sferisterio opera festival // 2007

76
Il gioco dei potenti drammi, illusioni e sconfitte nella lotta per il potere 43. Stagione Lirica 2007 MACBETH NORMA MARIA STUARDA Gala Performance Messa da Requiem La donna e il potere Nella mia fine sta il mio principio Saül

Upload: chemagazine

Post on 25-Mar-2016

245 views

Category:

Documents


12 download

DESCRIPTION

Esserci Comunicazione e Kryos presentano Sferisterio Magazine 2007 dedicato alla stagione lirica maceratese. Direttore: Carlo Scheggia.

TRANSCRIPT

Page 1: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il gioco dei potentidrammi, illusioni e sconfittenella lotta per il potere

43. Stagione Lirica 2007■ MACBETH ■ NORMA ■ MARIA STUARDA■ Gala Performance ■ Messa da Requiem ■ La donna e il potere■ Nella mia fine sta il mio principio ■ Saül

Page 2: Sferisterio Opera Festival // 2007

Sommario ■ Benvenuti al secondo atto dello Sferisterio Opera Festival 5 ■ Pier Luigi Pizzi presenta “il gioco dei potenti” 7 ■ Il tema del Festival 12 ■ Frammenti di storia 17 ■ Colonna sonora del Festival: FORM e Coro “Bellini” 25 ■ Gli anniversari 29 ■ La 43. Stagione Lirica 39 ■ Macbeth 42 ■ Norma 50 ■ Maria Stuarda 58 ■ Gala Performance 66 ■ Messa da Requiem per Beniamino Gigli 74 ■ Massimo Cacciari e “il gioco dei potenti” 85 ■ SaÜl 86 ■ La donna e il potere 89 ■ Maria Stuarda: “Nella mia fi ne sta il mio principio” 91 ■ Gli eventi in città 93

■ Le collaborazioni 97 ■ Laurea ad honorem per Pier Luigi Pizzi 103 ■ Musicultura Festival 105 ■ Il cartellone 2008 111 ■ Biglietteria 112

Rivista ufficiale dello Sferisterio Opera Festival Numero unico ‒ distribuzione gratuita

■ Direttore responsabile:Carlo Scheggia

■ Coordinamento editoriale:Andrea Compagnucci

■ Grafi ca e concessionaria di pubblicità:KryosViale XX Settembre, 59 - 62010 Mogliano (MC)Tel. 0733 557383 - www.dentroleidee.it

■ Testi a cura di:Carlo ScheggiaAlessandra GattariAndrea Compagnucci

■ Hanno collaborato:Barbara Maria Bianchi, Antonia Brancati,Paola Dezi, Evio Hermas Ercoli, Angelica Gabrielli,Beatrice Giongo, Elisabetta Perucci, Andrea Principi, Giovanna Salvucci, Laura Spatocco, Cristiano Veroli,la sezione AIL di Ancona, Pietro Molini per i manifestie le locandine storiche

■ Sponsor accounting Sferisterio Opera Festival:MEDIAVIP S.P.A. - Tel. 011 5618956

■ Foto e illustrazioni:Il fotografo uffi ciale del Festival è Alfredo Tabocchini

Archivio di Alfredo Tabocchini, Archivio Balelli,Archivio storico dello Sferisterio, Archivio storico delPiccolo Teatro di Milano, Archivio personale di Giancarlo del Monaco e www.mariodelmonaco.net (a cura di Roberto Scandurra), Archivio personale di Evio Hermas Ercoli, Archivio personale di Elisabetta Perucci, Foto CMR

I saggi critici delle opere sono a cura di Alessandra GattariLe opere di Vincenzo Conciatori sono riprodotteper gentile concessione dell’artista

■ Stampa:Bieffe s.r.l. - Recanati

■ Edito da:EsserciVia Gramsci, 42 - 62100 MacerataTel. 333 9435979 ‒ 339 8775717www.essercicomunicazione.it Iscrizione al ROC n. 14382

ASSOCIAZIONE ARENA SFERISTERIO■ ASSEMBLEA DEI SOCIGiorgio Meschini, Comune di MacerataGiulio Silenzi, Provincia di Macerata

■ CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONEGiorgio Meschini, PresidenteGiulio Silenzi, VicepresidenteRolando AngelettiDonato CaporaliniAlfredo CesariniEvio Hermas ErcoliGiuseppe FerrariDaniela GasparriniDino PeruginiFiorella Tombolini

■ COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTIEnrico Severini, PresidenteGiorgio PiergiacomiClaudio Sagretti

SFERISTERIO OPERA FESTIVALPier Luigi Pizzi, Direttore artistico

1

Page 3: Sferisterio Opera Festival // 2007

Benvenuti al secondo atto dello Sferisterio Opera Festival: il consolidamento che segue

l’atto primo dello scorso anno, il 2006 del rilancio, il 2006 di Pier Luigi Pizzi.

Alla fine della stagione de “Il viaggio iniziatico”, metafora delle prove e delle paure

di un nuovo corso, ci siamo congedati per ritrovarci ne “Il

gioco dei potenti”, allegoria delle pene di chi cerca di affermarsi, tema

attorno al quale ruotano i drammi e le illusioni di Macbeth, Norma,

Maria Stuarda.

Andiamo avanti incoraggiati dai “sold out” del 2006, a conferma

che la sfida intrapresa da Comune e Provincia è giusta. Rilanciare la

lirica in un momento di crisi dello spettacolo gettando il cuore oltre

l’ostacolo, per Macerata e per tutto il territorio, dove il direttore artisti-

co continua a cercare apporti. Con Civitanova Danza abbiamo collabo-

rato per organizzare il Gala Performance con Roberto Bolle e Alessan-dra Ferri e all’anfiteatro romano di Urbisaglia porteremo una recita

della Norma che si annuncia come uno degli spettacoli più suggestivi.

Il 2007 è anche un anno ricco di anniversari. Quarant’anni fa un

mio lungimirante predecessore, il sindaco Ballesi riapriva lo Sferisterio

alla lirica grazie alla creatività dell’indimenticato direttore artistico,

Carlo Perucci. Proprio Perucci portò allo Sferisterio Mario Del Mo-

naco, del quale quest’anno ricorrono venticinque anni dalla morte.

Trenta sono gli anni dalla scomparsa della più grande Norma di ogni

tempo, Maria Callas, mentre nel 1957, cinquant’anni fa, moriva Benia-

mino Gigli. Lo Sferisterio lo commemora con la messa da requiem di

Giuseppe Verdi.

Un programma ricco, a cui si aggiungono gli eventi al Lauro Rossi,

non sarebbe possibile senza il contributo delle imprese e delle istituzioni alle quali va il ringrazia-

mento di tutta l’associazione Arena Sferisterio. Senza di loro e senza l’entusiasmo dei collabora-

tori del Festival, Macerata non potrebbe offrirci ogni anno uno spettacolo tanto importante.

Un caloroso benvenuto infine agli spettatori e al Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari,

al quale ricambio l’ospitalità con cui ci ha accolto al teatro La Fenice per presentare questo

cartellone. A lui spetta l’onore di aprire il Festival con il primo degli avvenimenti culturali che

costelleranno “Il gioco dei potenti”.

Il Presidente dell’associazione Arena Sferisterio Giorgio Meschini

Il saluto

Benvenuti al secondo attodello Sferisterio Opera Festival

5

Page 4: Sferisterio Opera Festival // 2007

La sfida culturale di Macerata

L’intervista

Il direttore artistico Pizzi illustra “Il gioco dei potenti”

Perché è stato scelto il tema

“Il gioco dei potenti”?

È un tema che si esprime a

tanti livelli, con diversi spes-

sori ed è sempre di grande

attualità. Ogni giorno siamo

costretti a confrontarci con

il potere anche se non ne-

cessariamente dobbiamo es-

serne succubi o parte attiva.

Bastano i titoli scelti: Macbeth, Norma, Maria Stuarda, Saül per farci capire che siamo di

fronte a personaggi che, con

il potere hanno avuto dram-

matiche implicazioni. Le fonti

letterarie, da William Shake-

speare a Friedrich von Schil-

ler, ad Andrè Gide, così come

le musiche di Verdi, Bellini,

Donizetti, Testi garantiscono

l’alto livello culturale.

Come giudica la scelta di

questo cartellone?

Un progetto equilibrato e

stimolante, arricchito di altre

interessanti proposte.

Lo Sferisterio si apre anche

ad importanti collaborazio-

ni esterne.

Sì. L’edizione 2007 è segnata

dal coinvolgimento di altre

prestigiose istituzioni, come

l’Arena di Verona, la Scala di

Milano e l’Opera di Roma, in

una prospettiva il cui orizzon-

te si sta ampliando. Prezioso

è il rapporto con il territorio

maceratese, che si rinnoverà

a Montecassiano e a Came-

rino, mentre nuove intese

stanno nascendo con Civita-nova Danza e con Urbisaglia, nel cui anfiteatro romano è

ambientata Norma.

Senza dimenticare il teatro

Lauro Rossi.

Si è ancora una volta confer-

mato che questo teatro fa da

contrappunto allo Sferisterio,

perché può accogliere tutte

quelle forme di spettacolo

che, per esprimersi, hanno

bisogno di spazi più raccolti e

può in tal modo costituire un

formidabile veicolo di cultura,

di curiosità e di eccezionalità.

Vincenzo Conciatori, Il potere 2, acrilico su tela7

Page 5: Sferisterio Opera Festival // 2007

P ier Luigi Pizzi, regista, scenografo e

creatore di costumi, nasce a Milano il

15 giugno 1930. Frequenta la Facoltà

di Architettura del Politecnico e ha le

prime esperienze di teatro con Giorgio Strehler e

Giorgio De Lullo, con cui lavora 25 anni. Comincia

l’attività di scenografo nel 1951, partecipando a

più di 350 produzioni nel mondo, tra cui una te-

tralogia memorabile alla Scala di Milano, nel 1974,

con Luca Ronconi.

Nel 1977, debutta come regista con un Don Gio-vanni di Mozart, con protagonista Ruggero Raimon-

di, al Regio di Torino. Presente, da oltre cinquanta

anni, nei più importanti teatri e festival del mondo,

ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali,

tra cui la Legion d’honneur, il titolo di Offi cier des

Arts et des Lettres in Francia, e di Grand’Uffi ciale al

merito della Repubblica Italiana.

Inaugura il Wortham Center di Houston nel 1987

con Aida e l’Opera Bastille di Parigi nel 1990 con la produzione de Les Troyens di Berlioz. Dal 1982 partecipa regolarmente al Rossini Opera Festival

di Pesaro, facendo rivivere sulla scena il repertorio

rossiniano, da Tancredi a La pietra del paragone.Nel 2000 riceve dalla Critica Italiana il suo setti-

mo Premio Abbiati, per il miglior spettacolo lirico

dell’anno, Death in Venice di Britten, al Teatro Carlo Felice di Genova e più tardi al Comunale di Firenze.

Con Idomeneo di Mozart riapre il Teatro delle Muse

di Ancona, dove nel 2006 Elegy for young Lovers riceve un premio Abbiati. Porta in scena Thaïs di Massenet, Le domino noir di Auber e Les pêcheurs de perles di Bizet al teatro Malibran e Maometto II di Rossini alla Fenice di Venezia, Rinaldo di Händel alla Scala, La Traviata di Verdi e Midsummer Night’s Dream di Britten al teatro Real di Madrid, Un Ballo in maschera di Verdi in una nuova rivoluzionaria produzione a Piacenza-Expo, Semiramide di Rossini a Roma, Il viaggio a Reims ancora di Rossini per la riapertura dell’Opera di Montecarlo, ed Europa rico-nosciuta di Salieri per l’inaugurazione, nel dicembre

2004, della Scala, dove cura anche il progetto di

ristrutturazione del Museo teatrale. Pizzi si dedica,

inoltre, all’allestimento di importanti esposizioni

d’arte.

Nel 2004, all’Arena Sferisterio fi rma la regia de Les contes d’Hoffman di Offenbach, e nel 2005 Andrea Chénier di Giordano, mentre al teatro Lauro Rossi

porta Les Mamelles de Tirésias di Poulenc e Le bel indifférent di Tutino. Dal 2006 è direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival e fi rma due delle tre

opere in cartellone: Turandot e Die Zauberfl öte.

9

Page 6: Sferisterio Opera Festival // 2007

title partner

partner tecnologico

major partner

fornitore ufficiale

Ministero per i Benie le Attività culturali

Regione Marche

Fondazione Cassa di Risparmiodella provincia di Macerata

Camera di CommercioIndustria Agricoltura

Artigianato di Macerata

Società Civile dello SferisterioEredi dei Cento Consorti

official sponsor

Comune di Macerata Provincia di Macerata

La 43. Stagione Lirica 2007è organizzata dalla

Associazione Arena SferisterioTeatro di Tradizione

Macerata

con il contributo di

�������������

�������������������

�������������

�����������������

�������������������������������������������

��������������

��������������������������������������������������������

����������������������������������������

�����������������������

��������������������������������������������������������

��������������

������������������ ���������������������

����������������������������������������������

��������������������������������������������������

��������

���������������������

title partner

partner tecnologico

major partner

fornitore ufficiale

Ministero per i Benie le Attività culturali

Regione Marche

Fondazione Cassa di Risparmiodella provincia di Macerata

Camera di CommercioIndustria Agricoltura

Artigianato di Macerata

Società Civile dello SferisterioEredi dei Cento Consorti

official sponsor

Comune di Macerata Provincia di Macerata

La 43. Stagione Lirica 2007è organizzata dalla

Associazione Arena SferisterioTeatro di Tradizione

Macerata

con il contributo di

�������������

�������������������

�������������

�����������������

�������������������������������������������

��������������

��������������������������������������������������������

����������������������������������������

�����������������������

��������������������������������������������������������

��������������

������������������ ���������������������

����������������������������������������������

��������������������������������������������������

��������

���������������������

�������������

�������������������

�������������

�����������������

�������������������������������������������

��������������

��������������������������������������������������������

����������������������������������������

�����������������������

��������������������������������������������������������

��������������

������������������ ���������������������

����������������������������������������������

��������������������������������������������������

��������

���������������������

�������������

�������������������

�������������

�����������������

�������������������������������������������

��������������

��������������������������������������������������������

����������������������������������������

�����������������������

��������������������������������������������������������

��������������

������������������ ���������������������

����������������������������������������������

��������������������������������������������������

��������

���������������������

Page 7: Sferisterio Opera Festival // 2007

11

Official SponsorB

AG

s.p

.a. n

umer

o v

erd

e 07

34 9

6927

8 w

ww

.ner

og

iard

ini.i

t

NG Bag170x240S6 23-05-2007 14:54 Pagina 1

OFFICIAL SPONSOR dello Sferisterio O

pera Festival

Page 8: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il tema del potere costitui-

sce un problema intellet-

tuale arduo. È un aspetto

centrale dell’esistenza

umana, non se ne può fare a meno.

Forse ha ragione Milan Kundera nel

suo romanzo più famoso “L’insoste-

nibile leggerezza dell’essere”: la vita,

la storia umana è un assurdo ritratto

del gioco dei potenti.

In tutti i periodi storici, la vita sociale

degli individui si è basata principal-

mente su relazioni di potere, fondate

sul rapporto comando-obbedienza.

Anche nelle democrazie odierne esi-

ste questo rapporto e la violenza può

essere delimitata, ma non scompare,

poiché la forza coercitiva è necessa-

ria, talvolta, per mantenere l’ordine

sociale e difendere i diritti e le libertà

conquistate.

Il gioco dei potenti è ovunque, ognu-

no di noi ne è coinvolto, che ne voglia

o no. E come ogni gioco, ci sono vin-

citori e vinti. In ogni campo, in ogni

epoca. È “Il gioco dei potenti” quello

di Giorgio Strehler nel 1965 in tea-

tro, così come il libro di Piero Ottone,

scritto nel 1985.

È la dimostrazione dell’idea di Vilfre-

do Pareto: l’attualissima “teoria delle

élite”. E lo scontro tra questi gruppi

costituisce il motore del mondo.

Il tema del Festival

Il gioco dei potenti

Vincenzo Conciatori, Il potere, acrilico su tela Vincenzo Conciatori,Sconfitta, acrilico su tela

12

Page 9: Sferisterio Opera Festival // 2007

Dal 26 luglio al 12

agosto 2007, a

Macerata sarà di

nuovo Sferisterio Opera Festival,

sotto la direzione di Pier Luigi Pizzi,

l’artista che ha trasformato la storica

rassegna estiva in un appuntamento

culturale dove la lirica mette in scena

la sua eterna attualità, ogni anno con

un tema nuovo.

Macbeth di Giuseppe Verdi, Norma di Vincenzo Bellini, Maria Stuarda di Gaetano Donizetti e Saül di Flavio Te-

sti sono le opere in cartellone per lo

Sferisterio Opera Festival 2007, lega-

te da un filo conduttore inquietante

“Il gioco dei potenti”.

I drammi, le sconfitte, le illusioni, il

sangue, nella lotta per il potere sa-

ranno incarnati dai personaggi che

via via si succederanno sul palcosce-

nico dello Sferisterio: Maria Stuarda,

regina di Scozia, perderà la propria

testa nel duello con la rivale Elisabet-

ta; Norma sacrificherà il suo potere

sacerdotale per amore di un nemico;

Macbeth, pagherà con

la follia della moglie e la

perdita del sonno e della

vita, l’assassinio del buon

re Duncan.

“drammi, illusioni, sconfitte nella lotta al potere”

Il gioco dei potentiNorma, Macbeth, Maria Stuarda,

tutti lottano per affermare qualco-

sa, l’uno contro l’altro. Sono lotte di

classe, guerre, interessi di corpora-

zioni, pressioni economiche, storie

d’amore. Il mondo è mosso dall’in-

teresse delle élite: la sua aspirazione

al raggiungimento del successo e/o

del potere, la sua determinazione, la

sua volontà di potenza e di afferma-

zione, la sua spregiudicata ambizio-

ne. Le élite vanno divise in due par-

ti: quelle che detengono il potere e

quelle che vogliono sottrarglielo. Lo

stare al potere infiacchirà le prime

che presto o tardi dovranno cedere

lo scettro alle altre. La circolazione

e la lotta tra élite è indispensabile:

così si muove la storia. Senza la sua

azione regnano i secoli bui e la sta-

gnazione perpetua.

Vincenzo Conciatori, Il potere, acrilico su tela

Vincenzo Conciatori, Sconfitta 2, acrilico su tela

Vincenzo Conciatori,Sconfitta, acrilico su tela

13

Page 10: Sferisterio Opera Festival // 2007

Foto di scena da “Il gioco dei potenti”di Giorgio Strehler, Piccolo Teatro di Milano14

TITLE PARTNER dello Sferisterio O

pera Festival

Page 11: Sferisterio Opera Festival // 2007

Di grande rilevanza e attualità la presenza

delle figure femminili, che prevalgono su

quelle maschili, all’interno del gioco dei

potenti. Il tutto arricchito da iniziative,

dibattiti, mostre, aperitivi culturali che si

svolgeranno in città e in provincia nell’arco

temporale del Festival.

Il gioco dei potenti è una stagione più lun-

ga delle precedenti e percorsa da novità

e da avvenimenti culturali di alto livello.

Diciotto giorni, sei spettacoli diversi in sei

serate: tutto questo per offrire allo spetta-

tore un evento differente per ogni giornata

di permanenza a Macerata.

