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ROTARY CLUB TRIESTE SETTEMBRE 2014 Anno di fondazione: 1924 Distretto 2060 Segreteria Via Giustiniano 9 - 34133 Trieste Tel. e fax 0039 040 362801 e-mail: [email protected] www.rotary2060.eu ROTARY INTERNATIONAL 2014-15 Presidente: Gary C. K. Huang MOTTO INTERNAZIONALE 2014-15 Light up Rotary MOTTO DISTRETTUALE 2014-15 Il Rotary: un Futuro per i Giovani I Giovani: il Futuro del Rotary DISTRETTO 2060 2014-15 Governatore: Ezio Lanteri ROTARY CLUB TRIESTE Presidente: Fabio Santorini COMMISSIONE PER IL BOLLETTINO Presidente Fulvio Gon Componenti Vincenzo Armenio Giorgio Cappel Fulvia Costantinides Gianpaolo Centuori Francesco Granbassi CONVIVIALI Hotel Greif Maria Theresia (Viale Miramare 109 – tel. 040 410115) giovedì ore 13 terzo giovedì del mese ore 20.30 (dal 15 giugno al 15 settembre e ogni terzo giovedì del mese alle 20.30 con familiari) Notiziario mensile Registrazione del Tribunale di Trieste n. 740 del 2 settembre 1988 Direttore responsabile: Giorgio Cappel POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in abbonamento postale, 70% - n. DCB “TS” Stampa: Tipografia Alabarda, Trieste SOMMARIO PROGRAMMI PAG. 2 VITA DEL CLUB PAG. 4 VITA ROTARIANA PAG. 14 PARLA IL ROTARY PAG. 18 ASSIDUITA’ PAG. 31

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ROTARY CLUB TRIESTE

SETTEMBRE 2014

Anno di fondazione: 1924 Distretto 2060 Segreteria Via Giustiniano 9 - 34133 Trieste Tel. e fax 0039 040 362801 e-mail: [email protected] www.rotary2060.eu ROTARY INTERNATIONAL 2014-15 Presidente: Gary C. K. Huang MOTTO INTERNAZIONALE 2014-15 Light up Rotary MOTTO DISTRETTUALE 2014-15 Il Rotary: un Futuro per i Giovani I Giovani: il Futuro del Rotary DISTRETTO 2060 2014-15 Governatore: Ezio Lanteri ROTARY CLUB TRIESTE Presidente: Fabio Santorini COMMISSIONE PER IL BOLLETTINO Presidente Fulvio Gon Componenti Vincenzo Armenio Giorgio Cappel Fulvia Costantinides Gianpaolo Centuori Francesco Granbassi CONVIVIALI Hotel Greif Maria Theresia (Viale Miramare 109 – tel. 040 410115) giovedì ore 13 terzo giovedì del mese ore 20.30

(dal 15 giugno al 15 settembre e ogni terzo giovedì del mese alle 20.30 con familiari) Notiziario mensile Registrazione del Tribunale di Trieste n. 740 del 2 settembre 1988

Direttore responsabile: Giorgio Cappel POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in abbonamento postale, 70% - n. DCB “TS” Stampa: Tipografia Alabarda, Trieste

SOMMARIO PROGRAMMI PAG. 2 VITA DEL CLUB PAG. 4 VITA ROTARIANA PAG. 14 PARLA IL ROTARY PAG. 18

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Lettera del Presidente

Cari Amici,

dopo la relazione programmatica comparsa sul primo numero del Bollettino di questa annualità

rotariana, questa di settembre è la prima lettera mensile che vi scrivo.

Sono passate le vacanze, abbiamo avuto il 6° Rotary Camp di Ancarano, il Rotaract ha ospitato qui

a Trieste l’apertura nazionale delle sue attività annuali con il supporto dei suoi tre Club padrini.

Ho avuto l’opportunità di incontrare, in occasione di una riunione turistica “fuori porta” organizzata

alle Grotte di San Canziano dal nostro confratello Rotary Trieste Nord, dei significativi soci del Rotary

Club Villach Park e del Rotary Club Lubiana, con i quali potremmo organizzare service a carattere

internazionale nell’ambito della Visione Futura della Rotary Foundation.

Nel grande e vivace attivismo delle manifestazioni e incontri organizzati dal Distretto, dei quali di

continuo ci è data notizia sulla stampa rotariana che – mi vien fatto di considerare – dovremmo leggere

e visionare sempre con maggior attenzione, si è rivelato particolarmente interessante il Seminario,

tenutosi il 6 settembre a Treviso, sulla Leadership. Badiamo bene, intesa non solo a livello individuale e

personale, ma anche a livello di gruppo organizzato di persone, ovvero di Club, e di associazione nei

confronti del tessuto sociale e delle comunità locali.

La riunione, un sabato mattina, ha visto la partecipazione di 54 Club del Distretto 2060 con una

presenza media di 3 soci a Club, mentre la “elefantiaca corazzata d’argilla” del Rotary Club Trieste (e

devo ammettere che quest’immagine di cui siamo stati gratificati non poteva non trasmettermi un certo

fastidioso disagio) ha potuto vantare solo un altro socio oltre a chi vi scrive.

Si è parlato di leadership perché il Rotary sia più efficace nella società e sono state individuate, a tal

fine, soprattutto qualità da considerarsi all’interno del Club: approfondire l’AMICIZIA mutua tra i soci,

intensificare il COINVOLGIMENTO reciproco dei soci nelle attività del Club, accentuare la

COMUNICAZIONE e il vicendevole ASCOLTO, sollecitare la CONDIVISIONE nell’operare. Nel complesso,

sono tutti elementi volti ad aumentare la COESIONE all’interno dei Club: un Club è tanto più forte e tanto

più incisivo nella comunità locale, è tanto più “leader” quanto più è coeso.

Si è parlato di attrattività del Rotary nei riguardi di soci nuovi e diversi, ponendo l’enfasi

sull’opportunità di individuare profili e stratificazioni di età che non riproducano in maniera “clonale”

l’effettivo esistente che, se così fosse, accentueremmo la tendenza dei Club all’invecchiamento e

all’autoreferenzialità, mentre abbiamo bisogno di aria fresca e di aria nuova.

In vista di tale obiettivo sono stati individuati, quali elementi da incentivare, la PROPOSIVITA’ dei

Club nelle problematiche locali, la PARTECIPAZIONE dei Club e dei singoli soci nella vita delle comunità,

l’ESSERE PRESENTI, ovvero l’ESSERCI nelle dinamiche della società, ed ancora la RAPPRESENTATIVITA’ e

l’INCISIVITA’ NEL RELAZIONARSI CON LE ISTITUZIONI.

Ci si è chiesti come esercitare la leadership, perché l’atmosfera di quanto sopra nel suo complesso

prenda corpo e si è realizzato che ciò può accadere solo tramite un generoso e vivace ATTIVISMO e

continuo LAVORO DEI SOCI anche all’interno dei Club (FARE & COMUNICARE: TENERE I SOCI

COSTANTEMENTE INFORMATI), essere e fornire nelle locali attività di servizio DINAMISMO e VIVACITA’.

Abbiamo bisogno di METTERCI LA FACCIA. E’ fondamentale esprimere e trasmettere ENTUSIASMO. Una

vera e completa leadership si esprime solo esercitando un ESEMPIO TRAINANTE.

Il motto “Accendi la luce del Rotary” si può tradurre più efficacemente in un “METTI DEL FUOCO

NEL ROTARY”.

Mettete la vostra vita, la vostra vitalità nel Rotary, mettete il Rotary nella vostra vita: impegnarsi

nel Rotary può effettivamente cambiare la vita.

