sangerolamo meno di un minuto spettacoli per riparare la ... · più piccola perdita della...

1
C he cos’è la «parola di Dio»? Per i cristiani, da sempre, quella contenuta nei «libri» (biblia) del Li- bro per eccellenza: la Bib- bia. Il cristianesimo è una Religione del Libro. Ma confrontarsi con questo Libro gigantesco, travolgente e insie- me scomodo, ostico, misterioso, è fin dagli inizi della tradizione cristiana un’impresa tutt’altro che semplice. Al- la cerniera tra la fine del medioevo e l’inizio dell’età moderna è proprio dal- l’esigenza di «criticare» il Libro — os- sia di costituire un testo filologico del- la Bibbia disponibile a tutti dopo l’in- venzione della stampa — che nascono gli immensi conflitti scientifici e anche teologici tra studiosi cattolici e rifor- mati da cui peraltro nascerà la filolo- gia stessa come metodo. D’altro canto la prassi di una lettura personale del Libro e la necessità di una sua inter- pretazione individuale, in senso spiri- tuale, era già affiorata prepotentemen- te fin dai primi secoli dell’età bizanti- na, nella vita asce- tica e nella cultura monastica, nei ver- si di Efrem il Siro come nei detti dei Padri del Deserto. Ed era continuata in quel fondamen- tale filone della let- teratura cristiana che è l’esegesi bibli- ca. I Padri della Chiesa vi si erano misurati senza eccezione, creando, nelle magnifiche opere letterarie in cui interpretavano e commentavano ora l’uno ora l’altro dei libri della Bib- bia — dall’Exaemeron ai Salmi, da Giobbe al Cantico dei Cantici — alcuni dei capolavori assoluti della letteratu- radituttiitempi. «I Padri della Chiesa e gli eremiti del deserto erano attenti a inserire e incorporare la parola biblica in ogni aspetto della loro disciplina spirituale e vita quotidiana», ha scritto il Patriar- ca Ecumenico Bartolomeo nel suo messaggio augurale ai più di duecento- cinquanta tra teologi e studiosi oltre- ché prelati delle più alte gerarchie del- le chiese ortodosse (dal Patriarcato di Antiochiaaquellodi Mosca, dalla chiesa ucraina, serba, bul- gara, rumena a quel- la armena) oltre che cattolica (fra gli al- tri, i cardinali Soda- no e Silvestrini), e ol- treamonaciemona- che provenienti da monasteri ortodossi (Grecia, Russia, Bul- garia, Romania, Monte Sinai, Armenia, Stati Uniti) co- sì come cattolici e riformati (Belgio, Francia, Italia, Svizzera, Ungheria), che — vero «miracolo», come lo ha de- finitogiàieriMichelVanParys—siin- contrano e confrontano, da oggi a sa- bato, sotto l’egida di Enzo Bianchi nel XIX Convegno Ecumenico Internazio- nale di Spiritualità Ortodossa di Bose, sul tema, appunto, «La parola di Dio nellavitaspirituale». Nella tradizione delle Chiese orien- tali, e di quella greco-bizantina in par- ticolare, la lettura e l’interpretazione dellaBibbianonèineffettimaiqualco- sadidato,dichiuso:alcontrario,resta sempre provvisoria, interlocutoria, vi- vente. «Come la Scrittura