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Sulle orme dell’Amore Aggiornamento Operatori di Pastorale Familiare Faenza 27 gennaio 2013

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Sulle orme dell’Amore. Aggiornamento Operatori di Pastorale Familiare Faenza 27 gennaio 2013. Cosa possiamo dire oggi su Morale e Famiglia?. Un brevissimo sguardo sul “punto di partenza” per un ragionamento il più possibile concreto…. Tre “matrici” culturali. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Sulle orme dell’Amore

Sulle orme dell’AmoreAggiornamento Operatori di Pastorale Familiare

Faenza 27 gennaio 2013

Page 2: Sulle orme dell’Amore

Cosa possiamo dire oggi su Morale e

Famiglia?

Un brevissimo sguardo sul “punto di partenza” per un ragionamento il più possibile concreto…

Page 3: Sulle orme dell’Amore

Tre “matrici” culturali

Illuminismo = autonomia, ribellione all’autorità esterna, norma morale “interna”;

Romanticismo = sentimento e passione non compatibili con alcuna legge;

Psicologia = possibile scarto fra bene e star bene.

Page 4: Sulle orme dell’Amore

Clima post-moderno

Pensiero debole e scelta di valori;

“Rifiuto” del modello di famiglia;

Scelta definitiva nel Matrimonio;

Superamento della dualità del genere;

Separazione amore e procreazione;

I figli: dono o peso?

Page 5: Sulle orme dell’Amore

Anche per la Morale si aprono delle sfide!

Concetto di “natura”;

rapporto ordine giuridico e ordine morale;

Visione troppo “oggettivistica” della sessualità.

Page 6: Sulle orme dell’Amore

L’agire morale del cristiano

Risposta alla chiamata del Signore, uomo nuovo trasformato dall’incontro con Cristo;

una fede creduta, celebrata e vissuta!

Portare frutto nella carità per la vita del mondo.

Page 7: Sulle orme dell’Amore

Metodologia della teologia morale

La teologia morale “vive” di due fonti: il Vangelo e l’esperienza umana, due interlocutori privilegiati per esprimere un giudizio sull’agire dell’uomo e riferimenti per l’elaborazione delle norme morali (il bene possibile qui e ora).

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La luce del Vangelo

Sebbene la Scrittura non sia un testo di morale, un manuale che elenchi i comportamenti, resta normativo il comportamento di Gesù e la “prassi” della Chiesa (non solo, ricordiamoci le 10 Parole…).

Page 9: Sulle orme dell’Amore

La luce dell’esperienza umana

Ascolto cordiale delle scienze umane, che non debbono oltrepassare le loro competenze:

un corretto dialogo interdisciplinare che rispetti i diversi ambiti.

Page 10: Sulle orme dell’Amore

Tra Cristologia, Antropologia e Morale

Opzione “cristocentrica”: se tutta la creazione è avvenuta in Cristo, allora l’esperienza di Cristo è universale e “normante”;

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Umano e cristiano si illuminano a vicenda e trovano in Gesù di Nazaret un punto di incontro e di unità;

Rapporto stretto fra fede e morale: dall’evento cristologico si traggono implicazioni precise di azione del discepolo.

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Vi una una sorta di “struttura” oggettiva che ci è data, nella consapevolezza che la comprendiamo e vi rispondiamo dentro la nostra esperienza storica e culturale;

La chiamata di Cristo ci incontra nella nostra situazione storica e la illumina: la nostra risposta sarà storica e legata ad una particolare situazione.

Page 13: Sulle orme dell’Amore

Né la chiamata né la risposta tolgono la fatica di cercare ogni giorno la strada giusta da percorrere!

In gioco c’è la coscienza del fedele, illuminata dalla fede, chiamata a valutare le situazioni alla luce del Vangelo, per formulare un giudizio e scegliere un comportamento.

Page 14: Sulle orme dell’Amore

Coscienza che però non è abbandonata a se stessa:

essa è chiamata a confrontarsi con il patrimonio della legge morale, mettendosi in ascolto del Magistero dentro la comunità dei credenti (luogo del rimanere della memoria del Maestro).

Page 15: Sulle orme dell’Amore

Ci mettiamo in ascolto…

Gaudium et Spes, 48 - 51 (passim…)

Page 16: Sulle orme dell’Amore

Chiamati all’amore

Amore coniugale, sessualità e verginità: che indicazioni fornisce la Scrittura?

