sicurezza ambiente n.01-11
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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio.TRANSCRIPT
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ecOmOndO 2010:eccO l'ecOnOmia verde che funziOnerà
a rimini si è conclusa la rassegna con successo
Anno IV - n. 1 - gennaio/febbraio 2011 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1
comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008
OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato
n.1 gennaio/febbraio
QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente
rifiuti
i termovalorizzatori
sono l'unica soluzione possibile?
idee innOvative
cinque proposte per salvare il pianeta
crOnaca
il ministro galan
in visita nel salernitano e in umbria
Der
rick
Coet
zee
N. 1- - pag. 3
sommario
4 - Editoriale I have a dream
6 - La manifestazione Rimini, concluso con successo Ecomondo 2010
10 - L'approfondimento I nostri rifiuti, "tutto fumo... e niente arrosto"
12 - Idee innovative Cinque proposte per salvare il Pianeta
14 - Cultura e Territorio Sinergia tra aree protette, biodiversità e tutela del paesaggio
17 - Biodiversità Tutela e buone pratiche nei parchi nazionali
19 - Cronaca Galan visita l'Umbria
20 - Giancarlo Galan nelle zone alluvionate nel salernitano e in visita alla zona archeologica di Paestum
22 - Conclusa l'operazione Ramp
24 - Lombardia: maxi operazione del Corpo Forestale dello Stato. La Riso Scotti sotto indagine
26 - Legambiente La città a misura di bambino? Esiste!
28 - L'approfondimento Incendi, perché è fondamentale prevenire attraverso la cura del bosco
30 - Caccia I consigli della forestale per un’attività in sicurezza. Intensificati i controlli
N. 1 - - pag. 4
EDiToriaLE
I havE a drEam
di Danilo Scipio – Segretario Nazionale UGL-CFS
In alcune riunioni “tra com-
pari”, che qualcuno vuol far
passare per assemblee, con-
tinuano tutt’oggi a circolare
voci menzognere a parziale
giustificazione di chi ha devastato
nel 2008 la stanza sindacale sede
dell’UGL – Corpo Forestale dello
Stato e costretto a ricorrere alle
cure mediche il mio collaboratore
più stretto.
Voglio ribadire pubblicamente che
la furia distruttrice che ha accecato
il (o i) devastatori – sarà la Giustizia
ad accertare le responsabilità di cia-
scuno dei partecipanti, dal momen-
to che il magistrato titolare dell’in-
chiesta ha formalizzato la richiesta
di rinvio a giudizio per i protagonisti
della spedizione.
Non è assolutamente in risposta
ad una mia provocazione; non lo
è perché io quel giorno non ero
all’Ispettorato e loro lo sapevano
perfettamente. Lo sapevano perché
avevano telefonato in quella stessa
stanza poche ore prima; lo sapeva-
no perché con un sms fui “invitato”
a farmi trovare.
Così come non ho mai offeso i cari
defunti di alcuno di loro; ho solo
apertamente detto in faccia dal vivo
quel che pensavo: di lui e del suo
modo di intendere certi valori. Ma
alcuni giorni prima! Fiato sprecato
alla luce di tutto ciò che è successo
in questi ultimi due anni. Le moti-
vazioni del raid, pertanto, sono da
ricercare altrove, altrimenti il giorno
del confronto diretto l’af…fondato-
re poteva avere le “palle” di pren-
dersela direttamente con me e non,
come ha fatto dopo, con mobili,
computer e chi non c’entrava nien-
te.
"La macchina del fango è quel mec-
canismo che arriva a diffamare una
persona. L’intenzione di quanti met-
tono in movimento questo mezzo è
quella di delegittimare chi si pone a
baluardo della legalità e del rispetto
delle regole e per far ciò non teme
di scontrarsi, con audacia, contro
poteri che molti temono ma che a
ben vedere sono detenuti da per-
sonaggi effimeri che vivono la loro
vita di riflesso, perché incapaci di
esprimere personalità, idee e valori.
Questa condizione li pone in un co-
stante stato di frustrazione, per loro
l’unica alternativa, non potendo
costruire per incapacità manifesta,
è distruggere, diffamare, nascon-
dersi dietro false giustificazioni per
motivare azioni inqualificabili, spe-
cialmente per chi indossa una divisa
simbolo di legalità e abnegazione.
La macchina del fango fa essenzial-
mente questo: produce sporcizia
a buon prezzo per distogliere l’at-
tenzione, per spostare il problema
dalla denuncia diffamando il de-
nunciante, in un capovolgimento di
prospettiva vergognoso supportato
da ignari associati che loro malgra-
do si trasformano in complici morali
di cotanta vergogna.
La macchina del fango mette sullo
stesso piano la pagliuzza e la trave,
la prova provata e lo sterile slogan.
hi la mette in moto odia la verità se
I have a dream: che il Corpo Forestale dello Stato torni ad essere una grande famiglia allargata all’interno della quale possano co-esistere opinioni diverse e non si verifichino più episodi vandalistici come quelli
che nel 2008 hanno colpito la nostra sede sindacale
N. 1- - pag. 5
questa si permette di oscurare la
propria menzogna. Tuttavia quan-
do oltre al fango c’è solo fango gli
schizzi finiscono per schizzare fa-
talmente contro quanti li hanno
diffusi e inevitabilmente il riflesso si
fa sempre meno scintillante fino a
spegnersi inesorabilmente. Il tempo
è galantuomo, è puntuale e rimette
ogni cosa al suo posto, così gli igna-
vi, quelli che non hanno scelto fra
bene e male non saranno degni di
stima, i dannati rimarranno tali e ai
giusti non rimarrà che raccontare la
miseria umana, la vostra”.
Qualcuno si domanderà perché ho
dovuto “scomodare” Roberto Savia-
no per raccontare vicende interne
del Corpo Forestale dello Stato.
Semplicemente perché tutto ciò
che nasce da un atto di violenza
non può avere futuro; non può ave-
re futuro perché si fonda su presup-
posti sbagliati. E per nascondere le
proprie meschinità essi mettono in
moto la “macchina del fango”.
Quando devo dire qualcosa, io mi
espongo in prima persona, non mi
nascondo dietro testate giornalisti-
che. Comunicati, lettere, denunce
come nessuno ha mai osato fare, ne
sono testimonianza concreta. Ma ai
topi di fogna, primi responsabili del
clima creatosi all’interno del C.F.S.,
che vanno alle Feste al calar delle
tenebre, giullari alla corte del re, fa
comodo scaricare su altri anche le
colpe di inchieste giornalistiche, fa-
stidiose ma certamente non campa-
te in aria, che smascherano altarini
ed odiose gesta di questi neo pro-
fessionisti della “spintarella”.
“I HAVE A DREAM”: che il Corpo Fore-
stale dello Stato torni veramente ad
essere una grande famiglia allargata,
all’interno della quale si può essere
di opinioni diverse e discutere, con
passione e determinazione, dove si
può essere avversari ma non nemici.
Ma occorre cacciare Caino … •
Roberto Saviano
N. 1 - - pag. 6
La manifEsTazionErImInI, ConCLuso Con suCCEsso EComondo 2010A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS
è stata un successo pieno la
14a edizione di Ecomon-
do, il salone internaziona-
le del recupero di materia
ed energia e dello sviluppo
sostenibile organizzato da Rimini Fie-
ra con il patrocinio del Ministero per
l'Ambiente e la Tutela del Territorio e
del Mare lo scorso mese di novembre.
In totale, la kermesse ambientale di Ri-
mini Fiera, che ha visto il contempora-
neo svolgimento della quarta edizione
di Key Energy e della terza di Coope-
rambiente, ha richiamato 65.109 visi-
tatori (2,8% sul 2009). D'eccellenza
l'attenzione degli operatori esteri,
5.218 nei quattro giorni, con un incre-
mento del 3%.
Altro dato significativo: quasi duemila
i business meeting organizzati all'inter-
no del quartiere, dato che si aggiun-
ge alla generale soddisfazione delle
aziende protagoniste dell'expo per la
quantità e la qualità dei rapporti com-
merciali avviati. si è respirata aria di ripresa a Ecomondo, dove anche la folta presenza di enti pubblici e am-ministratori, con progetti e risultati ottenuti, ha generato il giudizio una-nime sul dinamismo del settore.
Proprio la presenza del Ministro Ste-
fania Prestigiacomo al taglio del na-
stro aveva aperto mercoledì scorso
la grande kermesse riminese, con di-
chiarazioni che hanno riconosciuto
ad Ecomondo il ruolo di expo di riferi-
mento per il sistema ambiente.
"Questa è la rassegna - ha detto il Mi-
nistro Prestigiacomo - dell'Italia che
vorrei, la rassegna dell'Italia di domani,
che racconta la green economy pos-
sibile e attuale. Ecomondo è la dimo-
strazione che esiste un grande setto-
re dell'economia che ruota attorno
all'ambiente e allo sviluppo sostenibi-
le, un pezzo di economia in grandissi-
ma espansione. A questo universo di
sostenibilità in mostra ad Ecomondo
il Ministero dell'Ambiente guarda con
attenzione attuando politiche di so-
stegno e incentivazione per tutti i set-
tori. La rassegna di Rimini dimostra che
l'Italia è in grado di affrontare questa
sfida da protagonista".
In aPErTura dI EComondo IL Fo-rum InTErnaZIonaLE su amBIEnTE Ed EnErGIa
Ad accompagnare il Ministro Prestigia-
como, il Sottosegretario all'Ambiente
On. Roberto Menia, intervenuto al
grande evento di apertura organizza-
to ad Ecomondo, il primo Forum Inter-
nazionale Ambiente ed Energia, dal
titolo 'Risorse e scelte: i nostri comuni
futuri', organizzato da The European
House - Ambrosetti per Conai, Lega-
coop, Legambiente, Regione Emilia-
Romagna e Rimini Fiera.
"Fra gli obiettivi del Governo - ha an-
nunciato al Forum l'On. Menia - che ha già varato il proprio piano d'azione, c'è quello di arrivare entro il 2020 al 17% di energie da fonti rinnovabili: ora siamo all'8%. ma c'è anche quello di garantire efficienza energetica, di semplificare le procedure e di svilup-pare una nuova rete intelligente, che integri la rete elettrica alle altre fonti energetiche".Il Forum si è articolato in una sessione
plenaria mattutina ed in altre tre po-
meridiane. Sono intervenuti prestigio-
si e autorevoli protagonisti della scena
economica e ambientale quali Jean-
Paul Fitoussi (Presidente, OFCE-Obser-
vatoire Français des Conjonctures Eco-
nomiques), Dipak Pant (Fondatore e
responsabile Interdisciplinary Unit for
Sustainable Economy, Giacomo Vacia-
go (Fondatore e Coordinatore scien-
tifico dell'Unità di Studi Interdiscipli-
nari per l'Economia Sostenibile presso
Il ministro Prestigiacomo: « E' la rassegna dell'Italia che vorrei, racconta come la green economy sia possibile e attuabile»
N. 1- - pag. 7
l'Università Carlo Cattaneo (LIUC), Gian
Carlo Muzzarelli (Assessore alle attività
produttive della Regione Emilia Roma-
gna), Vittorio Cogliati Dezza (Presiden-
te di Legambiente), Giuliano Poletti
(Presidente di Legacoop), Piero Per-
ron (Presidente Conai).
