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Sommario

BIOGRAFIA DI MARIA MONTESSORI 5

MARIA MONTESSORI E LO STUDIO DEI BAMBINI 6

IL METODO EDUCATIVO DI MARIA MONTESSORI 8

Divisione dei bambini in fasce di età 81. Livello - dalla nascita a circa 6 anni 82. Livello - da circa 6 a 12 anni 93. Livello - da 12 a 18 anni 104. Livello - da 18 a 24 anni 10

Libertà di scelta nel loro percorso educativo 10

Blocchi di lavoro lunghi e continuativi 11

Organizzazione di attività e laboratori 11

Materiali didattici creati da Maria Montessori 12

MARIA MONTESSORI E LA MENTE MATEMATICA 13

GLI STRUMENTI MATEMATICI 19

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BIOGRAFIA DI MARIA MONTESSORI

Maria Tecla Artemisia Montessori nasce a Chiaravalle (AN) il 31 agosto 1870 ed è stata una delle più grandi educatrici e pedagogista italiana conosciuta in tutto il mondo per il suo metodo educativo riconosciuto a livello internazionale.

Nonostante il mancato appoggio del padre nelle sue decisioni scolastiche, intraprende la strada di medicina, anche se deve prima sostenere diversi esami presso la facoltà di scienze.Nel 1869 si laurea in medicina con specializzazione in psichiatria, diventando così la terza donna italiana a riuscirci.

Dopo essersi laureata, diviene assistente alla clinica psichiatrica dell’università di Roma e si interessa dell’educazione dei disadattati. Si appassiona alla letteratura francese dei primi decenni dell’800 che parla di bambini abbandonati nelle foreste della Francia, e si convince che un’educazione adeguata può permettere l’inserimento dei bambini diversi nella società.Nel 1898, in un congresso a Torino, presenta i risultati delle sue prime ricerche e viene in breve nominata direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma. Nel 1907 apre la prima casa dei bambini e nel 1909 pubblica “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile delle case dei bambini”. Nasce il movimento montessoriano con corsi appositi per la formazione degli insegnanti; nel 1924 nasce l’opera nazionale Montessori e la scuola magistrale Montessori poi chiusa durante il fascismo. Emarginata dalla cultura fascista, si trasferisce all’estero e diffonde il suo metodo in Europa e nel mondo.

Muore in Olanda nel 1952.

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MARIA MONTESSORI E LO STUDIO DEI BAMBINI

Maria Montessori inizia la sua opera dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell’educazione per tutti i bambini; sostiene infatti che il metodo applicato su persone subnormali ha effetti stimolanti anche se applicato all’educazione di bambini senza problemi.Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l’amore) che l’adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive.Il principio fondamentale deve essere la libertà dell’allievo, poiché solo la libertà favorisce quella creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina: un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita.Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente assorbe le caratteristiche dell’ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo. Con la Montessori molte regole dell’educazione consolidate nei primi anni del ‘900 cambiano. I bambini con problemi psichici vengono trattati con rispetto e si organizzano per loro delle attività didattiche; devono imparare a prendersi cura di se stessi e vengono incoraggiati a prendere decisioni autonome.La Montessori sviluppa tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica, corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo. L’equivoco di base della psicologia scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti una osservazione pura e semplice e una misurazione scientifica per creare una scuola nuova, rinnovata ed efficiente.

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Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla pedagogia scientifica; infatti l’introduzione della scienza nel campo dell’educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un’osservazione obiettiva dell’oggetto. L’oggetto dell’osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità.Infine, della scuola tradizionale infantile, Maria Montessori critica il fatto che, in essa, tutto l’ambiente sia pensato a misura di adulto: in un ambiente così concepito, il bambino non si trova a suo agio e non è quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente. La Montessori definisce il bambino come un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti “nebule”, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità.

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IL METODO EDUCATIVO DI MARIA MONTESSORI

Il suo metodo si basa sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo ed è diviso fondamentalmente in cinque punti.

