sportdipiù - 4/2010

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ANNO 2 - N. 4 - Febbraio 2010 - Periodico sportivo. Copia gratuita. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1625 / 2008 podismo verona maratHon 2010 speciale GoLF rUCBY tennis sport e sCUoLa www.sportdipiu.com ed inoltre...

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Lo sport veronese a 360°

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sommariol’editorialeCon Sportdipiù, si parte con il piede giusto

VolontariatoUno sport per l’anima

Speciale podismo

VeronaMarathon 2010Programma manifestazione

Consigli per i podistiLa scelta della scarpa

Analisi posturale

Ricordo di un amicoIl maestro senza tempo

Manifestazione In allegria sui colli Veronesi

Vademecum del podista

CalendarioLe podistiche di febbraio-marzo 2010

PanathlonSport e solidarietà

King Rock Arrampicare per crescere

Sport antichi Lo s-cianco

VelaSport in espansione

VolleyVerona capitale

Sport e disabilitàDiversa abilità agonistica

Tennis60 anni del Tennis Scaligero

Medicina sportivaLe distorsioni tibio-tarsiche

GolfUno sport per tutti

CiclismoISD Cycling Team

RugbyI giganti del fair-play

BaseballGiovani promesse

Centri sportiviPolifunzionale Don Calabria

Psicomotricità L’università del gioco

Onlus Bimbi in rete

SciA scuola di sci

SnowDetour Board Association

Scuola e sportIstituto Seghetti

PolisportiveFondazione Bentegodi

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cultura sport spettacolo

l’editoriale a cura di Luigi Ballini

Con sportdipiù,lo sport partecon il piede giustoUn numero speciale dedicato al podismo, e non solo...

Smessi in panni invernali, anche la rivi-sta si adegua alla nuova stagione e si

prepara a vestire la divisa primaverile.Il periodico, in questo primo numero del 2010, aprirà i suoi servizi al podismo e a tutte le sue svariate forme ed espressio-ni che ne fanno un immenso movimento sportivo. Corse, marce, maratone, cammi-nate e passeggiate, per strade o per sentie-ri, di qua e di là dei confini territoriali, su pista e su strada. ecco migliaia di appas-sionati che ogni Domenica si presentano ai nastri di partenza, anche per il solo fatto di godere la natura circostante e di gioire nello stare insieme.Lo speciale podismo intende dare spa-zio non solo ad una cronaca prettamente sportiva, ma evidenziando anche quegli aspetti funzionali, il più delle volte discre-ti ed occulti ma preziosissimi per l’insieme organizzativo.Tanti ed articolati servizi forniti nelle ma-nifestazioni che si esplicitano tramite Pro-tezione Civile, Forze dell’Ordine, Volontari ed Amici compiacenti. Una fitta e virtuosa rete di collaboratori per rendere efficiente e piacevole la giornata dei partecipanti.Messaggi promozionali, calendari, appun-tamenti e personaggi completeranno lo

“speciale podismo” per confermare il no-stro impegno giornalistico e continuare il dialogo con i nostri lettori.Ovviamente in questa edizione, coerente con la sua impostazione, riserverà la coper-tina e molto spazio al protagonista dell’ oc-casione, ma anche gli altri sport stagionali , testimonial eccellenti e i grandi avvenimen-ti presenti sul palcoscenico scaligero trove-ranno un’ ampia panoramica editoriale. Orientarsi su sportdipiù e scoprire una logica dimensione comunicativa. Il mondo sportivo veronese troverà in noi la massima disponibilità ed attenzione per dare voce e sviluppo a molte realtà “nasco-ste” nel perseguire anche un prodotto di qualità e di facile lettura. Di volta in volta verranno trattati tutti gli argomenti riguardanti il mondo della scuo-la, della salute, di cultura sportiva, proget-tualità e sviluppo dello sport veronese. Continuate a leggerci ed a comunicare at-traverso le pagine di sportdipiù. Lo Sport è salute. Lo Sport è vita!

Anno 2 - Numero 4 - febbraio 2010Testata giornalistica registrata al Tribunale di Veronan. 1625 / 2008Sede:via Zenatello 4/a - [email protected]. 0039 045 917629Fax 0039 045 8303220

Direttore responsabileAlessandra Rutili

Direttore editorialeLuigi Ballini

RedazioneLuigi Ballini, Alberto Cristani, Alessandra Rutili

Grafica e impaginazionea cura di Scripta s.c.

StampaGrafiche Stella, Legnago (VR)

Per inviare notizie sportive invia una e-mail a:[email protected] consulta il sito www.sportdipiu.com

Inserzioni pubblicitarieTel. 0039 045 917629 - Fax 0039 045 8303220oppure Lorenzo Convertino: tel. 347 0181050

Hanno collaborato a questo numeroBruno Mostaffi, Emanuela Biondani , Gabriele Bronzato, Ugo Zambon, Marco Ballini, Eleonora Da Ronco, Massimo Rosa, Nicola Tondini, Marco Trettene, Salvatore Mercurio, Emanuela Caliari, Dottor Alberto Costa, Luca Molon, Stefania Stella, Giuseppe La Rosa, Andrea Spezie

FotoMatteo Piancastelli, Luca Carton , Clemente Liborio

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editoriacomunicazione

via Albere 19 - 37138 Veronatel. 045 8102065 - fax 0458102065

[email protected]

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Lo sport fa...buon sangue!

AVIS e losport veronese:connubio vincente!

Calcio Femminile Bardolino Verona, Verona Volley Femminile e Basket Scaligero promuovono la donazione di sangue AVIS

AVIS Provinciale di VeronaStrada dell’Alpo, 105 - 37136 VeronaTel. 045.8203938 - Fax [email protected] - [email protected] orari di segreteria: dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 12,00

AVIS Comunale di VeronaVia Ponte Aleardi, 1 - 37121 VeronaTel. e fax [email protected]

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Sono reduce da un viaggio nel meravi-glioso Yemen, un paese straordinario

molto diverso dall’idea che i media ci vo-gliono dare. Eccomi dunque tornato tra voi, a condividere storie, emozioni, pro-poste e idee che si stanno vivendo e realiz-zando in giro per Verona e Provincia, nelle scuole e nella società, piena di contraddi-zioni ma anche di tanti valori. Tra questi c’è il dono del tempo.Il nostro tempo, sia esso un minuto o un’ora della nostra vita, è prezioso e non è possibile valutarlo in termini economici. Insomma, il tempo non è denaro, ma vita; allora ogni volta che ne usiamo un po’ si dovrebbe pretendere un compenso incal-colabile, oppure scegliere di fornirlo gratu-itamente, quindi di donarlo. Proprio quando ci capita di donarlo, quan-do ci appassioniamo a una causa, quando abbiamo dei sogni per cui lavorare, quando semplicemente ci impegniamo perché sen-

tirsi utili è psicologicamente sano e ci sod-disfa, allora avviene un fatto curioso: siamo finalmente convinti di aver impiegato bene questo nostro costosissimo tempo. Forse ciò accade perché in qualche modo ci sentiamo membri di una comunità e percepiamo di svolgere un ruolo fon-damentale e insostituibile per l’esistenza stessa del gruppo e delle sue attività, forse perché per una volta non siamo ossessionati da orari di lavoro, guadagni, costi, concor-renza ed esuberi. Se proviamo a cambiare punto di vista, possiamo chiederci non tanto perché dob-biamo fare volontariato, quanto piutto-sto perché non abbiamo tempo per farlo. Potremmo così trovare validi motivi per ripensare il nostro stile di vita, impe-gnarci sui temi importanti per la collettività e valorizzare le relazioni che abbiamo con gli altri. Il volontariato si basa ne-cessariamente sulla collaborazione, e una

conseguenza estremamente felice della collaborazione priva di competizione e di interessi divergenti è quella di conoscere nuova gente e stringere amicizie sin-cere. Un’esperienza di volontariato richie-de molta energia, ma rende molto di più, anche in termini di nuove abilità apprese (sociali, lavorative, ludiche…), per cui il no-stro consiglio è: dedicate quest’anno, anche per poche ore alla settimana, il vostro impegno a una causa che vi sta a cuore. Ci sono centinaia di associa-zioni e singole persone che saranno entu-siaste di ricevere il vostro aiuto e centinaia di modalità per poterlo fare; potete “liberarvi” tempo dopocena o nel weekend, potete lavo-rare da casa o in una struttura, potete pensa-re a un’esperienza all’estero o all’adesione a campagne informative via internet… ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età.Non perdete tempo!

Don Flavio Bertoldi

Volontariato:uno sport per l’anima

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SPECIALEPODISMO

• Programma VeronaMarathon 2010• Vademecum del podista• La scelta della scarpa

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a cura di: Alessandra Rutili, Alberto Cristani, Giuseppe La Rosa

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La 9a sinfonia della VeronaMarathonGAAC 2007 ASD in collaborazione con il Comune di Ve-

rona Assessorato allo Sport, organizzano la 9a edizione della VeronaMarathon 2010 gara internazionale di km 42,195 e HalfMarathon “Trofeo Sergio Pennacchioni” di km 21,097.Per vivere l’emozione di correre lungo un percorso che attraver-sa gli angoli più affascinanti e suggestivi di una bellissima città, ricca di arte, storia e cultura, che l’UNESCO ha inserito fra le città d’arte “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. Un’occasione unica dove sport e turismo si fondano insieme, esaltandone i va-lori e il fascino.Stefano Stanzial e gli altri dello staff della Verona Marathon si sono prefissi come obiettivo superare i cinquemila partecipanti e per questo hanno lavorato sia sul piano marketing presen-ziando a tutte le più importanti maratone degli ultimi mesi sia sul piano del logistica in particolare per riuscire ad avere un percorso che permetesse agli atleti di godere del suggestivo passaggio attraverso l’Arena, momumento simbolo della Ve-rona Romana.Sono previsti circa 5.000 iscritti e si punta a superare il record delle passate edizioni.

Previste tantissime presenze anche per la “Family run”, una corsa non competitiva su due percorsi di 5 e 10 chilometri in-teramente in centro città con una puntata, nel tracciato più lungo, sulle Torricelle che sarà l’unica marcia non competitiva della Provincia di Verona prevista per domenica 21 febbraio.

Alcune indicazioni sulla 9a Verona Marathon 2010Orario di partenzaOre 9.00 Baby Veronamarathon km 5 - 12Ore 9.50 Roller HalfmarathonOre 9.55 Halfmarathon diversamente abiliOre 10.00 Veronamarathon e Halfmarathon È previsto un cancello orario di chiusura per il percorso della Marathon al km 18,000. Dopo 2 h 30’ dal via (ore 12,30) tutti gli atleti verranno obbligatoriamente deviati sul percorso Half Marathon. L’atleta iscritto alla Veronamarathon che per qual-siasi motivo decidesse, al bivio, di deviare sul percorso Hal-fmarathon verrà inserito nella classifica Halfmarathon; mentre l’iscritto all’Halfmarathon che deviasse sul percorso Marathon verrà squalificato. Requisiti per partecipareAvere compiuto il 18° anno di età alla data 21 febbraio 2010. Tesserati alla FIDAL o, nel caso di atleti disabili, al CIP che ga-

reggeranno solo nella Mezza Maratona nelle categorie cicloni “handbikers” e carrozine. È consigliata l’assistenza di propri accompagnatori in bicicletta (previa consegna di apposita pet-torina da richiedere in anticipo all’Organizzazione).Tesserati per un Ente di Promozione Sportiva convenzionato con la FIDAL.Tesserati a Federazione nazionale affiliata alla IAAF ed in pos-sesso di autorizzazione, a gareggiare all’estero, della Federa-zione stessa.Non tesserati in possesso di certificazione medica di idoneità agonistica per la pratica dell’atletica leggera valida alla data del 21 febbraio 2010.Stranieri non residenti in Italia non tesserati a Federazioni Na-zionali alla IAAF nel rispetto delle normative di tutela della salute vigenti nel loro Paese di residenza e firmando la specifica autocertificazione predisposta da GAAG 2007 asd. Gli atleti stranieri residenti in Italia sono tenuti ad assoggettarsi alla nor-mativa prevista in Italia. Gli atleti di cui al punto 3, limitata-mente a coloro che alla data del 21 febbraio 2010 non abbiano compiuto 35 anni, ed ai punti 5 e 6 devono anche sottoscrivere il cartellino di partecipazione FIDAL alle gare su strada. All’atto dell’iscrizione il partecipante deve allegare:a) tassativamente una copia della tessera di appartenenza alla FIDAL o a uno degli Enti di Promozione Sportiva convenzio-nati, in corso di validità alla data del 21 febbraio 2010. In ogni caso, l’atleta deve esibire all’atto del ritiro del pettorale gara, copia dell’avvenuto rinnovo o nuovo tesseramento, in alterna-tiva la dichiarazione su carta intestata della Società firmata dal pressidente.b) il partecipante non tesserato deve allegare una copia del certificato medico di idoneità agonistica e dovrà sottoscrive-re il “Cartellino di Autorizzazione alla partecipazione di gare su strada” per l’assicurazione obbligatoria. Tale cartellino al costo di € 5,00, da versare unitamente alla quota d’iscrizione, sarà consegnato al ritiro del pettorale come da regolamento FIDAL. Gli atleti, di cui al punto 3 - 5 - 6 dovranno versare, con la quota di iscrizione, l’ulteriore somma di € 5,00 per il cartellino di partecipazione FIDAL alle gare su strada.

N.B. Sono esclusi dal pagamento della tassa giornaliera FIDAL solo gli enti convenzionati di seguito: ACSI, AICS, LIBERTAS, CSAIN, CSEN, CSI, ENDAS, MSP, UISP, ACLI. Tutti gli altri enti o federazioni e i liberi “DEVONO VERSARE LA TASSA GIORNALIERA FIDAL” (Esempio F.I.S.I., F.I.T.R.I, F.C.I.)

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MODALItà D’ISCRIZIONEon-line tramite carta di credito sul sito www.veronamarathon.it tramite activeeuropeBonifico Bancario Banca Popolare di Vicenza: BPV IT10 BO57 2811 70211057 0550878Bonifivo Bancario Banca Popolare di Verona: BPV IT 42 Y 05188 11701 000000166701 - SWIFT VRBPIT2V001Conto Corrente Postale n° 85519056Intestare i pagamenti a: GAAC 2007 ASD via Legnago 61 - 37134 Verona. Le iscrizioni si chiuderanno il 16 febbraio 2010.Compilare completamente la scheda di iscrizio-ne in modo chiaro e leggibile, disponibile anche sul sito della manifestazione www.veronamara-thon.it. Inviare copia comprovante l’avvenuto pagamento unitamente alla scheda iscrizione al numero di fax 045.501531 - 045.8956342 Non si accettano iscrizioni prive della quota di par-tecipazione, del numero della tessera FIDAL o del certificato medico per l’attività agonistica. SERVIZI COMPRESI NELLA QUOtA DI PARtECIPAZIONE- pettorale di gara- noleggio del Chip di cronometraggio con pe-

nale di € 20,00 per mancanza riconsegna- assicurazione e assistenza medica- ristori e spugnaggi lungo il percorso come da

regolamento FIDAL- pacco gara- programma ufficiale e materiali informativi- medaglia di partecipazione a tutti gli atleti

regolarmente giunti al traguardo- spedizione risultati tramite sms ed e-mail- diploma di partecipazione scaricabile dal sito

www.tds-live.com- servizio di deposito indumenti personali- servizio spogliatoio e servizio docce- servizio massaggi a fine gara- servizio di trasporto atleti ritirati lungo il per-

corso all’arrivo

CONFERMA DELLE ISCRIZIONISarà possibile verificare la propria iscrizione on-line sul sito www.veronamarathon.it a partire dal 10/1/2010. Le lettere di conferma dell’iscrizione, riportante il numero di pettorale assegnato, saran-no spedite tramite e-mail a partire dal 7/2/2010. Tale lettera dovrà essere scaricata e stampata a cura dell’atleta e consegnata presso l’apposita segreteria predisposta nella zona ritiro dei pettorali. Le lette-re di conferma non saranno spedite per posta, per questo motivo si consiglia di indicare il proprio indi-rizzo e-mail in maniera chiara e leggibile. Gli atleti che non riceveranno, per qualsiasi motivo, la lettera di conferma, potranno ritirarla presso l’apposita se-greteria predisposta nella zona ritiro pettorali. RItIRO PEttORALIvenerdì 19 febbraio dalle ore 15.30 alle ore 19.30sabato 20 febbraio dalle ore 10.00 alle ore 20.00 CRONOMEtRAGGIOLa misurazione dei tempi e l’elaborazione delle classifiche, a cura di Timing Data Service. Per ogni atleta verranno rilevati: il tempo ufficiale (dato dallo sparo al traguardo), il tempo netto (dal momento in cui si oltrepassa il tappetto di parten-za al traguardo). La classifica assoluta verrà stillata in base al transito sotto la dirittura d’arrivo, men-tre le classifiche di categoria in base al Real-Time Cronometraggio tempi al km 5, km 10, km 15, km 21,097, km 25 km 30, km 35, km 40. Il chip sarà consegnato in occasione del ritiro del pettora-le e dovrà essere riconsegnato agli addetti dopo il traguardo. Gli atleti che per qualsiasi motivo, non riconsegneranno il “chip” al termine della gara, dovranno spedirlo a: Gaac 2007 asd, via Legna-go 61 - 37134 Verona In caso contrario, saranno obbligati a versare € 20,00 a titolo di risarcimento. tEMPI LIMItEIl tempo limite per concludere la gara è fissato in 6 ore per la Marathon e in 3 ore per la Hal-fmarathon.