"Siamo molto soddisfatti della prima
edizione del Forum - commenta Simo-
ne Castelli, direttore business Unit di
Rimini Fiera - un format che ha tutte le
carte in regola per diventare appun-
tamento nel quale politica, industria
e amministrazione intrecciano i loro
obiettivi e i loro progetti per determi-
nare in breve tempo scenari sostenibi-
li. Con questo tono caratterizzeremo i
lavori preparatori dell'edizione 2011,
proprio perché l'appuntamento inau-
gurale di Ecomondo, Key Energy e Co-
operambiente sia sempre più terreno
di confronto fra innovazione e pro-
spettive future".
Sulla stessa lunghezza d'onda Sergio
Mancuso, Partner di The European
House-Ambrosetti: "Questa prima edi-zione, che potremmo chiamare zero, è stata importante per capire senti-menti e idee. Lavoreremo già dalle prossime settimane per la seconda edizione, con l'intento di produrre su questi temi contenuti innovativi, rigorosi e realmente utili alla soste-nibilità. Durante tutto l'arco dell'anno
c'impegneremo in gruppi tecnici con
incontri periodici e verifiche costanti
che ci consentiranno di mettere a fuo-
co argomenti sempre più centrali per
il futuro del pianeta".
InTErnaZIonaLITa' IL suCCEsso dI EComondo da TuTTo IL mondo
Continua a crescere il profilo interna-
zionale di Ecomondo. Fra i progetti at-
tivati per l'edizione 2010, da ricordare
le sessioni B2B organizzate dall'ufficio
marketing estero di Rimini Fiera e pro-
grammate con un sistema di piattafor-
ma online. I buyers, oltre 120, sono
arrivati da Bulgaria, Egitto, Israele, Ma-
rocco, Olanda, Polonia, Romania, Slo-
vacchia, Spagna, Turchia.
"L'efficacia dei quasi duemila incontri
d'affari - commenta Simone Castelli,
direttore business unit Rimini Fiera - è
N. 1 - - pag. 8
La manifEsTazionE
di duplice aspetto: ottimizza i tem-
pi di permanenza in fiera perché il
programma degli incontri è serrato e
predefinito on line prima della mani-
festazione; li rende più efficaci perché
domanda e offerta si incontrano in fie-
ra grazie ad una piattaforma informati-
ca progettata allo scopo".
Evento di grande impatto è stato Eco-
business Cooperation Event, organiz-
zato da Unioncamere Emilia-Romagna:
la Borsa di cooperazione con seminari
e incontri d'affari con operatori pro-
venienti da Argentina, Austria, Brasile,
Bulgaria, Canada, Danimarca, Francia,
Germania, Gran Bretagna, Grecia, Mal-
ta, Portogallo, Romania, Serbia, Slo-
vacchia, Svizzera.
A dare ulteriore lustro a questa qua-
lificata rappresentativa, coordinata
dall'Ufficio Commerciale dell'Amba-
sciata di Svezia, la presenza in fiera
dell'Ambasciatore di Svezia in Italia,
Ruth Jacoby, di fresca nomina e al suo
debutto in forma ufficiale in un even-
to nel nostro Paese. Ad Ecomondo
l'ambasciatore ha visitato le 12 azien-
de svedesi presenti nell'expo. "Il tema
della sostenibilità ambientale è da lun-
go tempo nel nostro cuore e nel no-
stro modo di affrontare il futuro - ha
dichiarato l'Ambasciatore Jacoby - C'è
chi la considera un lusso, ma non in
Svezia, un paese che sta dimostrando
come lo sviluppo e l'applicazione di
tecnologia e innovazione in campo
ambientale possano rappresentare
un modo per garantire una migliore
eredità alle nuove generazioni ed un
volano per la crescita dell'economia
attraverso la sostenibilità che non è
affatto un costo, bensì un'opportuni-
tà". Nell'expo, esposizioni collettive
con aziende provenienti da Turchia,
Baviera e Svezia.
LE dIChIaraZIonI
"Ecomondo ha confermato anche in questa edizione il suo percorso di crescita - commenta Lorenzo Cagno-
ni, Presidente di Rimini Fiera - fornen-do agli operatori in visita una panora-mica esaustiva sulle tecnologie e sui progetti protagonisti dello sviluppo sostenibile. Con orgoglio dico che
abbiamo fatto un buon lavoro: la fiera
è ormai proiettata verso i vertici eu-
ropei e grazie al lavoro svolto insieme
ai partner istituzionali ha guadagnato
una posizione di assoluta autorevo-
lezza per i contenuti che propone".
"L'indicatore infallibile per determina-
re il successo di una fiera - commen-
ta Simone Castelli, direttore business
Unit di Rimini Fiera - è il grado di sod-
disfazione delle imprese e da questo
punto di vista Ecomondo 2010 ha
centrato l'obiettivo. Il numero di in-
contri d'affari, la profilazione dei bu-
yer italiani ed esteri, la provenienza
di operatori stranieri in aumento e la
qualità degli eventi collaterali hanno
accompagnato il fortissimo slancio
innovativo che proviene dalla green
economy".
Il successo di Ecomondo deriva anche
dalla capacità di creare un virtuoso
clima di lavoro fra tutti i soggetti che
a vario titolo operano nel sistema am-
biente. Fra questi, oltre alla storica
partnership di Conai e il patrocinio del
Ministero dell'Ambiente, va rilevata
quella con LegaCoop che da due anni
promuove Cooperambiente (rassegna
delle imprese cooperative attive nel
settore) e con la Regione Emilia Roma-
gna, titolare di numerose iniziative nel
contesto fieristico.
"Gli appuntamenti di Ecomondo - ha
detto Piero Perron, presidente di Co-
nai - finiscono per diventare, come
ogni anno, gli 'stati generali' sull'am-
biente. Per CONAI la fiera è senz'altro
un'occasione importante di incontro
e confronto con i propri interlocuto-
ri: le imprese, gli enti locali, le scuo-
le, i cittadini. Quest'anno l'attenzione
Il pubblico in visita a Ecomondo
N. 1- - pag. 9
sto fronte abbiamo incontrato l'ade-
sione di imprese ed operatori".
Gian Carlo Muzzarelli, Assessore At-
tività produttive, piano energetico e
sviluppo sostenibile, economia verde,
edilizia, autorizzazione unica integra-
ta della regione Emilia Romagna:
"Puntare su ambiente ed energia è pri-
ma di tutto conveniente. Per questo
la Regione Emilia Romagna ha fatto e
farà del suo meglio per competere in
questi settori. Il sistema delle regioni
può fare molto, in termini di ricerca,
investimenti, governance, per il miglio-
ramento della mobilità, ad esempio.
Ecomondo è un'eccellente vetrina
per tutto il sistema ambientale ed evi-
denzia le due strade da percorrere a
favore dello sviluppo sostenibile: par-
tecipazione e responsabilità".
Ecomondo 2010 ha proposto la se-conda edizione del Premio sviluppo sostenibile, riconoscimento al moto-re verde dell'economia italiana. L'ini-
ziativa, istituita dalla Fondazione per
lo Sviluppo Sostenibile presieduta da
Edo Ronchi, con la collaborazione di
Ecomondo e l'adesione del Presidente
della Repubblica,
ha premiato tre
aziende che quin-
di possono essere
definite testimo-
nial dell'industria
ecosostenibi le.
Si tratta delle so-
cietà My Clima di
Treviso per la categoria energia, del-
la Lecce Pen di Settimo Torinese per
il settore dei rifiuti e della Plaxtech di
Udine per la categoria prodotti e ser-
vizi innovativi. Si aprono prospettive
importanti in vista del 2011, quando il
premio troverà una sua espansione ad
alcuni settori che coinvolgano imprese
straniere. •
del Consorzio si è concentrata sulla
prevenzione applicata ai rifiuti di im-
ballaggio ed i benefici ambientali ed
economici ad essa connessi: 500 mi-
lioni di euro in dieci anni tra costi di
smaltimento, emissioni di CO2, costi di
trasporto evitati. Cifre e tematiche che
sono state al centro del Forum inau-
gurale della fiera, promosso anche da
CONAI e che, visto l'interesse riscon-
trato, riproporremo nel
2011".
Giuliano Poletti, presi-
dente Legacoop: "Abbia-
mo lavorato molto in vista
dell'appuntamento di Ri-
mini per attivare iniziative
mirate al coinvolgimento
della responsabilità dei
cittadini sui temi ambientali e dell'effi-
cienza energetica. Noi crediamo mol-
to in questo aspetto, perché le tecno-
logie e le imprese sono importanti, ma
il cittadino va coinvolto, deve condivi-
dere scelte ed esiti, quindi ci interessa
mettere in piedi sistemi di relazione.
Siamo soddisfatti dell'edizione appe-
na conclusa, proprio perché su que-
Il successo di Ecomondo deriva anche
dalla capacità di creare un virtuoso clima di lavoro
fra tutti i soggetti che a vario titolo operano
nel sistema ambiente.
N. 1 - - pag. 10
L'approfonDimEnTo
I nosTrI rIFIuTI, "TuTTo Fumo... E nIEnTE arrosTo"
Di Fabio Lancianese (Agente Cfs)
Nei termovalorizzatori finisce quasi la metà della spazzatura attualmente prodotta. E' davvero l'unica soluzione possibile?
stando ai dati del perio-
do 2003-2007 relativi alla
raccolta dei rifiuti, oltre il
48% della plastica, il 10%
circa della carta e quasi
tutta la frazione secca vengono bru-
ciati nei 51 impianti disseminati nel
nostro Paese, rappresentando l'unica
soluzione alternativa alle già stracolme
discariche. L'utilizzo dei cosiddetti termovalorizzatori viene oggi descrit-
to da più parti come" imprescindibile"
per il delicato equilibrio del sistema
di gestione dei rifiuti, ma provoca più di qualche perplessità in relazione al grado di pericolo, vero o presunto, delle emissioni prodotte dalla com-bustione di tali materiali. Innanzitut-to occorre far chiarezza sui termini. "Termovalorizzatore" è una parola di
recente conio, indicata per distingue-
re questi moderni impianti dagli "in-
ceneritori" degli anni Sessanta e Set-
tanta, considerati nocivi ed obsoleti
rispetto ad una tecnologia in grado di
abbattere i fumi pericolosi per la salu-
te e al tempo stesso ricavare energia
dallo smaltimento. Questa nuova ver-
sione più "rassicurante" degli inceneri-
tori vecchio-tipo si scontra,però, con
alcuni dati scientifi-
ci su cui si basano
la maggior parte
delle polemiche e
delle proposte al-
ternative.
