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SOLSTIZIO D’INVERNO Il Natale del sole LA FESTA PIU’ “INTERCULTURALE” DELL’ANTICHITA’ di Luigi Ambrosi Al 3000 A.C. risalgono le feste di celebrazione del Dio del Sole Babilonese Shamash, nel giorno corrispondente al nostro 25 dicembre. Il Dio Sole Shamash, Utu in sumerico e Shamas in accadico, è una divinità popolare in tutta la storia della Mesopotamia; il suo nome si riferisce al Sole, ma anche alla giustizia ed alla predizione in quanto il Sole vede tutto, compreso il futuro; risiede insieme alla sua sposa in templi chiamati “la Casa Bianca” (E’ BABBAR). Shamas è’ rappresentato da un disco solare. Come tra gli egiziani ed altri popoli di tradizione plurimillenaria, gli dei mutano il nome nel tempo. In Babilonia comparve successivamente il culto della Regina del Cielo (Isthar) e di suo figlio Tammuz, il dio creduto la reincarnazione del Sole. La nascita di questo Dio avveniva proprio durante il solstizio d’inverno: in questa veste di bambino a Babilonia il Dio Sole Tammuz prendeva il nome di Yule e il Giorno di Yule veniva festeggiato il 25 dicembre. DIO SOLE BABILONESE: IL CULTO DI SHAMASH E TAMMUZ/ YULE / ISHTAR

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SOLSTIZIO D’INVERNO

Il Natale del soleLA FESTA PIU’ “INTERCULTURALE” DELL’ANTICHITA’

di Luigi Ambrosi

Al 3000 A.C. risalgono lefeste di celebrazione del Diodel Sole BabiloneseShamash, nel giornocorrispondente al nostro 25dicembre.

Il Dio Sole Shamash, Utu insumerico e Shamas inaccadico, è una divinitàpopolare in tutta la storiadella Mesopotamia; il suonome si riferisce al Sole, maanche alla giustizia ed allapredizione in quanto il Solevede tutto, compreso ilfuturo; risiede insieme allasua sposa in templi chiamati“la Casa Bianca” (E’BABBAR).

Shamas è’ rappresentato daun disco solare. Come tra gliegiziani ed altri popoli ditradizione plurimillenaria, glidei mutano il nome neltempo. In Babiloniacomparve successivamente ilculto della Regina del Cielo(Isthar) e di suo figlioTammuz, il dio creduto lareincarnazione del Sole. Lanascita di questo Dioavveniva proprio durante ilsolstizio d’inverno: in questaveste di bambino a Babiloniail Dio Sole Tammuzprendeva il nome di Yule e ilGiorno di Yule venivafesteggiato il 25 dicembre.

DIO SOLE BABILONESE: IL CULTO DI SHAMASH ETAMMUZ/ YULE / ISHTAR

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La dea Ishtar veniva rappresentataanch’essa (come Iside in Egitto)avente tra le braccia il suo “unicofiglio” con una aureola di dodicistelle intorno al capo (i 12 segnizodiacali). Il culto di Tammuz/Yuleera talmente forte e diffuso chenella stessa Bibbia troviamo ilprofeta Ezechiele , nel VI secoloa.C, rimproverare le donne diGerusalemme perche’ piangevanola morte di Tammuz (in questoculto Tammuz dio-pastore muore epoi risorge dopo tre giorni).

Altra grande divinità di Babiloniaera Marduk, o Bel-Marduk che inbabilonese voleva dire “vitello delSole”.

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SHAMASHSHAMASHFIGLIO DI ISHTARFIGLIO DI ISHTAR

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DIO SOLE ARABO:IL CULTO DIDUSARES/HELIOS

A Petra (nell’attuale Giordania) il Dio SoleDusares era celebrato il 25 dicembre già dal600 A.C.

