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Scrivo di cuore Detto tra noi Novembre 2014

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Scrivo di cuore

Detto tra noi

Novembre 2014

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“È un eccellente consolatore

solo colui che ha lui stesso bisogno

di essere consolato.” Chevalier de Bruix

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Indice

Introduzione ......................................................................................................................................... 3

1. Se mia figlia ama LEI ..................................................................................................................... 4

2. Soli a San Valentino…o meglio in attesa ........................................................................................ 5

3. Forse tradirò mio marito… ............................................................................................................ 6

4. Paura di rimanere soli ..................................................................................................................... 8

5. Gli ostacoli di una comitiva .......................................................................................................... 10

6. Lui che rimorchia…a Km 0! ......................................................................................................... 12

7. io SOLA e felice ........................................................................................................................... 14

8. Maledetti soldi che si portano via anche l’amore ........................................................................... 15

9. Amici…di letto ............................................................................................................................ 17

10. Lei che non c’è mai quando ho bisogno d’aiuto ............................................................................ 18

11. Ho mollato tutto per lei ................................................................................................................ 20

12. Ho tradito la sua fiducia e la nostra amicizia ................................................................................ 21

13. Ci si può sentire prigionieri della propria vita? .............................................................................. 23

14. L’amore corre in chat ................................................................................................................... 25

15. Vicini ma lontani anni luce ........................................................................................................... 27

16. I miei genitori sono degli egoisti ................................................................................................... 28

17. Un tira e molla che massacra il cuore ............................................................................................ 29

18. Ti è mai capitato che le tue giornate fossero tutte uguali? ............................................................. 30

19. Come Gabbana scrivo una lettera alla mia ex, Daria ..................................................................... 31

20. Amare “Oltre” non Amare “Per”… ............................................................................................. 32

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Introduzione

L’esperienza di “Scrivo di cuore” è arrivata spontanea e improvvisa quando meno me lo aspettavo. È accaduto in uno di quegli autunni della vita, più freddi e sonnolenti di quanto siamo disposti ad ammettere. Raccontavo agli altri i miei umori, ma più spesso accadeva che fossi io ad ascoltare i loro. Sono- mi dicono- una persona che ispira fiducia, e questo permette che molti si confidino con me: dagli amici ai perfetti sconosciuti. Vedere le persone aprire una porta della loro vita e lasciarti entrare dentro è una piccola magia. Certo c’è anche chi non perde occasione per travolgerti con le proprie valanghe emotive ed i propri problemi, ma si tratta solo di una piccola parte di persone. In maggioranza invece è gente tranquilla che ha solo bisogno di una buona parola. Così, pensando a queste ultime, ho deciso di aprire il blog e la sua pagina Facebook per chiunque avesse voglia di scrivermi una mail, confidandomi quelle situazioni che non si riescono a raccontare a parenti e amici. Scrivere è stata la terapia migliore della mia vita. Ma, ancor più dello scrivere, quello che mi ha cambiato la vita è stato l’esercizio dell’ascoltare. Ascolto esattamente il doppio di quanto parlo…ed io parlo tantissimo. Ascolto per dare agli altri delle possibilità: di sfogo, di confronto, di libertà, di condivisione, di chiedere aiuto. In che modo lo faccio? Da amica. Non sono una psicologa, e non ho la pretesa di conoscere la soluzione ad ogni problema o il senso della vita. Le risposte alle mail che mi giungono ogni giorno corrispondono al mio modo di vivere e interpretare la realtà in cui viviamo. Sono i consigli di chi ha sbagliato ed è inciampata tante volte, imparando da quegli errori. Sono le parole che mi sarei voluta sentir dire io quando ho vissuto situazioni simili a quelle che mi vengono raccontate. Per questo mi sono innamorata delle parole che aprono il blog: «È un ottimo consolatore colui che ha lui stesso bisogno di essere consolato». Per questo primo ebook abbiamo scelto di mettere insieme le prime venti mail pubblicate nel blog; una significativa selezione di quelle che ci sono giunte sinora, scelte perché rispondendo a loro abbiamo allo stesso tempo risposto a tutti quelli che ci hanno scritto descrivendo una situazione simile.

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1. Se mia figlia ama LEI

Non so perché le scrivo. Forse perché me lo ha consigliato un’amica o forse perché non la conosco e questo rende tutto più facile. Ho 55 anni, separata da 10, un’unica figlia di 22 che una sera di qualche settimana fa mi ha detto di avere una compagna (UNA. COMPAGNA. ). Non sono mai stata bigotta, né omofoba, ma non riesco a farmene una ragione. Da quella sera mi torturo pensando di essere stata una madre cattiva: forse non ho lottato abbastanza per il mio matrimonio, non ho impedito che mio marito ci lasciasse. Forse non sono riuscita a mettere da parte il mio risentimento quando si è trattato di lasciargli continuare il suo normale ruolo di padre nella vita di sua figlia? Eppure lui non c’è stato, ha trovato una nuova compagna, mentre io- seppur dopo ho avuto delle altre storie- sono sempre stata qui. Per questo motivo ci sono momenti in cui penso che la scelta di mia figlia sia solo una punizione nei miei confronti, un modo per punirmi del fatto di averle tolto il padre. Nelle discussioni che dopo quella sera abbiamo avuto, lei non conferma né smentisce le mie teorie e io non so più cosa pensare, so solo che sto impazzendo all’idea di non aver mai neppure sospettato che mia figlia fosse omosessuale.

Madre (cattiva?)

Quando ho letto questa mail, la prima cosa che ho pensato è stata: “manca un pezzo!”. Parti dall’omosessualità di tua figlia, dici di non essertene mai accorta, ma in tutto quello che scrivi dopo non c’è traccia di lei: non dici chi è, cosa fa nella vita, che carattere ha. È felice ora? Prima non lo era? Le hai chiesto della sua compagna? Dove l’ha conosciuta? Le hai chiesto se è innamorata? Vedi, se la tua preoccupazione principale fosse davvero tua figlia erano queste le cose che ti saresti dovuta chiedere. Invece la tua vera preoccupazione sei tu, tanto che arrivi addirittura a pensare che tua figlia ti abbia voluto punire! Un po’ melodrammatico, no? Io mi rifiuto di credere che tu sia una cattiva madre, forse in questi ultimi tempi avrai peccato un po’ di superficialità, non hai saputo leggere i segnali, ma fai ancora in tempo a recuperare, hai l’occasione adesso di rispondere ai quesiti che ti ho fatto prima. Se è vero che non sei bigotta e non sei omofoba, accogli nuovamente tua figlia. Molti ragazzi restano soli ad affrontare e vivere la propria omosessualità. Se tua figlia ha voluto dirtelo magari è proprio perché ritiene che tu sia una persona in grado di capire e di starle accanto senza pregiudizi. E ricordati che un genitore lotta sempre per la felicità dei figli, sia che si realizzi accanto a un LUI o a una LEI.

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2. Soli a San Valentino…o meglio in attesa

Credo sia la prima volta che scrivo a una posta del cuore, o di cuore come dici tu. Ho sempre immaginato che se un giorni fossi giunta al limite estremo del patetico, l’avrei fatto e avrei firmato con uno pseudonimo. Ma ora no, ora è diverso. Non scrivo per vergogna, né con tristezza infinita, ma soprattutto non mi sento patetica. Scrivo a una perfetta estranea (chissà perché do per scontato che tu sia una donna) semplicemente per condividere con te le sensazioni di questo ennesimo San Valentino, l’ennesimo da sola. Da tempo non ho nessuna relazione e dire che di gente ne incontro col lavoro che faccio – la rappresentante farmaceutica- non sono male neppure fisicamente ed ho un carattere piacevole. Non mi sento mai sola, il resto dell’anno dico. Nelle feste comandate ci sono i parenti, il resto del giorno i miei tanti amici; per il resto sono una donna forte, autonoma, che non si accontenta che non ha bisogno di un uomo che le tenga la mano ogni attimo della sua vita, ma a San Valentino sento un vuoto intorno. Non sono il tipo di donna che brama romanticherie di ogni sorta, e neppure di quelle che sputano acidità su questa “festa commerciale/ parata dell’ipocrisia/ festa delle corna”, ecc… Forse è solo che a San Valentino mi chiedo come mai non c’è nessuno che si interessi a me, che mi chieda d’uscire. Tutti mi fanno dei complimenti, ma alla fine è san valentino e io sono qui che scrivo questa lettera sola a Bologna con il mio bicchiere di vino. Certe volte mi sembra di essere in attesa. Di cosa? di una frequentazione, di un incontro che mi scaldi il cuore. Ma sembra non arrivare. Che faccio mi rassegno al fatto che sarà sempre così e inizio ad organizzarmi per i San Valentino a venire?

Francesca 78

Sai Francesca leggendo la tua lettera ti immaginavo lì davanti al tuo computer intenta a scrivermi, a raccontarmi del tuo ennesimo San Valentino col senso di vuoto che ti circonda. Eppure mi hai detto di esser circondata da amici e parenti, perché non li hai chiamati? Perché non ti sei unita a loro? Non posso credere che siano tutti accasati e tutti ugualmente presi dalla festa del romanticismo. e se anche fosse non avresti potuto organizzare qualcosa tu? Sei forte, sei libera, “non hai bisogno di un uomo che ti tenga la mano ogni momento”, firmi questa lettera! hai carattere! Perché hai preferito startene sola quando c’era un mondo di gente fuori? non te ne faccio una colpa, oramai ragioniamo tutti più o meno come te, stiamo chiusi dentro casa e non proponiamo mai un’iniziativa nuova, e dove pensiamo di conoscerle le persone? I film cara mia ci hanno abituati malissimo, ci hanno abituato all’attesa passiva, ci hanno fatto credere ciecamente nel destino, nelle coincidenze, nell’uomo della tua vita che si incarna nel ragazzo che consegna le pizze. Non è così! Cancella queste credenze! L’amore è fuori che ti aspetta e c’è solo una possibilità su un milione che ti arrivi impacchettato a casa! Devi andargli incontro tu. fa che la tua non sia attesa inerme ma attiva! Esci, iscriviti a corsi, vai al cinema, a mostre, vai a ballare! Non chiuderti in comitive precostituite, ma cerca di conoscere gente nuova e diversa da te! Lo so cosa starai pensando “più facile a dirsi che a farsi”! Non dico che sia facile, è impegnativo, ma non lo sarà più di quanto non sia stato metterti al pc e scrivermi queste tue emozioni.

