salutare 51

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Poste Italiane Spa - sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1- DCB - Avellino mensile d’informazione per la Salute e il Benessere n° 51 Distribuzione Gratuita info: 0825.74603 dr. Nicola Topo Centro Acustico www.salutare.info Belli dentro mamme e papà c’è un regalo x Voi

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mensile gratuito sulla salute e benessere

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Belli dentro

mamme e papà

c’è un regalo

x Voi

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Vorremmo ringraziare uno per uno tutti quelli che ci leggono, scrivono, sostengono, ma una sola pagina non basta. Molti di voi ci aiutano tanti altri ne traggono beneficio...è “solo” questo che vogliamo:

continuare a farlo.

La Sanità che Comunica bene crea valore per il cittadino

Una sana abitudine

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Strumenti di comunicazione per enti e aziende

Salutare mette a disposizione dei suoi partner una serie di iniziative di comunicazione personalizzata.

Tali servizi fanno parte di un progetto di marketing sociale che Salutare promuove e il cui obiettivo è migliorare costantemente l'interazione con i lettori.

Le aziende e gli enti sostenitori possono usufruire di molteplici soluzioni, attraverso le quali aumentare la visibilità e il consenso del proprio brand, e allo stesso tempo contribuiscono concretamen-te alla causa sostenuta da Salutare: fornire una giusta e completa informazione in ambito medico-sanitario.

In particolar modo, è possibile:

* contribuire alla realizzazione di una serie riservata di copie, caratterizzate da una copertina personalizzata, da rivolgere ad un particolare bacino d'utenza di riferimento;

* personalizzare espositori di varia misura con il proprio logo e contribuire alla stampa delle relative riviste da contenere, per aumentare i punti di diffusione della rivista cartacea sul territorio;

* promuovere e diffondere campagne informative che riguardino iniziative sociali o argomenti strettamente collegati al mondo della salute e del benessere;

* organizzare convegni, workshop ed eventi legati all'ambito medico-sanitario, attraverso i rapporti di partnership instaurati con la nostra testata.

Il Tuo contributo consentirà di diffondere più informazioni a più persone.

per informazioni: tel.: 082574603

e-mail: [email protected]

Page 3: Salutare 51

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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Sommario

7 Pedagogia L'insignificanza

8 Dermatologia Vitiligine

9 Sanità L'Integrazione socio-sanitaria in Campania

10 Medicina Emorroidi

11 Logopedia Comunicazione aumentativa alternativa

12 Criminologia La sindrome del bambino maltrattato 13 Terapia Cefalea

14 Ricerca Meno sale, più salute

15 Posturologia I Sistemi di postura

17 Formazione L'Osservatorio Nazionale sulla violenza scolastica

18 Musicoterapia La riabilitazione dal morbo di Parkinson

19 Pedagogia La pedagogia clinica

20 Diagnostica L'automisurazione della pressione arteriosa

22 Fitoterapia Una stella da mangiare

23 Podologia Il Gioco del calcio

24 Oftalmologia Occhio e videoterminali

25 Sessuologia Sessualità e mito

26 Benessere Riabilitazione e bellezza

27 Sociale Gli sportelli di orientamento della Provincia di Salerno

28 Nutrizione La dieta come prevenzione dell'obesità infantile

30 Psicoterapia Sorrisi e risate (parte terza)

31 Psicologia Il trattamento del disturbo antisociale

32 Urologia Cistiti recidivanti

33 Medicina Estetica Il trattamento 'soft' della cellulite e delle adiposità localizzate

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Pubblicazione mensile Anno V n° 51Marzo 2009Distribuzione gratuitaReg. Tribunale Avin data 15/01/2004 N° 419

Tiratura: 20.000 copieEditore: Ass. Culturale Salutare

Direttore Responsabile: Mario BarbarisiRedazione: Valentina Mattiello, Angela Romano Progetto grafico: Promova Coop. Soc. OnlusArea web: Carmine Serino

Collaborazioni:dott.ssa N. Angelache, dott. ssa R. Arnone, dr. B. Baldi, A. Baldi, dott. G. Barba, dr. V. Cicalese, dott.ssa L. De Varti, dott.ssa N.Santoro, dr. A. Del Sorbo, dott.ssa G. Fiore, dott. A. Leggiero, prof. M. Lozzi, dr. D. Marra, dott. A. Mascari, dott.ssa R. Santoro, dr. A. Pacilio, dott. G. Pistillo, I. Pucci, dott. A. Sabato, dott. P. Strazzullo, Prof. A. Suelzu, dr. D. Trotta, dr.ssa T. Zungri, dr. M. Mastroberardino.

sito: www.salutare.infoe-mail: [email protected]

contatto skype: salutare.infoTel.: 0825.74603 - fax: 0825.769808

Contributi: c/c postale n° 55117402intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 210 Avellino

Stampa: Csd - Na

Salutare è la rivista gratuita con diversi argomenti nell’ambito della salute e benessere: medicina, psicologia, farmacia, alimentazione, ambiente e tanti altri.

Si avvale della collaborazione di professionisti del settore che mettono a disposizione le proprie conoscenze al servizio di tutti i cittadini.

Partecipare a SALUTARE significa sostenere un’iniziativa culturale intrapresa per sensibi-lizzare alla salvaguardia del benessere comune e di fornire ai lettori oltre ai servizi, il supporto da consultare per essere sempre aggiornati.

Un’Azienda che usufruisce di uno spazio su Salutare ha la possibilità di comunicare ai lettori le strutture, i servizi, le iniziative esulla SALUTE e il BENESSERE.

Il materiale grafico e redazionale deve pervenire entro il giorno

10 del mese precedente alla pubblicazione.

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contattaci al numeroTel.: 0825.74603

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Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito.Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista.

AssociazioneCulturale SalutareVia Due Principati, 210 83100 Avellinoinfo: tel. 0825 74603e-mail: [email protected]

Scrivete a

Via Due Principati, 210

Questo spazio è pensato per voi

Crediti immagine: Copertina: © dash - Fotolia

Gentile redazione,con piacere ho sfogliato il nuovo alle-gato di Salutare dello scorso numero. L'ho trovato ricco di spunti e argomenti interessanti. Sono in attesa di due gemelli e partorirò a breve. Grazie per i consigli sui temi riguardanti questo momento bellissimo che sto vivendo.Con affetto, Annachiara

Cara Annachiara, siamo entusiasti che Baby Magazine stia ricevendo così tanti consensi. Proprio sul secondo numero questo mese potrà trovare un articolo interessante circa la “crescita contem-poranea” di due bebè, come nel suo caso. Le facciamo i nostri migliori auguri.

Salve,sul numero precedente ho visto, nelle pagine dedicate ai 50 numeri di Salutare, diverse copie che purtroppo non ho. Mi piacerebbe sapere come riceverli a casa. Grazie. (Fabio T.)

Caro Fabio, sono in tanti a fare la sua richiesta, vorremmo, ma non possiamo spedire le copie arretrate. Sul sito però può consultare on-line tutti i numeri, dal primo all'ultimo e stampare gli articoli che le interessano. Saluti.

Il 16 dicembre 2008, accompagnavo mio padre, affetto da neoplasia polmonare, alla prima seduta di che-mioterapia presso una struttura sanitaria romana. Durante l’attesa, trovavo l’ispirazione per scrivere una poesia osservando il comportamento dei medici, i quali oltre alla loro elevata professionalità, mostravano naturale attenzione per i rapporti umani con i pazienti e loro familiari, trasmettendogli serenità e considerazione grazie a gesti molto semplici quanto importanti: un sor-riso, un buongiorno, chiamarli per nome ecc. ecc. .

Con questa poesia ho voluto sottoli-neare quanto è importante il rapporto umano, in particolar modo con le persone affette da malattie irreversibili o anziane, con la speran-za che faccia riflettere tutti gli operatori sanitari sull’importanza di considerare il malato nella sua personalità e non esclusiva-mente come patologia da curare.

Il Medico (poesia di Fabrizio di Croce)

Il Medico, conosciuto meglio come il dottore,vive con il compito di toglierci il dolore,lui più che esercitare una professione,vive portando a termine una missione.

Il Medico, inizia presto a studiare ed insieme a lavorare,ma solo molto tardi inizia bene a guadagnare.Tutto questo a lui non lo sconforta,perché ugualmente a tutti i malati apre la sua porta.

Il Medico, spesso ingiustamente viene accusato,solo perché, come tutti gli uomini, può aver sbagliato.Comunque a lui non lo fermano neanche tali insulti,continua inesorabilmente a fare il suo, dando consulti.

Tutti i Medici, per la società sono importantied alcuni anche in Paradiso meritano spazi grandi,questi non solo sono bravi a curare,ma ai pazienti un sincero Sorriso sanno donare.

Roma, 23 dicembre 2008

Invia il tuo curriculum a: [email protected]

È necessaria professionalità, voglia di fare, una naturale predisposizione alle relazioni pubbliche.

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News

Termometri al mercurio:lasciano il passo alla tecnologia.

L’obiettivo è quello di evitare danni am-bientali causati dalla sostanza che ha già contribuito ad arrecare seri danni all’am-biente marino e un progressivo avvelena-mento da mercurio in numerose specie ittiche. Dal 3 aprile 2009 infatti, entra in vigore un Decreto Ministeriale che recepisce una normativa europea e che colpisce tutti gli strumenti di misurazione prodotti con il mercurio. Dovremo dunque liberarci di quelli che abbiamo in casa, facendo bene attenzione a non gettarlo nella spazzatura perché si contribuirebbe all’inquinamento am-

bientale: i vecchi strumenti dovranno essere consegnati alle farmacie o gettati nelle piazzole ecologiche. Dal prossimo mese, dunque, non sarà più possibile trovarlo in vendita, e dovremo scegliere se usare uno tra i più avanzati sistemi di misurazione (digitale o a infrarossi) oppure optare per un termometro che sostituisca al mercurio una lega di Gallio, Indio e Stagno del tutto naturale.Ma finché il termometro a mercurio viene ancora utilizzato è necessario sapere cosa fare nel caso in cui dovesse rompersi. Alcune precauzioni da adottare in caso di rottura dello stru-mento esistono, però, ed è bene conoscerle:1. non utilizzare scopa ed aspirapolvere per raccogliere i piccoli pezzi di vetro ma indossare guanti usa e getta e far scivola-re il mercurio e il vetro su fogli di carta o usando del nastro biadesivo; 2.non lavare con detersivi tipo cloro o ammoniaca che, uniti al mercurio, possono sviluppare vapori tossici, aprire subito le finestre per areare gli ambienti.3. non buttarlo nel lavandino o nella pattumiera ma chiuderlo in un contenitore non metallico e gettarlo in discarica o con-segnarlo in farmacia;

Scoperto come eliminare piombo da sangue

Un team di scienziati sud-coreani potrebbe aver scoperto un modo per ripulire il sangue dai metalli pesanti perico-losi per la salute come il piombo. Il loro sistema usa dei recettori magnetici progettati appo-sitamente. Tali recettori si uniscono agli ioni del piombo e possono poi essere facilmente rimossi, insieme al piombo cui si sono attaccati, usando dei magneti, come spiegano gli scienziati in un articolo pubblicato dalla rivista di chi-mica Angewandte Chemie International Edition.“La disintossicazione potrebbe in teoria funzionare come l'emodialisi: il sangue viene diretto fuori dal corpo dentro uno speciale contenitore in cui sono state messe le parti-celle magnetiche biocompatibili", scrivono gli scienziati. "Usando campi magnetici, queste particelle magnetiche cariche verrebbero poi ripescate. Il sangue così purificato viene reintrodotto nel paziente".Il piombo è un metallo pesante pericoloso, specialmente tossico per i bambini ed è importante mettere a punto sistemi efficaci e sicuri di disintossicazione. Il team sud-coreano, diretto da Jong Hwa Jung della facoltà di chimica della Gyeongsang National University, è riuscito a eliminare il 96% degli ioni di piombo da alcuni campioni di sangue usando queste particelle magnetiche.Ma come si può verificare l'intossicazione da piombo? Nei Paesi industrializzati alcuni lavori espongono a questo metallo, usato per esempio in vernici e benzina. Ma anche i bambini possono venire a contatto col piom-bo, sviluppando anemia, debolezza muscolare e danni cerebrali.

Fonte: paginemediche.it

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6 www.salutare.info

Roma, 10 marzo - Con la primavera in arrivo alcuni potrebbero pagare lo scotto del tepore del sole, infatti il caldo favorisce l'emicrania tra le persone che soffrono di questa malattia: il rischio di avere un attacco sale del 7,5% per ogni aumento di temperatura di cinque gradi. Lo rivela uno studio condotto su oltre 7000 pazienti e pub-blicato sulla rivista Neurology da Kenneth Mukamal del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, Usa. Inoltre anche gli abbassamenti di pressione atmosferica, che di solito sono forieri di temporali nei giorni successivi, sembrano legati alle cefalee tensive. I ricercatori hanno esaminato la cadenza degli attacchi di ce-falea tensiva ed emicrania in un gruppo di pazienti già seguiti per questi problemi e confrontato questi dati con le condizioni atmosferiche dei giorni immediatamente precedenti all'attacco e le condizioni climatiche nelle giornate in cui l''incubo' mal di testa si presenta. È emerso un rapporto diretto tra aumento della temperatura atmosferica e emicrania e tra riduzione della pressione atmo-sferica e cefalea tensiva. Invece gli agenti inquinanti presenti nell'atmosfera non sem-brano influire sul mal di testa. Questa ricerca evidenzia l'en-nesimo fattore scatenante dell'emicrania che si va ad aggiun-gere a quelli già noti come certi cibi, ma non deve indurre, avvertono i neurologi, chi soffre del disturbo ad utilizzare le previsioni meteo per prendere preventivamente farmaci contro il mal di testa.

www.ansa.it

Farmaci: al via test terapia contro diabete Tipo 1Roma, 16 marzo. - È partita anche in Italia la sperimentazione di una nuova terapia, a base di un anticorpo monoclonale, per sconfiggere il diabete mellito di tipo 1. A coordinare la speri-mentazione italiana sarà l'Università Campus Bio-medico di Roma. Diversi i centri coinvolti, tra cui: le università “Sapienza” e “Cattolica”, gli Ospedali “Pertini” e “San Camillo” a Roma, l'Ospedale “San Raffaele” di Milano e le università di Bari e Palermo. La ricerca raccoglierà informazioni sulla sicurezza e l'efficacia del farmaco nell'arco di due anni. Il trial clinico fa parte del progetto Defend-1 che ha come obiettivo quello di sconfiggere il diabete di tipo 1, una patologia che porta alla distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina e che fa registrare ogni anno, solo nel nostro Paese, tremila nuovi casi nella fascia di età 18-35 anni. ''La sperimentazione - ha spiegato Paolo Pozzilli, direttore del laboratorio di En-docrinologia e Malattie Metaboliche del Campus Bio-Medico - verificherà il funzionamento di speciali cellule immunitarie prodotte dall'organismo grazie all'anticorpo otelixizumab.

