storia della medicina in italia

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Storia della medicina in Italia 1 Storia della medicina in Italia La storia della medicina in Italia può essere fatta risalire ai tempi della colonizzazione greca in Italia (dall'VIII alla metà del II secolo a.C.). In questo periodo, infatti, nascono nella Magna Grecia diverse scuole mediche (come la Scuola di Crotone). Successivamente gli Etruschi perfezionano numerose tecniche mediche importate dalle altre civiltà mediterranee. Ma è con lo sviluppo della civiltà romana che la medicina viene sempre più perfezionata, arricchita con nuove tecnologie e diffusa nelle varie parti dell'Impero. Durante il Medioevo la Scuola Medica Salernitana è considerata la più prestigiosa scuola medica europea. A partire dal XIII secolo, con l'istituzione delle Università, la conoscenza medica si diffonde e si perfeziona in molte altre zone d'Italia e d'Europa. A partire dal XVII secolo, poi, grazie alle grandi scoperte e teorie formulate da personaggi come Galileo Galilei, il pensiero scientifico, e di conseguenza anche l'approccio medico, cambia radicalmente e con esso cambiano anche le terapie. Il XVII ed il XVIII secolo sono periodi in cui le tecniche mediche continuano a progredire fino al XIX secolo, periodo importante per le numerose scoperte in ambito medico (con i contributi di ricercatori come Luigi Galvani e Alessandro Volta). Oggi l'Italia è uno dei paesi all'avanguardia in campo medico, con numerosi istituti pubblici e privati specializzati nell'invenzione di nuovi farmaci e tecniche mediche sempre meno invasive nei confronti del paziente. La medicina nella Magna Grecia Per approfondire, vedi Medicina greca. Sviluppatasi prima nella Magna Grecia e poi in tutta la Grecia, durante questo periodo si acquisiscono nuove ed importanti conoscenze in ambito medico; si assiste inoltre alla laicizzazione della medicina. Anche nella Magna Grecia vengono aperte scuole mediche (come ad esempio quella di Crotone). Importanti medici furono Alcmeone di Crotone, Filolao di Taranto ed Empedocle di Agrigento. La medicina nell'Impero romano Per approfondire, vedi Medicina romana. La medicina medievale Per approfondire, vedi Medicina medievale e Medicina medievale. Grande importanza assunse nel medioevo la Scuola medica salernitana. Secondo Bynum le prime dissezioni furono effettuate da Mondino dei Liuzzi a Bologna nel 1315, a Lerida in Spagna nel 1391 e a Vienna nel 1414. Comunque fino al XVI secolo a dissezione non divenne uno standard. [1]

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Storia della medicina in Italia 1

Storia della medicina in ItaliaLa storia della medicina in Italia può essere fatta risalire ai tempi della colonizzazione greca in Italia (dall'VIII allametà del II secolo a.C.). In questo periodo, infatti, nascono nella Magna Grecia diverse scuole mediche (come laScuola di Crotone). Successivamente gli Etruschi perfezionano numerose tecniche mediche importate dalle altreciviltà mediterranee. Ma è con lo sviluppo della civiltà romana che la medicina viene sempre più perfezionata,arricchita con nuove tecnologie e diffusa nelle varie parti dell'Impero. Durante il Medioevo la Scuola MedicaSalernitana è considerata la più prestigiosa scuola medica europea. A partire dal XIII secolo, con l'istituzione delleUniversità, la conoscenza medica si diffonde e si perfeziona in molte altre zone d'Italia e d'Europa. A partire dalXVII secolo, poi, grazie alle grandi scoperte e teorie formulate da personaggi come Galileo Galilei, il pensieroscientifico, e di conseguenza anche l'approccio medico, cambia radicalmente e con esso cambiano anche le terapie. IlXVII ed il XVIII secolo sono periodi in cui le tecniche mediche continuano a progredire fino al XIX secolo, periodoimportante per le numerose scoperte in ambito medico (con i contributi di ricercatori come Luigi Galvani eAlessandro Volta). Oggi l'Italia è uno dei paesi all'avanguardia in campo medico, con numerosi istituti pubblici eprivati specializzati nell'invenzione di nuovi farmaci e tecniche mediche sempre meno invasive nei confronti delpaziente.