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C’è un detto che dice “Se l’opportunità non bussa, tu costruisci una porta!”

3. Forse tradirò mio marito…

Da giorni sono ferma a un bivio: tradire o non tradire mio marito? Non sapevo con chi parlarne, ho provato con un’amica: mi ha convinto che tradirlo potrebbe essere un modo per dare una scossa alla mia vita, ma ovviamente nessuna relazione solo una scappatella!!! Ma a me la cosa non sembra così facile. Così mi sono imbattuta in un tweet che parlava di questo blog ed ho deciso di raccontarti la mia storia. Non dirò il mio nome- meglio evitare. Ho trent’anni, un marito poco più grande di me che ho conosciuto alle scuole superiori. Abbiamo sempre fatto coppia fissa e quando lui ha trovato lavoro a Bergamo io non c’ho pensato un attimo: l’ho sposato e mi sono trasferita. Abbiamo uno splendido bambino di 5 anni. Io non lavoro, non ho mai lavorato, e credevo che essere madre e moglie avrebbe riempito la mia vita! Eppure non è così, sento dentro di me un vuoto grandissimo, è come se fossi diventata apatica a tutto. Mio marito se ne accorge, cerca di non farmi mancare nulla, mi chiede della mia giornata e anche quando è stanco, nel fine settimana, cerca sempre di portarmi in giro per farmi svagare. E a esser sincera anche a letto cerca di mantenersi passionale. Allora cosa c’è che non va? C’è che da qualche tempo ho notato che il panettiere sotto casa mi guarda in un modo che mi attrae. Così ho preso l’abitudine di andarci spesso e- con mia sorpresa- c’ho iniziato a flirtare, gli ho dato il numero di telefono, e dopo un gioco infinito di sms mi ha chiesto di vederci. Ed ecco da dove nasce il mio dubbio: che faccio? Mi sento in colpa se penso alle attenzioni che mi marito cerca di darmi, a mio figlio e a tutto il resto, ma dall’altra parte sento che le emozioni di quei messaggi, di quegli sguardi, mi fanno sentire viva e riempiono quel vuoto che sento dentro. In fin dei conti ho solo 30 anni, mi posso condannare io stessa all’apatia a vita? Sempre quell’amica mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso un piccolo tradimento fortifica la coppia, magari quello di cui ho bisogno è solo di riprovare il brivido, di sentirmi una donna desiderata! insomma sono qui che rimugino e intanto lui aspetta una risposta e io ho dovuto momentaneamente cambiare panificio

Confusa83

Cara la mia confusa, io di confusione in te ne leggo pochissima. Penso invece che tu sia alla ricerca di un alibi per sentirti la coscienza più leggera, insomma ti aspetti da me che anche io ti dia la mia benedizione e ti spedisca dritta dritta tra le braccia infarinate del panettiere sotto casa! Eppure tra le prime considerazioni che mi sento di fare, voglio dirti: BELL’AMICA!!!! Caspita di solito gli amici quelli “veri” servono a farti ragionare, ti danno consigli per il tuo bene. Non mi pare questo il caso. Non sono qui per tessere le lodi della moglie sottomessa che s’immola affinché il matrimonio resista a tutto e tutto, anche al prezzo di mandar giù grandi e brutti rospi. Sono invece dell’idea che quando il rapporto è irrecuperabile è inutile accanirsi, ci si fa ancora più del male e spesso sono i figli a finirci di mezzo. Ma, puntualizzato ciò, da qui a dirti che “si una bottarella con un altro è tutta salute, non può fare che bene al matrimonio!!!” ce ne passa. E poi ti dirò, quello che mi colpisce è la leggerezza con cui poni la questione tradire o non tradire! Sembra quasi che il problema sia cambiare colore della tinta: “mi faccio rossa o bionda?!” Cavoli qui la cosa è ben più seria: è di un matrimonio che stiamo parlando, di relazione, di persone!!

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Prima di chiederti se lo tradirai, chiediti: perché? Hai detto che senti un vuoto, bene, e pensi che una scappatella extra coniugale basterà a colmarlo? Hai mai pensato che questo vuoto l’hai creato tu stessa, che è la tua voglia di realizzazione che parla? Questo vuoto c’era già prima, ma l’hai ignorato pensando che sposarsi e fare un figlio sarebbero bastati a colmarlo. Ma adesso si è ripresentato e tu che pensi di fare: di buttarti in un’altra storia! E come finirà? Il brivido- che c’è sempre in ogni inizio- non dura tanto, poi anche quello si trasforma in routine, e allora che farai? Cambierai di nuovo panificio e panettiere? Lascerai tuo marito per inseguire un altro uomo che colmi questo vuoto che hai dentro? è un circolo vizioso, non iniziarlo; cerca prima di colmare questo vuoto che senti dentro- trovati un lavoro, renditi utile, fai volontariato, dai un senso alla tua vita- e poi se sentirai che con tuo marito è veramente finita, lascialo. Ma non buttarti tra le braccia del primo che ti ha fatto sentire il brivido con 3 o 30 sms, magari era solo una volata di vento!! Ricomincia da te, cara confusa83, ricomincia da tuo marito, ridai vita al tuo matrimonio dentro e fuori dal letto, ricomincia da tuo figlio, riscopri le tue passioni e sono sicura che sentirai quel vuoto piano piano richiudersi.

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4. Paura di rimanere soli

…ti scrivo.. perché non parlo più con nessuno, quando mi chiedono come sto mi soffermo a dire bene, ed ascoltare i loro problemi. l anno scorso mi sono lasciato e da allora ho avuto storie di un mese, e conoscenze nuove. Ma quando chiunque si fa avanti mi tiro sempre indietro. premetto che dalla prima ragazza a quest’ultima rimanevo single massimo una settimana.. ma adesso è quasi un anno… e a volte ho paura di restare solo… ho un passato complicato… i primi anni di vita sono stato solo.. ma per mantenere la mia identità anonima non aggiungo altro. per concludere penso che essendo io innamorato e non corrisposto… allontano chiunque si avvicini a me, ma di solito chiodo schiaccia chiodo mi aiutava… ora no… ora solo lei… come faccio a dimenticarla? abbiamo amici in comune! e poi non riesco più a confidarmi con nessuno, ogni persona che mi parla ci vedo il marcio… non mi fido di nessuno… e non parlo con nessuno… ho paura di ricadere in depressione così facendo…come uscirci prima di entrarci?

Anonimo

Caro anonimo, quanta roba nella tua lettera! Scavando tra le righe- e permettimi, nella confusione- ci sarebbe da scrivere per due o tre giorni interi! Cercherò di rispondere a tutte le tue domande, o almeno a dirti quello che penso in merito. Iniziamo da quello che credo sia il fulcro di tutto: la paura di rimanere solo. A differenza di quello che si possa pensare, è una paura molto molto diffusa, tutti l’hanno provata almeno una volta nella vita- anche io e più di una volta- anche le persone che sembrano sempre forti, quelle che sembrano non esser mai cadute. Ma quando capita a me di sentirmi così, la prima cosa che ho imparato a ripetermi negli anni è “Meno male che ci sono io qui con me stesso!!“. Non so bene chi l’ha detto, chiunque fosse era un genio, o almeno lo è stato in questa occasione. Sembra una banalità ma è una grande speranza: qualunque cosa accada abbiamo noi stessi ed è nostro dovere non dimenticarlo mai. Non si tratta di essere egoisti, di guardare solo a se stessi, ma di ricordarsi che c’è un io di cui dobbiamo prenderci cura e che dobbiamo amare. Se non siamo capaci di amare noi stessi perché dovrebbero farlo gli altri?! Per questo devi ripartire da te stesso, piano piano ogni giorno, e se ti chiedono “come stai?” rispondi con la verità: se dirai “sto male” gli amici Veri ti staranno accanto, ti sosterranno; i conoscenti faranno finta di non aver sentito e andranno avanti. Scrivi di non fidarti più di nessuno, succede spesso anche questo; scegliamo di condividere le nostre emozioni, i nostri sogni e progetti con altre persone, e alcune di queste finiscono per deluderci. Ma se ci fermassimo a riflettere, ci accorgeremmo che siamo noi che glielo abbiamo permesso: spesso chiamiamo amici semplici conoscenti, persone con cui condividiamo qualche uscita, o qualche bella sbronza, stiamo lì ad ascoltarli, li aiutiamo ci affezioniamo a loro, ma ci rifiutiamo di ammettere che tutto ciò sia a senso unico. Così finiamo per rimanerne delusi. è per questo che come dice Vasco Rossi, dobbiamo imparare a “bastarci”; se bastiamo a noi stessi non ci accontenteremo di “accollarci” gente falsa e ipocrita, ma faremo entrare nella nostra vita solo chi ne è veramente degno!

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La stessa cosa non vale solo per gli amici…ma anche per le relazioni di coppia. Hai scritto che prima della tua ultima ragazza non rimanevi single per più di una settimana, mentre adesso lo sei da quasi un anno (sì, escludendo le storie di un mese e le conoscenze). Ma sai qual’è il problema delle paure? Non scompaiono se le ignori, se le nascondi dietro a delle belle ragazze; restano lì e crescono finché non le affronti. Il classico “chiodo scaccia chiodo” è un’ottima distrazione, ma non c’è nessuno al mondo che possa dire di aver cancellato un amore vero utilizzando questo sistema. La fine di un amore, o un amore non corrisposto possono far soffrire, ma possono anche farci crescere fino a capire che è altro quello che veramente vogliamo. Purtroppo non esistono cure ufficiali al mal d’amore, ma esistono tante storie di persone che l’hanno superato e che possono aiutarci. Adesso ti senti solo, pensi che lei non ti ami, ma se cominci ad amare di più te stesso, distogli lo sguardo da questo amore non corrisposto e inizi a guardarti intorno, troverai di certo un cuore sincero che saprà ascoltarti ed amarti. Infine, non hai motivo di uscire dalla depressione se non ci sei mai entrato. Vedi la soglia del baratro? Hai paura di caderci dentro? Ricordati che dentro non ci sei ancora, raccogli tutte le tue forze, tutto ciò che hai di bello e corri lontano da quel baratro verso la tua vita. E amati. Banana Yoshimoto ha scritto “A volte le persone si costruiscono dei muri, non tanto per tenere fuori gli altri, ma per vedere a chi importa abbastanza abbatterli“.

