoco il vento l’aria e l’acqua pura fonte di vita per le sue creature. Dono di Lui del suo immenso amore dono di Lui del suo immenso amore.

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. . . è b e n i g n a

Giuseppe: Carità oltre la giustizia

A proposito del comportamento da tenere nei confronti di una promessa sposa che tradisce la fiducia dello sposo, la "Legge di Mosè" (Dt 22,20) diceva: «Se la giovane non è stata trovata in stato di verginità, allora la faranno uscire all'ingresso della casa del padre e la gente della sua città la lapiderà, così che muoia, perché ha commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre. Così toglierai il male di mezzo a te». Con il tempo questa legge aveva subito una interpretazione più

"benevola" e invece della lapidazione si provvedeva a un ripudio, cioè all'esposizione della donna alla vergogna pubblica. Ora: Maria è incinta! E Giuseppe che fa? Evidentemente ha subito un grave torto nel tempo in cui si sta preparando ad accogliere la sua sposa in casa propria, e non vuole coprire con il suo nome un bambino di cui ignora il padre... ma non vuole neanche esporre la donna di cui ha tanto rispetto e amore ai rigori della legge: non si arrende all'idea che Maria, per come la conosce, meriti il d -prezzo e la morte civile. Sembra dunque decidere di accordarsi di nascosto con la famiglia di lei, che deve essere, a sua volta, composta di persone sensibili. Eppure, anche di fronte all'evidenza (gravissima) dei fatti, il giovane

continua a pensare. E cosa pensa? Pensa ancora, nonostante tutto, di prendere con sé Maria! Infatti l'angelo gli dice: «Non temere di prendere con te Maria...», cioè: «Ascolta il tuo cuore e proteggi questa donna e il suo, mistero». Altro che orgoglio ferito! Al suo amore per la fidanzata quest'uomo non rinuncia neppure se subisce un grave torto e si preoccupa sempre solo per lei! Dunque Giuseppe è un giusto del Nuovo Testamento: oltre alla legge, che gli darebbe ragione, guarda alla persona che ha di fronte, alla sua (presunta) fragilità. Non si assume la responsabilità di giudicarla e vuole impedire che altri, che non la conoscono e non la amano, la giudichino - e quanti, magari tra i suoi parenti e amici, sarebbero corsi per lapidarla! No, Giuseppe affida Maria al giudizio e al perdono di Dio. Del resto, quella ragazza è proprio a Dio che fa pensare. Deve essere bella come una perla preziosa, ma risplende soprattutto di una straordinaria interiorità: non è una donna, è un continente inesplorato. Deve essere stato perché Maria era quella che era, che a Giuseppe non passava per la testa di condannarla, anzi: gli restava il dubbio di doverla comunque sposare. L'atteggiamento di Giuseppe ci fa pensare a quanto proclamerà con entusiasmo San Paolo: «la carità è paziente, è benigna la carità;...».

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. . . t u t t o c r e d e e

. . . t u t t o s p e r a

Pregando, posso amare i poveri

Un giorno Madre Teresa parlò con un seminarista. Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: "Quante ore preghi ogni giorno?". Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: "Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?". Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: "Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!".

. . . n o n c e r c a

. . . i l s u o i n t e r e s s e

Nella preparazione a questo Santo Natale chiediamo al Signore di infondere in noi lo spirito della sua carità, perché testimoni vivi della venuta del Salvatore possiamo dare una risposta concreta al sua amore per noi. Preghiamo insieme dicendo:

Prendici per mano in cammino dietro la stella per colorare il mondo.

Signore ti chiediamo che le nostre scelte non siano condizionate dal nostro egoismo, ma motivate da sentimenti di pace, di fratellanza, d’amore, di comprensione, di tolleranza, di solidarietà verso coloro che ci sono vicini e verso il mondo intero.

Prendici per mano in cammino dietro la stella per colorare il mondo.

Signore ti chiediamo che il nostro amore verso gli altri sia puro, sincero,

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disinteressato e umile, ma soprattutto aiutaci ad essere consapevoli che tutto ciò sarà il risultato d’una faticosa e spesso lenta conquista, realizzata passo dopo passo, in una continua crescita interiore, in cui il nostro vecchio io, pieno di difetti ed egoismi, lasci un po’ alla volta il posto alla nuova creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio.

Prendici per mano in cammino dietro la stella per colorare il mondo.

Signore aiutaci ad amare l’altro per quello che è, rendendoci disponibili ad essere Tuo strumento per donare l’amore speciale che hai riservato personalmente ad ognuno di noi, non cadendo nella tentazione di sentirci superiori a nessuno ma percorrendo la via della carità con reciprocità.

Prendici per mano in cammino dietro la stella per colorare il mondo.

Signore rendici sempre pronti a rispondere alle necessità di chi ci circonda: gli affamati devono essere saziati, i nudi vestiti, i malati curati, i carcerati visitati… “Nostro compito è essere il cambiamento che vogliamo vedere avvenire nel mondo”, spendendo noi stessi con dedizione, senza superficialità, mettendo la ragione a servizio del cuore in atteggiamento di Speranza cristiana e Fede profonda.

Prendici per mano in cammino dietro la stella per colorare il mondo.

Prendimi per mano

Avevo tanto freddo in fondo al cuore quando la tua voce mi colpì fu come la scintilla nel motore

il freddo dal mio cuore scomparì

RIT: Prendimi per mano Dio mio guidami nel mondo a modo Tuo la strada è tanto lunga e tanto dura però con te nel cuor non ho paura.

Ed eccomi ai tuoi piedi o mio Signore detesto con dolore il mio passato hai dato anche a me gran peccatore un cuore nuovo, un cuore innamorato.

Ma, o Signor, ti prego in ogni ora resta sempre qui accanto a me lo sai sono debole ancora non posso fare a meno io di Te.

. . . t u t t o c o p r e

TESTIMONIANZA DI GIANNI FONTONI (DIRETTORE MENSA CARITAS)

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LE PREGHIERE E TESTIMONIANZE DI TUTTI NOI

Colori

Questo prato verde ti ricorderà la speranza del mattino non smarrirla, amico mio,

perché io, perché io ritornerò.

Questo sole d'oro ti ricorderà lo splendore del tuo dono non stancarti, amico mio,

perché io, perché io ritornerò.

Il colore arcano della libertà sai trovarlo amico mio? Nel tuo cuore l'ho posto io perché io, perché io ritornerò.

. . . d i t u t t e

. . . è l a p i ù g r a n d e

Dal vangelo secondo Matteo

(Mt. 25, 31-46)

Quando il figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il Re dirà a quelli che stanno alla sua destra: “Venite, benedetti dal padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuto a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?” Rispondendo il Re dirà loro: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” Poi dirà a quelli alla sua sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete

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ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.” Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?” Ma egli risponderà: “In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.” E se ne andarono, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.

OMELIA

BENEDIZIONE FINALE

Ti ringrazio mio Signore

Amatevi l'un l'altro come Lui ha amato noi: e siate per sempre suoi amici; e quello che farete al più piccolo tra voi, credete l'avete fatto a Lui.

.: Ti ringrazio mio signore non ho più paura, perché, con la mia mano nella mano degli amici miei, cammino fra la gente della mia città e non mi sento più solo; non sento la stanchezza e guardo dritto avanti a me, perché sulla mia strada ci sei Tu.

Se amate veramente perdonatevi tra voi: nel cuore di ognuno ci sia pace; il Padre che è nei cieli vede tutti i figli suoi con gioia a voi perdonerà. Rit

Sarete suoi amici se vi amate fra voi

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e questo è tutto il suo Vangelo; l'amore non ha prezzo, non misura ciò che dà: l'amore, confini non ne ha. Rit

INCONTRO PER I GIOVANI

I Corinzi 13, 1I Corinzi 13, 1I Corinzi 13, 1I Corinzi 13, 1----13131313

1Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

2E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

3E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

4La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. 7Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai

fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. 12Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.

13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

RIFLESSIONI...................... 1. Che cos’è la Carità?

2. Cosa ti lasciano dentro questi brani?

Se Non Ami NEK

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Puoi decidere le strade che farai

puoi scalare le montagne oltre i limiti che hai potrai essere qualcuno se ti va

ma se non ami, se non ami non hai un vero motivo per vivere se non ami, non ti ami e non ci sei

se non ami non ha senso tutto quello che fai puoi creare un grande impero intorno a te costruire grattaceli e contare un po' di più

puoi comprare tutto quello che vuoi tu ma se non ami, se non ami

non hai un vero motivo per vivere se non ami, non ti ami e non ci sei

se non ami, se non ami non hai il senso delle cose più piccole le certezze che non trovi e che non dai

l’ amore attende, non è invadente e non grida mai se parli ti ascolta, tutto sopporta, crede in quel che fai

e chiede di esser libero alle volte e quando torna indietro ti darà di più

se non ami se non ami

tutto il resto sa proprio di inutile se non ami non ti ami

non ci sei... senza amore noi non siamo niente ma

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INCONTRO PER GIOVANI PER LA QUARESIMA

Parrocchia Santa Maria al Giglio

Montevarchi

«Prestiamo attenzione gli uni agli altri,

per stimolarci a vicenda nella carità e

nelle opere buone»

Quaresima 2012

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Carissimi ragazzi,

siamo arrivati ad un momento molto importante dell’anno liturgico: LA

QUARESIMA, il cammino che ci conduce alla festa della Pasqua

Nel nostro cammino quaresimale dobbiamo cercare di vivere bene tre

cose: il digiuno, la preghiera e la carità.

Il digiuno consiste nel rinunciare a qualcosa per noi particolarmente goloso

per riscoprire l’importanza di tutte le cose anche le più semplici. La carità non

consiste solo nel fare l’elemosina ma anche nel rinunciare a qualcosa di nostro,

per es. a un po’ del nostro tempo per dedicarlo agli altri. La preghiera deve essere

intensificata per riscoprire la nostra vicinanza a Dio

Quest'anno vogliamo vivere questi quaranta giorni accompagnati dalle

parole del nostro Papa, Benedetto XVI, che anche quest’anno, prima che iniziasse

la Quaresima ha scritto un MESSAGGIO a tutti noi Cristiani per indicarci un tema

particolare che ci faccia avvicinare a Dio e ad ogni persona che incontriamo e

conosciamo.

Il Papa riprendendo un brano della lettera agli Ebrei ci dice:

«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per

stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere

buone»

DURANTE LA QUARESIMA IMPARIAMO DURANTE LA QUARESIMA IMPARIAMO DURANTE LA QUARESIMA IMPARIAMO DURANTE LA QUARESIMA IMPARIAMO

A ….A ….A ….A ….

Prima tappa

«Prestiamo attenzione gli uni agli altri,per stimolarci a vicenda nella carità

e nelle opere buone»

La prima cose che il Papa ci chiede è di "Prestare attenzione" che significa

osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi se

attorno a noi ci sono persone che hanno bisogno, ascoltare gli altri e ascoltare ciò

che ci dice Gesù attraverso il Vangelo. Il Papa quindi ci chiede di fare attenzione a ciò che dice e fa Gesù per poi essere attenti gli uni verso gli altri non mostrandosi

estranei o indifferenti alla vita dei fratelli. Chiama ognuno di noi a prendersi cura

dell'altro, a fare amicizie caratterizzate da premura reciproca, da attenzione

al bene dell'altro e a tutto il suo bene. Bisogna imparare quindi ad aiutare i nostri

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amici non solo con i beni materiali ma anche correggendoli quando sbagliano,

quando vanno nella via sbagliata, senza aver paura ma con tanta delicatezza, con

tanta carità cristiana. Occorre riscoprire quando sia importante e bello essere per

i nostri fratelli dei

……………..………

Rispondi alle domande per trovare la parola mancante:

Ci compie il primo

miracolo Gesù

Uno dei cinque sensi

lo è lo Spirito

Il pianeta su cui

viviamo

Un gruppo di cantanti

Il padre di tutti gli

uomini

Uno dei profeti

� DUE AMICI INSEPARABILI

Il piccolo Giovanni (detto Gio lo zoppo) e Tommaso erano arrivati all'istituto per bambini senza famiglia lo stesso giorno, pochi mesi dopo la nascita. Le volontarie erano

molto buone con loro, un po' meno i bambini della scuola pubblica che frequentavano. Erano crudeli spesso con il timido Giovanni, ma Tommaso sapeva metterli a posto, perché era un bambino robusto e intelligente: il più bravo a scuola e il più svelto in cortile. Era Tommaso che aiutava Giovanni, gli stava sempre vicino. Lo consolava

UN RACCONTO CI INSEGNA ,,,.

GIOCANDO SI IMPARA...

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quando aveva paura, lo aspettava durante le passeggiate, giocava con lui perché non sentisse la malinconia del suo handicap, lo faceva ridere raccontandogli le storie buffe. All'istituto venivano spesso le coppie che facevano conoscenza con i bambini e li portavano fuori a mangiare in vista di una possibile adozione. Nessuno, però, si interessava a Giovanni e Tommaso e tutti inventavano sempre una scusa. Lo aveva fatto solo due volte il dottor Arturo e sua moglie Anna. Una domenica, il dottor Arturo chiamò Tommaso e lo guardò negli occhi: "Sei un bambino veramente in gamba! Ti piacerebbe venire a vivere con noi? Saresti in affidamento per un po', ma noi ti vorremmo adottare. Come un vero figlio. Che ne dici?". Tommaso rimase senza parole. Avere una mamma e un papà, come tutti! "Oh, oh s-s-sì, signore!", mormorò. Improvvisamente la gioia svanì dai suoi occhi. Se Tommaso se ne andava, chi si sarebbe preso cura del piccolo e zoppo Giovanni? "lo... vi ringrazio tanto, signore" disse. "Ma non posso venire, signore!". E prima che il dottore scorgesse le sue lacrime, corse via. Poco dopo, il dottore lo venne a cercare con una delle volontarie. Tommaso stava aiutando Giovanni a infilarsi la scarpa speciale. Il dottore lanciò uno sguardo penetrante a Tommaso: "È per lui che non hai voluto venire a stare con noi, figliolo?". "Beh, si..." disse sottovoce Tommaso, "io... io sono tutto quello che lui ha..." rispose il bambino

� CON SEMPLICITA’

Una bambina torna dalla casa di una vicina alla quale era appena morta, in modo tragico la figlioletta di otto anni. "Perché sei andata?", le domanda il padre. "Per consolare la mamma". "E che potevi fare, tu così piccola, per consolarla?". "Le sono salita in grembo e ho pianto con lei".

Se accanto a te c'è qualcuno che soffre, piangi con lui. Se c'è qualcuno che è felice, ridi con lui. L'amore vede e guarda, ode e ascolta. Amare è partecipare, completamente, con tutto l'essere. Chi ama scopre in sé infinite risorse di consolazione e compartecipazione. Siamo angeli con una ala sola: possiamo volare solo se ci teniamo abbracciati.

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ECCO COSA HO CAPITO ...

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Seconda Tappa

«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a

vicenda nella carità e nelle opere buone»

La frase della lettera agli Ebrei che ci ricorda il Papa in questa quaresima

“Prestiamo attenzione” continua con “gli uni gli altri” .

Questo è, per ognuno di noi, un impegno molto grande perché ci invita

non solo ad aiutare ma anche e soprattutto a lasciarsi aiutare.

Non fa mai piacere essere ripresi o rimproverati ma invece ognuno di noi è

soggetto a sbagliare e quindi c’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e

corregge, che ci guarda e ci aiuta a migliorarsi, che ci perdona quando facciamo

qualcosa di sbagliato come fa Dio con noi.

E’ tutti insieme che riusciamo a far vedere quando è grande l’amore di Dio,

non viviamo da soli ma amiamo e sbagliamo insieme agli altri e quindi ci

apparteniamo “gli uni gli altri”.

Sostituisci i numeri con le lettere corrispondenti e scopri una

frase della Lettera ai Corinzi

1 2 14 4 7 6 2

8 2 8 3 7 4

4 3 3 6 4 11 13

9 10 7 4 1 2

10 11 4 12 2 1 1

2 4 1 5 7 2

dalla

lettera

ai

corinzi

1 = L

8 = M

GIOCANDO SI IMPARA...

36

2 = E

9 = C

3 = B

10 = U

4 = A

11 = N

5 = T

12 = D

6 = I

13 = O

7 = R

14 = V

� TUTTA LA FORZATUTTA LA FORZATUTTA LA FORZATUTTA LA FORZA

Il padre guardava il suo bambino che cercava di spostare un vaso di fiori molto pesante. Il piccolino si sforzava, sbuffava, brontolava,

ma non riusciva a smuovere il vaso di un millimetro. “Hai usato proprio tutte le tue forze?”, gli chiese il padre. “Si”, rispose il bambino. “No”, ribatté il padre, “perché non mi hai chiesto di aiutarti. Affidarsi a Dio nella preghiera è usare tutte le nostre forze.

� IL FUNAMBOLO

C'era una volta un celebre funambolo. Tutti riconoscevano la sua stupefacente abilità: nessuno ricordava di averlo mai visto vacillare o cadere. Un giorno, il circo dove il funambolo lavorava si trovò in serie difficoltà finanziarie. Il direttore propose al funambolo di alzare il filo e di aumentare la distanza del percorso per attirare più gente. I lavoratori del circo avevano posto tutta la loro fiducia nel loro funambolo ed erano sicuri di ottenere un successo strepitoso. Rivolgendosi ai suoi compagni di lavoro, il funambolo chiese loro: «Siete sicuri che ci riuscirò?». Tutti risposero: «Abbiamo fiducia in te e siamo assolutamente certi che ci riuscirai». L'esibizione del funambolo fu un grande successo. Ogni giorno la gente faceva la coda al botteghino del circo per assistere allo straordinario spettacolo di abilità e di coraggio. Dopo un anno di successo, il direttore volle procurare al circo una maggiore risonanza e propose al funambolo una prestazione eccezionale per attirare ancora più gente. Propose di sistemare un cavo d'acciaio da una riva all'altra di una cascata vertiginosa e di invitare tutta la gente della regione, i giornalisti e le televisioni per quella esibizione senza precedenti. Tutti i membri del circo rinnovarono la loro fiducia al funambolo. Questi non esitò e accettò la sfida. Già pronto per la pericolosissima traversata sull’esile filo, chiese ancora una volta a tutti i compagni se erano sinceri nell'affermare una fiducia illimitata in lui. «Sì!», gridarono tutti senza eccezione.

UN RACCONTO CI INSEGNA ,,,.

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Il funambolo partì e l'impresa riuscì perfettamente, con tutti gli spettatori in delirio. Improvvisamente il funambolo alzò una mano e chiese di parlare.«La vostra fiducia in me è grandissima», disse. «Certo», proclamò uno del circo a nome di tutti. «Allora, vi voglio proporre una prodezza ancora più straordinaria!». «Magnifico! Dicci che cos'è. La nostra fiducia in te è sconfinata: qualunque cosa proponi, accet-teremo!». «Propongo di camminare con una carriola su questo cavo d'acciaio e di fare il viaggio di andata e ritorno. Siccome la vostra fiducia nella mia abilità è senza limiti, chiedo a uno di voi di salire sulla carriola per fare con me la traversata». Nessuno volle salire.

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Terza Tappa

«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per

stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» La nostra frase termina con: "Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere

buone": tutti abbiamo ricevuto ricchezze spirituali o materiali, tutti abbiamo

ricevuto dei talenti ed ognuno deve metterli a disposizione degli altri perché è

solo così che riusciamo a mostrare al mondo la bellezza dell’amore di Dio ed è in

questo modo che noi stessi ci sentiamo particolarmente vicini Dio stesso.

� IL NEGOZIOIL NEGOZIOIL NEGOZIOIL NEGOZIO

Un giovane sognò di entrare in un grande

negozio. A fare da commesso, dietro il

bancone c’era un angelo. “Che osa vendete

qui?”, chiese il giovane. “Tutto ciò che

desidera”, rispose cortesemente l’angelo. Il giovane cominciò ad elencare:

“Vorrei la fine di tutte le guerre nel mondo, più giustizia per gli sfruttati,

tolleranza e generosità verso gli stranieri, più amore nelle famiglie, lavoro per i

disoccupati, amicizia, comprensione e …”L’angelo lo interruppe: “Mi dispiace,

signore. Lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo SEMI”.

UN RACCONTO CI INSEGNA ,,,.

ECCO COSA HO CAPITO ...

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Cancella le parole elencate sotto e scoprirai una

cosa importante!!!!!

A I A S C O L T O B

U A M I C I Z I A O

G I O I A T A R S N

S O R R I S O I A T

C R E T E N A C I A

E S C E R E G E S U

BONTA'

SORRISO

ASCOLTO

AMICIZIA

AMORE

TENACIA

GESU

GIOIA

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ECCO COSA HO CAPITO ...

GIOCANDO SI IMPARA...

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UN GIOCO TUTTI INSIEME PER UN GIOCO TUTTI INSIEME PER UN GIOCO TUTTI INSIEME PER UN GIOCO TUTTI INSIEME PER FINIRE,,,FINIRE,,,FINIRE,,,FINIRE,,,

Il gioco si svolge a coppie: uno dei due ha una benda sugli occhi e deve

costruire una torre, l'altro deve ascoltare il suo progetto e passargli i

pezzi che gli servono, mentre quello bendato deve ascoltarlo per capire

come si sta sviluppando il progetto.

Noi sappiamo che l’anno della Chiesa chiamato ANNO LITURGICO non coincide con l’anno solare ed è diviso in Tempi: Tempo di Avvento, Tempo di Natale, tempo Ordinario, Tempo di Pasqua e Tempo di Quaresima che è quello che stiamo vivendo. Esistono tre Anni Liturgici diversi …. Anno A, Anno B ed Anno C … che si succedono tra di loro e stabiliscono le letture ed i brani del Vangelo che vengono letti durante le varie Messe Feriali e Festive. Quest’anno siamo nell’anno B iniziato il 27 Novembre 2011 (Prima Domenica d’Avvento) ed i brani del Vangelo che ascolteremo la domenica alla Messa durante questo periodo di Quaresima sono i seguenti …. TENIAMOLI SEMPRE PRESENTI !!!!!

1’ DOMENICA DI QUARESIMA 26/02/2012 Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15) In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

2’DOMENICA DI QUARESIMA 04/03/2012 Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10) In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

3’ DOMENICA DI QUARESIMA 11/03/2012 Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-25) Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono

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che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero a: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome.

4’ DOMENICA DI QUARESIMA 18/03/2012 Dal Vangelo Secondo Giovanni (3,14-21) In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome del Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

5’ DOMENICA DI QUARESIMA 25/03/2012

Dal Vangelo Secondo Giovanni (12,20-33) In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano alcuni Greci. Si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

LA SETTIMANA SANTA

La Settimana Santa è la settimana più importante di tutto l’anno liturgico. Durante la Settimana Santa vengono ricordati gli ultimi momenti della vita di Gesù. Inizia con la Domenica delle Palme durante la quale viene ricordato l’arrivo di Gesù a Gerusalemme. E’ un giorno di grande festa come lo fu quel giorno a Gerusalemme quando Gesù entrò nella città seduto sopra un asino e la gente con rami di palme e ulivo lo acclamava e lo festeggiava

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chiamandolo figlio di Dio. Nella nostra Chiesa e in tutte le Chiese durante le Messe vengono benedetti i ramoscelli di ulivo che ognuno di noi porta nella sua casa. DOMENICA 1 Aprile .. DOMENICA DELLE PALME .. VIENE DISTRIBUITO L’ULIVO BENEDETTO. Con il Giovedì Santo inizia il TRIDUO PASQUALE. Sono i tre giorni più importanti di tutto l’anno perché ricordano gli ultimi momenti della vita di Gesù. Il Giovedì Santo ricordiamo l’ultima cena. Gesù sa che di li a poco dovrà morire ed allora vuole trascorrere con i suoi apostoli l’ultima sera insieme. Per gli apostoli è tutto normale ma Gesù durante quella cena compie dei gesti molto importanti: ad un certo punto chiede un asciugamano e dell’acqua e si mette a lavare i piedi a tutti in segno di servizio ed umiltà per far capire ai suoi amici che devono essere servitori di ogni uomo. NELLA NOSTRA PARROCCHIA IL GIOVEDI’ 5 Aprile ALLE ORE 18,15 IL SACERDOTE RIPETE IL GESTO DI GESU’ LAVANDO I PIEDI AD ALCUNI UOMINI ANZIANI DELLA PARROCCHIA PER RICORDARE ANCHE A NOI OGGI L’IMPORTANZA DI METTERSI AL SERVIZIO DEGLI ALTRI. Poi prende il pane e pronuncia delle parole che suonano molto strane agli apostoli: “prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per Voi” lo stesso fa con il calice del vino. Tali gesti che stupiscono gli apostoli sono il segno di quello che di li a poco accadrà a Gesù. Il pane infatti simboleggia il corpo di Cristo (il pane viene spezzato - il corpo crocifisso) ed il vino il sangue di Gesù che iene sparso sulla croce. E’ la prima volta che viene celebrata l’Eucarestia.

NELLA NOSTRA CHIESA ED IN TUTTE LE ALTRE VICINE TERMINATA LA CELEBRAZIONE DELL’ULTIMA CENA RIMANE ESPOSTO IN UN POSTO BELLO BELLO DELLA CHIESA, ADORNATO DI FIORI, IL SANTISSIMO SACRAMENTO COSICCHE’ OGNI PERSONA IN QUALSIASI MOMENTO DELLA NOTTE E DELLA MATTINA DOPO PUO’ PASSARE IN CHIESA PER ADORARLO

Poi arriva il Venerdì Santo: è giorno di astinenza e di digiuno perché è il giorno in cui Gesù viene condannato a morte. Il Venerdì Santo viene celebrata la Via Crucis, cioè si ricordato attraverso quattordici tappe chiamate Stazioni, i momenti della passione e della morte di Gesù. Nella Via Crucis la protagonista è la CROCE. Gesù in fatti, ha scelto di morire in croce per farci capire che ogni giorno ci è vicino e ci aiuta a portare il “peso” dei nostri dolori, delle nostre sofferenze. Gesù uomo, soffrendo sotto il peso della croce ci fa capire che con Dio vicino ogni sofferenza potrà essere superata. E’ questo il significato della Pasqua: imparare a portare la nostra croce con l’aiuto di Dio, imparare a chiedergli aiuto, ad avergli fiducia. NELLA NOSTRA CHIESA ALLE ORE 18,15 C’E L’ADORAZIONE DELLA CROCE CHE TERMINA CON LA DISTRIBUZIONE DELLA COMUNIONE CONSACRATA IL GORNO PRIMA. DURANTE QUESTO GIORNO INFATTI GESU’ E’ MORTO QUINDI NONSI CELEBRA LA CONSACRAZIONE. ALLE ORE 21,15 VIENE INVECE RICORDATA LA VIA CRUCIS,

RICORDA

RICORDA

RICORDA

RICORDA

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Il Sabato Santo è un giorno di dolore e di lutto, anche le campane non suonano fino alla notte in cui si celebra la Pasqua giorno di festa perché viene annunciata la resurrezione di Gesù Trova in questa giorno qualche minuto da offrire al Signore. Non è nulla una manciata di minuti rispetto a tutti quelli consueti nella tua giornata!! Ma prendi questo tempo per vivere solo in disparte, un piccolo momento di silenzio. Mettiti davanti a una croce e di’ semplicemente al Signore: “Attendo e il mio cuore è pieno di fiducia”

La gioia della Pasqua non si spenge, è un dono senza fine. Durante il periodo di Pasqua ci sono due feste molto importanti …….

Dopo che Gesu’ è morto e risorto appare più volte agli apostoli fino al giorno dell’ASCENSIONE che è il giorno il cui Gesù Risorto SALE AL CIELO sotto lo sguardo dei suoi apostoli, poi nella nube scompare definitivamente alla loro vista, gli apostoli non lo vedranno più … gli appaiono degli angeli e li invitano a non stare con il naso all’insù, ma ad andare nel mondo ed insegnare a tutti quello che hanno imparato da Lui.

ASCENSIONE 20/05/12 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Dopo l’Ascensione di Gesu’ al cielo gli Apostoli sono ancora impauriti e rimangono chiusi nel cenacolo ma otto giorno dopo, il giorno di PENTECOSTE (…. 50 giorni dopo Pasqua …. ) scende su di loro lo Spirito Santo, l’aiuto che Gesù gli aveva promesso e che infonde nei loro cuori un grande coraggio e la forza di uscire fuori e proclamare a tutti quello che hanno imparato da Gesù.

PENTECOSTE 27/05/12 Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi

LA PREGHIERA CI AIUTA ...

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annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Io ti guardo Gesù fare gesti di tenerezza e di servizio.

Io ti guardo e imparo come servire Dio e servire gli uomini.

Io ti ascolto Gesù rivolgerti al Padre

per benedire il pane e il vino e spezzarlo agli uomini.

Io ti ascolto e desidero Diventare a mia volta

Pane e vino per gli altri.

Io desidero Gesù conoscerti meglio,

pregare meglio essere più unito a te e ai fratelli.