Epifanio, il vescovo cristiano della città diSalamina, padre della Chiesa e noto storico,affermava nel IV secolo d.C. che da tempo aPetra (la capitale del Regno di Palmira) erafesteggiato Dusares/Helios, il Dio Sole, nelgiorno 25 dicembre. Era la festa principaledi questo Regno, governato da una donnanel suo momento massimo di espansione, eche dalla penisola arabica si era esteso finoall’ Etiopia ed a buona parte dell’ Egittoprima di essere distrutto dall’imperatoreromano Aureliano nel III secolo d.C.

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IL DIO INDIANO KRISHNA

C’è scritto nei Rig Veda (Veda della Lode) indiani in epocaantecedente al primo millennio A.C.:“Il capo degli anacoreti chiamò a sé Devaki e le disse: - Verginee madre, salve! Nascerà da te un figlio e sarà il salvatore delmondo. Ma fuggi, perché il tiranno Kansa ti cerca per fartimorire col tenero frutto che rechi nel seno. Darai al mondo ilfiglio divino e lo chiamerai Krishna il sacro –“Krishna nacque da una vergine: “Mahadeva, il Sole dei Soli, leapparve nel lampo di un folgorante raggio sotto forma umana.Allora concepì il figlio divino.” (Rig Veda- brani tratti dallatraduzione di E.Shurè, I Grandi Iniziati, Bari,1941).Anche la storia di Krishna suggerisce influenze sulle religioniposteriori, compreso il cristianesimo. E’ partorito da unavergine, chi la feconda compare sotto forma di luce, èperseguitato da un tiranno che ordina l’uccisione di migliaia dibambini, è la seconda persona della trinità indiana, èdenominato il dio pastore, fa miracoli e ascende al cielo.La radice del suo nome è similare a quella di Cristo (Il nomecompleto di Gesù Cristo fu definito integralmente e ufficialmentesolo nel 325 d.C. nel Consiglio di Nicea).

La vita di Krishna è ricchissima di particolari che ritroviamo nellastoria narrata di Cristo.

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ALTRI CULTI SOLARI

Vengono dati per nati ofesteggiati ogni anno nel solstiziod’inverno:Dioniso (di cui Microbioriferisce:”…subito dopo la suasepoltura, egli risuscitò dallamorte e salì al cielo”), Apollo,Eracle, il Dio Siriano Adone, il Diofrigio Ati (Attis), lo scandinavoFreyr (figlio di Odino), il celtico-irlandese Samhein (anche luirisorto dalla morte dopo tregiorni). Inoltre durante il solstizioinvernale nelle Americhe delCentro-Nord abbiamo ifesteggiamenti di questi Dei:Bacab (Yucatan) messo al mondodalla vergine Chiribirias ed il Dioazteco del Sole, Huitzilopochtli

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LA DATA DI NASCITA DI GESU’

Questa ricostruzione della data di nascita di Gesù è la versione più recente eattestata.Chi stabilì che Cristo nacque nell’anno 1 fu il monaco Dionigi il Piccolo nelsecolo VI, al quale risultava dai suoi calcoli che fosse nato in corrispondenzadell’anno 754 dalla fondazione di Roma.La sua datazione fu poi adottata come inizio dell’era cristiana dal Monaco Bedail venerabile nel 725 d.C. ed è la datazione attualmente in uso. Gli storici hannoampiamente dimostrato che è una data errata, anche basandosi sul Vangelo diMatteo (3,16) dove l’evangelista raccontava che Erode decise la strage di tutti ibambini primogeniti sotto i due anni. Di Erode si conosce la data della morte,che avvenne nel 4 A.C. pochi giorni prima dell’eclisse del 13 marzo. Luca, nelsuo Vangelo, scrive che Gesù era nato durante il censimento di Quirino,funzionario romano in Siria. Quirino però fece due censimenti, uno nel 6 d.C.come Governatore, l’altro nel 6 A.C. come funzionario insieme a SanzioSaturnino. Gli storici prendono quindi il 6 A.C. come data di riferimento perulteriore indagine.

