si rafforza accoglienza la sinergia e dialogo le armi che · nipresente miseria, si è aggiunta la...
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Domenica 22 Novem-
bre u.s., Solennità di
Cristo Re dell’Universo, si è svolto
a Bronte (CT) il XV Cammino del-
le Confraternite dell’Arcidiocesi di
Catania, che ha radunato circa
novecento confrati, provenienti dai
vari sodalizi radicati, con una pre-
senza attiva e operosa per tradizione
secolare, sul territorio.
Ad accoglierli, al Teatro Comuna-
le di Bronte, il Presidente della
Confederazione Diocesana delle
Confraternite, la prof.ssa Giusep-
pina Fazzio, insieme al Consiglio,
al Vicario Episcopale per la Pasto-
rale, Don Pietro Longo e al Vicario
Foraneo, P. Vincenzo Bonanno.
Con questo raduno le Confraterni-
te diocesane, a pochi giorni dalla
conclusione del Convegno di
Firenze “In Gesù Cristo il nuovo
Umanesimo” e a poche settimane dal-
l’apertura dell’Anno Giubilare Straor-
dinario della Misericordia, indetto da
Papa Francesco, guardando ad Agata
V. M. e al beato Piergiorgio Frassati,
come modelli di vita e di santità, han-
no inteso riproporsi come “Popolo di
Dio in cammino”, in comunione con
tutta la Chiesa Diocesana, dando pub-
blicamente ragione e testimonianza
del proprio credo.
“La Chiesa – come ha ricordato la
prof.ssa Fazzio, nel suo discorso di
apertura al cammino - nella sua intima
verità, è comunione con Dio, vissuta
dentro una comunione tra persone
umane. Le Confraternite, per loro
stessa natura, sono chiamate a vivere
la spiritualità di comunione, uscendo
dall’anonimato (inteso in termini di
povertà di rapporti umani, di superfi-
cialità d’incontri occasionali o stru-
mentali, di solitudine affettiva e spiri-
tuale) cui la società di massa ci ha indi-
rizzato ed è solo nella misura in cui
saremo in grado di diventare <<un
cuor solo e un’anima sola>>, che sarà
possibile essere strumenti e testimoni
credibili per attirare, e non allontana-
re, gli uomini a Dio”.
“Non privo di difficoltà, ma realizzato
sempre col cuore colmo di fede, di
speranza e di carità, il cammino per-
corso fin qui”,
ha proseguito
ancora il Presi-
dente; un per-
corso, che ha già
inteso concre-
tizzare a piccoli
passi (con diver-
si incontri itine-
ranti di preghie-
ra e di formazio-
ne, aperti,
soprattutto, ai
Dirigenti delle
Confraternite;
con la formazio-
ne dei primi
sodalizi, cominciando a dare partico-
lare attenzione e valore al Noviziato;
con l’ascolto attento e costante delle
realtà ecclesiali e dei territori; con una
presenza costante tra i sodalizi; con la
visita, come pellegrini in preghiera,
delle Cappelle Cimiteriali Confrater-
nali Diocesane, per educare alla pre-
ghiera di suffragio - nella Comunione
dei Santi - e trasfigurare la morte dei
Giusti - il Regno come ricompensa -;
A PAGINA 3
SCUOLA:
EDUCATORI
MAL PAGATI
Catania - anno XXXI - n. 43 - 29 novembre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
settimanale regionale di attualità
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
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XXIX PREMIO
MARTOGLIO
A BELPASSO
a pagina 12
Domenica 29 novembre,
durante la visita pastorale
nella Repubblica Centra-
fricana, Papa Francesco
aprirà la Porta Santa a Bangui, ancor
prima di aprire la Porta Santa a San Pie-
tro il prossimo 8 dicembre.
L’Anno Santo della Misericordia si
annuncia come un Giubileo atipico e
con una decina di giorni di anticipo sul-
l’inizio ufficiale, il Giubileo prenderà il
via in una delle “periferie” più dimenti-
cate della terra. Un paese in cui, all’on-
nipresente miseria, si è
aggiunta la tragedia di una
guerra civile che sembra
essersi incanalata in un tunnel senza
uscita, complice anche la totale indiffe-
renza della comunità internazionale. In
questo inquietante scenario, l’unico
vero barlume di speranza è rappresen-
tato dalla Chiesa Cattolica e dai suoi
coraggiosi missionari.
L’apertura della Porta Santa, segno giu-
bilare, avverrà inoltre non solo a Roma,
ma in tutte le diocesi del mondo, nei
santuari, luoghi privilegiati di preghie-
ra e di devozione ed in giorni diversi.
Anche gli imam islamici nei recenti
incontri di preghiera e di solidarietà ver-
so le innocenti vittime della strage di
Parigi hanno espresso significativi
messaggi di misericordia e perdono.
A Catania una manifestazione cittadi-
na ha visto insieme nella preghiera per
la Pace dopo i fatti di Parigi l’Arcidio-
cesi, la comunità cristiana
di S. Egidio e Focolarini e
la comunità islamica di
Sicilia.
I due gruppi, dopo le pre-
ghiere uno nella moschea
e l’altro nella basilica
Collegiata, con la guida di
mons. Gaetano Zito, si
sono incontrati in piazza
Università e lo speaker
Emiliano Abramo ha
introdotto gli interventi di
mons, Zito, del gesuita
Padre Gianni Notari e del-
l’imam di Catania Kheit
Abdelhafid, i quali hanno
acceso un lumino dal bra-
ciere collocato in piazza,
segno di amicizia e inizio
del cammino di pace tra le
due comunità, unite
anche nel canto “We are the world”.
A Roma l’imam della Grande
Moschea di Muhammad Hassan
Abdulghaffar, nel suo intervento del
venerdì ha detto che: “Il fedele musul-
mano, è misericordioso e questa è una
P.F.
Accoglienzae DIALOGO
In cammino verso l’Anno GiubilareSI RAFFORZA
LA SINERGIA
ARCIDIOCESI E
NATURADIVINA
a pagina 7
AL BRANCATI
"LA FANCIULLA
CHE CAMPAVA
DI VENTO"
a pagina 11
Chiamati a vivere la spiritualità di comunione
Bronte: il XV Cammino Diocesano delle Confraternite
Giuseppe Adernò
le armi chedisarmano
(segue a pag. 2)
(segue a pagina 2)
Prospettive - 29 novembre 20152
PRIMO PIANOIl card. Romeo si congedadall’Arcidiocesi di Palermo _3
Luigi Capuana, centenariodella morte 29 novembre 1915 _4
Chiesa e consultori:Insieme in camminoper il Bene della Famiglia___5
19ª Giornata Nazionaledella Colletta Alimentare ___5
INFORMADIOCESINotizie in breve___________7
DIOCESIPiù di 100 partecipanti al corsoper volontari Caritas _______7
L’ultimo album deiMetatrone, “Eucharismetal” _8
130° della fondazionedell’Oratorio S. Filippo Neri_8
Tremestieri: Festa in onoredi Santa Barbara __________9
Iniziative della Caritasdiocesana ________________9
“Karol Wojtyla”: 1° corsodi formazione Anief-Eurosofiaper Dirigenti Scolastici ____12
sommario al n. 43
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 25 novembre 2015
delle sue caratteristiche basata sulla
purezza e la serenità dell’anima e sul-
l’integrità dello spirito. Compiendo il
bene e agendo correttamente e quindi
astenendosi dal male e allontanandosi
dagli atti immorali, è sempre in uno sta-
to di purificazione dell’anima e il suo
spirito è buono ed amabile.”Abdulghaffar, ha ricordato inoltre leparole del Profeta o Messaggero diDio”: “Siate misericordiosi con chi è
sulla terra e chi è nel cielo è misericor-
dioso con voi.”
“La misericordia, la compassione e la
clemenza non abbandonano il cuore di
colui che è in questa condizione, per
questo egli desidera avere un compor-
tamento dettato da queste doti”.Tocca, quindi, al credente essere“misericordioso, compassionevole e
benevolo con il fratello credente ma
anche con tutti gli altri che non lo
sono.”
Il Centro Culturale Islamico d’Italia hacondannato fermamente tutti gli atti diterrorismo che colpisce la vita umana,perché ogni vita è sacra” e la religionemusulmana è “religione della vita, e
sotto la bandiera della misericordia,
non insegna la crudeltà e la violenza.
Non è una religione di vendetta o di
morte”.
A queste parole di condanna del terro-rismo fa eco il Presidente della Repub-blica, Sergio Mattarella, il quale in unarticolo pubblicato su Il Foglio, hascritto: “La strage dei ragazzi di Parigi
ha posto in modo brutale l’opinione
pubblica davanti alla questione, dram-
matica e cruciale, della violenza a
sfondo integralista che mira a cancel-
lare la nostra cultura, la nostra storia,
i nostri valori.”
Quello che stiamo vivendo è unmomento tragico per l’Europa e per ilmondo.Il terrorismo fondamentalista si rivelaancora una volta come una minaccia ai
valori di libertà, democrazia, solidarie-tà e convivenza civile. La strategia, fol-le e lucida dell’estremismo apparechiara e di dimensione planetaria: cer-care di insinuare nella nostra societàsentimenti di paura, azioni di disgrega-zione, di chiusura e di odio contro il“diverso” spesso generalizzato neiconfronti delle popolazioni musulma-ne. Il terrorismo fondamentalista che hauna sua storia ed una sua peculiaritàrappresenta oggi e probabilmente neglianni a venire la più grave minaccia allapace del mondo - ha spiegato il Presi-dente - non può essere solo combattutacon azioni di forza e con il rafforza-mento della sicurezza, cui ogni cittadi-no ha diritto, bensì “con le armi della
cultura, del dialogo, del diritto”.
Sono queste le risposte adeguate ad unfenomeno planetario che interpella lacomunità internazionale e richiama idiritti universali dell’uomo, oscurati,oltraggiati e negati in tante parti del glo-bo.La comunità internazionale, dopo anni
di disattenzione e di silenzio, sta final-mente cominciando a prenderecoscienza della gravità del fenomenoche è una minaccia non solo alla liber-tà religiosa dei singoli, ma alla demo-crazia e alla convivenza per tutta lacomunità internazionale.“La pace religiosa, la tolleranza, la
collaborazione tra le diverse fedi”costituiscono gli elementi determinan-ti di un equilibrio sociale e di un realesviluppo economico. La guerra e l’odioseminano morte e distruzione.I leader delle comunità musulmane,che il Presidente Mattarella ha incon-trato nel recente viaggio in Indonesia,hanno sempre tenuto a sottolineare lanatura liberale e moderata dell’Islamindonesiano e la ferma condanna del-l’estremismo e della violenza religiosa.La considerazione che ogni uomocome figlio di Dio, riconosce in lui lacomune radice contribuisce a renderloportatore di uguali diritti e di pari digni-tà.È questa la strategia da seguire, appli-
cando il reciproco rispetto verso lepersone e le istituzioni, con tutte leregole della democrazia.Molti errori di valutazione sono staticompiuti nel nostro recente passato,afferma ancora Mattarella, “Ora non sipuò più sbagliare”.È comunque da considerare un erroreadottare un “falso rispetto”, venendomeno alle proprie tradizioni e ai valoridella religione cattolica, rinunciandoalla realizzazione del presepe a scuola,o sostituire il canto dell’“Adeste fide-les”, il brano ‘Jingle bell rock’, “perchépotrebbe ‘turbare’ gli islamici, essendotroppo legato alla religione cristiana”,come avvenuto a Casazza, paese mul-ticulturale in provincia di Bergamo.Questa “concessione” non è espressio-ne di dialogo e di accoglienza dell’in-terculturalità.Difendere i propri valori, simboli esegni è espressione di profonda con-vinzione e di coerenza.
®
(continua da pag. 1)
ACCOGLIENZA...
In Italia una persona suquattro è a rischio pover-
tà o esclusione sociale, un tasso supe-riore di quasi quattro punti percen-tuali a quello medio dell’Unioneeuropea, pari al 24,4% nel 2014. Lodicono i dati pubblicati dall’Istat nelrapporto ‘Reddito e condizioni divita’ in riferimento all’anno passato.Rispetto ad altri paesi europei siamopeggio solo di Romania (40,2%),Bulgaria (40,1%), Grecia (36,0%),Lettonia (32,7%) e Ungheria (31,1%)e su livelli «molto simili» a quelli diSpagna (29,2%), Croazia e Portogal-lo. Nel dettaglio, poi, le persone arischio di povertà sono stimate pari al19,4%, quelle che vivono in famigliegravemente deprivate l’11,6%, men-tre le persone appartenenti a famigliedove l’intensità lavorativa è bassarappresentano il 12,1%. Rispetto al2013, è diminuita la quota dei nucleimolto poveri (soprattutto al Sud, tra isingle e le coppie con un solo figlio),ma il calo è compensato dall’aumen-to della percentuale di chi vive infamiglie a bassa intensità di lavoro(sempre nel Mezzogiorno e tra lefamiglie numerose). Resta ancoragrave la condizione dei genitori soli,delle famiglie con almeno tre figli odi altra tipologia, famiglie che tra il2013 e il 2014 hanno mostrato unulteriore deterioramento della lorocondizione (dal 15,9% al 20,2%).
Mentre per il secondo anno consecu-tivo, il calo della grave deprivazioneè determinato dal fatto che scendonole quote di individui in famiglie che,se lo volessero, non potrebbero per-mettersi un pasto proteico adeguatoogni due giorni (dal 13,9% al12,6%), una settimana di ferie all’an-no lontano da casa (dal 51,0% al49,5%) o una spesa imprevista pari a800 euro (dal 40,2% al 38,8%). Datiche mostrano come sono sempre lefamiglie ad essere maggiormentepenalizzate. L’aumento della bassaintensità lavorativa ha riguardato, inparticolare, gli individui in famiglieche vivono nel Mezzogiorno (la sti-ma va dal 18,9% al 20,9%) o in fami-glie numerose: coppie con figli(dall’8,3% al 9,7%), soprattuttominori (dal 7,5% all’8,9%), e fami-glie con membri aggregati (dal17,8% al 20,5%). Nel 2013, si stimache la metà delle famiglie residenti inItalia abbia percepito un reddito net-to non superiore a 24.310 euro l’anno(circa 2.026 euro al mese); questovalore scende a 20.188 euro nel Mez-zogiorno (circa 1.682 euro mensili).Le famiglie con tre o più percettorihanno un reddito mediano nel 2013quasi triplo delle monoreddito(44.900 contro 16.690 euro), mentrequelle con fonte principale da lavorodipendente dispongono di circa 10mila euro in più di quelle che vivono
prevalentemente di pensione o trasfe-rimenti pubblici (29.527 contro19.441 euro). Dati che fotografanouna situazione tutt’altro che inmiglioramento come certifica la Col-diretti secondo la quale “sono oltre 6milioni gli italiani che vanno benoltre il rischio di povertà e non hannodenaro a sufficienza neanche per ali-mentarsi adeguatamente”, cosi comeè aumentato al 14,3% il dato di chi haarretrati da pagare per il mutuo, l’af-fitto e le bollette. Dello stesso avvisoanche l’Unione nazionale consuma-tori che ha affermato “come gli ita-liani stiano peggio rispetto al Dopo-guerra, quando anche le famiglie dioperai, in agosto, con la chiusura del-le fabbriche, potevano tornare nel
loro paese d’origine e passare levacanze con i parenti”. Per poi rinca-rare la dose affondando il colpo: “Idati diffusi dall’Istat restano dati daTerzo Mondo, inaccettabili per unPaese che vuole definirsi civile”.Mentre la chiosa finale è affidata aFederconsumatori e Adusbef che, inbase al quadro rilevato dall’Istituto distatistica, sottolineano che “se a ciòaggiungiamo le enormi rinunce esacrifici che le famiglie stanno facen-do (dal 2008 consumi alimentari -11%, quelli relativi a salute e cure -28,8%) si percepisce chiaramentecome la situazione sia ancora estre-mamente allarmante”.