interroga la vita, così la vita interroga la Scrittu- ra». E la parola biblica, trasformando- si coi secoli sempre più in parola litur- gica, si mescola inestricabilmente con l’esistenza terrena, i suoi colori e le sue stagioni, il ciclo prefissato dei suoi riti,lesuemaiprevedibilivicissitudini, nella memoria conscia o inconscia di quegli uomini e donne del medioevo percui,comescrivevaHuizinga,«tutti gli eventi della vita avevano forme ben più marcate di quanto non abbiano ora, e fra dolore e gioia, fra calamità e felicità, il divario appariva più grande, e ogni stato d'animo aveva ancora quel grado di immediatezza e di asso- lutezza che la gioia e il dolore hanno ancheoggiperlospiritoinfantile». Come ha scritto nel suo messaggio augurale al Convegno il patriarca di Mosca Kiril, citando Giovanni Criso- stomo, per comprendere il Libro su cui poggia la tradizione cristiana è ne- cessaria «non la sapienza umana ma la rivelazione dello Spirito». Per la tra- dizione orientale, l’interpretazione del- la Bibbia, presupponendo quest’ispira- zione, non può attuarsi se non in una disposizione, appunto, spirituale, e non solo richiede preghiera ma è pre- ghierainsestessa. Non è forse vero, questo, d’altron- de, per ogni grande libro? Non è forse una forma di preghiera quella con cui, anche se totalmente laici, ci disponia- mo alla comprensione e ci rendiamo disponibili all’intima percezione, non necessariamente e comunque non so- lamente razionale, di ogni libro antico e grande, e dunque in quanto tale, an- che per un laico, «sacro»? Ogni gran- de libro, proprio come la Bibbia, a se- conda del momento della vita in cui lo leggiamo, ci appare diverso, ci dà ri- sposte diverse, ci sembra addirittura sconosciuto. Monaci, teologi e biblisti di diverse fedi si confrontano in un convegno che si apre questa mattina a Bose Ha senso la “parola di Dio” nella vita quotidiana di oggi? Nel monastero biellese TRA GLI OSPITI I metropoliti di alcune chiese ortodosse e i cardinali Sodano e Silvestrini I «Il XIX Convegno ecumenico in- ternazionale di spiritualità ortodos- sa» raccoglie da oggi a sabato a Bose alcuni tra i maggiori biblisti e i più au- torevoli esponenti delle diverse Chie- se ortodosse.Nella giornata inaugura- le, intervengono il priore di Bose, En- zo Bianchi e il metropolita Chrysosto- mos di Messenia (Chiesa ortodossa di Grecia), con una relazione sulla Bibbia nella celebrazione liturgica. Conclude- ranno i lavori del convegno il metro- polita Elpidophoros di Bursa del Pa- triarcato di Costantinopoli e il metro- polita Ilarion di Volokolamsk, presi- dente del Dipartimento per le relazio- ni esterne del Patriarcato di Mosca. SILVIA RONCHEY BOSE (BI) L’ESEGESI L’interpretazione dei testi non è mai definitiva ma è qualcosa di vivente San Gerolamo Il Padre della Chiesa nonché traduttore della Bibbia, in un celebre dipinto di Caravaggio, conservato alla Galleria Borghese di Roma