Questa terapia dovrebbe colpire e neutralizzare i globuli bianchi alterati, preservando le cellule produttrici di insulina sane. In questo modo contiamo di ottenere anche un recupero funzionale di quelle danneggiate''.

www.ansa.it

News

Una proteina blocca l'Alzheimer:la scoperta in una ricerca a Milano

Milano, 12 marzo. - La risposta all’Alzheimer potrebbe nascondersi nella sostanza stessa che lo scatena: la beta-proteina, che aggregandosi forma depositi impossibili da smaltire (placche amiloidi), killer dei neuroni. Una sua forma mutata, identificata grazie a uno studio "made in Milano" che si è guadagnato i riflettori di "Science", può infatti rappresentare uno scudo contro la malattia.Da trasformare in futuro in un farmaco per bloccare sul nascere l’Alzheimer in tutte le sue forme, compresa quella familiare che attacca il cervello anche da giovani. Già a 40 anni o perfino a 30.La speranza di uno 'scacco matto' al morbo che colpisce oggi circa mezzo milione di italiani, 6 milioni di europei e 5 milioni di americani arriva da una ricerca guidata da-gli scienziati della Fondazione Istituto neurologico Carlo Besta e dell’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano, con la collaborazione di colleghi dell’università degli Studi meneghina, del Centro Sant’Ambrogio-Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio e del Nathan Kline Institute di Oran-geburg (New York, Usa).Un "colpo di intuito", spiega il direttore del Dipartimento di malattie neurodegenerative del Besta, Fabrizio Tagliavini, che ha spinto gli studiosi ad approfondire lo strano caso di un 36enne colpito da Alzheimer precoce. Il team milanese ha così scoperto una nuova variante di beta-proteina mu-tata, che se è presente in doppia copia scatena l’Alzheimer in forma grave, rivelandosi invece protettiva se presente in singola copia (eterozigosi).In questo caso, precisa Tagliavini, "la beta-proteina mutata si lega a quella normale e blocca la formazione di amiloide e lo sviluppo della malattia". La marcia dell’Alzheimer viene insomma arrestata, e la speranza degli esperti è quella di tradurre la loro scoperta in medicinali da somministrare ai pazienti ad alto rischio di Alzheimer.

fonte: ilsole24ore.it

Con giornate più calde può arrivare anche la cefalea

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7alutarewww.salutare.info

Pedagogia Clinicaa cura della dott.ssa Nanda Santoro

L’Insignificanza

Gli stili di vita.

Lo stile di vita contemporaneo in costante accelerazione e

competizione comporta una sempre maggiore difficoltà

a vivere in una condizione di armonico equilibrio

e accentua nell’individuo la sensazione di incapacità a rispondere alle sollecitazioni

e alle minacce ambientali.

L’uomo di oggi annaspa in un senso di vuoto e di solitudine, è avulso dai le-gami primari della famiglia, della reli-gione, della cooperazione e, allontana-tosi progressivamente dalla natura, ha generato una frattura non solo con il mondo ma anche con sè stesso.

I giovani sono l’emblema di questo vuo-to esistenziale: vivono una condizione di noia perenne e di radicale insigni-ficanza, hanno tutto, ma manca loro l’indispensabile.

Finanche i bambini non si sottraggono a questo stato di cose, sebbene l’imma-gine dell’infanzia cozzi con questa real-tà indesiderata.

L’accresciuta mobilità della nostra vita, infatti, gli impegni lavorativi di entram-bi i genitori, hanno spinto un numero crescente di “piccoli” a subire numerose sistemazioni quotidiane, a volte anche in situazioni inadeguate, trasformando l’infanzia in un susseguirsi di attività obbligatorie e impegnative.

Tutto ciò ha favorito nei bambini l’insor-genza di problemi legati all’insicurezza emotiva, ha influito negativamente sul-le loro difese immunitarie, sul modo in cui apprendono, crescono e si relazio-nano agli altri e alla vita stessa.

A chi si interroga se quanto detto fin ora altro non sia che un’esasperata for-ma di allarmismo, una chiara risposta può essere fornita da una proiezione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che per il 2020 ha previsto un incremento esponenziale del carico di disabilità legato ai disturbi mentali nei giovani. La depressione in particolare potrebbe diventare la seconda causa di disabilità fra tutte le condizioni morbose. Sempre secondo l’Oms, oltre il 20% dei soggetti in età evolutiva (0-18 anni) soffre di una qualche forma di disturbo mentale e il suicidio è la terza causa di morte in età adolescenziale; parallela-mente si assiste a un forte aumento dei disturbi della condotta correlati a situa-zioni quali la dipendenza da sostanze e da problemi relazionali.Ancora, l’Oms (i dati sono riportati dall’ottavo rapporto di Telefono Azzur-ro e Eurispes sulla condizione dell’in-fanzia e dell’adolescenza) ha eviden-ziato che ben 5 patologie psichiatriche sono tra le prime 30 cause di mortalità prematura e di disabilità nel mondo. Simili consapevolezze e anni di espe-rienza in ambito psicopedagogico ci hanno perciò spinto a creare il centro Ànemos, un riferimento stabile che possa, su basi scientifiche, connotarsi

come un valido aiuto al singolo, alla fa-miglia, ad enti ed istituzioni pubbliche e private. L’attività del centro si avvale della col-laborazione di un’equipe integrata di professionisti (neuropsichiatri, pediatri, psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti clinici, sociologi ed educatori) ed è par-ticolarmente accreditata per interventi volti alla risoluzione di difficoltà con-nesse alle problematiche dell’appren-dimento (D.S.A) e del linguaggio, delle inadeguatezze comportamentali, dei disagi affettivo-relazionali, della ge-stione di stress, ansia e paure. Inoltre il centro fornisce servizi di con-sulenza per genitori, insegnanti ed educatori, per scuole di ogni ordine e grado, nonché progetti formativi e consulenza peritale.

ÀNEMOS Centro Psicopedagogico

Via Brigata Avellino, 45 - Avellino Tel. 0825 679009 - 0825 699497 - 340 7202031www.pedagogiaetaevolutiva.it

Page 8: Salutare 51

8 www.salutare.info

La vitiligine è una malattia della pelle caratterizzata dalla comparsa su uno o

più punti del corpo di chiazze biancastre, con contorni netti e irrego-

lari, ben distinte dalla cute sana circostante. La malattia interessa

oltre l'1% della popola-zione mondiale e metà

dei pazienti ha meno di 30 anni.

La vitiligine non è infettiva, ma in alcune

famiglie genetica-mente predisposte,

vi possono essere più individui affetti.

Storia. Le prime notizie sulla vitiligine risalgono a 5000 anni fa. Una descrizione dettaglia-ta della malattia è riportata nell'Atharda Veda, sacro libro indiano del 1400 a.C. Nel III libro del vecchio testamento della Sacra Bibbia (Levitico 13:2)

si legge che i soggetti affetti da macchie cutanee acromiche, venivano condotti dal sacerdote Aronne, il quale aveva sette giorni di tempo per dichiarare il soggetto impuro e metterlo in quarantena fino alla scom-parsa delle chiazze. In un altro libro dell'antico testamento (Nu 12:10) si parla di Miriam, che fu colpita da “lebbra bianca come la neve” e messa in qua-rantena per 7 giorni, trascorsi i quali fu guarita dal Signore. Ogni eruzione cutanea poteva in passato essere considerata un caso di lebbra e toccava al sacerdote prendere una de-cisione a cui il malato, per il bene della comunità doveva sottostare.

Cause. Il colore bianco latte delle chiazze di vitiligine è do-vuto all'assenza di melanina, pigmento cutaneo respon-sabile della tintarella. Nelle chiazze vitiligoidee, si verifi-ca una morte prematura dei melanociti, cellule responsabili della produzione di melanina. I melanociti sarebbero distrutti dallo stesso sistema immunita-rio dell'individuo (ipotesi au-toimmunitaria), ma il perché questo si verifica non è ancora noto. Secondo recenti studi, nelle chiazze di vitiligine si ac-cumula una sostanza tossica per il melanocita, denominata 7 tetraidrobiopterina (7-BH4), a causa della ridotta attività dell'enzima4-BH4 deidratasi. Tale sostanza danneggerebbe il melanoci-ta, liberando autoantigeni in grado di innescare un attacco autoimmune.

Varianti cliniche: le varianti localizzate, si suddividono in focale e segmentale. Le varianti generalizzate si distinguono in acrofaciale, volgare e universale (tutto il corpo). Esiste una rara variante segmentale del viso nota come sindrome di Alle-zandrini, che si può associare a capelli bianchi e sordità. Come si presenta. Può inte-ressare qualsiasi distretto cu-taneo (es. viso, collo, tronco, arti, genitali). Di solito le macchie bianche compaiono gradualmente e la peluria al loro interno può appa-rire decolorata. L'abbronzatura può evidenziare il contrasto tra le aree bianche e la pelle sana circostante. Le chiazze localiz-zate alle mani e ai piedi, sono particolarmente resistenti alle terapie. La visita dermatologica ha lo scopo di orientare un check-up mirato ad escludere eventuali patologie autoimmuni associate (es. tiroiditi, alopecia areata, etc). L'esame con lampada di Wood, permette di rilevare ne-gli individui non abbronzati,

chiazze poco visibili alla luce del giorno (fluorescenza bian-co latte). Con la visita devono essere escluse altre cause di macchie bianche (es. pitiriasi alba, piti-riasi versicolor, nevo acromico, sifilide secondaria, ipomelanosi guttata, piebaldismo*, sindrome di Waardenburg, sindrome di Woolf, sindrome di Ziprkow-ski Margolis, etc). L'evoluzione della vitiligine è imprevedibile e va dalla risoluzione sponta-nea delle chiazze, alla tendenza cronico recidivante.

Terapia. Se viene riscontrata una patologia autoimmune as-sociata, questa va curata. Esi-stono diversi trattamenti per la vitiligine (es. eliobalneotera-pia, fototerapia UVB a banda stretta, PUVA terapia, etc) da adattare da caso a caso. In al-cuni pazienti si può osservare una repigmentazione sponta-nea intorno ai follicoli piliferi delle chiazze bianche, che in questo caso si comportereb-bero da veri e propri serbatoi di melanociti.

a cura del dr. Antonio Del Sorbo

Dermatologia

Vitiligine

Come riconoscerla.

Page 9: Salutare 51

9alutarewww.salutare.info

Centro Geriatrico MAREResidenza Sanitaria Assistenziale

Via Giovanni XXIII83010 Grottolella (AV)Tel. 0825-671511 fax [email protected]

Sanitàa cura del dr. Mauro Mastroberardino

Finalmente anche nella nostra Regione si è concretamente

avviata l’integrazione socio-sanitaria introducendo una

regolamentazione alle Residenze Sanitarie Assistite.

Evidentemente era necessaria una vera crisi,

per scaturire la giusta reazione e far saltare gli ultimi

diaframmi che ci separano da una regione civile

e alla pari delle altre.

Da una parte un uomo politico ingabbiato tra lacci e laccioli ma pronto a dimostrare che anche la gente del Sud, quando deve rimboccarsi le maniche è pronta, dall’altra una fronda di politici e dirigenti pubblici che non sempre in buona fede, fanno finta di girare lo sguardo, per evitare di intaccare i vecchi 'baroni'. Eppure il tentativo dell’ultimo dispera-to gesto di una classe politica regionale, ormai malata e vecchia e che non aveva capito che i tempi erano cambiati, c’è stato, quando in Commissione Sanità si è tentato di bloccare la delibera per l’ac-corpamento delle Asl e la conseguente

definitiva applicazione della Legge del piano di rientro, ma grazie ad uno scatto d’orgoglio di uno, troppe volte infangato e per troppe volte messo all’angolo per colpe non sempre sue, decide che è fi-nito il tempo delle giostre e del teatro. Basta non si torna indietro, la Sanità va cambiata e adeguata ai tempi, o così o tutti a casa. Il commissariamento delle ASL, accredita-mento definitivo delle strutture private: chi è al passo con i tempi e si è adeguato resta, gli altri a casa. Ora sì che siamo sulla strada del non ritorno, sulla strada di quella razionalizzazione che inevita-bilmente colpirà tutti quegli sprechi, che per anni hanno mortificato questa terra, ma arricchito qualcuno.

Cosa significa, in termini concreti, la neces-sità di mettere in campo l’appropriatezza della cura? Significa l’inevitabile risultato di spendere meno e meglio. Non è più possibile sostenere costi au-mentati molte volte del 100% per otte-nere cure, farmaci e presidi e alla fine rendere al cittadino un servizio scarso e spesso quasi da terzo mondo.L’esempio che rende la vera dimostrazione della rivoluzione copernicana, messa in atto dal Governatore, sono proprio le cure che le Residenze Sanitarie Assistenziali

andranno ad erogare; anche a dispetto di qualche 'alto funzionario pubblico' che ancora fa finta e non so quanto in buona fede, che le RSA sul proprio territorio, siano solo 'case di riposo' e non vere e proprie strutture erogatrici di prestazioni socio-sanitarie, che se utilizzate (ma ormai ci penserà il commissario) consentirebbero di diminuire i costi complessivi nel settore riabilitativo del 50% ed eventualmente erogare il doppio delle prestazioni alla nuova utenza; ma questo forse è trop-po… sono troppo indaffarati… per ap-plicare quello che la Regione, anche se non lo vogliono ammettere, ha emanato, ossia erogare prestazioni appropriate ai malati cronici, ai disabili, agli anziani non autosufficienti… e non far ricade-re quel fastidioso disagio interamente sulle famiglie.

Oggi, grazie alla netta presa di posizione del nostro Governatore che insieme a un coraggioso Presidente di Commissione, ha avuto il coraggio di spazzare via la vecchia politica del compromesso, con-tro tutto e tutti, anche in Campania, si potrà assistere a quel circuito virtuoso di ricoveri, fatti da strutture organizzate e soprattutto rispondenti a quei requisiti necessari per poter dire… “vivo in una Regione civile!”

RSA, l’integrazione socio-sanitaria in Campania

Finalmente arrivò il giorno.

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Emorroidi

Le emorroidi rappresentano uno dei tributi che l’uomo

ha pagato per l’acquisizione della stazione eretta.

L’aumento della pressione venosa nelle aree anatomiche

declivi, legato alla perdita della posizione quadrupedica,

non ha coinvolto soltanto le vene dell’arto inferiore ma

anche i cuscinetti venosi (detti emorroidi),

fisiologicamente presenti in sede anale per garantire la

continenza ai gas e alle feci liquide.

Analogamente a quanto avviene nell’arto inferiore, l’ipertensione venosa si rende responsabile di anomala dilatazione di tali strutture anatomiche che, aumentando il loro volume, protrudono dal margine anale, trascinando con sé la mucosa che le ricopre.

Alcune condizioni fisiologiche, quali la gravidanza, la vita sedentaria (in parti-colar modo la posizione assisa per mol-te ore al giorno), la stitichezza cronica contribuiscono in modo significativo, in

soggetti geneticamente predisposti, alla comparsa della patologia emorroidaria nella sua molteplice e, a volte miscono-sciuta, espressione clinica.La perdita di sangue rosso vivo con le feci, sia sporadica che persistente, è la manifestazione più frequente della ma-lattia emorroidaria, la quale spesso è re-sponsabile di percezione di peso anale, prurito e, in presenza di flogosi (trom-boflebite emorroidaria) di dolore acuto e violento.Tale sintomatologia, nella sua espressione cronica quanto in quella acuta, interfe-risce in modo significativo con la vita di relazione e con le abitudini di vita, con-dizionandole drasticamente: basti pen-sare alle limitazioni dietetiche cui sono costretti a sottoporsi coloro i quali sof-frono di emorroidi.

La patologia emorroidaria viene sotto-valutata dal paziente e non affrontata perché essa genera imbarazzo e vergo-gna e spesso non viene trattata perché non sono sufficientemente conosciute le possibilità terapeutiche.

