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Sociologia dell’Organizzazione B Prof. Andrea Bottalico Università degli Studi di Bergamo [email protected] Skype: andrea.bottalico2

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Sociologia dell’Organizzazione B

Prof. Andrea Bottalico

Università degli Studi di Bergamo

[email protected]

Skype: andrea.bottalico2

Informazioni pratiche L'insegnamento di "Sociologia dell’organizzazione" (10 cfu) si compone di due moduli: “Sociologia

dell’organizzazione A” e "Sociologia dell’organizzazione B”.

Il programma è il medesimo per gli studenti frequentanti e non frequentanti.

TESTI DI RIFERIMENTO:

1) (OBBLIGATORIO) M.J. Hatch e A.L. Cunliffe, “Teoria dell’organizzazione” (terza edizione), Bologna, Il Mulino, 2013, fino a p. 182. (182 pp.)

Un testo a scelta tra:

2A) L. Greco, "Capitalismo e sviluppo nelle catene globali del valore", Roma, Carocci, 2016 (199 p.)

2B) V. Borghi, L. Dorigatti, L. Greco, "Il lavoro e le catene globali del valore", Roma, Ediesse, 2017 (209 pp.)

METODI DIDATTICI

Lezioni frontali, con un'attenzione particolare al confronto e al dialogo diretto con gli studenti

Modalità verifica profitto e valutazione

L’esame è scritto, prevede due domande aperte e dura un’ora.

La prova va sostenuta nel medesimo appello del modulo di “Sociologia dell’organizzazione A”. Per superare l’esame è necessario ottenere la sufficienza in entrambe le prove. Il voto finale è dato dalla media dei voti delle due prove.

Obiettivo dell’esame è la verifica delle conoscenze acquisite dallo studente, delle sue capacità critiche e della capacità di strutturare un testo corretto. I criteri di valutazione comprendono: la completezza e la pertinenza nelle risposte, la chiarezza dell’argomentazione, la proprietà di linguaggio, la capacità di sintesi e di rielaborazione personale delle questioni poste, la correttezza grammaticale e sintattica, la ricchezza dell’esposizione.

Per gli studenti frequentanti, sarà possibile sostenere l'esame redigendo una tesina scritta, basata su una ricerca empirica, da concordare con il docente e consegnare entro la prima sessione d'esame.

DOMANDE?

Che cos’è un’organizzazione?

• Esempio di organizzazioni…

• Che cos’è la Sociologia dell’Organizzazione?

• Organizzazioni come strutture

• Organizzazioni come processi

• Il concetto di processo di strutturazione (Giddens)

Che cos’è la teoria dell’Organizzazione? (M.J.Hatch)• Perché studiare la teoria dell’organizzazione?

• “Non c’è nulla di più pratico di una teoria ben formulata” (Lewin)

• Alcune applicazioni della teoria organizzativa (Tabella 1.1)

• Che cos’è una teoria?

Un insieme di concetti le cui relazioni ipotizzate offrono la spiegazione, l’interpretazione o l’apprezzamento di un fenomeno di interesse.

Le diverse prospettive

• Hatch attinge a tre prospettive principali:

• Prospettiva Moderna

• Prospettiva Simbolica

• Prospettiva Post-Moderna

• Esigenza normativa interconnessa a tutte e tre le prospettive

• Prospettiva normativa (Es. Best practices, Benchmarking)

La Prospettiva Moderna

• Focus sulla spiegazione causale, che presuppone la definizione degli antecedenti e delle conseguenze del fenomeno di interesse;

• Metodi fondati spesso sul ragionamento matematico. Ricorso a probabilità statistiche e correlazioni per individuare la presenza di relazioni causali;

• Esempio di domande: Come incide la tecnologia di un’organizzazione sulle relazioni tra la sua struttura e la sua performance? Pericolo di questo approccio è confondere correlazione con causalità.