Che la tua prima parola sia buona,

Che la tua seconda parola sia vera,

Che la tua terza parola sia giusta,

Che la tua quarta parola sia generosa,

Che la tua quinta parola sia coraggiosa,

Che la tua sesta parola sia tenera,

Che la tua settima parola sia consolante,

Che la tua ottava parola sia accogliente,

Che la tua nona parola sia rispettosa,

E la tua decima parola sia saggia.

Poi taci.

Apri i nostri occhi, Signore,

perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle.

Apri le nostre orecchie, Signore,

perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso.

Apri il nostro cuore, Signore,

perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami.

Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore,

perché diventiamo un cuore solo ed un'anima sola, nel tuo nome. Amen.

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INCONTRO PER GIOVANI PER IL MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Viviloloratorio Centro Giovanile di BolgareMomento di preghiera al posto del pasto Mercoledì delle Ceneri 25 febbraio 2009

AVERE, SUCCESSO, POTERE

DIGIUNO, CARITÀ, PREGHIERA

Canto d’ingresso OPPURE: Ascoltiamo una canzone per metterci in preghiera… Un Oceano di Silenzio scorre lento senza centro né principio cosa avrei visto del mondo senza questa luce che illumina i miei pensieri neri. (Der Schmerz, der Stillstand des Lebens Lassen die Zeit zu lang erscheinen) Quanta pace trova l'anima dentro

scorre lento il tempo di altre leggi di un'altra dimensione e scendo dentro un Oceano di Silenzio sempre in calma. (Und mir scheint fast Dass eine dunkle Erinnerung mir sagt Ich hatte in fernen Zeiten Dort oben oder in Wasser gelebt) Franco Battiato, Oceano di silenzio

Nel nome del Padre…

Introduzione (lettore)

Ogni anno ritorna la Quaresima, un tempo pieno di quaranta giorni da vivere da parte dei cristiani tutti insieme come tempo di conversione, di ritorno a Dio. Sempre i cristiani devono vivere lottando contro gli idoli seducenti, sempre è il tempo favorevole ad accogliere la grazia e la misericordia del Signore, tuttavia la Chiesa – che nella sua intelligenza conosce l’incapacità della nostra umanità a vivere con forte tensione il

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cammino quotidiano verso il Regno – chiede che ci sia un tempo preciso che si stacchi dal quotidiano, un tempo “altro”, un tempo forte in cui far convergere nello sforzo di conversione la maggior parte delle energie che ciascuno possiede. E la Chiesa chiede che questo sia vissuto simultaneamente da parte di tutti i cristiani, sia cioè uno sforzo compiuto tutti insieme, in comunione e solidarietà. Sono dunque quaranta giorni per il ritorno a Dio, per il ripudio degli idoli seducenti ma alienanti, per una maggior conoscenza della misericordia infinita del Signore. (Enzo Bianchi)

Oggi, in questa preghiera, vogliamo riflettere sulle tentazioni di Gesù nel deserto. Esse sono le stesse che ogni giorno sentiamo nel nostro cuore. Contro di esse, scopriremo tre rimedi, che sono le “tre grandi parole” della Quaresima: Digiuno, Carità, Preghiera.

CONTRO LA TENTAZIONE DELL’AVERE, DEL “TUTTO E SUBITO”…

…IL DIGIUNO

Dall’Evangelo di Matteo

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane". 4 Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l`uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

Una doccia ed un caffè

esco di casa che sono le sei

e con il traffico che c'è

alle nove sarò lì da te

lo spazzolino e un po' di biancheria

che tutto il resto non ci servirà

siamo d'accordo niente nostalgia

lontani dai ricordi

questi erano gli accordi...

chi vuoi che se ne accorga mai

sparire è facile in questa città

ognuno preda dei fantasmi suoi

vite spogliate di una dignità

non si torna indietro più

è l'occasione giusta per noi due

portare il cuore via da qui

un cambio radicale

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al sangue farà bene

andare verso il sole

senza più queste catene

fame... di nuova luce e di chiarezza

fame... della bontà di una carezza

fame... un'esigenza naturale

fame... non si può vivere di solo pane

fame...

più nutrimento per la mente

fame... questo è un benessere apparente

fame...c'è chi si abbuffa e chi digiuna

fame...

si sazia solamente chi ha fortuna

dovessi ritardare un po'

non allarmarti non cambio idea

magari mi soffermerò

rapito da una fotografia

stagione che non tornerai

così capace di serenità

che grandi artisti che eravamo noi...

rischiare questa faccia

piegarsi non va bene

e presentarsi al mondo

ancora con queste catene

fame... piatti sconditi piatti vuoti

fame... questa la mensa degli idioti

fame... un minestrone i sentimenti

fame...

pensieri masticati e poi sputati

fame...

c'è ancora troppa indifferenza

fame...

discorsi privi di sostanza

fame...

il pasto dei privilegiati

fame...

gli avanzi ai cani ai vecchi e ai disperati...

un cambio radicale

al sangue farà bene

andare verso il sole

senza più queste catene

fame...

di tutto tranne che di vita

fame...

l'amore ormai si è messo a dieta

fame... come è salata la violenza

fame... è qui c'è ancora fame di speranza

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fame...

noi, no

fame... io ti riscatterò

fame...

noi, no

fame... non si può vivere di solo pane

fame...

Renato Zero, C’è fame

Possiamo ripetere ad alta voce una frase che ci ha colpito…

Preghiamo insieme:

Signore Gesù,

vivo in una società in cui il “tutto e subito”

è lo stile di vita che mi viene continuamente proposto.

Ma nel mondo

molte persone subiscono le conseguenze del mio egoismo,

del mio “avere troppo”.

Donami in questa Quaresima

la capacità di saper desiderare ed attendere,

perché ogni cosa che ho è dono del Padre tuo.

Insegnami a ringraziare.

Insegnami a non sprecare.

Insegnami a condividere.

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CONTRO LA TENTAZIONE DEL SUCCESSO, DELL’ESSERE VISTI A TUTTI I COSTI…

…LA CARITÀ

Dall’Evangelo di Matteo 5 Allora il diavolo condusse Gesù con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede".

7 Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo".

Basta poco

a fare impressione

basta poco

basta andare in televisione

che la gente

subito ti riconosce per la strada

si fa presto

a montarsi la testa

e d'altronde è questa qui

la realtà di questa vita

ci si guarda solo fuori

ci si accontenta delle impressioni

ci si fotte allegramente

come se fosse niente

darei fuoco a casa tua

se passasse il mal di dente

e intanto il mondo rotola

e il mare sempre luccica

basta poco

a fare bella figura

basta poco

basta esser buoni la domenica mattina

basta poco

per esser furbi

basta poco oh!

basta pensare che son tutti deficienti

e d'altronde è questa qua

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la realtà di questa vita

di questa bella civiltà

così nobile e così antica

e intanto il mondo rotola

e il mare sempre luccica

domani è già domenica

e forse forse nevica

basta poco

per essere intolleranti

basta poco

basta esser solo un po' ignoranti

basta poco

per non capire e scappare via

basta poco

perché ti dia fastidio uno pur che sia

e intanto il mondo rotola

e il mare sempre luccica

domani è già domenica

e forse forse NEVICA.

Vasco Rossi, Basta poco

Possiamo ripetere ad alta voce una frase che ci ha colpito…

Preghiamo insieme:

Signore Gesù,

ogni giorno la televisione mi fa vedere

che se sei davanti a una telecamera,

anche se non hai niente dentro,

trovi successo e denaro.

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Vivo in un mondo di “reality show”, di finzioni televisive

che sembrano essere la cosa più importante.

Donami la capacità di crescere

nel silenzio davanti a te,

per poter ricercare la verità dentro di me

e costruire un mondo più bello

attraverso piccoli gesti.

Donami di capire che

la mia vita ha senso perché è amata da te,

non perché è sotto i riflettori.

CONTRO LA TENTAZIONE DEL POTERE

…LA PREGHIERA

Dall’Evangelo di Matteo 8 Di nuovo il diavolo condusse Gesù con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". 10 Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto". 11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

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Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere

di gente infame, che non sa cos'è il pudore,

si credono potenti e gli va bene quello che fanno;

e tutto gli appartiene.

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!

Questo paese è devastato dal dolore...

ma non vi danno un po' di dispiacere

quei corpi in terra senza più calore?

Non cambierà, non cambierà

no cambierà, forse cambierà.

Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?

Nel fango affonda lo stivale dei maiali.

Me ne vergogno un poco, e mi fa male

vedere un uomo come un animale.

Non cambierà, non cambierà

si che cambierà, vedrai che cambierà.

Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali

che possa contemplare il cielo e i fiori,

che non si parli più di dittature

se avremo ancora un po' da vivere...

La primavera intanto tarda ad arrivare.

Franco Battiato, Povera patria

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Possiamo ripetere ad alta voce una frase che ci ha colpito…

Preghiamo insieme:

Signore Gesù,

vedo il potere incarnato nei grandi della terra,

usarlo per i loro interessi.

Ma ogni giorno, io esercito il mio

piccolo-grande potere sugli altri.

Donami di stare al mio posto,

di non usare il fratello per i miei interessi,

di rispettare l’altro, perché nel suo volto vedo Te.

Fa’ che non mi metta mai al tuo posto,

considerandomi “un Padre eterno”,

ma sappia trovare nella preghiera

la vera dimensione che mi fa essere

creatura tra le creature,

in comunione con te e con i fratelli.

Momento prolungato di silenzio e di preghiera, rimeditando i testi

Eventualmente, si può vivere qui il momento dell’imposizione delle Ceneri Il Sacerdote:

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Raccogliamoci, fratelli carissimi, in umile preghiera, davanti a Dio nostro Padre, perché faccia scendere su di noi la sua benedizione e accolga l'atto penitenziale che stiamo per compiere. Tutti si raccolgono, per alcuni istanti, in preghiera silenziosa; e il sacerdote prosegue: O Dio, che hai pietà di chi si pente e doni la tua pace a chi si converte, accogli con paterna bontà la preghiera del tuo popolo e benedici questi tuoi figli, che riceveranno l'austero simbolo delle ceneri, perché, attraverso l'itinerario spirituale della Quaresima, giungano completamente rinnovati a celebrare la Pasqua del tuo Figlio, il Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Il Sacerdote asperge con l’acqua benedetta le ceneri mentre fedeli processionalmente, si presentano al celebrante, il quale impone a ciascuno le ceneri, dicendo: Convertiti, e credi al Vangelo. Si possono raccogliere le offerte, per un intenzione caritativa della Comunità… Padre Nostro Benedizione finale Canto finale oppure silenzio

Buona Quaresima a te!

don Francesco

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INCONTRO PER FAMIGLIE PER AVVENTO

AVVENTO 2001

PARROCCHIA REGINA PACIS

CENTRI INCONTRO FAMIGLIA

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INCONTRO SULLA CARITA’ :

DEGNI DEI POVERI

“ ..I POVERI LI AVETE SEMPRE CON VOI” ( Giovanni 12 1,11)

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1 – Preghiera del Padre Nostro 2 – Lettura del testo: Vangelo secondo Giovanni 12-1.11 3 – Introduzione e Spiegazione: Nei giorni che precedono il Natale veniamo richiamati da un’atmosfera che ha qualcosa di speciale. Siamo nell’attesa” di rivivere la nascita di Gesù e nel prepararci per questo evento dobbiamo verificare il nostro cammino di fede. Un cammino che non può fare a meno di sentirci coinvolti nella Carità, nell’amore verso il prossimo, verso coloro che hanno bisogno non solo di mangiare e bere, ma che hanno bisogno di “vedere Cristo” come i Greci chiesero a Filippo nel racconto oggetto del precedente incontro. Capitalizziamo questo momento affinché la venuta di Gesù , ci faccia diventare veri pescatori di uomini. Questo incontro servirà soprattutto per chiarire il significato di solidarietà per sottolinearne l’importanza ma anche i limiti, l’incompletezza e soprattutto ci aiuterà a comprendere quale pienezza invece rivela la Carità. Il Vangelo appena ascoltato non si riferisce ad un periodo natalizio, anzi rappresenta l’imminenza della passione di Gesù, un tempo durante il quale egli lascia il suo testamento attraverso parole e gesti di incommensurabile saggezza. Tre sono i segni dai quali prenderemo spunto per la nostra riflessione: 1) PRIMO SEGNO: IL GESTO CHE COMPIE MARIA : “ Si stava facendo una grande festa per la risurrezione di Lazzaro operata da Gesù. Un ospite illustre aveva bisogno di un trattamento particolare ed ecco spuntar fuori un vasetto di nardo, un unguento molto prezioso che Maria usa per profumare Gesù, un gesto che da lì a poco egli esalterà attraverso la lavanda dei piedi. Chinarsi ai piedi di una persona lavarlo e profumarlo rappresenta il mettersi al servizio degli altri, diventando prima di tutto umili per essere in simbiosi con chi ti sta davanti e ti chiede aiuto: Solo un povero sa accogliere un altro povero !

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Chinarsi però non significa sottomissione, ma condivisione e comunione perché il Cristianesimo è sinonimo di libertà e soprattutto amore verso gli altri . Allora l’acqua, il telo con il quale asciughiamo i piedi agli altri ed il nardo con il quale profumiamo gli altri s’identificano con la nostra Chiesa che lava l’uomo e lo profuma, con l’unica sostanza, preziosa ed insostituibile: LA PAROLA DI DIO. Noi in questo avvenimento siamo chiamati ad essere testimoni veri.

In che modo?

Mettendoci al servizio degli altri, trovando momenti nella vita di tutti i giorni nei quali poter indossare il “grembiule”facendo divenire la carità non un gesto buttato là ma qualcosa di più profondo. Non possiamo associare sempre la Carità all’elemosina all’elargire soldi e basta. Il povero non ha bisogno solo di carità materiale ma ha bisogno di risvegliare il proprio torpore, il proprio smarrimento, di ritrovare la propria fede e nel soccorrerlo anche noi rafforziamo la nostra fede. La Chiesa quindi ha bisogno di noi, della nostra testimonianza, del nostro impegno disinteressato perché diventi davvero “fontana del villaggio alla quale tutti ricorrono per la loro sete “(Christifideles laici n. 27) 2)SECONDO SEGNO: L’ATTEGGIAMENTO DI GIUDA : Giuda non poteva che pensare ai soldi. Egli, zelota si era unito a Gesù come discepolo ma si aspettava un condottiero armato pronto a tutto anziché uno che andava in giro a proclamare perdono e amore. Più passava il tempo e più Gesù diveniva per lui incomprensibile tanto da indurre a consegnarlo (tradire significa soprattutto consegnare) alla legge. Giuda in questo racconto si preoccupa dei soldi per i poveri, forse perché voleva impadronirsene ma soprattutto egli non comprende chi fosse veramente Gesù che lo avrebbe messo in condizione di amare gli altri in un modo vero, non in un modo solo materiale E’ importante anche per noi capire questo concetto, perché Cristo è venuto tra noi non per insegnarci la filantropia ma a salvarci e vuole anzitutto da noi che non lo confondiamo con un qualsiasi benefattore. Oggi è assolutamente necessario capire chi è questo uomo per noi e la nostra vita.

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3) TERZO SEGNO: …..”I POVERI LI AVETE SEMPRE CON VOI” Gesù con questa affermazione ci spiazza ancora una volta. Per noi che nella vita siamo abituati a lavorare per raggiungere traguardi, noi che ci accapigliamo sulla globalizzazione, che discutiamo sulla remissione del debito dei paesi poveri, di fronte a questa affermazione restiamo disorientati perché dentro la nostra vita fatta solo di cose materiali , “staccare l’assegno” rappresenta per noi l’unica strada percorribile per eliminare la povertà, ma così facendo perdiamo il senso delle parole di Gesù , proprio come fece Giuda. Allora il fatto che i poveri li avremo sempre con noi ci mette tristezza invece di essere per noi una buona notizia. E’ per noi un controsenso difficile da accettare incomprensibile come lo fu per Giuda. Dobbiamo però diventare “degni dei poveri”, assumerli come maestri, uscendo dal concetto sbagliato sul solo rapporto di necessità: c’è chi ha bisogno dei poveri per sentirsi vivo e utile, ma qui il povero diventa sfruttato. Se con il povero s’instaura un rapporto di “bisogno” per cui lui ha bisogno ed io rispondo al suo bisogno, perché altrimenti non sono “colui che aiuta il povero” ecco allora che non operiamo per la sua liberazione ma lo manteniamo in un rapporto di illibertà. Allora sorge un dilemma: noi serviamo i poveri o ci serviamo dei poveri? Qui è utile comprendere la limitatezza della solidarietà, giusta ma incompleta perché senza Cristo e la metamorfosi che con lui divents Carità non è altro che una “ lavatrice” della nostra coscienza: Ci serviamo dei poveri più che servirli !!. Allora siamo chiamati a dirigerci verso la Carità che impone però un esodo ben preciso iniziare cioè un cammino che ci fa entrare nella vita in Cristo, così nell’incontro con il povero egli diventa “sacramento del Cristo” e per noi una ricchezza relazionale: mi lascio toccare e coinvolgere dalla sua povertà, mi lascio cioè convertire. Ecco allora , se ogni volta che ci rivolgiamo ai poveri , non passiamo per Cristo ogni nostro gesto risulterà ambiguo, di parte, vuoto , limitato e poco significativo per Dio perché orfano dell’amore vero e perché non provoca in noi la conversione che significa .. non accontentarsi di una vita mediocre, di una religiosità superficiale.. ma tenere alto il tono della nostra vita cristiana. (Giovanni Paolo II) Con la preghiera conclusiva invochiamo la Vergine Maria perché Ella è maestra straordinaria del servizio verso gli altri: << Eccomi, sono la serva del Signore>> (Luca 1.38).

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Chiediamo a Lei che ci doni un pezzo del suo grembiule, che dall’asciugatoio ritagli un pezzo per noi perché possiamo diventare veramente “degni dei poveri”

Ave Maria..

RIFLESSIONE

Cosa ho fatto per meritare di aprire gli occhi questa mattina, rispetto a tante persone che non hanno potuto

farlo perchè la morte li ha sorpresi nel sonno? E per meritare un letto, delle lenzuola, un cuscino, cosa ho

fatto? E per la casa che ho, chi devo ringraziare?

Quale merito ho per aver potuto aprire un rubinetto ed essermi potuto lavare con acqua fresca ed abbondante,

quando la siccità distrugge raccolti e vite umane? E dello spazzolino, del

dentifricio, del dopobarba, del pettine, dell'asciugacapelli, cosa dire?

E cosa ho fatto per meritare dei pantaloni ed una

camicia stirati a puntino, una giacca ed una cravatta, quando ci sono migliaia di barboni avvolti in luride

stoffe?

Devo pur ringraziare qualcuno, se ogni mattina entro nelle stanze dei miei figli e posso salutarli uno ad

uno... E chi sono io per aver meritato dei figli, quando ci sono milioni di persone che non possono

averne o che li hanno persi prematuramente?

E cosa dire del poter baciare una donna la mattina prima di recarmi al lavoro e del poterla ritrovare al

mio rientro? Cosa ho fatto in più rispetto a tutti quelli che sentono la mancanza di una compagna della

propria vita?

E della possibilità di avere le gambe per recarmi al lavoro? E' forse scontato che tutti abbiano le gambe?

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Se è scontato... perchè vengono abbattutte tante barriere architettoniche? Evidentemente... non tutti

le hanno! E perchè io sì? Devo allora ringraziare qualcuno?

...per recarmi al lavoro, dicevo.

Tutti hanno un lavoro? No! Io, invece, sì... Grazie, per avere un lavoro!

E tutti quelli che hanno un lavoro, sono soddisfatti? No! Io, invece, sì!

Grazie, per avere un lavoro che mi soddisfa!

Come faccio a guardare tutto ciò che è attorno a me? Toh! Mi accorgo di avere degli occhi! E se non li

avessi? Quante persone vorrebbero vedere ciò che i miei occhi vedono... Già! Per me è normale vedere...

esattamente come per migliaia di persone è normale non poter vedere più o non aver mai visto!

Grazie per la vista!

E se vedessi, ma non avessi le mani? Come potrei digitare in questo momento? Tutti hanno le mani? Non

mi risulta... Grazie per le mani che mi hai donato!

Grazie per la memoria che ho...

Grazie per quel poco di intelligenza che mi ritrovo...

Basta! Non potrei mai finire completamente questa riflessione se volessi continuare...

Israele cantava il "Dajenù", che vuol dire "Questo ci

sarebbe bastato!" Dajenù, Signore!

Se tu mi avessi dato una moglie e non mi avessi dato dei figli... DAJENU', questo mi sarebbe bastato.

Se tu mi avessi dato dei figli, ma non fossero stati tutti perfettamente sani... DAJENU', questo mi sarebbe

bastato. Se tu mi avessi dato dei figli sani e non mi avessi

dato un lavoro... DAJENU', questo mi sarebbe bastato. Se tu mi avessi dato un lavoro e questo non mi avesse

gratificato... DAJENU', questo mi sarebbe bastato. Se tu mi avessi dato un lavoro gratificante ma poco remunerato, DAJENU', questo mi sarebbe bastato...

Ringraziamo il Signore che suscita sentimenti di gratitudine per Lui in tante

persone. Non tutti riusciamo ad esprimerli in maniera così bella , ma cerchiamo di

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farli nostri in periodi come questi che ci accingiamo a vivere. L’Avvento ed il Santo Natale.

Grazie Signore per questo giorno di vita che ci dai dato ancora .

VEGLIA DI PREGHIERA PER FAMIGLIE

Il segno dei segni: la carità

1 - La Parola

Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”.

Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con

tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo

spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre

dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.

Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.

Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”.

Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

Luca 10,25-37

Prossimo: una parola che nell’Antico Testamento aveva un significato piuttosto limitato. Voleva dire “connazionale”, membro del popolo di Dio.

Il comandamento di Dio “Amerai il prossimo tuo” era un concetto letto in modo piuttosto ristretto: si riferiva solo all’ebreo o si limitava addirittura a chi apparteneva al proprio gruppo religioso nell’ambito dell’ebraismo.

Gli altri venivano dopo, non erano il prossimo. Gesù utilizza una parabola per spiegare il vero significato di questa parola.

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L’ambientazione creata da Gesù è molto precisa: ci troviamo lungo la strada, lunga 25 chilometri, che va da Gerusalemme all’oasi dove sorge la città di Gerico. Attorno c’è solo deserto: sassi e sabbia, un luogo ideale per un agguato.

Le prime persone che passano avrebbero dovuto fermarsi: il primo era un sacerdote che aveva terminato, o andava ad iniziare la settimana di servizio al Tempio di Gerusalemme. La stessa cosa possiamo ipotizzare del levita. Anche lui era una persona direttamente impegnata nel culto a Dio, pur avendo mansioni inferiori a quelle del sacerdote.

Da queste persone non potevamo che aspettarci un gesto di carità. Invece niente. Agiscono in modo diverso rispetto a ciò che insegnano e a ciò che rappresentano. Hanno

un’immagine di Dio, confezionata da loro stessi, che è solo esteriorità e niente sostanza. Solo spiritualismo fine a se stesso e basta. Amare Dio nel prossimo è, per loro, una frase da insegnare ma non da praticare.

Forse sanno tutto di Dio, ma non hanno capito nulla di lui. Così anche il Dottore della legge, che interroga Gesù, cita questa a memoria, dimostrandone una grande conoscenza, ma anche una limitata comprensione del vero senso.

Si ferma un samaritano. Una persona appartenente ad un popolo disprezzato dagli ebrei a causa della

loro divisione dalla religione giudaica. Samaritano voleva dire eretico perché in Samaria si era rinnegato il vero Dio per costruirsi un nuovo culto.

Il Samaritano, pur non conoscendo le autentiche verità di fede, agisce con carità perfetta: Vede ed ha compassione: gli occhi sono collegati con il cuore. Sa soffrire con chi soffre. Forse

anche lui in passato era stato aggredito, quindi capisce cosa significa. Immagina anche i familiari, la moglie ed i figli in pena perché non lo vedevano tornare.

Si fa vicino: è lui che provvede, in prima persona.

Fascia le ferite e versa sopra olio e vino: cerca di rimediare alle necessità immediate di chi chiede aiuto e lo fa davvero con cura, come descritto dall’evangelista Luca.

Lo carica sul suo giumento: mette le sue risorse a disposizione di chi ne ha bisogno, rinunciando ad una sua comodità, facendosi da parte per accogliere il più debole.

Lo porta ad una locanda e si ferma per prendersi cura di lui per tutta la notte. C’è una necessità più urgente alla quale non si sottrae, così il suo programma della giornata è cambiato, anche questa è una sicurezza di vita a cui rinuncia: non si considera padrone del suo tempo.

La mattina, quando deve proprio andare via, non si dà ancora pace: lo affida all’albergatore. Riesce a suscitare la carità anche negli altri, sapendo che dando l’esempio si costruisce un mondo a misura d’uomo dove tutti cooperano per il bene comune.

Si preoccupa ancora che le cure dell’albergatore siano sufficienti per l’uomo ferito. Fino a quando l’uomo ferito non sarà guarito, il samaritano continua ad interessarsi a lui, senza “scaricarlo” ad un locandiere sia pur generoso.

Gesù spiega i passi da compiere per essere veramente prossimo di qualcuno. E’ un cammino certamente arduo che però il samaritano ha già percorso tutto fino a vivere

totalmente di carità, consapevole di essere stato messo al mondo per amare e per servire. E’ una persona libera, libera da se stesso.

Il Samaritano ha camminato molto sulla via della virtù. L’altezza dove è arrivato ci sembra irraggiungibile. Eppure questa è la strada che indica Gesù a noi e alla nostra famiglia.

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2 - Sul modello di Gesù

Gesù nasce povero, in una famiglia costretta ad emigrare:

... lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

Luca 2,7

Non cerca il potere e neppure la ricchezza materiale pur avendo la possibilità di averli: ...[Gesù] dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò

e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede”. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo”.

Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”.

Matteo 4,2-10 “...ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che

serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”.

Luca 22,26-27

Vive nell’umiltà e nella povertà, si serve delle cose nella misura in cui gli sono davvero necessarie:

“Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”.

Luca 9,58

Invita ad uno stile di vita sobrio e caritatevole, confidando nell’aiuto di Dio e donando ciò che si ha a chi ha bisogno, mettendosi al servizio del prossimo.

“Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.

Matteo 19,21

...non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete;

...guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?

...chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?

...di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Matteo 7

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Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.

Giovanni 13,10-16

Gesù, prima di iniziare la vita pubblica, vive del lavoro. Si avvicina al prossimo con carità,

comprensione, perdono. E lo fa con chiunque, a qualunque religione, etnia, ceto sociale appartenga. Il suo modo di avvicinare le persone crea stupore.

La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da

varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. Matteo 4,24

Gesù dà la sua vita nell’obbedienza al Padre.

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei

amici, se farete ciò che io vi comando.

Giovanni 15

La povertà di Gesù non è nullità. Non ha potere ma ha autorevolezza. Gesù si svuota delle cose terrene: ricchezze, potere, privilegi... per avere la pienezza delle ricchezze soprannaturali. Gesù infatti è il Messia (Gv 4), il Pane di vita (Gv 6), la Luce del mondo (Gv 9), il Buon Pastore (Gv 10), Maestro e Signore (Gv 13), Via, verità e vita (Gv 14).

3 – Nel cuore del segno

Una lettura affrettata della Parola ci fa pensare che Gesù invita ad imitarlo, ma poi ci presenta se stesso come un modello di vita che non possiamo raggiungere.

Non è precisamente così. Gesù ci dice di rimanere in comunione con lui per dare modo allo Spirito di plasmarci dal di dentro,

fino a renderci a sua immagine. Non sono soltanto le opere che facciamo a renderci simili a Gesù, ma è l’amore che abbiamo per il

Signore e per i fratelli che ci assimila a lui come l’amato si assimila con l’amata in uno scambio d’amore.

Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Giovanni 15,9-10

Solo uniti a Cristo possiamo essere come lui donatori di vita, per dare, alla nostra famiglia e al

mondo, noi stessi come strumento di salvezza. Non possiamo diventare persone veramente generose senza chiedere a Dio di diventare tali, senza

contare sul suo aiuto che moltiplica le nostre piccole forze.

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...se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.

2Corinzi 5,17

Un atteggiamento religioso - che può essere concretamente un impegno di catechesi o la frequenza di un gruppo di spiritualità, di formazione – se è totalmente vuoto di opere e di carità ci rende ipocriti e falsi.

La fede non basta senza un cambiamento di vita che ci assimila a Gesù. Non basta senza le opere, ma Gesù ci dimostra che anche le opere devono essere compiute con il cuore veramente assimilato al suo:

Diceva loro mentre insegnava: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare

in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna, più grave”.

E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.

Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

Marco 12,41-44

Nella “sala del tesoro” del Tempio vi erano 13 cassette. Là si consegnava l’offerta ad un sacerdote, il quale controllava la validità delle monete e ne diceva ad alta voce il valore.

Come avviene anche oggi, c’era chi trovava l’occasione per mettersi in mostra, per ostentare ricchezza e falsa generosità.

Gesù osserva che, dove non c’è addirittura ipocrisia, c’è comunque un dono senza valore perché si lascia agli altri solo il superfluo.