Un caro saluto,

Fabio

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0 PROGRAMMI

ROTARY CLUB TRIESTE Ottobre

GIOVEDÌ 2 - ore 13 Hotel Greif Maria Theresia

Conviviale a buffet Alessandro Cosenzi: “Natura e medicina”

GIOVEDÌ 9 – dalle 18.30 alle 20 Harry’s Grill

Grand Hotel Duchi d’Aosta Apericlub

GIOVEDÌ 16 - ore 20.30 Hotel Greif Maria Theresia

Conviviale a buffet con familiari Alberto Sornig: “La chirurgia implantare computer-guidata: evoluzione di una professione””

GIOVEDÌ 23 - ore 13 Sede del Club

Conviviale al caminetto Informazioni rotariane

GIOVEDÌ 30 - ore 13 Hotel Greif Maria Theresia

Conviviale a buffet Flavio Genzo: “Un mondo di sordi che “sentono”

Novembre

GIOVEDÌ 6 – dalle 18.30 alle 20 Caffè degli Specchi

Apericlub

GIOVEDÌ 13 - ore 13 Hotel Greif Maria Theresia

Conviviale a buffet Assemblea ordinaria per le elezioni del Presidente a.r. 2016/17, del Consiglio Direttivo a.r. 2015/16, di 2 Revisori dei conti a.r. 2015/16 e per l’approvazione del rendiconto economico-finanziario a.r. 2013/14

GIOVEDÌ 20 - ore 20.30 Hotel Greif Maria Theresia

Conviviale a buffet con familiari Roberto Magris: “L’Operetta”

GIOVEDÌ 27 - ore 13 Sede del Club

Conviviale al caminetto Informazioni rotariane

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ROTARY CLUB TRIESTE NORD

ROTARY CLUB MUGGIA

Ottobre

GIOVEDÌ 2 – ore 19.30 StarHotel Savoia Excelsior (Library) - Aperitivo con gli amici del RC Napoli Nord Est

MERCOLEDÌ 1 – ore 20 Hotel Lido Conviviale con familiari – Fabio Carini, Presidente “Bavisela” e Pietro Farina, runner testimonial del RC Muggia alla Venice Marathon pro “End Polio Now”: “La Bavisela a Trieste evento sportivo ed economico, la Venice Marathon anche strumento di service rotariano: quanto è utile correre una maratona!"

MARTEDÌ 7 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Andrea Colombo: “Reclutamento del personale” – SPERANZA E LAVORO

MERCOLEDÌ 8 – ore 20 Hotel Lido Conviviale con familiari – Prof. Paolo Gasparini: “Ultime dalla genetica, cosa aspettarsi per il futuro”

SABATO 11 – ORE 20.30 HOTEL LIDO INTERCLUB CON IL RC BERGAMO OVEST

MERCOLEDÌ 15 – ore 20 Hotel Lido Conviviale con familiari – Bernardino de Hassek: “Dagli Asburgo ai Savoia: storia di un ufficiale triestino dal KUK IR 97 alla Legione Italiana di Vladivostok”

MARTEDÌ 14 – CONVIVIALE ANTICIPATA A SABATO 11

MERCOLEDÌ 22 – ore 20 Hotel Lido Conviviale di argomenti rotariani MARTEDÌ 21 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior

Conviviale con familiari – “Impegno e riconoscimento” – IL SACRIFICIO

MARTEDÌ 28 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Dott. Vidali: “Professionalità mancanti” – SPERANZA E LAVORO - Interclub con il Rotaract Club Trieste

MERCOLEDÌ 29 – ore 20 Hotel Lido Conviviale con familiari – dott. Monica Steiner: “EMDR, un nuovo sistema per gestire lo stress attraverso il movimento degli occhi”

Novembre

MARTEDÌ 4 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Assemblea ordinaria per l’elezione del Presidente ed del C.D. Assemblea straordinaria per l’approvazione delle modifiche a Statuto e Regolamento

MERCOLEDÌ 5 – ore 20 Hotel Lido Conviviale con familiari - Dott. Stefano Borgani: “Il lato oscuro dell’universo”

MARTEDÌ 11 – ore 13 Sede del Club Conviviale a mini-buffet – Argomenti rotariani

MERCOLEDÌ 12 – ore 20 Hotel Lido Intervento della dott. Maria Stella Tolentino, Presidente Associazione Bambini in Ospedale il relazione al service pro A.B.I.O.

MARTEDÌ 18 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet con familiari – “La Grande Guerra” IL SACRIFICIO

MERCOLEDÌ 19 – ore 20 Hotel Lido Prof. Marco Fernandelli: “Augusto e il secolo d’oro”

MARTEDÌ 25 – ore 20.30 StarHotel Savoia Excelsior Conviviale a buffet – Giacomo Sardina e Aldo Cuomo: “La Fondazione Rotary – News”

MERCOLEDÌ 26 – ore 20 Hotel Lido Assemblea ordinaria dei soci per le elezioni

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VITA DEL CLUB

Conviviale n. 3268

4 settembre 2014 – ORE 20.30 HOTEL GREIF MARIA THERESIA

Presiede Fabio Santorini Ospiti del Club S.E. dott.ssa Francesca Adelaide Garufi Bernardino de Hassek, del RC Monza Est, con Nadia Soci presso altri Club Alberti (RC Madonna di Campiglio, 25

luglio, 14 e 29 agosto) Costantinides (RC Trieste Nord, 29 luglio) Armenio, Bravar, Debenedetti e Sulligoi (RC Muggia, 30 luglio) Gei (Rotaract, 8, 26, 29, 30 e

31 agosto) Billè e Santorini (presentazione Rotarycamp

Ancarano, 31 agosto) Davanzo, Predonzani, Santorini e Severi (RC Muggia, 3 settembre)

Soci presenti: 45 Familiari: 10

de Hassek: Quei triestini in Galizia Dopo la lunga pausa estiva, abbiamo ripreso le nostre consuete conviviali al Greif. Il Presidente ha salutato tutti i presenti e in particolare la nostra socia onoraria dott.ssa Francesca Adelaide Garufi, Prefetto di Trieste, e l’amico Bernardino de Hassek, relatore della serata. In apertura delle comunicazioni di servizio, Santorini ha invitato i presenti ad un applauso per festeggiare le nozze d’oro di Giorgio e Anna Maria Cossutti ed il recente matrimonio di Alberto Cappel. Ha informato infine dell’interclub dell’11 settembre a Porto San Rocco, organizzato dal Rotary Monfalcone-Grado a favore del Rotarycamp di Ancarano. Al termine della cena, il Presidente ha introdotto il relatore che ha poi raccontato le vicende della Prima guerra mondiale sul fronte orientale.

La conferenza audio visiva ha suscitato nell’uditorio notevole interesse. Molti sono stati gli interventi da parte dei presenti, non solo perché l’argomento è attuale in quanto si inquadra nella ricorrenza del centenario dello scoppio del conflitto che sconvolse l’Europa, i Balcani e il Medio Oriente, ma soprattutto per il fatto che partecipi agli scontri in Galizia contro l’armata russa furono anche i soldati triestini del famoso imperial regio 97° Reggimento di fanteria.

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Conviviale n. 3269

11 settembre 2014 – ORE 20 PORTO SAN ROCCO

Interclub con i R.C. Monfalcone-Grado, Muggia, Trieste Nord e Koper

Presiede Fabio Santorini Ospiti dei soci di Bradaschia: prof. Massimo Bianca Soci presso altri Club Santorini e Triolo (Seminario distrettuale

sulla Leadership a Treviso,

6 settembre)

Soci Presenti: 26 Familiari: 7

Cinque Club per il Rotarycamp Ancarano Serata alternativa a Porto San Rocco per un interclub organizzato dagli amici del R.C. Monfalcone-Grado. Dopo le comunicazioni di rito da parte dei Presidenti, è stato servito un buffet e di seguito abbiamo assistito all’esibizione del gruppo “Baggi & the Wonderband”, cover degli anni Settanta, Ottanta ed altro. Di comune accordo, il ricavato della conviviale è andato a favore della struttura di Ancarano che ospita ogni anno il RotaryCamp per ragazzi diversamente abili.