La prospettiva Simbolica

• Focus sui fenomeni incorporati nella soggettività. Ad esempio la cultura, l’uso dei simboli, la narrazione e la costruzione di significato sono alcuni dei fenomeni che i ricercatori simbolici hanno portato in primo piano nella teoria dell’organizzazione. Profondo interesse per l’esperienza soggettiva e i processi interpretativi produce la comprensione.

• Immedesimazione nelle situazioni. Metodi qualitativi impiegati per la descrizione, il più diffuso dei quali è l’etnografia, vengono preferiti a quelli della spiegazione causale. Qui il pericolo è l’eccessiva generalizzazione, la confusione tra la propria esperienza soggettiva e quella di qualcun altro.

La prospettiva Postmoderna

• Focus sulla critica e altre forme di apprezzamento. I fenomeni che più interessano sono le pratiche manageriali di ultima generazione. I metodi comportano la revisione dei concetti e delle teorie del modernismo attraverso l’adozione di un approccio critico o estetico nei loro confronti;

• Per es. i postmodernisti sottolineano che i modernisti si immedesimano troppo spesso acriticamente nella prospettiva e negli interessi dei manager, a scapito dei dipendenti di livello più basso. Essi esprimono un apprezzamento sia come alternativa alla spiegazione e alla comprensione, sia per stimolare la riflessione e una maggior consapevolezza in ordine alle implicazioni etiche e morali della gestione, dell’organizzazione e della teorizzazione con qualunque prospettiva;

• Attraverso l’apprezzamento del potere, dei suoi usi e dei suoi abusi, sperano di promuovere l’emancipazione dal predominio di pratiche organizzative moderniste come la gerarchia.

• Tabella 1.2 (Teorie, teorici e pratiche teorizzanti)

La base filosofica delle tre prospettive

• Ontologia (branca della filosofia che studia gli assunti sull’esistenza e le definizioni della realtà);

• Epistemologia (branca della filosofia che studia il processo cognitivo e il contenuto della conoscenza)

• Due materie interconnesse• Ontologia come oggettivismo contrapposto al soggettivismo• Ontologia obiettiva (Modernisti), Ontologia soggettiva (p.simbolica)• Epistemologia come positivismo contrapposto all’interpretativismo• Come trattare l’interpretazione se due esperienze soggettive dello stesso

fenomeno non sono uguali? • Epistemologia positivista, Epistemologia interpretativista

La base filosofica delle tre prospettive (cont’)

• La svolta (linguistica) postmoderna: Il linguaggio coincide con la realtà. Ciò che si dice è reale. Presa di coscienza grazie ad Heiddegger;

1. I discorsi in cui ci impegniamo plasmano la nostra realtà influenzando il modo in cui usiamo il linguaggio e ciò di cui parliamo;

2. L’oratore, le parole dette e il discorso si integrano nel linguaggio e attraverso il linguaggio;

3. Il significato non si può cristallizzare, al pari della realtà; l’uno e l’altra sono in continuo divenire, perché si evolvono con l’evolversi dei discorsi.

• Non c’è alcuna realtà indipendente su cui testare la conoscenza, come vorrebbero i modernisti: tutto è testo, letto o recitato in un continuo divenire.

• Il potere e la comunicazione sono dunque fenomeni centrali nel post-modernismo, perché chi controlla il discorso può far apparire o sparire qualcosa.

• Ricapitolando: Tabella 1.3 - Una sintesi delle tre prospettive della teoria organizzativa.

• Uno schema concettuale (Figura 1.1)

Breve storia della teoria dell’organizzazione

• Era industriale in Europa e negli Stati Uniti tra fine XVIII e inizio XIX;

• Domanda di conoscenze, interessi normativi e accademici;

• Applicazione pratica della teoria;

• Adam Smith (1723-1790) – La divisione del lavoro

• Karl Marx (1818-1883) – Il conflitto sociale

• Emile Durkheim (1858-1917) – Gerarchia e interdipendenza

• Max Weber (1864-1920) – La burocrazia.