Upload: others

Post on 22-Jan-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: SanGerolamo Meno di un minuto SPETTACOLI per riparare la ... · più piccola perdita della sensazione di controllo può avere gravi effetti sulla fiducia, sulla felicità e sulla

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - 43 - 07/09/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/CULTURA/01 - Autore: MASMAN - Ora di stampa: 06/09/11 22.30

Che cos’è la «parola diDio»? Per i cristiani, dasempre, quella contenutanei «libri» (biblia) del Li-bro per eccellenza: la Bib-

bia. Il cristianesimo è una Religionedel Libro. Ma confrontarsi con questoLibro gigantesco, travolgente e insie-me scomodo, ostico, misterioso, è findagli inizi della tradizione cristianaun’impresa tutt’altro che semplice. Al-la cerniera tra la fine del medioevo el’inizio dell’età moderna è proprio dal-l’esigenza di «criticare» il Libro — os-sia di costituire un testo filologico del-la Bibbia disponibile a tutti dopo l’in-venzione della stampa — che nasconogli immensi conflitti scientifici e ancheteologici tra studiosi cattolici e rifor-mati da cui peraltro nascerà la filolo-gia stessa come metodo. D’altro cantola prassi di una lettura personale delLibro e la necessità di una sua inter-pretazione individuale, in senso spiri-tuale, era già affiorata prepotentemen-te fin dai primi secoli dell’età bizanti-na, nella vita asce-tica e nella culturamonastica, nei ver-si di Efrem il Sirocome nei detti deiPadri del Deserto.Ed era continuatain quel fondamen-tale filone della let-teratura cristianache è l’esegesi bibli-ca. I Padri dellaChiesa vi si eranomisurati senza eccezione, creando,nelle magnifiche opere letterarie incui interpretavano e commentavanoora l’uno ora l’altro dei libri della Bib-bia — dall’Exaemeron ai Salmi, daGiobbe al Cantico dei Cantici — alcunidei capolavori assoluti della letteratu-ra di tutti i tempi.

«I Padri della Chiesa e gli eremitidel deserto erano attenti a inserire eincorporare la parola biblica in ogni

aspetto della loro disciplina spiritualee vita quotidiana», ha scritto il Patriar-ca Ecumenico Bartolomeo nel suomessaggio augurale ai più di duecento-cinquanta tra teologi e studiosi oltre-ché prelati delle più alte gerarchie del-le chiese ortodosse (dal Patriarcato di

Antiochia a quello diMosca, dalla chiesaucraina, serba, bul-gara, rumena a quel-la armena) oltre checattolica (fra gli al-tri, i cardinali Soda-no e Silvestrini), e ol-tre a monaci e mona-che provenienti damonasteri ortodossi(Grecia, Russia, Bul-garia, Romania,

Monte Sinai, Armenia, Stati Uniti) co-sì come cattolici e riformati (Belgio,Francia, Italia, Svizzera, Ungheria),che — vero «miracolo», come lo ha de-finito già ieri Michel Van Parys — si in-contrano e confrontano, da oggi a sa-bato, sotto l’egida di Enzo Bianchi nelXIX Convegno Ecumenico Internazio-nale di Spiritualità Ortodossa di Bose,sul tema, appunto, «La parola di Dionella vita spirituale».

Nella tradizione delle Chiese orien-tali, e di quella greco-bizantina in par-ticolare, la lettura e l’interpretazionedella Bibbia non è in effetti mai qualco-sa di dato, di chiuso: al contrario, restasempre provvisoria, interlocutoria, vi-vente. «Come la Scrittura interroga lavita, così la vita interroga la Scrittu-ra». E la parola biblica, trasformando-si coi secoli sempre più in parola litur-gica, si mescola inestricabilmente conl’esistenza terrena, i suoi colori e lesue stagioni, il ciclo prefissato dei suoiriti, le sue mai prevedibili vicissitudini,nella memoria conscia o inconscia diquegli uomini e donne del medioevoper cui, come scriveva Huizinga, «tuttigli eventi della vita avevano forme benpiù marcate di quanto non abbianoora, e fra dolore e gioia, fra calamità efelicità, il divario appariva più grande,e ogni stato d'animo aveva ancoraquel grado di immediatezza e di asso-lutezza che la gioia e il dolore hannoanche oggi per lo spirito infantile».

Come ha scritto nel suo messaggioaugurale al Convegno il patriarca diMosca Kiril, citando Giovanni Criso-stomo, per comprendere il Libro sucui poggia la tradizione cristiana è ne-cessaria «non la sapienza umana mala rivelazione dello Spirito». Per la tra-dizione orientale, l’interpretazione del-la Bibbia, presupponendo quest’ispira-zione, non può attuarsi se non in unadisposizione, appunto, spirituale, enon solo richiede preghiera ma è pre-ghiera in se stessa.