Divisione dei bambini in fasce di etàE’ basata sulla divisione del periodo umano di apprendimento (dalla nascita fino ai 24 anni di età) in 4 periodi, chiamati “livelli di sviluppo”.

1. Livello - dalla nascita a circa 6 anniDurante questo periodo, la Montessori osserva un veloce e significativo sviluppo fisico e psicologico del bambino che, in questo primo intervallo, è visto come un “esploratore sensoriale” ed uno studente impegnato nel lavoro di sviluppo psicologico di auto-costruzione e di costruzione della propria indipendenza funzionale. La Montessori introduce diversi concetti per spiegare questo concetto, tra cui:

a. mente assorbente e mente cosciente: il comportamento del bambino piccolo consiste nell’assimilare gli stimoli sensoriali del suo ambiente, comprese le informazioni dei sensi, la lingua e la cultura, descrivendo questo aspetto con il termine “mente assorbente”. La sua intelligenza opera inconsciamente, assorbendo ogni dato ambientale; in questa fase si formano le strutture essenziali della personalità. Dai 3 ai 6 anni inizia l’educazione prescolastica e alla “mente assorbente” si associa la “mente cosciente”, quando il bambino inizia ad avere la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti;

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b. periodi sensibili: La Montessori osserva anche periodi di particolare sensibilità agli stimoli, in special modo in quelli che chiamava “periodi sensibili”. Nella teoria montessoriana, l’ambiente nelle aule deve rispondere a questi periodi, fornendo strumenti appropriati e mettendo a disposizione precise attività. La pedagogista ha individuato i seguenti periodi e la loro durata:

i. acquisizione del linguaggio (dalla nascita a circa 6 anni);

ii. ordine (da circa 1 ai 3 anni);iii. raffinatezza sensoriale (dalla nascita fino a circa 4

anni);iv. interesse per piccoli oggetti (da circa 18 mesi a 3

anni);v. comportamento sociale (da circa 2 anni e mezzo a

4 anni).c. normalizzazione: nei bambini dai 3 ai 6 anni si osserva uno stato di dialettica bio-sociale definito “normalizzazione”, che nasce dalla concentrazione su attività che servono allo sviluppo del bambino, come “la disciplina spontanea, il lavoro continuo e felice, i sentimenti sociali di aiuto e la comprensione per gli altri.”.

2. Livello - da circa 6 a 12 anniDurante questo periodo, la Montessori osserva cambiamenti fisici, relazionali e neuro-pedagogici nei bambini, sviluppando per essi un ambiente scolastico, lezioni e strumenti precisi per rispondere a queste nuove caratteristiche. Fisicamente, nota la perdita dei denti da latte e l’allungamento delle gambe e del torso ed un successivo periodo di crescita uniforme. A livello relazionale descrive la tendenza a lavorare in gruppo e a socializzare, mentre a livello neuro-pedagogico l’utilizzo

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della ragione e della fantasia. Da un punto di vista dello sviluppo, crede che il lavoro del bambino, nel secondo livello, sia la formazione dell’indipendenza intellettuale, del senso morale e dell’organizzazione sociale.

3. Livello - da 12 a 18 anniLa Montessori sostiene che il 3° livello sia caratterizzato dai cambiamenti fisici della pubertà e dell’adolescenza, ma anche da importanti cambiamenti di atteggiamento, quali la rapidità di cambiamento di idee ed umore e difficoltà di concentrazione, così come le tendenze creative e lo sviluppo di “un senso di giustizia e un senso di dignità personale”. Usa il termine “valorizzazione” per descrivere l’impulso degli adolescenti ad “una valutazione esterna che derivi dal loro valore”. Dal punto di vista evolutivo, Montessori ritiene che il lavoro del giovane, nel 3° livello, sia la costruzione del sé adulto nella società.