Breve storia della teoria dell’organizzazione (cont’)

Frederick Winslow Taylor (1856-1915)

Taylor si rese conto che per gestire efficacemente gli operai doveva conoscere gli aspetti tecnici del loro lavoro e comprenderne le motivazioni psicologiche. I suoi esperimenti portarono a sviluppare l’idea del management scientifico;

Utilizzo di standard lavorativi per avere un target di performance e di metodi uniformi;

Le pratiche del management scientifico avrebbero massimizzato i profitti dei capitalisti inducendo gli operai a rispettare o a superare gli standard prefissati. E un’equa remunerazione degli operai in linea con la loro produttività avrebbe prevenuto il conflitto sociale;

Il lavoro di T. ispirò un movimento internazionale per l’efficienza. Enormi incrementi di produttività spinsero vari capi di stato e leader aziendali ad adottare il management scientifico, detto anche taylorismo. Quando le pratiche tayloristiche vengono applicate alle linee di montaggio si parla di fordismo in omaggio ad Henry Ford;

Il culto di T. per la misurazione obiettiva e la scoperta delle leggi che governano l’efficienza del lavoro operaio si sono trasferiti nella prospettiva moderna, dove le tecniche del management scientifico giustificano tutte le possibili forme di razionalizzazione. I postmodernisti critici considerano il taylorismo non solo un mezzo per rendere le organizzazioni più razionali attraverso l’efficienza, ma anche una base razionale per giustificare il potere senza precedenti di cui godono oggi i dirigenti.

Breve storia della teoria dell’organizzazione (cont’)

Frederick Winslow Taylor (1856-1915)

Organizzazione scientifica del lavoro (Osl)

• Contesto storico del Taylorismo (progressi tecnico-scientifici, offerta di forza lavoronon qualificata, espansione dei mercati…)

• Sistemi tradizionali di conduzione aziendale: l’arbitrio, l’empiria

• La lettura tayloriana delle fabbriche alla fine del XIX secolo

• La scienza come via di salvezza

• Principi essenziali e meccanismi organizzativi dell’Osl

Studio scientifico dei metodi di lavorazione, task management, selezione e addestramento scientifico della manodopera, collaborazione tra dirigenti e manodopera, ristrutturazione dell’apparato direttivo, principio dell’One best way

Breve storia della teoria dell’organizzazione (cont’)

Frederick Winslow Taylor (1856-1915)

• Dopo Taylor. Nascita e fortuna delle “Relazioni umane”

• Critica del Taylorismo: 1) come sfruttamento (Bravermann, Friedmann); 2) come utopia tecnocratica (Crozier); 3) come formula contingente (Touraine)

• Limiti tecnici e concettuali del taylorismo

• La scuola delle “relazioni umane”.

Breve storia della teoria dell’organizzazione (cont’)

Chester Barnard (1886-1991) – L’azienda come sistema cooperativo• Fondazione etica della società e management non proprietario• La parabola del masso. I fondamenti dell’azione cooperativa• Livello formale e livello informale dei rapporti umani• Fini dell’organizzazione e moventi personali• Efficacia ed efficienza• L’economia degli incentivi• Caratteristiche dell’autorità• Le funzioni del dirigente

Nuove professionalità e consenso operaio

• Verso la società dei servizi. Ripercussioni sulla ricerca sociale

• Da Braverman a Burawoy: coercizione e consenso nella Labour Process Theory

• I “giochi di produzione”. Alle radici del consenso operaio

• Il making out

• Altri fattori di consenso

• Problemi e limiti nell’analisi di Burawoy

• I nuovi concetti di produzione

Modello giapponese, produzione snella e miglioramento continuo• Origini storiche del modello giapponese• La centralità del Just in Time• L’officina minima sostituisce l’officina ridondante• Il coinvolgimento dei dipendenti• La collaborazione con i fornitori• Qualità totale vs quantità• La scoperta occidentale del modello giapponese• Il dibattito in occidente• Ambiguità del modello• Via giapponese e via occidentale alla produzione snella. I risultati di una

ricerca alla Fiat

Relazioni tra organizzazione e ambiente

• Ambiente organizzativo come il sistema sovraordinato di cui fanno parte i sistemi organizzativi;

• L’organizzazione nel suo ambiente

• «Ambiente» è ciò che esiste al di fuori del confine organizzativo (prospettiva moderna): problematicità?