Chiamati a diventare una carne sola: significato unitivo e procreativo;

L’unità della persona: composti di corpo ed anima;

La sessualità tra verginità e matrimonio: la novità cristiana.

Page 17: Sulle orme dell’Amore

“Una caro”: de-mitizzazione della sessualità

A differenza delle popolazioni confinanti, il pensiero ebraico non considera la sessualità come una realtà sacrale…

Il mito (babilonese o medio-orientale in genere) individua nel divino (coppia maschile-femminile delle divinità) le radici delle esperienze umane, che così assumono una “coloritura” sacra;

Infatti con il rito si cerca il contatto fra cielo e terra: influenza divina sulla fecondità (umana e animale) e fertilità dei campi.

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esperienza biblica

Radicale frattura con questo modello culturale e religioso: la causa è la fede nel Dio unico (NON ci sono compagne femminili…!)

Grande timore di assumere gli stessi riti e costumi sessuali dei popoli vicini, come “ingresso” delle credenze altrui e inquinamento della retta fede!

Adamo ed Eva: esperienza umana che si svolge “al principio” (non in un tempo primordiale).

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Per il mondo della Bibbia la sessualità fa parte del mondo creato, e quindi abbiamo una “secolarizzazione” dei temi sessuali;

Certamente vi sono legami fra sessualità e divino, ma sono più dal punto di vista del puro/impuro (vedi il libro del Levitico): la stessa legislazione serve a distinguersi dai popoli vicini, separazione netta anche religiosa!

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Genesi 2,4b-24: più antico, rapporto uomo-donna

«Non è bene che l’uomo sia solo»: non si può stare senza relazioni, e Dio rompe questa solitudine donando all’uomo un aiuto che sia simile, perché la relazione non è un opzione…!

Il termine dice alterità, reciprocità: dopo la delusione della solitudine Adamo riesce ad apprezzare la donna che non si confonde più con gli altri esseri animali;

I due sono dono reciproco di Dio, e l’uomo la riconosce l’appartenenza comune ma anche la diversità: stanno davanti l’uno all’altra differenziandosi anche nel genere sessuale (ish-ishshah);

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Gn 1: moltiplicatevi e riempite la terra

“Facciamo l’uomo”=decisione importante che porta alla creazione di tutta l’umanità: Immagine=copia conforme all’originale + Somiglianza=differenza rispetto a Dio

Ogni uomo è di poco inferiore a Dio, non è Dio bensì creatura, e comunque rappresentante qualificato;

“Maschio e femmina li creò”=l’umanità è creata nella sua bipolarità uomo-donna, e viene loro affidato il dono della fecondità;

Fecondità che è il modo di partecipare all’opera stessa della creazione, prendendosi anche cura del mondo, con responsabilità.

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SE nel primo testo si mette più in luce l’aspetto unitivo dell’atto sessuale, nel secondo testo è maggiormente presente il suo significato procreativo;

La tradizione cattolica (con alterni risultati) ha sempre tentato di armonizzare i due significati: forse nel passato ha maggiormente insistito, quasi esclusivamente, sulla fecondità; oggi invece viene recuperato uno spazio molto grande all’amore fra i coniugi.

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gn 3: la questione del peccato

Non è possibile staccare i primi due capitoli dal terzo: nei primi due abbiamo il sogno di Dio che ha creato l’uomo perché stia nella relazione con il suo Creatore, nel terzo abbiamo la rottura di questo sogno, con le sue conseguenze di rottura e divisione;

Genere eziologico: tenta la spiegazione di un fatto, che è sotto gli occhi di tutti, ossia la rottura con Dio.

La spiegazione è che questa rottura non può essere attribuita a Dio, bensì alla libera decisione della creatura che si è “ribellata” al Creatore.

A Dio piuttosto è da “imputare” ogni sforzo per ricucire la rottura: cr. Rm 5,12-21

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L’uomo ha voluto sperimentare la sua autonomia “etica”, ossia ha preteso di vivere solo in base alla sua conoscenza e senza dovere obbedienza a Dio:

quindi è un atto del cuore (sede delle decisioni), frutto della ybris = desiderio eccessivo di indipendenza e di emancipazione nei confronti di Dio (non è di natura sessuale, allora il messaggio biblico non è contro la sessualità!);

Il peccato così produce una serie di fratture: interna all’uomo stesso (è immagine ma non più simile); con la donna (volontà di dominio); con la Creazione (sudore e dolore); nel rapporto con Dio (disobbedienza).