Al teatro lirico di Milano, in due sere (il 21 e il 22 giugno 1965) il Piccolo

Teatro mise in scena “Il gioco dei potenti”, trentatré quadri (nove ore

complessive di spettacolo) che il regista Giorgio Strehler aveva ricavato

dalla trilogia shakespeariana Enrico VI.Centocinquanta fra attori, giocolieri, ginnasti e tecnici, novanta giorni

di prove, duecento costumi, quaranta corazze, due sartorie e un labo-

ratorio di scenografia per uno spettacolo definito “mastodontico” dal

Corriere della Sera dell’epoca che riporta nella cronaca di Raul Radice i

“molti applausi a scena aperta, rinnovati dopo la prima parte, clamorosi

e insistenti alla fine dello spettacolo.”

Nel 1965 il precedente “ “mastodontico” di Strehler

Foto di scena da “Il gioco dei potenti”di Giorgio Strehler, Piccolo Teatro di Milano 15

Page 12: Sferisterio Opera Festival // 2007

16 www.poltro

nafra

u.it

ph+39.07

3390

91

Milano, Roma, Napoli, Paris, London, Dubai, New York, Miami, Washington DC, Tokyo, Singapore, Manila, Seoul.

Michael Chow.Knightsbridge Londra, Maggio 2006.

Vanity Fair, 1930. Poltrona Frau Collection.

ARMANDO

TESTA

PF FRAU sferisterio 17x24:Layout 1 21-05-2007 17:22 Pagina 1

MAJOR PARTNER dello Sferisterio O

pera Festival

Page 13: Sferisterio Opera Festival // 2007

Sferisterio da campo di gioco a tempio della lirica

È l’incipit della pubbli-

cazione “Sferisterio

eretto nella città di

Macerata”, stampata a

Firenze nel 1828.

Niente opera. Di lirica, in queste

righe, non si parla.

Lo Sferisterio viene eretto per la

volontà di cento consorti macerate-

si di donare alla città una struttura

adatta per il gioco della palla al

bracciale e per spettacoli vari, come

le esercitazioni circensi, quelle con i

cavalli o la caccia dei tori. Nei suoi

quasi due secoli di storia, la struttu-

ra ha ospitato anche gare ciclistiche

e podistiche, partite di calcio, gare

ginniche, incontri di tennis, pugila-

to, gare di bocce, lotta, tamburello,

giostra della Quintana e basket

femminile.

“ ”Dalla necessità di apprestare un luogo opportuno al Giuoco del Pallone, del quale è oltre modo vaga quella Città, nacque il pensiere di costruire in Macerata un edifizio acconcio insieme alla Caccia de’ Tori, alla Scherma, alla Cavallerizza, alla Picca, a tutti in somma gli esercizj ginnastici; e che al pari del magnifico Anfiteatro Corea con fuochi d’artifizio e con notturne illuminazioni ricreasse la pubblica festività con isvariati spettacoli.

Frammenti di storia

Partita di pallone al bracciale (raccolta Bertarelli, Milano)

17

Page 14: Sferisterio Opera Festival // 2007

È una delle opere più significative del tardo Neoclassicismo europeo.

La sua edificazione è controversa. Iniziata il 2 ottobre 1820 sui dise-

gni di Salvatore Innocenzi, viene subito sospesa per tre anni.

Nel 1823 l’incarico passa al giovane architetto Ireneo

Aleandri, di San Severino, il quale progetta all’interno di uno

spazio imponente (90 metri per 35) un muro d’appoggio alto

18 metri, dove far battere la palla, un’esedra a gradoni per il

pubblico contornata da due ordini di palchi (104) e due sezio-

ni terminali per ingressi, atri, foyer, scale e servizi.

Frammenti di storia

L’edificazione

Il pubblico allo Sferisterio in una foto di repertorio

Sferisterio (assonometria pittorica)

18

Page 15: Sferisterio Opera Festival // 2007

L’ apertura del 1829 è

memorabile, con fuochi,

musica, tombole, giostre

con tori e giocate di palla

a bracciale. Nel mezzo dei festeggia-

menti, prolungati per più di un mese,

c’è anche l’esibizione del poeta “ae-

rostiere” Francesco Orlandi e, per la

prima volta nel Piceno, arriva il 15

settembre il vero Circo con i cavalli,

i carri e le carrozze del circense Ales-

sandro Guerra.

L’Arena diventa un centro importan-

te per il circo italiano. Nei successivi

dodici mesi, le migliori compagnie

presenti nello Stato Pontificio si esibi-

scono a Macerata.

L o Sferisterio deve fare sempre i conti con il tempo

meteorologico. Storico lo spettacolo previsto al-

l’inaugurazione, nel settembre 1829: il volo di Fran-

cesco Orlandi, con la sua mongolfiera. Alle quattro e

mezzo del 13 settembre vengono sparati tre colpi di cannone,

ripetuti anche a mezzogiorno, per annunciare lo spettacolo,

nonostante il parere contrario dell’aerostiere per via del catti-

vo tempo. Negata ogni richiesta di proroga, viene costretto a

salire sul globo che si alza pochissimo da terra e va a sbattere

nello spigolo della terrazza, dove rimane incastrato. In qualche

modo Orlandi riesce a scendere, lasciando lì la mongolfiera

che, nella notte a causa del forte vento, decolla e si dirige verso

il mare. Viene ripescata da due barche, due giorni dopo, al

largo della costa tra Pedaso e Porto di Fermo.

L’inaugurazione

Teatro all’aperto

L’ edificio nasce anche come arena per i tori: ven-

gono scelti i “beccai” più abili per la “giostra” e,

alla fine, la bestia viene uccisa e le sue carni di-

stribuite al popolo in delirio.

La giostra dei tori, mai approvata dalla Chiesa, scompare defi-

nitivamente con la fine dello Stato Pontificio. Ricordo di quel

divertimento rimane la gradinata sopra la linea di rischio per

il pubblico, con sotto le aperture per bestiame e cani e ben

sedici stalle.

Manifesto dell’Aida del 1921 19

Page 16: Sferisterio Opera Festival // 2007

20

MAJOR PARTNER dello Sferisterio O

pera Festival

Page 17: Sferisterio Opera Festival // 2007

Frammenti di storia

L o spettacolo del 5 set-

tembre 1858 presenta

un elemento nuovo, non

casuale visto che si ripre-

senta anche in altre manifestazioni.

Allo Sferisterio è in programma

l’ascensione di un globo aerostati-

co eseguita da Anna Maria Mayer.

Per la prima volta, a determinare

il maggiore o minore prezzo del

biglietto non è l’ordine dei posti,

ma la distinzione di censo. Nel ma-

nifesto si può leggere che “nobili,

possidenti, funzionari, impiegati di

prima classe pagano 16 bajocchi;

cittadini, curie, negozianti e studen-

ti 10 bajocchi e autieri 0,5”.

N el 1921 lo Sferisterio si scopre tea-

tro lirico, anche se la musica entra in

arena per la prima volta nel 1850 con

“Non tutti i pazzi sono all’ospedale”.

Si costruisce un vastissimo palcoscenico parabo-

lico, con l’orchestra disposta subito a ridosso, e

attorno vengono collocate poltrone e sedie nu-

merate. Nel mezzo del muro si apre una grande

porta per consentire il trionfo del conquistatore

egiziano. Il 27 luglio va in scena l’Aida, grazie al finanziamento del conte Pieralberto Conti.

A Macerata accorrono novemila persone, prove-

nienti da tutta Italia (i prezzi dei biglietti andava-

no dalle 125 lire dei palchi centrali alle 4 dell’in-

gresso al prato). Con la marcia trionfale salgono

sulla scena oltre mille comparse, insieme a cam-

melli, cavalli e buoi. Aida viene interpretata da

Francisca Solari e nelle vesti di Radames canta il

grande tenore Alessandro Dolci. È un successo,

replicato per 17 serate, con circa 70mila presen-

ze. L’anno seguente, va meno bene La Gioconda di Amilcare Ponchielli,

21

Page 18: Sferisterio Opera Festival // 2007

Frammenti di Storia

“ ”Qui ci va un virgolettato di particolare interesse.

D al 1967, la lirica ritorna stabilmente

allo Sferisterio per volere dell’Ammini-

strazione comunale. La direzione arti-

stica viene affidata a Carlo Perucci che

propone Otello, con il grande Mario Del Monaco

sotto la regia del figlio Giancarlo, e Madama Butter-fly. Nel 1968 tocca a Carmen e Tosca, mentre l’an-

no successivo si passa a tre titoli: Aida, Cavalleria rusticana e La forza del destino. Nelle quarantadue

stagioni liriche si sono alternati spettacoli e artisti

prestigiosi, da Luciano Pavarotti a Placido Domin-

go, da Montserrat Caballé a Rayna Kabaivanska,

da Ken Russell a Pier Luigi Pizzi, passando per

Josef Svoboda.

cui segue un lungo silenzio inter-

rotto soltanto nel 1927, quando il

grande tenore recanatese Benia-

mino Gigli tiene un concerto (ma-

nifesto a fianco) per i mutilati e

gli invalidi della Grande Guerra.

La riapertura

■ 1984 ‒ Regia di Ken Russell: La Bohème di Gia-como Puccini, dove Mimì muore per overdose,

mentre sul palco sfilano modelle in pelliccia

■ 1992 ‒ Scenografo Josef Svoboda, regista Hen-

ning Brockhaus: La Traviata di Giuseppe Verdi, con un enorme specchio semovente, che vale allo Sfe-

risterio il premio Abbiati della Critica musicale

■ 1995 ‒ Tosca: con la regia di Gilbert Deflo

■ 1996 ‒ Regia, scene e costumi di Hugo De

Ana: Turandot di Giacomo Puccini, con sceno-

grafia basata su una gigantesca sfera girevole.

Premio Abbiati

Scenografie memorabili

2004, “Les contes d’Hoffmann”, per la regia di Pier Luigi Pizzi

22

Page 19: Sferisterio Opera Festival // 2007

E dificato nella seconda metà del Cinquecento e successivamente

trasformato a più riprese, Palazzo Ricci entra a far parte dei

beni della nobile casata maceratese nel 1622.

Ingenti modifiche architettoniche e dell’apparato decorativo,

volute da Antonio IV Ricci nella seconda metà del Settecento, ne determi-

nano l’aspetto attuale, caratterizzato da un essenziale ordine compositivo

e geometrico.

Nel 1976 la Cassa di risparmio della provincia di Macerata acquisisce la

dimora storica, ponendo fine allo stato di forte degrado in cui versava

grazie all’avvio di un’imponente campagna di restauro.

Gli esiti di tali lavori consentono di ammirare tuttora l’edificio nella sua

interezza; dal suggestivo seminterrato ai quattro piani sovrastanti, raccor-

dati da uno scalone in pietra cornea di ascendenza vanvitelliana.

Oggi questo “contenitore” d’eccezione ospita la prestigiosa collezione di

arte italiana del Novecento della Fondazione Carima.

Oltre trecento opere tra pittura e scultura danno corpo alla raccolta, che

si configura come un caso singolare nel panorama del collezionismo pri-

vato di origine bancaria, tanto per la sua specificità quanto per gli artisti

presenti in essa.

Attraverso le sale del museo si sviluppa un viaggio ideale che ripercorre i

principali movimenti e protagonisti dell’arte italiana del XX secolo.

Dai grandi nomi del primo e secondo Futurismo quali Boccioni, Severini

e Balla ma anche Depero, Prampolini e Pannaggi alla Metafisica di De

Chirico. Dagli orientamenti del gruppo Novecento alla Scuola Romana con

artisti della levatura di Scipione, Mafai e Raphaël.

Dagli esponenti del gruppo Corrente alle ricerche astratte. Dall’universo

informale di Burri e Fontana alle evoluzioni della Pop Art con Schifano,

Festa e Ceroli.

Un consistente nucleo di sculture,

inoltre, documenta le ricerche

plastiche del secolo scorso: da

Rosso, figura di congiunzione tra

Ottocento e Novecento, a Martini,

Fazzini e Basaldella. Dai grandi

del dopoguerra, quali Cascella,

Mannucci, i fratelli Pomodoro e

Messina a Greco, Vangi e Manzù.

Museo Palazzo Ricci Arte italiana del Novecento

MUSEO PALAZZO RICCIVia D. Ricci, 1 - 62100 MACERATATel. 0733 261487 - Fax 0733 247492

[email protected]

Dal 30 giugno al 16 settembre aperto tuttii giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.

23

Page 20: Sferisterio Opera Festival // 2007

24

OGNI GIORNO CONSEGNE VELOCI E PUNTUALI TESTIMONIANO LA QUALITA’ E L’AFFIDABILITA’ DEL NOSTRO SERVIZIO IN ITALIA E NEL MONDO.

La qualità si fa strada.

Sferisterio MC 15-05-2007 16:07 Pagina 1

FORNITORE UFFICIALE dello Sferisterio O

pera Festival

Page 21: Sferisterio Opera Festival // 2007

Colonna sonora del Festival

L’ Orchestra Filarmonica

Marchigiana, fondata nel

1985, oggi è gestita dalla

Fondazione Orchestra Re-

gionale delle Marche. È una delle tredici

Istituzioni Concertistiche Orchestrali

italiane riconosciute dal Ministero per

i Beni e le Attività Culturali.

Formata per la maggior parte da valenti

musicisti marchigiani, fra cui molti gio-

vani, l’Orchestra affronta con notevole

flessibilità il repertorio sia lirico, sia sin-

fonico, distinguendosi di conseguenza

per una particolare duttilità sul piano

artistico-interpretativo, come è stato

sottolineato da tutti i solisti e i direttori

d’orchestra che con essa hanno collabo-

rato. Tra questi grandi interpreti come

Gidon Kremer, Natalia Gutman, Vladi-

mir Ashkenazy, Andrea Bacchetti, Ales-

sandro Carbonare, I solisti della Scala; e

importanti direttori di prestigio interna-

zionale, quali Gustav Kuhn, Woldemar

Nelsson, Daniel Oren, Bruno Campa-

nella, Corrado Rovaris, Anton Nanut e

Donato Renzetti, che attualmente ne è il

Direttore Principale e Artistico.

Rivolge una particolare attenzione alla

valorizzazione dei compositori marchi-

giani del passato, soprattutto Pergolesi,

Rossini e Spontini, e promuove anche

l’attività dei maggiori compositori mar-

chigiani contemporanei. Collabora con

gli Enti e le Associazioni concertistiche

più prestigiose del territorio marchigia-

no, dando vita a progetti artistico-musi-

cali che nella loro continuità, diffusione

e spessore culturale costituiscono una

sorta di “colonna sonora delle Marche”,

di cui l’Orchestra è la

principale interprete.

La sua attività annuale

consiste nella realizza-

zione di una Stagione

Sinfonica nei maggiori

teatri delle Marche e

nella partecipazione alle

più importanti manife-

stazioni a carattere lirico

della regione: le Muse di

Ancona, lo Sferisterio di

Macerata e il Pergolesi

di Jesi.

Realizza inoltre circuiti di concerti de-

stinati al pubblico scolastico, svolgendo

così, fra i giovani, una capillare promo-

zione della conoscenza del repertorio

musicale classico e contemporaneo con

l’obiettivo di contribuire alla creazione

del nuovo pubblico di domani.

Dal 1998 al 2002 è stata orchestra

principale del Festival Snow & Sym-

phony di St. Moritz. Nel 2005 è stata

invitata dal Presidente della Repubbli-

ca Carlo Azeglio Ciampi a eseguire il

tradizionale Concerto di Fine Anno al

Quirinale, sotto la direzione del Maestro

Donato Renzetti. Nel Natale 2006, l’Or-

chestra Filarmonica Marchigiana, sotto

la guida del direttore Corrado Rovaris e

con la partecipazione del violoncellista

Enrico Dindo e del soprano Cinzia For-

te, ha potuto farsi apprezzare anche in

ambito internazionale con l’esecuzione

del “Concerto per la Vita e per la Pace”,

una tournée partita dalle Marche e

proseguita a Roma, a Betlemme e a

Gerusalemme, che ha permesso all’Or-

chestra, grazie anche alla trasmissione

del concerto su Rai 3 e Radio 1, di far

conoscere al mondo il valore storico e

la qualità artistica della tradizione musi-

cale della nostra regione.

Nel 2006 e nel 2007 la FORM ha rea-

lizzato un concerto itinerante teso alla

valorizzazione del patrimonio degli anti-

chi organi delle Marche nello splendore

artistico dei luoghi che li ospitano.

L’Orchestra Filarmonica Marchigiana,

infine, è presente sul mercato disco-

grafico con numerose incisioni, tra cui:

La Serva Padrona e Stabat Mater di G.B. Pergolesi, Guntram di R. Strauss, Rossi-

ni Ouvertures, Le nozze di Figaro di W.A.

Mozart, Oberto Conte di San Bonifacio e Preludi e Ouverture di G. Verdi. Nel 2003 è uscito il DVD dell’opera L’elisir d’amore di Donizetti realizzato dalla Rai, mentre

nel 2004 il CD Sinfonia n. 9 di G. Mahler

e il DVD dell’opera I racconti di Hoffmann di Offenbach.

OrchestraFilarmonica Marchigiana

25

Page 22: Sferisterio Opera Festival // 2007

26

FORNITORE UFFICIALE dello Sferisterio O

pera Festival

Ambiente, sicurezza, qualità.���������������������������������������������������

�����������������������

Page 23: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il coro “Vincenzo Bellini” si

appresta a partecipare alla

sua ennesima stagione lirica

allo Sferisterio. La corale, ra-

dicata sul territorio regionale fin dagli

albori delle attività liriche nei maggiori

teatri marchigiani, calca da sempre il

suggestivo e prestigioso palcoscenico

dell’Arena, contribuendo al successo di

tutte le storiche produzioni che hanno

reso famosa nel mondo la stagione

maceratese.

Il “Bellini”, fondato 120 anni fa ad

Ancona, diventa nel secolo scorso il

coro stabile del Teatro delle Muse. Da

allora in poi, collabora con i principali

teatri lirici marchigiani: Sferisterio di

Macerata, Pergolesi di Jesi e dalla sua

riapertura nel 2002, il nuovo Teatro

delle Muse di Ancona. Oltre a qualche

prestigiosa parentesi nazionale e in-

ternazionale, entro i confini regionali

il coro si esibisce nella maggior parte

dei teatri, tra i quali quello di Fermo,

Camerino, Ascoli Piceno, Fabriano e

Pesaro.

Il “Bellini” negli ultimi anni vive una

fase di profondo rinnovamento. At-

tualmente è composto per la maggior

parte da giovani professionisti marchi-

giani che, pur con difficoltà, si dedica-

no con passione all’attività lirica, loro

principale occupazione.

Consapevole del ruolo fondamentale

per il sistema lirico regionale, il coro

marchigiano da anni si contraddistin-

gue per una crescita qualitativa, che nei

programmi è destinata a proseguire a

lungo. Proprio per questo scopo, dopo

cicli importanti sotto la direzione di

maestri prestigiosi come Tullio Giac-

coni, Alessandro Zuppardo e Carlo

Morganti, dall’ottobre del 2006 si af-

fida alla bacchetta del Maestro David

Crescenzi, giovane professionista di

indubbio valore che, oltre ad aver la-

vorato con il coro in teatri importanti

come il Carlo Felice di Genova e il San

Carlo di Napoli, attualmente è direttore

e responsabile musicale per il reper-

torio italiano dell’orchestra e del coro

dell’Opera di Budapest.

