seneca de brev vitae

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  • 5/11/2018 Seneca de Brev Vitae

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    DE BREVIT ATE VITAELA BREVITA DELLA VITA

  • 5/11/2018 Seneca de Brev Vitae

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    .,~

    Dedicata a un certo Paolino (forse ilpadre della second a mo-gliedi Seneca), prefetto dell'annona, doe sovrintendente alvettovagliamento della citra, il quale stava per lasciaresl'in-carico per limiti di eta, La breuita della vita afronta un tern a caro agli stoici e ai pensatori del mondo greco-romano: labrevita, appunto, della vita umana.Seneca entra subito in argomento afermando che la vitaumana non e breve, come credono i piu, rna che siamo noi,o meglio coloro che ne fanno cattivo uso, che la dissipanoin futili e sterili occupazioni, che sono sempre indafarati,che coltivano manie sciocche e superflue, a renderla tale.Al contrario, se gli uomini sapessero consacrarla alIa filo-sofia, agli studi liberali e alle nobili occupazioni, essa sareb-be lunga in quanto, al tempo che e consentito all'uomo di'vivere, si aggiungerebbe quello trascorso e, COS!, si potrebbe'comunicare con igrandi spiriti del passato e trarre da essiesempio di saggezza e di virtu. Tutte le eta, aferma Seneca,sarebbero, COS!, al nostro cospetto e a noi obbedirebbero.

    r " L'opera si conclude con un' affettuosa esortazione a Pao-lino, ora che lascia l'incarico, a ritirarsi final mente nel por-to tranquillo degli studi letterari e filosofici, in occupazioni'pili sicure e confortanti per 1 0 spirito, nelle quali egli trove-r a l'oblio delle passioni e conoscera la scienza del vivere e-delmorire e godra di una quiete profonda.I La data di composizione di questo dialogo e controversa."l'aluni pensano debba farsi risalire all' anne 49 d. C., quan-do Seneca, reduce dall'esilio, pensava di ritirarsi a vita pri-vata e dedicarsi agli studio Altri vorrebbero spostarla all' an-no 62 d.C. quando Seneca, ormai vecchio, Iascio definitiva-mente ogni attivita pubblica.

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    I

    (1)La maggior parte dei mortali, Paolino, si lamenta pellanatura ingenerosa, vuoi perche noi si nasce per vivere tn'e-ta breve, vuoi perche 1 0 spazio di tempo che ci e concesso 'scorre cosi velocemente, COS! rapido che, eccettuati pochis-simi, tutti gli altri la vita li abbandona proprio quando visistanno preparando. Ne soltanto la gente e il popolino, chehapoco giudizio, si lamenta di questa comune disgrazia, comeviene chiamata; rna questa state d' animo suscita Ie Iamente-Ie anche degli uomini illustri. Di qui l'esclamazione famosadel pili grande dei medici.' La vita e breve, l'arte e lun-ga. (2) Di qui l'accusa, assolutamente sconveniente per unsaggio,che Aristotele mosse contro la natura e cioe che essaha concesso agli animali un' eta COS! lunga da prolungarsi percinque0 dieci generazioni e, all'uomo, invece, nato per farecosi tante e cosi grandi cose, ha assegnato un limite moltopili breve." (3) Ma noi non abbiamo poco tempo; bensi neperdiamo molto. La vita e sufficientemente lunga e ci e sta-ta data con generosita per compiere anche Ie imprese piiigrandi, sempre che sia tutta ben impiegata. Quando, inve-ce, essa si consuma nellusso e nella trascuratezza, quandonon viene spesa in nessuna degna azione, sotto 1'incalzaredelI'estrema fatalita, noi che non ci rendevamo con to del suotrascorrere, ci accorgiamo che e gia passata. (4) E cosi: nonabbiamoricevuto una vita breve, 1'abbiamo noi resa tale. Nonc i viene a mancare ma siamo noi a sciuparIa. Come Ie pilicospicue e regali ricchezze, quando capitano nelle mani diun cattivo padrone, spariscono in un attimo, mentre Ie a l-tre, anche modeste, se sono affidate a un buon arnministra-tore, aumentano con 1'uso: cosi la nostra vita e sufficiente-mente lunga per chi sa bene impiegarIa.

    1II

    (1)Perche ci lamentiamo della natura? Essa si e comport at acon generosita con noi: la vita, se sai utilizzarIa, e lunga. Mauno e preso da un' avidita insaziabile, un altro da un'instan-cabilesollecitudine per lavori superflui; uno e fradicio di vino,

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    un altro intorpidito dall'indolenza; uno e sfinito dall' arnbi-zione sempre subordinata ai giudizi altrui, un altro si lasciatrascinare dalla smaniosa brama del commercio per ogni~terrae ogni mare con la speranza di guadagno; alcuni sono tor-mentati dalla passione delle armi, sempre attenti ai pericoli altrui e in ansia per i propri; vi sono poi altri che nell'ingra-to ossequio verso i superiori si consumano in una volontariaschiavitu; (2) molti sono presi dal desiderio della bellezzaaltrui 0 dalla preoccupazione per la propria; parecchi, nonavendo uno scopo preciso, passano, scontenti di se e inco-stanti, da un' idea all' altra, alcuni, non avendo nessuna stra-da da percorrere, si lasciano cogliere dalla morte spossati epieni di sonno, tanto che io non dubito che sia vero quelc~e e stato detto dal sommo poeta, quasi fosse un oracolo:E piccola la parte di vita che viviamo.! E infatti tuttoquel che di essa ci resta non e vita rna soltanto tempo. (3)I vizi incalzano e stringono da ogni parte ne ci consentonodi elevarci 0di alzare gli occhi a discernere ilvero. E schiac-ciano quelli che sono sommersi e confitti nelle passioni, COS1che mai sara loro possibile torn are in se stessi. E se per casotocca loro un momenta di quiete, un po' come in alto maredove, anche se il vento e cessato, vi sono sempre Ie onde,essi continuano a ondeggiare e non c'e mai tregua alle loropassioni. (4) Tu credi che io parli di quelli i cui mali sonoalla luce del sole? Guarda quelli la cui felicita fa accorrerela gente: sono soffocati dai propri beni. Per quanti le ric-chezze sono di peso! A quanti l'eloquenza e la preoccupa-zione quotidiana di mettere in mostra il proprio ingegno, fan-no sputar sangue! Quanti si fanno terrei per i continui pia-ceril A quanti la folIa incalzante dei clienti non lascia unmomenta di libertal Passali tutti in rassegna, costoro, dalpili umile al pili importante: questa cerca un avvocato, quel-1 0 fa I'avvocato; quest' altro e imputato, quell' altro 1 0 difen-de, quell' altro ancora 1 0 giudica, rna nessuno attende a sestesso e ognuno si consuma per l'altro. Informati di quellii cui nomi sono ben conosciuti e vedrai che essi si distinguo-no per questi segni: questi si cura di quello, quello di quel-l'altro rna nessuno appartiene a se stesso. (5) Quindi e deltutto sciocca 1'indignazione di taluni: si lamentano dell' alte-rigiadei superiori che non trovano il tempo di riceverli quan-

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    do lora 1 0 desiderano! Ma come fa ora a lamentarsi della su-perbia altrui chi non ha mai un po' di tempo per se stesso?Eppure qualche volta quello, chiunque tu sia, ti ha degnatodi uno sguardo, anche se con fare sprezzante, ha prestatoorecchio alle tue parole, ti ha fat to stare al suo fianco: tu non ti sei mai degnato di guardarti dentro, di ascoltarti. Nonc'e dunque motivo che tu metta in conto agli altri cotestituoi servigi dal momenta che, quando tu li adempivi, nonera perche volevi stare con un altro, rna soltanto perche nonriuscivi a stare con te stesso.