Non è forse vero, questo, d’altron-de, per ogni grande libro? Non è forseuna forma di preghiera quella con cui,anche se totalmente laici, ci disponia-mo alla comprensione e ci rendiamodisponibili all’intima percezione, nonnecessariamente e comunque non so-lamente razionale, di ogni libro anticoe grande, e dunque in quanto tale, an-che per un laico, «sacro»? Ogni gran-de libro, proprio come la Bibbia, a se-conda del momento della vita in cui loleggiamo, ci appare diverso, ci dà ri-sposte diverse, ci sembra addiritturasconosciuto.

Monaci, teologi e biblisti di diverse fedi si confrontanoin un convegno che si apre questa mattina a Bose

Volete migliorare unaspetto importante del-la vostra vita? Magariperdere peso, trovarel’anima gemella, ottene-

re il lavoro dei vostri sogni o sem-plicemente essere più felici? Prova-te questo semplice esercizio:«Chiudete gli occhi e immaginateil vostro nuovo io. Pensate a comesarebbe bello indossare quegli at-tillatissimi jeans griffati, uscirecon Brad Pitt o Angelina Jolie, se-dere su una lussuosa poltrona dipelle ai vertici della gerarchiaaziendale, o sorseggiare una piñacolada mentre le calde onde delMar dei Caraibi vi accarezzanodelicatamente i piedi».

La buona notizia è che alcunifautori dell’autoaiuto raccomanda-no da anni esercizi di questo tipo.La cattiva notizia è che, secondo unvasto corpus di ricerche, questi me-todi sono inefficaci nella miglioredelle ipotesi e dannosi nella peggio-re. Anche se immaginare il vostroio perfetto vi fa stare meglio, que-sto genere di evasione mentale puòanche lasciarvi impreparati alle dif-ficoltà che si pre-sentano lungol’aspra stradaverso il successo,aumentando cosìle probabilità chevacilliate al pri-mo ostacolo anzi-ché persistere difronte al fallimen-to. Fantasticaresul paradiso interra può strap-parvi un sorriso, ma è improbabileche vi permetta di realizzare i vo-stri sogni.

Secondo altre ricerche, lo stes-so vale per molte famose tecnichedi autoaiuto che promettono di mi-gliorare l’esistenza. La tendenza a«credersi felici» reprimendo i pen-sieri negativi può condurre le per-sone a essere ossessionate proprioda ciò che le rende infelici. Il brain-storming può produrre idee menonumerose e originali di quelle degliindividui che lavorano da soli. Pren-dere a pugni un cuscino e urlare asquarciagola può aggravare, anzi-ché attenuare, la rabbia e lo stress.

Poi vi è il famigerato «Yale GoalStudy». Secondo alcuni autori, nel1953 un’équipe di ricercatori inter-vistò i laureandi di Yale, chiedendoloro di mettere per iscritto gliobiettivi che avrebbero voluto rag-giungere nella vita. Vent’anni do-po, i ricercatori rintracciarono lamedesima coorte e scoprirono chequel 3 per cento che si era prefissa-to dei traguardi precisi aveva fattomolta più strada del 97 per centoche non l’aveva fatto. E’ un aneddo-to incoraggiante, spesso citato nei

libri e nei seminari di autoaiuto perdimostrare quanto sia utile definire ipropri obiettivi. Vi è solo un piccoloproblema: a quanto pare, l’esperi-mento non ebbe mai luogo. Nel 1996,il giornalista Lawrence Tabak dellarivista Fast Company svolse un’inda-gine, contattando diversi autori chel’avevano menzionato, il segretariodel comitato studentesco di Yale nel1953, e altri ricercatori che avevanoprovato ad appurare se lo studio fos-se realmente stato condotto. Nessu-no fu in grado di fornire le prove, per-ciò Tabak dovette concludere che sitrattava quasi sicuramente di unaleggenda metropolitana. Per anni, iguru dell’autoaiuto avevano tranquil-lamente fatto riferimento a una ri-cerca senza accertarsi della sua ef-fettiva esistenza.

