sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze comune di giussano 2017

48
SFIDA ALLA GENITORALITAAiutare i nostri figli a diventare grandi Luisa Ghianda e Chiara Dallavalle Studio kappa – Via Filzi 28 Desio – cell. 3355940606 www.studiokappa.it

Upload: luisa-ghianda

Post on 07-Apr-2017

62 views

Category:

Health & Medicine


1 download

TRANSCRIPT

Page 1: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

SFIDA ALLA GENITORALITA’Aiutare i nostri figli a

diventare grandi

Luisa Ghianda e Chiara Dallavalle

Studio kappa – Via Filzi 28 Desio – cell. 3355940606www.studiokappa.it

Page 2: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

L'amore materno e i macachi di Harlowhttps://www.youtube.com/watch?v=c3_Od54UR9w

Page 3: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

TEORIA DELL’ATTACCAMENTO John Bowlby (1907-1990)

trilogia «Attaccamento e perdita»

Motivazione primaria intrinseca: il legame di attaccamento

• Un comportamento di attaccamento è un comportamento mantenuto da una persona per mantenere la prossimità e la vicinanza con una altra persona che si ritiene più adeguata di se stessi ad affrontare il mondo

• Si manifesta più facilmente quando si è impauriti e si attenua quando si ottengono sostegno e cura

Page 4: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

ATTACCAMENTO ALLA MADRE

Il bambino cerca il calore e la protezione dell’animale adulto È un bisogno geneticamente determinatoE’ il bisogno di una esperienza relazionale con il care giver

continuativa, calda, intima, dove entrambi provino soddisfazione e gioia

LA SEPARAZIONE DELLA MADRELe separazioni, anche se temporanee, provocano nel bambino rabbia e

ansia Le reazioni alla separazione (proteste) hanno funzione adattiva,

poiché hanno permesso la sopravvivenza della specie Le emozioni associate a tali proteste non comporteranno problemi

psico-emotivi se il bambino ha imparato a sentire nella madre una «base sicura»

Page 5: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

FASI DELL’ATTACCAMENTO• 0-2 mesi: comportamenti di attaccamento non intenzionali, né selettivi (es.

pianto, sorriso, aggrapparsi)• 2-6 mesi: comportamenti di attaccamento verso una o più precise persone,

specialmente il care giver• 6-18 mesi: legame di attaccamento vero e proprio. Il bambino può

permettersi di esplorare l’ambiente, utilizzando la madre come base sicura (intorno ai 12 mesi)

• Dai 18 mesi: il bambino può tollerare la lontananza dalla madre grazie alle conquiste cognitive e alla capacità di rappresentarsi mentalmente gli eventi (rappresentazioni mentali di sé e della figura di attaccamento basati su ripetute esperienze relazionali con la madre)

• Dalla madre alla generalizzazione: formazione di modelli interni su come funzionano le relazioni con il mondo

Page 6: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

STRANGE SITUATION (Mary Ainsworth)

https://www.youtube.com/watch?v=s608077NtNIhttps://www.youtube.com/watch?v=-6iluZw6goA

valutazione dell’equilibrio tra attaccamento ed esplorazione, usando la madre come base sicura,

nei bambini di 1 anno1. Familiarizzazione con l’ambiente2. Bambino e madre giocano insieme3. Entra un estraneo, la madre rimane nella stanza4. Esce la madre, il bambino rimane con l’estraneo5. Rientra la madre, esce l’estraneo6. La mamma esce, il bambino rimane solo7. Rientra l’estraneo8. Rientra la mamma, l’estraneo esce

Page 7: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

STILI DI ATTACCAMENTO

1. ATTACCAMENTO SICURO2. ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE

3. ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE4. ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO

Page 8: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

ATTACCAMENTO SICURObuon equilibrio tra attaccamento ed esplorazione

il bambino si sente degno di essere al mondo, sente di poter ricevere sostegno ed amore

• Quando la mamma c’è, il bambino esplora l’ambiente con la mamma come base sicura

• Quando la mamma va via, piange alla separazione ma è facilmente consolabile grazie ai giochi o all’estraneo

• Quando la mamma torna, è felice e ricerca subito il contatto con lei per poi tornare ad esplorare l’ambiente usando la madre come base sicuraComportamento madre: sensibile alle richieste dei bambino,

supportiva. Essere una base sicura comporta avere fiducia nel bambino, nel

mondo là fuori, in se stessi, nella coppia genitoriale .