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5. Gli ostacoli di una comitiva

Scrivo per proporre un tema che non riesco ad affrontare con nessuno, perché a molti sembra banale: le comitive. Il pensiero comune si divide in due categorie: chi crede che sia indispensabile averne una e chi, invece, le odia perché non ne ha mai compreso i meccanismi. Io non appartengo né all’una né all’altra. Vivo in una terra di mezzo, cioè ho una comitiva, un gruppo di amici di vecchia data con cui esco abitualmente, ma non sono il tipo da legarmi a doppio filo a 8/10 persone e pensare che la mia cerchia di amici sia limitata a esse. Ed è qui che nasce il problema: ai loro occhi (degli altri elementi della comitiva intendo) il fatto che io frequenti abitualmente altra gente, altri “gruppi” come li chiamano loro, è considerato come “SOMMO TRADIMENTO”, segno che il mio sentimento d’amicizia nei loro confronti è debole. Della serie che se non sto sempre con loro è che non gli voglio abbastanza bene! Assurdo no?! Cioè stiamo tutti per varcare la soglia dei trent’anni e ancora c’è gente che fa menate da prima liceo??!! Eppure è così, ogni volta che salto un’uscita, la volta successiva vengo tempestato di battute e frecciatine. a me scivolano addosso, ma è possibile davvero che loro non si rendano conto di quanto siano ridicoli? Lo scontro su questo punto esiste da sempre, ma si è fatto più ruvido da quanto gli equilibri si sono alterati e all’interno del gruppo l’equilibrio tra le coppi e i single si è rotto propendendo più per i primi: siamo 2 single e 4 coppie. Loro non si rendono conto che uscendo SOLO con loro non ho in pratica alcuna chance di conoscere nuove ragazze?! A quanto pare no, ma come farglielo notare senza passare ancora una volta per quello che non da abbastanza valore agli amici che ha e, allo stesso tempo, per lo sfigato che non ha una morosa?!

Edoardo

Ah Edoardo, Edoardo! Tema scontato?! Ma direi proprio di no! Comitive, gruppi, confraternite, assembramenti umani di ogni tipo stabiliscono le loro regole, i loro codici di adesione e chiedono a tutti i membri di rispettarle senza mai metterle in dubbio. Spesso chi ne è fuori brama di farne parte, mentre c’è chi se ne sente soffocare e, al contrario, brama di riuscire ad uscirne. Non leggo nelle tue parole questa esasperazione: sono i tuoi amici e non li vuoi abbandonare, in realtà vorresti solo che non fossero un gruppo chiuso, ma piuttosto aperto ad accogliere nuove persone, a mischiarsi di più. La prima cosa che voglio dirti è di non scoraggiarti e, soprattutto, non arrabbiarti. Quasi sicuramente loro non si rendono conto del meccanismo di auto difesa che hanno messo in azione. Credo sia un tipo di reazione che scatta in ogni gruppo o comunità: raggiunto un equilibrio che si crede perfetto, iniziamo ad avere paura di ogni persona o elemento esterno a esso che pensiamo possa in qualche modo distruggerlo. A questo aggiungi pure, che in molti confondono il sentimento vero dell’amicizia con le frequentazioni assidue in giro per locali e pizzerie e il gioco è fatto! Inoltre è chiaro che un gruppo in cui sono presenti dei fidanzati- magari pure di lunga data- sia più cristallizzato di altri. Le coppie bastano a se stesse, perché sono già un nucleo di due

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persone e quindi, magari un po’ egoisticamente, non vedono che i single del gruppo avrebbero più voglia di sperimentare, di “uscire per conoscere” e non solo per chiacchierare. Quello che ti consiglio è di continuare le tue frequentazione al di fuori di questo gruppo, di non rinunciare ai tuoi amici extra, ma allo stesso tempo di provare pian piano ad allentare le difese che questo ha eretto. Rispondi alle loro battutine con sincerità e spiegagli come stanno le cose senza avere paura di passare per lo sfigato single. se sono amici capiranno. Ad esempio, perché non proponi alle coppie di invitare a turno una collega di lavoro/sorella/amica che abitualmente non esce con voi? Magari vista in quest’ottica la cosa può diventare una cosa piacevole per te (e per l’atro single della comitiva) e meno “traumatica” per loro. Fammi sapere.

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6. Lui che rimorchia…a Km 0!

Ciao mi chiamo Teresa e vivo a Torino. Ho 24 anni e so (non per vantarmi) di essere una bella ragazza. Lo so perché ci sono tanti ragazzi che mi vengono dietro e io, come nel più tipico “lui ama lei- ma lei ama l’altro”, sono troppo presa da un tipo che mi confonde le idee. Poco più grande di me, non è bellissimo ma ha carattere da vendere. Il problema è che non capisco il suo atteggiamento nei miei confronti. Non posso dire che ci frequentiamo, non ci sono stati appuntamenti veri e propri, ed è questo che mi manda al manicomio, il fatto che non usciamo: ci infrattiamo e basta. Dialogo zero. Mi spiego meglio: seguiamo alcuni corsi insieme all’università (l’ho conosciuto così) quando mi vede diventa simpatico e attacchiamo a parlare a scherzare, flirtiamo una cifra! poi la lezione finisce e iniziamo a sentirci col cell, in chat, ecc…poi ci vediamo, stiamo insieme, parliamo pochissimo. E poi- NON HO ANCORA CAPITO BENE COME- scompaio dal suo cervello. Sin dall’inizio di questa cosa è stato abbastanza chiaro nel farmi capire che non vuole legarsi, che è uno spirito libero anche perché siamo ancora molto giovani tutt’e due, e anche io non gli ho chiesto mai nulla, cioè niente che si possa chiedere a un fidanzato, ma è proprio l’atteggiamento che non capisco. Ci sono volte che non mi vede e non mi cerca per settimane, nemmeno per sapere se è tutto ok. Poi se lo cerco io, devia il discorso e mi propone di vederci per divertirci, se gli dico no scompare nel nulla e se capita di vedersi rimane freddo e distaccato. Così faccio la sostenuta e non lo cerco io, gli faccio capire che sto vedendo altri ragazzi e lui non fa una piega. NIENTE!!!! s’ecclissa totalmente! DESAPARESIDOSSSSSSSS!!! Ti rendi conto? Ma se mi rivede a lezione, me lo ritrovo seduto accanto a fare il simpatico, mille piccole attenzioni e io comincio a pensare di nuovo a frequentarlo!!! Assurdo, no?

Teresa

Ecco, ti è capitato quello che io e una mia cara amica incappando in un tipo molto simile a quello che tratteggi tu, abbiamo definito “il rimorchiatore a kilometro zero”. Mi spiego meglio. Il tipo in questione adora rimorchiare ma con il minimo sforzo!! I suoi sensori di maschio cacciatore si attivano solo se la persona che intende conquistare si trova nel suo raggio d’azione. Gli piaci, certo, ma la sua regola è che non vale la pena sbattersi più di tanto per la stessa ragazza, ma che le stesse energie possano essere ripartite su più bersagli possibili rimanendo fermo dov’è. Tipico dei ragazzi in questione è preferire chat e messaggi alle telefonate, limitare la conversazione a poche domande tipiche che portano dritte all’obiettivo finale: “ciao/che fai/come stai/ ti va di vederci”. Se ancora ti sembra che il ragazzo che conosci tu sia diverso dal “rimorchiatore a chilometro zero”, prova a rispondere a queste domande: avete mai avuto un vero appuntamento? ti ha mai portata a cena fuori? Si preoccupa se non ti vede/sente per un po’ di tempo? Se gli racconti una cosa se ne ricorda successivamente? Sa quali sono le cose che ti piacciono? Tipo quale musica, colore, cibo preferisci? Viene a prenderti a casa e ti riaccompagna? Al di fuori delle lezioni che frequentate insieme, ti sembra che si preoccupi di creare situazioni o modi per incontrarti? Se a lezione ci sono altre ragazze carine, mantiene comunque un atteggiamento che fa capire a tutti che tra voi c’è qualcosa o rimane sul vago e leggermente più distaccato?

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Ecco se risponderai sinceramente a queste domande il quadro sarà completo e se il ragazzo in questione risulterà essere “rimorchiatore a chilometro zero” il mio primo consiglio che ti do è: scappa! Allontanati velocemente da lui perché in realtà per lui tu o un’altra siete interscambiabili. Anche se ti sembra di essere diversa da tutte le altre ragazze che lo circondano, è lui che è convinto di essere un cacciavite universale buono per ogni tipo di vite! Ma il mio è solo un consiglio, e i consigli si sa non vanno seguiti, vanno solo ascoltati per esser preparati a quello che sarà dopo. La vita mi insegnato che certe volte è necessario sbatterci la testa e farsi qualche cicatrice prima di capire come stanno veramente le cose, i film e le storie degli altri contano poco. Quindi continua a vederlo se vuoi, ma sapendo che ragazzi come questo prendono molto più di quello che realmente danno in fatto di sentimenti, e raramente si innamorano davvero. Poi magari a te può anche star bene così, ma a giudicare dalla foga con cui mi hai scritto, credo che tu ci stia investendo tanto in questa cosa!