Se da un lato ap-
pare evidente
come la tecnologia
abbia contribuito
in modo significa-
tivo a diminuire
le percentuali di
emissioni nocive,
rimane altrettanto
incontrovertibile
il dato secondo cui durante la com-
bustione si liberano nell'aria sostanze
tossiche che non sono presenti nel
rifiuto di partenza, con una conse-
guente produzione di ceneri volanti
non indifferente, anche se in parte
trattenuta dalla depurazione dei fiumi
dopo l' inevitabile "ricaduta" sul suolo.
Oltre agli aspetti relativi all'ambiente
e salute pubblica, non sembrerebbe
del tutto esatta neppure la tesi relati-
va all'affidabilità dell'energia prodotta
dal termovalorizzatore.
Numerosi studi, infatti, dimostrano
come l'energia necessaria per la rac-
colta, il trasporto, il trattamento ed in-
fine l'incenerimento sia infine inferiore
a quella prodotta, a causa dello scarso
potere calorifico dei rifiuti rispetto ai
combustibili tradizionali (petrolio e
carbone) a fronte di una mole sempre
maggiore di materiale da bruciare.
Secondo tali dati sarebbe più corret-
to parlare di "termorecuperatori", in
quanto gli impianti non producono
nuova energia disponibile per il fab-
bisogno della collettività, ma ne recu-
perano una parte di quella destinata
N. 1- - pag. 11
al loro stesso funzionamento. Con-
tinuando di questo passo, dunque,
il rischio concreto per il futuro sarà
quello di diminuire il volume delle no-
stre discariche con un trucco, trasfor-
mando i rifiuti solidi giacenti in efflussi
liquidi e gas dispersi nell'atmosfera
e sul suolo, passando
così dalle attuali "disca-
riche a cielo aperto"
alle future "discariche
nel cielo aperto", senza
nemmeno aver risolto
l'altro grande problema
dell'era moderna: il fab-
bisogno energetico.
Esistono tuttavia delle soluzioni alter-
native alle attuali politiche di gestione
del rifiuto, in verità poco incentivate
oltre che negli slogans e nelle pro-
messe elettorali, quali ad esempio il si-
stema del riciclo, fin qui adoperato in
minima parte per ridurre le quantità di
rifiuti incenerite nei termovalorizzatori
(Non mancherebbero nemmeno sta-
volta spunti di contraddittorio, dato
che la cellulosa e il materiale plastico
più facilmente riciclabile rappresenta-
no oltre il 70% del potere calorifero
di un inceneritore!). Grazie al riciclo
del rifiuto il vantaggio energetico è di
tre o cinque volte superiore a quel-
lo della termovalorizzazione, abbat-
tendo al tempo stesso i residui della
combustione altrimenti sprigionati. Di
fatti, tramite processi di trattamento
a freddo è possibile riciclare oltre il
95% dei rifiuti, separando la carta, la
plastica, i metalli, la materia organica,
e trasformando la rimanente frazione
inerte non riciclabile in sabbia sinteti-
ca utilizzata come allegeritore per cal-
cestruzzi nell'edilizia, come materiale
di costruzione in parziale sostituzione
del laterizio, oppure per la fabbrica-
zione di oggetti di pubblica utilità
come panchine,
giochi per parchi
pubblici, pallets
etc...
La crescita dei
consumi e dell'ur-
banizzazione han-
no provocato uno
smisurato aumento
nella produzione dei rifiuti e ridotto
contemporaneamente le zone disabi-
tate in cui trattarli o depositarli all'in-
finito. Il problema non è più rimanda-
bile, ma occorre risolverlo attraverso
sistemi in grado di evitare alle future
generazioni ulteriori problemi o scia-
gure irreversibili. •
Esistono tuttavia delle soluzioni alternative
quali ad esempio il sistema del riciclo, fin qui adoperato
in minima parte per ridurre le quantità di rifiuti
incenerite nei termovalorizzatori
N. 1 - - pag. 12
iDEE innovaTivECInQuE ProPosTE PEr saLvarE IL PIanETa
A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS
Acqua secca, energia dai fulmini, biogas da alghe, autostrade a pannelli solari e tetti freddi: ecco le teorie elaborate dagli esperti di Focus
surriscaldamento globale,
crisi energetica, sovrap-
produzione di CO2: sono
i principali temi sui quali si
sono confrontati la scorsa
estate i leader del G8 durante il meeting
di Copenhagen.
Anche se a detta di tutti gli osservatori
il vertice è stato un fallimento perché,
complice la crisi, nessuno degli 8 pae-
si membri (Canada, Francia, Germania,
Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e
Stati Uniti) ha voluto prendere impe-
gni concreti, non sono mancati i buoni
propositi: gli otto Grandi si sono dati
l’obiettivo di ridurre del 50% le emis-
sioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990
(circa 22,7 miliardi di tonnellate secon-
do i dati presentati nel Rapporto delle
Nazioni Unite sul Programma di Sviluppo
2007-2008).
Ma a un anno di distanza si sta facendo
qualcosa per raggiungere questo am-
bizioso obiettivo? Su quali temi si sta
concentrando la ricerca? Sbirciando nei
laboratori di mezzo mondo sono saltate
fuori 5 singolari soluzioni ancora in fase
di sviluppo.
acqua in polvere per assorbire e stoc-care la Co2
Nonostante il nome, l’acqua secca esi-
ste davvero. E secondo il Professor Da-
vid Cooper dell’Università di Liverpool
potrebbe rivelarsi una preziosa alleata
nella lotta al surriscaldamento globale.
Si tratta di una sostanza composta al
95% da acqua che si presenta sotto for-
ma di una polvere simile allo zucchero a
velo. Ogni particella di questo materiale
è costituita da una gocciolina di acqua
ricoperta da silicio modificato ottenuto
a partire da comune sabbia. L’involucro
impedisce alle gocce di unirsi e tornare
allo stato liquido.
Questo rivoluzionario materiale è in grado di assorbire una quantità di gas tre volte maggiore rispetto ai suoi componenti (acqua e silicio) quando sono nel loro stato normale. Una volta
racchiusa nelle sferette di acqua, la CO2
potrebbe essere stoccata in depositi
geologici.
Non solo: l’acqua secca può assorbire
anche il metano. Cooper e i suoi colle-
ghi ipotizzano che in tempi brevi saran-
no disponibili tecnologie che consen-
tiranno di utilizzare il gas "in polvere"
come combustibile per auto ecologiche
ma anche super sicure: il metano, rac-
chiuso nei granuli di silicio, non potreb-
be tornare allo stato liquido e questo
ridurrebbe di molto il rischio di incendi
ed esplosioni.
Cooper e suoi colleghi hanno dimostra-
to che qualsiasi emulsione, cioè un mix
tra acqua e un altro liquido insolubile
(si pensi all’olio nell’acqua) può essere
trattata e ridotta allo stato polveroso.
Con notevoli vantaggi in termini ambien-
tali e di sicurezza per ciò che riguarda
stoccaggio e trasporto.
Energia dai fulmini e dall'elettricità statica dell'atmosferaA catturare l’elettricità statica dell’atmo-
sfera per utilizzarla come fonte energe-
tica ci hanno provato in tanti (il primo fu
Nikola Tesla tra fine’800 e inizio ‘900),
ma fino ad ora nessuno ci è riuscito.
Ci sono però molto vicini Fernando Ga-
lembeck e i suoi colleghi dell’Università
Campinas, dell'omonima città brasiliana.
Obiettivo del loro studio è quello di
mettere a punto dei pannelli che, ana-
logamente ai fotovoltaici, siano in grado
di assorbire e incanalare la corrente che
si trova libera nell’atmosfera.
I ricercatori brasiliani hanno utilizza-
to microscopiche particelle di silicio
e fosfato di alluminio, elementi molto
comuni nell'atmosfera, e hanno notato
come la loro carica elettrica aumenta
all'aumentare dell'umidità dell'aria. <<É
la dimostrazione che il vapore acqueo
N. 1- - pag. 13
sospeso nell'atmosfera può accumulare
carica elettrica e trasferirla ai materiali
con cui viene a contatto>> spiega Ga-
lembeck. Questa capacità dell’acqua di
trasferire la carica elettrica ad altre par-
ticelle si chiama igroelettricità.
I ricercatori contano ora di sviluppa-re dei collettori che, esattamente come le particelle metalliche sospese nell'aria, siano in grado di raccogliere la carica elettrica del vapore atmosfe-rico e renderla disponibile per usi civili e industriali.
Biogas da alghe
Le ricerche che puntano ad utilizzare le
alghe come elemento base per la pro-
duzione di biocarburanti sono numero-
sissime. La PODenergy, azienda califor-
niana specializzata nella green tech, ha
un approccio del tutto nuovo. L’idea è quella di piantare delle grandi foreste di kelp, un’alga molto diffusa e utiliz-zata anche nella cucina giapponese, sulla superficie degli oceani. Queste, una volta cresciute, verrebbero rac-colte in enormi stomaci di plastica installati qualche metro sotto il pelo dell’acqua.
Si tratta essenzialmente di grandi sac-
chetti dove troverebbero posto frotte
di batteri capaci di "digerire le alghe".
Da questo processo si otterrebbero 3
sostanze: metano, che verrebbe pom-
pato direttamente a terra per gli usi
civili e industriali, CO2, che verrebbe
catturata per essere stoccata in depo-
siti geologici, e sostanze di scarto che
fornirebbero nutrimento ai pesci.
Inoltre, le alghe, fornendo nutrimento
per i pesci farebbero aumentare di 200
milioni di tonnellate l’anno il volume del
pescato.
Ciò che la PODenergy non spiega nel
suo studio è cosa potrebbe accadere
al clima e all'ecosistema marino se il 3%
degli oceani (circa 1.000.000 di Km2)
fosse ricoperto da alghe.
autostrade a pannelli solari
Saranno gli incentivi pubblici, sarà la cri-
si economica, sarà una maggior coscien-
za ecologica, ma i pannelli fotovoltaici
stanno, finalmente, diventando elemen-
ti piuttosto comuni nel paesaggio delle
nostre città. Ma siamo sicuri che i tetti
delle case siano il posto migliore dove
installarli? Scott Brusaw, ingegnere elet-
trico di Sagle, nell’Idaho, pensa di no.
Secondo lui il fotovoltaico potrebbe dare ottimi risultati se fosse incorpo-rato nel fondo di strade e autostrade.
É riuscito a convincere della bontà della
sua idea la US Federal Higways Admini-
stration, l’ente che controlla la rete au-
tostradale americana, che ha così finan-
ziato la sua ricerca per sviluppare dei
pannelli fotovoltaici abbastanza robusti
da sopportare il passaggio di auto e tir.
Tetti freddi
Il sistema più semplice per rallentare il
surriscaldamento del pianeta è quello
di fermare i raggi solari prima che arrivi-
no sulla superficie terrestre. E visto che
strade e tetti delle case ricoprono dal
50 al 65% delle superfici urbane, per-
chè non sfruttarli per rimandare al mit-
tente la rovente irradiazione solare?