F.C.
Una vita dignitosa: un sognoIstat: un italiano su 4 a rischio povertà o esclusione
con la raccolta di fondi per le svariateiniziative di carità concreta, sia a livel-lo locale sia diocesano, a cui è statopossibile aderire; e, soprattutto, fede-li allo specifico carisma, accogliendoall’interno delle diverse sedi e chieseconfraternali, la croce che i detenutidella Casa Circondariale di PiazzaLanza a Catania, con il lavoro anche diun fratello ortodosso e di uno musul-mano, hanno realizzato), quanto sug-gerito dalle cinque vie di umanizza-zione, secondo i cinque verbi proposti:Uscire, Annunciare, Abitare, Educare,Trasfigurare.A conclusione del cammino, in un tri-pudio di suoni, di luci e di colori, illunghissimo corteo confraternale,aperto dalla banda musicale “S. Bia-
gio” di Bronte, e guidato dal Coordi-namento Liturgico del XII Vicariato diPaternò (con il contributo prezioso epuntuale del Cav. Francesco Tartare-so) è giunto al Santuario Maria SS.Annunziata, per partecipare allaSolenne Celebrazione Eucaristica,presieduta da Mons. Salvatore Gen-chi, Vicario Generale, alla presenzadel Sottosegretario all’Agricoltura,l’On. Giuseppe Castiglione, del Sin-daco di Bronte, il dott. GrazianoCalanna e del Presidente del ConsiglioComunale, il dott. Nino Galati.Dopo aver ringraziato il Signore,nutrendosi attorno alla stessa Mensa, iconfrati si sono impegnati a riscoprireinsieme le opere di misericordia cor-porale e spirituale, provando a spalan-care le finestre del proprio cuore e aprendere il largo, coscienti di essereancora all’inizio nel cammino di
riscoperta del proprio particolare cari-sma e di avere davanti un percorso esi-gente, a tratti aspro e con passaggistretti. Con la consegna degli attestatidi partecipazione, riconoscendo inGesù Cristo il centro di ogni cuore e lapienezza di ogni aspirazione, il Presi-dente Diocesano ha, infine, dichiaratoconcluso il cammino, affidando cia-scuna realtà confraternale all’inter-cessione di Colei che sotto la croce,pur senza morire, ha conquistato lapalma del martirio e pregando ancoraaffinché ciascuna consorella ed ogniconfratello sia in grado di portare ilfardello delle tribolazioni quotidiane,sempre in cordata, non con l’anima deidisperati, ma con la serenità di chi sa diessere custodito nel cavo della mano diDio.
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(continua da pag. 1)
CHIAMATI...
Prospettive - 29 novembre 2015 3
“Fra gli operai più
malpagati ci sono
gli educatori”, insegnanti e operato-ri della scuola e questo perché “sem-
plicemente lo Stato non ha interesse,
perché se lo avesse, le cose non
andrebbero così”.
Sono queste le parole ferme e decisedi Papa Francesco, ricevendo i parte-cipanti al Congresso Mondiale pro-mosso dalla Congregazione per l’E-ducazione Cattolica.Nel mondo educativo il Papa haindicato alcuni mali come il “patto
educativo rotto, la selettività, l’e-
sclusione, il positivismo selettivo”.
Tutte queste cose si devono risolvereed ha proposto come modello l’e-sempio di Don Bosco, che con il suometodo preventivo ha sviluppatoun’educazione inclusiva e non“selettiva ed elitaria”, come appareoggi l’educazione nelle scuole catto-liche che, per necessità economiche,hanno cambiato stile e destinatariaccogliendo quelli che hanno ilepossibilità di pagare la scuola o l’u-niversità migliore.Adesso senza i necessari aiuti daparte dello Stato, non potendo conta-re sull’aiuto esclusivo delle famiglie,molte scuole cattoliche rischiano didover chiudere e ridurre quel servi-zio pubblico e di attenzione alle scel-te educative dei genitori.Basterebbe mettere in atto la propo-sta del “costo standard di sostenibili-tà” per venire incontro alle nuoveemergenze della scuola statale e non
statale.Si registra che oggi “Il patto educati-vo è stato rotto per il fenomeno del-l’esclusione” dovuta a fattori econo-mici, e quelli che hanno più soldi perpagare la scuola o l’universitàmigliore - ha detto il Pontefice - nonnecessariamente risultano essere imigliori. L’inclusione consiste nel-l’insegnare “concetti, abitudini evalori” e non nel selezionare dei“super-uomini” solo sotto l’egida deisoldi, che “rovinano la vera umani-tà”.Rispondendo a braccio ad alcunedomande, il Pontefice ha affrontatodiversi temi, uniti da un filo rossoall’insegna dell’inclusione e dellatrascendenza.“Non si può parlare di educazione
cattolica senza parlare di umanità,perché precisamente l’identità catto-lica è Dio che si è fatto uomo”.Il Santo Padre ha affermato che“Educare cristianamente è portare
avanti i giovani, i bambini nei valori
umani in tutta la realtà e una di
quelle realtà è la trascendenza”.Accompagnare la crescita dell’alun-no a scuola, comunità educante, aiu-tarlo ad aprire gli occhi al vero che èimplicito nelle discipline scolasti-che, è il compito dei professionistidell’educazione i quali si adoperanoper aiutare gli alunni ad aprire losguardo verso la dimensione del-l’Assoluto e dei valori, così da poterdare risposta ai tanti perché che altri-menti rimarrebbero senza risposta.
Papa Bergoglio ha rilevato due ele-menti di crisi della scuola: unoriguarda la constatazione che “il pat-to educativo tra la famiglia e la scuo-la si è rotto”, e alladomanda “mio figlio
come va?” a volte lascuola si limita a darerisposte soltanto sul ren-dimento scolastico, tra-scurando il percorso for-mativo e di crescitaumana e sociale; l’altra“rottura” si riferisce alpatto educativo che loStato non rispetta, nonvalorizzando il serviziosociale della scuola ed illavoro dei docenti edu-catori che sono “tra glioperai più malpagati ”,segno evidente di disat-tenzione verso una professionesocialmente importante e significati-va.Il Papa ha citato l’esempio di DonBosco, il quale ha cercato “un’edu-
cazione di emergenza” per far frontea una società intrisa d’ideologiemassoniche.“Bisogna rischiare sull’educazione
informale - ha detto Papa Francesco- perché l’educazione formale si èimpoverita” inghiottita dal positivi-smo, intriso di un “tecnicismo intel-lettualista” ed un “neopositivismo”,che predilige il valore delle coseimmanenti, eliminando la dimensio-ne della trascendenza, che apre gli
orizzonti dell’educazione.Di qui la necessità ad aprire “nuoviorizzonti” e a costruire “nuovimodelli” per realizzare una didattica
efficace ed efficiente. “Un educatoreche non sa rischiare non serve pereducare”, ha ribadito il Papa nel cor-so dell’udienza, sottolineando che“un vero educatore deve essere un‘maestro’ di rischio, rischiare ragio-nevolmente ma rischiare”.Il Pontefice ha indicato tre momentiattraverso i quali deve passare l’edu-cazione, quello “della testa”, quello“del cuore” e quello “delle mani”.Tre linguaggi che debbono essere “inarmonia” nella misura in cui “ilbambino, il ragazzo pensi quello chesente e che fa, senta quello che pen-sa e che fa, e faccia quello che pensae sente”. Pensare, sentire e agire,
sono i verbi che danno concretezzaed efficacia all’azione didattica cheproduce veri apprendimenti attraver-so la modifica del comportamento
che si esprime attraversoil modo di pensare, disentire e di agire.La “tentazione” in untempo come questo èquella di”educare dentroi muri di una culturaselettiva, di una culturadi sicurezza, di un setto-re sociale benestante chenon può andare più”.Queste mura, espressio-ne di chiusura determi-nano il “fallimento piùgrande” della nostrasocietà umana. Educareumanamente significa,appunto, avere “orizzon-
ti aperti”. “Ogni sorta di chiusura,infatti, non serve, per l’educazione”.La sfida degli educatori è proprioquella di lavorare sulle ferite dell’u-manità, sull’esclusione, la dispersio-ne, la devianza.Papa Francesco ha individuato comenocciolo dell’impegno di un educa-tore il far crescere i giovani a lui affi-dati “in umanità, in intelligenza, invalori, in abitudini perché possanoandare avanti e portare agli altriesperienze che non conoscono”.“Saper guardare tutti e osservare
ciascuno” costituisce la regola d’orodel bravo educatore, capace di atti-vare una positiva relazione con laclasse e con il singolo alunno e quin-di “lasciare un segno-insegnare” perla vita.La stampa e le organizzazioni sinda-cali hanno dato ampia eco alle paro-le del Papa, che ha denunciato comegli insegnanti sono tra le categoriepiù malpagate e, le sue parole risuo-nano come difesa del lavoro, delladignità e del compito degli insegnan-ti, i quali da sei anni sono senza con-tratto. L’appello del Papa è statorecepito da alcuni come richiesta diattenzione per le scuole paritarie, edin coincidenza è pervenuta la notiziadell’assegnazione di fondi per lescuole paritarie, considerata da alcu-ni “un ottimo segnale” e da altri “unoschiaffo morale”.La sottolineatura della categoria deidocenti malpagati, Papa Francescol’ha manifestata già lo scorso 10maggio in occasione dell’udienzariservata ai docenti dell’UCIIM, cheoperano nelle scuole statali, e quindinon ha alcun legame diretto con lascuola cattolica, come qualcuno siostina ad obiettare.Anche la recente immissione in mas-sa di docenti precari lascia perplessisulla tenuta del posto di lavoro e sul-la qualità migliorativa del servizioscolastico.Lo Stato appare così come “il peg-gior datore di lavoro”, e questa con-dizione riguarda non solo gli inse-gnanti, ma tutto il personale dellascuola e questo fenomeno è diffusoin diversi Paesi del mondo.
GiAd
Oltre il muro di una cultura selettivaScuola: educatori mal pagati
“Considero questacelebrazione un
momento significativo e preziosodella mia vita, mentre mi congedodal servizio episcopale a questaamata porzione del popolo di Dioche è in Palermo, faccio memoriadella fedeltà del Signore alle suepromesse, e riconosco, insieme a voitutti, la sua azione che si è incarnatanella mia povertà, la costruzione delRegno che si è servita anche di me.Ad accompagnarmi in questo parti-colare momento, questa sera, sietetutti voi, verso i quali esprimo, nelSignore, particolare gratitudine”.Lo ha detto nel corso dell’Omeliadella celebrazione Eucaristica dicongedo dall’Arcidiocesi di Paler-mo, il cardinale Paolo Romeo, ilquale ha poi proseguito: “Amatissi-ma Chiesa di Palermo, a cui lo stes-so Successore di Pietro mi ha volutosposare: ho avvertito in questi anni ilvostro calore e il vostro abbraccio!Ho avvertito e continuo ad avvertirela vostra preghiera e il vostro soste-gno fiducioso! Sì, carissimi! Questasera percepisco ancora una volta tut-ta la bellezza della nostra Chiesa, eper questo ringrazio il Signore: que-sta nostra celebrazione ci trova tuttiuniti – pastore e gregge – per ringra-ziarlo del cammino che insieme ci ha
fatto percorrere, e per implorare dalui l’abbondanza della sua miseri-cordia su quanto ancora questo ama-tissimo popolo potrà e dovrà com-piere insieme al suo nuovo Servo ePastore, Mons. Corrado Lorefice cuiva il nostro pensiero orante”.È stato un saluto carico di emozionequello del card. Paolo Romeo chenel corso di una solenne celebrazio-ne Eucaristica alla quale hanno par-tecipato numerosi presbiteri, diaco-ni, seminaristi, diverse autorità isti-tuzionali e militari e il popolo santodi Dio, si è congedato dopo quasi 9anni di ministero pastorale dall’Ar-cidiocesi di Palermo.“Anche in questo significativo pas-saggio che la nostraChiesa sta per vive-re, è necessario cre-dere sempre più –carissimi fratelli esorelle – che è l’uni-co Spirito Santo checi anima tutti in uncammino comuneper l’edificazionedel Regno di Dio inmezzo agli uomini.Il Signore non smet-te di desiderare che,per la missione che èpropria a ciascuno,
tutti ci sentiamo parte di un meravi-glioso disegno di salvezza che contasulla nostre povere forze. Lo ringra-ziamo per averne suscitate tante inquesti anni! E gli chiediamo di con-tinuare ad essere generoso con que-sta Chiesa”.Prima di concludere ha invitato allaconversione e ad un maggiore sensoecclesiale, ad una unione più concre-ta, che si evidenzi nella partecipazio-ne attiva e propositiva alla vita dio-cesana. “Un senso ecclesiale che simanifesti nel ricercare una pastoraleche sia la più possibile unitaria - haproseguito - seppur nell’articolazio-ne dei ministeri diversi a noi affidati,entro una pastorale sinfonica, una
vera e propria pastorale d’integrazio-ne. Perché è da questo desiderio nelcuore di ognuno che dovrà partire ilvostro nuovo Pastore, Mons. Corra-do. Non esistono ricette preconfezio-nate o magie pastorali che, come perincantesimo, risolvano problemiantichi e nuovi. Niente può cambiarese manca questo desiderio comunedi essere Chiesa e di esserlo sempremeglio”.Il Vescovo ausiliare mons. CarmeloCuttitta, a nome dell’assemblea haringraziato il suo pastore di quantorealizzato per la carità sia palese-mente, sia nel nascondimento ed hapoi regalato un pc così come è statofatto con i suoi predecessori il card.