Il dono della vedova va oltre il dovuto. La donna poteva dare un solo spicciolo e la sua offerta sarebbe stata ugualmente valida. Invece ne vuole dare due. E’ facile immaginarsi questa donna che si fa largo tra la folla con passo deciso senza guardare nessuno, solo con la propria idea in testa: voglio fare questa offerta. Il suo dono è gratuito. Non può fare, infatti, calcoli su quello che avrà in futuro.

E’ una vedova, è quindi una persona già provata duramente dalla vita. Senza più il marito deve vivere della generosità degli altri.

Aveva già dato tanto, eppure vuole dare ancora. La carità, infatti, va oltre il dovuto, altrimenti rientreremmo solo nella giustizia. Ma la carità, per

essere tale, deve andare oltre la giustizia. Gesù vede il cuore, capisce che la donna avrebbe dato, al di là dell’offerta in denaro, la sua stessa

vita per il Signore e per gli altri senza trattenere nulla per sé.

Lasciare

La parola del titoletto ci appassiona poco. Piuttosto preferiamo l’espressione “prendere”. Non per caso “gratis” è una parola usata come specchietto per le allodole per attirare la nostra

attenzione. Il Giubileo ci invita a lasciare tutto ciò che non ci serve e che ci allontana da Dio perché rischia di

sostituirsi a lui fino a diventare un idolo.

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A volte il benessere indurisce ancora di più, più si ha, più si fa fatica a lasciare le comodità e le abitudini. Più si va in alto nella scala sociale, e più si rischia di perdere spontaneità e immediatezza.

Occorre vigilare su se stessi perché una chiamata a maggiori responsabilità vuol dire, per noi cristiani, un maggiore impegno e servizio per gli altri.

Ti ringraziamo Signore per tutto ciò che hai dato e per tutto ciò che hai tolto alla nostra famiglia. Solo quando ci hai tolto la salute abbiamo apprezzato il dono dello stare bene. Sono morti i nonni, grazie per averceli dati fino ad ora. Hai permesso che a noi due mancassero l’apprezzamento e la stima sul posto di lavoro, così ora

comprenderemo chi si sente deprezzato o emarginato. Ogni dolore ricevuto è infatti una ricchezza che ora ci aiuta ad ascoltare meglio gli altri, a capire il

cuore di chi soffre, perché anche noi abbiamo pianto e vegliato per la loro stessa ragione. Grazie per tutto ciò che ogni giorno ci permetti di lasciare. Sappiamo che è l’unico modo per rivestirci

di te, unico bene, sommo bene e tesoro della nostra famiglia.

Michele e Giusy

Senza prevaricare

Se non è la ricchezza materiale a tentarci, anche perché non è da tutti raggiungerla, è facile mettersi

alla ricerca del potere. Il potere, inteso come dominio e prevaricazione sugli altri, può diventare un idolo, un falso dio. Se la cultura di oggi invita le famiglie ad avere tanti beni materiali, non è da meno nell’invitarci a

raggiungere il potere, ad essere arrivisti, a vivere nella competizione prevaricando prima di essere prevaricati.

In tante occasioni adoriamo l’idolo del potere: - in famiglia quando guardiamo solo noi stessi pensando che tutto ci sia dovuto; - sul posto di lavoro – sia esso direttivo o esecutivo - quando approfittiamo dei nostri compiti o non rispettiamo i diritti degli altri; - per la strada, quando pensiamo che solo la nostra automobile debba passare o essere lasciata ovunque, ecc;

Così siamo veramente lontani dal progetto di Dio su di noi che ci vorrebbe dono per gli altri. Il Signore ci vorrebbe capaci di prenderci carico soprattutto delle persone deboli, collaborando e mettendo in comune risorse e capacità.

La famiglia e il segno dei segni

La famiglia è il luogo dove si inizia a vivere la carità. Ma è anche, a causa della nostra debolezza,

quello in cui spesso non siamo generosi. In questo modo facciamo soffrire di più chi, proprio in famiglia, più che altrove, cerca riposo,

ascolto, comprensione, aiuto, incoraggiamento, serenità, ottimismo, guida, ... Siamo stati amati dal nostro sposo/dalla nostra sposa proprio per queste virtù che abbiamo

dimostrato verso di lui/verso di lei. La stanchezza, lo stress, l’egoismo non devono mai far venire meno questi nostri concreti segni d’amore verso chi ha affidato la sua vita nelle nostre mani perché fosse custodita e amata.

Il mondo ha bisogno del vostro amore, sposi.

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Permettetemi di bussare alla porta della vostra casa e di chiedervelo. C’è troppo poco amore nel mondo. Scusatemi se busso alla vostra porta perché so che da voi l’amore

c’è ed è anche in abbondanza. E’ cosi in abbondanza perché è l’amore di Gesù. Abbiate la bontà di darlo in giro: gli altri hanno bisogno di voi, per favore non tenetelo per voi e ancora

scusate. Charles Girenne

Educare alla carità

Si educa al valore della carità attraverso l’esempio, questo è chiaro. Tuttavia per educare veramente

non ci si deve sacrificare per i figli in modo tale da far credere loro che tutto sia dovuto e che, essendo noi i genitori, abbiamo il dovere di servirli.

L’educazione deve piuttosto mostrare atteggiamenti di disponibilità e, nello stesso tempo, suscitare una mentalità di collaborazione e di aiuto reciproco, superando anche l’idea del “dovere” per entrare nella dimensione della gratuità e della volontà.

I bambini imparano dagli adulti il rapporto con le persone al di fuori della famiglia, da loro apprendono la timidezza o la cordialità, l’apertura o la chiusura, la verità e spontaneità o la falsità e l’apparenza, la generosità gratuita che non chiede nulla in cambio o il principio che, purtroppo, regola molte relazioni umane del “do ut des”.

Cerchiamo anche di imparare noi stessi dai bambini le virtù che a noi mancano per vivere veramente nella carità verso il prossimo.

4 - Per riflettere e pregare

NELLA NOSTRA FAMIGLIA - Meditando sulla parabola del buon samaritano, qual è il modo di vivere la carità tra quelli elencati da cui ci sentiamo più lontani? - Come vivere in famiglia l’esempio di Gesù povero? - Quali sono le nostre sofferenze, passate o attuali, che possiamo trasformare in dono per gli altri?

IL PROPOSITO

La cucina è un po’ il cuore della famiglia. Possiamo cominciare da qui per vivere nella carità. Se l’”esercizio” funziona, possiamo passare alle altre stanze.

- abituiamoci a non sprecare niente, - non si butta la roba da mangiare, - non lasciamo che scada, - mangiamo ciò che ci viene posto davanti - impegnamoci a rendere i pasti come un momento di armonia e comunione familiare, - ascoltiamo e offriamo molto di noi stessi nel dialogo, - evitiamo discorsi che possano far male a qualcuno: maldicenza, calunnia, - alziamoci per primi per i lavori di casa, - creiamo un clima di serena e matura collaborazione in cui tutti si aiutano

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- ... ...

LA PREGHIERA

Questo mese preghiamo con l’inno alla carità preso dalla Lettera di San Paolo ai Corinzi (capitoli 12 e 13). L’Apostolo mostra come ci siano tanti carismi, tanti doni di Dio, nella Chiesa.

Alcuni... Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Ma non importa quante cose si sanno fare, c’è qualcosa di più grande, dice San Paolo:

Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.

Attenzione a non sprecare la nostra vita con cose sacrosante ma inutili se fini a se stesse:

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

Ed ecco finalmente la perfezione, ecco il segno dei segni:

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.

...queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

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INCONTRO PER FAMIGLIE

Pregare insieme in famiglia

L’inno all’amore..

4° Settimana

A cura della CommiA cura della CommiA cura della CommiA cura della Commissssssssione per la Pastorale famigliare della dioione per la Pastorale famigliare della dioione per la Pastorale famigliare della dioione per la Pastorale famigliare della diocesi cesi cesi cesi di di di di AcquiAcquiAcquiAcqui

Schema della preghiera

Prepariamo l’ambiente togliendo ogni distrazione. Prepariamo il cuore con un istante di silenzio.

Tutti: Nel nome del Padre, del Figlio….. Mamma: Padre nostro,Tu che sei l’amore

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Tutti: Insegnaci ad amare come Te. Mamma: Gesù che hai dato la vita per noi Tutti: Aiutaci ad amare come te. Mamma Spirito santo che sei l’Amore Tutti Colmaci della vera carità Uno: Legge la parola del Signore del giorno

Si legge a voce alta l’impegno proposto Alternandosi Si legge la preghiera dell’ultima pagina.

Domenica: « ..Più grande del sapere su Dio e gli angeli.» Se parlo le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli,ma non ho amore, sono un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a vuoto. (1 Cor 13,1) IMPEGNO:Ciascuno compia in casa un gesto di umiltà

Lunedì: « .. Scienza e fede senza amore son nulla » Se ho il dono d'essere profeta e di conoscere tutti i misteri, se possiedo tutta la scienza e anche una fede da smuovere i monti, ma non ho amore, io non sono niente. (1 Cor 13,2)

IMPEGNO: Ci impegniamo a chiedere scusa quando sbagliamo

Martedì: « Generosità e dedizione senza amore non valgono » Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo alle fiamme, ma non ho amore,non mi serve a nulla. (1 Cor 13,3)

IMPEGNO: In casa facciamo a gara per fare ,con amore, un servizio al posto di qualcun altro.

Mercoledì: « Pazienza e generosità, umiltà» Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso non si vanta non si gonfia di orgoglio. (1 Cor 13,4)

IMPEGNO: Ci impegniamo a non sbuffare. Giovedì: «… Amare è giustizia e verità » Chi ama è rispettoso non cerca il proprio interesse non cede alla collera dimentica i torti. Chi ama non gode dell'ingiustizia, la verità è la sua gioia. (1 Cor 13,5 - 6)

IMPEGNO: Diamo la precedenza agli altri in qualche piccola cosa. Venerdì: « ..L’amore con dimensioni infinite» Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta mai perde la speranza..( 1 Cor 13,7) IMPEGNO: Ci impegniamo a non lamentarci ed evidenziare ciò che è bello negli altri dicendo <bravo..>

Sabato: « Lui mi ama per primo. Mi chiede di riamare i frat elli» Ecco dunque le tre cose che contano: fede, speranza, amore.

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Ma più grande di tutte è l'amore. ( 1 Cor 13,13)

IMPEGNO: Ci impegniamo a trovare un gesto comune di amore.

Aiutaci, Signore a non accontentarci del minimo. Donaci l’entusiasmo

di cercare sempre il massimo. Nell’Amore!!

ROSARIO

ROSARIO di DIO CARITA’ (dalla lettera enciclica “Deus caritas est”

di Papa Benedetto XVI)

Premessa

* La preghiera introduttiva alla contemplazione di ciascuna delle quattro serie di misteri, rivolta alla Madonna, è semplicemente dispositiva; per opportunità di tempo e secondo la disponibilità delle persone oranti potrebbe essere anche omessa e non toglierebbe nulla al pregare:

* I testi-commenti ai misteri, tratti dall'enciclica, non sono virgolettati in quanto, a volte, sono un accostamento di espressioni della stessa enciclica, anche se queste non si trovano nel testo originale nella disposizione in cui sono riportate.

* Le varie monizioni, che introducono le formule oranti usuali del Padre nostro, dell'Ave Maria, del Gloria al Padre, vorrebbero essere in funzione di richiamare qualche scheggia o goccia di teologia, contenuta nell'enciclica, riferita alle Tre divine Persone e alla Madre di Dio.

* Le clausole al nome di Gesù, baricentro dell'Ave Maria, già proposte dal Servo di Dio Paolo VI e rilanciate ultimamente, come “uso lodevole, specie nella recita pubblica” (RBVM n.33), anche dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, nel presente sussidio sono 50 espressioni, raccolte dall'Enciclica e riprese tali e quali nelle quattro serie di misteri, che ne riassumono, in una certa qual maniera, la visione cristologica; come si potrà osservare, non sono quelle che danno l'accento al nome di Gesù e non evocano il mistero che si sta meditando (cfr RBVM n.33), ma danno rilievo alla Persona di Cristo, specialmente nel suo essere, in quanto Dio, Carità.

* Le orazioni, poste alla conclusione di ogni mistero e tratte dall’ Enciclica, non sono strettamente rapportate al precedente mistero ma indirettamente sì in quanto ogni mistero di Cristo è un segno e un dono della divina Carità; infatti ancora il Servo di Dio Giovanni Paolo II dice: “si avrà cura che ciascun mistero si concluda con una preghiera volta ad ottenere i frutti specifici della meditazione di quel mistero” (RBVM n.35). Come si può vedere, ogni orazione è composta di due parti: una fissa che richiamala grazia del mistero senza specificarla, e l’altra variata che riprende alcune espressioni dell’Enciclica che riguardano la vita di carità.

* Tutto questo “in più” rispetto alla recita usuale del rosario può essere saltato o eventualmente utilizzato in una preghiera che vuole accentuare la dimensione contemplativa, tipica della preghiera rosariale e per chi non ha premura di “dire” e di finire presto il rosario per sentirsi soddisfatto di aver

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adempiuto ad un impegno di pietà; i vari elementi possono essere adoperati tutti insieme oppure scegliendone, di volta in volta, uno a seconda di ciò a cui si ritiene di voler dare maggior rilievo.

MISTERI della GIOIA Maria SS.,

verso i misteri della gioia del tuo Figlio e di te

guida il nostro cuore e aiutaci ad aprire la nostra vita.

Tu, nel Magnificat, hai espresso il programma della tua vita:

non mettere te stessa al centro,

ma fare spazio a Dio

incontrato nella preghiera e nel servizio al prossimo.

Tu sei grande perché

non hai voluto rendere grande te stessa ma Dio

per la sua chiamata;

Tu sei umile perché

non hai voluto essere nient'altro che l'ancella del Signore,

mettendoti a piena disposizione delle iniziative di Dio,

e accettando di essere trascurata

nel periodo della vita pubblica di Gesù

mentre il tuo Figlio andava fondando una nuova famiglia di credenti.

Aiutaci a far diventare buono il mondo

con la nostra umiltà, disponibilità, usabilità e adattabilità

come persone di fede e di carità (cfr 41).

Amen.

PRIMO MISTERO della GIOIA: Contempliamo la chiamata di Maria a diventare la Madre del Messia Salvatore che ne determina la fisionomia di tutta la sua vita.

Dall'enciclica “Dio è carità”: L’amore di Dio è un amore elettivo (n.9).“Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto”: con queste parole ci è offerta per così dire una formula sintetica dell’esistenza cristiana; così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita (n.1). L’amore di Dio per noi è questione fondamentale per la vita e pone domande decisive su chi è Dio e su chi siamo noi (n.2).

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• Preghiamo Dio Padre, mosso dall'amore (n. 19), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, pienamente disponibile alle iniziative di Dio (n.41), perché tanti giovani si lascino scegliere da Dio per il servizio del Vangelo e dell'uomo e facciano dell'amore la propria regola di vita e il programma del loro impegno-servizio nel mondo (cfr n. 9): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. presente nella sua Parola (n.17)

2. presente nei Sacramenti (n.17)

3. presente nell’Eucaristia (n.17)

4. presente nella liturgia della Chiesa (n.17)

5. presente nella preghiera dei fedeli riuniti insieme (cfr n.17)

6. presente nella comunità vera dei credenti (n.17)

7. presente nel nostro quotidiano (n.17)

8. presente negli uomini nei quali può trasparire (n.17)

9. presente nei bisognosi (cfr n.15)

10. presente nel cristiano con il conforto del suo Spirito (n.37)

• A Dio, Trino e Uno, amore elettivo (n.9), cantiamo/diciamo la nostra lode: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

crediamo al Dio incarnato Gesù di Nazaret

e lo accogliamo nella nostra vita di ogni giorno

per avere la vita eterna (cfr n.1).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

SECONDO MISTERO della GIOIA: Contempliamo la visita che Maria, per un amore che previene e va incontro a chi è o può avere bisogno, fa alla cugina Elisabetta, incinta del Precursore di Cristo.

Dall'enciclica “Dio è carità”: L’esperienza dell’amore diventa veramente scoperta dell’altro, cura dell’altro e per l’altro, superando il carattere egoistico; non cerca più se stesso, ma il bene dell’amato ed è pronto al sacrificio (n.6). Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10), l’amore adesso non è più solo un “comandamento”, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro (n.1). Chi vuole donare amore e, a partire da Dio, essere a disposizione del suo popolo, deve egli stesso riceverlo

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in dono (cfr n.7). Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama (n. 18). In fondo l’amore è un’unica realtà, seppur con diverse dimensioni (n.8) e l'agape trasmette il dono ricevuto (n.7).

• Preghiamo Dio Padre, cuore che, in Gesù, vede dove c'è bisogno di amore e agisce (n. 31), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, impegnata in un servizio di carità (n.41), perché il nostro amore non sia mai eros, “mondano”, ma “agape” espressione dell'amore fondato sulla fede e da essa plasmato (cfr

n.7), e ogni bisogno sia riconosciuto come esigente il nostro impegno pratico qui ed ora (cfr n. 15): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. inviato del Padre per redimere il mondo (n. 19)

2. donato per rialzare l’uomo e salvarlo (n.12)

3. umiltà radicale, messosi all’ultimo posto del mondo (n.33)

4. inseguitore dell’umanità sofferente e perduta (n.9)

5. pastore in cerca della pecorella smarrita (n.12)

6. amico di tutti al di là di ogni apparenza esteriore (cfr n.18)

7. vicino all’uomo fin nella morte (n.9)

8. luce unica che rischiara sempre un mondo buio (n.39)

9. una sola cosa inseparabile con la Chiesa (cfr 33)

10. guida della Chiesa (n.17)

• A Dio, Trino e Uno, che apre l'animo agli altri (cfr n. 30), cantiamo/diciamo la nostra lode: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontrarci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

il tuo modo di amare, rivelato e comunicato dal tuo Figlio Gesù,

divenga la misura del nostro amore umano (cfr n. 11).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

TERZO MISTERO della GIOIA: Contempliamo: la nascita di Gesù perché ogni uomo e donna possa incontrarsi personalmente con Dio.

Dall'enciclica “Dio è carità”: All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla v n.ita un nuovo orizzonte e con ciò

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la direzione decisiva. L’avvenimento è questo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui…abbia la vita eterna (Gv 3,16) (n.1).

• Preghiamo Dio Padre, fatto visibile in Gesù (n. 17), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, Madre della Parola incarnata (n.41), perché le domande su chi è Dio e chi siamo noi ci accompagnino lungo la vita e siano decisive per la nostra parabola esistenziale, tutta incentrata sulla fede che Dio è amore e ci ama (cfr n. 2): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. amore che precede e previene (n.1)

2. amore elettivo (n.9)

3. amore divino reso visibile (n.17)

4. amore nella sua forma più radicale (n.12)

5. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

6. dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (n.7)

7. sorgente della bontà (n. 42) e dono di amore (n.1)

8. sorgente prima e originaria dell’amore (n.7)

9. forza propulsiva d’amore (cfr n.33)

10. nutrimento dell’amore e del servizio cristiano (cfr n.33)

• A Dio, Trino e Uno, unico vero Dio (n.9), cantiamo/diciamo la nostra lode: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero contemplato,

riconosciamo in te e nel tuo Figlio Gesù

il centro della fede cristiana

e il senso pieno della nostra esistenza di figli tuoi (cfr n.1).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUARTO MISTERO della GIOIA: Contempliamo la presentazione di Gesù al tempio da parte di Maria e di Giuseppe per adempiere alla Legge della consacrazione rituale di ogni primogenito al Signore, segno che tutto viene da Dio, appartiene e ritorna a Lui.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Il modo di amare di Dio, nel suo agire imprevedibile e in certo senso inaudito (n.12), diventa la misura dell'amore umano (n.11). Nel culto stesso [ ] è contenuto l'essere amati e l'amare a propria volta gli altri. Un'Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in

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se stesa frammentata. [ ] L'amore può essere “comandato” perché prima è donato (n.14). L'amore non è mai “concluso” e completato; si trasforma nel corso della vita, matura e proprio per questo rimane fedele (n. 17).

• Preghiamo Dio Padre, amore che viene incontro (cfr n. 1), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, spazio tutto di Dio e per Dio (n.41), perchè l'essere consacrati al Signore comporti una vita vissuta nella logica dell'amore riconoscente, gratuito, inesauribile come è quello di Dio che riceviamo per trasmetterlo perchè chiunque ha bisogno è il nostro prossimo (cfr n.14.15.17): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio incarnato (n.14), fatto uomo (n.9), e visibile (n.17)

2. immagine del Padre (n.17)

3. segno visibile dell’abbassamento di Dio verso di noi (n.13)

4. identificato con i bisognosi (n.15)

5. chicco di grano che cade nella terra (n.6)

6. chicco di grano che muore per portare molto frutto (n.6)

7. datore di se stesso nel pane e nel vino (n.13)

8. coinvolgente nel suo atto oblativo (n.13)

9. attrazione di tutti gli uomini (n.14)

10. luogo dell’incontro con Dio (n.15)

• A Dio, Trino e Uno, creatore del cielo e della terra (n.9), cantiamo/diciamo la nostra lode: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

nel nostro vivere quotidiano

non separiamo mai i due precetti dell’amore a te e al prossimo (cfr n.1).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUINTO MISTERO della GIOIA: Contempliamo il ritrovamento e la presenza volontaria di Gesù nel tempio fra i dottori mentre li ascolta e pone loro domande per aprirli alla pienezza della verità e della loro ricerca e sapienza.

Dall'enciclica “Dio è carità”: La fede ha la sua specifica natura di incontro con il Dio vivente – un incontro che ci apre nuovi orizzonti molto al di là dell'ambito proprio della ragione. Ma al contempo essa è una forza purificatrice per la ragione stessa. Partendo dalla prospettiva di Dio, la libera dai suoi

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accecamenti e perciò l'aiuta ad essere meglio se stessa. La fede permette alla ragione di svolgere in modo migliore il suo compito e di vedere meglio ciò che le è proprio (n.28).

• Preghiamo Dio Padre, essenziale felicità dell'uomo (n. 9), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, cooperatrice alla salvezza del mondo (n.41), perché la giustizia sia sempre intrinsecamente lo scopo, la misura e il traguardo di ogni politica (cfr n.28): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio per tutti gli uomini (n.9)

2. curvato a lavare i piedi dei discepoli (n.19)

3. centro della fede cristiana (n.1)

4. immagine dell’uomo nuovo (cfr n.1)

5. Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte (n.1)

6. felicità dell’uomo (cfr n. 9)

7. nuova manna e vero cibo dell’uomo (n.13)

8. fiume di acqua viva (n.19)

9. coinvolgente nella dinamica della sua donazione (n.13)

10. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

• A Dio, Trino e Uno, Dio di tutti gli uomini (n.9), cantiamo/diciamo la nostra lode: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

stiamo nel tuo amore e dimoriamo in Te

affinché tu possa dimorare in noi (cfr n.1).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

MISTERI della LUCE

Santa Maria, Madre di Dio,

verso i misteri della luce del tuo Figlio e di te

guida il nostro cuore e aiutaci ad aprire la nostra vita.

Tu hai donato al mondo la vera luce,

Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio.

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Ti sei consegnata completamente alla chiamata di Dio

e sei così diventata sorgente della bontà

che sgorga da Lui.

Mostraci Gesù.

Guidaci a Lui.

Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,

perché possiamo anche noi diventare capaci di vero amore

ed essere sorgenti di acqua viva

in mezzo a un mondo assetato (n.42)

Amen.

PRIMO MISTERO della LUCE: Contempliamo Gesù che nel Battesimo di penitenza al fiume Giordano viene incontro all'umanità bisognosa di perdono e di purificazione salvifica.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Cristo ha preso l'ultimo posto nel mondo [ ] e proprio con questa umiltà radicale ci ha redenti e costantemente ci aiuta (n.35). Un vero umanesimo...riconosce nell'uomo l'immagine di Dio e vuole aiutarlo a realizzare una vita conforme a questa dignità [ ]. Il programma del cristiano [ ] è “uncuore che vede”...dove c'è bisogno di amore e agisce in modo conseguente (n.30)

• Preghiamo Dio Padre, fonte dell'amore (n. 42), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, in stato di attesa della salvezza d'Israele (n.41), perché la nostra carità e disponibilità non si fermino a dare semplicemente e freddamente qualcosa e a compiere qualche servizio, ma giungano al vertice del dare noi stessi (cfr 30): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. presente nella sua Parola (n. 17)

2. presente nei Sacramenti (n. 17)

3. presente nell’Eucaristia (n. 17)

4. presente nella liturgia della Chiesa (n. 17)

5. presente nella preghiera della Chiesa (n. 17)

6. presente nella comunità vera dei credenti (n. 17)

7. presente nel nostro quotidiano (n.17)

8. presente negli uomini nei quali può trasparire (n. 17)

9. presente nei bisognosi (cfr n. 15)

10. presente nel cristiano con il conforto del suo Spirito (n. 37)

• A Dio, Trino e Uno, che impedisce il degrado dell'uomo (n.37), cantiamo/diciamo la nostra benedizione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

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che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

la nostra unione con Cristo sia, allo stesso tempo,

unione con tutti gli altri che sono diventati o diventeranno suoi

e ai quali egli si dona (cfr n.14).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

SECONDO MISTERO della LUCE: Contempliamo la prima manifestazione messianica di Gesù alle nozze di Cana, benedette e salvate dalla sua presenza, segno e profezia della nuova ed eterna alleanza eucaristica.

Dall'enciclica “Dio è carità”: All’essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile

[ ]. L’amore tra uomo e donna, cui è stato dato il nome di eros (n.3), nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono (n.2) l’uomo; costituzionalmente è in cammino per trovare nell’altro la parte integrante per la sua interezza; solo nella comunione con l’altro sesso può diventare completo … e solo nel loro insieme rappresentano l’interezza dell’umanità, diventano una sola carne (n.11).Ma l’amore, in ultima istanza, è uno solo (n.2). L’amore vince tutto e cediamo anche noi all’amore (n.4).

• Preghiamo Dio Padre, che vuole fare dell'umanità un'unica famiglia (n. 19), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, madre del Signore (n.41), perché il modo di amare di Dio divenga la misura dell'amore umano e all'immagine del Dio monoteistico corrisponda sempre il matrimonio monogamico (n.11): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. inviato del Padre per redimere il mondo (n.19)

2. donato per rialzare l’uomo e salvarlo (n.12)

3. umiltà radicale (33), messosi all’ultimo posto del mondo (n. 33)

4. inseguitore dell’umanità sofferente e perduta (n. 9)

5. pastore in cerca della pecorella smarrita (n.12)

6. amico di tutti al di là di ogni apparenza esteriore (cfr n. 18)

7. vicino all’uomo fin nella morte (n.9)

8. luce unica che rischiara sempre un mondo buio (n.39)

9. una sola cosa inseparabile con la Chiesa (cfr n.33)

10. guida della Chiesa (n.17)

• A Dio, Trino e Uno, amante dell'uomo (n. cfr 9), cantiamo/diciamo la nostra benedizione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

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che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

riconoscendoci costituzionalmente in cammino

per trovare nell’altro la parte integrante per la nostra interezza,

diventiamo “completi” nella comunione tra i due sessi (n.11).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

TERZO MISTERO della LUCE: Contempliamo l'annuncio del Regno e la chiamata alla conversione cioè a sottomettere a Dio il nostro pensiero, la nostra volontà e libertà e cercare di vivere come piace al Signore e conviene a dei battezzati.

Dall'enciclica “Dio è carità”: All'amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo s'impone all'essere umano, è stato dato il nome di eros. L'eros ossia l'amore umano di compiacenza, ebbro ed indisciplinato, [ ] ha bisogno di disciplina, di purificazione per donare all'uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell'esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende (n.4).

