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SENATO DELLll REPUBBLICA VI LEGISLATURA 14a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO " VENERDI 21 LUGLIO 1972 (Antimeridiana) ... Presidenza del Presidente FANFANI, indi del Vice Presidente SPATARO INDICE DISEGNI DI LEGGE Seguito della discussione: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto~legge 25 maggio 1972, n. 202, recante modifiche e integrazioni alla legge 6 dicembre 1971, n. 1036, in materia di ri~ forma tributaria» (180) (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale): PRESIDENTE Pago 627 e passim * BORRACCINO 654 BORSARI 661 BuzIO . . 638 D'ANGELOSANTE 664 DE LUCA .. 660 DE SANCTIS . 627 FERMARIELLO 642 FUSI 664 LI VIGNI 643 PAZIENZA 649 PIVA 634 POERIO . 662 N. B. ~ L'asterisco indica elle il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. Discussioni, f. 49. TIPOGRAFIA DEL SENATO (liSO) ~ .

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SENATO DELLll REPUBBLICAVI LEGISLATURA

14a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

"VENERDI 21 LUGLIO 1972(Antimeridiana)

...

Presidenza del Presidente FANFANI,

indi del Vice Presidente SPATARO

INDICE

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:

«Conversione in legge, con modificazioni,del decreto~legge 25 maggio 1972, n. 202,recante modifiche e integrazioni alla legge6 dicembre 1971, n. 1036, in materia di ri~forma tributaria» (180) (Approvato dallaCamera dei deputati) (Relazione orale):

PRESIDENTE Pago 627 e passim

* BORRACCINO 654BORSARI 661BuzIO . . 638D'ANGELOSANTE 664DE LUCA . . 660DE SANCTIS . 627FERMARIELLO 642FUSI 664LI VIGNI 643PAZIENZA 649PIVA 634POERIO . 662

N. B. ~ L'asterisco indica elle il testo del di-

scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

Discussioni, f. 49. TIPOGRAFIA DEL SENATO (liSO) ~ .

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Senato della Repubblica ~ 627 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del Presidente FANFANI

P RES I D E N T E. La ,seduta è aperta(ore 9,30).

Si dia lettura del processo verbale.

P I N T O, Segretario, dà lettura del pro~cesso verbale della seduta antimeridiana delgiorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os~servazioni, il p:mcesso verbale è approvato.

Seguito della discussione del disegno dilegge:

{( Conversione in legge, con modificazioni,del decreto-legge 25 maggio 1972, n. 202,recante modifiche e integrazioni alla legge6 dicembre 1971, n. 1036, in roateria diriforma tributaria» (180) (Approvatodalla Camera dei deputati) (Relazioneorale)

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca il seguito della disoussione del dise-gno di legge: {( Conversione in legge, con mo~difkazioni, del decreto-legge 25 maggio 1972,n. 202, recante modifiche e integrazioni allalegge 6 dkembre 1971, n. 1036, in materiadi riforma tributaria », già approvato dallaCamera dei deputati e per il quale il Se-nato ha autorizzato :larelazione orale.

Ricordo agli oratori iiscritti a parlare che,secondo le decisioni prese ieri, non possonosuperare nei loro interventi i trenta mi~nuti.

È iscritto a ~arlare ill senatore De Sanctis.Ne ha facoltà.

D E S A N C T IS. Signor P,residente,onorevole rappresentante ,del Governo, ono-revoli colleghi, il testo del decreto che èsottoposto al nostro esame, ciò :che è avve~nuto al rigua-I1do nell'altro ramo del Par~lamento, la stessa relazione del senatoreMartinelli consentono di dire in termini ge-

Discussioni. f. SO.

nerali che il dibattito assume in questa sedenatura squisitamente politica e che il temasi apre a riflessioni anche :di carattere ge-nerale ohe dovremo fare rapidamente stama-ne per indicare qual è il punto di vista dellanostra parte, ma soprattutto per inserireinell'ambito di una discussione la quale starivelando, a mio sommesso avviso, as~ettidi estremo interesse. Direi che un puntodi carattere generahssimo può essere as-sunto a proemio della nostra diohiarazionedi istamane riferendoei al fatto che questodi oggi è il primo passo impegnativo che ilGoverno compie in relazione ad un oggettodi estrema importanza e <Civien fatto di con-statare immediatamente ~ ,senza voler fareper forza una polemica truculenta o comun-que ooloDita ~ che ]l Governo inizia i suoipassi a questo riguaJ1do mettendo avanti ilpiede non giusto. Questa verifica che noi.compi!remo J1a~idameD/te ci porterà tra pocO'a determinate conclusioni.

Vorrei dire che la premessa necessaria pergiungere a queste conclusioni è altresì rap~presentata dalla sia ~ur egregia relazionedel 'senatore Martinelli, a:l quale voglio rivol-gere pubblkamente il mio personale apprez~zamento, sia pure di neofita del Parlamentoche quindi ha ascoltato con tanta ammira-zione eiò che l'onorevole relatore ha saputodirei con estrema acutezza e diligenza. Maquesta ,relazione, un po' per il tono, un po'per il gaJ1bo particolare che il senatore Mar-tinelli sa mettere neHesue cose ~ lo dicocon assoluto rispetto della persona e dellanatura stessa della discussione che stiamofacendo ~ ha suscitato in me un impeto ditenerezza, mi consenta di dir così.

M A R T I N E L L I, relatore. Di ,solitone ,suscito poca.

D E S A N C T IS. Onorevole LTappresen~tante del Governo, onorevoli colleghi, nonstiamo parlando evidentemente soltanto di

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Senato della Repubblica ~ 628 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 21 LUGLIO 1972

un problema :di tecnica legislativa, cioè dellaconversione in legge di un decreto~legge;stiamo parlando tutti quanti deHariformatributaria nella sua interezza, in tutti i suoiaspetti. Il dibattito si è aperto largamentea tutta latematica possibile che riguardaquesto importante aI1gomento. Ed aLlora vor~rei dire al senatore Martinelli che potreiemblematicamente, in qualohe modo, defini~re la sua relazione in questa maniera, se miè consentito: che mi è parsa 'essere, cioè, larelazione introdutti'Va ad una riforma chenon si deve fare, o perlomeno che non sido'Vrebbe fare nei termini in cui ci viene pro~posta, tante sono lIe obiezioni, lIe eccezioni,le perplessità, le ombre, i contrasti, le con~traddizioni che ha posto in luce integral-mente lo stesso senatore Martinel1li. Lo ave~vo ascoltato anohe, l'altra sera, nella Com~missione finanze e tesoro ed avevo sentitoapprezzamenti anche più pesanti di quelliin quailche modo eufemistici che ci ha elar-gita ndl'ambito del dibattito pubblico inAula.

La relazione riecheggia una tematica ohenon è nuova. Ho dovuto compiere uno sfor~zo che certamente altri colleghi non han~no dovuto fare, que>1lo di andarmi a rive~dere tutti i precedenti dell'immane lavoroparlamentare cheJ1igual1C1ala riforma tribu~taria e ho visto che le eocezioni, le perples~sità, le contraddizioni, le preoocupazioni era~no state messe in luce, prima che dagli espo-nenti dene opposizioni di qualUll!que parte,nella passata legislatura, da autorevoli espo-nenti della maggioranza. Cosicchè non èrisultato nuovo alla mia cognizione di neo~eletto il contenuto delle cose dette daJ se-natore Martinelli ,che si incentrano sostan~zialmente su due aJ1gomenti fondamentali.

Il senatore MartineLli ha detto in terminigenerali (lo aveva ripetuto l'altra sera inCommissione): questa è l'ultima oocasioneutile per fare la riforma; la riforma va fat-ta comunque; onorevoli colleghi, date operatutti quanti peJ:1chènon ci si fermi. Il secon~do argomento è queLlo degli impegni comu~nitari. Vari colleghi sono già intervenutisu questo punto ed io sarò teJegrafico. Il se-natore Bacchi ieri sera ha già per primopuntualizzato a nome della mia parte que-

sto problema. Intendo dichiarare in ter~mini che per me sono severi e categoriciche ci sembra pretestuoso ricorrere al prin~dpio dell'impegno comunitario che è ap-parso essere nelle parole del senatore Pre~moli Il'unko punto di difesa della riformatributaria dal punto di vista liberale (e citorneremo fra un momento, in una valuta-zione politka che dobbiamo fare deJ giocodelle parti ohe rigual1da questo fOTIidamenta~le problema della nazione). Vale infatti lapena di sottolineare che in ordine ai cosid~detti impegni comunitari nei rapporti con glialtri Stati della Comunità occonre intender~si una volta per tutte almeno su questi pun~ti. Anzitutto si deve dubitare lal1gamente,come noi dubitiamo, della capacità contrat~tuale dei nostri governi di assumere nell'am~bito internazionale la posizione ferma, pre~dsa e decisaohe deve essere assunta nel ne~goziare 'su al1gomenti di questo genere. Nel-l'ambito della Comunità europea, infatti, ogli altri Stati hanno interesse a vedere in-trodursi la nostra nazione, attraverso il suosistema tributario, in termini di precarietàcioè con una struttura economica che a lun~go o ,a breve termine sia ill meno possibilecompetitiva con lIe economie degli altri Pae-si, ed allora ci lasciano fare tutto quello chepossiamo fare e la minaocia delle sanzioniohe ne possono scaturire rimane meramen~te astratta, teorica o paradossale; oppurec'è e vuole essenci lealtà di comportamentoanche da parte degli altri Stati della Co~munità, ed aMara a questo punto io oredoche, piuttosto ohe veder entrare nella Co-munità (attl1averso questo strumento dellariforma tributaria) una nazione come la no~stra in termini di precarietà, di dissestatasituazione economica, interessi anche aglialtri vedeJ:1ciadottare uno strumento che siadefinitivamente, e non in termini eccezionalio meramente congiunturali, risolutivo unavolta per tutte del 'rapporto tra fisco e citta-dini e della situazione tributaria del nostroPaese.

Se questo è, non dobbiamo e non possia-mo preoocupaJ:1ci deiteJ:1mini ponendoli allanostra coscienza di ,legislatori come peren~tori. Dobbiamo preoccuparci di altro ~

e qui l'accenno l'ha fatto responsabilmen~

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Senato della Repubblica ~ 629 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

te lo stesso relatore Martinelli, ripeteròforse male le parole che ieri sera ha pronun~ciato ripetendo ciò che aveva già detto inCommissione ~ mi sembra cioè, senatO're

Martinelli, che ella abbia molti dubbi sulfatto che i tempi O'perativi per la messa inopera, per la realizzazione della riforma tri~butaria pO'ssano essere adeguatamente ri~spettati. Che entro novembre si possano ave~re i famosi decreti delegati, che i tempisi possano stringere a questo riguardo, chela Commissione dei trenta, o comunque lasi vO'glia chiamare, sappia o possa lavorarenell'agosto questo, che tutti gli adempi~menti si possano comunque espletare intermini COISÌ ravvicinati dando luogo fra

l'altro sul piano burocratico e della organiz~zazione generale dello Stato all'adempimen~to ,di tutto ciò ohe deve essere fatto perchèla riforma tributaria si ponga almeno peruna partie in essere in termini concreti erealistici, tutto ciò non è materialmente rea~lizzabile. I dubbi li ha espressi il senatoreMartinelli ed io non ho ancora in quest'Aulaun'autorità pari alla sua che mi consenta diandare oltre le sue parole mentre le inter~preto ... (Interruzione del relatore Martinel~li). La ringrazio dell'augurio.

D'altra parte !'impegno IOheciascuno di noiassume, entrando in un'Aula come questain virtù delle sue funzioni, è queUo di cer~care di capire subito ~ e questo è lo sfor~zo che sto cercando di compiere stamat~tina, mi sia concesso didirlo umilmente macon fermezza ~ di sentirsi i legislato~i, i le~

gislatori che storicamente rimangono poianonimi, tanto è vero che si definiscono alsingolare ({ il legislatore» e siamo invece intanti. Dopo di che abbiamo a che fare conla volontà dei governi che propongono e chenon avranno alla fine la responsabilità dileggi che nascono, come sta per nascerequesta, precariamente ovvero più o menomale. Ecco quindi che proponendoci allanostra coscienza un tema di questa na~tura le peI1plessità, le aI1gomentazioni allequali dobbiamo dare corso, le prese di po~sizione, direi categoriche, preCÌise hanno daun certo punto di vista un carattere emble~matico per quanto rÌiguarda la posiziO'nedi ciascuno dei gruppi politici ohe fanno

parte di quest'Assemblea. Nello stesso tem~po, però, mi pare che si debba realisticamen~te affermare che se è vero che ci troviamo inuna congiuntura di carattere eocezionale, seè vero che si definisce eocezioml!le la rifOT-ma (ma su questo concetto dell'ecceziona~lità io avrei molti dubbi perchè una riformaO'rganiJCagenerale del sistema tributario del~lo Stato signIfica rompeJ1e com i,l passato,d'accordo; significa fare quaLcosa di consi~derevdlmente nuovo, d'accoI1do; ma non si-gnifica legiferare in termini di eocezionalità;significa dover legiferare ÌIn termini di orga~nica strutturazione o rioI1dinamento di unsettore ohe è poi quello pregiudiziale allavita ,di tutti gli altri settori del Paese), ilcriterio dell'eocezionaHtà non lo possiamoprendere a sussidio o a sostegno del discor~so, che è stato fatto fino ad ora specialmenteda parte della maggioranza, sullo strumentodel decreto~legge del quale ci si sta servendo.Noi sappiamo ~ e io non ripeterò le obie~zioni di altri, lo aocenno soltanto rapida~mente ~ che lo strumento del decreto-,leg~ge, ahimé, ha una sua eccezionalità, direi,Datologica.

Se io ~ mi consenta l'onorevole Presi~dente, mi consentano gli onorevoli coHeghidi cercare di colorire per un attimo il miointervento nell'ambito di una discussioneche è arida, lo disse ieri il relatore ~

tornando nel mio coHegio dorvrò riferire aglielettori le sensazioni che ho provato entJ1an~do qua dentro, dorvrò dire, facendo finta diessere più ignorante di quel che per la rve~rità non sia, che degli strumenti legislatirvidella Repubblica italiana !finora conoscosoltanto i decreti-legge, le leggi ordinarieancora non so come siano fatte. (Interruzio~ne del Presidente). Bsatto, signor Presidente,me ne caverò la voglia; ma ho il fondatodubbio che, se si procede così, i decreti~leggesiano gli strumenti legislativi che riguanda-no le oase o gli oggetti, come si dice in ger~go. importanti, e le leggi oI1dinarie siano leleggine, cioè qu.elle ohe riguardano gli og~getti meno importanti. Al di là della battuta,deltlo sicherzo, la realtà qual è?

Nella sostanza è questa, che quando siparJa di ricorso ald uno strumento eccezio~naIe, l'~ccezionalità sembra nascere da uno

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Senato della Repubblica ~ 630 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 1972L4a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

sltrano clima nel quale si sono formati ~governi ohe hanno preceduto quello attualee con vizi che sembra ohe questo Governonon voglia abbandonare, cioè il clima dellostato di necessità. Lo stato di necessità cheimpone una riforma non è uno stato di ne-cessità da intendersi in termini strumentali,è, una situazione generale di necessità: ognilBgge ha di fronte a sè una situazione di ne-cessità che deve risolvere; ma diversa è lasituazione di necessità organic'a da quelloche può essere lo stato di neceslsità contin-gente o eccezionale. Tanto più che, se il cri-terio della eccezionalità diventa patologialegislativa, allora il discorso ci porta lonta-1110e non potrebbe ~ a mio avviso ~ soddi-sfare le nostre sia pur modeste ambizionidi legishtori. Noi non vogliamo ~ e lo di-ciamo categoricamente ~ condividere un

simile modo di procedere e riteniamo chea questo riguardo il discorso che si va fa-cendo su questo particolare decreto-legge,nato alI di là di termini già peI1enti, è undiscorsoohe rimane in piedi; è il discorsodella eventualle incostituzionalità della ri-forma che potrà poi nascere in altra sedequando la riforma dovrà essere adottata edeseguita. È un discorso serio al di là delquale ('perchè sappiamo che i termini dellalegge di delega pér la riforma tributaria era-no scaduti il l° maggio e questa è una realtàohe nessuno può nascondere) vorrei direche se è vero che siamo oltre un problemadi semplice tecnica legilsla~iva, se è vero cheil nostro dibattito investe i problemi dellariforma nella 10'1'0interezza, quale miglioreoccasione di questa per l'autorità di gover-no e per noi legislatori per dare veramenteluogo ad un rioI1dirramento integrale e seriodi questa materia?

E già la grande massa di emendamenti chesono stati presentati (alcuni saranno appro-vati, altri no), quello che è già avvenuto nel-l'altro ramo del Parlamento è molto istrut-tivo al riguardo. Si sono verificate cioè dellesituazioni ohe hanno determinato, anohe perquanto riguarda i criteri di fondo della stes-sa rifoI1ma, una realtà della quale ci stiamorendendo conto. Per lo meno io me ne storendendo conto e voglio scusarmi con gJionorevoli colleghi se procederò per taIuni

argomenti in maniera empirica; dipende dal-la mia inesperienza o dalla mia voglia di direqualche cosa che va al di là deHa mia capa-cità di dire parole che non vogliono esserefine a se stesse ma debbono costituire !larappresentazione plastica di ciò ,che noi del-la Destra nazionale intendiamo su questoproblema.

Dunque ~ dicevo ~ si ricorre a questo

mezzo, siamo in questo caso ~ lo riconosco~ in una situazione di eocezionalità. Ebbe-ne, usciamo daHa semplice avventura con-giunturale e determiniamoci a rivedere lecose peI10hè si è in tempo a fal1lo. Soprat-tutto perchè lo stesso onorevole relat'Ore,autorevoli 'esponenti della maggioranza inpassato, un po' tutti direi ~ confessiamo-

lo ~ siamo convinti ohe ci troviamo di fron-te a questo particolarissimo problema: larottura che si è verificata a suo tempo delpdncipio della contestualità della realizza-zione della riforma, quando cioè ad un cer-to punto sotto la spinta del famigerato im-pegno comunitario si è avuta la singolareidea di dar luogo alla scislsione: l'IV A allasvelta, il resto dopo.

A questo punto abbiamo largo motivo didubitare che l'IV A comunque possa entrarenella sua fase evolutiva con il termine chegià è stato prorogato dall'altro ramo delParlamento. Primo gennaio 1973: ma ne sia-mo realmente convinti, non solo per il ca-lendario degli aldempimenti? Molti (e in par-ticolare il collega Bacchi ieri sera) si preoc-cupano deHo stato degli uffici, della possi-bilità deJla amministrazione finanziaria diaffrontare i problemi che na!sceranno nonsoltanto dal punto di vista o:rganizzativo mada quello ~ direi ~ della creazione ex novodi una mentalità diversa, pe:rchè è anche unproblema di ordine morale generale. Nondimentiohiamo che infatti (consentitemi que-sta parentesi) l'attesa degli italiani rispettoaclle prospettive della riforma tributaria daanni è que1la che finalmente si dia luogo aduna inversione del sistema, per quanto ri-guaJ1da il primario problema dei rapportitra fiSIcoe cittadini, per quanto riguarda lapossibilità della creazione (perchè in real-tà prima non c'è mai stato) di un rapportofidudario tra fisco e cittadino ohe consenta

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Senato della RepubblicCl ~ 631 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO' 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

attravel'so la strada faticosamente imboc-. cata con la unicità della dichiarazione dei

redditi (questo fu il primo barlume) di ar-rivare poi possirbHmente ad una legislazio-ne tributaria in grado di adempiere ai treprindpi fondamentali della semplicità, del-la chiarezza e della certezza de'l diritto suiquali (me lo ricordo in quanto lessi gli atti)si battè con tanto fervore il collega Filettinella passata legiis'latura. Ma ohi può nonessere convinto della fondatezza, della atten~dibilità della sostanza di questi criteri? Ep-pure se è V'ero tra l'altro che accanto a tut-to questo Ì'l Governo (e saluto l'onorevoleMinistro che è arrivato in questo momento)attraverso le diohiarazioni pragrammatiohecollegiaH, o che investivano quanto meno Laresponsabilità collegiale della compagine go-vernativa, ahe l'onorevale Andreotti ci ha let-to in quest'Aula giorni fa, ha voluta propor-ci, sia pure in termini molto schematici, iltema deLla rifarma tributaria nell'elencodelle cosiddette priorità, assumendo ohe lariforma tributaria è l'occasione per dareluogo ad un generale adempimento di giu:

~ stizia e che deve articolal1si nel tentativo direalizzare uno scopo perequativo ed unoscopo ~ dirslse l'onorevole Presidente delConsiglio ~ formativo ed educativo.

Devo dire che da come ,si mettono in mo-to le cose al riguardo nell'ambito dei po-teri e dell'attività di questo Governo, gliscopi li intravediamo lontani e i princìpi livediaJffio invece subito traditi e violati; e cre-do ohe si ,possa in sintesi dire (giaoohè da piùpaDti le crHiche a questa rifarma, sia purein termini contraddittori, nascono da pDe~supposti di verità abiettiva e iIllcontestabile,talchè l'estrema sinistra è in grado di fareuna polemica di carattere tipicamente clas-sista, avendo peI1fino, certe ragioni sostan-ziali per rado) che le camponenti dellavecchia maggioranza non sono più esat-tamente d'accordo come lo erano un tem-po. AttendiamO' con curiosità di cono-scere se ,La parte socia,ldemacratica, adesempio, avrebbe da dire quaLche cosa diimpegnativo, nostalgicamente protesa a di-fendere la posizione di colui che mandavaavanti visceralmente e freneticamente a tut-ti i casti la rilforma ~ l'allara ministro Pre-

Discussioni. f. 51.

ti ~, mentre ci aspettavamo che la compo-nente liberale dell'Assemblea ci spiegasse inquesta oocasione la ragione della sua presen-za nel Governo. Al riguardo di questi pro-blemi, abbiamo sentito che la ragione dellapresenza. nel Governo della parte liberalee del suo consenso alla riforma si configuraS1,1questa schematica motivazione: stiamoàttenti peI10hè abbiamo impegni camunitarida assolvere per cui non possiaJffio fare gliscolaretti cattivi una volta di più, altrimentipotrebbero prenderci a sculaccioni.

Questa è la difesa, non so se ufficiosa eI camunque imbarazzata, di una riforma sulla

quale, se non vado errato, nella passata le-gislatura allorchè fu votata le legge delega,la parte liberale ebbe ad esprimere votocontrario. Ecco dunque ahe queste incer-tezze, queste ombre, queste discrasie, que-ste cantraddizioni di carattere politko im-pediscono il crearsi di una volonta politicaorganÌiCa che trovi tutte le componenti dellamaggioranza governativa solidali tra lara fi-no al punto di poter determinare (propriosul piano di questa precisa volontà politica)la possibilità che lo strumento della rifor-ma tributaria si ponga organicamente inessiere oome un quakOlSa di veramente si-gnificativo, valido e giusto secando i prin-c1pi della semplicità, della chiarezza. E nonoccorre spendere trappe parole per dire co-me sia stata tradito, violato e dimenticatoil principio deHa certezza del diritto.

Siamo iffilffiel1sinel pe'lago, nella foresta diuna legislazione tributaria che negli anni siè ingigantita di leggi e leggine, di miriadidi circolari interpretative e dispositive e, peruscirne, si è concepito un testo di leggedelega che è di per sè così complessa e chedetermina già da questo momento la preoc-cupata aspetJtativa di complicazioni e di pro-blemi che il Governo si troverà ad affron-tare nei tempi brevissimi che ha a di'sposi-zione, tra i quali, onorevoli colleghi, hannopartkolare ri'lievo i problemi del personalee dell'organizzazione.