I singoli e le aziende sottoscrivo-no da anni i moderni miti della men-te e, così facendo, riducono forse leprobabilità di raggiungere i propriscopi e ambizioni. Peggio ancora,questi fallimenti spingono spesso lepersone a credere di non poter con-trollare la propria vita. Ciò è partico-larmente deleterio, perché anche lapiù piccola perdita della sensazionedi controllo può avere gravi effetti

sulla fiducia, sullafelicità e sulla lon-gevità. In uno stu-dio classico condot-to da Ellen Langerall’Università diHarvard, metà deipazienti di una ca-sa di cura ricevetteuna pianta e fu invi-tata a occuparse-ne, mentre l’altrametà ricevette una

pianta identica ma si sentì dire chese ne sarebbe occupato il personale.Sei mesi dopo, i membri del secondogruppo erano assai meno sani, felicie attivi di quelli del primo. Nota anco-ra più triste, il 30 per cento dei pa-zienti che non si erano presi cura del-la pianta era morto, contro il 15 percento di coloro che avevano avuto lapossibilità di esercitare quella formadi controllo. Risultati analoghi sonoemersi in molti ambiti, tra cui l’istru-zione, la carriera, la salute, le relazio-ni interpersonali e le diete. Il messag-gio è chiaro: chi ritiene di non esserepadrone della propria vita è menodestinato a riuscire, e meno sano a li-vello fisico e psicologico.

Qualche anno fa pranzavo con lamia amica Sophie, una brillante e af-fermata trentenne che ricopre unaposizione prestigiosa in una societàdi consulenza in organizzazioneaziendale. Di recente, mi spiegò,aveva acquistato un famoso libroche insegnava a essere più felici, emi domandò cosa ne pensassi. Ri-sposi che avevo serie riserve sul fon-damento scientifico di alcune diquelle tecniche, e aggiunsi che uneventuale fallimento poteva causa-

re notevoli danni psicologici. Assun-se un’espressione preoccupata,quindi mi chiese se la psicologia ac-cademica avesse proposto metodipiù scientifici per migliorare l’esi-stenza. Presi a descriverle alcune ri-cerche molto complesse sulla felici-tà e, dopo un quarto d’ora o giù di lì,mi interruppe. Disse educatamenteche, per quanto il discorso fosse in-teressante, era molto impegnata, emi pregò di darle qualche consigliorapido ed efficace. Le domandaiquanto tempo avessi a disposizione.Consultò l’orologio, sorrise e rispo-se: «Circa un minuto?».

Il suo commento mi indusse a ri-flettere. Molte persone sono attira-te dai metodi per lo sviluppo e il mi-glioramento delle capacità, perchéoffrono soluzioni veloci e semplici avari problemi dell’esistenza. Pur-troppo, la psicologia accademica siinteressa raramente a questi argo-menti oppure propone risposte as-sai più impegnative ed elaborate(da cui la scena del film Il dormiglio-ne, di Woody Allen, dove il protago-nista si sveglia duecento anni dopola sua epoca, sospira e spiega che sefosse stato in terapia per tutto quel

tempo, sarebbe quasi guarito). Michiesi se nelle riviste scientifiche vifossero tecniche e suggerimenticomprovati empiricamente ma an-che rapidi da mettere in pratica.

Per alcuni mesi esaminai innume-revoli articoli su ricerche effettuatein molti campi della psicologia. A po-co a poco si deli-neò uno schemapromettente: ri-cercatori di ambi-ti molto diversiavevano messo apunto tecnicheper aiutare le per-sone a raggiunge-re obiettivi e ambi-zioni nel giro di po-chi minuti anzi-ché di mesi. Rac-colsi centinaia di studi tratti da mol-te aree delle scienze comportamen-tali. Dall’umore alla memoria, dallapersuasione alla procrastinazione,dalla capacità di recupero alle rela-zioni, insieme essi fondano la nuovascienza del cambiamento rapido.