4. Livello - da 18 a 24 anniMaria Montessori scrive relativamente poco di questo periodo e non sviluppa un programma educativo per quest’intervallo di età. Immagina giovani adulti preparati dalle loro esperienze attraverso il suo metodo, pronti ad abbracciare pienamente lo studio della cultura e delle scienze per influenzare e guidare la civiltà. Crede che l’indipendenza economica, sotto forma di lavoro, sia fondamentale in questa età e pensa che un limite arbitrario al numero di anni di studio di livello universitario sia inutile perché lo studio della cultura potrebbe andare avanti per tutta la vita di una persona.

Libertà di scelta nel loro percorso educativoSi basa sulla libera scelta del bambino relativamente al proprio autonomo percorso educativo (quindi delle attività da svolgere e di quanto tempo dedicare loro), all’interno di una gamma di

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opzioni predisposte dall’insegnante.Il modello della Montessori ha due elementi fondamentali; in primo luogo, bambini e adulti si devono impegnare nella costruzione del proprio carattere attraverso l’interazione con i loro ambienti. In secondo luogo, i bambini, specialmente di età inferiore ai 6 anni, subiscono un importante percorso di sviluppo mentale. Sulla base delle proprie osservazioni, la Montessori crede che concedere ai bambini la libertà di scegliere e di agire liberamente, all’interno di un ambiente preparato secondo il suo modello, contribuisca spontaneamente ad uno sviluppo ottimale.

Blocchi di lavoro lunghi e continuativiBlocchi orari di lavoro didattico lunghi e senza interruzioni (idealmente di tre ore).

Organizzazione di attività e laboratoriConsiste nell’organizzazione delle attività educative predisposte, dei laboratori, degli ambienti e dei materiali didattici a disposizione, che favorisca l’apprendimento per scoperta e per “costruzione” delle conoscenze poste nella zona di sviluppo prossimale di ogni singolo bambino (sulla base di un modello psicopedagogico costruttivista). Tale ambiente educativo è costruito su misura per le caratteristiche umane di base e per le specifiche caratteristiche dei bambini in età diverse. La funzione dell’ambiente è quella di permettere al bambino di sviluppare l’autonomia in tutte le aree, in base alle proprie direttive evolutive interne. Oltre ad offrire l’accesso ai materiali adeguati all’età dei bambini, l’ambiente, volutamente strutturato, deve presentare le seguenti caratteristiche:

- costruzione in proporzione al bambino e ai suoi bisogni reali;

- bellezza e armonia;- pulizia dell’ambiente;

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- ordine;- un accordo che faciliti il movimento e l’attività;- limitazione degli strumenti.

Materiali didattici creati direttamente da Maria MontessoriIl materiale didattico specializzato viene sviluppato e perfezionato da Maria Montessori ed in seguito dai suoi collaboratori; ciò consente l’apprendimento per scoperta, l’utilizzo raffinato dei sensi e l’autocorrezione.Il bambino è libero nella scelta del materiale: tutto deve scaturire dal suo interesse spontaneo, sviluppando così un processo di autoeducazione e di autocontrollo. La Montessori realizza del materiale di sviluppo cognitivo specifico per l’educazione sensoriale e motoria del bambino e lo suddivide in:

materiale analitico: incentrato su un’unica qualità dell’oggetto, per esempio peso, forma e dimensioni. Educa i sensi isolatamente;materiale autocorrettivo: educa il bambini all’autocorrezione dell’errore e al controllo dell’errore, senza l’intervento dell’educatore;materiale attraente: oggetti di facile manipolazione e uso, creati per invogliare il bambino all’attività di gioco-lavoro con essi.

L’insieme di questi cinque elementi, unito all’indipendenza sulle proprie scelte, rende l’apprendimento e la crescita psichica molto efficace.