Lo studio è stato condotto utilizzando
i dati globali sulle caratteristiche della
superficie terrestre messi a disposizione
dal Goddard Space Flight Center della
NASA, che contengono informazioni
sulle temperature al suolo, sull’evapo-
razione e sulla topografia dell’intero
pianeta. Secondo gli scienziati la verni-ciatura con colori chiari aumenterebbe l’albedo, cioè la riflessione dei raggi solari, che in questo modo non surri-scalderebbero case, strade e quindi l’aria circostante. I tetti bianchi ridur-
rebbero quindi anche l’effetto "isola di
calore urbana" che arroventa le città
durante l’estate rendendole molto più
calde delle campagne immediatamente
vicine. Non solo: case più fresche richie-
derebbero un minor impiego di energia
per essere condizionate nella stagione
estiva. Il risparmio in termini di emissioni
di CO2 sarebbe quindi indiretto e lega-
to al risparmio di corrente elettrica.
Fonte: focus.it
Un tetto ridipinto con colori chiari accanto ad uno dipinto con colori normali
N. 1 - - pag. 14
cuLTura E TErriToriosInErGIa Tra arEE ProTETTE, BIodIvErsITà E TuTELa dEL PaEsaGGIo
di Ing. Donato Forenza – Centro Studi UGL/[email protected]
Le risorse che interessano le aree protette, i parchi naturali nazionali e regionali e le riserve devono avere un riassetto dettato da una oculata politica ambientale
negli ultimi trenta anni
la complessità delle
problematiche affe-
renti alla pianifica-
zione ecologica del
territorio e del paesaggio e le relative
attività gestionali correlate al Governo
dei sistemi ambientali hanno determi-
nato in differenti ambiti istituzionali la
necessità di implementare, dal siste-
ma globale al sistema locale nuove di-
mensioni internazionali e strategie di
sostenibilità correlati alla biodiversità.
Tra queste è possibile menzionare
prioritariamente gli assi sintagmatici
tendenti alla conservazione della na-
tura, al miglioramento degli standard
della qualità della vita, alla tutela del
paesaggio agricolo e forestale e ad
una attenta analisi delle fonti di ener-
gia alternativa. In tale ottica, è op-
portuno far rilevare che le risorse che
interessano le aree protette, i Parchi
naturali nazionali e regionali e le Ri-
serve necessitano di una ulteriore va-
lida opera di pianificazione strategica
e di programmazione multiobiettivo,
dettate da una oculata politica am-
bientale e paesaggistica indirizzata al
riassetto dei territori, valorizzazione
delle aree agricole e alla riqualifica-
zione paesaggistica. Occorrono piani
di cultura della biodiversità e di va-
lorizzazione delle risorse agricole e
delle risorse umane.
2. attualmente il mondo della ricer-ca e dell’università sta attraversan-do un periodo di nuove riforme: - si colga l’occasione e si rimoduli con
rilevante sostegno la formazione uni-
versitaria e postuniversitaria, secondo
una Sistemica di Rete Ambientale-Fo-
restale (SRAF), mediante la realizza-
zione di Centri di eccellenza e la cre-
azione di Scuole di Specializzazione
Ambientali e Forestali (SSAF); le Re-
gioni e le Province Autonome imple-
mentino la “Alta Formazione Tecnico-
Professionale Ambientale-Forestale”
(AFTePAF), l’Educazione Ambientale
Paesaggistica Scientifica (EAPaS) e
l’imprenditorialità giovanile in campo
forestale (IGF);
- sia realizzata la ricerca innovativa,
correlando la ricerca universitaria ita-
liana con quella delle altre strutture
nazionali ed europee, anche alla luce
dell’agenda strategica Forest-based
Sector Technology Platform dell’Unio-
ne Europea e della Conservazione
della Biodiversità.
3. I territori dei Parchi e delle riserve svolgono ruoli determinanti nell’am-bito sociale e culturale per le scel-te della Pianfificazione ecologico-territoriale. Infatti, tali zone protette,
esercitano azioni positive a più vasto
raggio di influenza per la loro capaci-
tà attrattiva, e, pertanto, richiedono
particolari sistemi di protezione. Gli
ecosistemi forestali, inoltre, presen-
tano maggiore vulnerabilità alle cause
destabilizzanti gli equilibri armonici
e, mediante la Selvicoltura sistemica
è possibile intervenire per le peculia-
ri cure colturali indispensabili ai so-
prassuoli boschivi. Preziosi ecosiste-
mi e paesaggi dotati di straordinaria
biodiversità e panorami irripetibili in
connubio con le valenze poliedriche
della bellezza del paesaggio italiano,
caratterizzato da una affascinate sto-
ria antropica dal Medioevo al Rinasci-
mento fino ai nostri luoghi ricchi di
secolare cultura degli spazi polisemi-
ci meritano un mirato livello di Piani
di protezione sistemica ed integrata
con le altre pianificazioni ambientali.
N. 1- - pag. 15
Inoltre, giova far rilevare che per la
GFS (Gestione Forestale Sostenibile),
un’importanza strategica per il gene-
re umano è costituita da alcuni eco-
sistemi, quali foreste, aree protette,
verde urbano e verde periurbano,
che esplicano funzioni multiple ed
insostituibili. Nel contesto della Legi-
slazione ambientale, di tali ecosistemi
è necessario implementare una ap-
posita normativa che sancisca la con-
tinuità urbano-rurale-forestale quale
Rete Ecologico-Paesaggistica (REP) da
tutelare e vincolare mediante una se-
rie di parametri ecologici e standard
paesaggistici inseriti nei Piani regola-
tori generali e nei Piani paesaggistici
regionali, provinciali e comunali.
4. uno degli aspetti rilevanti per destabilizzazione di alcuni habitat
è determinato dalla deforestazione che si verifica in tutto il Pianeta. La
superficie forestale mondiale copre
circa 40 milioni di kmq, vale a dire
il 30% del territorio mondiale, ma
oltre due terzi di tutta la superficie
forestale mondiale si trova in soli 10
paesi: Australia, Brasile, Canada, Cina,
Repubblica Democratica del Congo,
India, Perù, Russia e USA. Secondo
la FAO, nel periodo 2000-2005, ogni
anno nel Pianeta, sono state perdute
oltre 130000 kmq di foreste; in ef-
fetti, la perdita netta risulta inferiore
(circa 73.000 kmq,) poiché vi sono
programmi di riforestazione e prote-
zione degli ecosistemi esistenti, che
sono finanziati da nazioni più ricche
di prodotti ed in grado di realizzare
strategie di sostenibilità.
5. La Convenzione Europea del Pa-
esaggio (CEP) adottata dal Consi-glio d’Europa il 20 ottobre del 2000 costituisce un valido strumento di
esemplare convenzione a livello eu-ropeo concernete tematiche della Cultura e della Tutela del paesaggio. La convenzione è caratterizzata da
una sua poliedricità che evidenzia
il ruolo della Scienza del Paesaggio
quale rilevante elemento di interesse
pubblico e sintomatico fattore di una
nuova consapevolezza per la Con-
servazione e valorizzazione culturale
a scala locale di luoghi. Dopo alcuni
anni dalla ratifica italiana, nell’ambi-
to dell’ordinamento giuridico italia-
no e nel contesto della legislazione
regionale ambientale, i processi di
pianificazione paesaggistica hanno
riguardato Regioni, Enti vari, organiz-
zazioni territoriali (regionali, nazio-
N. 1 - - pag. 16
cuLTura E TErriTorio
nali e internazionali) sia nella fase di
consultazione che in quella di orien-
tamento. Come verificatosi in alcune
regioni, anche la Puglia, dotata di
scenari straordinari e multiformi am-
bienti ricchi di biodiversità (Gargano,
Murge, Salento, Costa ionica, etc.) sta
dimostrando notevole sensibilità per
la Tutela del paesaggio e per la cultu-
ra della legalità a difesa del territorio.
La legislazione italiana in materia di
paesaggio è in notevole evoluzione
grazie anche direttamente o indiret-
tamente, alla Convenzione europea
del paesaggio (CEP). Tra gli elementi
di rilievo della Convenzione, vi sono
quelli da attribuire alla definizione e
interpretazione in-
terdisciplinare del
concetto di paesag-
gio, che ruota intor-
no alla “domanda
sociale” di paesag-
gio, che evidenzia le
rinnovate esigenze
di Qualità della vita
di vaste zone di territorio caratteriz-
zate da popolazioni locali che risulta-
no parte viva e integrante della storia
millenaria degli ecosistemi paesaggio/
ambiente ed in interconnessioni con
il genius loci.
6. Il v° Congresso mondiale dei par-chi , svoltosi a durban (sudafrica), nel settembre 2003 (che si tiene ogni
dieci anni), è risultata un'occasione di
rilievo per fare il punto sullo stato di
parchi e riserve nel mondo e sul con-
tributo che tali aree stanno dando
alla salvaguardia del patrimonio na-
turale dell'umanità affermando l’im-
portanza delle Aree Naturali Protette
(ANP); inoltre si è cercato anche di
delineare le strategie per la Conser-
vazione della Natura attraverso par-
chi e riserve nel prossimo decennio.
In tale assise sono stati declamati
impegni solenni circa la necessità di
tutelare e promuovere il ruolo nevral-
gico delle Aree protette nella difficile
attuazione della conservazione della
biodiversità globale e dello sviluppo
sostenibile, mediante il coinvolgimen-
to attivo di tutti i settori della società,
attraverso politiche innovative ed ef-
ficaci, con finanziamenti adeguati alle
missinon, attraverso importanti inizia-
tive di comunicazione, informazione
ed educazione. Va infatti evidenziato
che il significato sintagmatico di soste-
nibilità enuclea almeno sei paradig-
mi dimensionali: società, economia,
ecologia, istituzioni, programmazione
e cultura. Quest’ultima dimensione è
ritenuta in grande rilievo poiché è un
assunto della sostenibilità nell’ambito
della vasta costellazione valoriale di
riferimento, del sistema scientifico ed
educativo, del modus vivendi, un vi-
vido incontro tra forze naturali, ener-
gie dell’Uomo e dinamismo spirituale.
Il nostro auspicio è la promozione
dei principi basilari della sostenibilità
nelle aree naturali protette in siner-
gia anche con la European Charter
for Suistenaible Tourism in Protected
Areas (2001). In tale logica, infatti è
indilazionabile lo sviluppo di modelli
previsionali ecologici e paesaggisti-
ci in armonia ai modelli previsionali,
a più variabili, gravitazionali e spazio
temporali più complessi per l’analisi
e la valutazione degli impatti micro
e macroambientali dovuti ai carichi
ottimali della soglia del limite della
“carry capacity” degli ecosistemi nei
confronti della fruizione turistica, per
garantire accessibilità ottimizzata e
poli di attrazione differenziati.
7. mediante la legge quadro del 1991, le aree protette hanno otte-nuto uno strumento formidabile di tutela. Il CFS compie meritoriamente
da sempre un’attenta attività di sor-
veglianza e di tutela dell’ambiente,
effettuando inoltre ricerca scientifi-
ca e contribuisce a
migliorare la qualità
della vita. Va menzio-
nato che oltre l’11
per cento del territo-
rio italiano è tutelato
e presenta ben oltre
mille aree protette
pari ad una superficie
di quasi un milione e mezzo di ettari
di territorio. La valorizzazione ecolo-
gica e scientifica delle aree protette
e delle texutres agricole caratterizza-
te da splendidi panorami, da modelli
meravigliosi di straordinari ambienti
e da paesaggi ricchi di una grande
energia olistica richiede un impegno
di rinnovata solidarietà di tutti i citta-
dini, delle istituzioni e dei sindacati.