I Presidenti dei RC Monfalcone-Grado, Muggia, Koper, Trieste e Trieste Nord

assieme alla Presidente del Rotaract Marianna

Un momento del concerto della “Baggi & the Wonderband”

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Conviviale n. 3270

18 settembre 2014 – ORE 20.30 HOTEL GREIF MARIA THERESIA

Presiede Fabio Santorini Ospiti del Club Robert Hofer del RC Graz Visitatori Serena Tonel del RC Muggia Soci presso altri Club Alberti (RC Madonna di

Campiglio, 12 settembre) Alberti, Cossutti e Quaresima (31° Incontro

tra rotariani in montagna,

12-13 e 14 settembre) Billè, R. Comelli, Della Casa, de Visintini, Gon, F. Pastor e Sossi (Torneo internazionale

rotariano di Tennis a

Klagenfurt, 13 settembre)

Soci presenti: 57 Familiari: 11

Triolo “ipnotizza” i soci Santorini ha ri-

volto un caloroso

benvenuto a Ro-

bert Hofer, inco-

ming President

del R.C. Graz (no-

stro Club contat-

to dal lontano

1951), con il qua-

le ha scambiato i

guidoncini.

Ha preso poi la parola Fulvio Gon, organizza-

tore del Torneo internazionale di tennis, che ha informato con soddisfazione che il nostro Club è risultato ancora vincitore e ha menzionato i consoci che si sono impegnati indefessamente per portare a casa la vittoria (resoconto dettagliato in “Vita rotariana”). Un caloroso applauso ha festeggiato l’eccellente risultato conseguito. E’ stata quindi la volta di Vincenzo Armenio che ha illustrato l’iniziativa “Y.O.S.T.” – Young Open Sail Trieste – patrocinata da Tripmare e dal nostro Club. Al termine della cena, ha preso la parola Lelio Triolo con un’affascinante e precisa relazione sull’ipnosi, in seguito alla quale sono intervenuti molti soci.

Maurizio De Vanna, Lelio Triolo e Fabio Santorini

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Conviviale n. 3271

25 settembre 2014 – ORE 20.30 HOTEL GREIF MARIA THERESIA

Presiede Fabio Santorini Ospiti del Club Ariella Reggio e Diego Matuchina Soci presso altri Club Sedmak (ospite e relatore al RC Sacile Centenario, 9 settembre)

Gessi (RC Constanta - Romania, 15 settembre) Predonzani (RC Muggia, 17 settembre) Gei (Rotaract, 20 settembre) Modricky e Santorini (Grotte di San Canziano con i RC Klagenfurt-Woerthersee e Trieste Nord, 20 settembre)

Furlan, ospite e relatrice, e Davanzo (RC Trieste Nord, 23 settembre)

Presenti: 55 Familiari: 16

Ariella Reggio story Ospite d’eccezione l’attrice Ariella Reggio, vivida interprete dell’anima

triestina, accompagnata dal direttore organizzativo del Teatro Orazio Bobbio,

Diego Matuchina.

Santorini ha quindi fornito alcune informazioni di servizio relative alla

prossima conviviale e al sollecito da parte del Governatore Lanteri di

partecipare numerosi al Seminario sull’Effettivo del prossimo 4 ottobre a

Mestre.

Terminata la cena, ha preso la parola la Reggio che, con l’ausilio di un

interessante e accattivante DVD, ha narrato ai presenti la propria storia di

attrice, dagli albori ai giorni nostri. Ha concluso l’intervento con

“L’uccelletto”, arcinota poesia tra il sacro e il profano di Trilussa.

Il Presidente infine, dopo aver donato un mazzo di fiori ed essersi

complimentato per la carriera dell'attrice Ariella Reggio, ha passato la parola

al pubblico.

Gli interventi sono riportati in calce alla relazione in “Parla il Rotary”.

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DAL DISTRETTO

Giovani professionisti in Massachussets (Distretto 7910) nel 2015 con il Rotary International Distretto 2060 Il Distretto Rotary 2060, proseguendo la tradizione che per anni ci ha visti impegnati nel promuovere una serie di iniziative per la migliore comprensione dei popoli attraverso programmi educativi, ha deciso, anche per quest’anno, di organizzare uno Scambio di giovani professionisti sulla falsariga del programma GSE (attualmente non più finanziato dalla Fondazione Rotary). Il GSE (Group Study Exchange, noto anche come SGS, Scambio Gruppi di Studi) è stato uno dei programmi di maggiore importanza della Fondazione, dando l’occasione a oltre 160.000 giovani professionisti di vivere per un mese in un altro paese ospiti del Rotary: viene così incoraggiato l’apprendimento di usi e costumi locali attraverso contatti personali con i rotariani e le loro famiglie, con le istituzioni, con il mondo imprenditoriale e professionale del luogo. Lo scambio avviene tra due Distretti Rotary del mondo mediante l’invio reciproco di un team formato da 4 giovani tra i 25 e 40 anni che esercitino una professione a tempo pieno da almeno due anni nelle zone di provenienza accompagnati da un team leader rotariano. Lo Scambio Gruppi di Studio del Distretto Rotary 2060 avverrà quest’anno con il Distretto Rotary 7910, nello stato del Massachussets (USA) vicino a Boston, a partire dall’8 maggio 2015 (arrivo negli USA il 9 maggio) e per un periodo di tre settimane. I biglietti aerei saranno a carico del Distretto Rotary che invierà il Team. I trasferimenti interni, vitto e alloggio saranno a carico del Distretto ospitante, che provvederà a stilare un programma, tenendo conto degli interessi e delle professioni dei partecipanti.

A carico dei membri del team vi saranno le piccole spese e il costo dell’assicurazione sanitaria. I partecipanti per il Distretto 2060 (Friuli Venezia Giulia - Trentino Alto Adige - Veneto) saranno quattro oltre ad un Team Leader rotariano e dovranno:

• Inviare il loro CV tramite uno o più Rotary Club del Distretto 2060, inclusa una lettera di presentazione da parte del Presidente del Club;

• Essere di età compresa tra i 25 e i 40 anni;

• Essere giovani professionisti, ai primi anni di carriera, che siano impiegati in un’attività lavorativa a tempo pieno nell’area del Distretto 2060, cioè del Triveneto;

• Non essere figli di rotariani;

• Avere una più che buona conoscenza dell’Inglese;

• Conoscere il Rotary, i suoi scopi e le linee guida che governano la sua azione nel mondo;

• Essere di buon carattere, in grado di “fare gruppo”, disposti a seguire il programma preparato dal Distretto Rotary ospitante;

• Avere la possibilità di assentarsi per 3 settimane dal lavoro per questa esperienza ed essere disposti ad incontri di preparazione (almeno sei) coordinati dal Team Leader rotariano.

Le domande di partecipazione in carta semplice corredate di:

• una foto

• un sintetico curriculum vitae

• un consenso al trattamento dei dati personali

devono essere inviate all’apposita Commissione distrettuale ENTRO E NON OLTRE IL 25 NOVEMBRE 2014.

9

VITA ROTARIANA

FELLOWSHIP / 31° Incontro tra rotariani in montagna Si è svolto a Folgaria dal 12 al 14 settembre il tradizionale Incontro tra rotariani in montagna, giunto alla sua 31a edizione. L’evento quest’anno ha rivestito una particolare importanza, poiché è coinciso con il centenario della Grande Guerra. Non a caso, infatti, è stata scelta la località di Folgaria e la valle dell’Adige, teatro di sanguinosi conflitti. Erano pre-senti per il nostro Club Paolo Alberti, Giorgio e Anna Maria Cossutti con il figlio Luca e Piergiorgio Quaresima. Giorgio e Anna Maria Cossutti

sotto la “Campana dei Caduti” a

Rovereto

10

FELLOWSHIP / 22° Torneo internazionale rotariano di tennis

La nostra squadra di tennis ha fatto il bis. Per

la seconda volta consecutiva, il 13 settembre

scorso, ha conquistato la Coppa del

Presidente nel torneo internazionale di tennis

di doppio che quest’anno è stato organizzato

dai rotariani austriaci e si è disputato a

Klagenfurt e non nella tradizionale sede di

Portschach, sempre affacciata sul mera-

viglioso lago Woerthersee. Un lago un po’

triste, quest’anno, reso malinconico da una

pioggia ininterrotta che ha costretto le

squadre a girovagare per la città alla ricerca di

un campo che non fosse allagato. Alla fine, il

navigatore satellitare installato nelle nostre

auto, ha evitato di farci dichiarare dispersi e ci

ha consentito di trovare l’unica “court”

asciutta di Klagenfurt.