    III(1)Tutti gli ingegni pili brillanti di ogni tempo, sebbene con-cordino su questo, non finirebbero mai di stupirsi di frontea questa caligine che avvolge la mente umana: gli uomini nonconsentono a nessuno di occupare i loro fondi e, se vi e an-che la minima lite per questioni di confine, mettono manaai sassi e aIle armi; intanto lasciano entrare gli altri nella pro-pria vita, anzi addirittura vi fanno entrare chi poi ne sarail padrone; non se ne trova nessuno che sia disposto a spar-tire ilproprio denaro, rna a quanti poi ognuno distribuiscela propria vita! Illoro patrimonio se 1 0 tengono ben stretto,rna poi sono generosissimi quando si tratta di sprecar tem-po, che e l'unica cosa di cui sarebbe giusto essere parsimo-niosi. (2)Mi piacerebbe prendere uno .dal gruppo dei pili an-ziani: Vediamo che sei giunto allimite estremo della vitaumana e che ti sono addosso cento anni e passa: suvvia, tor-na indietro e fa' un po' il conto della tua vita. Calcola quan-to di questa tempo ti ha tolto un creditore, quanto l' arnica,quanto ilpatrono, quanta il cliente e quanta i litigi con 1amoglie, quanto i castighi inferti agli schiavi, quanto l' andarsu e giii per la citra per obblighi mondani; aggiungi le malat-tie che ci siamo procurate da noi, aggiungi il tempo rimastoinutilizzato: vedrai che hai meno anni di quanti ne conti.(3)Cerca di ricordarti quando sei stato saldo nei tuoi propo-siti, quanti giorni sono trascorsi come tu avevi stabilito, quan-do hai potu to disporre di te stesso, quando iltuo volto e ri-masto impassibile e quando l' animo intrepido, qua1e operahai compiuto in COS! lungo tempo, quanti hanno predato la

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    tua vita senza che tu ti accorgessi di quello che perdevi, quan-to ti ha portato via un dolore inutile, una gioia sciocca, undesiderio insaziabile, una conversazione futile e quanta I?ocodi tuo ti e rimasto: allora comprenderai che muori prima deltempo. (4) Ma quale ne e la causa? Voi vivete come se do- veste vivere sempre e non vi ricordate mai della vostra fra-gilita, ne considerate quanto tempo sia passato; rna 1 0 spre-cate come se attingeste da una provvista e in abbondanza,mentre proprio quel giorno che voi regal ate a qualcuno, 0a qualcosa, forse potrebbe essere l'ultimo. Dal momenta chesiete mortali, avete paura di tutto, rna poi desiderate tuttocome se foste immortaIi. (5) Sentirai dire da molti: A cin-quant' anni mi ritirero a vita privata, a sessanta mi metteroa riposo. Ma tu, dimmi, che garanzia hai di una vita pililunga? Chi ti perrnettera che queste cose vadano come tuhai disposto? Ma non ti vergogni di riserbare a te stesso lebriciole della vita, di dedicare al perfezionamento morale sol-tanto quel tempo che non puo essere utilizzato a nient' al-tro? Non e troppo tardi cominciare a vivere quando e orad i smettere? Ma che sciocchezza e dimenticarsi di essere mor-tali rimandando a cinquanta 0 sessant' anni i saggi propositie voler iniziare a vivere a un' eta, che pochi raggiungono?

    IV

    (1)Uomini assai potenti e giunti molto in alto, tu Ii sentiraiche si lasciano andare a espressioni nelle quaIi esprimono ildesiderio della vita meditativa, la lodano, la preferiscono so-pra ogni altro bene. Intanto se potessero farlo senza perico-1 0 , vorrebbero scendere dalloro piedistallo: infatti, anchese non c'e nulla che la minacci 0 la scrolli dal di fuori, lafortuna cade da se, (2) II divino Augusto, al quale gli deiconcessero pili che a chiunque altro, non cesso mai di augu-rarsi la tranquillita e di chiedere di essere dispensato dagliaffari di Stato; in ogni suo discorso tornava sempre sullo stes-so punto: di sperare di ritirarsi a vita privata; e tutte Ie suefatiche egli alleviava con questa dolce anche se illusoria con-solazione, che cioe un giorno sarebbe vissuto solo per se stes-so. (3)In una lettera inviata al senato, dove prometteva che

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    la sua vita privata non sarebbe stata priva di dignita ne incontrasto con la sua gloria precedente, ho trovato queste pa-role: Ma queste cose e pill bello farle che prometterle. ~ut-tavia il desiderio di que! momenta tanto atteso e COS1 ere-sciuto in me che, tardando ancora la gioia di quell'evento,io ne pregusto il piacere alla sola dolcezza delle parole. (4)Gli sembrava COS1 gran cosa una vita tranquilla che, non po-tendo metterla in pratica, se la figurava con l'immaginazio-ne: lui, che vedeva che tutte le cose dipendevano da lui sol-tanto, che decideva dei destini degli uomini e dei popoli, lui,era pili che felice pensando a que! giorno in cui si sarebbespogliatodella sua grandezza. (5) Sapeva per esperienza quan-ta sudore fanno versare quei beni che splendono in tutto ilmondo, quante ansie segrete essi nascondono. Costretto aprender le armi prima contro i suoi concittadini, poi controi colleghie infine contro i parenti, egli verso sangue per maree per terra. Spinto dalla guerra attraverso la Macedonia, laSicilia, l'Egitto, la Siria, l'Asia e quasi per ogni terra, eglirivolse gli eserciti, stanchi di stragi romane, contro nemiciesterni. Mentre da pace aIle Alpi e doma i nemici annidatinel euore pacifico dell'Impero, mentre sposta i confini oltreilReno, 1'Eufrate, il Danubio, proprio in Roma si affilava-no contra di lui i pugnali di Murena, di Cepione, di Lepido,di Egnazio e di altri." (6) Non aveva ancora sventato le in-sidie di costoro che gia sua figlia? e molti nobili giovani,stretti nell'adulterio come in un sacro patto, sconvolgevanola sua gia sconsolata vecchiaia e poi Jullo, e con lui, per laseconda volta, una donna minacciosa insieme con un Anto-nio." Egli aveva estirpato quelle piaghe con tutte le mem-bra, rna altre se ne riformavano, come un corpo gravato datroppo sangue che si rompeva sempre da qualche parte. Per-cia desiderava ritirarsi a vita tranquilla, e questa speranza,questa pensiero, alleggerivano le sue fatiche, e questa eranei voti di chi poteva esaudire i voti altrui.

    v(1)M. Cicerone, sbattuto tra iCatilina e i Clodio, tra i Pom-peoeiCrasso, i primi, nemici aperti, i secondi amici dubbi,

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    rnentre era in balia delle onde insierne con la repubblica checercava di trattenere dalla rovina e, alla fine, con essa tra-volto, rnai soddisfatto della buona sorte e insofferente ~elleavversita, quante volte rnaledisse quel suo consolato che ave-va lodato non senza ragione, .ma senza un limite! (2) Cheespressioni cornpassionevoli usa in una lettera ad Attico,?dopo la sconfitta di Pompeo padre rnentre il figlio di que-sti," in Spagna, cercava di sollevare gli eserciti battuti: Tumi chiedi, dice, che cosa io faccia qui? Me ne sto sernili-bero nella rnia villa di Tusculo, E aggiunge altre parole nel-Ie quali rirnpiange la vita passata, si lament a del presente edispera del futuro. (3) Sernilibero si definisce Cicerone: rna,per Ercole, rnai il saggio deve uscirsene con un appellativoCOS1 avvilente, rnai sara sernilibero, rna la sua liberta sara sern-pre totale e solida e lui, indipendente, arbitro di se e piliin alto degli altri. Che cosa puo esservi infatti al di sopradi chi sta al di sopra della sorte?