Ho motivo di rilcor1dare un fatto al qualeho peI1sonalmente assistito e del quale recotestimonianza in quest' Aula. Poco dapo lafine della competizione elettorale ~ ero ap-pena stato proclamato e1etto ~ ho avuto

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-Senato della Repubbli( CI ~ 632 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

H privilegio di partedpare ad un convegnoa Firenze tenuto dai oommerdaHsti e tribu~taristi. In questo convegno furono invitatia fare le loro rdazioni akuni importantifunzionari del Ministero e da essi abbiamoascoltato indicazioni estremamente gravi,(checchè ne pensi l'onorevole sottosegretarioBelotti che ho ascoltato l'altra sera in Com-missione) a proposito dell' organizzazione de-gli uffici. Onorevole Sottosegretario, non vo-glio contestare la sua buona fede, ma ,si in~formi un po' meglio perchè le preoccupazio-ni dei vostri funzionari un mese e mezzo faerano assai notevoli; essi dicevano, infatti,che non erano assolutamente in condizioni diaffrontare, neanche con lo scivolamento a di-cembre, i problemi della riforma, in ordineall'entrata in vigore della sola IVA e delleimposte coHegate, proprio per lo stato di as-soluta impreparazione organica nel qUa'le sitrovavano gli uffici. Avevano dONUto far ri-corso, dkevano, in attesa dei provvedimentidelega'ti, a degli espedienti, con i quali sicercava di invo'gliare il pe:nsonale in via uffi~dosa (pevchè ancora le nO!1ll1enon ci sonoa qUe/sto riguaI1do) a segnalare le sue pre~ferenze di sistemazione nei nuovi uffici dacostituire in modo da avere una specie didiagramma preorganizzativo di una certaentità.

Erano e sono estremamente preoccupatidel fatto che, comunque, gli Slcompensi inatto sono assai gravi anche pevchè ~ glionorevoli r,appresentanti del Governo vor~ranno darmene cortesemente atto ~ il per-

sonale addetto agli uffiei IGE è di dimensio-ni piuttosto modeste, rispetto aHa quantità,di fronte a tutto il personale dell'ammini~strazione finanziaria. Quindi il trapasso dicostoro ai nuovi compiti non dsolve che inmaniera molto elementare e modesta il pro-blema delle attività ,ohe debbono esseresvolte.

Per non parlare poi di tutti i problemidei funzionari dipendenti dagli uffici dell'leimposte di consumo. Sappiamo che ci si tro-va in una situazione di questo genere, ladenuncia è stata fatta dagli stessi direttorigenerali del Ministem, cercate di direi, si-gnori del Governo, cose concrete a questo ri~guaI1do.

Sappiamo comunque che la soluzione ef-fettiva di questo problema si palesa estre-ma;,rnente lontana nel tempo. Ma resta fermoil grosso punto della non cantestuaJità del~l'entrata in vigore ddla riforma in tutti isuoi aJspetti e questo è secondo noi un pro-blema insormontahile, a meno che il Go~verno non sia in grado di manifestare, perl'eccezionalità dell'occasione, una sua volon~tà politlca della quale poco fa ho largamen-te dubitato e resto convinto che si debbaanche per il DUtUro dubitare.

Ci sono due punti partkolari sui qualimi voglio intrattenere e credo di rientrarenei limiti di tempo stabHiti. CeI1COdi proce~dere più rapidamente che posso. Non leg-go, ma non perchè temo che scatti una ghi~gliottina particolare, ma pelichè sono abi~tuato così. Fo:rse mi abituerò anohe a leg-gere.. .

P RES I D E N T E. Non pJ1enda quelJacatt,iva aJbitudirne.

D E S A N C T IS. Dicevo che due pro-blemi mi interessano in paJ1ticolare. Il pri~mo problema riguaI1da le categorie profes-sionaJli, delle quali nessuno ha parlato finoa questo momento. Lo steslso relatore ha ta-ciuto a questo riguavdo e anche nella rela-gione di maggioranza all'a:ltro ramo del Par~lamento non vi si fa cenno. Le categorie pro-fessionali furono e sono le vittime prede-s,tinate della rifo:rma, anohe peI1chè, perqruanto riguarda il primo provvedimentoche dovrebbe entrare in vigore, quello sul-nv A che dovrebbe sostituire l'IGE, si pas-sa da una imposizione che porta l'aliquotadell'1,25 per cento, con le addizionali, a ca-rico dei pwfessionisti, ad una imposizioneche porta invece una aliquota del 12 percento. Basta questa indicazione per sancirel'in1quità del nuovo rarpporto tributario chesi vuole costituire sulle spalle dei professio~nisti, a riguardo dei quali si voLse a suo tem-po una polemica aspra, maslsiccia ~ e mispiace di dover parlare di una pevsona chenon è presente, nei confronti deUa qualenon posso muover:e appunti di una respon-sabilità attuale di governo ~ che aveva co--

me protagoni'sta l'allora Ministro delle fi-

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Senato della Repubblica ~ 633 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 21 LUGLIO 1972

nanze, ii1 quale odiava evidentemente i pro~fessionisti. Da cittadino contl'ibuente e pro-fessionista ne ho tratto questa impreslsio-ne. Il Ministro aveva sempre ragguagliato iprofessionisti agli artisti e, quando parlavadegli artisti, parlava sempre di Sofia Loren,di Vittorio De Sica, tutta gente che è an~data a porre il proprio domicilio fiscale fuo-

.ri dei nostri confini, tra l',altro.

P RES I D E N T E . Lei sa che quelMinistro è per l'arte figurativa. .

D E S A N C T IS. Sì, d'accondo, manoi professioniisti siamo nella realtà concre-ta di tutti i giol1ni e direi che abbiamo lenostre necelssità, consentitemi di dire i no-stri bisogni, ill nostro appetito tutti i giorni,da uomini normali. Infatti mediamente que-ste categorie, onorevole Presidente, che haavuto la bontà di interrompel'mi (mi ha fat-to piacere), sono rappresentate da unaquantità di cittadinli che non mggilJlngonoiguadagni dei nostri 1uminari deUe libere pro-fessioni, che tanto libere non sono più permotivi sui qruali non occorre per 'brevità in-dagare in questo mO'mento, e non sono daragguagliarsi ai peI1sonaggi del mondo arti-stico, a oui più o meno scandalisticamenteci si è riferiti in passato.

Si pensi che ci sono migliaia di giovaniprofes'sionisti o di professionisti di mezza etàche hanno degli introiti che mediamente nonraggiungono che una parte, direi moho mo-desta, di quelli che possono essere gli in-troiti di certi alti funzionari privati e pub-blici, anche statali, ohe per il solo fatto dieSlsere concepiti e inquadrati come lavoratorisubol1dinati, come prestatori di lavoro su-bordinato alle dipendenze di enti, società odella stessa amministrazione statale, sonotrattati, dal punto di vista fiscale, in manieradel tutto privilegiata.

Si è diffusa ad un certo momento !'impres-sione, che noh era soltanto stimolata dal-l'onorevole Ministro di cui parlavo, che iprofessionisti dovessero indicarsi come lacategoria, in assoluto, degli evasori lfiscali.Parlando per la prima volta in Parlamento,ho l'onore di contestare recisamente questaaffermazione, di dichiarare che essa è falsa,

che non riIsponde alla realtà. Debbo dirlocon estremo senso di responsabilità, nontanto per uno spirito cOl'porativo di difesadi una delle categorie alle quali appartengo,ma pel'chè questa è la realtà. PO'chi cono-slcono i saorifici che le categorie professio-nali, con tanto ÌiIIliPegno e con tanta abne-gazione, compiono ~ e non da Dggi ~ per

mantenere intatto il loro decoro, la loro di-gnità, per non dcorrere a campromessi conla loro coscienza, per non adulterare l'im-pegno nobile di esencitare professioni con-tro le qua!li è in atto non da oggi una pe-sante pQ!lemica sociale e politica.

L'uhimo avgomento si riferisce al proble-ma deHa riforma tributaria in relazione airapporti con' la finanza IDeale; ed è proble-ma cui mi sento partÌiColarmente sensibi-lizzato, essendo da sedici anni consiglierecomunale di Firenze. Eoco, l'onorevole re-latore ha accennato ieri a qualche cosa delgenere; io credo che il tema vada apprafon-dito, anohe perchè direi ohe sul piano gene-rale si deve affermare che una riforma tri-butaria or:ganÌiCa nel nostro Paese, per esse-re valida, non dovrebbe prescindere non sol-tanto daJHa entrata in vigore contestuale eunitaria di tutte le sue componenti, ma an~che dall'entrata in vigore del riol'dinamentodella finanza loca!le e da tutto ciò che cor-relativamente rigual1da altri setori, ivi com-presa la riforma delle società per azioni.

Questi tre punti sono collegati fra loro,nel1l'ambito di una st:rutvura generale dellanostra vita economitca, e non possono esseretenuti uno lontano daJll'altro. La non conte~stua'lità di un'attività leg1slativa, di una con~cretizzazione legi1slativa al rigual1do è secon-do me il principale inconveniente di fondoche addirittura elide tutte le buone intenzio~ni che i legislatori possono avere, che rendeprecaria e diffidle la vita ulteriore del Paese.

Sappiamo poi che vi è e si a:ggrava agnigiorno tI grasso problema deLle autonomiedegli enti locali, ohe in questo momentosi sentono autent:i!camente i figli di nessuno,pemhè questa è la realtà. :Essi sono tribu-tari di uno Stato, a questo riJgua.I1do,nellaprospettiva della riforma, rigorosamente ac-centratore, ohe dovrà rielargire i fondi, nonsappiamo con quali modalità, in che modo,

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Senato della Repubblica ~ 634 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ REsacaNTa STENaGRAFICa 21 LUGLIO' 1972

anche perchè tra l'altro (l'onorevole rela~10re vorrà rispondermi a questo riguarda)c'è qualche cOrsadi importante ~ ed ho fini~10, signor Presidente ~ da dire a propositodelJ'indebitamenta degli enti locali, quei qua~si quindicimila miliardi che comincianO' adessere la cifra vera, realistica dell'iIlJdebita~menta degli enti locali.

Come si riJsalve ill problema a questo ri~guardo, su questo terreno? Biisogna consi~derare anche che agli enti locali si sano oraaggiunte le regioni, le quali fino a questomomento hanno fatto soltantO' spese cor~l'enti, nan hanno fatto e nan fannO' investi-menti di nessun genere, non fanno speseproduttive, ma spendono già troppa dana~roo Questo è un discol1s0 rerulistko, non di,un antiregianalista canvinta come io possaessere sul piano dei prindpi: questa è larealtà che si è manifestata in stretta coeren~za con le denunce che la nostra parte po~litka ha sempre fatto in Parlamento a taleriguardo.I E noi sappiamo ~ e concludo ~ che uncomune oome quello di Firenze impegna,oggi soltanto per le spese del per:sonale 1'80per cento dene sue entrate ardinariè. Po-nete a raffronto questo dato ~ è il comuneidi una qualunque città italiana ~ con quel-lo che sta per nascere nella schematica del~,la riforma a proposito dei rapporti con lafinanza degli enti locali e, onmevoli colleghi,Idatemi voi la risposta; ma ce la dia saprat-,tutto il Governo; ce la darà prima il relatore.

Le preoccupazioni sono immense. Quandodicevo poc'anzi che secondo noi questa leg~ge potremmo definirla la legge della spere~quazione tributaria, quando dÌ!cevo pOlc'an-zI che questa legge viola i princìpi della sem~plicità, della chiarezza e della certezza deldiritto, non facevo polemiJca astratta o pre~testuosa: rappresentavo Ulmilmente comepersona ma certo non umilmente come Grup~po, onorevole Presidente, la voce di tantimilioni di italiani che aspettano una rifor-ma seria, leggi veramente giuste ed eque.E ancora su questa strada non ci sembrache siamo. (Applausi dall' estrema destra.Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Piva. Ne ha facoltà.

P I V A . Signor Presidente, onorevolicolleghi, nv A e le minori imprese sarannol'argomento delle mie considerazioni.

A titolo introduttivo dirò che sono note lecandiziani inoui 'si trovano le minori ìm~prese artigiane, commeI1ciali e della piccolaindustria del nastro Paese. Si tratta di con~dizioni gravi, per certi settari gravissime, è:ill caso di dire insQstenibili. Decine di mi~gliaia di queste piocole aziende sono scom~parse in questi anni, con conseguenze graviper la vita di tante falIlliglie e per l'occupa~zione. Un grido di allarme lo abbiamO' uditonelle imponenti dimostmzioni di queste ca-tegorie che ~ fatta nuova nella nastra sto~ria sociale ~ si sono svolte sempre più nu~merose nel nostro Paese.

La stalIllpa è venuta sempre più oocupan~dosi del prablema, per oui il tema della mi~nore impresa possiamO' dire si sia finalmenteimposto all'attenzione dell'apinione pubbli~Ica. Sulle cause che ci hanno portato a que-sta situazione si sona tentate inizialmenteanche delle spiegazioni di comodo. Ben pre~sto pero l'argomento specioso della conflit-tualità ha pel1SOsempre più credibilità.

Egregi colleghi, la natura della piccola im-presa è tale per oui si fa presto a capire chei motivi delle difficoltà non possono essereriJcercati in quella direzione. Le cause deHedifficoltà sono altre; vanno rkeI1cate nellaerrata pali tÌ!ca economica dei governi chehanno diretto il nastro Paese, nella Demacra-zia cristiana che ne è stata la principale ispi~ratrke. Infatti è facile capire che a non di~versi risultati doveva portare una politica dimancato svHup[>O'del Mezzagiarno, di pro-fonde rifornìe nelle campagne, nell'aoquisi-zione dei suoH urbani e nella casa, nellascuola, nei trasporti, ne1l'assistenza. Ciò per~chè è risultato sempre più evidente che iproblemi dene minori imprese sono innan-zitutto di carattere strutturale. Senza unapolitica di pragrammazione economica de~mocmtica e di profonde riforme, di pienaoocupaziO'ne non è possibile prospettare unaseria politica di ripresa e di svHuppo nonsolo per l'economia in generale ma ancheper le imprese minari.

Di qui il crescente interesse dei piccoli emedi imprenditori alla politica del1e rifor~me nel nostro Paese.

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 635 ~

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 21 LUGLIO 1972

Signor Presidente, vi sono poi una seriedi altri problemi sui quali avrebbe dovutomisurarsi da tempo la politica del governo.Ma come si può fondatamente ritenere chesi possa avere una ripresa ed uno sviluppodella piccola impresa, una struttura dimo~stmtasi indispensabile in qualunque siste-ma produttivo che voglia utilizzare appienotutte le sue ri!sorse economiche e sociali,se non si affrontano con una visione moder-na anche i problemi di impresa che sonoconnaturali al suo sviluppo? Intendo parlaredel credito, dell'assistenza tecnÌJoo~scieil1tifica,delle forme associative delle strutture perl'esportazione, deHa imposizione fiscale, diun'aggiornata disciplina giuridica.

Il Presidente del Consiglio in un messaggioinviato a1cuni mesi al' sono ad un'assembleadi minori imprese ha scritto fra rl'al:tro: {{ Inquesti anni abbiamo assi'stito in tutti i cam-pi ad un processo di rapida tralSformazioneed evoluzione, ma sono tuttavia fermamenteconvinto che ancora oggi la pkcola impre-sa svolga un ruolo fondamentale ed inso-stituibile per il mantenimento e l'armoni-co Isviluppo del nostro sistema non solo eco-nomÌJco, ma anohe e soprattutto pO'litico esociale, in una parola del nostro sistema divita: di una società plumlistica e democra-tica ]n cui le piccole imprese sono presup-posto e fondamento. Ora che la congiun-tura interna e internazionale» ~ continuail Presidente del Consiglio ~ « ha colpito inmodo cosÌ grave le impJ'cse minOit'i, compro-mettendone lo sviluppo e a volte le stessepossibilità ,di sopravvivenza, ritengo indi-spensabile ed urgente mettere a punto unavera poHtica della pi,ccala impresa, poli-tica quindi che sostenga non con forme diaiuto e di incentivazione sporatiche, ma rie-sca a dare dei risultati soddisfacenti ».

Egregi colleghi, c'è tutta la sostanza dellanostra critica di questi anni, a parole però;nei fatti invece nella diohiarazione program-matica il Presidente del Consiglio non è an-dato al di là di alcune misure sporadiche:concorso nelle coperture dei risohi di scam-bio, aumento del fondo ,di dotazione del me-dio credito, filscalizzazione dei 5 per centodegli oneri sociali; misure queste, onorevolicolleghi, del tutto parziali che non si disco-stano dalla vecchia liJnea seguita finora. In-

tanto i problemi di un riordino di tutta lalegislazione sul credito agevolato, partendoanche dalla definizione giuridica della pic-cola impresa industriale, della reglonaliz-zazione dell'artigiancassa, di un fondo digaranzia primaria per l'accesso al credito,della riduzione del costo del denaro, arri-

. vato a tassi proibitivi per la piccola impresa,di una legislazione moderna che favoriscalo sviluppo delle forme associative di gestio-ne, l'acquisto delle materie prime, per laesportazione, di una effettiva assistenza permigliorare i metO'di di gestione, favorire laricerca tecnico-scientifica, tanto per citarei più importanti, restano aperti; mentre suipiccoli e medi operatori sta per abbattersi ilciclone della riforma tributaria e, tanto periniziare, la sciagura dell'IV A.

Signor Presidente, la riforma tributariaavrebbe potuto essere uno Istrumento im-portante per contribuire ad un rinnovamen-toe ad una riorganizzazione di tutto il set-tore della piccola impresa nel nostro Paese;invece, sia per il carattere di classe che l'hainformata, sia per le incongruenze che la ca-ratterizzano si prospetta iOome una vera epropria rovina per tanti piocoli imprendito-ri. È ill iCaso dell'IV A, delle imposte di cuidobbiamo occuparci in questi giorni in que-st'Aula.

Volendo tralasciare le osservazioni giàfatte a!11alegge-delega iCon le quali abbiamoefficacemente dimostrato che i minimi esen-ti per i piccoli imprenditori erano troppobassi, ,mentre proporzionalmente le aliquoteerano troppo alte, giova ripetere che nv Aavrebbe potuto limitarsi alla fase dell'in-grosso, come era previsto nel disegno dilegge iniziale, se altro fosse stato il carat-tere impositivo a che, :se prO'prio non si vo-leva rinunciare a fare dei lavoratori il pi-lastro del sistema fiscale italiano, si pote-va, almeno per le piccole imprese, aumenta-re tutte le ,fasce dei regimi speciali, portan-do da 5 a 10 milioni l'esenzione, da 21 a 40i regimi forfettari, da 80 a 100 la sempli-ficazione ,delle modalità di applicazione, inquesto modo, allontanando lo spettro del-l'assolvimento di un compito che per tantepiccole imprese creerà mortali difficoltà.

Signor Ministro, senza nessuna concessio-ne alla demagO'gia ho adO'perato questo ter-

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Senato della Repubblica ~ 636 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

mine. L'ho adoperato perchè, conoscendo lasituazione inoui si trovano tante minori im-prese, questo è dò che conseguentementesuccederà. E voi porterete la responsabilitànon Iso!lodi avere, con un'imposta ingiusta,contribuito ad aumentare paurosamente ilcosto della vita, ma anohe di aver determi~nato la morte di migliaia di picoole impresecon gravi ripercussioni sulla vita di tantepersone ed anche Isull'occupazione del no-stro Paese.

Quanto al merito specifico del ,disegno dilegge in discussione, debba fare allcune os-servazioni. La prima è relativa al fatto chenon sii è ppesa nelrla dOVUitacans1derazioll1eun'importante raccomandazione del CNELcontenuta nel parere sugli effetti dell'IV A.Dice il CNEL al punto primo delle con'CIu-sioni: «ohe si garantisca la contestualitàdell'entI'alta in vigore deidocreti delegatiprevi:sti darlla rifoI'ltTIae ohe comunque, qua-lora questa contestualità non possa aversi,si attui una adeguata riduzione deHa im-posizione diretta sulle daS'si minori di red-dito in modo che l'onere fiscale complessi-vo sulJe stesse non venga ad alacrescersi ».

Signor Ministro, se si legge l'articolo8-quater dell disegno di legge di scorrimen~to Isi rileva subito 'Che, pur non avendo lacontestuallHà, nan avremo. neanche una ade'-guata riduzione dell'imposizione diretta sul-le daslsi di minor reddito. Non si penserà che]e 120.000 lire in più di quota esente peri lavoratari autonomi possano rappresenta-re un'adeguata riduzione!

Ancora al punto secondo delle conclusio~ni del CNELsi dice: «ohe il decreto delega-to venga prantamente emanata e comunqueédcuni mesi prima della 'Sua entrata in vigo-re. Ciò apl}Jare indispensabile poichè nonpochi tra~li effetti negativi che 'sono statiindicati roravengana dallo stata di incer-tezza sulla Istruttura appHcativa dell'IVA ».Se si scarre l'articolo 2 del disegno di leggedi conversione si fa presto a rendersi contoche il decreta delegato non potrà essereprontamente emanato, e comunque non al-cuni mesi prima dell'entrata in vigore dellDrovvedimento, come ha giustamente sotto-l'ìneato anche un altro cO'llega intervenuto,con grave pregiudiziO' per tutti i pkcoli emedi operatari che, nan 'conolScendO''la nor-

mativa, non saranno in grado di prepararsiad adottare questa nuova imposta.

Al punto quarto si dke: «dare inizio su-bito ad un'ampia Icampagna di informazio~ne capace ,di rendere edotto ogni contribuen-te delle caratterisHche del nuovo tributoe delle operazioni necessarie affinohè il cam-biamento di imposta avvenga correttamen-te ». Continua il CNEL dicendo: «Il succes-so delle esperienze straniere è stato in buo-na parte determinata dalla capillare azionedi informazione. A<desempio in Belgio qual-ohe mese prima deHa riforma si ,sono inviatiaid ogni contribuente dei madelli di diohia~raziane e venticinque tipi ,diversi di librettiinfarmativi; si è organizzata una serie quoti-diana di trasiIDi'ssioni televisive e di confe-renze tenute da tutti i direttori degli ufficifinanziari locali per iHU!strare la tecnica dellanuova imposta; si sono inviate alcune centi-naia di funzionari presso i negazianti perspiegare la corretta applicazione. Un'operaassai utile ISOttOquesto profilo può esseresvolta dalle a'ssociazioni professionali. A que-sto Scopo il Minilstera 'delle finanze dovreb-be prendere ,contatto con tali associazioni,prestando aid esse ogni aiuto necessario af-finchè divengano centri di informazione suimeccanismi di appHcazione e di rivalsa dellanuova imposta, oltre IOheeventualmente cen-tri per la raocolta con macchine elettronichedeHa contabilità riohiesta agli associati perl'applicazione dell'IVA. L'opera di informa-zione degli uffici deLl'amministraziane fi-nanziaria e delle associazioni professionalisul meocanisma di applkazione e di rivalsadella nuO'va imposta ,deve es'sere rivolta an-che a informare i venditori che essi sarannone~ CO]1S0dei ,dodici mesi rimborsati del-l'IGE 'diretta pagata sulle scorte e ohe quin-di sarebbe ingiustificata una loro azione ten-dente a recuperare !'imposta stessa attra-verso i prezzi. L'opera d'informazione do-vrebbe altresì essere diretta a indurre ivenditori a formulare i nuovi prezzi al net-to anche dell'IGE.Per abituare le imprese asrcorporare l'IGEdai costi, onde rilcostituirei listini al netto deU'imposta, evitando. du-pHcazioni si potrebbe seguire l'esempio bel-ga !imponendo che. con ill decreto delegatoe al momooto de!11a srua pubbJicazioll1.e, ilprezzo degli aoquisti e l'IGE siano eviden-

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Senato della Repubblica ~ 637 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

ziati distintamente. A titolo orientativo, sipotrebbe fare riferirrìento ai diritti compen~sativi sulle esportazioni ».

