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FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI OPERATORI DEI DIPARTIMENTI E DEI SERVIZI DELLE DIPENDENZE I N T R O D U Z I O N E LA MEDICINA NON CONVENZIONALE IL CAMPO VIBRAZIONALE: Approccio Teorico alla medicina olistica di Cosetta Greco La diffusione della Medicina non Conven- zionale (M.n.C.) nel mondo occidentale sta assumendo dimensioni assai impor- tanti, sia per quanto riguarda il numero delle persone che ne fanno uso (in modo esclusivo o integrato a farmaci allopatici), sia per la qualità dei risultati che la ricerca e la sperimentazione in questi settori sta rivelando. Da qualche tempo in Italia la M.n.C. ha preso piede in molte strutture pubbliche e private, tanto che in alcune Regioni esistono già alcuni ambulatori avviati all'interno delle stesse Aziende Ospedalie- re, com'è avvenuto in Toscana. In particolare in Lombardia, con l'emana- zione della d.g.r. n. VI/48041 del 4.2.2000, è in corso uno specifico Studio Osserva- zionale Regionale, in cui sono stati pre- sentati più di 50 progetti, alcuni di essi proposti da servizi per le dipendenze. Essi hanno per oggetto: • l'Auricoloterapia (Metodo NADA) per la disintossicazione da alcol, altre droghe e nicotina • la Medicina Omeopatica nel trattamento delle patologie alcolcorrelate • il Massaggio Shiatzu nel trattamento delle patologie alcolcorrelate Sotto l'ombrello della Medicina non Con- venzionale possono vantare "diritto d'alloggio" molti e diversi approcci meto- dologici, quali l'Auricoloterapia e lo Shiatzu, 2 3 1 IL CAMPO VIBRAZIONALE: APPROCCIO TEORICO ALLA MEDICINA OLISTICA LA MEDICINA OMEOPATICA NELLA CURA DEL PAZIENTE ALCOLDIPENDENTE IL CONTRIBUTO DELLA MEDICINA ANTROPOSOFICA ALLA CURA DELLE TOSSICODIPENDENZE LA TERAPIA AIKI SHIATSU NELLE PATOLOGIE ALCOOL DERIVATE LA MEDICINA COMPLEMENTARE STUDI OSSERVAZIONALI informa 1 4 5 6 indice Presentiamo le relazioni della sessione "Terapie non Convenzionali" tenutasi con grande partecipazione di operatori il 18 ottobre 2002 a Villa Erba in Cernobbio, durante il Primo Congresso Nazionale a partecipazione Internazionale di FeDerSerD. Inoltre, pubblichiamo alcuni report recenti di studi osservazionali curati nel settore. Come Presidenti di quell'evento accettam- mo con un pizzico di dubbio, misto a curio- sità, la proposta che partiva da operatori lombardi, a iniziare da Cosetta Greco e Maurizio Resentini, di inserire nel già in- tenso programma del Congresso questa tematica. Nostro eccesso di moderazione evidente- mente, poiché da subito molti gruppi in Italia si coagularono sulla proposta. Lo stesso interesse abbiamo verificato in questo 2003 allorchè, nello sviluppo orga- nizzativo nazionale di FeDerSerD, sono state definite le commissioni nazionali permanen- ti di lavoro della Federazione: ebbene il tema delle Terapie non convenzionali ha trovato subito rilievo con la specifica costituzione di una delle 10 commissioni nazionali. Questa commissione è molto attiva, coor- dinata per il direttivo nazionale di FeDer- SerD da Claudio Leonardi di Roma (leonar- [email protected]), e vede quali iniziali componenti Greco, Cicciù, Rosi, Milievich, Sirico. E' obiettivo della Federazione arrivare sugli argomenti più significativi per l'operatività di settore a indicazioni operative, a posi- zioni chiare, se possibile a linee guida, che permettano omogeneità di intervento e di verifica scientifica dei risultati in tutti i Dipartimenti delle Dipendenze del Paese. L'attualità della materia non deriva solo dall'utilizzo diffuso di alcune tecniche com- plementari nei SerT e nei Servizi Alcologici, ma anche da una intensa produzione di progetti legislativi di interesse. Quindi questo primo contributo di analisi sul tema delle Terapie non convenzionali ha lo scopo di aprire una più vasta rifles- sione. Milano, novembre 2003 Alfio Lucchini e Maurizio Fea Direttivo nazionale FeDerSerD SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTARE Novembre 2003

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FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI OPERATORI DEI DIPARTIMENTI E DEI SERVIZI DELLE DIPENDENZE

I N T R O D U Z I O N E

LA MEDICINANON

CONVENZIONALE

IL CAMPO VIBRAZIONALE:Approccio Teorico alla medicina olistica

di Cosetta Greco

La diffusione della Medicina non Conven-zionale (M.n.C.) nel mondo occidentalesta assumendo dimensioni assai impor-tanti, sia per quanto riguarda il numerodelle persone che ne fanno uso (in modoesclusivo o integrato a farmaci allopatici),sia per la qualità dei risultati che la ricercae la sperimentazione in questi settori starivelando.Da qualche tempo in Italia la M.n.C. hapreso piede in molte strutture pubblichee private, tanto che in alcune Regioniesistono già alcuni ambulatori avviatiall'interno delle stesse Aziende Ospedalie-re, com'è avvenuto in Toscana.In particolare in Lombardia, con l'emana-zione della d.g.r. n. VI/48041 del 4.2.2000,è in corso uno specifico Studio Osserva-zionale Regionale, in cui sono stati pre-sentati più di 50 progetti, alcuni di essiproposti da servizi per le dipendenze.Essi hanno per oggetto:• l'Auricoloterapia (Metodo NADA) per la

disintossicazione da alcol, altre droghee nicotina

• la Medicina Omeopatica nel trattamentodelle patologie alcolcorrelate

• il Massaggio Shiatzu nel trattamentodelle patologie alcolcorrelate

Sotto l'ombrello della Medicina non Con-venzionale possono vantare "dirittod'alloggio" molti e diversi approcci meto-dologici, quali l'Auricoloterapia e lo Shiatzu,

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1 IL CAMPOVIBRAZIONALE:APPROCCIO TEORICOALLA MEDICINAOLISTICA

LA MEDICINAOMEOPATICA NELLACURA DEL PAZIENTEALCOLDIPENDENTE

IL CONTRIBUTODELLA MEDICINAANTROPOSOFICAALLA CURA DELLETOSSICODIPENDENZE

LA TERAPIAAIKI SHIATSUNELLE PATOLOGIEALCOOL DERIVATE

LA MEDICINACOMPLEMENTARE

STUDI OSSERVAZIONALI

informa

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indicePresentiamo le relazioni della sessione"Terapie non Convenzionali" tenutasi congrande partecipazione di operatori il18 ottobre 2002 a Villa Erba in Cernobbio,durante il Primo Congresso Nazionalea partecipazione Internazionale diFeDerSerD.Inoltre, pubblichiamo alcuni report recentidi studi osservazionali curati nel settore.Come Presidenti di quell'evento accettam-mo con un pizzico di dubbio, misto a curio-sità, la proposta che partiva da operatorilombardi, a iniziare da Cosetta Greco eMaurizio Resentini, di inserire nel già in-tenso programma del Congresso questatematica.Nostro eccesso di moderazione evidente-mente, poiché da subito molti gruppi inItalia si coagularono sulla proposta.Lo stesso interesse abbiamo verificato inquesto 2003 allorchè, nello sviluppo orga-nizzativo nazionale di FeDerSerD, sono statedefinite le commissioni nazionali permanen-ti di lavoro della Federazione: ebbene il temadelle Terapie non convenzionali ha trovatosubito rilievo con la specifica costituzionedi una delle 10 commissioni nazionali.Questa commissione è molto attiva, coor-dinata per il direttivo nazionale di FeDer-SerD da Claudio Leonardi di Roma ([email protected]), e vede quali inizialicomponenti Greco, Cicciù, Rosi, Milievich,Sirico.E' obiettivo della Federazione arrivare sugliargomenti più significativi per l'operativitàdi settore a indicazioni operative, a posi-zioni chiare, se possibile a linee guida, chepermettano omogeneità di intervento e diverifica scientifica dei risultati in tutti iDipartimenti delle Dipendenze del Paese.L'attualità della materia non deriva solodall'utilizzo diffuso di alcune tecniche com-plementari nei SerT e nei Servizi Alcologici,ma anche da una intensa produzione diprogetti legislativi di interesse.Quindi questo primo contributo di analisisul tema delle Terapie non convenzionaliha lo scopo di aprire una più vasta rifles-sione.Milano, novembre 2003

Alfio Lucchini e Maurizio FeaDirettivo nazionale FeDerSerD

S P E C I A L E M E D I C I N A C O M P L E M E N T A R E Novembre 2003

informa SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTARE

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nati dalla Medicina Tradizionale Cinese, la MedicinaAyurvedica, l’Omeopatia di Hahnemann, l’Omotos-sicologia di Reckeweg, la Fitogemmoterapia di Tétau,l’Antroposofia di Steiner. Esse costituiscono solo una parte di un universoassai variegato, ma unito dal «filo rosso» della con-cezione olistica della cura. É infatti nostra opinione che a porre distanza tra lamedicina allopatica occidentale e «l’altra» medicina,non sia soltanto il tipo di «energia» impiegata, ma ilconcetto stesso di malattia, intesa come «sintomo» didisequilibrio di tutto il sistema uomo-ambiente. Essarappresenterebbe cioè la «soluzione», che con ilminore dispendio energetico, consentirebbe all’indi-viduo di difendere e mantenere la propria omeostasiinterna. La cura della malattia non può dunque esaurirsi nellasemplice soppressione del sintomo, ma deve esserein grado di produrre una nuova modalità d’equilibrioenergetico (s’intende mentale, somatico, ambientale,spirituale) più funzionale al benessere di quel parti-colare individuo, in quel particolare ambiente. I metodi e gli strumenti diagnostico-terapeutici uti-lizzati seguono quindi questa logica di pensiero eimpongono la centralità della relazione medico/ope-ratore-paziente come fattore fondamentale di guari-gione.I soggetti dipendenti da sostanze presentano nume-rose patologie correlate, sia somatiche sia psichiche,che possono essere trattate con le medicine comple-mentari, nell’ottica non solo della risoluzione del sin-golo problema ma soprattutto del recupero generaledell’individuo. Centrale, nella concezione olistica e«sistemica» degli esseri viventi, è il concetto di ForzaVitale, nei termini della medicina omeopatica hahne-manniana, di Qi secondo la MTC o di Prana secondola medicina ayurvedica. Concetto questo, affatto esoterico ed esotico, che hatrovato solide e sperimentali conferme nella fisicamoderna, che con la teoria dei campi quantistici hapermesso di superare «il classico contrasto fra le par-ticelle solide e lo spazio intorno ad esse. (...) Le par-ticelle sono soltanto condensazioni locali del campo,particelle d’energia che va e che viene, perdendoperciò il loro carattere individuale e dissolvendosi nelcampo sottostante» (F. Capra)(1). La scoperta del campo elettromagnetico prodotto dalcorpo umano ha permesso di formulare la seguenteteoria: «Il modello e l’organizzazione di ogni sistemabiologico viene stabilito da un complesso campoelettrodinamico che è in parte determinato dai suoicomponenti atomici fisico-chimici e in parte deter-mina il comportamento e l’orientamento di questicomponenti. Questo campo è elettrico nel senso fisico e per le sueproprietà relative all’entità del sistema biologico in unmodello caratteristico ed è esso stesso, in parte, unrisultato dell’esistenza di queste entità» (H.S.Burr) (2).La nozione di campo associata a quella di «frequen-za di risonanza» di una sostanza permettono di con-siderare la forza vitale dell’individuo come l’espres-sione dell’interazione delle molteplici e varie fre-quenze di risonanza dell’organismo.

Il livello di questa forza vitale è da considerarsi unpiano dinamico, che «ha influenza su tutti i livellidell’essere contemporaneamente e con vari gradi diarmonia e di forza» (G.Vithoulkas) (3). Il nostro organismo modifica il suo assetto energeti-co, cioè il suo piano dinamico, per adattarsi e perrispondere ai «normali» stimoli esterni, siano essiagenti patogeni, influssi ambientali, stimoli stressingmentali o emozionali. Ogni individuo ha tuttavia una propria soglia disuscettibilità, determinata da fattori costituzionali,sociali, psicologici, ambientali, oltre la quale la forzavitale non è in grado di assorbire lo stimolo «patoge-no» con una semplice variazione di assetto dinamico. In tal caso si attiva quindi un meccanismo di difesache ha come obiettivo il mantenimento dell’omeo-stasi del sistema. Il sintomo rappresenta dunque la soluzione generatadal meccanismo di difesa, si esprime dopo un perio-do di latenza ed è, a livello energetico, una modifi-cazione del livello di risonanza dell’organismo. «Una volta che la frequenza di risonanza sia variata,si modifica anche la predisposizione dell’organismoalla malattia; interviene allora un nuovo spettro dimalattie cui l’individuo è suscettibile (...). Il principio di risonanza rende suscettibile l’organi-smo alle influenze morbose essenzialmente ad ununico livello in un dato momento.» (G.Vithoulkas) (4) Quindi il tipo e il grado di malattia cui è suscettibilequel soggetto in quel momento dipende dal suolivello di vibrazione, e il meccanismo di difesa nascedal piano dinamico che «è il piano dell’essenza dellavita (..) permea tutti i livelli, viene prima di essi edinteragisce con loro.» (5). I livelli cui si riferisce Vithoulkas sono il Piano fisico,il Piano emozionale/psichico e il Piano mentale/spi-rituale che, in struttura piramidale, sono tre modalitàdi organizzazione funzionale del campo vibrazionaledell’individuo.Essi hanno un significato gerarchico sia fra di loro,dal più semplice, il piano fisico, al più complesso especializzato, il piano mentale, sia al loro interno. Ogni piano produce una gerarchia di sintomi chemanifestano un grado sempre maggiore di disorga-nizzazione e diminuzione della forza vitale.Nel piano fisico si procederà dai disturbi cutanei -muscolari - ossei - renali - polmonari - epatici -endocrini - cardiaci - cerebrali.Nel piano emozionale dall’insoddisfazione - ansia -fobie - angoscia - tristezza - indifferenza - depres-sione suicida.Nel piano mentale dalla disattenzione - mancanza dimemoria e concentrazione - ottusità - allucinazioni- idee paranoici - delirio - confusione mentale com-pleta.Questo concetto è di fondamentale importanza percomprendere la Legge della Guarigione, su cui si basatutto il processo diagnostico terapeutico della medi-cina omeopatica. Le risposte difensive, sotto forma di sintomi, prodot-te dallo stimolo patogenetico seguiranno gerarchica-mente l’organizzazione funzionale dell’individuo conun andamento dal basso verso l’alto e dall’esterno