Il Rotary club Trieste ha potuto così

conquistare il primo posto nella classifica a

squadre, mettendo in riga nell’ordine i Club di

Klagenfurt, Muggia, Gorizia e Trieste Nord

(ogni anno tocca a un club diverso ospitare il

torneo).

L’evento è a suo modo rilevante, perché

questa era la ventiduesima edizione della

manifestazione, e il nostro club ha vinto le due

ultime tornate senza essere mai riuscito

nell’impresa nelle precedenti venti. Di più: per

regolamento il trofeo appartiene per un anno

alla squadra vincitrice e poi viene rimesso in

palio. Lo conquista definitivamente il team

che lo fa suo per la terza volta, anche non

consecutiva. Ciò significa che quella coppa in

ceramica che potete ammirare in sede sotto le

foto dei presidenti del club potrà essere

nostra definitivamente già il prossimo anno,

se vinceremo il Torneo 2015, organizzato dal

Rotary club Gorizia, che scenderà però in

campo con il dente avvelenato, anche per i

motivi che diremo in seguito.

Il Trofeo, che potete ammirare saldamente

stretto al petto dal nostro presidente

Santorini (non a caso si chiama Coppa del

Presidente), a dir il vero i nostri avversari

non lo hanno neanche visto. Proprio

letteralmente parlando, perché il distratto

coach della nostra squadra (che corrisponde

al sottoscritto scriba), si è dimenticato di

caricarlo in macchina e di metterlo a

disposizione della squadra vincitrice. Una

felice premonizione. Avendolo vinto noi non

c’è stato bisogno di spedirlo ed è rimasto lì

buono in bacheca in attesa che lo

rivincessimo di nuovo.

Per farlo però, ammettiamolo, abbiamo

fatto un po’ più di fatica dell’anno scorso. Al

Tennis club Triestino avevamo fatto razzia,

conquistando oltre alla Coppa del

Presidente della classifica a squadre, anche

la finale del torneo, andata a Federico Pastor

e Heinz Pichler dopo una furiosa battaglia

con i fortissimi avversari del Trieste Nord

11

Fogazzaro e Giacca, che erano stati costretti al

ritiro per un infortunio occorso a quest’ultimo,

ma dopo aver vinto il primo set ed essere stati

in vantaggio nel secondo per 4-0.

Quest’anno invece niente primo posto nella

classifica finale, ma la classifica a squadre è

stata vinta conquistando la seconda, la terza,

la quinta e l’ottava posizione. L’unione fa la

forza, abbiamo partecipato con quattro

coppie, mentre i nostri avversari sono riusciti

a metterne in campo, rispettivamente tre

(Klagenfurt), due (Trieste Nord e Muggia) e

una (Gorizia). Non è colpa nostra se hanno

avuto una crisi

nelle vocazioni. In

fin dei conti

anche il nostro

club ha dovuto

rivoluzionare le

formazioni in

campo (anche se

con una “piccola”

forzatura che

vedremo, dovuta

alle rinunce

dell’ultima ora)

per cause di forza

maggiore, ma

siamo riusciti a

“riemergere”.

Non è stato facile trovare

un sostituto del nostro

caro Heinz Pichler, che ci

ha lasciato all’inizio

dell’anno e che aveva

vinto in coppia con

Pastor la precedente

edizione. Federico ha

giocato con de Visintini e

i due hanno disputato un

ottimo torneo, perdendo

con un pizzico di

sfortuna la prima partita,

quella cioè che permette

di accedere ai primi posti

nella classifica finale,

piazzandosi quinti. De

Visintini lo scorso anno aveva giocato con

Giulio Bernetti, costretto al forfait per motivi

di lavoro (all’estero).

La coppia regina di questa edizione è stata

dunque quella composta da Roberto Comelli e

Max Sossi, costretti alla resa dopo una lunga

battaglia con la coppia di Klagenfurt che ha

vinto la finale. Si sono piazzati dunque al

secondo posto, dopo uno splendido torneo

dove la calma olimpica e la sicurezza di Sossi si

sposava con lo stile di Comelli, che però

proprio nella finale ha messo forse troppo

cuore in qualche colpo tremendo nella

12

potenza, ma balisticamente sfortunato. Due

palle sul nastro o leggermente lunghe hanno

permesso ai forti austriaci, padroni di casa, di

prevalere.

Il terzo posto è andato a una coppia inedita e

un po’ “fuori ordinanza”: Umberto Della Casa–

Riccardo Gon, il meno giovane e il più giovane

del torneo. I due hanno disputato delle partite

deliziose soprattutto per l’intesa, e – pur

essendo il secondo abbastanza ben messo

nella pratica tennistica – molti punti sono stati

conquistati da Umberto grazie alle doti

atletiche fuori dalla norma. Ha rimesso oltre la

rete tre palle corte con uno scatto degno di

Nadal, quando è in forma.

Riccardo e Umberto, il più e il meno giovane

del Torneo. Quello a sinistra nella foto

correva più di quello a destra

Coppia inedita, come dicevamo, ma anche

chiacchierata. O meglio chiacchierato il coach

(che ha un cognome troppo simile al

precedentemente citato Riccardo per non

suscitare sospetti) accusato neppure troppo

velatamente di aver portato a Klagenfurt un

“non rotariano” con l’unico intento di mettere

le mani sul trofeo.

Ahimè, chi non sospetterebbe. Ma non è

andata così. E’ stata una soluzione dell’ultima

ora (e non un’idea mia) dovuta alla rinuncia di

Benito Rocco che avrebbe dovuto far coppia

con Umberto Della Casa. Alla fine non è stato

un male, e le accuse di scarso spirito rotariano,

alla fine sono cadute, lasciando il posto – in

serata - a benigni sorrisi. Veder giocare due

persone di età tanto diverse, con

l’affiatamento e la leggerezza che i due hanno

messo in mostra sul terreno è stata una cosa

molto bella.

Quest’anno abbiamo fatto un po’ di fatica a

vincere, dicevamo, e un po’ il cielo ci è stato

benigno, rinforzando tendini e articolazioni

dei nostri giocatori. Cosa

che non ha fatto con le

squadre avversarie. Del-

la Casa-Gon infatti

hanno prevalso sulla

fortissima coppia di

Gorizia capitanata da

Roberto Marini forse

solo perché quest’ultimo

– tennisticamente deci-

samente qualche spanna

al di sopra della media di

noi comuni mortali – nel

bel mezzo della partita è

stramazzato al suolo

gemendo. “E’ saltato il

crociato del ginocchio”

diceva sofferente. E

infatti si era sentito un crac non incoraggiante.

La figlia lo ha messo in macchina e portato

all’ospedale di Gorizia. Per fortuna era solo

una distorsione. Ma “Lupo” dovrà rimandare

la vittoria al prossimo anno.

Anche “Trieste 4”, in arte Marcello Billè-Fulvio

Gon (povero Marcello, gli è toccato in sorte il

Gon sbagliato) ha potuto conquistare il quinto

posto in maniera un po’ rocambolesca. Uno

dei due componenti di Muggia 2 ha anche lui

lamentato qualche acciacco fisico e ha

rinunciato. Per non dover conquistare i punti

a tavolino, Billè-Gon hanno accettato (rota-

rianamente) che scendesse in campo la figlia

13

di Roberto Marini, che stava facendo la

spettatrice (costretta poi a fare da amorevole

infermiera a papà Roberto). La straordinaria

grazia di Foscara non era pari però alla

potenza del servizio e così anche Billè-Gon

hanno potuto portare qualche punticino

decisivo per la vittoria finale.