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MARIA MONTESSORI E LA MENTE MATEMATICA

Per la Montessori anche l’insegnamento della matematica – che non può essere procrastinato fino all’inizio della scuola elementare – deve rispettare i livelli di sviluppo dei quali si è parlato precedentemente. Infatti uno stesso argomento, presentato in momenti diversi e con modalità diverse, può suscitare reazioni molto diverse.Inoltre, a suo giudizio, bisogna predisporre per il bambino opportuni materiali strutturati che lo accompagneranno durante il suo sviluppo e gli forniranno le occasioni per fare esperienze di tipo matematico, dato che «Gli oggetti matematici non sono sparsi nell’ambiente come gli alberi, i fiori e gli animali. Sono mancate così le occasioni per sviluppare spontaneamente la mente matematica nell’età infantile, il che venne a determinare un ostacolo al successivo sviluppo mentale. Noi perciò chiamiamo i materiali sensoriali astrazioni materializzate o materiale matematico basico.»Prima nella scuola dell’infanzia e poi nella scuola elementare, i bambini lavorano con il materiale organizzato per l’attività matematica, in modo da consentire l’utilizzo del movimento e della manipolazione di oggetti concreti al fine di favorire processi di interiorizzazione, organizzazione e astrazione. Durante il lavoro, da svolgersi individualmente, l’insegnante si limita a mostrare come il materiale deve essere utilizzato; saranno poi i bambini a operare, ognuno impegnando i tempi che gli sono necessari.Il materiale strutturato approntato da Maria Montessori è stato predisposto in modo tale che sia possibile accorgersi di eventuali errori, autocorreggendosi senza che l’insegnante sia costretto ad intervenire; così che il bambino a poco a poco acquisti fiducia in se stesso, procedendo autonomamente e indipendentemente dai tempi dei suoi compagni, senza timori

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nei confronti della matematica. La Montessori dedica all’educazione matematica due opere: “Psicoaritmetica” e “Psicogeometria”, che sono pubblicate in spagnolo perché l’autrice, a causa delle persecuzioni del fascismo, si trova in esilio a Barcellona. Dopo aver subìto una storia editoriale abbastanza travagliata, anche l’edizione italiana va finalmente in stampa. Le tesi montessoriane esposte nelle due pubblicazioni, messe a confronto con le recenti scoperte delle neuroscienze, evidenziano marcati elementi di sintonia e di attualità veramente impressionanti. Attraverso il concetto di “brain imaging” scopriamo in modo evidente che la matematica è difficile da apprendere, perché la sua comprensione coinvolge sia aspetti geometrico-percettivi (un buon matematico si “immagina” sempre in senso percettivo il significato delle formule che sta scrivendo), sia aspetti simbolico-linguistici. Le aree cerebrali che sono coinvolte in queste operazioni sono molto distanti tra loro, e dunque è necessario allenare il cervello ad usarle contemporaneamente. Spesso, invece, ai bambini la matematica è presentata in modo puramente “linguistico”, come una lista di istruzioni da memorizzare; essendo la memoria linguistica potentissima e durevole, i bambini tendono sin dall’inizio a imparare con poco sforzo la matematica, ma utilizzano una modalità sbilanciata, attivando più gli aspetti linguistici che quelli percettivi. Quando, però, la quantità di formule da memorizzare diventa eccessiva, la matematica risulta arida e incomprensibile. Sarebbe invece necessario insegnare la matematica ai bambini inviando al loro cervello prima di tutto gli stimoli di tipo percettivo-sensoriale.Le mani, da questo punto di vista, sono importantissime, perché le aree cerebrali che permettono i movimenti fini delle

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mani sono molto vicine a quelle che fanno percepire le forme geometriche e le quantità approssimate. Prendiamo per esempio uno dei risultati più classici e più famosi della geometria euclidea: il teorema di Pitagora.La sua formulazione puramente “linguistica” è in genere una di quelle che si ricordano così: “in un triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti”.Lo sforzo per la memoria linguistica è modesto, dunque si tende a partire dall’enunciato del teorema, presentando la sua dimostrazione, e poi si fanno seguire gli esercizi preconfezionati in cui il teorema viene applicato.Gli studenti, in genere, vengono subito valutati sulla base della loro capacità di applicare il teorema a esercizi piuttosto simili, a quelli presentati in precedenza. L’approccio della Montessori è diverso.L’idea montessoriana è semplice: il docente deve partire dalle “cose”, cioè da rappresentazioni concrete degli oggetti geometrici.Ma è soprattutto, con un’autodisciplina che non è facile apprendere, il docente che deve lasciare il tempo affinché siano le cose stesse a parlare agli studenti. Il teorema di Pitagora, attraverso la manipolazione di materiali opportuni, deve essere scoperto autonomamente dagli studenti; “Psicogeometria” mostra che è possibile in quanto è “un’idea semplice”.