• Preghiamo Dio Padre, amore infuso e testimoniato nei Santi (cfr n. 40), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, donna che ama (n.41), perché il corpo umano sia integrato nel tutto della libertà della nostra esistenza e non sia mai disgiunto dall'unità con l'anima, pena la sua materializzazione e mercificazione (n.5): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. amore che precede e previene (n.1)

2. amore elettivo (n.9)

3. amore divino reso visibile (n.17)

4. amore nella sua forma più radicale (n.12)

5. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

6. dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (n.7)

7. sorgente della bontà (n.42) e dono di amore (n.1)

8. sorgente prima e originaria dell’amore (n.7)

9. forza propulsiva d’amore (cfr n.33)

10. nutrimento dell’amore e del servizio cristiano (cfr n.33)

• A Dio, Trino e Uno, sorgente originaria di ogni essere (n.10), cantiamo/diciamo la nostra benedizione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

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che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato,

ci apriamo al nuovo orizzonte che Lui ci ha spalancato

e ne seguiamola direzione decisiva (cfr n. 1).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUARTO MISTERO della LUCE: Contempliamo la trasfigurazione di Gesù sul Tabor con la consegna di ritornare in mezzo alla gente per comunicare la divina Parola che si è ascoltata ed è la sola capace di promuovere il bene completo dell'uomo.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Lo Spirito è anche forza che trasforma il cuore della Comunità ecclesiale, affinchè sia nel mondo testimone dell'amore del Padre, che vuole fare dell 'umanità, nel suo Figlio, un'unica famiglia. Tutta l'attività della Chiesa è espressione di un amore che cerca il bene integrale dell'uomo: cerca la sua evangelizzazione mediante la Parola e i Sacramenti e... cerca la sua promozione nei vari ambiti della vita e dell'attività umana (n.19)

• Preghiamo Dio Padre, luce di amore nel mondo (cf n. 39), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, intimamente penetrata dalla parola di Dio (n.41), perché il servizio dei cristiani venga costantemente incontro alle sofferenze e ai bisogni, anche materiali, degli uomini (n.19): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio incarnato (n.14), fatto uomo (n.9), e visibile (n.17)

2. immagine del Padre (n.17)

3. segno visibile dell’abbassamento di Dio verso di noi (n.13)

4. identificato con i bisognosi (n.15)

5. chicco di grano che cade nella terra (n.6)

6. chicco di grano che muore per portare molto frutto (n.6)

7. datore di se stesso nel pane e nel vino (n.13)

8. coinvolgente nel suo atto oblativo (n.13)

9. attrazione di tutti gli uomini (n.14)

10. luogo dell’incontro con Dio (n.15)

• A Dio, Trino e Uno, dal quale siamo spinti ad amare (n.31), cantiamo/diciamo la nostra benedizione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

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nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

corrispondiamo generosamente al tuo amore

che ci viene incontro (cfr n.1).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUINTO MISTERO della LUCE: Contempliamo l'istituzione dell'Eucaristia, del sacerdozio ministeriale e la consegna del comandamento nuovo dell'amore fraterno e vicendevole.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Al suo atto di offerta sulla croce Gesù ha dato una presenza duratura attraverso l'istituzione dell'Eucaristia, durante l'Ultima Cena. Egli anticipa la sua mote e risurrezione donando già in quell'ora ai suoi discepoli nel pane e nel vino se stesso, il suo corpo e il suo sangue come nuova manna. L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù [ ]. Noi veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione (n.13). Nella comunione sacramentale io vengo unito al Signore come tutti gli altri comunicandi [ ]. L'unione con Cristo è allo stesso tempo unione con tutti gli altri ai quali egli si dona. Io non posso avere Cristo solo per me; posso appartenergli soltanto in unione con tutti quelli che sono diventati o diventeranno suoi. La com n. n.unione mi tira fuori di me stesso verso di Lui,e così verso l'unità con tutti i cristiani [ ]. Nell'Eucaristia l' agape di Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo operare in noi e attraverso di noi (n.14).

• Preghiamo Dio Padre, che ci ricolma di amore (n. 1), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, madre di tutti i credenti (n.41), perché ci lasciamo attirare tutti e ciascuno a sé dal Dio incarnato perché tutta la nostra esistenza di fede derivi dalla centralità del duplice comandamento verso Dio e verso il prossimo (n. 14 ): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio per tutti gli uomini (n.9)

2. curvato a lavare i piedi dei discepoli (n.19)

3. centro della fede cristiana (n.1)

4. immagine dell’uomo nuovo (cfr n.1)

5. Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte (n.1)

6. felicità dell’uomo (cfr n.9)

7. nuova manna e vero cibo dell’uomo (n.13)

8. fiume di acqua viva (n.19)

9. coinvolgente nella dinamica della sua donazione (n.13)

10. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

• A Dio, Trino e Uno, principio creativo di tutte le cose (n.9), cantiamo/diciamo la nostra benedizione: Gloria al Padre…

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Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

nella partecipazione all’Eucaristia,

ci lasciamo attirare nell’atto oblativo di Cristo

e coinvolgere nella dinamica della sua donazione (cfr n. 14).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

MISTERI del DOLORE Maria SS.,

verso i misteri del dolore del tuo Figlio e di te

guida il nostro cuore e aiutaci ad aprire la nostra vita.

Tu hai veramente abitato nella casa della Parola di Dio

e sei stata la casa della divina Parola:

ne uscivi e vi rientravi con naturalezza

tanto che pensavi e parlavi con la Parola

perchè la Parola di Dio era diventata parola tua

e ogni tua parola nasceva dalla divina Parola.

Fa' che anche noi diventiamo sempre più e meglio familiari della Parola,

discepoli del tuo Figlio,

e lo seguiamo sia nelle ore liete e sia in quelle dolorose e faticose,

segnate dalla croce;

fa' che i nostri pensieri e voleri, penetrati dalla Parola di Dio,

siano in sintonia con i pensieri e voleri di Dio (cfr n.41) .

Amen.

PRIMO MISTERO del DOLORE: Contempliamo Gesù che nella preghiera nell'orto del Getsemani si predispone e si prepara all'amoroso dono totale di sé per la nostra salvezza.

Dall'enciclica “Dio è carità”: E' venuto il momento di riaffermare l'importanza della preghiera di fronte all'attivismo e all'incombente secolarismo (n.37). Il contatto vivo con Cristo è l'aiuto decisivo per restare sulla retta via: né cadere in superbia dispregiatrice e demolitrice dell'uomo, né abbandonarsi alla rassegnazione inerte e non costruttiva. La preghiera come mezzo per attingere sempre di nuovo forza da Cristo, diventa un'urgenza del tutto concreta. Chi prega non spreca il suo tempo [ ] e la pietà non

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indebolisce la lotta contro la povertà o addirittura contro la miseria del prossimo [ ].Il tempo dedicato a Dio nella preghiera non solo non nuoce all'efficacia ed all'operosità dell'amore verso il prossimo, ma ne è in realtà l'inesauribile sorgente (n.36).

• Preghiamo Dio Padre, che, per un amore grande, ha dato per noi il suo Figlio unigenito (n. 1), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, donna di fede (n.41), perché la familiarità con Dio nella preghiera e l’abbandono alla sua volontà impediscano il degrado dell’uomo (n.37): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. presente nella sua Parola (n.17)

2. presente nei Sacramenti (n.17)

3. presente nell’Eucaristia (n.17)

4. presente nella liturgia della Chiesa (n.17)

5. presente nella preghiera della Chiesa (n.17)

6. presente nella comunità vera dei credenti (n.17)

7. presente nel nostro quotidiano (n.17)

8. presente negli uomini nei quali può trasparire (n.17)

9. presente nei bisognosi (cfr n.15)

10. presente nel cristiano con il conforto del suo Spirito (n.37)

• A Dio, Trino e Uno, che ha la Chiesa come espressione sociale della fede cristiana (n.28), cantiamo/diciamo la nostra glorificazione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

restiamo in dialogo con Dio

per poter partire da Lui

ed essere a disposizione del suo popolo (cfr n.7).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

SECONDO MISTERO del DOLORE: Contempliamo la flagellazione di Gesù e il richiamo indiretto al rispetto della sacralità del corpo umano che mai va mortificato indebitamente e disgiunto dall'anima ma trattato come un tutt'uno nella realtà della persona umana.

Dall'enciclica “Dio è carità”: L’ eros, ebbro e indisciplinato, ha bisogno di disciplina, di purificazione, di rinuncia, di guarigione, in vista della sua vera grandezza e per donare all’uomo non il

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piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell’esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende (n. 4. 5). L’uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano insieme in intima unità; la sfida dell’eros può dirsi veramente superata quando questa unificazione è riuscita (n.5). Non sono né lo spirito nè il corpo da soli ad amare: è l’uomo, la persona che ama come creatura unitaria. Solo quando ambedue si fondono veramente in unità, l’uomo diventa pienamente se stesso (n.5): 10 Ave Maria…

• Preghiamo Dio Padre, ama anche col silenzio (n. 38), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, ancella del Signore (n.41), perché la fede cristiana, facendo compenetrare a vicenda spirito e materia, corpo e anima, ci dia di sperimentare di ambedue la loro nuova nobiltà (n.5): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. inviato del Padre per redimere il mondo (n.19)

2. donato per rialzare l’uomo e salvarlo (n.12)

3. umiltà radicale (n.33), messosi all’ultimo posto del mondo (n.33)

4. inseguitore dell’umanità sofferente e perduta (n.9)

5. pastore in cerca della pecorella smarrita (n.12)

6. amico di tutti al di là di ogni apparenza esteriore (cfr n.18)

7. vicino all’uomo fin nella morte (n.9)

8. luce unica che rischiara sempre un mondo buio (n.39)

9. una sola cosa inseparabile con la Chiesa (cfr n.33)

10. guida della Chiesa (n.17)

• A Dio, Trino e Uno, Dio vivente (n.28), cantiamo/diciamo la nostra glorificazione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

non cerchiamo altri punti di riferimento

o altre misure della nostra identità e azione

se non il tuo divin Figlio e il tuo amore (cfr n. 2).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

TERZO MISTERO del DOLORE: Contempliamo la coronazione di spine di Gesù per mettere in burlala sua divina e inalienabile regalità universale a cui nulla sfugge e può essere sottratto.

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Dall'enciclica “Dio è carità”: La speranza si articola praticamente nella virtù della pazienza che non vien meno nel bene neanche di fronte all'apparente insuccesso, ed in quella dell'umiltà che accetta il mistero di Dio e si fida di Lui anche nell'oscurità. La fede mostra il Dio che ha dato il suo Figlio per noi e suscita così in noi la vittoriosa certezza che è proprio vero: Dio è amore! Dio tiene in mano il mondo nelle sue mani e nonostante ogni oscurità Egli vince (n.39).

• Preghiamo Dio Padre, dimorante in chi sta nell'amore (n. 1), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, umile (n.41), perché conserviamo la certezza che l’amore è possibile e noi siamo in grado di praticarlo in quanto creati ad immagine di Dio (n.39): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. amore che precede e previene (n.1)

2. amore elettivo (n.9)

3. amore divino reso visibile (n.17)

4. amore nella sua forma più radicale (n.12)

5. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

6. dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (n.7)

7. sorgente della bontà (n.42) e dono di amore (n.1)

8. sorgente prima e originaria dell’amore (n.7)

9. forza propulsiva d’amore (cfr n.33)

10. nutrimento dell’amore e del servizio cristiano (cfr n.33)

• A Dio, Trino e Uno, che rifrange la sua immagine nell'uomo (cfr n. 30), cantiamo/diciamo la nostra glorificazione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

vivendo nella fedeltà a te, unico Dio,

facciamo l’esperienza di essere amati da te e scopriamo la gioia

nella verità e nella giustizia (cfr n. 9).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUARTO MISTERO del DOLORE: Contempliamo il viaggio di Gesù,, carico della croce, come dono in stato di dono , ma carico soprattutto della condanna come malfattore pur essendo innocente.

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Dall'enciclica “Dio è carità”: L’amore è cammino, esodo permanente dall’io chiuso se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, verso il ritrovamento di sé. “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà” (Lc 17,33). Gesù, con ciò descrive il suo personale cammino ma anche l’essenza dell’amore e dell’esistenza umana in genere (n.6). L'amore per il prossimo è una strada per incontrare anche Dio e il chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio (16).

• Preghiamo Dio Padre, amore che precede e previene (cfr n. 1), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, donna di speranza (n.41), perché il nostro amore a Dio non divenga una menzogna quando ci chiudiamo al prossimo o addirittura lo odiamo (cfr n.16): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio incarnato (n. 14), fatto uomo (n. 9), e visibile (n.17)

2. immagine del Padre (n.17)

3. segno visibile dell’abbassamento di Dio verso di noi (n.13)

4. identificato con i bisognosi (n.15)

5. chicco di grano che cade nella terra (n. 6)

6. chicco di grano che muore per portare molto frutto (n. 6)

7. datore di se stesso nel pane e nel vino (n. 13)

8. coinvolgente nel suo atto oblativo (n. 13)

9. attrazione di tutti gli uomini (n.14)

10. luogo dell’incontro con Dio (n.15)

• A Dio, Trino e Uno, che suscita l'amore nel suo incontro (cfr n. 30), cantiamo/diciamo la nostra glorificazione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

ci lasciamo purificare il nostro amore

e ci apriamo alle nuove dimensioni che tu ci vai dischiudendo (cfr n.8).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUINTO MISTERO del DOLORE: Contempliamo la crocifissione e morte di Cristo, rivelazone suprema e inequivocabile di Dio carità.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Dio ama tanto l’uomo che facendosi uomo egli stesso, lo segue fin nella morte e in questo riconcilia giustizia e amore (n.10). Nella morte in croce di Cristo si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo,

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nella sua forma più radicale. Lo sguardo rivolto al fianco squarciato di Cristo attesta che “Dio è amore”. A partire da questo sguardo il cristiano trova la strada del suo vivere e del suo amare (n.12).

• Preghiamo Dio Padre, amore rivelatosi nel cuore trafitto di Gesù sulla croce (n. 39), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, fidata delle promesse di Dio (n.41), perché Dio e uomo, pur restando se stessi, divengano una sola cosa per via di amore (cfr n.10): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio per tutti gli uomini (n.9)

2. curvato a lavare i piedi dei discepoli (n.19)

3. centro della fede cristiana (n.1)

4. immagine dell’uomo nuovo (cfr n.1)

5. Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte (n.1)

6. felicità dell’uomo (cfr n. 9)

7. nuova manna e vero cibo dell’uomo (n.13)

8. fiume di acqua viva (n.19)

9. coinvolgente nella dinamica della sua donazione (n.13)

10. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

• A Dio, Trino e Uno, sorgente originaria di ogni essere (n.10), cantiamo/diciamo la nostra glorificazione: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

accogliamo in dono l’amore divino,

che scaturisce dal cuore trafitto del tuo Figlio,

per poi donarlo agi altri (cfr n.7).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

MISTERI della GLORIA Maria SS.,

verso i misteri della gloria del tuo Figlio e di te

guida il nostro cuore e aiutaci ad aprire la nostra vita.

Tu, con la morte e risurrezione del tuo divin Figlio Gesù,

sei diventata Madre di tutti i credenti.

Noi, con gli uomini di tutti i tempi

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e di tutte le parti del mondo,

ci rivolgiamo alla tua bontà materna,

alla tua purezza e bellezza verginale

nelle nostre necessità e speranze, gioie e sofferenze,

nelle nostre solitudini e condivisioni comunitarie;

noi confidiamo in te

perché tu non cerchi te stessa,

ma semplicemente vuoi il bene dei tuoi amati figli.

Ottienici un vivo desiderio di bere, come te, alla sorgente dell'amore di Dio

per diventare noi stessi una piccola ma reale sorgente

da cui possano sgorgare fiumi di acqua viva di carità pura (cfr n.42).

Amen.

PRIMO MISTERO della GLORIA: Contempliamo la risurrezione di Gesù, a prova che l'amore portato sino alla fine è più forte della morte e chi ama resta sempre vivo.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Gesù ci viene incontro, cerca di conquistarci fino alle apparizioni del Risorto

[ ]. L'incontro con le manifestazioni visibili dell'amore di Dio può suscitare in noi il sentimento della gioia, che nasce dall'esperienza dell'essere amati. Il riconoscimento del Dio vivente è una via verso l'amore, e il sì della nostra volontà alla sua unisce intelletto, volontà e sentimento nell'atto totalizzante dell'amore (cfr n.17) .

• Preghiamo Dio Padre, esaltato da Maria (n. 40), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, buona, pura e bella verginalmente (n.41), perché sappiamo riconoscere il Signore che ci viene incontro nella sua Parola, nei Sacramenti, nell’Eucaristia e attraverso uomini nei quali Egli traspare (cfr n.17): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. presente nella sua Parola (n.17)

2. presente nei Sacramenti (n.17)

3. presente nell’Eucaristia (n.17)

4. presente nella liturgia della Chiesa (n.17)

5. presente nella preghiera della Chiesa (n.17)

6. presente nella comunità vera dei credenti (n.17)

7. presente nel nostro quotidiano (n.17)

8. presente negli uomini nei quali può trasparire (n.17)

9. presente nei bisognosi (cfr n.15)

10. presente nel cristiano con il conforto del suo Spirito (n.37)

• A Dio, Trino e Uno, prima e originaria sorgente dell'amore (cfr n. 7) cantiamo/diciamo la nostra riconoscenza: Gloria al Padre…

Dio Amore,

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ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

il nostro amare, sempre pronto al sacrificio, divenga veramente

ricerca e scoperta, cura e bene dell’altro e per l’altro (cfr n.6).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

SECONDO MISTERO della GLORIA: Contempliamo l'ascensione di Gesù al cielo e l'inizio della missione evangelizzatrice e promozionale dell'uomo da parte della Chiesa la quale è mossa e animata dalla carità di Cristo.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Tutta l'attività della Chiesa è espressione di un amore che cerca il bene integrale dell'uomo: cerca la sua evangelizzazione mediante la Parola e i Sacramenti, [ ] e cerca la sua promozione nei vari ambiti della vita e dell'attività umana. Amore è pertanto il servizio che la Chiesa svolge per venire costantemente incontro alle sofferenze e ai bisogni, anche materiali, degli uomini (n.19)

• Preghiamo Dio Padre, reso grande da Maria (n. 40), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, grande perchè rimasta piccola e ha reso grandi gli altri (n.41), perché la Chiesa nei suoi membri, non desista dal suo proprio e specifico servizio di evangelizzazione, tante volte anche eroico nella sua realizzazione, per il bene integrale dell’uomo (cfr n.19): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. inviato del Padre per redimere il mondo (n.19)

2. donato per rialzare l’uomo e salvarlo (n.12)

3. umiltà radicale (n.33), messosi all’ultimo posto del mondo (n.33)

4. inseguitore dell’umanità sofferente e perduta (n.9)

5. pastore in cerca della pecorella smarrita (n.12)

6. amico di tutti al di là di ogni apparenza esteriore (cfr n.18)

7. vicino all’uomo fin nella morte (n.9)

8. luce unica che rischiara sempre un mondo buio (n.39),

9. una sola cosa inseparabile con la Chiesa (cfr n.33)

10. guida della Chiesa (n.17)

• A Dio, Trino e Uno, amante di un vero amore (n. 9), cantiamo/diciamo la nostra riconoscenza: Gloria al Padre…

Dio Amore,

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ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

ci apriamo alla gioia che tu, nostro Creatore, hai predisposto per noi,

la sola che ci offre una felicità

che ci fa pregustare qualcosa del Divino (cfr n.3).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

TERZO MISTERO della GLORIA: Contempliamo il dono dello Spirito Santo ai Maria, SS. e agli Apostoli che li rende missionari evangelizzatori e li riempie di amore diffusivo.

Dall'enciclica “Dio è carità”: Lo Spirito è quella potenza interiore che armonizza il cuore dei credenti col cuore di Cristo e li muove ad amare i fratelli come li ha amati Lui, quando si è curvato a lavare i piedi dei discepoli (cfr Gv 13, 1-13) e soprattutto quando ha donato la sua vita per tutti (cfr Gv 15,13). Lo Spirito è anche forza che trasforma il cuore della Comunità ecclesiale, affinché sia nel mondo testimone dell’amore del Padre, che vuole fare dell’umanità, nel suo Figlio, un’unica famiglia (n.19).

• Preghiamo Dio Padre, che ha nella Chiesa la sua famiglia nel mondo (n. 25), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, anima esultante (n.41), perché l’amore del prossimo, radicato nell’amore di Dio, sia riconosciuto da ogni singolo fedele cristiano come un compito inderogabile e non delegabile (n.20): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. amore che precede e previene (n.1)

2. amore elettivo (n.9)

3. amore divino reso visibile (n.17)

4. amore nella sua forma più radicale (n.12)

5. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

6. dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (n.7)

7. sorgente della bontà (n.42) e dono di amore (n.1)

8. sorgente prima e originaria dell’amore (n.7)

9. forza propulsiva d’amore (cfr n.33)

10. nutrimento dell’amore e del servizio cristiano (cfr n.33)

• A Dio, Trino e Uno, amore (n. 1), cantiamo/diciamo la nostra riconoscenza: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

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che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

camminiamo in un esodo permanente dall’io chiuso in noi stessi

verso la sua liberazione nel dono di sé (cfr n.6).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUARTO MISTERO della GLORIA: Contempliamo l'assunzione di Maria SS. al cielo, subito in anima e corpo e scopre che la riuscita di sé e la gioia più vera e piena è quella che Dio sia tutto in noi e noi diventiamo, giorno dopo giorno, carità divina, ossia santità.

Dall'enciclica “Dio è carità”: L’ uomo vivendo nella fedeltà all’unico Dio, sperimenta se stesso come colui che è amato da Dio e scopre la gioia nella verità, nella giustizia – la gioia in Dio che diventa la sua essenziale felicità: “Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra…Il mio bene è stare vicino a Dio” (n.9). Dio e l’uomo restano se stessi e tuttavia diventano pienamente un cosa sola: “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito” (1 Cor 6, 17) (n.10).

• Preghiamo Dio Padre, che ci offre e ci fa pregustare una felicità divina (cfr n. 3), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, specchio di ogni santità (n.41), perché Dio sia riconosciuto come il Creatore del cielo e della terra e il Dio di tutti gli uomini che gli sono sempre cari perché voluti e fatti da Lui (cfr n. 9) : 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio incarnato (n.14), fatto uomo (n.9), e visibile (n.17)

2. immagine del Padre (n.17)

3. segno visibile dell’abbassamento di Dio verso di noi (n.13)

4. identificato con i bisognosi (n.15)

5. chicco di grano che cade nella terra (n.6)

6. chicco di grano che muore per portare molto frutto (n.6)

7. datore di se stesso nel pane e nel vino (n.13)

8. coinvolgente nel suo atto oblativo (n.13)

9. attrazione di tutti gli uomini (n.14)

10. luogo dell’incontro con Dio (n.15)

• A Dio, Trino e Uno, nostra gioia (n. 17), cantiamo/diciamo la nostra riconoscenza: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie per la grazia del mistero

che il tuo divin Figlio ci ha meritato e donato;

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per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero, contemplato e pregato,

noi diventiamo pienamente noi stessi

fondendo veramente in intima unità corpo e anima

e amiamo come creature unitarie (cfr n.5).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

QUINTO MISTERO della GLORIA: : Contempliamo la glorificazione di Maria, regina del cielo e della terra, nella gloria di Dio Carità, degli angeli e dei santi, ritornati a Dio per via di carità, anticipo di Paradiso.

Dall'enciclica “Dio è carità”: L'amore diviene il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana. Gesù si identifica con i bisognosi: affamati, assetati, forestieri, nudi, malati, carcerati. Amore di Dio e del prossimo si fondono insieme: nel più piccolo incontriamo Gesù stesso e in Gesù incontriamo Dio (n.15). L'amore viene da Dio e ci unisce a Dio e, mediante questo processo unificante, ci trasforma in un Noi che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia “tutto in tutti” (1 Cor 15,28) (n.18).

• Preghiamo Dio Padre, operante nei Santi e attraverso i Santi (cfr n. 42), come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro…

• Preghiamo Maria, eccelsa tra i santi (n.41), perché impariamo a guardare al nostro prossimo non più soltanto con i nostri occhi e sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo (cfr

n.18): 10 Ave Maria…

• Clausole al nome di Gesù:

1. Dio per tutti gli uomini (n.9)

2. curvato a lavare i piedi dei discepoli (n.19)

3. centro della fede cristiana (n.1)

4. immagine dell’uomo nuovo (cfr n.1)

5. Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte (n.1)

6. felicità dell’uomo (cfr n.9)

7. nuova manna e vero cibo dell’uomo (n.13)

8. fiume di acqua viva (n.19)

9. coinvolgente nella dinamica della sua donazione (n.13)

10. carità divina operante in noi e attraverso di noi (n.14)

• A Dio, Trino e Uno, che governa il mondo (n. 35) cantiamo/diciamo la nostra riconoscenza: Gloria al Padre…

Dio Amore,

ti rendiamo grazie perché ci hai dato la grazia

di incontraci con la stessa Persona del tuo divin Figlio

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nel mistero contemplato;

per intercessione di Maria, sua e nostra Madre comune,

che ci aiuta e accompagna nel nostro cammino orante,

fa’ che, in forza della grazia del mistero pregato,

viviamo ed esprimiamo un amore fondato sulla fede

e da esso plasmato come oblatività (cfr n. 7).

Per Cristo, nostro Signore,

e per Maria, nostra Madre.

Amen.

1. curvato a lavare i piedi dei discepoli (19)

2. centro della fede cristiana (1)

3. immagine dell’uomo nuovo (cfr1)

4. Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte (1)

5. amore che precede e previene (1)

6. sorgente della bontà (42) e dono di amore (1)

7. chicco di grano che cade nella terra (6)

8. chicco di grano che muore per portare molto frutto (6)

9. sorgente prima e originaria dell’amore (7)

10. dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (7)

11. Dio per tutti gli uomini (9)

12. amore elettivo (9)

13. felicità dell’uomo (cfr 9)

14. Dio fatto uomo (9)

15. vicino all’uomo fin nella morte (9)

16. inseguitore dell’umanità sofferente e perduta (9)

17. pastore in cerca della pecorella smarrita (12)

18. donato per rialzare l’uomo e salvarlo (12)

19. amore nella sua forma più radicale (12)

20. datore di se stesso nel pane e nel vino (13)

21. nuova manna e vero cibo dell’uomo (13)

22. coinvolgente nel suo atto oblativo (13)

23. coinvolgente nella dinamica della sua donazione (13)

24. segno visibile dell’abbassamento di Dio verso di noi (13)

25. Dio incarnato (14) e fatto visibile (17)

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26. attrazione di tutti gli uomini (14)

27. carità divina operante in noi e attraverso di noi (14)

28. identificato con i bisognosi (15)

29. luogo dell’incontro con Dio (15)

30. amore divino reso visibile (17)

31. immagine del Padre (17)

32. guida della Chiesa (17)

33. presente nella sua Parola (17)

34. presente nei Sacramenti (17)

35. presente nell’Eucaristia (17)

36. presente nella liturgia della Chiesa (17)

37. presente nella preghiera della Chiesa (17)

38. presente nella comunità vera dei credenti (17)

39. presente nel nostro quotidiano (17)

40. presente negli uomini nei quali può trasparire (17)

41. presente nei bisognosi (cfr 15)

42. presente nel cristiano con il conforto del suo Spirito (37)

43. luce unica che rischiara sempre un mondo buio (39)

44. amico di tutti al di là di ogni apparenza esteriore (cfr 18)

45. inviato del Padre per redimere il mondo (19)

46. fiume di acqua viva (19)

47. curvato a lavare i piedi dei discepoli (19)

48. forza propulsiva d’amore (cfr 33)

49. una sola cosa inseparabile con la Chiesa (cfr 33)

50. nutrimento dell’amore e del servizio cristiano (cfr 33)

51. umiltà radicale (33), messosi all’ultimo posto del mondo (33)

ROSARIO

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Rosario meditato in compagnia di Madre Teresa di Calcutta Missionaria della Carità “Io non penso di avere qualità“Io non penso di avere qualità“Io non penso di avere qualità“Io non penso di avere qualità speciali, non pretendo niente per il lavoro cspeciali, non pretendo niente per il lavoro cspeciali, non pretendo niente per il lavoro cspeciali, non pretendo niente per il lavoro che svolgo. E’ he svolgo. E’ he svolgo. E’ he svolgo. E’ opera sua. Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro.opera sua. Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro.opera sua. Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro.opera sua. Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro. E’ lui che pensa. E’ lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.E’ lui che pensa. E’ lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.E’ lui che pensa. E’ lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.E’ lui che pensa. E’ lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.

