scripta manent

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Numero 1 Scripta Manent Edita “Di me sono state create due immagini. Sono una pazza, una mezza pazza, un'eccentrica. [...] Ho abitudini dissolute; [...] ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carne- vale. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. [...] Nulla impedisce di concilia- re i due ritratti. [...] L'essenziale è presentarmi come un'anorma- le. [...] Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizio- nata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si pos- sono giudicare stra- vaganti solo se di essa non si capisce niente”. Con questo passag- gio tratto da una memoria del 1963, “La forza delle cose”, si apre il seminario dedicato alla intellettuale, scrittrice, femminista Simone De Beauvoir. Si commemorano i sessanta anni dalla pubblica- Simone De Beauvoir: L’esistenza precede l’essenza 18 Maggio 2009 Un seminario di studi dedicato all’intellettuale femminista “Donna non si nasce ma si diventa” R I P E N S A N D O Lo staff di Edita intervista le relatrici del seminario Dall’indifferenza alla differenza: A 60 anni dalla pubblicazione del saggio che la rese celebre tra gli intellet- tuali si avverte ancora la ne- cessità di riflet- tere intorno alla figura di Si- mone de Beauvoir. Il seminario di studi organizza- to dal Comitato Pari Opportunità dell’U- niversità del Salento si inserisce in quegli spazi di riflessione che rendono ancora oggi attuale e contemporaneo il suo pensiero . “L’essere eccezio- nale ti consegna all’essere sola” Sono intervenute: M.Forcina, P.Guida, A. Masi, È G. Politi, A.. Romanovic, L. Magi Interrogare oggi “Il Secondo Sesso” Interviste alle relatrici (segue a pag. 3) zione del saggio che la rese famosa, “Le deuxième sexe” del 1949. Il Seminario promosso dal Comita- to Pari Opportunità dell’Università del Sa- lento si propone più che come un confron- to fra studiosi, come un “sincero” momento di riflessione sull’intel- lettuale che ha cambia- to qualcosa. Ha trasferito l’espe- rienza della politica in un impe- gno rigoroso di vita. (segue a pag.2) Simone De Beauvoir

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periodico di attualità e cultura di genere

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Page 1: Scripta Manent

Numero 1

Scripta Manent Edita

“Di me sono state create due immagini. Sono una pazza, una mezza pazza, un'eccentrica. [...] Ho abitudini dissolute; [...] ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carne-vale. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. [...] Nulla impedisce di concilia-re i due ritratti. [...] L'essenziale è presentarmi come un'anorma-le. [...] Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizio-

nata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si pos-sono giudicare stra-vaganti solo se di essa non si capisce niente”. Con questo passag-

gio tratto da una memoria del 1963, “La forza delle cose”, si apre il seminario dedicato alla intellettuale, scrittrice, femminista Simone De

Beauvoir. Si commemorano i sessanta anni dalla pubblica-

Simone De Beauvoir: L’esistenza precede l’essenza

18 Maggio 2009

Un seminario di studi dedicato all’intellettuale femminista

“Donna non si nasce ma si diventa”

R

I

P

E

N

S

A

N

D

O

Lo staff di Edita intervista le relatrici del seminario

Dall’indifferenza alla differenza:

A 60 anni dalla pubblicazione del saggio che la rese celebre tra gli intellet-tuali si avverte ancora la ne-cessità di riflet-tere intorno alla figura di Si-mone de Beauvoir.

Il seminario di studi organizza-to dal Comitato Pari Opportunità dell’U-niversità del Salento si inserisce in quegli spazi di riflessione che rendono ancora

oggi attuale e contemporaneo il suo pensiero .

“L’essere eccezio-nale ti consegna all’essere sola”

Sono intervenute:

M.Forcina, P.Guida, A. Masi, È G. Politi, A.. Romanovic,

L. Magi

Interrogare oggi “Il Secondo Sesso” Interviste alle relatrici

(segue a pag. 3)

zione del saggio che la rese famosa, “Le deuxième sexe” del 1949. Il Seminario promosso dal Comita-to Pari Opportunità dell’Università del Sa-lento si propone più che come un confron-to fra studiosi, come

un “sincero” momento di riflessione sull’intel-lettuale che ha cambia-

to qualcosa. Ha trasferito l’espe-rienza della politica in un impe-gno rigoroso di vita. (segue a pag.2)

Simone

De Beauvoir

Page 2: Scripta Manent

(segue da pag.1)

Un impegno volto a costruire un’identità etica o un’arte di vive-re, a veicolare un modello della pratica del sé attraverso cui la sua stessa vita diventa occasio-ne di lettura e di scrittura. Su que-sti temi si è sof-fermata la stu-diosa Patrizia Guida dell’Uni-versità del Salen-to.