Prendiamo come esempio il materiale per la scoperta del teorema di Pitagora: in una cornice di ferro sono inseriti il triangolo equilatero e i quadrati costruiti sui suoi lati, colorati in colore diverso.

In due scanalature della stessa cornice sono inseriti due

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parallelogrammi, dello stesso colore dei due quadrati costruiti sui cateti.

I piccoli cerchietti che appaiono nella fotografia rappresentano dei pomelli che servono a rimuovere agevolmente dall’incastro le varie figure. I bambini, che hanno già lavorato a esercizi simili ma più semplici, sanno che devono trovare le relazioni tra gli elementi dell’incastro.Dopo un po’ si renderanno conto, rimuovendo il quadrato blu, muovendo il triangolo e inserendo il parallelogramma blu, che quadrato e parallelogramma hanno la stessa area.

Faranno poi lo stesso con il quadrato giallo.

E infine, con un ultimo spostamento, si renderanno conto che i due parallelogrammi sono equivalenti al quadrato rosso.

Le varie scanalature servono a rendersi conto dell’uguaglianza tra gli elementi dei vari quadrilateri.

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Come ripete spesso la Montessori nelle sue lezioni: “il modo con cui un concetto è stato compreso per la prima volta dagli esseri umani è un modo naturale per presentare quel concetto ai bambini”.Sulla base di questa idea, e della sua conoscenza – piuttosto approfondita – degli Elementi di Euclide, la Montessori introduce nei due testi un’enorme quantità di materiali, che con la loro “muta eloquenza” permettono ai bambini di scoprire, in modo indipendente, la geometria e l’aritmetica.Molti di questi materiali, soprattutto relativi all’aritmetica, sono stati ripresi dalla scuola tradizionale come per esempio il “Mandala delle tabelline” che, come anche per la tavola per la scoperta del teorema di Pitagora, sfruttano le conoscenze gestaltiche .Grazie alla manipolazione di questi materiali, i bambini non solo costruiscono il concetto di base del numero da uno a dieci memorizzando il naturale ordine di numeri, ma riconoscono anche le relazioni tra quantità e qualità. Dopo aver acquisito padronanza con questi concetti di base, i bambini hanno bisogno di capire il valore posizionale delle cifre.Si presenta ai bambini il Sistema Decimale, facendo esplorare il valore posizionale delle cifre entro le migliaia; lavorando con le “perle dorate” e le “carte dei numeri grandi”, i bambini svilupperanno il concetto di quantità oltre il dieci. Quando riconoscono i simboli scritti e il loro significato, hanno bisogno di esercitarsi nel ricordare i numeri. Questa abilità si sviluppa per esempio attraverso l’uso dei seguenti materiali: le “Barre di perline colorate” e le “Tavole di Seguin”.L’insegnante ha un importante ruolo in tutto ciò: deve saper comprendere cosa i bambini rivelano attraverso il loro lavoro,

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non deve insistere ripetendo la lezione, o comunicare al bambino che ha commesso un errore o che non ha capito. L’insegnante insegna poco ed osserva molto, perché solo così può aiutare bambini a rimuovere i loro ostacoli e può guidarli al passo successivo, secondo le loro necessità ed i loro desideri.