    VI(1)Livio Druso,? uorno aspro e violento, dopo aver favori-to, col concorso di una folIa enorrne proveniente da tuttaItalia, nuove leggi e disastri come quelli del tempo dei Grac-chi, non prevedendo l' esito degli eventi, che non era pili ingrado di controllare e che, una volta preso I'avvio, egli nonera pili libero di abbandonare, rnaledicendo la sua vita agi-tata fin dall'inizio, si dice che esclarnasse che nernrneno dabambino aveva rnai avuto un giorno di vacanza. Infatti eraancora sotto tutela e indossava la pretesta, quando oso rac-comandare alcuni irnputati ai giudici e far valere in tribuna-Ie la sua influenza con tanta efficacia che alcune sentenze,come si sa, furono da lui estorte. (2) Dove non sarebbe sfo-ciataun' arnbizione COS! prernatura? Si poteva presurnere cheda un' audacia tanto precoce sarebbero usciti enorrni danniprivati e pubblici. Percio troppo tardi si larnentava che nongli era toccato nernrneno un giorno di vacanza, lui che finda ragazzo era stato un, serninatore di discordie e una rni-naccia per la giustizia. E dubbio se si sia ucciso di propriamano; infatti crollo a terra all'irnprovviso per una ferita al-

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    l'inguine e qualcuno si chiese dubbioso se la sua PJorte fossevolontaria, rna nessuno se fosse opportuna. (3) E superfluoricordare altri che, pur sembrando felicissimi, diedercedi sestessiuna verace testimonianza dichiarando di odiare 'tutto cioche avevano fatto nel corso dei loro anni; rna con questilamenti non mutarono ne gli altri ne se stessi: infatti dopo1 0 sfogo delle parole, le passioni ritornano allo state di pri-ma. (4) La vostra vita, per Ercole, anche se dovesse supera-.rei mille anni, sara sempre troppo breve; non esiste nessu-na pur lunga eta che non sia logorata da questi vizi; questaspaziodi tempo che, se anche la natura percorre rapid amen-te, la ragione puo prolungare, e inevitabile che per voi fuggaveloce: infatti voi non riuscite ad afferrare, a trattenere, aritardare la pili veloce di tutte Ie cose, rna la lasciate passarecome cosa superflua e recuperabile.

    VII(1)Al primo posto metto quelli che non si dedicano ad altroche al vino e al piacere; e infatti nessuno puo esser presoda un'occupazione pili turpe. Gli altri, anche se sono posse-duti da un vano sogno di gloria, sbagliano, sf, rna con deco-ro; tu puoi elencarmi gli avari, gli iracondi, 0 quelli che su-scitano odi ingiusti 0 guerre, ebbene nella colpa di costoroe 'e qualcosadi pili virile: indecorosa e invece la colpa di quelliche si degradano nei piaceri del ventre e della carne. (2) Fa'ilconto di tutta la loro giornata e osserva quanto tempo im-pieganoa far calcoli, a tramare inganni, ad aver paura, a ren-der omaggio e a riceverne, quanto ne impiegano a dare mal-leveriaper se 0 per gli altri, quanto nei banchetti che orrnaisono diventati di obbligo e vedrai che tutto questo, male 0bene che sia, non li lascia respirare.(3) Infatti tutti sono d' accordo che nessuna attivita puoessere svolta bene da un uomo affaccendato, ne l' eloquen-za, ne gli studi liberali dal momenta che un animo intentoa pili cose non puo assimilare nulla di elevato e rifiuta ognicosa come se gli si volesse ficcar dentro per forza. Nienteconta cosf poco per l'uomo affaccendato come il vivere: dinessunacosa vi e pili difficile scienza. Professori d'altre scien-

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    Professores aliarum artium vulgo multique sunt, quasdamvero ex his pueri admodum ita percepisse visi sunt, ut etiampraecipere possent: vivere tota vita discendum est et, quodmagis fortasse miraberis, tot a vita discendum est 'mori.2~ (4)Tot maximi viri, relic tis omnibus impedimentis, cum divi-tiis, officiis, voluptatibus renuntiassent, hoc unum in extre-mam usque aetatem egerunt ut vivere scirent; plures tamenex his nondum se scire confessi vita abierunt, nedum ut istisciant." (5) Magni, mihi crede, et supra humanos erroreseminentis viri est nihil ex suo tempore delibari sinere, et ideoeius vita longissima est, quia, quantumcumque patuit, totumipsi vacavit. Nihil inde incultum otiosumque iacuit, nihil subalio fuit, neque enim quicquam repperit dignum quod cumtempore suo permutaret custos eius parcissimus. Itaque sa-tis illi fuit: iis vero necesse est defuisse ex quorum vita mul-tum populus tulit. (6) Nee est quod putes hinc illos aliquan-do non intellegere damnum suum: plerosque certe audies exiis quos magna felicitas gravat inter clientium greges aut cau-sarum actiones aut ceteras honestas miserias exclamare in-terdum: Vivere mihi non Iicet. (7) Quidni non liceat?"Omnes illi qui te sibi advocant tibi abducunt." Ille reusquot dies abstulit? Quot ille candidatus? Quot illa anus ef-ferendis heredibus lassa? Quot ille ad irritandam avaritiamcaptantium simulatus aeger? Quot ille potentior amicus, quivos non in amicitiam sed in apparatum habet? Dispunge, in-quam, et recense vitae tuae dies: videbis paucos admodumet reiculos apud te resedisse. (8) Assecutus ille quos optave-rat fasces cupit ponere et subinde dicit: Quando hie annuspraeteribit? Facit ille ludos, quorum sortem sibi obtingeremagno aestimavit: Quando, inquit, istos effugiam? Di-ripitur ille toto foro patronus et magno concursu omnia ul-

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    ta della sua voce, e dice: Ma quando ci saranno le ferie giu-diziarie?. Ognuno lascia che la sua vita fugga via precipito-samente e poi si angustia per il desiderio del futuro e perlanoia del presente. (9) Ma colui che impiega tutto il te~poal proprio vantaggio, che organizza le sue giornate come se 'fosserouna vita, non de sider a il domani, ne 1 0 teme. Infattiqualepiacere nuovo potrebbe portargli l'ora che viene? TutteIecose gli son note e tutte egli Ie ha gustate a sazieta. Delresto, disponga pure la dea Fortuna, come vorra: la vita, or-mai, sta al sicuro. Ad essa si puo aggiungere qualcosa, rnanullale si puo togliere, aggiungere qualcosa, come si da delcibo a uno che e gia satollo e pieno: che non 1 0 desidera epure 1 0 accetta. (10) Non e pertanto che dai capelli bianchio dalle rughe si debba pens are che uno e vissuto a lunge:costui non e vissuto a lungo, e solo a lunge esistito. Saresti,forse, dell'opinione che abbia molto navigato chi, appenauscito dal porto, e stato colto da una violent a tempesta e,sbattuto da un susseguirsi furioso di venti contrari, ha sem-pre girato in cerchio dentro uno stesso spazio? Costui nonha molto navigato rna e state molto sballottato.