La necessità di una valutazione speciali-stica dei disturbi anali, frequentemente attribuiti alle emorroidi, scaturisce dalla possibilità che essi possano mascherare altre patologie, tra cui fistole, ascessi, polipi, ragadi e perfino il cancro del retto e dell’ano, le cui manifestazioni (perdite di sangue) sono spesso sovrapponibili a quelle delle emorroidi.

Pertanto, una visita specialistica procto-logica con eventuale anuscopia consente di diagnosticare con certezza la patologia emorroidaria e quindi trattarla in modo adeguato.Oggi sono disponibili svariate terapie mediche e chirurgiche per la cura delle emorroidi, tra cui:

- legatura elastica (non richiede alcuna

anestesia perché indolore)- trattamento laser (non richiede alcuna anestesia perché indolore);- la dearterializzazione emorroidara tran-sanale (cosidetto metodo THD);-la escissione chirurgica delle emorroidi- tecnica di Longo* (nei casi di avanzato prolasso rettale muco-emorroidario con sindrome da ostruita defecazione).

La scelta terapeutica dipende dal gra-do della patologia emorroidaria: i primi gradi sono suscettibili di ottimi risultati con le tecniche miniinvasive attuabili sen-za anestesia, in particolar modo la laser terapia e la legatura elastica dei noduli emorroidari.Una diagnosi in fase iniziale consente di bloccare la naturale evolutività della ma-lattia verso i gradi più alti e di evitare la conseguenza più frequente del sangui-namento emorroidario, rappresentata dall’anemia da carenza di ferro.

a cura del dr. Domenico Marra

Emorroidi

Nuove prospettive terapeutiche.

MEDICINA

Presso la Diagnostica Medica, sita in Mercogliano in via Torrette 146, è stato attivato l’Ambulatorio per la patologia emorroidaria e le malattie ano-rettali, gestito dal dott. Dome-nico Marra, chirurgo presso la Casa di Cura Malzoni di Avellino. Nei mesi di aprile e maggio l’Am-bulatorio sarà aperto per visite gra-tuite a tutti coloro che ne faranno richiesta contattando il Centro Prenotazioni, al numero:0825 686 686 dalle ore 9.00 alle 15.00 dal lunedì al venerdi - il sa-bato sino alle ore 13.00

Tale iniziativa entra a far parte di un programma di screening gratuito delle patologie ano-rettali.

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11alutarewww.salutare.info

Logopediaa cura della dott.ssa Rossella Santoro

Comunicazione aumentativa alternativa

È una forma di comunicazione nata

per soddisfare l'esigenza di quei bambini che non

possono sviluppare forme di espressione

verbale canoniche.

Comunicare è un'esigenza insita in ogni essere vivente. Presupposti della comunicazione sono l'esistenza di un messaggio da veicolare attraverso un canale, utilizzando un co-dice che sia comune, o comunque cono-sciuto, sia al mittente che al destinatario del messaggio. Il codice privilegiato nell'essere umano è quello linguistico verbale, al quale tutti gli individui sani hanno accesso attra-verso un apprendimento spontaneo che avviene nei primi anni di vita, grazie alla semplice esposizione alla lingua parlata nella comunità a cui appartengono.Purtroppo non tutti i bambini hanno la possibilità di sviluppare il linguaggio, o

di svilupparlo in maniera adeguata, com-prensibile al di fuori del contesto familia-re in cui vivono.La comunicazione aumentativa alterna-tiva è nata negli anni ottanta nel nord America, diffondendosi in Europa negli ultimi quindici anni, anche grazie allo svi-luppo di mezzi tecnologici e informatici sempre più adeguati alle limitazioni mo-torie, sensoriali e cognitive dei bambini con disabilità.Questi mezzi sono in grado di aumenta-re le capacità comunicative del soggetto quando questi le possiede, o di creare ex novo una forma di comunicazione alter-nativa quando il soggetto utente non ne possiede alcuna.Generalmente, anche nei soggetti con disabilità gravissime, il problema della comunicazione dei bisogni primari non si pone anche perchè, spesso, i familiari sono, addirittura, in grado di precedere la richiesta. Ma limitare la comunicazione ai bisogni fisiologici non permette all'individuo di esprimere tutto quell'insieme di emozio-ni, pensieri, sentimenti che caratterizza-no l'essere umano. In particolare questi soggetti vengono sottovalutati dal punto di vista cognitivo; del resto, se non sostenuto dallo scambio con l'ambiente, lo sviluppo cognitivo ri-sente della mancanza di stimoli. Grazie all'utilizzo di ausilii tecnologici, oggi è possibile permettere a bambini di-sabili esperienze di relazione, gioco e ap-

prendimento già a partire dai primissimi anni di vita, a casa come a scuola.La scelta dell'ausilio, così come la stesura del progetto, non vengono effettuate in base alla patologia, o almeno non solo, ma vengono personalizzate in base alle caratteristiche peculiari del bambino.Genitori, insegnanti e terapisti, grazie alla conoscenza che hanno del bambi-no, delle sue esperienze, delle situazioni che vive ogni giorno, delle sue necessità, possono stilare un programma che tenga conto, sì, delle limitazioni dell' individuo, ma anche, e soprattutto delle sue abilità residue e delle sue potenzialità che van-no sostenute e incrementate.

I mezzi utilizzabili sono svariati, tra quelli più diffusi ed efficaci vi sono le immagini. Attraverso la presentazione di immagini il bambino acquisisce un suo codice che può essere limitato all'essenziale, nei casi più gravi, ma che può essere ampio e so-fisticato, nei casi in cui il bambino presen-ti buone capacità cognitive. I simboli possono essere di vario tipo: si possono utilizzare immagini già pron-te all'uso che rappresentano una vasta gamma di oggetti, soggetti, emozioni e situazioni quotidiane, o possono essere frutto del lavoro dei familiari e dei riabi-litatori del bambino (foto, disegni, ritagli di giornale, etc...).In una prima fase, può rendersi necessa-rio presentare l'oggetto reale al bambi-no (per esempio un gioco, un frutto, un utensile da riconoscere ed indicare) per passare successivamente all'indicazione su immagini creando via via un vocabola-rio più ampio e complesso che gli permet-ta di partecipare in maniera più attiva alla propria vita, scegliendo ad esempio cosa mangiare, a quale gioco giocare o quale cartone guardare. Se l'indicazione manuale non è possibile, si utilizza lo sguardo, facendo attenzione a porre i simboli a maggiore distanza tra loro.

Se l'indicazione manuale non è possibile, si utilizza lo sguardo.

Page 12: Salutare 51

12 www.salutare.info

Gli abusi nei confronti dei fanciulli possono essere

di vario genere e la pedofilia è in un rapporto di species a

genus rispetto al più generale universo dei

maltrattamenti infantili.

Nello specifico per 'Sindrome del bam-bino maltrattato' si intende “l’insieme dei comportamenti di violenza familia-re, sociale o istituzionale che il fanciullo subisce”.Il problema del maltrattamento infantile è molto più esteso di quello che comune-mente si possa credere. Esso costituisce una delle principali cause di lesioni e di morte negli anni dell’infanzia. Incredi-bilmente, la violenza fisica rappresenta la prima causa di morte nei bambini tra i sei ed i dodici mesi! Addirittura, nei primi sei mesi di vita del neonato, i mal-trattamenti sono secondi, come causa di decesso, soltanto alla sindrome della morte improvvisa del neonato.Le principali modalità di attuazione dell’ “abuso ed incuria verso l’infanzia” sono quattro, così come indicato da Kempe nel 1978 e Rezza nel 1983:1) abuso sessuale;2) violenza fisica;3) incuria fisica;4) maltrattamento ed incuria emozionale.

A queste si aggiungono altre categorie, per così dire, minori.Tralasciando gli abusi sessuali di cui già si è parlato e analizzando la categoria della violenza fisica, si constata che quest’ul-tima è la forma di maltrattamento più diffusa. Per violenza fisica si intende l’inflizio-ne volontaria al bambino di traumi e di lesioni di diverso genere (Bastianon-De Benedetti-Gaddini 1980). In questa cate-goria rientrano specificamente: schiaffo violento, morsi, graffi, sbatacchiamento, ustione con sigarette o con immersione forzata in acqua bollente, escoriazioni delle labbra e lacerazioni del frenulo della lingua, imbavagliamento con escoriazioni agli angoli della bocca, traumi all’occhio ed all’orecchio, presenza sul corpo di fratture costali e/o lesioni addominali, lo strappare i capelli, frattura di un osso.Per ciò che concerne la terza categoria, vale a dire quella dell’incuria fisica, essa si verifica nel caso in cui i genitori, inten-zionalmente, non forniscano al bambino le cure di cui ha bisogno. Specificamente, la carenza di cure riguarda la nutrizione, l’igiene, l’abbigliamento, l’abitazione, la protezione dai pericoli, l’assistenza medica e la profilassi.La quarta categoria di maltrattamento ai bambini è quella più subdola: il maltrat-tamento e l’incuria emozionale.Il suddetto maltrattamento si realizza con le seguenti modalità: abnormi ed inappropriate vessazioni psicologiche; privazione di contatto fisico; privazione di sguardi diretti; privazione di comuni-cazione verbale carezzevole; rifiuto nel riconoscere un disturbo psicologico del piccolo; strumentalizzazione emoziona-le del figlio allo scopo di penalizzare il partner. In questa breve rassegna del problema della 'sindrome del bambino maltrattato' è opportuno accennare in chiave crimino-logica alla psicodinamica del soggetto che maltratta: quasi sempre il genitore. Ebbene, molto spesso, i genitori che mal-trattano i propri figli, a loro volta, da

piccoli, sono stati maltrattati, ragion per cui le violenze subite producono una sorta di intolleranza verso qualsiasi esperien-za psichica negativa, che, sovente, viene proiettata e riversata sui propri figli.A beneficio degli operatori sanitari e scolastici è opportuno elencare alcuni indicatori, anche in questo campo (così come si è fatto parlando della pedofilia), che, con tutte le cautele del caso, pos-sono essere espressione di un bambino maltrattato. In sede ospedaliera o ambulatoriale si osservano i seguenti fenomeni: i genitori riferiscono al medico le notizie in modo contrastante; il bambino raramente parla; ci si accorge a seguito di attenta anam-nesi che il piccolo è già stato portato in ospedale (strutture quasi sempre diverse) per traumi analoghi; i genitori ostentano un’attenzione abnorme di tipo compen-satorio verso il figlio. A seguito di esame obiettivo, invece, si riscontrano queste caratteristiche: il pic-colo ha lo sguardo triste e perso; appare trasandato con una scarsa igiene; i traumi o le lesioni sono presenti in modo diffuso e sono di data diversa da quella indicata dai genitori.

Note: Le classificazioni sono state tratte dal volume “Manuale per operatori criminologici e psicopatologi forensi” di V.M. Mastronardi, Giuffré, Mi, 2001.

La sindrome del bambino maltrattato

a cura del dott. Antonio Leggiero - Criminologo Investigativo

I comportamenti di violenza che il fanciullo subisce.

Criminologia

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13alutarewww.salutare.info

Terapiaa cura di Ilaria Pucci

Cefalea

La risposta del Neuromed ad un problema molto comune.

Al Neuromed un centro per lo studio e

la cura di questa patologia guidato dal-la dr.ssa Anna Ambro-

sini, Rappresentante nazionale presso la

Federazione Europea Cefalee.

“Un giorno – racconta F.G.- ti svegli e ti accorgi che ti fa male la testa. Speri che ti passi da solo. Ma nulla. Dopo pochi istan-ti va sempre peggio. Passano i giorni e il dolore continua, diventa una sorta di incubo. Il mal di testa non passa, cosa fai? Prendi qualche medicinale, ma nulla. Entri in un circolo vi-zioso. Al Neuromed, al Centro per lo Studio e la Cura delle Cefalee, ho risolto il mio pro-blema. Ora sto meglio, anche lo stato di benessere generale è migliorato”.

Questa storia è simile a molte altre. La maggior parte dei pa-zienti che consultano il neuro-logo soffre infatti di cefalea, più comunemente chiamata “mal di testa”. Il capitolo delle cefalee è ampio e disomogeneo, comprendendo forme molto diverse e identifi-cabili in due gruppi principali: quello delle cefalee primarie, dove la cefalea non è soltanto

un sintomo ma coincide con la malattia stessa, e quello delle cefalee secondarie o sintomati-che, in cui la cefalea è soltanto uno dei sintomi, e talora non il principale, di una malattia di diversa origine. È solo l’abilità, la competenza e l’esperienza del clinico esper-to in cefalee che può permet-tere di fornire una diagnosi clinica precisa, indispensabile per impostare un trattamento appropriato. Il Centro Cefalee Neuromed è uno dei pochi Centri di Terzo livello con Headache Clinic ri-conosciuto sul territorio nazio-nale dalla Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) e dall’European Headache Federation. Responsabile del Centro è la Dr.ssa Anna Ambrosini, for-matasi nel campo delle cefalee grazie ad un lungo soggiorno scientifico presso l’Università di Liegi, in Belgio, sotto la gui-da di uno dei massimi esper-ti mondiali, il Professor Jean Schoenen, di cui è considerata una degli allievi che abbia rag-giunto i maggiori traguardi nel campo della ricerca sulla neu-rofisiologia e la fisiopatologia

delle cefalee. Attualmente la dr.ssa Anna Am-brosini è la nuova rappresen-tante italiana della Federazio-ne Europea Cefalee (European Headache Federation). Tale riconoscimento si aggiun-ge alla sua carica elettiva di Coordinatore della Sezione Interregionale Lazio-Molise della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (S.I.S.C.), attribuitale per il biennio 2009-2010, che ha portato all’Istituto Neuromed la qualifica di Sede della Sezione Interregionale Cefalee Lazio-Molise. Il dr. Perrotta ha affiancato la Dr.ssa Ambrosini nell'ultimo anno, apportando al Centro l'ulteriore beneficio del suo en-tusiasmo per la ricerca e della sua esperienza clinica, matu-rata durante lunghi periodi di attività presso il prestiogioso Centro cefalee dell'IRCCS Mon-dino di Pavia.

Il Centro Cefalee Neuromed è attivo anche nella ricerca incen-trata sugli aspetti fisiopatologici e genetici e sul trattamento sintomatico e preventivo di tale patologia intrattenendo numerose collaborazioni scien-tifiche con altre istituzioni uni-versitarie e di ricerca italiane e straniere, come l’Universi-tà degli Studi “La Sapienza” di Roma, l’Università di Liegi (Belgio), l’Università di Zurigo (Svizzera).

Parco TecnologicoLocalità Camerelle - Pozzilli (IS) ITALY Tel. 0865 91521 - Fax 0865 927575

Sede Ospedaliera Via Atinense, 18 - Pozzilli(IS) ITALY Tel. 0865 9291 - Fax 0865 925351

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Centro per lo studioe la cura di:- Epilessia- Ipertensione arteriosa- Morbo di Parkinson- Sclerosi Multipla- Cefalee- Malattie rare e genetiche - Alzheimer- Stroke Unit

Chirurgia dei:- Tumori cerebrali- Aneurismi- Malformazioni vascolari- Ipofisi- Tronco encefalico- Cranica e Spinale

Page 14: Salutare 51

14 www.salutare.info

IL World Action on Salt and Health (WASH) ha promosso,

per il periodo 2-8 febbraio 2009, la Settimana Mondiale

per la Riduzione del Consumo di Sale.

