saggistica aracne · così privi di peter pan, di biancaneve, cenerentola, pollicino e pinocchio....

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Saggistica Aracne

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Saggistica Aracne

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Francesco Gentile

Facciamo finta che. . .

Racconti, fiabe sceniche, sussurri in scenaCon manuale di laboratorio teatrale

Aracne editrice

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Copyright © MMXIXGioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

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via Vittorio Veneto, Canterano (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: agosto

A mia moglie, ai miei figli

Indice

Premessa

Il gioco del teatro

Incanto di Natale

La Principessa della via Lattea

Pupi, Grulli e Bulli

Premessa

Questa raccolta è il frutto delle esperienze di drammatizzazionecondotte nella scuola primaria e secondaria di ° grado, con-fluite in un manualetto di drammatizzazione, che potrebbesupportare la messinscena dei copioni presenti. A dire il vero,l’obiettivo dichiarato è quello di fornire ai docenti in classepercorsi di motivazione alla lettura, all’attenzione, all’ascolto,consentendo ad essi anche di sperimentare azioni di feedbackcon gli alunni, cosiddetti “difficili”. È sembrato opportunocoinvolgere la drammatizzazione come pratica privilegiata perintraprendere una didattica laboratoriale e innestare azioni diapprendimento cooperativo. Il manuale di drammatizzazioneanalizza, in maniera pratica:

a) lo specifico dello spettacolo dall’antichità al musical;b) le tecniche per mettere in scena i testi del volume;c) come far muovere attori in scena.

Guardando al repertorio dei testi teatrali disponibile per lascuola, non si può nascondere che la maggior parte di essi sonoscritti e concepiti per il mondo degli adulti.

Sicché molto spesso viene a mancare l’empatia tra il giova-ne lettore e il personaggio raccontato nel testo. Perlopiù, i testisono ambientati in contesti realistici, distanti dalla dimensioneimmaginaria e fiabesca preferita dai piccoli e dai preadolescen-ti. Facciamo finta che... tenta di dare una risposta a tali quesiti,con una raccolta di materiali scenici capaci di coinvolgere varilivelli di inferenze: didattica, psicologia evolutiva, competenzalessicale e semantica, espressività. Ciò significa che i destinatarisono gli alunni della scuola primaria e secondaria di ° grado

Premessa

ed i loro docenti. Inoltre, particolare di non poca importanza,i testi prescelti possono essere destinati sia alla lettura che allamessinscena. In sintonia con l’universo giovanile, sono stateselezionate tre fiabe sceniche. Ma non si pensi che ciò possa rap-presentare una limitazione. Tutt’altro. Attualmente assistiamo,soprattutto al cinema, ad un fiorire di genere fantasy, le cui coor-dinate sono sempre il mito, il soprannaturale, l’immaginazione,l’allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale. In questo libro,i protagonisti, piccoli o meno piccoli che siano, pongono inevidenza il mondo dei sentimenti, del disagio, delle piccolesconfitte, delle attese, delle buone azioni, dell’amicizia, del co-raggio, della lealtà, della solidarietà. Il tutto facendo ricorso aldivertimento e all’ironia. Sul fronte del laboratorio, la propostamira a integrare le attività di lettura espressiva e quelle di analisisemantica, a più voci, al fine di coinvolgere completamente ilgruppo-classe. Si attendono, a conclusione dei lavori, ricadutesugli alunni, nel quadro delle otto competenze chiave, quali:

a) fornire ai ragazzi strumenti adeguati per utilizzare lacomunicazione verbale e non verbale, per estrinseca-re/riconoscere/gestire la propria emotività;

b) sviluppare capacità di comprensione empatica;c) suscitare amore e gusto per la lettura;d) educare all’ascolto, alla concentrazione, alla riflessione e

alla comunicazione con gli altri;e) rafforzare l’unità di espressione tra corpo e mente;f ) favorire una ricerca creativa personale per una conoscen-

za più profonda di sé e delle proprie capacità;g) imparare a muoversi nello spazio, imparare a controllare

la voce;h) imparare a rapportarsi con il gruppo.