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7. io SOLA e felice

Sono sola, sola e felice. E realizzata. Sì, soprattuttp REALIZZATA! Vorrei urlarlo a tutto il mondo, a tutti quelli che mi dicono “hai fatto carriera si, però sei SOLA!”. Lo so, lo so che mi sto perdendo le gioie di una vita in due, di un letto condiviso, di un figlio, ecc, ecc… ma che colpa ne ho io se non l’ho trovato l’uomo della mia vita lì ad aspettarmi sul ciglio della strada?! Ne ho incontrati e sono sempre andata avanti, non per la smania di trovare di meglio o perchè mi sento superiore, semplicemente non ho trovato l’amore. E sono andata oltre. Invece mi trovo circondata di gente che sembra essere presa dal panico come se sentisse una sirena dentro il proprio cervello che li avverte che sta per scadere il tempo e dopo si ritroveranno ad esser soli per sempre. E allora eccoli lì ad accasarsi con primo che trovano. Gente che non ha lavorato un giorno e si sposa per riempirsi le giornate. Gente che fa figli solo perchè “magari poi è troppo tardi” e poi giù valanghe di corna. A me manca l’AMORE mica tutta questa altra falsità. E invece sono loro, gli attori di queste farse a farmi la morale e a farmi notare che sono SOLA! L’unico che mi capisce è l’indianino che vende le rose al semaforo vicino casa mia, che ogni sera quando rientro da lavoro, ci prova lo stesso a vendermene una anche se vede che nessuno mi accompagna. Io non mi accontento, non voglio una persona che mi riempia d’impegni l’agenda. Voglio una persona che mi riempia il cuore. Fino a quel momento sto bene così come sto! Perchè nessuno lo capisce?

SOLA e FELICE

HAI RAGIONEEEEEEEE! Non so se il mio maiuscolo è riuscito a farti capire quanto io condivida il tuo punto di vista. L’Amore non ci completa, bensì ci moltiplica, ci raddoppia. Da un Io si passa a un NOI. Chi non sa stare bene da solo con sé stesso, non starà bene neppure in coppia. Inoltre, ho sempre pensato che accontentarsi del primo che capita, o del “meno peggio” non sia certo la strada verso la felicità. Bisogna accontentarsi di molte cose nella vita, ma non di certo in amore. In coppia dobbiamo essere al massimo, perché quando si vive insieme si deve esser pronti a condividere le gioie e i dolori. E solo un sentimento forte può farti affrontare questi ultimi senza distruggere quello che hai costruito con la persona che sta al tuo fianco. Quindi, sì! Non accontentatevi, non prendete quello che arriva per noia o pigrizia. Ma cercate, scrutate la folla, fatevi largo senza mai dubitare del fatto che l’Amore vi sta aspettando. E intanto realizzate le vostre vite, trovate un lavoro che amate, dedicatevi agli amici, costruite la vostra felicità- come l’amica che scrive- perché quando la persona giusta arriverà voi potrete offrigliela come dono prezioso.

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8. Maledetti soldi che si portano via anche l’amore

Sono giorni che leggo i post e penso “bravi bravi, bevetevi tutte ste belle cazzate”! Poi non ho retto più, ed ho deciso di scriverti, ti sfido, vediamo se mi pubblichi! La verità è che l’amore, l’amicizia è tutto bello finché te lo puoi permettere ma se non hai un euro in tasca anche l’amore va a farsi fottere, questa è la verità, l’unica che conosco. E mi fanno vomitare tutti questi stati che leggo su Fb “fortuna che ci sei tu” “l’amore non ha prezzo”. Tutte stronzate! Io avevo una ragazza, stavamo insieme più o meno da un anno e mezzo, poi perdo il lavoro e 3 mesi fa ho perso anche lei perché non le potevo dare più nessuna prospettiva di futuro. La frustrazione economica corrodeva ogni giorno anche il nostro legame per tutto quello che non potevamo permetterci- i nostri amici quest’estate sono partiti mentre noi dovevamo scegliere tra un gelato oggi e un cinema/pizza il sabato successivo. Il primo mese riduci le uscite, poi i regali, non li compri, li fai tu, pensi a qualcosa di semplice perché “basta il pensiero”. Ma vi assicuro che quando poi la cosa si ripete per mesi e mesi non il romanticismo finisce e vedi solo un poveraccio che non può offrirti nulla! E’ umiliante. Io non volevo essere ricco, non me ne faccio un cazzo di una Ferrari, volevo solo essere uno che la notte dorme tranquillo che può pensare a comprarsi casa e a farsi una famiglia. E non ce l’ho con lei che mi ha mollato, ce l’ho su con questo cazzo di Paese che non mi da una prospettiva che mi sta togliendo la possibilità di tutto. Non posso neppure metter benzina alla macchina per farmi un giro fuori da questo buco di Paese in cui vivo. Ma è vita questa? Rispondimi, è vita? io penso di no! Se non hai qualche maledetto euro in tasca, non serve a nulla riempirsi la bocca di belle parole sull’amore.

Giovanni

Ho riletto più volte la tua mail, non perché non volessi pubblicarla, ma perché è difficile trovare le parole giuste per risponderti. Sono secoli che si ripete che “I Soldi non fanno la felicità” ma- come aggiungono in molti- “sicuramente aiutano”. Io preferisco dire che i soldi non sono tutto nella vita. Credo che questo sia più vero: NON SONO TUTTO, sono una parte, la parte che ti agevola nell’avere dei beni che servono al tuo benessere e alla tua sopravvivenza. Capisco perfettamente quello che racconti, e ti assicuro che anche molta altra gente condivide la tua stessa situazione, ma non credo che pensare che neppure l’amicizia o l’amore siano coltivabili senza denaro ti possa aiutare ad uscire da questa spirale di negatività e rabbia in cui sei caduto. Non posso pensare che una storia di un anno e mezzo finisca così. La crisi economica che ti ha colpito è stato il banco di prova del vostro rapporto, un duro banco di prova. E non l’avete superato. Sicuramente non tutte le rinunce si possono far passare sotto un’aura di romanticismo, ma l’amore, quello vero, è fatto anche di altro. Di forza, per esempio, di coraggio, di paure condivise nella convinzione che quando si cade è più facile rialzarsi se si è in due. Il problema del nostro Paese non dipende direttamente dalla mancanza di denaro, ma prima ancora dalla mancanza di lavoro dignitoso. Il resto ne è naturale conseguenza. Io non ho formule magiche da offrirti, del resto anche io condivido una situazione economica personale non facile. Quello che posso dirti è che credere all’amore è l’unica scelta che mi resta. Credo nella possibilità di un mondo migliore che rimetta al centro

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non il denaro ma le relazioni tra persone e intendo iniziare a costruirlo partendo da me: ascolto i problemi di chiunque mi scriva, sto vicina agli amici e alla mia famiglia, cerco l’amore. Pensare al peggio non migliorerà le cose, allora perché non provare a sperare? a essere ottimisti?

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9. Amici…di letto

Da mesi (qualcosa tipo 7 mesi) frequento un ragazzo. Lui dice che corro troppo pensando che ci stiamo frequentando, che non è il caso si accelerare le cose perché la fretta rovina tutto. Prima di noi c’è stata una lunga storia nella sua vita (qualcosa tipo 4 anni) che quand’è finita gli ha lasciato dentro un grande vuoto e tanta paura di impegnarsi. Agli altri diciamo che siamo solo amici, ma secondo me se andiamo a letto insieme dobbiamo per forza essere qualcosa di più no?

Coccinella92

Cara Coccinella, rispondere a te mi servirà per rispondere a tanti altri amici che mi scrivono raccontandomi storie simili alla tua. C’è una profonda differenza tra frequentarsi, stare insieme, e…TERZO MA NON MENO FREQUENTE CASO essere amici di letto (trombamici o amici di mutanda che dir si voglia). Purtroppo sempre più spesso capita di confondere le cose. Ad esempio nel tuo caso concordo con te: due persone che si vedono da 7 mesi andando a letto insieme non sono amici. Ma non si può neppure dire che si stiano frequentando. Ogni frequentazione ha un limite e a parer mio- ammesso che ci si veda con una certa regolarità- un paio di mesi sono più che sufficienti per capire se fare un passo avanti in due o se continuare ognuno sulla propria strada. Il limbo della frequentazione, invece, è stato inventato da chi ha troppa paura o è troppo egoista per passare da io a noi. Si tratta in primo luogo di assumersi delle responsabilità di sapere che le nostre azioni e le nostre scelte hanno delle conseguenze dirette non solo per noi stessi ma anche per un’altra persona. Questo ragazzo si porterà dietro anche le inevitabili delusioni legate alla fine di una lunga storia, ma “qualcosa tipo 7 mesi” sono un lasso di tempo più che sufficiente per superarle. Forse- e credo che anche tu lo sappia in fondo in fondo- per lui rientri nell’altra categoria, quella degli “amici di letto”. Ed ecco che la faccenda si complica, perché invece è evidente che tu sei molto più coinvolta da questo ragazzo e dal vostro rapporto. Non sarò io a dirti di smettere e di non vederlo più perché è chiaro che lui da te vuole solo una cosa, quello che ti consiglio invece è di chiederti ogni giorno: cosa vuoi tu? cosa ti dà veramente lui oltre il sesso? Sei disposta ad accontentarti delle sue briciole? Se sarai sincera con te stessa saprai come andare avanti in questa storia. L’unica cosa che devi tenere a mente è che gli amici di letto non esistono, o meglio non sono amici. E’ vandalico prendere una cosa così nobile come l’amicizia e legarla a vicende di sesso occasionale e senza impegni!

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10. Lei che non c’è mai quando ho bisogno d’aiuto

Un po’ mi vergogno a scrivere a questo blog, penso che sono cose da femminucce, ma alla fine non ti conosco e tu non conosci me e va benissimo così. Io non sono mai stato un ragazzo da storie serie, innamoramento e tutte quelle cose da rose e cuoricini. Ho avuto un po’ di ragazze, poi invece è arrivata lei ed è cambiato tutto. Sta con me, ma non è la mia ragazza, non sono sicuro che non abbia altri tipi come me le battono dietro, so solo che io mi sono giocato il cervello. La penso sempre, sono geloso, vorrei di più. Credo che vorrei che sia la mia ragazza, ma soprattutto vorrei che ci sia quando ho bisogno di lei. Certe volte sto uno schifo perché a casa mia la situazione tra i miei è una merda, le mando un messaggio per vederci, le faccio capire che sto male, ma lei non mi fila proprio. Invece quando manda un messaggio lei che sta giù io mi faccio mezza città solo per abbracciarla e farla sentire al sicuro. Che fare? Io così non reggo.