Quest’anno, la Società Italiana di Nutrizione Umana e il Grup-

po di Lavoro InterSocietario per la Riduzione del Consumo di

Sale in Italia hanno partecipato all’iniziativa con una campagna promozionale, dedicata specifi-camente all’utenza generale e

agli operatori della ristorazione collettiva, per la divulgazione

delle indicazioni pratiche per la riduzione del consumo di sale nei pasti consumati fuori casa

www.sinu.it

Gli effetti benefici della riduzione del consumo di sale sono stati ampiamente documentati dalle ricerche scientifiche. Consumare una giusta quantità di sale con l’alimentazione migliora infatti anche il funzionamento del cuore, mantiene le arterie 'giovani' e aumenta la resistenza dell’osso.

Quanto sale?Come fare per dire se si mangia troppo sale? In media, nel nostro Paese, il con-sumo giornaliero di sale è di circa 10-15 grammi al giorno. Questa quantità è da considerarsi sicuramente eccessiva: l’Organizzazione Mondiale della Sani-tà suggerisce infatti, per un adulto, un apporto giornaliero di circa 5-6 grammi di sale. Molti di noi invece ne consuma-no una quantità doppia, o addirittura tripla, rispetto al reale fabbisogno. Per avere un’idea delle quantità di sale da consumare giornalmente, basti pensare che un cucchiaino da caffè corrisponde a 6 grammi di sale.Il sale è naturalmente presente negli ali-menti in misura minima: la maggior parte del sale che consumiamo è quello aggiun-to agli alimenti nel corso dei processi di conservazione e di produzione industriale (circa metà del sale consumato giornal-mente) o aggiunto a tavola o durante la cottura per rendere più 'saporite' le pietanze che consumiamo.

E il sale iodato?L’uso del sale arricchito in iodio è uno strumento, semplice ed efficace, da uti-lizzare nella prevenzione delle malattie della tiroide. Quindi poco sale, ma pre-feribilmente iodato.

Il sale nella dieta dei bambiniStudi recenti sostengono che i bambini che mangiano meno sale abbiano infatti un rischio più basso di sviluppare ipertensione da adulti. Nei primi mesi di vita, il latte materno o il latte in formula contengono livelli molto bassi di sale, ed aggiungere sale ai cibi preconfezionati per l’infanzia è proibito dalla legge.Ma quando i bambini cominciano a man-giare più tipi di cibi, il loro introito di sale aumenta ed i loro recettori del gusto per il salato si adattano all’elevato contenuto di sale dei nuovi alimenti sviluppando, così, una preferenza per i cibi salati con consumi pari a quello degli adulti.

Come ridurre il consumo di sale?La riduzione del consumo di sale con gli alimenti non richiede grossa fatica o l’uso di particolari strumenti. È opportu-no, per esempio, limitare il consumo di alimenti ricchi in sale (quali salumi, for-maggi, pizza, crackers, piatti industriali pronti, dado, salse pronte) e preferire quello degli alimenti meno ricchi in sale (uova, carni e pesce fresco, verdure, le-gumi, latte, olio). Nel consumare i pasti fuori casa, segnala-re al personale che si preferiscono piatti con meno sale. Ricordare inoltre che il pane, alimento base della nostra alimen-tazione, è un’importante fonte di sale nella dieta. Si può perdere l’abitudine a mettere la saliera a tavola, non è necessario. Condire il cibo con spezie o limone, olio, aceto: il gusto non ne perderà.È bene ricordare che il gusto del sale non è permanente. La nostra sensibili-tà gustativa si adatta, infatti, nel giro di una settimana alla riduzione del sale permettendoci così di apprezzare il sa-pore naturale dei cibi.

Per informazioni: Prof. Pasquale Strazzul-lo ([email protected]); Dr Gianvincenzo Barba ([email protected])

a cura dei dott. Pasquale Strazzullo e Gianvincenzo BarbaIstituto di Scienze dell'Alimentazione, CNR, Avellino

ricerca

Meno sale … più salute!

Page 15: Salutare 51

15alutarewww.salutare.info

La differenza tra Sistemi modellati e modulari.

I sistemi modellati o su impronta consentono di

affrontare tutte le gravi defor-mità che non sono gestibili con

i sistemi modulari predisposti.

Questi sono scarsamente modificabili e questo, diversamente da quanto si possa pensare, è un vantaggio poiché mantengo-no nel tempo la posizione raggiunta. Danno inoltre maggiore comfort e stabilità. Per la realizzazione del calco possono essere usati diversi materiali:- sacche a depressione che vanno appog-giate su una sedia di valutazione dando così un perfetto contorno dell'utente che viene poi digitalizzato; si possono sce-gliere anche densità di schiuma diverse per le diverse parti del corpo;- calco di gesso per gli utenti con controllo posturale quasi inesistente poiché viene

effettuato con il paziente prono. Successivamente il sistema viene costruito con materiale termoplastico e un'imbot-titura in plastazote;- schiumata sul posto ossia versando un liquido in una scocca, posizionata sul se-dile o sullo schienale di una carrozzina, che poi diviene schiuma mediante una reazione chimica.

Si possono distinguere inoltre tre tipo-logie di sistemi modellati in base alle abilità residue del paziente e ai risultati che si vogliono ottenere:- sistema attivo, basso col bacino in legge-ra antiversione e la seduta leggermente basculata in avanti. Si applica quando c'è ipotonia apparente del tronco dovuta a deficit dei flessori e degli ischiocrurali degli arti inferiori, favorisce il raddrizza-mento del tronco e inibisce l'estensione degli arti inferiori;- sistema passivo, alto con poggiatesta e cinture e basculato all'indietro;

è utilizzato se la postura è compro-messa globalmente poiché evita sforzi antigravitari;

- sistema misto, una via di mezzo che for-nisce una buona spinta lombare. Utile se il raddrizzamento spontaneo del tronco è insufficiente poiché stimola l'estensione autonoma del tronco ed il basculamento permette di passare da una posizione contenitiva e rilassante a una che stimola la verticalizzazione del tronco.

I sistemi modulari invece, sono sistemi di postura predisposti che hanno regola-zioni e moduli componibili per adattarsi meglio all'utente.Le regolazioni consentono di variare mi-sure come la profondità e la larghezza del sedile, l'altezza di schienale e pedane, gli angoli di inclinazione dello schienale, del sedile, delle pedane, dei braccioli... ed in alcuni casi è possibile cambiare la forma dei componenti attraverso cunei e sostegni.I sistemi di postura modulari possono avere superfici planari o sagomate.

Le prime sono costituite da una base rigida e piatta sulla quale viene posta l'imbottitura; è proprio questa che con-sente la personalizzazione, la densità della schiuma.

Le schiume dense stabilizzano quando c'è molta mobilità involontaria perché, essendo più "dure", danno più sostegno; le schiume a bassa densità e quelle viscoe-lastiche, invece, sono preferibili in caso di paralisi e ipotonia o fragilità della cute.

I secondi, quelli sagomati, sono anatomici e sostengono di più il corpo e quindi fa-cendo sì che si possano evitare ulteriori aggiuntivi che rendono l'ausilio meno piacevole da vedere.

I sistemi di postura

Posturologiaa cura della dr.ssa Tiziana Zungri

Page 16: Salutare 51

16 www.salutare.info

Giornate di PrevenzioneAprile 2009

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Progetti locali per le Università Popolari.

Formazionea cura del Prof. Maurizio Lozzi – Presidente UP CONSCOM

L’Osservatorio Nazionale sulla Violenza Scolastica

In questi ultimi anni la vio-lenza è diventata un codice

espressivo che vede, purtroppo, protagonisti

'ragazzi per bene' che rapinano per noia, 'baby gang' che spadroneggiano nelle città

e giovani turbolenti che nelle scuole si

trasformano in 'bulli', 'vandali' o negli stadi in 'teppisti'.

Assistiamo troppo spesso impotenti ad un fenomeno più diffuso di quanto ci è dato percepire e che, inevitabilmente, crea forti tensioni anche perché si stanno diffondendo, purtroppo nell’impotenza di molti operatori, modelli di sopraffazione fisica o psicologica che, soprattutto tra i banchi di scuola, sono arrivati ad esse-re considerati lo strumento ideale per dirimere i conflitti o le incomprensioni interpersonali. Mirare a contribuire al possibile cambiamento

di questa allarmante situazione è lo scopo dell’Osservatorio Nazionale sulla Violenza Scolastica che, attraverso la rete Inter-net, è un progetto operativo e pratico, in grado di diventare nelle zone in cui le Università Popolari si faranno carico di proporlo, il 'termometro' ideale per tracciare i profili di sicurezza esistenti in ogni scuola e favorire così lo sviluppo di interventi orientati alla limitazione ed al superamento dei diversi fattori di rischio oggi evidenti in queste importanti agenzie educative. Il progetto dell’Osservatorio Nazionale sulla Violenza Scolastica, fon-dato e messo in rete dai metodologhi di CONSCOM, l’Università Popolare per le Scienze sociali e della Comunicazione

(www.conscom.it) si inquadra nel contesto di quelle iniziative che è oggi possibile veicolare per proporre un intervento edu-cativo che, fondato sull’approccio socio-logico clinico della Mediazione pacifica dei conflitti (1), è un collaudato strumen-to metodologico in grado di sostenere all’interno delle scuole:- lo sviluppo positivo e creativo dei rap-porti interpersonali;- l’aumento delle abilità critiche, autocritiche e l’autostima degli agenti scolastici;- il miglioramento della comunicazione in virtù del profondo rapporto che essa ha con la manifestazione di emozioni, di disagi affettivi e di disturbi psicosomatici;- la riduzione delle dispute ed il miglio-ramento del morale e della produttività di tutti i membri operanti nel sistema scolastico;- la diffusione sociale del patrimonio edu-cativo dell’accoglienza, della tolleranza e della pace.

Non si può più far finta di niente anche perché le cronache ricordano quasi tutti i giorni che: “La violenza non è affatto scomparsa, ha soltanto cambiato forma”.(2) Anche se è bene non rischiare in ogni modo di farsi travolgere dall’onda emo-tiva, è sicuramente doveroso prendere atto della diffusione strisciante di tanta 'piccola violenza quotidiana' non più 'ap-parente', ma sempre più 'visibile' tanto da assumere i connotati inconfondibili di quella reale 'violenza delinquenziale', che va ritenuta il vero fenomeno globale sempre più in grado di penetrare e con-taminare il sistema scolastico.

1) Maurizio Lozzi in Jefferys Duden Karin, Mediatori efficaci. Come gestire i conflitti a scuola, Collana Partenze... per educare alla pace, La Meridiana, Bari, 20012) Wolfgang Sofsky, Saggio sulla violenza, 1996

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18 www.salutare.info

La musica è un'eccellente medicina per i

malati di Parkinson. Cantare una canzone con certe caratteristiche ritmiche, anche solo mentalmente, aiuta i pa-

zienti a deambulare meglio e a migliorare i problemi

tipici della malattia.

A promuovere la 'terapia con la musi-ca' è uno studio giapponese della Mie University School of Medicine di Tsu, dei ricercatori Japan Masayuki Satoh Shigeki Kuzuhara. Gli studiosi sono convinti che molti di-sturbi motori dei parkinsoniani possano essere migliorati con la musicoterapia, istruendo i pazienti a ripassare a mente una canzone di riferimento con partico-lari caratteristiche. Un brano scelto appositamente, capace di funzionare da metronomo del pas-so (battendo esattamente il ritmo dei movimenti). I malati di Parkinson devono affrontare ogni giorno la difficoltà di avere un corpo che non risponde in modo coerente alla propria volontà di muoversi. Non solo per effetto del classico tremore, ma an-che per disturbi più o meno pronunciati

nella deambulazione. Lo studio nipponico, si è rivelato un vero successo tanto che i pazienti hanno imparato a usare questo sistema nella vita di tutti i giorni per migliorare la loro andatura e riacquistare una certa autonomia. Il risultato è stato raggiunto progressi-vamente, prima invitando i pazienti ad ascoltare una canzone ben ritmata, poi chiedendo loro di battere il ritmo con le mani, quindi invitandoli a cantare e a battere il ritmo nello stesso tempo, fino ad arrivare a cantare mentalmente camminando. Gli autori ritengono che l’effetto del-la terapia musicale sia legato alla com-ponente ritmica del brano, che agisce su particolari strutture cerebrali dette 'gangli della base'.Lo studio riportato sulla newsletter della Fondazione Mariani “Neuromusic News”, è stato pubblicato su “European Neurology” e rappresenta la prima prova scientifica di un metodo empirico da tempo utiliz-zato dai terapisti nipponici per migliora-re la deambulazione nei parkinsoniani, ricorrendo a stimoli visivi e uditivi come strisce sul pavimento oppure il classico metronomo dei musicisti.

È interessante leggere una parte di un'intervista fatta al Cardinale Carlo Maria Martini, sofferente del morbo: ”Tralasciando quindi altre indicazioni vorrei descrivere brevemente ciò che mi ha aiutato. Ho provato musiche di vari autori, ma alla fine ho concluso che la musica di Mozart è quella che mag-giormente aiuta. Mozart infatti esprime mirabilmente, la letizia del cuore umano e stimola a superare le fatiche, i blocchi, le difficoltà a muoversi. In particolare quando è necessario camminare, fare esercizio di deambulazione, la musica di Mozart aiuta a marciare a passo di musica e a superare tutte le remore e le difficoltà che tendono a bloccare o ad appesantire la marcia.

Talora mi capita anche di muovermi nella mia camera, sotto l’influsso della musi-ca, come a passo di danza e di mettere così con più facilità in ordine le cose o preparare il materiale per lo studio. La musica deve arrivare alle orecchie at-traverso auricolari di vario tipo ed es-sere tenuta a livello un po' alto. Infatti il suono che arriva in qualche modo al cervello stimola maggiormente il mo-vimento e dà quel ritmo che invita a muoversi speditamente. La musica di Mozart costituisce un tesoro inesauribile per chi voglia lasciarsi guidare e sostenere dal ritmo e dalla melodia e così dare vigore al suo agire. In essa chi voglia esercitarsi nel “pensare positivo” trova un aiuto concreto e discreto, che stimola la fantasia e il tono affettivo a entrare in una condizione ottimale per agire con impegno e superare le remore e i blocchi nell’azione.” I pazienti che soffrono del morbo di Parkinson sono più di 220mila solo in Italia, hanno bisogno di cure e assistenza costante poiché la malattia, che colpi-sce prevalentemente il sistema moto-rio, rende difficile le più semplici attività quotidiane. I sintomi possono comparire a qualsiasi età ma nella maggioranza dei casi si manifesta verso i 60 anni.

Musicoterapia a cura del Prof. Antonio Suelzu e della dott.ssa Nicoleta Anghelache

La riabilitazione delle persone affette dal morbo di Parkinson

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19alutarewww.salutare.info

Pedagogiaa cura del dott. Gerardo Pistillo

La Pedagogia Clinica

Clinica e formazione.

La Pedagogia Clinica è una branca della

Pedagogia Generale il cui scopo principale è

di educare e aiutare la persona in difficoltà

ad avere cura di sé, a trovare dentro di sé le risorse necessarie per

raggiungere un livello di autonomia generale

sempre più elevato.

Il pedagogista clinico si rivolge, con metodi e tecniche proprie, a persone di ogni età, con qua-lunque tipo di disagio psico-fisico, siano esse bambini con disordini comportamentali e di apprendimento, adulti con disarmonie a livello cognitivo, affettivo e sociorelazionale, an-ziani con difficoltà psichiche e motorie ecc.

Ciò che caratterizza questa nuova scienza, inoltre, è la va-stità del suo campo di azione. Oltrechè rivolgersi al singolo, infatti, essa interviene anche

nelle situazioni di conflittua-lità che possono riguardare il gruppo (scolastico, lavorativo ecc.), la coppia e la costellazio-ne familiare.