Tali importanti programmi ci porte-
ranno al recupero della identità dei
luoghi, ad un migliore benessere in-
dividuale e sociale, a positivi cambia-
menti cognitivi e ad un nuovo livello
di consapevolezza dell’armonia del
creato e ad un futuro radioso per tut-
ti con viva empatia per la Natura. •
La legislazione italiana in materia di paesaggio
è in notevole evoluzione grazie anche direttamente
o indirettamente, alla Convenzione europea
del paesaggio (CEP).
N. 1- - pag. 17
bioDivErsiTàTuTELa E BuonE PraTIChE nEI ParChI naZIonaLI
A cura della Associazione 394
Ai tagli della finanziaria le aree protette rispondono e risponderanno, finché potranno, con risultati concreti: il caso del progetto "LIFE camoscio appenninico"
mentre sta calando
inesorabile la scu-
re del taglio del
50% dei contributi
ordinari ai parchi
nazionali, a seguito della manovra
correttiva in vigore, le aree protette
continuano e continueranno, finchè
potranno, a svolgere i ruoli previsti
dalla legge quadro n. 394/91.
Numerosi sono i progetti in corso di
tutela della biodiversità, dalla ridu-
zione del traffico motorizzato in aree
sensibili, come il progetto "A piedi
fra le nuvole" del Parco nazionale del
Gran Paradiso, al censimento parteci-
pato del bramito del cervo, appena
concluso nel Parco nazionale delle
Foreste Casentinesi, e molti altri di
grande coinvolgimento ed efficacia.
Particolarmente interessanti sono le
iniziative di partenariato fra aree pro-
tette.
E' il caso di un progetto LIFE di area
vasta. Tre splendidi individui di ca-
moscio appenninico hanno in que-
sti giorni guadagnato la libertà sulle
rupi calcaree del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini. Le femmine, Nina e
Marta, e un maschio, Guerrino, sono
stati immessi in natura dalle aree fau-
nistiche di Bolognola e Lama dei Peli-
gni; un'altra femmina dovrebbe arri-
vare nei prossimi giorni da Farindola.
Si tratta delle prime azioni attuate
nell'ambito del Progetto Life Natu-
ra 2009, avviato all'inizio del mese
di settembre.
uno straordinario esempio di coo-perazione tra aree protette, unite nella difficile missione della con-servazione della biodiversità e, in questo caso, di una sottospecie en-demica dell'appennino centrale e, senz'altro, tra le entità faunistiche più vulnerabili a livello europeo. Al
progetto, della durata di 4 anni, par-
tecipano tutte le aree protette inte-
ressate alla salvaguardia del camoscio
appenninico: Il Parco Nazionale del-
la Majella (capofila del progetto) e
il Parco Nazionale del Gran Sasso e
Monti della Laga, aree in cui il camo-
scio appenninico è stato reintrodotto
a partire dai primi anni '90, il Parco
Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise,
che ne ospita il nucleo principale, il
Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in
cui la sottospecie è stata reintrodot-
ta nel 2008, e il Parco Regionale del
N. 1 - - pag. 18
Sirente-Velino, candidato ad ospita-
re, in un prossimo futuro, il quinto
nucleo di camoscio appenninico.
Alla Legambiente, infine, sono affi-
date le attività di comunicazione e
sensibilizzazione. Una cooperazio-
ne ormai collaudata, quindi, anche
in precedenti progetti Life, e che ha
visto la partecipazione di numerosi
altri soggetti e autorevoli esperti. In-
nanzitutto il Ministero dell'Ambien-
te e l'I.N.F.S. (ora I.S.P.R.A.), che nel
2001 hanno redatto il Piano d'Azione
Nazionale per la conservazione del
camoscio appenninico; il WWF Italia,
nel 1996, ha poi redatto lo Studio di
fattibilità per la reintroduzione del
camoscio appenninico nel P.N. dei
Monti Sibillini e nel P.R. Sirente-Veli-
no; un ruolo di primo piano è svolto
dal Corpo Forestale dello Stato che,
oltre a garantire la sorveglianza e il
trasferimento degli animali mediante
elicottero, partecipa alle attività di
censimento e attua alcuni interventi
di cattura. Gli Istituti Zooprofilattici sperimentali delle regioni interes-sate curano le attività di prevenzio-ne dei rischi sanitari e le analisi ge-netiche, mentre il supporto tecnico e scientifico è assicurato dall'uni-versità di siena (prof. Sandro Lova-
ri). La reintroduzione (o più corret-
tamente "introduzione benigna") del
camoscio appenninico nel P.N. dei
Monti Sibillini è stato meritatamente
selezionato tra i candidati al "Panda
d'Oro" 2010, l'ambito diploma con
cui il WWF premia i soggetti pubblici
o privati che si sono particolarmente
distinti nella conservazione di habi-
tat e specie minacciate. In occasione
dell'Anno internazionale per la Biodi-
versità il Panda d'Oro si presenta in
un'edizione speciale: oltre ad aver
ricevuto la prestigiosa Medaglia del
Presidente della Repubblica, infatti,
il premio sarà assegnato per la prima
volta anche con il concorso del voto
popolare e, così, fino al 18 ottobre,
sarà possibile scegliere uno dei set-
te progetti che si contenderanno il
premio attraverso le pagine web del
sito del WWF Italia (www.wwf.it).Un
progetto strategico per la biodiver-
sità, dunque, ma sul quale il taglio
del 50% dei finanziamenti ai parchi
nazionali operato dal governo getta
ombre per il futuro.
In proposito, lo zoologo Franco
Mari, da oltre vent'anni in prima linea
nella conservazione del camoscio
appenninico, ha dichiarato: "Veden-
do la giovane femmina di camoscio
allontanarsi libera sulle rocce pen-
savo con amarezza che, mentre l'in-
tera Europa, con l'approvazione di
questo progetto Life Natura, ripone
piena fiducia nell'impegno dei Parchi
centro-appenninici per la conser-
vazione di questa specie, il nostro
governo non trova di meglio da fare
che tagliare i fondi necessari al loro
funzionamento". •
N. 1- - pag. 19
GaLan vIsTa L'umBrIadel Dott. Marco Fratoni – Coordinamento Funzionari UGL-CFS
Il Ministro Galan insieme alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini
Dopo non essere riuscito a partecipare il 22 novembre alla cerimonia di inaugurazione del sistema di adduzione che collega l'invaso di Montedoglio con il lago Trasimeno, a causa del maltempo, il Ministro delle politiche agricole
ha incontrato il Presidente della Regione Umbria il 26
nel pomeriggio di venerdì 26 novembre si è svolta a Perugia una visita isti-tuzionale del Ministro per le Politiche Agrico-
le, Alimentari e Forestali, on. Giancar-lo Galan. A Palazzo Donini, sede della Giunta regionale, il Ministro, atteso da una platea bipartisan, è stato ricevuto dalla Presidente della Regione Umbria, dott.ssa Catiusca Marini. Per il Corpo Forestale dello Stato era presente il Comandante Provinciale di Perugia Primo Dirigente Piastrelli dott. Giorgio. Il titolare del dicastero di via XX set-tembre è arrivato in Umbria dopo che martedì 23 novembre u.s., causa mal-tempo, non era riuscito ad assicurare la
sua presenza alla cerimonia di inaugu-razione del sistema di adduzione che collega l’invaso di Montedoglio con il lago Trasimeno. L’incontro ha inteso confermare l’impe-gno del Governo per il completamento dell’opera e rimarcare l’importanza del-la collaborazione tra Regione Umbria, Regione Toscana, Ente irriguo umbro toscano e Mi.p.a.a.f. .“Sono affascinato dalle storie delle grandi bonifiche italiane e dalle opere idrauliche. Questa opera è uno straordinario esempio di ingegneria idraulica e so-prattutto una concreta dimostrazione di buone pratiche della pubblica ammi-nistrazione e della collaborazione tra i livelli centrali dello Stato e quelli locali,
il cui obiettivo primario è quello di lavo-rare insieme nell’interesse generale”, ha spiegato l’on. Galan. Nel corso dell’intervento, il Ministro ha trattato temi politici nazionali di sicuro interesse strategico regionale: dalla crisi di Governo al mancato riconoscimento comunitario di qualità per il cioccolato nostrale, senza trascurare il tema della produzione di tabacco. La Presidente Marini ha dichiarato “di aver molto apprezzato le parole del Mi-nistro Galan sulla eccellenza del buon governo dell’Umbria”. Un ringraziamento ufficiale è stato ri-volto al Corpo Forestale dello Stato per la fattiva e proficua collaborazione in-staurata con la Regione Umbria, anche, e soprattutto, in tema di lotta attiva agli incendi boschivi. Una attestazione di riconoscenza che trova la sua ragion d’essere nell’inte-razione cooperativa che caratterizza ormai da decenni i rapporti tra le due istituzioni. Un concorso virtuoso e com-plesso, capace di tesaurizzare territo-rialmente risorse materiali e capitale so-ciale: un patto forte tra ente regionale e amministrazione statale. L’ex Gover-natore del Veneto ha chiuso il confron-to ricordando al qualificato uditorio il ruolo delicato agito dalle donne e dagli uomini del C.F.S. nell’attività di tutela e salvaguardia dell’ambiente, sottoline-andone la singolare specificità. •
cronaca
N. 1 - - pag. 20
cronacaGIanCarLo GaLan nELLE ZonE aLLuvIonaTE nEL saLErnITano E In vIsITa aLLa Zona arChEoLoGICa dI PaEsTumA cura Ufficio Stampa Mipaaf
Il ministro dell’agricoltura: «A disposizione i Consorzi di bonifica come in Veneto. Avete dimostrato un’eccezionale dignità»
«metterò a
d i s p o s i -
zione ciò
che l’agri-
coltura ha:
i Consorzi di bonifica. Voglio che inve-
stano di più nella manutenzione del
sistema idrico. Spesso sono lavori che
non si vedono, che non vengono pub-
blicizzati, ma sono indispensabili», ha
affermato il ministro Galan in visita alle
aziende agricole più danneggiate dai
recenti fenomeni alluvionali che han-
no colpito la provincia di Salerno. Gli
agricoltori presenti hanno raccontato i
momenti più drammatici di quei giorni,
evidenziando i danni e le perdite subi-
te sia a carico delle coltivazioni che del
bestiame.
Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Ga-lan è giunto in località Gromola nel Comune di Capaccio-Paestum, dove si è recato subito a visitare una delle aziende agricole più danneggiate dai recenti fenomeni alluvionali che han-no colpito la provincia di salerno. Gli
agricoltori presenti hanno raccontato i
momenti più drammatici di quei giorni,
evidenziando i danni e le perdite subi-
te sia a carico delle coltivazioni che del
bestiame.