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verso l’interno, naturalmente in un organismo la cuiforza vitale sia intatta. Quindi prima si produrranno sintomi fisici poi emo-zionali e quindi mentali. Quest’andamento è facil-mente rintracciabile nella storia di qualsiasi indivi-duo: dall’eczema topico dei primi mesi alle rinofarin-giti e bronchiti, dall’irritabilità all’ansia e alla tristez-za, dalla disattenzione all’incapacità di ricordareall’ideazione persecutoria. Il processo morboso passada un piano all’altro, producendo sintomi di scalagerarchica sempre più alta, a mano a mano che sialtera l’assetto energetico del sistema e s’indeboliscela forza vitale.Il processo di guarigione peraltro avrà andamentoopposto a quello della malattia e quindi procederàdall’interno vero l’esterno e dall’alto verso il basso. Peraltro molti operatori sociosanitari hanno espe-rienza di gravi sintomi mentali migliorati o sparitid’incanto al comparire di una malattia organica emolti medici attenti si accorgono che il rischio dicontinuare a sopprimere processi infiammatori,infettivi o tossici, localizzati a livello delle mucosenon è tanto e solo quello di creare antibiotico resi-stenza, ma soprattutto quello di vedere comparire intempi più o meno lunghi, patologie ben più gravi acarico degli organi parenchimatosi o «incomprensibi-li» attacchi di panico o altrettanto «idiopatiche»malattie autoimmuni.In ogni caso il meccanismo di difesa produce lamigliore risposta possibile dell’organismo in quelmomento a quel particolare stimolo patogeno e ogniintervento «terapeutico» che alteri la direzione dellasua azione rischia di inibire il processo di guarigione. Perché ciò non succeda dunque l’agente terapeuticonon deve sopprimere il sintomo, eliminando la mani-festazione del meccanismo di difesa, ma rafforzare ilpiano dinamico, incrementando la forza vitale del-l’organismo. Ciò può avvenire indirettamente, attraverso unagente che abbia effetto principale su uno dei trelivelli con una ricaduta sugli altri, oppure diretta-mente intervenendo sul campo elettromagneticonella sua totalità.Secondo Vithoulkas attualmente ci sono tre terapieche possono agire direttamente sul piano dinamicol’agopuntura, la pranoterapia e l’omeopatia.

Nella medicina ayurvedica la forza vitale si chiamaPrana « Il prana è energia essenziale, energia vitaleche attiva il corpo e la mente, è responsabile dellepiù elevate funzioni cerebrali e delle attività senso-riali e motorie. Il prana vitale è il prana che è loca-lizzato nel capo, mentre il prana che è presente nel-l’ambiente circostante è il prana nutritivo. Durante l’inspirazione il prana nutritivo penetra nel-l’organismo e nutre il prana vitale. Durante l’espira-zione vengono espulsi prodotti di rifiuto sottili.»(V.Lad) (6) Il prana collega e sottende ai cinque elementi fonda-mentali, etere, acqua, fuoco, aria e terra che si mani-festano nel corpo umano come tre «stati» energeticio umori, i dosha: vata (etere + aria), Pitta (terra +fuoco), Kapha (terra + acqua).

Ciò che di questa visione c’interessa rilevare è unasostanziale affinità con il concetto occidentale dicampo vibrazionale e dei piani energetici (fisico,mentale e emozionale) in cui i sintomi hanno anda-mento sia longitudinale, all’interno del piano, sia tra-sversale, collegando un piano all’altro. Infatti, i tridosha sono gli elementi nella loro orga-nizzazione e manifestazione energetica fisica, men-tale ed emozionale e caratterizzano un certo tipo dicostituzione dell’essere umano. Vata è il principio del respiro, del movimento deimuscoli e dei tessuti, dell’intestino crasso, della pellee delle ossa, ma anche di sentimenti quali la paura el’ansia, dell’irrequietezza e instabilità ma anche dellavivacità mentale. Kapha è il principio dell’acqua ed è presente nei pol-moni, nel rene, nella gola, nello stomaco, provocaemozioni quali l’attaccamento e l’avidità, stati men-tali di lentezza, stabilità e torpidità.Pitta è il fuoco del metabolismo e governa la dige-stione, la nutrizione, la temperatura corporea, il san-gue, gli occhi, le emozioni dell’odio, ira e gelosia, l’in-telligenza ma anche il fanatismo e la «ipertrofia» del-l’ego.La malattia in medicina ayurvedica è il disordine e ildisequlibrio tra elementi, funzioni, dosha. La costituzione individuale determina «l’inclinazio-ne» alla malattia e in definitiva il tipo di percorsodella linea di frattura originata dallo squilibrio psi-chico, spirituale o fisico. «Il danneggiamento degliumori corporei vata-pitta -kapha, crea tossine (ama)che vengono messe in circolazione in tutto il corpo. Durante questa circolazione le tossine si accumula-no nelle aree deboli del corpo.(...) Agni è il fuoco bio-logico che governa il metabolismo. Agni è presente e necessario in ogni tessuto e cellu-la per mantenere la nutrizione dei tessuti e per ilmantenimento del meccanismo immunitario. Quando Agni è indebolito a causa di uno squilibrionei tridosha, il metabolismo ne viene drasticamenteinfluenzato. La resistenza del corpo e del sistema immunitarioviene indebolita. I componenti del cibo non sono digeriti e assorbiti. Essi si accumulano nell’intestino (..). Questo materiale è chiamato ama, ostruisce gli inte-stini e gli altri canali. Alla fine subisce numerose trasformazioni chimicheche creano tossine. Queste tossine sono assorbite ed entrano in circolonell’organismo. Infine si accumulano nelle parti più deboli del corpodove creano contrazione, ostruzione, ristagno edebolezza degli organi (..) si manifesta così una con-dizione di malattia» (V.Lad) (7)

Il collegamento tra il concetto di equilibrio dei doshaed equilibrio dei radicali liberi, proposta dai medici ericercatori dell’Ayurveda Maharishi, è alla base diuno sviluppo teorico clinico di questa medicina cheutilizza ampiamente i modelli della fisica quantisticae la ricerca biologica sul ruolo degli antiossidanti esui radicali liberi. Attraverso la scoperta dei campi

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

quantici, dell’appartenenza dell’osservatore, dell’os-servazione e dell’osservato allo stesso processo e laconsapevolezza che la «solidità» della materia è solouna «illusione creata dai nostri sensi e dalla forzaelettromagnetica». (H.Sharma)(8)La coscienza, il pensiero e la materia non sono piùseparabili né tantomeno alternativi. «...il vecchiodualismo mente-materia... potrebbe scomparire, nonattraverso la materia che diventa in qualche modopiù vaga e inconsistente di prima, e nemmeno attra-verso la mente che si risolve in una funzione dell’o-perare della materia, ma attraverso una materiasostanziale che si risolve in una creazione e in unamanifestazione della mente» (J.Jeans (9).Il «campo unificato della coscienza pura» (osservato-re, osservato e osservazione) è definito da Maharishi«campo unificato dell’intelligenza della natura»mutuando ciò da quanto afferma «la teoria superu-nificata dei campi quantici, che sostiene che tutta lanatura deriva da vibrazioni diverse di un solo campounificato- noto anche come supercampo o campodelle superstringhe» (H.Sharma) (10). Il filo di questo pensiero, per il quale il corpo è «unflusso di vibrazioni immensamente complesso in uncampo sottostante immateriale di intelligenza pura»(11) porta a considerare la malattia come una mani-festazione dello squilibrio dei tre «umori», i dosha(vata, pitta e kapha) o dello squilibrio del sistema diproduzione, eliminazione e accumulo dei radicaliliberi, che sono i principali responsabili sia dei pro-cessi d’invecchiamento sia di quelli degenerativi. Ma in ogni caso, è di fondamentale importanza laconsapevolezza che l’intervento di cura su una parteparziale e specifica del campo non modifica e tanto-meno inverte il processo d’invecchiamento o dimalattia - degenerazione, ma che si deve interveniresull’intero campo vibrazionale dell’individuo. E altrettanto importante è quanto la medicina orien-tale (MTC, Ayurveda) e quella occidentale, l’omeopa-tia così come la medicina steineriana, sanno da sem-pre, cioè che il processo di guarigione si attua sui trelivelli, fisico, emozionale e mentale e che la «coscien-za» né è l’elemento unificante e attivante.

Se il concetto di «coscienza» dell’individuo si esten-de in quello di «intelligenza della natura» possiamofare un ulteriore passo verso il superamento del dua-lismo corpo - mente e spirito -materia. Dualismo che caratterizza il pensiero occidentale eha le sue origini nelle culture egizie e mesopotami-che, nei culti misterici di Iside e Osiride e nel tardoellenismo, che, intrecciandosi alla cultura naturalistagiudaica, hanno prodotto il « drago a due teste» delcristianesimo. L’uomo e la natura sono diventate entità diverse espesso la natura, in quanto «materia» è stata consi-derata espressione inferiore e anche «infera» chedoveva essere sottomessa al controllo della mente edelevata dalla «purezza» dello spirito.La Medicina Tradizionale Cinese, centinaia di anniprima del cristianesimo, aveva già assegnato unnome all’energia unificante tutte le manifestazionifenomeniche della vita, siano esse percepite dai sensi

in forme fisse, corpi e cose, siano percepibili nellaloro manifestazione vibrazionale, luce, pensiero,suoni.«Il Tao ha origine dal Vuoto, e il Vuoto produce l’uni-verso. L’Universo produce il Qi ...ciò che fu chiaro eluminoso salì e divenne cielo e quello che fu pesan-te e torbido si solidificò per formare la terra» (HuaiNan Zi 122.a.c.) (12). Il concetto di Qi è difficile da cogliere pienamenteper una mente «occidentale», si tratta di unenergiache « si manifesta simultaneamente a livello fisico espirituale; (..) è in costante stato di flusso e in varistati di aggregazione. Quando il Qi si condensa, l’energia si trasforma e siaccumula in forme fisiche» (13). La caratteristica diquesto flusso vitale è di cambiare conformazioneenergetica, si potrebbe paragonare alla conformazio-ne «sterica» delle molecole, in base alle localizzazio-ni e alle funzioni che sta svolgendo. Ogni organo e funzione ha il suo Qi e ogni suo mani-festarsi può produrre differenti quadri clinici erichiedere differenti trattamenti. Ma in ogni caso sempre tenendo conto che ognipieno è prodotto da un vuoto nella funzione o nel-l’organo complementare o opposto, ogni caldo è unarisposta ad un freddo e ogni carenza è una funzionedi un eccesso. Ancora una volta la cura è un ristabilire l’equilibrioomeostatico dell’individuo, equilibrio che interfaccial’ambiente dentro e quello fuori del soggetto. Le due diverse forme di aggregazione dell’energia sichiamano in MTC Yin e Yang.Si tratta di due conformazioni del campo vibraziona-le dell’individuo che, opposte e interdipendenti, sitrasformano l’una nell’altra, dalla rarefazione Yang sipassa alla densità Yin, così come l’acqua Yin si tra-sforma in vapore Yang e la luce Yang nel buio Yin. Questo rapporto si presenta anche nell’organismoumano ove le funzioni (Yang) sono alterate primadella struttura (Yin), le manifestazioni acute proce-dono dall’esterno (Yang) all’interno (Yin), l’energiadifensiva (Yang) è impegnata dall’interazione am-bientale prima di quella nutritiva (Yin), il calore(Yang) si produce prima del raffreddamento (Yin). In questa logica ogni eccesso di Yang, per esempio ilcalore e l’euforia prodotti dall’alcol, causa un consu-mo di energia e quindi un aumento di Yin, cioè fred-do e depressione. Non è quindi affatto paradossale notare che la som-ministrazione di sostanze che tentano di aumentarelo Yang, per esempio gli antidepressivi, in condizionedi eccesso di Yang, abuso alcolico, producano ulte-riore stato Yin, cioè depressione. Un ulteriore modalizzazzione del campo vibraziona-le dell’organismo è costituita dal Ciclo dei CinqueElementi, che si ricollega all’analogo ciclo dellamedicina Ayurvedica e al concetto dei dosha.Acqua, Fuoco, Legno, Metallo e Terra, rappresentanonon solo l’insieme delle forme, delle funzioni e delleespressioni dei fenomeni naturali, ma si associano adorgani, funzioni, emozioni e sintomi in un rapportoancora una volta dinamico di reciproca Generazionee Inibizione, Controllo e Ribellione.