Colonna sonora del Festival

Coro “Vincenzo Bellini”

Il 31 dicembre 2005 si esi-

bisce in piazza del Quirinale

a Roma per il Concerto di

Capodanno, alla presenza

del Presidente della Repub-

blica Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 2003 esegue il Con-

certo per la Pace, in prima

mondiale assoluta al teatro

delle Muse di Ancona, su

musica del compositore

Marco Tutino e testo del

Santo Padre Giovanni Paolo II,

trasmesso in diretta televi-

siva in mondovisione.

> >

27

Page 24: Sferisterio Opera Festival // 2007

28

Tombolini_sferisterio_ai0708.ind1 1 6-06-2007 16:30:50

FORNITORE UFFICIALE dello Sferisterio O

pera Festival

Page 25: Sferisterio Opera Festival // 2007

Gli anniversari

Q uello tra lo Sferisterio

e il M°Carlo Perucci

è stato un sodalizio del

tutto speciale, durato

per venti lunghi anni, dal 1967 al

1986. Lo Sferisterio è stato senza

dubbio la sua creatura artistica predi-

letta, quella che gli ha dato le maggio-

ri soddisfazioni professionali.

Giunto a Macerata nel ‘66 come or-

ganizzatore di alcune recite al Teatro

Lauro Rossi, il M°Perucci rimase af-

fascinato da questo atipico spazio che

univa la capienza di un’arena all’acusti-

ca e all’atmosfera di un vero e proprio

teatro, e intuendone le potenzialità

propose all’Amministrazione comuna-

le di riportare la lirica allo Sferisterio.

Dalla comunione di intenti tra Perucci,

l’allora Sindaco Ballesi, e un gruppo di

lungimiranti amministratori comunali

in pochi anni lo Sferisterio divenne uno

dei più prestigiosi palcoscenici mon-

diali, grazie anche al riconoscimento

da parte del Ministero dello Spettacolo

nel ’73 della qualifica di Teatro di Tra-

dizione per “indubbi meriti artistici”,

con il conseguente accesso ai contri-

buti statali senza i quali il Comune non

avrebbe potuto portare avanti l’ambi-

zioso progetto.

Per l’Otello inaugurale del 3 agosto 1967 Perucci vinse la sua prima scom-

messa, portando a Macerata il mitico

Mario Del Monaco. L’anno successivo

in Carmen fu la volta di un altro gran-de tenore, Giuseppe Di Stefano. Da

allora, durante il periodo di direzione

artistica di Perucci tutti i più grandi

artisti hanno calcato il palcoscenico

maceratese. Non si possono dimen-

ticare produzioni quali Turandot con Corelli-Nilsson (’70) , o annate come

il ’72 con Gioconda con Gencer-Ber-gonzi-Mac Neil-Patanè, Mefistofele con Siepi-Olivero, e la splendida Butterfly

Perucci quarant’anni dopo la sua prima stagione lirica a Macerata

Carlo Perucciinsieme aLuciano Pavarotti

29

Page 26: Sferisterio Opera Festival // 2007

30

FORNITORE UFFICIALE dello Sferisterio O

pera Festival

Page 27: Sferisterio Opera Festival // 2007

Gli anniversari

dell’allora emergente Raina Kabaiwan-

ska, il ’74 con Carmen con Corelli-Bum-

bry, Rigoletto con Pavarotti-Milnes, il ‘75

con il giovane Josè Carreras a confron-

tarsi con Pavarotti e Kraus. E poi Tosca con Placido Domingo nel ‘79, e nell’80

La forza del destino con Carreras-Caballè, il debutto della Horne ne Il Barbiere di Si-viglia, e le prodezze di Nureyev in Giselle. Fino all’indimenticabile Bohème con la regia di Ken Russel nell’84. E poi ancora

tanti nomi, Bruson, Protti, Cappuccilli,

Bruscantini, Martinucci, Stella, Cossot-

to, Gasdia, Anderson, Scotto, Ricciarelli,

Dimitrova, Fracci, Maazel, Oren, Maag,

Bolognini, impossibile citarli tutti.

Senza dimenticare la coraggiosa propo-

sta di titoli lontani dal repertorio tradi-

zionale quali Kovancina di Mussorgskij, il

wagneriano Tannhauser, Elettra di Strauss, Assassinio nella Cattedrale di Pizzetti, West Side Story di Bernstein.Una serie di grandi successi che Carlo

Perucci ha sempre voluto condividere

con i suoi collaboratori, con i cantanti,

con il coro e l’orchestra, con le maestran-

ze tutte, comprendendo i loro problemi

e patemi, infondendo un incoraggiamen-

to, un sorriso, considerando allo stesso

modo il grande artista come la semplice

comparsa, dimostrando una umanità

ampiamente ripagata dal rispetto e dal-

l’affetto di quanti hanno lavorato con lui

e non lo hanno dimenticato.

L a carriera artistica del M°Carlo Perucci inizia nel

dopoguerra quando, insieme all’amico Franco Corel-

li, studia canto al Conservatorio Musicale di Pesaro, e

intraprende la carriera di baritono debuttando a Spoleto nel

1952, come vincitore dell’omonimo concorso.

Canta nei maggiori teatri italiani ed europei esprimendo

buone doti vocali e interpretative, ma un grave incidente

stradale lo costringe ad abbandonare precocemente il pal-

coscenico, dedicandosi all’organizzazione di spettacoli. Nel

1965 dirige la sua prima stagione lirica al Teatro Pergolesi

di Jesi, promuovendo e organizzando la nascita di un circuito

lirico regionale supportato dagli Enti del Turismo provinciali

e regionale. Sotto la sua direzione artistica nel 1966 effettua

ben 34 recite di opere sia del grande repertorio che di auto-

ri contemporanei marchigiani (Liviabella, Giorgi, Squadroni)

in teatri e piazze di altrettanti comuni marchigiani, tra cui

anche Macerata, coniugando qualità artistica e produttività,

con un budget estremamente contenuto. Un’operazione di

grande rilevanza che riassume in sé il concetto portante di

tutta l’attività di Perucci: portare il teatro tra la gente e la

gente a teatro attraverso la diffusione della cultura lirica sul

territorio, la valorizzazione di numerosissimi giovani talenti,

la sensibilizzazione di nuove generazioni di pubblico anche

con la programmazione di spettacoli innovativi.

Il suo messaggio viene compreso non solo a Jesi, dove è

confermato alla guida del Pergolesi per il ventennio succes-

sivo, ma anche da un illuminato gruppo di amministratori

maceratesi che nel 1967 accoglie la sua proposta di riaprire,

dopo i 50 anni di silenzio trascorsi dalle storiche stagioni

liriche del 1921/22, l’Arena Sferisterio come spazio teatrale.

Negli anni ‘80 all’impegno nei teatri marchigiani si aggiunge

il Teatro Petruzzelli di Bari, e nel 1986 il prestigioso incarico

di Direttore Artistico dell’Arena di Verona, dove Perucci la-

scia la sua indelebile impronta, con presenze di pubblico da

record e con produzioni indimenticabili quali Zorba il Greco di Theodorakis che, conciliando tradizione e innovazione,

esprimono la modernità della sua concezione di “fare tea-

tro”. La malattia lo coglie nel ‘90 proprio al culmine della

sua attività, costringendolo a un improvviso e doloroso ab-

bandono delle scene.

Biografia

Carlo Perucci insieme a Ken Russell

31

Page 28: Sferisterio Opera Festival // 2007

“A rrivati a Macerata,

andammo a vedere

lo Sferisterio. Si aprì

il portone e si comin-

ciarono a sentire i versi degli animali.

Pochi passi dopo vidi polli, mucche,

cavalli e altre bestie. Era il Far West:

allo Sferisterio c’era il mercato”. Sono

i vivi ricordi di Giancarlo Del Monaco,

regista di Otello, opera che trionfò nel-la riapertura del 1967, grazie all’im-

mensa bravura e popolarità di Mario

Del Monaco, suo padre.

“Vedere gli animali dentro il teatro era

blasfemo per il mondo della lirica, ma

lo Sferisterio, anche in quelle condizio-

ni, mostrava tutto il suo fascino. Mio

padre si avvicinò alle bestie, vi passò

in mezzo e si mise laddove doveva

essere installato il palco. Da qui, fece

una prova acustica e capimmo che

lo Sferisterio poteva essere il tempio

della lirica”.

L’Arena in poco tempo fu rimessa a

posto e pronta per l’inaugurazione. “È

stato un momento storico per lo Sfe-

risterio che, di colpo, ha ricominciato

a cantare” ricorda il Maestro Giancarlo

che, a Macerata, firmava una delle sue

prime regie, dopo il debutto di Siracusa

nel 1965. “Ho passato un periodo mol-

to divertente. Ricordo che tutti voleva-

no rilanciare l’Arena: dal sindaco Bal-

lesi al direttore artistico Carlo Perucci,

amico di mio padre”. Grazie a questa

amicizia tra Perucci e Del Monaco è

stato possibile riaprire lo Sferisterio

e organizzare nuove stagioni liriche.

“Ricordo ancora le parole del Sindaco:

a inaugurarlo ci ha pensato Del Mona-

co, ora cerchiamo di farlo grande noi”.

Giancarlo Del Monaco è tornato a Ma-

cerata altre due volte: nel 1969, per

“ ”Dentro l’Arena c’era

il mercato degli animali. Dopo una prova acustica

capimmo che poteva essere il tempio della lirica

Mario Del Monaco in Otello

32

Page 29: Sferisterio Opera Festival // 2007

Gli anniversari

Del Monacolo Sferisterio torna a cantare

firmare la regia de La forza del destino e poi quando è stato nominato Sovrin-

tendente del teatro lirico. “Mi conside-

ro marchigiano, ho vissuto 25 anni a

Pesaro, anche se le mie radici sono nel

teatro e non nelle regioni. Comunque

se ne dovessi scegliere una, direi che le

Marche, dal punto di vista della natura,

sono il massimo”.

M ario Del Monaco è il più grande Otello della

sua epoca. Nasce a Firenze il 27 luglio 1915

da una famiglia della buona borghesia. Con

il padre amante della lirica, entra in contatto con questo

mondo fin dall’infanzia. La famiglia Del Monaco, dopo vari

trasferimenti, si stabilisce a Pesaro dove Mario,

divenuto allievo del Maestro Arturo Melocchi,

si diploma al Conservatorio Rossini.

Per il giovane tenore gli inizi sono molto soffer-

ti. Gli insegnanti, al Reale Teatro dell’Opera di

Roma, traditi dall’esile figura, dirigono l’allievo

verso un repertorio lirico leggero, riducendo

la sua voce al punto di distruggerla. Tornato

a Pesaro dal Maestro Melocchi, ritrova l’im-

postazione congeniale alla sua voce naturale.

Debutta il 31dicembre 1940 al Teatro Puccini

di Milano nel ruolo di Pinkerton. Il 21 giugno

1941 il giovane Mario sposa Rina, soprano,

che rimane la sua compagna inseparabile e

ascoltata consigliera per tutta la vita.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la sua carriera

decolla. Da ricordare l’edizione scaligera di Andrea Chénier, del 1949, approntata per la commemorazione della morte

del grande Umberto Giordano e diretta da Victor De Saba-

ta. Del Monaco è il prescelto, lo stesso Giordano, nel 1946

lo aveva preparato al debutto, annotandogli sullo spartito

tutte le modifiche che gli aveva consigliato. Per l’occasione,

la direzione della Scala decide di diffonderlo integralmente

nella piazza antistante per mezzo di microfoni. La prova

offerta da Mario del Monaco è tale che, per ben 28 anni, la

parte in questione ne diventa un appannaggio esclusivo.

Nel settembre del 1950 esordisce a San Francisco con Aida e prende contatti con Rudol Bing,

Da sinistra a destra:Antonietta Cannarile Berdini, Aldo Protti,

Mario Del Monaco e il M° Giuseppe Morelliallo Sferisterio il 3 agosto 1967

33

Page 30: Sferisterio Opera Festival // 2007

34

Page 31: Sferisterio Opera Festival // 2007

Gli anniversari

direttore del Metropolitan Opera House di

New York, dove debutta con quest’opera

nella stagione 1951/52 e rimane per nove

anni, cantando due Aida con Milanov, Nor-ma con Maria Callas nel 1957, e Tosca con Renata Tebaldi, nel 1959. All’Arena di Ve-

rona canta dal 1946 al 1955, anno in cui

viene premiato con “L’Arena d’Oro”, per la

sua magistrale interpretazione di Otello.

Riconoscimenti vengono anche dall’estero:

viene decorato con l’Ordine Accademico di

Lenin in Unione Sovietica, con l’Onorefi-

cenza Grande Ufficiale della bandiera Ju-

goslava e la nomina di Ufficiale dell’Ordine

delle Arti e delle Lettere in Francia.

La sua attività non conosce sosta, passa

dai più grandi teatri italiani alla Germania,

dalla Francia al Portogallo, dalla Spagna

alle Americhe al Giappone, ma nel dicem-

bre del 1963 rimane vittima di un grave

incidente stradale in cui rischia seriamente

la vita e la carriera.

Esce fuori da questo periodo di sofferenza

grazie all’affetto dei familiari. Nel 1964

ritorna sulla scena con Tosca a Torre del Lago. Nel 1968/69, Budapest lo accoglie

trionfante in Otello, Sansone e Dalila e lo decreta il più grande tenore di ogni tempo.

Dopo l’ultima interpretazione di Bruxelles,

la critica lo saluta come “l’ultimo mostro

sacro della lirica”. Seguono ancora succes-

si, da Napoli a Vienna, passando per Parigi.

Dà l’addio alle scene nel 1975 con undici

recite in venti giorni al San Carlo di Napoli

e al Teatro Massimo di Palermo, rifiutando

le chiamate del Met Opera House di New

York e dell’Opera di San Francisco.

GIANCARLO DEL MONACO

nasce a Treviso il 27 dicembre

1943. Poliglotta, debutta a Siracu-

sa come regista nel 1965, dirigen-

do il padre in Sansone e Dalila. Due anni dopo debutta allo Sferisterio

di Macerata, sempre dirigendo il

padre, ma questa volta con Otello. È l’inizio di una carriera prestigio-

sa, in continua ascesa e destinata

a non subire battute d’arresto. Nel

1975, insieme a suo padre, fonda

il Festival di Montepulciano, del

quale diventa direttore artistico.

Dopo l’importante e formativa

esperienza giovanile alla Komische

Oper di Berlino Est, sotto la guida

di Walter Felsenstein, Giancarlo

Del Monaco guida come direttore

artistico e sovrintendente alcu-

ni fra i maggiori teatri tedeschi,

francesi e italiani (Macerata, Bonn,

Nizza).

Regista di fama mondiale, nel

1991 firma la sua prima regia al

Metropolitan di New York. Nel

corso della carriera riceve nume-

rosi riconoscimenti: dal titolo di

Cavaliere Ufficiale della Repubbli-

ca a quello di Chevalier des Arts et

des Lettres in Francia, dalla laurea

horonis causa in Cultural Arts dal

Palm Beach Community College

negli Stati Uniti al Bundesver-

dienstkreutz di Prima classe in

Germania.

Mario del Monaco con i figli Giancarlo a sx nella foto e Claudio a dxin alto: Mario Del Monaco, Pollione in Norma

35

Page 32: Sferisterio Opera Festival // 2007
Page 33: Sferisterio Opera Festival // 2007

D el carisma citato

dalla grande Callas

in un’intervista a

Walter Ricci, in real-

tà la “Divina” era già

dotata, unitamente a una superba

arte interpretativa e alla capacità di

rendere efficacemente i ruoli che stu-

diava, vocalmente e scenicamente,

con perfezione quasi maniacale.

Scomparsa in circostanze ancora

poco chiare nel settembre

1977 a Parigi, Maria Callas

disorientò e divise pubblico e

critici fra detrattori e sosteni-

tori delle sue peculiarità vocali,

della strabiliante estensione

su tre registri, delle sue scelte

esecutive. Diva al centro di

trionfi sui palcoscenici di tutto

il mondo, diretta da registi del

calibro di Visconti, Pasolini, Zeffirelli,

protagonista della vita mondana, di

scandali e colpi di scena, possedeva

“un temperamento di attrice oltre

che di grande cantante, [...] di grande

tragica”, come affermato dallo stesso

Visconti.

Tra i molteplici personaggi interpre-

tati con incisività e potenza espres-

siva, è d’obbligo ricordare quello di

Norma, nell’opera che in assoluto il

celebre soprano cantò di più nella sua

carriera: per la prima volta nel 1948

a Firenze, successivamente al Teatro

alla Scala, negli Stati Uniti, nel ‘58 a

Roma alla presenza del Presidente

della Repubblica e del bel mondo ro-

mano (recita che abbandonò alla fine

del primo atto e dopo un intervallo di

un’ora, scatenando accese critiche) e

nel ’65 a Parigi dove, vocalmente e

fisicamente provata, fu costretta ad

annullare le cinque rappre-

sentazioni previste.

A trent’anni dalla morte, il

mito di Maria Callas e la sua

fama leggendaria sono sem-

pre vivi nella memoria collet-

tiva, nel cuore dei cultori del

melodramma e nella storia

dell’interpretazione delle più

importanti “eroine” del reper-

torio operistico.

“Ho imparato una parola italiana bellissima, carisma. Deve essere nello spartito, mi è sfuggito. Se è quella cosa che ti insegna ad ammaliare il pubblico, devo trovare il punto chiave.Quando il teatro diventerà un sepolcro di silenzio agghiacciante allora l’avrò trovato”

Callastrent’anni dalla morte - la Norma piu’ famosa

Gli anniversari

Callas (Norma) con Del Monaco (Pollione) 37

Page 34: Sferisterio Opera Festival // 2007

TEATRO LAURO ROSSIMassimo Cacciari

Il gioco dei potentiConferenza - dibattito

26 luglio ore 18

Anna Proclemer

La donna e il potereRecital

28 luglio ore 18

Gabriele FontanaMaria Stuarda:

“Nella mia fine sta il mio principio”Pianoforte e clavicembalo Helmut Deutsch

29 luglio ore 18

Flavio Testi

SaülOpera in tre atti e due scene su libretto di André Gide

5 agosto ore 17:30 – 7 agosto ore 21

Giuseppe Verdi

MacbethMelodramma in quattro parti

su libretto di Francesco Maria Piaveda Shakespeare

26 luglio, 2 – 5 – 12 agosto ore 21

Gaetano Donizetti

Maria StuardaTragedia lirica in tre atti

su libretto di Giuseppe Bardari dallatragedia omonima di Friedrich Schiller

29 luglio, 3 – 8 agosto ore 21

Vincenzo Bellini

NormaTragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani

dalla tragedia Norma ou L’infanticide di Alexandre Soumet28 luglio, 1* – 4 – 11 agosto ore 21

(* in forma concertante presso l’Anfiteatro Romano di Urbisaglia)

Giuseppe Verdi

Messa da Requiemdedicata a Beniamino Gigli

9 agosto ore 21

ARENA SFERISTERIO

Danza all’opera

Gala PerformanceProgetto con Civitanova DanzaAlessandra Ferri, Roberto Bolle

27 luglio ore 21

39

Page 35: Sferisterio Opera Festival // 2007

Mariella DeviaSoprano - Maria StuardaSoprano di fama mondiale, è artista

acclamata nei maggiori teatri lirici ed

enti concertistici del mondo. La sua

interpretazione del ruolo di Lucia

nella Lucia di Lammermoor è consi-derata la massima espressione del

belcanto.