Non resta che ricordare la sfortunata prova

dei giocatori di Trieste Nord, finiti in fondo alla

classifica soprattutto per la defezione della

coppia Fogazzaro-Giacca, finalisti dello scorso

anno, trattenuti da impegni a Trieste.

Dopo il torneo, coppe e medaglie per tutti

durante la cena di gala in albergo.

Un momento di commozione quando Giuly e

Gaia, moglie e figlia di Giorgio Tamaro, hanno

consegnato il II° Trofeo a lui intitolato

all’organizzatore della manifestazione di

quest’anno, Diego Reichstamm. Ancora

grazie, Giorgio. Senza di te tutto questo non ci

sarebbe. Ci stiamo divertendo come matti.

A Gorizia sarà dura. Alleniamoci.

Fulvio Gon

LA CLASSIFICA PER COPPIE

1. KLAGENFURT 2 2. TRIESTE 2 (SOSSI - COMELLI) 3. TRIESTE 3 (DELLA CASA - GON R.) 4. MUGGIA 1 5. TRIESTE 1 (PASTOR - de VISINTINI) 6. KLAGENFURT 1 7. GORIZIA 1 8. TRIESTE 4 (BILLE’ - GON F.) 9. KLAGENFURT 3 10. MUGGIA 2 11. TRIESTE NORD 2 12. TRIESTE NORD 1

COPPA DEL PRESIDENTE

(CLASSIFICA A SQUADRE)

1. TRIESTE 2. KLAGENFURT 3. MUGGIA 4. GORIZIA 5. TRIESTE NORD

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Scambio Giovani

Lo scorso 6 settembre è arrivata a Trieste

Autusa Pardisi, studentessa quindicenne

californiana di Santa Barbara, che sarà ospite

della famiglia Vicinanza per tutto l’anno

scolastico nell’ambito del Programma

Scambio Giovani del Rotary International.

Proprio grazie alla reciprocità del programma,

la figlia più grande dei Vicinanza è partita alla

volta della California, ospitata in casa Pardisi.

Ad accoglierla all’aeroporto di Ronchi dei

Legionari c’era Marino Predonzani, Presidente

della Commissione Nuove Generazioni del

Club, accompagnato dalla consorte e dal figlio,

la famiglia Vicinanza e Marianna Vitale Kraus,

Presidente del Rotaract.

Da sinistra: Marino Predonzani, Lucia Vicinanza, Patrizia Predonzani, la piccola Laura Vicinanza,

Samuele Predonzani, Massimo Vicinanza, Autusa e Marianna

Incontri rotariani Il 20 settembre Fabio Santorini e Chiara Modricky hanno partecipato ad una giornata, che si è svolta tra Ancarano e le Grotte di San Canziano, assieme agli amici dei Rotary Club Trieste Nord ed una delegazione dei loro Club Contatto di Lubiana e Klagenfurt Woerthersee. Presenti anche il past President

di Lubiana Marjian Cerar con la moglie Olga, il Presidente di Klagenfurt Woerthersee Wienfrid Sepin e la Presidente del Club Villach Park, composto da sole donne, AnneMarie Pipan, con i quali Fabio Santorini ha scambiato i guidoncini.

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Fabio Santorini con il Presidente

del RC Klagenfurt Woerthersee,

Wienfrid Sepin

Il Presidente Con AnneMarie Pipan,

Presidente del RC Villach Park

e infine con Marjian Cerar, Presidente del RC Lubiana, e Olga Cerar

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Nozze Le nostre più vive felici-

tazioni a:

Giorgio e Anna Maria Cos-

sutti, che hanno festeg-

giato le nozze d’oro il 5

settembre nella splendida

cornice delle Tre Cime di

Lavaredo, accompagnati da

don Lucio Gridelli, che li

sposò nel 1964 e che ha

officiato una breve Messa

alla fine della quale i

Cossutti hanno rinnovato

le promesse

Alberto Cappel, che si

è unito in matrimonio

il 30 agosto a Arenzano

(GE) con Alessandra.

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PARLA IL ROTARY BERNARDINO de HASSEK

La Prima guerra mondiale

e il 97° reggimento in Galizia Giovedì 4 settembre

Triestino da cinque generazioni, 71 anni, ha studiato nella nostra città formandosi poi alla Business School di Marentino (Torino). Ex dirigente di Fiat Auto con importanti incarichi assunti nel settore Marketing e Vendite sia a livello nazionale che in ambito europeo. E’ stato direttore della Filiale Fiat di Milano e successivamente uno degli otto Direttori Italia di Area del marchio Lancia, prima a Napoli e a Bari con responsabilità su tutto il Sud Italia e poi a Firenze con competenza sul Centro penisola. In seguito, rientrato nell’organizzazione del marchio Fiat, è stato Direttore dell’Area di Padova che commercialmente comprendeva tutto il territorio del Triveneto. Negli ultimi anni di permanenza nell’azienda automobilistica, chiamato a Torino come direttore centrale, gli fu affidato l’incarico di sviluppare progetti qualitativi da implementare nella Rete di Germania, Francia e Belgio dei tre i marchi Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Da 15 anni svolge l'attività di consulente aziendale con particolare riferimento alla formazione di collaboratori di imprese. Predispone ed eroga anche seminari finalizzati a trasmettere le metodologie per la Ricerca Attiva del Lavoro. Questa nuova professionalità gli ha permesso, negli scorsi anni, di assumere incarichi, come professore a contratto, dalle Università milanesi (Statale, Bicocca e Politecnico), e dalla Università degli Studi di Trieste. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia (Albo Pubblicisti), da numerosi anni è collaboratore stabile di una rivista mensile settoriale del Triveneto per la quale, dopo aver curato una rubrica dedicata ai Caffé storico-letterari italiani, attualmente pubblica articoli di costume e cultura. Scrive anche per numerose altre riviste del Friuli Venezia Giulia. E’ socio fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale triestina, denominata “Accademia dell’Immagine”, che sviluppa da cinque anni un’attività finalizzata a presentare, attraverso conferenze, aspetti storici e di costume. E’ socio fondatore e vicepresidente di una seconda associazione culturale triestina denominata “Passeggiando in Liberty” destinata a promuovere la diffusa conoscenza dello stile artistico in generale e soprattutto delle dimensioni del patrimonio architettonico triestino. Rotariano dal 1986 (iscritto in sequenza a Bari, Firenze, Padova, Torino e Monza), Past President del Rotary Club di Monza Est nell'annata 2004-2005, ricorrenza del Centenario del Rotary International. Durante la sua presidenza, insieme al Prof. Giuseppe Masera, direttore della Clinica Pediatrica e al Prof. Andrea Stella, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università della Bicocca presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, con un consistente contributo economico di tutti i Rotary briantei, ha fondato una ONLUS denominata PAB (Pressione Arteriosa Bambino), finalizzata a monitorare tutta la popolazione infantile della Brianza. E’ stato insignito della onorificenza Paul Harris Yellow in relazione a un progetto realizzato all’Università Statale di Milano, destinato ai neo laureati della Facoltà di Agraria. Si dedica con passione all'attività di relatore su argomenti che rappresentino nicchie storiche e microcosmi particolarmente interessanti del nostro territorio e della regione. Realizza conferenze anche a Milano in collaborazione con l’Antica Libreria Bocca di Galleria Vittorio Emanuele II.