La medicina nella Magna Grecia

Per approfondire, vedi Medicina greca.

Sviluppatasi prima nella Magna Grecia e poi in tutta la Grecia, durante questo periodo si acquisiscono nuove edimportanti conoscenze in ambito medico; si assiste inoltre alla laicizzazione della medicina. Anche nella MagnaGrecia vengono aperte scuole mediche (come ad esempio quella di Crotone). Importanti medici furono Alcmeone diCrotone, Filolao di Taranto ed Empedocle di Agrigento.

La medicina nell'Impero romano

Per approfondire, vedi Medicina romana.

La medicina medievale

Per approfondire, vedi Medicina medievale e Medicina medievale.

Grande importanza assunse nel medioevo la Scuola medica salernitana.Secondo Bynum le prime dissezioni furono effettuate da Mondino dei Liuzzi a Bologna nel 1315, a Lerida in Spagnanel 1391 e a Vienna nel 1414. Comunque fino al XVI secolo a dissezione non divenne uno standard.[1]

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Storia della medicina in Italia 2

La medicina nell'Umanesimo e nel Rinascimento

Per approfondire, vedi Medicina rinascimentale.

La medicina nell'Età moderna

Per approfondire, vedi Medicina del XVII secolo e Medicina del XVIII secolo.

La medicina negli anni dell' Unità

Per approfondire, vedi Medicina del XIX secolo e Medicina del XX secolo.

Maurizio Bufalini, esponente della medicina italiana dell'800

Da un'arretratezza culturale...

La medicina italiana nella prima metà dell’Ottocentoattraversa una fase di stallo rispetto al clima diinnovazione e progresso che si respira nel restod’Europa. Periodo di rivoluzioni, che, in particolarmodo, vedranno protagonista l' Italia, ma non gliscienziati italiani che vedono spegnere qualsiasi loroidea progressista. Le nuove idee scientifiche ristagnanoin quelle riunioni denominate Congressi degliscienziati italiani, che si svolgono tra la fine degli anni'30 fino alla vigilia del '48, dove si discutono materiali,temi e proposte che vanno nella direzione di unpossibile profilo unitario nazionale. Lo sviluppo dellarete ferroviaria, la meccanizzazione e modernizzazionedell'agricoltura, l'ordinamento delle ricerche applicate, l'organizzazione sanitaria e assistenziale sono alcune dellequestioni che vengono affrontate e che contribuiscono a creare un primo confronto tra intellettuali, tecnici e operatoridegli Stati italiani. Complessivamente si tengono nove congressi: Pisa, (1839); Torino (1840); Firenze (1841);Padova (1842); Lucca (1843); Milano (1844); Napoli (1845); Genova (1846); Venezia (1847). Dei primi sette sihanno i resoconti dettagliati, dell'ottavo si ha solo la cronaca sintetica delle sedute. Tali congressi ebbero più unsignificato politico che scientifico. Tra le questioni prettamente sanitarie si dibatté se aumentare i soccorsi adomicilio e diminuire gli infermi in ospedale, oppure potenziare i grandi ospedali che l 'Italia possedeva, si dichiaròinammissibile il metodo terapeutico dell' omiopatia di Samuel Hahnemann, ma si mantenne in sospeso la questionedi Gall e della sua frenologia, tra chi la considerava una scienza soggetta ad enormi sviluppi e chi la considerava unateoria materialistica profanatrice dell'anima. Essi però non sembrano, nel complesso, creare una politica della salute,e non sentono l' esigenza di una rifondazione delle pratiche o teorie professate nelle varie scuole. Ne sa qualcosaFilippo Pacini che nel primo congresso scientifico italiano del 1839, avanzò delle ipotesi sui corpuscoli di senso, mala mancanza di un approccio istologico che già oltralpe prevedeva lo studio dei tessuti nelle minime parti, portò ilmondo scientifico italiano a non ritenerli veri organi[2].Ulteriore cause dell'arretratezza italiana fu l' inimicizia tra igoverni della penisola che ostacolano la libera circolazione di idee e l' intolleranza verso nuove correnti di pensieroche possano interferire nel campo delle questioni politiche. Esempio di ciò è Carlo Matteucci, suddito pontificio, ilquale nell’ opera Sopra gli elementi del progresso della scienza dell' organismo, porta a conoscenza di tutte le