Tutti consigli utili, ,signor Ministro, ma nelnostro Paese al di là di una informazionedi carattere generale e alle volte nemmenoprecisa che cosa è stato fatto? Non solo: è ilcaso di dire che cosa si può fare se non siconO'scO'no ancora, a poohi me1si dall'applica~zione, i teI1mini esatti del decreto delegato?Le sarò poi grato, signor Ministro, se nelleconclusioni vorrà spiegare peI1chè della rac~comandazione del punto 5) del parere delCNEL non si è tenuto conto negli abbuonid'impO'sta dei prodotti tessili; un settore ingrave crisi strutturale e per evitare aumen-ti dei prezzi ad esempio della riduzione dd~!'imposta di fabbricazione dei prodotti pe~troliferi.

Infine al punto 7) si ,dice ancora di tenerpresente che le nuove diohiarazioni per nv Apotrebbero venire utilizzate per la definizio~ne di debiti di imposte di esencizi precedenti,sia per le impaste dirette sia per quelle in-dirette. Tale passibilità farebbe risentire isuoi inconvenienti suH'applkazione del tri~buto plDegiudi'oandone li risultati. Il CNELpropone, pertanto, di esaminare ìl'opportu~nità, O'nde evitare tali incO'nvenienti, di adot~tare nòrme procedurali secondo le quali fac~certamento de:ll'IVA non dovrebbe essere uti~lizzato per l'accertamento delle imposte di~rette e indirette ,degli eseI1cizi passati. Vaosservato ohe il !sistema attuale spiega difatto le sottoindicazioni data l'eocessiva ele-vatezza delle aliquote. Gli aocertamenti su~gli imponibili del pas1sato ,dovrebbero e'sserefatti utilizzando i veochi strumenti di accer~tamento senza utilizzare le dichiarazioninuove.

Lo stesso Presidente del Consiglia, nelladichiarazione programmatka al riguardo hadetto: «I commeI1cianti hanno più di altriohiesto al Governo la salvaguardia tempora~nea per il collegamento cui ho già accennatotra accertamenti per nv A e imposizioni di~rette. È una 'preaccupazione giusta di cuici facciamo carico ma esigiamo la collabo~razione degli operatori economici per farfronte ai rirschi della speculazione congiun~turaI e che ceroheremo di fronteggiare anchecon gli strumenti delle tariffe pubbliche e

per l'uso di altri mezzi di cui lo Stato di~spone ».

Ail riguaI1do ,che cO'sa si pensa di fare? Si-gnor PI1esidente, da queste e da aLtre oonsi~derazioni ,ahe sonO' state fatte nascono lenostre osservaziani e le nostre richieste dimodifica di questo provvedimento per difen~dere innanzitutto il potere di acquisto dellemasse 'lavoratrici e dei lavoratori autonomi,potere d'acquisto minacciato da un più checerto aumento dei prezzi; dapo tutti gli au~menti che ci Isono stati nel corso di questianni e di quelli lobe si prospettano come cono,seguenza del terremoto manetario causatodalla politica inHazionistica americana allaquale, cOlme ha dimostrato :la recente svalu~tazione ,della sterlina, non si riesce certo amettere riparo con aocordi contingenti cheeludono la sostanza del problema. Siamo permOldifiche che, attraverso l'aumento dei mi-nimi, portino ad una giusta varutazione dellavoro autonOlmo, riconoscendO'gli una piùadeguata quota di esenzione cO'me reddi~to di 'lavoro; e per modiHohe infine che, at~traverso l'aumento delle fasce dei regimispeciali, rendano meno onerose sui picco~li operatori le 1C0nseguenze dell'applicazionedi un'impasta di diffidle gestione e quindidi grave pregiudizio per ,la vita di tantepiJccale imprese.

Vi è poi il prablema della propaganda, si~gnor Ministro, per la quale gradirei sapere,pur nell'ambito delle difficoltà che primaho messo in evidenza che casa intende farel'amministrazione per prendere contatto conle organizzaziani interessate e per far cono~scere, al di là della cerchia degli specialisti,i termini reali delle imposte. Inoltredesi~dererei sapere come l'ammini;strazione in-tende affr;ntare le gravose conseguenze do~vute ai diversi sistemi di accertamento nelperiodo transitorio (la raocomandazione delpunto 7) delle condusioni del parere delCNEL).

Si era parlato di un condano fino a certefasce di reddito per togliere la preoccupa-zione ,che può nascere in ohi ha ancora pen-denti situazioni determinatesi con diversicriteri di iJmpasizione. Anche a questo ri:guar~do gradirei sapere cosa ne pensa il Mini~stro.

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VI Legislatura,:,enaro aella KepUlJlJlica ~ 638 ~

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Da ultimo vi è il problema dei rimborsiIGE alla esportazione che decadano con l'ap~plicazione dell'IV A, facendo peI1dere in unmomento delicato per la nostra economiauna certa competitività ai nostri prodotti.Anche questo è un problema da affrontarenon certo nel modo con cui è stato a:ffron~ .

tato con i ,rimbO'rsi (tra l'altro bisognavaattendere alcuni anni prima di averli). Perquanto d riguaI1da, si tratta di adottare dellemisure che tendano a favorire lo sviluppodelle forme assaciative, riducendo determi~nati costi che le minori imprese debbono so~stenere per essere presenti sui mercati esteri.

Concludo, signor Presidente. Le propostedi modifica che le ho prospettato a favoredei lavoratori autonomi ,e delle piccole im-prese si ispirano al presupposto dal qualeabbiamo 'sempre preso le masse nel corsodi tutti questi anni; quello di contribuire11on alla ,difesa di interessi settoriali ma ditutta la nostra società, avendo nei fatti, enon salo nelle parole, una vera politica perle minori imprese, per toglierle dal ruolosubalteI1Ilo nel quale sono sempre state te~Ilute, facendo loro assolvere in una societàveramente pluralistka quel ruolo autonomoche ad esse spetta nella realizzazione di iUnapolitica di riforme e di programmazione de-mocratica.

Sappiamo che la nastra non è una lottafacile. Si incontrano su questa strada dif-fidenze e strumentalismi deteriori che anco-ra vivono, anche in forza delle caratterilsti~che di queste categorie, e dei contrasti og-gettivi che esistonO' tra esse e la classe ope-raia. Ci oonforta però il fatto che l'alleanzatra queste categorie e la classe operaia, fat-tore basilare per la difesa del nostro regimedemooratico, Isi va sempre più estendendonella consapevolezza che è altresì comunela lotta per un profondo rinnovamento de-mocratico della nostra società. (Vivi applau-si dall'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. :È:iscritta a panlareil senatOl'e Buzia. Ne ha facaltà.

B U Z I O. Signor P,residente, onorevoJeMinistrO', onarevoli colleghi, ho letto J'inter-venita che avevo faJtto aiI1ca un aninO fa a no-m~~del mio GruppO' sul disegno di ~egge dele-

21 LUGLIO 1972

ga sulla riforma tributaria. AfFermavo cheera uno degli obiettivi principali del pro-gramma di quel Gaverna, che non si potevaoomprendere una pol1tica di riforme che nonoampmndesse una seria ed oI1dirruatariformafiscale in cui si trovassero i pa:-indpi di unagiuS'ti~ia tributaria. Dioevamo che OOCOiI1revaconferiDe aMa sviluppo deUa pragrammazia-ne uno strumento di politica economica ca-pace di realizzal'e obiettivi sociali i:rnportan~ti in questO' momentO'. Eravamo convin:tii ~e lo siamO' tuttora ~ moi sO'cialdemocraticiche J'apprO'vél:Zione di Ulna seria ,legge sullariforma tributariarapPI1esenti il presuppO'stalogico eoO'nomioo necessariO' a dare COiliore-tezza al,le alItre riforme <sooiali e ai pa:-oblemiaittuaJi che più vOlIte da parte deHa sinistrasono stati annunlCÌa:ti in quest'AuJa. Rilformesociali ~ dioevo ~ che hanno bi:sogno di

una riforma tributaria seda per operare sul-la ,rÌiforma della casa, della Iscuola, sulla lI:1i-forma della sanità. NessUlnO'oertamente puònegare che il sistema tributario i,taJiana è sta-to camtterizzato da una prolificità di impo-ste e di enti impoS!Ìitori che assumono J'as~:)«:~t-to sconoertant,e delle evasioni fiscali. D'aJtraparte questo fenomeno ha daJta luogo a cla-morosi episO'di denunciati daJll'atHora mini~s,tm P,reti.

Per rispandere agli altri oolleghi noi dicia-mo che ammiriamo e abbiamo ammiTatO' ilsuo coraggio per avere in quest'Aula saste~nuto queLla riforma e non s~amo stati cer-tamente noi, colleghi deUa opposizio!ile, che[':abbiamo affossata, perchè noi abbiamo det-to chiaramente che eravamo oontro IO',scio~glimento deLle Camere proprio per portareav:anti questa 'riforma. D'ailtra pante mi paredi aver letto in un sammario d~lla Camerache l'onoDevole Ministro ha detto che unadelle cause è prapdo queHa deUo scioglimelIt-to delle Camere. Questa ~'ha detto anche HpresÌidente del!la Comm:ùssione Martinelili, cheha aff,ermatO' çhi:aramente che la Commissio-ne dei trenta prevista da:Ha legge non ha pO'-tuta funziO'nare perchè quei componenti ave-vano il diritto-da'Vere di andar:e a coJJoquia-re eO'n i prop:ri elettori. Noi siamo stati quelpavtÌito che ha detto IDIO'allo scioglimentO' del-le Oamer,e proprio perchè volevamo app['o-vare questa riforma nel suo complessa.. Fac-ciano 1'esame di coscienza gili ahri partiti e

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Senato della Repubblica ~ 639 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

r1spondano ase stessi e ai prapri elettori diquelLa che hannO' vo'lutO' fare con ,lo Isçiog:li~

mentO' deLle CameI'e.La spaocatura di questa rifOlrmia ,non ha

certamente partato allo Stato ~ come si di~

ce ~ li mezzi neoessari per br f;ronte a tuttii problemi che sO'no oggi di attualità (pastidi lavorO', occupaziane eahre cose) che devo.niOessere ,risolti se vogliamO' creaI'e una so-cietà seria calpaoe di af£rontaI'e i problemidei lavoratO'ri.

Non è colpa nostra, ma è colpa di quei par~titi ohe hannO' voluto 10 scioglimento deHeCamere. Detto questo, penso che il decreto-Jegge all' esame del Senato ali fini della suaoonversione in legge è stata dettato dalla ur-gente necessità di non far deoadere ~a :legge~delega per la rifarma tributaria nella parteOOl1JlceI'nentel'attuaziO'ne delila camplessa ma-navra riguardante la trasformaziO'ne e l'ade-guamenta del ,sistema di impasiziane suEa ci~fra di affari, isia agli rimpegni assunti in sedeoDmunitaria, ,sia aLla sopravvenuta esigenzadi cO'ordinare i contributi indiretti con ilnuaVD oI'dinamen:ta 'tributariO'.

Ma H pmvvedimentO' 'sottopastO' al nast'roesame muave anche da neoessità di ordinecongiuntum:le, cancatenate oon i prablemiderivanti daJ,la transizione dal.l'IGE aU/IVA,nd momentO' in cui appare ormai indifferi-bile ~ e ce IO' auguriamO' ~ la realizzaziane

di tale tributa nel nostrO' p.aese.DO'bbiamO' esprimere ,indubbiamente una

parO'la ~ e nDi siamDSempI'e Isinceri ~ diplauso per i,l oOlI'aggiacan cui IiIGaverna haritenuto di pramuovere, !in occasione ddlaprOlrO'gadella data di entrata in vigore dell.l'IV A, una detalssaziOlne dei pradatti e deiservizi penetlralnte, carne è pO'ssibile desume-re dai princìpi informatori del decreto-legge;si sa -che la questione aveva formata oggettO'di molte dispute anche ,in relazione aHa di-versità deLle soluziOlni aldottate in campa ca~munitariO'. Per nOliil prablema veniva ad a/s-sumeJ:1eun ,dlievOImaggiO're per il fatto chel'IV A entra in vigore in un mO'mento congiun-turale non certamente pasitivo ad agni ef.fetta, sia econamico, sia finanziaria, sia squi~sitamente tributaria. Ll,timore che nv A de~termini, in occasiO'ne di una iCO'ngiUlThtl1raeco~l1iomica genera:le favorevole, vuati di bilanciaper lo Stato ed una vischiosità deli pmgram-

Discussioni, f. 52.

mi di investimento delle imprese, non pO'tevanO'n incidere seriamente sulle valutazioni dipalitica econamica e finanziaria del Gaverna.

DO'bbiamo perciò 'ricanoscere !Chela solu-ziO'ne adottata tiene cOlnto sia delle esigenzepuramente fiscali, vale a dire creare miglio~'ri candizioni per il'aggancio deLl'IVA al na-stro sistema tributario, sia delle altre finalitàche nan potevano essere 'trascurate, in quan~tO'callegate cO'n la situaziDne ecanomica ge-nerale del Paese. Aver voluto, da un lato, cO'n~gelare al 25 maggiO' 1972 il di6tto dI creditodeHe imprese da far vallere suilil'1VA perquanto riguarda l'IGE assa:lta, a secanda deicasi, all'acquista e a'Ha impO'rtaziane di ma~terie prime, semilavarati, camponenti, benistrumentali di nuova produziane, nonchè dibeni e Iservizi impiegati nella fabbricazianedi questi ultimi, ha signifioatO' variare pron~tamente i criteI1i di scorpom dell'1GE daglielenchi di costa delle imprese nel momentopiù apportuna, anche in relazione al fattoche ,la ,situazioneecanomica general.e avevafatta segnare, purtrappo, U1t1,regresso neimesi successivi aHa data di approvazionedell'articO'IO' 3 della legge 6 dicembre 1971,n. 1036.

Era ormai chiarO' che il'origlin:aria saJuzio~ne enunciata dal predettO' articalo 3 potevasoddisfare ,le 'esigenze di bilancio nel se[1SOche rinviava ad oltre un anno dalla data dientrata in vigore dell'IV A larealLizzazione deJoredita nascente dal pagamento deJ,l/IGE suiprodO'tti e 'servizi ,innanzi ,indicati, ma lDion

I era più irispO'ndente aLle aspettative reali del~I le nastre Limprese, alle quali oocarrev'a im.

mediatamente oO'ncedere una passibilità diliquidità non realizzab~le attraversa a:ltri ri.medi, quali quelli .legati a finanZJiamenti atassa agevolatO'.

La riduzione dell'IGEe ,l'esenzione da,Hastessa appO'rtate daMe norme negli articoli 4e 5 del decreta~Iegge, soprattuttO' dapo Licom-mendevoli emendamenti introdatti .in sededi discussiO'ne dinanzi alla Camera dei depu-tati, cO'stituiscono un accargimento polirticoed ecanO'mico di 'Ìincaloolabi,le ripercussionesulla incentivazione degli investimenti e suJlaformaziOQ1edei reimpieghi, anche se iJ bilan~cia dello Stato è esposta ad una grande pro-va di sacrificio per la perdita di entrate triobutarie in un mO'menta in cui tra il'a:ltrO'lo

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 640 ~

l4a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

Stato stessa deve fare sentire Il,a'Sua 'Presen~za mediante investimenti diretti nel settoreprivato.

Particolare riHevo assume anche la normadell'articolo 8 neLla parte concernente 1'esen~zione dell'imposta di ricchezza mO'bile, delleplusvalenze realizzate da sOiggetti non tassa~bili in base a bilaundo purchè siano reinvesti~te in nuovi beni strumentali a determinatecondizioni procedimentali e di tempo.

Dobbiamo inoltre compiaceTci con il Go-verno per aver saputo difendere ill provvedi~mento in esame dinanzi alla commissiolDedella CEE, la quale aveva ,dtenuto che lenuove misure di compensazione negli scam~hi con l'estero di cui all'articolo 7 fosserodistorsive della conCOirrenza comunitaria, do~vendosi secondo l'avviso della stessa tenerconto della minore incidenza dell'lGE pereffetto del deoreto~leggesulla determinazionedelle nuove misure di ristOirni e di dj,ri''lJNcOimpensativi.

. La fermezza, con la quale è stato sostenu~10 che la questione dovesse essere esaminatanon tanto sotto il riflesso di mera tecnicafìscale, quanto invece di apprezzamento poli~1ico ed economico, ha consentito all'Italia difar valere]l suo punto di vista e di o'ttenerein conseguenza 1'assenso degli altri partnersnella sOiluzione adottata per la transizionedall'IGE all'IVA. Cogliamo, però, roocaslioneper segnalare al Governo la oppOirtunità divigilare, affinchè la speculaziOine mO'ndirottia profitto del commercio i vantaggi che sisono voluti dare ai produttori ai fini di unatonificazione dei processi di fabbricazione edi un mantenimetno del LiveLla occupazio-nale.

Le tensioni che si notall1ioa questo riguar~do dovrebbero essere opportunamente con~tenute e cOimbattute.

È da segnalare, per quanto riguarda le mo~difiche apportate al trattamento di aliquotadell'imposta sul valore aggiunto, la lodevolleiniziativa di aver previsto per i beni alimen~tari di prima necessità una applicazione gra~duale del tributo, :!IDaa raggiungere la mi~sura del 6 per cento, indicata dalla normadell'articolo 5 della legge 9 ottobre 1971, nu~mero 825 dOipOun quadriennio.

LO' ,scaglionamento dell'aumenta dell'a:1i~quota per un IlungO'lasso di ,tempo fino al

21 LUGLIO 1972

raggiungimento del ,limite massimo del 6per cento cO'stituisce un importante accorgi-mento, ai fini del contenimentO' del vero'Si-mile aumentO' generale dei prezzi, peT cui lecritiche avanzate nel passato su tal,e argo-mento non hanno più ragione di ,essere.

Non Siipuò, ,inO'ltre, nO'n mettere in risaltola elastidtà del piano di contribuzione aglienti locali, quale emerge dalle modi:fìch~ ap~portate alla O'riginaria fO'rmuJazione deIJ'ar~ticolo 2. La facoltà attribuita ai comuni difare riferimentO', per quantO' riguaDda le im-poste comunali di consumO', alle riscOissionirealizzate nell'anno 1971, rappresenta un ul~teriore elemooto di prova deJla larghezza,con cui ~l GovernO' ha apprezzato le esigen~ze degli enti locali nel quadro di quel raffor~zamento della efficienza deHe funzioni di

I

l O'gnuno, auspicatO' anche dal pI10gmmma eco-nomico nazionale nel quinquernnio 1966~1970.

I I chiarimenti appOirtati sul piano norma-

I

tivo rispettO' alla originaria formulazione dei

I va:ri articoli sii'a mediante [a integ:mzione

I

dell'articolO' 5, nel senso di porre gLiacquiSiti

I

di beni e servizi impiegati nella fabbrica~i

ziO'ne di beni strumentali sullO' sltesso piano

I

delle impOirtazioni dei medesimi, elinriIlam!-

I do una skura discriminazione suit piano del~Ila cO'ncorrenza intracO'munitama, sia median~Ite una de:lÌmiizione autentka del concetto di

I

bene strumootale sia mediante una più este~

I sa interpretaziOine dell'articolo 2195, n. 1,

I

del codice civile, includendovi anche le im-prese artigiane nO'nchè quelle agI1kole; tutte

lIe integraziOini innanzi riportate hanno con..

I

tribuito a ,rendere più organico il provvedi-mento al nostro esame.

I PartkoLare significato assume anche la

I

esplicita enunci azione della esenzione dallaJ

tassa di bollO' nei riflessi dei dO'cumenti ernels.

I

(si in osservanza degli articOiI,i 4 e 5.

i Notevole dlievoriveste l'aDticolo 5-quin~quies, sotto il prO'filo prooedimentale, nelsenso che distrugge, neIla specie, la solida~:detà dei venditori al pagamentO' del tributoparzialmente o tO'talmente eluso dagli acqui-renti. Inve:ro, ,la sopravvivenza del :t1radizio-naIe vincolo di ,solidarietà ail pagamento deltdbuto non avrebbe avuto logico £ondamen~to, dopo che la quaHfìcazione deH'oggettode1l'attività agevolata em stata meslsa nelpotere degli acquirenti.

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 641 ~

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Fra le modifiche deLle norme relative allooriginario disegno legislativo, vi è quellache assume nO!l:1,soltanltoun va:lore puramffi1.i-te tecnico, bensì anche un significato di cor~retto Irealismo politico, vale a dire la sposta~mento di un anno deLla entmta in vigaredelle narme concernenti ;la impasizione sulrecLdi,ta.

Si è trattata di una see/lltaimportante, pelr~ohè, ove sii foslse iX\Jsistitonel manteneve fer~mi gli originari tempi di attuazione della ri-forma, neLla globa:lità degli ammodernamen~ti pvevisti dalla Legge25 ottobre 1971, n. 825,non soltanto si sarebbe reso più difficileil compito dell'amministrazione finanziaria,bensì si sarebbe natevolmente complicatod'indubbio disagio dei cittadi:ni nell doversiiadeguare a troppi adempimenti nuovi. Equi richiamo l'attenzione del Ministro, per-chè att:rarverso ill sistema di queHa propagan-da auspicata da tutti ,si possa v,eramente farcapire ai contribuenti qual è :il nuovo cri-terio dell'applioaziane dell'IV A, che è moltoiÌmpartante in questo momento.

Il rrinvio sii è appalesato necessario ancheper rragioni di oI1dine cangiunturale, in mo-da da non irrigidi:re ,la manovrabilità di unsistema tributario, vale a dire qUell10che staper ,sopravvenire, in oui la ecceSlsiv:a sem~p~ificazione non può ,non comportare unacerta rigidità 'ad effetti congiunturali.

Ma non si è trattato soltanto di una pro-roga pura e semplice di una data, bensìproprio per ,finalità antioongiuntumli si èritenuto ~ ,sii dirce ~ di antidpa:De quegli

sgravi (nei con£:ro:n;tidei 'reddirti da lavoro au~spicati recentemente anche dall'ISPE comestrumento di inoentivazione della domandae, quindi, dei ,oonsumi, come Ispinta al ma:n~tenimento di un soddisfacente liveLlo pro-duttivo e oocupazionale.

Frra ILemodi,fiche appontate dalla Cameradei deputati abbiamo 1110tatocom pidJcere an.che le disposizioni intese a sollevare l'ammi~nis,trazione finanziaria dalla difficoltà di ac-qui,sire i,l personale da destinare ai lavori dimeocanografia, nonchè 'la narma intesa a tra-sformare in as,sunziome organioa il lavoroplreS/tato dal personale di diversa pJ:1aveI1!ien-za ai fini della definizione deLle pratiche con~oementi InGE a:l<l',espo['ìazione.

Ebbene, onorevoli colleghi, sulla base del~le poste osservazioni riteniamo pertaJllto dipoter esprimere can il .noSrtro vO'to favore-vole una adesione del nostro Gruppo all'im-portante provvedimenta di ,legge con cui hainizio il'attività del Governo in questa VIlegislatura.

Vogliamo però ripetere anoora che apprez-ziamo i colleghi che hanno parlato primadi noi e quello della Destra nazionale quan-do ha detto che voleva sentire cosa avrebbedetto il rappresentante del Gruppo social~democratico. Noi ripet,iamo che avremmovoluto andare avanti nell'applicazione dellariforma tributaria; ripetiamo che non è statoil nostro Gruppo a chiedere le elezioni anti.cipate, anzi abbiamo ripetutamente dettoche era un grave errore e che soprattuttoavremmo affossato questo pravvedimento dilegge. Ringraziamo il nostro compagno Pre-ti che si è battuto, can coraggio, per portareavanti questa rifO'rma ,vrirbutaria di cui sipada da dieci anni ma per 'la quale non siarDiva mai al traguardo. E nom.:arrivandomai al traguaI1da è chia:ro ehe ci troviamo difronte semp:De a delle difficO'ltà di carattereeconomica; difficoltà che vanno naturalmem-te superate soprattutto in questi tempi.