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Bernardino è triestino da cinque generazioni. Suo bisnonno Pietro Guglielmo von Hassek arrivò a Trieste nel 1865 per assumere il Comando di Piazza con il grado di colonnello. Il nipote del comandante, Pietro Orazio padre di Bernardino, nato nella Trieste asburgica il 23 maggio 1894, nell’ottobre del 1914,

appena ritirato il diploma di maturità del liceo tedesco che aveva frequentato, partì volontario con destinazione il campo di addestramento ufficiali in Carinzia e successivamente il fronte galiziano inquadrato proprio in una compagnia del 97° Reggimento. Attraverso la descrizione delle vicissitudini del genitore, il relatore, utilizzando il contenuto di un diario e di altri documenti manoscritti, ha messo in evidenza la grave situazione in cui si trovarono i militari del 97°, sudditi dell’impero ma nella maggior parte di lingua e cultura italiana, che nella difesa di Leopoli, capitale della più orientale delle 19 province austro-ungariche, furono massacrati dai pesanti bombardamenti dell’artiglieria russa e dagli attacchi del nemico verso le trincee avanzate. Relativamente poi al denigratorio appellativo di “Demoghèla” affibbiato al reggimento, Bernardino ha precisato che nell’unità ci furono sicuramente numerose diserzioni (come del resto in tutti gli schieramenti), ma il valoroso comportamento in battaglia dei soldati giuliani non può essere messo in discussione alla luce delle numerosissime medaglie d’oro, d’argento e di bronzo concesse.

11 agosto 1914: il 97° Reggimento parte per il fronte della Galizia

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Bernardino ha continuato la sua esposizione precisando che suo padre fu fatto prigioniero in circostanze drammatiche, insieme a molti altri militari austro-ungarici, il 5 giugno 1916 durante la grande offensiva Brusilov e instradato immediatamente nei campi di raccolta prima nella Russia centrale e successivamente in quelli siberiani. L’ultimo lager fu quello di Beresovka, vicino al lago Baikal, in cui rimase fino alla metà del 1918. Ha raccontato che, dopo la pace separata chiesta dalla Russia all’Austria-Ungheria e Germania, si mosse in Siberia una Missione Militare Italiana con lo scopo di raccogliere e rimpatriare tutti i soldati ex austro-ungarici provenienti dai territori irredenti e quindi di lingua italiana. Alla fine del 1918 questi soldati furono trasferiti con la ferrovia Transiberiana a Vladivostok dove confluirono in battaglioni speciali del Corpo Italiano in Estremo Oriente. Anche Pietro Orazio von Hassek fece parte del CIEO nella Legione dei Redenti di Siberia comandata dal piemontese maggiore dei Carabinieri, Cosma Manera. La Legione aveva compiti di controllo e sicurezza della ferrovia Transiberiana attraverso cui transitavano da Vladivostok gli approvvigionamenti destinati ai Bianchi nella

guerra civile scoppiata con i Rossi dopo l’avvento del bolscevismo. Come tutti i nobili austro-ungarici, obbligati a prestare fedeltà all’imperatore, anche Pietro Orazio tergiversò fino al luglio del 1919 per giurare in favore del regno d’Italia. Lo fece quando ormai l’impero si era dissolto e Trieste, la sua città natale, in cui viveva ancora la madre, era ormai italiana. I rientri in patria organizzati dalla Missione Militare Italiana erano lenti per mancanza di naviglio disponibile. Pietro Orazio decise allora di congedarsi e di imbarcarsi come cameriere su un piroscafo per poter rientrare in tempi più brevi a casa. Dopo aver compiuto quasi 20 mila chilometri nel periplo orientale del globo, arrivò a Trieste alla fine di ottobre del 1919, dopo cinque lunghi anni di lontananza. Il figlio Bernardino ha raccolto in una recente pubblicazione, di cui è curatore, la storia del proprio genitore. L’opera, con la prefazione della storica Marina Rossi, è intitolata “Dagli Asburgo ai Savoia. Storia di un ufficiale triestino, dal KuK 97° Infanterie Regiment alla Legione italiana di Vladivostok” (edizioni Gaspari di Udine) e si può trovare in quasi tutte le librerie cittadine.

LELIO TRIOLO

Che cos’è l’ipnosi Giovedì 18 settembre

Questa relazione fa parte del ciclo di

conversazioni rotariane “Il medico e il suo

hobby”: eseguo infatti l'ipnosi più per

divertissement (ovvero come piacevole

diversivo) che per professione, sempli-

cemente perché non ho molto tempo libero.

Io sono un medico internista, quindi ad

“ampio spettro” di azione: mi occupo di casi

clinici anche complessi o multifattoriali, e per

di più una parte del mio tempo è dedicata alla

Reumatologia, campo in cui ho svolto attività

per 15 anni durante il mio primariato di

Medicina Interna a Cattinara. Ma la psiche è

da tempo un mio profondo interesse, come

dimostrato dalla seconda laurea in Psicologia

e dall'essere iscritto all'Albo Speciale degli

Psicoterapeuti dell'Ordine dei Medici e degli

Odontoiatri.

Il termine “ipnosi” evoca spesso un senso di

potenza arcana: chi la pratica viene

immaginato dotato di un potere straordinario

nei confronti delle altre persone, e qualcuno

potrebbe addirittura credere che tale abilità

sia espressione di una qualità speciale da lui

20

posseduta. Ma questa visione deriva da

fantasia e dalle enfatizzazioni della

letteratura: la realtà è alquanto diversa.

Benché l'ipnosi sia, come vedremo, antica

quanto l'uomo, per capire come si sia giunti a

svelarne la vera essenza è sufficiente partire

da Franz Anton Mesmer, un medico della

seconda metà del 1700 che aveva immaginato

(da illuminista affascinato dalle coeve prime

scoperte di elettromagnetismo) che le

malattie derivassero da deficit di - appunto -

“magnetismo” nel soggetto colpito. Aveva

cominciato quindi ad applicare calamite alle

persone, accorgendosi che queste ne

traevano grande vantaggio; così facendo

acquisì una fama straordinaria sia nella

Francia dove operava che al di fuori di essa.

Una cosa curiosa era stata notata: i soggetti

trattati dopo l'applicazione restavano un po'

storditi per qualche minuto, come in stato di

sonnolenza; la condizione venne quindi

(impropriamente) definita “sonnambulismo”,

e l’attività di Mesmer fu ovviamente chiamata

“mesmerismo”. Ma anche un altro francese

suo contemporaneo, il generale di artiglieria

Marchese di Puységur, ottenne analoghi

risultati e per giunta uno stato mentale simile,

ma con una tecnica completamente diversa:

facendo disporre le persone da trattare

attorno a un olmo secolare, tenendosi per

mano. Questi risultati furono ottenuti anche

da altre persone, che diffusero la pratica del

mesmerismo; se non altro, era molto più

gradevole degli intrugli spesso tossici e dei

salassi usati dai medici dell'epoca. La

letteratura si impadronì di tali esperienze: da

Poe che immaginò che tale pratica impedisse

la decomposizione post-mortem quando

applicata ad un moribondo, a Dumas che fece

incontrare il suo Conte di Montecristo con il

mesmerista abate Faria nelle segrete del

Castello d'If, e a molti altri.

Chi fece fare il gran passo conoscitivo su

questi fenomeni fu il chirurgo scozzese James

Braid, che attorno al 1840 andò a vedere una

seduta di mesmerismo per scoprire il trucco

che immaginava vi sottostesse. Ma non riuscì

a trovare alcun inganno. Siccome aveva

imparato a memoria le frasi dell'operatore,

provò a ripeterle a se stesso... e andò in

sonnambulismo. La stessa cosa avvenne sui

suoi familiari ed amici. Uomo di scienza,

escluse di essere dotato di poteri paranormali;

meditandoci su, si rese conto che non era

l'azione dell’operatore a produrre quello

stato, bensì la disponibilità del soggetto stesso

ad andare in sonnambulismo! In sostanza,

capì che si trattava semplicemente di uno

stato di intensissima suggestionabilità, nella

quale divenivano possibili comportamenti ed

eventi che nel pieno stato di vigilanza non

avvenivano; il sonnambulismo era prodotto

dalla semplice, ma progressiva e sistematica,

concentrazione dell'attenzione. Per indicare

questa pratica usò il nome ipnosi, che restò da

allora fissato come denominazione di questa

tecnica; benché Braid stesso si fosse poi reso

conto dell’inadeguatezza del termine, non si è

riusciti sino ad oggi a sostituirlo. Si spiegavano

così i mirabolanti risultati di Mesmer,

Puységur e degli altri: desiderando

ardentemente la guarigione o quanto meno

21

un miglioramento sintomatologico, i loro

“pazienti” la ottenevano... da soli, soggiogati

dall’autorevolezza degli operatori.