Salvatore Pappalardo e Sal-vatore De Giorgi.Al termine della celebrazio-ne Eucaristica è statoproiettato un video, conimmagini inedite e signifi-cative, realizzato dall’Uffi-cio per le Comunicazionisociali con cui sono statiripercorsi i 9 anni del mini-stero pastorale del card.Romeo a Palermo.Guarda il video https://you-tu.be /nTXX7U9f_8M
Pino Grasso
Il card. Paolo Romeo si congeda dall’Arcidiocesi di Palermo
Senso ecclesiale e unità nell’azione pastorale
Prospettive - 29 novembre 20154
PRIMOPIANO
In vista della 21ª Confe-
renza internazionale sui
cambiamenti climatici, che avrà luo-
go a Parigi dal 30 novembre all’11
dicembre, il Movimento mondiale
cattolico per il clima
(Gccm), organismo, fon-
dato nel gennaio 2015,
che raduna 230 organiz-
zazioni cattoliche con
l’obiettivo di rispondere
all’imperativo morale
suscitato dal cambiamen-
to climatico, ha proposto
di considerare il mese di
novembre come il “mese
del clima” dedicato
appunto al clima e alla
tutela del Creato.
Con l’indizione del
“Mese del clima” le orga-
nizzazioni appartenenti al
Movimento sollecitano
l’approvazione di un accordo sul cli-
ma che sia equo, giuridicamente vin-
colante e generatore di un vero cam-
biamento. Dalla Conferenza di Pari-
gi “ci aspettiamo e chiediamo azioni
appropriate – si legge in un comuni-
cato del Gccm – Uniti in preghiera
con i cattolici di tutto il mondo, insi-
stiamo affinché la Cop21 stabilisca
politiche climatiche che incoraggino
uno stile di vita radi-
cato nella solidarietà,
nella carità e nella
giustizia, secondo i
limiti naturali della
nostra terra, “casa
comune”, e in base al
riconoscimento della
necessità di protegge-
re le risorse essenzia-
li per la vita”.
Durante il “Mese del
clima”, sono state
programmate tre ini-
ziative: una petizione
cattolica sul clima,
siglata già da 200mila
persone, e che mira
all’adozione di politiche internazio-
nali per impedire l’innalzamento del
riscaldamento globale. Il documento
sarà consegnato alle autorità france-
si, che presiederanno la Cop21, ed ai
rappresentanti delle Nazioni Unite,
nell’ambito di un evento interconfes-
sionale che si terrà a Parigi il 28
novembre.
La seconda iniziativa è la “Marcia
per il clima”, in programma nella
capitale francese il 29 novembre:
“Questo straordinario evento globale
– spiega il Gccm – offrirà alle perso-
ne la possibilità di dare voce ai pove-
ri ed al pianeta”. Per i cattolici, inol-
tre, esso “sarà un’occasione per
incoraggiare tutti gli uomini e le
donne di buona volontà a costruire
buoni rapporti con Dio, con gli altri
e con il Creato”. La terza iniziativa,
invece, ha un carattere più “social”:
si tratta, infatti, di una catena ininter-
rotta di preghiera che si potrà segui-
re su Twitter tramite l’hashtag
#Pray4Cop21.
Come ha detto Papa Francesco, che
il cambiamento climatico è un tema
morale e per questo occorre solleci-
tare tutte le persone a creare legami
tra loro, con il Creato e con Dio. In
questo momento vitale della storia
umana è necessario che ciascuno
rifletta sul proprio stile di vita.
L’argentino Tomás Insua, coinvolto
nel super tifone Haiyan del 2013,
che provocò la morte di 15.000 per-
sone, ora coordinatore di Gccm,
anche alla luce della recente encicli-
ca di Papa Francesco “Laudato si’”
afferma con forza che “la fede catto-
lica è la base per il lavoro di prote-
zione di tutte le persone e di tutte le
vite”.
Il condottiero
Tutelare il Creato
Novembre il “Mese del Clima”: Iniziativa del Movimento mondiale cattolico per il clima
Nel centenario della
morte, avvenuta a
Catania all’età di 76 anni il 29
novembre 1915, ricordiamo Luigi
Capuana, romanziere, novelliere,
giornalista, drammaturgo, caposcuo-
la del Verismo, autore del capolavoro
narrativo “Il marchese di Roccaver-
dina” e di romanzi, novelle, poesie,
commedie anche in lingua siciliana,
fiabe, racconti per fanciulli. Insupe-
rato critico letterario, è stato uno dei
protagonisti della vita intellettuale
catanese fra Ottocento e Novecento,
con Rapisardi, Verga, De Roberto.
Nato a Mineo il 28 maggio 1839 in
una famiglia patriarcale, primogenito
di 7 femmine e di 2 maschi di Gaeta-
no e Dorotea Ragusa, trascorse l’in-
fanzia tra il paese e la campagna, sot-
to la guida anche delle zie Marianna
e Mimì. Luigino ebbe una precoce
inclinazione verso la poesia dialetta-
le ma la scuola comunale, curata dai
Gesuiti, non attrasse i suoi interessi.
Svagato, non si piegava davanti alle
punizioni corporali. Grazie alla lim-
pida voce di bambino, recitava poe-
sie nelle feste. Nelle sacre rappresen-
tazioni impersonava Gesù Bambino
ed anche la Madonna. Ragazzino, la
mattina di Pasqua 1849, era rimasto
impressionato nel sentire pronuncia-
re il nome di Satriano, il temuto
generale borbonico Carlo Filangieri.
Capuana frequentò il Collegio
Capizzi e si distinse per la voglia di
scrivere, tanto da pubblicare un gior-
naletto scolastico e comporre un
sonetto, in onore dell’Immacolata,
che i professori fecero pubblicare
dall’editore Galatola. Pubblicò altre
poesie dedicate alla Madonna, tra cui
una “Melodia” in 12 ottave ispirata
agli “Inni Sacri” di Manzoni. A 16
anni lasciò il collegio e continuò a
studiare solo ciò che gli piaceva.
Ventenne, scrisse il poema dramma-
tico “Garibaldi: leggenda in tre can-
ti” in cui il biondo condottiero, rite-
nuto dal popolino “fratello di S.
Rosalia”, viene considerato figlio
dell’angelo Elim e di una giovinetta
siciliana. Luigi in quel “peccato gio-
vanile”, nell’indicare la sovrapposi-
zione tra Gesù e Garibaldi, sottolineò
la visione divinizzata dell’eroe senza
macchia e senza paura. Nel maggio
dell’anno prima, Capuana tramava
per preparare la spedizione dei Mille
come segretario del comitato clande-
stino insurrezionale. Nel 1857, uni-
versitario di Giurisprudenza molto
attratto da poesia e letteratura, aveva
partecipato al concorso dell’Accade-
mia Dafnica di Acireale, con il com-
mento dei versi 82-93 del IV Canto
dell’Inferno. Ciò conferma la grande
ammirazione di Capuana per Dante
alle cui fonti il suo spirito attingeva
con “lunghi ed ininterrotti sorsi”. A
Lionardo Vigo, Luigi giocò una bef-
fa: gli gabellò come originali, da lui
raccolti sulla bocca dei contadini,
alcuni famosi componimenti poetici
(tra i quali la canzone dantesca
<Donne ch’avete intelletto d’amo-
re>), da lui stesso tradotti in sicilia-
no! Nella Biblioteca Zelantea, si
custodiscono tante opere del Capua-
na, compresi diversi inediti che
dimostrano la dimestichezza del
diciottenne con i classici latini e i
grandi poeti, tra cui Foscolo il suo
“idolo letterario giovanile”.
Animato da irresistibile vigore crea-
tivo, interrotti gli studi, si trasferì a
Firenze dove divenne amico del poe-
ta e patriota giarrese, Giuseppe
Macherione, e conobbe scrittori
come Gino Capponi e Aleardo
Aleardi. Nella “Firenze, mia secon-
da patria, ch’io amo con tutto l’affet-
to della madre vera”, per 5 anni, Lui-
gi primeggiò come critico drammati-
co teatrale. Afferma il giurista Cri-
stoforo Cosentini che “i giudizi
imparziali e sereni, guidati da un’i-
stintiva propensione a valutare quan-
to nell’artista è verità e vita, gli val-
sero anche la stima di coloro i cui
scritti venivano via via offrendo il
fianco ai suoi temuti rilievi”. La
conoscenza di Flaubert e Balzac lo
spinsero a porre molta attenzione
alla narrativa. Nel 1869, Capuana,
morto il padre, fu costretto a cercare
un lavoro più redditizio: l’editoria,
l’incisione, la ceramica, ecc. Succes-
sivamente, sollecitato dal Verga,
avvertì l’esigenza di dimorare a
Milano dove collaborò a “Il Corriere
della Sera”, ossessionato da indebi-
tamenti. Il poeta affidò ad Angelo
Musco la novella “Il Paraninfo” che
suscitò un trionfale successo. Nel
1879 pubblicò il romanzo “Giacin-
ta”, considerato il “manifesto del
Verismo italiano”.
Alla fine del 1880 ritornò a Mineo,
ma due anni dopo si trasferì a Roma,
dove fu incaricato di Letterature
straniere comparate presso il Magi-
stero ed ebbe la direzione del setti-
manale “Il Fanfulla della Domenica”
e conobbe Emile Zola e Pirandello.
Capuana studiò da autodidatta
deplorando l’educazione letteraria
impartita nelle scuole. Da Francesco
De Sanctis, come
asserisce Benedetto
Croce, potenziò il
metodo di accostar-
si alle opere d’arte
“sgombrando pre-
concetti e regole
fisse e procurando
di analizzare le
schiette ed imme-
diate impressioni
che quelle suscita-
no”. Nel 1894
Capuana pubblicò
il volume “Paesa-
ne”, una raccolta di
novelle divertenti
che cercano sempre
di evidenziare l’a-
spetto comico. Per
7 anni fu sindaco di
Mineo e consiglie-
re provinciale. Gli
impegni ammini-
strativi non gli per-
misero di studiare ma non gli impe-
dirono di accettare dalla Corte di
Assise di Nicosia la nomina di giura-
to. Nel 1870 fu nominato ispettore
scolastico e si dimostrò un vero edu-
catore in quanto ammise le bambine
a frequentare le scuole pubbliche,
istituì dei premi per evitare la disper-
sione scolastica ed incoraggiare i
meritevoli e produsse eccellenti ope-
re di letteratura per l’infanzia. Nel
1902 dal ministro Nunzio Nasi, su
sollecitazione di Giuseppe De Feli-
ce, ebbe l’incarico di succedere al
Rapisardi nell’insegnamento di Les-
sicografia e Stilistica nella Facoltà di
Lettere, di cui fu anche preside, del-
l’Università di Catania.
Era costretto dall’urgenza angoscio-
sa di denaro a lavorare instancabil-
mente, ad improvvisare, a dilatare la
produzione letteraria, a mantenere
l’insegnamento universitario, a far
richiedere da De Felice la permanen-
za oltre i limiti d’età. La proroga non
gli fu concessa e morì senza aver
ancora ricevuto la pensione. La pro-
duzione di fiabe, scritte in una prosa
semplificata al massimo e ricche di
cadenze, ritornelli e cantilene, rima-
ne molto probabilmente l’opera più
felice in cui mette a disposizione
dell’immaginazione e della fantasia
il suo ricco bagaglio culturale, la
conoscenza della psicologia e della
sapienza del popolo, la raffinatezza
della lingua, il suo inimitabile stile
che ben si adatta alla psicologia dei
fanciulli.
Amico di Verga, al cui giudizio sot-
toponeva i manoscritti, e di De
Roberto, soleva affidare ad un altro
amico, Ciccio Ferlito, l’intitolazione
delle opere. Nonostante il divario di
anni, fu amico di altri artisti ed intel-
lettuali catanesi, come Giuseppe Vil-
laroel, Giuseppe Perrotta. Verga nel
1882 aveva scritto a Capuana una
lettera d’ammirazione. La stima fu
reciproca, in quanto Capuana vedeva
in Verga il più grande rappresentante
del naturalismo italiano e non dubitò
mai del valore artistico de “I Mala-
voglia”. Persino Croce ammise il
valore della critica capuaniana nella
cultura italiana. I comuni interessi
per la poesia popolare favorirono
l’amicizia con lo studioso di folklore
e di tradizioni popolari Giuseppe
Pitrè, anch’egli coinvolto nell’im-
presa garibaldina e con il quale
auspicava promuovere una sorta di
“telegrafo spirituale”. Come testa-
mento spirituale ci rimane ciò che
aveva scritto nel romanzo “L’ombra
della gloria”: <Ho vissuto per l’arte,
non ho amato che l’arte, credo di
averla onestamente servita. Non
chiedo le prebende dei grandi gene-
rali, ma un po’ dell’onore che spetta
ai soldati che hanno combattuto sul
campo sino all’ultima pallottola, che
tronca loro su le labbra l’ultimo gri-
do, l’ultimo canto>.
A.B.
Una vita al servizio dell’arte
Luigi Capuana, centenario della morte 29 novembre 1915
Mezzo busto collocato nel Giardino Bellini
È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettiveinerenti all’intero anno 2012, 2013, 2014 e parte del 2015 direttamente sul sitodel settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie inarchivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online.
Archivio ProspettiveAvviso ai lettori
“In ogni diocesi siano
promossi, valorizzati
e sostenuti consultori familiari pro-
fessionalmente validi e di sicura ispi-
razione cattolica”. Questa afferma-
zione del Direttorio di Pastorale
Familiare al n. 250 è stata considera-
ta fondamentale dal responsabile
diocesano, don Salvatore Bucolo,
per la realizzazione di una effettiva
collaborazione tra i Consultori di
ispirazione cristiana della nostra dio-
cesi e l’Ufficio di Pastorale Familia-
re. A ragione di ciò, Venerdì 13
Novembre, presso il salone della
Parrocchia S. Maria della Consola-
zione a Catania, dove ha sede il Con-
sultorio C.I.F., si è tenuto un incon-
tro tra i responsabili della pastorale
familiare, il dott. Gino Passarello e
Simona Di Giovanni, ed i referenti
dei sette Consultori di ispirazione
cristiana presenti nel nostro territo-
rio: il “C.I.F”, “Vita Nova” e “Fossa
Creta” di Catania, “Il Cammino” di
Paternò, “Etna Sud” di Belpasso,
“Sacra Famiglia” di Adrano e
“Agnese Lo Certo” di Misterbianco.