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LA DATA DI NASCITA DI GESU’

Quando nel 330 d.C. l’imperatore Costantino stabilì la celebrazione in tuttol’impero del Natale Cristiano in luogo della festa del Sol Invictus (in occasionedelle cerimonie per la nuova capitale dell’impero, Bisanzio) accadde che il Natalefu celebrato due volte in quell’anno: il 6 gennaio come da tradizione in Bisanzio epoi ancora il 25 dicembre come da decreto imperiale che fissava il definitivocambiamento. Così l’anno 1079 dalla fondazione di Roma diventa l’anno 1080,grazie a questa doppia celebrazione. I ricercatori hanno quindi stabilito l’anno dinascita di Cristo nel 7 a.C; poi hanno cercato la conferma astronomica,richiamandosi ai passi del Vangelo di Matteo.

Matteo era un uomo istruito formatosi alla scuola dei Caldei, i più competenti inmateria di astronomia. In nessun testo religioso orientale o occidentale, compresii 72 Vangeli, tra riconosciuti ed apocrifi si parla di cometa o di stella in occasionedella nascita con esclusione di quello di Matteo..

Solo gli annali cinesi registrano un fenomeno luminoso proprio nel 7 A.C.

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LA DATA DI NASCITA DI GESU’

Gli astronomi utilizzando la simulazione al computer sono riusciti a riprodurre ilfenomeno celeste che avvenne sui cieli notturni della Palestina: non si trattavadi una stella, men che meno cometa, ma di una straordinaria congiunzione deipianeti Giove e Saturno, che per diffrazione della luce risultavano 5 volte piùluminosi della somma delle singole sorgenti, come due volte la luna piena.Questi due pianeti apparvero in cielo così vicini da sembrare una unica stella: èun fenomeno che si ripete ogni 854 anni.

Giunti su Gerusalemme, Giove e Saturno apparvero spostarsi a sud versoBetlemme

Era la notte del 13 novembre dell’anno 7 A.C.

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La parola presepe significa “mangiatoia” ed indica la greppia nella quale, come racconta ilVangelo di Luca, fu posto il Bambino Gesù alla sua nascita.Sono i Vangeli Apocrifi (cioènon accettati dalla Chiesa come ispirati) che parlano della grotta nella quale era collocatala stalla ed indicano la presenza del bue e dell’ asinello che con il loro alito riscaldanol’umile culla.Pur se i soggetti della natività compaiono su alcuni sarcofaghi del IV secolo, la vera epropria origine del Presepio è da ricondurre alle antiche rappresentazioni sacre eseguitedurante le feste natalizie e dalle quali S. Francesco, secondo tradizione, avrebbe trattol’idea del presepe, realizzandolo per la prima volta in un bosco presso Greccio nel Nataledel 1223.

Alla fine del 1200 apparvero rappresentazioni artistiche della natività: la più antica è“L’oratorium Praesepis” di Arnolfo di Cambio, conservato nella Basilica di Santa MariaMaggiore a Roma, su commissione del Papa Onorio IV. La popolarità del presepio ebbeperò inizio solo nel 1400, in particolare nell’ Italia centro – meridionale e per l’operadivulgatrice dei frati francescani e domenicani.. Nella seconda metà del secolo, l’ uso didisporre semplicemente una serie di statuine contro uno sfondo dipinto fu sostituitodall’elaborazione di paesaggi in rilievo.

ALTRI RITI E PERSONAGGI DEL NATALE:IL PRESEPE

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Il Natale del soleLA FESTA PIU’ “INTERCULTURALE” DELL’ANTICHITA’

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A Napoli sorse una vera e propria arte del presepio: famoso fu quello con figure inlegno di S.Giovanni a Carbonara nel 1484. Nell’ Italia settentrionale si producevanoinvece opere grandi in terracotta.