In pedagogia clinica vige il prin-cipio olistico secondo cui l’es-sere umano sia da considerarsi nella sua globalità ed unicità psicofisica e non semplicemente come un paziente affetto da una qualche “malattia” fisica o psicologica.

Ciò che interessa al pedago-gista clinico è innanzitutto la storia di vita della persona, la sua narrazione autobiografica, ossia l’insieme complesso degli eventi che hanno contrasse-gnato la sua formazione per-sonale come modalità specifica di essere al mondo. Una storia che fa di essa un essere unico e irripetibile, con i suoi disagi e le sue difficoltà, e non un 'malato'; un 'testo' da leggere in tutta la sua complessità e profondità.

Considerare l’essere umano in senso globale, d’altronde,

significa ammettere che una conoscenza attenta e appro-fondita della persona non può fermarsi alla sola diagnosi di una 'malattia', o alla rilevazio-ne degli aspetti esteriori del suo comportamento, e che, al di là di una tale superficie manifesta e visibile, esista una dimensione latente ed invisibile della sua storia di formazione traducibile in termini di poten-zialità e risorse conoscibili ed attivabili.

A partire da tale assunto, la pratica clinica in pedagogia assume un carattere pretta-mente educativo (dal lat. ex-ducere, 'trar fuori') e maieutico, in quanto l’obiettivo principale è di favorire in ogni persona, attraverso l’emergenza degli aspetti latenti della sua storia di formazione, una sorta di 'parto interiore' e di 'rinascita'.In questo senso, l’approccio cli-nico in pedagogia si contrad-distingue in maniera netta da quello medico e psicologico. Mentre il medico e lo psicolo-go lottano prevalentemente contro la 'malattia' o il 'distur-bo', cercando di eliminarne o alleviarne i sintomi (rispettiva-mente con e senza l’aiuto dei farmaci), il pedagogista clinico guarda oltre la 'malattia', al fine di attivare l’enorme ba-gaglio di risorse e potenzialità latenti che inconsapevolmente la persona possiede. Egli passa in altri termini dalla manifestazione esteriore del-la complessa fenomenologia comportamentale dell’essere umano alla sua essenza inte-riore, ossia dalla superficie alla sostanza (dal lat. sub-stantia,

ciò che sta sotto), cercando di giungere al cuore della forma-zione e di risvegliare quelle energie sopite che la malat-tia stessa contribuisce a tenere bloccate.

A questo punto ben si com-prende come la professione del pedagogista clinico si in-serisca in rete con quella del medico, dello psicologo e di altri professionisti, in vista di una collaborazione paritetica, complementare e sinergica. Muovendosi in questa direzione la pedagogia clinica promuove la centralità e il protagonismo della persona nel percorso di aiuto indirizzandola verso una condizione di salute ge-nerale intesa come equilibrio psicofisico. Mentre il medico, intervenen-do sulla 'patologia', attraverso una terapia specifica, punta prevalentemente alla cura del paziente, il pedagogista clini-co cerca invece di promuovere nella persona una progettualità verso la cura globale di sé. Per esso il raggiungimento di una condizione di salute non coincide con la sola assenza di malattia, ma implica il raggiungimento da parte della persona di un maggiore livello di autonomia nella conoscenza di sé e nella gestione delle sue potenzialità latenti. Aiutare l’uomo a miglio-rare il suo stato di benessere non significa dunque curare esclusivamente la sua 'malattia' ma fare in modo che esso sia in grado di scoprire e gestire contenuti profondi ed inediti di sé e della propria storia, in vista di un nuovo viaggio e di nuove conquiste.

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20 www.salutare.info

La pressione arteriosa o sanguigna è la pressione del

sangue nelle principali arterie, che aumenta o

diminuisce secondo il lavoro svolto dal cuore e dai muscoli

per soddisfare i diversi bisogni: sforzo (attività fi sica),

stress e sonno.

Vengono misurati due tipi di pressione: la pressione sistolica (la massima) è la pressione determinata dalla contrazione del muscolo cardiaco e della resistenza elastica dell'aorta quando il flusso del sangue irrompe in essa. La pressione diastolica (la minima) è invece quella relativa al momento in cui i ventricoli del cuore si rilasciano tra un battito e l'altro. L'onda pressoria trasmessa lungo le arterie ad ogni battito cardiaco viene facilmente percepita sotto forma di pulsazione.

COME SI MISURAIntorno al braccio si gonfia un mani-cotto di gomma morbida fino al punto di interrompere momentaneamente il

flusso del sangue. Il manicotto viene poi sgonfiato manual-mente finché, auscultando la principale arteria del braccio con il fonendosco-pio, si può percepire il flusso del sangue come un fremito che si diffonde in essa: ciò viene registrato come il valore della pressione sistolica. Il manicotto viene quindi sgonfiato ancora finché il fremito non scompare e il sangue scorre in modo uniforme

attraverso l'arteria ora pervia: questo corrisponde al valore della pressione diastolica. La pressione arteriosa si misura in mil-limetri di mercurio (mmHg) poiché i primi apparecchi per la misurazione erano dotati di una colonnina di mer-curio in un tubicino di vetro graduato in millimetri.Autorevoli enti internazionali che si oc-cupano di salute hanno stabilito che, per gli adulti che hanno compiuto i 18 anni di età, una pressione è da con-siderarsi normale quando la massima è inferiore a 120 mmHg e la minima inferiore a 80 mmHg. Più si superano questi valori, più l'ipertensione viene considerata grave.

L'AUTOMISURAZIONEMoltissimi pazienti chiedono consiglio in merito a quale apparecchio acquistare per l'automisurazione della pressione. Questi apparecchi si chiamano “sfigmo-manometri" ed in commercio ne esistono numerosi tipi, ognuno caratterizzato da un diverso grado di praticità e affidabilità. Quello classico a mercurio che abbiamo

L'automisurazione della pressione arteriosa

a cura del dott. Aldo Sabato - Farmacista

Diagnostica

Cosa fare:

Svuotare la vescica.Restare tranquilli.Sedersi e restare seduti per almeno due minuti prima di procedere alla misurazione.Accertarsi che il manicotto sia correttamente posizionato.Effettuare la misurazione sempre alla stessa ora.Di tanto in tanto, provare la pres-sione anche sul braccio destro.Effettuare due misurazioni a distanza di qualche minuto e fare la media fra i due valori ottenuti.

Cosa non fare:

Assumere caffeina nei 60 minuti precedenti la misurazione.Fumare nei 30 minuti precedenti la misurazione.Indossare abiti che comprimono il braccio.Assumere sostanze stimolanti.Effettuare la misurazione in stato di agitazione, sotto stress o se si prova dolore.

Istruzioni importanti per l'automisurazione della pressione

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21alutarewww.salutare.info

descritto prima è quello univer-salmente utilizzato negli studi medici, per la sua affidabilità, ma è sconsigliato per il fai-da-te, in quanto richiede una certa pratica nell'uso e nella lettura dei valori. Inoltre, in caso di rottura, si verifica la fuoriuscita di una certa quantità di mercurio, che è altamente tossico e inquinante.

Ideali per l'uso domestico sono gli apparecchi automati-ci, che consistono, in genere, in un manicotto da applicare al braccio, collegato ad una unità di lettura dei valori ri-levati; in quelli meno recenti il manicotto andava gonfiato a mano (un'operazione co-munque semplicissima). Quelli più recenti sono comple-tamente automatici, in quanto basta premere un pulsante e il manicotto si gonfia automati-camente fino al punto giusto, poi si sgonfia gradualmente per effettuare la misurazione: alla fine basta leggere i risultati su di un display per conoscere la propria pressione.Nella scelta dell'apparec-chio, vanno prima di tutto considerate l'affidabilità e la praticità.

Quanto maggiore è la distanza del manicotto dal cuore, tan-to minore sarà l'accuratezza delle rilevazioni.

Per questo alcuni ritengono che gli apparecchi ideali per monitorare la pressione siano quelli provvisti di manicotto da applicare al braccio; nei dispositivi che misurano la pressione al polso il rischio di imprecisione può essere mag-giore. In realtà, oggigiorno gli apparecchi per uso domesti-co, di qualunque tipo siano, hanno raggiunto un grado di affidabilità impensabile solo pochi anni fa. Il bello è che, mentre l'af-fidabilità cresce, i prezzi

diminuiscono, al punto che si può avere un apparecchio automatico di ottima qualità già a partire da un prezzo in-feriore ai quaranta euro.

Il paziente che decida di au-tomisurarsi la pressione deve essere a conoscenza di alcune fondamentali linee guida ri-portate nella tabella conte-nuta in questa pagina. Se l'apparecchio non viene usato correttamente, infatti, i dati non saranno affidabili.

Uno degli errori più comuni riguarda la misura del ma-nicotto: se è troppo piccolo l'apparecchio registrerà una pressione superiore a quella reale. Un altro errore frequente è la posizione del braccio, o del manicotto sul braccio. Per questo è importantissimo, al momento dell'acquisto, ri-volgersi ad un professionista qualificato e non esitare a chie-dere tutte le spiegazioni pos-sibili per un uso corretto.

Una volta giunti a casa, è im-portante leggere con cura le spiegazioni dell'apparecchio, che di solito consistono in qualche paginetta.

Altro elemento imprescindibile per una rilevazione accurata è l'orario, che dovrebbe essere sempre lo stesso.

Nell'arco della giornata, infatti, la pressione subisce numerose oscillazioni: tende ad essere più alta al mattino e più bassa di notte, e poi aumenta in seguito all'assunzione di nu-merose sostanze, quali caffè, alcool, tabacco. Per questo è importan-te lasciar trascor-rere almeno mezz'ora prima di mi-

surare la pressione. È utile anche che il paziente stia seduto a riposo almeno un paio di minuti prima della misurazione.

fuori dalla zona a traffico limitato

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22 www.salutare.info

Si pensa che derivi, insieme al cardo, dal

Carciofo selvatico (Cynara cardunculus

var. silvestris ), una pianta erbacea pe-

renne molto diffusa nell’Europa mediter-

ranea e nell’Africa settentrionale.

L’antica Cartagine ne sarebbe la patria.

Il carciofo nel XV secolo venne portato da Napoli a Firenze e, secondo il Mattioli, già nella seconda metà del secolo XVI era conosciuto, coltivato e ap-prezzato in Toscana.Nel Rinascimento il carciofo ar-rivò in Francia durante le guerre d’Italia, e poi in Europa, dove viene coltivato in quasi tutte le regioni.Il carciofo attuale è coltivato in orti, giardini e campi, è do-tato di uno stelo robusto che può raggiungere i 150 cm di altezza e porta fiori di colore azzurro vivo disposti a capolini, circondati da squame coriacee e a volte spinose alla punta, che possono agevolmente raggiun-gere i 12 cm di diametro.

La parte commestibile è rap-presentata dai capolini con il ricettacolo carnoso che nelle varietà più pregiate sono te-neri e con le brattee polpose, tanto da poter essere mangiati anche crudi, come antipasto o insalata.Dal punto di vista strettamente nutrizionale il carciofo non ri-veste una grande importanza, in quanto il suo contenuto di nutrienti è modesto, ma le sue componenti extranutriziona-li sono molto particolari e ne fanno un alimento-farmaco di capitale importanza.Ricco di acidi organici come il malico ed il citrico, che concor-rono al metabolismo dei nu-trienti, e di altri acidi organici come l’alfa-idrossi metilacrilico, il lattico e il glicolico, il carciofo è anche dotato di una serie di principi attivi dalla spiccatissima azione farmacologica.La cinarina, che conferisce il caratteristico gusto amaro, fitosteroli (tanto più abbon-danti quanto più il terreno è secco e ricco di sali), alcoli tri-terpenici, tannini, mucillagini, inulina (polisaccaride che viene convertito in fruttosio) manni-tolo, provitamina A, vitamina C ed ancora sali di potassio, di calcio, magnesio e sodio, tracce di manganese e di rame.Attivatore della coleresi, epato-

protettore, ipocolesterolemizzante.Cinarina ed acido caffeico speri-mentati in lavori scientifici si sono dimostrati capaci di abbassare sensibilmente il tasso ematico di colesterolo e di trigliceridi, di ridurre la steatosi epatica, di attivare la sintesi proteica e di proteggere dai danni cau-sati dalla superalimentazione, limitando la sintesi endogena di colesterolo.

Ricercatori inglesi hanno os-servato, dopo la somministra-zione di un idrolito a base di carciofo, un rinforzo dell’attività cardiaca, un’azione antitossica nei riguardi di alcune sostanze chimiche, una notevole resitenza dei vasi capillari e un’accelera-zione dell’emocoagulazione.In Russia ricerche di laboratorio hanno evidenziato che le parti commestibili del carciofo svolgono azione antinfiammatoria.In Francia si producono estratti di carciofo a effetto protettivo e stimolante epatico e renale.Questo ortaggio è quindi da considerarsi come un alimento preventivo e curativo di nu-merose patologie ma è utile soprattutto in caso di stipsi, epatosi, ittero, epatiti tossiche, atonia della colecisti, lieve insuf-ficienza renale, renella, gotta, reumatismo, iperglicemia.Per tutti svolge un’azione tonica,

aperitiva, digestiva, antiane-mica, ricostituente soprattut-to durante le convalescenze, astringente in caso di diarrea, blandamente febbrifuga.

Tutta la pianta è medicinale ma in fitoterapia si utilizzano generalmente le foglie raccolte da marzo a maggio.Si utilizza il succo fresco otte-nuto con centrifuga o torchiet-to: un bicchierino la mattina eventualmente stemperato con succo di carota.La tintura alcolica al 20% in alcol a 65° si somministra 2-3 volte al giorno un cucchiaino prima dei pasti.L’Italia è uno dei maggiori paesi produttori. Prima è la Puglia con quasi 2 milioni di quintali, segue la Si-cilia, la Sardegna, il Lazio, la Campania e la Toscana.La produzione nazionale è destinata prevalentemente al mercato interno per il con-sumo fresco, l’8% viene lavo-rato dall’industria e solo il 20% esportato .Ancora una volta la dieta me-diterranea si attesta tra le mi-gliori del mondo e non a caso il carciofo è tra gli ortaggi più amati dagli italiani.

Fitoterapia

Il carciofo: alimento-farmaco dalle doti nutritive e curative.

a cura della dott.ssa Grazia Fiore

Una stella da mangiare

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23alutarewww.salutare.info

Podologiaa cura del dr Antonio Pacilio - podologo e posturologo

Il gioco del calcio

La prevenzione in podologia sportiva.

Senza ombra di dubbio è importante sottolineare che la parte del corpo più sollecitata

nel maggior numero di attività sportive è costituita dal piede:

questa struttura complessa e meravigliosa definita da

Leonardo "un capolavoro d’ingegneria" è costituita da 26 ossa, 19 muscoli, 33 articolazio-

ni e 107 legamenti che interfacciano l’atleta con l’am-

biente esterno ed è fonte di prestazioni strabilianti e nel

contempo origine di tanti malanni che lo affliggono.

Secondo un’indagine dell’Istituto di Scienza Dello Sport del C.O.N.I. il piede, da solo, è responsabile di un terzo di tut-ti i problemi che possono interessare lo sportivo. La prevenzione è, quindi, l'arma più effi-cace contro qualunque tipo di infortunio che può verificarsi nella pratica sportiva dilettantistica e professionistica, special-mente in ambito calcistico.