Ma badate, coilleghi dell'esltrema sinistra,soprattutto colleghi comunisti ~ e nom perpolemizzare ~ che nO'n si possomo realiz~

zare queste leggi se si presentano emenda~menti come quello che avete presentato aln. 11 dell'articoilo 5 per eLevlare il limitedi esenzione a 10 milioni per tutti i com~

, mercianti e gli artigiani. Volete addiritturaportare a 50 milioni i cantributi forfettarie ad oltre 100 milioni gli altri. Se dovessimoapprovare questo emendamento, colleghi co~munisti ~ lo diceva il Ministro ~ non an~drebbero alle casse dello Stato 1.500 mi~liardi.

Questa è la situazione, onorevoli colleghi.Quindi noi, augumndoci che si inizi questaattività, che si dia :l'appmvaziane ana con-vcvsione di questo decreto, siamO' fermamen-te convinti che facciamo un passo avantiper trovare i mezzi necessari per claJ1e aIJoerario dello Stato quello che è indisrpensa~bile per attua:re le riforme sociali. (Applausidal centro-sinistra).

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Senato della Repubblica ~ 642 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCO'NTO' STENO'GRAFICO' 21 LUGLIO' 1972

P RES I D E N T E. È ÌSicriHo a par-lare il senatore Fermariello. Ne ha f,acohà.

FER M A R I E L L O. Ulustre Presi-dente, onorevoli coLleghi, la nostra parte po-litica, come è noto, si è battuta a fondo con-tro la cosiddetta riforma tributaria Pret:iperchè tale riforma è contraria ial dettatocostituzionale il quale impone che i cittadiniconcorrano alla spesa pubblica in 'ragionedella loro capacità contributiva.

L'attuale sistema tributario è infatti fun-zioltlale sola per una politica che, colpendoin modo odioso i Iredditi da lavoro e i can-sumi popolari, vuolle sostenere le rendite e iprafitti su cui pretende di costruire ~e sortidel Paese. Da ciò consegue che, mentre im-mense fortune non sono assoggettate .alleimposte o sfuggono ad esse per migliaia dimiliardi attraversa un peI1feziana,to mecca-nismo di evasiolI1Je, i tre quarti del prelievotributario vengono forniti dalle [mposte in-dirette le quali, come è noto, oolpiscono lagrande massa dei cittadini-consumatori.

E non è un caso, ma risponde ad una pre.cisa scelta di classe, che mentre l'IV A el11:r1:rerà in vigore per vostra imposizione a par-tire dal prossimo gennaio, ila Iriforma rela-tiva alle impaste dirette slitterà, invece, sal-vo vostri nuovi ripensamenti, al 10 gennaio1974.

Ora, carne è noto, con l'IV A si intende im-porre nel quilnquennia una tassa del 6 percento sul pane, rIa pasta, il latte, e dal 10gennaio 1973 sull'olio, i~l 'riso e la verdura.E. una sorta di nuova tassa ,su~ madnata!Ancora: l'IV A peserà sui prodotti tessi:li, ilche aggraverà la già paurosa crisi de~ set-tore, e su tutta una serie di servizi che con-corrono largamente a formare l'indice del

casita della vita. La conseguenza sarà cheall'aumento dei prezzi del 4-5 per centO' al-l'anno, determinato daMe spinte inflazioni-stiche provenienti dagli Stati UIliÌti d'Ameri-ca, dalla odsi monetaria internazionale edalle pratiche di monopolio, occorre aggiun-gere secondo le generali previsioni un ulte-riore aumento del 6-7 per cento dovuto pro-prio' all'introduzione dell'!imposta sul valoreaggiunto. .

L'aumentO' dei prezzi previlsti per i,l 1973si aggirerà, dunque, sul 10.12 per cento; insostanza il Governo ci prospetta una hneadi marcata pressioneinflaziOlDiistica che an-drà a sommarsi aLla peIiicolosa deflazionecanseguente all'alto livella cui si porta ilprelievo fiscale sui consumi.

I gravi effetti negativi per i disoocupati,i pensionati, i lavoratori: e per tutti i citta-dini, come per il Mezzogiorna e per il Paese,sono intuibili. Ed è anohe fadle prevedereche voi porterete il Ptaese a perico~ose ten-sioni. Cosa ill1fatti off'rite ai disoocupat:i?Una prospettiva di umiliante inattività eduna condizione materialle di vita ancora piùpesante. Quante altre oen;t:ina;ia di migliaiadi lavoratori volete aIllcora costringere anaemigraziO'ne? Co.me volete che ,il MezzogiorcnO', area in cui ilreddÌito pro capite è pariàHa metà di quello nazionale, f'TOnteggi lecO'nseguenze deH'IV A? Cosa mangeI1anno cihraccianti che lavorano neppure un terzodeLle giornate di un aJDinoe per salari irri-sari? Eperchè beffare così crudelmente ,ipensionati cui con una mano date l'elemo-sina e cO'n l'altra li Ispogliate? Comereagi-ranno gli operai, tutti i lavoratori dipenden-ti, cui già minacciate di assorbire co.n ,l'au-mento dei prezzi i risultati delle prossime101:tecOlllitrattuali?

Presidenza del Vice. Presidente SPATARO

(Segue FER M A R I E L L O ). In Ita-lia, il capitolo dell'alimentazione grava per il50 per cento sui biilanci familiari. Si trattadi un peso già insostenÌihille in rapporto alhvello dei redditi di lavorO' e voi volete ren-

derlo. più pesante prelevando da questo. ca.pitolo, attraverso nv A, ahri 200 miliaI'diaLl'anno.. È una scelta odiosa, ancorchè lu-cida rispetto agl,i interessi che valete difen-dere. Con Ja Ispinta inflazioIllÌistica, che va a

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~enato della Repubbliw .~ 643 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO' 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- REsacaNTa STENaGRAFICa

combinarSli con la deflazione, valete campri-mere indiscriminatamente i oonsumi da unlato e glii:nvestimenti dall'al1:ro per utiliz-zare tutte le 'riS0'rse disponibili ai fini delilamasSlima concentrazi0'ne manopolistka, conbuona pace per una politica di programma-zione che assicuri i,l generalle sviluppo 'eco-nDmka del Mezzogiorno 'e del Paese, fon-dandol0' prDprio sull'allargamentO' del mer-catO' interno e su1.1o sviluppa degli inves,ti-menti. E magari aocallerete, come temono isindacati, subdalamente, agli operai e ai la-vDrrutori, la respDnsab.i<lità dell'aumento deiprezzi e del diso:rdine economko e ,socialeche la aocompagnerà e tentevete di scagliaveoDntro di essi j cDltivatDri dil'etti, i pr0'fes-SliDnisti, i commercianti, gli artigiani, i pic-cOlli e medi imprenditari, che tutti insiemeinvece S0'n0' le vittime predestinate deUa vo-stra politica.

Quest0' v0'stro pian0' deve essere assolu-tamente sventata.

CO\IJJl'iniziativa po:litka di malssa che già

abbiam0' promasso e anCDr più sviluppere-mo nel Paese, in unÌità con tutte :le f0'rze disinis,tra, 0'vunque aggl'egate, e Ìinsieme a tut-te le forze s0'ciaili ,interessate vi farem0' pa-gave 10 SC0'tto della vergagnasa scelta anti-popolal]:~e e antidemDoratica che un Governocarne H vostro, di cui OCC0'rre [iberarsi alpiù p:restD, n0'n pateva nOln fare.

Avete detta ohe oocarreva giudicarvi daifatti. Ebbene, già dai primi fatti, il giudizionegativo che noi abbiamo espresso sul ga-binetto Andreatti-MalagDdiesce pienamentecanfermata. La lo:tta che stiamo cDnducendonel Paese e nel Parlamento cDntlro questoprovvedimento ha già permessò di 'riportaredei risultati a favore di diversi oeti produt-tivi e delle più Ilarghe masse popolari, tra :i 'quali: l'attenuaziane iniziale dell'impDsizianesul pane, Il'apasta e ,il ,latte; e l'aumento deUaquata di reddÌ'ta da esentare ai fini dell'im-pO'sta sul reddito.

Si tratta, però, di risultati s0'la parzialli in'rapporta aUe organiche, responsabili propo-ste, sia principali che subordinate, da noiaVianzate. Queste proposte, d'altr0'nde già lar-gamente ,note, ,sano chiaramente formulatenegli emendamenti che pl'esenteremo a con-dlusione del dibattitO' genemle nel caso che

l'Assemblea, così come chiederemo formal-mente, nan ritenga di deliberare il non pas-saggio all'esame degli articO'li. Su tali emen-damenti, onorevoli calleghi, svilupperemo lanastra battaglia nell',intentO' di giungere acO'ncreti risultati, a vantaggiO' dei lavaratorie di tutta il Paese. Grazie. (Applausi dallaestrema sinistra).

P RES I D E N T E . È iscritto a par-lare il senatore Li Vigni. Ne ha facoltà.

L I V I G N I . Signor Presidente, ono-revoli colleghi, poichè sono uno dei pochi,presenti a questo dibattito, che ha parteci-pato all'altro dibattito nel quale la maggio-ranza approvò la riforma tributaria, vistoche i riconoscimenti all' opposizione non ven-gono mai dati, mi permetto di ricordare cheavevamo ragione allora quando combattem-mo a fondo quella riforma e votammo con-tro. Quando cioè respingemmo tutta la let-teratura che attorno alla riforma si era fatta.Ricordo gli interventi veramente strappacuo-re del ministro Preti sui nuovi rapporti trafisco e cittadino, sulla mentalità nuova chesi voleva instaurare nel Paese. Dicemmo al-lora che non ci facevamo incantare da quelledichiarazioni: era abbastanza chiaro ed evi-dente che l'elemento caratterizzante della ri-forma tributaria era l'IV A al posto dell'IGEe che oltre il tradizionale pilastro dell'impo-sizione sui consumi vi era soltanto una certarazionalizzazione di un sistema certo moltovecchio ed estremamente malandato. Quan-do dicevamo questo ci si rispondeva col con-cetto della contestualità della riforma. Ci sidiceva che sbagliavamo, che non era vero,che la riforma aveva un senso proprio perchènon isolava l'IV A dalle altre misure, proprioperchè nell'inscindibilità delle misure di tuttala riforma consisteva la logica che portò lamaggioranza di quell'epoca ad approvare lariforma.

Ebbene, non avrei mai creduto che addi-rittura a livello di governo sarebbe così sol-lecitamente arrivata una conferma alla va-lidità delle preoccupazioni e delle criticheche già Ìin quella sede avemmo occasione diesprimere. Con il decreto che ci è stato pre-sentato salta infatti tutto il filo conduttore

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Senato della Repubblica ~ 644 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 1972l4a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

della riforma fiscale che la maggioranza asuo tempo fece. Noi la combattemmo per tut-ta una serie di motivi anche spedfici, ma nonnegammo alla maggioranza di aver cercatoun tentativo almeno di logica che tenevaassieme quel tipo di riforma. Oggi con ilprovvedimento che ci viene presentato quel-la logica salta per aria.

Ricordo di aver detto recentemente, in se-de di discussione sulla fiducia al governoAndreotti, che in definitiva la nota che ca-ratterizza questo Governo è quella di una{( efficienza conservatrice». Mi permettanoperò i colleghi della maggioranza di dire checon provvedimenti di questo genere saltaper aria anche il principio della stessa effi-cienza. Io mi domando se all'interno del Go-verno si è avuto Ulnminimo di considerazio-ne, di riflessione sull'insieme dei problemi,sul contesto ~ come oggi si suoI dire ~ nelq llale si colloca la conversione del decretoche stiamo esaminando.

Ci si è resi conto veramente della gravitàdella situazione dei prezzi nel Paese? Nonvoglio tediare i colleghi con tante cifre. V0-gJio soltanto ricordare che nel mese di mag-gio (è l'ultimo elemento preciso che abbiamo)l'aumento dei prezzi è stato dello 0,9 per cen-to; giugno grosso modo è allo stesso livello.Adesso siamo in luglio ed è in vista agosto.Anche l'ultimo dei profani di economia sache in luglio e in agosto siassommano di-versi fe:Qomeni: il fenomeno ferie, per esem-pio, nel corso del quale vi è naturalmente,purtroppo, un aumento di prezzi; il feno-meno post-ferie attraverso il quale si specu-la sul fatto che il consumatore torna dalLe fe~rie ed è in un certo senso abituato a maggioriprezzi, a maggiori costi. Gli aumenti hannocolpito in modo particolare il settore deicanoni d'affitto e il settore delle derrate ali-mentari nel quale in un mese solo l'aumentostatistÌCo è stato dell'l,l per cento. Abbia-mo cioè un grosso, pesante, pericoloso, ulte-riore aumento di prezzi: il pane è aumentatodalle 15 alle 20 lire al chilogrammo; il vinoha subìto aumenti che valllllO, a seconda deigeneri, dallO al12 per cento; la carne ha avu-to in media, tenuto conto dei diversi tagli, au-menti già in corso del 7 e dell'S per cento, conbuona pace della decisione della Comunità

europea di togliere per un certo periododi tempo i dazi dogaJllali sulla carne, a con-ferma della ridicolaggine di certe illusioniche si possa bloccare senza una chiara poHti-ca dei prezzi l'aumel1lto del costo della vita.Si tratta di un aumento dei prezzi dei generialimentari per il quale non si può invocare ilsolito disco dell'aumento eccessivo delle ri-chieste dei lavoratori, perchè è notorio chetale costo è in assoluto e proporzionalme!il-te inferiore di molti altri settori dell'econo-mia. Siamo cioè in vista di un aumento diprezzi che se rapportato all'anno, alla velo-cità che ormai si è raggiunta, supera di mol-to il 5 per cento.

Allora vorrei dire a quei colleghi dell'at-tuale maggioranza che durante la campagnaelettorale, per esempio, hanno adoperatoin lungo e in largo il programma Giolitti cheessi non possono del programma Giolittiprendere soltanto le frasi che a loro piaccio-no o che a loro servono per il loro tipo di'discorso politico; se lo si vuole prendere inesame lo si deve prendere in blocco. Giolittinel suo programma ha indicato che il limitedi aumento dei prezzi tollerabile per avereuna ripresa economica in Italia ~ e in que-sto limite ha compreso anche gli effetti del-l'IV A ~ è del 5 per cento. Il livello di guar-dia è già abbondantemente superato, livel-lo di guardia indicato non dall'opposizionedi sinistm ma dallo stesso ex Ministro delbilancio in Uln atto che rappresentava tuttoil Governo dell'epoca. Quel livello di guar-dia del 5 per cento dell'aumento dei prezziè già superato. E, ripeto, in quel 5 per centoGiolitti comprendeva anche l'IV A; l'IV Ainvece deve ancora venire al mondo, deveessere ancora applicata. Quindi sarà certa-mente Uln effetto aggiuntivo sui prezzi quel-lo che si determnierà all'interno dell'IV A.

Ora, è mai possibile che il Governo non sirenda oonto della graviità di UIllasituaZlione diqueSito genere, del fattO' ohe quindi, se pas-sasse così come è il decI1eto-Iegge, a\"rem-ma un ulteriore consistente aumento diprezzi e arriveremmo per forza di coseoltre il livello di guardia di difesa dellastessa lira? Certo, l'onorevole Andreotti haripetuto una cosa che oggi ripetono tuttele persone che hanno un minimo di senso di

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Senato della Repubblica ~ 645 ~ VI Legislatura

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responsabilità: non si vuole la svalutazionedella lira. Ma per non correre il p~Iiicolo del-la svalutazione della lira dobbiamo com~prendere che non si tratta soltanto di unproblema di tecnica monetaria, bensì di unasituazione che ha effetti e cause oerto ester-ni, ma anche intel1ni. Ha cause esterne per-chè ommai nel mondo esiste più di un verosistema monetario al quale riferirsi: ma c'èanche una componente interna. Non si puòparlare contro la svalutazione della lira epoi permettere che ad un aumento di prezzigià determinatosi superiore al livello di guar-dia del 5 per cento, si aggiungano anche leconseguenze negative che si avrebbero attra-verso il modo indicato dal Governo oggi diapplicazione dell'IV A. È un attentato ancheai livelli di difesa della moneta quindi quel-lo che si persegue attraverso il tipo di de-creto che ci è stato presentato.

È un pezzo che non crediamo più al mitodella cosiddetta unicità del governo. I go-

overni cambiano, ma ci sono sempre al lorointerno compartimenti stagni. E aHara ilMinistero delle finanze non sa che cosa hain mente il Ministero del bilancio, ognuno vaper conto suo e quando si cerca di collegarei diversi elementi, ci si trova di fronte ~ esu questo insisto ~ ad una situazione estre-mamente pericolosa per il Paese nel suocomplesso, senza essere in grado di fron-teggiarla.

Ecco perchè il disegno di legge che oggiviene presentato a seguito del decreto delGove:rmo è pieno di contraddizioni nei con~fronti delle dichiarazioni di buona volontàche nella sua esposizione il presidente delConsiglio Andreotti ha fatto.

In questo vediamo una conferma del giu-dizio politico negativo sul Governo, cioè nelfatto che continua il tentativo di rovescia~re sui lavoratori il peso delle difficoltà del-l'economia nazionale.

Guardiamo un po', semplificando, che co-sa oggi in realtà capiterà attraverso la logicacontenuta nel decreto di cui si chiede laconversione. Di tutta la riforma tributaria ri~mane in pratica in piedi soltanto l'aumentodella imposizione indiretta. Direi che il Go-verno è riuscito ~ semmai fosse stato possi-bile ~ a peggiorare ancora le cose rispetto

a quanto male andavano prima della riformatributaria. Credo ohe almeno sulla necessitàdi arrivare ad una diminuzione del peso del-l'imposizione indiretta in Italia siano d'ac-cordo, come hanno spesso dichiarato, le di-verse parti politiche. Ma si rende conto lamaggioranza di quanto, attraverso questotipo di decreto, peggiora la situazione tri-butaria complessiva del Paese? Facciamopassi indietro rispetto alla stessa situazioneche avevamo prima dell'apertura del discor~so di riforma. Rispetto molto il ministroValsecchi e il presidente della Commissionefinanze e tesoro Martinelli quando richiama-no sovente il nome di Vanoni, nei confron~ti del quale anche io ho una notevole stima,anche se non condivido interamente le coseche sosteneva; ma spero che si rendano con-to come il primo ad inorridire per un tipodi logica come quella che ci si presenta oggisarebbe proprio Vanoni, che partì nelle sueproposte da una logica, da una filosofia (perusare un termine oggi di moda) tributariacompletamente diversa da quella che oggi ilGoverno pone alla base del decreto che cipresenta.

Siamo di fronte ad una riedizionedell'er-rore tecnico e dell'errore politico che a suotempo furono alla base del famoso decretone.Nessuno della maggioranza mai lo dirà, masappiamo bene che anche al suo interno cisi è resi conto che dal pUinto di vista tecnicoe politico fu un assurdo anche allora quellodi pensare attraverso un'azione sulla impo-sizione indiretta di riuscire a determinarepossibilità valide di ripresa e di sviluppo delPaese. In questo tipo di decreto, in questotipo di logica vi sono gli stessi elementi sba-gliati, tecnicamente e politicamente, che fu-rono portati avanti allora. Siamo cioè difronte alla tradizionale improvvisazione deidiversi governi (in questo vi è continuità nel~le formule parlamentari che si vanno succe-dendo) in materia di economia. Direi che neè una conferma anche l'avventuroso sistemadi copertura che questo disegno di leggecomporta. E, se mi consente, il presidenteMartinelli poteva forse nella sua relazionetrovare il modo anche di ricordare che suquesto tipo di copertura la Commissione bi-lancio di questo Senato alla unanimità si

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 646 ~

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 21 LUGLIO 1972

è dichiarata contraTia richiamando attenta-mente tutti noi delle diverse parti politichea soffermarci sUllfatto che non può d'Comim:-ciare quello ohe era diventato il malvezzonella presente legislatura di forme di finan-ziamento fatte attraverso il massiccio ricor-so al mercato finanziario.

M A R T I N E L L I , relatore. CollegaLi Vigni, io ho riferito il parere che questavolta è favorevole. IIllprecedenza la Commis-sione bilancio e la Commissione finanzee tesoro avevano espresso altri pareri, masu questo disegno di legge la Commissionedi cui lei è vicepresidente ha espresso parerefavorevole a maggioranza.

L I V I G N I . Sì, ha espresso parerefavorevole a maggioranza, ma su tutta un'al-tra serie di questioni. Ha espresso su questoaspetto parere all'unanimità, ma di critica.

M A R T I N E L L I , relatore. Di criticasì, ma la conclusione è favorevole.

L I V I G N I. Signor presidente Mar-tinelli, sa benissimo che quando una Com-missione bilancio esprime all'unanimità pa-rere di critica nei confronti di un meccani-smo, si tratta di una cosa importante perchèè un richiamo non tanto all'atto in sè persè, ma è un richiamo politico all'intero Se-nato a non ricominciare questo sistema sba-gliato di finanziamenti che è accettato percasi eccezionali (terremoti, sciagure, eccete-ra) nei quali occorrono modi rapidi d'inter-vento, ma che non può diventare un sistemaabituale. Così come, visto che vi è per-lomeno discussione ~ per non adope-rare una parola più pesante ~ sull'effetti-

vo valore e peso delle conseguenze a livellodi bilancio tra entrate ed uscite per qUallltocomporta questo tipo di decreto, mi permet-to sommessamente di dire che la voce « spe-ranza di rilancio economico » fino ad ora nonè stata ancora inserita nella parte entratedel bilancio. Se la maggioranza nel bilanciodel 1973, per memoria, vorrà inserire nelleentrate una voce di questo genere, potràforse poi attaccarsi a qualcosa. Il far riferi-mento a speranze non è un modo molto cor-

retto di affrontare un problema che, forseingenuamente, continuo a considerare impor-tante, come quello del rispetto dell'articolo81 della Costituzione.

A proposito di ciò vorrei prendermela piùche altro con i colleghi liberali, che speravo,almeno su questi punti, conducessero unabattaglia un po' più impegnata, dato che fu-rono il loro giusto cavallo di battaglia in al-tre oocasioni e non vorrei che, per il solofatto di far parte oggi della maggioranza edel governo Andreotti-Malagodi, dimenticas-sero il ricordo di Einaudi e l'impegno e lafermezza che :Ì!ndirezione del rispetto del-l'articolo 81 da Einaudi in particolare in di-verse occasioni furono affermati.

Non riprenderò le critiche politiche allescelte governative generali di destra, che inaltre occasioni abbiamo fatto, ma vorrei sol-tanto limitarmi ad esaminare le conseguenzepesanti che l'IV A staccata, a sè, avrà perquanto riguarda l'economia in generale e iprezzi in modo particolare. Le scelte del Go-verno butteranno ulteriore fuoco su una si-tuazione politica che è già pesante di per sèe tutto ciò è particolarmente grave, svolgen-dosi, come si svolge, alla vigilia del rinnovodei più importanti contratti di lavoro.

Si è parlato poi di impatto dell'IV A suiprezzi. A parte il fatto che prendo con con-trarietà atto dell'entrata nel vocabolario ita-liano di un altro bruttissimo termine (pur-troppo i problemi dell'ecologia investono an-che la lingua italiana), mi chiedo: questo im-patto sui prezzi sarà o non sarà grave? A mioparere l'impatto sui prezzi sarà disastroso.Si è parlato di tempi lunghi e di tempi brevie si è alimentata qualche illusione per quel-lo che riguarda i tempi lunghi. Infatti S'i èdetto che nei tempi lunghi tutto dovrebbe ag-giustarsi attraverso le compensazioni che av-verranno tra settore e settore, benchè certoin teoria vi siano settori che attraverso l'IV Apagheranno di meno e settori che pagheran-no di più rispetto all'IGE. E allora chi, perfortuna sua, è profondamente ottimista ha ildiritto di sperare che, attraverso la compen-sazione dei settori che pagheranno di più edi quelli che pagheranno di meno, nei tem-pi lunghi si possa arrivare ad una compen-sazione generale per quanto riguarda le con-

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Senato della Repubblica ~ 647 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

seguenze sui prezzi. Ho la cattiva abitudinedi guardare la realtà spicciola delle cose evedo che cose del genere non sono mai suc~cesse. Ho citato prima l'esempio del prezzodella carne, legato ai dazi doganali, ma perquanto mi sforzi di guardalre indietro neltempo, non è mai successo che ad una di~minuzione di aliquota corrispondesse una ef~fettiva diminuzione dei prezzi Quando va be~ne ~ e in molti casi neanche questo avvie~ne ~ i prezzi rimangono allo stesso livello.Quindi dire al consumatore che deve sperareche nei tempi lunghi ci sia una compensazio~ne tra voci ,in salita e voci in discesa perquanto riguaJ1da l'IV A realisticamente par~landa non ha nessun valore e nessun fonda~mento. Da questo punto di vista; anche neitempi lunghi non c'è dubbio che l'IV A avràconseguenze disastrose e pesanti sui prezzi.