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continuando la riflessione…

La Bibbia guarda all’uomo come ad una realtà unitaria, e i vari “componenti” sono dimensioni diverse da cui guardare l’unica realtà!

Un “passo” ulteriore: san Paolo Quali sono i destinatari delle sue riflessioni morali? Lassisti ed asceti: grande lontananza fra la crescita nella fede e l’integrazione della loro umanità dentro questa fede: un po’ come oggi, manca unità nella vita di tante persone!

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Soma: persona intera nella sua visibilità esterna: non possiamo essere senza corpo (si è soma)!

Sarx è la corporeità materiale, spesso anche la vita umana schiava del peccato: è esclusa dal Regno (mentre il soma, trasfigurato, vi entrerà);

Ecco perché Paolo distingue tra vivere nella carne (situazione umana) e vivere secondo la carne (schiavi del peccato): il corpo allora è la persona intera, non è un oggetto o parte di noi, è costitutivo di noi come persone (insieme allo spirito e alla psiche), perché siamo realtà incarnate, intere!

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Due esempi: l’unione con la prostituta e il rapporto con i cibi;

Prostituta: se per i Corinzi era atto indifferente, Paolo ricorda che riguarda tutta la persona che si coinvolge in questi atti;

Cibi: mentre il destino dei cibi è la distruzione, quello del corpo è o l’impudicizia o il Signore, in base alla relazione nella quale ci si impegna.

C’è allora una profonda distinzione fra la sessualità e le altre “funzioni”: nella prima ci si coinvolge come persone, e qualifica la nostra identità e la stessa spiritualità!!!

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Matrimonio e verginità

Nell’Antico Testamento: non è un valore e non è conosciuta come condizione di vita. La discendenza è un dono che assicura la stabilità delle promesse di Dio e fa superare la morte con il futuro aperto dai figli.

E’ necessaria per il matrimonio, ma il contesto “normale” è il Matrimonio fecondo (la sterilità è una disgrazia, quando non una colpa)!

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Per il Nuovo Testamento è centrale nell’annuncio del Regno, oltre che ad essere scelta da Gesù stesso: la vita sessuale non è certo condannata, ma appartiene ad un ordine di cose imperfetto che sarà superato (cf. i sette fratelli e la sola sposa);

Nella sequela, pur con la sua radicalità, vediamo impegnati sia celibi/nubili che sposati: sono due scelte possibili di vita radicale, entrambe riferite alle esigenze del Regno che viene.

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Chiamati ad amare (celibi e sposati)

La relativizzazione del matrimonio e la valorizzazione del celibato (rispetto all’AT) non è per un dualismo corpo/anima, né per motivazioni ascetiche: la consapevolezza è che il matrimonio NON è la forma definitiva dell’esistenza cristiana;

Verginità e matrimonio sono entrambi necessari alla Chiesa, per capire meglio la propria vocazione nel confronto con chi ha una chiamata diversa:

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Sposi=ci ricordano la bontà della Creazione e delle realtà terrene; vivono un amore concreto fatto di scelte e gesti; vivono (e mostrano) il dono che Cristo è per la sua Chiesa (Sacramento).

Vergini=ricordano che non abbiamo quaggiù una città permanente e che le occupazioni di questo mondo non possono assorbire tutte le energie; vivono la dimensione spirituale dell’amore e dei legami; vivono una sponsalità che anticipa quella delle Nozze eterne.

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Alcuni temi di Morale sessuale

Abbiamo detto che la sessualità umana ha la sua importanza per la vita della persona;

Ma anche il suo significato intrinseco, che non viene “solo” dalle intenzioni personali o dalle convinzioni sociali;

Ora chiamati ad elaborare giudizi che dicano la correttezza del comportamento e la responsabilità morale di chi lo compie…

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Sessualità e genitalità nell’adolescenza: l’autoerotismo;

Sessualità nel cammino verso il matrimonio: i rapporti prima del SÍ;

La condizione omosessuale.

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Autoerotismo

Poiché ad amare s’impara e la sessualità è parte di questo cammino, la TM è in ascolto delle scienze umane, per comprendere meglio questo cammino;

La maturazione sessuale infatti s’intreccia con la storia della persona ed alcune tappe fondamentali: cosa succede nell’adolescenza?

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Ricerca di autonomia;

Risveglio sessuale (nuove relazioni con sé, con i coetanei e con gli adulti);

Relazione con l’altro (il gruppo e le prime cotte);

Autoerotismo≠Masturbazione: non tanto il gesto in sé, quanto l’atteggiamento (spesso di ripiegamento verso se stessi).