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Così come il Legno, cioè Fegato e Cistifellea, alimen-ta il Fuoco, cioè Cuore e Intestino tenue, la cenere diquesto arricchisce la Terra, cioè Milza e Pancreas, chestimolano il Polmone Colon, cioè il Metallo, che con-densa l’Acqua, il Rene, che nutre il Fegato, Legno. Nelciclo di Inibizione l’eccesso cronico di un elementoblocca le espressioni e le funzioni dell’elemento reci-proco: la Paura, Acqua, blocca la Gioia, Cuore-Fuocoe questa inibisce la tristezza, Polmone-Metallo, cheblocca la Rabbia, Fegato che inibisce il pensieromeditativo, Milza-Terra. Come si vede per la Medicina Cinese mentale, emo-zionale e fisico sono modalità di espressione feno-menica di un particolare assetto vibrazionale delcampo, tale è infatti l’Elemento e il suo essere pieno,Yang, o vuoto Yin. La terapia ancora una volta non consisterà nel sop-primere un sintomo, per esempio la rabbia, cioè l’ec-cesso di Yang del fegato, e l’iper produzione di enzi-mi epatici e bilirubina, ma nel tonificare la Terra, cioèla Milza, con effetto dinamizzante sulla mente, pen-siero meditativo, che a sua volta stimolerà l’attivitàdel Polmone, Metallo, che inibisce la Rabbia delFegato, Legno.Come si vede in MTC il nome simbolizza sia l’organoin sé che tutto il complesso di aspetti, funzioni erelazioni psico-fisiche e emozionali da esso prodottee ad esso legate in catena significante. Il Cuore in particolare è considerato la sede delloSHEN, nome che indica il complesso delle attivitàmentali (cognitive ed emozionali), spirituali, laCoscienza, e neurovegetative, il sonno.« La medicina cinese concepisce lo Shen come stret-tamente correlato al corpo. Il Jing (l’essenza) e il Qiformano la base fisica dello Shen. Se il Jing è fioren-te e il Qi vitale, lo Shen è felice e tranquillo. Se inve-ce il Jing è debole e il Qi in vuoto, lo Shen soffre.»(Maciocia) (14).Qui ancora si rappresentano le funzioni mentali e lostato spirituale dell’individuo come la risultante del-l’interazione reciproca di forze, definibili intermini diQi, Yang e Yin, di funzione e d’organo, in una strut-tura logica che tiene mirabilmente insieme il rigorescientifico e l’intuizione poetica e che ha saputo pre-cedere di centinaia di anni le «scoperte» della fisicacontemporanea, a cui faticosamente si adatta il pen-siero positivistico e il preconcetto «razionalistico»della medicina occidentale.Poichè il volo e l’uccello sono inscindibili così nellaloro unicità fenomenica come nell’immanenza dellosguardo che li coglie.

BIBLIOGRAFIA

- Fritjof Capra - The Tao of Physics - New York, Bantam, 1977pagg. 207-211

- H.S. Burr - The fields of Life - New York, Ballantine, 1972 pag. 43

- G.Vithoulkas - la Scienza dell’omeopatia- Ed. Libreria CortinaVerona - pag. 71

- ibidem (3), pag. 78 - ibidem (3), pag. 82- Vasant Lad - AYURVEDA - La scienza dell’autoguarigione -

Ed. Il Punto d’Incontro - 1984 pag. 35- Ibidem (6) pag. 56 e segg.- Hari Sharma - Radicali Liberi - Tecniche Nuove, Milano 1995

pag. 176- Jeans. J., The Mysterious Universe (Cambridge University

Press, 1930) pag. 132- ibidem (8) pag. 194- ibidem (8) pag. 203- G. Maciocia - I Fondamenti della Medicina Tradizionale

Cinese - Casa Ed. Ambrosiana, Milano 1996 pag. 36- ibidem (13) pag. 37- ibidem (13) pag. 73

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

LA MEDICINA OMEOPATICA NELLA CURA DEL PAZIENTE ALCOLDIPENDENTE

di Giorgio Favaro

Mai come oggi si è udito tanto parlare di «MedicineAlternative» da contrapporre come desiderio di rin-novamento agli aspetti più immobili della cosiddettaMedicina Ufficiale, e mai come nell’era attuale si èresa viva la necessità che l’uomo sia finalmente sog-getto e non solo oggetto del proprio malessere, e cheil paziente sia accolto nel suo bisogno fondamenta-le, troppe volte disatteso, quello cioè di essere ascol-tato. Negli ultimi decenni si è assistito ad una rilevantediffusione in tutti i paesi europei di numerose prati-che mediche diverse dalla dottrina scientifica univer-sitaria, e l’Omeopatia rientra in queste discipline,che, assieme all’Agopuntura, la Fitogemmoterapia, laMedicina Ayurvedica, la Medicina Antroposofica, laMedicina Tradizionale Cinese, l’Omotossicologia,l’Osteopatia, la Chiropratica, con il ConsiglioNazionale di Terni del 18 maggio 2002, sono statefinalmente riconosciute e legittimate dallaFNOMCeO come attività mediche a tutti gli effetti, eidentificate (impropriamente) come MedicineComplementari.In quest’ottica si colloca l’ingresso dell’Omeopatia inun possibile modello di cura del paziente alcoldipen-dente, in sinergismo con altre discipline e strategieterapeutiche. Nel nostro caso le metodiche aggiunti-ve chiamate in campo sono state l’Aurico-loterapia(Agopuntura), lo Shiatsu e la Fitoterapia, del tuttocompatibili e integrabili con l’Omeopatia stessa.Oggi esiste molta confusione attorno alla definizio-ne di Omeopatia e spesso viene collocato in ambitoomeopatico anche ciò che non lo è.Il termine Omeopatia deriva dal greco «hómoios»(simile) e «páthos» (sofferenza) e si riferisce ad unametodologia medica ispirata al principio noto come«Legge dei Simili»: le sostanze capaci di intossicare,possono anche guarire, quindi è possibile curaresomministrando deboli dosi di rimedi capaci di pro-vocare, nell’uomo sano, sintomi simili ai disturbi pre-sentati dal malato. Si tratta di una legge conosciuta in antichità, intui-ta dallo stesso Ippocrate nel III secolo a.C., con l’afo-risma «similia similibus curantur» (i simili curano isimili), ma solo C. F. S. Hahnemann (1755-1843),medico sassone del Settecento, parlò di una vera epropria Legge Biologica, basata sul confronto di dueentità cliniche distinte. Da un lato il quadro patologico presentato dall’am-malato, la malattia naturale, e dall’altro l’insieme disintomi provocati nell’uomo sano dalla somministra-zione di un determinato medicamento, la malattiaartificiale.Quindi l’Omeopatia è una pratica medica che tendead indurre una malattia artificiale simile alla malat-tia naturale in atto, così da provocarne la guarigione. Hahnemann disse: «Il potere di guarigione delle

medicine si basa quindi sui loro sintomi, di forzasuperiore simili a quelli della malattia, cosicché ognisingolo caso di malattia viene rimosso e distrutto nelmodo più sicuro, più radicale, più rapido e più dura-turo soltanto da un medicamento che sia capace diprodurre nell’organismo umano la totalità dei sinto-mi nel modo più simile e completo e nel medesimotempo superi in forza la malattia.» («Organon», VIIEdizione, aforisma 27)Già da queste affermazioni si può intuire quanto siasuperficiale etichettare l’Omeopatia come una sem-plice «medicina alternativa». Essa è molto di più: è una scienza complessa e auto-noma, che riconosce nel colloquio e nello studiodella persona le armi migliori per affermare la pro-pria funzione di regolazione e non di semplice sop-pressione del sintomo. L’applicazione pratica della Legge dei Simili presup-pone la conoscenza di un numero adeguato di qua-dri clinici prodotti dalle diverse sostanze sui sogget-ti sani, la raccolta dei dati del paziente e il loro stu-dio secondo regole ben definite. Le sostanze impiegate nelle cure sono ricavate damaterie prime naturali presenti nel mondo vegetale,animale e minerale, il cui uso in piccolissime dosiassicura l’assenza di tossicità diretta e di effettisecondari. L’approccio al malato è globale e personalizzato,volto a considerare la totalità e l’individualità delleesperienze vissute dal paziente, e la malattia stessaè intesa come un mezzo con cui l’organismo cerca didifendere il proprio ordine interno in condizioniambientali avverse. Tale metodo terapeutico, stimolando le capacità direcupero dell’equilibrio biologico della persona, èideale per il trattamento di numerosissimi disturbi, ein misura spesso complementare rispetto alle altrescelte. Oggi però, nonostante si vada affermando una certacoscienza omeopatica, non solo tra i pazienti maanche tra i medici, è ancora evidente la carenza diuna corretta «cultura naturale» nel nostro paese. Contro di essa si erige un muro d’intolleranza fattodi pseudo-informazione e sostanziale ignoranza,anche nei confronti di quanto ormai studia e ricono-sce la scienza contemporanea, vedi le ricerche suicampi vibrazionali e sulla memoria dell’acqua. Infatti l’argomento più diffusamente e banalmenteusato per contestare l’efficacia dell’Omeopatia èl’uso di rimedi diluiti oltre la barriera del numero diAvogadro. Il fisico italiano nel 1811 scoprì che il numero dellemolecole presenti in una grammomolecola di mate-ria è di 6,023x1023: oltre tale numero esponenzialein una diluizione la presenza di una molecola di solu-to nel solvente è casuale e tanto meno probabilequanto più è alta la diluizione stessa. Il cosiddettolimite di Avogadro corrisponde all’incirca ad unadiluizione 12CH*, la dodicesima diluizione centesi-male omeopatica secondo il sistema di Hahnemann. Si tratta di rimedi privi di molecole di sostanza far-macologicamente attiva quindi, e incapaci, secondoi detrattori dell’Omeopatia, di effetto terapeutico.

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Essi negano però l’evidenza della loro indubbia azio-ne biologica, provata da circa due secoli di praticaclinica. È corretto affermare che oltre un certo grado didiluizione non vi sia più alcuna traccia di molecoledella sostanza attiva iniziale (e le moderne prepara-zioni omeopatiche possono toccare e anche supera-re la millesima diluizione), eppure le caratteristichedi informazione terapeutica non sono invariate, anzi,il rimedio si arricchisce di proprietà nuove e com-plesse, tanto da divenire maggiormente attivo alivello emozionale e mentale. Nelle ultradiluizioni omeopatiche esiste sicuramentequalcosa di attivo e funzionante, e con i sistemi dispettrofotometria al laser si può infatti dimostrareche nel solvente rimane l’impronta elettromagneticadella sostanza di partenza, dotata di una frequenzacaratteristica solo di quel soluto, la cosiddetta«memoria dell’acqua», come dimostrò nel 1988Jacques Benveniste, specialista di fama mondiale inricerche sull’allergia e l’infiammazione. Benveniste pubblicò su Nature un articolo in cuisosteneva che «diluendo un principio attivo in acquafino a determinarne la scomparsa, si poteva ottene-re una soluzione capace di conservare in parte leproprietà biologiche del principio attivo stesso». Dimostrò che nelle alte diluizioni ciò che rimanevadel soluto era un campo elettromagnetico caratte-rizzato dalla frequenza d’onda delle molecole dellasostanza iniziale, quindi con ancora tutte le «infor-mazione iniziali». Ipotizzò che l’acqua potesse trasmettere queste«informazioni» ai recettori cellulari in virtù di pro-prietà fisiche specifiche dell’acqua stessa, secondo lateoria dei «domini coerenti». Semplificando, l’acqua poteva comportarsi come ilraggio laser di un lettore di compact disk, che «legge»l’informazione e la «trasmette».Una seconda linea traccia il confine tra la logicadella cura in Medicina Omeopatica e quella dellaMedicina ufficiale, questa più rivolta ai meccanismibiochimici e bioumorali dell’organismo l’altra allefunzioni e all’espressività psico-fisico-emozionaledell’individuo e al suo assetto energetico. Il campo d’azione della medicina chimica, o «allopa-tica», essendo prevalentemente il substrato biologi-co, agisce con meccanismo sostitutivo o antagonista(contraria contrariis curantur), e con leggi definite,studiabili in vitro e trasferibili quasi sempre in vivo. La Medicina omeopatica intende peraltro indurre colsuo «segnale» un’attivazione dei sistemi biologici,attraverso l’attivazione e l’informazione di campienergetici, utilizzando il rimedio più adatto in baseallo stesso andamento clinico che lo stesso rimedioha in precedenza suscitato nel corso della sperimen-tazione sul soggetto sano (similia similibus curantur). L’approccio al paziente alcoldipendente, sulla base diquesta filosofia, permette di considerare l’individuomalato come un’unità funzionale in cui non sonoseparabili gli aspetti mentali e psicologici da quellisomatici, pur trattando prevalentemente le patologiealcolcorrelate. Ogni terapia è stata individualizzata sulla base di

linee guida organizzate in un protocollo terapeutico,per consentire sia la verifica dei risultati che la ripro-ducibilità dei trattamenti. Questo è decisamente l’esempio di un diverso mododi pensare, ed i risultati clinici ottenuti sono giàsignificativi e incoraggianti. Non sempre però si è potuto utilizzare l’Omeopatiaall’inizio del percorso terapeutico: in alcuni casi ilpaziente doveva essere necessariamente «pulito» inun primo tempo, in cui con maggiore evidenza il«centro di gravità del caso» esprimeva segni e sinto-mi soprattutto fisici (modalità locali). Solo successivamente abbiamo cercato di individua-re i rimedi più adatti, estendendo l’analisi anche allesensazioni, ai pensieri, alle emozioni, ai desideri ealle avversioni, cioè all’intero spazio biologico dellapersona (modalità generali). In questa fase, comemetodica «complementare», e in parallelo a tratta-menti di Auricoloterapia e Shiatsu, si è rivelatoessenziale l’impiego della Fitogemmoterapia. La prescrizione omeopatica, è stata quindi precedutao accompagnata da una fase di clearance terapeuti-ca, in cui sono state stimolate le capacità emunto-riali di intestino, vie urinarie, pelle e polmoni. I gemmoderivati, in virtù della loro ricchezza in bio-stimoline tessutali, possono fungere da ottimi dre-nanti, con un meccanismo centrifugo di eliminazio-ne delle scorie verso l’esterno, inoltre svolgonoun’importante azione di stimolo del sistema immuni-tario. Collocando al centro dello studio la persona, nellasua complessità e individualità, nel nostro percorsol’intero atteggiamento medico è stato orientatoverso un’ottica volutamente «antropica» e «vitalisti-ca». Attraverso una lettura del sintomo come espressionedella forza di guarigione naturale, ci siamo posti l’o-biettivo di valorizzare il rapporto malato-terapeuta,e nell’intento di curare il malato e non la malattia. E dove la Medicina tradizionale si occupa in manie-ra meccanicistica del corpo, noi abbiamo analizzatosolo indirettamente tale livello, sondando invece piùda vicino l’energia vitale del paziente. Per l’Omeopatia la vita è retta da un’energia vitaleche regola in un’unità funzionale gli elementi fisici epsichici dell’organismo, di conseguenza, ogni distur-bo in una parte anche limitata del corpo non può cheripercuotersi sull’intero organismo, con danni siafisici sia psichici. Quindi, se i sintomi possono essere letti come un lin-guaggio specializzato che l’organismo adotta persegnalare una condizione di disagio o di pericolo, sitratta di movimenti verso la guarigione e non verso ladistruzione, di attivazione cioè del potere reattivo dicontrollo e regolazione propri d’ogni individuo. Ma quando tale controllo è debole, o con forza vita-le insufficiente, ecco che si rende necessario l’inter-vento esterno. Con questa stessa filosofia, giunta inalterata dallaSassonia del diciottesimo secolo, Hahnemann riuscìa sviluppare e diffondere un tipo di Medicina inno-vativa e ancora attuale, capace di sondare da vicinol’energia vitale dell’uomo, e a dare più rilievo alla

salute e alla totalità dell’individuo, piuttosto che allamalattia. Oggi come allora, l’impegno è di eliminare il pregiu-dizio e trasformare la scienza in coscienza, la «doxa»(opinione), in «episthéme» (conoscenza), tramite lapropria esperienza, il proprio mettersi in gioco quo-tidianamente e la propria voglia di ricerca dellaverità. Oggi come allora la scommessa è proporre unaMedicina che invece di chiedersi: «Che cosa possofare per i sintomi di quel paziente?» sia in grado diporsi la domanda: «Che cosa posso fare per quelpaziente, che ha quei sintomi?».