«Anche in Veneto la situazione era si-
mile, la stessa sofferenza, lo stesso
dramma, ha detto il Ministro. Occorre
che immediatamente ci sia una verifica
dei danni per partire con gli interven-
ti», ha affermato il Ministro. Il Ministro
ha inoltre visitato la zona archeologica
di Paestum. Accompagnato dal sindaco
di Capaccio-Paestum Pasquale Marino,
il Ministro ha dichiarato: «Non potevo
non venire a visitare la meraviglia dei
templi di Paestum trovandomi a pochi
chilometri di distanza. Ho inteso farlo
anche perché ritengo che siano due
le straordinarie eccellenze che ap-
partengono all’Italia: la prima è senza
dubbio rappresentata dal suo patri-
monio archeologico, storico-artistico e
N. 1- - pag. 21
monumentale; la seconda dai suoi su-
perbi paesaggi agrari da cui ci vengono
prodotti che il mondo ci invidia. sono molto felice di constatare che qui a Paestum non ci sono calcinacci, ma c’è il fascino di una cultura, quella della Grecia classica, da cui ha avuto origine tutta la civiltà occidentale. Ecco per-ché finanziare agricoltura e cultura è più che un dovere per chiunque gover-
ni il nostro Paese». «Sono venuto solo ora, ha affermato il
Ministro, a constatare i danni provocati
a Salerno perché ho inteso dar tempo
a chi aveva il compito di farlo di poter-
mi illustrare i dati relativi ad interventi
che mi sembrano più che indispensabili
e urgenti. Pertanto, al momento non ri-
tengo di dover dare cifre da sottopor-
re successivamente all’attenzione del
Governo, cifre che non appena saran-
no accertate sarà mia cura richiedere,
dato che riterrei molto ingiusto che
avvenissero differenze nei sostegni fi-
nanziari alle diverse regioni sottoposte
ad un maltempo purtroppo ancora in
atto, come sto constatando oggi nel
corso della mia visita nel salernitano”. Il
ministro delle Politiche agricole alimen-
tari e forestali Giancarlo Galan è stato
ricevuto nella sede della Prefettura di
Salerno, dove si è incontrato con il sin-
daco del capoluogo Vincenzo De Luca,
il prefetto Sabatino Marchione, il nuo-
vo responsabile della Protezione civile
nazionale Franco Gabrielli, da assessori
regionali e provinciali, nonché da 73
sindaci della Piana del Sele e dell’agro
nocerino sarnese. In risposta all’affer-
mazione del Ministro, che ha detto di
essersi sentito a casa propria nel visita-
re le zone alluvionate della Campania,
a casa propria nel senso che vi ha ri-
trovato le drammatiche situazioni da lui
viste in Veneto, sia il sindaco De Luca
che altri intervenuti hanno espresso la
più fraterna solidarietà ai cittadini e alle
imprese del Veneto messe in crisi dal
maltempo. anzi, il sindaco de Luca ha voluto precisare che «ove ce ne fos-se la necessità i cittadini di salerno e della sua provincia faranno sentire in concreto il loro sostegno al veneto al-luvionato». «Quando vengo al Sud, ha
sottolineato il Ministro al termine del-
la sua visita nelle zone alluvionate del
Salernitano, provo sempre delle forti
emozioni. Anche questa volta è stato
così. Però vi devo confessare che in
questa occasione mi avete smentito,
smentito nel senso che già conoscevo
una vostra virtù, che è quella che qui
tutti voi avete dimostrato di possede-
re. Mi riferisco alla grande dignità con
cui mi avete esposto i vostri problemi,
a partire dall’emergenza idrica fino ai
guai subiti da infrastrutture di vario ge-
nere distrutte o rovinate dal maltempo.
La vostra dignità consiste nell’aver po-
sto l’accento sulla necessità di metter
mano da subito alle opere infrastruttu-
rali, grazie alle quali può esserci la rina-
scita dell’agricoltura nel salernitano, ma
anche di tutto ciò che sul piano sociale
si attendono i vostri cittadini. Nel salu-
tarvi ribadisco la mia volontà di tornare
tra poche settimane in Campania, preci-
samente nel Cilento, dove sarà celebra-
to nei modi dovuti l’inserimento nella li-
sta Unesco, della dieta mediterranea, e
tutto questo in memoria del compianto
Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, tra
i primi sostenitori appunto della dieta
mediterranea». •
N. 1 - - pag. 22
cronacaConCLusa L’oPEraZIonE ramPA cura di Massimo Rosa / Dirigente UGL-CFS
è l’Europa ad essere tra i pri-
missimi importatori di rettili
al mondo.
Il mercato illegale per po-
tersi mantenere ha bisogno
di canali legali ove mimetizzare i frutti
dell’attività illecita.
Eppure, fin dal 1990, con lo scopo di
fornire una alternativa a chi commer-
ciava con prelievi in natura (anche le-
gali), si sono iniziati a promuovere, nei
paesi di origine, allevamenti di animali
esotici. Non solo non è servito a nien-
te, ma l’azione fraudolenta (spacciare
come nati in cattività i furti di natura)
ha goduto di queste scelte.
In un Report commissionato nel 2007
dalla Commissione Europea all’Ufficio
Traffic (Network internazionale di WWF
e IUCN dedicato proprio al traffico del-
le specie esotiche) si evidenzia come
questi allevamenti servono di fatto a
riciclare animali di cattura.
a differenza del traffico di droga che utilizza per la sua merce illegale pun-ti vendita altrettanto illegali, quello degli animali esotici si basa prevalen-temente sulla falsificazione dei certi-ficati di vendita. vendita che avviene spesso nei comuni negozi sotto casa. Loro, i negozianti, potrebbero anche
essere in buona fede, ma come dimo-
stra lo stesso report dell’Ufficio Traffic,
Come funziona il traffico illegale di specie protette e la sua penetrazione nel mondo occidentale. Il Report 2007 di Traffic Network
il certificato potrebbe essere falso. Ad
esempio attestare la nascita in cattività
quando invece la giovane testuggine
è nata in natura. E’ questo il meccani-
smo più comune dei trafficanti. In una
recente operazione del Corpo Foresta-
le dello Stato nel corso di una mostra
di tartarughe a Cesena, sono stati nei
pressi fermati due trafficanti con circa
200 giovani animali. Sarebbero, poi,
stati “coperti” o con un certificato in-
testato ad altro animale, magari mor-
to, o semplicemente, se in possesso
di riproduttori, con una comunicazio-
ne (anche a mezzo fax) dell’avvenuta
nascita in cattività. nel recente inter-vento ai danni dei trafficanti di uccelli rapaci è saltato fuori che gli uccelli depredati dai nidi siciliani venivano riciclati in centri di riproduzione cen-tro europea o del nord Italia, come nati in cattività. Il tutto grazie a cer-
tificati Cites mendaci in alcuni casi ac-
quistati in Spagna o in Belgio. La stessa
cosa avviene in Indonesia. Le tartaru-
ghe vengono rubate in natura, ricicla-
te come nate in cattività, ed esportate
in Europa per i terraristi. L’indagine ha
riscontrato una forte discrepanza tra i
soggetti riproduttori dichiarati e quelli
effettivamente rinvenuti. Per colmare
la differenza le tartarughe avrebbero
dovuto dotarsi di una velocità inusua-
N. 1- - pag. 23
le. Ovvero riprodursi come conigli. Se
consideriamo che dal 1990 è stata va-
rata questa politica sbagliata, è facile
ipotizzare i danni alla fauna selvatica.
Addirittura su 19 allevamenti di rettili
visitati, solo 3 presentavano livelli de-
finibili come professionali. Nel senso,
cioè, che la riproduzione era tecnica-
mente possibile. Nulla è dato sapere
sul benessere, anche perché rispetto
alle favolette raccontate da chi li utiliz-
za per fini speculativi, la riproduzione
di un animale in cattività non certifica
affatto il suo benessere.
L’operazione ramP e il coordinamen-to dell’InTErPoLRAMP è un'operazione coordinata
dall'Interpol in tutto il mondo tra set-
tembre e ottobre 2010 per combat-
tere il traffico di rettili e anfibi, con la
partecipazione di 51 paesi dei cinque
continenti. Questa si è chiusa con ar-
resti e sequestri in tutto il mondo di
migliaia di animali e prodotti per un va-
lore di più di 25 milioni di euro.
Solo nel nostro Paese i 1.500 controlli
effettuati hanno portato al sequestro
di circa 400 animali - rari - vivi oltre a
più di 200 pelli di rettile e prodotti vari
facenti capo al settore della pelletteria.
Un’ecatombe, insomma.
Con l'aiuto delle autorità nazionali
responsabili per la protezione della
fauna selvatica, polizia, servizi doga-
nali e le unità specializzate dei paesi
partecipanti, l'operazione RAMP si è
concentrata principalmente sulle atti-
vità illecite connesse al traffico e alla
detenzione di rettili in via di estinzione
come tartarughe e serpenti, tra cui il
boa constrictor.
“L’obiettivo dell’operazione Ramp era
di individuare e catturare i sospetti
criminali dice in una nota Bernd Ros-
sbach, il direttore Crimine specializza-
to dell’Interpol –, ma nel futuro, per
combattere la criminalità ambientale
organizzata, dobbiamo migliorare la
cooperazione e la collaborazioni tra le
autorità a livello internazionale. Le in-
dagini continueranno. Questo blitz ha
dimostrato cosa può fare la comunità
internazionale per contrastare i crimi-
nali ambientali”. "Il successo di questa operazione non sarebbe stata possi-bile senza la stretta collaborazione e dedizione di tutti i corpi di polizia e all'applicazione della legge sulla fau-na selvatica, così come le unità spe-cializzate nei paesi partecipanti”, ha
aggiunto Mr. Rossbach.
John Scanlon, segretario generale del-
la Cites, ha sottolineato la rilevanza
dell’operazione di polizia, ma soprat-
tutto del fenomeno a livello globale. “Il
fatto che l’Interpol coordini operazio-
ni internazionali di questo tipo indica
quale sia il livello della criminalità legata
al traffico illegale di animali selvatici” ha
spiegato Scanlon in visita al quartier ge-
nerale dell’Interpol. L’operazione Ramp
è la seconda operazione internaziona-
le guidata dall’Interpol contro i crimini
sugli animali. Già lo scorso febbraio era
stata portata a termine l’operazione
Tram, che ha sgominato un commercio
illegale di medicine tradizionali conte-
nenti i prodotti derivati da parti di ani-
mali selvatici e ha portato al sequestro
di prodotti per un valore di oltre 10
milioni di euro.