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C’è un aspetto di conoscenza del proprio corpo;

Ma anche la ricerca di sicurezza e di gratificazioni: quello che manca nella vita reale lo si cerca nella sessualità!

Quindi ha un significato affettivo, ma soprattutto transitorio: destinato a sparire con la maturazione affettiva, la scoperta dell’altro e la donazione reciproca nell’amore.

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Nell’adulto, allora, rischia di essere una “sostituzione”, una non piena integrazione della sessualità in un progetto di vita maturo…

Questo è quanto ci dice la psicologia (un elemento da superare quindi!): cosa dirne a livello morale?

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La tradizione morale

Sebbene non si trovi nella Scrittura un riferimento esplicito, la preoccupazione dei Padri è riferita alla purezza rituale;

Con san Tommaso avviene la svolta: il carattere naturale dell’atto sessuale è la procreazione, quindi c’è una “dispersione” (solo il seme maschile feconda, il corpo femminile è un terreno che accoglie…);

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Con i secoli che vedono la lotta fra rigoristi e lassisti, la condanna diventa assoluta;

La genitalità contiene i due significati unitivo + procreativo, quindi l’autoerotismo è considerato sempre disordinato:

Manca ancora l’aspetto inter-soggettivo della sessualità, per la quale comunque si tratta di una prospettiva narcisistica, di chiusura egoistica in sé stessi!!!

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MA lo stesso CCC chiarisce che vi sono degli elementi da tenere presenti per un corretto giudizio morale:

«Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che attenuano se non addirittura riducono al minimo la colpevolezza morale». [CCC 2532]

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Per formulare un giudizio morale…

Sicuramente l’adolescenza è una tappa importante nella crescita della persona, che però vede la sua immaturità psicologica nonché morale: manca l’integrazione dei valori e vi sono condizionamenti nella libertà, proprio per l’età difficile;

Legge della gradualità: la sessualità è forza di relazione, quindi tale comportamento è chiusura, esprime difesa e fuga, è egocentrico!

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Inoltre: questo comportamento, aiuta la persona a crescere oppure frena il suo cammino?

La valutazione quindi va inserita nella sua evoluzione verso la maturità, la capacità di amare, e chiedendosi se è un atteggiamento “momentaneo” o se invece è diventato abitudine, segno di una mancata crescita più generale…

Lo scopo comunque è quello di aiutare la persona ad imparare ad amare, ad aprirsi al dono di sé.

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I rapporti prima del SÍ

Forse l’ambito nel quale si sperimenta la maggiore distanza fra l’insegnamento morale cattolico e la scelta delle persone…

MA abbiamo gli elementi sufficienti per guardare al positivo di questo cammino che viene indicato, in uno stile di vita buono coerente con il Vangelo.

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Tante le cause di questo modo di vivere e di intendere la sessualità: è il NO che deve essere giustificato; prevale il significato unitivo; il matrimonio è posticipato per varie ragioni…

Banco di prova per la “polarità” fra atteggiamenti buoni e comportamenti corretti: «Se ci vogliamo bene, che male c’è?»;

L’intenzione buona definisce automaticamente ciò che è giusto o sbagliato…?

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La tradizione ha sempre mostrato un giudizio negativo sull’atto sessuale completo prima del matrimonio;

Persona humana - Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, 29 XII 1975, n.° 7:

«Con il matrimonio l’amore dei coniugi è assunto nell’amore irrevocabile che Cristo ha per la chiesa, mentre l’unione dei corpi nell’impudicizia contamina il tempio dello Spirito Santo, qual’è divenuto il cristiano. L’unione carnale, dunque, non è legittima se tra l’uomo e la donna non si è instaurata una definitiva comunità di vita».

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La risposta non lascia molti dubbi…

Mancano però almeno due elementi per un corretto giudizio morale:

aver già deciso il matrimonio, ma essere “impediti” da situazioni esterne;

aver raggiunto la maturità nelle relazioni e la consapevolezza di questo traguardo.

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SE la sessualità è una forza di relazione, essa è chiamata ad accompagnare la persona nel realizzare la sua fondamentale chiamata all’amore:

una sessualità vissuta solo per il piacere impoverisce la persona, mentre vissuta in una relazione affettiva scelta con impegna e responsabilità apre all’amore vero.