Page 9: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTEdisequilibrio verso l’esplorazione

il bambino non si sente degno di essere amato, il mondo non è un posto dove poter esprimere i propri bisogni

• Quando la mamma c’è, il bambino non se ne cura ed esplora l’ambiente mostrandosi più orientato all’esplorazione che all’attaccamento

• Quando la mamma va via, non protesta e continua ad esplorare l’ambiente• Quando la mamma torna, non se ne cura più di tanto e continua a fare ciò

che stava facendo

Comportamento madre: intrusivo, eccessivamente stimolante o al contrario molto evasivo

Page 10: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTEdisequilibrio verso l’attaccamento

il bambino non si sente degno di essere amato, il mondo fa paura, è un posto ambivalente, paura di staccarsi dalla madre

• Quando la mamma c’è, il bambino non esplora l’ambiente, ma ricercando costantemente la vicinanza della madre

• Quando la mamma va via, protesta disperatamente ed appare inconsolabile

• Quando la mamma torna, il bambino è arrabbiato con lei perché la mamma lo ha lasciato da solo

Comportamento madre: non si sintonizza con il bambino, si allontana o avvicina secondo i suoi bisogni, è ambivalente

Page 11: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

ATTACCAMENTO DISORGANIZZATOfallimento del legame con la madre

il bambino non si sente degno di essere amato, ma non sa più cosa fare

• Il bambino non sa cosa fare, se separarsi, se esplorare, perché è completamente disorganizzato

Comportamento madre: infonde paura, infonde il pericolo

Page 12: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

FUNGERE DA PORTO SICURO:fornire radici per crescere e ali per volare

I neonati hanno bisogno che il care giver sia sintonizzato. Sensibilità materna: la capacità di recepire i segnali fisici ed emotivi del bambino,

rispondendovi in modo adeguato (sentirsi sorretto). Aiutare il neonato, sopraffatto dalle sensazioni fisiche ed emotive, a ritornare in uno stato

accettabile. Non è necessario essere perfetti: esiste la capacità riparativa. I bambini hanno bisogno di occupare un posto preciso nella propria famiglia: devono

sapere che sono apprezzati per quella persona speciale che sono. Da «penso dunque sono» (Cartesio) a «sono pensato, sono riconosciuto, sono amato,

dunque sono»: se ci si sente amati si avranno più possibilità di sviluppare tutte le potenzialità personali.

Se sono riconosciuto, cioè accettato e amato, imparo ad auto-riconoscermi, cioè ad accettare ed amare me stesso e la realtà che mi circonda.

Page 13: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

QUANDO E PERCHE’ DIRE DI NO

Insegnare al neonato che è un essere distinto dal genitore e che ha le sue risorse.

L’intervallo tra il pianto e la risposta diviene essenziale per lo sviluppo. Un vero rapporto implica frustrazione, oltre che conforto, armonia e amore.

Permettere al bambino di fare i suoi tentativi per raggiungere i risultati desiderati consolida la sua autostima, la sua creatività.

Page 14: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

DALL’EDUCAZIONE NORMATIVA ALL’EDUCAZIONE AFFETTIVA

• La rigidità relazionale di un tempo è messa in discussione: l’impossibilità di negoziare il verbo familiare e l’assenza di contatto-vicinanza-comunicazione sono rifiutati.

• La figura del genitore-amico è una interpretazione iperprotettiva del ruolo genitoriale affettivo-relazionale. La vicinanza eccessiva rischia di soffocare l’autonomia; la confidenzialità eccessiva non è necessariamente costruttiva.

• I genitori hanno perso quell’aura sacrale di detentori della norma a favore di una maggiore umanità, il rischio è una immagine di fragilità.

Page 15: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

GLI STILI EDUCATIVI GENITORIALIwww.youtube.com/watch?V=Y85 Cggg-VU stili genitoriali

1. Stile ipernormativo 2. Stile iperprotettivo3. Stile ipercritico4. Stile incoerente

Descrivete la relazione con i vostri figliRipensate al vostro modello di padre/madre sulla base delle vostre esperienze relazionali

precociRipensatevi bambini per identificarvi con le fatiche dei vostri figli a fronte di alcune

vostre modalità comportamentali Quale è stato il vostro modello rispetto alle regole?

