schema del processo produttivo alla fornace di laterizi frazzi

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CAVA L'estrazione dell’argilla avveniva per mezzo della draga, macchina escavatrice che grattava il materiale direttamente dalle colline, poi diventate laghetti, e scaricava i sedimenti nei carrelli. Qua lavorava il dragatore, meccanico responsabile dei movimenti macchina ed una squadra di cavatori che verificavano la bontà dell’argilla. IMPASTATRICE L’argilla bagnata veniva estrusa: il pezzo prendeva il nome di pane ed usciva dalla macchina fino ad ottenere una lunghezza media di 50 cm. A questo punto, un operaio lo spezzava a mano e lo disponeva su di un carrellino per il trasporto fino alla macchina impastatrice. STAMPATRICE E TRAFILATRICE All’interno dello stabilimento c’erano due macchine per la sagomatura dei prodotti. La M11 era utilizzata per stampare i laterizi (mattoni pieni), la M12, detta la Zurlona, per trafilare i blocchi di argilla bagnata. Il pane era infilato a monte della macchina trafilatrice che, a seconda dello stampo, produceva il tipo di laterizio richiesto. I trafilatori erano gli operai specializzati in questa fase: mentre uno tagliava con un filo d’acciaio il pezzo, l’altro lo infilava con un grande forchettone e lo poneva su di un telaio di legno o un carrello. Il lavoro del trafilatore era regolato dai veloci ritmi di produzione e lo sforzo fisico era senza dubbio notevole. In questa fase i turni dei lavoratori erano più brevi e a rotazione. ESSICCAZIONE All’essicatoio c’erano dei telai in legno con le gambe, detti appunto gambette. Sopra queste strutture in legno erano poggiati i laterizi crudi da due operai: i filatori. Il filatore faceva le fila del materiale fresco e assieme a loro c’era un operaio semplice, detto il cane, che spingeva dal basso i pezzi per facilitare il posizionamento sui telai. Il tempo di essiccazione era di circa un mese. A stabilire il momento dello smontaggio delle gambette e lo scarico dei materiali era il Caporale che verificava le condizioni di umidità. Durante i primi anni ‘50 fu costruito un seccatoio a ventilazione forzata, con il quale l’essiccazione avveniva in sole ventiquattro ore. FORNO HOFFMANN Lo stabilimento contava due forni: la Vecchia Fornace Hoffmann già presente al momento della vendita da parte dei Tini ed un secondo Forno Hoffmann costruito quasi subito dopo il 1936. I fuochisti avevano il compito di gestire tutto il processo di cottura: dopo un periodo di 5-6 giorni i materiali potevano essere smontati e portati al grande piazzale. PIAZZALE ESTERNO I materiali cotti venivano riposti su lunghe carrette per il trasporto manuale al piazzale, con un sistema di staffetta tra le squadre. I pignoni, materiali disposti per tipologia, erano così pronti per la vendita. A fare l’inventario dei prodotti stivati e poi venduti c’era il Consegnatario di Magazzino. TRASPORTO Solitamente si utilizzavano carrelli del tipo Decauville per portare l’argilla dalle cave all’impastatrice e per spostare i laterizi asciutti dagli essiccatoi alle camere dei forni. Se gli spostamenti erano più brevi gli operai si servivano di nastri trasportatori. Le donne che si occuparono, fino alla fine degli anni ‘50, di trasportare il materiale ancora umido dalla macchina trafilatrice agli essiccatoi, carocavano sulla testa i telai in legno, portandone anche più d’uno. Dopo la cottura, il materiale veniva spostato sul piazzale con delle carrette apposite, grazie alla forza di squadre d’operai. Il ciclo produttivo dei laterizi Frazzi cominciava e terminava all’interno dello stabilimento. La fornace infatti disponeva di cave per l’estrazione dell’argilla di buona qualità poco distante dal luogo di lavorazione. La produzione era quindi a ciclo continuo e competitiva perché totalmente in loco. 1 3 4 5 6 7 2 POZZO PIAZZALE CON PIGNONI DI MATERIALE VECCHIA FORNACE UFFICI CIMINIERA CABINA ELETTRICA TETTOIE DEPOSITO E MACINA LIGNITE CASA RICCI PIANO PRIMO GAMBETTE PIAZZALE CON PIGNONI DI MATERIALE CAVA CAVA SECONDA FORNACE ESSICCATOIO DEPOSITO ARGILLA SALA MACCHINE FALEGNAMERIA E DEPOSITO MATERIALI DEPOSITO MATERIALI TETTOIA PER I LATERIZI FATTI A MANO OFFICINA GAMBETTE DEPOSITO MATERIALI ESSICCATOIO A VENTILAZIONE FORZATA REFETTORIO CARRI O CAMION FORNO HOFFMANN 4 giorni VENTILATORI 24 ore CALORE NATURALE 30 giorni M12 TRAFILATRICE M11 STAMPATRICE IMPASTATRICE DRAGA 1 2 3 4 5 6 7 N PROCESSO PRODUTTIVO

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Schema del processo produttivo alla Fornace di laterizi Frazzi

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CAVAL'estrazione dell’argilla avveniva per mezzo

della draga, macchina escavatrice che

grattava il materiale direttamente dalle

colline, poi diventate laghetti, e scaricava

i sedimenti nei carrelli. Qua lavorava

il dragatore, meccanico responsabile

dei movimenti macchina ed una squadra

di cavatori che verificavano la bontà

dell’argilla.