Premessa

Incanto di Natale

Racconto Fantasy

La fiaba scenica ha una connotazione fantasy, e si svolge in unsuggestivo borgo delle Dolomiti, durante una notte di Natale.A fare da sfondo, sono i festeggiamenti preparati da un gruppodi simpatici ragazzi. Nella trama appaiono personaggi reali epersonaggi fantastici. Si scoprirà che l’ordito coinvolge molteproblematiche del mondo giovanile. Il tema conduttore restaaffidato al giovane protagonista, il quale, attraverso la scopertadi se stesso, intraprende un vero e proprio “viaggio iniziatico”.Accompagnato dalla propria forza di volontà e da una simpati-ca “voce amica”, egli perverrà al “lieto fine” della commedia.Prima però deve attraversare il misterioso mondo delle anticheminiere del Fursil, situate nella Valle Agordina. Adattando que-sto testo alla messinscena, verranno fuori suggestioni ed effettimolto coinvolgenti per gli spettatori.

La principessa della via Lattea

Fiaba scenica

Immaginiamo una fiaba “galattica”. Cosa accadrebbe? In sosti-tuzione dei re, delle principesse, dei cavalieri e delle streghe, cisarebbero pianeti, satelliti, meteoriti, asteroidi, astri e stelle. Il“classico” reame, presente in tutte le fiabe, sarebbe sostituitodalla via Lattea, con i suoi intricati sentieri che portano alla Ga-lassia e ai deserti siderali. In questa fiaba scenica i protagonistisono costituiti dai corpi celesti in carne ed ossa! Immaginiamola scenografia, con la meravigliosa visione del cielo notturno,tempestato da una miriade di puntini luminosi, di sfere, di ellissie fosforescenze. Nel maestoso castello di re Giove ci si preparaa festeggiare il compleanno della principessa Terra, che atten-de ansiosa di ricevere il suo atteso omaggio. Il prezioso dono

Premessa

è però costituito dall’Acqua, che Terra, unica abitante dellaGalassia, avrà l’onore di custodire e proteggere. Al disegnosi oppongono però forze malvage e ostili guidate dalla stregaVega. Una lieta conclusione attende il pubblico nel finale.

Pupi, Grulli e Bulli

Fiaba scenica

Nel “paese” della Fantasia c’è gran subbuglio. Il pestifero einnominabile Bullo ha sottratto il libro delle fiabe dalle manidella Fatina e se n’è impossessato per i suoi raggiri. Il perfidovuole distruggere le pagine più intense e indimenticabili deglieroi tanto cari ai bambini di tutto il mondo, che si troverebberocosì privi di Peter Pan, di Biancaneve, Cenerentola, Pollicinoe Pinocchio. Il terribile Bullo si è talmente montato la testache pretende di cacciare in un museo i nostri magnifici eroi, iquali perderebbero le loro affascinanti avventure e finirebberoin vetrina per sempre. Per fortuna, il discolo Pinocchio riesce asventare il piano di Bullo e a restituire il libro della fantasia alsuo legittimo proprietario.

Il gioco del teatro∗

La parola teatro deriva dal latino theatrum, e dal greco θέα-τρον (théatron), tema del verbo θεάομαι (theàomai) che significa« guardare, essere spettatore ». Il teatro è anche uno spazio appo-sitamente costruito per realizzare uno spettacolo. I due terminisono in stretto rapporto. Lo spettacolo comprende tutte le variemanifestazioni artistiche (danza, poesia, prosa, musica ecc) chesono rivolte ad un pubblico. Per intenderci, un attore che reci-tasse a se stesso non realizzerebbe uno spettacolo. La presenzadel pubblico trasforma un’esibizione personale in uno spettaco-lo. Dalla parola spettacolo, deriva spettatore, colui il quale assistead un evento di tipo “spettacolare”. Per rintracciare le originidello spettacolo, bisogna andare molto indietro con il tempo.Risalendo all’era della scoperta del fuoco, ci accorgiamo chel’uomo, da quel momento, cominciò a riunirsi in gruppo, da-vanti al calore e alla luce della fiamma. Aumentarono così leoccasioni socializzanti, sia in senso religioso (preghiera, sacrifi-ci, riti), che in quello artistico (musica, danza, animazione, ecc).La drammatizzazione diventerà l’arte di imitare un episodiotratto o dalla leggenda o dalla realtà. In quella lontana fase dellastoria umana, lo spettacolo assunse prevalentemente una fun-zione aggregante. Tuttavia, è prematuro parlare di teatro nelvero senso della parola. Si può però tracciare una linea di de-marcazione tra rappresentazioni di tipo mitologico (rapportouomo–dio, imperativi religiosi, sacrifici, ecc) e quelle di vitaquotidiane (attività degli uomini, superstizioni, ecc).