Don Salvatore Bucolo, prima di que-
sto incontro, ha voluto conoscere
personalmente la realtà di ciascun
Consultorio così da poter prendere
consapevolezza del prezioso servizio
che essi svolgono all’interno della
nostra Diocesi. “Molte famiglie pos-
sono trovare nei vostri Consultori un
aiuto fondamentale per le loro pro-
blematiche”, ha affermato p. Bucolo
“e, inoltre, penso che i Consultori,
oltre il servizio di aiuto e di soste-
gno, hanno un ruolo fondamentale di
promozione sia della dignità dell’uo-
mo, sia del bene insostituibile della
Famiglia”. Durante l’incontro è stato
chiesto agli operatori dei Consultori
di compilare una scheda sulla quale
descrivere i servizi che essi offrono
al fine di realizzare una piattaforma
mediatica attraverso il sito dell’Uffi-
cio Diocesano di Pastorale Familia-
re. Questo ha dato l’avvio ad un
lavoro di rete e di collaborazione tra
queste due realtà ecclesiali che
potranno confrontarsi, aiutarsi e ope-
rare per il bene della nostra società.
Barbara Crupi
Prospettive - 29 novembre 2015 5
PRIMOPIANO
5555
Insieme in cammino per il Bene
Èstata presenta-
ta alla stampa
nei locali della Biblioteca
comunale di Tremestieri
Etneo la 19ª Giornata
Nazionale della Colletta
Alimentare che si terrà, in
tutto il territorio nazionale,
sabato 28 novembre 2015.
Insieme al sindaco di Tre-
mestieri Etneo, Santi
Rando, che ha messo a dis-
posizione gratuitamente i
locali della Biblioteca
Comunale di Canalicchio,
erano presenti Domenico
Messina, direttore del
Banco Alimentare della
Sicilia onlus, Filippo
Immè, presidente dell’as-
sociazione Accoglienza e Solida-
rietà e la signora Pina Indiogene
dell’Associazione Cappuccini di
Catania.
La Fondazione Banco Alimentare
dà aiuto a più di un milione e
mezzo di persone bisognose in Ita-
lia - di cui 135.000 sono bambini
fino a 5 anni di età - tramite le
8.100 strutture caritative convenzio-
nate in tutta Italia. In Sicilia è il
Banco Alimentare della Sicilia
onlus a spendersi per chi è seria-
mente in difficoltà nel procurarsi il
cibo per sé e per la sua famiglia e
sono 168.143 le persone che ven-
gono assistite nelle sette province
(Agrigento, Caltanissetta, Cata-
nia, Enna, Messina, Siracusa e
Ragusa). Di questi 15.939 bambini
sotto i 5 anni, 125.607 persone tra
i 5 e i 65 anni, 26.597 gli over 65
secondo una classificazione che
segue soprattutto il ciclo della den-
tizione.
“Guardano i dati Istat sono felice di
constatare - commenta Domenico
Messina - che, per la prima volta in
questi ultimi due anni, la situazione
non è peggiorata, anche se questo
non ci lascia tranquilli nella lotta
quotidiana a favore dei più bisogno-
si. Quest’anno in forza dell’appello
che ci ha fatto il Papa vorrei sottoli-
neare non soltanto i numeri ma
l’importanza della persona umana.
Ecco perché la 19ª Colletta Alimen-
tare quest’anno mette in primo pia-
no la persona: è l’azione di ognuno
di noi che può fare la differenza
realizzando quel piccolo miraco-
lo, auspicato anche da Papa Fran-
cesco”.
“La Giornata Nazionale della Col-
letta Alimentare è il momento più
importante dell’anno per il Banco -
prosegue Messina - sia perché ci
consente di aiutare chi ha bisogno
sia perché rappresenta il raggiungi-
mento di un appagamento e di una
felicità non replicabili. Per renderse-
ne conto basta guardare i visi dei
volontari con la pettorina gialla, che
stanno nei supermercati, o quelli di
chi scarica gli scatoloni, che arrivano
nel magazzino anche grazie alla col-
laborazione dell’Esercito”.
Cosa donare il giorno della Collet-
ta Alimentare: alimenti per l’in-
fanzia, riso, olio d’oliva, legumi,
sughi e pelati, tonno e biscotti.
Nelle sette province siciliane che
dipendono dal Banco Alimentare
della Sicilia sono 741 i supermerca-
ti che hanno aderito e 8.180 i volon-
tari (di questi 235 supermercati e
3.000 volontari solo nella provincia
di Catania) con la pettorina gialla
che inviteranno a donare.
®
19ª Giornata Nazionaledella Colletta AlimentareSabato 28 Novembre 2015
Nel pomeriggio di saba-
to 25 ottobre 1975, nel
lato sud di piazza Giovanni Verga
gremita di folla, dopo tanti e lunghi
anni di laboriosi progetti e di incre-
sciosi ed incredibili episodi di ricor-
si, contestazioni, riesami anche di
carattere giudiziario legati ad un
contestato concorso pubblico indetto
nel 1956 dalla Regione, cessata la
pioggia insistente di quel giorno
autunnale, ebbe luogo la solenne
inaugurazione ufficiale della monu-
mentale e stilizzata fontana dei
Malavoglia, opera bronzea, fusa
dopo tante remore burocratiche a
Napoli nella fonderia di Elio Chi-
vrazzi e di circa 7 tonnellate, dello
scultore, pittore e fotografo autodi-
datta Carmelo Mendola.
L’artista catanese ideò un’originale
scenografia, tratta dal 10° capitolo
del popolare romanzo verista ver-
ghiano: il naufragio della “Provvi-
denza”, la barca di padron ‘Ntoni
raffigurata durante l’imperversare
della tempesta, con a bordo l’omoni-
mo nipote col fratello Alessi, ancora
ragazzo, tutte e tre in atto di essere
vinti dal fragore della burrasca ma
sempre pronti a risorgere e continua-
re a lottare, nobilitati dalla fatica e
dalla sofferenza.
La prua della malandata e fatiscente
imbarcazione carica di lupini è rap-
presentata con prepotente forza figu-
rativa mentre emerge di sbieco dai
flutti. Il gruppo scultoreo, formato
da 4 pezzi, 3 metri di altezza, 9 di
lunghezza e 5 di larghezza, al
momento dello svelamento si pre-
sentava in tutto il suo splendore e in
tutta la sua suggestiva e armonica
drammaticità: “Il mare era del color
della sciara, sebbene il sole non fos-
se ancora tramontato, e di tratto in
tratto bolliva tutt’intorno come una
pentola...Si udiva il vento sibilare
nella vela della Provvidenza e la
fune che suonava come una corda di
chitarra. All’improvviso il vento si
mise a fischiare al pari della macchi-
na della ferrovia, quando esce dal
buco del monte, sopra Trezza, e arri-
vò un’ondata che non si era vista da
dove fosse venuta, la quale fece
scricchiolare la Provvidenza come
un sacco di noci e la buttò in aria... I
Malavoglia si tenevano tutti da un
lato, afferrati alla sponda...S’udì uno
schianto: la Provvidenza, che prima
si era curvata su di un fianco, si rive-
lò come una molla...La notte era così
nera che non si vedeva da un capo
all’altro della Provvidenza...la stan-
ga del timone urtava di qua e di là,
mentre la barca saltava in aria e si
inabissava”.
Mendola, nato il 9 marzo 1895, dopo
il diploma di ragioniere aveva inco-
minciato a fare il commerciante di
legname; a 40 anni iniziò a scolpire
in marmo: l’opera prima, una danza-
trice, Paolo e Francesca, i busti di
Angelo Musco e di Giuseppe De
Felice, la Nike di Naxos e un gran
numero di ritratti anche in cera e
bronzo. Veniva snobbato dai “profes-
sionisti” che gli davano del “dilettan-
te”. Dopo aver venduto il suo enor-
me negozio di legnami, nella sua
casa-museo di via Ingegnere espose
molte delle sue opere e soprattutto,
in scala ridotta, il suo capolavoro
verghiano con gli effetti d’acqua e di
luci.
L’on. Domenico Magrì, per la secon-
da volta sindaco di Catania, che ave-
va posto fine
alla lunga attesa
del completa-
mento e della
s i s t emaz ione
dell’opera -alla
presenza del
presidente della
Regione Angelo
Bonfiglio e di
numerose auto-
rità sistemate su
un palco dove,
però, non volle
salire lo sculto-
re molto emo-
zionato che preferì mescolarsi con la
folla- espresse gratitudine ed ammi-
razione al concittadino Mendola che
concepì “questo monumento nella
piena maturità della singolare sua
vocazione artistica, realizzato con
meraviglioso vigore nella sua indo-
mita vecchiezza... La fontana, nel-
l’umile tragedia dei Malavoglia,
ritrova ed esprime l’accento più pro-
prio e più forte del mondo poetico
verghiano, quella accettazione virile,
austera e triste della vita sofferta nel-
le sue amarezze, nelle vanità delle
sue rivolte, nella ingannevole sedu-
zione dei suoi sogni, ma pur sorretta
dai valori semplici e saldi: la fedeltà
al focolare, il lavoro come senso e
legge di vita, l’amore, l’onore, il
gusto dolce-amaro del sacrificio”.
L’artista sarebbe morto per emorra-
gia da ictus cerebrale pochi mesi
dopo la “nascita “ della sua più bella
e travagliata creatura, che aveva visi-
tato, come ogni sera e per l’ultima
volta, per la festa di Sant’Agata del
1976. Sopravvisse solo quattro gior-
ni: era il 9 febbraio 1976.
Antonino Blandini
I valori semplici e saldi aiutano
della Famiglia
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Chiesa e Consultori
40 anni fa inaugurazione Fontana dei Malavoglia -120° anniversario della nascita Carmelo Mendola
a sostenere una vita di sofferenze
Catania, 23 novembre
2015 –Dalla terra alla
tavola, passando per la vendita. Altro fon-
damentale step del progetto Natura Divi-
na: si chiude la filiera con la firma del-
l’accordo con il mercato agroalimentare
di Catania, per la vendita dei prodotti.
All’Arcivescovado di Catania l’ammini-
stratore unico Bios, Riccardo Tomasello,
e il presidente del mercato agroalimenta-
re di Catania, Emanuele Zappia, hanno
siglato l’accordo per la commercializza-
zione dei prodotti di Natura Divina al
mercato catanese. Un momento impor-
tante, anzi fondamentale per Natura
Divina, a cui ha partecipato anche l’Ar-
civescovo di Catania, Mons. Salvatore
Gristina. I terreni in cui sono stati coltivati
i prodotti di Natura Divina, infatti, sono
stati affidati dalla chiesa catanese per
creare occupazione e valorizzare i pro-
dotti della nostra terra. Dopo aver ripri-
stinato il terreno, seminato e raccolto i
carciofi prodotti, mancava solo l’ultimo
step per portare nelle tavole dei siciliani la
produzione di Natura Divina. «Chiudere
la filiera – spiega Riccardo Tomasello,
amministratore unico Bios - è basilare per
il prosieguo e il sostentamento dell’atti-
vità di NaturaDivina. Ringrazio di cuore
il presidente Zappia e il Mercato che ha
sposato quest’iniziativa. Si crea una col-
laborazione che sarà foriera di successi
futuri». Soddisfatto dell’accordo anche il
presidente del Maas di Catania, Ema-
nuele Zappia:«Noi sposiamo quest’ini-
ziativa perché completiamo la filiera, non
basta solo la produzione, ma anche l’aiu-
to commerciale. Per questo il Maas spo-
sa questo progetto per aiutare la com-
mercializzazione di questi prodotti. «L’I-
stituto Diocesano Sostentamento del
Clero – dichiara il presidente Diego
Pistorio - ha dato piena fiducia sin dall’i-
nizio alla Bios, adesso si stanno racco-
gliendo i frutti. La Bios ci crede e ci cre-
diamo anche noi».
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Prospettive - 29 novembre 2015 77
È tempo di raccogliere i frutti
Nella foto Mons. Salvatore Gristina, Riccardo Tomasello, Emanule Zappia
Accoglienza, ascolto e
presa in carico. Questi i
temi che hanno caratterizzato la secon-
da edizione annuale del corso di for-
mazione per volontari della Caritas
Diocesana di Catania che si è svolto al
Museo Diocesano: tre le giornate for-
mative dedicate, più di 100 gli ‘aspi-
ranti’ volontari. Ogni incontro è stato
introdotto da una riflessione sulla Paro-
la di Dio a cura del Direttore della Cari-
tas, don Piero Galvano. Nel primo
appuntamento, è stato proclamato il
brano del Vangelo: “Gesù, il fariseo e lapeccatrice” (Lc 7, 36-50) seguito da
una meditazione sul valore dell’acco-
glienza cristiana in Caritas. Don Piero
ha messo in guardia i partecipanti dal
giudicare il nostro prossimo dall’appa-
renza: “Anche in parrocchia spessogiudichiamo da come siamo vestiti,dall’apparenza, ci comportiamo comefossimo dei farisei”. Cosi anche all’-Help Center – ha proseguito il diretto-
re – non è facile accogliere i fratelli chehanno dei grossi problemi, personeche dormono in strada, persone senzalavoro, bisogna guardarli negli occhi,immedesimarsi nei loro problemi, èquesto non è mai facile”. Poi la racco-
mandazione finale: “Ricordiamo chesvolgere volontariato non è solo distri-buire la colazione, la cena, distribuirequalche vestito, ma c’è bisogno divedere in chi stiamo servendo il volto diGesù, per un’autentica carità cristia-na”. All’intervento di don Piero Gal-
vano è seguito quello della Dott.ssa
Paola Fecarotta, psicologa e psicote-
rapeuta che ha affrontato il tema de “Ilcontatto nell’accoglienza”, quale
esperienza fondamentale per superare
la paura del ‘diverso’ e la diffidenza ver-
so chi è straniero. Perché dietro ogni
povero, ogni migrante che bussa alla
porta della Caritas, c’è sempre un esse-
re umano con il suo carico di sofferen-
za e disperazione che merita di essere
accolto e ascoltato. “Quan-do ci accostiamo a qualcuno– ha affermato la psicotera-
peuta - che non conosciamo,non dobbiamo pensare subi-to che non saremo capiti maragionare in maniera taleda considerare che il contat-to con chi giudichiamo‘estraneo’ può essere, inve-ce, una ricchezza per noi.Cosi anche nell’esperienzacristiana di volontariato inCaritas”. Nella seconda giornata di for-
mazione, dopo la riflessione di Don
Piero Galvano, su “Marta e Maria”(Lc 10, 38-42), è stato trattato il tema
della “Dinamica di ascolto e relazionedi aiuto” a cura del diacono Gino Lici-
tra, responsabile del Centro di Ascolto
Diocesano e del Dott. Giuseppe Ter-
nullo, responsabile del servizio Micro-
credito in Caritas. Il Dott. Ternullo, ha
parlato dell’Ascolto: “È una preroga-tiva essenziale per la comprensione e larisoluzione di diverse problematiche eche si realizza nel colloquio attraversodei passaggi fondamentali: accoglien-za, analisi del problema, proposte,registrazione, verifica e saluto”. Step
necessari attraverso i quali è possibile
realizzare un progetto di rinascita e di
speranza verso coloro che si presentano
ogni giorno ai Centri di Ascolto e ai vari
servizi Caritas. Poi, il responsabile del
Microcredito ha tenuto a precisare qua-
li comportamenti tipici della frenesia
del nostro tempo devono essere abban-
donati nello svolgere il servizio di
Ascolto: “La fretta, il personalismo,l’alibi, la paura e l’autoreferenzialità”.Mentre il diacono Licitra, da 13 anni
responsabile del Centro di Ascolto
Diocesano, ha portato la sua esperienza
di responsabile di un Centro di Ascolto:
“Le persone che ogni giorno vengonoin Caritas non sono numeri da liquida-re in fretta, ogni famiglia che ho segui-to in questi anni, ha avuto bisognoinnanzitutto di essere ascoltata, capita,supportata nella speranza. Perchésedersi accanto a chi piange, a chi nonvede una via d’uscita ai problemi eco-nomici, tendere loro un abbraccio, è ilprimo passo per uscire dalla dispera-zione per poi cominciare un percorso diaiuto concreto”. Nell’ultima giornata
di formazione, oltre la consueta rifles-
sione del direttore della Caritas, su “Il
buon Samaritano” ( Lc 10, 25-37) si è
parlato della“Presa in carico nellaCaritas”, tematica esposta dalla
Dott.ssa Valentina Calì, responsabile
del Centro di Ascolto dell’Help Center
ed assistente sociale in Caritas. Per
presa in carico si intende un
processo in cui un operatore
sociale o un volontario, a
fronte di una domanda espres-
sa o inespressa, progetta uno o
più interventi rivolti a una per-
sona o a un nucleo di convi-
venza, stabilendo un rapporto
continuativo al fine di favorire
lo sviluppo, a più livelli, di
percorsi di vita volti all’auto-
nomia. All’intervento dell’as-
sistente sociale è seguito quel-
lo del Dott. Salvo Pappalardo,
responsabile delle attività in Caritas,
che ha presentato i servizi e le opere-
segno: l’Help Center (Mensa, Centro di
Ascolto, Unità di strada), i Gruppi
Appartamento per donne sole con figli
a carico e il servizio Microcredito e
Antiusura. I saluti finali sono stati affi-
dati al Direttore della Caritas che ha
ricordato le opere-segno di prossima
realizzazione: la rete di accoglienza
sanitaria, un centro di accoglienza per
padri separati, la mensa ‘Beato
Dusmet’ a Librino, il dormitorio ‘San-
t’Agata’ e il deposito San Marco. Men-
tre a breve verrà illustrato il progetto di
Caritas Italiana, ‘Rifugiato a casa mia’,
per le famiglie catanesi disposte ad
accogliere i migranti sull’invito di Papa
Francesco. I partecipanti al corso di for-
mazione, infine, saranno contatti per un
colloquio conoscitivo con il direttore e
l’assistente sociale Caritas al fine di
discernere il servizio più idoneo alla
proprie inclinazioni.