A Napoli nel 1700 nacque il “figurinaro”, cioè creatore di statuette, e comparvero cosìgli specialisti di pastori, gli animalisti ecc. Anche le composizioni diventarono piùcomplesse, con scene di vita quotidiana. Da Napoli questa arte si diffuse in Spagna(figure in creta in Catalogna), in Portogallo, in Francia : in Provenza venivano allestitipresepi, in teatrini o negozi, composti di vari quadri divisi da fondali e le figurine eranomarionette mosse da un congegno interno. L’Italia del nord esportava presepi nel nordEuropa, in particolare su richiesta delle chiese in Polonia.

Esistono presepi ritagliati nella carta o nella stagnola, presepi splendidi a forma dicattedrale gotica in Polonia. Nel presepe è tradizione del nord Italia raffigurare lacapanna, e del sud Italia raffigurare la grotta.

IL PRESEPE

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LA STELLA COMETA

La stella cometa è entrata nella tradizione del natale cristiano, ma anch’essa indica laconfusione che circonda le radici del Natale. Abbiamo visto che nessuna cometa è osservatae registrata negli anni presunti della nascita di Cristo, e che il fenomeno luminoso fu daaddebitarsi alla congiunzione di Giove e Saturno il 13 novembre del 7 A.C., nellacostellazione dei Pesci.

Tutta la storia della cometa nasce da un quadro di Giotto, nel 1301 alla Cappella degliScrovegni; il pittore, accanto alla Natività, dipinse l’Epifania e inserì sopra la capanna unacometa. Per un motivo molto realistico e contemporaneo del suo tempo: proprio inquell’anno, nel 1301, a Dicembre, apparve in cielo la famosa cometa di Halley, allora moltoluminosa ed appariscente.

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BABBO NATALE

Babbo Nataleè San Nicola

San Nicola nacque a Patara (Turchia) da unaricca famiglia, fu il Vescovo di Myra nel IV secolod.C. e li venne seppellito.

Nel 1087 la sua salma e il suo tesoro presuntofurono trafugati da cavalieri crociati italiani. Lasalma fu lasciata a Bari e di questa città SanNicola diventò il santo protettore. Di lui parlaanche Dante nel Purgatorio (XX-31-33).

La leggenda più antica su San Nicola ha subitopoi leggere correzioni per renderla adatta aibambini, ma così raccontava: tre giovani povereerano destinate alla prostituzione. Un nobiluomocaduto in miseria voleva sposarne una ed eracommosso dai loro pianti. Andò da S.Nicola chepromise di aiutare tutti: per due notticonsecutive lanciò un sacco di monete d’oroall’interno della casa delle tre fanciulle. Al terzogiorno trovò le finestre chiuse, ed allora feceentrare in casa il sacco calandolo dal camino.Intorno al camino erano stese delle calze, che siriempirono di monete d’oro.Nella fantasia popolare S. Nicola diventò “ilportatore di doni”, nella notte del 6 dicembre(S.Nicola) e successivamentei nella notte diNatale.Il culto di San Nicola, che si era diffuso nel nordEuropa, fu poi portato dagli immigrati olandesi inAmerica. Il santo in olandese veniva chiamatoSinter Klass ma negli Stati Uniti si affermò comeSanta Klaus.

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Il Natale del soleLA FESTA PIU’ “INTERCULTURALE” DELL’ANTICHITA’

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Nel 1809 lo scrittore Washington Irvin raccontò per la prima voltagli spostamenti di Babbo Natale nel cielo per la distribuzione deiregali; nel 1821 il pastore americano Clement Clarice Moorescrisse una favola sul Natale, per i bambini, nella quale ilpersonaggio di Babbo Natale appariva con una slitta tirata da 8renne.

Nel 1860 Thomas Nast, illustratore e caricaturista del giornale NewYorkais Illustrateur Weekly, ivestì Babbo Natale di una lungamantella guarnita di pelliccia.Per quasi 30 anni Nast illustrò tutti gli aspetti della leggenda diNatale e nel 1885 stabilì la residenza di Babbo Natale al Polo Nord.