SERVIZIO SANItARIOUn adeguato servizio sanitario sarà approntato e gestito dall’organizzazione in collaborazione con gli enti e i servizi sanitari locali. Saranno disposti centri di primo intervento lungo il per-corso, oltre ad ambulanze e moto mediche al seguito della corsa. SERVIZI IGIENICI, DOCCE, SPOGLIAtOIOSono garantiti i servizi spogliatoio, docce e igeni-ci nella zona partenza/arrivo. In prossimità dei km 10 - 20- 30 sono garantiti i servizi igienici. RIStORIDal km 5, Km 10, Km 15, Km 20, Km 25, Km 30, Km 35, Km 40. Ai primi 3 ristori (km 5, km 10, km 15 saranno disposti su due lati) sono previ-sti acqua, integratori, zuccheri. Dal 4° ristoro (km 20) sono previsti acqua, integratori, zuccheri, frut-ta e cibi solidi. Il primo tavolo di ogni ristoro sono personalizzati e riservati ai top-atleti.Gli spugnaggi sono collocati al Km 7.5, Km 12.5, Km 17.5, Km 22.5, Km 27.5, Km 32.5, Km 37.5. AVVERtENZE FINALILa Società Organizzatrice si riserva di modi-ficare, in qualunque momento, ogni clausola del presente regolamento per motivi di forza maggiore. Eventuali modifiche a servizi, luoghi e orari saranno riportate sul sito internet www.veronamarathon.it

QUOtE D’ISCRIZIONEVernamarathon€ 25,00 fino al 30 novembre 2009€ 30,00 dal 1 dicembre al 31 gennaio 2010€ 40,00 dal 1 febbraio al 16 febbraio 2010Halfmarathon€ 15,00 fino al 30 novembre 2009€ 20,00 dal 1 dicembre al 31 gennaio 2010€ 25,00 dal 1 febbraio al 16 febbraio 2010€ 20,00 Roller€ 15,00 Diversamente abili

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CONFERMA DELLE ISCRIZIONISarà possibile verificare la propria iscrizione on-line sul sito www.verona-marathon.it a partire dal 10/1/2010. Le lettere di conferma dell’iscrizione, riportante il numero di pettorale asse-gnato, saranno spedite tramite e-mail a partire dal 7/2/2010. Tale lettera dovrà essere scaricata e stampata a cura dell’atleta e consegnata presso l’apposita segreteria predisposta nella zona ritiro dei pettorali. Le lettere di conferma non saranno spedite per posta, per questo motivo si consiglia di indicare il proprio indirizzo e-mail in maniera chiara e leggibile. Gli atle-ti che non riceveranno, per qualsiasi motivo, la lettera di conferma, po-tranno ritirarla presso l’apposita se-greteria predisposta nella zona ritiro pettorali.

EXPÒ VERONAMARATHON, un vero e proprio luogo di ritrovo per sportivi e atleti o semplici amanti dell’attività fisica che sarà aperto al pubblico nei giorni  di venerdì 19, sabato 20, domenica 21 febbraio 2010 avrà sede nella bellissima Piazza Bra e sarà un’occasione di incontro con il consumatore finale per:Expò VeronaMarathon è un importante punto di riferimento per maratoneti, pubblico e aziende, è il punto di distribuzione dei pettorali di gara, è il luogo di ritrovo per sportivi e semplici aman-ti dell’attività fisica. La figura del maratoneta come fruitore delle attività produttive e/o commerciali, è particolarmente interessan-te per la sua buona capacità economica (il 60% dei maratoneti appartiene alla fascia di reddito medio-alta) e per il numero di al-tre persone che gli eventi sportivi come il nostro riescono a muo-vere insieme a lui. Gli obiettivi di sviluppo sono: potenziamento della promozione turistica e commerciale tradizionale. Diffusione di proposte complementari distribuite sul territorio indirizzate anche  all’enogastronomia della Provincia, alle produzioni locali e alle bellezze naturali presenti nel veronese.Coinvolgimento del pubblico in un’esperienza positiva e gratifi-cante sul piano umano ed emotivo, attraverso l’organizzazione di una serie di eventi collaterali dal venerdì precedente la gara fino alla domenica. In questo contesto si situa  Baby Veronamarathon di km 5 e km 12, una manifestazione non competitiva che unisce ragazzi, famiglie e quanti vogliano visitare le bellezze della città di Verona di corsa o camminando all’insegna della salute e del divertimento.

Verona, Gennaio 2010

Amici podisti a nome del comitato FIASP VERONA vi do il benvenuto.Fiaspverona è un’associazione dedita alla regolamentazione delle manifestazioni podistiche non competitive, aderisce al comitato na-zionale FIASP.

I nostri obbiettivi sono: far conoscere nuovi luoghi che la nostra splen-dida Verona offre, si sa, camminando nella natura si può accedere ad incantevoli paesaggi; promuovere questa disciplina sportiva a tutte le fasce di età, far incontrare e conoscere podisti e gruppi podistici, pro-movendo di volta in volta le manifestazioni del territorio; camminare nel rispetto della natura e del prossimo.Alle nostre manifestazioni non competitive, non ci sono “cartellini gialli o rossi”; il tutto si svolge in un sereno confronto con il prossimo e soprattutto con la convinzione che alzarsi presto al mattino, sia l’elisir per iniziare la giornata nel modo migliore.Vi aspettiamo numerosi, per i nuovi podisti suggerisco, i percorsi brevi adatti a “provare la gamba” è l’ideale per intraprendere uno sport all’aria aperta ed anche molto economico.Buone camminate a tuttiCordiali saluti.

Il PresidenteMarcellino Isoli

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La scarpa:istruzioni per la scelta

Per affrontare al meglio la pratica podistica, prevenire infortuni ed evitare traumi la cal-

zatura è lo strumento fondamentale.La scelta va effettuata in base a semplici para-metri che sono nell’ordine:- Utilizzo che si intende fare con la calzatura (allena-menti/gare brevi - lunghe/corse in montagna ecc.)- Ritmo di corsa a cui si utilizzerà prevalentemente la calzatura (lento/medio/veloce ecc.)- Il proprio peso corporeo- La presenza di difetti di appoggio (in partico-lare i difetti di pronazione che neccessitano di scarpe correttive quali le stabili)

In base ai sopracitati parametri esistono quindi varie tipi di calzature, suddivise nelle seguenti categorie:

A1 - Superleggere: scarpe indicate per le competizioni per atleti leggeri ed evoluti senza problemi di biomeccanica. Grande leggerezza e reattività ma bassissimo potere ammortizzanteA2 - Intermedie: categoria molto utilizzata perchè unisce leggerezza (250/300 gr.) reattività e una discreta ammortizzazione.Sono le scarpe ideali da allenamento per gli atleti evoluti e per le competizioni per tutto il mondo amatorialeA3 - Max Ammortizzamento: la classica scarpa per allenamenti su qualsiasi terreno con

altissimo potere ammortizzante.Sono prodotte in vari modelli per soddisfare persone di qual-siasi peso corporeo.A4 - Stabili: categoria che mantiene le stesse caratteristiche di ammortizzamento delle A3 ma con l’innesto di particolari supporti mediali per correggere gli eccessi di pronazione. Adatte a tutte le persone con piede piatto o volta plantare deboleA5 - Trail Running: scarpe molto ammortiz-zate con suole molto scolpite per poter correre in libertà e sicurezza su superfici impervie.An-che la tomaia è rinforzata mentre per ragioni di stabilità posseggono quasi tutte leggeri supporti mediali di sostegno.A7 - Specialistiche: vi appartengono tutte quelle calzature adatte alle competizioni delle varie discipline dell’atletica leggeraÈ importante che ogni sportivo sia a conoscen-za che la cura e la prevenzione di infortuni a carico del piede è una tappa fondamentale nella crescita sportiva di ogni persona. Tutto ciò perchè è fondamentale che la nostra forza parta dai piedi!Da qui la strada è breve nel capire quanto i pie-di siano importanti nel praticare attività sporti-ve e, perciò, la cura, il potenziamento e la pre-venzione di infortuni di questo prezioso nostro sistema di locomozione sia di vitale importanza.La prima forma di prevenzione per chi vuole iniziare a correre è la scelta corretta della calza-tura sportiva adatta.

La scarpa è composta da:- Tomaia: la parte superiore della scarpa e viene realizzata in materiale sintetico che ha caratte-ristiche di traspirabilità, robustezza e leggerez-za. Il logo/marchio del costruttore spesso rive-ste anche carattere funzionale facendo parte del sistema di sostegno dell’allacciatura e linguetta e comprende frequentemente bande riflettenti anti-investimento.- Retropiede-Conchiglia: avvolge il tallone, con-trollandone il movimento in modo da sopporta-re intense sollecitazioni torsionali che raggiun-gono la massima intensità all’atto dell’appoggio sul terreno. Ciò comporta la necessità di utilizzare materiali resistenti, con interni confortevoli ed an-

ti-abrasione che garantiscano la massima resisten-za del complesso conchiglia, tomaia ed intersuola.- Intersuola: è la parte più direttamente inte-ressata all’ammortizzazione. Negli ultimi anni - grazie ai nuovi materiali - garantisce migliore assorbimento dell’impatto sul terreno con spes-sore nettamente inferiore. Ciò permette un la-voro più fisiologico del piede che risulta meno “ingessato” nella scarpa. Il materiale di base, da tutti comunemente utilizzato è l’EtilVinilAceta-to, realizzato per iniezione ed abbinato ed in-tegrato con altri sistemi ed elementi strutturali brevettati da ciascuna azienda.Anche la zona dell’arco plantare riveste una funzione critica, in quanto deve essere garanti-to, anche a seconda della categoria della scarpa, il supporto necessario senza perdere in stabilità e in flessibilità.- Battistrada: ha lo scopo fondamentale di ade-renza e trazione e contribuisce all’ammortizza-zione: si utilizzano quindi materiali diversi con caratteristiche di resistenza all’abrasione (gom-ma vulcanizzata, cristallina o al carbonio) per le parti abitualmente più sollecitate (bordo ester-no del tacco e zona meta-tarsale) e più morbida (gomma espansa) per le altre zone.

Detto ciò, è importante che la scelta della vostra calzatura non sia lasciata al caso o a scelte dettate da mode, ma che rispettino i parametri sopracitati.Un punto di riferimento importante per gli appas-sionati della corsa - esso sia professionista, esperto o semplice amatore - sono senza dubbio i punti vendita KM Sport, azienda leader nel settore.Presso i negozi di Verona, Vicenza e Trento è possibile trovare calzature specifiche per il po-dismo, oltre ad una vastissima esposizione di abigliamento tecnico.Ad accogliere e consigliare il cliente uno staff competente, appassionato e praticanti - e quin-di profondo conoscitore del prodotto e dei ma-teriali grazie ad una esperienza personale - che vi saprà consigliare al meglio.Km Sport...l’esperienza che fa la differenza!

Comunicato Publiredazionale

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Le moderne tecnologie di rilevazione e di ana-lisi del passo permettono di valutare la qualità

dell’appoggio dell’atleta con assoluta precisione e consentono, quindi, al tecnico ortopedico di ave-re tutte le informazioni necessarie per produrre un plantare che rispetti le caratteristiche del piede dell’atleta dando a quest’ultimo la possibilità di sfrut-tare al meglio le proprie potenzialità e prevenire pos-sibili danni dovuti ad una postura errata.Una pedana di baropodometria elettronica di ultima generazione corredata da un software per l’elaborazio-ne dei dati rilevati consente varie tipologie di analisi:

ANALISI STATICA: per esame baropodometrico in statica si intende una rilevazione delle pressioni effettuata su soggetti in stazione eretta, in appoggio bipodalico senza sostegno, con o senza calzature, con i talloni allineati ed i piedi divaricati. Questa analisi permette di valutare: il baricentro corporeo, i centri di pressione monopodalici, parametri numerici sud-divisi tra avampiede e retropiede e relativi ad ogni singolo piede quali: la superficie d’appoggio, i carichi di appoggio in percentuale del peso del paziente, la pressione massima (M) e la pressione media (rappor-to tra carico e superficie).

ANALISI POSTUROGRAFICA: è una rilevazio-ne simile alla statica ma con tempi di acquisizione (timing) variabili dall’operatore. Ciò significa che è possibile visualizzare, monitorare e interpretare le oscillazioni dei baricentri, corpo e piedi, e di conse-guenza la stabilità di una persona contemporanea-mente alla misurazione delle pressioni podaliche medie e massime sottoforma colorimetrica, grafica e numerica. Inoltre consente di visualizzare l’attività (la dinamica della statica) della pressione podalica nei suoi continui aggiustamenti nel mantenimento della stazione eretta e quindi la possibilità di interpretare

La tecnologia al servizio del

piede sportivole strategie podaliche posturali: adattive, causative, compensative, disarmoniche, asimmetriche, doppia componente.

ANALISI DINAMICA: è lo studio delle pressioni del piede in movimento (la deambulazione del sog-getto) valutando in sequenza le pressioni plantari, in appoggio monopodalico, che si esercitano al momen-to del passaggio del piede sui sensori della piattafor-ma. Tale fase valuta le caratteristiche dell’appoggio del piede durante il passo, dando l’immagine dell’in-tero svolgimento di esso (dall’appoggio del tallone fino allo stacco da terra dell’avampiede e delle dita) e fornendo valori delle superfici, delle pressioni e delle

velocità. Tali valori possono essere rappresentati sot-to forma di grafici o numeri relativamente a: pressio-ne massima o ipercarico (M), pressione media, super-fici d’appoggio, velocità (o tempo di permanenza), Mass Line (M) cioè la linea che collega il percorso del punto di ipercarico ed infine della Gait Line (G) cioè la linea del percorso del centro di pressione per ogni momento dello svolgimento dell’ appoggio del piede.

Professione Ortopedia e Orthosan sono aziende do-tate di tecnici esperti nelle rilevazioni baropodome-triche e soprattutto in grado di trasferire le informa-zioni raccolte nella produzione di plantari efficaci ed estremamente funzionali al gesto sportivo.

Comunicato Publiredazionale

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Ricordiamo con questo articolo Luigi Passilongo, cal-ciatore, corridore, maratoneta ma, soprattutto, Sportivo. Una persona speciale, un uomo vero, che tanto ha dato a chi lo ha conosciuto, soprattutto ai meno fortunati.

Ci chiamava i suoi “mostriciattoli”. Alle non competitive domenicali si metteva

un attimo dietro di noi e rideva contento di vederci tutti lì, me, Alberto, Stefano, Fran-cesco, Renzo e Paolo, quelli che lui aveva portato a correre, i suoi discepoli. Lui, Luigi Passilongo, il nostro Maestro. Gigi aveva iniziato a correre una decina di anni fa, perché “l’uomo è nato per cammi-nare e correre è lo sport più naturale che ci sia”. Il Maestro lo diceva sempre che quando si corre si sta con se stessi, anima e corpo.Lui, che quando correva non portava oro-logi, perché bisogna correre per divertirsi, dando il massimo sì, ma secondo la propria voglia del momento, senza assilli ed “ansie da prestazione” che non ti fanno gustare la bellezza del mettere un passo dopo l’altro fra gente che ha la tua stessa passione, in mezzo a luoghi e paesaggi che solo così puoi scoprire

o fra i pubblici stupendi delle maratone.Sì, perché il Maestro correva le maratone, l’ultima quella di Berlino nel settembre del 2009.Con la sua tenacia, il suo agonismo, la sua gioia di correre e di vivere e, perché no, i suoi quaranta battiti al minuto, non gli ci volle molto per scendere sotto le tre ore per quat-tro volte nel 2008: 2 ore e 54 minuti il suo personale.La maratona per Gigi era la corsa per ec-cellenza, quella con la “C” maiuscola, nella quale ci si mette alla prova spingendo il fisico e la testa anche oltre i propri limiti, una gran-de metafora della vita.La maratona ti dà tanto tempo per pensare, ma anche per soffrire e gioire. Per questo si lustrava le sue 22 medaglie, ricordo di gioie e fatiche, medaglie che dopo ogni corsa ama-va tenere sul petto, sotto la camicia, perché, “dopo tanta sofferenza per conquistarsele, è giusto godersele un giorno intero”.Ma le foto dei suoi 22 traguardi hanno tutte la stessa scena: al traguardo per il Maestro non c’era miglior modo per presentarsi, se eri

credente, che facendoti il segno della croce.La vita è stata la sua maratona più veloce, ma anche la più intensa, perché piena di amore per tutti, con tante tappe e ristori, ai quali, come in gara, non fermarsi mai troppo, per non perdere tempo, perché tanta gente ha bisogno del nostro aiuto e non si può farla aspettare.Così, Gigi, il Maestro, se l’è portato via un male a cui anche il suo fisico tanto forte ha dovuto arrendersi, il 29 dicembre 2009, a 45 anni, a tempo di record, senza guardare orologi, come lui, perché forse, per uno che non ha tempi, l’unica dimensione possibile è l’Eternità.

Matteo Piancastelli

Il Maestro senza tempo

"La maratona è la vita: ha punti bassi che devi superare e attimi d’estasi che ti sforzi di prolungare".