La matita deve solo poter essere usata.”La matita deve solo poter essere usata.”La matita deve solo poter essere usata.”La matita deve solo poter essere usata.” Madre TeresaMadre TeresaMadre TeresaMadre Teresa.... 1° MISTERO DELLA GIOIA : L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria Vergine Dal Vangelo secondo Giovanni: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” “ Crediamo davvero che l’amore di Dio sia inf“ Crediamo davvero che l’amore di Dio sia inf“ Crediamo davvero che l’amore di Dio sia inf“ Crediamo davvero che l’amore di Dio sia infinitamente più potente, la sua initamente più potente, la sua initamente più potente, la sua initamente più potente, la sua misericordia più dolce del male del peccato, di tutto l’odio, i conflitti e le tensioni che misericordia più dolce del male del peccato, di tutto l’odio, i conflitti e le tensioni che misericordia più dolce del male del peccato, di tutto l’odio, i conflitti e le tensioni che misericordia più dolce del male del peccato, di tutto l’odio, i conflitti e le tensioni che stanno dividendo il mondo? Di tutte le più potenti bome e fucili mai fabbricati mani e stanno dividendo il mondo? Di tutte le più potenti bome e fucili mai fabbricati mani e stanno dividendo il mondo? Di tutte le più potenti bome e fucili mai fabbricati mani e stanno dividendo il mondo? Di tutte le più potenti bome e fucili mai fabbricati mani e menti umane?” Madre Teresamenti umane?” Madre Teresamenti umane?” Madre Teresamenti umane?” Madre Teresa 2° MISTERO DELLA GIOIA: La visita di Maria SS. alla cugina Elisabetta Dal Vangelo secondo Luca: “ L’ anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore” “Non abbiamo assolutamente alcuna difficoltà a lavorare in paesi con diversi fedi “Non abbiamo assolutamente alcuna difficoltà a lavorare in paesi con diversi fedi “Non abbiamo assolutamente alcuna difficoltà a lavorare in paesi con diversi fedi “Non abbiamo assolutamente alcuna difficoltà a lavorare in paesi con diversi fedi religiose. religiose. religiose. religiose. Trattiamo tutti come figli di Dio. Sono nostri fratelli e sorelle e mostriamo Trattiamo tutti come figli di Dio. Sono nostri fratelli e sorelle e mostriamo Trattiamo tutti come figli di Dio. Sono nostri fratelli e sorelle e mostriamo Trattiamo tutti come figli di Dio. Sono nostri fratelli e sorelle e mostriamo per loro un grande rispetto. Il nostro compito è incoraggiare queste persone, cristiane o per loro un grande rispetto. Il nostro compito è incoraggiare queste persone, cristiane o per loro un grande rispetto. Il nostro compito è incoraggiare queste persone, cristiane o per loro un grande rispetto. Il nostro compito è incoraggiare queste persone, cristiane o non cristiane, a compiere opere d’amore. Ogni opera d’amore fatta con il cuore non cristiane, a compiere opere d’amore. Ogni opera d’amore fatta con il cuore non cristiane, a compiere opere d’amore. Ogni opera d’amore fatta con il cuore non cristiane, a compiere opere d’amore. Ogni opera d’amore fatta con il cuore avvicina avvicina avvicina avvicina a Dio.” Madre Teresaa Dio.” Madre Teresaa Dio.” Madre Teresaa Dio.” Madre Teresa 3° MISTERO DELLA GIOIA: La nascita di Gesù Bambino nella povera grotta di Betlemme. Dal Vangelo secondo Luca: “C’erano in quella regione alcuni pastori (….), un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria di Dio li avvolse di luce….(…) l’angelo disse: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». “Vedo Cristo in ogni persona che tocco perché Egli ha detto: “ HO AVUTO FAME, HO AVUTO “Vedo Cristo in ogni persona che tocco perché Egli ha detto: “ HO AVUTO FAME, HO AVUTO “Vedo Cristo in ogni persona che tocco perché Egli ha detto: “ HO AVUTO FAME, HO AVUTO “Vedo Cristo in ogni persona che tocco perché Egli ha detto: “ HO AVUTO FAME, HO AVUTO SETE,ERO MALATO,ERO SOFFERENTE,ERO SENZA CASA E VOI MI AVETE ACCUDITO.” SETE,ERO MALATO,ERO SOFFERENTE,ERO SENZA CASA E VOI MI AVETE ACCUDITO.” SETE,ERO MALATO,ERO SOFFERENTE,ERO SENZA CASA E VOI MI AVETE ACCUDITO.” SETE,ERO MALATO,ERO SOFFERENTE,ERO SENZA CASA E VOI MI AVETE ACCUDITO.” Madre Teresa.Madre Teresa.Madre Teresa.Madre Teresa.

4° MISTERO DELLA GIOIA: La presentazione di Gesù al tempio Dal Salmo 39: “ Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: “Ecco io vengo”.Sul rotolo del libro di me è scritto di compiere il tuo volere. Mio Dio , questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore.”

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“Diventate santi. ODiventate santi. ODiventate santi. ODiventate santi. Ognuno di noi ha la possibilità di diventare santo e la via per la gnuno di noi ha la possibilità di diventare santo e la via per la gnuno di noi ha la possibilità di diventare santo e la via per la gnuno di noi ha la possibilità di diventare santo e la via per la santità è la preghiera.” Madre Teresa.santità è la preghiera.” Madre Teresa.santità è la preghiera.” Madre Teresa.santità è la preghiera.” Madre Teresa. 5° MISTERO DELLA GIOIA: Il ritrovamento di Gesù tra i dottori nel tempio. Dal Vangelo secondo Luca: “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. (…..)Sua madre gli disse: «Figlio,

perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.” “Distogliete gli occhi da voi stessi e rallegratevi di non avere nulla, di non essere nulla, di non poter “Distogliete gli occhi da voi stessi e rallegratevi di non avere nulla, di non essere nulla, di non poter “Distogliete gli occhi da voi stessi e rallegratevi di non avere nulla, di non essere nulla, di non poter “Distogliete gli occhi da voi stessi e rallegratevi di non avere nulla, di non essere nulla, di non poter far nulla. Fate a Gesu’ un bel sorriso ogni voltfar nulla. Fate a Gesu’ un bel sorriso ogni voltfar nulla. Fate a Gesu’ un bel sorriso ogni voltfar nulla. Fate a Gesu’ un bel sorriso ogni voltaaaa che la vostra nullità vi spaventa. Confidateche la vostra nullità vi spaventa. Confidateche la vostra nullità vi spaventa. Confidateche la vostra nullità vi spaventa. Confidate nella nella nella nella gioia di Gesù che è la vostra forza: siate felici ed in pace, accettate la sua volontà con un grande gioia di Gesù che è la vostra forza: siate felici ed in pace, accettate la sua volontà con un grande gioia di Gesù che è la vostra forza: siate felici ed in pace, accettate la sua volontà con un grande gioia di Gesù che è la vostra forza: siate felici ed in pace, accettate la sua volontà con un grande

sorriso.” Madre Teresasorriso.” Madre Teresasorriso.” Madre Teresasorriso.” Madre Teresa.

IL ROSARIO MEDITATO "Sull'onda della riflessione offerta nella Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, nella quale ho invitato il Popolo di Dio, dopo l'esperienza giubilare, a « ripartire da Cristo », ho sentito il bisogno di sviluppare una riflessione sul Rosario, quasi a coronamento mariano della stessa Lettera apostolica, per esortare alla contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. … Desidero che questa preghiera nel corso dell'anno venga particolarmente proposta e valorizzata nelle varie comunità cristiane. Proclamo, pertanto, l'anno che va dall'ottobre di quest'anno all'ottobre del 2003 Anno del Rosario. Affido questa indicazione pastorale all'iniziativa delle singole comunità ecclesiali. Con essa non intendo intralciare, ma piuttosto integrare e consolidare i piani pastorali delle Chiese particolari. Ho fiducia che essa venga accolta con generosità e prontezza. Il Rosario, se riscoperto nel suo pieno significato, porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre un'ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del Popolo di Dio e la nuova evangelizzazione".

Dalla Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II "Rosarium Virginis Mariae" del 16 ottobre 2002 Don Giorgio Cremona ci ha inviato un rosario meditato che volentieri mettiamo a disposizione.

Alla lettura del brano evangelico e del breve commento segue la preghiera del Rosario:

- Padre Nostro

- 10 Ave Maria

- Gloria

Riportiamo anche l'enunciazione dei misteri secondo la tradizione, con l'innovazione introdotta lo scorso

mese di ottobre dal Santo Padre con la sua Lettera Apostolica sul santo Rosario.

I MISTERI GAUDIOSI

(lunedì e sabato)

• L'annunciazione dell'Angelo a Maria

• La visita di Maria alla cugina Elisabetta

• La nascita di Gesù

• La presentazione di Gesù al tempio

• Il ritrovamento di Gesù fra i dottori del tempio

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I MISTERI DOLOROSI

(martedì e venerdì)

• L'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi

• La flagellazione di Gesù

• L'incoronazione di spine

• Gesù sale al calvario

• La crocifissione e la morte di Gesù

I MISTERI GLORIOSI

(mercoledì e domenica)

• La risurrezione di Gesù

• L'ascensione di Gesù

• La discesa dello Spirito Santo

• L'assunzione al cielo di Maria

• L'incoronazione di Maria

I MISTERI LUMINOSI

(giovedì)

• Il battesimo nel Giordano

• L'autorivelazione di Gesù alle nozze di Cana

• L'annuncio del regno di Dio e l'invito alla conversione

• La trasfigurazione di Gesù

• L'istituzione dell'eucaristia

MMMAAARRRIIIAAA,,, MMMAAADDDRRREEE DDDEEELLLLLLAAA CCCAAARRRIIITTTAAA’’’ RRRooosssaaarrriiiooo mmmeeedddiii tttaaatttooo

A CURA DI DON GIORGIO CREMONA - PARROCCHIA S. MARIA DEL ROSARIO - MILANO

111... LLL ’’’ aaannnnnnuuunnnccciii ooo dddeeelll lll ’’’ aaannngggeeelll ooo aaa MMMaaarrr iii aaa Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, ad una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. (…) Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.”

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La carità è anzitutto il dono dell’amore di Dio nei nostri confronti: Dio ci ama, perché ci ha pensato per “essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità”. Infatti, ci ha creati nel suo Figlio, Gesù. Ora Maria, Figlia del suo stesso Figlio, riceve dall’angelo la bella notizia di essere stata colmata fin dall’origine, fin nelle pieghe più nascoste del suo cuore dall’amore purificatore e santificante di Dio. Ella ci testimonia così che la sua Maternità, nella quale ha generato l’Amore stesso, è frutto dell’amore gratuito e sovrabbondante di Dio.

Preghiamo perché la nostra carità sia il riflesso di questa esperienza esaltante dell’amore di Dio in noi.

2. LLLaaa vvviii sssiii tttaaa dddiii MMMaaarrr iii aaa aaaddd EEElll iii sssaaabbbeeettttttaaa

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore.” L’amore di Dio in noi, la presenza stessa di Dio in noi è un dono incontenibile. Per questo Maria, con vera sollecitudine, va incontro alla cugina Elisabetta e comunica anche a lei la presenza dell’amore di Dio. Il dialogo tra le due donne in attesa esprime tutta la tenerezza e tutta la gioia di una maternità che è comunicazione nell’Amore della vita che viene da Dio. Preghiamo perché possiamo essere come Maria segni della stessa premura e cura che Dio ha per la vita, soprattutto debole e indifesa.

333... MMMaaarrr iii aaa aaalll lll eee nnnooozzzzzzeee dddiii CCCaaannnaaa

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. L’amore di Dio verso gli uomini si rivelerà in modo pieno e definitivo nella sua Pasqua, quando cioè il Figlio sacrificherà la sua vita per noi. La premura di Dio per ogni uomo non sempre si rivela con evidenza nella storia quotidiana e nel percorso terreno dell’umanità. Per comprenderla fino in fondo occorrerà aspettare la manifestazione del Regno di Dio alla fine dei tempi. Ma l’intercessione della Chiesa, raffigurata in Maria, e la premura dei servi del Signore, disponibili ad ascoltare l’invito della Madre a mettere in pratica la parola di Gesù, possono anticipare segni autentici di questo amore divino, che diventano così germi di vera speranza e sostegno spirituale per il compimento dell’amore umano, che ha nella famiglia la sua sorgente. Preghiamo in particolare perché l’amore fedele e fecondo torni a regnare nelle nostre case.

444... MMMaaarrr iii aaa aaaiii pppiii eeedddiii dddeeelll lll aaa cccrrroooccceee

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Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Siamo alla Pasqua, al compimento della Carità di Dio per gli uomini. Nel suo sacrificio il Signore non deve rimanere solo, ha bisogno della nostra presenza e della nostra partecipazione di discepoli da lui amati ed ha bisogno che qualcuno, maternamente, sostenga questo comune dono di sé.

Preghiamo perché molti sappiano accettare di condividere la croce del Signore come

supremo gesto della carità e trovino nella Chiesa una Madre che li sorregge e li aiuta a fare della sofferenza il luogo della piena partecipazione all’amore di Dio.

555... MMMaaarrr iii aaa nnneeelll CCCeeennnaaacccooolllooo aaaddd aaaccccccoooggglll iii eeerrreee lll ooo SSSpppiii rrr iii tttooo

Venutisi a trovare insieme gli domandarono: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?”. Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. Ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.(…) Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. Tante sono le forme per partecipare alla missione della Chiesa, che è quella di annunciare con le parole e le opere l’amore onnipotente di Dio per l’umanità e anticipare così, nella speranza, la venuta del regno di Dio. Ma se la Chiesa non ha un cuore materno non sarà capace di perseverare sino alla fine nella sua testimonianza. Preghiamo per quanti nella Chiesa consumano silenziosamente la vita nell’intercessione e nella lode contemplativa, assicurando un supplemento di anima alle opere di carità cristiana.

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VEGLIA DI PREGHIERA

Parrocchia S. Maria del CarmineParrocchia S. Maria del CarmineParrocchia S. Maria del CarmineParrocchia S. Maria del Carmine

VelletriVelletriVelletriVelletri

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Veglia di preghieraVeglia di preghieraVeglia di preghieraVeglia di preghiera Settimana della carità - 25 Novembre 2005

Guida: In questo tempo di Avvento che inizierà domenica veniamo richiamati da un’atmosfera che ha qualcosa di speciale. Siamo nell’ ”attesa” di rivivere la nascita di Gesù e nel prepararci per questo evento dobbiamo verificare il nostro cammino di fede. Un cammino che non può fare a meno di sentirci coinvolti nella Carità, nell’amore verso il prossimo. “Lieti nella speranza… solleciti per le necessità dei fratelli”: questo è il punto di partenza della Settimana della Carità promossa dall’Azione Cattolica. La nostra piccola grande missione è quella di essere “cristiani” nel nostro ambiente di vita, uomini di carità aperti alle necessità dei fratelli. Fratelli che incontriamo nella quotidianità: fratelli vicini, incrociati tra i banchi, in corridoio, durante la ricreazione, sul treno che ci porta al lavoro, in ufficio; fratelli lontani, ricordati dall’urgenza di un mondo che chiede giustizia e invoca la pace. Senza andare troppo oltre, senza proporsi traguardi irraggiungibili, basta voltarsi al proprio vicino, per trovare una storia diversa dalla nostra, unica per questo, un concentrato di emozioni e di esperienze che spesso aspettano solo di essere condivise.

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I momento: la Carità si è fatta carne…I momento: la Carità si è fatta carne…I momento: la Carità si è fatta carne…I momento: la Carità si è fatta carne…

Guida: All’ inizio della veglia vi sono stati consegnati dei lumini. Durante il canto d’ingresso ciascuno di noi dopo l’intronizzazione della Parola deporrà ai piedi dell’altare il proprio lumino che insieme agli altri formerà un grande cuore segno della disponibilità ad aprire la nostra vita ed accogliere nel nostro cuore l’invito che il Signore ci fa: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”.

INTRONIZZAZIONE DELLA PAROLA

Gesto: IL CUORE LUMINOSO

Canto d’ingresso: Ti ho chiestoTi ho chiestoTi ho chiestoTi ho chiesto Ti ho chiesto, Signore, forza per compiere grandi imprese, ma tu mi hai reso debole perché divenissi umile. Ti ho chiesto salute e felicità per fare cose buone mi hai dato infermità per fare cose migliori. Ti ho chiesto ricchezza per essere felice, Ti ho chiesto potenza per avere lode dagli uomini. Ti ho chiesto le cose tutte per godere la vita, mi hai dato la vita per godere tutte le cose,

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mi hai dato povertà perché divenissi saggio mi hai dato debolezza perché ritornassi da te. Niente di quanto ti ho chiesto, Signore, ho ricevuto ma ogni mio desiderio profondo è stato esaudito. Alle mie preghiere non dette tu hai dato risposta ed è bastato solo il tuo amore a render felice il mio cuore. Alle mie preghiere non dette tu hai dato risposta. Io ti ringrazio, o mio Signore, e ti rendo il mio cuore.

Saluto del celebrante

LA CARITA’ E’…. 1L: Una donna francese, venuta per un ritiro spirituale passa accanto ad una tenda dei tuareg. Si ferma, conversa e si accorge che una ragazza, esile come una canna, trema per il freddo. E’ strano, ma è così: nel deserto fa freddo nelle albe senza sole. - Perché non ti copri?- chiese la donna. - Perché non ho nulla con cui coprirmi- rispose la fanciulla di tuareg. La donna senza aver affrontato il problema se ne va a pregare. Entra nell’eremitaggio dove è esposto il Santissimo Sacramento. Si prostra nella sabbia davanti a Gesù presente nell’eucarestia. Cerca il contatto con l’Eterno…cerca di pregare ma non ci riesce. -Non riuscivo ad andare avanti- confesserà - Non riuscivo a pregare-.-Sono dovuta uscire, ritornare nella tenda e dare a quella fanciulla una delle mie maglie. Poi sono tornata e sono riuscita a pregare. Guida: L’amore di Dio, rivelandosi incalza, non lascia riposo nel Natale di Gesù perché trascina sempre con sé la storia, gli uomini. Quando un cristiano prega sul serio il Dio di Gesù, lo

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ributta immediatamente tra gli altri. Pregare allora è essere presenti a Dio e agli uomini, è mettere insieme l’eremo e la strada, certi che dove un uomo prega, qualcosa fiorisce. ASCOLTIAMO LA PAROLA

Dal Vangelo di Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui,e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce .Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue,né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre,pieno di grazia e di verità.

IL VERBO SI FECE CARNE Guida: Gesù si fece uomo debole e fragile, in comunione con la nostra condizione umana. La prima certezza allora è che Dio non è lontano, non è "fuori" dalla mia vita, estraneo al mio

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vissuto, ma vi è entrato, dandole valore.

E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI

Guida: Il Signore "mise una tenda" perché si volle stabilire in mezzo a noi. L'essere "un mezzo" di Gesù ci fa riflettere come la sua vicinanza non è marginale, ma determinante, centrale. Anzi, ci scombina, perché c'è in noi la continua tentazione di essere noi al centro della vita, di noi stessi, degli altri. Chi accoglie Gesù invece è chiamato a dargli un posto di centralità nella vita. Questa pagina c'invita allora a dedicare più tempo e più energie per contemplare l'umanità di Gesù: Dio da ricco che era si è fatto povero per me, per essermi vicino, per sottrarmi alla mia solitudine, per accompagnarmi nelle mie difficoltà, per essere una presenza reale nella mia vita. L'onnipotenza di Dio in Gesù non ha i tratti della violenza; la sua gloria è irradiata da un luogo di apparente totale fallimento, la croce. Questo c'insegna che il segreto della vita passa attraverso il dono di sé, fino ai segni più grandi di dedizione, amore e pazienza, irreversibili e totali. la mia vita di oggi è piena di futuro se si fa piccola.

PREGHIERA CORALE Signore Gesù,

tu che ti sei presentato come luce per la nostra vita

e ti sei rivelato come l’amore, insegnaci a non lasciarci vincere dal male

che ci porta lontano dal tuo volto: sappiamo che è difficile trovare soluzioni

e ci sentiamo continuamente “vinti”. Abbiamo visto che c’è un’arma

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ed è il dono del tuo Spirito: l’arma dell’amore. Solo l’amore può vincere il peccato perchè viene da Te. tu che hai fatto della tua vita un grande gesto di carità,

insegnaci ad opporre ad ogni atto o pensiero di male un gesto d’amore.

Donaci di poter vincere, con un sorriso, le nostre oscurità. Solo così saremo giovani che sanno AMARE.. Amen.

II momento: …la carità è amore per Dio…II momento: …la carità è amore per Dio…II momento: …la carità è amore per Dio…II momento: …la carità è amore per Dio… Canto: Tu Dio amoreTu Dio amoreTu Dio amoreTu Dio amore Se l'amore è da te, tu sei amore; e come l'alba che vince la notte tu vieni. Se io amo conosco te;e la tua luce che vince la notte è in me; e tu vieni, tu vieni. Ma com'è possibile che tu abiti sulla terra?Ma com'è possibile che tu abiti sulla terra?Ma com'è possibile che tu abiti sulla terra?Ma com'è possibile che tu abiti sulla terra? Tu, che i cieli dei cieli non possono contenere!Tu, che i cieli dei cieli non possono contenere!Tu, che i cieli dei cieli non possono contenere!Tu, che i cieli dei cieli non possono contenere! Ma com'è pensabile che tu mi fai dono del tuo amore?Ma com'è pensabile che tu mi fai dono del tuo amore?Ma com'è pensabile che tu mi fai dono del tuo amore?Ma com'è pensabile che tu mi fai dono del tuo amore? Sei carità e comunione tu Dio amore!Sei carità e comunione tu Dio amore!Sei carità e comunione tu Dio amore!Sei carità e comunione tu Dio amore! Davvero io non saprei amare se tu non mi amassi: la carità sarebbe solo vana gloria, Chi può comprendere l'amore, se non altri chi è amato? E tu ami, tu ami. Rit.Rit.Rit.Rit. ASCOLTIAMO LA PAROLA Dalla Lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede

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così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! Guida: Gesù fa della carità il comandamento nuovo. Essa è la virtù per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. “Come il Padre ha amato me così anch’io ho amato voi”. Ora dopo ogni strofa proclamata dal coro femminile e dal coro maschile, intercaliamo il ritornello del canto che segue

Rit. Questo è il mio comandamento,

che vi amiate ,come io ho amato voi, come io ho amato voi .

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Coro femminile Nessuno ha un amore più grande, di chi da la vita per gli amici , voi siete miei amici se farete ciò che vi dirò. RIT. Coro maschile Il servo non sa ancora amare , ma io v'ho chiamato miei amici, rimanete nel mio amore ed amate il Padre come me. RIT. Insieme Io pregherò il Padre per voi , e darà a voi il Consolatore , che rimanga sempre in voi e vi guidi nella carità .RIT.

III momento…La Carità di Maria verso Dio…III momento…La Carità di Maria verso Dio…III momento…La Carità di Maria verso Dio…III momento…La Carità di Maria verso Dio… ASCOLTIAMO LA PAROLA

Dal Vangelo di Luca Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre

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e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

Guida: Maria, la Madre Sua e Madre nostra. Madre è colei che dona la vita. Nel senso che fa in modo che veniamo all’esistenza, nel senso che tutta la sua vita è donata a quelli che ha generato. Maria è colei che ha dato la vita al Cristo. Lo ha generato nella nostra carne.

2L: Il Santo Natale rappresenta la Salvezza donata. Chi è attorno a Maria e Giuseppe nella nascita del loro figlio Gesù sono dei pastori, dei poveri. La povertà non è soltanto una condizione scelta dal Figlio di Dio nella sua vita, la povertà è anche l’ambiente culturale in cui ella viveva. Maria, povertà sempre più radicale, è il grembo in cui il Verbo fatto carne è cresciuto. Maria ci insegna a metterci al servizio del mistero di Dio che abita la vita di ogni persona. Questa è la missione, l’annuncio che nasce da .una profondità d’ascolto e produce una profonda accoglienza.

3L: Dice Sant' Anselmo: "Quanto più un cuore è puro e vuoto di se stesso, tanto più sarà pieno di amore verso Dio". Maria fu tutta umile e vuota di sé, scrive san Bernardino e perciò fu tutta piena di amore divino, superando l'amore di tutti gli uomini e di tutti gli angeli verso Dio. Con ragione dunque san Francesco di Sales la chiamò la "Regina dell'amore".

4L: Maria è presente nei momenti decisivi della vita di Gesù ma, mentre suo Figlio è l’immagine personale del Dio Salvatore, lei è il modello dell’umanità salvata: una di noi, ma redenta e associata a lui in modo del tutto singolare. In lei la Chiesa

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trova la sua prima e più perfetta realizzazione “nell’ordine della carità e della perfetta unione con Cristo”… Maria è al centro della Chiesa come in una perenne Pentecoste: ”Non si può parlare di Chiesa, se non vi è presente Maria,la Madre del Signore, con i fratelli di lui”. In lei si concentrano i nomi di Dio: la presenza dello Spirito,la bellezza interiore della Santità, la fede verginale, la carità materna, l’alleanza sponsale, la gloria celeste, la cooperazione alla missione salvifica di Cristo. In lei il mistero della Chiesa risplende di luce purissima. Maria impersona la Chiesa.

Guida: Con la preghiera che segue invochiamo la Vergine Maria perché Ella è maestra straordinaria del servizio verso gli altri: “Eccomi, sono la serva del Signore.”

Chiediamo a Lei che ci doni un pezzo del suo grembiule, che dall’asciugatoio ritagli un pezzo per noi perché possiamo

diventare persone sollecite verso le necessità dei nostri fratelli.

PREGHIERA CORALE Vorremmo un cuore come quello di Maria,

Signore Gesù. Un cuore come quello della madre tua.

tu ne hai sentito i battiti. sei cresciuto al ritmo del suo cuore.

E non ti sei sentito lontano dal cuore del Padre. Vorremmo ci rendessi così:uomini, donne, comunità che ripetono il mistero di maria.

perché ognuno che vive accanto a noi, sentendo il battito del cuore, del nostro vivere,

scopra la nostalgia del cuore del Padre e trovi la forza dello Spirito per mettersi in cammino verso di Lui.

Canto: Maria vogliamo amartiMaria vogliamo amartiMaria vogliamo amartiMaria vogliamo amarti

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Maria siamo tutti tuoi e vogliamo amarti,Maria siamo tutti tuoi e vogliamo amarti,Maria siamo tutti tuoi e vogliamo amarti,Maria siamo tutti tuoi e vogliamo amarti, come ncome ncome ncome nessuno ti ha amata mai .essuno ti ha amata mai .essuno ti ha amata mai .essuno ti ha amata mai . Con te, sulla tua via ,il nostro cammino è sicuro . Con te ogni passo conduce alla meta , e anche nella notte tu ci sei vicina , trasformi ogni timore in certezza. Rit.Rit.Rit.Rit. La tua corona di rose vogliamo essere noi , una corona di figli tutti tuoi, la tua presenza nel mondo ritorni attraverso di noi , come un canto di lode senza fine . Rit.Rit.Rit.Rit.

IV momento: …la carità è amore per i fratelli…IV momento: …la carità è amore per i fratelli…IV momento: …la carità è amore per i fratelli…IV momento: …la carità è amore per i fratelli… ASCOLTIAMO LA PAROLA

Dal Vangelo di Matteo «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo

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venuti a trovarti?" E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste". Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna». PREGHIERA (a cori alterni) 1 Coro Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. 2 Coro

Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. 1 Coro Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. 2 Coro

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Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore 5L: «Dio è amore. Che volto ha l’amore? Che forma ha? Che statura ha? Che piedi ha? Che mani ha? Nessuno lo può dire. Ha tuttavia piedi: conducono alla Chiesa; ha mani: si stendono pietose verso il povero; ha occhi: per essi infatti si può comprendere chi è bisognoso. Ha orecchie, di cui dice il Signore: Chi ha orecchie per udire, ascolti (Lc 8,8). Non si tratta di membra separate in luoghi diversi, ma chi ha la carità vede con la mente il tutto e allo stesso tempo. Tu dunque abita nella carità ed essa abiterà in te; resta in essa ed essa resterà in te».

Dal Commento alla prima lettera di san Giovanni di Sant’Agostino, Vescovo

Guida: Ascoltiamo ora le parole di Madre Teresa di Calcutta la quale diceva:“Quale gioia quando la matita impara a scrivere le parole più belle: la prima di queste è Amore. Io l’ho trovato. Gesù è l’amore d’amare. L’amore non è accondiscendente e la carità non ha nulla a che vedere con la pietà: è AMORE. Carità e amore sono la stessa cosa. Con la carità dai amore: perciò non limitarti a dare denaro, ma al contrario tendi la mano”. Gesto: I SEGNI DELLA CARITA’ Durante il canto verranno deposti all’altare i segni della carità: la coperta, il cuscino, la matita, il pane, una brocca con l’acqua, i colori dell’amore, la luce come invito a lasciare che il nostro cuore si dilati e si apra verso coloro che hanno bisogno di noi. Canto: Vorrei…vorreiVorrei…vorreiVorrei…vorreiVorrei…vorrei

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Vorrei essere coperta e fuoco per riscaldare chi ha freddo ed è solo e piuma morbida per farvi riposare per farvi riposare su di me. Vorrei essere a disposizione di chi soffre nel corpo e nello spirito Mio Dio, apri il mio cuor, dilata il mio amor, vorrei. ..vorrei.. cantate insieme a me. Vorrei diventare cibo per saziare chi ha fame, Vorrei diventare cibo per saziare chi ha fame, Vorrei diventare cibo per saziare chi ha fame, Vorrei diventare cibo per saziare chi ha fame, vorrei essere un vestito per coprir chi è nudo, vorrei essere un vestito per coprir chi è nudo, vorrei essere un vestito per coprir chi è nudo, vorrei essere un vestito per coprir chi è nudo, vorrei essere bevanda e dissetar chi ha sete vorrei essere bevanda e dissetar chi ha sete vorrei essere bevanda e dissetar chi ha sete vorrei essere bevanda e dissetar chi ha sete e un tonico per sostener chi è debole ed essere...essere...e un tonico per sostener chi è debole ed essere...essere...e un tonico per sostener chi è debole ed essere...essere...e un tonico per sostener chi è debole ed essere...essere... Vorrei andare in giro in tutto il mondo, dipingere i colori dell'amore, guarire chi non ha la sua serenità vivendo una sola verità. Vorrei essere luce come il sole brillare agli occhi di chi non può vedere Mio Dio, apri il mio cuor, dilata il mio amor, vorrei.. vorrei. ..cantate insieme a me. RiRiRiRit.t.t.t. Dalla Lettera di S. Paolo apostolo ai Colossesi 6L: Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. Ad ogni riflessione che segue cantiamo il canone che segue

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Ubi caritas et amor ubi caritas Deus ibi est

7L Ecco una Parola decisiva per la nostra vita e la nostra testimonianza nel mondo. Per spiegare la condotta del cristiano, Paolo ama spesso far l’esempio delle vesti che il seguace di Cristo deve indossare. E anche qui, nella lettera ai Colossesi, parla delle virtù, che devono prendere posto nel nostro cuore, come di tanti capi di vestiario. Esse sono: la misericordia, la bontà, l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza, la sopportazione, il perdono. Ma "al di sopra di tutto – dice, quasi pensando ad una cintura che lega tutto insieme e dà perfezione all’abbigliamento – vi sia la carità".