I traumatismi costituiscono nel calcia-tore un grosso impedimento che può compromettere l'attività agonistica a breve, medio e lungo termine; è eviden-te, come risulta importante una corretta prevenzione anziché la scelta di una te-rapia successiva delle lesioni traumatiche al piede e delle disfunzioni posturali.

I fattori preventivi delle lesioni trau-matiche insieme al riscaldamento, allo stretching e ai bendaggi funzionali, sono le ortesi plantari, le orthoplastie medicali in silicone e le calzature. Le prime servono alla correzione e alla compensazione dei dismorfismi dei piedi (piede piatto o cavo, varo o valgo, ecc...) migliorando l’appoggio plantare e quin-di la dinamica della deambulazione, le ortesi in silicone medicale al fine di mi-gliorare la deviazione assiale delle dita ed evitare la frizione delle stesse contro la tomaia della scarpetta; le calzature, infine, atte ad assorbire l'onda d'urto che si genera con l'impatto del piede al suolo soprattutto per i più giovani.

Per l'attività altamente dinamica, il pie-de del giocatore deve oltremodo sop-portare l'incongruenza di una calzatura del tutto inadatta alla corretta fisiologia dell'appoggio plantare sul terreno.

A questo proposito le scarpe da gio-co sono predisposte all'inserimento di ortesi plantari realizzate con materia-li shock-absorbing e termofomabili; è fondamentale ribadire che i supporti plantari personalizzati migliorando l'ap-poggio del piede, danno una maggiore stabilità, migliorano l’equilibrio, miglio-rano il ritorno venoso attraverso la spre-mitura della soletta venosa di Lèjars ed aumentano la propriocettività del piede migliorando di conseguenza la corsa e la performance dell’atleta stesso.

Come nelle macchine di Formula 1, la performance non dipende solo dalla ve-locità massima e dalla potenza; la stabi-lità, i giusti pneumatici e la ripartizione del carico sui pneumatici anteriori e po-steriori svolgono un ruolo importante. Per gli atleti vale lo stesso principio: la performance non dipende da quanto forte si colpisca la palla, ma da come il calciatore si muova sul campo, da quan-to siano efficienti i muscoli, da quanta energia venga consumata e da quanto sforzo venga impiegato sulla superficie articolare. Nessun pilota oserebbe correre senza informazioni circa gli ammortizzatori; perché un atleta dovrebbe allora gioca-re senza conoscere la propria biomecca-nica? La conoscenza di come il giocatore corre, la biomeccanica del piede e la po-stura del soggetto stesso necessitano di grande attenzione, poiché possono per-mettere di ideare metodi personalizzati di allenamento e di riabilitazione.Per prevenire i traumi ed ottimizzare l’attività muscolare sono dunque neces-sari una conoscenza dettagliata dello sport praticato, della funzione del pie-de, delle forze di reazione del suolo e del movimento dinamico anche attraverso l’ausilio di apparecchiature diagnosti-che come la baropodometria elettronica (esame del passo e della postura). Il tutto deve naturalmente essere ac-compagnato da una scrupolosa valuta-zione posturale effettuata da un esper-to podoposturologo.

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24 www.salutare.info

La diffusione sempre maggiore di mezzi in-

formatici ed il loro uso prolungato mettono a dura prova le capacità

visive del nostro occhio.

Fugato ormai l’al-larmismo di qualche

anno or sono sui timori che i videoter-minali (VT) potessero provocare patologie

oculari per la presen-za di 'radiazioni' e

'campi elettromagne-tici', oggi possiamo

affermare che si tratta di disturbi dovuti ad

eccessivo sforzo (aste-nopia accomodativa*).

Negli anni Ottanta autori an-glosassoni ipotizzarono che l’uso prolungato dei VT potesse essere causa di cataratta, iriti, peggioramenti della miopia, retiniti e glaucoma. In verità con l’uso dei vecchi monitor a fosfori verdi, ormai in disuso, sono state descritte delle lesioni

retiniche da fototraumatisma, ma questi ultimi sono stati da tempo sostituiti, mentre per quel che riguarda il glaucoma sono stati diagnosticati degli ipertoni,ma in pazienti già pre-disposti. (1)Oggi è accertata l’innocuità dei monitor (a tubo catodico) (2). I monitor di ultima genera-zione (plasma) non emettono alcuna radiazione. (3)L’occhio normale è struttura-to in modo tale che mette a fuoco senza alcuno sforzo se guarda all’infinito e lo sforzo è trascurabile se mette a fuoco oggetti ad una distanza su-periore a 3 m. Più l’oggetto è vicino più vengono attivati i meccanismi di messa a fuoco: l’accomodazione.Quest’ultima è resa possibile per l’azione del muscolo ciliare: per rendere l’idea la messa a fuoco di un oggetto a 5 metri comporta un’accomodazione di 0,20 diottrie mentre per un oggetto posto a 30 centimetri lo sforzo accomodativo è di 3 diottrie. Il citato muscolo ciliare è si-mile ad un qualsiasi musco-lo scheletrico per cui il suo uso eccessivo ne esaurisce la

contrattilità (stanchezza) e la sua funzione si riduce sempre più per l’accumulo di acido lattico.Da tutto ciò si comprende come anche un occhio esen-te da qualsiasi difetto o pato-logia presenta, dopo un uso eccessivo, una serie di sintomi riconducibili all’affaticamento (Office Eye Sindrome).I più frequenti sono rappresen-tati da tre categorie di sintomi: oculari, visivi e generali.- Oculari: bruciore, prurito, arrossamento, lacrimazione, fotofobia, aumento dell’am-miccamento, dolore;- Visivi: visione offuscata e diplopia;- Generali: cefalea, vertigini, distur-bi psichici e psicosomatici. Naturalmente tutti questi disturbi si accentuano se sono presenti fattori favorenti che possono essere oculari, ambientali o legati al videoterminale.1) Fattori oculari: difetti re-frattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo), presbiopia, am-bliopia (4), irritazioni oculari croniche o una non corretta visione binoculare.2) Fattori ambientali: illumi-nazione non corretta degli

ambienti di lavoro, arredamen-to inappropriato, microclima degli ambienti di lavoro.3) Fattori legati al mezzo tec-nico: dimensione, curvatura, mobilità e superficie dello schermo, sfondo, dimensione e nitidezza dei caratteri, stabilità dell’immagine (flicker).

Per concludere è opportuno dare alcune indicazioni ergo-nomiche ricavate da ricerche sperimentali e da esperienze pratiche.L’attenzione va focalizzata dapprima su una buona illu-minazione ambientale (luce diffusa 200-400 lux) e ad una corretta regolazione dello scher-mo (sfondo a bassa luminanza, assenza di riflessi, schermi a contrasto positivo).In secondo luogo bisogna pro-grammare un'adeguata pro-gettazione del posto di lavo-ro: arredamenti specifici con tastiere mobili, tavoli e sedie con altezze regolabili, sostegni per le mani e avambracci. Infine non va trascurata la correzione di eventuali difet-ti visivi e la programmazione dei tempi lavorativi con pause brevi e frequenti. (5)

Oftalmologia

Office Eye Sindrome.

a cura del dr. Bruno Baldi Dirigente Medico Div. Oculistica P.O. Eboli, e di Andrea Baldi, Studente di Medicina Università di Siena

Occhio e videoterminali

Bibliografia:

1)Osteberg O. : Accomodation and visual fatigue in display work. In Grandjean E., Vigliani E. : Ergonomic aspect of visual display terminal. Taylor and Francis, London, 1980; 41.2) Terrana T. et all. : Electromagnetic radiations emitted by visual display units. Taylor and Francis, London, 1980; 13.3) Loperfido F. : Implicazioni accommodative al videotermi-nale. Medicina del Lavoro. Milano 1999; 46-48.4) Baldi B., Baldi A. : Ambliopia. Salutare n° 49. Ed. Ass. Culturale Salutare. Avellino 2009; 24.5) Maina G., Romano C., Sonnino A. : Ergonomia dei video-terminali. In : Giornale di oftalmologia Occupazionale. Ed. SOMSE. Torino 1983; 55

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25alutarewww.salutare.info

Sessuologiaa cura del dr. Domenico Trotta - Sessuologo clinico

Sessualità e mito

Storie di ieri e di oggi.

La sessualità è moto-re centrale dell’agire

dell’uomo, come della donna moderna.

Può perciò venire spontaneo domandar-

si: ma è sempre stato così?

La risposta può venirci dal mito.

E in particolare dal mito per eccellenza,

ovvero, il mito greco romano.

Sessualità e mondo classico Nel mito la sessualità non è soltanto presente, ma lette-ralmente trabocca da tutte le parti. Direttamente di frequente, e ancora più spesso indiretta-mente, ora con un linguaggio schietto e diretto, ora in una modalità fortemente evocativa e metaforica. Tutto ciò a testi-monianza di come la sessualità

sia tema centrale intorno al quale, da sempre, tutto ruota: ambizioni e illusioni, gioie e sconforto, età adulta e matu-rità, adolescenza e androfase, gioventù e andropausa, vita e morte.

Eros, Priapo, Pan e Dionisio: figure sessualiNel mito la sessualità è larga-mente rappresentata nella mol-teplicità delle sue componenti. Da quella meglio rappresen-tata da Eros, sopravvissuta al mondo classico a quelle di Priapo, Pan e Dionisio meno accettate e comprese dal mon-do contemporaneo. Nel mito, Eros rappresenta una sessualità capricciosa e prege-nitale, irrazionale e impreve-dibile, dominata dal cuore e dalla passione, mentre Priapo incarna la componente più iden-titaria e apotropaica, e mira sia ad affermare la potenza e vitalità della sessualità che a contrastare la malasorte e la

malattia.In Pan la sessualità assume un tono più unilaterale e ripiegato su sè stesso e nello stesso tem-po si caratterizza fortemente in senso aggressivo e in una ricerca della scarica tensiva ed energetica. In Dionisio infine la sessualità è il tramite attraverso il qua-le si va oltre la genitalità, per spingersi nello spazio aper-to del mare dell’inconscio e i suoi misteri, le sue luci e le sue ombre, le sue chimere e le sue paure.

Ulisse e Zeus: archetipi di mascolinitáZeus ed Ulisse, rappresentano due modi maschili di vivere la mascolinità e di relazionarsi con le donne. Zeus centrato più su sè stesso e sulla neces-sità di affermare la propria in-dividualità, Ulisse più ricco e complesso, sempre in bilico tra desiderio per la donna e paura della dipendenza da essa.

Amori mitici a confrontoGli amori mitici, infine - ricor-diamo ad esempio le storie di Cefalo e Procri, di Orfeo ed Euridice e di Eros e Psiche - ci parlano dell’eterno desiderio dell’uomo per l’altra metà di sè stesso, e del suo impegno per la ricerca del mondo magico reso possibile dall’unione tra uomo e donna, e della labilità e fragilità del legame amoro-so e delle circostanze che lo permettono.

Importanza del mito per la sessualità dell’uomo e della donna di oggiLa forte presenza della sessualià

nel mito classico rende il mito importante per molti aspetti. Il mito è importante infatti per il suo valore ludico e ricreativo. Ascoltare le sue storie, leggere i suoi racconti, riempie i nostri cuori e le nostre menti. Ci fa un po' ritornare bambini. A quando ascoltavamo le favo-le. Perché le storie del mito sessuale, sono anch’esse del-le favole. Favole questa volta, per adulti.Che come le favole per bambi-ni, si prestano ad una doppia lettura. Una prima, più leg-gera e facile, una seconda, più profonda e metaforica, che nasconde spesso una o più interpretazioni. Il mito è importante per il suo valore di confronto con il passato. Esso ci permette un confronto con la sessualità dei nostri padri, progenitori dell'attuale civiltà occidentale. Una sessualità aperta ed esuberante, poliedrica e plurisfaccettata. Il mito è importante perché ci apre al mondo della sessuali-tà e ci permette di conoscerla meglio. Attraverso la forza e il valore della sua testimonian-za possiamo allargare i nostri orizzonti, la nostra capacità di vedere, conoscere, capire la sessualità altrui e la nostra. Possiamo meglio comprenderne la ricchezza, duttilità, comples-sità, capacità creativa. Il mito è importante infine, per-ché mostra il valore e l’impor-tanza della sessualità nella vita dell’uomo moderno. Sessualità che non è esigenza esasperata od ossessione involutiva dell’uo-mo contemporaneo.

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26 www.salutare.info

Il Centro Herbasol, centro di medicina

naturale diretto dal dr. Olivieri D'Amelio e dall'osteopata An-

tonio D’Angelo, da oltre 10 anni si occupa

di medicina estetica, terapia del dolore,

naturopatia, osteopa-tia, agopuntura,

intolleranze alimentari.

Per la cura dei fastidiosi ineste-tismi della cellulite e dei proble-mi legati alla ritenzione idrica si avvale di tre strumenti: la Tecarterapia, la Luce pulsata e la Mesoterapia.Il sistema, è una forma di te-rapia considerata una novità assoluta nel mondo della pre-venzione degli infortuni e della riabilitazione. È un metodo di cura semplice e non invasivo che accelera i tempi di recupero dell'organi-smo dopo un infortunio. Già apprezzata nel mondo dello sport di alto livello, dove viene utilizzata da tempo come metodo fisioterapico d'avanguardia, si

sta diffondendo rapidamente anche ad altri settori della me-dicina ed è oggetto di continue sperimentazioni. Il massaggio Tecar è il coadiuvante ideale nell'ambito sportivo, sia per preparare una muscolatura efficiente, ben ossigenata e to-nica, sia per una rapida azione di defaticamento. Ma anche in ambiti non ago-nistici si rivela efficace per ot-tenere un effetto analgesico e antistress, come supporto per terapie riabilitative e per rime-diare a scorrette posture.La sua efficacia è documentata dai risultati clinici degli studi prodotti da numerose università internazionali e italiane.

L'importanza dell'innovazione introdotta dal Sistema Tecar è stata confermata da riconosci-menti internazionali.

Per ottenere risultati più veloci è per ottimizzare il lavoro della Tecar è opportuno abbinarlo alla Mesoterapia, un metodo di terapia iniettiva farmacologica, intradermica distrettuale. Il metodo consiste, infatti, nell'iniezione di fosfatidilco-lina nel derma di un’area to-pografica ben definita.Le applicazioni cliniche della Mesoterapia sono molteplici: nel trattamento della cellu-lite, e delle adiposità loca-lizzate, nell’invecchiamento cutaneo e in alcune affezioni dermatologiche. Con un'unica avvertenza, il trattamento è indicato sempre e solo dove è possibile agire localmente.

Infine la Luce pulsata è un me-todo innovativo, rapido ed ef-ficace utilizzato principalmente per fattori estetici. Il suo utilizzo è infatti pre-visto in caso di trattamenti di depilazione definitiva, di

fotoringiovanimento cutaneo e di trattamento antiacne. Come per ogni altra reazione fotochimica l'efficacia del pro-cedimento è legata alla con-centrazione della luce e della conseguente temperatura a cui avviene la reazione fotochimica, nonché alla lunghezza d'onda utilizzata.Per quanto riguarda il tratta-mento delle rughe il Centro Herbasol applica un trattamen-to che prevede l'infiltrazione di acido ialuronico riempitivo per le rughe naso-labiali, gla-bellari, periorbitali, nonché di labbra e seno. Ha la durata di un anno e pre-senta il vantaggio di essere estre-mamente sicura e lontana dal rischio di allergie.

Riabilitazione e bellezza

a cura di Valentina Mattiello

Benessere

Nuove metodiche per la cura degli inestetismi.