Paula Redcliffe

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Anche quest’anno ritorna, con il primo tiepido sole primaverile, la classi-cissima del podismo amatoriale veronese, la “In Allegria Sui Tre Colli”

organizzata dal Gruppo Marciatori Ca’ di Cozzi. Giunta alla sua 37esima edizione (prima edizione l’11 marzo 1973 n.d.r.) la marcia, o meglio la passeggiata non competitiva, si svolgerà come da tradizione nell’entroterra collinare di Verona e coinvolgerà migliaia di persone di ogni età.Il Gruppo Marciatori Ca’ di Cozzi nacque nel 1973 dalla passione di tre amici e di un gruppo di alpini di Quinzano, il tutto quasi per scherzo e con l’unico intento di organizzare passeggiate, marce ed escursioni. L’idea e il progetto fecero subito presa tra la gente e in trentasei anni di attività il Gruppo è cresciuto tantissimo. Ad oggi infatti si contano oltre cinquanta soci attivi nell’organizzazione e moltissimi simpatizzanti.La passeggiata “In Allegria Sui Tre Colli” sin dalla prima edizione riscos-se subito un grande successo, con una affluenza di partecipanti numerosa e variegata. Negli anni fu superata l’incredibile quota di tremila iscritti,

tutti con l’unico denominatore comune: passare qualche ora all’aria aper-ta, in compagnia, tra la natura e i magnifici panorami della nostra bella Verona.Il tragitto della marcia, ideato dai soci fondatori, è rimasto invariato ne-gli anni e offre ai partecipanti tre diversi percorsi di cinque, dieci e ven-tuno chilometri. La partenza e l’arrivo, uguale per tutti i percorsi, sono localizzate presso la sede del Gruppo Marciatori, in via Baganzani (Villa Monga).Il percorso si articolerà lungo Via Ca’ di Cozzi, Villa Monte Ongarine, Tre Tempi, Monte Faldè, Bitto, Monte Rico, Conca, Baita Coro Stella Alpina, San Rocco (vedi cartine nel box).Alla fine della passeggiata per gli iscritti ci saranno riconoscimenti (pro-dotti alimentari, dolci, bevande e t-shirt) e premiazioni per i gruppi. E al termine delle premiazioni tutti al Palatenda a gustare un bel piatto di gnocchi Avesani!Ultimo ma non ultimo, lo scopo benefico della giornata; infatti il ricavato delle iscrizioni verrà interamente devoluto in beneficenza. L’associazione infatti si è sempre contraddistinta per il suo carattere di volontariato e negli anni ha raccolto fondi per la realizzazione di strutture sanitarie in Costa d’Avorio, in Angola, in Sudan e in Nigeria, oltre ad aver aiutato istituti e ospedali cittadini.

Bruno Mostaffi

Info “In Allegria Sui Tre Colli” 20101. Il percorso di Km. 5 - 10 - 21, si svolgerà completamente sui colli circostanti la città e toccherà le seguenti località: Villa Monga, Cà di Coz-zi, Villa, Monte Ongarine, Tre Tempi, Monte Faldè, Bitto, Monte Rico, Conca, Baita Coro Stella Alpina, San Rocco2. Le iscrizioni, sia dei partecipanti sia per i gruppi, si ricevono in via Baganzani, 13 – fax 045.8303220 o per e.mail : [email protected] . In-formazioni 045.9176293. Contributo senza riconoscimento euro 2 – Contributo con riconosci-mento euro 5 (bottiglia vino, lit Isostad, 2 confezioni pasta Avesani) 4. I cartellini si ritirano all’atto dell’ iscrizione; le iscrizioni si ricevono fino al raggiungimento di 2000 partecipanti. Chiusura iscrizione Grup-pi: sabato 7 marzo entro le ore 20 – Singoli: fino ad un’ora prima della partenza.5. Possono partecipare le persone di ambo i sessi nati non oltre il 1997 – Minori accompagnati. 6. La partenza è fissata alle ore 8.30-9.00 in località “ Villa Monga di Cà di Cozzi”. Chiusura manifestazione ore 13.00.7. Saranno organizzati: 3 ristori sul percorso di Km. 21 e 1 ristoro sul percorso di Km. 10 e Km. 5, più 1 all’arrivo.8. Previsti premi dei gruppi con un minimo di 15 atleti. Altri premi even-tuali fino ad esaurimento scorte9. Per quanto non contemplato nel regolamento della presente manifesta-zione rimangono valide le norme FIAS-I.V.V.10. La marcia verrà effettuata con qualsiasi tempo. Ulteriori info: www.lascaligera.it - [email protected] - Tel. 045.917629

37 volte in allegriasui colli veronesi

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La corsa è l’impegno fisico che meglio si presta per riacquistare in poco tempo una discreta

efficienza fisica. Si tratta di una disciplina che per-mette al neo corridore di poterla praticare ovun-que, senza l’obbligo della prenotazione di campi e piscine e dell’acquisto di un mezzo meccanico. In effetti basta un’attrezzatura minima per usci-re di corsa dalla porta di casa, quello che conta è sottoporsi ad un’accurata visita medica, con-sultando un medico sportivo e fare dei test sotto sforzo prima di cimentarsi nell’attività fisica.Esistono comunque alcune regole fondamentali che il neofita che si avvicina a questa discipli-na non dovrebbe mai disattendere. Non bisogna mai dimenticare che la corsa è uno sport classi-ficato tra quelli cosiddetti a rischio traumi. I mi-crotraumi che l’impatto con il terreno determina sull’intero apparato muscolo scheletrico a volte possono determinare infortuni piuttosto seri.Ecco alcune semplici regole per far della corsa diventi un piacevole momento di svago:- Non partire senza un obiettivo o un pro-gramma ben studiato, attenendosi ad uno sche-

ma di preparazione quanto più possibile perso-nalizzato che tenga conto dell’età del soggetto, del suo grado di preparazione atletica e della sua predisposizione alla fatica ed all’attività ae-robica in genere.- Avere prudenza e gradualità nello svolgere l’allenamento, saltando qualche seduta e rivedendo il programma di preparazione in caso di stanchezza- Avere un paio di scarpe da corsa ade-guate, facendosi consigliare da un negozio spe-cializzato (vedi articolo pagina 12)- Per i neofiti avvicinarsi alla corsa con un compagno con cui condividere la fatica. La compagnia aiuta a distrarsi, a sentire di meno la fatica e scambiare le sensazioni - Quando sopravviene il fiatone significa che il ritmo è troppo elevato e quindi bisognerà rallentare l’andatura se non si vorrà terminare in anticipo la seduta.- Correre quando ci si sente in piena ef-ficienza; non ad esempio consigliabile alzarsi presto la mattina per andare a correre quando non si è abituati alle levatacce.

- Se si ha la possibilità di scegliere tra di-versi percorsi, privilegiando i percorsi con leggeri saliscendi che permettono un maggiore impegno muscolare. Evitare comunque i percorsi troppo impegnativi che richiedono un impegno musco-lare troppo elevato che innalzerebbe di molto il rischio di infortuni. - Ogni seduta di allenamento dovrà esse-re accompagnata da un accurato lavoro di stretching. Lo stretching contribuisce a rendere più elastica e reattiva la muscolatura riducendo cosi rischi di infortuni muscolari.

La corsa fatta senza grosso impegno fisico, me-glio in ambiente naturale ed assieme ad amici simpatici, può contribuire sicuramente ad sca-ricare le tensioni eccessive. Quando subentra l’agonismo lo stato di stress viene inevitabil-mente incrementato e quindi si dovranno rive-dere metodologie e programmi di allenamento.

Giuseppe La Rosa

Vademecumdel podista

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Calendario manifestazione podistiche febbraio-marzo 2010

Giorno Manifestazione Dove Quando Percorso Informazioni

Domenica 14 febbraio 2010

13° Marcia de “Conca par la Sanoa”

Concamarise (VR) ore 8.30 6-13-19 kmBresciani Claudio

045 69540006

Domenica 21 febbraio 2010

29° Caminada ai Casoni”Casoni - San Pietro di

Legnagoore 8.00 6-12-18 km pianeggianti

Giorgio Pavan 0442 27253

Domenica 28 febbraio 2010

19° Marcia dei Tre Mulini

Minerbe (VR) ore 8.30 5-10-18 km pianeggiantiGiorgio Bissoli 0442 640667

Domenica 7 marzo 2010

37° In allegria sui Tre Colli

Cà di Cozzi (VR) ore 8.30 5-10-18 misto collinareGruppo Marciatori

328 2128153

Domenica 14 marzo 2010

6° Quattro passi tra i vigneti e gli olivi della Val

d’IllasiIllasi (VR) ore 8.30 6-13,5-21 misto collinare

Lorenzo Fiocco 340 8676138

Domenica 21 marzo 2010

22° Quattro salti con le rane

Vangadizza di Legnago (VR)

ore 8.30 7-12-18 km misto Pierluigi Novello 0442 89913

37° Sgambada de San Giuseppe

Borgo Santa Croce (VR)

ore 10.004 km piani - 11-18 km

collinaregiovedì sera dalle 21 alle 22

tel 045 9251595

Domenica 28 marzo 2010

7° Caminada dei tre cam-panili in festa

Bonavicina di San Pie-tro di Morubio (VR)

ore 8.30 6-12-20 km

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Panathlon Club VeronaSport e solidarietà per il 2010Anno nuovo e progetti nuovi per il Pa-

nathlon Club Verona che si prepara ad affrontare il 2010 iniziative volti a sensi-bilizzare gli sportivi ai principi del fair play e dell’etica.Alla guida del Club, il Presidente Rober-to Gerosa, desidera continuare il lavoro di promozione e valorizzazione dello sport. Il 2010 vedrà i panathleti impegnati nei tan-ti challenge: dal tennis, alla pallavolo, dal calcio al basket. Non mancherà lo sci ed il rugby con un occhio di riguardo al patti-naggio su ghiaccio e al beach volley. Anche gli appassionati di motori avranno modo di scoprire più da vicino le auto sto-riche e le moto. Il Panathlon Club si propo-ne di rendere le proprie conviviali ancora più interessanti, proponendo incontri con i campioni dello sport veronese. Le cene a tema saranno l’occasione per avere informazioni dai protagonisti sui sacrifici fatti per ottenere la vittoria, ma anche sulle esperienze avute e sulle emo-zioni provate. Il Club con il motto “Ludis

Jungit” non perderà di vista l’obbiettivo di coinvolgere i giovani nelle attività sportive, educando i ragazzi ai principi del fair play. Aiutare gli atleti ad accettare la sconfitta e a considerare gli avversari come termine di paragone per migliorarsi. Nella prima assemblea ordinari i soci han-no espresso la volontà di proseguire nella raccolta di fondi da devolvere i beneficen-za. Il 2010 sarà dedicato al progetto Pro-Abruzzo, per sostenere la ricostruzione di strutture sportive nelle zone colpite dal terremoto. Il Panathlon club Verona sarà al fianco di Brain Power, per aiutare que-sta associazione che si prende cura di ria-bilitare i disabili attraverso lo sport. Con il torneo di calcio poi si sosterrà l’Abeo, pro-seguendo nel sodalizio che da anni lega il club all’associazione per i bambini emopa-tici oncologici. Sport, educazione e solida-rietà saranno le parole de’ordine per dare il proprio contributo alla città di Verona. I tanti sportivi, soci del Panathlon vogliono mettere a disposizione degli altri le proprie

conoscenze ed esperienze per promuovere lo sport inteso come momento di crescita e riscoperta dei valori.

Alessandra Rutili

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KING ROCKarrampicare per crescere

Cos’è per me il mondo dell’arrampi-cata? È un mondo fantastico, una

passione fatta di difficoltà, delusioni e ogni tanto condita da qualche soddisfazione.Non sono un arrampicatore professionista e non sono un arrampicatore fortissimo, sono un semplice studente, che dopo aver praticato tanti sport, a livello più o meno agonistico, dal baseball al basket, dal nuoto alla pallavolo, un giorno d’estate di 3 anni fa, quasi per caso ho scoperto l’arrampicata.È stata una bellissima esperienza, e da allora ho deciso di andarne più in fondo, cercando di scoprire tutto quello che poteva nascon-dere uno sport apparentemente semplice.Ho cominciato a informarmi sui manuali e sul web, dei termini tecnici e di cosa fosse essenziale per cominciare, e ho capito che la sicurezza e l’umiltà sono le prime cose che bisogna imparare; come nella vita quo-

"L'arrampicata è uno sport, che in questi anni stanno scopren-do sempre più persone di tutte le età. È una disciplina completa che mette in gioco mente e corpo.Riportiamo di segui-to, un bell'articolo di Gabriele, un ragazzo che si è appassionato a questa attività".

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tidiana è importantissimo sapersi muovere in sicurezza, senza creare danni a noi e a chi ci sta intorno, sapendo riconoscere in base alle proprie capacità quali sono le cir-costanze da evitare.Una volta apprese queste nozioni, con te-oria e pratica, ho cominciato a muovermi in quest’ambiente con i miei amici di sem-pre, e abbiamo conosciuto tanta bellissima gente, abbiamo “esplorato” nuovi posti e ammirato paesaggi da sogno.È un bellissimo sport, se vissuto in com-pagnia è molto divertente, ci si scambiano consigli, perplessità, dubbi; è fantastico come con questo sport devi imparare a fi-darti del tuo compagno di cordata, condi-videndo con lui tutto quello che provi. È un modo per conoscere meglio se stessi e chi ti

sta vicino, è nei momenti di sconforto per una via troppo difficile o per grandi soddi-sfazioni, che facendo paragoni con la vita di tutti i giorni, anche una persona molto timida e chiusa riesce ad aprirsi all’amico.Tra tutti gli sport che ho provato ritengo che questa esperienza sia la più completa dal punto di vista fisico e psicologico, è un continuo confronto con se stessi; da quando stacchi i piedi da terra, a quando li riappog-gi è tutto un gioco di equilibri in un mondo verticale, dove quello che ti aspetta è una difficoltà da superare, tenendoti sempre in tensione; non c’è mai un momento di riposo effettivo, in ogni istante ogni muscolo deve essere pronto per superare l’ostacolo succes-sivo. Non bisogna mai abbassare la guardia, bisogna essere continuamente lucidi nel giudicare se il gesto che stai per compiere è il più pratico, il più veloce, il meno faticoso per poter concludere tutta la sequenza di passi che ti porterà fino in cima.Fondamentale per questa attività, è l’alle-namento sia fisico che mentale per riuscire a capire i propri limiti e magari cercare di superali. Un’ottimo punto di riferimento per tenersi in forma, è il modernissimo centro d’arrampicata KingRock, e tutti i servizi che vengono offerti per chi non ha mai provato o per chi esperto vuole fare di più, migliorarsi o semplicemente tenersi allenato nei freddi e umidi mesi invernali; dalle vie lunghe, facili o

difficili, ai boulder, facili o difficili, c’è di tutto per poter praticare secondo le proprie capa-cità questa splendida attività al meglio e con gran divertimento.

Gabriele Bronzato

CORSI diARRAMPICAtA

Corsi per tutte le età e per tutti i livel-li tenuti dalla Scuola di arrampicata di XMountain - Guide Alpine Verona Esperienze per gli alunni di tutte le scuole dalle elementari alle superiori: da semplici prove a corsi strutturati.

Possibilità di approfondire tutti gli aspetti della sicurezza per poter pra-ticare questo affascinante sport sen-za rischi.

Per informazioni sul centro di arrampicata King Rock: tel. 340 [email protected]

Per informazioni su corsi e attività per le scuole: tel. [email protected]

KING ROCKarrampicare per crescere

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È sempre più difficile vedere nelle strade o nel-le piazze gruppi di ragazzi intenti a giocare,

sarà per il traffico, sarà per i problemi legati alla sicurezza, comunque sia i giochi di un tempo erano molto più educativi.C’è qualcuno però che non ha dimenticato il fascino dei giochi della nonna e che con tenacia cerca di farli conoscere alle nuove generazioni.A Verona è nata l’Associazione Giochi Antichi che si propone di riscoprire i giochi in ambito ludico culturale promuovendone la diffusione all’interno delle scuole. Con i responsabili dell’Associazione faremo un viaggio indietro nel tempo, ci sembrerà di essere in qualche bella piazza della città scaligera, tra amici, intenti a cimentarci nella Lippa.Nella città di Giulietta e Romeo tutti lo cono-scono con il nome di s-cianco, una passione che vanta tradizioni antichissime. La Repubblica serenissima lo vietava con tanto di pubblici di-vieti lapidei. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma alcuni reperti archeologici ci confermano che la Lippa si giocava anche durante la secon-da dinastia egizia. A Verona, negli anni ’90, fu scoperto un reperto risalente al XV secolo.Le regole del gioco sono molto semplici: servo-

no due pezzi di legno, uno di 40 cm per battere l’altro pezzettino di 12 cm. L’Associazione ha deciso di organizzare un campionato provinciale di scianco, riservato agli allievi della scuola superiore di primo gra-do. I ragazzi attraverso il gioco possono recu-perare e tutelare un patrimonio culturale che si andava perdendo, riappropriandosi degli storici spazzi cittadini. Giocare a s-cianco significa anche fare attività motoria unendo diverse generazione. I più grandi possono insegnare contenuti alta-mente tradizionali ai più giovani. Il campionato è stato ideato ed organizzato dall’Associazione giochi Antichi di Verona, gra-zie alla collaborazione dell’Ufficio Educazione Fisica di Verone, delle amministrazioni Comu-nali della Provincia di Verona e si propone di far riscoprire l’importanza dello stare assieme giocando per la strada, negli spazi aperti. I numeri del 2009 dimostrano come i veronesi siano affascinati dai giochi antichi. Ben 20.000 gli spettatori accorsi per vedere le 32 squadre di adulti e 12 di ragazzi.13 le location che hanno ospitato le partite in altrettante piazze di Verona e Provincia.Per il 2010 si prevedono numeri altrettanto po-sitivi, certi che lo s-cianco, o massa a pindolo, in

veneziano, tosca e pindol in padovano, concio in vicentino, giarè in bolognese o nizza in rome-nesco conquisterà adulti e bambini.