IMPASTATRICEL’argilla bagnata veniva estrusa: il pezzo

prendeva il nome di pane ed usciva dalla

macchina fino ad ottenere una lunghezza

media di 50 cm. A questo punto, un operaio

lo spezzava a mano e lo disponeva su di un

carrellino per il trasporto fino alla macchina

impastatrice.

STAMPATRICE E TRAFILATRICEAll’interno dello stabilimento c’erano due

macchine per la sagomatura dei prodotti.

La M11 era utilizzata per stampare

i laterizi (mattoni pieni), la M12, detta la

Zurlona, per trafilare i blocchi di argilla

bagnata. Il pane era infilato a monte della

macchina trafilatrice che, a seconda dello

stampo, produceva il tipo di laterizio

richiesto. I trafilatori erano gli operai

specializzati in questa fase: mentre uno

tagliava con un filo d’acciaio il pezzo, l’altro

lo infilava con un grande forchettone e lo

poneva su di un telaio di legno o un

carrello. Il lavoro del trafilatore era regolato

dai veloci ritmi di produzione e lo sforzo

fisico era senza dubbio notevole. In questa

fase i turni dei lavoratori erano più brevi e a

rotazione.

ESSICCAZIONEAll’essicatoio c’erano dei telai in legno con

le gambe, detti appunto gambette. Sopra

queste strutture in legno erano poggiati i

laterizi crudi da due operai: i filatori.

Il filatore faceva le fila del materiale fresco

e assieme a loro c’era un operaio semplice,

detto il cane, che spingeva dal basso i pezzi

per facilitare il posizionamento sui telai.

Il tempo di essiccazione era di circa

un mese. A stabilire il momento dello

smontaggio delle gambette e lo scarico

dei materiali era il Caporale che verificava

le condizioni di umidità.

Durante i primi anni ‘50 fu costruito un

seccatoio a ventilazione forzata, con il quale

l’essiccazione avveniva in sole ventiquattro

ore.

FORNO HOFFMANNLo stabilimento contava due forni:

la Vecchia Fornace Hoffmann già presente

al momento della vendita da parte dei Tini

ed un secondo Forno Hoffmann costruito

quasi subito dopo il 1936.

I fuochisti avevano il compito di gestire tutto

il processo di cottura: dopo un periodo di

5-6 giorni i materiali potevano essere

smontati e portati al grande piazzale.

PIAZZALE ESTERNOI materiali cotti venivano riposti su lunghe

carrette per il trasporto manuale al piazzale,

con un sistema di staffetta tra le squadre.

I pignoni, materiali disposti per tipologia,

erano così pronti per la vendita. A fare

l’inventario dei prodotti stivati e poi venduti

c’era il Consegnatario di Magazzino.

TRASPORTOSolitamente si utilizzavano carrelli del tipo

Decauville per portare l’argilla dalle cave

all’impastatrice e per spostare i laterizi

asciutti dagli essiccatoi alle camere dei

forni.

Se gli spostamenti erano più brevi gli operai

si servivano di nastri trasportatori.

Le donne che si occuparono, fino alla fine

degli anni ‘50, di trasportare il materiale

ancora umido dalla macchina trafilatrice

agli essiccatoi, carocavano sulla testa

i telai in legno, portandone anche più d’uno.

Dopo la cottura, il materiale veniva spostato

sul piazzale con delle carrette apposite,

grazie alla forza di squadre d’operai.

Il ciclo produttivo dei laterizi Frazzi cominciava e terminava all’interno dello stabilimento.La fornace infatti disponeva di cave per l’estrazione dell’argilla di buona qualità poco distante dal luogo di lavorazione. La produzione era quindi a ciclo continuo e competitiva perché totalmente in loco.

1 3 4 5 6

72

POZZOPIAZZALE CON PIGNONI DI MATERIALE

VECCHIA FORNACE

UFFICI

CIMINIERA

CABINAELETTRICA

TETTOIE DEPOSITO E MACINA LIGNITE

CASA RICCI PIANO PRIMO

GAMBETTE

PIAZZALE CON PIGNONI DI MATERIALE

CAVA

CAVA

SECONDA FORNACE

ESSICCATOIO

DEPOSITO ARGILLA

SALA MACCHINE

FALEGNAMERIA E DEPOSITO MATERIALI

DEPOSITO MATERIALI

TETTOIA PER I LATERIZI FATTI A MANO

OFFICINA

GAMBETTE

DEPOSITO MATERIALI

ESSICCATOIO A VENTILAZIONE FORZATA

REFETTORIO

CARRI O CAMION

FORNOHOFFMANN

4 giorni

VENTILATORI24 ore

CALORENATURALE30 giorni

M12TRAFILATRICE

M11STAMPATRICE

IMPASTATRICE

DRAGA

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3

4

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N

PROCESSO PRODUTTIVO