    LA BREVITA DELLA VITA

    VIII

    (1)10 mi meravigIio quando vedo che alcuni chiedono ad al-tri illoro tempo e, quelli che ne son richiesti, sono disponi-bilissimi a concederglielo; sia gli uni sia gli altri guardanoallo scopo per cui quel tempo e state richiesto, rna nessunoa l tempo in quanto tale: 1 0 si chiede quasi come fosse nulla,e come fosse nulla vien dato. E invece si scherz a con la cosapili preziosa di tutte, di cui non ci rendiamo conto perchee immateriale, perche non cade sot to i nostri occhi e, perquesto, viene consider ata vilissima, anzi di nessun valore.(2)Assegni annuaIi e donativi gli uomini li accettano assaivolentieri e per ottenerli danno illoro lavoro, la loro attivi-ta, la lora diligenza; rna il tempo nessuno 1 0 valuta; 1 0 usanocon molta larghezza quasi fosse regalato. Ma questi stessiguardali quando sono malati 0 in pericolo di morte, attacca-ti alle ginocchia dei medici, 0 se temono la pen a capitale,pronti a dare tutti i lora beni, pur di vivere! Come sono con-

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    LA BREVITA DELLA VITA

    trastanti Ie loro passioni! (3) Se ognuno potesse contare, COS1come fa con queIli trascorsi, il numero dei suoi anni futuri,come sarebbe angosciato vedendo che gliene avanzano po-chi e come Iirisparmierebbe! Orbene e facile amministrareuna cosa sicura anche se piccola; quello che non si sa quan-do finisce, invece, occorre conservarlo con piu diligenza. (4)E non credere che essi ignorino che valore abbia il tempo:sono soliti dire, infatti, a queIli che piu amano, che essi sonpronti a dare una parte dei loro anni: gliela offrono senzarendersi conto che cio che danno, togliendolo a se stessi, none di giovamento agli altri. E non sanno nemmeno che si sot-traggono qualcosa, percio possono benissimo sopportare unaperdita che non avvertono. (5) Nessuno ti restituira i tuoianni, nessuno ti renders un' altra volta a te stesso. II corsodei tuoi anni proseguira per la via iniziata, ne si volgera in-dietro 0 cambiera direzione; non far a rumore e tu non sa-prai quanto esso sia veloce; scorrera silenzioso. Ne pot eredi re, ne favore di popolo potra prolungarlo: come e iniziatodal primo giorno, esso continued a correre e niente gli fadcambiare strada, niente 1 0 rallentera. Cosa accadra? Tu seiin faccende e la vita si affretta; verra intanto la morte, alIaquale, tu voglia 0 no, devi darti.

    IX

    (1)Ci puo essere nulla di piii sciocco del comportamento dicerta gente, e mi riferisco a quegli uomini che si atteggianoa previdenti? Sono If che si affaccendano con molto impe-gno. Per poter vivere meglio spendono la vita a organizzarsila vita. Fanno progetti a lunga scadenza; d' altra parte ilmodopeggiore per sciupare la vita e il rimandare Ie cose e questo,in primo luogo, ci toglie un giorno dietro I'altro e, mentrec i fa promesse per ilfuturo, ci sottrae il presente. L'ostaco-1 0 maggiore della vita e I' attesa, che dipende tutta dal do-mani, e intanto, perde l'oggi. Fai affidamento su cio che enelle mani della sorte e ti lasci sfuggire quello che e nelletue. Dove guardi? Ache tendi? Tutto cio che deve accaderee sotto il segno dell'incertezza: vivi senza indugio. (2) Eccoquello che esclama il sommo poeta!' e, come agitato da un

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    LA BREVITA DELLA VITA 115

    fremito divino, canta un carme di salvezza:I giorni ,pili belli della vita sono, per i poveri mortali,i primi a fuggire,

    Perche indugi? egli dice, Perche non t' affretti? Se non1 0 afferri fugge. E anche quando 1 0 avrai preso fuggira 1 0stesso; percio bisogna lottare contro la rapidita del tempofacendone uso con altrettanta celerita, e attingervi alla svel-ta, come da un torrente che scorre impetuoso rna per poco,(3)E stupendo e anche il modo di muover rimproveri a que-sto fantasticar senza fine, perche non dice l'eta pili bella rnai giorni pili belli. Come fai, tranquillo e indolente, dinanziaIlacorsa cosi veloce del tempo, a stendere davanti a te unalunga serie di mesi e di anni, come pretende la tua avidita?Egliti parla di un giorno e di un giorno che fugge anch' esso.(4)C'e forse da mettere in dubbio, che per i mort ali infeIici,valea dire affaccendati, il giorno pili bello fugge per primo?La vecchiaia Ii sorprende quando i loro animi sono ancorainfantili, ed essi vi giungono impreparati e inermi; infattinon e stato previsto nulla; ed essi vi cascano d'improvvisosenzaaccorgersene, giacche non sentivano che essa ogni gior-no si avvicinava. (5) Come una conversazione 0 una Ietturaoun qualche pensiero pili intenso inganna i viaggiatori i qualisitrovano gia alIa meta prima di accorgersi che vi si stavanoavvicinando, cosf questa cammino della vita, continuo e ve-locissimo,che noi compiamo sempre con 1 0 stesso passo, siada svegli sia nel sonno, per gli uomini affaccendati, non ap-pare tale se non al termine.

    x(1) Se volessi suddividere in parti e argomenti cia che miero propos to di dire mi si offrirebbero molte prove attra-versoIe quali dimostrare che Ia vita degli uomini indaffaratie brevissima. Soleva dire Fabiano.F che non era uno diquesti filosofi cattedratici, rna di quelli veri, come ce n'era-noun tempo, che le passioni vanno affront ate con impeto,non con deIicatezza e che il Ioro fronte va sgominato nona piccoli colpi rna con un vero e proprio assalto. Egli non

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    amrnetteva cavilli: Bisogna spezzarle, non punzecchiarle.Tuttavia per rimproverarli delloro errore, gli uomini biso-gna istruirli, non solo deplorarli. (2) La vita si divide in tretempi: il passato, il presente, il futuro. Di questi il prdentee breve, il futuro e oscuro, il passato e certo. Infatti e su quest'ultimo che la sorte ha perdu to ogni diritto, e su di essoche nessuno puo esercitare pili alcun potere. (3) Ed e pro-prio questa che gli uomini indaffarati perdono; infatti essinon hanno tempo di volgersi al passato e se anche 1 0 avesse-ro sarebbe increscioso il ricordo di cose di cui debbono pen-tirsi.Malvolentieri quindi rivolgono il pensiero ai brutti tem-pi trascorsi e non osano tornare con la memoria a quei mo-menti in cui ioro errori, anche quelli che restavano nascostidal piacere di un momentaneo godimento, proprio nel rie-vocarli si manifestano in tutta la loro evidenza. (4) Nessu-no, tranne chi ha posto sempre ogni sua azione sotto la pro-pria censura, che non sbaglia mai, si volge volentieri al pas-sato; chi ha desiderato molte cose con ambizione, chi consuperbia Ie ha disprezzate, chi ha vinto con la prepotenza,chiha usato perfidi inganni 0ha rubato con avidita 0ha sper-perato con prodigalita, e naturale che abbia paura della pro-priamemoria. Eppure questa e la sola parte della nostra vitache e sacra e inviolabile, che ha superato tutte le vicendeumane, sottratta al dominio della sorte, non pili turbata dallapoverta, ne dalla paura, ne dall' assalto delle malattie; essanon puo essere offuscata ne sottratta; il suo posses so e per-petuo e sicuro, Solo igiorni singoli, anzi i loro momenti, sonoilpresente; mentre quelli che appartengono al passato a untuo richiamo accorreranno tutti insieme e si lasceranno con-siderare e trattenere quanta tu vuoi, e questo, gli uomini af-faccendati non hanno tempo di farlo. (5) E proprio della men-te sicura e serena ripercorrere tutte le parti della propria vita;glianimi degli affaccendati non possono volgersi ne guarda-re indietro, come se fossero sotto un giogo. La loro vita, per-tanto, si perde in un abisso e come non serve a niente chetu continui a versare in un vasa tutto quello che vuoi se nonc'e un fondo che 1 0 raccolga e 1 0 conservi, C O S 1 non ha alcu-na importanza quanta tempo sia loro concesso se non ha doveposarsi: esso passa attraverso animi sconnessi e forati. (6)II presente e brevissimo, tanto che a qualcuno sembra che