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GLI STRUMENTI MATEMATICI

Oltre all’ambiente, un aspetto fondamentale delle teorie dell’insegnamento della Montessori sono gli strumenti che alimentano la curiosità e l’autocorrezione.Per generare questa voglia di scoperta e di auto-correzione Maria Montessori studiò molto approfonditamente le teorie Gestaltiche sulla forma e sul colore che poi applicò sui suoi strumenti.Ogni colore, infatti, suscita sensazioni diverse oltre a rendere la capacità mnemonica più efficace tramite l’associazione colori-ragionamento fissando al meglio le conoscenze nel contare e sapere i nomi dei numeri.La “Tavola di Seguin”, abbinata alle “Perline colorate”, è il classico esempio di come forme e colori unite alla pazienza dell’insegnante e dalla curiosità del bambino spingano esso a giocare, imparare, sbagliare e autocorreggersi e autogestirsi.Ci sono tre tipi di tavole: da 11 a 19, da 10 a 90 e da 11 a 99.Prendiamo in considerazione le prime.

Il materiale è costituito da una serie di nove 10 scritti l’uno sotto l’altro e disposti in una cornice. Sotto l’ultimo c’è uno spazio vuoto. Allegata a questa tavola c’è una serie di tavolette di grandezza sufficiente per coprire lo zero del 10, che si possono collocare nella cornice, introducendole dal lato destro

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fornito di apposita scanalatura.L’esercizio consiste nel collocare la tavoletta dell’1 sopra lo zero del primo 10, quella del 2 sullo zero del secondo 10 e così via, fino a che il bambino non arriva a coprire col 9 l’ultimo zero. A partire da questo punto non si può fare altro, se non passare ad una seconda decina.All’esercizio precedente bisogna associare la conoscenza dei termini. La difficoltà maggiore nella terminologia sta nel passaggio dal 10 al 20: infatti, la struttura delle parole che si riferisce alla decina ed alle unità nasconde gli elementi che le compongono. Questi elementi, fondendosi, formano parole nuove; perciò, questa parte deve essere imparata a memoria mediante esercizi di composizione di parole costruite con cartellini. La parola “dici” sarà sempre scritta in rosso, mentre l’altra parte della parola, che indica il gruppo di unità associate alla decina, sarà scritta in nero.Ogni volta che si forma una nuova quantità, c’è la relativa composizione del numero. Si pone così il bastoncino da 1 perla vicino a un bastoncino della decina, mentre nel cartello del 10 lo zero viene coperto dal simbolo dell’1. Si prosegue così, sostituendo e unendo fra loro quantità e simboli, lasciando fissa la decina.Arrivati al 9, non si può continuare con lo stesso procedimento, perchè il bastoncino (o l’asta numerica) che segue il 9 non può che essere una nuova decina. Si collochi quindi la nuova decina accanto alla prima. Per quanto riguarda i cartelli dei numeri, bisogna invece accantonare quelli usati prima e utilizzare il cartello del 20.Tutti questi esercizi rafforzano il concetto chiave del sistema decimale, che si impernia sul passaggio da una decina all’altra, cioè dal 9 al 10. Dopo il 9, il ponte è stato superato: ha inizio una nuova decina.

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Un altro strumento usato spesso nelle scuole materne montessoriane è il “Mandala delle tabelline” un disco di legno con dieci pioli e un filo di cotone rosso.

Dato che il bambino è già abituato a vedere numeri sotto forma di oggetti presenti in natura, vedere visivamente una tabellina e quindi associare ogni numero a quella determinata forma lo aiuta a imparare più facilmente le tabelline. Il mandala infatti sfrutta queste teorie tramite il filo di cotone che gira intorno ai pioli col numero corrispondente creando forme geometriche.Il gioco consiste nel arrotolare il filo sui pioli ogni qualvolta lo dice la tabellina e il bambino, dicendo i numeri ad alta voce, la ricorda e si diverte.Alla fine noterà che le tabelline dell’uno e del nove, del due e dell’otto, del tre e del sette e del quattro e del sei saranno uguali e scoprirà che il risultato di queste coppie sarà dieci.