La passione della scrittura ha connotato tutta l’esistenza di Simone durante l’intero arco della sua vita. Sin da quando era un’adolescente, tanto da poter parlare di écritu-re-femme, come suggerisce la docente di letteratura francese, Loredana Magi. Intende la scrittura come mezzo di libera-zione non più confi-nato a un uso pura-m e n t e intimisti-co. Così la lettera-tura per S imone , come già suggeriva Sartre nel suo saggio “Qu’est-ce qu’est la littérature?”, diventa luogo elet-to per un éngagement politico e contemporaneamente per un diséngagement dalle convenzio-ni sociali. È la scrittura che le ha permesso di indagare sulla propria identità e di incidere così sulla società in cui vive, provando a riequilibrare il ruolo dei due sessi.

Centrale e di ampio respiro l’intervento della studiosa An-tonella Masi che ha cercato in

modo suggestivo di tracciare un percorso che dalla De Beauvoir ha portato al pensiero femmini-le di oggi, incontrando Carla Lonzi, intellettuale che ha con-ferito al femminismo un reale senso di pienezza e di liberazio-ne, partendo da se stessa. La

rappresentante del “Centro di docu-mentazione e cultu-ra delle donne”, si sofferma su due espressioni di gran-de intensità, quali “alzare il cielo” e “sovrana solitudi-ne”, che restituisco-no l’alto valore del-la storia delle don-ne, del loro stare

nel mondo, e che danno alla scrittura di Simone la possibili-tà di lasciare tracce che spalan-cano nuovi orizzonti.

Immaginiamo la politica, più che riflesso degli attuali giochi di partito, come uno sguardo di lunga durata, comeciò che ha davvero la capacità di orientare il mondo. Come suggerisce la filo-sofa Marisa Forcina, anima di questo incontro.

Se appare come un conca-tenarsi di pensieri che si precisa nel rapporto dialettico tra il vis-

suto personale di ciascuno e ciò che accade nel mondo, nella dialettica tra autentici-tà e inautenticità, la libertà e la volontà di essere diventa-no dato politico fermo e conferiscono al pensiero femminile la speranza di cambiare il mondo, di guar-dare al futuro, come Simone avrebbe desiderato.

Giovanna Rita

PAGINA 2 SCRIPTA MANENT NUMERO 1

“Donne, come la De

Beauvoir, non sono solo

una traccia di intelligenza,

ma anche una traccia che

si fa carne” Antonella Masi

“Io restai stupefatta del cla-more che suscitarono: capitoli pubblicati in tempo moderno”. Scrive Simone De Beauvoir a proposito dell’uscita del suo libro del 1949. (“La force des choses”, Ga1li-mard, 1963).

Relatrici del seminario

Edizione originale del 1949

Page 3: Scripta Manent

- In relazione al rapporto fra letteratura italiana ed esisten-zialismo femminile, qual è stato il riverbero culturale del pen-siero della De Beauvoir nella letteratura novecentesca italia-na?

R. “Il secondo sesso” viene pubblicato nel ’49, ma è un te-sto che viene ripreso solo in una fase successiva che identifichia-mo con la rivoluzione del ’68 e quindi con la scrittura femmini-le degli anni ’70. In questo mo-mento non riesco a pensare a una scrittura italiana che si sia rifatta in maniera diretta a quel-la di Simone De Beauvoir. Per esempio non c’è con lei lo stes-so legame che c’è con Virginia Woolf.

- Lei si è interessata di storia di genere e di donne anche al li-vello locale, (“Scrittrici di Pu-glia” 2008), tra le autrici da lei riscoperte ce ne sono alcune sconosciute in Italia, ma già note in Europa. Può dirci qual-cosa su questo caso editoriale particolare?