Page 16: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Esempio: il bambino mangia una merendina prima del pranzo

REAZIONE DI TIPO REATTIVO-GIUDICANTE «No, non si mangia prima del pranzo o ti rovinerai l’appetito!».

• Rimasuglio della passata educazione normativa.• Mancano regole esplicite dichiarate a monte. • Il bambino non viene messo nella condizione di fare scelte autonome in

base ad una precedente regola, ma viene giudicato sotto il profilo di ciò che è giusto o sbagliato, in base ad una decisione arbitraria dell’adulto.

• Il pericolo è la dipendenza del bambino dai genitori: egli non sa mai come deve comportarsi, può sbagliare ed essere redarguito in qualsiasi momento.

Page 17: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Esempio: il bambino mangia una merendina prima del pranzo

REAZIONE DI TIPO RINUNCIATARIOIl genitore fa finta di niente, al massimo esordisce «Ti rovinerai la cena (fai come vuoi)»

• Mancano regole esplicite. • Dimissività educativa: il genitore rinuncia al suo ruolo pensando

che i figli si educhino da soli. • Il bambino non viene messo nella condizione di seguire alcuna

regola, poiché si crede nella sua naturale bontà o nell’idea che se sbaglia dovrà subirne le conseguenze, da cui imparerà la lezione.

• Ma il bambino non è in grado di assumere decisioni realistiche, perché non ha ancora una sufficiente esperienza.

Page 18: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Esempio: il bambino mangia una merendina prima del pranzo

ESPLICITAZIONE DELLE REGOLE: IL GENITORE AUTOREVOLEIl genitore fa finta di niente, al massimo esordisce «Ti rovinerai la cena (fai come vuoi)»

• Le regole vanno definite in anticipo. • Devono essere semplici, chiare, sostenibili, adeguata all’età del

bambino, motivate, consensuali.• Devono variare con l’età perché con la crescita aumenta lo spazio di

autonomia del giovane.• Criterio della ragionevolezza: la regola è tirannica o educativa? E’

utile alla crescita di mio figlio? E’ centrata sui suoi bisogni o sui miei? • Vanno fatte rispettare e devono essere rispettate. • Coesione educativa tra coniugi: attenzione a colludere con il figlio,

invece che con il partner!

Page 19: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Gli stili educativi possono favorire o impedire una serena costruzione del sé, un minor ricorso da parte del bambino a modalità aggressive, una maggior capacità di rispettare e ridefinire le regole

• STILE AUTORITARIO NORMATIVO CRITICO: la fitta imposizione di regole genera aggressività e improvvise trasgressioni.

• STILE LAISSEZ FAIRE: l’atteggiamento amicale fatto di scarse regole e molte concessioni, genera ansia, confusione, spesso anche aggressività.

• STILE AUTOREVOLE: poche regole ma molto chiare rendono il bambino disponibile ad accettarle, meno aggressivo nei confronti di coetanei e adulti. Crescendo sarà possibile rinegoziarle senza invalidarle.

Page 20: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LA FIGURA DEL GENITORE EDUCATIVOEvitare forme di perfezionismo o modelli ideali. Gli errori

possono essere una grande risorsa, in quanto consentono ai figli di costruirsi una propria identità, di separarsi e di segnare un passaggio verso forme più consapevoli di conoscenza di sé.

Rivedere l’educazione ricevuta per liberarsene e costruire nuovi modelli educativi.

Cercare relazioni di auto aiuto, perché lo scambio di esperienze è fonte di crescita.

So-stare nel conflitto per apprendere l’arte della relazione, della negoziazione come capacità di esercitare l’autorità senza autoritarismo e di esercitare l’ascolto senza cadere in forme indiscriminate di confidenzialità.

Praticare la coesione educativa, per eludere il meccanismo di delegittimazione reciproca tra partner, che porta ad azzerare la autorità di entrambi.