L’Anno seguente lo scrittore americano Gorge P. Webster precisòche la fabbrica di giocattoli e dimora di Babbo Natale eranonascosti tra i ghiacciai del Polo Nord.

Nel 1931 la Coca Cola decise di usareBabbo Natale nelle sue campagnepubblicitarie e commissionò ad unartista americano, tale HaddonSundblom, l’incarico di ridisegnaree standardizzare il vecchio santogentiluomo. L’artista si ispirò alsuo vicino di casa, commesso viaggiatore sempre indaffaratocon pacchi e pacchetti, un uomograsso con barba bianca e fare pacioso.Vicino di casa + colori bianco e rossodella coca cola = Babbo Natale.

L’immagine convinse i dirigentidella Coca Cola che la riportaronosu una delle prime pubblicità:un folletto ciccionecon la panciaa botte,il barbone bianco, che indossaun abito rosso bordato di pelliccia bianca, stivali neri e cinturonecon in mano una bottiglia di Coca Cola.

Da quando quella campagnapubblicitaria fu conclusa,nessuno al mondo hamai più visto Babbo Natale raffigurato con colori diversi.

Come invece il cavallo bianco di San Nicola si sia trasformato inquattro renne, questo non si sa.

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L’ALBERO

L’Albero è unacattedrale delleculture animiste piùantiche ed il suoculto è ancoradiffuso.

Chi ha viaggiatonell’India nel nord,nell’Asia Centrale, inCina, in Tibet, inSiberia avràsicuramente notatoche alcuni alberi, ingenere i più antichio maestosi, sonooggetti di culto:vengono legati sottilifili intorno al troncoper mettervi incensiaccesi, infilarvighirlande di fiori;alla base dell’alberovengono depostifiori, cibo, lumiaccesi.

Questa tradizione siconserva un po’ intutto il mondo.

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L’ALBERO

Tale G.Moussian ha rinvenuto unatavoletta babilonese molto antica, 1850a.C., dove vi è raffigurato un alberoschematizzato, e sui rami delle losangheche raffigurano gli astri, ed alla sommitàil Sole che domina. E’ il più antico alberodi Natale finora rinvenuto (consideratopoi che a Babilonia festeggiavano il DioSole Samash il 25 dicembre). Ibabilonesi usavano decorare l’albero confrutti.

L’albero è presente in tutte le religioniarcaiche: è l’albero cosmico dellamitologia germanica (la tradizioneodierna riparte proprio dai germani), èl’albero indiano dei Veda, è l’albero dellaVita persiano e biblico…

Celti, Sassoni, Normanni portavanoalberi in casa per tener lontani gli spiriticattivi, gli Egiziani portavano le palmeed i Romani gli abeti.

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Come segno di venerazioneverso gli alberi consacrati gliantichi erano solitiappendere mele ed altrifrutti come offerta alledivinità. La tradizione eraestesa in tutto il nordEuropa.: per ringraziare laterra della sua generosità edin segno di buon auspicioper i successivi raccolti, icontadinoi appendevanosugli alberi i frutti dei lororaccolti. Gli antichi Germanivi appendevano anche pietreai rami della quercia per fartornare gli spiriti fuggiti conla caduta delle foglie.Successivamente gli alberi siarricchìrono di frutti colorati,ghirlande, e candeline.

La prima ripresa di questausanza la troviamo aStrasburgo in Germania nel1539, ma solo nel 1800diventò una usanzagenerale. Fabbricantigermanici e svizzeri.cominciarono a produrreninnoli di vetro soffiato, gliamericani successivamenteaggiunsero l’idea dellelampadine. Poi nel 1840 laduchessa di Orleans ,imitando l’ambasciatoreasburgico, fece addobbareun enorme albero nelgiardino di Tuilleries e…lamoda dilagò tra tutte le cortieuropee.

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Dalla festa del SolInvictus provienel’usanza di bruciare unceppo a Natale.