®
Più di 100 partecipanti al corso per volontari CaritasTre le giornate formative al Museo Diocesano dedicate ai temi del volontariato
Lunedì 30
•• Bronte: Visita pastorale.Martedì 1
•• Ore 9.30 Catania, Seminario:
prende parte al ritiro del Clero dio-
cesano predicato da S.E. Mons.
Russotto.
•• Ore 19.00 Catania, parrocchia
Maria Ausiliatrice e San Domeni-
co Savio: celebra la S. Messa e
presenta il nuovo parroco Don
Fabio Vassallo.
Mercoledì 2
•• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
•• Ore 18.00 Adrano, parrocchia SS.
Filippo e Giacomo: celebra la S.
Messa.
Giovedì 3
•• Ore 9.30 Curia, Salone dell’Eco-
nomato: presiede la riunione del
Consiglio diocesano per gli Affari
Economici e del Collegio dei Con-
sultori.
•• Ore 18.30 S. Gregorio di Catania,
Chiesa Madre: celebra la S. Messa
e presenta il nuovo parroco Don
Ezio Coco.
Venerdì 4
•• Ore 10.00 Catania, Basilica Catte-
drale: celebra la S. Messa per le
Forze Armate.
•• Ore 17.30 Catania, Chiesa S. Bar-
bara: celebra la S. Messa.
Sabato 5
•• Ore 11.00 Paternò, parrocchia S.
Barbara: presiede il pontificale in
occasione della Festa di S. Barbara
•• Ore 17.00 Palermo, Cattedrale:
concelebra all’ordinazione del
nuovo arcivescovo di Palermo,
Mons. Corrado Lorefice.
Domenica 6
•• Ore 18.30 Bronte, parrocchia SS.
Trinità: Celebra la S. Messa per
l’apertura della Visita pastorale.
®
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Notizie in breve dal 30 novembre al 6 dicembre
Natura Divina, firmato l’accordo con il Maas per chiude la filiera
Dopo cinque anni tornaalla ribalta la band
siciliana “Metatrone ego sum via,veritas, vita”, gruppo hard rock cri-stiano fondato e diretto dal 1998 dalgiovane sacerdote don Davide Bru-no, parroco della parrocchia SantaBernardetta in Lineri e musicistametal-catholic e componente alletastiere, che, ancora seminarista inattesa di essere ordinato diacono, siesibì in diretta televisiva mondialeda Sidney in occasione della giorna-ta mondiale della gioventù che sitenne in Australia nel luglio del2008, a conferma che la musicaheary metal può essere collegata allafigura di Cristo con una particolaretensione sociale e missionaria. IMetratone cercano con la nuova artemusicale e la propria condotta di vita
di testimoniare Cristo.“Latest News FromLight” (Ultime notiziedalla luce) è il titolo delprimo singolo, cantato inlingua inglese, estrattodal nuovo ed imminentealbum del complessoMetatrone, “Euchari-smetal”, pubblicato neigiorni scorsi comevideoclip, la cui visioneè resa disponibile sulsito ufficiale, sul canaledi YouTube e sui mag-giori social networkslegati alla band catanese.La canzone e il video clip, sapiente-mente realizzato dal giovane registacatanese Antonio Ignoto, sulla sce-neggiatura scritta e diretta da padre
Davide Bruno, e dalla band, e chevede tra gli ospiti anche il simpaticoattore Gino Astorina, trattano iltema della parabola evangelica
lucana del “Padre misericordioso”ovvero di “Dio che esercita la giu-stizia di Padre e di madre per recu-perare sempre i figli del suo amo-
re”, nota popolarmente unavolta col nome del “Figliolprodigo” e resa attuale dal-l’odierno scenario di vita edall’imminente Anno Santodella Misericordia che ren-de ancor più pertinente ilsignificato della nuova can-zone dei Metratone. Moltidegli attori non protagonistisono giovanissimi e pro-vengono da diverse parroc-chie della diocesi di Cata-nia.Tra le frasi più emblemati-che del testo, oltre alla fra-se centrale della parabola,
spiccano le parole in inglese delritornello principale: “Sono prontoper restare, conosco le ultime noti-zie della luce...prometto di cambia-re, imparando le ultime notizie del-la luce...”. Lo sfondo di questa com-movente parabola di Gesù è rac-chiuso nel ritorno del figlio alpadre, il quale previene il passo delfiglio perduto che ritorna pentito echiede perdono, corre verso di luiabbracciandolo e baciandolo: è lapersonificazione della misericordiache Dio Padre ha verso tutti. Eccoche “Latest news from light” risuo-na in ogni persona che, nell’incon-tro col Signore, attraverso la pre-ghiera e l’ascolto della Parola, lapartecipazione ai sacramenti e allavita della Chiesa, riceve la spinta adimpegnarsi e a cambiare mentalità.Il brano musicale si presenta carat-terizzato da sonorità prettamentemetal e dalla maggiore presenzadella tecnica vocale propria deltastierista don Davide; l’alternarsicon la melodica e cristallina voce diJo Lombardo è diventato un mar-chio di fabbrica della band. Ora siattende l’uscita del nuovo album“Eucharismetal” per apprezzarecosa i Metratone -Jo Lombardo(voce), Dino Fiorenza (basso), Ste-fano “Ghigas” Calvagno (chiattara),Salvo “T:-Metal” Grasso (batteria),don Davide Bruno (tastiere egrowl)- hanno riservato a quantivorranno stupirsi ancora una voltadavanti a questa naturale fusione trafede cristiana cattolica e musicametal.
Memorex
“Ultime notizie dalla luce”
A breve uscirà l’ultimo album del complesso Metatrone, “Eucharismetal”
Prospettive - 29 novembre 20158
DIOCESI
8
La sera di sabato 7novembre, una grande
affluenza di oratoriani, soprattuttoragazzi e piccoli boy scout dellaparrocchia Immacolata Minoritelli,ha caratterizzato i festeggiamentidel 130° anniversario di fondazio-ne dell’Oratorio “San FilippoNeri” di via Teatro Greco, la primacasa salesiana della città chiamata“I Filippini” aperta in modo parti-colare ai minori dei quartieri limi-trofi Cappuccini, Angeli Custodi,San Cosimo, Fortino.La concelebrazione della s. messadi ringraziamento, animata dallacorale oratoriana, è stata presiedu-ta dal vicario ispettoriale, don Lil-lo Montanti, con altri 5 confratelli(don Giuseppe Troina, don PaoloCicala, don Luigi Calapaj, donVincenzo Andronaco, don Vincen-zo Lo Sardo) in rappresentanzadegli Istituti salesiani S. Francescodi Sales in Cibali e di S. Maria dela Salette in San Cristoforo, conl’assistenza liturgica del diaconodon Paolo Milano coadiuvato daiministranti-chierichetti guidati daDaniele Foti.Al sacro rito hanno partecipatooltre al direttore dell’Oratorio sig.Giuseppe Salamone che ha fattodel suo servizio ecclesiale unaragione di vita, anche il presidentedel Clan dei Ragazzi don Ugo Are-sco, per la presidenza ispettorialedegli Ex allievi l’ing. GiovaniCostanza, il direttore dell’oratorioS. Filippo Neri nuovo dott. Loren-zo Barletta, e tutti i gruppi dell’O-ratorio: ex allievi, AssociazioneMaria Ausiliatrice (per le mammee le donne adulte) guidata dallasignora Maria Decosta la “mammaMargherita” degli oratoriani, Cir-coli S. Filippo Neri (per i papà egli uomini adulti), Savio Club (peri piccoli), San Luigi (per gli adole-scenti), Beato Dusmet (per i giova-ni), salesiani cooperatori, volontaridel Servizio Civile, Polisportivagiovanile salesiana. All’omelia donMontanti, in evangelica sintoniacon i bambini presenti, ha ricorda-to la figura paterna di Don Bosco el’intramontabile fisionomia dell’o-ratorio <sempre giovane> perché
ininterrotta palestra educativa digenerazione in generazione.All’offertorio la raccolta è statadestinata ad aiutare una famigliapovera del quartiere.
In cortile, prima del commoventesvelamento della lapide comme-morativa, il presidente degli exallievi, prof. Enzo Caruso, haricordato i due venerati fondatori,Don Bosco e il cardinale Dusmet,ed ancora i celebri salesiani della
prima ora, il beato don MicheleRua e il cardinale Giovanni Caglie-ro, il bombardamento del 16 aprile1943, il trasferimento nel 1972 invia V. Giuffrida dell’istituto scola-
stico, i sacerdoti salesiani che han-no permesso la non chiusuradell’<Oratorio dei miracoli di viaTeatro Greco> come l’ha definito suqueste colonne la collega RossellaJannello (don Rosario Calleri, donGiuseppe Costa, don Biagio Vella)
assieme ai giovani cooperatori delcentro di via Caronda nel recentepassato e a Salamone attualmente.L’Oratorio filippino-salesiano con-tinua ad essere “Casa che accogliein un clima di famiglia, Scuola cheforma e avvia alla vita, Chiesa cheevangelizza ed istruisce, Cortiledove ci si incontra in amicizia e gio-co”. Un momento di grande gioiaper tutti è stato lo sparo di fuochid’artificio e lo spegnimento dellefiaccole-candeline nell’immancabi-le triplice torta.Momento avvincente, nell’àmbitodelle gare sportive di domenicamattina, è stato l’incontro di calciofemminile, per la 1ª volta disputatonello storico cortile di via TeatroGreco, Juventus femminile controMilan femminile, vinto dalla primasquadra per 3 a 2: arbitro SalvatorePappalardo. Dopo la gara di karao-ke per le ragazze e la premiazionetorneo di calcio balilla e ping pong,a mezzogiorno tutti gli oratoriani sisono riuniti in cortile per pregare laMadonna con l’<Angelus> e consu-mare la “pagnottella” di DonBosco.
Blanc
Una palestra educativa senza soluzione di continuità
130° anniversario fondazione dell’Oratorio San Filippo Neri
Carissimi soci e simpa-tizzanti, l’unione di
preghiera e l’impegno fattivo di tantisoci ha reso fecondo anche quest’an-no l’operato della nostra associazio-ne. Ancora una volta, tante manihanno realizzato i fiori luminosi chedal 2008 testimoniano la nostra pre-senza alla festa di PENTECOSTEorganizzata dalla Diocesi per i gio-vani. L’ accoglienza dei giovani diPaternò, dei sacerdoti e delle conso-relle di suor Erminia, ci hanno fattosentire a casa; un gruppo diragazzi della parrocchia SantaChiara, guidati da Kettyresponsabile del gruppo, haprofumato di ginestra anchequesto momento.Nel mese di luglio, durante la
veglia diocesana di Viagrande,abbiamo accolto con i fiori luminosiLA CROCE DI SAN DAMIANO eLA MADONNA DI LORETO, inpreparazione alla GMG di CRACO-VIA 2016.Con grande gioia vi comunichiamoche all’Oratorio Suor ErminiaMoschella presso la parrocchia San-ta Chiara in Librino, è attivo un cor-so per archi e percussioni e si è for-mata una orchestrina, grazie all’as-sociazione CITTÀ INVISIBILE.
Riordinando le testimonianze chenel tempo ci sono giunte su suorErminia, abbiamo condiviso una del-le prime dedicatale dalle consorellein Guatemala nel 1987, per la cele-brazione del scorso 22 novembre,giorno in cui lei avrebbe compiuto50 anni.Inizia così: “Si sabes esperar y tu
vida ofrecer, tendras mañana un
eterno amanecer” (Se sai sperare e
offrire la tua vita domani avrai una
eterna aurora) e continua: [“... il
tuo amore per la preghie-
ra, per Maria Santissi-
ma, per la povertà, per il
sacrificio, il tuo rispetto
per i sacerdoti; come mi
dicevi spesso, essi sono
gli unici le cui mani pos-
sono trasformare il pane e il vino nel
Corpo e nel Sangue di Cristo.
Non ti piaceva vedere il lato negati-
vo né delle cose né delle persone; i
tuoi occhi guardavano solo il lato
positivo. Serbo ancora dentro di me
le tue ultime parole che mi dicesti un
giorno prima di partire: non guarda-
re né a destra né a sinistra, ma solo
avanti verso la meta che è Cri-
sto...”].