Per quanto riguarda i tempi brevi, onore~voli colleghi, la psicosi da IV A è una malat~tia già abbondantemente diffusa nel Paese,prima ancora che l'IVA entri in funzione. Ve~ramente possiamo illuderci, senza avere unapolitica dei prezzi ~ e in Italia non c'è maistato un minimo di politica dei prezzi ~

che lo stellone possa riuscire a contenere intermini ragionevoli, non pericolosi, nei tem~pi brevi le conseguenze 'sui prezzi dell'intro~duzione dell'IV A?

Vede, senatore Martinelli, ci sono alcunecose, che dal punto di vista accademico pos~sono anche avere un valore, ma è un valoreteorico. Quando lei dice, per esempio, che ilbottegaio, il piccolo imprenditore, dovreb~bero riuscire a capire la differenza tra l'IGEe l'IV A, cioè il passaggio dall'imposizione acascata a una nuova forma di imposizione,lei sa benissimo, essendo uomo concreto. . .

M A R T I N E L L I, relatore. Non hodetto così, ho detto che fanno molta faticaa capire.

L I V I G N I No.

M A R T I N E L L I, relatore. Vediamoallora cosa ho detto.

L I V I G N I. Se è così, allora siamod'accordo. Io vado un po' più in là dicendo

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che non lo capiranno per niente perchè nonsono tecnicamente in grado di farlo. Mettia~moci nei panni del piccolo contribuente. Ilconto del piccolo imprenditore va dal prez~zo di acquisto a quello di vendita e basta;sono questi i limiti nei quali discute e valu~to. la sua collocazione anche fiscale il picco~lo commerciante, l'artigiano. Pensare che pos~sa fare altre valutazioni è asso;lutamente aldi fuori di ogni realtà.

Il piccolo imprenditore, il piccolo indu~striale, il piccolo commerciante, l'artigianafanno tutto un altro ordine di cansiderazio~ni attorno all'IV A; valutano, per esempio, imaggiari costi di amministrazione che hanno.

Sentivo il callega Buzio prendersela pocofa perchè una delle richieste è quella di ri~vedere il limite delle esenziani e delle ageva~lazioni. Ma quando pensiama che la famosaesenzione è per un giro di affari annuo di cin~que milioni, dabbiamo anche pensare che car~risponde al venditore ambulante che sta da~vanti alla stazione di qualche paese e vendequalche gassosa ogni tanto. Un giro di affaridi 5 milioni vuoI dire un incasso di 400.000lire al mese. . .

B U Z I O. Se la si porta a 10 milioni,non denuncia più nessuno.

L I V I G N I. Non è vero. Se voglia~mo parificare queste minime entità commer~ciali all'operaio, al lavoratore, al piccolo im~piegato, si deve riconoscere che certe c.ifresono J1idtoOlle. Hanno un fondamento le ri~chieste di rivederle, a parte il fatto che que~st'anno le cos,e sono peggiorate e di conse~guenza rischiano di non rientrare in terminiche una volta erano di esenzione ditte cheoggi, anche sulla base della notevole lievi~tazione dei prezzi, si travano ad avere un gi~ro di affari che teoricamente è superiore, mache, dal punto di vista del loro bilancio fa~miliare, nan ha certo migliorato le loro con~dizioni. Sono le difficoltà tecniche che misu~rana coloro che godranno delle cosiddette fa~cilitazioni; ma quando si va a vedere nellapratica questo meccrunismo dell'IV A, saltanofuori cose gravissime. Credete di aver con~cesso serie agevolazioni; in realtà anche que~sti piccoli imprenditori si troveranno di fron~

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Senato della Repubblica ~ 648 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO

te a una enorme con;serie di calcoli. SenatoreBuzio, consideri la piccola bottega di paese,ad esempio, che ha generi di natura diversache sono sottoposti ad aliquote l'una diversadall'altra. Ma che cosa abbiamo semplifica-to? Si avranno nuove spese perchè sarà ne-cessario affidarsi a qualcuno che faccia i con~ti, che tenga una amministrazione. Bisognaragionare sforzandosi di porsi dalla parte delcontribuente, proprio perchè si vuole averelUnrapporto diverso fra fisco e contribuente.

Si dice che attraverso le innovazioni intro-dotte nel decreto si è andati incontro ai con-sumatori. In parte questo è vero, ma resta-no aperti lo stesso grossi problemi. Credo chesia ancora di attualità il problema dell' esen~zione dei generi alimentari dall'IGE. A pro-posito di questo problema vanno chieste alGoverno alcune chiarificazioni. Nel decretosi parla di generi esenti dall'IGE. Ci si rife-risce solo ai generi completamente esenti oanche a quelli parzialmente esenti? Nel casoin cui ci si riferisce solo a generi totalmen~te esenti, voglio citare il caso del riso, cheresta del tutto al di fuori. Ho la buona ocattiva abitudine, a seconda dei punti di vi~sa, di voler bene al riso e mi domando per~chè il riso debba essere un genere ohe rima-TIe fuori dalle agevolazioni previste per i ge-neri alimentari.

Le forme sono da studiare. Vi può essere!'impegno del Governo a presentare un dise-gno di legge con il quale si amplia l'elencodei generi che sono oggi completamente esen~ti dall'IGE. Non voglio entrare nelle questio-ni tecniche, voglio solo indicare come quelloche si crede di aver fatto, quando si dice cheè servito a risolvere un problema, in realtàha lasciato in sospeso troppe cose.

Due ultime considerazioni per rapidi ac~cenni. Ci si è detto in Commissione che po~tevamo anche avere qualche ragione, ma quel-lo che il Governo ha fatto lo doveva fare perl'obbligo comunitario. L'obbligo comunitariodell'Italia era di introdurre l'IV A, ma nessu-no mai ci ha obbligato a introdurre nv Anel modo in cui è stata introdotta. Quelloche premeva alla Comunità era che il Par-lamento italiano approvasse la legge che in-troduceva nv A. Ma quanto poi ad applicar-la, a fare esenzioni sui generi di prima neces-

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sità, a legare questo tipo di imposizione allagrave situazione economica presente nel Pae-se, mai la Comunità europea è entrata nelmerito, a parte poi il fatto che i nostripartners della Comunità, quando avevano in-teressi loro da difendere, hanno fatto i lorocomodi tranquillamente su cose ben più gros~se di queste.

Quindi non era -giusto accettare un discor~so di questo tipo.

Ultima questione in ordine di tempo, maforse la più importante: le conseguenze chela discrasia tra nv A e il resto della riformafiscale porterà nei confronti dei piccoli im-prenditori, degli artigiani e dei piccoli com~mercianti. Cosa succederà? Succederà che en-trerà in vigore l'IV A, quindi il fisco avrà at~traverso essa un dato certo. Sarò pessimistama non credo che arriverete a rispettare iltermine di un anno per l'entrata in vigoredel resto della riforma tributaria: fummo fa~cili profeti nel prevedere che sareste arri~vati ad una serie di scivolamenti. Ma dicia~ma pure che fra un anno vi si arriverà; re-sta comunque un anno durante il quale ap-plicherete le vecchie aliquote della ricchezzamobile e della complementare. Non solo, matutti i piccoli commercianti e artigiani corro~no il rischio, poichè vige il metodo indutti~va, di veder ritorcere all'indietro sugli accer-tamenti di anni preeedenti le conseguenzedel dato certo che sarà quello dell'IV A.

E respingo il discorso della soluzione al~!'italiana. Se nv A deve entrare in funzione,è un dato certo, non potete ignorarlo. Di quiil discorso del condono fiscale che bisognariprendere, naturalmente limitato ai piccolicontribuenti. Bisogna che il GoveI'no tran~quillizzi, se è in grado di farlo, le categorieche hanno fatto con terrore il conto di quan-to verranno a pagare se il loro giro di affa-ri non sarà quello attuale, ma quello accer-tato dall'IV A.

Signor Presidente, ho finito e vorrei solorichiamare tutti quanti a considerare sul se-rio questi problemi, perchè si fa presto acredere di avere la coscienza a posto e diaver fatto il massimo dello sforzo, autoassol-vendosi. PO'i ci si lamenta perchè questa oquella categoria, questo o quel settore dellapubblica opinione entra in crisi, assume po-

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sizioni dure, di contestazione nei confrontidelle forze istituzionali.

Per quanto riguarda l'opposizione di si~rustra, responsabilità, è chiaro, non ne esi~stono. Preciseremo nel Paese che abbiamùlottato, come abbiamo sempre fatto, contro!'introduzione dell'IV A sui generi di primanecessità, soprattutto in una situazione digrave aumento dei prezzi, a difesa vera, nonsolo teorica, dei consumatori, dei ceti medie dei piccoli imprenditori, facendo in que~sto modo sul serio il nostro dovere e rispet~tando con onestà gli impegni che durantela campagna elettorale avevamo assunto.(Applausi dall' estrema sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a par~lare il senatore Pazienza. Ne ha facoltà.

P A Z I E N Z A. Onorevole Presidente.onorevoli colleghi, approfitto dell'occasioneper fare alcune confessioni, che chiamerei«le confessioni del neofita », le éonfessio~ni del nuovo eletto. Voglio esprimere uncerto sgomento, che vedo largamente con~diviso da tutti i nuovi eletti, di fronte adinterventi piuttosto verbosi, che non aggiun~gono alcunchè alla delineazione dei concet~ti, i quali non vengono certo facilitati nellaloro penetrazione da interventi letti a gettocontinuo oppure dall'avvertita necessità diaggiungere citazioni, di ricorrere a esempli~ficazioni costanti, che secondo me impedi~scono la vivacità dè! dibattito e la compren~sione delle idee.

Signor Presidente, probabilmente questaè la prassi di questo illustre consesso, dovei più illustri ingegni del nostro Paese hannoavuto modo di farsi apprezzare. Se la tradi~zione vuole che ci si attenga a questo costu~me, non è escluso che mi abituerò e chetutti i nuovi eletti si abitueranno. Ma laprego di apprezzare !'impulso di sincerità,perchè probabilmente se non avessi dettoqueste cose adesso, non avrei più avuto occa~sione di dirle: credo che sia soprattutto l'ap~porto della sincerità che conta, e, a pre~scindere dalle nozioni che ognuno può por~tare e dalla facilità di comunicazione di cuiognuno può essere padrone, penso che que~

. sto sia il contributo indispensabile ad ognidibattito democratico.

E giacchè siamo in tema di sincerità, si~gnor Presidente, voglio approfittarne percensurare un altro fenomeno che ha destatosgomento soprattutto nei nuovi eletti. Eraprevisto un dibattito parlamentare sulla im~posizione tributaria, materia di competenzaprecipua del Parlamento, ma le assicuro chequando sono arrivato in Commissione, nono~stante la buona volontà del Presidente chenon ha fatto pesare l'angustia dei terminidel decreto~legge, ho dovuto però constata~re la costante immanenza dei termini sud~detti, che del resto è stata rilevata ancheda scanni più autorevoli. Ebbene ciò nongiova certo al primo contatto con un' As~semblea così importante, libera e magnifi~ca espressione della nostra vita democratica.

Mi sono trovato in Commissione, dove,pur con tutta l'amabilità di un Presidenteche non faceva pesare l'esigenza di conclu~dere i lavori entro una determinata ora, siavvertiva però ~ e costantemente ~ taleesigenza. Signor Presidente, creda pure che,per lo meno per chi non è abituato, tuttociò può contribuire ad una certa angustiadi pensiero e costituisce senz'altro una re~mora nel lavoro che ognuno di noi ritienedi fare a beneficio della collettività nazionale.

Vorrei fare ancora un'altra osservazione,sempre in clima di sincerità, relativamentealla criptolegislazione, della quale sono te~.stimone non tanto nella qualità di giorna~lista quanto in quella di avvocato. Non vo~glio parlare di nefandezze legislative per~chè è un termine un po' grosso, ma vi sonodelle improprietà nelle leggi, che quotidia~namente noi critichiamo. Noi avvocati pren~diamo un testo legislativo e dobbiamo in-terpretarlo attraverso tutta una catena dicitazioni, di riferimenti, che renderebberonecessario portare con sè una biblioteca dialmeno cinque o sei volumi.

Il legislatore non sente il bisogno, ogniqual volta si tratta di approntare un testolegislativo, di riportare le norme nella lorointerezza e nella loro chiarezza, ma si av-vale di riferimenti che naturalmente l'ope~ratore del diritto non sempre è in gradodi ricordare o di celermente riscontrare. Sesorgono difficoltà per l'operatore del dirit~to, figuriamoci poi quali siano gli ostacoliper il semplice cittadino, che non è abi~

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tuato alla lettura delle leggi e dei codici eche tuttavia non è scusato per l'eventualeignoranza della legge.

Ebbene, anche nel testo che abbiamo al~

1'esame vi sono delle ripetizioni e dei rife~rimenti ad altre leggi. Ma perchè non ripor~1iamo chiaramente le norme? Sappiamo cheverranno transitoriamente facilitati dal pun~10 di vista fiscale generi come il pane, lapasta, la farina, i generi alimentari: maperchè non lo diciamo con chiarezza? Odobbiamo pretendere che il piccolo eser~cente debba a sua volta munirsi di tuttauna biblioteca per non infrangere le normedel diritto?

Questa criptolegislazione, signor Presiden~te, è stata da me criticata fino a due mesifa nelle aule del tribunaIe, ed anche in Cas~sazione avevo occasione di dire: come fannomale le leggi i legislatori! Ecco, ora che hol'onore e la ventura di far parte, sia purenella mia modestia, della classe dei legisla~tori, voglio cominciare la legislatura conl'augurio che si possa 'perfezionare semprepiù la materia che offriamo al cittadino, perla intellegibilità delle leggi, perchè non sipossa rimproverare il cittadino di non ri~spettare leggi oscure e di non saper inter-pretare delle leggi che noi legislatori nonsappiamo più fare.

Ed ancora in clima di sincerità, vorreiriallacciarmi direttamente al tema che stia~ma affrontando: e così finiscono le confes~sloni propedeutiche. Sul piano giuridico~co~s tituzionale non possiamo accettare il si-s tema dei decreti~legge. Siamo arrivati inPa]1lamento e ci siamo visti piombare sullespalle numerosi decreti~legge del Governoche possiamo definire delle mostruosità giu~ridiche. Non intendo tanto censurare i de-creti sotto il profilo costituzionale quantosotto il profilo dell'opportunità politica.

Debbo ricordare quanto hanno detto me-gJio di me il collega Bacchi e il collega DeSanctis, sicchè il mio intervento si ricolle-ga direttamente a quelli dei colleghi di Grup~po che mi hanno preceduto formando untutt'uno organico che mi esime da ripeti-zioni, il che mi consentirà di stare rigida-mente nei tempi, augurandomi anzi di oc~cupare un tempo minore, proprio per ade~

guarmi io stesso alla norma, che vorrei adot-tata da tutti i colleghi, di brevità e di con~cisione. Noi abbiamo visto l'articolo 17 del~la legge 9 ottobre 1971, n. 825, assegnare algoverno 180 giorni affinchè, di concerto conil ministro del bilancio, con quello delle ,fi~nanze, oon quello del tesoro, il pil1esidente delConsiglio, sentita la Commissione parlamen~

.

tare composta di quindici deputati e quin-dici senatori, emanasse i decreti delegati:questo termine sarebbe scaduto il 16 o il17 aprile del 1972.

Ora, in sede di riforma tributaria si èfatta osservare da più parti ~ anche e ri~petutamente dalla nostra parte ~ la brevità,

l'angustia dei termini che non consentivanoun lavoro serio, ordinato e meditato. Ma lamaggioranza ha obiettato sbandierando ilprincipio della unicità della riforma tribu~taria: non poteva toccarsi nessuno degli ar~ticoli di legge senza che ne venisse fuori unsistema anomalo e zoppo, un sistema tribu~tario completamente sconquassato (si noti:dall'apporto del buon senso delle opposizio~ni e in specie delle opposizioni della destranazionale che trova oggi una puntuale veri~fica). E si è detto che l'unicità del sistemaera un pilastro fondamentale su cui dove~va riposare la riforma tributaria.

Passarono due mesi; si arrivò alla legge6 dicembre 1971, n. 1036, e questo principiodella unicità tributaria veniva vigorosamen~te intaccato da una legge la quale, nel pro~rogare i termini di entrata in vigore delleimposte differenziatamente per quanto ri~guardava !'IV A e quelle di registro e bolloda una parte e tutte le altre imposte dal~l'altra, prorogava anche i termini nei qualiil governo doveva emanare i decreti dele~gati; ed assegnava il doppio termine, delmaggio 1972 e del novembre sempre del1972, come termine ultimo per l'emanazio~ne dei decreti per nv A e le imposte dibollo e registro e deLle norme relative allecircoscrizioni territoriali e all'anagrafe tri-butaria da una parte e, dall'altra, delle nor-me per tutte le altre imposte previste dallariforma tributaria.

Abbiamo visto, direi non molto allegra-mente, passare il termine del 16 aprile 1972.Abbiamo visto governi inerti; abbiamo visto

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Senato della Repubblica ~ 651 ~ VI Legislatura

14a SEDUTA (antimerid.) ASSELvIBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

governi insensibili alle preoccupazioni nonsolo del Parlamento ma del Paese che pre-meva con le sue esigenze di certezza, dichiarezza.

Il contribuente le vuole anche pagare letasse, ma vuole sapere per lo meno con si~curezza quando, come e in che misura devefare il suo dovere di cittadino!

Abbiamo visto scadere questi termini eci troviamo di fronte ad un decreto-legge incui (ecco perchè non mi soffermo sull'aspet-to costituzion3ile) !'ipocrisia vuole che il go-verno non dia la delega a sè stesso nel de-creto-legge, perchè non ne ha i poteri, manon dico con la complicità, perchè è unaparola troppo forte, sicuramente però conla comprensione dell'altro ramo del Parla-

mento, con una legge di ratifica e di modi-fica, cerchi di colmare i vuoti costituzionalipoichè nella ratifica del decreto-legge si in-serisce una nuova norma di proroga dei po-teri delegati cui il governo ha tranquilla-mente abdicato nel corso del tempo.

Non vorrei essere una facile Cassandra nelprevedere, signor Presidente, che fra qual-che mese dovremo rivederci di nuovo perconferire nuove deleghe ad organi che han-no manifestato la loro inettitudine, la loroinerzia, la loro insensibilità abdicando aipoteri loro conferiti dal Parlamento sovrano.

Ricordo che nell'articolo 17 della legge ori-ginaria 9 ottobre 1971 era anche previstala possibilità di termini differiti per dei de-creti di emendamento che tenessero contodi esigenze tecniche da valutare. Ed era poiprevisto un termine triennale per 1'emana-zione di testi unici che potessero dare a tuttil'esatta visione del problema tributario.

Ma, signor Presidente, i termini sono sca-duti; l'altro ramo del Parlamento ha ritenu-to di prorogarli trasformando la ratifica deldecreto in modifiche che conferiscono auto-nomamente nuovi termini per 1'emanazionedei provvedimenti delegati. Il collega Bac-chi vi ha avvisato delle possibilità che que-sto iter legislativo possa arenarsi nelle sec-che della Corte costituzionale. È possibileche la Corte costituzionale ritenga sanatoil tutto con il nuovo provvedimento legisla-tivo che la Camera ha approvato e che lamaggioranza in Senato si accinge ad appro-

21 LUGLIO 1972

vare; ma è proprio qui che si inserisce ilnostro ragionamento politico, il nostro ra-gionamento di opportunità, la nostra cen-sura vigorosa, drammatica, su un compol'ta-mento il quale, se non poniamo una remora,ci trascinerà sempre più in basso nella con-siderazione non solo degli studiosi di dirit-to, ma anche delle altre nazioni. Signor Pre-sidente, pensi alla figura che fa il nostroPaese di fronte a popoli più flemmatici edalle apparenze più dignitose del nostro,offrendo lo spettacolo di un Panlamentoche approva una legge e dopo due mesidistrugge quanto nella legge ha approvato;che dà poteri al governo e vede questi la-sciarseli tranquillamente scadere; che glieliriconferisce di nuovo modificando tutta lamateria e ciò fa nel corso dei venti giorniconcessi per la ratifica di un decreto-legge,senza la serenità e la serietà di un appro-fondimento su una materia per la quale cisi poteva giovare degli studi anche pregevolisull'argomento. Vi è tutta una pubblicisticache è fiorita in questi ultimi tempi a livelliconsiderevoli, che ci è impedito di con-siderare per la brevità dei termini con-nessi al decl'eto-Iegge. Si viene soltantoa chiedere comprensione al Parlamento ilquale, se avesse coraggio, dovrebbe negarela delega al governo e dovrebbe negarla perconsiderazioni politiche, per considerazionifuture, per impedire che si verifichino di nuo-vo questi accadimenti che non onorano cer-to la legislazione italiana.

Ed allora la facile previsione di dover tor-nare qui tra qualche mese a parlare di nuo-ve proroghe al govermo inetto ci spinge 3,dun appello al Parlamento stesso: neghiamola delega al govemo ed avremo il tempo,nella nostra sovranità, con i poteri che nonintendiamo più delegare ad organi che nonsi sono rivelati capaci di esplicarli, nellanostra responsabihtà, per considerare tuttoquanto sull'argomento è stato scritto; edavremo modo di approfondire il problema edi corrispondere aHe aspettative della nostrapopolazione per creare gli strumenti miglio-ri di un nuovo sistema tributario.

Vi è un' esigenza morale di negare la de-lega come remora per il futuro e come fattodi costume, perchè dobbiamo negare la no~

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 652 ~

21 LUGLIO 1972.l4a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

stra complicità: si sappia che il governo èinetto, ma che il Parlamento, nella sua so-vranità, è la garanzia migliore per l'elettore,per il cittadino! Si sappia ancora che nelParlamento italiano vive l'anima del popoloil quale affida ai parlamentari un mandatoche altrimenti dimostreremmo di non sa-per esercitare.

Signor Presidente, sono questi i motividi opportunità, al di là di ogni censura dicarattere costituzionale, che ispirano la no-stra azione. Non intendo trincerarmi dietroil cavillo costituzionale; ma desidero sotto-lineare una volta per tutte le carenze gra-vissime del Governo in una attività comequella impositiva che rappresenta la funzio-ne principale del Parlamento che non do-vremmo declinare cedendo al vezzo di dele-gare parte dei nostri. poteri a persone, adorgani che hanno dimostrato la loro insen-sibilità e la loro inettitudine (a meno dinon voler pensare a riserve mentali di na-tura politica di cui non siamo in grado. diprevedere la portata, ma che naturalmenteriveleranno i loro contenuti man mano chela legislàtura andrà avanti).

Ecco perchè siamo contrari a questa ri-forma improvvisata e superficiale, a questarJlforma che ci riporta sul piano di una di-si stima internazionale che, almeno per quan-to riguarda la parte politica cui mi onorodi appartenere, noi respingiamo venendo quiad affermare decisamente che non intendia-mo condividere le responsabilità di perso-ne che fuggono dai loro doveri, che fuggonodalla realtà.