Daniela BarcellonaMezzosoprano - Adalgisa in NormaLa sua carriera ha una svolta nel-

l’estate del 1999, quando interpreta

Tancredi al Rossini Opera Festival di Pesaro: da allora Daniela Barcellona

è una delle più importanti cantanti in

campo internazionale.

Dimitra TheodossiouSoprano - NormaSi pone all’attenzione internazionale

con il ruolo di Odabella nella produ-

zione 1999 di Attila del Teatro Co-munale di Bologna e del Teatro Re-

gio di Parma, parte che la consacra

come una delle voci più importanti

del repertorio verdiano e belcanti-

stico.

Laura PolverelliSoprano - Elisabetta in Maria StuardaVincitrice di vari concorsi nazionali

e internazionali, è ospite regolare di

importanti istituzioni musicali italia-

ne ed estere. Senese, nella sua attività

fi gurano soprattutto ruoli rossiniani

e mozartiani. È inoltre un’apprezzata

interprete del repertorio barocco.

Elena ZilioMezzosoprano - La Reine in SaülHa fatto parte del Piccolo Teatro

“Collegium Musicum Italicum” di

Roma con il famoso complesso dei

Virtuosi di Roma e canta nelle mag-

giori istituzioni teatrali del mondo. Il

cartellone degli impegni futuri inclu-

de il prestigioso debutto alla Royal

Opera House Covent Garden.

Olha ZhuravelSoprano - Lady Macbeth in MacbethVincitrice di sette concorsi inter-

nazionali, tra cui il premio “Callas”,

debutta nel 2005 con il ruolo della

principessa Turandot, a Seoul in Co-

rea. Per l’opera di Puccini, ricopre la

stessa parte nel 2006 a Macerata.

Il 2007 è l’anno delle donne allo Sferisterio Ope-

ra Festival. Il direttore artistico Pier Luigi Pizzi

ha voluto dei cast di altissimo livello. Daniela

Barcellona, Mariella Devia, Laura Polverelli,

Dimitra Theodossiou, Olha Zhuravel, Elena Zilio: è il ma-

gnifi co sestetto di “primedonne” che spicca tra le opere

in cartellone.

Mariella Devia ha già trionfato allo Sferisterio nel 2002 in

Rigoletto e nel 2003 con una memorabile Lucia di Lammer-moor, Elena Zilio ha interpretato Quickly nell’edizione 1998 di Falstaff e Olha Zhuravel è stata la seducente Turandot del Festival 2006.

Daniela Barcellona, Dimitra Theodossiou e Laura Polverelli,

invece, si esibiscono a Macerata per la prima volta.

Il Festival 2007

Sestetto di Primedonne

41

Page 36: Sferisterio Opera Festival // 2007

MACBETH la maschera folle del potere

C on Macbeth Verdi si avvi-cina per la prima volta a

Shakespeare, da sempre

suo autore prediletto e, in-

teressato alla psicologia della coppia

assassina Macbeth-Lady, nel 1847

compone su commissione quest’ope-

ra, rappresentata al Teatro alla Per-

gola di Firenze, che poi revisionerà e

farà riallestire a Parigi nel 1865.

Alla seconda versione, fischiata dal

pubblico e apprezzata come merita

soltanto nel Novecento, appartengo-

no le belle e lunghe linee discendenti

dell’aria di Lady La luce langue all’ini-zio del secondo atto, le danze e il

duetto fra la protagonista e Macbeth

26 LUGLIO, 2-5-12 AGOSTO ORE 21

42

Page 37: Sferisterio Opera Festival // 2007

MACBETH la maschera folle del potere

Il Festival 2007

nel terzo, la nuova scrittura del

coro degli esuli nel quarto atto e

l’inno di vittoria nel finale.

Resta comunque certo che “Il

Macbeth del 1847 è una realizza-zione sbalorditiva, e non soltanto

per le sue apparenti novità, come

la scena del sonnambulismo o

quella delle apparizioni, per non

parlare della mancanza di una

materia amorosa convenzionale”

(Budden).

Nel dramma shakespeariano

Verdi, attratto dalle inquietudini

interiori di personaggi nei quali

si annida l’eterno conflitto tra il

Bene e il Male, trova l’opportuni-

tà di mettere in scena il “grande

meccanismo del potere” (Kott):

dall’aspirazione al comando il

protagonista trae un’incredibile

e diabolica forza che lo spinge ad

annientare i suoi rivali per

conquistare il trono.

Macbeth e la sua Lady

agiscono con spietata fred-

dezza, sicuri di riuscire nel

loro intento di supremazia:

determinato lui e capace

di riflettere sui propri sta-

ti d’animo e sulle proprie

azioni anche nei momenti

di profondo tormento, psi-

cologicamente turbata lei,

ma tenace al punto da isti-

gare l’uomo agli omicidi.

Le due personalità, rese dalle voci

di baritono e soprano, rispondo-

no a precise modalità esecutive:

all’una Verdi dà consigli sull’in-

terpretazione di alcuni passaggi

con toni che incutano terrore, che

declamando amplifichino la forza

e la determinatezza dell’agire o

ancora esprimano il peso della co-

scienza omicida; all’altra, suggeri-

sce talvolta l’uso di una voce cupa,

velata, a tratti diabolica, espressio-

ne della follia che la porterà alla

morte, diretta conseguenza della

sua sfrenata ambizione al potere.

L’elemento fantastico e gli effetti

scenici, possibili grazie anche alla

presenza delle streghe con i loro

riti e le loro profezie, incorniciano

perfettamente l’opera in un qua-

dro a tinte forti, nel quale le incli-

nazioni dei crudeli protagonisti si

Nel 1988 a Macerata va in scena anche un Macbeth, di Vaclav Riedlbauch, in versione balletto. Il 28 luglio si esibisce il corpo di ballo del teatro nazionale di Praga, sotto la regia di AntoninJ. H. Moskalyk.

la Curiosità

Direttore: Daniele Callegari (foto)Regia, scene e costumi: Pier Luigi PizziCoreografie: Gheorghe IancuDisegno luci: Sergio Rossi

Macbeth: Vittorio VitelliBanco: Pavel KudinovLady Macbeth: Olha ZhuravelDama di Lady Macbeth: Alexandra ZabalaMacduff: Rubens PelizzariMalcolm: Jean Pierre GuidoIl medico: Luca Dall’AmicoUn domestico di Macbeth: William CorròL’araldo: William CorròApparizione I: Pueri Cantores “D. Zamberletti” MacerataApparizione II: Pueri Cantores “D. Zamberletti” Macerata

Ballo: Anbeta Toromani (Ecate), Alessandro Riga,Myrna Kamara, Soimita Lupu, Erin Nezha, Danilo Palmieri

il Cast 43

Page 38: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il Festival 2007

Melodramma in quattro parti, su libretto di Francesco Ma-

ria Piave, dalla omonima tragedia di Shakespeare.

Prima rappresentazione: Firenze, teatro La Pergola, 14

marzo 1847.

Parte I

Vittoriosi sui ribelli, Macbeth e Banco si imbattono in al-

cune streghe che salutano il signore di Cawdor e futuro

re di Scozia, e il padre dei regnanti. Parte della profezia

si avvera subito: un messaggero annuncia a Macbeth

che il re gli ha concesso la signoria di Cawdor. Intanto è

annunciato l’arrivo del re Duncan e Lady Macbeth istiga

il marito, turbato da mire ambiziose, a uccidere l’uomo.

Avviene il regicidio.

Parte II

Malcolm, figlio di Duncan è accusato di parricidio e fugge

in Inghilterra. Macbeth diventa re di Scozia e la moglie gli

suggerisce di uccidere Banco e suo figlio, i soli pretendenti

al trono. Banco muore, mentre il figlio riesce a fuggire.

Parte III

Macbeth torna a interrogare le streghe che lo rassicurano:

sarà al trono fino a quando la foresta di Birnam non gli

muoverà incontro. Lady Macbeth istiga il marito a uccide-

re moglie e figli di Macduff, nobile profugo in Inghilterra e

seguace di Malcolm, che sta preparando un’armata contro

Macbeth.

Parte IV

Malcolm, alla testa di un esercito, con Macduff è giunto si-

lenziosamente in Scozia. Lady Macbeth è in preda a un de-

lirio che presto la condurrà a morte. Intanto la profezia sta

per avverarsi: i soldati di Malcolm, mimetizzati con i rami

della foresta di Birnam, avanzano contro Macbeth che, ab-

bandonato da tutti, viene ucciso in duello da Macduff.

Trama

stagliano con determinazione, sullo

sfondo di una Scozia oppressa dalla

tirannia del perfido Macbeth.

La tragedia, che si conclude con la

battaglia durante la quale si avvera

il triste destino del protagonista e si

concretizza la sua morte, mette in

scena il dramma di esseri subdoli e

deliranti, bramosi di dominare, in lot-

ta con i fantasmi delle loro coscienze

macchiate, e propone con forza il

tema della malata volontà di potenza,

non di rado portato alla ribalta anche

dalla cronaca attuale.

“ ”La voce di Macbeth incute terrore,

amplifica la forza e ladeterminatezza del suo agire

Giuseppe Verdi

2000, Macbeth per la regia di Daniele Abbado 45

Page 39: Sferisterio Opera Festival // 2007

1988 ‒ regia di Giorgio Albertazzi (fig. 1-2)2000 ‒ regia di Daniele Abbado (foto 3)

i PrecedentiDaniele CallegariDirettoreSi impone all’attenzione dei più impor-tanti teatri italiani agli inizi degli anni No-vanta. Milanese di nascita e di formazione musicale, debutta con l’orchestra Rai nella sua città. Il suo particolare interesse per il Novecento italiano e per il repertorio più desueto lo preserva da una carriera di routine. Nel 2006 ha diretto la Turandot di Puccini e quella di Busoni a Macerata.

Pier Luigi PizziRegia, scene, costumiMilanese, è presente da oltre cinquanta anni nei più importanti teatri e festival del mondo. Celebre la tetralogia alla Scala di Milano, nel 1974, con Luca Ronconi. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti inter-nazionali. Con Idomeneo di Mozart riapre il Teatro delle Muse di Ancona mentre propone Europa riconosciuta di Salieri per l’inaugurazione, nel dicembre 2004, del-la Scala, dove cura anche il progetto di ristrutturazione del Museo teatrale. Dal 2006 è direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival.

Gheorghe IancuCoreografiaNasce e si forma professionalmente a Bucarest, sotto la direzione di due grandi maestri: Constantin Marinescu e Miriam Raducanu. La sua consacrazione avviene grazie all’incontro con Carla Fracci, insie-me stringono un legame artistico impor-tante, danzando nei maggiori teatri italiani e del mondo. Con Pier Luigi Pizzi realizza nel 1997 la coreografia del Macbeth di Giuseppe Verdi per l’inaugurazione della stagione operistica dell’Arena di Verona.

Vittorio VitelliBaritono-MacbethVittorio Vitelli fa parte della nuova gene-razione dei giovani in carriera. Nasce ad Ascoli Piceno, debutta giovanissimo con l’opera Lucia di Lammermoor. Canta inoltre da protagonista in importanti produzioni, opere del grande repertorio verdiano. Nel 2006 è Amonasro nell’Aida rappresentata a Macerata.

Davanti e dietro le quinte

1

2

3

46

Page 40: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il Festival 2007

Olha Zhuravel Soprano-Lady MacbethUcraina, vince sette concorsi internazio-nali, tra cui il premio “Callas”. Debutta nel 2005 con il ruolo della principessa Turandot, a Seoul in Corea. Per l’opera di Puccini, ricopre la stessa parte nel 2006 allo Sferisterio.

Rubens PelizzariTenore-MacduffOriginario di Salò, nel 2001 si aggiudica il Festival della Lirica di Sanremo. Nella stagione 2006 riscuote un lusinghiero successo ne La forza del Destino al Teatro Municipale di Piacenza e in Manrico ne Il Trovatore al Teatro delle Muse di An-cona.

Pavel KudinovBasso-BancoNasce a Dimitrovgrad. Ricopre spesso parti del repertorio mozartiano e verdia-no. Nel 2006 si esibisce al Teatro Regio di Torino, al Theater Basel in Svizzera, al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona e al Gran Teatre Del Liceu di Barcelona, dove viene scritturato per il 2008 per la Luisa Miller di Verdi.

Sergio RossiLight designerRomano, inizia a lavorare in teatro nel 1959 affermandosi presto come direttore luci delle più prestigiose compagnie del teatro italiano. Dal 1967 diventa realizza-tore delle luci e da allora collabora con i maggiori registi italiani. Importante il soda-lizio con Pier Luigi Pizzi, con il quale cura numerose produzioni, tra cui le tre opere dello Sferisterio Opera Festival 2006.

Anbeta ToromaniInizia a studiare ginnastica artistica a 5 anni, poi, a causa di un infortunio, comincia lo studio della danza classica e, nel ’97, ottiene il diploma all’Accademia di Danza di Tirana. Nel 2003 entra nella scuola di “Amici di Maria De Filippi” e ottiene il 2°posto nella finale. Grazie a questo successo, viene confer-mata come ballerina ospite nelle quattro edizioni seguenti.

Alessandro Riga Si diploma giovanissimo alla scuola del Teatro dell’opera di Roma e vanta innumerevoli stage frequentati in tutta Europa. Balla nella compagnia di Carla Fracci e Beppe Menegatti, evi-denziando grandi capacità interpretative. Nel 2004 entra nella compagnia del teatro dell’opera di Dresda sotto la direzione di Vladimir Derevianko, dove sostiene i ruoli solistici in tutti i balletti di repertorio.

Myrna Kamara

Inizia gli studi di danza con Ellen Gniadowska e Peggy Lynne a Baltimora, nel Maryland. È ospite di teatri importanti negli Sta-ti Uniti e in Europa, inoltre partecipa al Festival di Spoleto, di Edimburgo e al Kennedy Center. Una delle sue più significative interpretazioni è quella all’Arena di Verona dove è da alcuni anni la Prima ballerina nelle danze di Aida.

Soimita LupuSi diploma presso l’Accademia Nazionale di Danza di Bucarest nel 1986. Dal 1992 al 1995 collabora come Prima ballerina ospite con diverse compagnie internazionali in Europa, Cana-da, USA. Nel 1995 entra a far parte della compagnia del Teatro Massimo di Palermo e partecipa contemporaneamente a gala internazionali.

i ballerini

47

Page 41: Sferisterio Opera Festival // 2007
Page 42: Sferisterio Opera Festival // 2007

Per amore dell’amore:

NORMA tragedia della rinuncia

“ Ho scelto di già il soggetto per

la mia nuova opera ed è una

tragedia intitolata Norma ossia L’infanticidio di Soumet, ades-

so rappresentata a Parigi con esito

strepitoso...[...] La mia opera alla Scala

va in scena il 26 Decembre infallibil-

mente”. Lo scrive Bellini nel luglio del

1831, prima di affidare la stesura del

libretto a Felice Romani e di musi-

care un capolavoro rispettoso delle

“convenienze” dell’epoca, fra le qua-

li l’assegnazione di adeguati “spazi”

alla prima donna, il soprano Giuditta

Pasta, una Norma dotata di grandi

mezzi vocali, eccellente esecutrice

e attrice particolarmente a proprio

28 LUGLIO, 1-4-11 AGOSTO ORE 21

50

Page 43: Sferisterio Opera Festival // 2007

Per amore dell’amore:

NORMA tragedia della rinuncia

Il Festival 2007

1971 ‒ Eseguita per commemo-rare il 70°anno dalla scompar-sa di Verdi, sotto la bacchetta del direttore Francesco Maria Martini

1973 ‒ Diretta da Nino Verchi

1990 ‒ In memoria di Beniamino Gigli, nel centenario della nascita, viene eseguita dal Maestro Gustav Kuhn

il Cast

agio nei ruoli tragici, nonché can-

tante fra le più pagate e famose

del periodo.

Diversamente dal lavoro teatrale

di Soumet la cui protagonista,

prima del suicidio, impazzisce per

il rimorso dell’infanticidio (tema

di tradizione classica presente

nella Medea euripidea e in quella di Cherubini), in Norma troviamo

un’eroina più materna, una sacer-

dotessa che per amore non cede

alla vendetta, risparmia la vita ai

propri figli, rinuncia al potere e,

generosa al punto da accusare

pubblicamente se stessa e perdo-

nare la rivale Adalgisa, sceglie la

morte, mostrando una grandezza

d’animo pari all’ampiezza delle li-

nee melodiche che caratterizzano

il suo canto.

Accanto a elementi di matrice

neoclassica evidenti nella versifi-

cazione e nel linguaggio, nella tra-

gedia belliniana convivono scelte

strutturali innovative, come il far

convergere l’acme drammatico

al II atto, concludere l’opera con

un finale “aperto” che non mostra

esplicitamente la morte sul rogo

di Norma e del suo amato (troppo

tardi consapevole della magnani-

mità della protagonista) e proiet-

tare così in un tempo indefinito la

loro storia d’amore (Là più santo incomincia eterno amor). E ancora: nuova è l’elaborazione

melodica che spesso si somma a

immagini e colori “lunari” d’ispi-

razione romantica, pensiamo alla

celebre aria Casta Diva e all’am-

bientazione complessiva della

tragedia, con le sue selve e le sue

notti sacrali.

L’opera, fischiata alla prima rap-

presentazione a causa delle novità

proposte, per un’esecuzione poco

soddisfacente da parte della pri-

ma donna indisposta e “stremata”

da numerose prove e, sembra, per

la presenza di una claque ostile al

compositore, sarà successivamen-

te molto apprezzata dal pubblico

e dalla critica (ben trentaquattro

le repliche della stagione). Il No-

vecento valorizzerà l’innovativa

forza drammaturgica dell’opera,

anche grazie alla possente inter-

pretazione della grande Callas.

Quelle “melodie lunghe, lunghe,

lunghe”, come Verdi le ha defini-

te, sono state scritte da un Bellini

molto scrupoloso, assillato dal-

l’estenuante ricerca del perfetto

connubio tra canto e poesia e

talmente esigente da chiedere a

Nell’Ottocento, la parte di Adal-gisa viene affidata alla voce di mezzosoprano, forse per sottoli-neare il contrasto con la protago-nista oppure, più probabilmente, perché la vocalità espressiva e naturale assegnatale da Bellini non risponde alla prassi più tarda, secondo la quale le voci chiare e leggere devono essere per forza impiegate nel registro acuto e nel canto d’agilità. La tradizione, che si è conservata anche nel XX secolo, contrasta con la volontà dell’autore e con il carattere tenero della novizia innamorata, cui toccano invece voci brunite e accenti da matrona. Solo negli ultimi anni le esecuzioni di Norma restituisco-no ad Adalgisa la sua voce e il suo carattere.

la Curiosità

Direttore: Paolo Arrivabeni (foto)Regia, scene e costumi: Massimo GasparonDisegno luci: Sergio Rossi

Pollione: Carlo VentreOroveso: Simon OrfilaNorma: Dimitra TheodossiouAdalgisa: Daniela BarcellonaClotilde: Roberta MinnucciFlavio: Giancarlo Pavan

51

Page 44: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il Festival 2007

Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani, da

una tragedia di Alexandre Soumet e Louis Belmontet.

Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 26 di-

cembre 1831.

Atto I scena I

Nella foresta sacra dei Druidi, il proconsole romano Pollio-

ne confessa all’amico Flavio di essersi innamorato di un’al-

tra sacerdotessa, Adalgisa, con la quale vorrebbe fuggire

a Roma. Giungono per il rito i guerrieri galli che esortano

Norma e suo padre Oroveso, capo dei Druidi, a dare ordine

di sterminare i romani invasori. Ma Norma dichiara che il

momento non è giunto.