Alessandra Rutili

Sport e giochi antichi:lo S-cianco

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Ora è ufficiale, la F.I.D.A.L ha promosso la Corradini Calcestruzzi Rubiera (la squadra di Stefano Baldini, medaglia d’oro alle olim-piadi di Atene 2004) Campione d’Italia di corsa su strada!Poche sono le società non militari ad aver vinto questo titolo una di queste la mitica PAF ALITRANS di Gelindo Bordin Loris Pimazzoni e compagni. Ora questo titolo appartiene un po’ anche a Verona visto che da oltre dieci anni, cinque nostri atleti (Gianluca Pasetto, Max Bogda-nich, Daniele Dolci, Beniamino Minervino ed Edoardo Romano) hanno portato la squa-dra sempre ai vertici della classifica naziona-le facendo della Corradini la squadra al mo-mento più forte d’Italia. “Penso - dice l’ormai veterano del gruppo Max Bogdanich - che la nostra città possa es-sere orgogliosa di questo risultato. È da anni che inseguiamo questo titolo, sempre lì vicini

Scrivere di cento anni di sport non è cosa fa-cile, e nemmeno di tutti i giorni, soprattutto quando sei solo tu, il block notes, la biro ed il

■ Corsa su strada

Cinque veronesi Campioni d’Italia

al traguardo, e sempre noi veronesi a portare punti pesanti per la classifica; possiamo dire a testa alta che in parte questo titolo ci appartie-ne, anche se non siamo profeti in patria visto che i militiamo in una squadra emiliana!”.

■ Pubblicazioni sportive

Cent’anni di sport veronese in esclusiva su Sport di Più!

computer a darti una mano, contrariamente alle grandi firme del giornalismo che hanno fior di redazioni a fare tutto il lavoro di ricer-ca, di taglia e cuci, ……di scrivere.Nel caso del sottoscritto ti devi dividere in cento personaggi: devi pensare, devi avere intuito, devi ricercare le informazioni, devi trovare personag-gi, devi intervistare, devi inseguire, devi leggere, devi scrivere, devi tagliare e cucire quello che leggi e scrivi, devi correggere, devi impaginare poi, finalmente, consegni il manoscritto, prima di fornire il dischetto della tua fatica.E, a quel punto, che Dio te la mandi buona.Così è nato “Sport & Protagonisti del XX° secolo veronese”, che grazie all’editore Luigi Ballini - sempre sensibile - ed al suo “Sport di Più” sarà pubblicato sui prossimi numeri.

NEWS in pillole

Massimo Rosa

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La Vela uno sport in continua espansioneCresce l’attenzione degli sportivi per la

vela che sta regalando successi ed emozioni.

La Vela veronese gode di ottima salute lo di-mostrano i risultati ottenuti dai nostri atleti alle più importanti manifestazioni a livello nazio-nale ed internazionale. Ne abbiamo parlato con Domenico Foschi-ni che è il Presidente della 14°zona della Federazione Italiana Vela (F.I.V) che rag-gruppa circoli velici delle tre province che vengono bagnate dal lago di Garda, vale a dire, Trento, Verona, e Brescia ed i Circoli velici dell’ Alto Adige.Con lui abbiamo realizzato un’intervista a tutto tondo dove sono emersi elementi molto

confortanti per il presente di questa bella ed entusiasmante disciplina sportiva che non si ferma mai, come vedremo all’interno dell’in-tervista, ma anche per il futuro prossimo.La prima domanda che abbiamo posto al Pre-sidente della 14° zona è stata quella di fare un consuntivo del 2009.Anno ricco e pieno di soddisfazioni. Molti sono stati i piazzamenti ed i risultati arrivati sia dai giovani cadetti, dagli juniores e da atleti che erano promesse del settore giovanile ma che nel frattempo sono transitato nei senio-res diventando ottimi velisti, come nel caso di Roberto Cipriani, i fratelli Celon, Deddi De Luca, Massimo De Luca, le promesse Umber-to De Luca e Emma Giuliani, senza dimenti-care Roberto Benamati. Tutti questi atleti hanno fatto onore alla Vela e

allo sport del nostro territorio, dando un segno tangibile di vitalità ed impulso al lavoro che viene svolto quotidianamente all’interno dei circoli velici e delle scuole di vela disseminate su tutto il tratto veronese del lago di Garda.

La Vela all’interno delle scuole verone-si per avvicinare nuovi adepti a questa disciplina: è un progetto utopico o qual-cosa di attuabile?La FIV ha già in attuazione un progetto de-nominato “Vela-Scuola”, è da qualche anno che sta avendo un notevole sviluppo in tutta la penisola ed anche nel nostro territorio, ha lo scopo di entrare nelle scuole con delle lezioni didattiche sia nelle aule per poi proseguire sul campo, vale a dire in acqua ed all’interno dei circoli che hanno aderito all’iniziativa. Tutti i

La Velauno sport in continua espansione

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nostri circoli che hanno aderito all’iniziativa si stanno adoperando affinché giovani leve e meno giovani si avvicinino alla vela anche per-ché mi preme ricordare che il progetto non è rivolto solo alle primarie ma anche alle scuole medie inferiori e superiori.

La vela può essere praticata dalle per-sone diversamente abili ? Ci sono dei progetti che vanno in tale direzione?Sicuramente si. Esistono tutt’oggi diversi progetti sulla sponda veronese. Mi preme ricordare:“Eos una vela per tutti” e Fondazione Dusi che da anni sono attive in questa direzione si stanno adoperando molto. Hanno progettato e co-struito un’ imbarcazione (un trimarano ndr) con notevoli sforzi da parte di tutto il team per fare avvicinare le persone disabili nel rispetto delle loro possibilità fisiche con delle modifiche strutturali atte alla loro sicurezza nel momento in cui regatano in mare.Ed a proposito della possibilità di regatare da parte delle persone con diversa abilità segna-liamo che proprio sul lago di Garda nell’au-tunno del 2009 si è svolta la Phytogarda Cup la prima a disputarsi con il nuovissimo mono-tipo della classe “Emozioni”. Il campionato di regate è stato organizzato da Eos - La vela per tutti, l’associazione che permette ai ragaz-zi con limitate abilità motorie di praticare lo sport della vela sul Lago di Garda. “Emozio-ni” è il trimarano accessibile sviluppato da Eos, che consente agli atleti disabili di navigare in perfetta autonomia o accompagnati da un amico normodotato. L’equipaggio “misto” crea nuove situazioni di collaborazione tra disabili e normodotati specialmente intense in quattro metri di barca, dove la fiducia e rispet-to reciproco sono assolutamente necessari. È stata una grande festa per tutti, per i quattro

equipaggi premiati e per i ragazzi disabili che sono accorsi a conoscere Eos, futuri candidati velisti. Tra i presenti alle premiazioni, svolte-si presso la base operativa di Eos, il Circolo Nautico di Brenzone, l’assessore allo sport del Comune di Brenzone e il comandante della polizia municipale di Bardolino, in qualità di armatore del trimarano prestato al campiona-to dal Comune di Bardolino e ottenuto grazie ai fondi raccolti dalle multe per divieto di sosta di chi parcheggiava l’auto nei posti riservati ai disabili. L’iniziativa, promossa dal comandan-te Ferdinando Pezzo, ha girato l’Italia e non solo, visto che all’evento era presente un fun-zionario della polizia Olandese, interessato ad esportare il progetto. A seguito delle 11 prove disputate, Eos e i suoi atleti stanno già pensan-do alla prossima edizione della Eos Cup, per la quale sarà disponibile una flotta più numerosa di trimarani che coinvolgerà le tre regioni che si affacciano sul Lago di Garda.

Eos non è la sola realtà che si occupa di perso-ne disabili e vela a Verona e sul lago di Garda ce ne sono molte altre di cui ci occuperemo nelle prossime occasioni.

Salvatore Mercurio

Per coloro che volessero avviarsi alla pratica della vela forniamo  tutti gli indirizzi telefonici per avere tutte le informazioni utili:

F.I.V.   (Vela)POZZANI  RUGGERO   

Tel.   045 7211014 - 045 6212093(studio) 349/6127662         

Via Costabella, 10 14°Circ.

tel. 045 6296252Fax    045 7225003

37011 BARDOLINO

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Verona regina del volley

Nel corso dell’ultimo decennio la pallavolo, soprattutto nel settore femminile, si è deci-

samente affermata come lo sport di squadra più praticato a Verona e provincia. Il movimento pallavolistico veronese è infatti cre-sciuto in modo esponenziale. A dimostrarlo è il numero dei tesserati, passato dai 4500 del 2002 agli 8500 di quest’anno, quasi il doppio in poco più di sette anni.Un dato ulteriormente interessante è il numero delle atlete: ben il 73% sul totale degli iscritti.Per la gestione di questo grande numero di atleti Verona può contare su 84 società sportive in attività e regolarmente iscritte a due campionati:- FIPAV - Federazione Italiana Pallavolo: agonisti-camente più impegnativo e suddiviso in categorie maschili e femminili- CSI - Centro Sportivo Italiano: agonisticamente meno impegnativo (ma non per questo di minore interesse) e con categorie che prevedono l’iscrizio-ne di squadre miste.Un’elemento di fondamentale importanza che a permesso alla pallavolo veronese di affermarsi è sicuramente la grande capacità organizzativa del Comitato Provinciale della FIPAV di Verona, team guidato da Stefano Bianchini, presidente eletto nel 2001 e arrivato al suo terzo mandato.Verona grazie alla sua posizione strategica, che la vede vicina ad aeroporto, ferrovia e autostrade facilmente raggiungibili, si è resa spesso teatro di iniziative e manifestazioni importanti legate alla pallavolo, a partire dalla World League maschile che femminile (12 giugno 2009), passando per la

recente Vital Natur Cup (11 settembre 2009) qua-drangolare femminile al quale hanno partecipato le nazionali femminili di Italia, Polonia, Serbia e Belgio, fino recentissimo Seat All Star Game (23 gennaio 2010). Manifestazioni che hanno riscosso un grandissimo successo sia a livello di pubblico sia a livello mediatico e che hanno permesso al Comitato Provinciale FIPAV di crescere ulterior-mente in esperienza e organizzazione. Analizzando nello specifico la pallavolo femminile veronese si può notare la vastissima presenza di squadre a livello provinciale, regionale e nazionale in tutte le categorie, eccezion fatta per la Serie A1.Infatti dai campionati minori regionali fino alla serie B1 nazionale, Verona è presente con almeno due compagini. La massima espressione del volley femmi-nile gialloblu è però Verona Volley Femminile, società fondata ex-novo nell’agosto dello scorso anno 2009, che attualmente milita in Serie A2.Verona Volley Femminile è una new entry nel pa-norama sportivo veronese. Partita con un progetto focalizzato alla valorizza-zione e allo sviluppo del settore giovanile - in col-laborazione con altre grandi realtà del volley ve-ronese, quali Pallavolo Gaiga, Pallavolo Antares, Pallavolo Cerea, Pallavolo Bussolengo - Verona Volley Femminile ha fortemente voluto acquisire il titolo sportivo per partecipare alla serie A2.Un enorme sacrificio da parte del presidente Sa-muele Zambon e dei soci che potrebbe portare, con il tempo, al ritorno in serie A1. Per ottenere questo obiettivo servirà una grande società che abbia come scopo finale la crescita di

atlete veronesi, destinate altrimenti ad emigrare in altre realtà.Un valido esempio lo abbiamo avuto anni fa con Pallavolo Verona e Isola della Scala, che unendosi hanno creato la Blu Volley Verona conosciuta da tutti come Marmi Lanza, squadra ai vertici della pallavolo maschile nazionale, da anni tra i migliori team di serie A1.Se poi, al numero dei tesserati-praticanti, aggiun-giamo il lavoro degli oltre 450 allenatori, degli in-numerevoli arbitri e dirigenti sportivi - figure di sui spesso, a torto, non si parla ma delle quali si vedono i risultati sul campo, a livello di comitato e a livello organizzativo - ecco che il risultato non può che essere entusiasmante, quasi esaltante. Concludendo si può affermare che la pallavolo veronese è sana, in costante crescita ed in conti-nua evoluzione e che a Verona vive ed è radicato il vero spirito della pallavolo.

Ugo Zambon

Sede FIPAV Verona cambia sede

Nuova location per il Comitato Provinciale della Federazione Italiana Pallavolo di Verona. Infatti da mercoledì 20 gennaio scorso il presidente Stefano Bianchini e il suo staff sono operativi nel-la nuova sede presso lo Stadio Bentegodi - Curva Sud - Cancello E/20. I recapiti telefonici sono invariati:tel. 045.580192 - fax 045.580325

Azione di gioco del Seat All Star Game 2010 dello scorso 23 gennaio

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Il connubio disabilità e sport fa purtroppo, nel 2010, ancora storcere il naso a molte persone.

Ed Il gap tra le persone cosiddette “normodo-tate” e le persone disabili persiste sia a livello mentale che fisico.Anche se molti passi in avanti sono stati fatti in questi ultimi decenni, molti ancora se ne devono fare affinché tra i due mondi non si continui a viaggiare su binari paralleli senza mai provare a fare intersecare i due mondi in una logica di “normale integrazione”.Non basta aver cambiato la terminologia da handicappato a disabile o persona con diversa abilità o abilità differente, non basta aver cam-biato il nome della Federazione da f.is.d. (fede-razione italiana sport disabili), a c.i.p. (comitato italiano paralimpico), non basta aver inglobato alcune discipline sportive paralimpiche nelle federazioni del C.O.N.I., una su tutte il tennis

tavolo che da disciplina paralimpica è stata accorpata all’interno della F.I.T.E.T (Federa-zione Italiana Tennis Tavolo), tutto ciò non è sufficiente se poi il cambiamento non è mentale, vale a dire che ognuno di noi, persone normali e persone disabili, siamo abili in maniera dif-ferente.Anche perché va detto che potenzialmente sia-mo tutti persone disabili il caso più lampante è quando in seguito ad una banalissima caduta sulla fatidica buccia di banana o nella vasca da bagno, basta per trasformare delle persone fisica-mente a posto, in persone paraplegiche ( paralisi agli arti inferiori), o nelle peggiori delle ipotesi tetraplegici (paralisi a tutti e quattro gli arti).Lo Sport è per tutti e deve essere fruito da tutti in base alle proprie possibilità e capacità, perché tutt’oggi è ancora forte la convinzione che pratica-re una attività sportiva sia una prerogativa esclusi-va delle persone “normali”.Dall’altro lato non va bene neanche l’estremizza-zione a tutti i costi di imprese sportive realizzate da disabili che fanno ricadere il tutto nel fenomeno del fanatismo del no-limits.Questo convincimento è tanto radicato da far con-fondere la pratica sportiva con l’agonismo.Il moto, le attività ludiche e ricreative non trove-rebbero in questa logica, nessun tipo di spazio e nessuna attuazione, proprio perché la voglia di muoversi e divertirsi verrebbe a essere compressa fra una forma di efficientismo e agonismo con-cetti che poco hanno a che fare con la stragrande maggioranza delle persone con abilità differenti

che praticano sport solo per il gusto di divertirsi.Qualcuno ha ben esemplificato questo paradosso: il “normodotato” ha la possibilità di scegliere come e quando fare una nuotata, una passeggiata, una cor-sa, e molto altro ancora.Lo sportivo con disabilità ha due possibilità: o si iscrive ad una società o in molti casi deve passi-vamente stare al palo.All’inizio si è parlato della terminologia che nel tem-po ha d definito la persona con disabilità.Or bene un altro ambito dove troviamo delle anomalie linguistiche è l’ambito medico.Una persona disabile che si cura nuotando fa idroterapia e non nuoto, se va a cavallo fa ip-poterapia, se gioca o impara da un cane o un delfino fa pet terapy.Dall’estero dove molte volte sono più avanti rispet-to al nostro paese arrivano esperienze educative dove lo sport per la persona disabile deve essere visto come attività ludica, amatoriale, senza nessu-na velleità agonistica.E dunque, lo sci, il nuoto, la corsa, l’handy bike sono tutte discipline al quale si approccia inizial-mente per puro divertimento.Strutture, programmi, servizi possono e devono essere funzionali alla persona neo disabile all’in-domani di un brutto incidente stradale che lo ha costretto in sedia a rotella per tutta la vita e soprattutto quando si avvicina per la prima volta allo sport.Sport quindi che può e deve essere un’occasione per rimettersi in gioco, per ritrovare fiducia nel-le proprie risorse e coscienza dei propri limiti.È questa un’ottica riabilitativa che ben poco a che fare con terapie di carattere sanitario.La strada è lunga, c’è ancora molto da fare.Noi di Sportpiù cercheremo di essere punto di riferimento per tutte quelle associazioni pre-senti sul territorio di Verona e provincia per promuovere tutte le manifestazioni sportive e dare lustro agli atleti veronesi che a vario titolo si renderanno protagonisti di piccole e grandi imprese sportive e umane.Dal prossimo numero la nostra rivista si occupe-rà volta per volta di un’associazione che opera sul territorio di Verona e provincia.Lo scopo è quello di far si che tutte le persone disa-bili abbiano tutti gli strumenti utili e le relative in-formazioni per avventurarsi nel magnifico mondo dello sport inteso come benessere fisico, poi se lo vorranno, all’interno dei sodalizi sportivi, potran-no “tuffarsi” nell’ambito sportivo-agonistico.

Salvatore Mercurio

Quella diversa abilità agonisticaSport e persone disabili, ovvero...