Ma per non sembrare dei romantici so-,gnatori nell'insistere in questo appello vi-brante al Parlamento affinchè respinga que.sto mostro giuridico, come lo chiamava ilnostro presidente Nencioni, questo impattodurissimo ~ sì, senatore Li Vigni ~ con unarealtà economica travagliata, queste possi-bilità di ulteriori isterilimenti di un sistematributario nelle spire della confusione, nellespire del nulla e, quel che è peggio, nellespire di una pressione fiscale gravissima sul-le nostre popolazioni, vogliamo far riflette.re il Parlamento sull'esigenza assoluta dirinviare tutto il problema della riforma tri-butaria, tutto il problema dell'istituzionedelle nuove imposte allo gennaio 1974.

Vi sono anche dei problemi di natura tec-nica che occorre considerare. Il doppio ter-mine che svincola nv A dal sistema svin-colerebbe anche le imposte di registro e dibollo; sicchè è facile prevedere che, in unperiodo in cui, attraverso determinate esen-zioni IGE, si vorrebbe giustificare, nelle age-voIazioni transitorie concesse, un certo con-temperamento di equità distributiva, le cas-se povere dello Stato spingeranno gli orga-ni esecutivi ad arrivare all'emanazione didecreti in tema di registro e di bollo cheverranno alla luce con una visione restritti-va, e solo fiscale, con finalità di raggiunge-re soltanto l'introito di denaro che pure oc-corre nelle casse dello Stato, senza tenerconto dei princìpi fondamentali della stes-sa riforma tributaria che voi della maggio-ranza per primi avete contraddetto.

Dirò a questo punto che è una modestis-sima soddisfazione, anzi non è una soddi-sfazione veder trionfare puntualmente unodopo l'altro tutti i motivi che noi abbiamoportato avanti nei dibattiti parlamentari.Che soddisfazione c'è nel constatare l'inet-titudine del governo e nel poter dire ohenoi l'avevamo previsto, l'avevamo detto pri-ma? Resta il fatto di un governo inetto,resta il fatto di un governo transfuga, restail fatto di un governo che elude le direttiveche il Parlamento nella sua sovranità ha da.to al governo stesso, resta il fatto di ungoverno che esce dai binari,ammesso chela locomotiva ancora funzioni, in questo tra-gitto che, man mano che va avanti, diventasempre più pesante per le nostre popola-zioni e in particolare per determinate classidelle quali pure dovrò parlare nel mio in-terven to.

Nel respingere con senso di responsabili~tà questo disegno di legge di conversione edi allargamento, nato all'insegna della ba-raonda e della superficialità, ,con le ferie cheincombono e con la facile previsione didover tornare in quest'Aula per prorogarenuovamente i termini, noi intendiamo por-tare avanti un discorso ancora più concre-to. Nel prevedere che si trovi ancora unamaggioranza disposta ad avallare queste de-bolezze e queste fughe di responsabilità, chesi possa restare soli nell'auspicare la pie-na sovranità del Parlamento, l'esplicazione

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 653 ~

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 21 LUGLIO 1972

responsabile dei nostri diritti, al di là del~l'impostazione politica di fondo, al di là delrigetto assoluto, democratico, libero, di que~sto nuovo tentativo _di mortificare la so~vranità popolare, di questo nuovo tentati-vo di portarci a livello dei Paesi sottosvilup-pati, a livello della disistima internazionale,ho anche presentato una serie di emenda~menti diretti non soltanto a procrastinarenel tempo la riforma (non per la tattica delrinvio ma per la tattica del lavoro, che cre-do non sra qui opportuno illustrare essendoSliICul'Odi eSlsermi bene spiega tO', signor Pre~sidente), ma anche a migliO'ranla. Gli emen-damenti tendO'no a, sO'ttrarre al governo ilpotere previsto (non dal decreto-legge madalla Camera con il disegno di legge che èqui in discussione) in tema di applicazio-ne dell'IV A ai prodotti di generi alimentari,circa una graduale applicazione entro de-terminate 'aliquote. Ed io qui non posso rap-presentarle visivamente un certo imbarazzoavvertito nel nostro ottimo Presidente diCommissione, il quale, uomo di parte natu-ralmente, si attardava nell'illustrare i po-chissimi pregi di una riforma. . .

M A R T I N E L L I, relatore. Comerelatore.

P A Z I E N Z A. Onorevole relatore, lestavo per fare un complimento nel sensoche lei uomo di parte si sforzava di illu~strare quel poco di buono che c'era in que-sto provvedimento ma, uomo di scienza edi coscienza, sulle parti negative, cioè sul~la maggior parte del disegno di legge, leitaceva, con un silenzio che a noi meridio~nali suonava eloquente come vigoroso con~trasto con le idee che lei per dovere di par-tito doveva pur sostenere; come non credache ci siano passati sott'occhio determinatisorrisi del Sottosegretario il quale ha avu-to l'amabilità di seguire i lavori della nostraCommissione e che di fronte alla fondatez-za di determinate critiche non poteva cheesprimere il suo interno, ma, sono sicuro,sincero dissenso dalla norma che lui stessoper dovere di parte doveva portare avantinel discorso di Commissione. E allora noivogliamo sottrarre al govel'110 questa faco!-

tà che l'altro ramo del Parlamento gli haconcesso e che non vediamo perchè noi dob-biamo concedere. Si stabilisce d'introdurregradualmente l'IV A per i prodotti alimen~tari con determinate aliquote entro un qua~driennio; bene, ma con i precedenti che ab-brama, che fiducia possiamo avere in que~sti gOV1erni, signor Presidente? Allora sta~biliamola noi la norma nella nostra sovra-nità; è un emendamento che non costa so~verchie applicazioni nella sua discussione,tanto è stato già largamente dibattuto inCommissione e tanto viene efficacementerappresentato in Aula attraverso la stessaforma concisa degli emendamenti stessi; magià l'approvazione di un siffatto emendamen~to contribuirà a ridare fiducia al popolonell'esistenza di un Parlamento che non èprono, non è suocubo alle volontà di ungoverno molto spesso irresponsabile, ma in-vece sente l'urgenza dei propri compiti, lapienezza delle proprie prerogative, della pro-pria funzione. E abbiamo presentato ancorauna serie di emendamenti diretti a ripristi-nare un equilibrio fiscale che con troppa di.sinvoltura è stato mortiJficato a danno dideterminate categorie.

Noi intendiamo ripristinare qui determi-nati concetti, offesi dal ministro Preti ripe-tutamente innanzi alle Camere, in sede diriforma tributaria, offesi dall'approvazionestessa di taluni provvedimenti legislativi;intendiamo difendere la giustizia, e nonè la nostra ~ l'ha detto magnificamente ilsenatore De Sanctis ~ una difesa olassista;la nostra è una difesa di giustizia che va aldi là del problema dei professionisti per at-tingere alle sponde degli artigiani, dei pic~coli commercianti, degli imprenditori, di que~ste categorie che già trovano la discrimina-zione cocente nella introduzione del tribu~to dell'imposta locale sui redditi che li col-pisce due volte indiscriminatamente rispet-to a parità di reddito o addirittura a redditisuperiori che siano però di lavori subordi-nati. Non si vede perchè il grosso dirigentedi azienda locupletato da stipendi favolosidebba pagare una sola imposta, mentre ilpiccolo artigiano, il professionista debba pa-gare l'imposta generale sul reddito delle per-sone fisiche e debba pagare allo stesso tem--

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VI Legislaturaè)ellato della Repubblica ~ 654 ~

21 LUGLIO 1972L4a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

pO' !'impasta lacale sui redditi. Sana questeingiustizie che si giustificanO' nella escala~/ion dei Paesi marxisti diretti ad abbattere,a distruggere le categarie prafessianali eartigianali, partatrici ancara di un verbO'd'indipendenza di lavara indefessa, di at-taccamentO' al davere, di un verbO' che partaassalutamente cantraddistinta in sè la pa-rola «libertà », per sè, per i prapri figli,per il futuro; di queste classi professianalie artigianali, di cammercianti e di piccoliimprenditari che si abbrevianO' l'esistenza,lagarandasi attraversa il frequente e quati-

dianO' cantatta istituzianale can la realtà diun pO'pala che lavora e che saffre ed inO'ltre,attraversa la ricerca, la studia, il rischia,classi unite fra di 100ro da un fenamenO' natastatisticamente carne l'abbreviaziane delbvita media.

La nastra battaglia è cO'ndatta quindi peri professianisti d'Italia, per gli artigiani diI talia, per queste classi che armai lentamen-te stannO' scamparenda ma che ci ripO'rtanO'ai fulgari delle cO'rparaziani delle arti, deimestieri, a questa rigO'glia di libertà che

101'0', i marxisti, nO'n voglionO'. Trava quindigiustificaziane nei lara Paesi il cantinua at-tacca alle professiani che vai che vi prafes-sate demacratici nan davreste cansentire.

In questa pacchettO' di emendamenti vie-ne racchiusa il nastrO' pensierO' libera, de-macratica, maderna in difesa di queste clas-Sl di lavaratari. AbbiamO' avuta infine l'ana-re di presentare un emendamentO' suggeritadal nastro callega Pistalese affinchè sia chia-rita che l'aliquata sulla indennità ai dipen-denti per la cessaziane del l'apparta di la-vora subardinata, deve essere a;pplioata, ca-me dice la legge, « sull'intera ammontare ri-sultante dalla detraziane della impasta» mapur sempre calcolata a scagliani per evitareche, in mO'menti di bisagno, interpretazianirestrittive passanO' calpire il frutta del la-vora dei nostri cancittadini dapa tutta unavita di sacrifici.

Signal' Presidente, queste sana le breviconsideraziani che ha valuta esparre. Chie-do scusa per la sfaga, a valte per un certoimpetO' che ha avuta durante questa miaprima cantatta can vai. Cercherò di miglia~rare, in perfetta buana fede e nella massima

sincerità per quella che ayrò da dire in fu-turo. Varrei ara rivalgervi un ultima appel-la affinchè tutti insieme si passa castruireper le nastre papalaziani un avvenire mi-gliare. (Vivi applausi dall'estrema destra.Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E È iscritta a par-lare il senatare Barraccina. Ne ha facaltà.

* B O R R A C C I N O. Signal' Presidente,anarevali calleghi, la rifarma tributaria da-veva rappresentare un mO'menta decisiva perrealizzare una svalta demacratica del siste-ma tributaria del nastro Paese, nanchè peril rinnavamenta ed il decentramenta dellastruttura statale, per madificare radicalmen-te il l'apparta antipapalare tra impaste diret-:te e indir~ette !rispettivamente del 70 e del 30per centO' che rappresentava e rappresentaaJncara un pesa assalutamente insappartabi-le per i lavaratari italiani; per determinare,p~i, un nuava l'apparta che nai camunistiavevamO' indicata per la mena nella misurarispettivamente del 50 e del 50 per centO'.Tale rifarma inaltre avrebbe davuta esenta-re da impasta i salari fina al livella neces-saria per sastenere una famiglia media, e lepensiani di quegli atta miliani di pensianatiitaliani i quali vivanO' in misere candiziani.

La rifarma tributaria daveva servire anchea pO'l're il prablema della difesa dei prezzi,da attuarsi attraversa misure legislative edecanamiche intese a cambattere la specula-ziane, a demacratizzare la rete distributiva,a favarire le arganizzazioni caaperative e can-sartili che eliminanO' l'intermediaziane e ilprofitta; a creare un l'apparta fiscale e fun-zianale tra la Stata, gli enti Lacali e le regio-ni, in senso demooratica, per favorire il de-centramenta, per esaltare l'autanamia e percreare le candizioni di una pragrammazianedemacratica e di progressO' saciale e civiledel nastrO' Paese. Al cantraria nei disegni del-la Demacrazia cristiana e dei vari governiche si sana succeduti la rifarma tributarianan è stata un mO'menta per venire incan-tra a queste primarie e fandamentali esigen-ze dell'Italia, ma è stata salamente un mO'-menta di adeguamenta del sistema fiscale delnastro Paese alle esigenze camunitarie, un

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 655 ~

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

mamenta quindi nan pasitiva per la svilup~pa di questa impartante setta re del nastroPaese.

Infatti nelle relaziani che sana state pre~sentate ai vari disegni di legge l'esigenza del~l'adeguamenta del sistema tributaria alle esi~genze camunitarie è stata l'argamenta pri~maria espasta a sastegno della revisiane delnastra sistema fiscale, il cui pilastra fanda~mentale ~ è stata detta ~ è rappresentata

dal getti t'O dell'IV A e quindi di un'impastache al pari dell'attuale struttura fiscale delnastra Paese ricalca le 'Orme di una paliticaantipapalare che si basa fandamentalmentesulle impaste indirette e sulle impasizianisui ceti papalari.

Di qui la ragiane dell' appasiziane e dellalatta del Partita camunista ad un pravve~climenta che pateva rappresentare un ma~menta di grande sviluppa demacratica e pa~sitiva della vita del nastro Paese, e ohe ]nve~ce, nan rappresentandala, lascia aperta la lat~ta per la trasfarmaziane demacratica di que~sta sistema e per l'adeguamenta dei prable~mi che al sistema sana callegati. Lascia aper~ta quindi la battaglia nel Paese nan sala agiudizia del nostra partito, ma anche a giu~dizia delle arganizzaziani sindacali insaddi~sfatte delle questiani che erana state pasteattraversa una serie di battaglie ed inaltre diimpartanti arganizzaziani italiane came quel~le dei camuni, delle pravince, deLle regioniche avevana fatta al gaverna, al Parlamentaprapaste precise, intese a creare un nuaval'apparta tra la Stata italiana, gli enti lacalie le regiani.

Oggi ci traviama dinanzi ad un pravvedi~menta che varrebbe praragare sic et sim~pliciter i termini che davrebbera partare al~l'applicaziane di questa pravvedimenta legi~slativa. Ma il dibattita che si è svalta nelPaese, l'ampia dibatti t'O che si è svalta allaCamera dei deputati e il dibatti t'O abbastan~za ampia che si sta svalgenda anche qui alSenata stanna a dimast:r;are che nel Paese enel Parlamenta è vivissima l'esigenza nan diapprovare un pravvedimenta di praraga, madi rivedere impartanti questioni che sona cal~legate a questa legge di rifarma tributaria.

Le battaglie che nai camunisti ed altriGruppi abbiama candatta qui in Cammissia~

ne e stiama canducenda qui in Aula voglia~n'O determinare prospettive nuave in un set~t'Ore molta impOTtante per Ja vita fiscale edecanomioa del nostro Paese.

È per questa che rivalgiama ancara unavalta un appella vivissima al Parlamenta,affinchè si renda 'Oggicasciente della necessi~tà di dare saluziane adeguata a quelle gran-di questiani in relaziane alle quali nan salonai camunisti, non salo la sinistra, nan solole arganizzaziani sindacali e caaperativisti~che, i comuni, ma anche altre parti palitichedella maggiaranza hanna ritenuto che la leg~ge già appravata l'anna scorsa nan viene in~cantro alle esigenze del Paese e delle massepapalari. Intarno a questi problemi abbia~ma avuto diverse prese di pasizi.one in con-ferenze nazionali, convegni, dibattiti, tavolerotonde, interviste, decine e decine di dibat~titi parlamentari.

Si tenga presente che il dibattito su questalegge nan è sarto paco tempa fa, ma si tra~scina dal 1962. Si è determinata nel nostroPaese un vasta mavimenta intesa a cambia~re radicalmente il sistema tributario e fisca~le italiano. Ebbene, se si cansiderana questecase, se si guardana i risultati delle leggi giàappravate, dabbiama ritenere oggi che,dapa il dibattita alla Camera (che ha sì par~tata a delle madifiche, ma per nai ancara in~sufficienti ai fini di soluzioni globali comeerana state praspettate per una legge piùavanzata), sia necessaria partare avantidelle indicaziani ohe conducano ad una tra~sformaziane profanda ed organica del siste~ma tributaria del nastra Paese.

Nan c'è una dei settari fondamentali aiquali ha accennato a degli obiettivi che sidaveva proporre la rifarma tributaria per ilquale vi siana delle soluzioni adeguate. Oggici traviama dinanzi a delle critiche a questalegge, sia per quanta riguarda l'evaluzianedemocratica del sistema, sia per quanto ri~guarda il rinnovamenta e il decentramentodella Stato. Le regiani, i camuni, le pravincelamentana profandamente e negativamentel'evoluzione di un l'apparta che non parta adesercitare la funzianale autonomia di questienti, ma in sastanza a blaccare la vita de~mocratica di impor.tanti 'Organismi del na~5tr'0 Stato.

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Senatu della Repubblica ~ 656 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Ci troviamo dinanzi ad un rapporto traimposte indirette e imposte dirette che è ri-masto sostanzialmente immutato, che ~ co-

me dicevo ~ poggia ancora fondamental-

mente sull'IV A come base di una imposizio-ne profondamente antipopolare. Ci troviamodinanzi ad una resistenza accanita ed ingiu-stificata per quanto riguarda la necessitàdi venire incontro ai lavoratori mediante laesenzione dei salari e delle pensioni, median-te un nuovo rapporto contributivo verso icomuni, le province e le regioni. Inoltre citroviamo dinanzi alla mancanza di realizza-zioni su altre grosse questioni collegate conla riforma tributaria e con i problemi deicomuni.

Abbiamo detto che la riforma tributariae la programmazione democratica possonoandare avanti solamente nell'esaltazione del-l'autonomia e della funzione costituzionaleche hanno i comuni, le province e le regioninel nostro Paese. Nel momento in cui siparla di crisi economica, è necessaria l'attua-zione di una programmazione democraticache venga incontro alle esigenze di sviluppocivile e sociale del Paese e delle masse popo-lari. C'è la necessità di risolvere grandi ecomplesse questioni sociali come l'occupazio-ne, il Mezzogiorno, eccetera.

Ebbene, proprio in un momento comequesto doveva essere avvertita la necessitàdi dare una soluzione più positiva ai proble-mi del rapporto tra la riforma tributaria egli enti locali. In particolare per quanto ri-guarda questi enti (ohe oggi sono il cardinesu cui si deve basare una politica di program-mazione, di sviluppo economico e socialeperchè è chiaro che senza di questo non èpossibile una politica di sviluppo nè economi-co nè sociale), per quanto riguarda questo

grande settore dell'attività del nostro Pae-se, fu detto all'inizio del dibattito su que-sa riforma che la legge doveva salvaguardarel'autonomia, assicurando ai comuni la loropiena responsabilità e partecipazione neUevarie fasi dell'applicazione della riforma tri-butaria e l'adeguamento delle entrate ai com-piti gravi, nuovi e numerosi che si pongonoagli enti locali in rapporto all'evoluzione eco-nomica e sociale del Paese e alla loro fun-

zione nella politica della programmazione einoltre portare a concreta soluzione uno deicancri che affliggono la vita dei nostri comu-ni e cioè il problema del risanamento dei bi-lanci che rappresenta oggi un ostacolo insor-montabile sulla via della normalizzazionedella vita degli enti locali. Fu detto ancorache era necessario impegnarsi a risolvere se-riamente altri due grossi problemi collegaticon questo: la riforma della finanza localeper adeguarla alle nuove esigenze economi-che e sociali e la riforma della legge comuna-le e provinciale ormai da tempo superata eche costituisce un impaccio alla vita demo-cratica dei comuni; di qui la necessità delsuo adeguamento allo spirito della Costitu-zione repubblicana nell'esaltazione della fun-

zione e dell'autonomia degli enti locali.

Abbiamo affermato ~ ed anche da altre

parti è stavo rioonosciuto ~ che il rappor-

to tra lo Stato, le regioni, le province e icomuni è uno dei nodi centrali della riformache si poneva e si pone all'attenzione del Par-lamento e che va risolto in senso veramentedemocratico, così come da ogni. parte delPaese viene richiesto. Ciò è tanto più impor-tante in un momento economico e sociale incui si avverte l'esigenza dell'intervento diquesti organi come centri propulsori dellapolitica della programmazione. E questoinoltre è assolutamente necessario per lafunzione decisiva che sono chiamati ad as-solvere gli enti locali particolarmente per lasituazione di grave crisi e di depressione esi-stente nel Mezzogiorno d'Italia; al quale Mez-zogiorno diciamo sempre di richiamarciper risolvere le sue secolari e gravi carenze,ma al momento opportuno però dimentichia-

mo i suoi bisogni e le sue esigenze.

I vari governi che si sono succeduti hannosempre riaffermato l'impegno di venire in-contro a questi problemi. Ad un consiglio na-zionale della Democrazia cristiana dell'annoscorso l'onorevole Andreotti, attuaLe presi-dente del Consiglio dei ministri, affermava,a proposito di questa riforma, che è una ri-forma da mettersi al primo posto perchèrappresenta un' occasione essenziale con laquale possiamo pacificamente trasformare insenso democratico il nostro Paese. Oggi An-

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VI Legislatura';enato della Repubblica ~ 657 ~

14~ SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEÀ - RESOCONTO STENOGRAFICO

d~eatt!i è presidente del Consi!glio ed eviden-temente dimentica questo impegno di carat-tere generale assunto in quella sede ~ mache si rivolgeva però al Paese ~ per il fattoche si è data luogo alla costituziane di unGoverno il quale rinnega totalmente questiprincìpi e porta la vita del Paese verso una

situazione di grave difficoltà e di pericolo.

La legge sulla riforma tributaria rappre-sentava proprio il momento appartuna permettere alla prova la volontà palitka enun-ciata da Andlleotti e da vari ambienti dellaDemocrazia cristiana. Anche l' 'Onorevole Mo-ro in un dibattita in Parlamento tempo faaffermò: «Assumona un particolare rilievale autanomie locali che il gaverno intenderispettare, sviluppare e favorire come pre-sidio di libertà ed espressiane feconda di vitademocratica e per promuovere e svilupparel'efficienza degli enti locali al fine di aocre-sceme la funzionalità come indispensabilistrumenti di realizzaziane dei piani di svi-luppo ».

Ma anche altri ambienti della Democraziacristiana, :nel richiamarsi a cancezioni nuo-ve e demacratiche della rifarma tributariae del rapporto con i comuni, avevano assun-to impegni pl'ecisi in ordine all'accoglimentodelle rivendicazioni che venivano dagli am-bienti interessati.

Nai camunisti avevamo detto che era pos-sibile una trasformaz'iane nuova di questorapporta attraverso una serie di misure chepotevano rappresentare una linea nuova epasitiva per il rinnavamento del nostro Pae-se; avevamo indicata anche misure in parti-colare per quanto riguarda gli enti lacali eavevamo detto, per fare degli esempi, chel'anagrafe tributaria doveva essere gestitadai comuni, dalle regioni, dallo Stato, comeuna callaborazione efficiente e democraticaper partare avanti una politica giusta in que-sto settare e came un momento di raccoltae di utilizzazione dei dati a livello unitario.Avevamo detto che per gli accertamenti do-veva considerarsi istanza primaria il comunecon la partecipaziane dei consigli tributari,organi espressi dalla valantà popalare, na-minati dai comuni e con l'utilizzo di tutti glistrumenti che i comuni in parte hanno già

21 LUGLIO 1972

'Oggi. Avevamo detto che il contenzioso dave-va rappresentare un'istanza comunale e re-gionale e che gli organi di questa dovevanaessere di prevalente nomina comunale e re-gionale; che la riscassione daveva avveniredirettamente da parte dei comuni a di con-

s'Orzi dei comuni; che doveva essere assicura-ta ai comuni una parte, per lo meno nellamisura del 25 per cento, del gettito dell'IVAed in più avevamo formulato altre propostespecifiche per quanto riguarda le altre impo-ste. Inaltre ad essi doveva essere riservatauna partecipazione adeguata al gettita del-l'imposta progressiva sul reddito delle per-sone fisiche nanchè un'adeguata comparteci-paziane al gettito dell'imposta sulle società.Avevamo detto che doveva essere attribuitaper intero !'imposta sui carburanti alle regio-

ni con una redistribuziane versa i comuni eoon la compartecipazione degli stessi all'im-posta sulle sacietà; che doveva essere assicu-

rata alle province ed alle regioni una oompar-tecipazione adeguata alle varie imposte perpoter far sì che questi organi potessero as-

solvere pienamente alla loro funziane.