Ubi caritas et amor ubi caritas Deus ibi est

8L Sì, la carità; perché non basta per un cristiano esser buono, misericordioso, umile, mansueto, paziente… Egli deve avere per i fratelli e le sorelle la carità. Ma la carità non è forse esser buoni, misericordiosi, pazienti, saper perdonare? Sì, ma non solo. La carità ce l’ha insegnata Gesù. Essa consiste nel dare la vita per gli altri. Ogni cristiano, solo se muore a se stesso per gli altri ha la carità.

Ubi caritas et amor ubi caritas Deus ibi est

Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione

9L Questa Parola dell'Apostolo ci invita, dunque, ad esaminare fino a che punto la nostra vita cristiana è animata dalla carità, la quale, come vincolo della perfezione, è quel legame che ci porta alla più alta unità con Dio e fra noi.

Ubi caritas et amor ubi caritas Deus ibi est.

Guida: Ringraziamo, dunque, il Signore per averci riversato nei cuori il suo amore che ci rende sempre più capaci di ascoltare,

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di immedesimarci con i problemi e le preoccupazioni dei nostri prossimi; di condividerne il pane, le gioie e i dolori; di far cadere certe barriere, che ancora ci dividono; di mettere da parte certi atteggiamenti di orgoglio, di rivalità, di invidia, di risentimento per eventuali torti ricevuti; di superare quella terribile tendenza alla critica negativa; di uscire dal nostro egoistico isolamento per metterci a disposizione di chi è nella necessità o nella solitudine; di costruire dappertutto l'unità, voluta da Gesù.

Guida: Ed ora con la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato, rivolgiamoci al Padre chiedendogli la forza di renderci umili e caritatevoli verso coloro che ci tendono la mano e ci chiedono il loro aiuto. Padre nostro… Gesto: LA PERGAMENA DELLA CARITA’

Guida: Al termine di questa veglia vogliamo lasciarci con un impegno. La solidarietà, l’amore, la carità non spetta soltanto a pochi, ad alcuni “eletti”; ciascuno di noi deve sentirsi chiamato in causa in questo compito così importante. Durante il canto finale ognuno di noi, si recherà ai piedi dell’altare e prenderà una piccola pergamena. Su ognuna è riportata una Parola speciale, una Parola che il Signore stesso ci rivolge. Tornando a casa ciascuno è chiamato a “ruminare” la propria Parola e a trasformarla nella vita quotidiana in un segno concreto di carità. Benedizione finale

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Canto finale: Come gocce d’amoreCome gocce d’amoreCome gocce d’amoreCome gocce d’amore Ma non ti accorgi ancora che intorno a te, c'è gente che si getta via senza un perché. Forse non vede e non sente, forse non crede più a niente, forse non sa che la vita è un regalo da vivere. E allora vieni e canta insieme a noi se vuoi puoi farlo anche tu. E dopo uniti lotteremo e non cadremo più giù. Niente paura e incertezza, ma solo forza e sicurezza perché dentro noi c'è la vita che viene da Dio. E un giorno come tante gocce d'amore,E un giorno come tante gocce d'amore,E un giorno come tante gocce d'amore,E un giorno come tante gocce d'amore, noi bagneremo questo mondo pieno d'arsure noi bagneremo questo mondo pieno d'arsure noi bagneremo questo mondo pieno d'arsure noi bagneremo questo mondo pieno d'arsure Con tante gocce innaffieremo un fiore,Con tante gocce innaffieremo un fiore,Con tante gocce innaffieremo un fiore,Con tante gocce innaffieremo un fiore, da dove sboccerà, unda dove sboccerà, unda dove sboccerà, unda dove sboccerà, un uomo nuovo che sorriderà, sorriderà.uomo nuovo che sorriderà, sorriderà.uomo nuovo che sorriderà, sorriderà.uomo nuovo che sorriderà, sorriderà.

VEGLIA O INCONTRO

Un laico che porta la croce di Cristo: gesto di solidarietà o carità forzata?

A chi tocca? Costringiamo costui: Simone di Cirene.

Nel nome del padre, e del figlio e dello spirito santo. Amen

Ant.: Esulto nel Signore, mia salvezza.

Sal. 85

1. Signore, tendi l'orecchio, rispondimi, perché io sono povero e infelice. Custodiscimi perché sono fedele; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

2. Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno. Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, innalzo l'anima mia. Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di

misericordia con chi ti invoca.

3. Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce della mia supplica. Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido e tu mi esaudirai.

4. Fra gli dei nessuno è come te, Signore, e non c'è nulla che uguagli le tue opere. Tutti i popoli che hai creato verranno e si

prostreranno davanti a te, o Signore, per dare gloria al tuo nome; grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio.

5. Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice che tema il tuo nome.

6. Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome sempre,

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perché grande con me è la tua misericordia: dal profondo degli inferi mi hai strappato.

7. Mio Dio, mi assalgono gli arroganti, una schiera di violenti attenta alla mia vita, non pongono te davanti ai loro occhi

8. Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole, lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele, volgiti a me e abbi misericordia: dona al tuo servo la tua forza, salva il figlio della tua ancella.

9. Dammi un segno di benevolenza; vedano e siano confusi i miei nemici, perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.

Gloria…

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Ant.: Esulto nel Signore, mia salvezza Guida Si può cogliere della vita terrena di Gesù un aspetto molto singolare: dall’inizio alla fine della Sua esistenza terrena Egli ha voluto averne di bisogno. Del grembo di Maria per venire nel mondo, del lavoro e del salario di un artigiano per vivere mangiare e coprirsi, a Cafarnao della casa e della barca di Pietro per la missione, anche del sepolcro di Simone di Arimatea per il sonno della morte Egli volle avere bisogno. Durante la Sua sofferenza, si, anche in quel momento cadendo sotto la croce, Gesù ha voluto essere debole, povero, ha voluto avere bisogno e ha accettato l’aiuto altrui. In Simone di Cirene ha ricevuto un aiuto imposto.

Simone di Cirene è un emigrante proveniente dalla Libia, padre di almeno due figli. Straniero quindi. Egli aveva campagna, e come i contadini di ogni tempo era uscito con il buio per andare a lavorare, e ora, a metà mattina, quando il sole inizia a scaldare, torna in città, a casa. E’ già stanco dal lavoro, e s’incontra con un altro universo umano. Un universo tumultuoso, da cui è bene stare alla larga, in cui è saggio non trovarsi in mezzo, un universo che essendo stato pieno di violenza, ora va verso il suo compimento nell’esecuzione esemplare della legge. Da una parte le autorità, le forze dell’ordine, la folla eterogenea dei benpensanti e degli impotenti, e dall’altra tre condannati per reati molto gravi. Nella stessa mattinata, un altro condannato, lo diremmo per terrorismo, Barabba, era stato graziato.

Lettore - Gesù, da che parte ti trovi?

Silenzio

G. Gesù, giovane trentenne con fama straordinaria, non ce la fa. Vittima del pestaggio notturno dell’arresto, dei 120 colpi della flagellazione, dell’emorragia, dello sfinimento, della coronazione di spine e del dileggio dei soldati, dell’infarto in atto… Gesù non ce la fa. Con il legno della croce sulle spalle non ce la fa. Ma per la gente per bene e per le forze dell’ordine egli deve farcela, è giusto e necessario che la procedura arrivi in fondo. Il povero, l’umiliato, il ferito, deve farcela. E’ in fondo colpa sua se si è messo in quella situazione, perché… se fosse stato diverso, se avesse pensato ai fatti suoi, se avesse frequentato altre compagnie, se non fosse stato superbo da farsi Dio, se avesse accettato di essere fatto re, non si sarebbe messo nei guai. Se…

Lettore - Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota… . Mc 15,21-22

G. Troppo spesso i cristiani sembrano accettare la volontà di Dio solo a condizione di essere autosufficienti. La loro angoscia più grande è quella di essere di peso, di avere bisogno, di disturbare. Quanto lontani dall’atteggiamento di Gesù! Egli, Dio onnipotente, ha voluto invece nella sua debolezza, nel suo “non farcela da solo”, nel Suo umiliante apparire un “desgrassià”, che i 50 Kg. della croce andassero a pesare sulle spalle di un uomo normale, di un uomo per bene, lavoratore, padre di famiglia, di un laico come noi.

Insieme: Signore fa uno strumento della tua pace del tuo amore, bis.

G. Di quelli che Gesù ha voluto al Suo servizio, Simone di Cirene è quello che impressiona di più. Simone non è stato chiamato come gli apostoli e i discepoli, non si sa se avesse visto qualche miracolo, è stato costretto a faticare per Gesù da un’arbitraria azione di polizia, da una coercizione. Non gli è stato chiesto “di essere d’accordo” di “prepararsi prima”, di “ritagliarsi il tempo”. Gli è stato imposto di punto in bianco di far strada, fino al Golgota, un luogo disgraziato, sotto un peso non suo, è stato costretto a sporcarsi con il sangue di un maledetto, a trovarsi immischiato, per una mattinata, in una “faccenda sporca”, che oltretutto va solo a finir male.

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Lettore - Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota dove venne crocefisso… . Mc 15,21-22

Silenzio

G. Quante volte, come laici, ci troviamo immischiati a fianco dei crocifissi del mondo, reclutati a forza, a nostro rischio, a rischio del nostro buon nome, a rischio del nostro equilibrio famigliare e sociale, a rischio delle nostre convenienze.... Certo, potremmo vantarci di essere tra quelli che “non stanno a guardare”, ma quante volte ci sentiamo o ci troviamo “incastrati” a perdere tempo, a portare pesi spiacevoli, che non sono nostri o dovuti a noi. Un’infermità fisica o mentale, una solitudine amara, la dissoluzione della famiglia con il divorzio, una disoccupazione. Anche il parroco o l’associazione … la San Vincenzo o la Caritas, sembrano a volte trasformarsi in “autorità coercitiva” che ci obbliga, dopo il lavoro normale di una giornata, a far strada caricandoci di un grave peso in più.

Insieme: Signore fa uno strumento della tua pace del tuo amore, bis.

G. Ci si trova a fianco dei crocifissi del mondo in mezzo all’aggressività, alla menzogna, all’ingiustizia, all’incomprensione, alla sofferenza, alla tragedia… con tanta voglia di tornare a casa propria e di chiudere la porta… di difenderci con le nostre “buone ragioni”, convinti che a noi di essere dei “desgrassià” non toccherà mai.

Insieme: Signore fa uno strumento della tua pace del tuo amore, bis. G. Eppure, Signore, tu non disprezzi il nostro servizio forzato. Anche se non è fatto di tenerezza, di disponibilità, di pietà, di compassione, di sollecitudine, di fede, di gioia, tu non lo rifiuti. Tu non rifiuti il nostro fastidio, la nostra fretta, la nostra durezza.

Insieme: Signore fa uno strumento della tua pace del tuo amore, bis.

Pazientissimo Signore, che sei venuto a testimoniarci la misura infinita dell’Amore, accogli i nostri desideri e le nostre preghiere:

Eleviamo la nostra preghiera spontanea: Insieme: Ascoltaci o Signore

Segno: G. Ai piedi di Gesù Crocifisso deponiamo il nome di una persona la cui croce pesa anche sulle nostre spalle, oppure il nome di una persona che ha portato di malavoglia qualche volta la nostra croce. ConsegniamoGli anche la nostra paura di averne di bisogno, e l’umiliazione dei bisognosi che affianchiamo, affinché il Signore ci trasformi in cuori liberi, tesi alla resurrezione.

r. Ti seguirò, ti seguirò, o Signore, e nella tua strada camminerò

1. Ti seguirò nella via dell'amor e donerò al mondo la vita.

2. Ti seguirò nella via del dolore e la tua croce ci salverà

3. Ti seguirò nella via della gioia e la tua luce ci guiderà.

G. Chiudiamo questa meditazione con la preghiera dei vincenziani, cristiani che vivono la loro disponibilità a portare con Gesù le croci dei fratelli e dove possibile cercano di rimuoverne le cause.

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Insieme Signore fammi buon amico di tutti, fa che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da te, a chi vorrebbe cominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace. Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. Signore aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi stanno accanto, di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo. Signore dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori; Signore liberami dall’egoismo: perché ti possa servire, perché ti possa amare, perché ti possa incontrare in ogni fratello che mi fai incontrare.

G. Il Signore certamente e fedelmente dona a chi chiede nel Suo nome la Grazia necessaria affinché venga trasfigurata nella carità la nostra vita, la nostra famiglia, la nostra parrocchia.

Con fiducia filiale diciamo insieme – Padre nostro

Parroco: Parroco: Parroco: Parroco: Signore, a Simone di Cirene hai aperto gli occhi e il cuore, donandogli, nella condivisione della croce, la grazia della fede. Aiutaci ad assistere il nostro prossimo che soffre, anche se questa chiamata dovesse essere in contraddizione con i nostri progetti e le nostre simpatie. Donaci di riconoscere che è una grazia poter condividere la croce degli altri e sperimentare che così siamo in cammino con te. Donaci di riconoscere con gioia che proprio nel condividere la tua sofferenza e le sofferenze di questo mondo diveniamo servitori della salvezza, e che così possiamo aiutare a costruire il tuo corpo, la Chiesa. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

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Ti seguirò

1. Ti seguirò, ti seguirò, o Signore, e nella tua strada camminerò.

2. Ti seguirò nella via dell'amor e donerò al mondo la vita.

3. Ti seguirò nella via del dolore e la tua croce ci salverà.

4. Ti seguirò nella via della gioia e la tua luce ci guiderà.

.

Eccomi

R. Eccomi, eccomi ! Signore io vengo. Eccomi, eccomi ! Si compia in me la tua volontà.

3. Il sacrificio non gradisci, ma m'hai aperto l'orecchio, non hai voluto olocausti, allora ho detto: Io vengo !

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1. Nel mio Signore ho sperato e su di me s'è chinato, ha dato ascolto al mio grido, m'ha liberato dalla morte.

2. I miei piedi ha reso saldi, sicuri ha reso i miei passi. Ha messo sulla mia bocca un nuovo canto di lode.

4. Sul tuo libro di me è scritto: Si compia il tuo volere. Questo, mio Dio, desidero, la tua legge è nel mio cuore.

5. La tua giustizia ho proclamato, non tengo chiuse le labbra. Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia.

INCONTRO CON IL MANDATO Adorazione Eucaristica : La carità, anima della missione (Campo OFS Castell.re di Stabia 21.10.06) Mentre si canta, entrano processionalmente il celebrante e i portatori dei cinque ceri colorati da deporre sull'altare . CANTO DI INIZIO “DOV'E' CARITA' E AMORE” ed Esposizione del SS. Sacramento Guida: La nostra preghiera, il nostro dialogo col Signore questa sera si muoverà sulla pista tracciata dal Santo Padre per la giornata missionaria mondiale:

LA CARITÀ, ANIMA DELLA MISSIONE. All'origine della nostra esistenza, vi è sempre l'appassionato amore di Dio per ciascuno di noi. Egli, per nostro amore, non ha esitato a sacrificare il Suo Unigenito per farci diventare, in Lui, un'unica famiglia. Ma l'umanità sembra ancora tanto lontana dal realizzare il sogno di Dio! Ancora troppi sono i fratelli che non conoscono Gesù perché mai raggiunti dalla Parola e tanti pure sono quelli che non sanno più riconoscerlo. Durante la preghiera di questa sera, vogliamo chiedere al Signore, Padre di tutti, che ci faccia riscoprire il senso profondamente missionario della nostra vocazione cristiana e la grazia di un rinnovato impegno come testimoni ed annunciatori del Vangelo.

Parte prima : La carità Sac.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ass.: Amen Sac.: Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Ass.: E con il tuo spirito. Sac.: Preghiamo: O Padre, che hai stabilito la tua Chiesa sacramento universale di salvezza per continuare l'opera di Cristo sino alla fine dei secoli, risveglia il cuore dei fedeli, perché avvertano l'urgenza della chiamata missionaria affinché si realizzi il sogno di Dio, fare dell'umanità una famiglia sola.

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Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Ass.: Amen Let.: Dalla prima lettera di San Pietro (1 Pt 2,9-10; 5,1-4) Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di Dio, voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia. Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi. Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio, non per vile interesse, ma di buon animo, non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce. Parola di Dio. Ass.: Rendiamo grazie a Dio. Guida: Dalla elezione del popolo, dal suo essere messo a parte per Dio, separato quindi santo, nasce il compito della santità ed il dovere di aiutare i fratelli a raggiungerla. Sacerdozio universale dunque che nasce dal dono del Battesimo e ci abilita a partecipare alla realtà profetica e sacerdotale di Cristo. Silenzio meditativo

Parte seconda : Anima della missione Guida: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui...abbia la vita eterna. "(Gv. 3,16). Con la centralità dell'amore, la fede cristiana ha accolto quello che era il nucleo della fede d'Israele...L'Israelita credente, infatti, prega ogni giorno con le parole del libro del Deuteronomio nelle quali egli sa che è racchiuso il centro della sua esistenza: "Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore,con tutta l'anima e con tutte le forze(Deut.6,4-5). PAUSA Gesù ha unito, facendone un unico precetto, il comandamento dell'amore di Dio con quello dell'amore del prossimo, contenuto nel libro del Levitico: "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (Lev.19,18; cfr. Mc. 12,29-31). Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr. 1 Gv.4,10), l'amore adesso non è più solo un "comandamento", ma è la risposta al dono dell'amore, col quale Dio ci viene incontro. (Deus Caritas est, 1) SILENZIO Guida: "Quando ci si sente immensamente amati, non si può partecipare al mistero dell'Amore che si dona restando a guardare da lontano. Bisogna lasciarsi investire dalle fiamme che bruciano l'olocausto, e diventare, noi pure, amore ". (Giovanni Paolo II - Congresso Mondiale V.C. 2004) Facciamo nostra la preghiera di Madre Teresa di Calcutta, una missionaria che ben aveva compreso che l'amore per Dio equivale all'amore per il prossimo. Preghiera

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Sac.: Signore, quando ho fame, E TUTTI RISPONDONO : mandami qualcuno da sfamare. Quando ho sete, mandami qualcuno da dissetare. Quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare. Quando sono triste, mandami qualcuno da consolare Quando sono povero, mandami qualcuno più povero di me. Quando non ho tempo, mandami qualcuno da ascoltare. Quando mi sento incompreso, mandami qualcuno da abbracciare. Quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare. Quando sono umiliato, mandami qualcuno da lodare. Quando non mi sento amato, mandami qualcuno da amare. (Madre Teresa di Calcutta) Guida: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi" (Gv. 13, 34) Chi ha fatto esperienza dell'amore di Dio, non può chiudersi in sé ma deve gridare al mondo intero la buona notizia. In qualche modo incarna l'amore stesso di Dio e diventa una straordinaria sorgente di energia spirituale, capace di sconvolgere gli eventi. Preghiere di intercessione (Ogni preghiera viene accompagnata da un segno che viene portato all'altare mentre l'assemblea risponde cantando “Oh, oh, oh, adoramus Te, domine ” (2 volte) : Guida : Brocca d'acqua Ti presentiamo Signore, questa brocca d'acqua che ricorda il nostro Battesimo Sac.Perché ognuno di noi, in forza del battesimo, s i senta responsabile della diffusione della Parola. Preghiamo Ass.: Oh, oh, oh, adoramus Te, domine (2 volte) Bibbia: Ti presentiamo Signore, questa Bibbia, che deve illuminare la nostra vita. Perché la Tua Parola ascoltata possa diventare vita in noi. Preghiamo . Ass.: Oh, oh, oh, adoramus Te, domine (2 volte) Mappamondo Ti presentiamo Signore, il mondo, le sue sofferenze, le sue lotte ma anche i molti desideri di bene. Perché tutti gli abitanti della terra possano esser e raggiunti dalla Buona Novella, di essere figli dello stesso Padre e quindi appartenenti all'unica famiglia di D io. Preghiamo. Ass.: Oh, oh, oh, adoramus Te, domine (2 volte) Cero Ti presentiamo Signore questo cero per ricordarci che Tu sei la luce del mondo. Perché il Signore susciti tanti giovani generosi ch e, in suo nome, siano pronti ad andare in tutte le parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. Pre ghiamo. Ass.: Oh, oh, oh, adoramus Te, domine (2 volte) Crocifisso Ti presentiamo Signore, questo crocifisso perché sia il compagno indivisibile dei nostri fratelli missionari. Perché il Signore Gesù sia loro modello di vita, Lu i "che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti”. (Mc.10, 45) Ass.: Oh, oh, oh, adoramus Te, domine (2 volte) Sac.: O Padre ascolta le nostre preghiere e risveglia il cuore dei tuoi fedeli, perché avvertano l'urgenza della chiamata missionaria; di tutti i popoli della terra si formi una sola famiglia e sorga una umanità nuova in Cristo nostro Signore. Egli è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo. Amen

Parte terza : Mandato missionario Guida: Facciamo nostra la preghiera di don Tonino Bello .

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Lett.: Voglio ringraziarti Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto. L'altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi. Perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all'ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l'avventura della libertà. Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te! Ma non basta saper volare con Te, Signore Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il mio fratello e di aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono per ogni peccato contro la vita e per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Non farmi lasciare il prossimo nel vestibolo malinconico della vita dove si "tira a campare", dove si vegeta solo. Non farmi passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te. Soprattutto, per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva... (Don Tonino Bello) CANTO : RESTA CON NOI, SIGNORE Resta con noi, Signore, la sera: resta con noi e avremo la pace. Guida: La nostra fraternità è inviata alle genti: per questo esiste, per annunciare e testimoniare il grande amore che il Padre ha per tutti i suoi figli. Nell'ascolto e nella contemplazione dell'amore di Dio, assumiamo come nostro il mandato Missionario per realizzare la nuova umanità in Cristo. Sac.: La nostra fraternità è inviata tra le genti perché possa essere in mezzo a loro strumento di salvezza e segno di conciliazione e di amore tra tutti i popoli. Ci impegnamo in questo compito? Ass.: Sì, noi andiamo nel tuo nome Signore. BENEDIZIONE COL SS. + incensazione.

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PREGHIERE DI MADRE TERESA

PREGHIERA Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle. Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura. Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami. Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perchè diventiamo un cuor solo e un’anima sola, nel tuo nome. Amen. (Madre Teresa di Calcutta) GESÙ SIGNORE Signore, Guaritore supremo, mi inchino davanti a te perchè ogni dono perfetto deve provenire da te. Ti prego, concedi abilità alle mie mani, una visione chiara alla mia mente, gentilezza e umiltà al mio cuore, dammi unicità di intenti, forza per sollevare una parte del fardello del mio prossimo sofferente e la comprensione del privilegio di cui godo. Togli dal mio cuore scaltrezza e mondanità, perchè possa confidare in te con la semplice fede di un bambino. Amen. (Madre Teresa) SIGNORE VUOI LE MIE MANI? Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perchè è un uomo?

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Signore, oggi ti do il mio cuore. (Madre Teresa) IN UN MOMENTO DI ONESTÀ Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante di amore e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona amata, liberami da me stesso. Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere, liberami da me stesso. Signore, quando mi sono convinto di essere povero e mi accorgo, in un momento di onestà, di essere ricco di orgoglio e di invidia, liberami da me stesso. E, Signore, quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo mondo, fa' che io trovi felicità e conforto solo in te. (Madre Teresa) HO SENTITO IL BATTITO DEL TUO CUORE Ti ho trovato in tanti posti, Signore. Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi, nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota, nell'unità di cuore e di mente di un'assemblea di persone che ti amano. Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e spesso ti trovo. Ma sempre ti trovo nella sofferenza. La sofferenza è come il ritocco della campana che chiama la sposa di Dio alla preghiera. Signore, ti ho trovato nella terribile grandezza della sofferenza degli altri. Ti ho visto nella sublime accettazione e nell'inspiegabile gioia di coloro la cui vita è tormentata dal dolore. Non sono riuscito a trovarti nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri. Nella fatica ho lasciato passare inutilmente il dramma della tua passione redentrice, e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata dal grigiore della mia autocommiserazione. Signore io credo. Ma aiuta tu la mia fede. (Madre Teresa) INSEGNAMI AD AMARE Signore, insegnami a non parlare come un bronzo risonante o un cembalo squillante, ma con amore. Rendimi capace di comprendere e dammi la fede che muove le montagne, ma con l'amore. Insegnami quell'amore che è sempre paziente e sempre gentile; mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso; l'amore che prova gioia nella verità, sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto. (Madre Teresa)

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RAGGI DELL'AMORE DI DIO Aiutami a diffondere dovunque il tuo profumo, o Gesù. Dovunque io vada. Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita. Diventa padrone del mio essere in modo così completo che tutta la mia vita sia una irradiazione della tua. Perchè ogni anima che avvicino possa sentire la tua presenza dentro di me. Perchè guardandomi non veda me, ma te in me. Resta con me. Così splenderò del tuo stesso splendore e potrò essere luce per gli altri. (Madre Teresa) PREGHIERA La vita è bellezza, ammirala.

La vita è un’opportunità, coglila….

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala…

La vita è una ricchezza, conservala.

La vita è preziosa, abbine cura…

La vita è amore, donala.

La vita è un mistero, scoprilo…

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala…

La vita è felicità, meritala.

La vita è un avventura, rischiala…

Non importa quanto facciamo, importa quanto amore vi poniamo.

(Madre Teresa) ATTO DI AFFIDAMENTO, PREGHIERA PER LA CARITA’ Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli in tutto il mondo che vivono e muoiono in povertà e fame. Dà loro quest’oggi, attraverso le nostre mani, il loro pane quotidiano, e, con il nostro amore comprensivo, dà pace e gioia. Signore, fa di me un canale della tua pace così che dove c’è odio, io possa portare amore; che dove c’è ingiustizia io possa portare lo spirito del perdono; che dove c’è discordia io possa portare armonia; che dove c’è errore, io possa portare verità; che dove c’è dubbio io possa portare fede; che dove c’è disperazione io possa portare speranza; che dove ci sono ombre io possa portare luce; che dove c’è tristezza io possa portare gioia. Signore fa che io possa piuttosto cercare di confortare invece di essere confortato;

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di capire invece di essere capito; di amare invece di essere amato; perché è col dimenticare se stessi che si trova; è col perdonare che si è perdonati; è col morire che ci si sveglia alla vita eterna. Amen. Beata madre Teresa di Calcurtta

PREGHIERE SU CARITA’-SERVIZIO

SIGNORE, AIUTAMI Signore, fammi buono amico di tutti, fa' che la mia persona ispiri fiducia a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe incominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace. Signore aiutami perchè non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. Signore aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati, di quelli che si sentono isolati senza volerlo. Signore, dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori. Signore, liberami dall'egoismo perchè Ti possa servire, perchè Ti possa amare, perchè Ti possa ascoltare in ogni fratello che mi fai incontrare. PREGHIERA DELLA STRADA Aprimi, o Signore il sentiero della vita e guidami sulla strada dei tuoi desideri; insegnami i luoghi della tua dimora e fa' risplendere ai miei occhi la meta delle mie fatiche. Dammi di capire questa inquietudine che mi fa uomo della strada, questa curiosità che mi fa investigatore di bellezze, questa gioia che mi dà il gusto della vita e la volontà di fare del bene sulla terra. Dammi di capire la bellezza delle cose e la Parola che tu esprimi a mio insegnamento dalle loro profondità. Dammi di comprendere la bontà delle cose e di saperne rettamente usare per la tua gloria e per la mia felicità. La mia preghiera, il mio canto, il mio lavoro, tutta la mia vita siano espressioni di riconoscenza verso di te.

