sociologia del lavoro lezione 13-03-2013 · anno accademico 2012-2013 sociologia del lavoro ......
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Anno Accademico 2012-2013
Sociologia del Lavoro
Dott. Riccardo Guidi / [email protected]
Modulo Sociologia del Lavoro (6 cfu)
Costellazione precaria.Numeri, tendenze, generi e figure della flessibilità e della precarietà in Italia
Lezione 13/03/2013
Giovani e precarietà in Italia.Problemi, attori, politiche e “invenzioni” dal basso
Presentare alcuni concetti introduttivi e alcuni dati sulla flessibilità ela precarietà del lavoro e della vita in Italia, con peculiare riferimento
alla condizione giovanile.
Obiettivo della lezione
Sociologia del Lavoro / Lezione 13/03/2013 / Costellazione precaria...
NOTA BENE
Contro: si sacrificano importanti articolazioni e dettagli.Pro: si guadagna una visione d’insieme.
Rapporti capitale / lavoro
Questioni-chiave della sociologia del lavoro (Richiamo a lezione 12/03/2013)
Organizzazione del lavoro
Mercato del lavoro Salari e costo del lavoro (livelli, tipi, dinamica...)
(Lavoro e) sistema di Welfare
Come viene organizzata la produzione?
Quali rapporti tra fattori produttivi diversi?
Quali relazioni hanno le due (o tre) parti?Quali attori? Quali strumenti?
Occupazione/disoccupazione (livelli, tipi, dinamica...)Popolazione che vende lavoro (livelli, tipi, dinamica... )
Politiche attive e passive del lavoroPolitiche sociali (assistenza, pensioni...)
Insieme di politiche pubbliche con cui lo Statofornisce protezione contro rischi e bisogni socialisulla base di diritti e doveri (Ferrera)
Contesto ideale all’interno del quale avviene lacompravendita di una merce sui generis, la forza-lavoro (Mingione, Pugliese)
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Elemento dinamico
Lavoro, tipi di capitalismo e sviluppo
Fordismo VS. Post-Fordismo: dicotomie a partire dalla storia industriale
Grande Scala Vs. Piccola Scala
Centralità offerta Vs. Centralità domanda
Standardizzazione Vs. Flessibilità (ICT)
Id.collettive Vs. Id.mobili, incentivi individuali
Lungo termine Vs. Breve termine
Economia reale Vs. Economia finanziaria
Locale Vs. Globale
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Gerarchia Vs. Collaborazione/coinvolgimento
NB: il “vecchio” non sparisce!
Mercato Organizzazione produzione e lavoroMercati vergini Vs. Mercati saturi
Relazioni sindacali
Sistema di welfare
Centralizzazione Vs. decentramento contrattazione
Sindacalizzazione Vs. desindacalizzazione
Alta legittimazione Vs. bassa legittimazione
Politiche passive Vs. politiche attive
Mercato del lavoroPiena occupazione Vs. disoccupazione
Standardizzazione Vs. destandardizzazione
Società industrialeVs.
Società dei servizi
% Occupati in Italia per settore 1911 - 2011
1911 20111981
1992-2011
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Verso la “società dei servizi”
Occupati in Italia per settore IV Trim.1992 / III Trim.2011
1992 2011
In miglialia
15.631.000
6.528.000
847.000
13.030.000
7.119.000
1.396.000
Elaborazione su dati Istat
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Verso la “società dei servizi”
A partire dagli anni ‘80 l’occupazione in Italia èprevalentemente nel settore terziario (servizi).
Nel 2011 più di 2 occupati su 3 in Italia lavorano nei servizi.
Elaborazione su dati Istat
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Verso la “società dei servizi”
I cambiamenti epocali che hanno accompagnato la “societàindustriale” (tipologia di mercati, organizzazione della produzione e del
lavoro, relazioni industriali, mercato del lavoro, sistema di welfare) siproseguono e si rafforzano nel passaggio alla “società dei servizi”
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Nella “società dei servizi”... Flessibilità e precarietà
Nella “società dei servizi” la flessibilità della produzione e del lavorodiventa una caratteristica sempre più ordinaria.