∗ I grafici nel presente capitolo sono di Flora Di Meo.

Facciamo finta che. . .

. . . il teatro prende forma

Pian piano, da primitive forme di intrattenimento, le rappresen-tazioni cominciano a trasformarsi in manifestazioni artistichevere e proprie. Queste attività richiedevano uno spazio attrez-zato, persone addestrate, oggetti scenici e tecniche specifiche.Era nato il teatro, e con esso i suoi elementi fondamentali: sce-nografie, attori, costumi. Nell’antica Grecia, il teatro assume latipologia di uno spazio fisico, con caratteristiche esclusive.

Elemento principale è la càvea, gradinate semicircolari sullequali prendeva posto il pubblico degli spettatori.

La càvea era scavata su di un pendio naturale e divisa dacorridoi in più settori (pensa allo stadio!). Secondo elementofondamentale, la scena, la “pedana” sulla quale si esibisconogli attori. Alle spalle della pedana, terzo elemento, il fondale,che, a sua volta, risulta delimitato da linee architettoniche checostituiscono la scenografia.

Figura . Schema cavea teatro greco.

Il gioco del teatro

La scatola magica del teatro

Gli ingredienti del teatro sono svariati. Possono essere divisi intre grandi categorie: tecnici, scenici, testuali.

Nella prima categoria, si potrebbero raggruppare gli ele-menti che compongono il teatro in quanto spazio fisico; nellaseconda, gli elementi relativi alla messinscena (scenografia,costumi, trucco, recitazione, attori, musiche, mimica, coreogra-fia, illuminazione, oggetti); nella terza categoria, gli elementipredisposti dall’autore per la rappresentazione (testo, vicen-da, didascalie, dialoghi, personaggi). La trasformazione di unoscritto in una vicenda verosimile per il pubblico si chiama: mes-sinscena. Ma prima di arrivare alla messinscena, ci sono due fasida analizzare.

— Prima fase: l’autore scrive il testo e lo consegna ad unproduttore, il quale dopo averlo letto, decide se investiredel denaro per rappresentarlo.

— Seconda fase: il produttore affida il copione ad un regista,il quale forma il cast degli attori, che dovranno metterein scena, sotto la sua direzione, il testo.

— Terza fase: il testo allestito viene inserito nei programmidei teatri nazionali e regionali per essere rappresentatodavanti al pubblico.

Vocabolario teatrale

Facciamo conoscenza ora con il vocabolario teatrale. Analiz-zeremo gli elementi che appartengono allo spazio scenico.Cominciamo da quelli tecnici:

Palcoscenico. Lo spazio dove si esegue lo spettacolo, sul qualevengono ospitati gli attori ed il materiale scenico.

Platea. L’area riservata agli spettatori, situata ad un livelloinferiore rispetto al palcoscenico.

Facciamo finta che. . .

Balconate. Situate in maniera semicircolare, al di sopra dellaplatea; divise in piccoli vani o palchi, nei quali prendono postopiccoli gruppi di spettatori.

Loggione. Disposto su di un livello superiore a quello dellebalconate

Quinte. Elementi verticali in legno o di altro materiale, fissatosul palcoscenico, in maniera da offrire un effetto prospettico.

Bilancia. Elemento metallico, posto lateralmente sul palco–scenico, sul quale vengono applicate le luci di scena.

Americana. Elemento metallico dotato di carrucola, postosulla parte alta del palcoscenico, sul quale si applicano le luci discena.