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Il criterio di fondo quindi è l’amore, ossia la costruzione di un rapporto fra due persone che costruiscono la loro coppia oggi ed il loro matrimonio domani;

NON allora diffidenza verso il piacere, quanto una sua comprensione dentro una storia concreta, di due persone: lo stesso gesto, vissuto all’inizio di una relazione o dopo anni di comune cammino ha uno spessore diverso!

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In senso generale l’atto sessuale esprime e realizza quattro aspetti della relazione:

unità delle due persone;

amore reciproco “detto” in profondità;

conoscenza reciproca;

fecondità=dono reciproco ed apertura alla vita.

E’assunzione di responsabilità reciproca: l’unione fisica è autentica quando esprime la comunione dei due anche attraverso la comunione dei corpi!

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Se questo è allora il significato dell’atto sessuale (unitivo + procreativo), solo dentro al matrimonio trova la sua pienezza e la sua oggettività: non solo delle intenzioni, ma un legame (patto) istituzionale;

In pienezza (perché molti aspetti ci sono anche prima) e oggettivamente (l’intenzione soggettiva è difficile da misurare!);

Questa visione cristiana, in un contesto più banalizzante, è provocante e profetica!!!

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Convivenza: la sessualità viene intesa come una sorta di “rodaggio”, per una conoscenza più completa fra i due: la persona si “prova” o si accoglie?

Un caso particolare: scelta matrimoniale rimandata per condizionamenti esterni…!

Conflitto fra norma e situazione concreta?

Politiche familiare + “sobrietà”…

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La condizione omosessuale

Occorre distinguere la tendenza dal comportamento: non ogni tendenza si traduce in atti e non sempre gli atti sono segno “certo” di una tendenza assodata;

La prima non è soggetta ad un giudizio morale, mentre lo sono i secondi: la “condanna” è per il peccato e non per il peccatore!

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Gli studiosi sono divisi sull’individuazione delle cause: quali fattori “scatenanti” vi si possono individuare?

Fattori psicologici, culturali, sociali, genetici (?), ormonali…

NON è una malattia, ma neanche una variante della sessualità!

Una persona che si è “bloccata” nel suo cammino di differenziazione sessuale, e vive la sua sessualità non a partire dalla differenza maschio-femmina.

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La tradizione morale ha sempre espresso una valutazione molto negativa, fondata sulla Scrittura e sulla legge naturale, distinguendo però sempre il giudizio dalla responsabilità della persona;

Si è sempre rimasti fedeli alla differenza uomo-donna, come dato fondamentale dell’umanità creata da Dio.

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PH ed in seguito Cura pastorale delle persone omosessuali approfondiscono la distinzione fra tendenza e comportamento:

La tendenza è oggettivamente disordinata ma non porta ad una condanna morale (non ne ho colpa) mentre il comportamento è soggetto a giudizio;

Si riconosce il valore dell’affettività e dell’amicizia omosessuale, mentre l’esercizio della genitalità è condannato.

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Tentiamo un discernimento morale:

al centro ovviamente la persona, che non può essere racchiusa in un orientamento sessuale!

Quindi ferma condanna di ogni discriminazione, emarginazione o offesa verso le persone omosessuali!!

L’annuncio dell’amore di Dio è per ciascuno, e la risposta a questo amore passa “anche” dalle norme morali (che non sono una punizione!).

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Se infatti si può non essere liberi nello scegliere la condizione omosessuale, lo si rimane - condizionati! - nell’assumerla e viverla in un certo modo;

Aiutare quindi la persona ad accettare la propria condizione, invitandola a fare i passi possibili per quel momento;

Pazienza e flessibilità delle norme, cammino graduale: no a rigorismo e lassismo!!!

Page 58: Sulle orme dell’Amore

Attenzione massima, quindi, alla singola persona, ed anche alla valutazione delle dinamiche relazionali vissute, partendo dalla nostra nozione di sessualità come forza relazionale;

Perché quindi la “condanna” del comportamento omosessuale?

L’amore non è solo soggettivo, ma ha anche aspetti oggettivi: l’incontro ed il dono di due differenze, maschio-femmina, aperti alla vita.

Page 59: Sulle orme dell’Amore

«Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana». [CCC 2359]

Certo è abbracciare una condizione che non si è scelti e in un contesto difficile: per qualcuno potrebbe essere possibile, per altri difficile o addirittura impossibile…

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Criterio del possibile:

vita cristiana e sacramentale;

amicizie non “interessate”;

una compagnia stabile che elimini la promiscuità - alcuni valori affettivi e relazionali sono abbracciati, altri comunque compromessi…