Per vivere ancora una volta insiemequesta ricorrenzaSi rende noto che è già iniziata laraccolta dei giocattoli per la tradizio-nale PESCA NATALIZIA che si ter-rà presso l’Oratorio suor ErminiaMoschella – parrocchia Santa Chiarain Librino il 13 dicembre 2015.
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Iniziative dell’Associazione Ginestra Bianca
“Dove c’è con-d iv i s i o n e ,
c’è gioia”. Con queste parole,l’Arcivescovo di Catania,Monsignor Salvatore Gristi-
na, ha salutato il pubblico riu-nito a Etnapolis dove si è reca-to in visita pastorale in occa-sione del decimo anniversariodella struttura. Il Pastore dellaChiesa catanese,nel suo interven-to, ha anche rivol-to un pensierocommosso per levittime degliattentati di Parigirichiamando l’au-spicio di pace peri popoli. All’in-contro erano pre-senti il direttoredi Etnapolis,
Alfio Mosca, il cappellanodon Pasquale Munzone, ilsindaco di Belpasso, Carlo
Caputo, e il direttore dellaCaritas di Catania, don Piero
Galvano, col quale dallo scor-so anno sono in corso iniziati-ve di solidarietà. Fra il pubbli-co una cinquantina di ragazzi-ni e catechisti della parrocchia
Corpus Domini di Belpasso.Monsignor Gristina si è detto“grato” per la sensibilità concui Etnapolis ha accolto lerichieste della Caritas - versola quale sono stati donati gene-ri alimentari per la mensa HelpCenter - e ha manifestato lapropria gioia nel sapere chesono circa duecento i fedeli
che ogni domenica siritrovano a Messa alle12.15 nella cappellaallestita all’interno delcentro commerciale.Un servizio voluto dal-la Direzione di Etna-polis a beneficio di tut-ta la comunità, sia deivisitatori che deglistessi lavoratori.
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Prospettive - 29 novembre 2015 9
DIOCESI
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L’Arcivescovo Mons. Gristinain visita ad Etnapolis
Iniziative della Caritas diocesana
Si inizia, com’è ormaiprassi da qualche anno,
con una festa di fraternità nell’ambi-to della “sagra della scacciata” Saba-to 28 Novembre in piazza Dante(alle ore 19:00), si continua con il“triduo di preparazione” il 30Novembre e 1 e 2 Dicembre alle ore19:00 con il convegno sull’enciclica“Laudato Sì” dal titolo “Santa Bar-bara, propiziatrice di buon tempo”(vedi foto), quindi la vigilia dellafesta, il 3 Dicembre, con la consuetaaccoglienza del prezioso busto-reli-quiario proveniente dalla Comunitàdi Paternò nel pomeriggio con visitaalle parrocchie cittadine di Canalic-chio, Piano e Immacolata e alle18:30 nella chiesa madre, dopo lasvelata del simulacro della Patrona ela celebrazione eucaristica, la breveprocessione con le venerate reliquiedi Santa Barbara per la benedizionedella città “ai Quattro canti” e la con-segna al Comando provinciale deiVigili del Fuoco a Catania. Due i momenti celebrativi che carat-terizzano la festa di Santa Barbaranell’anno in corso: la presenza della“Croce dei detenuti” della Confede-razione diocesana delle Confraterni-te che, ricevuta dalla locale Confra-ternita del SS. Sacramento il 7novembre scorso dalle Confraternitedi Adrano, sarà consegnata Giovedì4 Dicembre alle Confraternite diMisterbianco in occasione dellasolenne Santa Messa delle ore 18:30,presieduta da don Enzo Biuso, cuiparteciperanno tutte le comunità par-rocchiali di Tremestieri e le autoritàcivili e militari; e la processione delsimulacro di Santa Barbara con l’ar-tistico fercolo, spostata dal giornoliturgico (il 4 Dicembre) ma feriale,a quello festivo – per consentire unapiù numerosa partecipazione deifedeli - nel pomeriggio di Domenica6 Dicembre a partire dalle ore 18:00per le vie cittadine con i tradizionaliomaggi floreali del Sindaco, dellaPolizia municipale e del Comandodella Stazione dei Carabinieri.E per finire, nella solennità dell’Im-macolata, l’8 Dicembre, in aperturadel Giubileo della Misericordia edell’inizio del tradizionale periodo
natalizio, dopo la S. Messa, alle19:30 avrà luogo il recital “La conadi Natale” e, Domenica 11 Dicem-bre, giorno dell’Ottava della festa, apartire dalle ore 18:00, la recita delsanto rosario, della coroncina di lodea Santa Barbara e la celebrazioneeucaristica presieduta da padreDomenico Cosentino. Una breveprocessione attorno all’isolato della
chiesa madre e la reposizione delsimulacro nella cameretta conclude-ranno la festa.Nel suo messaggio, il parroco padreSalvo Scuderi, ricordando il “GrandeEvento che ci apprestiamo a vivere,introdotti dalla nostra festa patrona-le, il Giubileo della Misericordia”,invita gli “amici e fratelli nel Signo-re Gesù..., aiutati dalla festa della
nostra Sorella, la SantaMartire Barbara, avivere la preghiera
come il concepimentodella Misericordia e
l’azione come il fruttopiù edificante dellaFede in Gesù Cristo”.
Vincenzo Caruso
Santa Barbara, propiziatrice di buon tempoFesteggiamenti della Santa Patrona a Tremestieri Etneo dal 28 Novembre all’11 Dicembre
Dopo i drammatici atten-tati di Parigi, è com-
prensibile e doverosa la preoccupazio-ne di presidi ed insegnanti rispetto alleprossime gite scolastiche dei nostristudenti. Occorre sempre tenere amente che la finalità del terrorismo èproprio quella di condizionare lenostre vite, insinuando il tarlo dellapaura in ciascuno di noi. “Questo èquello che dobbiamo spiegare ai nostriragazzi, anche con i fatti.Per questo, pur con tutte le precauzio-ni e le cautele necessarie, anche nellascelta delle destinazioni, credo che legite scolastiche vadano mantenute e iviaggi d’istruzione siano effettuaticome nei precedenti anni, essendo unmomento di condivisione, formazionee conoscenza di luoghi e monumentidella nostra storia, espressione artisti-ca di movimenti ed epoche culturali,occasione d’incontro con autori e per-sonaggi della storia e della letteratura.Le gite scolastiche, che hanno unavalenza didattica di“viaggio d’istruzione”da considerare comeuna lezione fuori dal-l’aula, fanno parte inte-grante del percorso for-mativo dei ragazzi.Rinunciarvi significhe-rebbe arrendersi a chiintende limitare lanostra libertà. La vitacontinua. Serve pruden-za e dialogo, ma rinun-ciare a tutto sarebbe unasconfitta.Parigi è certamente la
meta più gettonata ed ora, anche incoincidenza del Giubileo, la città diRoma è sempre una meta privilegiata.Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli aconferma del diffuso clima di paura hadichiarato: «Ricevo lettere da molti
dirigenti delle scuole, ha spiegato ilPrefetto, che mi chiedono se venire a
Roma è opportuno, se ci sono le condi-
zioni di sicurezza. Tutto questo va
sconfitto e non possiamo rendere la
società invivibile per la paura».
Nell’organizzazione di una gita l’ulti-ma parola spetta al consiglio d’istituto,ma è evidente che il parere dei dirigen-ti è decisivo: “È una scelta di granderesponsabilità perché in ballo ci sono levite di tanti ragazzi. D’altra parte,anche un allarmismo eccessivo sareb-be sbagliato, significherebbe darla vin-ta al nemico”. Mai come ora è neces-sario parlare e decidere tutti insieme,con professori e famiglie.I genitori, chiamati in causa, sono più omeno sulla stessa linea d’onda. “Siamo
tutti impreparati di fronte a certe trage-die”, afferma Fabrizio Azzolini, presi-dente dell’Age (Associazione italianaGenitori). “Nessuno è sereno in questo
momento, ma noi adulti dobbiamo
mantenerci equilibrati perché la scuo-
la e le sue attività devono andare avan-
ti. In fondo l’Italia è una meraviglia:
concentriamoci sulle nostre bellezze, e
rimandiamo a momenti di maggiore
tranquillità le visite fuori confine”.Nella fase della programmazione delleattività didattiche esterne alla scuola siritiene, comunque, opportuno, appunto,valorizzare il nostro territorio e la ric-chezza del patrimonio artistico e pae-saggistico della Sicilia, tenendo ancheconto di una statistica che ha fatto regi-strare come secondo uno studente sucinque, bisognerebbe cancellare alme-no le visite internazionali, per il 6%addirittura qualsiasi tipo di viaggio.Vengono gli stranieri per ammirare lebellezze della Sicilia, e le nostre opered’arte e molti siciliani non conoscono
la loro terra, ricca di storia edi cultura.La scuola potrebbe megliovalorizzare, specie per glistudenti del primo ciclo, unadiligente scoperta del territo-rio siciliano, non privandogli alunni di quest’originale eformativa esperienza e svol-gendo anche specifici per-corsi tematici sui segni delledominazioni: greco- roma-na, bizantina, aragonese,oppure seguendo le tappe deicastelli e dei sentieri di untempo.
Hanno dato proficui vantaggi didatticile esperienze di apprendimento sulcampo: la visita ad aziende agrituristi-che, a parchi zoo, a centri ricreativi e didivertimento con momenti didatticispecifici, casa delle farfalle, la lavora-zione del pane e l’alimentazione deiromani presso la Villa romana del Tel-laro di Noto o la tecnica del mosaico aPiazza Armerina.Una diligente preparazione didattica daparte dei docenti è chiave di volta del-la ricaduta didattica di una simile espe-rienza. I docenti, referenti per le attivi-tà esterne di collegamento tra scuola eterritorio siano disponibili agli incontridi promozione e di valorizzazione del-le strutture e dei siti siciliani da valo-rizzare, dove poter attuare anche conpoca spesa originali attività formative,come quelle proposte presso il parcoEtnaland, dove sono previste specialiattività di “edutainment”che intreccia-no l’apprendimento attraverso delleazioni ludiche e di sereno divertimento.Il parco tematico di Etnaland, consen-te ai ragazzi di assistere “entrare” nelfantastico viaggio attraverso il parcodella preistoria, visitare la scuola dellaminiera, di partecipare al laser show, diassistere ad un documentario sugli ani-mali, di seguire le tappe della luce, conspettacolari effetti laser.È importante, comunque, che al termi-ne di una giornata trascorsa fuori dalleaule scolastiche gli alunni possanodire “mi sono divertito, sono stato
bene con i miei compagni ed oggi ho
imparato tante cose nuove, belle e uti-
li”.
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Un arricchimento del bagaglio culturale degli alunni
Gite scolastiche e viaggi d’istruzione
Una ‘Chiesa povera per i poveri’nel nome dell’accoglienza e
della condivisione: questo lo spirito che haanimato, domenica 22 novembre, il pranzo diS. Elisabetta d’Ungheria per i poveri della cit-tà, promosso dall’Ordine Francescano Seco-lare, di cui la Santa è patrona, in collabora-zione con la Caritas Diocesana. La navatacentrale del Santuario San Francesco D’Assi-si all’Immacolata, dopo la messadomenicale, all’ora di pranzo, tol-te le panche, si è trasformata inuna grande mensa, con tavoli esedie messe a disposizione delComune di Catania. 300 indigentihanno trascorso un giorno di festaconsumando un pasto completo,dall’antipasto al dolce, preparatoe servito, direttamente dalle fami-glie dell’Ordine FrancescanoSecolare che lo hanno poi condi-viso con i più bisognosi. Presentianche il direttore della Caritas
Diocesana, don Piero Galvano, l’assessoreRosario D’Agata, e padre Mario Gaudio,parroco-rettore del Santuario che hanno ser-vito il pranzo insieme ai numerosi volontari.La giornata è stata allietata dal gruppo dei‘Clown Senza Frontiere’ che hanno propo-sto giochi e palloncini per i più piccoli.
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Pranzo di S. Elisabetta d’Ungheria con i
poveri della città
AvvicinarsiInizia l’«Avvento», un termine latinoche significa avvicinarsi, camminare
verso... Tutto si fa più prossimo, tut-to si rimette in cammino e si avvici-na: Dio, noi, l’altro, il nostro cuoreprofondo.L’avvento è tempo di strade. L’uomod’avvento è quello che, dice il salmo,ha sentieri nel cuore, percorsi daipassi di Dio, e che a sua volta si met-te in cammino: per riscoprirTi nel-
l’ultimo povero, ritrovarTi negli
occhi di un bimbo, vederTi piangere
le lacrime nostre oppure sorridere
come nessuno.L’avvento è tempo di attenzione. Il Vangelo ricorda i giorni di Noè,quando «nei giorni che precedettero
il diluvio gli uomini mangiavano e
bevevano, prendevano moglie e
marito e non si accorsero di nulla». Alimentarsi, sposarsi sono azionidella normalità originaria della vita.Sono impegnati a vivere, a semplice-mente vivere. Con il rischio però chela routine non faccia avvertire lastraordinarietà di ciò che sta peraccadere: e non si accorsero di nulla.Loro, del diluvio; noi, dell’occasionedi vita che è il Vangelo. Lo senti chead ogni pagina Gesù ripete: nonvivere senza mistero!
La Liturgia
Ritorniamo alla Parola di Dio.Occorre comprendere e vivere ilvalore dell’azione liturgica per lacomprensione della Parola di Dio. Inun certo senso, l’interpretazione del-
la fede riguardo alla sacra Scritturadeve sempre avere come punto diriferimento la liturgia, dove la Paroladi Dio è celebrata come parola attua-le e vivente: «La Chiesa segue fedel-mente nella liturgia quel modo dileggere e di interpretare le sacreScritture, a cui ricorse Cristo stesso,che a partire dall’‘oggi’ del suo even-to esorta a scrutare tutte le Scrittu-re».Qui appare anche la sapiente peda-gogia della Chiesa che proclama eascolta la sacra Scrittura seguendo ilritmo dell’anno liturgico. Questodistendersi della Parola di Dio neltempo avviene in particolare nellacelebrazione eucaristica e nellaLiturgia delle Ore. Al centro di tuttorisplende il Mistero Pasquale, al qua-le si collegano tutti i misteri di Cristoe della storia della salvezza che siattualizzano sacramentalmente:«Ricordando in tal modo i misteridella redenzione, essa [la Chiesa]apre ai fedeli le ricchezze delle azio-ni salvifiche e dei meriti del suoSignore, le rende come presenti atutti i tempi e permette ai fedeli divenirne a contatto e di essere ripienidella grazia della salvezza». LaChiesa esorta i Pastori della Chiesa egli operatori pastorali a fare in modoche tutti i fedeli siano educati agustare il senso profondo della Paro-la di Dio che si dispiega nella liturgiadurante l’anno, mostrando i misterifondamentali della nostra fede. Daciò dipende anche il giusto approccioalla sacra Scrittura.