Page 21: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LA FUNZIONE EDUCATIVA DELLE REGOLE:sviluppare autonomia

• Salvaguardano dai pericoli • Organizzano la crescita e sviluppano l’autonomia: fare da soli alimenta

l’autostima • Nell’infanzia danno sicurezza (è nell’adolescenza che vengono contestate) • Strutturano i rapporti sociali garantendone un buon funzionamento• Sono funzionali al buon inserimento sociale. La scuola continuerà il

compito di costruzione di regole in una ottica di educazione alla convivenza civile

• Intorno ai 7 anni vengono discusse, ridefinite, applicate in modo rigoroso

Page 22: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LA FUNZIONE EDUCATIVA DELLE REGOLE:spazio di libertà

• Conoscere le «regole del gioco» offre libertà, poiché le procedure trasparenti diventano uno spazio comune dove poter vivere.

• Sapere cosa è concesso e cosa non lo è genera un senso di tranquillità.• La relazione non è confusiva: il bambino non viene sgridato senza sapere

cosa ha sbagliato.• Abbattere l’autoritarismo non significa abbattere l’autorità abbattendo

le regole. L’autoritarismo è privo di regole chiare, è legato all’arbitrarietà. • La libertà è applicata su regole chiare, esplicite, condivise,

consensuali: questo è alla base di un vero patto educativo.

Page 23: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LA FUNZIONE EDUCATIVA DELLE REGOLE:la disciplina della cura

• Una regola è tale per la sanzione ad essa connessa. Se la regola viene infranta deve necessariamente seguire la punizione, altrimenti trattasi di un mero suggerimento.

• La punizione/sanzione non ha solo valenza repressiva. Insegna a: 1. discernere tra elementi positivi ed elementi negativi dei propri gesti (senso

morale)2. aumenta la consapevolezza circa le conseguenze delle proprie azioni3. insegna a contenere la frenesia di fare sempre ciò che si vuole4. consente di interiorizzare la presenza di limiti nella vita• Cura e disciplina sono la stessa cosa: cura significa accogliere l’altro e farlo

manifestare-crescere; essa deve avvenire attraverso il disciplinamento di sé, che rende possibile anche la manifestazione dell’altro.

Page 24: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LA FUNZIONE EDUCATIVA DELLE REGOLE:conoscere e gestire le emozioni

• Il bambino non può imparare a controllare l’aggressività e le emozioni negative se non ha avuto la possibilità di provarle in prima persona. Solo così può valutarne la forza e trovare in sé le risorse per imbrigliarle e, se possibile, utilizzarle per scopi vantaggiosi.

• Il desiderio di risparmiare ai propri figli qualsiasi dispiacere, ne blocca la capacità di gestire le esigenze altrui (scartati dal gruppo di pari/disadattati sociali).

• Un bambino che vince con la prepotenza (grida «voglio» e ottiene) non trova mai niente soddisfacente, perché non è dato spontaneamente. Magari si sentirà potente, ma non apprezzato, né amato.

Page 25: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

DIFFICOLTA’ NEL DEFINIRE LIMITI E REGOLE

• Maggiore distanza con le precedenti generazioni genitoriali: assenza di un modello in cui identificarsi e difficoltà nel crearsene uno nuovo.

• Cambiamenti connessi con il ruolo femminile: ambiti prima esclusivamente maschili.

• Messa in crisi del ruolo maschile e paterno: alla ricerca di una nuova modalità di relazione con i figli.

• Codice maschile e codice femminile: sbilanciamento verso la cura, la protezione, a sfavore di indipendenza ed autonomia, responsabilità, rispetto delle regole.

• Eccessiva istituzionalizzazione dei bambini. • Generazioni lontane per differenza di età: disagio nei genitori.• Rapidi mutamenti tecnologici e sociali: senso di inutilità, spaesamento,

senso di inadeguatezza, incomprensione, difficoltà a riconoscere e riconoscersi.

Page 26: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LA GESTIONE DEI CONFLITTI

Page 27: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Eventi normali, inevitabili, fisiologici tra esseri umani

• Gestire i conflitti significa apprendere come districarsi tra gli aspetti emotivi e relazionali che questi sollecitano, separando le persone dal problema ed utilizzando criteri oggettivi per inventare soluzioni vantaggiose per tutti.

• In tal modo è possibile cogliere gli elementi costruttivi che il conflitto comporta, trasformandolo in un'occasione di conoscenza di sé e di “incontro” con gli altri.