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    non esista nemmeno; infatti esso e sempre in moto, correvia, precipita. Prima di diventare tale ha gia cessato di es-serlo e non ha sosta, non pili del cielo e delle stelle il cuieterno mote non le lascia mai nel medesimo punto. Dunqueagliuomini affaccendati appartiene solo ilpresente, COS! bre-ve che non puo essere afferrato, anzi anche questa gli e tol-to, presi come sono da mille faccende.

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    (1)Vuoi, insomma, sapere quanta poco tempo vivono? Guar-da come desiderano vivere a lungo. Vecchi decrepiti mendi-canonelle loro preghiere un supplemento di pochi anni; fannofinta anche con se stessi di essere pili giovani, si lusinganocon una menzogna e si ingannano COS! volentieri come se,nello stesso tempo, ingannassero anche il destino. Quandopoi qualche intermita ram menta loro che sono esseri mort a-li, allora ti muoiono terrorizzati non come se uscissero dallavita ma come se ne fossero strappati. Gridano che sono sta-tidegli stolti a non vivere e che se scamperanno a quella ma-lattia si daranno a una vita meditativa; allora si accorgonoquanto inutilmente si sian dati da fare per cose che non avreb-bero godute e quanto vane sia state tutto illoro lavoro. (2)Ma per quelli che passano la vita lontani da ogni faccenda,perche essa non dovrebbe essere lunga? Niente di essa vie-ne delegato ad altri, niente viene qua e la sperperato, nientee affidato al caso, niente e perdu to per negligenza, nientele e sottratto per prodigalita, niente resta inutilizzato. Lavita tutta intera e , per COS! dire, redditizia. E COS!, per quantabreve sia, essa basta e ce n' e d' avanzo e, per questo, in qua-lunque momenta verra l'ultimo giorno, ilsaggio non esiteraad andare incontro alIa morte con passo sicuro.

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    XII(1)Tu forse ti chiedi che intend a io per indaffarati. Non cre-dere che io voglia alludere sol tanto a quelli per i quali biso-gnasguinzagliare i cani se vuoi cacciarli dal tribunale 0 a quel-

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    LA BREVITA DELLA VITA 121Ii che tu vedi beatamente schiacciati nella ressa dei propriclienti 0, indecorosamente, in quella altrui, 0 a quelli tiratifuori di casa dai loro affari e mandati a sbattere contio leporte degli altri, 0 quanti sono intenti dinanzi all' asta 1, delpretore a un guadagno disonesto che prima 0 poi Ia ra can- crena. (2) Vi sono alcuni che fanno una vita ritirata rna pie-na di impegni: nelle loro case di campagna 0 nelloro letto,in totale solitudine, per quanta isolati da tutti, essi sono mo-lesti a se stessi: la loro vita non puo definirsi tranquilla rnatutta un'occupazione oziosa. Tu forse 1 0 chi ami un medita-tivo chi mette in bell'ordine con un'esattezza da maniacobronzi corinzi divenuti preziosi per la follia di pochi, e con-suma la maggior parte delle sue giornate su rugginose larni-nette? 0 chi siede nella palestra (ah, che vergogna!, siamoafflitti da vizi che non sono pili nemmeno rom ani) per am-mirare dei ragazzi che fanno la lotta? 0 chi divide in coppieper eta e colore le mandrie dei suoi giumenti? 0 chi man tie-ne Ie nuove leve di atleti? (3) Che? Li chiami meditativi quelliche trascorrono molte ore dal barbiere a farsi togliere ipelicresciuti la notte 0 a tener consiglio su ogni singolo capello,o a rimettersi in ordine la chioma scomposta 0, se ne hanpoca, a spingerla da una parte e dalI' altra verso la fronte?E come si arrabbiano se ilbarbiere e state un po' negligentecredendo di rasare un maschio! E come danno in escande-scenze se e state tagliato un pelo della loro criniera, se uncapello non e perfettamente al suo posto e se tutti poi nonricadono in boccoli uguali. Vi e qualcuno tra questi che nonpreferisca veder sottosopra 1 0 Stato piuttosto che la sua chio-rna?che non stia in ansia per l'eleganza della sua testa anzi-che per la sua salvezza? che non preferisca esser meglio pet-tinato invece che pili ones to? Li chiami meditativi questi chestanno sempre fra pettine e specchio? (4) E che dire poi diquelli che si dan da fare a comporre, ad ascoltare e impararecanzoncine? e modulano in languidi gorgheggi la voce chela natura aveva fatto perfettamente intonata, ottima e chia-rissima?che fanno sempre schioccar le dita per misurare frasee se qualche ritmo? e che anche quando ci si rivolge a loroper cose serie, 0 magari spiacevoli, li senti che canticchianosottovoce? Costoro non vivo no meditando rna tra inutili fac-, cende. (5)Ioro banchetti non u considererei, per Ercole,

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    come momenti di svago, vedendo come si preoccupano didisporre per be nino I' argenteria e con che cura ti vestonoi Ioro schiavetti e con che ansia son If ad aspettare come ilcuocot'abbia preparato il cinghiale, con quale rapidita i ~e-pilati," al segnale, svolgano Ie Ioro mansioni, con quantaabilitag l i uccelli vengano divisi in pezzetti regolari, con quan-ta attenzione i poveri garzoni nettino gli sputi degli ubria-chi. Da tutto questa si acquista Ia fama di persona elegantee splendida e a tal pun to i Ioro mali li seguono in tutti i mo-menti anche pili intimi della vita che non riescono pili nem-meno a bere e a mangiare senza ostentazione. (6) Ne porre-sti tra i meditativi quelli che se ne vanno a spas so qua e Iain sedia 0 in Iettiga, tutti belli e pronti per le Ioro passeggia-te a ore fisse, come se non fosse Iecito potervi mancare, chesifanno avvertire da un aItro quando e l' ora del bagno, del-la nuotata, della cena; a tal punto son disfatti dal troppo Ian-guoredell' animo vizioso che da soli non riescono pili a sape-re se hanno fame. (7) Ho sentito dire che uno di codesti chevivono fra Ie delizie (se delizia si puo chiamare il disimpara-re Ia vita e Ie abitudini proprie dell'uomo), tirato fuori dalbagno, a braccia, e messo sulla portantina ebbe a chiedere:Sonoseduto adesso?. Costui che non sa nemmeno se e se-duto credi tu che sappia se e vivo, se ci vede, 0 se sta inpace?Non mi e facile dire se io 10 compianga di pili percheignora queste cose 0 perche finge di ignorarle. (8) In effettidi molte cose essi si dimenticano, rna di rnolte fingono didimenticarsi: ci sono vizi che li divertono quasi fossero pro-ve di felicita; si fa Ia figura del plebeo 0 dell'uomo da nullase si sa quel che si fa; e ora va a credere che i mimi diconosciocchezze quando rinfacciano illusso sfrenato. Per Erco-le, ne tralasciano molte di pili di quante ne inventino, tantae l'abbondanza di vizi incredibili che e saItata fuori in que-st'eta, ingegnosa solo per un verso, cosi che noi possiamoaccusarei mimi di negligenza. E dire che vi e chi, tanto ro-vinato dai piaceri, deve chiedere a un altro se e seduto 0menol (9) Non e costui un meditativo: definiscilo pur in unaltro modo: e un malato, anzi un morto; meditativo e chi,hailsenso del meditare. Ma questa semivivo, che ha biso-gno di un altro per sapere come e messo il suo corpo, in chemodopuo essere padrone di un solo momenta della sua vita?