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scoperte della fisiologia degli ultimi anni, degli elementi di anatomia microscopica e dello studio delle alterazionimorbose avvenute nella sostanza degli organi, ed il rapporto di queste con le loro funzioni. Nel Saggio sul metodorazionale scientifico Matteucci elogia l' opera di Bell, François Magendie, e dell'italiano Luigi Rolando per gli studisulle funzioni del cervello e dei nervi. Luigi Rolando fu un professore di anatomia presso l' università di Torino, voceinascoltata in Italia, studioso Della struttura degli emisferi cerebrali, appoggiava le allora ritenute scandalose idee diFranz Joseph Gall sulla presenza di localizzatori cerebrali di funzioni psichiche superiori. Non solo non potràpartecipare al primo congresso italiano degli scienziati, poiché per il governo di Papa Gregorio XVI tali circoli eranoconventicole liberalesche di cospiratori, ma inoltre il suo libro sarà marchiato da censura proprio per aver sostenutotali teorie[3]. Un 'Italia che si oppone all' invasione della fisiopatologia franco-tedesca e rimane chiusa in una culturaasfittica e nell' ambito di uno spiritualismo religioso nega la democrazia delle cellule. Il biologo Giovanni BattistaGrassi dirà:

« All' estero la scienza regina, da noi ancella »

(Da I progressi della biologia e delle sue applicazioni pratiche, conseguite in Italia negli ultimo cinquantennio)

. Anche per la deficienza in ambito di strutture, laboratori, cliniche grandiose[4]. Condizionamenti ideologici earretratezze strutturali sono il vero ostacolo per una fisiologizzazione della medicina che tarda ad arrivare ed unamaturità anatomo- clinica non ancora raggiunta se non in rari casi, come nell’operato di Pinali che si occupa distetoscopia a Padova e Maggiorani ancor prima di lui nell'ospedale San Giovanni a Roma. Anche nelle università siassiste ad uno studio cattedratico, a Roma si parla di anatomia senza cadaveri e ostetricia senza donne, a Pavia di unacattedra di fisiologia speculativa. L' Europa si avvia dunque al definitivo passaggio della medicina da quelladescrittiva e osservativa a quella sperimentale . Si passa dall' ospedale al laboratorio , dall' uomo malato all'esperimento sull' animale, dal mezzo terapeutico su base galenica al principio attivo, isolato dalla chimica. SoloPavia sembra lentamente aprirsi ad un clima nuovo, Eusebio Oehl fonda un laboratorio di fisiologia, da PaviaTommasi rivolge a tutti l'editoriale della rivista il Morgagni al grido di fisiologia sperimentale[5]. Rare le personalitàdi spicco che si indirizzano verso questo nuovo orientamento. Primo vero esponente innovatore della scienzaitaliana, Maurizio Bufalini, clinico medico a Firenze, faceva finissima anatomia , osservando e palpando il malato.Nell' opera Saggio sulla dottrina della vita, enuncia la teoria del misto organico visto come aggregazione di partisolide ed umorali,lui stesso dirà:

« il fluido mantiene ed incita a moto il solido , il solido lavora e sospinge il fluido »

(Saggio sulla dottrina della vita)