Page 28: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Cause del conflitto• diversità di esperienze• diversità di visioni soggettive della realtà• diversità causata dall’originalità di ogni essere umano• diversità causata dallo scontro tra le mappe autobiografiche personali• diversità culturali• strenue difesa per sostenere un proprio modello interiore• differenze di obiettivi ed interessi• scontro tra il proprio e l’altrui bisogno di sicurezza• scontro tra il proprio e l’altrui bisogno di auto-affermazione• propria e altrui paura del cambiamento• fraintendimenti• comunicazione disfunzionale

Page 29: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

I modelli del passato incidono sulla gestione odierna

• Come siete stati educati ai conflitti? • Da chi si ha preso la tendenza ad arrabbiarsi o, per contro, a chiudersi in se stessi? • Come si comportavano i vostri genitori in situazioni conflittuali? Quale è il vostro modello

familiare? • Cosa vi hanno insegnato i vostri genitori rispetto al conflitto? Quali sono i messaggi a

riguardo che vi ronzano ancora in testa? • Cosa è rimasto oggi di quell’antico modello? • Perché si finisce spesso per accontentarsi di una mediazione che lascia insoddisfatti oppure

si arriva allo scontro? • Perché ci si ferma alla modalità di persuasione o all’uso di finte buone maniere con le quali

si evita di affrontare il problema?

Il conflitto è faticoso e forse non prevede tecniche di soluzione, ma solo di lenta trasformazione, operazione che necessita una alta motivazione personale

Page 30: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

La mappa interna• 1. la generalizzazione : assimilare i contenuti delle proprie

esperienze e formulare conseguenti assunti, ai quali si crede ciecamente.

• 2. la cancellazione: prestare selettivamente attenzione ad alcune cose escludendone altre. Nasce dal bisogno di dimenticare antichi dolori troppo acuti o ridurre il mondo a proporzioni maneggiabili.

• 3. la deformazione: distorsione degli stimoli e dell’esperienza per renderli conformi al proprio quadro di riferimento e alle proprie aspettative.

Page 31: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

So-stare nel conflitto:acquisire la capacità di permanenza per

orientarsi

• la percezione del fenomeno “conflitto” è ciò che causa più sofferenza: lavorare sull’oggettività del conflitto + prendere in carico il vissuto interno da esso suscitato

• implementare la capacità di lettura della parte sommersa (la natura emotiva del conflitto): maggior contatto con se stessi.

• avviare una lunga operazione di decontaminazione della propria parte razionale dalle proprie emozioni: «Perché mi sembra così irrinunciabile la mia posizione? Cosa sto difendendo strenuamente di me?»

• maggior contatto con ciò che dell’Altro non si riesce a cogliere (i suoi “buoni” motivi, i suoi bisogni, i suoi differenti punti di vista)

Page 32: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Orientarsi

• BISOGNI: il conflitto è un pretesto per manifestare bisogni più profondi? Rifarsi ai bisogni della piramide di Maslow

• INTERESSI: è il bisogno esplicitato e contestualizzato. Non si possono negoziare i bisogni ma si può negoziare sulla modalità con cui si esprime tale bisogno

• LE EMOZIONI: cosa stanno provando gli attori coinvolti? E’ una emozione che conosco? Mi riconosco nelle emozioni altrui? Cosa sto provando io?

• VANTAGGI: ci sono dei vantaggi espliciti a livello intrapersonale nel mantenere vivo il conflitto? Ci sono vantaggi impliciti?

Page 33: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Gli stili conflittuali 1. Elusivo (evitante): stile a-conflittuale

2. Accomodante: stile a-conflittuale 3. Competitivo (impositivo) : stile conflittuale

4. Trasformativo: stile conflittuale

• Nello stile elusivo, accomodante e competitivo c’è negazione del conflitto• Nello stile trasformativo c’è l’accettazione del conflitto• Queste 4 variabili sono tutte valide ma solo se vi è autoconsapevolezza circa lo

stile adottato e le possibili implicazioni• Il COMPROMESSO è un punto di approdo dove le parti rinunciano a qualcosa di

sé. E’ utile per decidere in breve tempo su elementi pressanti ma lascia strascichi sugli elementi emotivi (rimproveri e rancori)

Page 34: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Maggior contatto con se stessi e con l’Altro per trovare il compito sostenibile

• Indagare spasmodicamente le cause del conflitto non serve, perché non è la pretestuosità che lo risolve.