Lo scettico

Caro scettico, innanzitutto mi chiedo se tu ti sia firmato così perché sei scettico rispetto alla possibilità che parlare con me ti possa far stare meglio o sei semplicemente scettico sulla tua situazione in generale. In attesa di sciogliere questo shakespeariano dilemma, mi concentrerò su quello che mi hai raccontato! Mi sembri un tipo tosto (meno di quello che vuoi far credere agli altri, ma tosto comunque!) quindi non ti addolcirò la pillola: dimenticala, vai oltre. Lei sarà bellissima, intelligentissima, e tutti i superlativi che ti vengono in mente ma non è innamorata di te, mi pare chiaro. Ti ha memorizzato nella categoria “peluche”, ti chiama quando vuole le coccole, quando ha bisogno di sicurezza e di certezze. Tu sei il ragazzo che la culla, che la fa sentire speciale, che farebbe a pugni per lei. Ma a parti inverse, quando sei tu ad aver bisogno di lei, lei non c’è. Purtroppo ho imparato sulla mia pelle che questa è una condizione che cambia sono una volta su un milione (e quella volta è una commedia romantica hollywoodiana e quindi non vale!): chi ti vede solo come un amico, chi non si sente attratto fisicamente da te, chi non sa innamorarsi dei tuoi difetti e delle tue debolezze, chi sparisce quando sa benissimo che hai un disperato bisogno del suo aiuto NON SI INNAMORERA’ MAI DI TE e- senza esserne troppo consapevole- ti farà soffrire. Tra le tante situazioni è una di quelle che ci fa stare più male perché non veniamo mai rifiutati nettamente ma tenuti agonizzanti; noi innamorati stiamo sempre lì ad aspettare il momento in cui anche l’altro capirà che è perso di noi, accumuliamo delusione su delusione e ogni tanto facciamo i rivoluzionari dicendo “basta, vada al diavolo, ce ne sono mille migliori di LUI/LEI”, ma alla fine torniamo sempre lì pronti a aprigli le nostre braccia, a consolarli di qualsiasi pena. Io ho impiegato anni ad uscire da questo vicolo cieco perché ogni volta che ero sulla linea di rottura definitiva arrivava l’sms, il bacio, il regalo, insomma l’attenzione che non pensavi non sarebbe arrivata mai più e si ricominciava da capo. Come sono guarita? Ho concentrato tutto il dolore provato negli anni è l’ho usato come carburante per cercare

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altro, per ricordarmi che mi meritavo di meglio, qualcuno che ricambiava con la stessa intensità la mia passione fisica e mentale. Ho interrotto ogni contatto con questa persona, mi sono imposta duramente di non sentirla più e altrettanto duramente mi sono imposta di frequentare altra gente. Così quando finalmente ho provato l’amore quello vero, quello pari, dove non solo dai ma anche ricevi, sono guarita! Non so se ti ho aiutato, lo spero, intanto quello che ti auguro è di guarire presto da questo mal d’amore!

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11. Ho mollato tutto per lei

Tre anni fa. E’ successo tre anni fa: ho mollato tutto per lei, ed è stato bellissimo. Ci siamo conosciuti e innamorati a Milano, ma dopo pochi mesi lei doveva tornare nel suo paese d’origine, Portogallo. Non ci ho neppure pensato troppo, ho mollato tutto per lei, lavoro sicuro, casa, amici e famiglia. Mi sono trasferito ed ho vissuto con lei i tre anni più belli della mia vita. Eppure oggi è finita; non è stata colpa sua né mia, ma ad un certo punto le diversità sono emerse e la storia non ha retto oltre. Così eccomi qui a Lisbona, indeciso se rimanere qui dove ormai mi sono abituato o tornare in Italia dalla mia famiglia. E nel frattempo mi arrivano tutti i “te l’avevo detto” dei miei amici, e quelli che non lo dicono apertamente sono comunque certo che lo pensano. Secondo molti sono stato un pazzo a mollare tutto, ma se tornassi indietro penso proprio che lo rifarei. Ho sbagliato?

Federico

Hai sbagliato? Non credo. No, penso proprio di no. Non conosco la vostra storia, non so dirti se ci fossero stati già tutti i segnali per presagire una fine non troppo lontana ma in generale mi sento di dirti che non hai sbagliato. L’amore, in qualche misura, è un po’ come la roulette russa è una scommessa: rischia di più chi punta di più. E tu hai puntato tanto. Ma anche il risultato è in proporzione. Ho visto gente scommettere su fidanzamenti infiniti infarciti di corna, su matrimoni che la crisi del 7° anno l’hanno vissuta già al 3°, su relazioni violente…insomma c’è chi è rimasto strettamente legato al suo Paese, alla sua casa, ai suoi amici ed ha perso lo stesso, tu allora perché dovresti rimpiangere di aver fatto la tua scelta? Poteva essere amore eterno ed è durato solo tre anni, ma- come hai detto tu stesso- sono stati i più belli della tua vita. Questo amore ti ha già ripagato di ogni sacrificio contenuto nella tua scelta di mollare la tua vita precedente per seguire la donna di cui ti eri innamorato. “Mollare tutto per amore” non c’è una regola generale che possa andar bene per tutti e stabilire se sia cosa buona e giusta o meno. Bisogna leggere i segnali, mettere da parte le paure e tirar fuori quel pizzico di follia che ci spinge a rischiare. L’importante è avere ben in mente che una sola cosa ci sarà vietata: rinfacciare alla persona amata le conseguenze di una scelta che è libera e che è solo nostra. La verità, in fondo, è che un amore vero e inaspettato può stravolgerci la vita e farci mollare tutto anche senza farci muovere di un passo dal salotto di casa nostra. Buona vita Federico, non perdere mai il coraggio di tentare e, se fosse necessario, ricominciare da capo.

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12. Ho tradito la sua fiducia e la nostra amicizia

Chi scrive è una persona pentita. Per colpa mia e del mio egoismo ho perso un’amica, una di quelle persone rare da incontrare nella vita. Io ho avuto questa fortuna e l’ho sprecata. Non ce lo siamo dette (e poi, in fondo, si dicono queste cose?) ma si è spezzato qualcosa. La nostra è (o era, non so più) un’amicizia che durava da quasi dieci anni. Ci siamo conosciute per lavoro e subito abbiamo sentito di avere molto in comune. Se esistono anime gemelle nell’amicizia noi lo eravamo. Lei, la chiamerò Carmen, è socievole con tutti, ma in realtà conquistare la sua fiducia e ottenere la sua confidenza è un’impresa ardua, in cui pochi sono riusciti, e io ero una di questi. Carmen mi è stata vicina con un sorriso nei momenti più difficili della mia vita con l’amicizia vera, non quella del facile compiacimento e della falsità, ma quella che ti bastona se c’è da farlo, che ti incita, ti consiglia ed è felice insieme a te nella tua gioia e triste nel tuo dolore. E’ fatta così, si aspetta dalla gente solo quello che è sicura che l’altro le può dare, niente di più. Per questo non pretende nulla e non chiede mai nulla, neppure aiuto. Per starle accanto devi saperle leggere dentro e e darle quello che lei non sa e non vuole chiederti apertamente. Cosa le ho fatto io? Ho tradito la sua fiducia e la nostra amicizia lasciandola sola quando ha avuto bisogno di me. Io da più di un anno ho iniziato una relazione che mi assorbe totalmente, non me ne ero resa conto fino a qualche mese fa ma in pratica ho dimenticato il resto. La sentivo al telefono, la incontravo ma sempre più di sfuggita, sempre con la testa ad altro, mettendo sempre prima i miei pensieri, parlandole di stupidaggini e non chiedendole mai veramente “come stai?”. Poi una sera ho avuto un lite pazzesca col mio ragazzo; mi sentivo persa, distrutta, avevo bisogno dei suoi consigli delle sue parole e sono piombata da lei- nel bel mezzo del suo 3° trasloco in 14 mesi di città in città, di contratto in contratto- pur sapendo che anche Carmen stava passando un periodo atroce. Le ho vomitato tutto e lei lì ad ascoltarmi, a rassicurarmi a ridarmi oggettività di giudizio. Su di lei qualche parola di sfuggita e me ne sono andata. Solo a casa mi sono resa conto di quanto ero stata egoista, del fatto che le avessi chiesto di lei ma solo per pura cortesia senza nemmeno approfondire le risposte evasive che mi aveva propinato buttando tutto in battuta. E’ fatta così, non recrimina nulla semplicemente ti chiude le porte e piano piano scivola via. Nei giorni successivi, man mano che prendevo consapevolezza di quello che era successo, l’ho sommersa di messaggi e telefonate, per chiederle scusa, per chiederle di come si sente di questo periodo buoi che non accenna a finire…ma la cortesia che mi usa senza rispondere alle mie domande è il segnale che i suoi muri sono di nuovo altissimi. Ho tradito la sua fiducia e la nostra amicizia. Le ho sempre detto che quando avrebbe avuto bisogno di me ci sarei stata. Non è stato vero! Cosa fare?

Lia

Cara Lia, la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo le tue parole, è stata il testo di una canzone di Jovanotti “I giovani”, quando verso la fine dice: Vorrei passare dai 10 ai 30 per non subire questa tortura. il primo amore, la prima casa, dover vestire quest’armatura; il PRIMO AMICO CHE TI TRADISCE O CHE MAGARI TRADISCI TU, il primo treno che non ci sali e che magari non torna più.