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    (1)Sarebbe lunge occuparsi singolarmente di quelli che pa~-sana la vita fra le pedine 0 la palla 0 a rosolare il corpo alsale. Non se ne stanno certo in pace coloro icui piaceri co-stano tanta fatica. E nessuno potra mettere in dubbio poiche si danno un gran da fare senza concludere nulla, quantisi dedicano a inutili studi eruditi, e ne sono gia una foltaschiera anche fra iRomani. (2) Fu proprio una mania deiGreci quella di cercare quanti fossero i rematori di Ulissea se fosse stata scritta prima l'Iliade 0 l'Odissea, se fosserodello stesso aut ore e via via altri dati del genere che, se teIi tieni per te, non giovano aIle tue personali cognizioni, seIi vai a esporre in pubblico non e che ti facciano sembrarepili dot to rna solo pili noioso. (3) E ora questa passione disaper cose inutili ecco che ha contagiato anche i Romani;in questi giorni ho udito un tale che spiegava le imprese checiascun condottiero romano era state il primo a compiere:Duilio fu il primo a vincere una battaglia navale;" CurioDentato fu ilprimo a far sfilare in un trionfo gli elefanti."Queste cose, sebbene non conducano alla vera gloria, riguar-dana per 1 0 meno esempi di imprese compiute per la repub-blica; conoscenze di questa genere non recheranno giova-mento rna almeno ci attraggono per la piacevole futilita de-gli argomenti. (4)E concediamo anche a costoro di rintrac-ciare chi per primo abbia convinto i Romani a salire su unanave (costui fu Claudio, detto Candice," appunto perche gliantichi chiamavano caudice un insieme di tavole unito fralora, da qui le tavole della legge son dette codici e Ie naviche trasportano viveri lunge ilTevere ancor oggi son chia-mate, per antica consuetudine, codicarie); (5) io ammetto chepossa contare qualcosa sapere che Valerio Corvino " fu ilprimo a vincere Messana e ilprimo della famiglia dei Valeriche fu chiamato Messana, dal nome della citta conquistata,e poi Messala perche ilpopolo, poco per volta, modifica Ieparole: (6) e lascerai pure che a qualcuno stia a euore la noti-zia che 1.Silla fu ilprimo a far esibire nel circo leoni sciol-ti, che fino ad allora erano stati presentati incatenati, e cheil re BOCCOl9 aveva mandato isuoi arcieri per ucciderli?Concediamo anche questo; rna sapere che Pompeo fu i1 pri-

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    moa rappresentare nel circo una battaglia fra diciotto ele-fanti da combattimento e un gruppo di condannati, puo por-tare a qualcosa di buono? Lui, 1'uomo pili importante pellacitra, e, come dice Ia tradizione, di straordinaria bonta fratutti igrandi personaggi dell' antichita, ritenne che fosse de- gno di memoria 1 0 spettacolo di far morire degli uomini inun modo diverse. Farli combattere? E poco. Farli sbranare?E ancora poco. Che siano schiacciati dall'enorme peso di que-glianimali! (7) Sarebbe stato meglio che questa notizia fos-sedimenticata perche qualche potente in seguito non ne ve-nisse a conoscenza e non gli invidiasse un gesto cosf inuma-no.Una fortuna troppo grande quanta nebbia fa nascere nellenostre menti! Egli credette di essere al di sopra della naturaquando contrappose tante schiere di poveri uomini a belvenate sotto un altro cielo, quando fece scontrare creature tantodisuguali, quando fece versare tanto sangue davanti al po-polo romano, lui che presto 1 0 avrebbe costretto a versarnedi pili;2rna poi costui, ingannato dalla perfidia alessandri-na, lascio che ilpili ignobile schiavo 1 0 trafiggesse, compren-dendo allora soltanto quanto van a fosse l'ostentazione delsuo cognorne." (8) Ma per tornare al punto da cui son par-tito e per mostrarvi, sempre sullo stesso argomento, quantosiainutile Ia diligenza di certuni, dire che quello stesso nar-rava di Metello-" il quale nel trionfo che s'ebbe, per avervinti in Sicilia iCartaginesi, unico fra tutti i Romani, feceprecedere il suo cocchio da centoventi elefanti catturati; edi Silla che, ultimo dei Romani, allargo il pomerio" che an-ticamente era consuetudine ampliare solo dopo conquiste fat-te in Italia e mai nel territorio delle province. Serve di pilisaperquesto 0 che l'Aventino rimane fuori del pomerio, comesempre costui affermava, per una di queste due ragioni: 0perche su di esso si era ritirata la plebe 0 perche in quel luo-go gli uccelli non furono favorev'oli a Remo che prendevagli auspici, e altre innumerevoli cose di questa genere pienedi bugie 0 che a bugie somigliano? (9) Infatti anche se con-cediIoro Ia buona fede su tutto, tanto da farsi garanti di quelche scrivono, queste notizie quanti errori contribuiranno aeliminare, quante ambizioni a frenare? E chi renderanno piliforte, chi pili giusto, chi pili generoso? II nostro Fabiano di-cevadi non sapere se non fosse meglio astenersi da qualsiasi

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    studio piuttosto che rim anere impantanati in questi.

    XIV(1)Fra tutti, i soli che sana ~editativi son quelli che si de-dieana alia saggezza; solo questi vivono; infatti non solo fan-nobuon uso della loro vita rna al proprio tempo aggiungonotutta l'eternita; tutti gli anni che li hanno preceduti per lorosanaun possesso. Se non vogliamo essere completamente in-grati, dobbiamo ammettere che i pili illustri fondatori di sa-ere dottrine sono nati per noi e ci hanno preparato la vita.E per illavoro altrui che noi attingiamo verita sublimi, por-tate dalle tenebre alla luce; nessuna eta ci e preclusa, in tut-te possiamo penetrare e se la grandezza del nostro animo cistimolaa liberarci dalle angustie della debolezza umana, ab-biamo un vastissimo arco di tempo nel quale spaziare. (2)E allora noi possiamo discutere con Socrate, dubitare conCarneade," starcene imperturbabili con Epicuro, vine ere lanostra natura con gli stoici, superarla con i cinici. E dal mo-mento ehe la natura ci consente di essere partecipi di ognieta, perche non dovremmo, da questa breve e caduco spa-ziodi tempo, darci con tutto il nostro animo ai pensieri infi-niti, eterni, condivisi dagli spiriti sommi? (3) Questi che cor-rona dietro i loro impegni, che tormentano se stessi e gli al-tri, quando hanno ben perdu to la testa, quando hannovareato ogni giorno tutte le soglie senza trascurare nessunaporta aperta, quando hanno fatto circolare i loro saluti inte-ressati per Ie case pili lontane, quante saranno le persone cheavran potu to vedere in questa citra COS1 grande e COS1 divisafra contrastanti passioni? (4) E quanti ce ne saranno, inve-ee,ehe li scacceranno perche devono dormire 0perche stan-no gozzovigliando, 0 solo per villania! Quanti, dopo averlia lunge fatti penare, passeranno oltre fingendo fretta! Quantieviteranno di mostrarsi nell' atrio pieno di clienti e se la svi-gneranno attraverso la porta second aria della casa, come senon fosse pili seortese ricorrere a sotterfugi che impedire dientrare! Quanti, ancora mezzo addormentati per i bagordidel giorno prima, a quei poveretti che hanno interrotto ilproprio sonno, per aspettare illoro risveglio, risponderanno