Precarietà = diffusione flessibilità nella produzione e del lavoro +assenza di bilanciamenti all’insicurezza di reddito e condizioni di vita
potenzialmente generati dalla diffusione della flessibilità.
In assenza di questi bilanciamenti, la precarietà è “il maggiore costo umano esociale della flessibilità” (Gallino, Il lavoro non è una merce, Roma-Bari, Laterza, 2007, p.76)
“Nessun settore dell’economia e del mercato del lavoro sfugge allaprecarietà. La precarietà oggi è dappertutto” (Gallino, cit., p.76)
Tipi di flessibilità
Flessibilità DELL’OCCUPAZIONE (quantitativa) = possibilità da parte delleimprese di far variare in più o in meno la quantità di lavoro utilizzata in relazione
con il proprio ciclo produttivo.
Flessibilità DELLE PRESTAZIONI (qualitativa) = modulazione, da parte delleimprese, delle situazioni nelle quali i lavoratori svolgono il proprio lavoro (es.:
articolazioni salario su andamento produttività, modificazioni orari di lavoro…).
Gallino, op.cit., pp.5-9
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Perché le imprese vogliono flessibilità…
Per adeguare meglio il costo dellavoro all’andamento della
produzione e/o delle venditedelle imprese.
Per ridurre il rischio d’impresa
Gallino L., op.cit., capitolo 2.
Lean Production
Produzione orientata dalladomanda
Frammentazione funzionalee spaziale della produzione
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Articolazioni delle posizioni degli occupati
Occupatiparasubordinati
Occupatidipendenti
Occupatiautonomi
Part-Time
Full-Time
A tempodeterminato
A tempoindeterminato
Collaborazionia progetto
Collaborazionioccasionali
Volontario
POSIZIONI
STANDARD
POSIZIONI NON
STANDARD
Individualizzazione contratto di lavoroMinore contribuzione previdenziale
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InvolontarioApprendistato
Lavoro interinale /(somministrazione)
...
...
Tra cui...Partite Iva
mono-committente
Occupat* 15anni e più part-time 2004-2010
Occupat* 15 anni e più full-time 2004-2010
2.193.802
2.683.063
6.589.099
6.555.251
12.973.966
753.564647.563
12.880.450
NB: attenzione alle scale asse y
(1) Il numero di occupatefemmine part-time è TRIPLO
del numero di occupatimaschi part-time
(2) Il numero di occupat*part-time è in crescita
(1) Il numero di occupatimaschi full-time è DOPPIO
del numero di occupatefemmine full-time
(2) Il numero di occupat* full-time è in diminuzione
Elaborazione su dati Istat
Elaborazione su dati Istat
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Occupat* 15-34 anni part-time2004-2010
Occupat* 15-34 anni full-time2004-2010
820.723
784.466
2.374.258 1.815.684
4.217.696
294.169
259.405
3.361.824
NB: attenzione alle scale asse y
Il numero di giovani occupatefemmine part-time è 2,6 volte il
numero di occupati maschi part-time,ma la ‘forbice’ si riduce.
Il numero di occupat* full-timediminuisce.
La ‘forbice’ tra giovani occupatimaschi full-time e giovani occupate
femmine full-time si riduce.
Elaborazione su dati Istat
Elaborazione su dati Istat
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Sebbene minoritario intermini complessivi, il
lavoro part-time staaumentando la sua
rilevanza nella strutturaoccupazionale italiana.
Il lavoro part-time è caratteristico soprattutto delle donne. Ma recentemente,nell’occupazione giovanile, questa specificità di genere sembra ridursi.
Nel 2010, secondo Istat RCFL, il 49,3% degli occupati part-time(maschi=59,7% - femmine=46,4%) ha dichiarato di svolgere un lavoro a
tempo parziale in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno (Metà delPART-TIME è INVOLONTARIO).
Elaborazione su dati Istat
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Dipendenti a termine su totalità dipendenti per sesso (età 15-64 anni)
Elaborazione su dati Istat
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Area dell’instabilità III Trimestre 2011
Elaborazione su dati Istat
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