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Quand’ero più giovane, ascoltandola, non riuscivo a capire come il “diventare grandi” comprendesse il tradimento di un amico. Solo dopo mi è stato chiaro. Ci capita di crederci più forti di quello che siamo, di fare grandi giuramenti e quando li facciamo, ci crediamo sul serio. Il punto è che mentiamo senza sapere di farlo, sarà solo la prova dei fatti a smascherarci e a mostrare le nostre debolezze. Per questo, delle volte- e mi pare questo il tuo caso- ci troviamo a tradire un amico. Nel tuo caso, trapela dalle tue parole il dolore che hai provato nell’esserti scoperta più debole e fragile delle tue promesse. E questo è il primo segno che si tratta di un’amicizia veramente importante. Tradire la fiducia, nell’amicizia, è il più grave dei delitti perché un’amicizia vera è proprio sulla fiducia che si fonda e a differenza dell’amore non c’è l’attrazione fisica a “metterci una pezza”. E’ difficile ricucire un rapporto strappato, ma sono convinta che tu abbia ancora le carte in regola per farlo. Se sei riuscita una volta a superare tutte le barriere che la tua amica ha costruito dentro di sé per essere forte, puoi farlo ancora. Se la conosci bene, saprai che fiumi di telefonate e messaggi non serviranno a nulla. Servono i gesti, quelle azioni che lei non ti chiede ma di cui avrebbe bisogno. Vai, sono sicura che sei ancora in tempo! Una sola avvertenza: non ricadere nella trappola, non ritrovarti tra 6 mesi di nuovo a mettere la tua amica da parte- non fa a gara col tuo ragazzo, hanno posti diversi nel tuo cuore!!! L’amicizia vera perdona una volta, poi scompare in silenzio.

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13. Ci si può sentire prigionieri della propria vita?

Ci si può sentire prigionieri della propria vita? A me succede tutti i giorni. Mi sento in ostaggio di scelte che non sono mie, subisco gli eventi. Mi sento soffocare, ci sono momenti in cui mi sembra d’impazzire e l’unico commento che mi arriva dagli altri, amici e parenti in primis è che “sono solo un po’ depressa, passerà, datti una mossa!”. Mi sta stretta l’aria che si respira in famiglia, il paese di provincia in cui vivo dove tutti sanno tutto di tutti e giudicano anche solo con lo sguardo. Mi sta stretto questo cavolo di corpo che si allarga a dismisura, i giudizio di mio fratello che da Londra fa il filosofo sul senso della vita e mi dice che sto sprecando la mia. Fa presto lui a parlare che i problemi di casa li vede a chilometri di distanza, che si è fatto la sua vita e quando torna per le feste fa l’ospite d’onore e si gode sempre e solo l’aria della festa. Anche tanti amici con la crisi che c’è in Italia se ne sono andati; mentre io rimango qui chiusa nella gabbia dei miei sensi di colpa sapendo che i miei non hanno una lira da prestarmi, che già mi hanno dato quello che avevano per questi studi che non riesco a completare perché non mi appassionano (ho dovuto scegliere la facoltà più vicina a casa) che i problemi di salute di mia madre si aggraveranno e mio padre non sarà all’altezza di starle accanto. Per questo mi sento prigioniera di una vita che non sento mia, paralizzata nel fare tutto e anche quando penso, basta mollo tutto e che se la sbrighino loro, poi rimango dove sono.

Immobile

Sai cara, rispondendo a te, rispondo anche alla me stessa di qualche tempo fa, intrappolata com’ero in una vita che non accettavo. Anche se la regola del “mal comune mezzo gaudio” non da sempre il sollievo sperato, la condizione che tu denunci è comune a tantissime persone. Magra consolazione, penserai, ma quello che voglio dirti è che non è un problema tuo. Gli stravolgimenti sociali si riflettono sulle nostre vite provocando un senso di frustrazione e insoddisfazione soffocanti. Io mi sentivo così, all’epoca: SOFFOCATA! Mi sembrava che tutto quello che stava intorno a me mi togliesse l’aria: il bigottismo della gente, la mia famiglia, gli amici che non c’erano e venivano sostituiti dai conoscenti, l’assenza totale di stimoli. Sentivo la gente dirmi “aiutati che Dio ti aiuta”, “dai su è un momento passerà presto”, “ti fai troppi film” o peggio “la verità è che in fondo ti sta bene così, altrimenti te ne saresti già andata da un pezzo”. Nessuno capiva cos’era che mi legava a casa, quel senso di dovere e di responsabilità ma anche di “ricatto morale” che c’era sotto. E poi facile dire “parti, vai via!”, quando lo accennavo ai miei loro rimanevano in silenzio, la cosa peggiore: l’ambiguità! Voglio essere sincera con te, io non ne sono uscita con un grande gesto, con la rivoluzione. Non sono stata una di quelle che a un certo punto dà di matto, mette due cose in valigia e addio. Io sono quella dei piccoli passi. CAMBIAMENTI PICCOLI MA DECISI. Sarei anche potuta partire di punto in bianco, ma i problemi vanno superati e non evitati. Cosa ho fatto? Ho preso il calendario e in alto ho scritto: “Stay strong, cambia la tua vita in un anno” e per ogni mese e trimestre ho stabilito un obiettivo. Quali

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erano? Tante cose diverse: libri da leggere per motivarmi, abitudini da cambiare, iscrivermi in palestra e a altri corsi, trovarmi un piccolo lavoretto, trovare un amico/a di penna, fare ogni mese una cosa che non avevo mai fatto per riprendermi la mia autostima e sfidarmi un po’ (ho fatto volontariato, modella per parrucchieri, ho scalato una montagna, ho aperto un blog, ecc…). E soprattutto, con i primi soldi che sono riuscita a mettere da parte ho fatto un viaggio, breve, da sola. Un anno per ricominciare io e per abituare la mia famiglia a non dipendere da me, senza drammi. alla fine di questo anno l’obiettivo era cambiare città o se non fossi riuscita per ragioni economiche, sistemare una piccola casetta che avevamo in Paese e andare a vivere lì da sola. Non sarà facile, ma il prezzo per ogni obiettivo che non raggiungi sono le barre della prigione che si fanno più spesse. Quell’anno è servito soprattutto ai miei genitori e a mia sorella che non hanno dato più la mia presenza per scontata, si sono presi la loro parte di responsabilità e hanno capito che se io sto bene ogni ora che passo con loro è utile, altrimenti siamo solo relitti che non hanno la forza di sostenersi l’un l’altro. Inutile, no? Prendi in mano il tuo calendario. Lascia le certezze che hai e comincia a rompere la prigione. fuori c’è la tua vita che ti aspetta.

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14. L’amore corre in chat

Ciao, non so nemmeno il tuo nome, ma ti ho scoperto su fb, e poiché sono in un momento particolare ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, e visto il tuo “raccontami ti ascolto”, eccomi qui a scriverti in un ennesimo momento disconforto. Sono una donna di 56 anni, a luglio 2012,quindi quasi 2 anni fa, ho intrapreso una storia virtuale con un uomo su fb, che fino a ottobre scorso, ha corrisposto, intrattenendosi con me tutte le sere a lungo in chat. E’ un uomo molto affascinante nel suo esprimersi e ha completamente rapito la mia mente, il mio cuore e la mia anima. Fino ad ottobre, era tutto un intenso rapporto, poi ha incominciato a dire che aveva problemi e poteva riservare a me solo pochi minuti di pomeriggio o prima di cena. Tante volte gli ho chiesto se voleva che chiudessimo il nostro rapporto che tanto mi aveva dato, e tutte le volte, in cui ricadiamo nella stessa discussione mi dice che non vuole, vuole che restiamo buoni amici e che i suoi impegni gli impediscono di dedicarmi del tempo. L’altra sera, dopo un ennesima discussione, mi ha scritto “pensa positivo per una volta ti fa bene invece che pensare che sono tutti cattivi e io il peggio” dopo che ancora una volta mi aveva ignorata pur essendoci. Io sono davvero ferita, per il suo ignorarmi anche quando ci sono, e mi ripropongo tante volte di non scrivergli più, ma poi non ci riesco, è più forte di me e allora gli scrivo e quando gli parlo, lui mi rassicura , mi ascolta e sciolgo tutto il mio rancore verso di lui. Ma davvero vorrei riuscire ad eliminarlo dalla mia vita, anche se sento un sottile legame che ancora ci unisce. Non ci siamo mai incontrati per comune accordo, così ci siamo detti all’inizio, abitiamo in due posti lontani ed entrambi con famiglie a carico anche se entrambi separati in casa e quindi impossibilitati a costruire un qualsivoglia rapporto, io per amore dei miei due figli mai romperei il mio matrimonio che loro credono normale, perché ne sono certa soffrirebbero di un’eventuale separazione fra me e mio marito. Stasera ancora una volta, gli avevo scritto nel pomeriggio, un messaggio dolce, lui mi ha risposto quando ero già andata e quando sono ripassata, lui dopo un po’ è passato ma non mi ha risposto, ed è andato via senza nemmeno leggermi. Scusami, ma la cosa più brutta è che non posso parlarne con nessuno…un’amica ce l’ho ma nessuno sa di questa mia storia, che tanto mi ha dato, ma che ora tanto mi sta facendo soffrire, e quando per caso ho visto la tua pagina, mi sei sembrata almeno una possibilità per sfogarmi, e se qualcosa mi risponderai, ti leggerò con piacere. Ti ringrazio in anticipo per la tua disponibilità e spero di leggerti presto; un bacio ciao

Lunatica

Cara Lunatica, grazie a te per avermi scritto e per esserti confidata con me. Mi dispiace sapere che stai soffrendo perché so bene che quando si soffre per amore- sia che si tratti di una passione di carne sia che si tratti di un amore epistolare- la ferita è profonda e nulla sembra poterla rimarginare. E, quando si tratta di amori epistolari- o di chat o di social network che dir si voglia- si soffre anche di più. E già, perché le relazioni che nascono così, protette dalla lontananza e dallo schermo di un pc ci mettono molto più a nudo della vita offline; superato l’imbarazzo inziale, mettiamo i nostri pensieri, le nostre