Sipario. Telone atto a chiudere il palcoscenico.Proscenio. La zona più sporgente del palcoscenico.Fossa d ’orchestra. Lo spazio posto al di sotto del palcoscenico

dove prende posto l’orchestra.Arlecchino. Stoffa corrugata, posta nella parte più alta del

boccascena.Boccascena. Lo spazio del palcoscenico, che fronteggia il

pubblico. Essa è preceduta dal proscenio, delimitata dalla ribaltae, in alto, dall’arco architettonico.

Ribalta. Sinonimo di proscenio.Botteghino. Ufficio per la prenotazione e la vendita dei bigliet-

ti teatrali.Scenografia. La scenografia è la rappresentazione grafica del-

l’ambiente in cui è inserita la vicenda che si vuole rappresentare.Può essere realizzata anche senza disegno, inserendo cioè nellospazio gli oggetti necessari.

Costumi. Il costume serve ad “annullare” l’identità dell’attoree a conferirgli quella del personaggio che egli sta interpretando.

Trucco. Il trucco modifica le fattezze del volto dell’attore,adeguandolo all’immagine necessaria in scena.

Regia. Il regista è colui il quale dirige la compagnia nellafase di messinscena del testo, indicando agli attori quali tecni-che espressive adoperare per interpretare meglio le intenzionicompositive dell’autore.

Il gioco del teatro

Musiche. Le musiche servono ad intervallare o a tratteggiarei vari momenti della vicenda, oppure come base sulla quale gliattori eseguono un brano dal vivo.

Illuminazione. Oltre ad illuminare gli oggetti scenici, l’illumina-zione ha il compito di punteggiare i momenti psicologici della rap-presentazione; segna inoltre i passaggi temporali (notte–giorno)e spaziali (interno–esterno).

Recitazione. L’interpretazione degli attori del testo scritto.Mimica. L’insieme dei gesti che accompagnano il linguaggio

verbale o che talvolta lo sostituiscono.Coreografia. Il movimento degli attori e dei ballerini indivi-

dualmente o in gruppo.Attore. Interprete dell’azione drammatica.Vediamo infine gli elementi testuali, cioè quelli che si riferi-

scono al lavoro dell’autore.Copione. Testo contenente una vicenda concepita prevalente-

mente per la rappresentazione. Il testo teatrale può appartenerea vari generi:

a) tragedia;b) commedia;c) melodramma;d) musical;e) rivista;f ) cabaret.

Didascalie. Annotazioni introdotte dall’autore, contenen-ti istruzioni per la messinscena del testo. Le didascalie sonodestinate alla compagnia che mette in scena il lavoro.

Battute. I dialoghi tra i personaggi.Trama. La trama è il nucleo fondamentale del testo teatrale.

Nel teatro contemporaneo però questo concetto, una voltacosì rigido, va progressivamente attenuandosi. Esistono generiteatrali che fanno a meno della trama.

Personaggio. Elemento trainante dell’azione teatrale.

Facciamo finta che. . .

L’effetto teatro

Come abbiamo visto, il teatro riflette meglio di ogni altra ma-nifestazione artistica la naturale inclinazione dell’uomo ad ag-gregarsi. Le emozioni che si provano in gruppo sono diverseda quelle che si possono provare individualmente. Assisteread una partita di calcio in televisione, sulla propria poltrona,ha certamente un effetto diverso da quello che si può provarein uno stadio gremito. In gruppo i sentimenti si contagiano;le emozioni si diffondono; le paure s’ingigantiscono; il diver-timento si amplifica; il risentimento si propaga. Lo spettacoloteatrale fa leva proprio sulla psicologia del gruppo. Una battutacomica diventa assai più divertente e gustosa quando è tuttoil pubblico a sorridere. E così una scena drammatica si fa piùtoccante e struggente, quando tutti gli spettatori si contagianol’emozione. Possiamo aggiungere che in gruppo il singolo mo-difica il proprio comportamento. Si può partire dall’esempiopiù banale dello sbadiglio, che è, come si sa, contagioso, a quel-lo del pianto o del riso, che sono altrettanto coinvolgenti. Seproviamo ad alzare lo sguardo verso l’alto, mentre un gruppodi persone ci osserva e ci ascolta attentamente, si può facilmen-te notare come tutti i componenti del gruppo solleveranno losguardo in alto. Sembrerebbe che quando siamo soli prevalela riflessione; mentre, quando ci si trova in gruppo, siamo piùportati all’emotività. L’effetto–teatro consiste proprio nella ca-pacità del testo, degli attori, delle scenografie, delle musiche,delle luci, di contagiare, trasmettere, ingigantire sentimenti,azioni, emozioni.