IL CONTRIBUTO DELLA MEDICINA ANTROPOSOFICA ALLA CURA DELLE TOSSICODIPENDENZE

di Maurizio Resentini

Non è possibile qui riassumere, in poche pagine,ltrattare esaurientemente dei principi della medicinaantroposofica applicata al campo delle tossicodipen-denze.Tale forma articolata di terapia trova applicazionepratica in altri Paesi dell’Europa, principalmente inOlanda, dove da tempo opera una struttura specifi-ca, ARTA, riconosciuta ufficialmente dal GovernoOlandese. La comunità si avvale di alcune strutture, differen-ziate per fasi di trattamento e per tipologia di tera-pia. Essenzialmente una comunità per la prima fase delprogramma, due strutture per la fase centrale estrutture per il reinserimento, oltre che struttureambulatoriali. In tutte vengono accolti tossico ed alcoldipendenti diambo i sessi e di tutte le età, ed anche giocatori d’az-zardo.

Prendendo allora spunto dalla descrizione di talestruttura, che ho avuto modo di conoscere, vorreidare qui alcuni spunti con la speranza che possanocreare un interesse anche nel nostro Paese, per taleapproccio terapeutico. Proprio con tale spirito l’Associazione per la ricerca elo studio in Medicina Antroposofica (ARESMA -Milano) ha organizzato nel 2001 un corso articola-to in più giornate sul tema «Il Contributo dellaMedicina Antroposofica nella cura della tossicodi-pendenza e della malattia da HIV», che ha toccatotutti i temi della presente relazione, che di essi hacercato di essere imperfetta sintesi. Nel 2002 si è tenuto, sempre a Milano e sempreorganizzato dall’ARESMA, un seminario di appro-fondimento e anche tale iniziativa ha inteso essere distimolo alla creazione di iniziative terapeutiche incampo antroposofico in Italia che, mi auguro, possa-no presto concretizzarsi.

La base concettuale delle varie terapie si riferisce allascienza dello spirito o antroposofia, concezione delmondo fondata da Rudolf Steiner agli inizi del ven-tesimo secolo. Essa presenta una propria dottrina della conoscen-za,una propria visione dell’uomo e della natura, cheha trovato applicazioni pratiche in molti campi dellascienza, dalla medicina alla psicologia, dalla pedago-gia all’agricoltura, dalle arti alla filosofia.

Nella struttura di ARTA, ma gli stessi strumenti pos-sono essere proposti anche per strutture ambulato-riali, la cura si caratterizza per la possibilità di avva-lersi di alcuni strumenti precipui che verranno diseguito accennati, tutti derivanti dalla concezione

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scientifico - spirituale antroposofica.

Si tratta di: un lavoro biografico; l’utilizzo di rimedispecifici di questa medicina, secondo un razionaleche si ispira alla concezione dell’uomo tripartito equadripartito ed ai quattro organi fondamentali;l’uso di terapie complementari che vanno dalle tera-pie esterne (massaggio ritmico, ecc.) alle terapie arti-stiche (pittura, modellaggio, musica), tra cui alcunesviluppate su un preciso impulso di Rudolf Steiner,ovvero l’arte della parola e l’euritmia, in particolarmodo applicate in senso terapeutico.

CENNI GENERALIPer comprendere alcuni concetti fondanti le terapieantroposofiche occorre accennare, operando unasemplificazione ed una schematizzazione estrema, aiconcetti di tripartizione e quadripartizione con iquali viene considerata la costituzione dell’essereumano.

Il concetto di uomo tripartito si riferisce sia alla sud-divisione delle facoltà umane, sia alla suddivisionefunzionale dell’organismo. Per quanto riguardale facoltà umane abbiamo il pen-sare, elemento con il quale l’Io è partecipe del dive-nire del mondo; il sentire, elemento che ci consentedi permanere entro noi stessi, nella nostra soggetti-vità; il volere, percezione del rapporto fra noi stessi egli oggetti del mondo, ovvero l’impulso che fa segui-to al percepire.

A questo concetto di tripartizione tra pensare, senti-re e volere si affianca quello già accennato in siste-ma dei nervi e dei sensi, sistema ritmico e sistemametabolico e degli arti.

Possiamo quindi dire che abbiamo il polo della vita delpensiero, della vita cognitiva, nella sfera del capo,una vera e propria sfera, chiusa al mondo esterno,dove principalmente opera il sistema dei nervi e deisensi, che abbiamo il polo della vita volitiva là dove siproduce ciò che serve al movimento ed alla vita voli-tiva, quindi metabolismo e ricambio, nel sistemametabolico e degli arti, che polarmente al polo neuro-sensoriale è aperto al mondo esterno, radiale e nonsferico. Nel polo mediano abbiamo la vita del sentimento, cheoscilla fra l’apertura e la chiusura, fra ambiente ester-no ed interno, il sistema ritmico, che trova anchemorfologicamente un’immagine nella conformazionesemisferica, si potrebbe dire, della gabbia toracica. Rudolf Steiner fa un’ulteriore differenza fra questavita indicata come vita dell’anima e quelli che sonostati di coscienza, di consapevolezza: la sfera del pen-sare opera in una coscienza di veglia, siamo desti; lasfera del sentire attiene ad una coscienza di sogno,quella del volere ad una coscienza di sonno: dormen-do non vi è consapevolezza di noi stessi. Tutti i processi organici che sono a base della nostraattività volitiva non sono a livello cosciente, anziquando vengono a coscienza emergono come doloreo come disagio proprio perché normalmente nella

situazione di salute sono in una situazione di nonconsapevolezza.Già da qui si può definire una possibile relazione frail corpo (e quindi fra l’elemento fisiologico - funzio-nale) e la vita animico - spirituale e della coscienza.

Ma viene considerata anche un’altra suddivisionefondamentale, una costituzione quadripartita del-l’uomo, che va accennata per l’importanza nellaterapia di far riferimento ai 4 arti costitutivi dell’uo-mo (da non confondersi con i 4 organi fondamenta-li, di cui si accennerà in seguito), ovvero Io, Corpoastrale, Corpo Eterico e Corpo Fisico.

Il corpo fisico è la componente materiale del corpoumano, che abbiamo in comune con il regno mine-rale. E’ la componente materiale, che soggiace alle leggidella chimica e della fisica: si può misurare, pesare,ecc.

Il corpo eterico è la componente vitale del corpoumano, che abbiamo in comune con il regno vegetale. Le leggi di riferimento sono quelle della crescita edella metamorfosi, secondo leggi del ritmo.

Il corpo astrale è la componente neurosensoriale delcorpo umano che abbiamo in comune con gli con glianimali, che come noi possiedono movimento e vitainteriore.

L’Io è la componente precipuamente umana, che noncondividiamo con nessun altro essere vivente. E’ l’elemento della coscienza e si sviluppa secondotre forme animiche: anima senziente, razionale,cosciente.

Esiste anche una settemplice costituzione dell’uomo,che oltre ai quattro arti costitutivi indicati, conside-ra anche il «Sé spirituale» (o coscienza immaginati-va), lo Spirito vitale (o coscienza ispirativa ) e l’Uomospirituale (o coscienza intuitiva), di cui, per motivi disintesi, non è possibile qui accennare.

IL LAVORO BIOGRAFICOLa biografia umana può essere considerata in base adeterminate ritmicità: Rudolf Steiner ha propostouna scansione in settenni. I primi tre settenni vengono visti come determinantiper un corretto sviluppo sia fisico che morale del-l’uomo, sviluppo che può essere condizionato anchedalle esperienze avute in quel periodo.

Nello studio biografico vanno quindi considerati isettenni, come tappe di formazione di un particolarearto costitutivo e le relative patologie, che possonomanifestarsi anche in età successive, qualora vi sianostate delle turbe in quel definito settennio.

Il lavoro autobiografico, come viene proposto nellaprospettiva antroposofica, considera inoltre altrescansioni ritmiche significative (es. i nodi lunari) omeccanismi particolari, quale ed esempio quello del

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rispecchiamento tra settenni corrispondenti, su cuinon è possibile qui soffermarsi.

E’ comunque fatto assodato che il ritmo è qualcosadi assolutamente alterato, nei tossicodipendenti, apartire dal ritmo quotidiano. Come base per una terapia è necessario partire dalrecupero di un sano di ritmo quotidiano, cosa cheviene fatta nelle comunità terapeutiche ad orienta-mento antroposofico, come verrà illustrato in segui-to. Questi pazienti, che portano con sé delle parti dellaloro personalità immatura, che non sono cresciute,vengono accompagnati in un percorso a ritroso, cer-cando di rivisitare, recuperare e sanare delle espe-rienze che non sono state vissute in modo fisiologi-co nel loro passato.

Ci sono quindi tre elementi fondamentali che caratte-rizzano i primi tre settenni, che, anche nel caso dipatologie come la dipendenza, possono non averavuto la possibilità di maturare in un modo armonico. Nel primo settennio tema fondamentale è che ilbambino possa sperimentare una fiducia nel mondo,nel senso di poter percepire che il mondo è buono. Nel primo settennio il bambino non ha coscienza delmondo esterno, ma è per così dire immerso in ciò chelo circonda, e questi impulsi lo plasmano, agendosulle forze plasmatrici che modellano la corporeità;questi impulsi, provenienti dalla madre, ma anchedall’ambiente stesso, sono elementi che si imprimo-no nel corpo vitale, eterico, impegnato a plasmare lacorporeità e quindi anche nel corpo fisico, in sensopositivo o negativo e possono agire anche a livellodei singoli organi. In tal senso gli stimoli che giungono nei primi treanni di vita sono determinanti, per la vita psichica efisica futura, e ciò è dato acquisito anche dalla peda-gogia e pediatria «convenzionali». In tale ottica si possono intuire anche i danni deri-vanti da una precoce intellettualizzazione, intesa quicome sottrazione intempestiva di forze ancoranecessarie per l’armonico sviluppo del corpo e degliorgani.

Lavorando con i tossicodipendenti i terapeuti hannol’impressione che vi sia stato, per i motivi più dispa-rati, un deficit in tale fase di sviluppo e diventaessenziale, all’interno delle comunità terapeutiche diARTA un lavoro di rieducazione sensoriale, anchecon delle modalità semplici, anche ad esempio sem-plici esercizi di osservazione, perché spesso questipazienti sono talmente inviluppati nei loro problemida non aver consapevolezza di quello che incontrano

nel mondo esterno. Esercizi apparentemente semplici sono in realtà’rivelatori di un forte deficit di contatto con la realtà’esterna; per cui vengono proposte tutta una serie diattività tendenti a ristabilire un corretto equilibriotra la dimensione interiore e quella esterna.

Nel secondo settennio parte di queste forze plasma-trici, liberate dal compito di edificare il corpo fisico,si liberano e diventano forze psichiche. Per la pedagogia secondo le indicazioni di Steiner daisette anni inizia l’età scolare del bambino con lacapacità di apprendimento, con la capacità di crear-si delle immagini, a seconda della propria persona-lità, che aiutano la conformazione di forze psichiche,che lo orientano nella realtà e gli danno quell’equili-brio tra forze di bene e male, di vero e falso, di belloe brutto, che impronteranno in seguito il suo agiremorale. E, quindi, nel secondo settennio, il bambino può pla-smare non solo la sua corporeità fisica, ma anche lasua sfera animica, secondo un modello che poi glirimarrà come modo di sentire per tutta la vita.Elemento caratterizzante il secondo settennio è dun-que la possibilità di sperimentare come il mondo siabello.Elementi di disturbo intercorsi nel secondo settenniocomportano la necessità di recuperare questo ele-mento. Spesso, come dicono alcuni psichiatri, nell’ambitodella psico-patologia, del disagio psico-sociale,regna l’elemento del brutto, del banale.Ecco perché ad esempio anche nelle comunità Artaun aspetto importante del lavoro terapeutico riguar-da l’insegnamento della storia dell’arte. Altri elementi di armonizzazione vengono indicatidalla pedagogia steineriana nella musica, assiemeall’euritmia.

Nel terzo settennio, invece, il tema dominantedovrebbe essere quello di riuscire a fare un’esperien-za del vero, della verità. Con il raggiungimento della maturità sessuale abbia-mo una ulteriore metamorfosi di forze psichiche, chedovrebbero dare luogo a quella maturità che per-metterà di sviluppare un corretto senso sociale, perfarlo inserire nella società sia come individuo siacome parte di una comunità.Non serve sottolineare come nel campo delle tossi-codipendenze vi sia una distorsione macroscopicadella verità, un elemento di menzogna patologicache diventa uno strumento quotidiano della manipo-lazione. Si percepisce come questo rapporto con il vero non

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ARTI COSTITUTIVI ORGANI CARDINALI ELEMENTI NATURALI TEMPERAMENTI

Io CUORE Fuoco CollericoCorpo Astrale RENE Aria Sanguinico Corpo Eterico FEGATO Acqua FlemmaticoCorpo Fisico POLMONE Terra Malinconico

sia stato assolutamente sviluppato. Alcuni pazienti non hanno più coscienza di quandoraccontano bugie o di quando dicono la verità. E’ utile ricominciare dall’osservazione dal vero, inco-minciare a far fare riproduzioni dal vero di alcunioggetti della natura, percezioni con le mani ad occhichiusi per riuscire a ritornare ad una certa oggetti-vità. Possono essere anche i primi esercizi nel corso di unaterapia artistica.