Affrontando il tema del valore dellaliturgia per la comprensione dellaParola di Dio, il Sinodo dei Vescoviha voluto sottolineare anche la rela-zione tra la sacra Scrittura e l’azionesacramentale. È quanto mai opportu-no approfondire il legame tra Parolae Sacramento, sia nell’azione pasto-rale della Chiesa che nella ricercateologica. Certamente «la liturgiadella Parola è un elemento decisivonella celebrazione di ciascun sacra-mento della Chiesa»;tuttavia nella prassipastorale non sempre ifedeli sono consapevolidi questo legame e col-gono l’unità tra il gestoe la parola. È «compitodei sacerdoti e dei dia-coni, soprattutto quandoamministrano i sacra-menti, mettere in lucel’unità che Parola eSacramento formanonel ministero dellaChiesa».
Parola e gesto
Nella relazione tra Paro-la e gesto sacramentalesi mostra in forma litur-gica l’agire di Dio nellastoria mediante il carat-tere della Parola stessa.Nella storia della sal-vezza infatti non c’èseparazione tra ciò cheDio dice e opera; la suastessa Parola si presenta
come viva ed efficace . Al medesimomodo, nell’azione liturgica siamoposti di fronte alla sua Parola cherealizza ciò che dice. Educando ilPopolo di Dio a scoprire il caratteredella Parola di Dio nella liturgia, losi aiuta anche a cogliere l’agire diDio nella storia della salvezza e nel-la vicenda personale di ogni suomembro.È importante confrontare la Parola diDio e l’Eucaristia. Quanto viene
affermato in genere riguardo allarelazione tra Parola e Sacramenti siapprofondisce quando ci riferiamoalla celebrazione eucaristica. Del resto, l’intima unità fra Parola edEucaristia è radicata nella testimo-nianza scritturistica , attestata daiPadri della Chiesa e riaffermata dalConcilio Vaticano II. A questo pro-posito pensiamo al grande discorsodi Gesù sul pane di vita nella sinago-ga di Cafarnao , che ha in sottofondo
il confronto tra Mosé e Gesù,tra colui che parlò faccia afaccia con Dio e colui che harivelato Dio. Il discorso sulpane, infatti, richiama il donodi Dio, che Mosè ottenne peril suo popolo con la mannanel deserto e che in realtà è laTorah, la Parola di Dio che favivere . Gesù porta a compi-mento in se stesso la figuraantica: «Il pane di Dio è coluiche discende dal cielo e dà lavita al mondo … Io sono ilpane della vita» . Qui «la Leg-ge è diventata persona. Nel-l’incontro con Gesù ci nutria-mo, per così dire, dello stessoDio vivente, mangiamo dav-vero “il pane dal cielo”». Neldiscorso di Cafarnao si appro-fondisce il Prologo di Giovan-ni: «se là la Parola di Diodiventa carne, qui questa car-ne diventa «pane» donato perla vita del mondo».
P. Angelico Savarino
Prospettive - 29 novembre 201510
Riflessioni sul Vangelo
“Quanto a voi però, carissimi, anche se
parliamo così siamo certi che sono in voi
cose migliori e che portano alla salvezza.
Dio infatti non è ingiusto da dimenticare
il vostro lavoro e la carità che avete dimo-
strato verso il suo nome con il servizio che
avete reso e tuttora rendete ai santi”. Di
fronte a questo elogio l’autore desidera
che loro dimostrino ciascuno il medesimo
zelo perché la sua speranza abbia compi-
mento fino alla fine, “perché non diventi-
no pigri, ma piuttosto imitatori di coloro
che con la fede e la perseveranza divengo-
no eredi delle promesse”. Porta l’esempio
di Abramo: “Dio non potendo giurare per
uno superiore a se stesso, giurò per se
stesso dicendo ti benedirò e ti moltipli-
cherò. Avendo Abramo perseverato con-
seguì la promessa. Gli uomini giurano per
uno superiore a se stessi e il loro giura-
mento è una garanzia che pone fine ad
ogni controversia.
Per questo motivo desiderando mostrare
chiaramente l’irrevocabilità della pro-
messa intervenne con un giuramento per-
ché grazie a due atti irrevocabili, nei qua-
li è impossibile che Dio mentisca, noi che
abbiamo cercato rifugio in lui avessimo
un grande incoraggiamento nell’afferrar-
ci saldamente alla speranza che ci è posta
davanti. In essa noi abbiamo come un’
àncora della nostra vita, sicura e salda, la
quale penetra fin nell’interno del velo del
santuario, dove Gesù è entrato per noi
come precursore, essendo divenuto som-
mo sacerdote per sempre alla maniera di
Melchisedek”.
L.C.
San Paolo in briciole
I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO
Le promesse di Dio Ebr 6,9-20
Avvento, un tempo per desiderare
L’inizio dell’anno liturgico è una buona
occasione di esortazione a rinnovarsi. Il
rinnovamento è congeniale al fatto che
siamo in uno stato di precarietà, di insicu-
rezza della vita, di mutevolezza delle
situazioni e di cambiamento degli scenari
mondiali. L’oracolo del Signore è confor-
tante perché “verranno giorni nei quali il
Signore realizzerà le promesse di bene che
ha fatto alla casa d’Israele e alla casa di
Giuda. In quei giorni ci sarà un germoglio
giusto per David, questo eserciterà il giu-
dizio e la giustizia sulla terra. In quei
giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme
vivrà tranquilla”. Addirittura la Città
sarà chiamata “Signore – nostra – giusti-
zia”. L’oracolo di Dio annuncia un perio-
do di giustizia e di tranquillità. La fedeltà
di Dio è la speranza su cui può contare
l’umanità. Questa speranza e questa
fedeltà Dio le ha realizzate tramite la
venuta del Figlio suo nel mondo e tramite
la morte del suo Figlio liberando l’umani-
tà dai peccati. Oggi sta al popolo cristiano
dimostrare la fedeltà a Dio e mantenere
alta la speranza degli uomini in un perio-
do, non si sa quanto lungo, senza pace e
senza giustizia. Noi cristiani dobbiamo
stare attenti a non appesantire i nostri
cuori in dissipazioni, ubriachezze e affan-
ni della vita, mantenendo uno spirito di
vigilanza, vegliando e pregando per essere
sempre pronti per ogni evenienza. Paolo
ricorda ai Tessalonicesi che il loro amore
deve crescere e sovrabbondare come cre-
sce il suo per esssi perché i loro cuori sia-
no saldi e irreprensibili nella santità
davanti a Dio, Padre nostro e davanti alla
venuta del Signore nostro Gesù Cristo con
tutti i santi. Insieme a questa crescita c’è
la quotidianità e Paolo, proponendosi
come modello e maestro, ci avverte di
comportarci come abbiamo appreso da lui
e di sforzarci di piacere a Dio. Del resto i
Tessalonicesi, conoscendo le regole di vita
che lui ha dato da parte del Signore, san-
no come comportarsi.
Leone Calambrogio
1 DOM DI AVVENTO / C - Ger 33,14-16; Sal 24/25,4-5.8-10.14; 1Ts 3,12-4,2;Lc 21,25-28.34-36
DIOCESI
Occorre l’attenzione vigile delle sentinelle e allora ti accorgerai della sofferenza che preme attorno a te
Prospettive - 29 novembre 2015 11
Sul palco del Teatro “Bran-
cati” di Catania la com-
media musicale “La fanciulla che cam-
pava di vento” nata dalla genialità di
Tony Cucchiara, fino al 29 novembre,
protagonisti le storie e i costumi della
nostra Sicilia. L’opera corale, con la
regia curata da Giuseppe Romani, lecoreografie di Silvana Lo Giudicee gli
originali costumi di Giuseppe Andolfo,
capitanata da Pippo Pattavina, matta-
tore assoluto della scena, diverte ed
entusiasma il numeroso pubblico pre-
sente affiancata dall’ottimo cast:
Camillo Mascolino, EmanuelePuglia, Santo Pennisi, Olivia Spiga-relli, Marina Puglisi, MargheritaMignemi, Evelyn Famà, RiccardoMaria Tarci, Camillo Sanguedolce,
Claudia Sangani, Laura Sfilio, Gio-vanni Strano, Giovanni Vasta. La pla-
tea regala copiosi e lunghi applausi, una
trama tutta da assaporare, dove la
povertà fa da padrona, “La fanciulla che
campava di vento”, sottotitolata “Il
Barone di Rafadali”, è una fiaba popo-
lare del Quattrocento in cui si racconta
di un paesino, appunto Rafadali, oggi
Raffadali, i cui abitanti vivevano di
agricoltura, pastorizia e “soprattutto di
stenti”. Protagonista di questo paesino è
il Barone, la cui caratteristica più rino-
mata è l’avarizia, ma passò alla storia
per avere inventato una pietanza ricca di
proteine, economica, di facile prepara-
zione e digeribilità: il macco “il macco
è quella cosa / di generi alimentari / ca
mangianu li puvurazzi / pi linchisi li
panzazzi”. Come si può facilmente
capire lo spettacolo è carico di ironia e di
umorismo non fini a se stessi, ma è
impregnato di un humus popolare estre-
mamente palpabile dovuto a una ricerca
minuziosa e attenta, la favola, proprio
perché condotta sulle ali leggere del gio-
co e dell’ironia, è ancor più crudele di
una tragedia in maschera, dai tratti grot-
teschi. In essa si riesce ad intravedere
l’inquietante pianta dell’archetipo, di
ciò che s’intuisce essere parte integran-
te di tutti noi, nessuno escluso. Così che,
mentre ridiamo a crepapelle dei disgra-
ziati casi dell’avaro protagonista, evi-
tiamo di piangere amare lacrime sulle
nostre miserie. Ma il Barone di Rafada-
li, magnificamente interpretato da Pip-po Pattavina, in tal senso, e proprio per
la sua estrema, totale e cosciente avari-
zia, acquista dimensione e spessore
d’eroe, anche se negativo, diventa vitti-
ma della sua stessa tirchieria, suscitan-
do grandi risate anche quando sta per
morire. Una truffa ben costruita dall’a-
stuto Ferruccio, Emanuele Puglia, che
viene appoggiato dall’intero paese e dai
suoi stessi servitori costretti a vivere di
stenti, grazie alla fanciulla dall’armo-
niosa voce di Marina Puglisi, che cam-
pava solo di vento, sposa ideale che non
avrebbe mai inciso sul suo patrimonio e
i possedimenti. Sul fil rouge dell’ingan-
no iniziano una serie di grotteschi ed esi-
laranti equivoci tra metafore, ossimori e
sagaci espressioni popolari “Chista è la
storia di cu troppo havi / e chiossà
ancora cchiù tantu nni voli / e va a fini-
ri, ‘u sapiti com’è / cu’na mani davati
n’atra darrè!”, supportati dalle coreo-
grafie e musiche che colorano l’agonia
del gretto e taccagno personaggio, ren-
dendo in modo sempre più buffo e pia-
cevole lo spettacolo. Pippo Pattavinain veste comica con un costume che
arricchisce l’ilarità da parte del pubbli-
co nella sua grassa ed ingombrante fisi-
cità, non solo recita ma canta, anche con
qualche passo di danza, il suo amore per
la sarda salata. Il sedicente Pugliaconquista abilmente la giovane Anna-
bella, provocando la morte dello spilor-
cio protagonista subito dopo lo scanda-
lo della processione di San Calò, distri-
buendo ai poveri tutte le onze del nobi-
le. Ad arricchire il quadro le spassose
Margherita Mignemi ed EvelynFamànel tentativo di sedurre Ferruccio
e ancora i due servitori Testasecca, Ric-cardo Maria Tarci, e Firticchio,
Camillo Sanguedolce, che alla fine si
lasciano andare alle loro lusinghe. Il
quadro scenico viene impreziosito dai
popolani, con i loro movimenti e canti
ornati da una mescolanza dialettale
agrigentina e catanese: Dario Castro,
Silvia De Nizza, Claudio Licciardi,Elena Mascolino, Oliver Petriglieri,Simonetta Piccione, Giorgia Torrisi.
Artemisia
Spettacolo caricodi ironia e di umorismo
Siamo spettatori inerti di
fronte le insensate stragi
operate dai “paladini” della jihad, la
guerra santa, le cui manovre politiche
risultano così oscure, e così tremenda-
mente crudeli. Sono i paesi del libero e
progressista occidente a fornire materia
prima bellica ai fondamentalisti isla-
mici?
Non intendo occuparmi dell’argomen-
to, perché sono proprio i media della
cronaca a farlo ininterrottamente, fino a
diventare monotematici, chiedo solo
invece che mi si presti un po’
d’attenzione alla vicenda
che sto per riferirvi, di natu-
ra antimilitarista, alla quale
ho assistito in una delle mie
esperienze oniriche notturne
e che è accaduta circa 71
anni fa. Vidi un incendio e il
palazzo municipale di Cata-
nia crepitare tra le fiamme.
Era il 14 dicembre del 1944.
Quel giorno un manipolo di
studenti universitari, classe
1922-23 e 24, poco prima
del propagarsi delle fiamme,
si radunava in una manifestazione in
Piazza Duomo. I dimostranti, agitavano
cartelloni con la scritta “Non partire-
mo”. Ne fermo uno al quale chiedo:
<<Per quale motivo protestate, cosa
succede?>>
<<Abbiamo perso la guerra, l’Italiaconta migliaia di morti, tanti nostriuomini si sono sacrificati per unideale che è finito nel sangue! Non
risponderemo al richiamo alle armi,Basta con la guerra, non ci arruole-remo al servizio militare>>. Poi una
folla agitata accorre.
Sento un boato assordante che non pro-
mette nulla di buono e molti gridano.
<<È stato preso in assalto il distrettomilitare e ci è scappato pure il mor-to!!!....un sarto, aveva 21 anni! Povi-ro figghiu!!!>>. Adesso vedo l’asso-
ciazione nazionale com-
battenti e ancora giovani
studenti che calpestano
fino a fare a brandelli la
bandiera nazionale. Intanto
ardono le fiamme che pian
piano divorano il Munici-
pio e l’Archivio storico ivi
contenuto. E ancora sento
urla: <<Non chiediamopane, non elemosiniamolavoro, vogliamo solodire basta alla guerra!Non partiremo per il ser-vizio militare!!!>>
Raccolgo una stralcio di giornale
lasciato per strada: “Sicilia indipen-
dente” dove si espone un programma
separatista tutto siciliano in contrasto
con le posizioni di Mussolini.