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emozioni nelle mani di una persona che ci fa innamorare col cervello e con l’anima; magari non ci si vede, come nel tuo caso, ma quasi senza volerlo si stabilisce un appuntamento ben preciso in un momento della giornata e ci si attende, ci si mette online. Delle volte si vivono le giornate solo in funzione di quella pausa, per mettere via le maschere che usiamo nella vita di tutti i giorni ed essere noi stessi nell’incontro virtuale con l’altro. E’ per questo che si soffre di più, ci sembra che una parte di noi, la più intima sia scomparsa e ci abbia lasciato più fragili di come ci aveva trovato. In pratica, è più difficile far uscire un amore dalla nostra testa che dal nostro cuore!!! Io non so cosa sia accaduto nella vita di questo uomo per indurlo dopo un anno e mezzo a cambiare il vostro rapporto, ma possiamo provare insieme- sulla base di quello che tu mi hai raccontato a fare delle ipotesi: 1- possiamo credere che siano gli impegni a ridurre il tempo che ha a disposizione per le vostre conversazioni in chat; ma non credo ci sia bisogno di ricordare a una donna come te che un anno quando vuole stare/parlare con una donna è in grado anche di sollevare montagne, di scriverle poesie in piena notte, di farsi 1500 km di autostrada solo per darle un buongiorno! 2- La moglie lo ha scoperto e l’ha messo di fronte ad una scelta. Forse non era poi così separato in casa o lo era ma la moglie sta provando piano piano a ricucire le cose e lui ha ridimensionato il vostro rapporto ma non riesce comunque a staccarsene perché è molto importante anche per lui. 3- Ha iniziato a vedersi/chattare con qualcun’altro. Una nuova persona ha acceso il suo interesse (nella sua vita quotidiana o nuovamente in chat) ma la profondità di quello che c’è stato tra voi gli impedisce di troncare totalmente e vuole continuare ad avere la possibilità di sentirti ogni tanto. Ognuna di queste ipotesi potrebbe esser valida, ma solo lui conosce il vero motivo di questo cambiamento ma- visto che mi scrivi che hai provato ad indagare più volte- non credo che ti dirà facilmente la verità in merito. Quello su cui devi concentrarti invece sei tu. Per prima cosa quello che devi sapere è che non importa che tu abbia 56 anni e 2 figli, la sofferenza che provi adesso sarebbe stata la stessa anche se tu avessi avuto 26 anni e nessuna prole al seguito, te lo garantisco. Questa storia, questo rapporto ti ha dato molto, non permettere a niente e nessuno, nemmeno a lui di portarti via tutto il bello e il positivo. Conservalo gelosamente e se per farlo dovrai non sentirlo più, allora non scrivergli, perché ogni volta che discuti con lui le cose negative aumentano a discapito di quelle positive. Probabilmente, lui era a tua evasione. Ecco è arrivato il momento di trovartene un’altra, trova un altro amico di penna, esci, fai volontariato, iscriviti a un corso di ballo o in palestra, qualsiasi cosa concederti un nuovo spazio tutto tuo. ci saranno momenti in cui lui ti mancherà tantissimo, cerca di resistere e se non riesci e cedi al bisogno di sentirlo digli tutto, digli come stai- senza paura di sembrare ridicola o di umiliarti- sfogati, tira fuori tutta questa sofferenza, sarà terapeutico. Infine, affronta quello che è successo nel tuo matrimonio. Non so se il distacco potrà ricucirsi, di sicuro le distanze si possono accorciare con il dialogo e con piccole attenzioni. Spero di esserti stata utile, un abbraccio.

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15. Vicini ma lontani anni luce

Non dirò chi sono né quanti anni ho. E’ superfluo. Quello che voglio raccontare è che da 3 anni ho una relazione. Non è una frequentazione, ma non stiamo neppure insieme. Certe volte, quando parlo che le amiche di questo rapporto mi sorprendo a dire che siamo “equidistanti” dal coinvolgimento vero e proprio di una storia. Vorrei che lui sapesse darmi di più, lo vorrei tanto ma non so chiediglielo. Anche perché su quello che poteva offrirmi è stato chiaro sin dal primo giorno. Onesto, coerente, semplicemente un gran paraculo o codardo? credo che tutte le definizioni siano vere. Ma come Morfeo in Matrix, mi ha spiegato come stavano le cose e mi ha chiesto di scegliere: o così o ciao. E io ho scelto la prima opzione, profondamente convinta che poi sarebbe stato lui a chiedermi di più, o che saremmo scivolati senza accorgercene, con l’abitudine e il coinvolgimento in una vera e propria storia. Adesso, dopo tre anni, continuiamo questo rapporto senza impegno e senza ritmi (ci sono volte che passano 2 settimane senza vederci o giorni interi senza sentirci). Vorrei mettere un punto a tutto questo e voltare pagina. Ma poi ci sono quelle maledette giornate che trascorriamo interamente insieme, in cui ridiamo per le stesse stupidaggini, pensiamo le stesse cose e diventiamo complici nelle stesse passioni. Poi ognuno a casa sua e finisce la magia. Così capita che siamo spesso vicini ma lontani anni luce, con progetti di vita totalmente diversi. Che fare?

Quella che non pretende

Cara, la prima cosa che mi sono chiesta è “ma quella che non pretende, si accontenta?“. Tu che rispondi? Non stai pretendendo e automaticamente ti sei accontentata di questo rapporto? io, ormai lo sapete tutti, in amore sono contraria a ogni forma di ripiego spinto dalla voglia di accontentarsi di quello che c’è, del meno peggio, ecc… C’è questo uomo nella tua vita da ormai tre anni, tu ne sei innamorata, vorresti un rapporto che vada oltre che costruisca un progetto piano piano, un mattone dopo l’altro. E lui, cosa vuole? Glielo hai mai chiesto? Magari gli piace questo limbo di tranquillità, o magari vuole anche lui costruire ma non con te. Queste sono le domande (dolorosissime, sia chiaro) che dobbiamo avere il coraggio di farci quando ci troviamo in queste situazioni. Ci sono coppie in cui si parla troppo e altre in cui si parla troppo poco, la via di mezzo è sempre la via migliore e sta nel saper porre le vere e giuste domande, anche quando sappiamo che le risposte non ci piaceranno per nulla. La storia del “è così, prendere o lasciare” è una tecnica vecchia quanto il mondo. Ma nulla vieta a te di usarla a tua volta e porre a lui le tue condizioni! Non è semplice soprattutto quando in una coppia noi siamo la parte più innamorata e quindi quella più fragile e più disposta a sacrificarsi. Se quello che hai ti basta resta in questo rapporto; ma se il senso di insoddisfazione che senti dentro non accenna a calmarsi e ti si è annidato come un tarlo nel cervello, fermati e pretendi di più per te e per voi. Il tempo sprecato non te lo ridarà mai indietro nessuno.

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16. I miei genitori sono degli egoisti

I miei genitori sono degli egoisti, degli egoisti del cazzo! Non li odio, ma li sopporto a malapena. Ogni volta che mi dico “ma dai, no riprovaci, ritenta di creare un legame” loro puntualmente dicono o fanno qualcosa che mi conferma che sono una causa persa. L’ultimo caso ieri sera quando mio padre dopo 3 settimane dall’ultima volta che ci siamo visti, chiama per chiedermi in prestito casa e preservativi. Ho semplicemente riattaccato. Mia madre, che queste cose non le fa, non si risparmia però in cazzate di altro genere, come aver avuto 4 diversi compagni dalla separazione ad oggi. Si sono lasciati 16 anni fa- io ne avevo 10- e sono tornati a fare i ragazzini dimenticando però che avevano un figlio!!!! Non che io abbia subito grossi traumi (almeno credo) ma è sempre stato un “le scarpe te le fai comprare da quel tirchio di tuo padre che ancora ci deve dare due mesi di alimenti”, “se non posso mandarti in gita è colpa di quella vipera di tua madre che a momenti mi ha ridotto sul lastrico”, “chiedi alla nuova ragazza di tuo padre di portartici!” ecc, ecc, ecc. Alla fine, appena ho potuto ho cercato un lavoro e sono andato via di casa. Però ancora oggi dopo ieri sera, mi chiedo: ma possono esistere dei genitori così?

Fabio

Caro Fabio, esistono, esistono eccome!! Se fai una breve ricerca su internet vedrai che sono tantissime le associazioni che diffondono storie come le tue sulla condizione dei figli di separati, figli abbandonati a sé stessi o contesi! Beh, credo che tu possa rientrare nel primo caso, non mi pare dalle tue parole che i tuoi genitori abbiano lottato l’uno contro l’altro per averti con loro. Ma sono felice di sapere che – forse per merito del tuo carattere- tu non abbia riportato traumi! Purtroppo quello che molti di noi ignorano è che essere genitori non è uno status acquisito solo per la capacità di procreare, di moltiplicarsi; bensì dalla capacità di allevare, accudire, ed educare. Non tutti sono degni di essere genitori, e non è una questione di maturità, ma proprio di predisposizione dell’animo. Quindi la mia risposta è sì, si può essere egoisti anche come genitori. Mi dispiace che ti sia accaduto di provare cosa significhi convivere con dei genitori egoisti, ma spero che un giorno possa essere un genitore migliore per i tuoi figli, di quelli che sono capitati in sorte a te.

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17. Un tira e molla che massacra il cuore

Ciao…io ho un grande problema… che mi sta distruggendo … il mio compagno separato da oltre due anni e con un figlio di 18 anni, non ha ancora tagliato il cordone ombelicale con la moglie…anche se dice che mi ama, a lei va sempre la precedenza a causa del figlio… è quasi un anno che va avanti così, e per questo motivo per ben due volte l’ho lasciato… adesso sono in trappola…perchè circa 2 mesi fà ha avuto un ictus e si trova semiparalizzato in un letto di riabilitazione… mi cerca io vado … dedico tutto il mio cuore ed il mio tempo a lui… ma… spesso la famiglia di riunisce (in clinica) dove la famiglia si ricompone e si pranza tutti insieme, a quel punto io vengo avvisata … come per dire: “non venire” … non ho la forza di lasciarlo in quelle condizioni, ma io mi sto massacrando il cuore… tu che faresti “Scrivo di Cuore” ??