Dobbiamo dire che assieme ad una serie dialtre propaste che nel dibattita sono venuteavanti, abbiamo trovata versa una applica-zione articolata e demacratica della riformatributaria una resistenza, prima da parte delministro Preti e oggi da parte dell'attualeGoverno, che noi riteniamo assalutamente in-giustificata perchè, invece di partare avantiuna politica progressista, attraverso questalegge si stabiliscano vincoli limitativi per

!'imposta locale sui redditi patrimoni ali eper l'imposta sugli incrementi dei valori de-gli immobili. Si accentra tutto nelle manidello Stato estromettendo i comuni da quelleche sono le imposte fandamentali, lasciandoad essi impaste di carattere assolutamentemarginale, versando ai comuni una parte mi-nima del gettito che lo Stato deve assorbiredalle imposte. Inoltre, una serie di altre que-sti'Oni, come il risanamento dei bilanci, laparte quota che deve essere concessa in que-sto momento di transizione ed altre ancora,è stata risolta in maniera negativa.

Ci troviamo di fronte ad una politica che

'Oggi crea una situazione estremamente peri-

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VI LegislaturaSenato della Repubblica ~ 658 ~

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) AssEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

colosa che non può essere assolutamente ac-cettata da noi e dalle masse popolari del no-stro Paese. Anche il CNEL lo aveva fatto pre-sente in modo chiaro quando ha affermatoche «bisogna modificare profondamente ilsistema di finanziamento dei comuni, attri-buendo direttamente ad essi e non al fondonazionale le entrate che vengono stabilite dal-l'attuale riforma ». Pertanto riteniamo cheoggi sia profO'ndamente motivata alla luce diqueste considerazioni e delle prese di posi-zione di importanti organi, organizzazionieconomiche, sindacali e civili del nostro Pae-se, la battaglia che nO'i stiamo portandoavanti e che deve condurre ad IUIIlOsbocconuovo di questa riforma.

Anche qui nel Parlamento abbiamo avutouna serie di accenti di critica per alcuniaspetti di questa legge e per la legge nel suoinsieme. In Commissione un senatore dellamaggioranza, il senatore Carollo, sofferman-dosi sulla normativa concernente la finanza]ocale, si è dichiarato preoccupato per le mi-sure predisposte dal decreto-legge che in ef-fetti determinano una sorta di congelamentodelle risorse a disposizione degli enti locali,restringendo notevolmente i loro margini diintervento, cosa quest'ultima particolarmen-1e 'grave ~ sempre secondo il senatore Ca-rollo ~ per i comuni e per le province del-l'Italia meridionale i cui proventi tributarisono già di consistenza modesta ed impedi-scono pertanto la predisposizione degli in-centivi indispensabili per il riscatto econo-mico e sociale delle zone depresse del Paese.

Anche qui, nel corso di questa discussio-ne, sono venute fuori critiche di fondo allastruttura di questo provvedimento. Quindiil problema centrale di questo dibattito nonera quello che si è voluto far intravvedere,cioè quello di limitarsi puramente e sempli-çemente ad approvare una norma di deroganell'applicazione della riforma tributaria; laquestione di fondo era ed è che questa leggenelle sue strutture fondamentali ha suscita-to perplessità e opposizione nel Paese, hasuscitato critiche serie. E non uno dègliobiettivi di questa legge può oggi essere guar-dato alla luce di una trasformazione demo-cratica, positiva e costituzionale.

Di qui il fatto che il Parlamento ha rite-nuto di dover allargare il dibattito riallac-cialndosi a queste esigenze fondamentali edha quindi chiesto al Governo di rivedere lesue posizioni sulle questioni fondamentali.La revisione adottata alla Camera dei deputa-ti dovrebbe consentirci qui di approfondireil discorso e di rivedere alcune delle normeassolutamente inaccettabili, accentratrici, im-popolari, borboniche perchè si riferiscono esi richiamano integralmente ai concetti diun sistema fiscale e tributario che è una del-le eredità assolutamente inaccettabili appun-to dello Stato borbonico e che è quindi oggida superare.

La linea che viene proposta per quanto ri.guarda il finanziamento dei comuni e deglienti locali, per fare un esempio, è assoluta-mente inaccettabile. Secondo lo studio deldotto l' Lombardo, direttore generale del Mi-nistero oompetente, per il 1971 l'entrata ge-nerale dei comuni è stata di 1.446 miliardi,per il 1972 si prevede di 1.551 miliardi e peril 1973 di 1.910 miliardi. Di fronte a questaentrata lo Stato, riferendosi al 1972, dovreb-be concedere ai comuni un'entrata, prove-niente da attribuzioni compensative dei tri-buti soppressi, di 1.468 miliardi nel 1972 edi 1.863 nel 1973. Mentre nello stesso perio-do l'aumento generale della spesa dei comu-ni sarebbe dell'ordine del 50-60 per cento,l'entrata che il governo assicurerebbe aicomuni starebbe su una media del 25-30 percento. Si tratterebbe quindi di una contri-buzione assolutamente insufficiente e inade-guata rispetto a quello che è il normale au-mento del costo della gestione degli entilocali.

Come si vede, alle preoccupazioni che ab-biamo manifestato in merito a soluzioni chenon sono adeguate per altri settori della vi-ta del nostro Paese, si aggiunge oggi la gra-ve preoccupazione che con questa linea sivoglia portare la vita degli' enti locali versoil fallimento, verso l'abbandono di ogni at-tività intesa a venire incontro alle esigenzedelle popolazioni. Oggi che oltre il 50 percento della vita dei comuni è bloccata dadeficit spaventosi dovuti al fatto che ai comu-ni si accollano continuamente :nuovi impe-gni, mentre diminuiscono le entrate, con

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Senato della Repubblica ~ 659 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

questa riforma lo stesso dottor Lombardo,ponendosi il problema, si è chiesto: le som-me che affluiranno nelle casse degli enti lo-cali e in particolare ai comuni saranno suf-ficienti per far fronte alle spese dei comuni?E lui stesso ha dato la risposta: la rispostaè purtroppo negativa a causa dello stato de-ficitario di numerosi comuni, circa la metàdel numero complessivo dei comuni. Comevedete la critica di fondo non è solamente lanostra ma viene da ogni parte del Paese edagli ambienti direttamente interessati. Sepoi si tiene presente che all'ar-tko[o 12, com-ma 20, si consente la delegabilità a favore de-gli istituti mutuanti in pratica di tutte le ri-sorse comunali, questo è un vero e proprioinvito agli enti locali ad indebitarsi, a falli-re, a smettere ogni attività positiva e quin-di a determinare anche in sostanza la para-lisi della vita attiva del nostro Paese. Con-cludo, signor Presidente, dicendo che era sta-to un impegno assunto anche dal ministroValsecchi, quando era relatore al Senato sul-lo stato di previsione della spesa per il 1972,quello di far sì che il problema della finanzalocale fosse tra quelli che il Paese non puòpiù ignorare nè differire. E allora questo di-battito doveva essere proprio U!Il momentoper aprire delle prospettive concrete alla so-luzione di questa importante questione. Einvece questa occasione è stata ancora unmomento deludente per la soluzione di que-sti grandi problemi.

Riteniamo quindi oggi che sia necessa-rio accettare deverminate soluzioni che so-no state fatte presenti da noi in emendamen-ti e ordini del giorno che possono venire in-contro alle esigenze generali del Paese e deilavoratori.

A questo punto ritengo necessario, signorPresidente, fare un invito al Governo a ri-flettere sulla gravità della situazione e suLlasoluzione che si vuoI dare al dibattito suquesto problema; è una soluzione assoluta-mente inaccettabile per il Parlamento e peril Paese, per le critiche di fondo che sonostate fatte alle varie questioni che vengonotrattate dalla legge e inoltre al modo in cuisi sta portando avanti un problema che de-termina incertezza, squilibrio nella vita delPaese. Questo provvedimento va profonda-

mente modificato in senso democratico persuperare una fase contestativa in atto tra lemasse popolari, i comuni, gli altri organismidello Stato. E l'attuale disegno di legge nondeve limitarsi solamente all'approvazione diuna proposta di proroga, ma deve mutarel'attuale legge facendo di essa uno stumen-to profondamente innovatore, colpendo igrossi I1edditi, esentando quelli popolani, ,in-vertendo il rapporto tra imposte dirette eindirette, dando agli enti locali la possibili-tà di determinare democraticamente la pro-pria politica tributaria dello sviluppo eco-nomico. Occorre quindi una riforma che fac-cia saltare il centralismo e il peso oppressi-vo che grava oggi sui lavomtori e sui comu-ni, che apra una nuova prospettiva alla vitadel Paese e alla vita degli enti locali, che oggiapra una prospettiva sopmttutto a una poli-tica di programmazione economica e demo-cratica per lo sviluppo economico, per l'oc-cupazione, per difendere i redditi e i salaridei lavoratori e dei pensionati dalla politicadella speculazione e degli alti prezzi, pergarantire ai cittadini e ai lavoratori italianiun sistema tributario giusto, costituzionale,per rendere i cittadini partecipi deHesce1teapplicando in questo senso quanto c'insegnala Costituzione repubblicana. (Vivi applausidall'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. Non essendovi altriiscritti a parlare, dichiaro chiusa la discus-sione generale.

Debbono ancora essere svolti alcuni ordinidel giorno e una proposta di non passaggioall' esame degli articoli. Gli onorevoli sena-tori ricorderanno che ieri il Presidente, nelcomunicare l'organizzazione della discussio-ne del disegno di legge n. 180; aveva previstomezz'ora di tempo per lo svolgimento ditutti gli ordini del giorno. Sicoome però gliordini del giorno da quattro sono diventaticinque, più una proposta di non passaggioall'esame degli artiooli, ritengo opportunoportare il tempo a disposizione per il lorosvolgimento ad un'ora. Invito pertanto glionorevoli colleghi a contenere i loro inter-venti di i1lus,trazione entro il 'termine didieci minuti.

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Senato della Repubblica ~ 660. ~ VI Legislatura

21 LUGLIO' 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- REsocaNTa STENaGRAFICO

Si dia lettura dell' ardine del giarna delsenatare De Luca.

F I L E T T I, Segretario:

n SenatO',

di fronte a'lla particolare situazione con~giunturale del nostro Paese ove la lievitazia~ne dei prezzi sta assumendo aspetti che ri~cb.iedono meditlata attenziOlne,

tenute anche presenti le cansiderazianifatte da CNEL in ordine alle possibili inci~denze dell'apphcazione deLl'IVA sull'ascesadei prezzi e quilDldisul costo della vita,

fa vOlti che, nello spirilto dell'articolo 8~bis introdotto dalla Camera dei deputati, neiprimi due anni di introduzione dell'IV A, perle cessioni e le importazioni dei prodotti ali~mentari, sia applicata l'aliquata zero, nel ter~zo anno l'aliquota 2, nel quarto l'aliquota 4e, a partire dal quinto anno, l'aliquata 6 eohe tale :'.>caladi aliquote sia uniforme pertutti i generi alimentari.

1. DE LUCA

D E L V C A. Domanda di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facaltà.

D E L VC A. Brevemente, onorevalePresidente, onorevole Ministro, onorevolicolleghi. Ritengo che una delle preoccupazio~IÙ che dobbiamO' avere in questo particolaremomento della nostra situazione economicasia quella di evitare motivi di contenuto rea~le o anche solo di natura psicologica chepossano tradursi in spinte inflazionistiche,in motivi di ascesa dei prezzi.

Il parere del CNEL che è stato qui ricor~dato dall'onorevole relato~e è illuminantea questo proposito e d'altra parte abbilamopresente l'esempio di altri Paesi che hannoapplicato l'imposta sul valore aggiunto.

Per me è irrilevante il fatto che nel lungoperiodo l'ascesa inevitabile anche se prevista in misura contenuta dei prezzi, com~si esprime il CNEL, possa essere riassorbita.Non voglio disquisire in proposito e mi limi~to a diDe che l'eventuale riassorbimento si~

gnificherebbe solo riallineamento dei prezzia livelli più alti. Ci deve preoccupare il pe~riodo breve, quel periodo che è molto vicinoa noi, quello prossimo e anche quello imme~diato, anche quello antecedente al 1° gen~naia 1973 perchè gli elementi di natura psi~cologiea retroagiscono ovvero agiscono coneffetti ed espressioni anticipati.

Fatte queste considerazioni, il mio ordinedel giorno si chiarisce da sè in quanto miraad evitare processi anche solo di natura ag~giuntiva ma capaci di produrre effetti indottia di sola imitazione nel sistema dei prezzi,il che sarebbe molto grave specialmente peri meno abbienti. Si tratta di pochi generi dinatura essenziale, a vasta diffusione popola~re. Con l'ordine del giorno che ho presen~tato si vuole rendere determinato e precisoe specialmente aderente al presente momen~to economico quello che l'articolo 8~bis sta~bilisce in modo preciso nello spirito ma inmodo indeterminato ossia con infinite possi~bilità di soluzioni applicative nella sostanza.

In seno alla 6a Commissione si sono levatevoci di consenso da più parti a questa richie~sta. Spero che l'onorevole Ministro vogliaanch' egli confortarlo della sua approvazio~ne e l'Assemblea sanzionarlo con il suo votofavorevole.

P RES I D E N T E. Segue l'ordine de]giorno del senatore Carollo e di altri sena~iori. Se ne dia lettura.

F I L E T T I, Segretario:

Il Senato,

nella considerazione ohe la situazione fi~nanzi'aria degli enti locali delle zone econo~micamente depresse, che caratterizzano inparticolare il meridione, meriti specifici prov-vedimenti integ:r~ativi atti a migliorarne gra~dualmente le risorse fimmz,iaide;

invilta il Governo a stanziaTe a titolo di en~trate straol1dinarie degli enti locali nel Fon-

I do previsto dal penultimo comma del<l'arti-colo 15 della lEjgge 9 ottobre 1971, n. 825,somme adeguate al raggiungimento degl,iobiettivi previsti e comunque non inferiori al10 per cento del gettito IVA;

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Senato della Repubblica ~ 661 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 1972l4a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

a proporre tempestivamente i.l provve~d1mento legislativo di cui al:l'mticolo J2 de:l~la legge di delega, fissando quale criterio diripartizione dei fondi p'vevisti dalla narmastessa quello che si basi sui livelli di redditodelle papo1aziani interessate.

2. CARaLLO, PATRINI, CIPELLINI, Bu~ZIO, LEPRE, SANTALCO, MAZZEI

P RES 1 D E N T E. Dal mamenta chenessuna dei presentatari è presente in Aula,si intende che abbiana rinunziata ad illu~strarla.

Segue l'ardine del giarna del senatare Man-cini e di altri senatari. Se ne dia lettura.

F I L E T TI, Segretario:

Il Senata,

in r,elaz,ione agli articoli 1, capo II, e 5del~la legge 9 artitobre 1971, n, 825, con cui vie~ne istituit'a l',impasta sul valore aggiuntacan la soppressiane cantemparanea d~ll'im~pO'sta generale sull'entrata e di altri tributiindiretti:

considerata che conseguentemente allaentrata in applicazione deLl'IV A nan avràpiù luoga la restituzione dell'IGE sui pra~datti nazianali espartati all'estero cO'me èst'ata disciplinata dalla legge 31 luglia 1954,n. 570, e sue sUJocessive modificaziani:

cansidera1a che le domande relative atali rimbarsi lGE « nan evase» sana ancoradi elevata numera ed ascendenti a sammeimpartanti che riguardana sO'prattutta nu~merosissime piiOcole aziende espartatrici, an~ohe artigiane, le quali, nell'attuale cang,iun.tura sfavarevale, aggravata anche dalla si~tuaziane monetaria ora particO'larmente cri~tica, si trovana in condizioni di seria diffi~cahà;

riÒhiamate le precedenti assicurazianidel Gaverna, specialmente in sede di can~versiane in legge del decreta.legge 5 luglia1971, n. 430, cancernente i pravvedimenti an-ticangiunturali nei settari dell'industria, delcommerda e dell'artigianata, per addiveniread una più rapida liquidazione dei rimborsisuddetti;

cansiderata pOli, che neppure le nuavepracedure cantenute nel decreta del Presi~dente delTa Repubblica 26 novembre 1971,n. 1280, hanna partata un sastanziale mi~glioramenta alla situaziane,

impegna il Governa:

1) a presentare entra tre mesi l'esattasituaziO'ne aggiornata delle pratiche lGE al~l'esportaziane rimaste inevase (cOlme nume-ro e valare) e quella prevedibile aHa finedell'esercizia 1972 ed a seguita della cessa-ziane del diritta ai rimbarsi in questiane;

2) a stanziare, frattanta, nel bilancia diprevisiane per l'esercizia 1973, adeguati fan~di intesi ad evitare, dopa la cessaziane deJdiritta anzidetta, arretrati pe[' insufficientecopertura finanziaria;

3) a provvedere bimestralmente alle as-segnaziani ed ai trasferimenti dei fondi didatazione allle intendenze di finanza suffi-cienti al servizia senza produzione di arre-trata.

3. MANCINI, BaRSARI, BORRACCINO,

DE FALCO, MARANGONI, POERIO,

PINNA

B O R S ARI. Damanda di parlare.

P RES 1 D E N T E. Ne ha facaltà.

B O R S ARI. Signal' Presidente, ana-revali calleghi, anarevali rappresentanti delGoverna, l'ordine del giarna che abbiamapresentata tende a risalvere una pesante si~tuaziane che si è determinata per quanta ri~guarda, cOlme viene detta nell'ardine delgiarna, l'esigepza dei rimbarsi lGE che sanadovuti a narma delle dispasiziani vigenti.Ora, è indubbia, e deve essere nata ancheall'anarevale rappresentante del Gaverna,che cantinua a sussistere, nanastante le di-spasiziani emanate, una camplessità di pro~ce dure e si rileva altresì un'insufficienza delpersanale destinata ai rimborsi (unitamentealle questiani che qui paniamo nell'ardinedel giarna) e un'insufficienza di mezzi a di~sposizione.

Per queste ragiani abbiamo presentatol'ardine del giorno, però riteniama che sia

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Senato della Repubblica ~ 662 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

ilecessario provvedere inoltre a dare precisedisposizioni e che le intendenze di finanzaprovvedano a destinare il personale neces~sario in misura sufficiente; e ciò dicasi ancheper i servizi che sono tenuti a svolgere aquesto riguardo le dogane. Inoltre deve es~sere disposta una più larga interpretazionedel decreto ~ e ciò sollecitiamo ~ che ab~

biamo citato nell'ordine del giorno e che re-gola le procedure a questo riguardo, perchèsia possibile snellire il tutto e rendere de~centemente corti i tempi, onde si possanosoddisfare questi obblighi nei confronti deicittadini.

Riteniamo che il nostro ordine del gior~no, così come è stato formulato, pur incen~trandosi sulla questione dei mezzi che bi-sogna mettere a disposizione anche in rela~Z:lone al cambiamento di regime che si vienea verificare con l'entrata in vigore dell'IVAdalla gennaio 1973, a norma della legge chestiamo discutendo, debba essere tenuto inconsiderazione dal Governo perchè non pos~siamo tollerare ulteriormente che su questicittadini, per le cause che ho indicato, graviuna situazione che li danneggia notevolmen~te. È giusto poi che l'amministrazione delloStato competente sia in grado di assolverea questi compiti e a questi doveri nei con~fronti dei cittadini nei tempi, nei modi econ i mezzi necessari.

Speriamo che il Governo condivida questenostre preoccupazioni e le ragioni che stan~no alla base del nostro ordine del giorno eche voglia accoglierlo.

P RES I D E N T E. Segue l'ordine delgiorno del senatore Borsari e di altri sena~tori. Se ne dia lettura.

A L BAR E L L O, Segretario:

Il Senato,

considerato il rilevante aumento del co-sto della vita intervenuto nell'ultimo annodeterminato soprattutto dal rincaro dei ge-neri alimentari di prima necessità con parti~colare riferimento alle carni bovine;

preoccupato per i riflessi negativi sullivello dei prezzi che, in mancanza di adegua-

te misure e controlli, già derivano e ancorapiù deriveranno nel prossimo futuro dallaintroduzione dell'IV A;.

considerata la decisione assunta in se~de comunitaria di abolire in via temporaneail dazio doganale sulla importazione di carnibovine dai paesi terzi;

affermata la necessità di adottare misu~re immediate rivolte a combattere l'aumentodel costo della vita e segnatamente a favorireUlna riduzione dei prezzi delle carni bovinein conseguenza dell'abolizione dei dazi doga~nali sulle importazioni che incidevano percirca 400 lire su ogni chilogrammo di carneimportata dai paesi terzi;

impegna il Governo:a) ad adottare immediati provvedi~

menti intesi ad evitare ulteriori e ingiustifi-cati aumenti dei prezzi, previa consultazionecon i sindacati, le organizzazioni cooperative,le organizzazioni professionali dei produtto~ri agricoli e delle categorie commerciali;

b) ad intervenire in sede comunitariaperchè l'abolizione del dazio doganale sullecarni bovine importate dai paesi terzi siaresa permanente ed estesa ad altri prodottialimentari di cui il nostro paese è deficitario;

c) a sottrarre le importazioni di carni .

al monopolio di un ristretto gruppo di gran~di importatori, che lucrano ogni anno decinedi miliardi a danno dei consumatori, atIidan~dole all'AIMA, alle cooperative e ai loro con~sorzi e ai consorzi fra i dettaglianti;

d) ad organizzare su vasta scala d'in~tesa con le regioni e i comuni, la distribuzio~ne a prezzi controllati di carni di importa~zione e di altri prodotti alimentari, tramitela rete cooperativa, i consorzi tra coopera-tive e dettaglianti e i consorzi fra i det-taglianti.

4. BORSARI, BORRACCINO, FABBRI~

NI, DE FALCO, POERIO, MARAN-

GONI, PINNA, PELLEGRINI

P O E R I O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

P O E R I O. Signor Presidente, onorevoleMinistro, vorrei iniziare l'illustrazione diquest'ordine del giorno estremamente im~

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VI LegislaturaSenato della Repubblicu _ ~ 663 ~

14a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 21 LUGLIO 1972

portante perchè pone il problema dei prez-zi, leggendo quanto, alla pagina ottava del pa-I1ere sugli effetti economici dell'IV A, espres-se il Consiglio nazionale dell'economia e dellavoro nell'assemblea del 17 maggio 1972,n. 132/85. Dopo una lunga premessa, trat-tando in generale delle conseguenze, affer-mò: «I diversi .interventi non hanno dimen-ticato di richiamarsi all'attuale difficile si-tuazione congiunturale, gli uni sostenendoche !'introduzione della nuova imposta co-stituirà un elemento aggiuntivo di lievita-zione dei prezzi, gli altri prospettando il pe-ricolo che la bassa congiuntura favoriscaun rialzo dei prezzi a livelli superiori a quel-li che ragionevolmente potrebbero derivaredal nuovo sistema impositivo.

I rappresentanti dei lavoratori dipenden-ti hanno posto in particolare rilievo la pre-visione di un aumento del livello generale deiprezzi di almeno il3 per cento, che si aggiun-gerebbe al rialzo dei prezzi del 6 per cento,già scontato nel piano previsionale program-matico per il 1972.

Si precisa quindi che gli aumenti dei prez-zi che si avranno specie nell'ambito dei ge-neri di largo consumo, hanno suggerito unariduzione delle aliquote su questi beni non-chè la messa in atto di strumenti di con-trollo.

Altri consiglieri si sono per contro dichia-rati poco fiduciosi in strumenti di controlloamministrativo dei prezzi ed hanno invecesuggerito di modificare temporaneament~il congegno della scala mobile in modo daevitare che i presumibili rialzi di prezzo nongiustificati dal brevissimo periodo immedia-tamente successivo alla riforma, destinati adessere assorbiti, siano registrati e resi irre-versibili ».

Da questa premessa, che non è certamen-te considerazione di parte, ma è atto ufficio..le, deriva la necessità dell'ordine del giornoche sottoponiamo all'approvazione del Par-lamento. Secondo noi non solo è giusto ilgiudizio del CNEL, ma vi sono esempi nellastoria economica di questo Paese che dimo-strano come le nostre preoccupazioni e quel-le del CNEL siano valide non solo per l'esem-pio della carne bovina, come è detto nell'or-dine del giorno in esame, ma anche per glialtri generi.