Intanto Pollione incontra Adalgisa e la invita a fuggire con

lui.

Atto I scena II

Adalgisa, ignorando la relazione che lega Norma a Pollione,

confida il suo amore alla sacerdotessa, chiedendole aiuto.

Norma le concede di unirsi alla persona amata, ma quando

sopraggiunge Pollione viene a sapere che è lui l’uomo ama-

to e inveisce violentemente contro la rivale e il proconsole.

Atto II scena I

Nella notte Norma vorrebbe uccidere i due figlioletti avuti

da Pollione, ma l’istinto materno la blocca. Allora decide di

togliersi la vita e chiama Adalgisa per affidarle i bimbi. La

rivale, disperata, propone di lasciare Pollione e convincerlo

a tornare dalla sacerdotessa.

Atto II scena II

I guerrieri chiedono a Oroveso se sia giunta l’ora dell’attac-

co, ma lui li convince ad attendere il responso di Norma.

Atto II scena III

Norma pensa che Pollione possa tornare al suo amore,

fino a quando Clotilde non le rivela che il proconsole ha

deciso di rapire Adalgisa e fuggire a Roma. La sacerdotessa

ordina lo sterminio dei romani. Pollione viene arrestato e

portato da Norma che prova a convincerlo a tornare da lei,

ma lui risponde che preferisce la morte. Norma impone di

preparare il rogo per una donna traditrice e, a sorpresa, si

avvia verso il rogo. Pollione, straziato dal rimorso, decide di

morire con lei.

TramaRomani di riscrivere ben otto volte

il testo di Casta Diva, per non citare i continui interventi operati dal com-

positore sul libretto.

Ma sono proprio queste melodie a

far risaltare ancora oggi quei preziosi

sentimenti, la capacità di amare, di

perdonare, di rinunciare che l’essere

umano è in grado di provare al di là

delle epoche storiche o dei condi-

zionamenti politici e che, messe nel

cuore e sulla bocca di grandi donne

come Norma, vibrano empatica-

mente con il sentire dello spettatore

moderno.

Vincenzo Bellini

“ ”L’opera viene fischiata alla

prima rappresentazione.Nel Novecento si valorizza grazie allapossente interpretazione della Callas

2001, Norma per la regia di Daniele Abbado 53

Page 45: Sferisterio Opera Festival // 2007

Paolo ArrivabeniDirettoreAttivo soprattutto in ambito operistico, dal 1997 al 2000 è assistente direttore al Teatro Comunale di Bologna. Il suo re-pertorio comprende i principali titoli della produzione lirica italiana dell’Ottocento. Nel 2009 debutterà all’Opéra Bastille di Parigi con L’elisir d’amore, e nel 2010 al Metropolitan di New York con Rigoletto.

Massimo GasparonRegia, scene, costumiVeneziano, comincia a collaborare dall’età di venti anni con Pier Luigi Pizzi in qualità di assistente scenografo e regista, pren-dendo parte a numerose rappresentazioni di prestigio. Ha già all’attivo un numero rilevante di produzioni, tra cui l’Aida in cartellone a Macerata l’anno scorso.

Dimitra TheodossiouSoprano-NormaSi pone all’attenzione internazionale con il ruolo di Odabella nella produzione 1999 di Attila del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Regio di Parma, parte che la consacra come una delle voci più impor-tanti del repertorio verdiano e belcantisti-co. Nel 2007 è la protagonista femminile al Concerto di Capodanno del Gran Teatro La Fenice di Venezia trasmesso in diretta Eurovisione da Rai-Rai Trade TV e Arte France TV.

Carlo VentreTenore-PollioneItalo-uruguayano, vince numerosi premi, tra cui la “International Voice Competi-tion Luciano Pavarotti” di Philadelphia nel 1995. Debutta al Teatro alla Scala nel 1994 come Duca di Mantova in Rigoletto, dopo un’audizione con il Maestro Riccar-do Muti. È ospite di vari prestigiosi teatri italiani ed esteri. Nel 2000 inaugura a Trieste la stagione lirica e le celebrazioni per l’anno verdiano con Attila, conferman-dosi un tenore verdiano in piena ascesa.

Il Festival 2007

Davanti e dietro le quinte1979 ‒ regia di Beppe Menegatti (fig. 1)1982 ‒ regia di Beppe Menegatti (fig. 2)2001 ‒ regia di Daniele Abbado (foto 3)

i Precedenti

1

2

3

55

Page 46: Sferisterio Opera Festival // 2007

Daniela BarcellonaMezzosoprano-AdalgisaTriestina, è cresciuta sotto la guida di Alessandro Vitiello. Vince diversi concor-si internazionali. La sua carriera ha una svolta nell’estate del 1999, quando inter-preta Tancredi al Rossini Opera Festival di Pesaro: da allora Daniela Barcellona è una delle più importanti cantanti in campo internazionale.

Simon OrfilaBasso, baritono-OrovesoNasce a Alaior (Menorca) e comincia a cantare ancora sedicenne con il coro del-l’Opera di Mahón (Menorca). A Madrid diventa allievo di Alfredo Kraus. Il 2007 lo vedrà esibirsi in tanti teatri d’Europa: dall’Italia alla Spagna, passando per la Francia.

Sergio RossiLight designerRomano, inizia a lavorare in teatro nel 1959 affermandosi presto come direttore luci delle più prestigiose compagnie del teatro italiano. Dal 1967 diventa realiz-zatore delle luci e da allora collabora con i maggiori registi italiani. Importante il sodalizio con Pier Luigi Pizzi, con il qua-le cura numerose produzioni, tra cui le tre opere dello Sferisterio Opera Festival 2006.

Il Festival 2007

L’ anfiteatro romano di Urbisaglia, fatto erigere intorno all’81 d.C. da Lucio

Flavio Silva Nonio Basso, è un monumento di spicco del Parco archeologico

di “Urbs Salvia”. Ben mantenuto per tutto il perimetro fino all’altezza del

primo ordine di gradini, comprende anche il primo livello dei “vomitoria”. È in opera

cementizia rivestita di laterizio, con specchiature di “opus reticulatum mixtum”. Di

forma ellittica, poteva contenere fino a 5000 spettatori. L’arena è lunga 59 metri e

larga 35, i due ingressi maggiori dei gladiatori, in origine coperti a volta, sono disposti lungo l’asse maggiore Nord-Sud. Quello

a Sud è fiancheggiato da uno stretto corridoio nel quale si può riconoscere la porta Libitinense, da dove venivano fatti uscire

i morti al termine dello spettacolo. All’esterno sono ancora visibili in fondazione le basi dei

pilastri sui quali poggiavano le strutture dei piani superiori a costituire un ampio porticato

esterno all’edificio scenico.

Tra i boschidi Urbisaglia l’opera in forma concertante il primo agosto

M assimo Gasparon, regista di Norma, racconta come

sarà il suo allestimento. Un allestimento non classi-

co, che sperimenta letture diverse, perchè in Norma e nel suo popolo c’è qualcosa di nuovo e antichissimo. “È vero

‒ afferma - cercando una chiave di lettura differente per la mia

Norma ho scoperto che alla base della sua cultura ci sono ori-

gini ancestrali e che la concezione che si ha del contrasto fra

il suo popolo e i romani di Pollione sia alquanto superficiale. I

Druidi, in quanto primitivi rispetto ai Romani, sono visti come

positivi in contrapposizione ai moderni. Nell’allestimento ho

cercato di trovare delle nuove prospettive anche a costo di

dare un impatto molto forte. Nella mia Norma non ci sono i

poveri barbari contro i terribili romani, bensì c’è un popolo

antichissimo che discende dall’oriente e un altro popolo che

domina la scena mondiale in quel tempo. I popoli del nord, la

razza ariana, i prediletti del dio Odino da una parte e l’antica

Roma dall’altra. Culture entrambe saccheggiate nei miti e nei

simboli dai totalitarismi del ventesimo secolo. Anche se nel

patrimonio indoeuropeo ci sono dei simboli ai quali i con-

temporanei hanno dato valenze negative, è giusto che nello

spettacolo siano utilizzati lo stesso, ristabilendone il significato

positivo originario. È naturale, così come sono naturali i costu-

mi dei Druidi, che non saranno quelli di Asterix e Obelix, ma

avranno rimandi all’oriente dove ha origine la loro cultura e

con essa l’Europa. Non più lo sguardo da nord a sud, ma una

lettura legata all’origine. Dall’est, dove siamo partiti, all’ovest,

dove siamo. D’altronde è il tema più attuale, la domanda che

tutti si fanno: come i cinesi cambieranno il mondo”.

Infine, un invito: “Tutti dovrebbero guardare a oriente. La reli-

gione più antica del mondo è l’Induismo che ha settemila anni.

A est, rispetto a noi, vivono due miliardi di persone tra India e

Cina e lì è iniziata anche la nostra Europa”.

Gasparon: la “mia” Norma

57

Page 47: Sferisterio Opera Festival // 2007
Page 48: Sferisterio Opera Festival // 2007

MARIA STUARDA due primedonne tra vendetta e potere

M aria Stuarda, “la ri-

vale di Elisabetta I di

Inghilterra”, come è

esplicitamente defi-

nita da Stefan Zweig che ne ha scritto

una nota biografia, è stata a lungo fi-

gura prediletta dai poeti. Il librettista

Giuseppe Bardari ne sottolinea la dol-

cezza, ritraendola come “Un angelo

d’amore, bella qual era, e magnanima

sempre”.

Donizetti compone quest’opera

nel 1834 per il Teatro San Carlo di

Napoli e su di essa, a ridosso della

prima rappresentazione, vede calare

la scure della censura napoletana: i

soggetti e i finali tragici risultano non

29 LUGLIO, 3-8 AGOSTO ORE 21

58

Page 49: Sferisterio Opera Festival // 2007

MARIA STUARDA due primedonne tra vendetta e potere

Il Festival 2007

il Cast

adatti ai galà reali dove è d’obbli-

go decantare la pubblica serenità

e la devozione al trono. D’altronde

è evidente che “Un testo che con-

teneva una frase irriverente rivol-

ta alla regina [...], che presentava

il sacramento della confessione

sulla scena e che terminava con

l’esecuzione di una sovrana, si

sarebbe sicuramente scontrato

con la censura politica, religiosa

e morale prevalente all’epoca

nel Regno delle due Sicilie” (Bini-

Commons).

Il compositore salva la partitura

dell’opera utilizzandola a Napoli

per un nuovo soggetto, Buondel-monte, il cui libretto viene veloce-mente approntato da Pietro Sala-

tino e mette in scena la sua Maria Stuarda l’anno seguente, al Teatro alla Scala di Milano, interpretata

dalla grande Maria Malibran, per

vederla di nuovo ben presto can-

cellata.

La storia ci ricorda che la regina

di Scozia fu decapitata nel 1587,

in seguito all’accusa di alto tra-

dimento, poiché coinvolta nella

congiura di Babington ordita per

assassinare Elisabetta, regina

d’Inghilterra, sua cugina e rivale

in amore e in politica (alla morte

di Maria I Tudor, la Stuarda aveva

avanzato i propri diritti anche sul

trono d’Inghilterra, disconoscen-

do Elisabetta).

Nel dramma lo spettatore moder-

no trova rappresentati ragion di

Stato e affetti segreti, motivazioni

pubbliche e aspirazioni private,

questioni politiche e drammi indi-

viduali, in un crescendo emotivo

strutturato da Donizetti attraverso

l’elaborazione di melodie che ben

tratteggiano i caratteri dei perso-

naggi e un’orchestrazione capace

di rendere le situazioni e i diversi

piani espressivi.

La regina scozzese si presenta

nell’opera solo dal II atto, quando

la sua figura idilliaca e nel con-

tempo fiera emerge sull’egotismo

della cugina. Qui è focalizzato il

culmine dell’opera, in particolare

nel dialogo fra Elisabetta e una

feroce e decisa Maria (entrambe

interpretate da voci di soprano),

causa della celebre e furiosa lite

avvenuta fra le interpreti Giusep-

pina Ronzi De Begnis e Anna Del

L’inizio dell’opera di Donizetti è burrascoso. In occasione delle prime prove della recita, infatti, le protagoniste Giuseppina Ronzi De Begnis e Anna Del Sere ven-gono alle mani durante il duetto tra Maria Stuarda ed Elisabetta. La Ronzi lamenta il fatto che il compositore preferisca la rivale e dichiara in pubblico “Donizetti protegge quella p... della Del Sere”.La risposta del maestro berga-masco non si fa attendere: “Io non proteggo alcuna di voi, ma p... erano quelle due, e due p...siete voi!”. Tanto per precisare.

la Curiosità

Direttore: Riccardo Frizza (foto)Regia, scene e costumi: Pier Luigi PizziDisegno luci: Sergio Rossi

Elisabetta: Laura PolverelliMaria Stuarda: Mariella DeviaAnna Kennedy: Giovanna LanzaRoberto, conte di Leicester: Roberto De BiasioTalbot: Simone AlberghiniCecil: Mario CassiUn araldo: Giancarlo Pavan

59

Page 50: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il Festival 2007

Tragedia lirica in tre atti su libretto di Giuseppe Bardari,

tratto dalla tragedia omonima di Friedrich Schiller.

Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 30 di-

cembre 1835.

Atto I

Leicester e Talbot chiedono alla regina Elisabetta un atto di

clemenza verso Maria Stuarda, regina di Scozia, detenuta

con l’accusa di alto tradimento. Leicester mostra una lettera

di Stuarda, di cui è segretamente innamorato, sperando di

muovere a compassione la regina che si sente avvampare

di gelosia per il suo favorito, ma non rifiuta di incontrare

la donna.

Atto II

Leicester dice a Maria che con un atto di sottomissione po-

trà riottenere la libertà. Intanto giunge la regina d’Inghilter-

ra con Talbot e Cecil, il gran tesoriere, principale ispiratore

del partito che vuole morta la Stuarda. Maria si inginocchia,

ma Elisabetta la tratta con ostilità e le rinfaccia di essere

prodiga nei confronti di Leicester per ottenere il suo appog-

gio. La donna reagisce con violenza, segnando la sua sorte.

Atto III

Cecil convince Elisabetta a firmare la condanna a morte,

mentre Leicester tenta di farle revocare l’ordine, ottenen-

do solo un obbligo: essere presente durante l’esecuzione.

Talbot e Cecil consegnano la condanna a Maria che, vestita

di nero, si reca nel luogo del supplizio. Leicester pronuncia

frasi contro l’iniquità della sentenza, mentre Maria si con-

geda da tutti e va incontro al suo carnefice.

Trama

Sere durante le prove della proibita

rappresentazione al San Carlo: “Figlia

impura di Bolena... meretrice inde-

gna, oscena... vil bastarda...”.

Le linee melodiche intonate dal per-

sonaggio principale raggiungono il

massimo del coinvolgimento emoti-

vo nella toccante Aria del supplizio del III atto, espressione della grandezza

di una donna capace di rinunciare in

punto di morte a invocare “la collera

di un dio vendicativo sull’Inghilterra

eretica. [...] La scena finale di Maria Stuarda rientra fra le grandi realiz-zazioni perché Donizetti, avvinto dal

tragico destino di Maria, ne ha saputo

esprimere il dramma con una crudez-

za e una immediatezza bilanciate da

momenti di effusione lirica che colpi-

scono l’ascoltatore con la forza della

verità” (Ashbrook).

Gaetano Donizetti

“ ”Il massimo del coinvolgimento emotivo

dello spettatore arriva nel terzo attocon la toccante ‘aria del supplizio’

La Regina Maria Stuarda in un ritratto che ne mette in luce la fede cattolica

61

Page 51: Sferisterio Opera Festival // 2007

Riccardo FrizzaDirettoreBresciano, trentaseienne, nel 1998 vince il concorso internazionale per Direttori d’Orchestra della Filarmonica di Stato della Sud-Boemia, Repubblica Ceca. Di recente inaugura la stagione al Carlo Fe-lice di Genova, dirigendo Il flauto magico. I suoi futuri impegni lo porteranno in giro per il mondo, tra Europa, Giappone e Stati Uniti.

Pier Luigi PizziRegia, scene, costumiMilanese, è presente da oltre cinquanta anni nei più importanti teatri e festival del mondo. Celebre la tetralogia alla Scala di Milano, nel 1974, con Luca Ronconi. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti inter-nazionali. Con Idomeneo di Mozart riapre il Teatro delle Muse di Ancona mentre propone Europa riconosciuta di Salieri per l’inaugurazione, nel dicembre 2004, della Scala, dove cura anche il progetto di ristrutturazione del Museo teatrale. Dal 2006 è direttore artistico dello Sferisterio Opera Festival.

Mariella DeviaSoprano-Maria StuardaArtista di fama mondiale, è interprete ac-clamata nei maggiori teatri lirici ed enti concertistici del mondo. La sua interpre-tazione del ruolo di Lucia nella Lucia di Lammermoor è considerata la massima espressione del belcanto. Nel corso della lunga e intensa carriera ha collaborato con i più prestigiosi direttori d’orchestra in ambito internazionale.

Laura PolverelliSoprano-ElisabettaVincitrice di vari concorsi nazionali e internazionali, è ospite regolare di im-portanti istituzioni musicali italiane ed estere. Senese, nella sua attività figurano soprattutto ruoli rossiniani e mozartiani. È inoltre un’apprezzata interprete del re-pertorio barocco.

Roberto De BiasioTenore-RobertoDi origine siciliana, la sua carriera ha inizio nel 2002 col debutto in Candide di Bernstein. Riceve a Pavia il premio lirico “E lucean le stelle...” 2005, assegnato per “i successi di pubblico e di critica, creden-ziali di una sfolgorante carriera”.

Simone AlberghiniBasso, baritono-TalbotBolognese dalla voce calda e duttile e dal-la bella presenza scenica, interpreta pre-feribilmente i grandi ruoli del repertorio italiano. Dal suo debutto al Teatro Regio di Torino nell’opera I Capuleti e Montecchi nel 1993, e in seguito alla vittoria del pre-stigioso concorso Operalia del 1994, can-ta nei teatri più importanti, sia in Europa che in America.

Mario CassiBaritono-CecilAretino, debutta nel 1998 nel ruolo di Al-cindoro nella Bohème. Riceve importanti riconoscimenti, come il “Toti Dal Monte” di Treviso, il “Viotti” di Vercelli 2002, il “Placido Domingo Competition - Operalia 2003”. Quest’anno è impegnato in teatri italiani, austriaci, belgi e spagnoli.

Sergio RossiLight designerNasce a Roma, inizia a lavorare in teatro nel 1959 affermandosi presto come di-rettore luci delle più prestigiose compa-gnie del teatro italiano. Dal 1967 diventa realizzatore delle luci e da allora collabora con i maggiori registi italiani. Importante il sodalizio con Pier Luigi Pizzi, con il quale cura numerose produzioni, tra cui le tre opere dello Sferisterio Opera Festival 2006.

NESSUN PRECEDENTEper Maria Stuarda nella storia dello Sferisterio. La recita del 2007 segna il debutto di que-st’opera di Donizetti.

i Precedenti

Il Festival 2007

Davanti e dietro le quinte

63

Page 52: Sferisterio Opera Festival // 2007

Danza all’Opera

GALA PERFORMANCE progetto con Civitanova Danza

27 LUGLIO ORE 21

66

Page 53: Sferisterio Opera Festival // 2007

Danza all’Opera

GALA PERFORMANCE progetto con Civitanova Danza

Il Festival 2007

S ono le due étoiles più famose del

momento: Ales-

sandra Ferri e

Roberto Bolle. La

loro partnership è nata a Mo-

sca nel 2002 e da allora, reci-

ta dopo recita, si sono imposti

come la prima grande coppia

della danza italiana.