• Lavorare sui bisogni soggettivi, sui vantaggi impliciti. • Solo successivamente è possibile decentrarsi da sé per capire il punto di

vista altrui: «cosa sta strenuamente difendendo di sé?»

Il compito sostenibile: ciò che oggi sembra impossibile domani potrebbe diventare

praticabile

Page 35: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

GESTIRE IL CAPRICCIO

• Se possibile non entrare in reazione simmetrica: rabbia, impazienza, nervosismo sono segno di fragilità emotiva e portano il bambino a non fidarsi dell’adulto.

• Chiedersi: perché mi danno così fastidio i suoi comportamenti? Perché mi sto arrabbiando? Scoprire il vero proprio motivo interno.

• Chiedere al bambino il motivo del suo comportamento (linguaggio dei sentimenti/doppiarlo)

• Legittimare/accogliere il sentimento sottostante. • Prima della soluzione i bambini necessitano comprensione

emotiva.

Page 36: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

PERCHE’ NON FUNZIONA URLARE?

Perché i bambini apprendono in modo diverso

1. IMITAZIONE: LASCIATI IMITARE2. GIOCO: GIOCA CON LUI INSEGNANDOGLI LA MODALITA’ SANA3. LE FILIPPICHE NON RIENTRANO NEL LORO FUNZIONAMENTO

4. EVITA LE IMPOSIZIONI5. NEL DIRE NO SII FERMO E ACCOGLIENTE (il tuo no ha una ragione)

6. EDUCALO ALLA RESPONSABILITA’

Page 37: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

ED ANCORA…

No minacce fatte di iperbole: al bambino suonano immagini reali. Fermezza: siate convinti che quel che fate è giusto, altrimenti

trasmettete la vostra insicurezza e il bambino riceve un messaggio confuso.

Coerenza nel fissare i limiti: l’incoerenza è dovuta a punti di vista diversi tra partner e all’insicurezza circa il proprio punto di vista. Un clima di poca tranquillità rende il bambino riluttante. I bambini preferiscono esiti prevedibili, anche se non sono quelli

desiderati, alle montagne russe dell’alternarsi di speranza e delusione.

Page 38: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

IL RITUALE NELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI

Esempio: raccontare una fiaba prima di dormire, cenare insieme, il tappeto della pace

• Necessita di uno spazio tempo-definito e di elementi simbolici

• Struttura la relazione infondendole forza coesiva interna• Rafforza il senso di appartenenza al contesto familiare• Assume un ruolo contenitivo, grazie alla ripetitività • E’ sempre basato sul piacere, sulla gratificazione reciproca.

Page 39: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

DIFFICOLTA’ NEL RISPETTARE LIMITI E REGOLE

• La tendenza a trasgredire rappresenta la possibilità di provare il confine del proprio io.

• La richiesta di un limite è una richiesta di contenimento/confine al fine di sperimentare l’autonomia con alle spalle la sensazione di essere contenuti, come a dire «io sono fino a lì».

Saremmo in preda a forti ansie se nel mondo sociale non ci fossero regole sociali di buona convivenza.

Page 40: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Adolescenti e conflitto

• Necessità di genitori contro cui lottare per esplorare fino a che punto possono spingersi.

• Modo per scoprire cosa pensano veramente: rifiutano il vostro punto di vista per cercare la propria strada.

• Occasione per impararne la gestione ed essere più forti.• Bisogno ora solo della vostra opinione, ora dei vostri «no». • Bisogno di fiducia e di convincervi: apprezzano la vostra

capacità di ascoltarli. • Bisogno di sapere che state pensando a ciò che vi dicono.

Page 41: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Casa: una base sicura

• Dalla collera alla provocazione, dalla paura alla tristezza alla confusione quale ricerca della loro identità: mantenere una visione positiva della loro persona accrescerà la loro autostima.

• La vostra capacità di stabilire regole chiare e di attenervi ad esse contribuirà a far loro sentire che hanno una base sicura dalla quale partire per avventurarsi nel mondo.

• La chiave è essere in ascolto, forti e flessibili.

Page 42: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Si aspettano delle regole

• Si aspettano di essere protetti dalle «cose cattive». Questo non significa che garantiscano di accontentarvi.

• Si aspettano che gli chiediate informazioni, perché implicitamente comunicate un messaggio chiaro e affermate che i limiti sono importanti.