Il 28 aprile 2009 presso il Centro Herbasol sarà possibile sottoporsi a visita MOC.

Info:Via Landolfi, 22 - 24 - Solofra AVTel.: 0825 531520 fax: 0825 536081

Info:Via Landolfi, 22 - 24 - Solofra AVTel.: 0825 531520 fax: 0825 536081

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27alutarewww.salutare.info

Lo “Sportello di Orientamento:

Orientagiovani” ha l’obiettivo di creare un servizio di accoglienza e consulenza per ado-

lescenti e giovani (15 - 28 anni) in modo da esaltare le poten-

zialità individuali e superare gli ostacoli psicologici, metodo-logici e culturali che

rallentano il raggiun-gimento delle mete

formative/lavorative proposte, tenendo

conto delle differenze di provenienza socio-economica, ambiente

familiare, carattere, personalità, emotività

che contraddistinguono l’individuo.

Oggi si considera l’orientamento in termini “educativi”, rispetto al passato, attraverso una mol-teplicità di figure orientative che interagiscono ed operano per offrire un servizio diversi-ficato “al soggetto”. Il processo di orientamento è articolato in azioni educative orientanti (scuola dell’infanzia e scuola elementare) e azioni dirette al sostegno nel processo di scelta (scuola media, scuola superiore, università, centri di orientamento). Entrambe le azioni costitu-iscono una leva fondamen-tale soprattutto nell’ottica dell’abbandono.

Il principio fondamentale che ispira il progetto è, quindi, anche l’idea del tutorato educativo che mira ad offrire un servi-zio continuativo di sostegno all’utente evitando la dispen-diosa e deviante ricerca presso enti, sedi e iniziative formative e/o lavorative.

Tale impegno si coordina con l’esigenza di realizzare uno sta-bile ponte di collegamento e scambio tra modo formati-vo e mercato del lavoro per i giovani. A questo si aggiunga il feno-meno legato all’abbandono del percorso formativo obbligatorio, la dispersione scolastica, che coinvolge un elevato numero di adolescenti spesso disorientati nella costruzione del proprio percorso di vita. Nella considerazione che l’ado-lescente e il giovane sono con-siderati quali soggetti attivi e protagonisti del proprio per-corso di vita, ci si pone l’obiet-tivo di potenziare le azioni di orientamento e assistenza in tutte le fasi e dinanzi a tutte le carenze del loro processo educativo.

Il progetto, in tal modo, si strut-tura in azioni tese a ridurre la distanza tra formazione e lavo-ro permettendo, attraverso la realizzazione di banche dati, all’imprenditoria locale una consultazione funzionale dei profili formativi presenti.L’intento è quello di produr-re cambiamenti occupaziona-li, professionali e/o lavorativi, osservabili e percepibili dagli utenti.All’utenza verranno presentate le diverse occasioni formative/

lavorative che il territorio ha a disposizione, quali tirocini, stage e apprendistati, nonché informazione e consulenza su finanziamenti e agevolazioni per l’autoimprenditorialità fa-cilitando il contatto con gli enti preposti.

Lo sportello Orientare e RiorientareLo sportello “Orientare e ri-orientare” offre un servizio specializzato di orientamen-to al lavoro rivolto a cittadini disoccupati ed inoccupati la cui fascia d’età è compresa tra i 49 ed i 58 anni di età.

La Provincia di Salerno, attra-verso i CPI ed i recapiti dislo-cati sul suo territorio, mette a disposizione di tale utenza i seguenti servizi:- accoglienzaoffre una prima informazione, tramite colloquio, contatto te-lefonico e/o autoconsultazione sui servizi offerti dalla struttura ed un primo indirizzo verso servizi interni o altre strutture territoriali;- consulenza/orientamentooffre, attraverso un collo-quio di sostegno orientativo

di durata variabile, un’analisi e una diagnosi più approfondite dei bisogni e delle competenze e, attraverso una consulenza personalizzata, un supporto alla definizione di percorsi di inserimento o reinserimento lavorativo;- banca dati e back officeoffre risposta ai bisogni infor-mativi legati al lavoro per le persone dai 49 ai 58 anni con documentazione e modulistica di settore ed attraverso una banca dati dell’offerta e del-la domanda di lavoro gestita dallo Sportello; - counselling/accompagnamen-to all’utenza.

I servizi offerti dallo sportello “Orientare e riorientare” saranno caratterizzati dalla facilità di accesso ai locali, dall'accoglien-za dell'ambiente di colloquio individuale, dalla gratuità delle prestazioni, dalla possibilità di intervento epistolare, nonché dall'anonimato e dalla riserva-tezza degli utilizzatori.

Link utili:www.lavoro.salerno.itwww.teseogiovani.it

Lo sportello Orientagiovani.

a cura di Valentina Mattiello

Gli sportelli di orientamento della Provincia di Salerno

Sociale

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Le diete come prevenzione dell’obesità infantile

Strategie nutrizionali, dalla gravidanza all’età scolare.

a cura del dott. Antonio Mascari (organizzazione convegno)

Nutrizione

Il convegno di quest’anno giunge a conclusione di

un ciclo di appuntamenti che perdura oramai

da ben 7 anni: partiti dall’informazione su

problemi legati alla sana e corretta alimentazione,

si è passati al monitoraggio di cittadini, arrivando lo scorso

anno a completare uno studio sulla popolazione

scolastica della provincia di Salerno per valutarne

lo stato di salute.

Dalle relazioni che seguiranno quest’an-no, emerge, in modo evidente, il disagio clinico di molti adolescenti, a dimostra-zione che, benché molto sia stato fatto nell’educare i giovani su sani comporta-menti e stili di vita, molto resta ancora da fare.Quest’anno il convegno del 3 e 4 Aprile sarà finalizzato a diffondere la cultura del consumo di prodotti freschi, ponendosi come particolare obiettivo la promozione nelle scuole di progetti che potrebbe-ro portare a posizionare distributori di

tali prodotti, fornendo delle occasioni di consumo diverse dalle solite merendine e patatine varie.Un progetto regionale: “S.O.S. Obesità” fotografa la situazione di estrema gra-vità del nostro territorio, e la necessità di intervenire in modo serio.È appunto per questo che la Centrale del Latte di Salerno continua da anni ad informare gli adolescenti, i docenti e gli addetti ai lavori su tematiche inerenti la sana e corretta alimentazione.Il nostro sforzo, pertanto, rimane quello di cercare di essere sempre innovativi e rivolgersi a target sempre diversi, ma lo scopo è sempre lo stesso: motivare, informare, formare, acculturare, le varie categorie di persone su sani comporta-menti alimentari.Purtroppo, l’aumento del prezzo degli alimenti sani e di qualità rischia di incre-mentare ancora di più l’acquisto ed uso del cibo 'spazzatura'; indicando con questo termine cibi poveri di valori nutrizionali ma ricchi di calorie: snack dolci e salati ricchi di grassi, bibite dolci, caramelle, patatine fritte, panini.La passione per tale tipo di alimenti col-pisce a tutte le età, ma è senz’altro più forte nei bambini e negli adolescenti, proprio i soggetti in cui l’alimentazione, oltre a rispondere alle esigenze della

crescita dovrebbe contribuire a creare un background, un retroterra di salute per gli anni a venire.Secondo uno studio di un’università americana la ragione per cui i bambini si abbuffano di snack e patatine è la ricerca di 'conforto'.Il cibo 'spazzatura' è il modo per sfug-gire alle tensioni che vivono tra le mura domestiche. I piccoli spesso rispondono al cattivo umore dei genitori con l’abuso di snack e dolciumi vari. Da qui un incremento esplosivo, quasi un’epidemia di obesità e sovrappeso, sia nella popolazione giovanile sia fra gli adulti.Ed è in questo contesto che, la Centra-le del Latte di Salerno, si pone come "Agenzia Formativa”, per contribuire ad affrontare e cercare di risolvere questo problema che ormai affligge un po’ tutta la popolazione giovanile meridionale e campana in particolare.Il prossimo convegno, sarà finalizzato ad approfondire l’uso ed il consumo di prodotti della Dieta Mediterranea che è ormai diventata scienza e che si cerca ormai di adottare in tutto il mondo.Il 3 e 4 Aprile si cercherà di parlare di olio, pesce, legumi, latte, frutta e ver-dura, tutti i prodotti tipici della Dieta…Meridionale.

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Sorrisi e risate (parte terza)

a cura della dott.ssa Leopoldina De Varti, Psicologa, Psicoterapeuta, Spec.ta in DanzaMovimentoTerapia presso l’Istituto RIZA di Medicina Psicosomatica di Milano

Psicoterapia

Un dono che Dio fece agli uomini.

Ci sono due antichi scritti, uno di origine orientale e l’altro di

derivazione alchemica cristiana risalente al

VII sec.d.C., che ci tramandano

due storie simili su come è nato il sorriso e perché l’uomo sorride.

Il primo narra che “Dio dopo aver creato l’uomo si accorse di quanto esso era triste ed imperfetto. La sua creatura gli parve così goffa che, riflettendo sugli er-rori compiuti, scoppiò in una fragorosa risata: fu allora che a perfezionamento dell’uo-mo, Dio gli donò la capacità di ridere”. Il secondo racconta che Dio creò l’Universo con sette esplosioni di risate.

In entrambi i racconti scopria-mo che il riso è un atto divino, che è stato creato per rende-re l’uomo più completo, quasi perfetto, e che ridendo uomo e Dio si accomunano. Nello studio dell’evoluzione, poi, facciamo ancora un’altra

scoperta e cioè che tra tutti gli esseri viventi, solo l’uomo è in grado di ridere. Infatti, egli conquista la capaci-tà di ridere perché è dotato di una complessa catena di mu-scoli facciali che gli altri esseri viventi non umani, non hanno; così l’uomo può esprimere le proprie emozioni, utilizzando non solo il corpo, come tutti gli altri animali, ma anche la mimica facciale.Il sorriso nasce per primo, poi viene la risata.Quando il neonato per la prima volta sorride, e questo, general-mente, accade dai due mesi in poi, oltre a trasmettere piacere e gioia, ci mostra come usa il sorriso per rispondere alle sol-lecitazioni della madre. Ma il neonato può fare ciò, perché ha raggiunto una certa maturazione fisica e psicologica, quindi il suo sorriso ci segnala anche che la sua crescita sta procedendo in modo sano.

Il sorriso del neonato è il primo modo attivo che ha di comu-nicare con la madre o un’altra persona sostitutiva. Perciò giocare e stimolare il suo sorriso ha un valore enorme per lo sviluppo della comuni-cazione e della relazione che comincia con la madre, ma

tende ad arricchirsi sempre di più, nel contatto con altre persone e cose.

Prima ancora di imparare a parlare il bambino usa il sor-riso per comunicare, come prima del sorriso aveva usato il pianto. Come nello sviluppo del bam-bino il sorriso viene per pri-mo, così anche quando siamo adulti, prima delle parole e dei gesti, il nostro volto è il primo a comunicare gioia o dolore, sincerità o falsità. Dopo aver acquisito il sorriso il bambino, crescendo, verso i tre anni im-para a controllare gli sfinteri, e contemporaneamente impara anche la risata. E che risata! Fragorosa e rumorosa. Si scopre che le cose che fanno ridere e divertire di più ora sono i giochi e gli scherzi che han-no come oggetto il culetto, le puzze, la cacca ecc. e non a caso la loro risata tende ad evocare proprio i rumori corporali.

Perciò care mamme non bloc-cateli subito apostrofandoli ‘maleducati’, è una fase della loro crescita.

Quando più avanti, il bambino comincerà anche ad apprezzare battute e barzellette, questa capacità umoristica ci dice che egli ha ormai raggiunto una certa padronanza del linguaggio e del pensiero, fino a quando come adulti la nostra capacità di ridere abbraccia molte forme diverse di comicità.

La capacità di sorridere e suc-cessivamente di ridere è una funzione che per svilupparsi ha bisogno di percorrere delle tappe evolutive che sviluppano una maturazione fisica, psicologica, mentale ed emotiva. Si può dire che più siamo ca-paci di ridere e soprattutto più siamo capaci di autoironia, più possiamo considerarci esseri che hanno sviluppato un’elevata capacità di coscienza di sé e di intelligenza critica.

Per dirla con un sorriso…

Un sorriso non costa nulla e rende molto.Arricchisce chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona.Non dura che un istante, ma il suo ricordo è talora eterno.Nessuno è così ricco da poterne fare a meno, e così povero da non poterlo dare. Un sorriso dà riposo alla stanchezza, nello scoraggiamento rin-nova il coraggio, nella tristezza è consolazione, d’ogni pena è naturale rimedio.E se poi incontrerete talora chi non vi dona l’atteso sorriso, siate generosi e date il vostro, perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso come chi non sa darlo ad altri.

(P.Faber)

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Il Disturbo Antisociale, in pas-sato denominato psicopatia

e sociopatia, è un disturbo di personalità caratterizzato

principalmente da inosservanza e

violazione dei diritti degli altri, che

si manifesta in un soggetto maggiorenne, almeno da

quando aveva 15 anni.

Le persone con questo disturbo, infatti, non riescono a conformarsi né alla leg-ge, per cui compiono atti illegali (es. di-struggere proprietà, truffare, rubare), né alle norme sociali, per cui attuano com-portamenti immorali e manipolativi (es. mentire, simulare, usare false identità) traendone profitto o piacere personale (es. denaro, sesso, potere). Presentano uno stile di comportamento caratterizzato da impulsività, irritabilità, aggressività, ostilità, furbizia e disonestà, con notevoli difficoltà nella gestione dei rapporti interpersonali, in quanto, irre-sponsabili, inaffidabili, inattendibili. L’assenza di senso di colpa e di empatia rappresentano sicuramente gli aspetti più connotanti tale personalità.La comprensione dell’altro, dei suoi sta-ti d’animo, delle sofferenze così come delle gioie è inevitabilmente dipendente

dall'abilità empatica, intesa non tanto come la capacità di immedesimarsi nell’altro e sintonizzarsi al suo piano affettivo, aspet-to già più elaborato della vita psichica, ma come capacità più elementare e più strettamente legata al bagaglio cognitivo di rappresentazione dello stato mentale dell’altro. Volendo assumere, un modello di com-prensione del disturbo incentrato sulle carenti abilità metacognitive, si farà ri-ferimento all’approccio cognitivo, che si rifà alla teoria della mente. La teoria della mente è: ''la capacità di rappresentarsi eventi mentali, di attribuire a sé e agli altri stati mentali e di prevedere e spiegare il comportamento manifesto sulla base di queste rappresentazioni''. La presenza di pattern di attaccamento insicuro o disorganizzato da indicazioni predittive sullo sviluppo delle competen-ze sociali, sul funzionamento cognitivo e metacognitivo del bambino, ma que-sti aspetti vanno visti solo come fattori di rischio, e non come determinanti as-soluti, dello sviluppo di un disturbo di personalità. Anche se, al di là dell’aspetto eziologico, non vi è dubbio che le modalità precoci dei legami affettivi, che si riattivano nel corso del trattamento, possano rivesti-re una forte valenza esplicita nel com-prendere ed indirizzare la relazione te-rapeutica, a partire proprio da alcune caratteristiche, che connotano l’assetto di personalità antisociale, tra le quali: la

mancanza di empatia, di senso di colpa, di capacità di decentramento, si possono interpretare tali sintomi come prodotti di carenti abilità di 'metacognizione sociale' e quindi, si può riconoscere in questo di-sturbo una difficoltà nella 'lettura' della mente altrui. Va precisato però, che nel disturbo anti-sociale non esiste una compromissione specifica della teoria della mente; questi soggetti non presentano un’alterazione a livello dell’abilità cognitiva a differenza degli autistici o di alcuni pazienti psicotici, che non riescono a comprendere e rap-presentarsi gli stati mentali altrui, ma non hanno capacità di decentramento . Essi riescono a riconoscere le emozioni dell’altro ma sembrano avere una difficoltà a porsi nei panni dell’altro e a percepire la sofferenza che inducono all’altro in termini decentrati, cioè assumendo la prospettiva della vittima e questo man-terrebbe il comportamento criminale e antisociale. Con la consapevolezza che non è comun-que sufficiente conoscere i deficit meta-rappresentativi per spiegare il disturbo di personalità, ma vanno individuati anche altri elementi ad essi connessi come gli stati mentali problematici, cioè i pattern problematici che si associano in particolar modo ai cicli interpersonali disfunzionali che si esplicano attraverso circoli viziosi, che tendono a far verificare le previsioni negative fatte dal paziente sulle relazioni interpersonali.È innegabile che il riconoscimento di queste specifiche difficoltà nel disturbo antisociale, hanno consentito di indivi-duare tecniche terapeutiche mirate per il recupero di tali capacità.