• Diversi livelli di analisi: relazioni tra organizzazione e ambiente al livello

1. Degli stakeholder e dei network interorganizzativi che formano;

2. Delle condizioni e dei trend all’interno dei settori ambientali;

3. Dell’ambiente globale che emerge dalle interazioni tra i sottosistemi organizzativo e ambientale di cui esso è composto.

Relazioni tra organizzazione e ambiente

• Definizione e analisi degli ambienti organizzativi

• Network interorganizzativi, Stakeholder e supply chain

• Condizioni e trend nell’ambiente di un’organizzazione

• Internazionalizzazione, regionalizzazione, globalizzazione

• Teoria della dipendenza dalle risorse

• Teorie istituzionali delle relazioni tra organizzazioni e ambiente

• Struttura sociale organizzativa: la teoria della strutturazione

Le Catene Globali del Valore: introduzione

• Globalizzazione economica di natura capitalistica

• Attività economica di imprese transnazionali (dimensione spaziale)

• Nuova divisione internazionale del lavoro

• Sfruttamento della diversità istituzionale

• Al centro dell’analisi c’è il capitalismo

• Organizzazione e spazialità dei sistemi di produzione, studio dellestrutture (reti produttive), che sottendono il funzionamento dellaglobalizzazione (capitalistica)

• Prospettiva organizzativa centrata sulle imprese e le loro relazioniinterorganizzative

Le Catene Globali del Valore

• Analisi dell’organizzazione e governance delle catene del valoresottolinea le relazioni di potere nell’economia globale

• Enfasi sulle strategie economiche delle imprese, ruolo dello Stato

Globalizzazione economica e teoria socio-economica

• Dibattito sulla globalizzazione

• Cambiamenti organizzativi dell’impresa fordista, processi di disintegrazione della produzione e formazione di reti produttive

Catene globali del valore. Organizzazione e governance dell’economiaglobale

Le Catene Globali del Valore

• Processi di scomposizione del ciclo produttivo e riorganizzazione suscala globale, reti di imprese legate funzionalmente ma legalmenteindipendenti e territorialmente dislocate

• Le trasformazioni della grande impresa

Catena del valore descrive l’insieme delle diverse attività economicherichieste per portare un prodotto o un servizio dalla sua ideazione al consumatore finale, attraverso fasi intermedie di produzione cheaggiungono valore a ogni passaggio

Le Catene Globali del Valore

• Governance, potere e geografia delle catene del valore

• La varietà organizzativa nell’economia globale

• Tipologie di governance nelle CGV

• CGV e dibattito recente

Rapporto tra capitale e lavoro nel processo capitalistico di accumulazione

Il contesto socio-istituzionale

Tipologie di governance nelle CGV

Organizzazione e governance dell’economiaglobale• Principali caratteristiche delle catene del prodotto guidate dal

produttore e dal compratore

• Tipologie di governance nelle cgv

• Upgrading industriale e sviluppo economico

• Dall’upgrading industriale allo sviluppo economico regionale

• Upgrading sociale

• Lavoro, regolazione, rappresentanza nel capitalismo reticolare

Il Lavoro e le Catene Globali del Valore

• Il processo di frammentazione

• Globalizzazione dei processi produttivi e regolazione del lavoro

• Globalizzazione produttiva e rappresentanza sindacale

• La regolazione del lavoro nella nuova governance globale

• Le imprese e la regolazione privatistica del lavoro

• Organizzazioni internazionali e tutela del lavoro

• Sindacalismo globale e organizzazioni sociali: logiche di azione e di regolazione