Diversi per età e stile, insieme

rappresentano l’emblema del

“maschile” e del “femminile”:

Bolle per il fisico statuario,

Ferri per l’apparente fragilità.

V enerdì 27 luglio,

nell’incantevo-

le scenario del-

lo Sferisterio, si

esibiranno con

il balletto Gala Performance

che ha solo tre date in Italia,

prima di approdare in Giap-

pone. L’appuntamento mace-

ratese sarà anche l’occasione

per vedere Alessandra Ferri

nella sua ultima esibizione ita-

liana. All’apice di una carriera

internazionale, la ballerina

milanese ha scelto di dare

l’addio definitivo ai palcosce-

nici di tutto il mondo.

Alessandra Ferri & Roberto Bolle

Gala di Danza con:Alicia AMATRIAIN, Silvia AZZONI, Maxim BELOSERKOVSKY, Alen BOTTAINI,Irina DVOROVENKO, Natalia KALINITCHENKO, Alexander RIABKO, Robert TEWSLEY

Étoiles e Principals: Balletto del Teatro alla Scala, American Ballet Theatre,

Bayerisches Staatsballett, Hamburg Ballett/John Neumeier, The Stuttgart Ballet

67

Page 54: Sferisterio Opera Festival // 2007

N asce a Milano nel

1963. È la Prima bal-

lerina étoile al Teatro alla Scala e una delle

più grandi interpreti del mondo.

Di lei, la grande Zizi Jeanmaire ha

detto: “È la miglior Carmen che

esista sul pianeta”. Nel 1980 entra

a far parte del Royal Ballet inglese

e, con questa compagnia, vive nel

1983 l’anno della sua affermazio-

ne: a soli diciannove anni viene

promossa Prima ballerina, riceve il

Sir Lawrence Award (il più impor-

tante premio in Gran Bretagna) e

viene nominata ballerina dell’anno

dalla rivista “Dance and Dancers” e

dal “New York Times”.

Torna a Milano nel 1985, chia-

mata da Franco Zeffirelli, per un

originale Lago dei Cigni. In questo periodo conosce Mikhail Barysh-

nikov che rimane folgorato e le

spalanca le porte di New York e

dell’American Ballet con cui dan-

za in tutto il mondo. Nel 1986

porta Giselle sul grande schermo

e successivamente balla i ruoli

principali di Romeo e Giulietta, Manon, Don Chisciotte, La Bayadere, Lo Schiaccianoci, La Sonnambula, Il Lago dei Cigni, Les Sylphides, Fall River Legend, Other Dances e Merry Widow.Dal 1990 in poi la sua attività

principale diviene quella di artista

ospite internazionale nei teatri

d’opera mondiali. Nel 1992 è Pri-

ma ballerina assoluta della com-

pagnia di balletto al Teatro alla

Scala. Balla la Carmen di Roland Petit all’Opéra di Parigi, diventan-

do la prima italiana e una delle

pochissime star internazionali di

questo secolo ad avere avuto que-

sto riconoscimento. Roland Petit le

affida altri balletti tra cui Coppelia, Le jeune homme et la mort, Le diable amoureux, La chambre. Sempre nel-

lo stesso anno interpreta il film

televisivo di danza “La luna incan-

tata” prodotto dalla Rai e vince il

Palmarès d’oro nella sezione “Film

musicali” del Festival della

Televisione di Cannes.

Il Metropolitan Opera Hou-

se gli dedica una serata, nel

1995, per i suoi dieci anni

a New York.

Un anno dopo debutta con

la compagnia dell’Opéra de

Paris nel ruolo di Esmeral-

da in Notre Dame de Paris. Il 7 dicembre debutta al

Teatro alla Scala di Milano

in Armida, diretta da Riccar-do Muti, su coreografie di

Heinz Spoerli.

Nel 1998 è protagonista

con Sting del cortome-

traggio “Prélude”, regia di

Fabrizio Ferri, presentato

alla Mostra Internazionale

del Cinema di Venezia.

Due anni più tardi balla per la

prima volta Ondine di Frederick Ashton al Teatro alla Scala di Mi-

lano e a dicembre riceve il Premio

RaiSat Digital Show per la sua

interpretazione dei cortometraggi

“Aria”, “Prélude” e “Carmen”.

Viene invitata, ancora una volta

prima ballerina del Novecento, a

danzare al teatro Marijnskij di San

Pietroburgo con la compagnia del

Kirov.

Il repertorio ballettistico di Ales-

sandra Ferri include tutti i classici

dell’Ottocento e i maggiori capo-

lavori dei grandi coreografi del

Novecento.

Vincitrice dei riconoscimenti in-

ternazionali più prestigiosi, è stata

nominata Cavaliere della Repub-

blica dal Presidente Ciampi nel

marzo 2005.

Alessandra Ferri

69

Page 55: Sferisterio Opera Festival // 2007

N asce a Casale Monfer-

rato (Al), ed entra gio-

vanissimo alla Scuola

di Ballo del Teatro

alla Scala.

Il primo a notare il suo talento è

Rudolf Nureyev, che lo sceglie per

interpretare il ruolo di Tadzio nel-

l’opera Morte a Venezia di Benjamin

Britten. Nel 1996, ap-

pena due anni dopo il

suo ingresso nel bal-

letto scaligero, viene

nominato Primo

ballerino dall’allora

direttrice del Ballo,

Elisabetta Terabust.

Da quel momento

è protagonista di

balletti classici e

contemporanei. Dal

1996, alla sola età di

21 anni, si intensifica

la sua carriera inter-

nazionale. Danza con il Royal Bal-

let, il Balletto Nazionale Canadese,

il Balletto di Stoccarda, il Balletto

Nazionale Finlandese, la Staatso-

per di Berlino, il Teatro dell’Opera

di Vienna, la Staatsoper di Dresda,

il Teatro dell’Opera di Monaco di

Baviera, il Wiesbaden Festival, il

Tokyo Ballet, l’Opera di Roma, il

San Carlo di Napoli, il Comunale

di Firenze.

Derek Deane, direttore dell’En-

glish National Ballet, crea per lui

nel 1997 Il lago dei cigni e l’anno seguente Romeo e Giulietta, rap-presentati alla Royal Albert Hall

di Londra.

In occasione del 10°anniversario

dell’Opera del Cairo, partecipa a

una spettacolare Aida alle Pira-midi di Giza e successivamente

all’Arena di Verona per una nuova

versione di Aida trasmessa in Mon-

dovisione.

Nel 1999, in occasione della ria-

pertura della Royal Opera House

di Londra, viene invitato a ballare

Schiaccianoci per la prima volta

con la stella assoluta del balletto

inglese Darcey Bussell.

Nell’ottobre del 2000 inaugura la

stagione del Covent Garden con

Il lago dei cigni nella versione di Anthony Dowell, e nel novembre

viene invitato al Bolshoi per cele-

brare il 75°anniversario

di Maja Plisetskaja alla pre-

senza del Presidente Putin.

Il primo giugno 2002 dan-

za al Golden Jubilee della

Regina Elisabetta a Buckin-

gham Palace. L’evento vie-

ne trasmesso in mondovi-

sione dalla BBC.

Nella stagione 2003/2004

gli viene riconosciuto il ti-

tolo di étoile del Teatro alla Scala.

Il primo aprile 2004 balla

al cospetto di Sua Santità

Giovanni Paolo II, sul sagrato di

piazza San Pietro, per la giornata

della Gioventù.

In occasione dell’inaugurazione

della Scala di Milano dopo il re-

stauro, danza al fianco di Ales-

sandra Ferri nell’opera Europa riconosciuta.Nel febbraio del 2006, Bolle si esi-

bisce alla cerimonia di apertura,

trasmessa in mondovisione, dei

Giochi Olimpici Invernali di Tori-

no, interpretando una coreografia

creata appositamente per lui da

Enzo Cosimi.

Il 9 settembre 2006 inaugura con

Alessandra Ferri la quarta edizione

della Notte Bianca a Roma. La piaz-

za del Campidoglio è il suggestivo

scenario per la sua interpretazione

del Romeo e Giulietta, coreografato da Amedeo Amodio.

Ha danzato con partner famose a

livello internazionale tra le quali:

Asylmuratova, Bussell, Ferri, Frac-

ci, Guillem, Lacarra, Rojo, Semio-

nova, Zakharova.

Nella sua carriera ha ricevuto nu-

merosi riconoscimenti e premi pre-

stigiosi. Dal 1999 è “Ambasciatore

di buona volontà” per l’UNICEF.

Roberto Bolle

71

Page 56: Sferisterio Opera Festival // 2007

Pathos e teatralità nel

REQUIEM di Giuseppe Verdi

L a composizione, eseguita

per la prima volta a Milano

nella chiesa di San Marco

il 22 maggio 1874, sotto

la direzione dello stesso Verdi, nasce

in occasione del primo anniversario

della morte di Alessandro Manzoni e

presenta materiale tematico già ela-

borato in precedenza dal composito-

re per commemorare con una messa

scritta a più mani nel 1869 (mai ese-

guita) la figura di Rossini scomparso

l’anno precedente.

Di tale messa, alla morte dello scrit-

tore Verdi recupera il suo Libera me, Domine, ritocca il brano e struttura un Requiem sapientemente omogeneo,

grazie soprattutto al potente Dies irae che, ripresentato più volte nella com-

posizione, ne determina l’uniformità.

Sin dall’Introito troviamo contemplati

in partitura aspetti contrastanti del-

la visione cristiana: il Dio acclamato

come un padre buono e misericor-

dioso convive con la figura di giudice

inesorabile delle colpe umane, vendi-

cativo e terribile nel citato Dies irae: “Nel suo Requiem l’agnostico Verdi

sembra volersi fare carico di queste

contraddizioni in un senso piena-

mente umano e costruire per mezzo

della musica una meditazione sulla

morte. Poiché tutto umano è il com-

battimento di sentimenti e di passioni

9 AGOSTO ORE 21

1990, Requiem per la direzione di Gustav Kuhn

74

Page 57: Sferisterio Opera Festival // 2007

Pathos e teatralità nel

REQUIEM di Giuseppe Verdi

Il Festival 2007

che ci attanaglia davanti al baratro

estremo [...]” (N. Pedone).

All’ascolto non troviamo elementi

mistici o di particolare ispirazione

religiosa, peraltro non consoni a un

Verdi ateo e massone: la sua messa

non ha la funzione di divulgare il

messaggio cristiano e il testo è in-

terpretato e tradotto nella musica

e nelle forme tipiche dell’operista,

non con finalità liturgiche ma per

esprimere sentimenti di dolore, di

terrore, di speranza nella consola-

zione, con una potenza visionaria

da molti critici assimilata a quella

della Divina Commedia o del Giudizio Universale di Michelangelo.

Lo stile del Requiem non è lontano

da quello dei melodrammi ver-

diani, in esso troviamo elementi

propri della teatralità tanto atten-

ta alla resa drammatica, alla esal-

tazione del connubio tra parola

e musica e alcuni passaggi asse-

gnati alle voci soliste sembrano

ricordare situazioni espressive già

ascoltate in Traviata e in Aida, nel momento dell’addio alla vita delle

protagoniste.

L’uso ricco e sapiente delle dinami-

che (a esempio, nel Libera me che si riferisce al Giudizio Universale

l’indicazione “p” si quadruplica

sulla parola “timeo” raggiungen-

do toni estremamente sommessi),

la capacità teatrale di far passare

solisti, coro e orchestra da mo-

menti di cupa mestizia ad altri

di accesa passionalità, violenza e

terrore, rendono questa composi-

zione “un dramma profondamente

terreno dispiegato attraverso i

mezzi dell’arte, cioè di un artigia-

nato profondamente umano” (S.

Navacchia), un’opera che induce

l’ascoltatore a riflettere sul grande

quesito esistenziale del mistero

della vita e della morte.

Donato RenzettiAbruzzese, studia composizione e direzione d’orche-

stra al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, e ottiene numerosi riconoscimenti in importanti concorsi inter-nazionali: “Diapason d’Argento” nel 1975 e nel 1976 al Concorso “Gino Marinuzzi” di Sanremo, Premio “Ot-torino Respighi” all’Accademia Chigiana di Siena nel 1976, Medaglia di Bronzo al I Concorso Ernest Anser-met di Ginevra nel 1978. Nel 1980 vince il X Concor-so “Guido Cantelli” del Teatro alla Scala di Milano. Da

allora la sua carriera non ha soste, alternando l’attività sinfonica con produzioni d’opera lirica e registrazio-ni discografiche. Collabora con orchestre prestigiose, ed è invitato nei maggiori teatri lirici del mondo. Dal 2006 è direttore principale e artistico dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana.

il Cast

Direttore: Donato Renzetti (foto)Soprano: Dimitra TheodossiouMezzosoprano: Daniela BarcellonaTenore: Rubens PelizzariBasso: Marco Spotti

1971 ‒ Eseguita per commemo-rare il 70°anno dalla scompar-sa di Verdi, sotto la bacchetta del direttore Francesco Maria Martini

1973 ‒ Diretta da Nino Verchi

1990 ‒ In memoria di Beniamino Gigli, nel centenario della nascita, viene eseguita dal Maestro Gustav Kuhn

i Precedenti

75

Page 58: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il Festival 2007

L’omaggio dello Sferisterio

a GigliO

ttanta anni fa. È il 31

agosto 1927 e il “Gr.

Uff.” Beniamino Gigli

giunge ufficialmen-

te allo Sferisterio

per un concerto vocale-strumentale.

Il massimo interprete del repertorio

italiano, l’erede del grande Caruso, ha

già cantato a Macerata.

Nell’agosto 1924 tiene un memo-

rabile “concerto vocale” a beneficio

dei corpi filarmonici di Recanati e

Macerata al Politeama Piccinini. Per

promuovere la serata il programma

viene stampato in un cartoncino con

il ritratto di Beniamino Gigli in posa,

nella famosa fotografia (a lato) ese-guita da Irmeno Perucci. Interpreta

per l’occasione brani dalla Cavalleria Rusticana, dall’Andrea Chénier e dalla Gioconda, con al piano Quirino Lazza-roni e Edoardo Gasparrini.

Quando tre anni dopo approda fi-

nalmente allo Sfe-

risterio lo dirige il

maestro Amilcare

Zanella, considera-

to all’epoca uno tra

i più grandi diretto-

ri d’orchestra.

Lo spettacolo fa parte del program-

ma delle feste patronali di San Giu-

liano ed è organizzato dall’Associa-

zione Nazionale Mutilati e Invalidi

di Guerra. L’incasso va a favore della

costruendo Casa del Mutilato. Per

l’occasione viene anche inaugurato il

congresso nazionale del Risorgimen-

to e una mostra di cimeli della guerra

italo austriaca.

Il manifesto del concerto in Arena, in

stile tardo-liberty nel disegno floreale,

è significativo: un fascio littorio a sini-

stra, lo stemma della città al centro e

lo strumento della lira a destra. I tre

elementi fanno da spalla e da base a

un serto di foglie d’acanto che si apre

sullo scenario interno dello Sferisterio.

Gli organizzatori sperano di utiliz-

zare il palco e la scena della Giocon-da del 1922, ma ormai ben poco è

rimasto in piedi della sfortunata

impresa. Il concerto comunque ha

un successo grandioso e rimane

memorabile per decenni.

1930, Gigli canta dalla Loggia dei Mercanti 77

Page 59: Sferisterio Opera Festival // 2007

B eniamino Gigli è un tenore di fama internaziona-

le, uno dei più celebri cantanti d’opera del XX

secolo. Nasce a Recanati (Mc) il 20 marzo 1890.

Riceve i primi insegnamenti dal maestro Quirino

Lazzarini, poi si trasferisce, grazie a una borsa di studio, al Li-

ceo musicale di Santa Cecilia, sotto la guida di Enrico Rosati.

Debutta nel ruolo di Enzo nella Gioconda di Amilcare Pon-

chielli al Teatro Sociale di Rovigo e da qui la sua carriera

è tutta in ascesa. Viene chiamato nei più grandi teatri del

mondo con un vastissimo repertorio. Il 26 novembre 1920

esordisce al Teatro Metropolitan di New York, dove l’anno

seguente segna il suo trionfo con Andrea Chénier, che canta per 11 stagioni consecutive insieme alla Manon, all’Elisir d’amore, all’Africana e alla Marta, suoi cavalli di battaglia. Interrotto dalla guerra, riprende la sua attività artistica nel

1947 fino al 1955, anno in cui tiene l’ultima tournèe di con-

certi a Londra, New York e alla Rai assieme a Maria Callas.

Nella sua carriera interpreta sedici film e incide moltissimi

dischi con il marchio famoso “La Voce del Padrone”. È uno

dei più mirabili interpreti della canzone napoletana. Canta

fino al 1956 e il 30 novembre 1957 stremato dalla malattia

muore nella sua casa romana.

A Macerata, Gigli è considerato un idolo. La Società dello Sfe-

risterio decide di immortalare l’evento straordinario con una

lapide in suo onore, posta in bella evidenza nell’atrio dell’in-

gresso principale. Il testo rispecchia il costume di un’epoca:

BENIAMINO GIGLIARTISTA INSUPERATO BENEFICO

QUI PRODIGÒ IL SUO CANTO DIVINOLA SERA DEL 31 AGOSTO 1927RICONOSCENTI PLAUDENTI

I MUTILATI DI GUERRA LA CITTADINANZAPER GRATO RICORDO

LA SOCIETÀ DELLO SFERISTERIOPOSE

Beniamino Gigli vede la lapide e ringrazia, ma quando legge

le ultime righe, che chiudono il testo con “la Società dello

Sferisterio pose”, fa gli scongiuri.

Il tenore, che ha sempre amato lo Sferisterio, torna il 31

agosto 1929, per commemorare ufficialmente il centenario

del teatro, ancora in coincidenza con la festa del patrono

cittadino. Accompagnato da 70 orchestrali del Conservato-

rio Musicale di Pesaro, sempre magistralmente diretti dal

maestro Zanella, porta in scena un concerto vocale e sinfo-

nico di beneficenza. Lo Sferisterio, gremito all’inverosimile,

non riesce a ospitare tutta la gente accorsa per ascoltare il

grande tenore. Gli articoli del giornale di allora, “L’Azione

Fascista”, sono enfatici e in uno di questi Beniamino Gigli

viene addirittura chiamato il “DIVO”, a lettere maiuscole.

Il tenore, in veste di cantante, torna a Macerata nel 1930,

protagonista di un concerto in Prefettura. Il grande salone

non riesce a contenere il pubblico e fuori la piazza è gremita

dalla folla in attesa. Alla fine il tenore compare dal balcone

della Loggia dei Mercanti ed esegue alcune romanze. È un

altro incontro trionfale con la città!

Il concerto però riserva una “coda” non prevista. Gigli, infat-

ti, si esibisce a beneficio della Croce Verde e della Società

Operaia, ma l’incasso della serata prende altre strade. Il

Prefetto dell’epoca, Foschi, acceso tifoso della Maceratese,

dispone che il ricavato del concerto venga devoluto alla so-

cietà calcistica biancorossa.

L’artista, vicino da sempre ai più umili e bisognosi, viene a

conoscenza di questo “sgarbo” e sentenzia: “Non canterò

più a Macerata”.