Quindi rieducare gli organi di senso, sperimentareuna sana ritmicità e coltivare una nuova sensibilitàartistica, riconquistare un approccio alla veritàrispetto a un superamento di un’attitudine menzo-gnera sono un po’ i tre elementi fondamentali dellavoro che dovrebbe essere fatto in generale in ambi-to terapeutico con queste persone.

Il lavoro biografico è quindi uno degli strumentiterapeutici applicati ad Arta e, secondo questa pro-spettiva, sottolinea che vi è sempre la possibilità perriprendere in mano la propria vita e completarequanto di incompiuto ci si è lasciati indietro. Assieme al lavoro biografico si utilizza un insieme dialtri strumenti terapeutici, tra cui farmaci e rimedispecifici della medicina antroposofica.

LE TERAPIE MEDICHEPer accennare alle terapie mediche, che si avvalgonodi specifici rimedi, occorre fare un accenno ulterio-re a quelli che vengono considerati, nella medicinaantroposofica, i quattro organi fondamentali, ovverocuore, rene, fegato e polmone. Questi quattro organi si possono correlare sia aiquattro arti costitutivi, che ai quattro temperamen-ti, secondo lo schema qui riportato, da considerare,così come ogni schematizzazione, puramente esem-plificativo e semplicistico:

Ogni organo può essere interessato a tre livelli, fisi-co, eterico (o funzionale) ed astrale (o psichico). Anche le terapie quindi possono essere mirate aseconda della potenza impiegata, per rinforzare odattenuare l’influsso dei tre corpi costitutivi o perintervenire su uno specifico sistema dell’organismo:neurosensorio, ritmico o metabolico.

Durante gli incontri avuti con il dottor Joop VanDam, medico antroposofo olandese che si occupaoltre che di pedagogia terapeutica anche della strut-tura di ARTA presente a Zeist, il dottor Van Dam haillustrato le sue esperienze professionali.Arrivando ad Arta il dott. Van Dam si è chiesto se ipazienti potevano essere riconosciuti in base agliorgani, ovvero se ci potesse essere relazione tra tipodi organo e droga utilizzata e se la possibile tipizza-zione d’organo fosse precedente all’uso di droga, o sifosse manifestata dopo l’uso di sostanza. Di fatto valevano entrambe le ipotesi.

Anche qui, tenendo sempre presenti i limiti dellesemplificazioni e delle schematizzazioni, si potrebbe

quindi tentare una relazione tra organi e sostanze,considerando che gli organi sono fatti in modo taleper cui la loro periferia è legata alla coscienza, men-tre il loro interno non deve avere coscienza. Pertanto accennando ai quattro organi principali sideve tenere presente come essi possono avere rile-vanza nella causa di malattie psichiche. Ciò peraltro non si può comprendere se si permanein una concezione rigidamente dualistica tra corpo eanima o spirito, tra materiale ed «immateriale».

Il POLMONE La funzione del polmone consiste in uno scambiopermanente con il mondo esterno; a livello psichicola funzione è quella di metterci in relazione con glialtri, una funzione sociale, poiché il contatto socialesi può considerare una sorta di respirazione. Se il polmone tende a prendere una certa preponde-ranza sugli altri organi, il principio «terra» tende aprevalere su tutto l’organismo, si avverte un sensogenerale di pesantezza, di fatica, il malinconico siripiega su se stesso, ha paura di ciò che lo circonda. Preferisce confondersi nell’anonimato della follapiuttosto che avere un contatto personale. Ciò provoca alla fine immobilità del pensiero ed ideefisse, una ritenzione di idee che però hanno il peso diun solido. Quindi se nella parte interna del polmone entra lacoscienza, entra qualcosa legato alla fisicità dellaTERRA, e si ha compulsione, ossessione, ecc. Tutto diventa troppo fisso, troppo rigido.

Il FEGATOOrgano essenzialmente eterico, è legato all’ACQUA.Quando essa ristagna si tende alla depressione. Il flemmatico presenta l’inerzia dei liquidi, che ten-dono a tornare spontaneamente nella loro posizionedi equilibrio. L’inerzia può diventare paura della vita, sino alladepressione più grave, sino all’abulia, che si puòalternare a episodi maniacali se il processo biliarediventa eccessivo, per alterne fasi.Depressione significa che i pensieri arrivano ad unpunto morto, si torna sempre indietro agli stessi pen-sieri, i pensieri nella depressione girano sempre intondo, senza vie d’uscita. I pazienti, nell’ambito della volontà, avrebbero vogliadi volere, ma non ci riescono proprio.

Il RENEOrgano astrale, è legato all’ARIA. L’aria va sempre molto veloce, mutevole. Il tipo renale, sanguinico, avrà emozioni vivaci, brevie mutevoli. Si ha intelligenza mobile e viva, al contrario della fis-sità malinconica, ma intelligenza fredda, senza fuocoe se mai vi si manifestasse un fuoco, sarebbe fuocodi paglia o fuoco d’artificio. Dal disturbo di tipo schizoide si può arrivare allaschizofrenia.

Il CUOREIl collerico ha una personalità forte in quanto preva-

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le il calore, l’Io. Il cuore è legato al FUOCO. Personalità forte, si diceva, che tende ad imporre lasua volontà ed a perseguire fino in fondo un suoscopo. Ed a seconda di questo scopo può essere anchemolto generoso. Ad ogni ostacolo monta la collera. Se si ha una prevalenza di quest’organo la suprema-zia dell’Io si può voler affermare in modo eccessivo,egocentrico, e il soggetto «deve» raggiungere loscopo prefissato a dispetto di tutto, anche se si èdimostrato che tale scopo è sbagliato o irraggiungi-bile. Si diventa temerari, la volontà diventa follia. Si arriva all’autodistruzione, trascinando anche glialtri alla rovina. Il fuoco diventa un incendio che devasta tutto. Se questo fuoco esce senza essere controllato, fer-mato, si manifesta una mania.

Si può quindi immaginare quella che può essere unasostanza «tipo» per ogni organo, come esercizio teo-rico, avendo ovviamente ben presente che il tossico-dipendente nella maggior parte dei casi assume tuttauna serie di sostanze d’abuso.Al fegato potremmo correlare l’alcool: i depressiassumono frequentemente alcool.Il rene si correla alle amfetamine, all’ LSD e un po’ atutti gli allucinogeni, funghi compresi. I «tipi renali» volano sulle ali dell’aria.Il cuore si lega alla cocaina; i «tipi cuore» voglionocorrere avanti agli altri, bruciare intensamente leesperienze.Il polmone si lega all’eroina; la sostanza tipica del-l’organo «terra» rende freddi, ci si chiude al mondoesterno, si va in un mondo sotterraneo.

Da questa possibilità di chiave di lettura diagnosticasi può derivare anche un possibile indirizzo nellascelta terapeutica.

LE TERAPIE ARTISTICHELa terapia artistica, nell’ambito della medicinaantroposofica, viene utilizzata non come correlatomarginale, ma come un elemento di vero aiuto perl’individuo malato, in quanto l’arte è già per se stes-sa elemento terapeutico.

Già l’ammirare un’opera d’arte, intesa come risultatodi un atto creativo in grado di far fluire nell’anima dichi la osserva forze spirituali correlate al «buono» al«bello « ed al «vero», che l’artista ha come trasferitonella materia è, già di per sé, un atto terapeutico.

Quindi ogni arte in questo senso è terapia. Perché la terapia altro non è che l’arte di inserire unelemento di equilibrio in un organismo fisico malato,in cui le forze psichiche e le forze vitali, che dovreb-bero avere un rapporto tra loro caratteristico e abba-stanza costante in rapporto all’età dell’individuo,interagiscono in modo non corretto.

Mentre, nel contemplare un’opera d’arte, comedetto, fluiscono in noi contenuti spirituali dell’arti-sta, nel «fare» terapia artistica esercitiamo un attovolitivo che agisce sulla materia (la creta, il coloreecc.) e, se opportunamente guidati ed indirizzati,attraverso questo possiamo percepire le forze spiri-tuali che in noi operano in modo più o meno equili-brato, in relazione anche al nostro stato di salute. In tal senso la terapia artistica intesa in senso antro-posofico è un atto cosciente, di presa di coscienza,non un atto lasciato all’istinto, sia pur un possibileistinto «creativo». Attraverso l’educazione dei sensi si vuole per un per-corso progressivo e cosciente recuperare quello chenei settenni non si è armonicamente sviluppato orealizzato, e in tal senso operare in senso terapeutico.

Se allora siamo in grado di scegliere, nel singolocaso, singole arti, esercitate sotto la guida di unterapeuta, vediamo come si possa efficacementeintervenire nel processo di ristabilire un certo equi-librio, fondamentale nel processo di cura. Assumendo come dato derivante dallo studio biogra-fico che, nella genesi di molte patologie, tra cuianche le tossicodipendenze, emerge il fatto che incerti periodi della vita, nei primi settenni, è interve-nuto un fattore di ostacolo ad un determinato pas-saggio nello sviluppo, che non è stato vissuto e chequindi va recuperato nell’età adulta, troviamo nellaterapia artistica, secondo appunto le indicazioni diRudolf Steiner, uno strumento di supporto ad unadiagnosi e, quindi, ad una conseguente terapia, uti-lizzando le varie arti per strutturare meglio il corpofisico, il corpo eterico, il corpo astrale, l’Io. Realmente allora nella terapia artistica abbiamo unostrumento che è molto preciso e molto efficace,molto più di quanto non si possa credere.

Un breve accenno all’euritmia, una nuova arte cheRudolf Steiner ha indicato come arte del movimento,come un linguaggio visibile, che rende possibilearmonizzare le forze del corpo eterico dell’uomo, delcorpo vitale che agisce per tutta la vita strettamen-te congiunto al corpo fisico ed ha in se’ le forze diguarigione. E l’euritmia terapeutica induce, in modo cosciente,ad entrare in forme che vengono eseguite come gesticon il corpo, ma che vengono percepite interiormen-te come forze formative nell’individuo. Forze formative archetipiche intrinseche ad esempioalla pronuncia dei suoni: le vocali che, partendo dal-l’interiorità dell’uomo, esprimono ciò che l’uomointeriormente è e lo rafforzano nell’ambito psichico;le consonanti, che esprimono le forze che ci vengo-no incontro dal mondo della natura, dal mondoesterno, e che corrispondono a processi nella nostrainteriorità.

Anche l’arte della parola è una nuova arte e terapiaindicata da Rudolf Steiner ed agisce attraverso il lin-guaggio, la parola, facoltà dell’uomo e che nessunaltro essere del mondo della natura possiede. L’articolazione della parola è connessa con la stazione

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

eretta dell’uomo e la stazione eretta dell’uomo èconnessa alle forze dell’organizzazione dell’Io, chesolo l’uomo ha dentro di sé. Questa è la differenza sostanziale tra l’uomo e glialtri esseri. L’arte della parola agisce attraverso l’elemento delcalore, per l’azione di forze che agiscono sull’Io, inquanto l’arte della parola, attraverso l’organo dellalaringe, sviluppa calore, un calore che infiamma icuori, oltre al calore fisico che si manifesta attraver-so l’aria espirata L’elemento di calore, attraverso cui l’arte della paro-la si esprime, ha come effetto quello di rafforzare ilpensiero, di rafforzare la coscienza.

La scultura e il modellaggio agiscono armonizzandoil corpo fisico e l’eterico, rafforzando la volontà. Imprimendo delle forme alla materia, che viene scel-ta anche a seconda delle necessità terapeutiche, siha un’azione di forze eteriche nel fisico; quindi lascultura opera un rafforzamento della volontà, per-ché chi lavora la materia, quanto più la materia èdura, tanto più deve usare anche la forza fisica: l’im-pegno della volontà si evidenzia anche attraverso ilcalore, che viene prodotto lavorando la materia.

La pittura agisce facendo passare forze del corpoastrale nell’ambito del corpo eterico. Agisce prevalentemente attraverso l’uso di un mezzoliquido - pensiamo alla pittura con l’acquarello, o lapittura a olio - ed essa rafforza l’elemento del senti-mento, l’ambito intermedio tra pensiero e volontà. Nella pittura sono principalmente le forze astrali cheagiscono sul corpo eterico.

La musica agisce attraverso l’elemento dell’aria; lavibrazione si trasmette nell’aria e rafforza ancora ilsentimento in un aspetto diverso rispetto alla pittura. Nella musica sono le forze dell’organizzazione dell’Ioche agiscono sul corpo astrale, ma anche la musicaagisce, come la pittura, nell’ ambito del sentire.Azione della terapia musicale è «sciogliere» alcuninodi e portare movimento. A volte è necessario portare anche forma, e la musi-coterapica, ad esempio con l’uso delle percussioni,aiuta in tale finalità. Pazienti che si sentono «fuori» dalla realtà del mondosi trovano subito a loro agio con la musicoterapia. Nell’ambito di una terapia il paziente può iniziarecon un determinato strumento e poi viene accompa-gnato nel percorso di guarigione cambiando magaristrumento.La scelta degli strumenti musicali assume una parti-colare importanza anche perché, a seconda dei tipi,si può agire selettivamente ad un livello differentedell’organizzazione umana. Ad esempio, anche qui tentando una schematizza-zione da considerare con le dovute riserve, gli stru-menti a fiato si legano prevalentemente alla sfera alpensare, gli strumenti ad arco a quella del sentire, lepercussioni a quella del volere.

Sovente il passo successivo di un percorso terapeu-

tico iniziato con la terapia misurale è l’arte dellaparola.

LA STRUTTURA DI ARTA, COMUNITÀ OLANDESEPER TOSSICODIPENDENTILa comunità si articola in varie fasi, cui corrispondo-no luoghi diversificati. Come detto in apertura, è riconosciuta del Governoquale struttura psichiatrica specializzata per tossi-codipendenti.