Vi è una storia vecchissima, spes-so raccontata per riempire il tempodurante i corsi di formazione, ri-

guardo a un uomo che cerca di ripa-rare lo scaldabagno. Pur provandociper mesi, non riesce ad aggiustarlo.Alla fine si arrende e decide di chia-mare un tecnico. Quest’ultimo arri-va, dà un lieve colpetto allo scaldaba-gno e fa un passo indietro mentrel’apparecchio si accende. Quindi

consegna il conto alcliente, e quelloobietta che dovreb-be pagare moltomeno, perché il la-voro ha richiestosolo qualche secon-do. L’altro spiegacon calma che nongli ha addebitato iltempo necessarioper dare il colpet-to, bensì gli anni di

esperienza indispensabili per capi-re esattamente dove darlo. Come iltecnico dell’aneddoto, i metodi de-scritti in questo libro dimostranoche il cambiamento efficace non ri-chiede necessariamente un lungoperiodo. Anzi, può occupare menodi un minuto e spesso è solo que-stione di sapere esattamente dovedare il colpetto.

Anticipiamo l’introduzione di RichardWiseman al suo volume La scienza del

cambiamento rapido applicata aglialtri. 59 secondi (Ponte alle grazie, 174

pagine), che uscirà a fine mese. Lopsicologo britannico Richard Wiseman

ha lavorato alla University ofHertfordshire e nel 2002 proprio per lui è

stata istituita la prima cattedrabritannica in Public Understanding of

Psychology. Mago professionista, èentrato a far parte giovanissimo del

famoso Magic Circle. Autore dinumerose pubblicazioni accademiche,

conosciuto in tutto il mondo, hapubblicato testi di grande successo come

Quirkology, tradotto in più di ventilingue. Appare regolarmente sui media eil suo canale su YouTube ha registrato 6

milioni di visitatori. Da Ponte alle grazieha pubblicato nel 2010 59 secondi.

Pensa poco, cambia molto di cui ilnuovo volume è l’ideale proseguimento.

Wiseman sarà tra i protagonisti diTorino Spiritalità

Meno di un minutoper riparare la mente

e lo scaldabagno

Ha senso la “parola di Dio” nella vita quotidiana di oggi?

Nel monastero biellese

Accademico ma anchemago professionista

&AntonellodaMessinainvetrinaaMoscaDa venerdì al 20 novembre alcuni tra i capolavori diAntonello da Messina saranno esposti nei saloni dellaGalleria Statale Tretyakov di Mosca. Si tratta della Madonnacol Bambino benedicente e un francescano in adorazione (adestra) e l’Ecce Homo (verso del, precedente) del museoregionale di Messina; il San Gerolamo, il San Gregorio e il

Sant’Agostino della Galleria regionale di Palazzo Abatellis diPalermo. Le opere d’arte approdano nella capitale dell’exUnione Sovietca nel cartellone delle manifestazioni perl’Anno bilaterale Italia-Russia «per la promozione dellalingua e della cultura russa in Italia e dell’Italia in Russia». Adicembre arriverà in Sicilia una mostra sulle «AvanguardieRusse», con i capolavori del museo moscovita., che possiedeuna delle maggiori collezioni di opere dei protagonsiti diquel movimento. Le due mostre sono state presentate ieri aPalazzo Abatellis di Palermo.

TRA GLI OSPITI

I metropoliti di alcune chieseortodosse e i cardinali

Sodano e Silvestrini

URLARE A SQUARCIAGOLA

Può far crescerela rabbia e lo stress che

si vorrebbero combattere

IL CAMBIAMENTO RAPIDO

Migliorare la propriaesistenza è possibile anche

in poco tempo

I «Il XIX Convegno ecumenico in-ternazionale di spiritualità ortodos-sa» raccoglie da oggi a sabato a Bosealcuni tra i maggiori biblisti e i più au-torevoli esponenti delle diverse Chie-se ortodosse.Nella giornata inaugura-le, intervengono il priore di Bose, En-zo Bianchi e il metropolita Chrysosto-mos di Messenia (Chiesa ortodossa diGrecia), con una relazione sulla Bibbianella celebrazione liturgica. Conclude-ranno i lavori del convegno il metro-polita Elpidophoros di Bursa del Pa-triarcato di Costantinopoli e il metro-polita Ilarion di Volokolamsk, presi-dente del Dipartimento per le relazio-ni esterne del Patriarcato di Mosca.