• Le vostre preoccupazioni rimandano che vi prendete cura di loro, il che accresce la loro autostima e la loro sicurezza.

• Ma: nel porre le vostre regole chiedetevi se agite per il loro bene o per la vostra tranquillità.

Page 43: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Vi sfidano per provarsi • Sfidano la vostra capacità di sopportazione: modo per chiedervi «quanto mi ami

veramente?». • Bisogno di sentirsi al sicuro, che voi ci siete comunque si comportino. • Bisogno di flessibilità: il vostro «si» o «no» deve suonare come una profonda

riflessione a seguito di un dialogo, piuttosto che l’applicazione di regole arbitrarie.

• Se i confini sono talmente fragili da essere facilmente abbattuti si spaventano: questo incoraggia la loro distruttività.

• Cedere facilmente alle pressioni spesso significa credere che un conflitto porti a una minore intimità, ma può lasciare l’adolescente con la sensazione di essere un prepotente. Se non si arriva mai allo scontro non impara che è possibile uscirne.

• Chiave: stabilire limiti certi, ragionevoli, in modo fermo ma gentile. La capacità di dire «no» è una rete di sicurezza.

Page 44: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Bisogno di identità distinta • Essere pronti a vederli sperimentare aspetti della vita che preferireste

evitassero. Fare in prima persona esperienze varie consente di scoprire se vanno bene per sé: la scelta è più convincente quando viene da dentro.

• Scontri quali tentativi di separazione da voi: tollerare il loro odio diventa un modo per permettere di litigare in un posto sicuro dove si è certi anche di essere amati (grande fonte di rassicurazione).

• Rifiutarli quando adottano nuove mode o atteggiamenti singolari può spingerli alla compiacenza o alla ribellione, arrestandone l’evoluzione.

• Famiglie troppo autoritarie rischiano, senza volere, di incoraggiare verso atteggiamenti estremistici.

• Incoraggiando la loro libertà di crescere fate loro desiderare di esservi più vicino.

Page 45: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Imparare da loro

• Li rende consapevoli che hanno un contributo da dare: accresce la loro autostima e soddisfa il loro desiderio di dare qualcosa in cambio di ciò che hanno ricevuto.

• Serve a far loro capire con l’esempio che non si ha mai finito di imparare: favorisce un atteggiamento curioso verso il mondo.

• Li rassicura che i genitori non sono statici, liberandoli nel loro sviluppo: elude i possibili sensi di colpa per eventuali avanzamenti.

Page 46: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

Il rapporto di coppia • L’eccesso di compiacenza può offrire la sensazione di unione

estrema, ma genera nel tempo staticità, risentimento. Dire «no» incoraggia il cambiamento e la differenza di idee. Sostenere il proprio punto vista permette di trovare un accordo che rispetti l’individualità di entrambi. Scoprirete che le differenze non minano la vostra intimità

• Per essere autenticamente reciproco un rapporto adulto deve essere formato da due persone distinte che scelgono di stare insieme. La vera intimità nasce dalla libertà di scelta. Per essere uniti abbiamo bisogno di lasciare andare. Solo allora potremo impegnarci in uno scambio autentico alla pari.

Page 47: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

EDUCAREè più che una mera esperienza correttiva è fungere da esempio: essere più che dire

Favorire l’apertura e il confronto con l’Altro. Aiutare l’Altro a costruire/generare legami positivi con sé, gli altri, la

realtà: promuovere l’esperienza di un io aperto alla reciprocità del tu. Ascoltare la complessità dei bisogni e delle emozioni altrui, perché

quando non vengono ascoltati trovano una soddisfazione compensativa attraverso un gioco psicologico o un adattamento copionale.

Il riconoscimento è il bisogno fondamentale dell’essere umano Coltivare atteggiamenti gratuiti di attesa (non di pretesa): accettazione

incondizionata dell’essere.

Page 48: Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017

LETTURE CONSIGLIATE

• Daniele Novara, La scuola dei genitori, Editrice Berti• G. Genovesi, L’educazione dei figli, La nuova Italia• B. Bettelheim, Un genitore quasi perfetto, Feltrinelli• G. Bollea, Le madri non sbagliano mai, Feltrinelli• F. Dolto, Come allevare un bambino felice, Mondadori• A. Phillips, I no che aiutano a crescere, Feltrinelli