L’inizio del programma inizia nella struttura diHamingen, un piccolo villaggio dell’Olanda setten-trionale, proprietà della Fondazione Arta. Vi sono 15 residenti ed attorno ad essi vivono i col-laboratori, anche con i propri familiari. Vi si effettua la prima fase del programma, dallastrada, dopo la disintossicazione

Il programma è strutturato in senso pedagogico, conlegame al 1° settennio di vita dove per il bambino visono tre elementi fondamentali: • tranquillità e pace• purezza• ritmo

E’ molto importante che vengano riscoperti e rispet-tati i ritmi del giorno, della settimana, ma anchequelli della natura, delle feste dell’anno. L’igiene non è quindi soltanto quella fisica, ma anchequella del tempo.Così come i bambini (se ci rifacciamo allo sviluppo insettenni) devono imparare a trattenere le feci e l’u-rina, qui i pazienti devono imparare a trattenere leemozioni. Ogni cosa ha il momento giusto: c’è iltempo per lavorare, c’è il tempo per la conversazio-ne, c’è il tempo per esporre i problemi. Si va a letto presto e presto ci si deve addormentaree dormire almeno otto ore. Occorre riportare la notteed il giorno al loro posto, dato che i tossicodipen-denti hanno un ritmo alterato e scambiavano il gior-no per la notte.Ciò è molto importante perché crea uno spazio inte-riore, di quiete; combatte la frettolosità; ogni cosaha un suo tempo e ciò da’ fiducia perché si capisceche non si deve fare tutto subito, che si avrà tempoanche il giorno dopo, che domani io sarò ancoravivo.Anche il lavoro è importante ed ha sempre un gestoaltruistico: chi lavora, lavora per tutti, chi è in cuci-na lo fa per tutti, ecc. Ma passa anche il messaggio che il lavoro può anchenon avere un riscontro immediato: chi semina icampi sa che altri ospiti, successivamente al suo pas-saggio in altra struttura, raccoglieranno i frutti, cosìcome egli gode del lavoro di altri che lo hanno pre-ceduto. Tutto questo si fa in contrapposizione all’egoismotipico dei tossicodipendenti, e combatte anche labrama di avere tutto e subito, anch’essa tipica deltossicodipendente.Non ci sono eccezioni ai compiti della giornata. Non si pretende il massimo rendimento sul lavoro, si

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valuta quali lavori assegnare, ma non è ammessostare al letto, per evitare il pericolo di essere risuc-chiati indietro con i pensieri, ai tempi della tossico-dipendenza attiva.

Dopo sei settimane, secondo determinati criteri, ilpaziente passa ad «Aan Zet «o a «De Witte Hull», duestrutture residenziali situate a Zeist, una cittadinavicina ad Utrecht, dove la permanenza è di circa 8 -10 mesi. Witte Hull è più adatta a persone non pesantemen-te traumatizzate, Aan Zet è pensata per quelle conpesanti traumi.

Nella struttura di Witte Hull i pazienti lavorano nel-l’interiorità; per cercare la causa della dipendenza, siscende nella biografia.

La struttura di Aan Zet è nata dalla esigenza diaumentare ed espandere Arta e dall’osservazioneche, quando alcuni pazienti, una volta finito il per-corso a De Witte Hull entravano nella fase di «con-solidamento» evidenziavano che la vita a W. H. eratroppo isolata, troppo «chiusa tra le mura». La critica che si evidenziava quindi nella fase di rein-serimento era che nella W.H. era tutto proiettato allaricerca interiore (non radio né TV, niente sigarette,ecc.) ed era importante che, prima del rientro nellavita di tutti i giorni ci si potesse confrontare conquesti elementi, che fanno parte della vita sociale, econfrontarsi con loro senza aver bisogno di droghe.Per cui si è strutturata la casa di Aan Zet, che è unambiente «semiaperto».Chi vive qui può incontrare quanto incontra comu-nemente nel mondo: gente, traffico stradale, drogheed altro e queste esperienze con tutte le cose delmondo vengono sempre discusse con gli operatori. Anche quello che si vede in TV, nei telegiornali.I pazienti di Aan Zet arrivano dalla prima fase(Hamingen) e vengono coinvolti in attività lavorativeesterne, il posto di lavoro è fondamentale perchéattraverso questo avviene il reinserimento e la riso-cializzazione. Il lavoro viene garantito da una dozzina di centri,prevalentemente antroposofici, in rete con laComunità, con i collaboratori della sede. Tutti rientrano per i pranzo in comune. Nel pomerig-gio rimangono in sede, per terapie e colloqui.Dopo 8-9 settimane di permanenza si predispone unprogetto settimanale secondo cui il paziente è pre-sente in Comunità per i primi tre giorni, poi per duemezze giornate.

Finito il programma, generalmente, i pazienti hannouna grande paura ad uscire ed a lasciare laComunità; per questo nella fase di reinserimentovanno a vivere con ex-ospiti e così si crea una rete.

La fase di rientro avviene in una località vicina, dovevi sono circa 10 case dove i pazienti, o meglio gli ex-pazienti abitano.Dipende da loro il tempo di permanenza, da una set-timana ad un anno.

Nelle prime dieci settimane hanno un programmamolto intensivo. Vi sono colloqui il lunedì (cosa haifatto nel fine settimana, eventuale uso di alcool, dro-ghe; sesso ecc.) ed il venerdì (si pianifica cosa si farànel fine settimana). Questi sono passaggi fondamentali: si pensa a checosa fare, lo si pianifica e poi si valuta ciò che si èfatto, si programma il proprio tempo e non si è più inbalia del pub o di altro per passare il tempo. Nei tre giorni centrali della settimana si va a lavorare.

Nelle prime tre settimane il paziente decide chelavoro vuole fare; nelle successive tre settimaneviene consigliato, se del caso, su che lavoro sarebbemeglio per lui fare, se il lavoro scelto non è quello piùadatto; i collaboratori di ARTA non parlano mai coni residenti dei loro problemi personali ; gli ex-pazien-ti devono imparare a parlarne con i terapeuti, «com-prando» prestazioni (in effetti riconosciute dall’assi-curazione) alla day clinic o in ambulatorio, dove ècomunque previsto un colloquio settimanale.I collaboratori aiutano solo per problemi pratici: lostudio, il lavoro, il denaro, i problemi legali ecc.Il collaboratore vive nella sua casa con la famiglia edha stanze per gli ex-pazienti.

In media, un percorso terapeutico completo ad Artadura complessivamente sui due anni.

BIBLIOGRAFIA

- R. Steiner: La filosofia della libertà . Editrice Antroposofica, Milano 1997

- V. Fintelmann: Medicina Antroposofica. Red Edizioni, Como, 1996

- R. Dunselman: In place of the self: how drugs works. Hawthorn press, 1995

- B. Livegoed: L’uomo alla soglia. Natura e Cultura ed., Alassio(SV) 1992

- Atti del convegno «La medicina antroposofica nel trattamen-to della tossicodipendenza e della malattia da HIV», Milano 2001, ARESMA, in preparazione.

Ringraziamenti Si vuole ringraziare la dott.ssa Emanuela Portalupi,segretario dell’ARESMA, che ha reso possibile sia diconoscere l’esperienza olandese di ARTA che di orga-nizzare i seminari di approfondimento di Milano. Si vogliono ringraziare tutti i relatori dei seminari,per il loro determinante contributo all’approfondi-mento della materia, ed in particolare i dottoriGiusepe Leonelli, Davide Bertorelli, Guido Canta-messa e Stefano Pederiva, che hanno sviluppato gliargomenti sulla biografia, sulla terapia artistica esull’antropologia. Un particolare ringraziamento al dottor Joop VanDam, per la disponibilità mostrata a condividere coni partecipanti sia la vasta esperienza di medico chela sua grande umanità.

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

LA TERAPIA AIKI SHIATSU NELLE PATOLOGIE ALCOOL DERIVATE

di Umberto Mosca, Cosetta Greco, Massimo Gabbiadini, Anna Banfi

Il termine shiatsu (in giapponese shi: dita, atsu: pres-sione, letteralmente pressione con le dita) indica unatecnica di terapia manuale giapponese derivata dal-l’integrazione operata dal maestro Toru Namikoshitra tecniche di massaggio giapponese tradizionale,consistenti in pressioni su punti specifici, e tecnichedi terapia manuale occidentale tra cui la terapia diriabilitazione occidentale, l’osteopatia e la chiropra-tica. Negli anni Cinquanta tale tecnica è stata riconosciu-ta dal governo giapponese come forma di terapiamanuale e negli anni Sessanta si è ulteriormenteevoluta integrandosi con elementi di Medicina tradi-zionale cinese (MTC), partendo dall’osservazione, adopera del maestro Shizuto Masunaga, che la maggiorparte dei punti su cui si esercitavano le pressionishiatsu corrispondevano a punti appartenenti aimeridiani dell’agopuntura cinese. Lo shiatsu Yokai si caratterizza quindi per pressionieffettuate con il peso del corpo su punti di agopun-tura con dita, pollici, gomiti ed eventualmenteginocchia; le pressioni sono perpendicolari allasuperficie del corpo, vengono effettuate usando ilpeso del corpo e non la forza, il trattamento prevedel’uso di una pressione tonificante contemporanea-mente a quella disperdente che viene effettuata sualtri punti dello stesso meridiano, ed il trattamentoin ogni seduta di tutto il sistema dei meridiani. In questa versione lo shiatsu si è diffuso grandemen-te negli USA prima ed in Europa poi, a causa dellasua relativa facilità di apprendimento, del modelloolistico di salute che ne sta alla base e, non ultima;

la sua grande efficacia terapeutica in molti campidella medicina.In Europa però, e particolarmente in Italia, si è diffu-sa una pratica dello shiatsu che ne nega le finalitàterapeutiche e lo propone come un’esperienza vitalenon meglio definita, rifiutando l’assunzione di qual-siasi responsabilità terapeutica da parte dell’»opera-tore». Per questo motivo alcune scuole di shiatsu italiane,tra cui l’Aiki Shiatsu Kyokai (ASK), hanno dato vitanel 1997 al Collegio Italiano dei Terapisti Shiatsu-CITeS, associazione professionale che si propone disviluppare la pratica dello shiatsu come terapia effi-cace ed affidabile in campo medico: il CITeS ha quin-di definito un profilo professionale del terapistashiatsu, determinato degli standard di formazioneadeguati all’esercizio di una professione terapeutica,ai quali le scuole aggregate devono attenersi, ed uncodice deontologico in linea con quelli caratteristicidelle professioni sanitarie. Per dare corpo a queste ipotesi i terapisti aderenti alCITeS hanno prodotto finora circa una sessantina dilavori clinici che documentano l’efficacia dello shiat-su in una serie di patologie con i metodi comune-mente usati in medicina istituzionale per valutare glieffetti di un approccio terapeutico; in buona partequesti studi sono stati effettuati in strutture sanita-rie istituzionali, pubbliche e private, alcune universi-tarie.E’ in questo quadro che nel 1998 è stata attivata unacollaborazione tra l’ASK di Milano ed il Nucleo ope-rativo di alcologia (NOA) di Limbiate, istituzionaliz-zata nel 2000 con quella che ci risulta essere laprima convenzione sottoscritta da una strutturapubblica, l’ASL 1 della Provincia di Milano e l’ASK,per fornire un servizio di terapia shiatsu qualificatain una struttura pubblica.In una prima fase di lavoro sono stati trattati 33pazienti nel periodo immediatamente successivo alprimo ciclo di disintossicazione: 59 sintomi correlati

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all’alcool dipendenza sono stati valutati con punteg-gio da 1 a 3 e suddivisi in gruppi sindromici relativiagli organi le cui disarmonie ne sono responsabilisecondo la MTC. Per ogni paziente è stata stabilita una diagnosi ener-getica usando la teoria degli organi Zang/Fu in MTCed è quindi stato approntato un programma di tera-pia individualizzato per ogni paziente sulla base ditale diagnosi. Ogni paziente è stato quindi sottoposto ad un cicloin genere di sei sedute di terapia aiki shiatsu, conscadenza settimanale, al termine del quale è stataripetuta la valutazione dei sintomi presenti all’in-gresso. Come si può riscontrare dal grafico A, si è rilevato unmarcato miglioramento globale dei sintomi presen-tati: il punteggio medio dei sintomi è passato da28.33 all’inizio della terapia a 16.39 al termine delciclo, per quanto breve (un ciclo normale di terapiashiatsu prevede in genere 10-12 sedute...) e i valorisi sono raggruppati in modo molto più omogeneoattorno a quelli medi. La percentuale di miglioramento media è stata del42%, con punte sino all’82%, anche se i risultati piùconsistenti sono contenuti nella fascia tra il 40% e il70%, ove si collocano ben 14 dei 18 pazienti chehanno avuto miglioramenti superiori al valore medio.Per quanto riguarda il follow up dopo un anno dal-l’intervento il 66.6% dei pazienti trattati era ancorain carico al NOA. Tale dato è in linea con quello già emerso in un altrostudio svolto dalla nostra scuola su aiki shiatsu edisturbi del comportamento alimentare, nel quale siriscontrato come un gruppo di pazienti trattati conlo shiatsu abbia presentato un drop out del 20% afronte di un 60%-80% osservato in altri 10 gruppi dipazienti trattati con la normale routine istituzionale.Questi dati risultano molto soddisfacenti soprattuttose si pensa che il protocollo prevedeva che i pazien-ti trattati con lo shiatsu, non fossero sottoposti con-temporaneamente a trattamento farmacologico.Chi si occupa di etilisti, specie se cronici, sa bene chein questi soggetti è sempre presente un danno epa-tico importante, per il quale, i trattamenti farmaco-logici, aggiungendo ulteriori fattori di tossicità, crea-no spesso più problemi di quelli che vorrebbero risol-vere. Inoltre si sta valutando il dato relativo al drop out dalpunto di vista della prevenzione delle ricadute e dellacompliance all’intero programma di trattamento.Come risultato finale di tale studio, in base ad unbando emesso dalla Regione Lombardia nel maggio‘01, è stato presentato un progetto di StudioOsservazionale. Il progetto prevede il trattamentoshiatzu delle patologie alcolcorrelate in almeno 30pazienti entro il 30 giugno 2003. I risultati preliminari di tale studio, tuttora in corso,risultano assolutamente sovrapponibili a quelli quiillustrati, a conferma dell’efficacia del progetto tera-peutico. In fase successiva si prevede la costituzionedi un gruppo di controllo, attraverso cui procedereal confronto dei dati ematochimici relativi a sotto-gruppi di pazienti con patologie omogenee.