Voglio riferirmi ad uno dei momenti piùdrammatici della lotta dei produttori delnostro Paese: la lotta per il vino che avvennealcuni anni orsono e che investì il Nord eil Sud. Ebbene, che cosa accadde? Accaddeche l'imposta sul vino venne tolta, ma pur-troppo la crisi vitivinicola non si risolse,anzi, tolta !'imposta sul vino, il prezzo delvino al mercato non solo non è diminuitoma addirittura è aumentato. Questo perchè,mancando meccanismi di controllo, come di-ce il CNEL, togliere un tributo su un pro-dotto non significa raggiungere automatica-mente il fine che il provvedimento si pro-poneva. Di qui la necessità degli organi dicontrollo che invochiamo. In mancanza diquesti organi di controllo si avrà, a nostroavviso, con l'entrata in vigore dell'IV A, l'au-mento dei prezzi perchè il meccanismo chesi determina è il seguente; quando si toglie iltributo il prezzo non cala, quando si impo-ne il tributo, il prezzo aumenta. Quindi con.trolli adeguati.

E controllare non significa tornare alle co-siddette misure calmieratrici, tanto care al-la destra economica. Sono invece necessariemisure che partano da altri elementi, mi-sure che proponiamo nell'ordine del giornoe che richiamerò tra poco. Controllare si-gnifica, signor Presidente, signor Ministro,e onorevole relatore, regolare la vita di mo-nopoli come la Star, la Cirio, la PolenghiLombardo, la Federconsorzi, la FIAT, la Mon-tedison, gli ex gruppi elettrici, che hanno or-mai in possesso il settore alimentare del no-stro Paese, che decidono sulla vita alimen-tare del nostro Paese.

Di qui il nostro ordine del giorno e le pre-cise, chiare proposte avanzate: adottare im-mediati provvedimenti intesi ad evitare ul-teriori e ingiustificati aumenti dei prezzi,previa consultazione con i sindacati, le or-ganizzazioni cooperative, le organizzazioni.professionali dei produttori agricoli e dellecategorie commerciali, è un suggerimentodel CNEL, signor Presidente; intervenire insede comunitaria perchè l'abolizione del da-zio doganale sulle carni bovine importatedai paesi terzi sia resa permanente ed estesaad altri prodotti alimentari di cui il nostroPaese è deficitario; ciò significa, in altri ter-mini, non solo intervenire a livello comuni-

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tario, ma anche regolare la vita interna deimercati del nostro Paese, sottraendola allamafia dei mercati che purtroppo esiste nelnostro Paese.

In terzo luogo il nostro ordine del giornoimpegna il Governo « a sottrarre le importa-zioni di carni al monopolio di un ristrettogruppo di grandi importatori, che lucranoogni anno decine di miliardi a danno dei con-sumatori, affidandole all'AI MA, alle coope-rative e i loro consorzi e ai consorzi fra i det-taglianti ». L'AI MA era stata istituita per-chè servisse a questo scopo, mentre inveceoggi serve semplicemente per interventi acarattere integrativo sui prezzi, senza peròintervenire sul mercato come la legge istitu-tiva voleva.

Infine chiediamo che il Governo si impe-gni ({ ad organizzare su vasta scala, d'intesacon le regioni e i coqmni, la distribuzione aprezzi controllati di carni di importazionee di altri prodotti alimentari, tramite la re-te cooperativa, i consorzi tra cooperative edettaglianti e i consorzi fra i dettaglianti ».

Queste sono le nostre proposte, questo èciò che chiede il nostro ordine del giorno,sul quale invitiamo il Governo ad esprimersiin senso positivo. Del resto a questi nostriargomenti ha fatto testè eco lo stesso colle-ga De Luca, che appartiene alla maggioranzache sostiene il Governo in carica. Grazie.

P RES I D E N T E . Segue l'ordine delgiorno del senatore Fusi. Se ne dia lettura.

A L BAR E L L O, Segretario:

Il Senato,

considerato che la legge delega 9 otto-bre 1971, n. 82.5, per la riforma tributariaequipara, agli effetti dell'IV A, i prodotti it-tici e quelli agricoli,

ritenuta valida la funzione economico-sociale del settore peschereccio,

preaiisa che l'aI1ticolo Soter, quale risultadalle modificazioni apportate dalla legge inesame al decreto-legge 25 maggio 1972, n. 202,è applicabile anohe alle limprese della pesca.

5. FUSI

F USI. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

F USI. Onorevole Presidente, l'ordinedel giorno presentato si illustra da sè. Si trat-ta di una doverosa precisazione che riguardal'articolo Soter affinchè un settore importan-te come quello della pesca, dove operanonumerose aziende piccole e medie, vengaconsiderato alla stessa stregua delle impre-se artigiane e agricole di cui si fa un preoisorichiamo all'articolo Soter.

P RES I D E N T E. Segue la proposta dinon passaggio all'esame degli articoli pre-sentata dal senatore D'Angelosante e da al-tri senatori. Se ne dia lettura.

A L BAR E L L O, Segretario:

« Ai Isensi dejll'artko1O' 96 deJ Regolatmentodel Senato, i sottO'scritti propongono chenon si passi all' esame degli aI1ticali, adottan-dosi a tale fine la deliberazione che segue:

"Il Senato,

esm1l1Ì:tala discUJssione generale sul di-segno di legge n. 180, recante conversione inlegge, con modifioazioni, del deoreto-Iegge 2Smaggio 1972, n. 202,

deli!bwa di non passaI1e a~I\~lsame degliarùi!ooHdel dettO' disegnO' di legge n. 180" »:5. D'ANGELOSANTE, BORSARI, MACCAR-

RONE, CIPOLLA, PERNA

D' A N G E L O S A N T E. Domando diparlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

D'A N G E L O S A N T E . Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, poichè sembra chequesta materia degli ordini del giorno sia lasola sulla quale il Governo intende ancoradiscutere (non certo su quello che adessoillustrerò io, per il non passaggio agli arti-ooli), saI1ebbe stato megHo, forse, che il no-stro interlocutore principale, cioè il Ministrodelle finanze, fosse stato presente, per ascol-tare e tener conto degli argomenti con i qua-

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li questi ordini del giorno vengono illustrati,ai fini della replica che ~ pare ~ egli farà

nel pomeriggio. Comunque, anche in suaassenza, mi appresto ad illustrare rapida-mente l'ordine del giorno che abbiamo pre-sentata per il non passaggio agli articoli.

Proponi1amo ~il non rpassaggiÌa agli arti-coli per marcare non solo gli aspetti for-mali negativi della normativa al nostro esa-me (cioè decreto-legge e disegno di legge diconversione con modifiche apportate dallaCamera dei deputati), bensì anche e di piùper sottolineare la svolta netta che questoGoverno ha voluto imprimere ai suoi rap-porti con il Parlamento. Di questo suo atteg-giamento è segno chiaro e preoccupante lainammissibile ampiezza del ricorso alla de-oretazione di urgenza, in una serie di casiche non si possono assolutamente far rien-trare nei limiti posti all'attività legislativa

del governo dall'articolo 77 dena Costituzia-ne e che quindi hanno uno scopo politicoben preciso: quello di vincolare e condizio-nare rigidamente il comportamento dellamaggioranza, nonchè quello dei settori par-lamentari che potremmo definire fluidi, di-sposti cioè a regolare mutevolmente ~ co-

me suoI dirsi, caso per caso ~ il propriocomportamento.

Esempio clamoroso senza precedenti diabuso di potere legislativo da parte dell'Ese-cutivo è la materia della quale qui ci stiamooccupando, cioè il decreto-legge 25 maggio1972, n. 202, recante modifiche e integrazionialla legge 6 dicembre 1971, n. 1036.

Il disegno di legge di conversione in leg-ge di questo decreto-legge costituisce, ripe-to, un esempio clamoroso e senza preceden-ti di abuso di potere legislativo da parte delpotere esecutivo.

Presidenza del Presidente FANFANI

(Segue D'A N G E L O S A N T E). Essoinfatti viola H carattere basilare del divietodella decretazione in materia di delega ,legi-slativa e ciò perchè, secondo noi, questo de-creto interviene almeno su uno degli ele-menti della delega concessa al governo canla legge dell'ottobre 1971, cioè sul suo ele-mento temporale, quello della data di effi-cacia dei decreti delegati. Esso introduceinoltre, sotto il titolo di ({ Modifiche ed inte-grazioni aHa legge 6 dicembre 1971, n. 1036 »,norme del tutto estranee alla materia daquesta trattate e crea una grave confusionenei casi regolati, tale da fare prevedere concertezza che su di essi bisognerà tornare alegiferare. E, date le premesse e le condi-zioni politiche generali, c'è da temere chetorneremo a legiferare, non in meglio ma inpeggio.

Mi sia consentito, onorevoli colleghi, ricor-dare che l'onorevole Andreotti, presidentedel Consiglio, ama ripetere che i governivanno giudicati non per quello che rappre-sentano all'inizio del loro cammino ma perquello che hanno fatto a conclusione ~ spe-

riamo, in questo caso, imminente ~ dellaloro opera. Ebbene, applichiamo questa re-gola all' esame del decreto-legge del qualestiamo discutendo. Vediamo cioè come esso,per la sua struttura originaria, è stato su-scettibile di modi:fìcaziani che 10 rendonooggi incomprensibile e in gran parte inappli-cabile, costituendo, a nostro avviso, un mo-stro legislativo nel quale confluiscono nor-me inutili o iterative di altre, norme iniquee norme inapplicabili.

Sono indubbiamente inique le norme chedivaricano temparalmente la riforma delleimpaste dirette da quella delle imposte indi-rette, aprendO' la via ad una serie di passibiliabusi, di ulteriori rinvii, e che comunque sinda questo momento creano una situazione diingiustizia e di disparità di trattamento.

Non sta a me difendere la legge di basedella riforma tributaria e ricardare ai colle-ghi della maggioranza che il Ministro che lapropose e la sostenne con tanto accanimen-to, spiegò in questo ramo del Parlamento ecr:edo anche nell'altro quelli che, secondolui, ne costituivano gli elementi progressivi,

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sintetizzabili nel fatto che, a parità di accer-tamento, le nuove imposte direae sararmomeno gravi e meno pesanti di quanto ogginon siano. Ebbene, signor Presidente ed ono~revoli colleghi, applicando prima l'impostasul valore aggiunto introduciamo sistemi piùrigorosi di accertamento del reddito globale,e questo accertamento non sarà indifferenteai fini della determinazione delI:imposizionediretta sulla base della legislazione oggi vi-gente, con i criteri oggi vigenti. E questa èindubbiamente una conseguenza inaccetta-bile di quella che io chiamavo la norma ini~qua della differenziazione nel tempo tra l'ac-quisto di efficacia da parte della riformadella imposizione diretta e l'acquisto di effi-cacia da parte della riforma della imposi-zione indiretta.

Ecco ora un esempio di norma inutile oiterativa. Secondo l'articolo primo, così co-me risulta modificato dalla Camera dei de-putati, del decreto-legge al nostro esame, en~treranno in vigore ill ° gennaio 1974 le dispo-sizioni previste dalla legge 9 ottobre 1971relative al punto primo dell'articolo 1, non~chè quelle dei numeri 3 e 4 dell'articolo 9della stessa legge.

Ora, io domando al relatore e all'onore~vale Ministro se non è vero che le disposi-zioni di cui ai punti 3e 4 dell'articolo 9 han~no il seguente contenuto: l'articolo 9 contie-ne princìpi e criteri direttivi in materia diesenzione, agevolazione e regimi sostitutiviaventi carattere agevolativo. I punti 3) e 4)si riferisçono alla tassazione autonoma deiredditi delle persone fisiche derivanti da de-positi e conti correnti bancari, postali o daobbligazioni e titoli similari, nonchè dei pre~mi e delle vincite. Però, secondo il commaterzo dell'articolo 1: «Le altre disposizionipreviste dalla legge 9 ottobre 1971, n. 825,entreranno in vigore... entro il 1° gennaio1974 ». Ebbene, due sono i casi: o i princìpie le direttive contenuti nell'articolo 9 ~

tutti nessuno escluso ~ sono da conside~rarsi disposizioni della legge al nostro esa-me, giusta la formulazione del citato commaterzo ed allora è inutile ed iterativo stabilireche i punti 3) e 4) dell'articolo 9 entrerannoin vigore il 1° gennaio 1974, perchè c'è unanorma generale che li chiama in vigore aquella data; oppure i numerosi punti che

costituiscono l'articolo 9, l'articolo 8 e l'arti-colo 7, cioè tutta quella parte della norma-tiva di riforma che va sotto il nome di prin-cìpi, criteri ed oggetti che condizionano ladelega concessa al governo non possonorientrare sotto la specie delle « altre dispo-sizioni» della leggede19 ottobre 1971, n. 825,con la conseguenza che entreranno in vigoreallo gennaio 1974 solo le norme agevolativein materia dei redditi derivanti da depositibancari e postali, da obbligazioni e titoli si~milari, da premi eccetera, e non entrerannoin vigore tutte le altre disposizioni ed age~volazioni. Per cui non si comprende più aquesto punto come funziona l'insieme dellenorme dell'articolo primo del decreto~legge.

Infine, signor Presidente, onorevoli colle~ghi, un esempio di norma inapplicabile. Nonso per quale ragione ~ evidentemente perdeLle nobi:li ragioni ~ è stata int,rodotta, trale altre modificazioni all'articolo primo, com~ma primo del decreto~legge al nostro esame,un'ultima parte la quale stabilisce l'entratain vigore allO gennaio 1973 oltre che pertutte le. altre disposizioni anche per quellarelativa all'ottavo comma dell'articolo 15 del~la legge 9 ottobre 1971, n. 825. L'ottavocomma dell'articolo 15 recita testualmente:«Nei primi dieci anni successivi alla datadi entrata in vigore dei decreti delegati saràassegnata una somma stabilita dalla leggedi bilancio ad un fondo speciale da impie~gare per il graduale e proporzionale risana~mento dei bilanci dei comuni e delle pro~vince... »; onde, io mi chiedo: come può en~trare in vigore il 1° gennaio 1973 una dispo-sizione, non emendata, la quale ha come pre~supposto l'entrata in vigore di tutti gli altridecreti delegati, che, a loro volta, avrannoeffioacia dallo gennaio 1974. Come si fa afar entrare in vigore con il 1° gennaio 1973,prima che entri in vigore allo gennaio 1974la riforma delle imposizioni dirette, una di~sposizione ,finale e transitoria la quale haoome dies a quo della sua entrata in vigorel'entrata in vigore di tutti gli altri decretidelegati? Ecco una di quelle concessioni chese la parola non fosse pesante definirei fra~~dolente, perchè non hanno possibilità pra~tica di attuazione e che concorrono a faredella legge al nostro esame un mostro incom~prensibile.

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Senato della Repubblicù ~ 667 ~ VI Legislatura

21 LUGLIO 197214a SEDUTA (antimeriJd.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Dicevo prima, signor Presidente, onorevolicolleghi, che il decreto~legge entra nel me~rito della deLega e viola quindi il principiodi base, poichè mi pare che non ci sia biso~gno di molte parole per sostenere che il po~tere legisLativo affidato al governo dall'arti~colo 77 della Costituzione nei casi di urgenza,cioè la possibilità di emanare decreti~legge,non riguarda la materia che è propria delParlamento di delegare il proprio potere le~gislativo al governo. C'è già un a,rtificio chelascia, secondo me, pochi argomenti controla mia tesi; questo artificio è nel tentativo,per altro non isolato, di voler cambiare lasostanza delle cose cambiandone il nome.n decreto-<legge al nastro esame vuole mo~dificare l'articolo 1 della legge 6 dicembre1971 il quale inizia con le parole: {{ Le dispo~sizioni da emanare in base alla delega legi~slativa per la riforma tributaria ooncerneri~ti... eccetera »; cioè le disposizioni da ema~nare in base alla delega. Poichè però il Go~verno finge di disinteressarsi della delega,esso tenta, con le parole, di coprire la so~stanza: non usa più la locuzione {{ le dispo~sizioni da emanare in base aHa delega }}, mausa l'altra: {{ le disposizioni per l'attuazionedella riforma tributaria». Ma cambiare lepa~ole non significa cambiare la sostanza,significa soltanto che la si vuoI far apparirecambiata.

Proseguendo nel merito di questo punto.e avviandomi poi rapidamente alla oonclu~sione, noto che tutta la legisìlazione sulla ri~forma tributaria ~ l'articolo 17 della leggedell'ottobre, l'articolo 1 della legge del di~cembre 1971 e poi questo decreto~legge ~stabilisce un doppio termine: il termine del~

l'entrata in vigore dei decreti delegati rap~portato al termine di emanazione dei decretistessi. Sia la legge del dicembre sia l'artico~lo 17 della legge dell'ottobre presuppongonoanzi il termine di efficacia dei decreti e daesso derivano il termine Uiltimo per il go-verno per l'esercizio del potere legislativodelegato. Ebbene, alloI1chè il Governo, mo~di,ficando l'articolo 1 della legge del dicembre

1971 che evidentemente interessa la delega,sposta il termine di efficacia dei decreti de~legati, entra evidentemente nel merito delladelega. E questo è un gravissimo e inaccetta~

bile motivo di il1egittimità del decreto~leggeal nostro esame.

Se poi si volesse sostenere il contrario,cioè si volesse dire che il Governo non entranel merito della delega perchè, ai fini di ciòche è rilevante in questa sede, il termine checonta è il primo, cioè quello dell'emanazionedei decreti, allora dovremmo dire che que~sto decreto~legge è doppiamente fraudolentoin quanto è inutile, è un decreto~legge chenulla avrebbe potuto modificare o innovarese non fosse stato emendato dalla Cameradei deputati all'articolo 2 del disegno di leg~ge di conversione, ove sono ristabiliti nuova~mente i termini per l'emanazione dei decretidelegati che sono diversi a seconda che ri~guardino l',imposizione indi!retta, cioè nv A,o l'imposizione di'retta. Ci tI1oviamo cioè difronte ad un decreto~legge che se fosse statotrattato così come il Governo avrebbe do~vuto desiderare e chiedere, cioè se fossestato convertito senza modifiche, sarebbe inu-tile e che diventa invece utilizzabile solo per~chè il Parlamento ha fatto al Governo il fa~vore di modificarlo.

Ebbene, signor Presidente e onorevoli col~leghi, questo non può non essere ritenuto ungrave abuso, una grave mancanza di riguar~do nei confronti del Parlamento, un volerutilizzare i provvedimenti che la Costituzioneconsente al governo a scopo diverso da qud~lo previsto dalla Costituzione stessa.

Infine un ultimo argomento. Contro tuttele cose che abbiamo detto, contro la propo~sta di unificare il rinvio delle due parti prin~cipali della riforma, ci è stato sempre ri~sposto che dobbiamo ottemperare ad unanorma comunitaria che ci vincola e senzail rispetto della quale cadremmo in statod'inadempienza, non si sa con quali graviconseguenze. Se il tempo me lo consentissevorrei ricordare quello che diceva una voltail presidente della corte d'appello di CasalMonferrato al tempo del Regno sardo; quan~do gli avvocati citavano la giurisprudenzaquel presidente diceva: la giurisprudenzanon è una cosa importante perchè la faccia~ma noi. Ebbene, la legislazione comunitariala fanno i governi; la legislazione comuni~ria è un continuo mettersi d'accordo, fare erifare, sfasciare e riaccordare. Io credo che

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sia molto più grave la rottura degli impegniin materia rnonetaria non il rinvio del~nv A in una situazione politica come que~sta. Ma non voglio insistere perchè sulla spe~cifica materia comunitaria ha già parlatoieri sera il collega Fabbrini.

A questo punto non per dolermene, masolo per continuare e concludere il mio di~scorso voglio dire che anche questa moti~vazione della necessità che l'Italia avrebbedi adeguarsi alla normativa comunitaria è inquesto caso pretestuosa e fraudolenta, per~chè con questo decreto-legge, signor Presi~dente, il Governo non inganna solo il Parla~mento ma inganna anche la Comunità eco~nomica europea.

Qual è stato l'accordo, onorevole Ministro,in base al quale siete riusciti ad otteneredalla Comunità lo slittamento, come si dice,dell'introduzione den'IV A fino al 10 gennaio1973? L'avete potuto ottenere offrendo comecorrispettivo ,la riduzione delle aliquote deirimborsi IGE all'esportazione. Anche questaè una vecchia querela comunitaria.

In sede comunitaria è stato fatto sempreun gran baccano su questo metodo dei rim~borsi alle esportazioni, peraltro in virtÙ dialiquote del tutto virtuali che non hannonulla a che fare con le aliquote effettive pa~g3.te per l'KGE, tanto che c~me si diceva ~e~gli ambienti della Commissione esecutiva diBruxelles, il bilancio della FIAT ha un utiledichianlto consistente unicamente nella som~ma dei rimborsi all'esportazione. E allora,voi Governo, per ottenere dalla Comunità ilrinvio dell'IGE avete concesso la riduzionedelle aJiouote; se no non si spiegherebbe per~chè improvvisamente compare in questode~creto~legge un articolo 7 che stabilisce ap~punto la riduzione delle aliquote dei rimborsiaJJ'esportazione, riduzioni modeste, non ec~cessive. ma comunque che voi avete pattuitoin sede di Comunità, Però nei confro~ti dellaComunità voi apparite doppiamente inadem~pienti perchè se è vero che riducete di pocole aliquote di rimborso alle esportazioni conl'articolo 5 abolite del tutto l'IGE Der tuttele attività industriali, commerciali, "interme-diarie e ricorrete anche qui ad un miseroartificio, per non farvi capire da quelli diBruxelles che, forse, secondo voi, non hannoil codice civile italiano sottomano; non vi

riferite esplicitamente alle attività industra~li e commerciali, ma parlate delle attività dicui all'articolo 2195 del codice civile che so-no tutte le attività economiche possibili. Al-lora gli esercenti queste attività, dall'entratain vigore del decreto~legge fino al 31 dicem-bre 1972 non pagheranno più neanche unsoldo di IGE e gli importatori non pagheran-no più l'imposta di conguaglio, corrispon~dente all'IGE, sulla merce importata. Però,pur non pagando per niente l'IGE, essi avran~no dei rimborsi dell'IGE all'esportazione.Riducete dello 0,50 o dell'l per cento le quo~te di rimborso all'esportazione e annullate1'IGE sull'importazione e sugli acquisti. Quin~di anche questo argomento pro~comunitarioè un argomento falso e senza nessun fonda~mento, inquantochè con questa normativanon solo non adempite agli impegni comu-nitari ma continuate nell'inadempimento eaggiungete al1'inadempimento di fatto unasorta d'inadempimento premeditato, un so~stanziale inganno.Eccodunque, signor Presidente, le ragioni

per le quali questa normativa non meritanessuna fiducia. E noi verremmo meno alnOlstro dovere se ~ prima di addentra,rci

neH'esame dei singoli artiooli, in queUa se~~va di conltraddizioniinaccettahiU e in qu:al~che luogo ridicole ~ non tentassimo' diconvincere iil Panlamento, come lio mi sonoisforzato di f3.lJ:1efino ad OIra, di votare unordine del giorno che deliberando il nonpassaggio ag1li articoli affossi definitivamen-te questo mostro del quale abbiamo fin quiparlato. (VivissÙni applausi dall'estrema si~nistra).

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione alla seduta pomeridiana.Invito gli onorevoli colleghi a portare secole apposite tessere, nella eventualità che nel-

la seduta pomeridiana vengano effettuate vo~tazioni mediante procedimento elettronico.

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pub~blica oggi, al~e ore 16,30, con lo stesso 0'I'~dine del giorno.

La seduta è tolta (ore 13,15).

Dott. ALBERTO ALBERTIDirettore generale del Servizio dei resoconti parlamentari