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    can un villano sbadiglio al nome mille volte sussurrato conlabbra appena dischiuse! (5) E, invece, noi crediamo proprio,e valla pena di dido, che si occupino di questioni piu vee,queIliche desiderano avere ogni giorno come loro intimi'Ze-none, Pitagora, Democrito e tutti gli altri sacerdoti delle piu" nobillvirtu, nonche Aristotele e Teofrasto. Ognuno di que-sti avra tempo, ognuno congedera piu beato e piii ben di-sposto chi viene a lui, nessuno lascera che qualcuno si allon-tani da lui a mani vuote; e tutti possono andare a trovarlidi notte e di giorno.

    xv(1)Nessuno di essi ti costringera a morire, ma tutti te 1 0 in-segneranno, nessuno di essi dissipera i tuoi anni ma ti ag-giungera i suoi; con nessuno di loro sara pericoloso conver-sare, ne la loro amicizia ti rechera rischio di morte, ne saradispendioso rendere loro omaggio. Riceverai da loro tuttoque! che vorrai, ne saranno loro a impedirti che tu prendaquanta piii desideri. (2) Che felicita, che bella vecchiaia at-tende chi si e messo sotto la loro tutela. Egli avra con chidiscutere delle cose pili importanti come delle piii banali, conchi consultarsi ogni giorno, da chi ascolt are Ia verita senzapatirne offesa, sentirsi Iodato senza adulazione 0 chi pren-dere come modello. (3) Siamo soliti dire che non li abbiamovoluti noi i genitori che ci sono toccati, ma che e stato ilcaso a darceli. E, invece, gli uomini virtuosi possono nasce-re secondo illoro volere. Vi sono scuole di nobili ingegni:scegli tu quella di cui vuoi far parte; non adotterai solo ilnome rna anche i beni che non dovrai poi custodire con ava-rizia e grettezza: pili li dividerai con gli altri e pili si accre-sceranno. (4) Questi ti apriranno Ia strada per l'eternita eti solleveranno fino a quelluogo dal quale nessuno e mai pre-cipitato. Questo e l'unico modo per allungare Ia vita mort a-Ie, anzi per farla diventare immortale. Gli onori, i rnonu-menti, tutto cio che l' ambizione ha preteso di diritto 0haedificato con Ie sue opere, ben presto crolla, non c'e nullache a Iungo and are il tempo non distrugga 0 rimuova; rnanon puo nuocere aIle cose che sono state cons aerate dalla

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    (1)Brevissima e oltremodo angosciata e la vita di quelli chesi dimenticano del passato, trascurano il presente, temonoilfuturo; e quando giungono agli ultimi istanti, troppo tardicomprendono, questi infeIici, di essere stati per troppo tem-po occupati a far nulla. (2) E non credere che, se essi invo-cano spesso la morte, cia sta a dimostrare che la loro vitasia lunga; e la loro sconsideratezza a tormentarli fra senti-menti contrastanti che Ii portano a imbattersi proprio in quel-le case che temono: per questa invocano spesso la morte,proprio perche la temono. (3) E non devi nemmeno credereche essi vivano a lunge per il fatto che la loro giornata e in-terminabile 0 perche, in attesa dell' ora stabiIita per il pran-zo, si lamentano che il tempo passi lentamente; infatti se percasovengono meno Ie cose da fare, rimasti in ozio, ecco chesi agitano e non sanno come gestire illoro tempo ne comevenirne a capo. Per questa cercano sempre un'occupazionee iltempo che passa tra l'una e l' altra e gravoso, per Ercole,proprio come quando e state fissato il giorno per un com-battimento di gladiatori 0 per qualche altro spettacolo 0 di-vertimento e si vorrebbero saltare a pie pari i giorni inter-medi. (4) Ogni dilazione aIle cose sperate e lunga per loro;inveceil tempo che amana e breve e precipitoso e, per colpaloro, diviene ancora pili breve; infatti passano da una cosaall'altra e non indugiano su nessuna di quelle che bramano.Legiornate cOSInon sono lunghe per loro rna odiose, men-

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    saggezza;nessuna eta potra cancellarle, nessuna eta sminuirle;anzi quella successiva e, via via quelle che verranno dopo,Ierenderanno pili venerabiIi perche l'invidia si rivolge sol-tanto a cia che Ie e vicino, mentre Ie cose lontane si ammira-no con pili candore. (5) Dunque la vita del saggio si estendeper molto; egIi non e chiuso negIi stessi confini degli altri;e l'unico a essere Iibero dalle leggi della specie umana e, comea un dio, a lui obbediscono tutte Ie ~ta. E passato un tem-po?Egli 1 0 conserva nella memoria. E ancora presente? Loutilizza. Deve ancora venire? Lo prevede. La sua vita e lun-ga perche egli unifica tutti i tempi.

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    tre le notti che essi passano tra le braccia delle prostituteone! vino, come sembrano brevi! (5) Di qui I'assurda imma-ginazione dei poeti che alimentano con le loro favole gli ~r-rori umani, secondo iquali Giove, preso dal piacere di ~namplesso, fece durare il doppio quella norte;" non e forseeccitare i nostri vizi, il farli risalire agli dei e scusare il no-stro male dandogli libero corso sull' esempio della divinita?Come possono a costoro non sembrare brevissime Ie notticheessi pagano a COS! caro prezzo? Perdono la giornata nel-I'attesa della notte e la notte nella paura del giorno.XVII

    (1)I loro stessi piaceri sono pieni di trepidazioni e turbatidamille paure, e quando sono al culmine della gioia soprag-giungeI'angoscioso pensiero: Fino a quando tutto questo?.Tale state d' animo fece piangere dei re sul proprio potereed essi non si compiacquero della loro immensa fortuna rnafurono terrorizzati al pensiero che un giorno sarebbe venu-ta Ia fine. (2) Mentre su una pi anura sconfinata spiegava unesercito di cui poteva valutare 1 0 spazio che occupava rnanon ilnumero, ilpiii superbo re dei Persiani" scoppio in Ia-crimeal pensiero che di If a cento anni nessuno di quei gio-vani sarebbe state vivo; eppure era lui stesso, che COS! pian-geva, ad accelerare il loro destino, a mandarli a morte, chiin mare, chi in terra, chi in battaglia, chi nella fuga e, inbreve tempo, a sterminare proprio quelli per cui temeva icento anni. (3) E che dire poi se anche le loro gioie sono pie-nedi trepidazione? Esse, infatti, non si basano su solidi mo-tivi rna vacillano per la stessa inconsistenza dalla quale na-scono.E come pensi che siano quei momenti che essi stessiconsiderano infelici quando COS! poco autentici sono anchequeIliche li fanno andar superbi e li pongono al di sopra ditutti? (4)Anche i beni piu grandi sono pieni di ansia e a nes-sunafortuna si puo dare meno credito che a quella ritenutalamigliore; per tutelare il successo sono necessari altri sue-cessie per i voti gia esauditi bisogna fare altri voti. Tuttocioche giunge a caso e instabile: quanto piu in alto si va tantophi si rischia di cadere. Ma Ie cose che stanno per cadere