Fonti: www.interpol.int
N. 1 - - pag. 24
LomBardIa: maxI oPEraZIonE dEL CorPo ForEsTaLE dELLo sTaTo. La rIso sCoTTI soTTo IndaGInEA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lombardia
I capi d’imputazione per i sette arrestati parlano da soli: traffico illecito di rifiuti, falsità ideologi-ca, frode in pubbliche forniture e truffa allo stato. L’indagine del
Corpo forestale dello Stato di Pavia e della Scientifica di Roma sull’impianto di coincenerimento "Riso Scotti Energia spa", che ieri è stato chiuso e posto sot-to sequestro, è iniziata nella primavera del 2009 e si è conclusa ieri, ma non ri-guarda nessun componente della nota famiglia di produttori di riso e l’adia-cente risificio. Tuttavia ha condotto a una certezza: chi gestiva la struttura e molti di coloro che ci lavoravano o ave-vano interessi professionali gravitanti intorno all’impianto (oltre alle 7 per-sone finite ai domiciliari ci sono 12 in-dagati) erano ben consci di utilizzare, per la produzione di energia elettrica e termica, tipi di rifiuti che superavano i limiti massimi di metalli pesanti previ-sti dalle autorizzazioni e quindi illeci-ti. Un affare troppo lucroso per farselo scappare: l’ingresso delle circa 40mila tonnellate di rifiuti gestite illecitamente dall’impianto - reso possibile e apparen-temente regolare attraverso la falsifica-zione dei certificati d’analisi, con l’inter-vento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell’im-pianto - tra il 2007 e il 2009 ha generato infatti un giro d’affari di circa 30 milioni di
euro. Inoltre i rifiuti venivano utilizzati in un impianto destina-to alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di pubbliche sovvenzioni.L’impianto è nato tra il 2001 e il 2002 per l’incenerimento del legno e della lolla di riso (un sottopro-dotto derivato dalla raffinazione del ce-reale, ndr) per uso industriale per poi evolversi in una struttura dagli intenti lodevoli (e quindi meritevole di riceve-re gli incentivi pubblici) che produceva energia da fonti rinnovabili. Purtroppo, secondo l’indagine della Forestale, anche la lolla di riso, pro-veniente dalla riseria, veniva convo-gliata nell’impianto sequestrato attra-verso una condotta aerea, che veniva frequentemente miscelata all’interno dell’impianto con polveri provenien-ti dall’abbattimento dei fumi, fanghi, terre dello spazzamento strade ed al-tri rifiuti conferiti da ditte esterne. A seguito della miscelazione la lolla per-deva le caratteristiche di sottoprodotto e diventava un rifiuto speciale, anche pericoloso, che non poteva più essere destinato alla produzione di energia pu-
lita, ma avrebbe dovuto essere smaltito presso impianti esterni autorizzati."Ogni volta che l’impianto riceveva un carico di rifiuti non regolari i gestori avrebbero dovuto respingerlo. E ci risul-ta che dall’inizio delle nostre indagini, nel 2009, nessun carico sia stato riman-dato indietro" spiegano il comandante regionale del Corpo forestale della Lom-bardia Ing. Ugo Mereu e Paolo Moizi, comandante provinciale di Pavia.
A quel punto ingenti quantitativi di lolla di riso "pericolosa" (540 tonnellate dal 2009) venivano venduti illecitamente ad altri impianti di termovalorizzazione, a industrie di fabbricazione di pannelli in legno e ad aziende agricole e a grandi allevamenti zootecnici (pollame e suini) dislocati in Lombardia, Piemonte e Ve-neto e che la utilizzavano per la forma-
zione delle lettiere per gli animali. •
Chiuso un impianto che avrebbe dovuto fornire elettricità e calore bruciando gli scarti del riso. Nello stabilimento finivano anche polveri,
terre contaminate, fanghi inquinati: sette gli arresti.
cronaca
N. 1 - - pag. 26
LEgambiEnTELa CITTà a mIsura dI BamBIno? EsIsTE!A cura dell’ Ufficio Stampa Legambiente
Percorsi casa-scuola protet-
ti per i bambini, abbona-
menti e semafori agevolati
per incentivare i trasporti
pubblici, blocco del traffi-
co a motore, sospeso durante l’entrata
e l’uscita scolastica, gruppi fissi di geni-
tori e nonni che, a piedi o in bicicletta,
accompagnano i bambini a scuola e an-
cora piste ciclabili e bike sharing per fa-
vorire la sostenibilità ambientale. Sono
queste le politiche per la città “ideale”
in grado di promuovere una mobilità
sostenibile a misura di bambino. Un
luogo che nella realtà ancora non esi-
ste, ma che alcune città hanno già ini-
ziato a sperimentare. E’ questo quanto
emerge da una ricerca di Legambiente,
presentata al Centro nazionale “Il Gira-
sole” di Legambiente, Rispescia – Loc.
Enaoli (GR) che racconta come a fronte
di una mobilità allarmante delle nostre
città, ci sono alcuni casi isolati di ammi-
nistrazioni che hanno intrapreso politi-
che urbane di mobilità sostenibile. Alla
giornata hanno partecipato il sindaco
di Grosseto Emilio Bonifazi, il presiden-
te di Legambiente Scuola e formazione
Vanessa Pallucchi, Luciano Ventura del-
Mobilità sostenibile, percorsi casa-scuola protetti, blocco del traffico nelle vicinanze delle scuole: non sono concetti impossibili,
esistono centri urbani come Livorno o Bolzano, che hanno iniziato a sperimentare politiche che danno concretezza a queste idee
la direzione nazionale di Legambiente,
Silvia Viviani presidente Inu Toscana,
Cecilia Gentile giornalista di Repubbli-
ca e Angelo Gentili della segreteria na-
zionale di Legambiente. Presenti anche
i rappresentanti dei Comuni di Siena,
Torino, Grosseto, Pordenone, Verona,
Reggio Emilia e Livorno.
“Ecosistema Bambino quest’anno ha
deciso di dedicare un focus alla mo-
bilità, nella convinzione che la cresci-
ta dei giovani cittadini – ha dichiarato
Luciano Ventura, coordinatore ufficio
scuola e formazione Legambiente - non
possa prescindere dalla possibilità di
vivere appieno la città con i suoi luo-
ghi di incontro e confronto. Una mo-
bilità facilitata e sicura, infatti, aiuta il
percorso dell’autonomia personale e
dello sviluppo individuale dei ragazzi
rendendoli più legati al territorio e alla
comunità. Proprio per questo le buo-
ne pratiche raccontate nel rapporto
vogliono rappresentare un punto di
partenza per discutere e rilanciare le
politiche urbane nel loro complesso
con un’attenzione particolare ai più
piccoli”.
Sono 25 le città in cui sono stati atti-
vati i Pedibus, le “colonne mobili” di
bambini che, accompagnati da gruppi
di adulti, vanno tutti insieme a scuola
con orari e fermate fisse. In 19 città, in-
vece, sono operativi i Bicibus, “autobus
a due ruote” formato da un gruppo di
N. 1- - pag. 27
scolari in bicicletta che vanno e torna-
no da scuola accompagnati da genitori
volontari, lungo percorsi prestabiliti e
messi in sicurezza. 18 città si sono poi
rese protagoniste di progetti di educa-
zione stradale, mentre sono 14 i centri
urbani riconosciuti da Legambiente per
le buone pratiche intraprese. Tra que-
ste c’è Bolzano, dove una coraggiosa
ordinanza del Sin-
daco ha istituito che
nelle strade vicine
alle scuole 15 minuti
prima e dopo l’inizio
delle lezioni il traffico
dei veicoli a motore
viene sospeso. O Li-vorno, con il progetto
legato sulla sicurezza per andare oltre
le tante paure che possono limitare
l'autonomia dei giovanissimi. A Porde-none sono stati fatti diversi progetti per
favorire la mobilità pedonale dei bam-
bini individuando percorsi sicuri. Come
quelli fatti a siena, con 17 itinerari da
fare a piedi o in bicicletta per scoprire
insieme, adulti e ragazzi, l'ambiente e
il patrimonio culturale del proprio ter-
ritorio. Uso della bicicletta riproposto
anche a Torino con un progetto di coin-
volgimento degli adolescenti che offre
loro un rinnovato punto di vista sull'uti-
lizzo della bicicletta stessa. A Bologna,
invece, è stato strutturato un piano ge-
nerale sulla mobilità che incentiva una
serie di alternative per spostarsi in città
evitando l’uso dell’automobile privata
come ad esempio la priorità semafori-
ca in 50 incroci riservata agli autobus.
Poi c’è Lecco in cui sono attive 17 linee
operative dedicate al Pedibus, grazie
al quale sono state risparmiate 20 ton-
nellate di anidride carbonica. Pedibus,
Bike Sharing, piste ciclabili, rastrelliere
per collegare la città senza inquinarla e
abbonamenti agevolati per incentivare
l’utilizzo dei mezzi pubblici sono inve-
ce le misure intraprese da vercelli. Infi-
ne verona con il progetto “Miglia verdi”
che ha permesso una notevole raccolta
di dati e la loro conseguente lettura.
Queste sono solo alcune delle buone
pratiche messe in atto in Italia per una
mobilità a favore di
bambino, ma sono an-
cora tanti gli interventi
raccontati all’interno
del rapporto Ecosiste-
ma Bambino per dare
visibilità a idee e pro-
getti d’esempio per le
altre amministrazioni.
Obiettivo del rapporto è infatti quello
di creare una vera banca delle compe-
tenze che siano la base per cambia-
menti culturali e riqualificazioni urbane
per non ripartire sempre da zero e non
mettere in campo progetti destinati a
finire con l’esaurirsi delle risorse.
Per maggiori informazioni:
www.legambiente.it.
Pedibus, Bike Sharing, piste ciclabili, rastrelliere per collegare la città senza inquinarla
e abbonamenti agevolati per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici sono invece
le misure intraprese da Vercelli.
N. 1 - - pag. 28
L'approfonDimEnToInCEndI, PErChé è FondamEnTaLE PrEvEnIrE aTTravErso La Cura dEL BosCo
di Emanuele Biggi (fonte: Natura)A cura della Segreteria azionale UGL-CFS
L’estate, oltre ad essere
tempo di vacanze, è an-
che tempo di incendi. Non
manca anno in cui veniamo
investiti da tristi notizie di
foreste in fiamme e case evacuate e
distrutte. Centinaia di ettari di bosco e
macchia mediterranea distrutti dal fuo-
co. «Purtroppo si sta assistendo anche
ad un’espansione dei periodi di perico-
lo, dovuta al progressivo innalzamento
delle temperature globali – ha spiega-
to Alfredo Milazzo, Responsabile della
III Divisione del Corpo Forestale dello
Stato, impegnata nella lotta attiva agli
incendi boschivi –. Quest’anno in Sar-
degna sono andati in fumo, solo nelle
ultime due settimane di luglio, un totale
di 40mila ettari di terreno. Una quantità
spaventosa, se si pensa che d’estate in
Italia brucia una media di 55mila ettari».
Tuttavia, anche l’inverno non è da sot-
tovalutare, soprattutto nelle aree mon-
tane, dove il freddo genera una siccità
paragonabile a quella che si può avere
d’estate nell’area mediterranea. Il dato
sconcertante è che solo il 2% degli in-cendi avviene per cause naturali, come i fulmini. Il restante 98% è legato per lo più a cause dolose e colpose di va-ria natura, dal piromane patologico – incredibilmente il più comune – alla
Il dato sconcertante è che solo il 2% avviene per cause naturali, come i fulmini. Il restante 98% è legato per lo più a cause dolose e colpose di varia natura
“cicca” lanciata da un poco educato finestrino, passando per la sconside-rata accensione di fuochi per bruciare sterpaglie.