Per lui infatti non vi era differenza tra la comune materia e la materia di cui si compone il soggetto se non per unaproporzione di misto che chiamiamo organizzazione, resterà sempre fedele al suo misto organico anche se la scienzamedica si è venuta perfezionando ed ingrandendo, la vecchia patologia del Bufalini è altra cosa rispetto a ciò cheoltralpe era divenuto una scienza pluridisciplinare che assomma conoscenza di citologia, istologia e microbiologia,tuttavia però getto le basi per una nuova comprensione di essa in Italia. Nei centri più importanti per la medicinaitaliana troviamo altri esempi di innovazione ed apertura, a Pisa Francesco Puccinotti che si considera il fondatore diuna scuola jatrofilosofica che si dimena tra un programma innovativo –conservatore e che propose che la fisiologiadiventasse cattedra esperimentale , cessando le congetture sulla vita, sulla morte, sulla generazione, a NapoliSalvatore Tommasi che dichiara ormai superato l'ippocratismo. Solo con la legge Casati del 1859, 13 novembre, cifu un'apertura verso la scienza europea; infatti grande novità fu l'avvento di professori che furono chiamati asostituire i vecchi inetti elementi. Sarà Francesco De Sanctis, ministro di Bettino Ricasoli a mandare a Torino JakobMoleschott, a Firenze Moritz Schiff, l'anatomo-patologo Otto Von Schron a Napoli, Giuseppe Albini già assistente aVienna e Cantani, laureatosi a Praga[6]

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...ad una professionale

Giovanni Lanza,medico condotto,futuro presidente del Consiglio

Nell' Italia post unitaria si passa da un sistema sanitarioed assistenziale gestito dalla beneficenza privata, dallacarità cristiana a quello dell' assistenza pubblica gestitadalla scienza medica e dai suoi rappresentanti. Lefigure dei medici sono sempre più in crescita, e lestrade professionali da percorrere sono ben poche,infatti posti di ospedale si offrono a coloro che nonvogliono andare in città alla ricerca di una clientela onon possono permettersi la lunga e difficoltosa carrierauniversitaria, oppure soprattutto i più giovani scelgonodi lavorare in condotta, divenendo dipendenti dalcomune, prestando assistenza sanitaria gratuita aipoveri e, dietro pagamento dei compensi stabiliti inapposite tariffe, agli altri cittadini soprattutto nellecampagne. Quella ospedaliera è una carriera disacrificio che comporta l' obbligo di residenza, conalloggio spesato da parte del medico-chirurgo, prima didiventare primario con stipendio raddoppiato. Invece lecondotte offrivano un'offerta di lavoro più concreta mala figura del medico perdeva gran parte del suoprestigio

« arte più misera, arte più rotta non c’è del medico che vain condotta[7] »

Versi di Arnaldo Fusinato, che disprezzavano un'istituzione tipicamente italiana , un sistema risalente all'avventonapoleonico in Italia esteso poi a tutto il paese, soprattutto dal lombardo veneto, dove viene integrato con istituzioniospedaliere e opere pie, e si presenta come un modello per l' unificazione sanitaria dell' Italia post unitaria, ma lafigura di questi medici dice Gramsci:

« è molto importante per prestigio e funzione sociale ,seconda solo alla figura ecclesiastica »

(Da Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura)

. I condotti infatti diventano veri e propri punti di riferimento per la popolazione campestre e si accostano al malatovedendolo come un libro da leggere, Jean-Nicolas Corvisart des Marets dirà a René Laennec:

«  I malati sono il vostro libro studiateli, ma li troverete più difficili di quelli stampati »

(Da Storia della medicina)

Tutto il contrario di ciò che avviene nei centri del sapere medico dove il malato è visto come una macchina con pezziavariati da sostituire. Il medico condotto diventa l' interlocutore privilegiato per il paziente, e il suo mestiere èconnotato da una missione laica, di moralizzazione ed organizzazione della salute.[8]. Il medico proletario diviene unmediatore tra strati popolari e poteri pubblici, come nel caso di Giovanni Lanza, che da medico dei poveri arrivò aricoprire la carica di parlamentare e ministro.[9]