Il Festival 2007

1929, Concerto per il centenario dello Sferisterio

79

Page 60: Sferisterio Opera Festival // 2007

Terra di Teatri

Provincia di Macerata

O gni anno presen-ta eventi artistici

originali. Tutti

nei comuni della

provincia di Macerata, nei

mesi estivi: giugno, luglio,

agosto e settembre. La ras-

segna si chiama “Terra di

Teatri”, dove per teatro si

intende ogni luogo capace

di ospitare uno spettacolo.

Abbazie, piazze, castelli, giar-

dini, luoghi che ospitano la

musica, la danza, la prosa,

il cinema, dando vita a uno

straordinario Festival diffu-

so sul territorio che guida

alla scoperta del patrimonio

artistico della provincia di

Macerata, rendendo l’estate

viva ed emozionante.

Tanti i Comuni coinvolti nel

progetto: Mogliano, Monte-

fano, Penna San Giovanni,

Porto Recanati, Appignano,

Civitanova, Corridonia, Sar-

nano, Pollenza, Tolentino,

San Severino, Serravalle, Ur-

bisaglia e Macerata.

Si comincia dall’Orchestra

Sinfonietta Gigli che si esibi-

rà a fine giugno a Mogliano,

Montefano e Penna San Gio-

vanni, mentre l’Accademia

Lirica Beniamino Gigli salirà

sul palco dell’arena “Gigli” di

Porto Recanti il primo

luglio.

Dal 6 all’8 luglio spazio

all’Arte Nomade ad Ap-

pignano, con lo spetta-

colo “Bellente”. Il 12-13-

14 luglio l’Accademia

della Libel-

lula porterà

in scena in

teatro a Corridonia, Sarnano

e Pollenza lo spettacolo “La

sirenetta”, mentre Giorgio

Felicetti sarà a Civitanova

Marche il 14 con “La fabbri-

ca”.

Dal 2 al 5 agosto “Prometeo”,

organizzato dall’associazione

culturale Ecate, sarà protago-

nista a Urbisaglia, mentre il 4

andrà in scena a Taverne di

Serravalle, vicino Colfiorito,

l’Arte Nomade con “Montela-

go Celtic Night”.

Ma le proposte culturali non

finiranno qui. Il 24 agosto, il

teatro Lauro Rossi di Macera-

ta ospiterà “Jakob Lenz”, con

la regia Henning Brockhaus,

mentre sei giorni dopo al

Vaccaj di Tolentino sarà di

scena “Diabolikamente tua”.

Il regista Henning Brockhaus 83

Page 61: Sferisterio Opera Festival // 2007

“È il tema dominante del teatro di

ogni tempo”. Ecco cos’ è “Il gioco dei

potenti” per Massimo Cacciari, filoso-

fo e politico, che il 26 luglio inaugura

la 43ma edizione dello Sferisterio

Opera Festival con un dibattito-con-

ferenza al teatro Lauro Rossi. L’at-

tuale Sindaco di Venezia medita sulla

necessità del potere affinché vi sia il

teatro: “Il teatro è, solo se affronta il

potere nella sua drammaticità, nella

sua tragicità. Il teatro è la rappresen-

tazione del potere e il potere è, esso

stesso, teatro. Il sovrano deve stare

sempre sulla scena col suo corpo e

non c’è potere senza teatro, anche se

il potere attuale è un teatrino”.

Per Cacciari, il sottotitolo ideale che

spiega meglio come la tragicità dei

potenti sia un tema di grande fasci-

no e attualità è “drammi, illusioni

e sconfitte nella lotta per il potere”.

Aggiunge che questo esperimento

artistico è molto importante proprio

per il fatto che “non essendoci più la

sovranità in quest’epoca, non c’è più

teatro e non c’è più tragedia. Oggi

non c’è più un sovrano, c’è una

sovranità anonima, non c’è più

Macbeth, non c’è Re Lear, non

c’è Norma”.

Norma che, per il filosofo, è “una scelta molto intelligente

del Festival, poiché analizza

uno degli aspetti più inquie-

tanti del potere: il potere che

si dismette da sé stesso, che

rinuncia a sé. In ogni volontà

di potenza c’è questo istinto: fatemi

fuori, sono stanca di questo gioco”.

La tragicitàdel poterediventa teatro

Massimo CacciariFilosofo e uomo politico italiano, nasce a Ve-

nezia il 5 giugno 1944. Si laurea in filosofia a

Padova ed è ordinario di Estetica presso l’Uni-

versità della sua città. È stato tra i fondatori

di alcune delle più importanti riviste italiane di filosofia e cultura, da Angelus Novus (1964-1974) a Contropiano (1968-1971), a Laboratorio politico (1980-1985), a Il Centauro (1980-1985) fino a Paradosso, nata nel 1992 e diretta con Sergio Givone, Carlo Sini e Vincenzo Vitiello.

È membro di diverse istituzioni filosofiche europee, tra cui il Collège de phi-

losophie di Parigi. Nel 2002 fonda la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-

Salute San Raffaele a Cesano Maderno (Mi), di cui è Preside fino al 2005.

Esponente di punta della Margherita veneta, è Sindaco di Venezia.

Il Festival 200726 LUGLIO ORE 18

Pier Luigi Pizzi, Giorgio Meschini, Donato Caporalini, Massimo Cacciaridurante la presentazione dello Sferisterio Opera Festival a Venezia

85

Page 62: Sferisterio Opera Festival // 2007

SAÜL sogni e ossessioni di un antieroe

L’ opera di Flavio Testi, ese-guita in prima assoluta in

forma di concerto a Parigi il

25 ottobre 2003 nella Salle “Olivier

Messiaen” con l’Orchestre Philarmo-

nique di Radio France, vedrà a Mace-

rata la sua prima rappresentazione in

forma scenica.

Il libretto è un adattamento dello

stesso compositore che nel 1991 ha

sintetizzato in tre atti l’omonima ope-

ra teatrale di André Gide del 1903.

Attratto dalla tragedia personale “di

un re spogliato di ogni accento eroico

e vittima della sua stessa distruzione

interiore, poiché abbandonato a tutti

gli istinti e ai piaceri”, Testi riduce il

numero dei personaggi, omette nu-

merosi dialoghi secondari e riunisce

i diversi momenti dell’opera originale

in dodici scene che “non hanno solu-

zione di continuità e [dove] l’assenza

di interludi strumentali impedisce i

grandi cambiamenti di scena” (Testi).

Tutto è ridotto all’indispensabile: po-

chi sono gli elementi scenici suggeriti

dal libretto (semplici veli, una tenda,

la sabbia o la proiezione del cielo stel-

5 AGOSTO ORE 17.30, 7 AGOSTO ORE 21

86

Page 63: Sferisterio Opera Festival // 2007

SAÜL sogni e ossessioni di un antieroe

Il Festival 2007

lato...), ciò che si legge nell’opera

non è il dramma biblico tradizio-

nale incastonato da colonne e

templi, poichè quello che interessa

non è l’esteriorità, non sono i gesti,

ma il malessere dei personaggi, in

particolare del protagonista, il re

Saül, interpretato dalla voce di

baritono che, ossessionato da so-

gni e passioni indicibili, precipita

vertiginosamente verso la propria

distruzione.

Anche l’orchestrazione si adegua:

essenziale, vicina quasi a una

strumentazione cameristica, essa

segue le contraddizioni dei per-

sonaggi e suggerisce ciò che non

può essere detto. Testi volutamen-

te evita di conferirle un tono lirico,

seleziona adeguatamente gli stru-

menti e valorizza il piano, la cele-

sta, soprattutto l’arpa che, associa-

ta alla figura di David, suona anche

quando questi non è sulla scena ma

assilla la mente e lo spirito del re,

che è pervaso dal desiderio.

Le linee melodiche sottolineano le

evoluzioni psicologiche dei perso-

naggi e le situazioni rappresentate

(basti da esempio il momento in cui

David nell’ottava scena tenta di cal-

mare con il suo canto il cuore stra-

ziato di Saül), più in generale Testi

ricorre a scelte armoniche, a inter-

valli, a quant’altro riesca a tradurre

in immagini sonore le discordanze

dei caratteri dei protagonisti e i loro

vissuti psichici, mentre la ripresa di

numerosi motivi garantisce l’unità

di tutta la composizione.

Il Saül è un’opera di uomini: le don-

ne, poche e drasticamente respinte

dalla scena, servono esclusivamen-

te a favorire lo sviluppo dell’intrigo,

a far emergere più chiaramente la

latente omosessualità del sanguina-

rio protagonista assorto nel deside-

rio segreto di David, deviato dagli

interessi politici, tormentato dalla

consapevolezza della differenza di

età rispetto al giovane, ed estraneo

a ciò che lo circonda, un antieroe

impotente di fronte ai Filistei.

Accanto a questo la presenza di

elementi magici, come i demoni,

le streghe, la luna piena, contri-

buiscono a rendere l’opera di Testi

assolutamente densa pur nella sua

essenzialità, e moderna, in quanto

proiettata verso l’analisi del disagio

interiore dei personaggi e per que-

sto così interessante, interrogativa,

efficace nel portare in scena i sen-

timenti umani e l’eterna contraddi-

zione fra il Bene e il Male.

Guillaume TourniaireStudia pianoforte e direzione al Conser-

vatorio di musica di Ginevra. Vincitore

del concorso della Fondazione Gabrie-

le de Agostini e del concorso Gabriel Fauré, si dedica

principalmente alla musica da camera e accompagna

le classi professionali del Con-

servatorio di musica di Ginevra,

dove è nominato professore di

piano. Nel novembre 1998, de-

butta all’Opera di Parigi. A partire dal 2001, è direttore

del coro della Fenice di Venezia. Si dedica alla direzione

d’orchestra, in particolare in Italia e all’Opera di stato

di Praga. Nel 2006 dirige, a Macerata, Die Zauberflöte e Thamos, König in Ägypten.

Direttore: Guillaume Tourniaire (foto)Regia, scene e costumi: Pier Luigi PizziDisegno luci: Sergio Rossi

Saül: Alfonso AntoniozziDavid: Alexandre MarcelliJonathan: Agustín Prunell-FriendLa Reine: Elena ZilioLe Grand Prêtre: Luca Dall’AmicoLe Barbier: Nicolas RivenqLa Sorcière d’Endor: Elena ZilioL’Ombre de Samuel: Luca Dall’AmicoI, II, III Démon: Pueri Cantores “D. Zamberletti” - Macerata

il Cast 87

Page 64: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il Festival 2007

Il teatro vive della rappresen-

tazione del cuore umano in

conflitto con se stesso ed è

per questo che sa dare bel-

lissimi ritratti di donne alle prese con

il contrastato rapporto fra la propria

femminilità e il potere.

Sono state scelte nove donne, ognuna

delle quali dà una visione diversa del

potere coniugato al femminile:

da Elisabetta I d’Inghilterra (Maria Stuarda di Schiller), che pur poten-tissima si deve piegare ai voleri del

suo popolo, a Lisistrata, che tenta

di contrastare gli ardori irrefrena-

bili delle sue compagne; da Eleonora

d’Aquitania (dal testo omonimo di Ruth

Wolff), che vuole essere regina, ovvero

compagna alla pari di un re, e non solo

madre dei suoi figli, a Lady Macbeth

(Shakespeare e Piave), che non appena

raggiunge il vero potere impazzisce; da

Ecuba, la regina sconfitta de Le Troiane, a Evita - nella foto- (dal testo di Copi),

resa folle dall’ap-

prossimarsi della

morte, a Marilyn,

fanciulla dolente

sotto l’apparenza

di regina del ses-

so; dalla Regina

Vittoria umoristi-

camente ricordata

da Palazzeschi, alla

Regina del Cielo

a cui si rivolge la

preghiera di Ber-

nardo nel XXXIII

canto del Paradiso.

La donna e il potereAnna ProclemerTrentina, debutta in teatro a soli

19 anni con Minnie la candida, di Massimo Bontempelli.

Negli anni successivi alla guerra si

impone definitivamente al pubbli-

co e alla critica. Nel 1948 è Nina

nel Gabbiano di Cechov messo in

scena da Giorgio Strehler al Picco-

lo Teatro di Milano.

Dal 1952 al 1955 è con Vittorio

Gassman nel suo Teatro d’Arte

Italiano. Nel 1956 inizia quella

Compagnia Proclemer-Albertazzi

che scrive, per quasi quindici anni,

una pagina prestigiosa nella vita

del teatro italiano.

Nel 1979 la Proclemer (foto in alto) riprende, con La lupa di Verga, il sodalizio col produttore Lucio Ardenzi che darà otti-

mi frutti. Nella sua attività, presenta nume-

rosi recital, primi fra tutti Anna dei poeti (da Jacopone da Todi ai poeti di oggi), e Dante in piazza (con Albertazzi). Si dedica anche al mondo cinematografico, in modo marginale,

nonostante le significative presenze in Malia,

e in Viaggio in Italia di Roberto Rossellini. Vin-ce numerosi premi, tra cui: il “Nettuno d’oro”

(due volte), il premio “San Genesio”, il “Duse”,

il “Renato Simoni”, il premio “Una vita per il

Teatro”, la “Maschera d’argento”, il premio

“Flaiano” (due volte), il “Sipario” (due volte,

il primo a New York nel novembre 1996, il

secondo a Milano, nel settembre 1997).

28 LUGLIO ORE 18

89

Page 65: Sferisterio Opera Festival // 2007

Maria Stuarda: “Nella mia fine sta il mio principio”

Gabriele FontanaAustriaca, debutta all’età di ventuno anni nel ruolo di Pamina

in Die Zauberflöte al Frankfurt Opera House, sotto la direzio-ne di Michael Gielen. Vince il premio “Bach” nella competi-

zione internazionale di Lipsia, e il premio “R. Tauber” di Lon-

dra. I suoi successi proseguono con l’ensamble dell’Hamburg

State Opera. Nel 1998 riceve il titolo di “miglior cantante da

camera” dall’Hannover State Opera. Si esibisce in molti teatri

d’Europa, degli Stati Uniti, d’Israele e del Giappone.

Nel 2003 debutta con l’Accademia di Santa Cecilia a Roma

(Mahler 8 e “Das Paradies und die Peri”) e prende parte a

recital e concerti a New York, Washington, Philadelphia,

Manchester, Praga, Vienna e Tel Aviv.

Prossimamente, oltre allo spettacolo che la vedrà a Macerata

il 29 luglio, sarà a Baltimora per Maria Stuarda.

Il Festival 2007

Soprano: Gabriele Fontana (foto)Pianoforte e clavicembalo: Helmut Deutsch

Giacomo CarissimiIl lamento della Regina di Scozia

LetturaMaria StuardaLas! En mon doux printemps

Pierre de RonsardMignonne

John DowlandCome again

Lettura

Johann Rudolf ZumsteegMaria Stuarda

Lettura

Canti popolari scozzesiArrangiati da Felix Mendelssohn-BartholdyO dinna ask meSaw ye Johnny comin

Arrangiati da Benjamin BrittenO can ye sew cushionsThe bonnie Earl o Moray

Entrata

Joachim RaffKlage IKlage III

Robert SchumannAbschied von FrankreichNach der Geburt Ihres Sohnes

Joachim RaffDavid Rizzios letztes Lied

Robert SchumannAn die Königin ElisabethAbschied von der Welt

Robert SchumannGebet

Lettura

Richard WagnerMignonneLes Adieux de Marie Stuart

Lettere, sonetti e poemi di Maria Stuarda e Pierre de Ronsard

Programma

29 LUGLIO ORE 18

91

Page 66: Sferisterio Opera Festival // 2007

Il direttore artistico del festival di

Edimburgo ha iniziato il suo ben-

venuto annuale con questa frase: “I

festival sono regali. Regali speciali

che una città fa a se stessa, ai suoi cittadini, ai

suoi visitatori, al suo futuro. Alla sua anima

più profonda”.

I festival sono meravigliosi, ma sono eventi

ben riusciti solo se riescono a riempire l’at-

mosfera di arte e di festa e a coinvolgere tutti

attorno ai propri temi.

Tra gli appuntamenti fondamentali del 2006

abbiamo avuto gli aperitivi culturali. Intellettua-

li e artisti, fra i quali Philippe Daverio, Massimo

Gasparon e Gianfranco Paci, si sono interrogati

sui concetti de ”Il viaggio iniziatico”.

Anche quest’anno il fil rouge del festival, “Il gio-co dei potenti”, riecheggerà negli incontri colla-

terali agli spettacoli in cartellone. Ogni giorno

alle ore 12.00, all’enoteca degli Antichi Forni,

vicino a un buon bicchiere di vino, si parlerà di

potere attraverso la storia, l’enogastronomia, la

moda, la letteratura, la pittura.

Molteplici gli appuntamenti organizzati dal

professor Evio Hermas Ercoli (nella foto 1 insie-me a Raffaele Curi): da una sfilata con “gli abiti dei potenti” illustrata dalla signora Scotucci, ai

miti orientali nella Norma di Massimo Gaspa-

ron, passando a Gianfranco Paci

con la storia dell’Anfiteatro di

Urbisaglia. La figura del Macbeth

sarà analizzata da Diego Poli; Manlio Baleani

parlerà dei potenti nei sonetti del Belli; mentre

Carlo Cambi spiegherà il potere a tavola, la fi-

gura del Trinciante.

Un evento speciale con Gheorghe Iancu sulla

danza e sulle coreografie di quest’anno e non

mancherà l’ironia di un rendez-vous poetico al-

lestito da Neri Marcoré (foto 2) e Filippo Davoli. Ancora due incontri su Maria Stuarda: uno sugli “stuartisti” a Macerata e l’altro sull’opera di Albe-

rico Gentili, padre del diritto internazionale che

iniziò i suoi studi proprio sul caso dei congiurati

contro la regina inglese Elisabetta I.

Importantissime le celebrazioni dedicate agli

anniversari di questo 2007: Maria Callas, Mario

Del Monaco, Beniamino Gigli e Carlo Perucci.

Accanto agli appuntamenti due eventi espositi-

vi particolari: Lucio Turchetta illustrerà le sale

della scuola romana del Museo di Palazzo Ricci

e Francesca Gentili esporrà per la prima volta

le sue tele su “I volti del non potere”.

Gli aperitivi culturali sono aperti a tutti e sono rea-

lizzati in collaborazione con Cantine Belisario.

Il calendario degli incontri sarà disponibile

a partire da luglio. Rita Levi Montalcini (foto 3), Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi e molti

altri hanno assicurato la loro presenza tra gli

ospiti.

Il Festival 2007

Gli eventi in città

aperitivi culturali e altre iniziativeper “il gioco dei potenti”

1

2

3

Il Presidente della Provincia Giulio Silenzi e Vittorio Sgarbi alla BIT di Milano

93

Page 67: Sferisterio Opera Festival // 2007

L o Sferisterio, la cui costruzione inizia

nel 1820 per volere di “Cento consor-

ti”, rappresenta un’opera fantastica per una città

come la Macerata dell’epoca. La sua edificazio-

ne oggi sarebbe impossibile per un gruppo di privati. Una

caratteristica ne avvicina l’edificazione alle questioni delle

grandi opere odierne: la difficoltà nel rispettare la previsio-

ne di spesa. Preventivato il costo intorno ai diecimila scudi

romani (all’epoca la regione faceva parte dello Stato Ponti-

ficio), al termine della costruzione il prezzo è quasi quattro

volte tanto. Cifra che obbliga molti consorti a indebitarsi.