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Concedimi di capire gli uomini che incontro sul mio cammino, e il dolore che nascondono, e quelli che dividono con me la fatica della strada, l'amore dell'avventura, la soddisfazione della scoperta; dammi il dono della vera amicizia e della vera allegria; fammi cordiale, attento, magnanimo, puro, misericordioso. Fammi sentire la voce della strada: quella che mi invita sulle vie del mondo a conoscere sempre di più i segni del tuo amore: quella che batte il cammino dei cuori, quella che conosce il sentiero delle altezze dove Tu abiti nello splendore della verità. Lontano da Te e dalle tue vie, fammi sentire l'inutilità del tutto, il silenzio delle cose e della Casa. A questa Casa dammi di poter giungere dove Tu per tutti i Santi sei Bellezza vera, Luce increata, Amore pieno, Riposo perfetto. Amen. (La Strada - Der Weg) AIUTACI, SIGNORE GESÙ Signore, tu che hai dato per tutti noi la Tua vita e ci fai vivere in questo mondo stupendo e terribile dove gli uomini amano e odiano: aiuta noi che Ti riconosciamo, ad incontrati nel Tuo continuo dono: Aiutaci, Signore, ad essere persone che sanno donare e ricevere, capaci di condividere, di portare i pesi gli uni degli altri per soffrire e godere insieme. Suscita in noi, Signore, una volontà decisa a collaborare con Te alla liberazione dell'uomo dalla miseria, dalla sofferenza, dal male. liberaci da ogni chiusura e dall’egoismo. Ti ringraziamo, Signore, per il dono della fede, questa fede che noi vogliamo viva e responsabile. Aiutaci a crescere e ad essere, giorno dopo giorno, più conformi all'ideale cristiano che Tu ci proponi. UN CUOR SOLO Signore Gesù aiutaci ad essere un cuor solo e un'anima sola, nell'impegno di condividere gioie e dolori, fatiche e speranze dei nostri fratelli. Fa' che ognuno di noi sia Vangelo vissuto, dove i lontani, gli indifferenti, i piccoli scoprano l'amore di Dio e la bellezza della vita cristiana. Donaci il coraggio e l'umiltà di perdonare sempre, di andare incontro a chi si vorrebbe allontanare da noi e di mettere in risalto il molto che ci unisce e il poco che ci divide. Dacci vista per scorgere il tuo volto in ogni persona che avviciniamo e in ogni croce che incontriamo. Donaci un cuore fedele e aperto che vibri ad ogni tocco della tua parola e della tua grazia. Ispiraci sempre nuova fiducia e slancio per non scoraggiarci di fronte ai fallimenti, alle debolezze e alle ingratitudini. Fa' che ci sentiamo tutti una famiglia dove ognuno si sforza di comprendere, perdonare, aiutare, condividere; dove l'unica legge che ci lega e ci fa essere tuoi veri seguaci, sia l'amore scambievole. Amen.

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FAMMI CAPIRE L'AMORE CRISTIANO Fammi comprendere come ami tu, con santo ardore. Fammi comprendere sempre più l'importanza capitale dell'amore del prossimo. Mostrami tutte le esigenze della carità affinchè io non mi permetta di restringerle indebitamente. fammi guardare gli altri con benevolenza, così da saper scoprire tutto il bene che nascondono in sè. Fammi partecipe della tua dolcezza, affinchè mi avvicini al prossimo con umiltà. Fa' scaturire in me la spontaneità della dedizione, la sollecitudine nel soccorrere gli altri o nel servirli. Impregnami del profumo della tua bontà, perchè essa si rifletta in me attraverso un'amabilità delicata e preveniente. Rendimi accogliente per i dolori e le gioie altrui, comprensivo nelle loro difficoltà. Sostieni la mia pazienza e dammi la forza di dimenticare immediatamente tutto ciò che mi ferisce e che mi irrita. Fammi amare il prossimo sinceramente e fino in fondo, con un dono di me stesso che non indietreggi mai davanti al sacrificio! (J. Galot S. J.) L'EREDITÀ DI UN CATINO Tu o Signore, dal catino per lavare i piedi, hai lasciato erede ogni comunità cristiana, in quella sera del testamento dell'amore, quando tu stesso lavasti i piedi a Pietro smarrito e agli altri apostoli con lui. Da allora, ripulire le miserie estreme che offuscano in tutti i sensi, non è forse dovere di ogni discepolo di Cristo? Ma l'eredità di un catino per servire forse è stata dimenticata nelle nostre comunità e pochi escono e si inginocchiano dinanzi ai piedi sporchi dell'umanità, ignorando che Cristo va adorato nel sacramento e servito sotto le spoglie di ogni uomo. Amen. IL VANGELO DI CARITÀ Ti abbiamo conosciuto, Signore Gesù come uomo tra gli uomini, come povero tra i poveri, come Figlio che annuncia la vita donando se stesso per salvare l'uomo. Vogliamo vivere, Signore Gesù il tuo Vangelo di carità nelle situazioni che ci farai sperimentare, attenti al grido di chi soffre accanto a noi nel dolore e nella solitudine. Rendi veri i passi della nostra comunità sulla strada della prossimità perchè sia ogni giorno segno e strumento del tuo amore gratuito, senza incertezze o compromessi, ricca solo della tua misericordia infinita. Amen.

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PREGHIERA Padre onnipotente e santo, tu sei la fonte perenne dell’amore, la sorgente inesauribile della carità, poiché sei una cosa sola con il Figlio tuo, nella comunione dello Spirito santo. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che tu hai per noi, abbiamo contemplato il tuo mistero di grazia nella morte in croce del tuo Figlio unigenito, egli ci ha amato sino alla fine e ha accettato di essere trafitto sul patibolo per donarci la tua vita e strapparci dalla tristezza del peccato. Sii benedetto, o Padre, per la tua opera di salvezza: rigenerati dal sangue di Cristo e rinati per la potenza del suo Spirito, noi riceviamo infatti da te un cuor nuovo e possiamo marci gli uni gli altri come fratelli. Il tuo Figlio Gesù, nostro Signore, ci ha lasciato il suo comandamento, ci ha esortato ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amato; da questo tutti sapranno che siamo suoi discepoli. Fa’, o Padre, che questo comandamento diventi realtà. Aiutaci ad avere un cuor solo e un’anima sola, ad accoglierci nelle diversità e a rispettarci, a sentirci in te una sola cosa pur nelle differenze che ci contraddistinguono. Il fuoco di carità che giunge a noi dal tuo mistero trinitario Riscaldi il mondo attraverso la tua Chiesa, renda le nostre comunità cristiane luoghi di vera fraternità, perché il mondo creda in te, o Padre, che tutto hai creato per la vita e l’immortalità e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. PREGHIERA Padre onnipotente e santo, tu sei fonte della carità perfetta, da te proviene l’amore puro e santo, saldo fondamento dell’esistenza cristiana e unico criterio di giudizio per ogni dono dello Spirito. Donaci, o Padre, l’amore che viene dall’alto, la capacità di amare che fa risplendere nel mondo la gloria del mistero trinitario. Donaci, o Padre, la carità paziente, benigna, mite e serena; la carità che non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto; la carità che non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità; la carità che tutto copre, tutto spera, tutto sopporta. Rendici perseveranti e fermi nel coltivare queste virtù, che fanno brillare la carità dei suoi molteplici colori. Aiutaci a comprendere che senza l’amore nulla vale,

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che con l’amore tutto trova la sua consistenza e la sua verità. Aiutaci ad accogliere con riconoscenza i doni che ci concedi, senza però pretenderli e senza trasformarli in motivo di vanto. Fa’ che tutto serva sempre e solo al bene della tua Chiesa. Rendi il nostro cuore sensibile, perché sappiamo riconoscere nel mondo i bagliori dell’eternità che sprigionano dalla testimonianza d’amore dei veri credenti: per questa testimonianza noi ti benediciamo, mentre ti supplichiamo di fare anche della nostra vita un segno luminoso del tuo amore, un riflesso della tua gloria, o Padre, che con il Figlio e lo Spirito santo vivi e regni nei secoli. Amen. PREGHIERA Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle. Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura. Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami. Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perchè diventiamo un cuor solo e un’anima sola, nel tuo nome. Amen. (Madre Teresa di Calcutta) PREGHIERA O Signore, tu ci hai insegnato che l’amore più grande è dare la vita per i propri amici. Aiutaci a scoprire nel nostro impegno l’opportunità di incontrare non solo la sofferenza umana, ma di vivere l’amore. Apri i nostri occhi a riconoscere in ogni uomo il tuo volto e la tua presenza. Apri le nostre menti a valorizzare l’unicità di ogni persona, con la sua storia e cultura. Apri i nostri orecchi ad accogliere con gentilezza le voci che chiedono ascolto. Apri i nostri cuori ad offrire speranza dove c’è paura, solidarietà dove c’è solitudine, conforto dove c’è tristezza. Aiutaci, o Signore, a testimoniare il vangelo con un sorriso, una parola, un gesto di affetto.

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Donaci l’umiltà di riconoscere che noi non siamo la luce, ma strumenti della Tua luce, non siamo l’amore, ma espressioni del Tuo amore. Amen. GESÙ MAESTRO Signore Gesù, ti sei curvato dal cielo sulla terra, ti sei fatto fratello di tutti, ti sei abbassato al livello dell'umanità, hai immesso sentimenti di bontà e di amore nei cuori esasperati degli uomini, e hai detto loro: venite alla mia scuola, dove si insegna a vedere in ogni uomo un fratello, non un rivale, non un nemico; venite alla mia scuola che fa umani i cuori, sensibili all'altrui bisogno, rispettosi dell'altrui dignità. Io sono il maestro della fraternità e dell'amicizia, perchè io sono la sorgente dell'amore che ha Dio per principio: in me tutti potete e dovete essere uno sola cosa; l'umanità redenta e riconciliata con se stessa e con Dio, il Padre di tutti. Signore Gesù, fa’ che tutti apprendano questa tua lezione, che tutti ascoltino queste tue parole. Amen. PREGHIERA DELL'ACCOGLIENZA Signore Gesù, aiutami ad essere per tutti un amico che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ringrazia con gioia. Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera; ad offrire un'amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa, la Tua pace o Signore; fa' che sia disponibile ed accogliente soprattutto per i più deboli ed indifesi. Così, senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino e a ritrovare nuove strade di amore e di pace. Sull'esempio di Maria, che ti ha accolto con infinita tenerezza, e sul Calvario è divenuta Madre dei cristiani, mi impegno a vedere in ogni persona il volto del Padre, del perdono e della speranza. Amen. PREGHIERA DELL'ACCOGLIENZA Aiutami, Signore, ad essere per tutti, fratello che attende senza stancarsi, che ascolta senza fatica,

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che accoglie con bontà, che dà con amore, fratello che si è certi sempre di trovare, quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura a cui si può rivolgere quando lo si desidera, ad offrire questa amicizia riposante, che accresce con te e per te, sempre disponibile ed accogliente con tutti. E perciò il tuo pensiero non mi abbandoni, per rimanere sempre nella tua verità e non venir meno alla tua legge. E così, senza compiere opere straordinarie, senza vanagloria, io possa aiutare gli altri a sentirti più vicino, perchè la mia anima ti accoglie ad ogni istante. Amen. RENDICI CAPACI DI SERVIRE O Dio nostro Creatore, Tu hai cura paterna di tutti e hai voluto che gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli, e dividessero nella giustizia i beni della terra. Oggi viviamo in un mondo dove gli uomini dipendono sempre più gli uni dagli altri. Donaci la forza del Tuo Spirito perchè non ci chiudiamo in noi stessi, ma sentiamo viva la responsabilità sociale e la esercitiamo attivamente. Rendici aperti e sensibili alle necessità altrui, pronti a sacrificare qualcosa di nostro per collaborare all'edificazione di una società più giusta nella quale l'uomo sia sempre più uomo. L'amore per l'uomo di Cristo Tuo Figlio sia l'esempio e la sorgente del nostro impegno. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. O GESÙ CHE HAI DETTO O Gesù che hai detto: "Dove due o più sono radunati nel mio nome, ivi sono io in mezzo a loro", aiutaci ad "essere un cuor solo ed un'anima sola", condividendo gioie e dolori, avendo cura particolare per gli ammalati, gli anziani, i soli, i bisognosi. Fa' che ognuno di noi si impegni ad essere vangelo vissuto, dove i lontani, gli indifferenti, i piccoli scoprono l'amore di Dio e la bellezza della vita cristiana. Donaci il coraggio e l'umiltà di perdonare sempre, di andare incontro

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a chi si vorrebbe allontanare da noi e di mettere in risalto il molto che ci unisce e non il poco che ci divide. dacci la vista per scorgere il tuo volto in ogni persona che avviciniamo, e in ogni croce che incontriamo. Donaci un cuore fedele e aperto, che vibri ad ogni tocco della tua parola e della tua grazia. Ispiraci sempre nuova fiducia e slancio per non scoraggiarci di fronte ai fallimenti, alle debolezze e alle ingratitudini degli uomini. Fa' che ci sentiamo tutti una famiglia, dove ognuno si sforza di comprendere, perdonare, aiutare, condividere; dove l'unica legge che ci lega e ci fa' essere veri tuoi seguaci sia l'amore scambievole. AIUTACI AD AMARE Ti preghiamo Signore di aiutarci ad amare come tu hai amato Vogliamo essere testimoni del tuo amore che si prende cura di ogni vita. Via da noi ogni ipocrisia, il sentirci a posto soltanto perchè non abbiamo mai concretamente commesso errori gravissimi. Signore Gesù, tu che conosci i cuori, aiutaci a scoprire, con l'aiuto della tua parola, le profondità del nostro cuore e a liberarci dal male che lo attanaglia, affinchè siamo resi liberi di amare. Amen. DONACI OCCHI PER VEDERE Donaci Signore, occhi per vedere le necessità del mondo e un cuore per amare l'universo che tu ami. Donami un cuore di carne, non un cuore di pietra, per amare Dio e gli uomini, donami il tuo stesso amore per amare veramente, dimentico di me stesso. Donami la tua luce per riconoscere i tuoi segni. Donami di conoscerti negli altri e di conoscere in loro, la tua voce e i tuoi desideri. Signore, ho bisogno dei tuoi occhi: dammi una fede viva. Ho bisogno del tuo cuore: dammi una carità a tutta forza. Ho bisogno del tuo soffio. dammi la tua sapienza, per me e per la tua Chiesa. Dammi la capacità di compiere pienamente ciò che tu mi chiedi.

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(L.J.Suenens) INNO ALLA CARITÀ (1Cor 13,1-8.13) Se parlo la lingua degli uomini e anche quella degli angeli, ma non ho amore, sono un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a vuoto. Se ho il dono di essere profeta e di conoscere tutti i misteri, se possiedo tutta la scienza se anche una fede da smuovere i monti, ma non ho amore, io non sono niente. Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo alle fiamme, ma non ho amore, non mi serve a nulla. Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti. Chi ama non gode dell'ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza. Ecco le tre cose che contano: fede, speranza, amore. Ma più grande di tutte è l'amore. GESÙ SIGNORE Signore, Guaritore supremo, mi inchino davanti a te perchè ogni dono perfetto deve provenire da te. Ti prego, concedi abilità alle mie mani, una visione chiara alla mia mente, gentilezza e umiltà al mio cuore, dammi unicità di intenti, forza per sollevare una parte del fardello del mio prossimo sofferente e la comprensione del privilegio di cui godo. Togli dal mio cuore scaltrezza e mondanità, perchè possa confidare in te con la semplice fede di un bambino. Amen. (Madre Teresa) SIGNORE VUOI LE MIE MANI? Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico?

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Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perchè è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore. (Madre Teresa) PREGHIERA SUL SERVIZIO Se dovessi scegliere una reliquia della Tua passione prenderei proprio quel catino di acqua sporca. Girerei il mondo con quel recipiente e ad ogni piede cingermi dell'asciugatoio e curvarmi giù in basso non alzando mai la testa oltre il polpaccio per non distinguere i nemici dagli amici e lavare i piedi del vagabondo, dell'ateo, del drogato, del carcerato, dell'omicida, di chi non mi saluta più, di quel compagno per cui non prego mai, in silenzio. Finché tutti abbiano capito nel mio, il Tuo amore. (Madeleine Delbrel)

ADORAZIONE EUCARISTICA

DDDDDDDDDDDDIIIIIIIIIIII TTTTTTTTTTTTUUUUUUUUUUUUTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTEEEEEEEEEEEE PPPPPPPPPPPPIIIIIIIIIIIIUUUUUUUUUUUU’’’’’’’’’’’’ GGGGGGGGGGGGRRRRRRRRRRRRAAAAAAAAAAAANNNNNNNNNNNNDDDDDDDDDDDDEEEEEEEEEEEE EEEEEEEEEEEE’’’’’’’’’’’’

LLLLLLLLLLLLAAAAAAAAAAAA CCCCCCCCCCCCAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIITTTTTTTTTTTTAAAAAAAAAAAA’’’’’’’’’’’’ (1 Cor 12,31. 13,1-13)

AAddoorraazziioonnee EEuuccaarriissttiiccaa

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Canto: “Dov’è carità e amore…”

Introduzione

Guida: Nel nome del Padre…

Dio Padre ci ha creati a sua immagine e ci vuole a sua somiglianza. Noi possiamo realizzare questa somiglianza sforzandoci di essere ciò che Egli è…. e Dio è Carità, è Amore, un amore che si è spinto per noi fino all’estremo sacrificio della Croce. Ma come possiamo vivere l’amore che Gesù ci ha raccomandato, come attuarlo nella nostra vita? Ci aiutino le parole dell’Apostolo…

I Lettore: Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

II Lettore: Quanti doni il Signore ci ha elargito, quanti talenti ci ha consegnato perché li spendiamo per il bene comune. Ma spesso questi doni, pure condivisi con tanto impegno ed entusiasmo, non riescono ad ottenerci la gioia degli altri e la loro apertura verso Cristo perché il nostro “dovere” di buoni cristiani manca dell’elemento essenziale: l’amore.

III Lettore: Aiutaci a capire, Signore, che senza amore niente frutta nella tua messe, nessun sacrificio sale verso di Te come profumo d’incenso ma si perde nell’aria come fumo. Donaci, Signore, un cuore ardente di amore per Te che si irradia verso i fratelli

Silenzio Canone: Ubi caritas et amor…

I Lettore: La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità.

II Lettore: Mio Dio, quanta fretta oggi, quanta insofferenza verso tutti, quante cattiverie e maldicenze! Con quanta facilità si distrugge una vita umana, anche solo moralmente e spesso solo per invidia! Donaci, Signore, la pazienza di aspettare ogni cosa a suo tempo, con calma. Donaci la benevolenza che è carità attiva, come Gesù che passo gran parte della sua vita facendo semplicemente del bene al prossimo.

III Lettore: Dacci la capacità di donare a piene mani a poveri e ricchi, di rendere felici chi ci è vicino, adesso, perché forse non passeremo più per la sua strada. E fortificaci con la grazia e la generosità, affinché possiamo invidiare una cosa sola: un cuore ricco, generoso, aperto, un cuore che non invidia.

Silenzio Canone: Ubi caritas et amor…

I Lettore: La carità non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse.

II Lettore: Umiltà, Rispetto, Altruismo. Oggi queste qualità sono considerate fuori moda o addirittura un impedimento a rimanere a galla nel mare tempestoso della società attuale. Fa’, o Signore, che abbiamo il coraggio di andare controcorrente, di desiderare ciò che sminuisce agli occhi degli uomini per essere pieni di Te.

III Lettore:Liberaci dalla vanità, dall’arroganza, dall’egoismo, svuota il nostro cuore dell’IO perché possa riempirsi del NOI che fa desiderare unicamente il bene dell’altro, affinché sappiamo servire anche i più umili, come Gesù che è venuto per servire e non per essere servito.

Silenzio Canone: Ubi caritas et amor…

I Lettore: La carità non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

II Lettore: Trasforma, Signore, il nostro cuore amareggiato colmandolo con lo spirito di Gesù, uno spirito di dolcezza e gentilezza. Fa’ che noi, che crediamo di possederti nel nostro intimo, non siamo causa di scandalo per i fratelli con il nostro cattivo carattere, perché chi possiede l’amore di Dio non può avvilire il prossimo ma deve farsi dispensatore di gioia.

III Lettore: Aiutaci , Padre a saper perdonare e vedere il lato buono in ognuno per infondergli fiducia e coraggio. Sostienici nello sforzo di vivere nella sincerità senza cercare compromessi per compiacere gli uomini, perché solo la verità ci farà liberi, e, veramente liberi in Cristo, sarà più facile vincere la tentazione di ferire, di sottolineare un errore, di ricordare una caduta e potremo credere, coprire, sperare, sopportare. Ogni giorno. Perché la vita con le sue difficoltà quotidiane è la palestra in cui

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dobbiamo esercitarci continuamente nella pratica della carità, per contagiare anche gli altri. Amore produce amore.

Silenzio Canone: Ubi caritas et amor…

I Lettore: Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand`ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

II Lettore: Impariamo la carità anche verso noi stessi, perché amandoci di più siamo più disponibili ad accogliere le correzioni di Dio, Padre amoroso. La carità è il bene supremo che dobbiamo perseguire per essere buoni cristiani., perché quando saremo alla Sua presenza verremo giudicati sull’amore che abbiamo vissuto per il prossimo.

III Lettore: Realizziamo quella somiglianza con Lui contemplando l’amore di Cristo, innamorandoci di Lui e rimanendo al suo fianco, stretti alla sua Croce. Così saremo centro di attrazione per tutti gli uomini e, come Lui, saremo attratti da tutti gli uomini.

Silenzio Canone: Ubi caritas et amor…

Congedo

Guida: Il segreto della carità è questo: noi amiamo perché Dio ci ha amati per primo. Contempliamo l’amore di Cristo, che ha dato la vita per noi sulla Croce, per essere pieni di carità e invochiamolo:

Signore Gesù, apri il nostro cuore alla carità.

� Perché impariamo ad accettare le difficoltà della vita

� Perché cominciamo a guardare il mondo con gli occhi del cuore

� Perché accettiamo ogni persona che incontriamo con i suoi limiti e le sue debolezze

� Perché siamo più generosi verso noi stessi, ricordandoci che Dio ci ama così come siamo

� Perché diventiamo fonte di gioia e di pace per quanti incrociano la nostra vita

BENEDIZIONE

Preghiera: “Dammi qualcuno da amare”

CANTO FINALE (a piacere)

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ADORAZIONE EUCARISTICA

Chiesa “Maria SS.ma Immacolata” S. Pier Marina (Me)

A D O R A Z I O N E E U C A R I S T I C A

Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma di tutte più grande è la carità.

CANTO DI ACCOGLIENZA SALUTO G - Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. T - Amen.

G - Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. T - Benedetto nei secoli il Signore. CANTO PER L’ESPOSIZIONE:

GENTI TUTTE PROCLAMATE

Genti tutte, proclamate il mistero del Signor, del suo corpo e del suo sangue che la Vergine donò e fu sparso in sacrificio per salvar l’umanità.

Dato a noi da madre pura, per noi tutti s’incarnò. La feconda sua parola tra le genti seminò: con amore generoso la sua vita consumò.

Nella notte della Cena coi fratelli si trovò. Del pasquale sacro rito ogni regola compì e agli apostoli ammirati come cibo si dono.

La parola del Signore pane e vino trasformò: pane in carne, vino in sangue, in memoria consacrò! Non i sensi, ma la fede prova questa verità. PREGHIERA INIZIALE G - Signore Gesù, con gioia ci prostriamo in adorazione presso il tuo altare.

Tu hai amato «fino alla fine». Il sacramento da te istituito nell’ultima cena è il segno più perfetto e ineffabile del tuo amore per l’umanità. Nell’Eucaristia il tuo amore infinito

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continua a incarnarsi per noi, a dimorare fra noi, cibo per la vita eterna. La sconfinata carità che erompe dal tuo cuore santo, doveva manifestarsi, desiderava comunicarsi a tutto il genere umano. Con l’Eucaristia, «memoriale della Pasqua», hai voluto far conoscere a tutti, in ogni tempo e in ogni luogo, il tuo immenso amore. Tu sei l’agnello sui nostri altari, per manifestare la tua presenza e il tuo amore, fino al sorgere del giorno senza tramonto. Una presenza che è amore: amore grande, amore generoso, amore unico. Signore Gesù, scuotici nel profondo, risveglia il nostro spirito così che ti amiamo tutti i giorni, con tutto il nostro cuore. T - Amen.

Pausa di silenzio.

G - L’Eucaristia è la presenza sacrificale di Gesù, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, sacerdote e vittima della nostra salvezza. Ed è una presenza perenne: perdura anche dopo la Celebrazione Eucaristica, perché Gesù resta nei Tabernacoli delle nostre Chiese. Questo è il significato della adorazione del SS. Sacramento. Se, infatti, in ogni Messa Gesù ci dice: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”; “Prendete e bevete, questo calice è la Nuova alleanza del mio sangue,” adesso ci invita: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e vi ristorerò”. Accogliamo questo suo duplice invito! Ma la condizione per partecipare degnamente alla sua mensa e viverla è accogliere e mettere in pratica il comandamento dell’amore che nell’ultima cena ha lasciato a noi come il comandamento nuovo nel segno più toccante, lavando i piedi agli apostoli. Attraverso la lavanda dei piedi ci insegna come dobbiamo amarci: “Come io ho amato voi”, dice Gesù. E’ quanto ha voluto dirci anche con le parole: “Fate questo in memoria di me”. L’amore vicendevole è l’Eucaristia vivente in ciascuno di noi. Al comandamento nuovo dell’amore vicendevole, che è la Carità, non possiamo non fare riferimento! Senza la carità, infatti, la nostra Chiesa non può essere “casa e scuola di preghiera”, non può essere “casa e scuola di comunione”. L’Eucaristia, che è la manifestazione della comunione ecclesiale, ossia dell’intima unione di ciascuno di noi con Dio e tra di noi, è la sorgente della carità, dell’amore di donazione a Dio e ai fratelli, e ci dona la forza e la grazia di metterla in pratica, così come l’apostolo Paolo l’ha descritta e l’ha cantata nell’inno della lettera ai Corinzi. Un inno che deve tradursi giorno per giorno in coerenti scelte di vita. E’ su questo brano che vogliamo puntare la nostra riflessione in questa adorazione Eucaristica.

Pausa di silenzio.

LETTURA BIBLICA (1 Cor 12,31-13,13) L - Ascoltate la Parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi. Fratelli, aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora

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conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Pausa di silenzio.

CANTO LETTURA OMILETICA L - Dagli scritti di mons. Antonio Bello vescovo.

Lettera a Giuseppe, avanzo di galera. Ho saputo per caso della tua morte violenta, da un ritaglio di giornale. Mi hanno detto che ti avrebbero seppellito stamattina, e sono venuto di buon’ora al cimitero a celebrare le esequie per te. Ma non ho potuto pronunciare l’omelia. Perché alla mia messa non c’era nessuno. Solo don Carlo, il cappellano, che rispondeva alle orazioni. E il vento gelido che scuoteva le vetrate. Sulla tua bara, neppure un fiore. Sul tuo corpo, neppure una lacrima. Sul tuo feretro, neppure un rintocco di campana. Ho scelto il Vangelo di Luca, quello dei due malfattori crocifissi con Cristo, e durante la lettura mi è parso che la tua voce si sostituisse a quella del ladro pentito: «Gesù, ricordati di me!...». Povero Massimo, ucciso sulla strada come un cane bastardo, a 22 anni, con una spregevole refurtiva tra le mani che è rotolata nel fango con te! Povero randagio. Vedi: sei tanto povero, che posso chiamarti ladro tranquillamente, senza paura che qualcuno mi denunzi per vilipendio o rivendichi per te il diritto al buon nome. Tu non avevi nessuno sulla terra che ti chiamasse fratello. Oggi, però, sono io che voglio rivolgerti, anche se ormai troppo tardi, questo dolcissimo nome. Mio caro fratello ladro, sono letteralmente distrutto. Ma non per la tua morte. Perché, stando ai parametri codificati della nostra ipocrisia sociale, forse te la meritavi. Hai sparato tu per primo sul metronotte, ferendolo gravemente. E lui si è difeso. E stamattina, quando sono andato a trovarlo in ospedale, mi ha detto piangendo che anche lui strappa la vita con i denti. E che, con quei quattro luridi soldi per i quali rischia ogni notte la pelle, deve mantenere dieci figli: il più grande quanto te, il più piccolo di un anno e mezzo. No, non sono amareggiato per la tua morte violenta. Ma per la tua squallida vita. Prima che giustamente ti uccidesse il metronotte, ti aveva ingiustamente ucciso tutta la città. Questa città splendida e altera, generosa e contraddittoria. Che discrimina, che rifiuta, che non si scompone. Questa città dalla delega facile. Che pretende tutto dalle istituzioni. Che non si mobilita dalla base nel vedere tanta gente senza tetto, tanti giovani senza lavoro, tanti minori senza istruzione. Questa città che finge di ignorare la presenza, accanto a te che cadevi, di tre bambini che ti tenevano il sacco! Prima che giustamente ti uccidesse il metronotte, ti avevano ingiustamente ucciso le nostre comunità cristiane. Che, sì, sono venute a cercarti, ma non ti hanno saputo inseguire. Che ti hanno offerto del pane, ma non ti hanno dato accoglienza. Che organizzano soccorsi, ma senza amare abbastanza. Che portano pacchi, ma non cingono di tenerezza gli infelici come te. Che promuovono assistenza, ma non promuovono una nuova cultura di vita. Che celebrano belle liturgie, ma faticano a scorgere l’icona di Cristo nel cuore di ogni uomo. Anche in un cuore abbrutito e fosco come il tuo, che ha cessato di batter per sempre. Prima che giustamente ti uccidesse il metronotte, forse ti avevo ingiustamente ucciso anch’io che, l’altro giorno, quando c’era la neve e tu bussasti alla mia porta, avrei dovuto fare ben altro che mandarti via con diecimila miserabili lire e con uno scampolo di predica. Perdonaci, Massimo. Il ladro non sei solo tu. Siamo ladri anche noi perché prima ancora che della vita, ti abbiamo derubato della dignità di uomo. Perdonaci per l’indifferenza con la quale ti abbiamo visto vivere, morire e seppellire. Perdonaci se, ad appena otto giorni dall’inizio solenne del l’anno internazionale dei giovani, abbiamo fatto pagare a te, povero sventurato, il primo estratto conto della nostra retorica. Addio, fratello ladro. Domani verrò di nuovo al camposanto. E sulla tua fossa senza fiori, in segno di espiazione e di speranza, accenderò una lampada. BREVE RIFLESSIONE

Pausa di silenzio.