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Dalla campagna alla città:malattie del progressoIn una Geografia politica dell'Italia si apprende che i medici delle campagne soprattutto in Maremma ebbero a chefare con casi di malaria maremmana prodotta dai terreni sommersi da acque stagnanti e salmastre, anche nellacampagna romana si ebbero casi frequenti di malati anemici con ostruzione di fegato e milza verosimilmentemalarici. Si ritiene ancora che una specialità nell'atmosfera predispone al morbo e che lo sbilancio della temperatural'occasiona.[10] Non ancora nell'Italia risorgimentale infatti si attuano opere di bonifica dei terreni infestatidall'agente patogeno responsabile della malaria e devono essere i contadini maremmani piuttosto che laziali arisanare da sé le proprie terre, ignorando il dissesto idrogeologico dell'ambiente. Altra fonte epidemica èrappresentata dalle acque putride delle risaie ed infatti i medici proposero di sopprimere le risaie portatrici di uncomplesso febbrile denominato febbri delle risaie che comprendeva febbri reumatiche o febbri tifoidee edissenteriche. Molti gli scritti di famosi medici a tal proposito, Memoria sopra la coltivazione del riso nella pianuradi Porta,1839, opera di Carlo Matteucci, Sulle questioni sanitarie ed economiche agitate in Italia intorno alle risaie ,1845, opera di Luigi Carlo Farini, in cui si cercava di spiegarne la pericolosità, ma nonostante gli accesi dibattiti laquestione fu risolta nel giugno 1866 quando fu approvata una legge che lascia arbitri della questione risicola gli entilocali, infatti se pur dannose le risaie rappresentavano gran parte dell'occupazione italiana. Altra malattia diffusasinel ventennio dell'Unità fu la tubercolosi, dovuta non solo alle condizioni ambientali, ma anche allo squilibrio traalimentazione e fatica, soprattutto in seguito alla nuova fase di industrializzazione che cambia le abitudini del nuovoceto proletario. Anche la scolarizzazione favorisce l 'espandersi della malattia. Saranno infatti soprattutto donne ebambini a farne le spese, lavorando nei cotonifici e nelle cartiere, dove a causa dall'inalazione delle polveri dovutealla lavorazione del cotone e della carta. La malattia si ritenne ereditaria fino alla scoperta di Robert Koch che neravvisa come causa un batterio a forma di bastoncello ricurvo. Dirà Julius Friedrich Cohnheim:

« Sarà tubercoloso ognuno nel cui corpo il bacillo tubercolare stabilirà la sua sede.[11] »

Come nel caso delle febbri risicole, il dibattito su come trattare tale malattia si accese tra gli esponenti più illustri incampo medico, Edoardo Maragliano, si impegna a trovare delle barriere difensive, antitossiche ed antibatteriche,Biagio Gastaldi propone la climatoterapia alpestre, viene addirittura fondata da Achille De Giovanni la Leganazionale contro la tubercolosi nel 1898.[12]

Note[1][1] Lawrence I. Conrad, The Western medical tradition: 800 B.C.-1800 A.D.[2] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 311[3] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 312[4] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 319[5] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 327[6] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 329[7] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 341[8] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 345[9] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 346[10] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p.[11] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 359[12] G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, p. 364

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Bibliografia• (IT) G. Cosmacini,Storia della medicina e della sanità in Italia Ed.Laterza (1994) 311-364 p

Voci correlate•• Storia della medicina

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Fonti e autori delle voci 7

Fonti e autori delle vociStoria della medicina in Italia  Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=65280060  Autori: Dr Zimbu, E-Soter, Er Cicero, Eumolpo, Franx2552, Lalupa, Marta grimaldi, MassimilianoPanu, No2, Ossistyl, Sky without clouds, 12 Modifiche anonime

Fonti, licenze e autori delle immaginiImmagine:Exquisite-kfind.png  Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Exquisite-kfind.png  Licenza: GNU General Public License  Autori: GuppettoFile:Monumento a Maurizio Bufalini (Cesena).jpg  Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Monumento_a_Maurizio_Bufalini_(Cesena).jpg  Licenza: Creative CommonsAttribution 3.0  Autori: Uomodis08File:Casale Monferrato Giovanni lanza monumento.JPG  Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Casale_Monferrato_Giovanni_lanza_monumento.JPG  Licenza: CreativeCommons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported  Autori: Stefano BologniniFile:Asclepius_staff.svg  Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Asclepius_staff.svg  Licenza: Public Domain  Autori: Lusanaherandraton

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