Tutti possono essere ipnotizzati, purché lo

desiderino e non abbiano paura della

metodica. Tutti anzi hanno provato qualche

forma di ipnosi, senza sapere che era in atto

questo fenomeno: la pubblicità funziona solo

in quanto concentra l'attenzione, il cinema

assorbe talmente lo spettatore da farlo

partecipare come immerso nella scena

rappresentata, un cartomante o un indovino

(al di là che dicano cose vere o fasulle, lascio

al lettore il giudizio) mettono con la loro

autorità l'ascoltatore in posizione ipnotica. Ma

la condizione più “pericolosa” è

l'innamoramento, una forma di ipnosi

reciproca così profonda da avere le

conseguenze (qualche volta catastrofiche) che

tutti noi abbiamo ben conosciuto.

L'ipnosi fu studiata anche a scopo terapeutico:

nomi famosi sono quelli di Bernheim, Liébalut,

Coué (che propugnò con forza la tecnica

dell'autoipnosi, ovvero quella praticata su se

stessi), Charcot e Freud. I risultati furono

anche clamorosi, ma solo passeggeri: vi era un

difetto di fondo nel loro operare, nel senso

che la loro metodica era viziata da pregiudizi

sulla causa dei disturbi mentali. Fu solo nella

seconda metà del 1900 che due straordinari

personaggi riformulano completamente il

metodo dell'ipnosi a scopo psicoterapeutico,

portandola al successo: Milton Erickson e

Dave Elman.

Elman riuscì inoltre a far scendere la

profondità dell'ipnosi ad un livello mai

raggiunto prima in Occidente: lo “stato di

Eisdale”. James Eisdale era un chirurgo

coloniale inglese del primo Ottocento, che si

era accorto che parecchi Indù non reagivano

minimamente al dolore che era solitamente

prodotto dalle manipolazioni chirurgiche che

all'epoca venivano eseguite senza anestesia.

Non riuscì a spiegarsi la natura di tale

fenomeno, ma Elman dimostrò che un'ipnosi

profonda, detta appunto “stato di Eisdale”, è

in grado di indurre una anestesia globale

spontanea. Recentemente un Paziente è stato

operato al cuore in questo stato, a torace

aperto, senza alcun supporto anestetico

farmacologico.

Oggi l'ipnosi è utilizzabile in molte indicazioni:

ad esempio per ottenere rilassamento

mentale e muscolare, miglioramento della

memoria, scomparsa di un dolore fisico (per

esempio, mal di testa), anestesia,

psicoterapia, regressione a vite precedenti

(potrebbero però essere fantasie del

soggetto, non sono una prova di

reincarnazione), psicoterapia. Può essere

eseguita in gravidanza e nei bambini; l’unica

controindicazione all’ipnosi è costituita dalla

psicosi e da gravi disturbi di personalità.

A seconda del risultato che si vuole ottenere,

il livello di profondità dell'ipnosi da

raggiungere è diverso: la pubblicità induce

uno stato lieve, mentre uno psicoterapeuta

spesso lavora ad un livello più profondo (detto

ancora oggi “sonnambulismo”); ancora al di

sotto vi è lo stato di Eisdale, mentre quello più

profondo sino ad oggi conosciuto è lo stato di

Sichort, in cui le funzioni dell'organismo sono

notevolmente modificate. In tutti questi stati

il soggetto mantiene lo stato di coscienza

(ovvero è sveglio anche se rallentato) ed in

nessuno di questi può essere indotto ad avere

comportamenti immediati o successivi che

contrastino con i suoi convincimenti morali. E'

anche importante ricordare che nessuno può

essere ipnotizzato “contro” la sua volontà.

Sappiamo che alcuni fachiri si sono fatti chiudere per una o più settimana o più in una bara di vetro, senza avere con sé nulla da mangiare né da bere. Potrebbe essere un trucco, certo; ma a me è venuto il dubbio che potrebbero aver conosciuto il sistema di mettersi da soli in uno stato di Sichort. E' un livello di ipnosi che forse è in grado di ridurre al minimo il consumo di energia e quindi di ossigeno dell'organismo, una forma “minore” di ciò che avviene in un mammifero in letargo. E' davvero così? Non lo sappiamo... per il momento.

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Domande e risposte Alessandro Cosenzi: Dal punto di vista metabolico, nell’ipnosi, che cosa accade? Triolo: Non si sa. Non c’è stato uno studio particolare. La pressione scende, c’è bradicardia ma è una pratica che non sappiamo bene che cosa provochi. Si va in letargo? Non si sa.

Piero Paolo Battaglini: E’ sempre un maschio che ipnotizza una donna? Triolo: No, ma sono soprattutto donne ad avere le malattie che io tratto. Ma l’ipnotizzabilità non ha genere. Forse le donne hanno più fiducia nei maschi. Sul fatto che tutti sono ipnotizzabili, basta che non sia contro la loro volontà, vi racconto un caso. Nonostante i miei sforzi non riuscivo a ipnotizzare un mio amico farmacista. Dopo un certo tempo parliamo e mi dice di aver visto il mio giardino. Solo che io non ce l’ho il giardino. Aveva visualizzato da solo una cosa che gli avevo detto io cinque ore prima durante la seduta.

Vittorio Giammusso: Con l’ipnosi che si usa per fare un’operazione chirurgica senza anestesia si è andati avanti o si è rimasti all’Ottocento? E poi, seconda domanda, si possono far riemergere vecchi ricordi? Un paziente una volta si è messo a parlare greco antico, che lui da sveglio non conosceva… Triolo: Sicuramente in ipnosi ci si ricorda meglio di qualche evento. La torta del primo compleanno, per esempio. Ci sono casi inspiegati. Per quanto riguarda il dolore, si porta la persona a uno stato di anestesia spontanea. Ci sono dei gesti precisi. Io non ho esperienza personale di questo. Ma chi ne parla ne parla molto bene. Il problema non è l’ipnosi, ma l’ipnotista. Altrimenti si possono fare danni gravi. Per esempio non si deve mai pronunciare “non”: rovina l’ipnotizzato. Bisogna avere una grande esperienza. Si può far passare il mal di testa in tre secondi, ma è bene che chi ipnotizza sia saggio. A Roma si usa l’ipnosi in geriatria, ma ci dev’essere una preparazione meticolosa. Per esempio - durante un’operazione - non si deve pronunciare la parola trapano, o scalpello. Se no alla persona - che è sveglia - può venire un accidente. E poi i ricordi… Una ragazza raccontò cose terribili della sua infanzia.

Maurizio De Vanna: Può accadere che uno non esca dall’ipnosi? Giucas Casella fece incrociare le dita a una persona e nessuno riusciva più a “slegarla”. E poi: una deposizione sotto ipnosi, in tribunale non è valida… Triolo: Io e Giucas Casella siamo di due scuole diverse. In terapia l’effetto di una violenza, per esempio su un bambino, viene attenuato riducendo il dolore associato al ricordo. Potrebbe anche essere un sogno, che però gli sta rovinando l’esistenza.