INTERCESSIONI

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G - Al Signore Gesù che è presente in mezzo a noi e ci riunisce nel suo nome, eleviamo la nostra preghiera. L - Invochiamolo pieni di fiducia, ripetendo:

Ascoltaci, Signore Gesù. 1. Hai affidato alla Chiesa l’annuncio della salvezza. Fa’ che i cristiani non si lascino vincere dalle

opposizioni, ma annuncino con forza la tua parola di salvezza, ti preghiamo. 2. Hai chiamato vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi e catechisti a collaborare nell’annuncio del Regno.

Fa’ che trovino forza e coraggio nel loro impegno apostolico e aiuto nelle avversità, ti preghiamo. 3. Hai detto: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e che cosa voglio se non che si accenda?». Fa’

che il fuoco tuo amore investa i nostri cuori, ti preghiamo. 4. Hai detto: «Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici». Fa’ che sappiamo

dimostrarti con i fatti che ti amiamo, noi ti preghiamo. 5. Hai assunto la nostra fragilità umana e sei morto per noi sulla croce. Fa’ sappiamo compiere i

sacrifici richiesti dalla fede, ti preghiamo. 6. Hai detto: «Amatevi gli uni gli altri». Fa’ che sappiamo

riconoscerti e amarti nei nostri fratelli più deboli e più poveri, ti preghiamo.

7. Hai donato a noi la gioia di essere tuoi figli e di seguirti. Fa’ che ti rendiamo testimonianza verso i nostri fratelli e ti accogliamo nella nostra vita con crescente amore, ti preghiamo.

8. Hai chiamato ogni uomo a partecipare alla gioia del tuo regno. Fa’ che quanti ti hanno accolto ed hanno testimoniato il tuo amore possano condividere con te l’eredità eterna, ti preghiamo.

G - Divenuti figli di Dio col battesimo e perciò responsabili della diffusione del Vangelo, diciamo, uniti a Cristo, il nostro desiderio di compiere questa missione. Padre nostro…

G - Sostieni con la tua presenza i nostri passi, Signore Gesù, perché possiamo accogliere e custodire in noi il dono della Carità. Possa tu trovare in noi testimoni autentici e gioiosi del regno che sei venuto ad annunciare. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. T - Amen. CANTO PREGHIERA A MARIA G – Con le parole di mons. Antonio Bello vescovo, vogliamo affidarci a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra. Accolga Lei i nostri buoni propositi ed, insieme a noi, li rivolga al Figlio suo, nostro Salvatore e Redentore.

G - Santa Maria, donna conviviale, tu ci richiami la struggente poesia dei banchetti di un tempo, quando, nei giorni di festa, a tavola c’era lei, l’altra madre, che ci covava con gli occhi a uno a uno, e, pur senza parole, ci supplicava con l’umido sguardo perché andassimo d’accordo tra fratelli e ci volessimo bene, trepida se mancava qualcuno, e finalmente felice solo quando rincasava l’ultimo dei figli... Forse solo in cielo scopriremo fino in fondo quanto tu sei importante per la crescita della nostra umana comunione. Nella Chiesa, soprattutto. E’ vero: essa si costruisce attorno all’Eucaristia. Ma non è meno vero il fatto che sei tu la tavola attorno a cui la famiglia è convocata dalla Parola di Dio e sulla quale viene condiviso il pane del cielo. Facci sperimentare, pertanto, la forza aggregante della tua presenza di madre. Santa Maria, donna conviviale, alimenta nelle nostre Chiese lo spasimo di comunione. Per questo Gesù le ha inventate: perché, come tante particole eucaristiche disseminate sulla terra, esse abbiano a introdurre nel mondo, quasi con una rete capillare di pubblicità, gli stimoli e la nostalgia della comunione trinitaria. Aiutale a superare le divisioni interne. Intervieni quando nel loro grembo serpeggia il demone della discordia. Spegni i focolai delle fazioni. Ricomponi le reciproche contese. Stempera le loro rivalità. Fermale quando decidono di mettersi in proprio, trascurando la convergenza su progetti comuni. Convincile profondamente, insomma, che, essendo le comunità cristiane punti-vendita periferici di quei beni di comunione che maturano in pienezza solo nella casa trinitaria, ogni volta che frantumano la solidarietà, vanno contro gli interessi della ditta. Santa Maria, donna conviviale, guarda alle nostre famiglie in difficoltà. Vittime degli uragani prodotti dai tempi moderni, tante hanno fatto naufragio. Molte, in crisi profonda di comunicazione, stanno andando alla deriva. Ebbene, se ti accorgi che la tua immagine pende su di un talamo nuziale che non dice più nulla, stàccati da quella

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parete di venuta ormai fredda e riconvoca alla tua tavola gli sposi cristiani. Una volta che essi si saranno poggiati sulle tue spalle, ricomponi gli antichi amori, ridesta i sogni di un tempo, riaccendi le speranze perdute, e fa’ capire che si può ancora ricominciare daccapo. Ti preghiamo, infine, per tutti i popoli della terra, lacerati dall’odio e divisi dagli interessi. Ridesta in loro la nostalgia dell’unica mensa, così che, distrutte le ingordigie e spenti i rumori di guerra, mangino affratellati insieme pani di giustizia. Pur diversi per lingua, razza e cultura, sedendo attorno a te, torneranno a vivere in pace. E i tuoi occhi di madre, sperimentando qui in terra quella convivialità delle differenze che caratterizza in cielo la comunione trinitaria, brilleranno finalmente di gioia. T – Amen. MAGNIFICAT CONCLUSIONE Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò. Nuovo patto, nuovo rito, nella fede si compì. Al mistero è fondamento la parola di Gesù.

Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio Redentor, lode grande, sommo onore all’eterna Carità. Gloria immensa, eterno amore, alla santa Trinità. Amen. G – Hai dato loro il Pane disceso dal cielo. T – Che porta in sé ogni dolcezza.

G – Preghiamo. Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perché adoriamo in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù, presente in questo santo sacramento. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T – Amen. Dio sia benedetto. Benedetto il suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio vero Uomo. Benedetto il nome di Gesù. Benedetto il suo sacratissimo Cuore. Benedetto il suo preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria SS.ma. Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre. Benedetto S. Giuseppe suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi. CANTO CONCLUSIVO

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CELEBRAZIONE PENITENZIALE PER RAGAZZI

« Parrocchia di Oca Marina - Sabato 15 Marzo 2008 »

Dov’è carità e amore, qui c’è Dio

Celebrazione Penitenziale per ragazzi

…PREPARATI cerco di fare silenzio intorno a me e dentro il mio cuore, per ascoltare il Signore.

� Mi raccolgo nel silenzio per qualche minuto. � Penso che il Signore mi ama così come sono. Ama proprio me!

Aiutami, Signore, ad affidare la mia vita a Te, nella certezza che Tu solo puoi darmi la pace e perdonare i miei peccati. .

…METTITI IN ASCOLTO leggi bene la lettera di S. Paolo ai Corinzi e poi soffermati un momento sulle parole evidenziate.

“La carità è paziente , è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta , non si gonfia , non manca di rispetto , non cerca il suo interesse , non si adira , non tiene conto del male ricevuto , non gode dell’ingiustizia , ma si compiace della verità . Tutto copre, tutto crede , tutto spera , tutto sopporta ”. (1Cor 13,4-7) …RIFLETTI S. Paolo ci invita a riflettere sulla carità, sull’amore. Fai passare una ad una le caratteristiche della carità e chiediti tu come sei…

Questo è il momento in cui ti trovi “cuore a cuore” con il Signore; Egli sa che cosa porti dentro, sa i tuoi sbagli, sa “la verità”… aprigli il tuo cuore, con sincerità...

“…è paziente..” Sai aspettare, non precipitare le cose, dare tempo agli altri? “…è benigno...” Vuoi sempre il bene degli altri, mai il male, e ti dai da fare, in ciò che puoi, per realizzarlo? “…non è invidioso...” Vivi nell’invidia, in costante “gara” con gli altri per essere il migliore? “…non si vanta...” Parli sempre di te stesso, ti metti sempre al centro dell’attenzione, ti “esalti” per ogni cosa buona che fai? “…non si gonfia...” Quante volte “alzi la cresta”, in casa, a scuola, con gli amici? Ami che si parli di te? “…non manca di rispetto...” Sai essere gentile, disponibile, rispettoso, soprattutto nei confronti di chi è più debole e indifeso? “…non cerca il suo interesse...” Vivi con la “calcolatrice” in mano? La tua vita è tutto “io ti do se tu mi dai…”? Cerchi sempre un tornaconto personale nei

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“piaceri” che fai? “…non si adira...” Ti arrabbi per nulla? Scarichi il tuo nervoso sugli altri? Rispondi male? “…non tiene conto del male ricevuto...” Quando subisci un torto se uno di quelli che “se la lega al dito”? Fai di tutto per “farla pagare”? Sei vendicativo? “…non gode dell’ingiustizia...” Sei contento quando le cose agli altri vanno male? Sei un tipo che fa’ ingiustizie? “…si compiace della verità...” Sei sincero, con i genitori, gli amici, gli insegnanti, le persone che ti vogliono bene? “…tutto crede...” Ti fidi degli altri? E sai dar loro la fiducia che meritano, senza pensarci troppo? “…tutto spera...” Vivi con ottimismo, pensando “in positivo”, o sei subito pronto a vedere il lato peggiore delle cose e degli altri? “…tutto sopporta...” Sai “prenderti carico” dei piccoli problemi, delle tristezze, dei “guai” dei tuoi amici? O lasci con indifferenza che si arrangino da soli?

Nel silenzio, in ginocchio, leggi nel tuo cuore…Nel silenzio, in ginocchio, leggi nel tuo cuore…Nel silenzio, in ginocchio, leggi nel tuo cuore…Nel silenzio, in ginocchio, leggi nel tuo cuore… E chiedi perdono a Dio, con la preghiera che senti più tua.E chiedi perdono a Dio, con la preghiera che senti più tua.E chiedi perdono a Dio, con la preghiera che senti più tua.E chiedi perdono a Dio, con la preghiera che senti più tua.

…DOMANDA PERDONO

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia, nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi è sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto. Crea in me, o Dio, un cuore nuovo, rinnova in me uno spirito saldo. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un’anima generosa.

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso Te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col Tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasione prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

O Gesù d’amore acceso non Ti avessi mai offeso; o mio caro ed amato, o buon Gesù, con la Tua santa grazia Non Ti voglio offendere più, perché Ti amo sopra ogni cosa. Gesù mio, misericordia, perdonami.

ORA È IL MOMENTO DELL'INCONTRO CON GESÙ CHE, NELLA PERSONA DEL SACERDOTE, TI ACCOGLIE E TI DONA IL SUO AMORE.

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…RINGRAZIA Ringraziare significa dire ad una persona che ciò che mi regala è importante per la mia vita; significa fare tesoro di ciò che mi è stato dato per donarlo, a mia volta, agli altri.

Signore, Tu sei l’Amore.

Tu sei paziente, benigno. Tu non sei invidioso, non Ti vanti

e non manchi di rispetto. Non cerchi mai il Tuo interesse, non Ti adiri

e non tieni conto del male ricevuto, ma Ti compiaci della verità e della giustizia.

Tu tutto credi, tutto speri, tutto sopporti. Signore, Tu sei l’Amore.

Fa’ che anche noi sappiamo vivere nell’amore, sentendolo sulla nostra pelle, perché Tu con noi sei Amore..

Aiutaci ad essere segno visibile del Tuo Amore. Amen.

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Signore, fammi strumento delle tue mani.

Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore. ( Madre Teresa di Calcutta)

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INCONTRO CON ESEGESI SU INNO ALLA CARITA’

ESEGESI INNO ALLA CARITA’ 113 (1 Cor 13: la carità) “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna”. 13,1 se sapessi tante cose * quali cose realmente importanti per la vita mi vanto talvolta di sapere, di conoscere, di saper fare * in quali circostanze ho trovato in me che “la scienza” (anche piccola, dalla ricetta di cucina alla laurea) “gonfia” * quali persone veramente “impegnate” ho incontrato nella mia vita capaci di costruire più di me * talvolta scopro in me o in qualche altra persona lo sguardo o la faccia di uno che la sa lunga: come reagisco? * “e le lingue degli angeli” ho trovato in me o in altre persone che sanno tante cose sulla fede e perciò vivono poco il Vangelo * propongo di vivere e verificare un atteggiamento di vero discepolato dalle persone, dai figli, dalle situazioni. Beato me quando alla fine della giornata avessi saputo imparare molto di più di quanto penso che avrei saputo insegnare! 13,2a la “profezia” è il dono del discernimento * ho incontrato persone nella mia vita realmente capaci di leggersi dentro. Per esempio... * altre realmente capaci di leggermi dentro. Per esempio... * altre capaci di leggere dentro le situazioni per coglierne radici e sviluppi; per esempio... * io stesso penso di avere delle “felici intuizioni” ma solo quando faccio il viaggio più lungo del mondo, quando mi sposto dalle scintille della testa al palpito del cuore, per quella persona, per

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quella situazione, allora sì che edifico. Amare prima di pensare. Non pensare senza amare. In questi ultimi tempi... 13,2b i “misteri e la scienza” è il dono della “profondità” contrapposto alla disgrazia della superficialità, sbarazzina, ciabattona, incurante, impulsiva, leggera, pungente, vanitosa, appariscente... Certo la superficialità nel parlare, nel pensare, nel guardare, è una disgrazia. Come posso attualmente vivere un momento della giornata più in profondità? * però la sola profondità genera superbia. Voglio verificare come nella mia vita la profondità diventa tenerezza (la superficialità genera talvolta o acredine o sdilinquimento) La tenerezza, la tenerezza, la tenerezza, una robusta tenerezza dònami o Signore. Dònami persone vigili sulla mia profondità che, inzuppata nella carità, diventa robusta tenerezza! 13,2"la pienezza della fede così da trasportare le montagne" E’ l’esteriorità della mia vita cristiana. E’ il farmi muovere soprattutto quando so che qualcun altro, che non sia il Signore, vedrà e loderà le mie opere. Posso verificare e confidare il bene che in questi ultimi tempi ho preso cura di nascondere con impegno allo sguardo degli uomini. Il tuo Signore vede nel segreto. 13,3 “se distribuissi i miei averi e dessi il mio corpo alle fiamme" è l’atteggiamento di chi si impegna, si regala, si brucia, senza domandare null’altro in cambio che essere amato. Null’altro? Non è poi il più tanto? * Verifico nella mia vita quotidiana (lavoro, figli) quello che do, quello che mi do senza aspettarmi nulla, neppure la riconoscenza, neppure l’attenzione, neppure la soddisfazione di vedere che una cosa è andata bene. Gratis e basta. * E’ anche l’atteggiamento di chi ama per la gioia intima non tanto di essere amato ma almeno di vivere in se stesso la gioia e la gratificazione, la soddisfazione interiore di sentirsi più bravo. Verifico nel mio quotidiano quanto riesco a non farmi spingere dalla gratificazione nascosta, ma dal puro “volere il bene” dell’altro, per il suo bene e basta. Gratis e basta.

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* Naturalmente bisogna darlo “il corpo alle fiamme”. Non bastano i buoni sentimenti. In questa circostanza esiste forse nella mia famiglia o nella mia comunità una occasione precisa di darmi e dare molto, non i soliti spiccioli, e non in modo da “levarmi il pensiero” ma da “prendermi un pensiero in più”, coinvolgendomi. Dio ci scampi dai “buoni sentimenti” del cuore vuoto a pancia piena! 13,4è paziente: ci sono situazioni e persone, nel quotidiano della nostra vita, che creano in noi un sentimento preciso, inesorabile, inconfondibile. Porta un nome preciso: I R R I T A Z I O N E * Come provo, nella vita di ogni giorno a riportare la pace interiore nel mio cuore? * davanti a chi mi irrita mi fermo un attimo a pensare che quella persona sbaglia e perciò, nonostante la ferita che avverto, tento di provare il sentimento contrario, la “compassione” * tento di vedere nell’altro, magari superficialmente altezzoso, quegli aspetti di sofferenza, di fallimento o forse anche di meschinità e piccineria che mi inducono verso la tenerezza? * scopro nell’altro, che magari non ci pensa minimamente, la persona nascosta di Gesù che li giudicherà sulla carità il giorno del giudizio? * richiamo la figura del Crocifisso che perdona i crocefissi ed invita anche ne, nel mio piccolo, a ripetere il suo gesto? * sento nel mio cuore il desiderio di vivere nella pace, nonostante quella situazione, perché la pace è bella? * ricordo con gioia quella volta che lentamente, faticosamente ho sostituito la irritazione con la tenerezza? 13,4b è benigna la forma più comune e più preziosa della benevolenza non è forse la pratica costante, faticosa, puntigliosa, tenace, profonda, o almeno soltanto mimica del sorriso? * come vivo nel mio quotidiano la pratica dell’opera di carità più gratuita e più preziosa, quella di sostituire la spontaneità della smorfia con la pacata volontà del sorriso? * mi fermo a volere di cuore il bene dell’altro, mi fermo a sentire che proprio mentre voglio il bene dell’altro sul serio, si allontana anche l’irritazione che sottilmente mi avvelena; e sento meno il graffio dell’altro. E cresco, cresco, cresco in amore, in gioia? * un sorriso che non dai è un sorriso che non hai. L’importanza di essere simpatici, insistendo sul sorriso, per l’ansia di rendere questo mondo, il mio piccolo mondo, un po’ più bello!

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13,4c non è invidiosa quante cose, quante situazioni mi sono trovato ad invidiare in altri! A volte addirittura cose discutibili come la ricchezza, la bellezza, una gran salute, la stima. A volte invece invidio cose buone che non ho. Cosa, chi invidio? Due piste di riflessione: * l’essenziale che posso desiderare per me, il più importante, posso già averlo. Questa convinzione devo radicare nel mio cuore. Questo è principio di una grande libertà. Io posso fin da oggi crescere in bontà, nello spirito delle beatitudini: e credo proprio che questo è il più importante! Davanti a quelle cose che altri hanno, io posso avere certo di più di ciò che è essenziale per la mia vita: la carità! Sta tutto qui. Considerare questo il nostro tesoro: è gratis, a portata di mano. Chi invidierò? D’accordo, praticamente, lui ha, lui è... ma l’essenziale cos’è? * e poi, ancora di più, come la pace fiorisce nel mio cuore, quanto lo educo, questo cuore, a gioire per il bene degli altri, per tutte le bellezze che gli altri sono ed hanno! Quanti più numerosi motivi di gioia! 13,4 non si gonfia, non si vanta: primo frutto, o meglio radice, della carità, è l’umiltà. * come vivo nel quotidiano una appassionata volontà di nascondimento, a cominciare dal vestito, dalla macchina, dalla casa, dalla posizione, dal cedere il discorso, dal tacere in silenzio quando potrei luccicare... * l’umiltà si esprime assai nel silenzio, tutte le volte che, dicendo qualcosa di interessante, o peggio di pungente, potrei mettermi in evidenza * riscontro quanto questa o quella persona mi sia stata antipatica in questi giorni, perché ha parlato, e ha parlato così! * io stesso mi domando il silenzio prima di emettere un giudizio, prima di liberare un sentimento. Avverto il silenzio come la terra buona dalla quale nascono parole operatrici di bene e non ortiche. * come verifico nella mia vita che tanto, tantissimo malumore nasce da quel velenoso desiderio di fare bella figura. Quanta pace invece nel mio cuore quando, ricordandomi di tante mie debolezze, accetto con gioia maltrattamenti e brutte figure: non sono mai abbastanza in rapporto a quello che Dio sa, leggendomi dentro, che mi merito! E’ questione di fede, questione di sentirmi tanto più spesso letto dentro dallo sguardo del Signore. Allora che ridicolo, pietoso o drammatico il mio tentativo di bella figura! “ama essere sconosciuto e

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considerato spazzatura”, dice l’Imitazione di Cristo. Ma sul serio. Quante inutili sofferenze di meno! Viva la libertà! 13,5“non manca di rispetto” è il discorso della delicatezza e del pudore: delicatezza e pudore nel trattare il mio prossimo, nello sguardo, soprattutto verso le persone che mi fanno soffrire, verso chi mi innervosisce. Uomini e donne forti, e per questo capaci di tanta delicatezza, capaci di una squisita e non caramellosa sensibilità d’animo. * la preghiera prolungata, anche nell’aridità, mi dona l’esperienza della tenerezza di Dio: la sua scuola mi cambia carattere! 13,5“non cerca il suo interesse” è questione di mettere la nostra propria gioia nel fatto che un altro sia felice! Che splendore una persona che si lascia depredare volentieri di quello che non gli è indispensabile, perché altri siano contenti! verifico: come gioisco ultimamente della gioia degli altri? Chi trova una persona realmente disinteressata trova una calamita di luce sul suo cammino. Chi ricordo più distintamente? 13,5c “non si adira” come vivo nel quotidiano questa mia splendida possibilità di soffrire senza insofferenza? Praticamente verifico: quando mi adiro divento proprio brutto. Io sento la chiamata del Signore a vivere in bellezza: ogni istante Dio Bellezza mi vuole abbellire, nel cuore e nel volto. Verifico nel quotidiano la mia autentica bellezza e perciò il mio fascino sulle persone mature. 13,5"non tiene conto del male ricevuto" è l’arte del perdono. E qui riprendiamo in mano l’ultima pagina della beatitudine della Misericordia: la preghiera per domandare l’arte del perdono, riga su riga, sul serio! 13,6 “non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità! verifico nella mia vita il gusto di poter dire, esprimere, tutta la sincerità, assieme alla carità. La spinta interiore ad essere tutti “interi”, senza doppiezze, così intero e trasparente come Dio mi vede. E pure tante, tantissime volte ho camuffato la sincerità con la spontaneità animalesca di voler vomitare quello che mi “stava sullo stomaco”. La sincerità è l’alibi più frequente della carità. // La sincerità si alimenta alla preghiera personale, perché l’abitudine alla presenza di Dio mi toglie la paura di essere me stesso davanti ad altri che contano meno di Dio! E’ questione di crederci! La verità fa male, e talvolta è bene che faccia male. Ma se incontrassi conflitto fra verità e carità, la verità saprà aspettare fino a quando potrà giovare alla carità!

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13,7a “tutto copre” nel mio quotidiano scopro che più brutture altrui seppellisco in cuore, più si concima e cresce la pianta della mia interiorità! Che gioia incontrare persone veri “spazzini” di brutture per un mondo più pulito. Che tristezza persone che usano ogni bruttezza come “soprammobile” della propria vita! 13,7b “tutto crede”: più ben capisce le sottigliezze, le macchinazioni, più si vanta di non capire, di non pensarci, impara ad illudersi lucidamente, come Gesù in Croce! 13,7c “tutto spera” la forza del mio cuore dipende dalla mia capacità di sperare da me e dagli altri un po’ di quello che solo Dio sa sperare. E le persone crescono nella misura in cui qualcuno spera in loro. La nostra vita è intessuta di cocenti delusioni. Il buon senso ci invita al sospetto, la fede alla fiducia, a rischio! Come vivo, non da bambinone, ma da “bambino” sì: “chi non diventa come un bambino...” 13,7d “tutto sopporta” non bastano le logiche umane. Ho bisogno del Crocifisso. Gesù ha bisogno di persone che la smettano di farsi le ragioni quando ce l’hanno! Gesù domanda discepoli capaci di farsi trafiggere con il sorriso, come i martiri di 2000 anni di Cristianesimo. Basta credere che per Dio nulla è impossibile. Chi, cosa, sopporto con gioia? 13,8"la carità non avrà mai fine" perché viene da Dio: Dio è carità, dice la Bibbia, e Lui versa nel cuore di chi si mette in Suo ascolto, versa nel nostro cuore di figli la capacità di amare del Suo cuore di Padre. “Chi vive nella carità vive in Dio” dice S.Giovanni: come avverto dentro di me la sensazione ineffabile che quando amo davvero, gratuitamente, alla scuola della tenerezza di essere abbracciato dal Padre, allora inauguro la vita eterna fin da oggi, anticipo quel Paradiso dove null’altro faremo che amare! Viva l’Amore, Viva la Croce; Viva la Gioia!

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INCONTRO DI PREGHIERA

AA ZZ II OO NN EE CC AA TT TT OO LL II CC AA II TT AA LL II AA NN AA

PPAARRRROOCCCCHHIIAA SS..MM.. DDEELL CCAARRMMIINNEE

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II NNCCOONNTTRROO DDII PPRREEGGHHII EERRAA

02 DICEMBRE 2003

CANTO INIZIALE: DIO SEI L’AMORE

La brezza della primavera, il giorno quando volge a sera

dicono che Tu sei l’amore. Un piccolo atomo, una stella, un filo d’erba o una perla dicono che Tu sei l’amore.

RIT. Dio, sei l’amore! Tu ami d’amore infinito, dai a noi la vita! Dio, sei l’amore! Tu ami d’amore infinito, dai a noi la vita!

Io canto di una melodia composto dalla tua armonia

ci dice che Tu sei l’amore. Una speranza che si accende dentro il cuore di chi attende ci dice che Tu sei l’amore. RIT. Dalla Prima lettera di S. Paolo ai Corinzi (1 Cor 13,1-8) Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

INTRONIZZAZIONE DEL VANGELO CON SOTTOFONDO MUSICALE E PROCESSIONE CON I LUMINI . Dal vangelo secondo Giovanni(Gv 15, 9-17)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.

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Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

RIFLESSIONE DEL SACERDOTE.

Gesù Cristo, l'emarginato per eccellenza

Gesù Cristo. Quale volto avrebbe oggi? Quello di Riccardo che sta morendo di AIDS. La sua lunga agonia in un letto d'ospedale era, per me, quella di Cristo. Sofferenza terribile di questo corpo stupendo di giovane adulto che si batteva fino in fondo per afferrare la vita che fuggiva via. Quello di Roberto, abbandonato da piccolo, che si trascina per le strade e che, a trentasette anni, diventa un barbone, tagliato fuori da qualsiasi famiglia e dal figlio, suo unico tesoro, che è scomparso. Il suo viso sulla soglia della mia porta irradiava il Cristo sofferente. Lo sentivo in maniera fisica. Tanti volti di prigionieri mi perseguitano per la straordinaria somiglianza che hanno con il cammino di croce di Cristo. Ci sono gli occhi, non ancora spenti, di quella donna anziana che finge di prendere il sole vicino alla mia porta. Non ancora spenti, perché del sole, lei, se ne infischia. Ma i pochi scambi che ghermisce con le persone che passano sono la sua luce nella solitudine. Guardali, questi volti. Contemplali. Meditali. Valgono tutti i catechismi del mondo. Sei tu, cristiano, che dirai loro la risurrezione. Senza frasi. Senza discorsi. Senza parole. Senza proselitismi. Soltanto i tuoi gesti di condivisione, la tua solidarietà, la tua presenza che va fino in fondo grideranno il Cristo risorto. Il Cristo è alla tua porta, nella tua strada, nel tuo palazzo, nella tua classe, nella tua fabbrica. Quando lo saprai, quando l'avrai incontrato, allora ti metterai in marcia. Bisogna pregare molto per questo. Bisogna chiedere instancabilmente lo sguardo del Cristo. Lui non potrà non donartelo. E, oltre al suo sguardo, ti darà l'amore. Sia l'uno che l'altro sono invincibili. E l'emarginato si solleverà. Il tuo orgoglio non sarà soltanto di averlo messo in cammino. Ma che a sua volta lui riesca a sollevare chi non ce la fa più: niente è più grande di questo.

TESTIMONIANZA

CANTO: VIVERE LA VITA

Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno: è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell'amore, è il tuo destino: è quello che Dio vuole da te.

Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,

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correre con i fratelli tuoi. Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.

Vivere la vita è l'avventura più stupenda dell'amore: è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il Paradiso: è quello che Dio vuole da te.

Vivere perché ritorni al mondo l'unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi, Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Una scia di luce lascerai.

PREGHIERE SPONTANEE Dopo ogni invocazione cantiamo insieme: Ubi caritas et amor, Ubi caritas Deus ibi est.

PREGHIERA FINALE Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani.

Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi.

Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce.

Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore PADRE NOSTRO (Cantato)

CANTO FINALE: VIENI E SEGUIMI

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