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Auguri al Tennis ScaligeroIl circolo tennis scaligero nasce nel 1949

dall’iniziativa di un gruppo di giovani entusia-sti e dinamici, innamorati del tennis, che tassan-dosi della somma allora considerevole di £. 5.000 formano così un gruppo di lavoro.Con il primo presidente, il sig. Luigi Poggi, ini-zia l’attività agonistica del Tennis Scaligero e la lunga interrotta serie di campionati sociali, che hanno visto laurearsi campioni soci d’indiscusso valore tennistico, quali lo stesso Presidente Poggi, Birinbin, Bergamasco, Faccioli, Tacconi, Pelosi, Zendrini e molti altri.Di questi primi 60 anni ne abbiamo parlato con l’attuale presidente il dottor Riccardo dalle Grave che dal 2006 ha rilevato il timone dall’ex presidente Giancarlo Merzi.Come è cambiato il Circolo Tennis da quel lontano 1949?Il Circolo è stato inaugurato nel 1949. Da allora si sono succeduti 16 presidenti che, coadiuvati dai soci, hanno progressivamente migliorato la struttura del nostro Circolo portandolo a stan-dard qualitativi riconosciuti a livello nazionale. Da un singolo campo costruito nel 1949 siamo progressivamente arrivati ad avere 8 campi, di cui 5coperti (l’ultimo lo abbiamo coperto lo scorso anno), una bellissima piscina, un campo da beach volley e numerose altre strutture che rendono piacevole la qualità del tempo che noi soci passiamo nel nostro circolo.Una realtà che nel corso del tempo e dei decenni è cresciuto sotto ogni profilo. A chi si deve questa espansione?

Tutto questo successo lo si deve grazie al prezio-so contributo di maestri di altra professionalità e di numerosi tennisti di elevata qualità tecnica e agonistica, il Circolo Tennis Scaligero ha avuto una lunga storia di successi sportivi che lo han-no portato ad essere una delle realtà più impor-tanti nel panorama tennistico veneto e italiano. Presidente, Lei oltre a dirigere questo circolo dal 2006 è anche e soprattutto un medico; quali i sono i benefici psico-fisici che il tennis apporta nell’organismo di uno sportivo?Come medico posso dire che il tennis è uno sport che apporta numerosi benefici per la sa-lute agli individui di tutte le età. Una recente revisione della letteratura sul rapporto tra tennis e salute pubblicata dalla prestigiosa rivista ame-ricana physician and sportmedicine ha concluso che praticare regolarmente il tennis è una delle strategie migliori per stare in salute e in forma. Nel corso di una partita di tennis un tennista può percorrere da 5 a 11 km, con una durata media di ogni punto che varia da 3 a 7 secon-di (ma nei pallettari può anche durare più di 1 minuto). Il tennis è tra 5 sport che bruciano più calorie in assoluto, molte più del nuoto, del ca-nottaggio, delle escursioni a piedi e del golf.Il tennis apporta fondamentali anche benefici mentali e psicologici agli individui di tutte le età. Questi vanno dal miglioramento della fidu-cia in se stessi e dell’autostima nei bambini e negli adolescenti, al ridurre lo stress e al mantenere le abilità cognitive negli adulti. Il tennis aiuta anche

a mantenere abitudini che richiedono autodiscipli-na, abilità di prendere le decisioni e responsabilità.Il tennis può essere definito sport sociale o con una valenza socio-educativa?Direi proprio di si, in un’epoca caratterizzata dalla costruzione di città che non prevedono piste ciclabili o zone pedonali e da uno stile di vita che predilige la pratica di attività sedentarie come la TV e il computer) o di atti vità sportive eseguite da soli, come la corsa, il tennis, offre l’opportu-nità di praticare una sana pratica sportiva in città e di favorire lo sviluppo di positivi rapporti inter-personali. Fattori che contribuiscono a migliorare la qualità della vita fisica, psicologica e sociale.All’interno dei festeggiamenti del 60° com-pleanno chi avete premiato? Il consiglio direttivo ed il sottoscritto, abbiamo deciso di dare un riconoscimento simbolico ad alcune persone che in questi anni hanno fornito un contributo fondamentale al nostro Circolo. Abbiamo perciò deciso di premiare i past-pre-sident, i maestri, i tennisti agonisti che si sono distinti a livello nazionale, gli sponsor e i gior-nalisti che hanno creduto nella nostra iniziativa.Quanta importanza hanno avuto i soci che si sono succeduti in questi anni?Tantissima! A loro va il mio ringraziamento e la mia stima. Soci - presenti e passati che grazie alla loro presenza, i loro consigli e le loro criti-che costruttive hanno contribuito ad avere un Circolo che ha 60 anni ma ne dimostra molti di meno.

Salvatore Mercurio

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Le distorsioni tibio-tarsicheIn Italia si stimano circa 50000 traumi

distorsivi alla caviglia al giorno, questo significa che è uno dei traumi più comu-ni negli sport e nelle attività ricreative. La distorsione alla caviglia è il più fre-quente trauma muscolo-scheletrico dell’arto inferiore. Gli sport dove questo trauma è più frequente, in ordine cre-scente, sono: pallavolo (56%), basket (55%), calcio (51%)e la corsa di resisten-za (40%).

Sintomatologia della distorsioneDolore vivo, localizzato a livello della zona anteriore del malleolo peronea-le, che insorge durante la palpazione; Tumefazione modesta o cospicua a livello periarticolare ed articolare, se-gno della rottura della piccola arterio-la passante al di sopra del legamento peroneo-astragalico anteriore; Limi-tazione funzionale causata dal dolore che il paziente avverte durante i mo-vimenti dell’articolazione; Instabilità dell’ articolazione tibio-tarsica

Diagnostica Solitamente la prima diagnosi viene effettuata in pronto soccorso dopo l’esecuzione di rx per escludere lesioni ossee associate. Nella distorsione alla caviglia quasi sempre rimane un dolo-re residuo abbastanza significativo che comporta una limitazione funzionale. Anche dopo che il trauma è stato cu-rato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al 30%, che lamentano una sintomatologia cro-nica caratterizzata da sinoviti, tendi-nopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insufficienza muscolare, as-sociati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsi-vi recidivanti, a prescindere dal trat-tamento dell’episodio acuto. Questo

avviene perché il danno del trauma distorsivo non avviene solo a carico del tessuto legamentoso, ma anche del tessuto nervoso e muscolo-tendineo, intorno al complesso della caviglia. Al permanere della sintomatologia dolo-rosa anche dopo un periodo di riposo e fisioterapia,risulta utile l’esecuzione di accertamenti ulteriori quali la Riso-nanza Magnetica per evidenziare even-tuali lesioni ligamentose o cartilaginee.

Fase di rieducazione funzionale Nella fase di rieducazione funzionale si mira al: a) Recupero della proprio-cettività; b) Recupero della forza; c) Prevenzione delle recidive.

Il bendaggio funzionale previene l’insor-gere di ricadute o recidive quando si riprende l’attività motoria; evita i danni di una prolungata immobilizza-zione o inattività funzionale; riduce i tempi di recupero.

Il trattamento chirurgicoDeve essere pianificato e seguito dall’or-topedico specialista in questo tipo di patologia.Varia a seconda del coinvolgimento del-le componenti interessate, sia essa carti-lagine o legamenti.Le controversie sull’opportunità del trat-tamento chirurgico riguardano le lesioni del comparto laterale.Infatti, c’è un consenso sostanzialmen-te unanime a favore della chirurgia nel caso delle lesioni della sindesmosi tibio-peroneale distale e di quelle da avulsione del legamento deltoideo (spe-cie quando questo resta incarcerato tra la tibia e l’astragalo). Molto dibattuta è invece l’opportunità di una terapia chirurgica nelle lesioni del comparto laterale. In effetti,considerati i buoni risultati complessivi del trattamento conservativo, l’indicazione chirurgica sembra avere senso solo nelle lesioni di grado 3, in pazienti selezionati. Le lesioni gravi, infatti, sono caratteriz-zate da lunghi tempi di guarigione e da risultati a lungo termine molto più incerti. Dall’analisi dei dati della lette-ratura tuttavia non emerge una chiara superiorità di una metodica rispetto all’altra e sono necessari ulteriori studi per fare chiarezza su questo aspetto. Il consenso è invece unanime sull’oppor-tunità di una terapia chirurgica,quando il trattamento conservativo non ha for-nito risultati accettabili.

I tempi di guarigioneIl tempo necessario per il recupero fun-zionale completo, qualunque sia il trat-tamento riservato al paziente (chirur-gico o conservativo), varia dalle 3 alle 5 settimane; il tempo necessario prima di tornare al lavoro varia dalle 4 alle 7 settimane; e prima che il paziente possa ritornare alla pratica sportiva occorro-no 10 settimane. I tempi di recupero, di solito, negli sportivi professionisti sono più corti perché il tempo riservato alla riabilitazione è molto maggiore rispetto ad esempio ad uno sportivo amatoriale.

Articolo a cura del Dott. Alberto Costa

Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia Collaboratore dei Poliambulatori Santa Sofia

Poliambulatori Santa Sofia Ambulatori Medici Specialistici

Direttore Sanitario Dott. Luciano Castellano

Medico Chirurgo Odontoiatra

Aut. San. Reg. 7078 del 2007Iscrizione all’albo regionale degli

ambulatoridella Medicina dello Sport n.B/229

Comunicato Publiredazionale

Servizi sanitari per la Medicina dello SportLASERTERAPIA-TENS -ULTRASUONI -MASSOTERAPIA

TRATTAMENTI RIABILITATIVI

Visite e certificazioni sportive ed esami specialisticiVisita medica specialistica Ortopedica

Visita medica specialistica in Medicina dello Sport Visita medica specialistica Fisiatrica

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Il golf?uno sport per tuttiPer conoscere meglio il mondo del

golf e per fare un pò di chiarezza su cosa significa essere golfista, abbiamo intervistato in esclusiva Stefano Mazzi, presidente del Comitato regionale Vene-to Golf.

Presidente Mazzi, il golf è davvero uno sport per pochi eletti? Direi proprio di no. Il golf in Italia è uno dei pochi sport con un trend in costan-te crescita per quanto riguarda il nume-ro di tesserati. È stato raggiunta quota 100.000 tesserati, obiettivo che la fede-razione si era prefissato. Questo è solo il punto di partenza. C’è molto ottimismo e gli obiettivi sono molto ambiziosi. Se confrontiamo il rapporto popolazione-

praticanti L’Italia può ancora dare molto al golf, tenendo conto del buon numero di strutture e di campi. Il golf non è as-solutamente uno sport da ricchi. Le at-trezzature e gli accessi alle strutture non sono così proibitivi, anzi. Il vero onere nel golf sono i corsi di apprendimento, necessari per ottenere l’handicap (per con-sentire a giocatori meno dotati di poter competere il più possibile ad “armi pari” con giocatori più bravi, viene utilizzato un sistema “a vantaggio”, comunemente chiamato “ad handicap” n.d.r.).Oggi la federazione sta cercando di ab-battere queste barriere per aumentare il numero dei tesserati, per trasformare il gioco in sport a tutti gli effetti. Il tessera-mento libero, per esempio, è un’opportu-nità interessante che permette di entrare

nel mondo del golf con soli 75 euro, 20 gli under 18.Il golf però fatica a togliersi l’eti-chetta di sport d’elite... Un’etichetta che non rende giustizia a questa disciplina. Il golf nasce infatti in Scozia come passatempo. Si giocava su terreni irregolari, con bastoni e in modo assolutamente semplice. Ricordiamo inoltre che questo sport fece parte del programma olimpico nel 1900 e 1904. Finalmente, dopo parecchie riunioni e dibattiti, il comitato olimpico ha riam-messo il golf alle Olimpiadi a partire dall’edizione 2016 in Brasile. In accordo con la Federazione abbiamo iniziato in Veneto a portare mazza e palline nelle scuole con un programma ben definito,

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coinvolgendo in primis gli insegnanti e i nostri istruttori. Portare il golf a contat-to degli alunni non significa solo allestire strutture mobili all’interno delle strutture e ma soprattutto portare la mentalità del golf nella cultura dello studente. Il golf è uno sport individuale che si basa sulla concentrazione, sulle regole - tante e non facili - e soprattutto sull’intelligenza. Ecco perchè riteniamo possa essere uno stru-mento importante di crescita culturale ed intellettuale per i giovani.Il Veneto e Verona che importanza ricoprono a livello nazionale? Il Veneto può considerarsi il fiore all’oc-chiello nel panorama nazionale golfisti-co. Grazie ad un’ottima squadra su cui posso fare affidamento a livello di Comi-tato regionale (Vice Presidente Giuseppe Pea, i Consiglieri Emilio Abrami, Giam-piero Becherucci, Fernando Lora, Coach Regionale Giorgio Grillo, Consigliere rappresentante Tecnici Allenatori Mar-cello Barzan, Consigliere rappresentante Atleti Professionisti Giorgio Grillo, Con-sigliere rappresentante Atleti Dilettanti Liliana Carraro, Responsabile Attivita Giovanile Daniele Martinis, Coordina-trice Gestione Comitato Barbara Fon-te, Responsabile Progetto Scuola Prof. Paolo Carraro) abbiamo sviluppato una grandissima attività promozionale, in collaborazione anche con l’assessorato al Turismo e con l’assessore Franco Manza-

to. La nostra provincia è inoltre al top sia a livello regionale che a livello nazionale grazie ai suoi numerosi campi all’avan-guardia: Paradiso del Garda Golf Club di Peschiera del Garda, Associazione Golf Club Verona di Sommacampagna, Golf Club Villafranca e Circolo Golf Ca’ Degli Ulivi di Marciaga di Costermano. A Vero-na si tiene la Salone Italiano del Golf e si stanno sempre più sviluppando campi pro-va aperti a tutti coloro che vogliono capire cos’è il golf. Questi circoli sono la linfa per il movimento, importantissimi ricettacoli di nuovi giocatori e di talenti. Proprio in un campo pratica è cresciuto Matteo Manas-sero, miglior giocatore italiano di golf e mi-glior talento a livello mondiale.Manassero è l’ambasciatore di Vero-na nel mondo… Esatto. Matteo è considerato, in un mondo dove il golf è praticato e diffuso come per esempio in America, un idolo. Facendo un paragone con il calcio è il Messi del golf. Per Verona è un onore e un vanto poter esprimere un talento di questo genere. È un veicolo di promozione del golf vero-nese e del nostro territorio da proteggere e tutelare.Giovani talenti da gestire nel mi-glior modo possibileInfatti. Manassero pur essendo un sedi-cenne è un ragazzo molto maturo, intel-ligente, che oltre al golf tiene molto allo studio. Non sempre si riesce a conciliare

studio e sport ad livelli, altri sport ne sono l’esempio. Fortunatamente Matteo ha trovato molta collaborazione e attenzio-ne da parte dell’isttituo Aleardo Aleardi. La sua attività sui green non va ad inficia-re minimamente il rendimento scolastico grazie ad una attenta programmazione. Per Matteo il golf è il futuro, il suo lavoro. E l’istituto Aleardi sta svolgendo la funzio-ne di supporto verso il mondo del lavoro nel migliore dei modi. Purtroppo gli isti-tuti così organizzati sono davvero pochi.Cosa serve al golf per affermarsi definitivamente? Partendo dal presupposto che il golf deve diventare uno sport popolare e cioè alla portata di tutti, per centrare questo obiet-tivo si devono incentivare tutte le attività rivolte ai giovani e agli sportivi. Infatti il golf può viaggiare a braccetto con altri sport e non essere solo un’alternativa. L’esempio più eclatante ci viene dal cal-cio: tanti campioni anche di serie A infatti amano rilassarsi tra buche e pat. Servono poi strutture pubbliche aperte a chiun-que in modo da permettere un approccio molto diretto con questo sport. A Padova per esempio è stata rivalutata una zona della città anche grazie alla creazione di semplici strutture adibite al golf. Ci vuole veramente poco: si spiana un terreno, si fanno delle buche, un minimo di struttu-ra circostante e il gioco è fatto.Presidente, un’ultima domanda: per-chè giocare a golf?Il golf, come dicevo prima, è uno sport difficilissimo, con tante regole che, se ben interpretate, possono farti vincere una partita. Viceversa un’interpretazione errata del regolamento può farti retroce-dere in classifica. Ci vuole quindi molta intelligenza e cultura. In Italia abbiamo giocatori tecnicamente molto bravi ma forse poco preparati a livello di mentali-tà. Un golfista di talento lo si vede non solo dal colpo ben eseguito. Il golf è uno sport intelligente, che non lascia nulla al caso, che necessita di grande autocontrollo e di consapevolezza nei propri mezzi. Uno sport che forma sicuramente il carattere della persona. Per questo sono convinto i giovani devono conoscere e provare il golf, una valida alternativa agli sport “classici”.