BIBLIOGRAFIA1. Semerari A. “Storia e tecnica della psico-terapia cognitiva”, Laterza, Bari, 2002;2. Beck, Freeman, “ Terapia cognitiva dei disturbi di personalità”, Mediserve, Milano 1993

Il trattamento del disturbo antisociale secondo la prospettiva cognitiva

a cura della dott.ssa Rita Arnone

Psicologia

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Urologiaa cura del prof. Virgilio Cicalese, Urologo - Pres. dell'Ass. Campana di UrologiaDirettore Dipartimento Nefro-Urologico (A.O. Moscati - Avellino)

Cistiti recidivanti

Nuovi orizzonti nel trattamento.

Le cistiti recidivanti femminili rappresen-

tano una condizione di grande

disagio per le pazienti che ne sono affette, risultando spesso in situazioni estrema-

mente invalidanti in termini di limitazioni,

talora importanti, del-le attività sociali,

relazionali e lavorative.

La sintomatologia con cui si presentano può essere abba-stanza variabile. I sintomi più frequenti sono il bruciore durante e dopo aver urinato, la necessità di urina-re più spesso (con uno stimolo che in alcuni casi viene definito 'costante'), dolore sovrapubico, accompagnati, talora da emis-sione di sangue con le urine (ematuria). Anche la frequenza con cui le cistiti si presentano può essere estremamente variabile: si va da un singolo episodio all’an-no, fino a più di un episodio al mese.

La nostra esperienza ormai con-solidatasi negli ultimi anni, da quando abbiamo istituito un servizio preposto e specializzato nella diagnosi e terapia delle infezioni delle basse vie urinarie nella donna, ci ha dimostrato che il problema è molto sentito dalle pazienti, in particolare quando le infezioni diventano resistenti ai comuni trattamenti e tendono a presentarsi con frequenza sempre maggiore,

in particolare nei casi in cui per-sistono i fattori predisponenti a tale patologia.

L’identificazione ed il tratta-mento di questi fattori si sono dimostrati fondamentali nella gestione delle infezioni urinarie, per prolungare il più possibile gli intervalli di benessere tra un’infezione ed un’altra. Molto importante, inoltre, è motivare le pazienti ad una ido-nea terapia comportamentale (adeguato introito di liquidi, abitudini minzionali, alimenta-zione, corretta igiene intima) al fine di ottimizzare i risultati delle terapie mediche.

Tuttavia, nonostante questi accorgimenti, alcune donne, senza apparentemente alcun fattore di rischio, sono perio-dicamente affette da infezioni urinarie.

Per questo motivo, in alcune pazienti selezionate, che non presentano difetti anatomici significativi e importanti di-sfunzioni minzionali, abbiamo

effettuato delle terapie locali, mediante applicazione endo-vescicale di un farmaco, comu-nemente utilizzato anche nella cistite interstiziale.

I risultati preliminari sono mol-to incoraggianti in termini di riduzione delle recidive, in accordo con alcuni studi che hanno dimostrato l’effetto benefico delle instillazioni di acido ialuronico anche in pa-zienti 'difficili', con infezioni delle vie urinarie complicate, come, per esempio, pazienti con difficoltà di svuotamento vescicale legate a problemi neu-rologici di varia natura.

Il farmaco in questione è l’aci-do ialuronico, un componen-te della barriera protettiva dell’urotelio* (il rivestimento interno della vescica) ed un suo danneggiamento può favorire l’adesione batterica e quindi l’infezione. L’acido ialuronico possiede an-che proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie. I protocolli di somministrazione

del farmaco, molto variabili in base alle reali esigenze delle pazienti, prevedono una durata di almeno 2 mesi con instillazioni settimanali e mensili.

Maggiori dati saranno disponi-bili nei prossimi mesi, quando le pazienti avranno completa-to le loro terapie e saremo in grado di fornire informazioni più precise rispetto alla ridu-zione delle recidive a lungo termine.

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33alutarewww.salutare.info

Dalla integrazione del laser (triactive) e della isoforesi

(mesoterapia senza aghi), nasce un rivoluzionario meto-

do, indolore e non invasivo.

Spesso il termine Cellulite viene usato anche per quelle condizioni che dovreb-bero, più correttamente, essere definite: modificazioni della silhouette ed eccesso di adiposità localizzata. La vera condizione patologica risiede, realmente, nella cosiddetta Liposclerosi, affezione degenerativa del tessuto adi-poso, dovuta inizialmente ad alterazioni del microcircolo. La Liposclerosi è classificabile in almeno quattro diversi stadi evolutivi che, in parte, coesistono, rendendo difficile una rigida classificazione ed una efficace terapia.

LASER Tri-Active è un innovativo sistema che si avvale dell'azione combinata di tre diverse metodiche in grado di ripristinare le normali condizioni omeostatiche della cute: un sistema di raffreddamento localizzato in grado di ridurre rapidamente la raccolta edematosa, un massaggio ad aspirazione

ritmica capace di stimolare la pompa linfo-drenante, una profonda stimolazione laser che favorisce la neoangiogenesi dei vasi intradermici e il ripristino del microcircolo arterioso, venoso e linfatico.

Principali applicazioni- tonificare, levigare, rassodare, modellare - rilassamento cutaneo e adiposità localizzate - eliminazione di tossine e infiltrati cellulitici - pelle a "buccia d'arancia" - elasticità cutanea - ritenzione idrica - gambe pesanti

È un nuovo sistema per veicolare farmaci e principi attivi attraverso la pelle (via tran-sdermica) mediante un flusso di corrente. La difficoltà principale per la liberazio-ne di sostanze attraverso la pelle uma-na è costituita dallo strato più esterno, lo strato corneo, che rappresenta una te-nace barriera al trasporto delle sostanze. Con l’ISOFORESI si è cercato di ottimiz-zare il metodo di veicolazione per ovvia-re i limiti delle tecniche usate in passato. Si usa una particolare corrente pulsata e modulata che riesce ad attivare elettro-nicamente le molecole farmacologiche e ne consente il passaggio nel tessuto in profondità. È possibile in tal modo veicolare in gel

gli stessi farmaci utilizzati in mesoterapia, oppure miscele in polvere contenenti prin-cipi attivi. È importante la scelta dei farmaci da uti-lizzare, perché variano a seconda dei tipi di cellulite. Deve perciò essere effettuata una diagnosi accurata e bisogna evitare i farmaci a cui si può essere allergici. Il ciclo di cura comprende da 8 a 15 sedute con frequenza settimanale, seguito da una di mantenimento mensile.

Studi recenti dimostrano come l’integra-zione del laser con l’isoforesi sia in grado non solo di ridurre il volume delle adiposi-tà localizzate, ma di risultare efficace nel trattamento della ritenzione idrica, della insufficienza venolinfatica e della lassità cutanea, aspetti tipici della cellulite, e soprattutto senza rischi vascolari e danni per la cute, senza cicatrici e avvallamenti. I principi attivi veicolati con l’isoforesi, de-terminano una riduzione di volume degli adipociti (le cellule del tessuto grasso) con conseguente progressiva riduzione dell'adi-posità localizzata. Per la riduzione di una adiposità loca-lizzata addominale o di una coulotte de cheval di media entità sono solitamente necessarie otto - dodici sedute a cadenza settimanale. Il trattamento combinato è medico ed este-tico e lo si effettua in ambulatorio; imme-diatamente dopo la paziente è in grado di riprendere qualsiasi attività, comprese le attività sportive o l'esposizione al sole. Non è necessario l'uso di guaine ne calze elastiche. Non si formano ecchimosi.

Medicina Esteticaa cura di Angela Romano

Il trattamento 'soft' della cellulite e delle adiposità localizzate

È possibile sottoporsi al trattamento combinato laser - isoforesi, effettuato dall’equipe coordinata dal dr. Adelchi Silvestri, dietologo perfezionato in medicina estetica, presso:

il Centro IDI, centro di medicina estetica, antiaging e del benessere, sito in Via Palatucci, 53 - Avellino. Info 0825.39128 - 780057. www.centroidi.it e-mail: [email protected]

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34 www.salutare.info

Eventi

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTIe manifestazioni per la Salute e il Benessere

Per comunicare congressi, convegni, eventi e manifestazioni per la Salute e il Benessere

Tel. al n° 0825 74603 - e-mail: [email protected]

www.salutare.info/eventi.asp

Glossario

Giornata Mondiale della Medicina Omeopatica2 - 4 aprile 2009In occasione del 254° anniversario dalla nascita di Samuel Hahnemann, fondatore della Medicina Ome-opatica, la LMHI ha promosso la giornata mondiale dell’omeopatia.La Giornata Mondiale dell'Ome-opatia è un'iniziativa promossa annualmente dalla LMHI, Liga Medicorum Homeopatica Inter-nationalis, il più antico ed auto-revole organismo mondiale nel campo dell'omeopatia. In dodici città italiane la FIAMO lancia la sua campagna di informazione e di raccolta fondi per la ricerca in medicina omeopatica. Ogni città organizza, inoltre, un evento come conferenze, presenta-zioni di libri sull'omeopatia, convegni con la partecipazione di pazienti e medici omeopati.www.omeopatianet.itwww.omeopatiadinamica.it

Convegno regionale Campania AOGOI SalernoDal 16 al 18 aprile 2009Grand Hotel Salerno Via Lungomare Tafuri, Salerno Saranno previsti numerosi parte-cipanti: ginecologi-ostetrici aogoi,

urologi, chirurghi generali e oste-triche della Campania e del terri-torio nazionale.Direttore scientifico: D. De Vita Segreteria organizzativa:[email protected]

Prevenzione e controllo delle infezioni correlate alla pratica assistenziale. Progetto Formativo Aziendale15 Aprile- 13 Maggio 2009A.O. S.G. MoscatiAula Magna A.O.R.N. San Giuseppe Moscati- AvellinoDestinatari: tutte le figure profes-sionali del profilo infermieristico e sanitario impegnate ad assicura-re e verificare l'applicazione delle Misure di Sorveglinza e controllo delle infezioni correlate alla prati-ca assistenziale, individuate quali Referenti di Reparto (R.I.O)Programma: 5 incontri di 6 ore ciascuno per 30 ore complessiveFormatori: componenti CIO ed altre professionalità individuate dal CIOPer info: Tel. 0825/203313 [email protected]

F a b b r i c a z i o n e e

Caratterizzazione dei Me-dicinali Sperimentali per Terapie Avanzate 20-21 aprile 2009Scadenza iscrizione: 14 Aprile 2009Crediti ECM: In corso di accreditamento.Principalmente personale degli IRCSS che è coinvolto con le attività di produzione, caratterizzazione, controllo e valutazione dei medi-cinali per terapie avanzate.Numero di partecipanti: max 30Sede: Istituto Superiore di Sanità, Aula G.B. Rossi 1, Via Giano della Bella 34, RomaQuota d'iscrizione: GratuitaContatti: Maria Cristina [email protected]: 06 49902780 Fax: 06 49387143

Prevenzione e terapia di patologie dermatologi-che congenite ed acqui-site in età pediatrica ed adolescenzialeScuola medica ospedalieraB.go S. Spirito, 3 - 00193- RomaIl corso, aperto a 30 Medici, si articola in 8 incontri teorico-pratici dal 23 aprile 2009 al 25

giugno 2009 presso l'Aula di-dattica - "Forever Living" - Via dei Prati Fiscali 42 - Roma. Sono previste dimostrazioni pratiche delle terapie dermatologiche attuali e dimostrazioni sull'uso di apparecchiature elettromedi-cali utilizzate attualmente con successo in alcune patologie.Il corso è rivolto principal-mente a medici pediatri, der-matologi, chirurghi pediatri, chirurghi vascolari, medici di medicina generale e medici internisti, che si possono tro-vare a fronteggiare patologie a rilevanza estetica nella cura e nell'assistenza di bambini ed adolescenti di ambo i sessi.L'obiettivo è quello di affron-tare le principali patologie giovanili a forte riflesso este-tico, limitando ed abbatten-do, assieme alla malattia che ne è la causa, anche il danno psicologico conseguente, così frequente e spesso invalidante per la personalità in formazio-ne del giovane adolescente.Tel. 06 68802626/68352411 fax 06 [email protected]

*UrotelioIl termine urotelio, coniato da Melicow nel 1945, indica l’epitelio di rivestimento della via escretrice urinaria che si estende dai calici renali all’uretra. È costituito da: a) uno strato di cellule basali cuboidali; b) uno o più strati intermedi di cellule simili alle precedenti, ma di maggiori dimensioni; c) uno strato di cellule superficiali ancora più grandi, simili alle cellule squamose e definite come cellule 'ad ombrello' in quanto ciascuna di esse rico-pre più cellule dello strato intermedio. Esse si presentano ricoperte da una membrana che riveste un ruolo determinante nel man-tenimento dell’impermeabilità del tessuto a composti tossici presenti nell’urina.*Astenopia accomodativa

È una sindrome clinica, causata da un disagio nella visione, che si manifesta con un insie-me di sintomi e segni in prevalenza oculari ma anche generali.Le manifestazioni dell’astenopia accomo-dativa possono essere riassunte in: sintomi visivi (fotofobia, visione sfuocata o doppia, aloni colorati); sintomi oculari (lacrimazio-ne, prurito, irritazione, secchezza, brucio-re, arrossamento congiuntivale); sintomi generali (cefalea, vertigine, nausea, ten-sione generale).

*PiebaldismoSi può considerare una variante dell'albi-nismo; in esso vi è una mancanza totale di melanina e i capelli sono completamente depigmentati. Nel piebaldismo vi è una zona localizzata in cui la melanina è totalmente

assente, spesso nella regione frontale pa-ramediana che dà origine ad una ciocca di capelli bianchi.

*Tecnica di LongoÈ un intervento che consiste nell'effettua-re un 'Lifting del canale anale', mediante l'aiuto di una suturatrice meccanica, capace di asportare la mucosa rettale ed emorroi-daria prolassata, e ricreare un canale anale anatomicamente fisiologico. In pratica non si asportano le emorroidi (che sono vene necessarie a perfezionare la continenza) ma si elimina il prolasso, causa della loro fuoriuscita. L'intervento viene effettuato normalmente in anestesia locale, ma può essere eseguito con tutti i tipi di anestesia, dalla spinale alla generale.

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