Dalla pagina alla scena

Fino a quando non giunge in scena, un testo teatrale rima-ne, come tutti gli altri testi, scritto. Tuttavia, diversamente daquello narrativo, il testo teatrale è concepito per sortire effetti

Il gioco del teatro

emotivi che la semplice lettura non potrà mai realizzare. Untesto teatrale destinato soltanto alla lettura sarebbe incompleto.

Compito del regista è di vedere tra le righe del testo tea-trale la possibilità di costruire effetti emotivi da trasmettere adun pubblico di spettatori. In seguito, vedremo come si tradu-ce una situazione scritta (copione) in una situazione dinamica(messinscena). Serviamoci di un esempio. Prendiamo una sem-plicissima narrazione da destinare alla lettura, es: « . . . Giovannie Lucia si salutarono alla stazione ferroviaria di Milano. Luciavide il fazzoletto di Giovanni, che sventolava. Poi, null’altro!Da quel giorno, passarono tre anni. . . ». Fermiamoci qui. Inquesto testo è stato sufficiente scrivere: “passarono tre anni”,per trasmettere al lettore l’effetto del tempo che scorre. Conil testo teatrale le cose cambiano. Il regista dovrà innanzituttostudiare una tecnica capace di rendere il concetto e l’effettotempo. Vedremo dopo come.

Testi rappresentabili al cinema

Nella categoria dei testi letterari destinati alla rappresentazionedistinguiamo innanzitutto i testi teatrali (copioni) e quelli cine-mematografici (sceneggiature). Le caratteristiche fondamentalidi questi testi sono costituite da due canali rappresentativi di-versi: il palcoscenico, per il teatro; la cinepresa, per il cinema.Tuttavia, il fatto che entrambi siano destinati allo spettacolo nonsignifica affatto che siano preclusi alla lettura. Tutto ciò che èscritto può essere letto! Ciò che dobbiamo sapere invece è cheun copione teatrale o una sceneggiatura cinematografica sonoentrambi concepiti per una situazione dinamica che si svolgedavanti al pubblico. Il pubblico non legge, osserva; non riflette,voltando la pagina del libro, ma percepisce in un tempo limitatociò che la pagina scritta può esprimere soltanto in numerosi pas-saggi. Se i testi destinati alla rappresentazione non sono preclusialla lettura, anche quelli destinati alla lettura non sono, in viadi massima, esclusi dalla rappresentazione. Con l’avvento della

Facciamo finta che. . .

cinematografia è stato possibile rendere cinematografici, opereimmortali, quali I Miserabili, Via col vento, L’Odissea, Benhur etantissimi altri.

Testi e teatro

Ritorniamo ai testi destinati alla rappresentazione scenica. Quan-do leggiamo un romanzo, una novella, un racconto, una poesia,una fiaba, quasi sempre ci disponiamo ad intuire e ricostruirealcuni elementi narrativi utilizzando la nostra immaginazione,esempio:

a) l’aspetto fisico dei personaggi;b) i luoghi nei quali si svolge l’azione;c) l’ambientazione storica;d) moventi della trama;e) le azioni e la psicologia dei personaggi.

Questo percorso immaginario avviene interamente nellanostra mente, mentre siamo intenti nella lettura. Siamo aiu-tati dalla minuziosa e sapiente cura dell’autore che descriveluoghi, personaggi, tempi, eventi e tutto quanto serva a soddi-sfare le aspettative del lettore. L’autore accompagna il propriolettore il più possibile all’interno della realtà che sta narrando,facendogliela quasi rivivere.

I trucchi del teatro: i modificatori

Gli eventi di cui è composto un testo letterario sono molteplici.Partiamo da quelli che definiamo eventi che modificano il testo.Definiamo modificatori gli agenti che nel testo sono in gradodi modificare una situazione. Distinguiamo i modificatori piùfrequenti in: a) temporali, b) spaziali.