Alberto Cristani

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Dopo i buoni risultati del 2009 la ISD Cycling team riparte con rinnovato entusiasmo per affrontare

la stagione 2010 con l’obiettivo di confermare quanto di buono già fatto e possibilmente migliorare nei piaz-zamenti.Figura importante all’interno del team è sicura-mente Piergiorgio Gianbenini, imprenditore vero-nese, amante della due ruote. Giambenini, dopo l’approccio “in punta di piedi” della scorsa stagione, quest’anno la sua azienda ha deciso di alzare la posta e investire maggiormente sul team capitanato da Gio-vanni Visconti.Perchè?Questa squadra merita di essere sostenuta perchè ha dei progetti importanti, mirati alla crescita e all’ine-srimento nel mondo del professionismo di giovani talenti. La scorsa stagione la squadra si è ben com-portata ma quest’anno cercheremo di migliorarci, magari cercando di centrare qualche piazzamento importante al Giro d’Italia”.Un giro d’Italia che terminerà nella “sua” Ve-rona. Un motivo in più per far bene...Il Giro d’Italia si concluderà domenica 30 mag-gio all’interno dell’ Arena di Verona dopo 25 anni

(1985 n.d.r.) dall’indimenticata cronometro con il testa-a-testa tra Francesco Moser e Laurent Fi-gnon. L’immagine di Moser in maglia rosa che varca gli arcovoli è rimasta nel ricordo di tutti gli appassionati di ciclismo e non. Sarà una grande festa per la nostra città. E quando la maglia della ISD entrerà nel più bel anfiteatro del mondo per me l’emozione sarà sicuramente doppia.Quali sono gli atleti di punta di ISD?Il nostro capitano Visconti è sicuramente il leader del team. Da quest’anno sono stati inseriti Josè Rujano, che dovrebbe garantire qualche vittoria in più, e il velocista Oscar Gatto. Per il Giro d’Ita-lia 2010 punteremo al terzo posto e alla maglia verde. Ricordiamo inoltre che possiamo puntare su un cavallo di razza come Mario Cipollini che con la sua grandissima esperienza può far crescere e maturare gli atleti della ISD.ISD che guarda anche alle giovani promesse...Assolutamente. L’ISD punta molto sui giovani e è sempre attenta a quello che succede nel mondo del giovanile. La collaborazione con il team Neri, squadra under 23, ne è l’esempio. Quest’anno abbiamo la possibilità di far correre - grazie alla

bella idea della Federazione - con noi alcuni giova-ni promettenti in modo da avvicninarli al mondo del profesionismo. Uno di questi sarà il veronese Andrea Guardini che farà due gare con noi. E nel 2011, se tutto andrà bene, entrerà a far parte a tutti gli effetti del team.Ciclismo, sport di sacrificio e tenacia. Per-chè un giovane dovrebbe montare in bici?Perchè pedalare fa crescere e tempra il carattere. Tanti sport sono più “facili” e quindi più accessibi-li. Solo con la passione e il sacrificio si può arrivare ad alti livelli. Fare 40-50 mila chilometri all’anno sotto la pioggia, al freddo, a volte da soli, non può che formare il carattere. Ecco perchè dico ai ra-gazzi di provare a montare in sella. Perchè peda-lare - prima di tutto - aiuta a diventare uomini.

Alberto Cristani

Nell’ ISD Cycling team batte un cuore gialloblu

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da sinistra: Giovanni Visconti, Piergiorgio Giambenini e Mario Cipollini

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Quando si assiste ad una partita di rugby il primo pensiero che passa per la testa del

neofita è: “Ma non si fanno male?”. Domanda lecita viste le stazze degli atleti e la potenza che viene spirgionata durante alcuni placaggi. Il rugby però non è solo “scontro”. Questo sport sta entrando nella mentalità e nella cultura dello sportivo italiano grazie soprattutto alla Nazionale Italiana.Per capire meglio questo mondo abbiamo in-tervistato Cristiano Turri e Luca antovani, ti-tolari della TM Sportmanagement, società di servizi veronese che opera nel settore sportivo ed in particolare nel mondo del rugby.Il rugby negli ultimi anni ha fatto passi da gigante...Cristiano: In effetti, pur essendo uno sport tipi-camente anglosassone e poco diffuso nel no-stro paese, negli ultimi anni in concomitanza dell’ingresso della nazionale Italiana nel 6 Nazioni ha ampliato il suo bacino d’utenza sia a livello mediatico, e quindi di pubblico, sia a livello di praticanti. Il rugby è uno sport che fa del contatto fisico la sua peculiarità e questo è evidente. Ma rugby non significa solo scontro. Questa disciplina si fa portatrice di valori etici molto importanti, a differenza magari di sport più famosi, e per questo può

diventare uno strumento di formazione e di crescita per i giovani. Che il rugby piaccia lo dimostra il fatto che, nonostante la Nazionale Italian non sia tra le big a livello mondiale, il numero degli spettatori aumenta di anno in anno...Luca: Si, e questo è un altro dato importante. La palla ovale sta sempre più entrando nella cultura dello sportivo italiano. La Nazionale richiama un pubblico sempre maggiore e sempre più istruito. Il nucleo forte del pubblico è costituito da appassionati. Ma non solo l’Italia ha un seguito importante; anche i campionati italiani sono momenti di grande aggregazione e di festa. Il terzo tempo è, a mio avviso, l’esemplificazione e l’essenza di quello che significa fare e vivere lo sport. Ultimo e non ultimo i mass media danno final-mente una buona visibilità agli eventi.Quali sono le regioni italiane con la maggiore tradizione rugbistica?C: Storicamente il Veneto - ed in particolare Treviso, Rovigo e Padova - ha dato i natali ad ottimi atleti e ha diffuso il rugby a livello nazionale. Il motivo è dato dal fatto la nostra regione è sempre stata terra di emigranti. Al-cuni di loro andavano per lavori stagionali nei paesi dove il rugby aveva una vastissima dif-

fusione. Dopo il lavoro quindi giocavano ed imparavano. E quando, terminato il perio-do di lavoro, ritornavano in patria e diffon-devano la novità appresa. Anche il Lazio ha una grandissima tradizione.E a Verona il rugby “funziona”?C: Nella nostra città il rugby si è sviluppato molto solo negli ultimi anni. Ad oggi Vero-na dimostrando la capacità di gestire al me-glio i vivai giovanili e di avere risorse e mez-zi per tenere e portare ai massimi livelli gli atleti veronesi. Cosa che non accadeva fino a qualche anno fa quando, causa disparati motivi, i giovani bravi venivano ingaggiati da altre compagini di massima serie. Quali sono le realtà rugbistiche vero-nesi di spicco?L: Quest’anno abbiamo due formazioni nelle massime categorie: in serie A1 il CUS Verona Franklin&Marshall e in serie B il Rugby Club Valpolicella Expandia. Esi-stono poi realtà di categorie inferiori come West Verona e Valeggio di livello paragona-bile agli amatori del calcio. La loro presen-za è comunque importantissima visto che ricoprono un ruolo di diffusione che per il movimento è vitale.

Alberto Cristani

I giganti del fair play

Foto

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orio

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Come avviene la diffusione del rugby tra i giovani?C: Il lavoro viene fatto sia dalla Federazione sia dalle singole società. Molto bene sta la-vorando il CUS Verona affiliato al Centro Universitario Sportivo che lavora su squa-dre juniores e che può contare su un sempre crescente numero di atleti. In Valpolicella in-vece si lavora rispettando la tradizione visto che quelle zone sono sempre state serbatoio di giovani dalle caratteristiche importanti. In tutto tra CUS Verona e Valpolicella sono coinvolti oltre 700 giovani (450 CUS, Valpoli-cella 250). Ad oggi, tra Verona e provincia, si possono contare circa 1200 tesserati. Con un trend in continua crescita.Per quanto riguarda campi e strutture per il rugby Verona è sufficientemente attrezzata?L: Direi di si. L’amministrazione del comune di Verona ha fatto un sforzo importante di-mostrandosimolto attenta alle esigenze della palla ovale. Oltre allo storico campo del Ga-vagnin dove gioca il CUS Verona, al quale è stato completamente rifatto il manto erboso,

è stata creata una vera e propria cittadella del rugby presso la ex caserma Passalacqua. Che Verona sia interessata al rugby lo dimostra anche la candidatura della nostra città poer i mondiali del 2015 e del 2019. Se per il 2015 non ci sono spiragli (il mondiale si giocherà in Giappone n.d.r.) per il 2019 invece è ancora tut-to da decidere. È inutile sottolineare l’impor-tanza che avrebbe per il nostro movimento. Tornando alle strutture altri campi da gioco si possono trovare a Parona località Nassar e a Pescantina oltre alla storica e bellissima struttura di San Pietro in Cariano.Cosa si può fare per dare ulteriore linfa e visibilità a questo sport?C: In primis, è scontato, utilizzare l’immagi-ne forte e positiva della Nazionale. Anche i singoli atleti possono essere veicoli importan-ti per trasmettere ai più giovani i valori e le sensazioni che si provano quando si gioca a rugby. Il 6 Nazioni - che si sta giocando in questi giorni - è sicuramente una finestra importante su questo sport che avvicina un grandissimo numero di sportivi ma anche di semplici curiosi che vogliono capire questo

sport. A livello locale la serie A del CUS Ve-rona e il buonissimo campionato di serie B del Valpolicella possono essere la cassa di riso-nanza per tutto il movimento veronese e quin-di assolutamente da sfruttare, nel senso buona della parola. Promozioni a livello di scuole e mediatiche sono infine gli strumenti da impu-gnare per radicare e sviluppare ulteriormente la culture del rugby specialmente nei giovani.A proposito di giovani, perchè un bam-bino dovrebbe giocare a rugby?L: Semplicemente perchè questo sport si basa su regole e princìpi come lealtà, rispetto dell’avversario e fair play assoluto. A rugby possono giocare tutti, dal più mingherlino al più massiccio perchè nonostante la grandis-sima fisicità e il fattore aggressività, questo sport non è assolutamente pericoloso. Se si rispettano regole e avversari ovviamente. In conclusione giocare a rugby può essere una tappa importante per la formazione fisica, culturale e umana dei giovani sportivi. Si-curamente più di una valida alternativa agli sport classici.

Alberto Cristani

1^ giornata06.02.2010Dublino (Croke Park) h 14.30 Irlanda-Italia Londra (Twickenham) h 17.00 Inghilterra-Galles 07.02.2010Edimburgo (Murrayfield) h 15.00 Scozia-Francia

2^ giornata13.02.2010Cardiff (Millennium) h 14.00 Galles-ScoziaSaint-Denis (Stade de France) h 17.30Francia-Irlanda14.02.2010Roma (Flaminio) h 15.30 Italia-Inghilterra

3^ giornata26.02.10Cardiff h 20.00 Galles-Francia27.02.2010Roma h 14.30 Italia - ScoziaLondra h 16.00Inghilterra-Irlanda

4^ giornata13.03.10Dublino h 14.30 Irlanda-Galles Edimburgo h 17.00 Scozia-Inghilterra14.03.2010Saint-Denis h 15.30 - Francia-Italia

5^ giornata20.03.2010Cardiff h 14.30 Galles-ItaliaDublino h 17.00 Irlanda-ScoziaSaint-Deni h 20.45 Francia-Inghilterra

Calendario partite 6 Nazioni 2010

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Davide Benetti, classe 1994, fisico atletico e scattante, ha iniziato a giocare giovanissi-

mo, e ad oggi vanta una carriera sportiva che in pochi hanno raggiunto, vista la giovane età. Davide Anselmi, classe 1995, fisicamente su-periore alla media dei suoi coetanei con i suoi 190 cm di altezza per 80 kg di peso!. Ovvero: potenza e velocità allo stato puro.Come ci si sente ad indossare la maglia az-zurra e a giocare un campionato europeo? B: La sensazione è molto bella, perché si indossa la maglia che molte persone impor-tanti hanno già difeso in passato diventando dei grandi campioni. È un privilegio, perché in tanti sono desiderosi di indossarla per di-fendere il proprio paese e i propri colori. Il campionato europeo è sempre qualcosa di importante, è una vetrina internazionale e confrontarsi con altri ragazzi della nostra età

di altre nazioni, è qualcosa che ti spinge a dare il meglio di se stessi. A: Grande soddisfazione per la maglia che in-dossavo, consapevole della responsabilità che avevo per questo importante evento, una gran-de emozione per la quale ognuno dovrebbe avere la possibilità di provare.Cosa avete provato nel momento della vittoria del titolo Europeo?B:. È stata una sensazione stupenda, perché il cammino è stato duro soprattutto all’inizio, dove la squadra ha avuto difficoltà a trovare il giusto equilibrio. È stata ancora più bella la vittoria perché l’abbiamo cercata con grinta e determinazione soprattutto nelle ultime due partite dove cominciavamo davvero a crede-re nella vittoria finale. Sono contento perché sono stato l’autore dell’ultimo out, quasi una liberazione dopo tutto lo stress accumulato.

A: Ho provato una gioia immensa…non avrei mai pensato di ottenere questi risultati. Ero emozionato per la vittoria, avevo un sacco di pensieri in testa. Uno fra questi era per coloro che in questi anni mi hanno allenato per riu-scire a diventare quello che sono. Hanno cre-duto in me e nelle mie potenzialità, ed è anche grazie a loro che ho raggiunto questi risultati.Cosa vi ha dato e cosa vi ha tolto il Base-ball fino ad ora?B: Il Baseball mi ha dato molte cose, mi ha fat-to maturare. Mi ha dato amici in tutta Italia e fatto conoscere persone bellissime. Mi ha inse-gnato il significato della parola gioco di squa-dra e l’importanza del collaborare con i propri compagni per raggiungere degli obbiettivi. Allo stesso tempo qualche cosa mi ha tolto per esempio ho dovuto rinunciare a trascorre-re momenti insieme alla mia famiglia ed alle persone più care.A: Personalmente il baseball non mi ha tol-to nulla,per me è una grandissima passione. Uno sport che mi ha dato sicurezza, mi ha fatto crescere con buoni principi, mi ha tra-smesso un forte senso di lealtà sapendo accet-tare la vittoria quanto la sconfitta. Secondo voi perché un ragazzino do-vrebbe giocare a baseball? B: Perché il Baseball è semplicemente lo sport più bello del mondo. Ti insegna tutte le cose che ti saranno utili nella vita. A: Secondo me un ragazzino dovrebbe giocare a baseball perché in questo sport si è giocatori unici nel proprio ruolo ,e contemporaneamen-te insegna quanto sia importante il gioco di squadra ,e ti aiuta avere fiducia nel prossimo.Per concludere che consiglio ti senti di dare ai ragazzi che leggono quest’intervista?B: Consiglio di fare tanto sport. Lo sport insie-me alla scuola e alla famiglia sono quanto di più importante ci può essere nella formazione di una persona. A: Vorrei dire a tutti i ragazzi che è molto im-portante far parte di una squadra perchè aiu-ta a crescere imparando a confrontarci con gli altri, sempre nel rispetto delle regole. Ci vuole molto sacrificio e impegno ma è il prezzo che si deve pagare per poter raggiungere i propri obbiettivi.

Emanuela Biondani

Baseball: attenti a quei due!Intervista a due giovani del Baseball Sammartinese recentemente insigniti dell’alta onorificenza del “Giovane Martino” un esempio da seguire per i tutti i giovani sportivi.

da sinistra: Davide Benetti, Dimes Gamberini CT nazionale Italiana cadetti, Davide Anselmi

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L’area sportiva del Centro Don Calabria ri-volge i propri servizi alle numerose persone

di ogni fascia di età che desiderano dedicarsi ad attività sportive e agli utenti del Centro Polifun-zionale. Scuola nuoto: si rivolge a bambini, ragazzi ed adulti.Per i bambini e ragazzi attraverso una meto-dologia particolare di insegnamento articolata in tre fasi (non strutturata, semi-strutturata, strutturata), oltre all’insegnamento del nuoto promuove un contesto di apprendimento sano e fortemente educativo.Quindi vengono promossi i valori dello sport quali la vita di gruppo, il divertimento e la so-cializzazione.La scuola offre i seguenti corsi di nuoto:- corsi di acquaticità bambini- corsi nuoto ragazzi- preagonistica- corsi nuoto adulti- master- corsi di nuoto individuali

I corsi di nuoto sono tenuti da personale qualifi-cato con esperienza specifica e con formazione inerente l’ambito motorio: alcuni di essi hanno perfezionato il loro curriculum formativo con laurea specialistica e/o con corsi mirati alla di-sciplina sportiva di riferimento.Fitness: pianificato secendo prospettive diver-

se. In base alle esigenze di potrà accedere a:- Aquagym (freefitness) che risponde alle esigen-ze di chi, preso dagli impegni quotidiani ha la necessità di un impegno estremamente elastico e comunque efficace. L’attività si svolge in piscina e non è necessario prenotare. È possibile seguire una singola o tutte le attività, negli orari previsti.- Circuito Benessere si rivolge a quelle persone che intendono prendersi cura del proprio corpo e migliorare così la propria qualità della vita.- Pilates: La ginnastica secondo il metodo Pila-tes prevede delle sequenze di esercizi di allun-gamento, di stabilizzazione e di tonificazione. Permette un lavoro corporeo profondo e di consapevolezza sulla postura e la respirazione. È anche una ginnastica antalgica per sciogliere e prevenire le tensioni muscolari ed articolari.Corsi pre e post parto: sono corsi studiati appo-sta per gestanti e signore che hanno già partorito- Corsi pre parto si rivolgono alle gestanti con l’obiettivo di favorire le conoscenze delle potenzia-lità psicofisiche individuali e migliorare la consa-pevolezza corporea: servono inoltre per prevenire i disturbi circolatori ed assecondare le naturali modificazioni posturali legate alla gravidanza.L’attività si svolge in palestra ed in piscina.- Corsi post partoI corsi post parto si rivolgono alle neo mamme che intendono riacquistare al più presto la corretta for-ma fisica per una vita più sana ed equilibrata.La partecipazione è possibile dalla quinta setti-mana dopo il parto.- Risveglio muscolare: i cor-si si svolgono in palestra e sono basati su attività a corpo libero. Sono finalizzati allo sviluppo del benessere complessivo della persona. - Bioenergetica: attività di movimento, adatta a tutti e si rivolge in particolar modo a coloro che, attraver-so un lavoro di consapevolezza corporea, cercano sia un miglioramento del proprio stato di benessere psicofisico sia un’attività che riduca lo stress.- Danza: con gruppi organizzati per fasce di età e proposte differenziate. Per i più piccoli l’attivi-tà proposta si basa sulla propedeutica alla danza moderna e in particolare modo alla conoscenza del ritmo e ai primi movimenti con la musica- Karate: antica arte marziale, che sviluppa nell’uomo le doti dell’autocontrollo, del rispet-to e che promuove l’efficacia del gesto motorio. Una disciplina sportiva che rappresenta un’ot-tima tecnica di difesa personale e nello stesso tempo una conoscenza delle proprie potenziali-

tà e dei propri limiti.Inoltre sono a disposizione aree di libero accesso come: - Parete di arrampicata e sala boulder: l’utilizzo della parete è riservato solamente a gruppi sportivi.- Campi di calcio esterni: campo di calcio a 7/8 convertibile in tre campi di calcio a 5, con illuminazione. Sono realizzati in sintetico con intaso naturale. - Campo di calcio indoor: all’interno del palaz-zetto si può giocare il calcio a 5 in un ambiente di eccellenza. - Piscina: ingresso libero in orari prestabiliti da lunedì a domenica (info presso il Centro) Si organizzano su richiesta corsi di nuoto indivi-duale o di piccolo gruppo per max 3 persone. Sportland: durante la pausa estiva, al termi-ne dell’anno scolastico proponiamo un’attività estiva rivolta a bambini e ragazzi fortemente caratterizzata da attività sportive. All’insegna del divertimento e di una vita sana, le attività proposte sono nuoto, giochi sportivi (calcio, ba-sket, pallavolo), canoa, arrampicata, karate e danza, inoltre un giorno alla settimana è previ-sta un’uscita in avventura in ambiente naturale.Da sempre il Centro Polifunzionale si occupa di persone con disabilità, promuovendo una filosofia di inclusione sociale che è alla base dei servizi pro-posti. Secondo questa logica le proposte di attività sportive sono aperte anche a persone con disabilità.

b.m.