Senza considerare il fatto che nella storia d’Italia sono ri-

correnti gli atti di mecenatismo di grandi signori ma molto

scarsi, invece, i casi di forme organizzate di liberalità.

La peculiarità di questa società civile, infatti, è unirsi per Ma-

cerata, “mossi dal desiderio di arrecare un maggior lustro e

decoro”, per l’architettura, la cultura e il divertimento.

I loro eredi, che in realtà sono eredi anche di chi ha ac-

quistato i palchi dopo la costruzione, nel 1985 decidono

di cedere il teatro alla città, per permetterne la ristruttura-

zione. D’altronde lo Sferisterio viene costruito per la citta-

dinanza e quindi non poterlo usare sarebbe come tradirne

l’origine. “Perciò era giusto privarsene ‒ racconta Walfrido

Cicconi, vicepresidente odierno dei Cento Consorti ‒. Oggi

ai consorti non è caduta in testa un’eredità di mattoni, sono

persone che hanno deciso di continuare ad animare la città.

Nel 1985 avremmo potuto smettere; una volta ceduto il

monumento era venuto meno il legame del consorzio. Inve-

ce, per quell’eredità intellettuale decidemmo di aggiornare

lo statuto e di andare avanti. Da Macerata Opera fino al

Festival”.

Per vari anni i consorti contribuiscono insieme al Comu-

ne ad organizzare al Lauro Rossi lo spettacolo di apertura

della stagione lirica estiva: I sette peccati capitali e Il volo di Lindbergh sono due di quei titoli. Poi con il passaggio allo Sferisterio Opera Festival, nel quale le opere al Lauro Ros-

si diventano organiche al tema conduttore del cartellone,

l’impegno si allarga su un altro fronte, il concerto natalizio.

Il primo anno, il 2006, porta la firma di Marco Mencobo-

ni con lo spettacolo “Cantar lontano” (vedi box sotto). Nel

2007 è atteso un altro grande artista a consolidare que-

sto appuntamento. Fra i nomi in ballo, quello di Henning

Brockahus, due volte premio Abbiati allo Sferisterio: nel

1992 per La Traviata, e nel 2003 per El Cimarrón.

“Ad vesperas”, il concerto del Maestro Marco Mencoboni, alla direzione dell’ensemble musicale Cantar lontano, è andato in scena nella chiesa di San Paolo a Macerata, il 13 dicembre 2006. Lo spettacolo ha restituito in prima esecuzione moder-na parte delle musiche composte dal compositore toledano Diego Ortiz, maestro di cappella del vicerè di Napoli nella se-conda metà del XVI secolo.La tecnica del “cantar lontano” è un’antica prassi vocale, rea-lizzata disponendo i cantori distanti nello spazio e non visibili all’ascoltatore, che rende suggestiva la riproduzione dei cori.

La Società civile dei Cento Consorti

95

Page 68: Sferisterio Opera Festival // 2007

S i chiama Marche Musica

per il Mondo e rappresenta

il protocollo d’intesa per un

polo lirico-sinfonico regio-

nale. A breve si arriverà a una firma

congiunta tra Sferisterio Opera Festi-

val, Fondazione Teatro delle Muse di

Ancona e Orchestra Regionale delle

Marche (FORM), per iniziare una fat-

tiva collaborazione, con una durata

minima di tre anni.

I soci fondatori di Marche Musica per

il Mondo si propongono di:

■ caratterizzarsi nei confronti delle

istituzioni di livello regionale, nazio-

nale e internazionale come polo pro-

duttivo unitario;

■ organizzare eventi lirico-sinfonici

di elevata qualità, producendoli, pro-

muovendoli e distribuendoli con una

impostazione di sistema integrato;

■ prevedere forme organiche di col-

laborazione per i progetti artistici pur

mantenendo la peculiarità delle pro-

duzioni a cui lavoreranno i rispettivi

direttori artistici Pier Luigi Pizzi (Sfe-

risterio), Alessio Vlad (Muse) Donato

Renzetti (FORM);

■ utilizzare al meglio le risorse umane

e finanziarie attraverso economie di sca-

la e forme di collaborazione condivise;

■ valorizzare le proprie specifiche

attività inserite in una programmazio-

ne comune e concordata;

■ ottimizzare e utilizzare l’insieme

delle risorse professionali che ogni

soggetto ha formato e possiede, an-

che attraverso una concertazione con

i lavoratori e le loro rappresentanze;

■ stabilire la possibilità in prospet-

tiva della fusione di tutte o di alcune

delle attività istituzionali dei soggetti

aderenti, anche attraverso la costitu-

zione di nuovi enti strumentali.

Il presidente della Fondazione Muse

Fabio Sturani (al centro nella foto con Renato Pasqualetti, presidente FORM, a sinistra e Giorgio Meschini, presidente associazione Sferisterio a destra) tiene a sottolineare che “si verrebbe a creare

tra inverno ed estate un palcosceni-

co tutto l’anno; lavorare insieme dà

un valore aggiunto alle strutture”. Il

presidente dell’associazione Sferiste-

rio, Giorgio Meschini, dichiara:

“L’accordo può avere prospet-

tive feconde per un rapporto

duraturo e pone le basi per un

progetto che possa essere or-

ganico per le Marche e per lo

sviluppo della lirica nella nostra

regione, accanto alle altre realtà

e in sintonia con le linee pro-

gettuali dell’assessore regionale

alla Cultura”.

Nasce il polo Marche Musica per il Mondo

Le collaborazioni

MUSE ‒ Stagione 2007/08 tra Opera, Balletto, RecitalUn primo lancio della Stagione 2007/08 di Opera, Balletto, Recital della Fondazione Tea-tro delle Muse di Ancona con la direzione artistica di Alessio Vlad vede in cartellone: il balletto Les 4 Saisons del Ballet Preljocaj, musica di Antonio Vivaldi con la coreografia di Angelin Preljocaj; i recital di canto del mezzosoprano Sonia Ganassi e del tenore José Bros, che nell’occasione riceverà il Premio Corelli. A sottolineare una vocazione del Teatro verso il repertorio meno frequentato, verrà messa in scena, una nuova produzione, l’opera di Paul Hindemith, Neues von Tage diretta da Bruno Bartoletti, con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi in coproduzione con Sferisterio Opera Festival. A seguire La Traviata di Giuseppe Verdi, con interprete principale: Mariella Devia e la regia Arnaud Bernard. Entrambe le opere in programma vedono: l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”. La Stagione sarà chiusa da Maurice Béjart e dal suo Béjart Ballet Lausanne. Info 071 207841 - www.teatrodellemuse.org

97

Page 69: Sferisterio Opera Festival // 2007

Albo dei negozi

I Negozi del Festival

Dove ammirare gli abiti

P er il primo anno Macerata

si veste a “festival” durante

la stagione lirica. Numerosi

negozianti hanno aderito

al progetto di esporre nelle vetrine i

costumi di scena della passata edizio-

ne dello Sferisterio Opera Festival.

“L’idea era in cantiere già dall’anno

scorso ‒ dichiara il responsabile della

comunicazione Evio Hermas Ercoli ‒,

perché da luglio ad agosto tutto a Ma-

cerata deve parlare dell’Opera Festi-

val. È un doppio vantaggio: per noi, e

per la città e i suoi negozi. La formula

del Festival porta più turisti rispetto

alla stagione lirica e gli spettatori che

trascorrono almeno tre giorni in città,

per assistere alle tre opere principali,

avranno sicuramente molte attenzioni

per quello che è legato alla musica”.

Anche il direttore artistico Pier Luigi

Pizzi accoglie con favore l’iniziativa.

L’idea è quella di esporre gli abiti del-

l’Aida e della Turandot, come è già stato

fatto al Pitti Immagine Uomo di Firen-

ze, nello stand Tombolini (vedi foto).I costumi dell’Aida sono stati dise-gnati da Massimo Gasparon e sono

di proprietà dell’associazione Arena

Sferisterio, i costumi della Turandot sono di Pier Luigi Pizzi e sono esposti

per gentile concessione della sartoria

Arianna.

■ AGNETTI, piazza della Libertà 26■ ATTIMI, via Gramsci 41■ CHARME, corso Cairoli 76■ CM VIAGGI, piazza Nazario Sauro 41■ DOMIZIOLI, corso Giacomo Matteotti 36■ EMOZIONI, via Gramsci 35■ ERBORISTERIA ELISIR, via Francesco Crispi 2■ IL FIORILE, piazza Mazzini 63■ OTTICA PIETRONI, corso Cairoli 35■ OTTICA PIETRONI, corso Cavour 14■ OTTICA PIETRONI, corso Giacomo Matteotti 16■ PERTICARINI E MELETANI, largo Giovanni Amendola■ READY FASHION, via Maffeo Pantaleoni 1

Le collaborazioni

99

Page 70: Sferisterio Opera Festival // 2007

G razie a Rosanna Vaudetti

(foto a sinistra), la rivista uffi ciale dello Sferisterio

Opera Festival ospita

l’AIL. La “signorina buonasera”, testi-

monial dell’associazione italiana con-

tro le leucemie, sostiene in maniera

attiva la promozione del Festival

2007. Telefonando allo Sferisterio,

la si può anche ascoltare l’“annuncio”

degli orari di lavoro degli uffi ci.

In questo modo lo Sferisterio pro-

muove l’AIL presso il proprio pubbli-

co sperando di poter trovare nuovi

sostenitori per la ricerca scientifi ca.

La sezione di Ancona dell’AIL, con

sede nella Clinica di Ematologia del-

l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona,

svolge la sua attività nel territorio

delle province di Ancona, Macerata

e Fermo e con i fondi raccol-

ti con le due manifestazioni

principali (Stelle di Natale e

Uova di Pasqua), i contributi

volontari da parte dei cittadi-

ni, da enti e con le pergamene

solidali:

■ favorisce la ricerca scientifi ca ed

elargisce a giovani medici, biologi, in-

fermieri e tecnici di laboratorio mar-

chigiani borse di studio per corsi di

aggiornamento e per periodi di ricer-

ca e formazione in Italia e all’estero;

■ collabora al funzionamento della

Clinica di Ematologia, del Centro Tra-

pianto di Midollo e del Laboratorio

di Biologia Molecolare anche con

l’acquisto di apparecchiature ad alta

tecnologia;

■ offre assistenza e contributi a pa-

zienti con diffi coltà economiche e alle

loro famiglie;

■ gestisce un servizio di assistenza

volontaria ospedaliera presso la Clini-

ca di Ematologia;

■ ha acquistato un appartamento

in prossimità dell’ospedale Regionale

per permettere ai pazienti provenien-

ti da altre province di ricevere le cure

necessarie con il conforto e l’assisten-

za dei propri familiari.

Che cosa potete fare per aiutare a

svolgere questo servizio per la co-

munità?

Entrare a far parte del gruppo dei

volontari che gestiscono le varie

manifestazioni o attività in ospedale,

o anche devolvere una somma di de-

naro (deducibile ai fi ni fi scali).

AIL una testimonial d’eccezione

Le collaborazioni

Tel.: 071-889990 (dal lunedì al venerdì 8.30 - 15.00 ‒ sabato 8.30 - 12.30)c/c postale: 12007605c/c bancario: 10016566 ABI 02008 CAB 02611

Come contattare l’associazione

101

Page 71: Sferisterio Opera Festival // 2007

P ier Luigi Pizzi, unanime-

mente considerato uno

dei maggiori registi italia-

ni in ambito lirico, forse

non pensava a legami tanto stretti

con Macerata, quando vi giungeva

le prime volte come semplice, ma

autorevole, spettatore della stagione

operistica. Quindi, è stata la volta

della regia di Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach nel 2004, durante

la prima stagione firmata Ricciarelli e,

l’anno successivo, di Andrea Chénier di Umberto Giordano.

Nel 2006 a lui sono state messe in

mano le redini della manifestazione,

trasformata dal Maestro in Sferisterio

Opera Festival. E, neanche un anno

più tardi, la città ha fatto piovere sul

direttore artistico molteplici ricono-

scimenti, fino alla laurea honoris cau-

sa in “Scienze dello spettacolo: disci-

pline della perfomance” deliberata di

recente dall’Università di Macerata.

“Con questo riconoscimento ‒ com-

menta il rettore Roberto Sani ‒ il

nostro Ateneo, oltre a onorare una

personalità illustre che si è partico-

larmente distinta in campo culturale,

riconosce le eccellenze che operano

per far crescere il nostro territorio”.

La proposta è stata avanzata dal

professor Diego Poli, presidente del

Comitato tecnico organizzatore delle

classi di laurea in Scienze dello spet-

tacolo. “Gli allievi e i docenti del corso

‒ spiega ‒ hanno espresso un notevo-

le interesse al rapporto tra letteratura

e cultura musicale/teatrale. Abbiamo

visto il nostro obiettivo didattico e

professionale splendidamente realiz-

zato nell’attività di un grande regista

del nostro tempo come il Maestro

Pizzi. Eravamo consapevoli della

sua attività già prima della nomina

a direttore artistico dello Sferisterio

Opera Festival, perché ci troviamo

a operare su due vie parallele, che

il caso ha voluto si incontrassero a

Macerata”.

I riconoscimenti

a Pier Luigi PizziLaurea ad honorem

103

Page 72: Sferisterio Opera Festival // 2007

Musiculturamusica, arte e spettacoloin diciotto anni di storia

L a prima edizione, di quello

che in origine si chiamava

“Musicultura - Premio Re-

canati” si tenne nel 1990.

Un incrocio tra musica, cultura e

spettacolo nato dalla voglia di co-

stituire qualcosa di nuovo. Nasceva

un’associazione, un festival, un im-

pegno. Dopo 18 anni, Musicultura è

entrata a pieno titolo a far parte della

storia culturale e musicale locale ma

soprattutto nazionale, seguita, dai

principali media, primo fra tutti la Rai

(Radio1 Rai, Rai 2, Rai 3, Rai Sat Extra,

Rai International) che

annovera questo festi-

val come uno dei po-

chi appuntamenti fissi

nel suo palinsesto.

L’apertura ai diversi

linguaggi della crea-

zione artistica, come

la musica, il teatro, la

danza, la letteratura, l’ha resa una

manifestazione unica nel suo genere.

Una formula apprezzata, cha ha tro-

vato sin dalla prima edizione, adesio-

ni eccellenti. Da diciotto anni, infatti,

il Festival può vantare un Comitato

Artistico di Garanzia, costituito da

personalità illustri del mondo della

musica e dell’arte. Un sigillo di qua-

lità che permette a Musicultura di

rimanere un osservatorio privilegiato

della musica d’autore, che ha visto

come primi firmatari Fabrizio De An-

dré e Giorgio Caproni.

Da sempre, poi, essenza prima del-

l’evento è il concorso per i giovani

cantautori nazionali. Tra i tanti artisti

che, giunti al Festival come concor-

renti, ne sono usciti vincitori, ci sono:

Simone Cristicchi, Pacifico, Gian Ma-

ria Testa, Avion Travel, Povia, e tutti

Giugno allo Sferisterio

I Nomadi,fra gli ospitidella kermesse

105

Page 73: Sferisterio Opera Festival // 2007

Tra i protagonisti della musica e della parola, ospiti della XVIII edizione del Musicultura Festival:

■ Franco Battiato (a fianco) con Fleur Jaeggy

■ Ornella Vanoni

■ Roberto Vecchioni (1)■ Luca Carboni (2)■ Nomadi

■ Loredana Berté

■ Hevia

■ Enzo Carella

■ Nino Bonocore

■ Luigi Cinque con Emil Zrihan, Urna Chahar Tugchi, Sara Ventroni, e il coro gregoriano “Ottava Rima”

■ Andrea Mingardi e Redblues Brothers Band

■ Valentino Zeichen con Lino Cannavacciuolo

Come da tradizione, Musicultura non mancherà di riservare qualche sorpresa dell’ultima ora!

quegli “artigiani” della canzone, come li definisce Cesanelli, che

tanto contribuiscono alla qualità della nuova forma canzone.

Così, a diciotto anni dall’inizio, no-

nostante il cambiamento di location,

Musicultura non ha mai perso la pro-

pria identità. Da tre anni a Macerata,

il Festival si conferma un evento che

coinvolge l’intera città, attraverso

un’intera settimana di momenti

culturali e musicali itineranti, che

culminano nelle serate finali, in uno

scenario di indiscusso fascino: l’Are-

na Sferisterio.

Tre serate che in 18 anni hanno vi-

sto la partecipazione dei nomi più

celebri della discografia mondiale:

Fabrizio De André, Claudio Baglioni,

Ligabue, Antonello Venditti, Nicola

Piovani, Gianna Nannini, Lorenzo

Jovanotti, Piero Pelù, Daniele Silvestri, Carmen Consoli, Patty

Pravo, Giorgia, Elisa, Sinead O’Connor, Solomon Burke Johan

Armatrading, Bob Geldof, Suzanne Vega, Noa, Jorge Ben.

Nomi che sono la prova dell’apprezzamento per l’impegno che

Musicultura tutta, ha sempre messo nel suo lavoro: solo musi-

ca di qualità per una nuova accademia di cantautorato italiano,

che ha ancora tante cose da raccontare e far ascoltare.

Gli ospiti della XVIII edizione

I BIGLIETTI delle TRE SERATE FINALIdel 22, 23 e 24 giugno all’Arena Sferisterio, SONO IN VENDITA PRESSO:

BIGLIETTERIA DEI TEATRIPiazza Mazzini 10 - MacerataTel. 0733.230735

FILIALI UBI BANCA POPOLARE DI ANCONA

CENTRO COMMERCIALE VALDICHIENTIPiediripa di MacerataTel. 0733.280028

VENDITA ONLINE ALLA PAGINAwww.vivaticket.it

Per l’elenco completo dei punti vendita:tel. [email protected]

Box office

1

2

106

Page 74: Sferisterio Opera Festival // 2007

110

www.turismo.marche.it

60125 ANCONA - Via G. da Fabriano, 9

Tel. 071 8062431 - Fax 071 [email protected]

numero verde 800222111

MARCHE, L'ITALIA IN UNA REGIONE

Page 75: Sferisterio Opera Festival // 2007

ARENA SFERISTERIO

44. Stagione Lirica 2008

La seduzioneProgramma preliminare

Georges Bizet

CarmenGiacomo Puccini

Manon LescautRichard Strauss

Salome

TEATRO LAURO ROSSI

Wolfgang Amadeus Mozart

Don GiovanniPietro Mascagni

Cavalleria rusticanaManuel De Falla

El amor brujo-

Marco Tutino

The servantPrima rappresentazione assoluta

Paul Hindemith

Neues vom TageIn collaborazione con il

teatro delle Muse di Ancona

111

Page 76: Sferisterio Opera Festival // 2007

Biglietteria

T (+39) 0733 230735F (+39) 0733 261570boxoffi [email protected] Mazzini, 10 - 62100 Macerata

PRENOTAZIONI ON LINE:vivaticket - www.vivaticket.itcall center 899.666.805(servizio a pagamento)

Poltronissima (platea) € 150,00 serate del 26, 28 e 29 Luglio

Poltronissima (platea) € 120,00 serate di replica

Centralissima (platea/gradinata/palchi) € 90,00

Centrale (platea/gradinata/palchi) € 70,00

Settore A (platea/gradinata/palchi) € 40,00

Settore B (gradinata/palchi) € 25,00

Balconata (non prenotabile) € 15,00

Diritti di prevendita 10%

Sono previste agevolazioni per singoli, gruppi e tour-operator.

Si prega di contattare direttamente la biglietteria.

PP

PP

cc

C

A

B

112