Il ceppo doveva esseredi quercia e dovevabruciare per 12 giorni:da come era bruciato odalle scintille siprediceva il futuro.

Le ceneri venivanoconservate e usatecome rimedi contromalattie e calamità.

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IL VISCHIO

Nei culti dei druidi, i sacerdoti celtici, c’era l’usanza di tagliare il vischio con unfalcetto a forma di serpe d’oro. Il vischio poi veniva raccolto in un drappo biancoavendo cura di non farlo toccare per terra e lo si immergeva nell’acqua di unlago.

A questo punto, abbracciarsi sotto ilvischio per il natale-festa del Soleera benaugurante; infatti il vischioera anche chiamato “guarisci-tutto”per le sue proprietà medicinali.

Questa sua natura invita a superareogni dolore e calamità; secondo idruidi il vischio assicurava il beltempo, il raccolto abbondante e laprotezione contro i malefici: perquesto si usa regalarlo ad iniziod’anno.

Con l’affermazione della religionecristiana, il vischio, a causa dei suoilegami con la tradizione pagana, fusostituito dall’ agrifoglio

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L’EPIFANIA E LABEFANA

L’Epifania, che vuol direManifestazione, agli inizi del IVsecolo coincideva con la festaper la nascita di Cristo cheandava affermandosi il giorno6 gennaio. Ma a seguito delladecisione dell’ ImperatoreCostantino di anticipare lafesta cristiana del 6 gennaio edi farla coincidere con la festadel Natale del Sole pagano del25 dicembre, si creò unadifformità di rituali. La ChiesaCattolica allora riempì la festadel 6 gennaio con l’arrivo deiMagi, e la chiamò festa dell’Epifania.

Secondo studiosi la parolaEpifania nel corso del tempo, inparticolare in Toscana, è statacorretta dalla lingua locale inBefania e poi Befana. A Firenzenel 1400 si usava festeggiarel’Epifania rievocando l’ultimatappa del viaggio dei Magi concortei-processioni spettacolari,ma con ridotta valenzareligiosa.. Comparvero i primicortei mascherati conriferimenti alle sacrerappresentazioni medievali edal viaggio dei Magi aBetlemme. E mimi cherappresentavano i significatireligiosi dell’ Epifania.

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Il Natale del soleLA FESTA PIU’ “INTERCULTURALE” DELL’ANTICHITA’

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Intorno alle Befane c’erano numerosi Befani, oBefanotti, col volto spesso dipinto di nero, vestitiin modo sgargiante e col volto tinto di nero, chein qualche modo richiamavano i re Magi. I Befanichiedevano soldi per se e per pubblicabeneficenza oppure vino, ed in cambio recitavanocanzoni, religiose o profane, dette Befanate.

I partecipanti ai cortei portavano fantocci fatti di stracci e issati su pertiche (“Befane”),venivano caricati su carri illuminati da fumose torce. I carri erano attorniati da giovaniche soffiavano in stridule e lunghe trombe di vetro. Giunti i carri ed i partecipanti nellapiazza principale, veniva dato fuoco ai fantocci-befane: questa usanza a Firenze è duratafino a fine 1800. L’ Epifania si caratterizzò così come anticamera, festa di apertura delperiodo carnevalesco.

In seguito, e dappertutto, l’Epifania si è caratterizzata come festa per bambini, con ilrecupero della tradizione dei doni dei Magi.

Pian piano l’aspetto profano della festaprese il sopravvento su quello religioso,prese piede la libertà nel mascherarsi aicortei, successivamente comparvero i carriche raggiunsero il massimo splendore nel1700. Sui carri, spesso decorati da artisti,c’erano figure femminili chiamate Befane eche rappresentavano la festa.. All’ Epifania oBefania del 1766 il carro più ammirato fuquello del “Trionfo di Bacco”. Si passò anchedallo splendore delle vesti dei primi corteialla cura del grottesco.