CENTRO POLIFUNZIONALE DON CALABRIA

Via San Marco, 121 - 37138 Verona (Verona)tel. (+39) 045 8184111

[email protected]

Al Don Calabrialo sport è per tutti!

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Da che mondo e mondo il gioco nasce con l’uomo, ne costituisce espressione spon-

tanea e insostituibile: il fenomeno appartiene contemporaneamente all’ordine del biologico e del culturale.Esso precede la cultura, in quanto, come avvie-ne negli animali, lo vediamo manifestarsi anche quando non è stato insegnato.Varie ricerche hanno evidenziato, infatti, la centralità del ruolo del gioco, rispetto all’evolu-zione dei primati e dell’uomo.La ricerca etologica, partendo dal presupposto della continuità tra mondo animale e mondo umano, sottolinea che l’evoluzione dei primati rispetto a quella delle altre specie, è contraddi-stinta da un forte aumento degli anni di prema-

turità, dove proprio la selezione di una capacità ludica sembra rappresentare una svolta cruciale.L’adattamento, che ha radici biologiche, è il risultato del passaggio dall’iniziale inefficienza dell’individuo immaturo ad un comportamento adulto tipico della specie. Il processo di adattamento è proprio dell’uomo, che è capace di modificare alcune caratteristi-che del suo habitat naturale, sviluppando i suoi organi di senso, i suoi muscoli, le sue capacità di calcolo, la sua memoria.Da questo tipo d’adattamento dipende successi-vamente la capacità di apprendere conoscenze che non appartengono al corredo genetico, ma che derivano dal patrimonio culturale, traman-dato in via generazionale.

Nei primati superiori si è notato un progressi-vo apprendimento per far fronte all’immaturità fisiologica e, stabilendo alcuni parallelismi tra *filogenesi dei primati e **ontogenesi umana, si è evidenziata l’importanza del ruolo del gioco e dell’imitazione.Osservando e imitando il comportamento degli adulti, i piccoli hanno la possibilità di incorpo-rarne le sequenze nei loro giochi, per riprodurle in seguito in varie e diverse combinazioni. Da questo “allenamento” sul piano ludico deriva poi la maggior competenza ad utilizzare ma-teriali e schemi d’azione finalizzati. Attraverso il gioco è possibile minimizzare le conseguen-ze delle azioni e apprendere in una situazione meno rischiosa e più flessibile.

Psicomotricità el’università del gioco

Da molto tempo sono sempre più saldamente convinto che la

civiltà umana sorge e si sviluppa nel gioco, come gioco.

J. Huizinga, Homo Ludens, 1979

L’uomo è perfettamente umano solo quando gioca. F. Schiller

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Il gioco caratterizza, quindi, l’uomo in quanto ani-male culturale, l’Homo Ludens, e l’atteggiamento ludico che lo anima (spirito del gioco), ne costitui-sce il versante interno pulsionale ed emotivo.La cultura sorge in forma ludica e la cultura è dapprima giocata.“Lo spirito ludico, che è fantasioso, senza essere sregolato, curioso, senza essere dispersivo, disinteressato senza esse-re improduttivo, conduce alla soluzione ingegnosa, alla ricerca della novità, all’esplorazione regolata, che quali-ficano la produzione culturale” (1), non riguarda solo l’età infantile ma costituisce un’area d’esperien-za ed attività umana.Giocare è, dunque, una delle attività che acco-muna tutto il genere umano ed è presente in tut-te le culture, pur se in forme e modi differenti. Diverse culture incoraggiano forme differenziate di gioco come mezzo di adattamento alle regole proprie di quella cultura: il gioco può servire, in-fatti, come veicolo per comprendere ed insegnare la natura delle convenzioni di una società.“Il gioco non solo va posto accanto agli altri fenomeni della vita, al lavoro, alla realtà, alla serietà, all’autenti-cità, e ancora, alla morte, alla lotta, all’amore e al potere, il gioco sta di fronte a tutto questo per accoglierlo in sé, rappresentandolo…Ogni gioco consiste in un rapporto di comprensione della vita umana con sé stessi…Noi gio-chiamo la serietà, giochiamo l’autenticità, giochiamo la realtà, giochiamo il lavoro e la lotta, giochiamo la vita e la morte. E giochiamo perfino il gioco”. (2) Ad avvalorare questa tesi qui di seguito viene riportato il gioco della campana.

“Il gioco della “campana”È fra i più antichi e diffusi che si conoscano al mondo.Nessuno sa dove sia nato questo gioco che è praticato, con leggere varianti, nei paesi più di-versi: dall’Inghilterra alla Tunisia, dall’India alla Cina, dalla Russia al Perù.I bambini della Birmania lo giocano saltando

accovacciati e con le mani sulle anche.Le varianti non esistono solo tra le varie nazioni, ma anche all’interno dello stesso paese o persino della stessa città.A San Francisco negli Stati Uniti, per esempio, sono stati registrati 19 modi diversi di giocare a “hopscotch”, che è il nome inglese della campa-na. Nel Polesine, alla foce del fiume Po, la campa-na si chiama “campanòn” o “scalòn” in dialetto e una volta esistevano 44 modi diversi di giocare. Uno dei disegni più antichi della campana è tracciato sulla pavimentazione del Foro Roma-no a Roma. Durante il periodo dell’Impero, le legioni romane costruirono grandi strade selcia-te per collegare i paesi dell’Europa settentriona-le con quelli mediterranei e dell’Asia Minore. Le superfici lisce di queste grandi vie rappresenta-rono il posto ideale per questo gioco. Si sostiene che furono i soldati romani a far conoscere la “campana” ai bambini dei paesi conquistati. È altresì denominata “Petta” e da molti ricono-sciuta con questo termine.Per giocare a “campana” serve solo tracciare a terra un semplice disegno, una griglia a forma di rettangolo diviso in vari riquadri con dei numeri dall’uno al dieci, sulla “cima” del rettangolo si disegna uno spazio che serve per il riposo, dove girarsi, per tornare indietro. Quando si gioca sull’asfalto, per disegnare la campana si utilizza un gesso; se il terreno è morbido, invece, si può disegnare tracciando le linee con il piede oppure con la punta di un bastone.Per giocare, oltre a disegnare la campana, ogni giocatore deve procurarsi una pietra abbastanza piatta, non troppo grande e neppure troppo li-scia, altrimenti scivola. Questa pietra diventa un “portafortuna”.

Secondo gli psicoterapeuti infantili, questo gio-co aiuta i bambini a sviluppare la coordinazione tra mani ed occhi e l’equilibrio, ad avere consa-pevolezza del proprio corpo in movimento e a rispettare le regole.“...i bambini continuano a giocare al gioco della Cam-pana senza sapere di ridare vita ad un gioco iniziatico, il cui scopo è di penetrare e riuscire a tornare fuori da un labirinto; giocando alla campana i bambini scendono simbolicamente agli inferi e tornano sulla terra.”(Mircea Eliade, 1982)

Nella semplicità del gioco sono, come è stato in maniera diretta e indiretta riportato precedente-mente, state indicate solo alcune delle prerogati-ve che il gioco mette in risalto agli occhi di chi si occupa di psicomotricità, delle sue opportunità,

del suo modo di vedere e di considerare la per-sona, di saper valorizzare ogni sua caratteristi-ca, di rendere unica la modalità di “guardare” il soggetto, senza andare ad esprimere giudizi, rimanendo e leggendo solo quello che il gioco nella sua espressione consente di valorizzare e di portare ad amplificare nel soggetto stesso, per aiutarlo a rendere il più essenziale, adeguato ed economico il suo sviluppo e di consentire di farci apprezzare quello che, bambino-adulto-anziano o chi che sia, è in grado attraverso la parteci-pazione attiva di dimostrare ciò che esperienza, evoluzione e vissuti fanno del gioco, dell’ attività ludica tra le fonti primarie della nostra crescita.

* filogenesi - La filogenesi è un processo evolutivo degli organismi vegetali e animali dalla loro comparsa sulla Terra a oggi.

** ontogenesi – L’ ontogenesi ovvero l’evoluzione propria della specie a cui appartiene il singolo essere vivente. È molto diffusa la locuzione: “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”. Infatti, negli animali superiori, l’ontogenesi riproduce, soprattutto nel periodo pre-natale, perinatale e nelle prime fasi della crescita, la filogenesi, come accade, per alcuni versi, nello sviluppo dell’essere umano.

***FIPm – Associazione di categoria, senza fini di lucro che si propone di diffondere la conoscenza della psicomo-tricità nei suoi diversi campi di applicazione, da quello preventivo-educativo a quello riabilitativo-terapeutico in ogni età e situazione di disagio; salvaguardare la specifi-cità professionale e soprattutto ottenere il riconoscimento giuridico-legislativo in quanto figura ben diversificata, pur nella complementarietà, dalle altre professionalità del settore socio-sanitario; gestire l’Albo degli Psicomotricisti.

(1) Bondioli A., Gioco e educazione, 1996, pag. 24

(2) Fink E., L’oasi della gioia. Idee per un’ontologia del gioco, Salerno

Ed., 1957, pp.28-39

Emanuela Caliaripsicomotricista, formatore AIFP

[email protected]

Marco Trettene psicomotricista

[email protected]

FIP Federazione Italiana Psicomotricistitel. 045-8700409 www.fim.com

[email protected]

macelleria SAVALGirardi & Benedetti

Via Marin Faliero 15 - Veronatel. 045 8101610 - cell. 334 [email protected]

Servizio Catering - Colazioni di lavoroFeste private - Sagre - Fiere

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Bimbi in Rete nasce alla fine del 2009 con l’obiettivo di essere un’associazione, “prima nella Regione Veneto”, a operare concreta-mente contro gli abusi perpetrati ai danni dei minori sfruttando le nuove tecnologie.

Quanti bambini si connettono soli ogni giorno al computer di casa, lasciato incon-sapevolmente incustodito?Quanti minori si inseriscono in blog, chat, social network, per parlare con un estraneo che si finge essere della stessa età? I genitori conoscono veramente la perico-losità di un PC collegato ad internet?

Queste sono solo alcune delle domande che ci siamo posti e che hanno dato il via a Bimbi in Rete che presto, dopo l’immi-nente approvazione della Regione Veneto, diventerà ONLUS.Questi sono brevemente i principali ambiti operativi sui quali l’associazione opererà in concreto:

- Osservatorio sull’uso di internet e altri strumenti tecnologici da parte dei minoriL’associazione si pone come obiettivo il co-stante monitoraggio della quantità e della qualità delle navigazioni effettuati dai mi-nori. Questa attività verrà svolta in colla-borazione con le scuole, con la successiva rielaborazione dei dati ottenuti.

- Attività di formazione presso le scuoleAnche con l’ausilio delle forze dell’ordine, incontreremo i giovani spiegando i reati civili e penali ai quali anche loro sono sog-getti nel cattivo utilizzo dell’ambiente in-formatico e dei cellulari, spiegando inoltre i pericoli della rete.

- Attività di formazione per i genitoriIncontreremo i genitori nei vari ambienti sia istituzionali che parrocchiali per spiega-re i pericoli della rete per i loro figli e anche le relative conseguenze dirette come tutori dei minori

- Attività di consulenza sui software per tutelare i minori, disponibili nel mercatoProveremo e studieremo i software più dif-fusi, siano essi a pagamento che gratuiti, sa-remo perciò in grado di fornire indicazioni concrete ai genitori su quali strumenti utiliz-zare per monitorare le attività dei propri figli.

- Attività per le famiglieOpereremo in concreto dalla nostra sede, su richiesta e con il consenso dei genitori, entrando “da remoto” nel personal com-puter del bambino, verificando le sue at-

tività e segnalando l’eventuale abuso alle forze dell’ordine.

Bimbi in Rete vuole essere, quindi, un’as-sociazione che si affianca alle famiglie mettendole a conoscenza dei pericoli della rete, insegnando ai genitori come mettere in sicurezza i personal computer dei figli, segnalando alle forze dell’ordine eventuali attività effettuate dai bambini, che li pon-gono in serio pericolo.

Bimbi in rete Onlus - via Albere 29/A, 37138 Verona

Presidente - dr. Roberto MorelloTel. 0499387608 – fax 0492106305Vice Presidente - Cristina Taioli

e-mail: [email protected]

Bambini e internet:occhio alla rete...

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Nato sciisticamente sull’Altopiano di Asiago, Walter Girardi è un ex azzurro dello sci alpino ed è stato

campione nazionale italiano in discesa libera nel 2006 e nel 2007.Dopo oltre 15 anni di carriera ha annunciato il riti-ro dall’attività agonistica nel giugno 2009.Il suo esordio in Coppa del Mondo avviene nel gennaio del 1997 nello slalom gigante di Kranjska Gora. Fra il 1997 e il 2001 è più o meno stabil-mente nel circo bianco. Alcuni infortuni lo portano all’esclusione dalla squadra nazionale. Dal 2005-2006 però torna ad essere una presenza fissa nelle gare di Coppa del Mondo, stavolta in supergigante e in discesa libera. Walter ha collezionato quattro vittorie nella challenge continentale dello sci alpino: slalom gigante di Gällivare nel 1999, supergigante di Megève e Sella Nevea nel 2005, discesa libera di Sa-albach nel 2006. Nella stagione 2004-2005 ha vinto la coppa di specialità in supergigante, classificandosi terzo nella graduatoria finale generale.Oggi Girardi vive a Villafranca di Verona e collabo-ra come allenatore con lo Sci Club Drago.“Si, per me - spiega Walter - è una possibilità impor-tante per rimanese sulla neve e per mettere la mia esperienza a disposizione dei giovani sciatori. Lo Sci Club Drago è molto ben strutturato e quindi la mia esperienza non è focalizzata ad insegnare a sciare da zero ma solo a consigliare e impostare il giovane atleta affinchè possa migliorare le sue performance. Nei miei 15 anni di carriera ho imparato tanto e quindi mi sem-

bra giusto e naturale condividere le mie esperienze”.“Qui a Verona - presegue l’ex Azzurro - ho trovato un gruppo di atleti disciplinato e molto preparato. Abbiamo iniziato a lavorare insieme a giugno e devo dire che ho notato dei miglioramenti vera-mente importanti. Questi miglioramenti si sono poi trasformati per lo Sci Club Drago in piazzamenti di prestigio: Alice Galante, Massimiliano Boselli, Mar-gherita Righini Campioni Provinciali di SuperG; vittoria di Alice Galante in gara Interregionale e podio Massimiliano Boselli oltre a piazzamenti di altri atleti nei primi 15 e terzo posto assoluto di Sil-via Pighi in SuperG sulle nevi si S. Pellegrino nel Campionato Italiano Cittadini. (A questi si aggiun-gono giovani di altre realtà sciistiche veronesi del presente e del recente passato come Michele Gasparini, Mario Lovato, Erica Cipriani, Nicolò Zarattini, tutti nel giro delle nazionali n.d.e.).Questi sono segnali importanti che fanno ca-pire come Verona possa andare ad insidiare il pre-dominio delle grandi società trentine presentandosi con atleti preparati e competitivi. E i margini di mi-glioramento sono ancora notevoli”.Sci giovanile che deve essere soprattutto divertimen-to. Ma se qualcuno volesse intraprendere la carriera professionistica cosa deve fare?“Penso - spiega Girardi - che quello che fa la diffe-renza è la concentrazione e la determinazione. Io, per esempio, dai 15 anni ho deciso di voler arrivare in alto e mi sono dedicato solo allo sci, facendo mol-tissimi sacrifici. A 14 anni ho addiritttura smesso di

studiare. Devo dire che forse il difficile non è arriva-re in alto ma rimanere a certi livelli. E qui conta la serietà e la voglia di mettersi sempre in discussione. Quella voglia che mi ha fatto rimanere sugli sci per oltre ventanni. Tornando ai giovani devo dire che Verona ha un vivaio molto limitato, numericamente parlando, rispetto al bacino che possono avere ad esempio in trentino. Se riusciamo a portare al suc-cesso due, tre atleti è un evento. Forse con più col-laborazione tra gli sci club si può dare ai giovani la possibilità di andare fuori dal territorio veronese ed imporre il nostro stile. Ma questi sono discorsi che si af-frontare gradatamente. Lo sci deve comunque rimanese un divertimento per i bambini. Divertimento con regole. Io punto molto sull’aspetto comportamentale che deve essere come quello dei professionisti con il massimo ri-spetto per gli altri. Se lavori seriamente e da atleta il risul-tato arriva di conseguenza. E se non arrivasse pazienza. La disciplina ti serve comunque per diventare uomo”.“Gli atleti - conclude Walter Girardi - devono essere messi in condizione di allenarsi al meglio: una cre-scita dell’atleta deve essere supportate dalla crescita di tutto il panorama sciistico veronese. Questo ci permetterà col tempo di uscire da Verona ed andare sulle altre piste per cercare di dare fastidio. Un cit-tadino fatica di più perchè fa più sacrificio, questo è innegabile. Ma la soddisfazione battere chi vive tutti i giorni sulle piste deve essere la benzina e lo stimolo per allenarsi sempre meglio”.