R. La scrittura pugliese femmi-nile paga un prezzo abbastanza alto per due ragioni. Il primo è il suo essere “femminile” e questo aspetto la relega a un cir-cuito editoriale che è al margine. Allo stesso tempo è una scrittura “meridionale”, quindi non appar-tiene al circuito principale, quello diretto, che si chiama “mainstream”, e soffre di que-sta condizione geografica che è svantaggiosa. Ma il problema, oltre ad essere di natura geogra-fica, è soprattutto di tipo cultu-rale e di distribuzione e diffu-sione della cultura e della lette-ratura che evoca le donne. Devo confessare però per onestà in-tellettuale che le donne entrano pesantemente in questo proces-so di ghettizzazione. Poiché esasperano alcuni fenomeni e alcune situazioni che creano spesso percorsi paralleli, senza

intersecarsi con altri. Noi non possiamo continuare a parlare delle donne come qualcosa a sé

stante rispetto al genere umano e a creare percorsi paralleli. Ci nuo-ce ed è una co-struzione stratifi-cata della società. Non esiste un genere. Lo abbia-mo costruito noi

e continuiamo a farlo. Finora lo

hanno costruito gli uomini. Ora noi abbiamo “preso in mano” il gioco. Tra venti o trent’anni qualcuno ci riderà dietro, accu-sandoci di dire un cumulo di sciocchezze. Che cos’è l’identi-tà? Non maschile o femminile. È su quello che noi ci stiamo inter-rogando.

Intervista a cura

di Andrea Fiorucci

concetto di Pari Op-portunità oggi?

R. Pari Opportunità non corrisponde pro-priamente alla possi-bilità di avere la pa-rità tra donne e uo-mini che è invece

una cosa ancora da realizzare, ma è un altro discorso. Anche gli uomini hanno proget-

- Lei si occupa di “studi di ge-nere” e ricopre la carica all’in-terno dell’uni-versità, di dele-gata alle Pari Opportunità. A suo avviso cosa penserebbe Simo-ne de Beauvoir del “moderno”

tato tante cose prive di concre-tezza. Basti pensare a ciò che Bauman definirebbe “società liquida”, che è inafferrabile, sfugge, n definitiva non produce né felicità, né sapere, né sapien-za, né politica. Certamente le donne non vogliono questa pari-tà al maschile, però è importan-tissimo che tutti abbiano delle opportunità uguali di partenza,

Voci di donne a confronto…

PAGINA 3 SCRIPTA MANENT NUMERO 1

Patrizia Guida

A tu per tu con Patrizia Guida

A tu per tu con Marisa Forcina

Marisa Forcina

Page 4: Scripta Manent

te perché lei va oltre il piano della rivendicazione Ha aperto una possibilità, una strategia,

una con-dizione che spo-sta asso-lutamente i piani. Il pensiero e la prati-ca della differenza di genere

in qualche modo aggiungono, ma non mo-dificano, l’apertura non solo teorica ma di scelta di vita, di

esistenza. Quindi c’è un percor-so fatto di passaggi che io sento e trovo coerente. Credo che questo piano non appartenga solo alla passione delle donne, ma possa parlare e dare indica-zioni utili a tutti, anche agli uo-mini. Simone de Beauvoir non ha soltanto preceduto tutte noi, ma ci contiene e continua a par-lare per noi - Il femminismo aveva l’obietti-vo principale di aiutare la donna a sviluppare le proprie potenzia-lità intellettuali e a rivalutare la propria dignità. Nel mondo con-temporaneo, invece, è frequente

- Cosa rappresenta il libro “Il secondo sesso” per il “Centro di documentazione e cultura delle donne” di Bari?

R. Penso che “Il secondo sesso” sia importante non so-lo per il Centro, ma per tutte le donne che hanno vissuto una fase della loro vita legata anche all’emancipazione e non solo a quella. La riscoperta di Si-mone de Beauvoir è una neces-sità politica e storica del presen-

PAGINA 4 SCRIPTA MANENT NUMERO 1

A tu per tu con Antonella Masi

Antonella Masi

dove, se non parità, dovrebbe essere data una possibilità al proprio progetto di vita. A tutti dovrebbe essere consentito non solo l’accesso ma anche il go-dimento della felicità. Se man-ca la possibilità di accedervi i “giochi sono fatti”. Sembrereb-be che io stia parlando della felicità come di qualche cosa che esula dalla politica e dalla morale. Ma già nella “Costituzione agli Stati Uniti d’America” ne è ribadito il di-ritto e dunque è un dato essen-zialmente politico. Tutti devo-no avere pari opportunità di accesso e di godimento della felicità, che non è una cosa a-stratta.

- Ha citato il convegno del 19-92 in cui si afferma la volontà di chiamarsi “filosofa” e non filosofo. Cosa rappresenta quella gambetta alla “o” che trasforma il filosofo in filosofa per una donna?

R. Significa il riconoscimento

di una soggettività pensante, altrimenti nel neutro indistinto e universale si perde l’esistenza. Invece noi siamo delle esistenze che si giocano nel mondo. Se tolgo-no l’esistenza a uomini e a donne ci tolgono tutto, non c’è altro al di là dell’esistenza e senza non c’è pro-gettualità. Il suo riconoscimento è fondamentale, più dell’essenza.