LA MEDICINA COMPLEMENTARE

di Alessandro Discalzi

Già ad una prima analisi è necessario rilevare che laMedicina Complementare rappresenta oramai unarealtà con cui la cosiddetta «medicina tradizionale»deve confrontarsi, sia in senso scientifico e cioè diefficacia sia in senso economico e cioè di efficienza».Tale confronto non deve però essere proposto daipropugnatori di entrambe le parti nei termini di unoscontro o un di out out, come in realtà è avvenutospesso a causa della radicalizzazione di entrambe leposizioni, ma deve essere visto nell’ottica di unacompleta integrazione della figura del terapeuta, incui si devono concentrare, in senso olistico, tutte lepossibilità diagnostico terapeutiche che possonoessere offerte alla libera scelta del paziente dal«bagaglio di conoscenze» in possesso del medico.Tale situazione è tanto più reale se si tiene conto delcoro degli autorevoli interlocutori, appartenenti almondo della cosiddetta «medicina tradizionale», chesi sono espressi positivamente sulle MC e tra cui vor-rei citare:

JAMA (1998): la MEDICINA NON CONVENZIONALE è uninsieme vasto di pratiche sanitarie diverse da quelleproprie del sistema sanitario politicamente domi-nante in una particolare società o cultura.COCHRANE FIELD IN COMPLEMENTARY MEDICINE(1997): l’altra medicina è descritta come diagnosi,trattamento e/o prevenzione che completa la medi-cina convenzionale attraverso un contributo ad untutto comune, come risposta ad un bisogno o ad unarichiesta, non soddisfatti dalla medicina convenzio-nale.

OMS: la MEDICINA COMPLEMENTARE comprende diversepratiche mediche che si basano su preparati a basedi vegetali, animali o minerali, terapie spirituali, tec-niche ed esercizi manuali, applicati singolarmente oin associazione, per mantenere lo stato di benessereovvero prevenire, diagnosticare e curare la malattia.

Non è più possibile negare pertanto la realtà dellaMC all’ interno dell’ offerta di salute che è possibilee doveroso proporre ai cittadini e che è stata valuta-ta come segue nella sua reale penetrazione nella cul-tura della nostra società.

La veridicità di tale affermazione è ulteriormentedimostrata dall’ esame della condizione delle MC neiprincipali paesi dell’occidente.

Infatti nei Paesi nei quali sono disponibili dati quan-titativi, le terapie complementari sono usate fino dal50% della popolazione e nel dettaglio :

In Italia, da un’indagine Istat condotta nel 2001 èemerso che il 32% della popolazione (circa 18 milio-ni di persone) è favorevole ad almeno una delle tre

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

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terapie oggetto dello studio: l’agopuntura ha riscos-so maggiore successo, seguita dalla omeopatia edalla fitoterapia.

Negli Stati Uniti la diffusione della MedicinaComplementare dal 1990 al 1997 ha visto un incre-mento della percentuale delle persone che scelgonoquesta medicina dal 34% (circa 60 milioni di perso-ne) nel 1990 al 42% (circa 83 milioni di persone) nel1997.Nel 1991 il Senato degli Stati Uniti ha istituitol’Ufficio per le Medicine Alternative all’interno deiNational Institutes of Health (NIH) con un budget di5,4 milioni di dollari per facilitare la valutazione deitrattamenti alternativi.

Da una ricerca condotta in Gran Bretagna nel 1995-96 dal Research Council for ComplementaryMedicine risulta che il 10% della popolazione, ognianno, chiede la consulenza di uno specialista dimedicina alternativa.

In Francia più del 30% della popolazione usa qual-che forma di medicina alternativa.

In Norvegia la terapia complementare di gran lungapiù utilizzata è l’omeopatia, seguita da agopuntura earomaterapia.

Indagini di associazioni di consumatori in Olanda eBelgio dimostrano che circa il 60% della popolazio-ne si dichiara pronto a pagare premi aggiuntivi alleassicurazioni sanitarie per usufruire di trattamentialternativi.

In Russia la Medicina Complementare è stata rico-nosciuta ufficialmente nel 1993, anno dal quale èdiventato legale insegnarla e praticarla, anche se sitratta più dell’uso di rimedi tradizionali popolarilocali, che di vera MC.

In Australia il 30% della popolazione consulta rego-larmente un terapista «naturale» ed il 60% assumeregolarmente qualche forma di trattamento «natura-le».

Anche alla luce delle considerazioni sopraesposte laREGIONE LOMBARDIA con la D.G.R. 48041 del 4 feb-braio 2000 ha ritenuto non più procrastinabile, inassenza di un pronunciamento del Governo Centrale,che come è ben noto è atteso ormai da alcuni lustri,nell’ ambito dei suoi poteri e delle sue competenze,di proporre studi osservazionali controllati, chepotessero sia confermare quanto, un po’ disorgani-camente, era già stato fatto e conseguentementefungere da stimolo per il Ministero Competente.Per garantirne sia la scientificità che l’ eticità e perdare indicazioni per la stesura dei progetti si è previ-sta la costituzione di un Comitato TecnicoScientifico.

La ratio della DGR «Osservazione e valutazione diprocedure terapeutiche di medicina complementare»

trova le sue motivazioni anche nella:

Mozione consiliare della Regione Lombardia 0563del 10.02.1998Risoluzione del Parlamento Europeo n. 75 del29.05.1997

Derivando e facendo proprie le MOTIVAZIONI giàcitate e di seguito elencate:

La Progressiva crescita della domanda di MC.

Lo sviluppo delle attività e di esperienze di operatorie di professionisti di diverse branche della MedicinaComplementare, che in ogni caso non possono piùessere lasciate allo spontaneismo, ma devono trova-re un inquadramento, non burocratico e soffocante,che si ponga a garanzia del cittadino e che servaanche a valorizzare l’opera dei professionisti che giàoperano nel settore.

Si sono individuati nel provvedimento ulteriori puntidi forza comunemente condivisi:• Utilizzo di tecniche dolci;• Bassi costi;• Capacità di dare risposte ai bisogni anche sul piano

psicosomatico e delle relazioni con l’ambiente.Probabile diminuzione della spesa sanitaria direttaed indotta.

A garanzia della metodologia e dei risultati è stato,come già citato, costituito un Comitato TecnicoScientifico pluridisciplinare, formato da:• Docenti e Ricercatori Universitari con esperienza

multidisciplinare;• esperti delle varie discipline della Medicina Com-

plementare

Le funzioni attribuite al CTS sono l’ Approvazione deiprogetti, il Controllo dello sviluppo degli stessi e laVerifica dei risultati.

I Criteri metodologici di base adottati la valuta-zione dei progetti• Ripetitività e sovrapponibilità di effetto indipen

dente dalla persona fisica del somministratore• Conseguente accettabilità degli stessi indipenden-

temente dai diversi presupposti scientifici e/o ideo-logici.

La Valutazione dei progetti e i criteri di ammissibilitàsi fondano sui seguenti parametri:• La valutazione degli effetti terapeutici in base ariscontri obiettivi e/o soggettivi.• La compresenza dei due criteri avvalora una solu-zione integrata.• La validabilità dei progetti presuppone che gli studidebbano essere effettuati da almeno tre gruppiosservatori/terapisti, con un numero di casi ritenutoadeguato, al fine evitare tecniche legate a capacitànon trasferibili del terapeuta.• La definizione dei limiti di accettabilità dei risulta-ti ottenibili.

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• Lo studio della convenienza economica sia direttache indotta.• La raccolta bibliografica a sostegno dei presuppo-sti teorici o di analoghe esperienze cliniche

Le caratteristiche del protocollo di studio si fondano su:• La definizione delle condizioni del paziente almomento dell’ inserimento nello studio• La definizione dello stato clinico del paziente pos-sibilmente con due forme verbali sovrapposte:

• Una tipica della disciplina in atto• Una allineata al linguaggio scientifico corrente

• La definizione dei modi e, se possibile, delle quan-tità degli effetti attesi.• La definizione delle modalità di verifica dei risultati.

Le RegoleI protocolli dei progetti sono depositati presso laDirezione Generale Sanità prima dell’inizio della spe-rimentazione.L’Assessorato e, su suo mandato il Comitato TecnicoScientifico, hanno la facoltà di eseguire sopralluoghinelle sedi di svolgimento dello studio.

Le Tematiche SuggeritePatologie infettive ricorrenti del sistema uro-genita-le, respiratorio in cui il ricorso a chemioterapie tradi-zionali non preserva da recidive e che presentinocomunque una correlata tossicità.Fenomeni dolorosi (back-pain), sindromi pre-mestruali, che causano disagio lavorativo e il ricorsofrequente a farmaci miorilassanti e/o anti-infiam-matori.Chemioterapie anti-tumorali che riducano la qua-lità di vita del paziente laddove le stesse alterano lafisiologia e conseguente facilitazione delle stesse.Patologie in cui ci sia un sistematico ricorso a far-maci sintomatici con limitati vantaggi come le pato-logie osteo-articolari nell’anziano.Possono comunque essere presentati altri progetti, aldi fuori dei temi evidenziati, nel rispetto delle indi-cazioni contenute negli allegati della delibera.

I Soggetti CoinvoltiSTRUTTURE SANITARIE pubbliche e private accreditatePROFESSIONISTI singoli ed associatiSOCIETÀ SCIENTIFICHE

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

MC AO PUBBLICA ST.PRIVATA ASSOCIAZIONI E PRIVATI

Agopuntura 31 2 3Omeopatia 8 4 12Fitoterapia 14 0 3Altro 24 4 29

SUDDIVISIONE PER ORGANIZZAZIONE DI PROVENIENZA DEL PROGETTO SULLA BASE DELL’APPROCCIO TERAPEUTICO

MC AO PUBBLICA ST.PRIVATA ASSOCIAZIONI E PRIVATI

Agopuntura 26 2 2Omeopatia 9 4 7Fitoterapia 12 0 2Altro 21 3 11

SUDDIVISIONE DEI PROGETTI APPROVATI IN BASE ALL’ORGANIZZAZIONE DI PROVENIENZA ED ALL’APPROCCIO TERAPEUTICO ADOTTATO

MC APPROVATI NON APPROVATI TOTALE

Agopuntura 30 4 34Omeopatia 20 4 24Fitoterapia 14 3 17Altro 35 24 59Totale 99 35 134

SUDDIVISIONE dei PROGETTI PRESENTATI E APPROVATI DAL CTS IN BASE ALL’APPROCCIO TERAPEUTICO ADOTTATO

Lo Stato dell’ Arte dei ProgettiLa chiamata a «studi osservazionali» sull’applicazio-ne della DGR di medicina complementare ha visto lapartecipazione di 134 proposte di studio, delle quali99 sono state approvate dal Comitato TecnicoScientifico. Il Comitato Tecnico Scientifico è stato istituito conl’ulteriore compito di controllare l’evoluzione deglistudi e di valutare i risultati in ordine a sviluppi cheinteressano direttamente l’attuazione del recente-mente approvato Piano Socio Sanitario Regionale.

In conclusione si evidenziano le Azioni necessarie peril Raggiungimento dell’obiettivo indicato che sono: • stimare con buona approssimazione la domandaespressa di medicina complementare;• censire i servizi di medicina complementare ope-ranti nel territorio lombardo;• definire i percorsi formativi e le problematichedeontologiche riguardanti gli operatori che erogano

prestazioni di medicina complementare;• studiare l’opportunità di promozione e di istituzio-ne di «albi» delle professioni di medicina comple-mentare, distinti per profili e competenze professio-nali;• elaborare un nomenclatore tariffario delle presta-zioni di medicina complementare;• elaborare linee e modalità di informazione rivolteall’utenza;• esaminare l’opportunità di iniziative sperimentalidi collaborazione tra servizi di medicina complemen-tare e strutture pubbliche e private accreditate;• censire e monitorare le scuole e i centri di forma-zione esistenti in regione;• contribuire alla formulazione delle proposte delleRegione Lombardia al fine di promuovere iniziativelegislative, a livello nazionale, per il riconoscimentodella medicina non convenzionale.

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MC AO PUBBLICA ST.PRIVATA ASSOCIAZIONI E PRIVATI

Agopuntura 3 0 1Omeopatia 1 0 3Fitoterapia 2 0 1Altro 4 1 19

SUDDIVISIONE DEI PROGETTI NON APPROVATI IN BASE ALL’ORGANIZZAZIONE DI PROVENIENZA ED ALL’ APPROCCIO TERAPEUTICO ADOTTATO

BRANCA GRUPPO GRUPPO WIP SI

Allergologia 1Ch. plastica 1Ch. vascolare 2 1Coloproctologia 1Dietologia 1Ematologia 1Ginecologia 2 1Malattie infettive 2Neurologia 2 3Odontoiatria 3 2Oncologia 5Ortopedia 4 7Psichiatria 1Reumatologia 1 1Tossicodipendenze 2 3

LA SITUAZIONE DEL WORK IN PROGRESS DEI PROGETTI APPROVATI SUDDIVISI PER BRANCHEProgetti suddivisi per branca medico-chirurgica di appartenenza:

Il progress del progettoLa provenienza degli studi presentati è così rappre-sentata:

77 da aziende pubbliche 10 da aziende private47 da associazioni o liberi professionisti

L’approccio terapeutico degli studi presentati:34 di Agopuntura24 di Omeopatia17 di Fitoterapia59 di Altro

Le terapie complementari raggruppate nella catego-ria «altro» comprendono:

ReikiTerapia con telo di rameShiatsuShiatsu-GolgiRebirthing prenataleOsteopatiaBiofeedbackEcobiopsicologiaTerapia nutrizionaleCrioelettroforesiGold specific brain modulatorsTerapia funzionale magneticaKinesiologiaNeurostructural Integration TechniqueArtroterTerapia olisticaAuricoloterapia con LaserfitSostanze antiradicaliPsicosomaticaApposizione delle maniAutoemotrasfusioni (ossigeno-ozono terapia)Tai Qi

Conclusioni

Lo Sviluppo PossibileLa fase successiva all’ esame dei primi risultatati cheemergeranno dalla prima tornata di studi, darà l’av-vio ad una sperimentazione clinica, da concordarecon gli organi deputati in particolare con il «Mini-stero della Salute» e suoi organi tecnici, delle tecni-che e dei rimedi che si sono manifestati maggior-mente interessanti per efficacia terapeutica anchetenendo in considerazione l‘obiettivo, certo non tra-scurabile, di un rapporto economico favorevole seconfrontato con i trattamenti convenzionali. E’ da prevedersi inoltre lo sviluppo delle attività dimedicina complementare anche nel settore dellecronicità, con particolare riferimento ai disabili e allapopolazione anziana che spesso sono i soggetti chetraggono i maggiori vantaggi dalle pratiche dellecosì dette «terapie dolci».