Alberto Cristani

Girardi, un azzurroper lo sci veronese

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Nata nel 2006, la Detour Board Asso-ciation “D-Boyz”, si struttura come

naturale proseguimento dell’attività di club attiva già vent’anni prima a cominciare da curiosi e principianti, dal 1986, e definiti-vamente consolidata nel 1993. Ha come scopo principale mettere a disposizione di utenti più motivati mezzi ed opportunità che li aiutino a progredire nel loro “riding” conseguendo così abilità più articolate, più mature, più sicure. Quello del “surf sulla neve” è sport emerso dalla voglia di interpretare diversamente lo storico e più conosciuto modo di scivo-lare frontalmente, quindi in pochi decen-ni ha raccolto ed immesso sulle piste un sempre maggior numero di appassionati dalle caratteristiche anagrafiche, fisiche e territoriali via via più disparate. la facilità di apprendimento da una parte, il deside-rio incalzante di provare una nuova moda dall’altra hanno fatto sì che un primo, di-sordinato clima si instaurasse tra “vecchi sciatori”, teoricamente più disciplinati, e “nuovi tavolari”, praticamente più agitati. Un po’ come accadde molti anni or sono, e forse tutt’ora riscontrabile, tra automobilisti e motociclisti conviventi sulle stesse strade.

Oggi, forti anche del riconoscimento indi-scusso a carattere planetario “delle discipli-ne dello snowboard”, pazienti e sempre ag-giornati professionisti accogliamo chiunque abbia lo stimolo e la voglia di fare qualche passo in più del solo turismo per apprezzare e coniugare tecnica, fantasia, divertimento, passione nel rispetto delle regole univer-salmente riconosciute sulle montagne... ...assieme ai nuovi skier!

Pianificazione allenamenti• preparazione atletica in palestra; • preparazione in ambiente naturale.

Pianificazione agonistica di tipo generale• allenamenti liberi soft ed andature switch. slope style; • approcci situazionali su vari terreni. boarder cross e free ride; • accostamento ai salti con manovre. free style (big air, quarter pipe, half pipe); • avvicinamento alle strutture. box & rails.• comprensione di curve ampie concatena-te, condotte ad arco variabile hard. slalom speciale e slalom gigante; • differenza tra serpentine e scodinzoli hard. free carve.

partecipazione al calendario gare fisi, cir-cuito “pride to ride” ed fsi, a tutto campo:• slalom speciale e gigante; • boarder cross; • big air; • slope style; • half pipe.I protagonisti coach• Stefania Stella: classe 1968, residente a Padova ma stretta collaboratrice di De-tour Board Association, Verona. Maestra snowboard e telemark (Veneto), allenatri-ce nazionale snowboard. Principale riferi-mento della sopra citata squadra agonistica veronese in ambito snowboard. Ingegnere di professione, appassionata sportiva so-prattutto per quanto concerne l’ambiente montano, ha permesso di porre le basi per la realizzazione del progetto “d-boyz”, so-stenendo ed approfondendo tutto il lavoro su campo degli atleti dal 2003 ad oggi. • Luca Molon: classe 1968, residente a verona. Presidente di Detour Board Asso-ciation, Verona. Maestro snowboard e tele-mark (Veneto), allenatore nazionale snow-board. Insegnante di educazione fisica, professionista dello sport, ha come ruolo la preparazione tecnica ed atletica della squa-

D-Boyz: the king of snowboard

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dra seguendo il lavoro a secco, attrezzatura compresa, e su campo. Attivo con le tavole dal 1984, ha vissuto e seguito la storia di questo sport dall’approdo in italia all’attua-le gestione del club associato a fisi ed fsi. Expert• Andrea Spezie: classe 1973, residente a Verona. Segretario di Detour Board Asso-ciation, Verona. Esperto in ambito tessuti tecnici ed in tutte le forme legate alla co-municazione ed all’immagine. Sportivo attivo dal 1994, abbraccia subito lo snow-board come disciplina non solo invernale traducendo poi tale passione in concreta ed indispensabile chiave legante le varie com-petenze che sussistono all’interno del club. Candidati• Katia Saorin: classe 1986, residente a Verona. Studentessa universitaria in setto-re ambientale e sportiva in svariati ambiti, dalla ginnastica artistica alla pallanuoto, dall’hip hop ai tuffi, sposta i suoi interessi montani dallo sci allo snowboard nel 2002 presso Detour Board Association per poi seguire con sempre maggiore interesse e passione le stagioni invernali a seguire. A partire dal 2006 pone le basi per la perso-nale preparazione in vista delle selezioni 2009. Un grave infortunio alla clavicola subìto a gennaio 2008 costringendola ad uno stop forzato di qualche mese, non le ha tuttavia impedito di riprendere gli allena-menti già dall’estate stessa inserendo la sua prima settimana con le due attrezzature, soft e hard, proprio a les 2 alpes. L’ultimo anno da “d-boyz”, dopo una assidua partecipazione al calendario gare ed una meticolosa prepara-zione personale, l’ha definitivamente consa-

crata aspirante maestra per la regione veneto. • Filippo Perlini: classe 1986, residente a Ve-rona. Spontaneo e particolarmente incline alle esternazioni senza troppi filtri, frequen-tatore di Detour dal 1999, ama tutto ciò che rappresentano le tavole nelle varie espressio-ni. Tra tutte lo skate come applicazione ur-bana e lo snowboard come impiego monta-no. Appassionato di musica rock e cantante di una abbastanza affermata band vero-nese, “the john smith”, diventa ben presto un buon tecnico manutentore di solette e lamine garantendo valido supporto alla squadra agonistica. Il suo naturale quanto riconosciuto estro ha garantito una indub-bia personalizzazione al suo stile sulla neve, arricchirne la qualità soprattutto dopo un primo, dignitoso tentativo di selezioni in friuli nel 2008, contaminare positivamente i propri compagni e raggiungere la suffi-cienza piena al giudizio degli esaminatori veneti. oggi anche lui aspirante maestro per la regione veneto. • Niccolò Tamburini: classe 1984, resi-dente a Verona. I suoi poliedrici interessi sportivi l’hanno portato ad affrontare stu-di presso università di scienze motorie a Verona, lavorare come skipper d’estate in Italia e all’estero, coltivare i propri interessi per lo scivolamento. Giunto presso Detour nel 2004 rivela abbastanza chiaramente un particolare talento nell’uso dei piedi pro-vando le prime tavole test dalle caratteri-stiche piuttosto disomogenee. Con l’ordine e con una certa disciplina imposta senza troppa fatica negli anni successivi, ha dato modo di alimentare pensieri positivi sulle sue reali possibilità di crescita già nel 2008 in occasione delle selezioni friulane dimo-strandosi rivedibile nelle prime fasi anche

se poi concluse con soddisfazione ma senza successo. L’assidua partecipazione al pro-gramma di allenamento stilato nell’ultima stagione ed il perfezionamento dei dettagli tecnici hanno reso convincente la sua am-missione al corso maestri veneto. • Andrea Carlotto: classe 1984, residente a Verona, laureato in economia e commercio ama coniugare l’attività di resistenza, nel dettaglio la bicicletta, con quelle di abilità specifiche come appunto lo snowboard. Particolarmente volto alla riflessione, qual-che volta iperattiva, rappresenta la ragione ponderata, meditata, sedimentata. A con-ferma di ciò vi sono lunghi periodi trascorsi sperimentando molteplici aree geografiche ed altrettante realtà scolastiche di sci per individuare, dal 2005, Detour come sua base di partenza allo scopo di realizzare il percorso formativo tecnicamente ottima-le. orientato prepotentemente verso il free style scopre lentamente ma con graduale, sempre maggior interesse l’attrezzatura hard apprezzandone così la conduzione e le altre applicazioni e completando il baga-glio esperienziale che gli hanno garantito il buon punteggio rilevato alle selezioni finali: ammesso aspirante maestro veneto. L’eccellente lavoro svolto grazie all’impegno profuso di coach ed esperti, molti sacrifici da parte di tutti e l’alchimia che si è materializ-zata attorno alla squadra, hanno permesso di realizzare l’impresa unica di unire perso-ne diverse con un percorso storico diverso e presentarle di fronte ad una commissione con elevate competenze nella convinzione di poter dare del proprio meglio.

Luca MolonStefania StellaAndrea Spezie

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Scuole Seghettiquando lo sport sale in cattedraC’è un posto dove le discipline sportive sono

le protagoniste, i valori dello sport diventa-no educazione e dove si fa quello che si studia. Si tratta dell’Istituto Seghetti delle Figlie del Sa-cro Cuore di Gesù e del suo Liceo Sportivo che è recente nel tempo ma è forte di una tradizione storica, proposta di scuola più unica che rara. Forte di un’esperienza ormai centenaria, l’istituto ha fatto propri i valori classici dello sport: l’impe-gno, la lealtà, l’amicizia, il rispetto, la responsabi-lità, il rispetto dell’altro, la competizione corretta. I ragazzi hanno a che fare da subito con espe-rienze di forte spessore sociale e conoscitivo che agevolano una crescita armonica nella relazione con gli altri e con la diversità che è ricchezza per tutti noi. Infatti per l’Istituto Seghetti il presup-posto portante è che i momenti di studio e di ap-profondimento teorico siano integrati con attività pratiche: ad esempio agli alunni sono riservati corsi di tecniche manuali presso prestigiosi centri di riabilitazione; oppure sono impegnati nell’or-ganizzazione e nella gestione di grandi eventi sportivi, nazionali ed internazionali. Sono occasioni che permettono ai ragazzi di acquisire competenze professionalizzanti, cosa che la normale attività scolastica non può fare con la stessa forza. Questi momenti sono chiamati “cartelle sporti-ve” e sono delle vere e proprie lezioni di scherma, acrobatica, fitness, pesi, football americano, dife-sa personale, aerobica, tennis, nuoto, pallavolo. Queste lezioni si tengono al pomeriggio in im-pianti sportivi convenzionati (Fondazione Bente-godi, Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, Centro Polisportivo Don Calabria, CT Scaligero) e con la collaborazione delle più qualificate società sportive presenti in città. Si svolgono inoltre giornate sulla neve per perfe-zionare la tecnica sciistica e uscite naturalistiche

che fanno apprezzare la bellezza della natura e sensibilizzano ai problemi dell’ambiente. Tra le iniziative più interessanti c’è il Progetto “Handicap e Sport”, svolto in collaborazione con la sezione veronese del Centro Sportivo Ita-liano, in cui i ragazzi entrano in contatto con i loro coetanei e non, diversamente abili sul campo di atletica e in diverse strutture sportive. È un momento forte, di incontro con un mondo solitamente carico di pregiudizi, che trova nello sport un momento di dialogo magico ed efficace. A questo si aggiunge la collaborazione con l’Uffi-cio Provinciale Educazione Fisica, che collabora nella realizzazione di alcune fasi dei Campionati Studenteschi Provinciali; e il progetto Tandem dell’Università degli Studi di Verona, con cui si orientano le classi quinte verso le facoltà di Scien-ze Motorie nonché ai percorsi specialistici o brevi di Medicina e ai corsi post-diploma specifici per istruttori e anmatori sportivi. Già così, il diparti-mento di educazione fisica, formato dai profes-sori Grazioli, Totolo, Tommasi e Cavarzere, fa molto. Ma non basta. Infatti dal 2006 le esperienze di tirocinio sporti-vo offrono agli studenti la possibilità di vivere in prima persona i grandi evento sportivi italiani e internazionali. Le storiche XX Olimpiadi Inver-nali di Torino sono state l’avvio di una serie inin-terrotta di prestigiose partecipazioni che vedono ancora nel 2006 le Paraolimpiadi, i Mondiali di scherma, nel 2007 gli europei di Basket Femmi-nile, nel 2008 i Mondiali di ciclismo, per finire nel 2009 con i Campionati Italiani di Pattinaggio Artistico, tenutisi proprio a Verona. E non è finita qui: 10 alunni della classe 5° sono già pronti a

partire, ancora una volta per Torino, dove si ter-ranno i Campionati del Mondo di Pattinaggio sul Ghiaccio, dal 22 al 28 marzo, mentre a Settem-bre 2010 i Campionati del Mondo di Pallavolo attendono i nuovi studenti. Ancora una volta i nostri studenti volontari fungeranno da assistenti alle piste, cronometristi, responsabili di campo, aiuto stampa, speaker, addetti all’antidoping, ho-stess e stewart. Quante sono le realtà come quella di Verona? In Italia sono forse una trentina. Ma il “Seghetti” è solo uno!

Bruno Mostaffi

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La Fondazione Marcantonio Bentegodi nasce a Verona nel lontano 1868 con lo scopo di fa-

vorire l’educazione fisica della gioventù veronese.Da oltre 141 anni la Bentegodi riveste, un ruolo fon-damentale per la città. Nelle sue palestre si sono for-mate, infatti, decine di generazioni, cresciute con i più nobili valori dello sport: impegno, lealtà, rispetto dell’avversario, competizione.In tanti anni di prestigiosa storia, la Bentegodi ha sempre svolto un importante ruolo di capofila del movimento sportivo a Verona, avvicinando allo sport bambini, ragazzi, appassionati, o semplice-mente cittadini desiderosi di mantenersi in forma, praticando stili di vita sani.L’attuale struttura della Fondazione vede Alberto Nuvolari, presidente del Consiglio di Ammini-strazione, il quale è inoltre composto da Salvatore Esposito, vice presidente e dai consiglieri Maura Zambon e Loris Marini.Il funzionamento della Fondazione è affidato al di-rettore generale Stefano Bianchini, che si avvale del personale di segreteria: Laura Cotrotzo (segreteria tecnica) e Michele Marverti (segreteria amministra-tiva) e del personale addetto agli impianti: Laura Mazzali, Paolo Lecca, Mario Coloni e Carlo Al-berto Fiorentino.L’attività tecnico addestrativa delle nove Sezioni sportive, attualmente operanti, è garantita com-plessivamente da 48 istruttori tecnici e 10 istrut-tori per le attività promozionali, coordinati da 9 responsabili di Sezione: Mirco Buglioli (atletica leggera), Laura Tommasetti (ginnastica artistica fem-minile), Andrea Rossi (ginnastica artistica maschile), Marina Castellani (ginnastica ritmica), Marcello Ri-gamonti (nuoto), Silvio Cametti (pallanuoto), Claudio Toninel (pesistica), Claudio Olivetti (scherma) e Silva-no Giacometti (tuffi).Il Comitato Storico è composto da Raul Adami (pre-

sidente), Gaetano Dalla Pria e Vinicio Marcotto (con-siglieri) e Claudio Toninel, con funzioni di segretario.Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da Barbara Costa (presidente) e dai consiglieri Valerio Cacici e Piercarlo Roi.La storica sede di via Trainotti ad oggi non è più in grado di soddisfare le esigenze delle sezioni che vi si allenano, in particolare della ginnastica artistica (maschile e femminile) e ritmica.Per ovviare a questa problematica l’amministra-zione comunale ha individuato un’area dove potrà sorgere il nuovo palazzetto della Fondazione e, se l’iter burocratico si metterà subito in movimento, non passerà troppo tempo per poter ammirare la nuova struttura. Inoltre esiste la necessità di poter

usufruire e di gestire di un impianto natatorio che per-metta di sviluppare al meglio un vivaio giovanile da cui poter attingere per nuoto, pallanuoto e tuffi.Sono stati inseriti nuovi corsi all’interno della strut-tura per allargare le opportunità ai tesserati e per richiamare l’interesse e l’attenzione di nuovi poten-ziali sportivi.La Fondazione Bentegodi prossimamente aprirà le porte al mondo della disabilità, partendo con le at-tività natatorie per poi allargare il raggio d’azione alle altre discipline.Le imprese degli atleti “Bentegodi” nella scorsa stagione sportiva sono state numerose sia a livello nazionale che internazionale. Un esempio arriva dalla storica partecipazione ai Mondiali di Nuoto di Roma del ranista Luca Pizzini ed ai Mondiali di Pesistica di Annarosa Campaldini.Analizzando quindi l’attività svolta nel 2009 non c’è che da essere soddisfatti sia dei risultati sportivi - visti i parecchi successi nelle varie discipline - che del numero dei tesserati che sfiorano od oggi le ol-tre 1200 unità.Il livello agonistico e comportamentale degli atleti della Bentegodi è sicuramente molto alto; questo si è reso possibile grazie al lavoro dei coordinatori delle nove discipline. Ciò ha fatto della Fondazione l’unica Società Veronese che rientra nel progetto dell’Etica avviata dalla Regione Veneto.La Fondazione Bentegodi si può quindi considerare a tutti gli effetti una vera e propria polisportiva, fucina di giovani atleti, sportivi e, soprattutto di valori. Un vanto e un orgoglio per la città di Verona.

Alberto Cristani

Fondazione Bentegodiuna polisportiva centenaria

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