Oggi la presentazioneIl festival dedicatoalla fine dei tempi

SILVIA RONCHEYBOSE (BI)

ARavenna il festivaldantescoNel nome di Dante Alighieri e della lingua che ha prodotto eche identifica l’Italia cementandone l’unità, Ravenna ospitada domani a sabato la prima edizione di «Dante 2021»,festival il cui titolo allude al settimo centenario della mortedel sommo poeta. L’inaugurazione coinciderà con unconvegno su «La lingua delle Costituzioni italiane1848-2011», protagonisti tra gli altri il costituzionalistaGustavo Zagrebelsky e la linguista Bice Mortara Garavelli.

Anticipiamo l’introduzione al nuovo libro di Richard WisemanLo psicologo sarà fra i protagonisti di Torino Spiritualità

CULTURASPETTACOLI

L’ESEGESI

L’interpretazione dei testinon è mai definitiva

ma è qualcosa di vivente

I MANUALI DI AUTOAIUTO

Con le loro tecnicherischiano di aumentarein realtà le frustrazioni

San GerolamoIl Padredella

Chiesanonchétraduttoredella

Bibbia, inuncelebredipintodiCaravaggio,conservatoalla

GalleriaBorghesedi

Roma

LEGGENDA METROPOLITANA

La ricerca sul successodei laureandi di Yale che

avevano «obiettivi chiari»

RICHARD WISEMAN

I Viene presentata oggi la VII edi-zione di Torino Spiritualità, la ker-messe organizzata dal Circolo deiLettori che si svolgerà dal 29 settem-bre al 2 ottobre. «In fine. Vivere sul li-mite dei tempi» è il titolo scelto: il fe-stival cerca di rispondere alle doman-de che l’umanità si pone di fronte al-l’annunciata fine dei tempi. In circasessanta incontri si affronterannoquattro temi-cardine. Il primo è quel-lo legato a Genesi e Apocalisse, perripercorrere un viaggio alla scopertadell'umanità a partire dall'Antico Te-stamento: tra i relatori Vittorino An-dreoli, Haim Baharier, Umberto Ga-limberti, Angela Finocchiaro, Mauri-zio Maggiani, Salvatore Natoli, Tel-mo Pievani, Roberto Piumini, NicolaSpinosa, Gustavo Zagrebelsky. Il se-condo gruppo di dibattiti sarà inve-ce incentrato sul tema delle promes-se e delle profezie: relatori AdrianaDestro, Frederic Lenoir, Mauro Pe-sce, Roberto Vacca, Luciano Mazzoc-chi). Il terzo filone è invece intitolato«I tempi sono maturi», ovvero comedare un nuovo senso a un modo didire, che nel linguaggio quotidianoappare svuotato: ne parleranno Ro-berto Escobar, Maurizio Ferraris,Jean Pierre Dupuy, Patrik Ourednik,Mario Perniola, Giorgio Vasta.). Infi-ne, il tema «Visioni dal quotidiano»con Michael Barry, Gabriella Caramo-re, Vito Mancuso, Gianni Vattimo, Ri-chard Wiseman. Questi quattro ma-cro-argomenti costituiranno l’ossa-tura principale del festival,in cui si in-seriranno interventi di altri relatoritra cui Enzo Bianchi, Oscar Brenifier,Giampiero Comolli, Svami Hamsa-nanda Giri. Informazioni e il pro-gramma dettagliato su www.torino-spiritualita.org

MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE 2011 43LA STAMPA