- L’intellettuale Simone De Beau-voir in riferimento alle proprie idee innovative sembra si colle-gh i a l l e t eo r i e soc io -costruzioniste mettendo in risal-to quanto la soggettività e l’i-dentità femminile siano dei co-strutti sociali e non biologici. Al contempo nel “Secondo sesso” la scrittrice asserisce : “La don-na? È semplicissimo – dice chi ama le formule semplici: è una matrice, un'ovaia; è una femmi-

na: ciò basta a definirla”. In riferimento a ciò notiamo due idee apparentemente diver-

genti. Cosa ne pensa?

R: L’essere donna, anzi femmina è l’essere definiti in base a un’idea, a un’essenza, un dato teorizzato e

teorizzabile che precede l’esistenza.

Noi siamo soggetti condizio-nati, siamo votati allo scarto secondo una visione sessista e patriarcale. Essere donna vuol dire restituire alle sog-gettività femminili le proprie esistenze: la libertà di essere.

Intervista a cura di

Andrea Fiorucci

Comitato promotore dell’iniziativa

Page 5: Scripta Manent

la scelta di essere un po’ “oggetto sessuale”. Ne sono prova gli e-sempi quotidiani forniti dal mon-do della televisione. Rappresenta una sconfitta per il femminismo? O la libertà di scelta costituisce comunque una vittoria? R. Ovviamente diventare un “oggetto” non potrebbe mai es-sere la mia scelta personale;. Sarebbe in contraddizione con tutte le mie convinzioni. Io ri-spetto qualunque scelta, purché nasca da consapevolezza e sia autentica. Cosa che, a mio pare-re, è vera solo parzialmente. Non so se una simile scelta, apparentemente libera e disin-volta, possa derivare da una pie-na adesione e da un reale desi-derio personale. Spesso è una trappola. Spiegarlo è molto

complicato, perché oggi è tutto più ambiguo. Ciò che appare come liberatorio porta dentro una serie di condizionamenti e di scelte – io credo – infelici. Un simile pensiero potrebbe risultare infondato, visto che parliamo di persone giovani, belle, apparentemente felici. Ma non hanno potere, perché vivo-no in uno spazio che viene con-segnato loro, ma che può essere tolto in qualsiasi momento. Al-lora se non è il tuo spazio non c’è vera libertà. Rispetto tutte le scelte delle donne e degli uomi-ni purché non abbiano questo prezzo. Purché corrispondano e facciano parte di una scelta per-sonale, profonda e autentica.

Intervista a cura di

Gianluca Matarrelli

PAGINA 5 SCRIPTA MANENT NUMERO 1

Il “Centro Studi G.A. Rogge-rone e A. Prontera” di Lecce hanno organizzato, il 15 mag-gio presso il monastero della Benedettine la presentazione dell’ultimo libro di Luisa Mu-raro: “Al mercato della felici-tà. La forza irrinunciabile del desiderio”. “Come non cedere sui desideri quando il confronto con la re-altà sembra perdente?”. È la domanda con la quale la filo-sofa torna a riflettere su un tema classico della filosofia: la ricerca della felicità nel mon-do moderno. In un momento in cui un uomo o una donna, appena si “muovono”, trovano “muri da ogni parte”, è forte la tentazione di rinunciare ai de-sideri e di rassegnarsi all’an-

gustia della propria esisisten-za. In una so-cietà e in una cultura che non re-stituiscono valori e sen-so di sicu-rezza, in una vita metafo-ricamente associata al “mercato”, il desiderio, la volizione e la passione resi-stono. Anche in questo libro, appare sullo sfondo silenziosa ma carica di significato la figura della donna. Una docile vec-chietta che con il proprio “fare” diventa metafora di virtù e sen-

timenti che nella contempora-neità sembrano non trovare conferma.

La Muraro è stata tra le fondatrici del-la Libreria delle Donne di Milano (1975) e della Co-munità filosofica Diotima (1984). Ha lavorato al concetto della differenza, favorendone la di-vulgazione e contri-buendo a renderlo

imprescindibile anche nel dibat-tito politico e filosofico italiano.

Andrea Fiorucci e Giovanna Rita

Luisa Muraro presenta il suo ultimo libro: “Al mercato della felicità. La forza irrinunciabile del desiderio”

LA REDAZIONE

Andrea Fiorucci

Gianluca Mattarelli

Giovanna Rita

Lucia Rizzelli