La ciurma dopo aver fatto esplodere un
ordigno contro il Palazzo, senza alcun
risultato di abbattimento del portone,
con un grosso trave, abbatte a spintoni
l’ingresso. All’interno alcuni vigili
avrebbero voluto rispondere con le
armi, ma l’ordine fu quello di stare cal-
mi e di non fare fuoco.
A capo della ragazzaglia, uno studente,
Salvatore Padova ordina a gran voce:
<<Non portate via alcun oggetto!Bruciate tutto!>>Vedo il sindaco e gli assessori trarsi in
salvo uscendo dal portone di Piazza
Università. Accorrono i pompieri, la cui
azione di spegnimento delle fiamme
viene impedita dai dimostranti. Si
allontanano e ritornano dopo la mezza-
notte quando il fuoco è giunto al terzo
piano dell’edificio, distruggendo tutto.
L’indomani i giornali d’Italia riporte-
ranno una notizia: “Da ieri, 14 dicem-
bre, Catania non ha più una sua storia”.
Distrutti in fumo i documenti che rac-
contavano gli organi dell’amministra-
zione urbana a partire dal secolo XV.
Mi sveglio impaurita. Mi pare di senti-
re ancora il puzzo delle fiamme, ma con
conforto mi ritrovo nella mia stanza,
con i miei due gatti che sornioni, ripo-
sano accanto a me e mi fanno le fusa. Il
rombo di un tuono mi mette paura, per-
ché mi ricorda il rumore dell’esplosio-
ne dell’ordigno di protesta. Si fa giorno
e corro in Piazza Duomo. Tutto è tran-
quillo. Entro nell’atrio del Palazzo
Municipale, osservo con attenzione la
sontuosa architettura, quando lo sguar-
do si posa su un’epigrafe: “Questo civi-
co palazzo devastato dalle fiamme nel-
l’ora buia della Patria, il 14 dicembre
1944, si restituiva al popolo nella risor-
ta Italia il 14 dicembre 1952.
Stefania Bonifacio
Al Teatro “Brancati” applausi per la commedia musicale “La fanciulla che campava di vento”
La memoria storica distrutta dalle fiammeIndietro nel tempo assistendo all’incendio del palazzo municipale (14 dicembre 1944)
l’intervista
Èstato un successo il flash
mob che venerdì, 20
novembre, ha animato Piazza Duomo,
abbracciando la fontana del mitico ele-
fante, il “liotru”, simbolo millenario del-
la città di Catania.
L’iniziativa è stata promossa dal Comi-
tato Provinciale di Catania per l’UNI-
CEF, per ricordare 26° Anniversario
dell’approvazione della Convenzione
sui diritti dell’infanzia e dell’adole-
scenza da parte dell’Assemblea Gene-
rale delle Nazioni Unite e confermare
l’impegno solidale dei catanesi.
Numerose le scuole di ogni ordine e gra-
do che, con proprie rappresentanze,
hanno aderito, insieme a club service e
associazioni, esponendo variopinti stri-
scioni per dire si ai diritti dei bambini, di
tutti i bambini del mondo.
Particolarmente nutrita la presenza
degli studenti del Liceo Artistico “Emi-
lio Greco” che hanno provveduto a
mantenere il servizio d’ordine, indos-
sando la pettorina azzurra con il logo
UNICEF e a sventolare tante bandiere
che raffigurano una mamma che solleva
il suo bambino.
L’ultimo brano musicale ha accompa-
gnato l’esibizione delle bambine del-
l’A.S.D. “Butterfly Company” di Peda-
ra, diretta da Marianna Leone, che han-
no dato vita ad un delizioso balletto.
“Per ogni bambino la giusta opportuni-
tà” ha dichiarato Vincenzo Lorefice,
Presidente del Comitato Provinciale
UNICEF, aggiungendo: ”Tutti i bambi-
ni di questo pianeta hanno il diritto di
essere felici, di esplorare il loro mondo
in sicurezza e di essere sani per rag-
giungere il loro pieno potenziale. Pur-
troppo, però, i diritti di milioni di bam-
bini e adolescenti vengono negati da pri-
vazioni e discriminazioni di ogni gene-
re. Diseguaglianze che si trasmettono e
ripetono di generazione in generazione,
in un circolo vizioso che ha poi le sue
conseguenze culturali, politiche, eco-
nomiche e sociali che generano un
mondo sempre più diseguale e assolu-
tamente ingiusto”.
Parole di apprezzamento sono state
rivolte a Lorefice e ai volontari UNICEF
dal Vice Sindaco, Marco Consoli, che
ha assistito con partecipazione ed inte-
resse all’evento.
®
UNICEF: 26° dell’approvazione della Convenzionesui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Il Teatro Comunale di Bel-
passo ha ospitato la ceri-
monia di consegna del Premio Lettera-
rio Internazionale Nino Martoglio,
XXIX edizione, organizzato dal Cir-
colo Athena e dalla Regione Siciliana
con la consulenza scientifica dell’Isti-
tuto di Storia dello Spettacolo Sicilia-
no e la collaborazione del Comune di
Belpasso.
La giuria presieduta da Sarah Zap-
pulla Muscarà (Università di Catania)
e Anna Maria Spataro (presidente del
Circolo Athena), Carlo Caputo (Sin-
daco di Belpasso), Domenico Tempio
(editorialista de “La Sicilia”), Vicente
Gonzalez Martin (Università di Sala-
manca), ha assegnato il “Martoglio”
2015 per la sezione Letteratura a Giu-
seppina Torregrossa (Il figlio
maschio, in cui l’autrice, mediante una
scrittura fortemente accattivante,
costellata di sapienti e gustosi innesti di
espressioni, modi di dire e proverbi
siciliani, intesse attraverso varie gene-
razioni la grande storia di una famiglia
di editori e librai siciliana); per la
sezione Letteratura umoristica a Gene
Gnocchi (Cosa fare a Faenza quando
sei morto, dove, con stile caustico e
graffiante, gioca a far implodere, tra
leggerezza e retrogusto amaro, usi,
costumi, falsi miti e cattive abitudini
della nostra quotidianità); Paolo Di
Paolo (La mucca volante, felice equi-
librio fra poesia, ironia, trasfigurazione
simbolica e moralistica demistifica-
zione) è stato premiato per la Lettera-
tura per ragazzi; per il Giornalismo
Virman Cusenza, direttore di testate
nazionali, opinionista molto accredita-
to; premio Athena a Mario Incudine,
artista talentuoso che affianca alla
sapiente ricerca formale ed estetica una
forte passione morale e civile; premio
Editoria a Il Girasole e Le Farfalle
Edizioni, fondate da Angelo Scan-
durra, che in trent’anni di attività han-
no ospitato testi di autori importanti
quali Giorgio Caproni, Vincenzo Con-
solo, Mario Luzi, Rossana Rossanda,
Eduardo De Filippo, Antonio Tabuc-
chi, Camilla Cederna, Michelangelo
Antonioni, Manlio Sgalambro; pre-
mio Opera Prima a Pietro Melati e
Francesco Vitale (Vivi da morire, bal-
lata civile scritta da chi ha vissuto in
prima linea la terribile stagione della
guerra di mafia; un libro che ha la for-
za politica di un j’accuse).
Istituito dal Circolo Culturale Athena
di Belpasso per celebrare la straordi-
naria stagione culturale del Novecento
attraverso il genio multiforme di uno
dei suoi protagonisti più illustri, il
grande Nino Martoglio, il Premio si
richiama fortemente all’identità stori-
co-culturale della Sicilia per valoriz-
zarla e diffonderla. Il richiamo a valo-
ri universali di cultura e di civiltà, l’a-
pertura ad un orizzonte europeo ed
internazionale, fanno di questo Premio
l’espressione della vocazione siciliana
a farsi centro propulsore di idee nell’a-
rea culturale del Mediterraneo. Nel-
l’Albo d’Oro delle trascorse edizioni,
tra gli altri, Gesualdo Bufalino, Giu-
seppe Bonaviri, Andrea Camilleri, Sil-
vana Grasso, Leo Gullotta, Maurizio
Scaparro, Vincenzo Pirrotta, Marcello
Sorgi, Paolo Mieli, Pietrangelo Butta-
fuoco, Francesco Merlo, Maria Latel-
la, Vittorio Sgarbi.
La cerimonia, presentata da Flaminia
Belfiore, affiancata dall’attore Ago-
stino Zumbo che ha letto alcuni brani
dei libri dei premiati, presenti, tra gli
altri, Giovanni Barbagallo (sindaco di
Trecastagni); Bianca Prezzavento
(assessore alla Cultura di Belpasso);
Fulvia Caffo (sovrintendente ai Beni
Culturali); Alfio Papale (deputato
regionale), è stata arricchita da Mario
Incudine che ha cantato C’è bisogno
di pace, una chiosa per una manifesta-
zione che ogni anno ribadisce con for-
za l’importanza della diffusione cultu-
rale e della promozione di letteratura e
poesia, a difesa dei valori dell’Uomo
contro la barbarie e il cinismo di un
mondo sempre più disincantato.
Carlo Majorana Gravina
RUBRICHE
Valorizzare l’identità storico-culturaleXXIX Premio Martoglio a Belpasso
12 Prospettive - 29 novembre 2015
All’Istituto Alberghiero
“Karol Wojtyla” di Cata-
nia, via Lizio Bruno, si è svolto il corso
di formazione per Dirigenti Scolastici e
D. S. neoassunti “Lo start up dell’atti-
vità gestionale del dirigente scolastico”
organizzato dall’associazione profes-
sionale sindacale ANIEF ed Eurosofia,
ente italiano di Formazione europea
Professionale e di Ricerca. Relatori
Marcello Pacifico, presidente naziona-
le ANIEF, Leonardo Gesù e Giuseppe
Capuana formatori Anief e il Dirigente
Scolastico Daniela Di Piazza.
Sono più di quaranta i presidi neoas-
sunti che hanno partecipato insieme ad
altri colleghi, che da anni dirigono la
scuola, all’aggiornamento sull’appli-
cazione della “buona scuola”, che ha
riscosso notevole successo suscitando
interesse tra i presenti. Sono stati esa-
minati diversi argomenti, la nuova figu-
ra del Dirigente Scolastico e
il suo ruolo atipico polifun-
zionale, puntando su for-
mazione, istituzione e
orientamento, nonché pro-
gettualità, fattibilità, inte-
grazione, flessibilità, effi-
cacia, responsabilità patri-
moniale-contabile, traspa-
renza. Chiara ed esaustiva la
relazione sul rapporto di lavoro: adem-
pimenti e responsabilità di inizio anno
scolastico, con focus sulle novità intro-
dotte dalla legge 107/2015, non trascu-
rando l’approfondimento sulla sicu-
rezza nei luoghi di lavoro, la rendicon-
tazione, l’alternanza scuola-lavoro.
Aggiornamenti e novità sulla gestione
delle risorse:la procedura ordinaria di
contrattazione, il codice dei contratti
pubblici ed il vigente regolamento di
contabilità per le istituzioni scolastiche
operanti nel territorio della Regione
Siciliana (D. A. 895/2011).
Il presidente Anief Marcello Pacifico
sottolinea in modo completo “la diri-
genza oggi è chiamata ad un alto ruolo
di responsabilità, da coniugare con tut-
ti i livelli di organizzazione scolastica
dal Collegio Docenti al Consiglio d’I-
stituto ed RSU, al fine di attuare piena-
mente l’autonomia scolastica mai rea-
lizzata negli ultimi vent’anni. La legge
della “buona scuola” potrebbe essere
una buona occasione, ma purtroppo
mostra luci e ombre, è necessario capi-
re tutti gli aspetti che possono portare
ad una migliore professionalità del per-
sonale scolastico, senza dimenticare
purtroppo quei buchi neri in termini di
trasferimento, reclutamento manage-
ment, che potrebbero tradire il ruolo
stesso della funzione di chi è chiamato
a svolgere: un compito costituzionale,
per il bene dei nostri figli”. Il corso pro-
posto ha affrontato inoltre tutti gli argo-
menti sulla legislazione scolastica, daal
dimensionamento al rapporto docen-
ti/alunni per classi, al sostegno, alle fun-
zioni strumentali al piano dell’offerta
formativa, alla formazione obbligato-
ria. In modo conciso è stato specificato
il ruolo del Collegio Docenti, che deci-
de in rapporto al piano dell’offerta for-
mativa i corsi più appropriati per la rea-
lizzazione della stessa, e metterle nel
PTOF (piano triennale offerta formati-
va). In conclusione si è anche ricordato
quali sono gli aspetti specifici che inte-
ressano alla categoria, in particolar
modo quel che riguarda coloro che
hanno svolto per diversi anni incarichi
di Dirigente e i neoassunti negli ultimi
dieci anni, che non hanno avuto la
perequazione interna in termini di ade-
guamento stipendiale come altri colle-
ghi, per questa ragione l’Anief ha
annunciato ricorsi che sono vittoriosi
presso il tribunale del lavoro;
si è parlato anche dei proble-
mi che riguardano i presidi
incaricati. Il Dirigente Sco-
lastico Di Piazza soddisfatta
per l’approfondito semina-
rio, ha annunziato che in
questi giorni presso l’Istitu-
to si svolgerà un corso for-
mativo per docenti sulla
“buona scuola”, l’appuntamento con i
Dirigenti è al 17 dicembre.
Lella Battiato
All’Istituto “Karol Wojtyla” primo corso di formazione Anief-Eurosofia per Dirigenti Scolastici
Aspetti pratici della riforma della scuola
Start up trionfaleper il nostro arancinodi grano antico
La Cittadella dell’Agroa-
limentare Siciliano,
Omnia Agricolae in sinergia con l’I-
stituto Alberghiero “Karol Wojtyla”
di Catania presentano e sperimenta-
no grazie alla collaborazione del
prof. Enzo Mannino, chef e segreta-
rio dell’Associazione Cuochi Etnei,
con Gaetano Iacono consulente
Coreras, l’arancino siciliano con il
grano antico nel caso specifico “far-
ro lungo”, una delle quattro varietà
di grano di cui si sta riprendendo la
produzione: tumminia (timilia),
maiorca, senatore Cappelli. Una
modalità per sostenere l’agricoltura
fonte di vita, rivalutando i grani anti-
chi sostituendo il riso, poco coltivato
nell’Isola tranne che a Caltanissetta.
Produrre in modo ecocompatibile
significa lottare contro il saccheggio
dell’ambiente, proteggere la salute
di tutti, un investimento sul futuro
del nostro territorio. Questa lavora-
zione più sana e onesta richiede più
tempo per preparare il grano duro.
L’assaggio è stato gradito dai pre-
senti e commentato favorevolmente
come sostiene anche il dirigente sco-
lastico dott. Daniela Di Piazza; si
tratta di una scoperta gradevole da
replicare in tutta la Sicilia e anche da
esportare, questi grani inoltre sono
poveri di glutine, più digeribili
anche per chi soffre di intolleranze
alimentari.
L.B.
della Sicilia