BIBLIOGRAFIA

- Menniti-Ippolito F., De Mei B., Caratteristiche d’uso e livelli didiffusione della medicina non convenzionale, Ann. Ist. Sup.Sanità (1999), 35 (4): 489-497.- Freeman J.W., Landis J., Alternative/complementary therapies,South Dakota J. ed., (1997), 1 (2): 65-66.- Istituto Nazionale di Statistica, Indagine multiscopo dellefamiglie: condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari (1997),Istat, Roma.- Goldbeck-Wood S., Dorozynski A., Lie L.G., Yamauchi M., ZinnC., Josephson D., Ingram M., Complementary medicine is boo-ming worldwide, Br. Med. J., (1996), 313 (7050): 131-133.- Ernst E., The role of complementary and alternative medici-ne, BMJ (2000), 321: 1133-1135.- Eskinazi D.P., Factors that shape alternative medicine, JAMA(1998), 280 (18): 1621-1622.- Edzard E., Barrier R.C., The prevalence of complementary/alternative medicine in cancer, South Dakota J. Med. (1997), 1(2): 65-66.- www.oms.org- «Dal primato della medicina scientifica al confronto con lepratiche alternative», a cura della Commisssione per le pratichealternative FNOMCeO, Roma, 1999.- Piano Socio Sanitario Regionale Lombardo 2002-2004:

«Libertà e innovazione al servizio della salute».

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

ANNA BANFITerapista shiatsu, CITeS

ALESSANDRO DISCALZIMedico, dirigente Assessorato Famiglia e Solidarietà Sociale, Regione Lombardia

GIORGIO FAVAROMedico Omeopata

MASSIMO GABBIADINITerapista shiatsu, CITeS

COSETTA GRECOMedico Psichiatra, - Responsabile Servizio diAlcologia, Dipartimento delle Dipendenze, - ASLMilano 1

UMBERTO MOSCAMedico chirurgo, osteopata DO, MRO(I), presidente Aiki Shiatsu Kyokai, Milano

MAURIZIO RESENTINIMedico, Dirigente SerT, Dipartimento delle Dipendenze, ASL Milano 3

autori

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STUDIO OSSERVAZIONALE SUL TRATTAMENTO OMEOPATICO DIPAZIENTI ALCOLDIPENDENTI

LUCIANO SPERZAGA (Responsabile scientifico)GIORGIO FAVARO (Corresponsabile scientifico)COSETTA GRECO (Responsabile Nucleo Operativo Alcologia di Limbiate ASL MI n.1)FABIO REINA (Responsabile SERT Saronno ASL di Varese)SARA FRIGERIO (Medico SERT Saronno)

Sono stati reclutati 42 soggetti in trattamento medico-psico-riabilitativo per alcoldipendenza e patologiecorrelate, con un follow-up di 12 mesi dall’inizio della terapia omeopatica.Tutti i soggetti sono stati arruolati nello studio osservazionale dopo la fase di disassuefazione dopo un perio-do di astinenza da sostanze di almeno due settimane. Tranne in due casi, in cui è stata sperimentata, consuccesso, una disintossicazione omeopatica.Fattore limitante all’arruolamento dei pazienti è stato il mantenimento della compliance, come si rileva dalfollow-up che ha una media di permanenza di 4,5 mesi. Questo dato era del resto prevedibile data la tipo-logia degli utenti coinvolti e la necessità di creare e sostenere una motivazione alla cura omeopatica, in per-sone la cui domanda iniziale riguardava solo il trattamento alcologico.Durante il trattamento omeopatico non sono stati somministrati farmaci allopatici.

CRITERI D’ESCLUSIONEa) Sindrome astinenziale grave richiedente trattamento intensivo ambulatoriale o in regime di ricovero.b) Comorbilità psichiatrica per Disturbo Psicotico sia primario sia secondario ad abuso di sostanze.c) Eroinomani in trattamento metadonico o comunque sostitutivo che non intendano procedere alla

disassuefazione completa.d) Soggetti già sottoposti a terapia farmacologica per i quali non sia consigliabile la sospensione della

terapia o che non ne abbiano la volontà.e) Scarsa affidabilità per motivi psicosociali del soggetto all’esecuzione del protocollo terapeutico.

OBIETTIVI• Disassuefazione del paziente con controllo della sintomatologia astinenziale sia neurovegetativa

che psicopatologica.• Controllo del craving.• Mantenimento astinenza sia dall’alcol che dalle altre sostanze di abuso.• Miglioramento della funzionalità epatica e dei sintomi gastroenterici e cardiocircolatori.• Miglioramento generale dello stato psicofisico e della qualità della vita del soggetto.

INDICI DI VALUTAZIONE• Craving • Sintomatologia astinenziale• Dati clinici e valori ematochimici• Esami tossicologici• Sintomatologia psicopatologica• Dati soggettivi relativi al benessere e allo stile di vita

PROTOCOLLO TERAPEUTICO

Ingresso• Compilazione cartella clinica alcologica e visita medica e diagnosi medico-psico-sociale.• Esami ematochimici e tossicologici, valutazione delle P.A.C.• Scala craving e SCL 90/ Scale per ansia e depressione• Arruolamento del paziente e compilazione della scheda di consenso informato e di liberatoria della privacy.• Compilazione cartella omeopatica e impostazione schema terapeutico.

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

Nelle fasi successive:• Rilevazione craving e sintomatologia astinenziale sia con valutazione soggettiva che attraverso rilievi clinici.• Alcolemia e/o esami tossicologici complessi.• Controllo degli esami ematochimici e riepilogo della scheda di valutazione ad uno, tre, sei e dodici mesi.

• Monitoraggio con esami ematochimici e strumentali specifici per i sintomi in trattamento alle stesse cadenze del controllo alcologico standard.

N.B.Tutti i pazienti trattati presso i servizi alcologici effettuano, indipendentemente dalla modalità di trattamen-to, controlli nei tempi sopraindicati. Tutte le terapie psico-socio-riabilitative, sia attraverso trattamento isti-tuzionale che attraverso il privato sociale/auto aiuto, sono segnalate.

METODI E RISULTATI DELLO STUDIO OSSERVAZIONALE

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi:

GRUPPO S Sono stati somministrati composti omeopatici (formulati dal dott. L. Sperzaga) i cui rimedi sono in diluizio-ne standard alla 200 CH, in base ad un protocollo terapeutico prefissato per SINDROME CLINICA.

N. 5 Femmine di età media 40 aaN. 16 Maschi di età media 46 aa

Diagnosi d’ingresso per categoria sintomatica:

• Patologia gastroenterica n. 6• Intossicazione alcolica n. 3• Ansia/Depressione/insonnia n. 4• Neuropatia periferica n. 2• Asma estrinseco n.1• Dismenorrea con endometriosi n.1• Psoriasi n.1• Altro n. 3

FOLLOW UP N. 10 pazienti hanno abbandonato il trattamento omeopatico nel corso del primo trimestre,

in 3 casi non è stata registrata alcuna variazione sintomatologica, mentre in 7 casi si è registrato un miglioramento significativo.

N. 3 pazienti hanno abbandonato nel corso del secondo trimestre, in tutti casi c’è stato un miglioramento.N. 8 sono stati trattati per un periodo variabile tra i 3 e i 6 mesi con risoluzione della sintomatologia.

GRUPPO FSono stati somministrati rimedi unitari e composti omotossicologici in schema individualizzato.

N. 7 femmine età media 38,5 aaN. 14 maschi età media 41 aa

DIAGNOSI all’ingresso per eziologia d’organo:• Patologia gastroenterica n. 7• Iperglicemia n. 3• Ansia/ Depressione /Insonnia n. 6• Eczema con ipersudorazione n. 1• Tremori psicogeni n. 1• Altro n. 3

FOLLOW UPn. 8 soggetti hanno abbandonato il trattamento omeopatico nel primo trimestre, di questi 2

non hanno avuto variazione sintomatologica e 6 sono migliorati.n. 13 soggetti sono stati in trattamento per un periodo di 3 - 12 mesi in 8 casi è stata registrata

una risoluzione della sintomatologia e in 5 un miglioramento.

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STUDIO OSSERVAZIONALETRATTAMENTO MEDIANTE MASSAGGIO SHIATZU DI PATOLOGIE CORRELATE

ALLA DIPENDENZA ALCOLICA IN FASE POST ACUTA

UMBERTO MOSCA Medico Chirurgo, Specialista in Agopuntura e MTC, Osteopata. Presidente ASK (Aiki Shiatsu Kiokai)

COSETTA GRECO Medico Responsabile NOA ASL prov. Milano n. 1 SERGIO PERINI Medico chirurgo, Presidente dell’UMAB (Associazione dei Medici Agopuntori di Brescia)MASSIMO GABBIADINI Fisioterapista - Terapista ShiatsuDIANA TURRI Medico - Terapista ShiatsuGIANNI ROSÈ Terapista ShiatsuGIULIA CATRAMONE Terapista ShiatsuMARCO OGLIARI Terapista shiatsu

• Sono stati reclutati n. 28 pazienti, 5 Femmine (età media 39 aa) e 23 maschi (età media 43 aa).Tutti i soggetti erano in carico ai Servizi Alcologici con diagnosi di Alcoldipendenza e patologie correlate.Sono state trattate le seguenti patologie elencate per tipologia:

Dolori muscolo tensivi e osteoarticolari n. 5Epatopatia n. 6Disfunzioni funzionalità sessuale n. 5Ansia/depressione/insonnia n. 9Dislipidemia n. 1Neuropatia n. 2

N. sedute di trattamento shiatzu: da 7 a 12 sedute.

CRITERI DI AMMISSIONE• Diagnosi di abuso o dipendenza alcolica associata o meno ad abuso di hashish, cocaina e farmaci.• Astinenza da sostanze almeno da 10 gg., con assenza di sintomatologia astinenziale di tale rilievo

da richiedere un intervento farmacologico.• Presenza di sintomatologia funzionale e d’organo per cui il soggetto richiede comunque un trattamento.

CRITERI D’ESCLUSIONE• Sindrome astinenziale grave richiedente trattamento intensivo ambulatoriale o in regime di ricovero.• Comorbidità psichiatrica per Disturbo Psicotico sia primario sia secondario ad abuso di allucinogeni.• Eroinomani in trattamento metadonico o comunque sostitutivo che non intendano procedere

alla disassuefazione completa.• Soggetti già sottoposti a terapia farmacologica per i quali non sia consigliabile la sospensione

della terapia o che non ne abbiano la volontà.• Scarsa affidabilità per motivi psicosociali del soggetto all’esecuzione del protocollo terapeutico.

OBIETTIVI• Controllo del craving, con riduzione della sintomatologia neurovegetativa associata alle prime fasi

di astinenza alcolica e conseguente mantenimento della sobrietà.• Miglioramento della funzionalità epatica e dei sintomi gastroenterici e cardiocircolatori.• Miglioramento della sintomatologia depressiva reattiva, dell’ansia e dell’insonnia.• Miglioramento della sintomatologia algica a carico dell’apparato neuro muscolo scheletrico.• Miglioramento generale dello stato psicofisico e della qualità della vita del soggetto.

INDICI DI VALUTAZIONE• Craving • Sintomatologia astinenziale• Dati clinici e valori ematochimici• Esami tossicologci• Sintomatologia psiocopatologica• Dati soggettivi relativi al benessere e allo stile di vita• Eventuali esami strumentali correlati alla specifica sintomatologia trattata.• SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI SINTOMI MTC prima e dopo il trattamento.

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SPECIALE MEDICINA COMPLEMENTAREinforma

PROTOCOLLO TERAPEUTICO

Ingresso• Compilazione cartella clinica alcologica e visita medica e diagnosi medico-psico-sociale.• Esami ematochimici e tossicologici, valutazione delle P.A.C.• Scala craving e SCL 90

I fase• Disintossicazione mediante ACUDETOX o terapia farmacologica convenzionale.• Arruolamento del paziente e compilazione scheda consenso informato e liberatoria della privacy.• Intervista per la raccolta anamnestica e l’esame obiettivo per la diagnosi energetica.• Formulazione di un piano terapeutico specifico per il singolo paziente.

II fase • Ciclo di 7- 12 sedute di massaggio Shiatsu• Compilazione scheda clinica in base alla MTC e contemporanea rilevazione dell’andamento

della sintomatologia nella cartella alcologica. • Compilazione settimanale di scheda di valutazione del craving, della sintomatologia somatopsichica

e del gradimento del paziente.• Esami tossicologici (ematici o urinari) settimanali.• Esami ematochimici di controllo al I - III - VI mese dall’ingresso.• Eventuali esami strumentali per le patologie alcolcorrelate specifiche d’organo o d’apparato.

III fase• Valutazione complessiva alla fine del ciclo di trattamento.

RISULTATI1) Sono stati valutati sia in base a criteri soggettivi (forniti dal paziente) sia in base a criteri oggettivi

(diagnosi prima e dopo il trattamento dei segni e sintomi di organo secondo la MTC).• MIGLIORAMENTO GENERALE CON RIDUZIONE DEL SINTOMO: N. 17• SCOMPARSA DEL SINTOMO: N.11

2) Tutti i soggetti hanno mantenuto l’astinenza dall’alcol durante il trattamento.