Sergio Bonifacio: L’ipnotizzatore deve la sua fortuna alla voce o allo sguardo. E l’ipnopedia è come l’ipnosi? E le manifestazioni deliranti del nazismo e del fascismo? Triolo: Sia alla voce che allo sguardo. Per quanto riguarda il fascismo, la gente da Mussolini voleva sentirsi dire quello che diceva. I movimenti, la divisa, i gradi che indossavano - per dire io sono sopra di te - funzionano come l’ipnosi. Per questo quando i dittatori cadono si passa al regime contrario: cade la condizione ipnoide. Ipnopedia: l’apprendimento nel sonori credeva funzionasse fino agli Anni Sessanta. Si pensava che la notte fosse la ceticolina a far imparare.

Serena Tonel: E’ vero che uno può essere derubato mettendolo in stato ipnotico? Triolo: Improbabile ma possibile. Uno può aver detto “dammi il portafoglio” per scherzo e poi se lo sia tenuto. Ma non ci sono prove che ciò possa avvenire. Non si può ipnotizzare chi non vuole essere ipnotizzato.

Stefano Crechici: Che cos’è la programmazione neuro-linguistica? Triolo: Con l’ipnosi si riprogramma il cervello. Può fare effetto-placebo, come quando un paziente si attende un vantaggio dal farmaco e si sente meglio anche se gli hanno dato - appunto - un placebo, una sostanza inerte. Il rapporto fra medico e paziente è fondamentale.

Roberto Comelli: Quale percorso didattico bisogna intraprendere per diventare ipnotista? Triolo: Per la legge italiana chiunque può praticare l’ipnosi. Non occorre essere medici, ma bisogna farlo esclusivamente in funzione terapeutica. Ma deve essere uno preparato. Bisogna sapere come tirar fuori

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la gente dall’ipnosi. Si possono fare dei corsi o comperare libri, in genere americani, che costano molto. Anche tremila euro l’uno. Su Youtube si trovano molte cose.

Tiziana Sandrinelli: Sono andata diverse volte in ipnosi. E' una cosa che arricchisce anche perché credo nella reincarnazione. E la comunicazione di Obama era ipnotica? Triolo: Per “ristrutturare” una persona bastano poche sedute, cinque o sei ore. Obama? La comunicazione dei leader ha sempre una componente di ipnosi.

Roberto Kostoris: Un tempo esisteva “il tocco del re”, che guariva i malati… l’ipnosi è come la psicoterapia? Triolo: Sì, si usava per la scrofola, un’infezione polmonare. Il re toccava e il paziente guariva. L’emotività è importante. Tornando sull’argomento di prima, in America gli ipnotizzatori devono fare una scuola. Ma poi non può fare diagnosi. E’ il medico che deve mandare il paziente dall’ipnotista. Lo psicologo invece deve essere iscritto all’Albo. Ma l’America ha una tradizione da più di sessant’anni. In Italia si fa anche per la strada.

(ndr. Domande e risposte, per esigenze di spazio e di estrema sintesi, non sono letterali. E qualche volta

la fretta di raccogliere gli appunti può portare a inesattezze e imprecisioni. Ce ne scusiamo con gli

interessati)

ARIELLA REGGIO

La mia vita sul palcoscenico Giovedì 25 settembre

“Guarda, bela no son mai stada, ma quando

che iero giovine qualchedun se girava a

guardarme, sa…”

-E quando, prima dela prima guera?

“Va sul mus, macaco…”

E’ una delle più caratteristiche battute che si

colgono nel dvd proiettato al Rotary in

occasione della presenza di Ariella Reggio a

una conviviale stracolma: posti a sedere

esauriti.

Quella voce, il dialetto triestino “patoco” e

quel “prima della prima guera” sono stati per

molti le parole chiave che hanno rimandato le

memorie indietro, indietro… ai tempi della

radio… delle Maldobrìe di Carpinteri e

Faraguna…

- Cossa, la legi el giornal sior Bortolo?

“No, legevo el giornal, siora Nina. Ma no la

vedi…”

Ariella Reggio è un po’ come Sean Connery:

grandissimi attori in centinaia di parti diverse,

ma alla fine – per noi – lei è siora Nina e lui è

James Bond.

Ma Ariella è tanto, tanto di più e in

cinquant’anni e oltre di carriera ne ha fatte

proprio di tutti i colori: dalla radio al teatro,

dal cinema all’operetta – all’opera perfino –

alla fiction televisiva.

Dalle parti drammatiche al film con Woody

Allen. Da Anna Frank a quel “Zikipaki zikipaki

zikipù” con tanto di “mossa” finale degna di

una soubrette del Moulin Rouge.

E’ stata Pulcinella e Arlecchino, è stata zia

Sofia che accompagna il protagonista Paolo

all’altare in “Tutti pazzi per amore”. Una

maschera perfetta, tanto da meritarsi il

premio “Le maschere”, che le è stato

consegnato il 5 settembre scorso al teatro San

Carlo di Napoli, dove – come dire – di

maschere se ne intendono.

Nata a Trieste, frequenta la scuola di

recitazione “Silvio D’Amico” (annessa al

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Teatro Nuovo diretto da Sergio D’Osmo, per

poi entrare nella compagnia di prosa della Rai,

diretta da Ugo Amodeo. Nel 1961 viene

scritturata dal Teatro Stabile del Friuli Venezia

Giulia per partecipare a un’edizione di

“Arlecchino servitore di due padroni” di

Goldoni. Fa tantissimi spettacoli.

Poi si trasferisce a Londra. “Buon giorno, it’s

nice to see you all again…” Resterà per

parecchi anni a condurre alla Bbc trasmissioni

culturali alla radio e alla tv.

Ritornata in Italia lavora a Genova al Teatro

della Tosse e partecipa all’allestimento di

“Santa Giovanna dei Macelli” di Brecht,

prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e diretto

da Giorgio Strehler. Nel 1976 assieme a Orazio

Bobbio, Lidia Braico e Francesco Macedonio

fonda a Trieste il teatro popolare La Contrada

e da allora innumerevoli sono le sue

partecipazioni sia in testi brillanti che

drammatici, in dialetto triestino e non, sotto

la direzione di Macedonio, Calenda, Rossi,

Gastaldi, Crismani, Vitas, Marinuzzi, Licalsi. Poi

operette al Verdi e un’opera, “La figlia del

Reggimento”. E i film, per il cinema e la tv.

Nelle ultime stagioni ha preso parte, con

Maria Amelia Monti e Antonio Catania, alla

fortunata commedia di Natalia Ginzburg “Ti

ho sposato per allegria” e ha ottenuto un

ottimo successo personale nella prima

edizione italiana del monologo “Mrs. Rose” di

Martin Sherman per la regia di Sabrina

Morena.

“Questa è la Contrada, che compie oggi un

anno di vita e il gruppo teatro popolare La

Contrada di Trieste presenta oggi “Un

teatrino, tre Pulcinella, due carabinieri e uno

spazzino”, dice nel dvd un giovane Orazio

Bobbio nel 1976. Ariella, con la sua “sbatola”

potrebbe fare tutte le parti. “Sono senza

parole” – dice in un’operetta – dando un assist

al protagonista maschile: “Che Dio ti conservi

in questo stato”.

Noi invece, da Ariella, di parole ne vogliamo

sentire tante, tante, tante, tante. Non ci

stanchiamo mai.

(f.g.)

Domande e risposte Grazia Benelli: Come è nata la passione per il teatro?

Reggio: fin da piccola amavo ascoltare le commedie alla radio, fantasticando sulle storie e sui personaggi.

A Londra poi ho avuto la possibilità di scoprire un mondo nuovo e sono stati cinque anni fantastici, non

sono perchè eravamo negli anni Sessanta, ma per la straordinaria collaborazione con la BBC che mi ha

cambiato la vita. Ovviamente c'è stato, poi, molto studio, passione e tanto lavoro.

Fabio Santorini: La prima esperienza in scena?

Reggio: alla RAI nel “Pifferaio” di Hamelin in cui recitavo una piccola parte e poi, per quanto riguarda il

teatro, alla scuola del Teatro Nuovo. Con Sergio d'Osmo ho recitato all'Auditorium di Trieste e poi con

Orazio Bobbio la straordinaria avventura della Contrada.