La compagna

Ciao, grazie per avermi scritto ed esserti sfogata con me! Mi è già capitato di incontrare persone (sia donne che uomini) che vivevano una situazione molto vicina a quella in cui adesso ti trovi tu. Quando il nostro compagno/a ha un importante vissuto alle spalle (altra famiglia, altri figli…) non sempre è facile trovare la quadra del rapporto. Il primo posto tra le sue priorità rimarrà sempre uno spazio troppo stretto per ospitare un nuovo amore e quello passato (prole annessa). Le vostre due rotture, credo, siano proprio il segno tangibile di come questa altalena abbia logorato il vostro rapporto, facendoti sentire messa da parte. Ti eri fatta forza e avevi detto un ancora troppo timido basta, ma ci eri ricascata. Poi è arrivato l’ictus: ha messo pausa a questo tira e molla e ti ha lasciata in un limbo. E’ come se fossi ad un bivio: se scegli di lasciarlo adesso qualcuno potrebbe rinfacciarti di essere scomparsa nel momento del bisogno; se rimani con lui, ti chiederai per sempre se l’uomo che hai accanto lo hai scelto per amore o per compassione. Secondo me il tuo cuore ha già scelto. Già prima di questo ictus eravate alle strette, e ti eri avviata sulla strada della rottura. Se è così proprio per rispetto del vostro rapporto, per non ferire la dignità del sentimento che in questi due anni vi ha legato, non devi tornare indietro. Mi chiedi cosa farei io? Io continuerei gradualmente sulla strada intrapresa. Non ti dico di scomparire dalla sua vita di punto in bianco, anzi. Vai in ospedale ogni volta che ti senti, anche se c’è la famiglia vai. Magari aspetti in corridoio, ma vai, non farti mettere da parte, non fare da tappabuchi. Vai e stagli vicino, con affetto sincero ma da amica. Approfitta di questo momento- seppur difficile- per ridimensionare le cose. Sarai presente ma con un ruolo diverso, e quando si sarà rimesso potrai scegliere una nuova strada senza portarti dietro nessun rimorso. E’ una strada in salita, ma è l’unica scelta onesta che vedo. Tranne che tu intenda rimanere con lui. In quel caso stagli vicino, ma rivendica il tuo ruolo proprio adesso anche agli occhi del figlio e dell’ex moglie. Nessuno può reggere in eterno ad un ruolo di secondo piano, ma soprattutto in amore- quello vero- nessuno merita di stare in disparte!

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18. Ti è mai capitato che le tue giornate fossero tutte uguali?

Ti capita mai che le tua giornate ti sembrino tutte identiche? Un monotonia infinita, giornate lunghissime e tutte uguali? A me si. Mi sveglio aspettando solo che la giornata finisca e vivo tutti i piccoli imprevisti come grandi novità, che so il andare dal dentista, uscire a cena con qualche amica, un film al cinema. Il mio lavoro d’archivista altra monotonia assoluta. È così già da tempo, per questo quando ho conosciuto per caso Matteo e lui ha iniziato a corteggiarmi, ho sentito un brivido. Credevo che la mia vita stesse per stravolgersi, per diventare un flusso continuo di emozioni, ma dopo i primi mesi, dopo l’elettricità che credo ci sia in ogni inizio di storia, siamo piombati nella routine. Non credo di amarlo, forse ho solo visto in lui la speranza di un cambiamento, di una passione travolgente. Così adesso combatto con l’idea di lasciarlo ogni volta che sento che questa monotonia mi sta soffocando e vorrei spezzarla. Eppure così facendo perderei anche lui, che è stato l’unico vero brivido degli ultimi 10 anni e che so, mi ama anche con tutti i miei limiti.

Teresa

Cara Teresa, io non so di cosa siano fatte le tue giornate oltre il lavoro e la relazione con Matteo. C’è un momento che dedichi allo sport? Alla danza? A qualsiasi altra passione si possa esercitare? La monotonia subentra quando le cose che facciamo- poche e tante che siano- non ci trasmettono più alcun entusiasmo, nessun “brivido” come lo chiami tu. Sono le emozioni che colorano le nostre giornate, ma se ci circondiamo di attività/cose/persone che non ce ne suscitano alcuna, le nostre giornate saranno piatte e grigie. Quindi la prima cosa che ti consiglio di fare è questa: prendi un foglio, scrivi un elenco di tutte le attività/cose/parsone che compongono queste giornate tutte uguali. Accanto ad ognuna scrivi l’emozione che ti suscita. Quando avrai finito, prova a ragionare su quali voci dell’elenco che hai composto possono essere eliminate, quali migliorate, quali riscoperte. Devi riprendere in mano il timone della tua vita. Si spezza così la monotonia. Devi essere tu il motore, gli altri, un amore o un’amicizia possono farti da benzina, darti la spinta ma il MOTORE sei e rimarrai sempre tu. Matteo ha provato a scuoterti come poteva. È vero ci sono amori che ti cambiano, che ti sconvolgano la vita, ma perché noi gli permettiamo di farlo. Se non lo ami Matteo rinuncia a questa storia- del resto lui non merita di vivere una storia in cui non è ricambiato- ma ricorda che i brividi non li devi inseguire, li devi creare.

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19. Come Gabbana scrivo una lettera alla mia ex, Daria

Proprio ieri ho letto su tanti giornali la lettera di Stefano Gabbana al suo ex Domenico Dolce. Tutta la notte ho pensato a questa cosa e alla fine ho deciso di scrivere anche io una lettera a Daria la mia ex che so segue il vostro blog. Quella brava a scrivere o comunque brava con le parole è lei, io non ho poesia. Cara Daria, inutile dirti che quello più sorpreso di questa lettera sono io. Non è da me, tu lo sai bene. Ma quando per caso ti ho incrociata e mi hai detto che ti sposi è stato come incassare un pugno nello stomaco. Ho sempre pensato che quando sarebbe successo, io avrei già avuto una famiglia mia e non avrei dato alcun peso alla cosa. Sono “un egoista di merda” come hai detto nella nostra grande lite. Sono felice per te, lo dico davvero. Ma c’è una cosa che devo dirti: anche io, a modo mio, ti ho amato. Tutte le volte che ci siamo presi e mollati, il problema era che io non ti amavo abbastanza, non ti davo attenzioni, coccole, ero egoista. È vero, verissimo. Ma io ti volevo bene in quel modo. Era il massimo che sapevo darti e non mi sforzavo perché tu invece mi davi tutto incondizionatamente. Oggi rimpiango di non averti preso più spesso tra le braccia, di non averti sostenuto nelle tue tante piccole battaglie. Poi ti sei stancata definitivamente di me e so che hai sofferto anche se tu devi sempre fare quella forte. Io non ti ho più cercata ed il motivo è uno solo: tu mi leggi dentro, prevedi le azioni i pensieri le parole, in pratica tutto quello che faccio. Quando mi guardi che sia passato un giorno o un anno dall’ultima volta che mi hai visto, mi fai sentire nudo. Sai tutto e questa cosa mi fa paura perché sapevo che non ti avrei mai potuto mentire, ti dovevo dare il massimo e io non so farlo. Però è proprio per questo che ti ho amato perché sapevo che quando mi abbracciavi forte ti prendevi tutto il pacchetto, il buono e il cattivo. Ecco era questo che volevo dirti. Ci tenevo sapessi che in un modo strano ti ho amato. Adesso, l’unica cosa che posso augurarti è di essere davvero felice.

Cristian

Spero che Daria legga le tue parole; forse non rimediano a quanto è successo tra voi, ma sicuramente l’ammissione di un errore giova a chi ne ha dovuto pagare le conseguenze.

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20. Amare “Oltre” non Amare “Per”…

L’unica spiegazione che so darmi è che quella sbagliata sono io. Esco da quasi due mesi con un ragazzo, un bel ragazzo, un po’ timido, ma intelligente e dolce. Gli amici e i parenti fanno il tifo per lui, invitandomi ad amarlo proprio PER queste cose. Ma come faccio a non vedere il resto? Tipo il suo diabete ereditario e la sua situazione economica non proprio rosea???? Io non sono una attaccata ai soldi, ma la notte voglio dormire tranquilla senza l’ansia di avere dei debiti o la paura che la sua salute peggiori. Sono sbagliata.

Paola

Cara Paola, io partirei subito col dire che nessuno è fatto “giusto” o “sbagliato” in termini assoluti. Certo ognuno di noi ha i suoi pregi e i suoi difetti e proprio per questo va considerato nella sua totalità. Come hai fatto tu descrivendomi brevemente questo ragazzo: sei partita dai pregi e sei passata poi a dirmi quali sono- secondo te- i suoi difetti, sempre che una malattia ereditaria e un portafogli un po’ vuoto possano esser definiti tali. Scrivi che i tuoi amici e la tua famiglia ti consigliano di guardare alle cose positive e di lasciare che il tuo cuore si affezioni a queste. Ed è qui che sta l’inghippo. Non dovremmo “amare PER”, ma essere capaci di “innamorarci PER e amare OLTRE”. Quando amiamo una persona in funzione di qualcosa sia essa un pregio o un difetto (la bellezza, il carattere, i soldi, ecc…) facciamo dipendere un sentimento da elementi che possono cambiare e stravolgersi in qualsiasi momento. Quando invece amiamo OLTRE, significa che il nostro sentimento abbraccia la totalità di quella persona, non chiede altro, non esamina più nessun dettaglio. Ecco perché nel tuo caso io credo che tu non sia sbagliata. Semplicemente non sei innamorata né ami il ragazzo di cui mi scrivi. E non è che te lo puoi imporre. L’hai frequentato e non è scattato nulla, ma siccome è bello, intelligente e dolce, il tuo cervello sta cercando in tutti i modi di trovare una motivazione plausibile per giustificare questo sentimento mancato. Ma non rifugiarti nella motivazione economica o nella sua malattia, perché non c’è uomo su questa terra che potrà garantirti che non si ammalerà mai o sarà sempre ricco; potrai trovare invece un uomo onesto che ti dica come stanno le cose ora e ti tenda la mano per provare ad andare OLTRE insieme.