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    (1)Sottraiti dunque alIa gente, Paolino carissimo, e ritiratifinalmente in un porto pili tranquillo, tu che per l'eta chehai sei state gia troppo sballottato. Ripensa a quanti fluttihai affrontato, quante tempeste tue person ali hai sostenutoe quante pubbliche hai preso su di te; la tua virtu si e gia

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    non rallegrano nessuno, e quindi e di necessita infelicissimae non soltanto brevis sima la vita di coloro che si procuranocongrande fatica cia che poi con fatica ancora maggiore pos-sono conservare. (5) Con gran fatica essi ottengono quelloche desiderano e con ansia conservano cia che hanno otte-nuto; e intanto non si fa alcun calcolo del tempo che nontornera pili; nuove occupazioni prendono il posto delle vee-chie, una speranza suscita un' altra speranza, un' ambizioneun'altra ambizione. Non si cerca la fine delle miserie rna sene cambia la materia. Le cariche che abbiamo hanno finitodi tormentarci? quelle degli altri ci portano via pili tempo;abbiamo finito di affaticarci come candidati? incominciamoa farlo come procacciatori di voti; abbiamo rinunciato al di-sagiodi essere accusatori? ci accolliamo quello di giudicare;uno ha smesso di essere giudice nelle cause civili? ecco che1 0 diventa in quelle penali; e diventato vecchio a furia di am-ministrare dietro compenso i beni altrui? ecco che ora e tut-to preso dalle proprie ricchezze. (6) Mario'? ha lasciato ilservizio militare? rna ecco che e tutto preso dal consolato;Quinzio" si affretta a lasciare la dittatura? rna ecco che enuovamente attirato dall' aratro. Scipione" andra contro iCartaginesi ancora troppo giovane per una simile impresa;vincitore di Annibale, vinci tore di Antioco, gloria del suoconsolato e garante di quello del fratello, sarebbe posto ac-canto a Giove se egli stesso non vi si opponesse; guerre civi-Ii incalzeranno questa salvatore della patria il quale, dopoaverrifiutato in giovenni onori pari a quelli degli dei, ormaivecchio, si compiacera di un ostinato esilio. I motivi di an-sia non mancheranno mai sia nelle gioie che nei momentitristi. Sono Ie occupazioni a incalzare la vita, non si raggiun-gera mai la tranquillita rna la si desiderera sempre.

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    messa abbastanza in luce attraverso prove faticose e ango-sciose;vedi un po' ora che cosa essa sa fare nella vita priva-ta. La maggior parte della tua vita, certo la migliore, tu l'~aidata allo Stato; concedi ora un po' del tuo tempo anche ate stesso. (2) 1 0 non ti invito a un riposo pigro e inerte, nea soffocare nel son no 0 nei piaceri cari alIa gente la naturalevivacita che e in teo Riposare non significa questo: troveraida fare cose certamente pili grandi di tutte quelle che finoracon tanta energia hai compiuto e, in disparte e tranquillo,viporrai mano. (3) Certo tu amministri gli interessi del mon-docon tanta integrita come se fossero quelli di altri, con tantadiligenza come se fossero i tuoi, con tanto scrupolo comesefossero quelli dello Stato. Tu riscuoti simpatia in un inca-rico nel quale e difficile evitare l'odio; tuttavia, credimi, emegliotenere i conti della propria vita che quelli dell' anno-na. (4)Distogli questa tua energia intellettuale, capace delleimprese pili grandi, da questa incarico certamente onorificornapoco adatto a rendere la vita beata e pensa che, con tuttig l i studi liberali che hai coltivato fin dalla prima eta, tu, certo,non miravi a fare il diligente commissionario di molte mi-gliaiadi moggia di frumento; sul tuo conto avevi fatto spe-rare qualcosa di pili grande e di pili alto. Non mancherannouomini di sperimentata onesta e dall'instancabile attivita:sonopili adatte a portar carichi le lente bestie da soma dieicavallipurosangue; chi, infatti, ha mai frenato con un pe-santecarico la loro generosa velocita? (5) Pensa poi che preoc-cupazione ti comport a affront are un incarico cosi gravoso:tu hai a che fare con il ventre degli uomini, e un popela af-famatonon sente ragioni, non si placa con l'imparzialita, nonsipiega alle preghiere. Proprio di recente, durante quei po-chi giorni nei quali Caligola moriva arrabbiatissimo di tira-re le cuoia e (ammesso che i morti sentano qualcosa) mentreil popolo romano gli sopravviveva, erano rimasti viveri soloper sette 0 otto giorni! Mentre lui costruiva ponti dibarche" e scherzava con Ie risorse dell'impero, ecco che siprospettava quello che anche per gli assediati e la sciaguraestrema:la mancanza di viveri. Quel voler imitare un re paz-ZO,3 1 straniero e sinistramente superbo, quasi ci costo lamorte, la fame e, come conseguenza della fame, la rovinae l i tutto. (6) Quale fu l'animo, allora, di quelli cui era affidata

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    la cura del frumento pubblico, iquali dovevano affront arei sassi, il ferro, il fuoco e Caligola? Con somma dissimula-zione essi tennero nascosta una COS! grave sciagura che si fe-lava nelle viscere e fu cosa ragionevole; infatti molti malivanno curati all'insaputa dei malati; per molti fu causa dimorte aver saputo del proprio male.

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    (1)Volgiti a queste occupazioni pili tranquille, pili sicure,pilinobili! Credi che sia la stessa cosa bad are che il frumen-to sia stipato nei granai senza essere danneggiato dalla fro-de e dalla negligenza dei portatori, ne che si guasti e fer-menti per aver preso umidita e che risponda alla misura ealpeso, oppure avvicinarti a questi studi sacri e sublimi perconoscere quale sia la natura di Dio, quale il suo piacere,la sua condizione, il suo aspetto; quale destino attenda latua anima; dove la natura la collochi quando ci staccheremodai nostri corpi; che cosa sia cia che mantiene al centro lecosepili pesanti di questa mondo, tiene sospese in aria quel-lepili leggere, fa volgere verso l' alto ilfuoco e muove le stel-le lungo Ie loro orbite, e via via tutti gli altri fenomeni pienidi straordinarie meraviglie? (2) Tu certo vuoi lasciare la ter-ra e volger la tua mente a queste cose! Ora, mentre il sanguee caldo e siamo nel pieno delle forze, dobbiamo volgerci almeglio. In questa genere di vita ti aspettano molte nobiliattivita, I'amore e la pratica delle virtu, l' oblio delle passio-ni, la scienza del vivere e del morire, unaquiete profonda.

    XX(1) E triste la condizione di tutti quelli che sono presi damillefaccende, rna pili triste ancora, tuttavia, e quella di co-loro che non si impegnano nemmeno per Ie proprie, che re-golano illoro sonno sul sonno degli altri, camminano secon-do ilpasso altrui, e amana e odiano - sentimenti questi fratutti ipili spontanei - secondo come gli altri comandario.Secostoro vogliono sapere quant'e breve la loro vita, pensi-

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    LA BREVITA DELLA VITA 143noun po' a quanta ne posseggono per loro. Quando tu vediuno che ha pili volte indossata la pretesta 0 con un nomefamoso nel foro, non invidiarlo: queste cose si ottengoqo aspesedella vita. Perche un solo anna porti illoro nome'

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    LA BREVITA DELLA VITA

    di dimensioni, dedicazioni di opere pubbliche, spettacoli fu-nebri, esequie sontuose. Mentre, per Ercole, costoro dovreb-bero avere soltanto funerali con torce e ceri," tanto pocosono vissuti. '

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