FIammE FavorITE daI ParassITI
Esiste una relazione interessante tra in-
cendi e presenza di nuovi e quasi in-
controllabili parassiti degli alberi, come
la cocciniglia corticola del pino maritti-
mo (Matsucoccus feytaudi ) e il bostri-
co dell’abete rosso (Ips typographus).
La prima è una lontana parente delle
cicale e si nutre della linfa del pino insi-
nuandosi sotto la corteccia e portando
l’albero alla morte in meno di due anni.
Il bostrico, invece, è un piccolo coleot-
tero che tende a preferire l’abete rosso
ed è in grado, in una sola stagione, di
produrre due generazioni.
La sua presenza è catastrofica per le
piante, che seccano in poche settima-
ne. Questi attacchi possono causare
fino al 100% dei decessi. Tutto quello
che resta è una selva di alberi secchi
e spesso ricoperti di resina altamente
infiammabile. In situazioni normali, un
N. 1- - pag. 29
fulmine abbattutosi su una pianta sana
manderebbe in vaporizzazione istanta-
nea la linfa, provocando un’esplosione,
ma non necessariamente un incendio.
Nel caso di una conifera morta, inve-
ce, il tronco secco fornisce un innesco
perfetto per le fiamme, aiutate poi dal-
la resina e dai rami degli alberi vicini,
anch’essi morti.
IL BosCo IdEaLEsolitamente ci si concentra sulla causa dell’innesco, tralasciando, però, di in-dagare su come sia stato possibile che l’incendio abbia raggiunto un fronte di chilometri e chilometri. La ragione
spesso sta proprio nelle specie che co-
stituiscono il manto forestale e nel loro
stato di salute. Nel caso di boschi di
conifere attaccati dai parassiti, le moto-
seghe arrivano in aiuto, permettendo di
tagliare tempestivamente e asportare le
piante malate prima che possano infet-
tare quelle vicine. Occorrerebbe, poi,
favorire il reinserimento di una vegeta-
zione più naturale e immune alle malat-
tie tipiche delle conifere, che un tem-
po furono largamente impiegate nei
rimboschimenti per la loro velocità di
crescita. Quando un bosco è ben equi-
librato, con alta biodiversità, la presen-
za di qualche pianta morta qua e là non
è un pericolo; al contrario, costituisce
un’utile fonte di cibo per gli insetti xi-
lofagi, che si cibano appunto di legno.
Le tecniche di gestione del bosco,
quindi, non solo prevengono la propa-
gazione degli incendi, ma danno anche
la possibilità alle specie autoctone di
reinsediarsi laddove erano state sop-
piantate.
Anche nei luoghi dove il pino è di casa,
uno sfoltimento dei fusti permetterà a
quelli rimasti di crescere in larghezza
oltre che in altezza, per non parlare del
sottobosco, che riuscirà così a trovare
qualche scorcio di luce in più tra i rami.
Un altro intervento molto utile a limita-
re la possibilità di propagazione di un
incendio è la “spalcatura” che consiste
nel segare via i rami più bassi e trop-
po vicini al terreno, evitando così che
le fiamme si propaghino subito da terra
alle chiome degli alberi e diventino di
difficile gestione.
Tutti questi accorgimenti, così come
anche la pulitura delle scarpate stradali
hanno però un costo che non sempre
è ben supportato dalle amministrazio-
ni, a volte miopi di fronte ai potenziali
pericoli.
Una condotta poco lungimirante, visti
gli altissimi costi che comporta poi lo
spegnimento di un incendio. Basti pen-
sare che un’ora di impiego di un Cana-
dair costa in media 7000 Euro e quella
di un elicottero antincendio 2000 Euro
e che ogni anno i danni causati dagli in-
cendi ammontano ad un valore di circa
10 Euro per ogni cittadino.
L’Italia è per un terzo ricoperta da bo-
schi, che, però, non sono più gestiti
dall’uomo come un tempo.
A ciò si aggiunga che il progressivo
abbandono dei pascoli sta facilitando
l’avanzata delle aree boschive, sempre
più a ridosso di centri abitati. Una buo-
na prevenzione, sia sul fronte della si-
curezza civile, sia su quello naturale, è
dunque qualcosa di assolutamente ne-
cessario che deve lavorare a braccetto
con una ricca opera di sensibilizzazio-
ne già a partire dalle scuole. •
N. 1 - - pag. 30
sinDacaLEcacciaI ConsIGLI dELLa ForEsTaLE PEr un’aTTIvITà In sICurEZZa. InTEnsIFICaTI I ConTroLLI
All'inizio della stagione, ecco l'invito a prestare la massima attenzione per non incorrere in sanzioni e contribuire alla gestione
del patrimonio faunistico nel rispetto delle normative vigenti. I dati sull'attività antibracconaggio e i consigli per una stagione sicura.
La fauna selvatica è un patri-
monio tutelato nell'interesse
della comunità nazionale ed
internazionale. Il Corpo fo-
restale dello Stato, attraver-
so l'attività delle strutture operative
centrali e periferiche, difende la vita
delle specie selvatiche, autoctone ed
esotiche, garantendo anche la con-
servazione dei loro habitat naturali.
In particolare, con l'ausilio del Nucleo
Operativo Antibracconaggio (NOA),
struttura specializzata della Foresta-
le negli interventi contro il bracco-
naggio, controlla il corretto esercizio
dell'attività venatoria.
All'inizio dell'apertura generale della
caccia il Corpo forestale dello Stato in-
vita tutti coloro che praticano l'attività
venatoria a una caccia responsabile
nel rispetto delle normative vigenti. Il cacciatore deve collaborare sempre più con gli enti locali per contribui-re alla gestione del patrimonio fau-nistico e naturale del nostro Paese. In questo contesto si inserisce l'impor-
tante opera di vigilanza sul territorio
svolta dalla Forestale che in questo
periodo verrà intensificata per preve-
nire gli incidenti e reprimere gli episo-
di di bracconaggio.
Una costante e capillare attività, quella
svolta dal Corpo forestale dello Stato,
che ha portato, nel corso del 2009,
ad accertare 1.516 reati rispetto ai
1.672 dell'anno precedente, la mag-
gior parte dei quali hanno riguardato
la tutela della fauna selvatica autocto-
na (938). Più di 300 sono stati i reati
per violazioni alle norme riguardanti il
maltrattamento di animali e circa 140 i
reati inerenti la legge sul controllo del
commercio delle specie selvatiche in
via di estinzione (CITES). In calo anche
le persone denunciate pari a 926 con-
tro le 1.205 del 2008, così come i se-
questri di animali e degli illeciti mezzi
di caccia pari a 1.037 contro i 1.308
dell'anno precedente. Gli arresti sono
stati 5, rispettivamente 2 in Calabria, 2
in Puglia e 1 in Piemonte. Le perquisi-
zioni effettuate sono state più di 140.
Accertati, inoltre, quasi 5mila illeci-
ti amministrativi ed eseguiti 134 mila
controlli. L'importo totale delle san-
zioni notificate ai trasgressori nel
2009, pari a circa 3 milioni di euro, è
quasi raddoppiato rispetto all'anno
precedente.
IL dodECaLoGo:In occasione dell'inizio della stagione
venatoria il Corpo forestale dello Sta-
to raccomanda la massima prudenza,
soprattutto durante le prime giorna-
te, vista la notevole partecipazione e
la concomitante attività di raccolta di
funghi o di prodotti autunnali del sot-
tobosco. In particolare, per la propria
e l'altrui sicurezza, e per non incorrere
in sanzioni amministrative che, in alcu-
ni casi, potrebbero avere anche risvol-
ti di carattere penale, si ricorda di:
1) non cacciare, per un periodo non
inferiore a 10 anni, sulle superfici bo-
schive percorse da incendi (le infor-
mazioni relative a tali aree sono repe-
ribili presso i catasti comunali);
2) controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamen-
to e dell'equipaggiamento personale
e rispettare sempre le disposizioni
A cura del portale www.corpoforestale.it
N. 1- - pag. 31
sull'uso e/o sul trasporto dei mezzi di
caccia;
3) verificare la regolarità dei docu-menti necessari per l'esercizio vena-
torio (porto d'armi, licenza di caccia,
assicurazione, tesserino venatorio re-
gionale, etc);
4) provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali nonché
a tutti gli adempimenti richiesti dagli
ambiti territoriali di caccia (ATC) e dai
comprensori alpini (CA), previsti dalle
rispettive normative regionali;
5) accertarsi correttamente di qua-li siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all'interno dei
quali è assolutamente vietata la cac-
cia, e se siano presenti ulteriori zone
di protezione "a cuscinetto" sul peri-
metro;
6) documentarsi correttamente su quali siano i limiti dei propri ambiti territoriali di caccia e prestare la mas-
sima attenzione alle aree denomina-
te Zone a Protezione Speciale (ZPS),
all'interno delle quali l'attività venato-
ria è disciplinata in modo particolare,
così come specificato nei vari calenda-
ri venatori provinciali, e alle zone umi-
de, dove si ha l'obbligo di utilizzare
munizioni con pallini di acciaio;
7) conoscere bene le disposizioni del calendario venatorio provincia-
le ed eventualmente dei regolamenti
relativi alla raccolta di funghi o di altri
prodotti delle zone boschive;
8) essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio; la selvaggina che
non si riconosca, o che non si veda
distintamente, non deve essere ab-
battuta;
9) rispettare rigorosamente le di-stanze di sicurezza previste dalla
legge per edifici, qualunque via di co-
municazione, mezzi agricoli al lavoro
nonché appostamenti di caccia fissi o
temporanei; anche in caso di un mi-
nimo dubbio evitare ogni esplosione
potenzialmente pericolosa;
10) rispettare sempre l'ambiente cir-costante ed evitare di abbandonare
rifiuti di ogni genere, ma soprattutto
i bossoli delle cartucce, ormai tutti di
materiale plastico;
11) ricordarsi di detenere, trasporta-re e gestire i cani, da sempre i migliori
"ausiliari" della stagione di caccia, in
maniera rispettosa delle norme e delle
loro esigenze comportamentali;
12) si raccomanda, infine, il massi-mo rispetto delle colture agricole in atto.
Per informazioni più dettagliate i cac-
ciatori ma anche semplici cittadini pos-
sono rivolgersi ai Comandi Provinciali
e ai Comandi Stazione della Forestale
dislocati su tutto il territorio nazionale
o chiamare il numero gratuito di emer-
genza ambientale 1515 a disposizione
24 ore su 24. •
OrganO Ufficiale dell’Uglfederazione nazionale
corpo forestale dello Stato
annO iV - n. 1 gennaiO febbraiO 2011PeriOdicO bimeStrale
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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffu-sione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La dir-ezione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omis-sioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.
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